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IL TASSISTA
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Gennaio 2015
Resp. editoriale: Claudio Giudici
Una iniziativa di
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Resp. di redazione: Roberto Testori
Silenzio e latitanza delle istituzioni: scatta la protesta
A Roma si va verso un Sit-In di protesta dopo mesi di immobilismo da parte dell’Amministrazione Comunale
Anno nuovo vita nuova. Un vecchio adagio
che male si addice oggi all’andamento delle
cose per quanto riguarda i tassisti romani.
Nessun cambiamento all’orizzonte nonostante siano stati più volte lanciati appelli dalle rappresentanze della categoria.
Alla crisi che oramai da anni morde feroce
le loro caviglie si è oramai da troppo tempo
affiancato un abusivismo che neanche più
opera nell’ombra, tanto oramai è l’abbandono generale in cui versa a Roma il Trasporto Pubblico non di Linea (e non solo)
Da parte sua l’Amministrazione oltre alla
comprovata latitanza istituzionale continua a trincerarsi dietro un silenzio che i
Tassisti non sono più disposti a tollerare.
Oltre al problema dell’abusivismo infatti
sono molti i nodi al pettine che devono essere sciolti (come elencato nel comunicato che segue) primo tra tutti quello della
possibile introduzione di un tassametro
a tempo , che oltre a gravare economicamente sulla già fortemente precaria
infatti rimasti lettera morta i nostri ripetuti
appelli di formalizzare un incontro mirato ad affrontare alcune delle problematiche più urgenti per la nostra categoria:
introduzione del tassametro a tempo;
controlli e rispetto delle regole per Ncc;
lotta all’abusivismo selvaggio di Apecar e
Risciò; accesso dei taxi sulle isole pedonali per il prelievo e deposito passeggeri.
Se dovesse perdurare questo immobilismo da parte dell’Amministrazione, nei
prossimi giorni organizzeremo un Sit-in
di protesta sotto gli uffici dell’Assessorato alla Mobilità del Comune di Roma
in Via Capitan Bavastro 94, nel tentativo
di farci ricevere per trovare soluzioni efficaci ed immediate mirate a risolvere le
Questo è il comunicato delle sigle sindacali : numerose problematiche della categoria”.
economia (il suo costo graverebbe interamente sui singoli tassisti) , è inviso dalla
stragrande parte della categoria, Uritaxi
in testa, in quanto rischierebbe di distruggere forse l’unico aspetto che attualmente “funziona” ovvero il turno di servizio.
“Il nuovo anno è iniziato sostanzialmente Così in una nota congiunta Uritacome il precedente, con un silenzio in- xi, Uri, Confartigianato, Assartigiani,
spiegabile e latitanza assoluta da parte Cna, Fast, Ata Casrtigiani, Uti, Claai.”
dell’Amministrazione Comunale. Sono
Segreteria Uritaxi
Torino: quarto assalto in pochi
giorni. Tassisti verso l’agitazione
Sprechi. Roma, il trasporto disabili
costa 4 milioni l’anno e non funziona
Un coltello puntato
alla nuca, 3 rapine
messe a segno negli
ultimi giorni, la quarta, la notte scorsa,
sventata perchè la
vittima ha reagito. È
allarme sicurezza tra i tassisti della città che sospettano che ci sia
un’unica persona dietro alle aggres-
Il comune di Roma spende
4 milioni l’anno per il servizio
di trasporto collettivo di 350
disabili al lavoro: Roma, il
grande spreco del trasporto
disabili: quattro milioni per un
servizio che non funziona:al
mese (iva inclusa) fanno 367 mila euro.
Se almeno funzionasse si piangerebbe
con un occhio solo, ma non è così; come
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Taxi e Ncc: bonus fiscale ridotto
sui consumi per l’anno 2014
La legge di Stabilità
2014 ha disposto la
ridefinizione, in riduzione, delle quote
percentuali di fruizione di alcuni crediti
d’imposta. Il successivo D.P.C.M. 20 febbraio 2014, ha
quindi rideterminato l’entità delle
agevolazioni, riducendo del 15%
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Ridotto il credito di imposta per i tassisti del 15%
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l’importo agevolato.
Tra i benefici fiscali incisi dagli effetti di tale misura rientra
anche l’agevolazione sul carburante disciplinata dal punto 12
della Tabella A allegata al D.Lgs. n.504/1995 a favore dei titolari di licenza per l’esercizio del servizio di taxi o di autorizzazione ad esercitare il servizio di noleggio con conducente.
Ciò comporterà nei confronti di ciascun avente titolo, una riduzione percentuale del credito d’imposta, calcolato secondo
i criteri fissati dalla disciplina di settore.
Relativamente al beneficio fiscale sui carburanti consumati
per l’azionamento delle autovetture pubbliche da piazza, la
riduzione del 15% dell’importo agevolato è operativa con riguardo ai crediti d’imposta i cui presupposti si realizzano a
decorrere dal 1° gennaio 2014.
Pertanto, attese le modalità di applicazione dell’agevolazione fiscale che poggiano sull’effettivo svolgimento del servizio
nel corso dell’anno solare e sul progressivo consolidarsi del
credito al termine del medesimo periodo, la misura si rende
efficace ad iniziare dalla presentazione, entro il mese di febbraio 2015, delle apposite istanze annuali riferite ai consumi
del 2014.
Così, effettuato il computo dell’accisa a credito spettante ad
ogni titolare di licenza di taxi/autorizzazione noleggio con
conducente sui distinti carburanti (gasolio, benzina, GPL, gas
naturale) consumati nell’anno 2014, commisurata alla differenza tra l’aliquota normale d’imposta e quella specifica agevolata vigenti per ciascun prodotto impiegato, si procederà a
detrarre dall’importo totale risultante la prescritta percentuale.
Fonte: Ipsoa.it
Emerge il problema sicurezza: ma non solo
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sioni avvenute in questo primo scorcio di gennaio. Il cliente
chiede di farsi venire a prendere sempre nella stessa zona,
tra il quartiere Vallette e la confinante Venaria, si siede sul
sedile posteriore dal lato del guidatore e poi estrae il coltello per farsi consegnare i soldi. Il primo caso, il più eclatante,
avvenuto nei primi giorni di gennaio, aveva fruttato 1500 euro
al malvivente. Poi ancora due episodi, che avrebbero portato
nelle sue tasche qualche decina di euro. E, infine, l’aggressione sventata l’altra notte dalla reazione del tassista (...)
Ma che sia uno o più d’uno, non cambia la preoccupazione
dei circa 1500 titolari di licenza in città, che ha portato anche a denunciare quello che poi si è rivelato un falso allarme. Tramite WhatsApp un tassista ha inviato mercoledì un
messaggio per comunicare il suo sospetto su un passeggero
appena caricato: attraverso i sistemi di rilevazione Gps il percorso della sua auto è stato tenuto sotto controllo per essere
pronti a intervenire. Ma il cliente ha poi pagato ed è andato via.
Mettere un vetro divisore non è una soluzione percorribile:
costa circa 2 mila euro e costringerebbe le auto a trasportare al massimo tre passeggeri. «Chiediamo al Comune - dice
Rolando - un contributo per installare dei sistemi di videosorveglianza a bordo». La categoria ha annunciato lo stato
di agitazione e il problema non è solo quello della sicurezza:
i tassisti protestano contro la prima commissione di Palazzo Civico che ha ricevuto una rappresentante del servizio di
passaggi tramite l’applicazione Uber. «Quell’incontro è stato
vissuto da chi lavora con una regolare licenza come una legittimazione degli abusivi», dice ancora Rolando, che annuncia un dossier in preparazione sull’attività dei tassisti di Uber.
Fonte: La Stampa
Semafori con giallo a 3 secondi, caos in arrivo
Firenze: scooter rubato e finisce contro un Taxi
La Cassazione ha deciso: la multa al semaforo è legittima se il giallo dura 3 secondi, ribadendo quanto già affermato nello scorso settembre. Ma se la sentenza
(n.27348/2014) si riferisce ad un aspetto tecnico - 3 secondi sono esattamente quanto serve per fermarsi a 50 orari - poi invece si ignora un fatto fondamentale: nelle nostre
città il giallo è tarato sempre a volte a 4, a volte a 3 (...)
Mettere in mano a chi gestisce il sistema multe la possibilità di
cambiare le regole del gioco in corsa può portare gravi danni al
mondo della sicurezza stradale perché da noi già adesso ogni
anno vengono notificate agli automobilisti italiani circa 78 milioni di multe, che fruttano alle casse statali tre miliardi di euro. Di
queste, 8 volte su 10 nessuno le paga: sta passando il concetto - orribile - che le sanzioni siano ingiuste, che non servano a
nulla e che se possibile vadano evase con mille trucchi. L’esatto opposto dello spirito con cui invece andrebbero ricevute e
pagate, mortificandosi per il pericolo arrecato alla collettività...
Marocchino 31 enne viaggia contromano in
centro a bordo di un motociclo di provenienza
furtiva e provoca un incidente stradale con un
taxi.Durante la serata di ieri, i Carabinieri del
Nucleo Radiomobile di Firenze sono intervenuti in pieno centro abitato, poiché era giunta
una segnalazione relativa ad un sinistro stradale con la fuga di uno dei coinvolti. I militari hanno verificato
che un cittadino marocchino, 31 enne, il quale viaggiava contromano a bordo di un motociclo di provenienza furtiva, aveva
investito un taxi, per poi darsi alla fuga, abbandonando il suo
veicolo. L’uomo è stato bloccato subito dopo e gli accertamenti effettuati hanno permesso di verificare che il motociclo
era stato asportato a Firenze il giorno di Natale. Per l’uomo,
abitante in Prato, già noto alle Forze dell’Ordine, è scattata la misura del fermo di indiziato di delitto per ricettazione.
Fonte:Repubblica
Fonte: La Nazione
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Trasporto dei disabili a Roma? Conviene il Taxi ma resta a bilancio la “Coop” dei pulmini
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testimoniano le lamentele di utenti e
associazioni raccolte dall’Osservatorio
sul trasporto delle persone con disabilità il servizio risulta essere di qualità
scadente anche di qualità scadente:
assenza del servizio (38%), forte ritardo nell’arrivo dei pullmini (25%), sporcizia e mancanza di sicurezza a bordo,
scortesia e via dicendo: ad esempio
una ragazza non vedente denuncia di essere stata lasciata
per strada con tre quarti d’ora di anticipo, senza la possibilità di entrare al lavoro, o il dipendente ripreso dall’azienda e
costretto a chiedere continui giustificativi per i ritardi.
L’attuale situazione ha origine in un atto amministrativo del
24 dicembre 2012; in quella data il dipartimento Politiche
sociali avvia “una indagine di mercato finalizzata all’affidamento del servizio di trasporto per persone disabili”. A firmare
la determina è l’allora direttore Angelo Scozzafava, finito
nei giorni scorsi nell’inchiesta su Mafia Capitale e nei confronti del quale il gip ipotizza “l’ipotesi di una remunerazione
dell’attività funzionale” da parte di Salvatore Buzzi: il re delle
coop, infatti, era disposto a comprargli un piccolo appartamento mentre la sorella Annamaria, dg del ministero dei Beni
culturali, gli avrebbe regalato un rolex da 5 mila euro come
ringraziamento per aver favorito sua figlia in un concorso
indetto del Comune.
Scozzafava fissa al 28 dicembre 2012, dopo appena quattro
giorni, di cui due festivi, il termine per presentare le domande
di partecipazione al servizio. E l’unica società che risponde -
malgrado le appena 96 ore di tempo a disposizione e le feste
natalizie di mezzo - è la Meditral, specializzata nella mobilità
in ambito sanitario e sociale. E così, in attesa di una gara
pubblica, le affida temporaneamente il servizio: 2,2 milioni
per un semestre.
Anche a causa della ristrettezza dei tempi, però, i primi mesi
del 2013 sono assai travagliati e il Campidoglio deve correre
ai ripari chiedendo ai privati di integrare il servizio. Si scopre
così che proprio i taxi, oltre ad assicurare un trasporto ad
personam e quindi più aderente alle esigenze personali, permettono anche di contenere i costi in maniera considerevole.
I dati dell’Osservatorio parlano chiaro: per chi usa il taxi nel
2013 si spendono mediamente 480 euro, per chi fa ricorso
ai pullmini più del doppio: 1.091. E ad agosto, quando gli
spostamenti sono assai limitati e il traffico è minore, la forbice
è ancora più evidente: 102 euro a disabile da una parte,
1.490 dall’altra. Quasi quindici volte tanto. La ragione? Per
effetto del contratto “a corpo”, alla Meditral vanno sempre e
comunque 367 mila euro al mese, mentre ai taxi solo quelli
del consumo effettivo.
Oggi i disabili possono scegliere tra l’uno e l’altro tipo di
servizio, ma in consiglio comunale non si riesce a trovare la
maggioranza necessario a eliminare il servizio di traspoto
con i pulmini, più oneroso e più scadente, perché un movimento trasversale che raccoglie esponenti del Pd e di Forza
Italia sono cotrari a questa decisione.
Fonte: Net1 news
Taxi, dossier sugli abusivi. Ora rischiano anche i clienti
Tassisti contro Uber, la guerra rischiano di pagarla anche i passeggeri che
usano il nuovo servizio di ride sharing
. Che sarebbero co-responsabili in
caso di sanzioni, se la tesi dell’esposto
presentato in Procura dalla Cooperativa tassisti genovesi dovesse essere
sposata dal pubblico ministero. Una
eventualità non remota, considerato
che, a tempo di record - il documento è stato presentato la
mattina del 24 dicembre - la pratica è finita sul tavolo del
procuratore capo Michele Di Lecce.
sui singoli conducenti di Uber. I quali, fino a questo momento,
sono stati sanzionati, pur con maxi multe da 1.700 euro in su,
“solo” ai sensi del Codice della strada. L’ulteriore passo in più
è suggerito dagli argomenti portato a sostegno dell’esposto,
che Domenico Canepa, presidente della Cotage, ha presentato col supporto degli avvocati genovesi Enrico Ivaldi e
Massimo Fichera.
L’esposto prende spunto dalla Legge Biagi, che ha regolato
la somministrazione di manodopera (il reato ipotizzato è, appunto, la “somministrazione illecita”). Nelle sanzioni è infatti
previsto che chiunque si avvalga della prestazione giudicata
irregolare sia responsabile in solido. E, in questo caso, saLa novità emerge poco tempo dopo un altro, importante svi- rebbe molto semplice risalire all’utente, grazie alla tracciatura
luppo. Per la prima volta, infatti, proprio in ragione dell’espo- elettronica di pagamenti e viaggi.
sto, il faro delle istituzioni è stato puntato sull’azienda e non
Fonte: il Secolo XIX
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Riuscirà l’UE a compiere una svolta sulle sanzioni?
La strage di Parigi è avvenuta in una
fase decisiva nella battaglia in Europa sulla politica verso la Russia. Nei
giorni precedenti alla strage, il Presidente francese Hollande e il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel
avevano chiaramente segnalato la volontà di togliere le sanzioni e abbandonare una rotta che porta allo scontro
contro la Russia, una potenza termonucleare. Anche il governo italiano, come
è noto, è per l’abolizione delle sanzioni.
La Francia e (un po’ meno) la Germania
puntano ad ottenere risultati decisivi nella
riunione con il Presidente Putin e l’ucraino Porošenko, per ora fissata il 15 gennaio ad Astana, capitale del Kazakistan.
In un’intervista concessa il 5 gennaio
a France Inter, Hollande ha dichiarato:
“Penso che le sanzioni debbano ora cessare” se un progresso viene riscontrato.
Altrimenti, “esse rimarranno”. Hollande
ha anche sostenuto la necessità di mantenere aperte le linee di comunicazione
con Putin, aggiungendo che “Putin non
vuole annettere l’Ucraina orientale”, ma
“non vuole che l’Ucraina entri nella NATO”.
Lo stesso giorno, Gabriel ha affermato
in un’intervista alla Bild che “l’obiettivo
non è mai stato quello di spingere la
Russia nel caos politico ed economico.
Chiunque desideri ciò provocherebbe
una situazione molto più pericolosa per
tutti noi in Europa”. Lo scopo delle sanzioni era di costringere Mosca a negoziare la soluzione del conflitto in Ucraina
e “non quello di metterla in ginocchio”.
Tuttavia non c’è consenso nell’establishment franco-tedesco. La Cancelliera
Merkel, la cui politica è concepita dal filobritannico consigliere di politica estera e
di sicurezza Christoph Heusgen, non è
allineata con Hollande e Gabriel. L’8 gennaio la Merkel ha insistito sul fatto che
l’accordo stipulato a Minsk il 5 settembre
debba essere applicato “in tutti i punti”
prima di togliere le sanzioni. L’accordo
prevede il ritiro di tutte le truppe russe,
che Mosca nega di aver mai dispiegato.
La strage di Parigi potrebbe essere il
preludio di qualcosa più ampio ha ammonito Lyndon LaRouche, notando che
il terrorismo, qualunque etichetta esso
porti, è uno strumento dell’”Impero Britannico”. Il potere di quell’impero transatlantico si fonda su un sistema finanziario pronto a esplodere sotto il peso
di quattro milioni di miliardi di derivati.
Persino la crisi finanziaria russa, innescata con attacchi speculativi e con la guerra
dei prezzi del petrolio, è rimbalzata in Occidente e rischia di innescare l’esplosione, come ha ammesso lo stesso George
Soros in un articolo pubblicato sulla New
York Review of Books il 10 gennaio. Gli
effetti di un’insolvenza del debito privato
(non pubblico) russo potrebbero essere
devastanti, ha scritto Soros, “con l’area
dell’Euro particolarmente vulnerabile”.
Allo stesso tempo, le elezioni greche
sono una bomba ad orologeria per la
sopravvivenza dell’Euro. La confusione di Bruxelles e Francoforte, dove le
dichiarazioni favorevoli ad una cancellazione del debito si alternano con
brusche smentite, mostrano che il destino dell’Euro è irreversibilmente stato sottratto dalle mani dei burocrati.
Fonte: Movisol.org
Uber, una nuova schiavitù gli autisti fanno la fame
“Quando non capisci, a qualcuno conviene”: un vecchio
motto, da non trascurare mai. Nemmeno a proposito della
cosiddetta “sharing economy”, il “new deal” di alcuni nuovi operatori dell’economa digitale che stanno smontando
dall’esterno interi “pezzi” del business tradizionale per appropriarsene demolendo una buona metà del valore preesistente, accaparrandosene l’altra metà e lasciando gli utilizzatori mediamente contenti e i fornitori in braghe di tela.
E’ il caso di Uber, la formula anti-taxi che sta spopolando
negli Stati Uniti e che invece pian piano la vecchia Europa
sta mettendo al bando (ieri la decisione della Francia). (...)
Il punto è che Uber sfrutta un principio più che geniale assai logico (che è meglio!) secondo cui chi viaggi in macchina da solo può avere convenienza a dare un passaggio a
qualcuno che gli paghi la benzina. E fin qui si capisce tutto.
Ma qual è il punto? Il punto è che ormai chi aderisce a Uber
per prestare la sua opera viene trattato con gli obblighi e
addirittura le imposizioni di un lavoratore dipendente senza
averne alcuno dei vantaggi e a fronte di una paga da fame.
Altro che sharing economy, pura speculazione da padroni
delle ferriere ottocenteschi. Com’è possibile? Lo è, eccome.
Perché il giochino funziona se a prestare l’opera è un giovanotto di buona famiglia, proprietario di auto, per un paio di
mesi d’estate tra un anno e l’altro dell’università. Altro è se
per fare l’autista-Uber il malcapitato s’indebita per comprare
un’auto e ritiene di poterci ricavare di che vivere con la famiglia.
Morirà di fame, ma questo Uber non glielo dice, prima. E così
i medesimi malcapitati si ritrovano a fare i doppi e tripli turni sforzandosi anche di sorridere ai clienti che se no gli danno un brutto voto e l’organizzazione può espellerli dal giro.
No, per favore: non serviva Internet per ripristinare lavoro nero e
para-schiavitù. Bastavano i padroni delle ferriere di fine Ottocento.
Fonte: Affari italiani