i martiriri della rosa bianca

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i martiriri della rosa bianca
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I MARTIRIRI DELLA ROSA BIANCA
TORRE PELLICE - RIO CROS, 24 APRILE 2010
22 febbraio 1943 – Palazzo di giustizia di Monaco, Aula Corte di Assise
Presidente dottor Freisler
Causa contro
Hans Fritz Scholl
Sophie Magdalena Scholl
Cristopf Hermann Probst
Accertato che
Gli accusati hanno, in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al
sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti, e al rovesciamento dello stile di
vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e
hanno diffamato il Fϋhrer in modo assai volgare, prestando così aiuto al nemico del
Reich e indebolendo la sicurezza armata della nazione.
Per questi motivi essi devono essere puniti con la morte.
Saranno giustiziati il giorno stesso.
Seguiranno la stessa sorte
Willi Graff 19 aprile 1943
Kurt Huber e Alexander Schmorell 23 luglio 1943
Hans Leipelt 20 gennaio 1945
Questo avviene sotto il ferreo tallone di uno stato totalitario assoluto.
Un sistema di controllo attraverso la scuola, i mezzi di informazione, l’inquadramento
militare, un ossessivo indottrinamento ideologico, la violenza e la repressione.
Lo Ricorda Georges J. Wittenstein, un amico del gruppo della “Rosa bianca” che sfuggì
all’arresto partendo per il fronte dove fu ferito: “Nelle scuole i bambini venivano esortati
a denunciare perfino i propri genitori se questi pronunciavano frasi negative nei
confronti di Hitler o dell’ideologia nazista. Una resistenza organizzata era quasi
impossibile. Nessuno poteva parlare apertamente, perfino con i propri amici più
intimi, perché non si era mai sicuri che questi non fossero spie naziste o
collaboratori con il regime.
Ufficialmente il guardiano del caseggiato aveva l’incarico di garantire il benessere
dei residenti del proprio caseggiato, ma in realtà doveva sorvegliare, registrare e
riferire le attività, le conversazioni e i commenti di ogni persona, oltre alle sue
frequentazioni.
Era molto comune coprire il telefono con un copriteiera o un cuscino, come
precauzione contro l’ascolto indebito mediante “cimici”.
L’opposizione era ridotta a piccoli gruppi locali, quasi impossibile stabilire dei contatti tra di
loro, isolati. L’uno non conosceva l’esistenza dell’altro.
Gli oppositori al regime hitleriamo – come afferma lo storico Peter Hoffmann nella suo
libro Tedeschi contro il nazismo – rappresentavano ogni livello politico e sociale, ma non
poterono contare sull’appoggio della popolazione.
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Chi erano i membri della Rosa Bianca?
- studenti idealisti e ribelli, disposti a rischiare. Rifiutavano una realtà percepita come
ingiusta e opprimente. La componente religiosa caratterizzava la loro formazione,
così come un forte romanticismo;
- avevano avuto compagni e amici di classe ebrei che erano stati espulsi o avevano
sofferto il pogrom della Notte dei Cristalli;
- la loro ideologia era la libertà individuale, l’autodisciplina e l’adesione ad alti principi
etici e morali;
- provenivano da famiglie borghesi: i loro genitori avevano espresso la loro
opposizione a Hitler;
- la famiglia Scholl: il padre Robert era un liberale irriducibile, la madre, Magdalena
Muller, luterana e molto religiosa;
- un’amicizia personale profonda li legava, con una forte passione e interesse per la
cultura: arte, filosofia, musica. Un legame che rinsaldava già un’avversione al
regime nazista, e man mano che le atrocità hitleriane diventavano più evidenti si
rafforza la loro voglia di opposizione.
Qui abbiamo il salto di qualità: non bastava più tenere per sé le proprie convinzioni,
i propri valori, un rifiuto personale e astratto nel nazismo.
Era il momento di agire.
Estate 1942 furono scritti e stampati i primi quattro volantini.
Lasciati nelle cabine telefoniche, spediti per posta e 35 di questi volantini sono consegnati
alla Gestapo da chi li aveva ricevuti: paura di essere individuati come oppositori.
Manca la carta, poche sono le buste, ancor più difficile trovare e comprare molti francobolli
senza essere individuati.
Il sesto volantino, l’ultimo, sarà distribuiti da Hans e Sophie Scholl all’Università di
Monaco, dove, individuati, saranno arrestati il 18 febbraio 1943.
Quali erano le idee della “Rosa Bianca”. Estrapoliamo alcuni pensieri dai loro volantini.
“Non c’è nulla di più indegno per un popolo che lasciarsi “governare”, senza
alcuna opposizione, da una cricca di irresponsabili dominati dai propri istinti. Non è
forse vero che ogni onesto tedesco oggi si vergogna del suo governo? Se i
tedeschi, così privi di individualità, sono ormai diventati una massa tanto insulsa e
vile, allora davvero meritano la rovina”
“ Vogliamo ricordare brevemente il dato di fatto che, dall’occupazione della
Polonia, trecentomila ebrei sono stati assassinati in quel Paese nel più bestiale dei
modi. Qui noi vediamo il più orrendo delitto contro la dignità umana, un delitto che
non ha confronti in tutta la storia dell’umanità”
“Il significato e lo scopo della resistenza passiva è di portare il nazionalsocialismo
alla caduta e in questa lotta non dobbiamo arretrare davanti a nessuna strada, in
qualsiasi ambito si collochino”
Nel quinto volantino troviamo le loro idee, un loro progetto di vita e di società.
“L’idea imperialista del potere, da qualunque parte essa provenga, deve essere resa
innocua per sempre.(…) Solo attraverso un’ampia collaborazione dei popoli europei
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si può creare la base su cui sarà possibile una costruzione nuova. (…). Solo un
sano ordinamento federalista può oggi dare ancora nuova vita all’Europa indebolita.
Con un ragionevole socialismo la classe lavoratrice deve essere liberata dalla sua
condizione di profonda schiavitù. L’illusione di una economia autarchica deve
scomparire dall’Europa. Ogni popolo, ogni individuo ha diritto ai beni del mondo!
Libertà di parola, libertà di religione, difesa dei singoli cittadini dall’arbitrio della
violenza di Stati criminali: questi sono i fondamenti della nuova Europa”.
Questo sono le parole della nuova democrazia che si affaccerà in Europa nella primavera
del 1945. Come disse Sophie Scoll “Noi lottiamo con le parole”.
Questi sono i petali della rosa bianca che, qui oggi, vogliamo sfogliare.
Perché qui, oggi, si incontrano drammi, storie, biografie, speranze che unisco italiani,
tedeschi a tutti i popoli amanti la pace.
Qui, oggi, davanti a tutti noi s’incontra il dramma della guerra e della morte voluto dal
nazifascismo che sconvolse l’Europa;
Qui, oggi, davanti a tutti noi si incontrano la Resistenza italiana e la Resistenza tedesca
con quella di tutti i combattenti per la libertà del secondo conflitto mondiale;
Qui, oggi, davanti a tutti noi s' incontra la storia di uomini e donne di profonda fede
religiosa come Jacopo Lombardini, Willy Jervis e i giovani della Rosa Bianca, che in
nome di un imperativo morale, ancor prima di un programma politico, sacrificarono la loro
vita per un ideale di libertà;
Qui, oggi, davanti a tutti s’incontrano le vicende di due giovani donne resistenti, un’italiana
Jenny Cardon e una tedesca Sophie Scholl, che rappresentano simbolicamente tutte le
donne morte per la democrazia;
Qui, oggi, davanti a tutti noi non c’è solo la bandiera italiana e la bandiera tedesca, ma
quell’Europea perché s’incontrano le speranze di uomini e donne antifascisti e antinazisti,
uniti, al di là della lingua e delle frontiere per la difesa in Europa della libertà e della
democrazia, contro l’intolleranza e il razzismo .
Signor Sindaco e signori amministratori di Moerfelde-Valldorf vi ringrazio, a nome di tutti i
Comuni della Valle che il Comitato rappresenta, convinto che il nostro sodalizio ci aiuterà
per affermare un’Europa, libera, democratica, solidale e giusta tra i popoli.
Questo è il lascito dei giovani martiri della Rosa Bianca e di tutti i giovani partigiani morti
nella nostra Valle e anche di voi partigiani, internati e deportati oggi qui tra di noi.
La Rosa Bianca scrisse che “Noi non rimarremo in silenzio”, questa è la nostra
promessa e il nostro impegno contro ogni forma di populismo, dittatura e totalitarismo
affinché nessuno di loro sia morto invano.
Lorenzo Tibaldo
Presidente del Comitato Val Pellice per la difesa della Resistenza e della Costituzione
repubblicana