COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 1.3.2000
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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 1.3.2000
COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Bruxelles, 1.3.2000 COM(2000) 78 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE Politiche della Comunità a sostegno dell'occupazione COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE Politiche della Comunità a sostegno dell'occupazione 1. INTRODUZIONE La promozione di un elevato livello di occupazione è uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione. L'occupazione è al centro degli sforzi volti a innalzare il livello medio di vita e contribuisce alla coesione e all'integrazione sociale. Essa costituisce inoltre un importante strumento di misurazione del successo dell'Europa nell'utilizzazione piena ed efficiente delle proprie risorse economiche e umane. L'Europa entra ora in una nuova e importante fase del suo sviluppo economico e sociale. Grazie a una crescita più forte e a un clima economico migliorato, vi sono buone possibilità di un ulteriore incremento dell'occupazione e di una riduzione della disoccupazione. Tuttavia, se l'Unione vuole realizzare il suo pieno potenziale occupazionale - in termini di qualità e quantità dei posti di lavoro, di parità d'accesso a tali posti e disoccupazione minima - dovrà gestire più efficacemente il cambiamento. L'Europa deve continuare a modernizzare i mercati di prodotti, servizi, capitali e lavoro, e potenziare il proprio spirito imprenditoriale. La produzione, l'acquisizione e l'utilizzo della conoscenza stanno diventando uno dei mezzi principali per migliorare la situazione economica e il benessere sociale. La conoscenza e l'innovazione ridefiniscono e potenziano la competitività economica, e nello stesso tempo cambiano il contenuto del nostro lavoro e il modo in cui lo svolgiamo. Uno degli obiettivi del Vertice straordinario di Lisbona è quello di trovare modi di sfruttamento di queste nuove opportunità per promuovere la crescita dell'occupazione e l'integrazione sociale, e quindi rafforzare la competitività e la coesione. L'Europa deve mobilitare tutte le proprie risorse per creare un'economia moderna, capace di integrazione e fondata sulla conoscenza, e deve affrontare in modo integrato le tradizionali sfide rappresentate dagli squilibri regionali e dalla mancata corrispondenza fra la domanda e l'offerta di competenze professionali, insieme alle nuove sfide poste da cambiamenti economici, sociali e tecnologici sempre più vasti. La presente comunicazione rientra nel contributo della Commissione al Vertice di Lisbona su occupazione, riforma economica e coesione sociale. Essa ha un duplice obiettivo. In primo luogo, la comunicazione illustra come le riforme strutturali e la crescita economica si sostengano vicendevolmente e sottolinea il potenziale occupazionale dell'Unione e le sfide che quest'ultima deve affrontare: divario di genere, divario di specializzazioni, squilibri regionali, tendenze demografiche, come pure pressioni competitive globali. Le inserisce nel contesto della transizione verso un'economia integrativa fondata sull. In secondo luogo, in conformità dell'articolo 127 del trattato, il quale prevede che "si tiene conto dell'obiettivo di un livello di occupazione elevato nella definizione e nell'attuazione di tutte le politiche comunitarie", la comunicazione descrive quattro vasti settori delle politiche comunitarie diparticolare rilevanza per l'agenda del Vertice di Lisbona: • lo sviluppo di un'economia fondata sulla conoscenza deve essere alimentato dalle iniziative relative alla società dell'informazione, alla ricerca e allo sviluppo; 2 • occorre rafforzare il funzionamento del mercato interno e la promozione delle imprese e dell'innovazione; • occorre adottare una strategia integrata per alimentare l'integrazione e la partecipazione ad un'economia produttiva; • occorre infine sostenere attivamente la creazione di posti di lavoro a livello di sviluppo regionale e locale. 2. SFIDE E OPPORTUNITÀ PER L'EUROPA 2.1. Il potenziale occupazionale complessivo dell'Europa È nozione comune che i risultati dell'UE in campo occupazionale non sono positivi. Il livello di occupazione è basso, con un tasso di occupazione, calcolato sul totale della popolazione attiva, fermo al 61%, contro il 74% giapponese e il 75% degli Stati Uniti. Analogamente, per quasi 20 anni la disoccupazione è semplicemente scesa al di sotto dell'8%. Lo stimato "potenziale di piena occupazione" dell'Unione, cioè il livello occupazionale che si avrebbe se tutti gli Stati membri ottenessero lo stesso risultato del migliore fra loro oppure quello degli USA, supera i 30 milioni di persone, ed è dunque pari al doppio dei disoccupati ufficiali. La presente sottosezione tratterà brevemente una serie di problemi interconnessi: la disuguaglianza fra i sessi, l'inadeguatezza dei servizi pubblici dell'occupazione, gli squilibri regionali, la disoccupazione di lunga durata, la mancata corrispondenza fra la domanda e l'offerta di competenze e il gap generazionale. La sottosezione successiva li pone in relazione con il processo di cambiamento fondamentale che l'Europa attaraversa attualmente nella direzione di un'economia fondata sulla conoscenza. Il divario di genere Presupposto di un ulteriore aumento dell'occupazione è che si arrivi a tassi occupazionali molto più alti per le donne. Al momento attuale, in Europa soltanto la metà delle donne in età da lavoro è effettivamente occupata, contro gli oltre due terzi degli Stati Uniti – cfr. fig. 1. Al contrario, il tasso di occupazione degli uomini fra i 24 e i 59 anni vede l'UE e gli USA molto più vicini: l'86 contro l'89%. Il tasso di disoccupazione femminile in tutta l'UE è ancora di circa tre punti percentuali al di sopra di quello maschile. 3 Fig. 1 Tassi di occupazione - UE-USA 100 % 1999 89% 86% 80 74% 63% 57% 60 52% 40 EU US 37% EU EU US 36% EU US US 20 0 giovani 15-24 uomini 25-54 donne 25-54 anziani 55-64 Fonte: Eurostat, Sondaggio sulla forza lavoro , Current population survey 458 L'insufficiente creazione di posti di lavoro nel settore dei servizi Il divario occupazionale rispetto agli USA risulta anche dalla ripartizione dei posti fra i settori: l'UE ha un livello medio di impieghi nei servizi che appare basso in confronto a quello degli Stati Uniti. Se da una parte l'occupazione nell'agricoltura e nell'industria è alla pari di quella americana, il settore dei servizi rappresenta quasi il 55% della popolazione in età lavorativa d'oltreoceano ma soltanto il 40% per quanto riguarda l'Europa – cfr. fig. 2. Tale squilibrio non si limita a un settore in particolare: l'occupazione è più bassa dappertutto, si tratti di servizi alle aziende, sanità, istruzione, ecc.(cfr. Occupazione in Europa 1999). Fig.2 L'occupazione settore per settore UE-US 60 54,5 50 39,7 40 30 EU 20 10 3 0 EU 17,8 17,7 EU US US 1,9 US Agricoltura Industria Servizi L'occupazione in percentuale della popolazine attiva 459 Squilibri regionali Vi è un grave e persistente squilibrio regionale nella distribuzione di occupazione e disoccupazione da una zona all'altra dell'Unione. In molte regioni meridionali, periferiche e di vecchia industrializzazione, tassi di occupazione sotto il 55 o il 50% sono moneta comune, con un tasso di disoccupazione spesso doppio rispetto alla media UE. (Cfr. Occupazione in Europa 1998). 4 Nel lungo periodo non si sono registrati grandi cambiamenti complessivi nelle disparità fra regioni dell'Unione per quanto riguarda il tasso di occupazione. Le disparità, anzi, sono aumentate nel corso degli ultimi 15-20 anni. Negli ultimi due decenni, i tassi di disoccupazione nelle aree a maggiore occupazione sono rimasti nella ridotta fascia fra il 4 e il 7%, mentre nelle regioni più sfavorite sono notevolmente peggiorati nello stesso periodo, passando dal 15 a circa il 25%. Perfino negli Stati membri in cui le disparità sono diminuite negli anni Novanta, tale diminuzione è dovuta soprattutto a una riduzione dei tassi occupazionali delle zone più forti anziché a un loro aumento in quelle più sfavorite, il che denuncia problemi strutturali molto gravi nelle regioni a bassa occupazione. Tali problemi dovranno essere affrontati con determinazione se si vuole sviluppare il pieno potenziale di crescita occupazionale dell'Unione. Disoccupazione di lunga durata Le debolezze economiche e del mercato del lavoro riscontrabili in gran parte d'Europa si riflettono non soltanto in alti livelli di disoccupazione generale, ma anche in un'apparente incapacità di reintegrare nel mondo del lavoro molte persone che perdono il proprio impiego. Di conseguenza, un alto numero di disoccupati resta tale per un anno o anche di più, con conseguente riduzione della sua occupabilità e delle prospettive di ritornare in attività. In media, circa la metà dei disoccupati ufficiali dell'Unione è rimasta senza lavoro per un anno. Al riguardo, gli Stati membri che hanno registrato i maggiori successi nel ridurre il livello complessivo di disoccupazione sono di solito anche quelli che hanno lavorato in modo particolare per ridurre i numeri della disoccupazione di lunga durata, mettendo in pratica apposite misure con celerità. Il deficit di competenze Un problema comune dei periodi di ripresa economica è dato dall'emergere di una mancata corrispondenza fra la domanda e l'offerta sul mercato del lavoro, il che produce un aumento delle disparità salariali, poiché le aziende si contendono le poche risorse professionali disponibili, oppure causa una mancanza di manodopera in determinate categorie. Il problema è reso ancora più acuto dal riorientamento strutturale verso un'economia fondata sulla conoscenza, cambiamento che crea una disparità fra le competenze offerte - le competenze della forza lavoro - e quelle richieste dal progresso tecnologico e organizzativo. Ne risulta che in pratica le persone che hanno soltanto un'istruzione di base lavorano di gran lunga meno anni e hanno periodi di inattività o di disoccupazione molto più prolungati di quanto non avvenga nel caso delle persone avvantaggiate da un'istruzione superiore. La figura 3 mostra che la vita lavorativa effettiva degli uomini con un basso livello di istruzione può essere di soli 25 anni, rispetto ai 35 delle persone con livelli più elevati di istruzione, la qual cosa conduce a differenze perfino maggiori per quanto riguarda il reddito nell'arco della vita. Occorre pertanto dedicare un'attenzione particolare allo sviluppo di sistemi educativi in grado di promuovere l'accesso all'istruzione e alla formazione lungo tutto l'arco della vita attiva per tutti e di mettere le persone in condizione di adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente di lavoro. 5 Occupazione e istruzione Fig. 3 40 anni di lavoro-uomini 40 Disoccupazione Inattività 30 - Occupazione 20 - 10 - 0UK F D IT Basso livello i t i ES UK F D IT ES Medio livello istruzione OCSE 1996 UK F D IT ES Alto livello i t i 457 I bassi livelli di istruzione vanno di pari passo con alti tassi di disoccupazione, in particolare fra i lavoratori più giovani. I giovani fra i 20 e i 24 anni la cui istruzione non va oltre la scuola dell'obbligo, ad esempio, hanno un tasso di disoccupazione fino a 10 punti superiore a quello dei giovani di livello universitario. Per quanto riguarda la forza lavoro in generale, la disoccupazione fra le persone con un alto livello d'istruzione equivale a meno della metà di quella riscontrabile fra le persone con la sola istruzione di base (meno del 6 contro più del 12 per cento), e le differenze aumentano ancora se si considera la disoccupazione di lunga durata. Tutto questo dimostra l'importanza di aumentare il livello di competenza dei giovani e di ridurre i tassi di abbandono scolastico, migliorando la formazione disponibile dopo la scuola dell'obbligo e offrendo una "seconda possibilità" a chi ha lasciato la scuola senza qualifiche appropriate. Dimensione demografica Il cambiamento demografico nell'Unione è già in corso di svolgimento e influenza la composizione della popolazione in età lavorativa e l'equilibrio di dipendenza fra coloro che si trovano in tale età e coloro che ne sono fuori - in particolare i pensionati. Ciò rende insostenibili i bassi tassi di occupazione dei lavoratori di età superiore ai 55 anni (cfr.figura 1), e le politiche occupazionali devono essere decisamente rafforzate in quest'ottica (cfr. Orientamenti generali di politica economica 1999 e Orientamenti occupazionali 2000). Il cambiamento della popolazione in età lavorativa è ancora più significativo sul lungo periodo - con 12 milioni di potenziali lavoratori sotto i 40 anni in meno ed un aumento di 13 milioni di persone al di sopra dei 40 anni nel prossimo decennio. Questi cambiamenti influenzeranno le pratiche di assunzione e occupazione delle imprese e di interi settori, in particolare di quelli che tradizionalmente hanno assunto una forza lavoro più giovane. D'altra parte, il cambiamento è graduale, con una forza lavoro che invecchia di soli 3-4 mesi all'anno, e più rapido sarà l'aumento del tasso di occupazione, meno drammatico sarà l'impatto. 2.2. Opportunità e limiti emergenti Questi problemi ormai classici vengono accentuati dalla transizione verso un'economia fondata sulla conoscenza accompagnata da una crescente globalizzazione produttiva in numerosi settori dell'industria e dei servizi. Il passaggio a una "economia fondata sulla conoscenza" sta diventando una caratteristica distintiva delle nostre economie. Le conoscenze odierne sono sempre più codificate e 6 trasmesse attraverso le tecnologie dell'informazione. E sempre più prodotti e servizi si basano sull'impiego della conoscenza e dell'informazione. La TIC e l'elaborazione della conoscenza hanno forti implicazioni per l'organizzazione del lavoro e la natura dei posti di lavoro; le reti che collegano le imprese fra loro e con i loro clienti o con le persone -rifoggiano le modalità operative delle industrie e i modi di lvoro delle persone. Eliminando numerosi problemi legati al tempo dei processi produttivi, esse avvantaggiano forme decentrate di organizzazione e conducono ad un potenziamento dei servizi alla clientela. Se vengono adottate politiche appropriate, l'economia della conoscenza può produrre un aumento sostanziale dei posti di lavoro suscettibile di contribuire a colmare le lacune occupazionali nei servizi. Se inoltre sufficiente attenzione viene data alla necessità di garantire parità di accesso alle regionin e alle persone, le nuove tecnologie dell'informazione possono permettere alle comunità meno sviluppate, sia rurali che urbane, di creare nuove attività e risolvere problemi di lunga data, quail per esempio l'enorme distanza dai principali centri economici. Questo può impartire un nuovo impulso ai fini del superamento di discrepanze regionali fortemente radicate in sede di prestazioni occupazionali europee. Questi cambiamenti significano che i lavoratori - giovani e anziani - devono essere in grado di maneggiare la conoscenza nelle sue nuove forme - digitalizzazione, reti e elaborazione in tempo reale - per potersi adattare nella vita di lavoro. L'economia fondata sulla conoscenza sembra accentuare il cambiamento di vantaggio comparativo da coloro che esercitano competenze manuali tradizionali verso coloro che dispongono di competenze non manuali, composite e comunicative, legate in generale a livelli più elevati di istruzione. Fig. 5 Le competenze cambiano Mutamenti annui sull'occupazione totale 1,00% 1,00 Alt. qualif. non manuali 0,75 0,75 Mediam. qualif. non manualil Scars. qualif. non manuali Qualif. manuali 0,50 0,50 Non qualif. manuali 0,25 0,25 0,00 0,00 -0,25 -0,25 Tutti settori Rapida cresc. Crescita media 4 gruppi di settore, 1994-1998 Bassa cresc. Decrescente Fonte: Eurostat LFSS 360 Ciò è particolarmente evidente nei settori economici in rapida crescita - dove avviene la crescita dei posti di lavoro non manuale. Il grosso delle perdite di lavoro manuale, specializzato o meno, si verifica in settori a crescita lenta o in declino (cfr. figura 4). Ciò richiede maggiori investimenti nella formazione su tutto l'arco della vita attiva, sia di base che di specializzazione, in particolare per i lavoratori anziani. Questo è particolarmente importante nel contesto di una forza lavoro europea che invecchia. Sono anche necessarie politiche attive della formazione per rafforzare la tendenza all'eliminazione del gap di genere 7 insede di accesso alle TIC. Investire nella conoscenza significa investire non soltanto in prodotti e servizi o formazione in relazione alle TIC ma anche investire in R&S. Dai dati del 1995 risulta che che i risultati dell'UE in materia di investimenti globali nella conoscenza erano comparabili a quelli degli USA. Tuttavia, per R&S l'Unione spendeva relativamente meno degli USA e del Giappone - meno del 2% del PIL nel 1997 rispetto a quasi il 3%. Inoltre, in una più lunga prospettiva e concentrandosi su livelli assoluti di spesa, questo divario appare aumentare, specialmente negli anni '90. Le tendenze attuali della spesa per la ricerca potrebbero dunque esercitare un'influenza negativa sullo sviluppo dell'occupazione in Europa nei prossimi anni. La continua crescita degli scambi globali ha avuto un notevole effetto benefico per l'Unione. Costi di trasporto in diminuzione e una migliore informazione tramite l'Internet potrebbero aprire la prospettiva di mutamenti sostanziali nelle strutture mondiali di produzione e distribuzione nei prossimi anni e di un ulteriore aumento di reddito e occupazione nell'Unione. D'altra parte, questi cambiamenti sono accompagnati da un continuo processo di vasto adeguamento strutturale in Europa. Questi processi di adeguamento spesso sono tutt'altro che indolori. Alcuni settori dell'economia, alcune categorie professionali e alcune regioni trarranno beneficio dalla crescita delle nuove attività (cfr. allegato), ma ci sarà anche il rovescio della medaglia. Tutto ciò lancia nuove sfide, non soltanto per gli obiettivi di integrazione e coesione, ma anche per l'uso efficiente delle risorse economiche. Vi è una crescente consapevolezza dell'interazione fra globalizzazione, occupazione interna e redditi relativi, nonché della necessità di forti politiche di sostegno in termini di reti di sicurezza e possibilità di riqualificazione. Se da un lato le nuove tendenze possono rafforzare le sfide poste dalla dicotomia occupazione/disoccupazione, essa possono dall'altro impartire a politiche adeguatamente elaborate un nuovo impulso per affrontare la disoccupazione, in particolare quella di lunga durata, e ridurre efficacemente i divari di età, genere e competenze nell'occupazione, come pure le enormi discrepanze fra i mercati del lavoro regionali. 3. L'OCCUPAZIONE NELLE POLITICHE COMUNITARIE Dopo aver caratterizzato la sfida per l'occupazione, la presente sezione esamina l'impatto occupazionale di una serie di politiche comunitarie di importanza fondamentale per lo sviluppo di un'economia fondata sulla conoscenza. Affrontare queste sfide richiede una mobilitazione efficiente di tutte le politiche economiche e strutturali, operanti secondo modalità di supporto reciproco. La politica occupazionale deve essere inserita in un approccio globale che comprenda politiche macro economiche orientate alla crescita, alla stabilità e all'occupazione, riforme economiche che promuovano la competitività e il funzionamento dei mercati e gli Orientamenti per l'occupazione, intesi a migliorare l'occupabilità, l'adattabilità, le pari opportunità e a promuovere lo spirito imprenditoriale per la creazione di posti di lavoro nelle imprese attuali e nuove. Gli Orientamenti per l'occupazione e gli Orientamenti generali di politica economica, che costituiscono il contesto della definizione di obiettivi e orientamenti politici globali, vengono controllati dai rispettivi rapporti di attuazione, mentre quest'ultima è di principale responsabilità degli Stati membri. 8 L'articolo 127, paragrafo 1, del trattato CE prevede che la Comunità contribuisca al raggiungimento di un alto livello di occupazione incoraggiando la cooperazione fra gli Stati membri, sostenendo e se necessario integrando la loro azione. Questo sostegno è stato richiesto dal Consiglio europeo straordinario di Lussemburgo, che ha invitato a orientare tutte le politiche comunitarie, sia generali che di supporto, a favore dell'occupazione. Tale invito si ritrova nell'articolo 127, paragrafo 2, del trattato CE, il quale stabilisce che si tenga conto, all'atto della formulazione e attuazione delle politiche e delle attività comunitarie, dell'obiettivo di un alto livello di occupazione. Benchè la presente comunicazione riguardi l'integrazione orizzontale dell'occupazione nelle politiche della Comunità, con i suoi attuali membri, è importante sottolineare le importanti implicazioni che un'Unione allargata comporterà per le politiche occupazionali. L'integrazione nell'Unione di paesi che si trovano a stadi differenti di sviluppo, crescita e competitività rispetto agli attuali Stati membri è una sfida da raccogliere immediatamente. La situazione occupazionale dei paesi candidati è attualmente sotto osservazione, al fine di migliorare la nostra comprensione della situazione di questi paesi e porli in grado di allineare le proprie politiche occupazionali a quelle comunitarie. Le sezioni seguenti si concentrano su quattro settori: • sviluppo dell'economia fondata sulla conoscenza; • incentivazione del dinamismo del mercato interno; • integrazione e partecipazione a un'economia produttiva; • sostegno dell'UE allo sviluppo dell'occupazione a livello regionale e locale. 3.1. Verso un'economia fondata sulla conoscenza Sostegno dell'UE a una società europea dell'informazione Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione offrono all'Europa nuove opportunità di crescita e creazione di posti di lavoro. Tali tecnologie interesseranno l'occupazione nella maggior parte dei settori economici e in vari modi differenti: nuovi sistemi organizzativi e innovazione nei processi aziendali, favoriranno la produttività, portando un abbassamento dei prezzi, una più elevata qualità dei prodotti e un conseguente aumento della domanda; e l'innovazione di prodotti e servizi genererà nuovi posti di lavoro e una maggiore domanda. Punti di forza e di debolezza dell'Europa L'economia statunitense ha assunto le nuove tecnologie più rapidamente dell'Europa ed è stata più rapida a sfruttare l'infrastruttura delle "autostrade informatiche". Pertanto, essa è riuscita a lanciare con successo e a livello mondiale applicazioni che fanno uso di tali tecnologie, risultando dominante in vari settori del mercato delle tecnologie dell'informazione. Ad esempio, la maggior parte dei fornitori Internet devono ancora fare uso di reti principali (backbones, infrastrutture a banda larga) statunitensi per il proprio traffico Internet. In un tono più positivo, l'Europa è attualmente il mercato che segna la crescita più veloce per quanto riguarda Internet, con circa 50 milioni di utenti europei della rete mondiale alla fine del 1999. Si prevede che questa cifra si moltiplicherà per il 2004. Oggi però il tasso di penetrazione di Internet in Europa è pari soltanto a un terzo di quello statunitense, il che 9 significa che l'Europa dovrebbe farsi promotrice di una velocità di penetrazione della Rete molto più sostenuta di quanto non lo sia ora. Inoltre, il deficit di competenze costituisce un forte ostacolo alla creazione di posti di lavoro in Europa, sia per quanto riguarda il livello di prima alfabetizzazione in materia di TIC sia per gli esperti: nel 2002 vi saranno 1,6 milioni di posti vacanti per specialisti di tecnologie dell'informazione e della comunicazione. L'UE occupa comunque una posizione di punta nel settore della comunicazione mobile e della TV digitale. Nel dicembre 1999, l'Unione aveva 136 milioni di abbonati ai telefoni portatili, e il tasso di crescita di numerosi Stati membri è attualmente dell1% al mese. Alcune previsioni parlano, per i prossimi 5 anni, di un tasso di penetrazione prossimo al 100%. Il GSM, inizialmente uno standard europeo, ha ora diffusione mondiale. La telefonia mobile di terza generazione, che offre la possibilità di un commercio elettronico effettivamente mobile e un accesso senza fili a Internet, trarrà profitto da questo successo e metterà le imprese europee in una solida posizione d'avanguardia, dal momento che nel 2004 ci saranno oltre 600 milioni di telefonini con queste funzionalità. Iniziative europee • l'iniziativa eEurope - Una società dell'informazione per tutti, lanciata dalla Commissione europea l'8 novembre, si propone di mettere i vantaggi della società dell'informazione alla portata di tutti gli europei. Essa tratta delle condizioni necessarie, come l'ingresso delle scuole nella rete, un accesso a Internet meno costoso, la promozione del commercio elettronico, servizi di Internet veloce per ricercatori e studenti, capitale di rischio per le PMI ad alta tecnologia, la partecipazione dei disabili al mondo dell'elettronica e un accesso agevole alle informazioni pubbliche. Un conferimento di priorità ai dieci settori oggetto dell'iniziativa eEurope consentirà all'Europa di creare un numero rilevante di posti di lavoro altamente qualificati in settori contraddistinti da una domanda crescente. L'iniziativa inoltre è intesa a fornire alle persone strumenti economici e accessibili di aggiornamento delle proprie capacità professionali, con conseguente possibilità di avvantaggiarsi di nuove occasioni; • la comunicazione Strategie per l'occupazione nella società dell'informazione stabilisce raccomandazioni agli Stati membri, alle parti sociali e alle industrie per superare le attuali carenze in quattro settori: apprendimento, lavoro, servizi pubblici, l'impresa nella società dell'informazione. La Commissione propone obiettivi ambiziosi che dovrebbero costituire la base per un'analisi comparativa della dimensione relativa alla società della conoscenza nel quadro della Strategia europea per l'occupazione.La Commissione incoraggerà gli Stati membri a promuovere la società dell'informazione e nuove competenze concentrando investimenti dei Fondi strutturali sulle risorse umane e relative infrastrutture. Sostegno dell'UE a ricerca e sviluppo: costituire una base per la crescita e l'occupazione La generazione e la divulgazione di nuove conoscenze attraverso il sostegno della ricerca sostengono l'occupazione ponendo le basi per la crescita delle industrie del futuro e ponendo in grado le persone di espandere le proprie conoscenze e competenze. Le principali economie del mondo hanno infatti registrato un aumento del numero di impieghi nelle industrie ad alto tasso di ricerca e sviluppo e ad alto livello tecnologico. 10 Punti di forza e di debolezza dell'Europa In termini di occupazione, i ricercatori calcolano soltanto il 2,5 per mille della forza lavoro industriale in Europa contro il 6,7 negli Stati Uniti e il 6 in Giappone. Fra il 1988 e il 1997, la spesa interna per la ricerca e lo sviluppo nell'Unione europea non è riuscita a tenere il passo con la crescita del PIL. Lo sforzo medio di ricerca dell'UE è attualmente soltatno del 18% del PIL europeo, contro il 2,8% degli Stati Uniti e il 2,9% del Giappone, e il divario è in crescita fin dal 1995, specialmente per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca da parte del settore privato, delle piccole e medie imprese. Gap di spesa R&S fra Europa e USA Milioni PPS (Euro) a prezzi 1990 10000 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 0 - 10000 - 20000 - 30000 - 40000 - 50000 - 60000 - 70000 GOVERNO INDUSTRIA ALTRI Inoltre, la ricerca europea soffre di frammentarietà e compartimentazione. Il quadro regolamentare e ammnistrativo e i sistemi di riferimento per la ricerca mostrano notevoli variazioni, nè esiste un vero "mercato interno" della conoscenza scientifica e della tecnologia al giorno d'oggi. L'Europa possiede tuttavia un elevato potenziale di ricerca. Essa produce un terzo delle conoscenze scientifiche mondiali. È all'avanguardia in settori quali la ricerca medica e la chimica. E ha realizzato notevoli successi tecnologici in settori come l'aeronautica e le comunicazioni. Occorre mantenere, aumentare e sfruttare appieno questo potenziale. Iniziative europee Nella comunicazione Verso uno spazio europeo di ricerca, la Commissione ha proposto una strategia globale per rafforzare le attività scientifiche e tecnologiche in Europa, approfittando nel contempo del potenziale di alto livelli che esiste negli Stati membri. Una migliore integrazione delle attività tecnologiche e scientifiche europee e una decisa mossa verso un'effettiva politica euorpea della ricerca sono condizioni indispensabili per corroborare la ricerca in Europa. La comunicazione richiede in particolare la rilevazione e il collegamento in rete di centri di eccellenza, una maggiore mobilità dei ricercatori e la creazione di migliori condizioni quadro per gli investimenti privati nella ricerca. Occorre intraprendere esercizi di comparazione delle prestazioni che conducano alla preparazione di una regolare relazione sulla situazione della 11 ricerca in Europa. Il "benchmarking" e la relazione dovrebbero basarsi su una serie di indicatori chiave quanto mai atti a valutare l'impatto di ricerca e sviluppo sulla competitività e sull'occupazione nel contesto della società cognitiva. Provvedimenti dovranno essere attuati dall'Unione e dagli Stati membri. Occorre valersi dell'intero armamentario di strumenti pratici, giuridici e politici e riesaminare in tale contesto la gamma di possibilità offerte dal trattato.. Il sostegno UE allo sviluppo di uno spazio europeo di apprendimento su tutto l'arco della vita attiva: affrontare le lacune educative I progressi compiuti nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione cambiano il modo in cui si accumulano le conoscenze ed appoggia la transizione verso una società cognitiva. Tuttavia, il nuovo modello pone ancora numerosi problemi: come stimolare l'innovazione, non soltanto nei processi, ma anche nei prodotti e servizi, per stimolare la creazione di imprese e posti di lavoro? Come formare la forza lavoro a cambiamenti molto più rapidi delle attività occupazionali? Come affrontare i rischi insiti in nuove attività sociali? I sistemi educativi dell'Unione devono poter rispondere al bisogno di tutti i cittadini di essere in grado di affrontare il rapido mutamento del contesto globale dell'economia fondata sulla conoscenza. Inoltre, le politiche educative devono tenere conto delle mutevoli tendenze sociali, in relazione con l'invecchiamento della popolazione, con le strutture domestiche e familiari, come pure con i relativi cambiamenti dicomportamento indotti dagli aspetti di genere e intergenerazionali. Punti di forza e di debolezza dell'Europa I bassi livelli di occupazione attuali rispecchiano in parte la mancata corrispondenza fra le qualificazioni ricercate dal mercato del lavoro e quelle possedute dalla manodopera. L'alta disoccupazione giovanile denuncia con chiarezza l'esigenza di di una maggiore riuscita del passaggio dalla scuola al lavoro, migliorando la qualità dell'istruzione e della formazione (compreso lo sviluppo di competenze di base) e rafforzando i legami fra il mercato del lavoro e gli istituti d'istruzione e di formazione. Un maggiore accesso a istruzione e formazione permanente di qualità è a sua volta necessario perché i lavoratori anziani possano adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Esiste un forte impegno politico nei confronti del cambiamento. La Strategia per l'occupazione e i programmi comunitari in materia di istruzione, formazione e gioventù contribuiscono allo sviluppo di uno spazio comune europeo per l'istruzione e la formazione, attraverso la cooperazione e la mobilità. Un punto focale degli Orientamenti per l'occupazione è quello di consentire la piena partecipazione di tutti all'economia fondata sulla conoscenza, mediante un'impostazione cooperativa dell'apprendimento su tutto l'arco della vita, che coinvolga gli Stati membri, le parti sociali, le imprese e gli individui. Iniziative europee • La Commissione prepara attualmente un memorandum sull' Attuazione dell'apprendimento su tutto l'arco della vita attiva per la cittadinanza attiva nell'Europa della conoscenza, contenente idee per una strategia di ampio respiro ai fini dell'apprendimento perùanente e l'elaborazione di indicatori atti a facilitare la valutazione delle politiche e dei sistemi degli Stati membri, nonché delle iniziative e dei programmi comunitari. La Commissione prepara inoltre una Relazione europea sulla qualità dell'istruzione basata sui risultati del 12 gruppo di lavoro sugli indicatori di qualità nei sistemi educativi. La Commisisone esaminerà inoltre l'evoluzione dei curricula e la definizione delle qualifiche per verificarne la corrispondenza con le esigenze del mercato del lavoro e accertare se promuovono il passaggio alla società fondata sulla conoscenza. • In risposta alla mancanza di competenze adeguate della forza lavoro, la comunicazione della Commissione Strategie per l'occupazione nella società dell'informazione mette a fuoco un nuovo approccio integrato all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Gli Stati membri dovrebbero fornire ad ogni studente e lavoratore l'opportunità di un'alfabetizzazione in materia di TIC, e potenziare la formazione di specialisti del settore a livello universitario e tecnico. Anche l'integrazione orizzontale (mainstreaming) delle questioni di genere nella formazione relativa alla società dell'informazione deve essere oggetto di un'attenzione particolare. La Commissione avvia attualmente uno studio sui costi economici del deficit di competenze. La Commissione intende inoltre presentare quest'anno un'iniziativa volta a progettare l'istruzione di domani e promuovere l'innovazione con le nuove tecnologie, in linea con la propria iniziativa eEurope e la strategia per l'occupazione. Sostegno UE all'uso della conoscenza per promuovere un'occupazione compatibile con lo sviluppo sostenibile Dovrebbe essere più semplice ottenere uno sviluppo sostenibile, cioè uno sviluppo a sostegno di obiettivi economici, sociali e ambientali a lungo termine in un'economia fondata sulla conoscenza. Le nuove industrie che operano nel campo della conoscenza inquinano meno del tradizionale settore manifatturiero, e una forza lavoro più istruita permette di avere consumatori più consapevoli delle questioni ambientali. La ricerca e l'innovazione consentiranno di soddisfare la domanda di prodotti ecologicamente puliti. Punti di forza e di debolezza dell'Europa Il progresso tecnologico e normativo ha ridotto l'inquinamento causato da numerosi processi industriali, ma la crescita quantitativa delle attività ha operato in direzione opposta. La recente Relazione sullo stato dell'ambiente dell'Agenzia europea per l'ambiente indica che alcuni problemi ambientali potrebbero essere ridotti se alle attuali politiche fosse data piena attuazione. In alcuni importanti settori (per esempio, cambiamenti climatici, rifiuti, suolo ecc.), gli scenari connessi ad una continuazione delle attività come si è sempre fatto prevedono tuttavia un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali per il 2010. L'uso degli strumenti di mercato, compresa la fiscalità, rimane frammentario. Malgrado i frequenti annunci, sono stati compiuti scarsi progressi per quanto riguarda un uso più ampio degli strumenti fiscali, come la tassazione della produzione e del consumo di energia, come pure lo spsotamento dell'onere fiscale dal lavoro all'uso delle risorse. L'integrazione di preoccupazioni ambientali nelle varie politiche settoriali (tasporti, energia, agricoltura) è soltanto iniziata. L'impegno dell'UE in uno sviluppo sostenibile ed in standard elevati può diventare un motore di innovazione, tecnologia, nuove attività imprenditoriali e posti di lavoro di alta qualità. L'UE è il leader mondiale di una tecnologia ecologica che crea posti di lavoro e ricchezza negli Stati membri. Iniziative europee 13 • Il Consiglio europeo di Helsinki ha elaborato strategie per l'integrazione della dimensione ambientale nelle politiche riguardanti i settori dell'agricoltura, dei trasporti e dell'energia. Sono iniziati lavori nella stessa direzione per quanto riguarda il mercato interno, lo sviluppo e l'industria. Il Consiglio si è impegnato a presentare al Consiglio europeo del giugno 2001 strategie esaustive ed eventualmente un calendario dei provvedimenti futuri, oltre a una serie di indicatori relativi a tali settori. Il Consiglio europeo ha chiesto alla Commisisone di preparare una strategia di sviluppo sostenibile a lungo termine. Inoltre, negli Orientamenti in materia di occupazione per il 2000, la dimensione ambientale è soggetta a integrazione orizzontale. • La comunicazione Ambiente e occupazione sottolinea l'importanza di un'integrazione politica atta a mobilitare tutti i soggetti interessati, in particolare le pubbliche autorità. La Commissione ha aperto un dialogo fra i ministri dell'Occupazione e degli Affari sociali, dell'Ambiente e dell'Industria sull'integrazione delle politiche in materia di competitività, ambiente e occupazione. Occorre istituire una miscela di incentivi e disincentivi finanziari per incoraggiare gli investimenti in attività nuove e più pulite. Parallelamente all'investimento nelle risorse umane, tale miscela migliorerà la competitività e la qualità della vita (lavorativa). Nel dare seguito alla comunicazione sull'ambiente e l'occupazione Costruire un'Europa sostenibile, la Commissione continuerà a sostenere l'elaborazione di strategie nazionali di lungo periodo e proseguirà altresì la propria assistenza alla costituzione di indicatori applicabili a tutte le industrie. La Commissione porterà avanti la sua ricerca di provvedimenti che possano giovare all'ambiente, alla competitività dell'economia e all'occupazione. Esempi ne sono le ecotasse e le politiche tariffarie La commissione esaminerà inoltre l'impatto di sussidi ad attività dannose per l'ambiente. La Commissione terrà fra l'altro conto delle preoccupazioni ambientali e della sicurezza delle forniture in sede di valutazione dei sussidi da assegnare ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato. Un sesto programma d'azione ambientale verrà proposto dalla Commissione entro la fine dell'anno. 3.2. Promuovere il dinamismo del mercato interno comunitario Sostegno dell'UE allo sviluppo del mercato interno Il crescente scambio di beni intangibili rende l'integrazione dei mercati sempre più necessaria. Innovazione, creatività e integrazione economico-finanziaria sono elementi essenziali per la promozione dell'efficienza e della competitività, da realizzare incentivando la concorrenza e riducendo i costi. Punti di forza e di debolezza dell'Europa La rimozione degli ostacoli commerciali e la liberalizzazione di mercato accelerano l'integrazione dei mercati degli Stati membri e creano nuove opportunità: ampliando la propria clientela e realizzando conseguentemente economie di scala, le imprese possono aumentare gli affari e creare maggiore occupazione. Restano però dei problemi (ad esempio l'insufficiente protezione dei diritti sulla proprietà intellettuale) che potrebbero ostacolare l'innovazione e gli investimenti in tecnologia, ricerca e altre forme di capitale immateriale. Alcune industrie inoltre non riescono a integrarsi, soprattutto nel settore dei servizi, che corrisponde oggigiorno al doppio delle persone 14 impiegate nell'industria e nell'agricoltura insieme. Il mercato europeo dei servizi finanziari è ancora frammentato. La mancanza di opportuna regolamentazione in alcuni settori chiave come il commercio elettronico mina alla base la fiducia dei consumatori. Disuguaglianze diffuse e la mancanza di obblighi universali di servizio impediscono all'UE di trarre pieno vantaggio dal proprio potenziale di creazione di posti di lavoro di elevata qualità. Iniziative europee • La Comunità deve continuare a migliorare il coordinamento delle politiche fiscali ed evitare una competizione fiscale dannosa, che può interferire con un'efficiente assegnazione delle risorse in seno al mercato interno. • Le proposte di tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale dovranno essere finalizzate a incoraggiare l'innovazione, gli investimenti e un'occupazione di elevata qualità. Una rapida adozione della "proposta di direttiva relativa a taluni aspetti giuridici del commercio elettronico nel mercato interno" concorrerà a creare un contesto normativo appropriato per questa importante fonte potenziale di nuovi posti di lavoro. Una maggiore competizione nell'industria delle tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni avrà un'incidenza notevole sul tasso di crescita del commercio elettronico. La Commissione pertanto sarà più sensibile all'applicazione delle regole della concorrenza e ai problemi specifici, come le tariffe di accesso alle reti nell'industria delle telecomunicazioni. • I progressi compiuti dalle riforme economiche costituiscono la base dell'esercizio di comparazione delle prestazioni. Essi sono oggetto di controllo nel contesto della relazione di Cardiff e dei PAN, come pure più globalmente degli Orientamenti generali di politica economica e del relativo rapporto d'attuazione. L'UE deve procedere decisamente all'attuazione delle misure concordate nella Nuova strategia per il mercato interno. La Commissione concentrerà in particolare le proprie iniziative sul settore dei servizi finanziari e ne sorveglierà l'attuazione, con un primo esame al Consiglio Mercato interno della primavera 2000. La Commissione continuerà a esaminare gli effetti benefici per il mercato del lavoro ottenuti dalle attività di rimozione degli ostacoli alla libera circolazione, professionale e geografica, dei lavoratori, nonché le differenze fra i sistemi di sicurezza sociale, in particolare fra i regimi pensionistici. La situazione dei lavoratori migranti e dei pensionati che dipendono dal sistema di sicurezza sociale di un paese ma pagano l'imposta sul reddito in un altro paese deve essere riesaminata qualora sia causa di un trattamento meno favorevole di quello che gli interessati riceverebbero se fossero soggetti al sistema fiscale del paese in cui pagano i contributi sociali oppure al sistema sociale del paese in cui pagano le imposte. Più in generale, per evitare anomalie di trattamento, il coordinamento delle politiche nazionali dovrebbe ricercare una maggiore compatibilità fra i sistemi impositivi e di contributi sociali nell'insieme dell'Unione. Gli Statimembri saranno incoraggiati ad adottare misure nell'ambito della Strategia europea per l'occupazione e della cooperazione sulla protezione sociale. Sostegno dell'UE alle imprese e alla cultura imprenditoriale Per trarre il massimo vantaggio da riforme economiche orientate alla competitività e alla creazione di posti di lavoro, l'Europa deve sviluppare una cultura di dinamismo imprenditoriale, in particolare nelle industrie connesse con le nuove conoscenze e le TIC. 15 Punti di forza e di debolezza dell'Europa L'Europa è considerata uno spazio in cui domina la cultura del lavoro dipendente. La percentuale di individui che fondano una propria impresa in Italia o nel Regno Unito è la metà di quella statunitense. In Europa, i giovani neodiplomati e neolaureati mostrano una chiara tendenza a cercare, piuttosto che a creare un posto di lavoro. Molti Stati membri hanno riconosciuto la gravità di questa mancanza di spirito imprenditoriale e hanno già adottato provvedimenti per inserire l'imprenditorialità nei programmi di studio, a cominciare dalla scuola primaria. In numerosi Stati membri, le dimensioni e la complessità delle normative e delle procedure amministrative trasformano la creazione di un'impresa in un'avventura costosa e disagevole. I dati raccolti a partire dal 1997 mostrano che i paesi con le procedure più snelle e veloci per la registrazione delle imprese spesso sono anche quelli con i più alti indici complessivi di occupazione. Di regola, le PMI europee sono sottocapitalizzate e il loro livello di indebitamento raggiunge in media il doppio del livello di fondi propri. Ciò si spiega con l'esistenza di barriere culturali (la riluttanza di alcuni titolari di PMI a lasciare che soggetti esterni partecipino alla società) e coi numerosi ostacoli incontrati dalle PMI nell'accedere al finanziamento azionario (ad esempio a causa dell'insufficiente sviluppo dei mercati europei di capitale di rischio e dei mercati azionari specializzati nelle piccole imprese). La disponibilità di capitale azionario ha un'importanza cruciale quando si tratta di sviluppare imprese innovative e con un alto tasso di crescita. Per colmare il divario nei confronti degli Stati Uniti, l'occupazione deve crescere rapidamente in tutti i sottosdettori: alberghi, ristoranti e distribuzione; servizi finanziari e aziendali; servizi locali (istruzione, sanità e servizi sociali). Tale azione dovrebbe costituire per l'Europa un obiettivo fondamentale dei 10 anni a venire. Iniziative europee • Nella sua comunicazione Promuovere spirito imprenditoriale e competitività1, la Commissione ha proposto un Piano d'azione BEST, approvato dal Consiglio il 19 aprile 1999. Tale Piano d'azione trae alcune conclusioni dalle relazioni BEST (Cellula operativa per la semplificazione dell'ambiente commerciale), un esame del contesto normativo in cui operano le imprese con annesse raccomandazioni su come migliorare tale contesto. Il piano propone misure concrete in vari settori, in particolare l'insegnamento dell'imprenditorialità, la formazione, l'accesso ai finanziamenti, ricerca, innovazione e miglioramento della pubblica amministrazione. Esso inoltre costituisce un quadro di riferimento per i provvedimenti comunitari, nazionali e regionali, e integra l'iniziativa SLIM (Semplificare la legislazione per il mercato interno), il cui scopo è quello di semplificare e migliorare le regole preposte al mercato interno. Il Piano d'azione vincola la Commissione a riferire sulla sua attuazione entro la fine del 2000. • Nella sua annuale relazione di Cardiff, la Commissione procede a una valutazione quantitativa dei risultati dati dal mercato europeo dei prodotti e dei capitali e partendo da tale base propone un certo numero di raccomandazioni strategiche volte a rafforzare la riforma economica o a eliminare gli ostacoli che impediscono ai mercati di funzionare in 1 COM (98) 550 def. del 30.09.1998. 16 modo efficiente. Tali raccomandazioni possono fornire spunti alla preparazione degli Orientamenti generali di politica economica e fungere da base per le proposte della Commissione volte ad aggiornare le azioni mirate previste dalla Strategia per il mercato interno. • Nella sua comunicazione Il capitale di rischio: attuazione del Piano d'azione - Proposte per progredire2, dell'ottobre 1999, la Commissione ha valutato i progressi compiuti nell'attuazione del Piano d'azione3 per promuovere lo sviluppo di mercati di capitali di rischio in Europa. Tale Piano fa parte della comunicazione adottata dalla Commissione nel 1998 e approvata dal Consiglio Il capitale di rischio: una soluzione per la creazione di posti lavoro nell'Unione europea, che analizza l'importanza per l'UE dei mercati paneuropei di capitale di rischio e mette in evidenza le barriere al loro sviluppo, proponendo nel contempo provvedimenti per rimuoverle. La comunicazione dell'ottobre 1999 conclude che, malgrado i progressi fatti, l'Unione europea presenta ancora notevoli debolezze, ed avanza proposte di ulteriore avanzamento dell'azione. La Commissione esaminerà regolarmente tale stato di avanzamento. • Il Piano d'azione per l'innovazione stabilisce tre settori prioritari principali: promozione di una cultura dell'innovazione, istituzione di un quadro favorevole per l'innovazione e costituzione di legami più forti fra la ricerca e le imprese. Il Quinto programma quadro comprende un programma orizzontale volto a promuovere la partecipazione delle PMI e l'innovazione, dotato di un bilancio comunitario di 362 milioni di euro per il periodo 19982002. • La Commissione continua a lavorare alle attività in corso, come il programma CREA per il finanziamento di capitali d'avviamento per le piccole imprese innovative, ed EBAN (European Business Angels Network), che mette in collegamento i neoimprenditori con i potenziali investitori. L'impatto dell'insegnamento di discipline imprenditoriali e di conoscenze in materia di costituzione di imprese in generale sarà oggetto del riesame intermedio degli Orientamenti per l'occupazione. In linea con le conclusioni del Vertice sull'occupazione di Lussemburgo, nella prossima relazione sull'occupazione in Europa sarà inserito un aggiornamento della relazione sui tassi di occupazione. Per aumentare la consapevolezza imprenditoriale fra i giovani occorre fare di più in seno agli istituti d'istruzione. L'attuazione di programmi e attività comunitari quali il programma Leonardo II incoraggeranno gli Stati membri a inserire l'imprenditorialità in tutti i programmi di studio, oltre a fornire un sostegno pratico. Per il periodo 2001-2006 è previsto un Quarto programma pluriennale destinato alle aziende e alle piccole e medie imprese. 2 3 COM(1999) 493 def. del 20.10.1999, connesso con: Documento di lavoro dei servizi della Commissione "Il capitale di rischio: un fattore chiave nella creazione di posti di lavoro. Attuazione del Piano d'azione", SEC (1999) 1725. Documento di lavoro dei servizi della Commissione “Il capitale di rischio: una soluzione per la creazione di posti di lavoro nell'Unione europea", SEC (1998) 552, pubblicato separatamente dall'UPUCE, Bruxelles/Lussemburgo, aprile 1998. 17 La Commissione metterà in atto la strategia approvata dal Consiglio volta a rafforzare il potenziale del turismo per l'occupazione4. 3.3. Sostegno dell'UE all'integrazione e alla partecipazione a un'economia produttiva La responsabilità fondamentale per la lotta all'emarginazione sociale (nelle forme vecchie e in quelle nuove, associate alla società dell'informazione) è detenuta dalle autorità nazionali, dalle parti sociali e dalle organizzazioni non governative. Tuttavia, in conformità delle nuove disposizioni di cui all'articolo 137 del trattato, il ruolo dell'UE consiste nel sostenere e integrare le iniziative attuate negli Stati membri. La prevenzione e la lotta all'emarginazione sociale in tutte le sue forme richiedono strategie esaustive e integrate. In questo quadro, all'UE compete un ruolo particolare nel promuovere la creazione di posti di lavoro, presupposto necessario del benessere, nonché cambiamenti sul posto di lavoro e nell'organizzazione del lavoro, oltre che nell'assistenza agli individui affinché possano adattarsi. L'Unione può anche sostenere la modernizzazione dei sistemi di protezione sociale, in modo da adattarli alle nuove sfide (invecchiamento della popolazione, cambiamenti a livello mondiale) e da aiutare a trovare l'equilibrio tra flessibilità e sicurezza. Percentuale di utenti intent per fasce di reddito 1998 37% % Utenti Internet 19% 13% redditi alti redditi medi redditi bassi (Fonte: IDC) Punti di forza e di debolezza dell'Europa Secondo recenti dati di Eurostat, circa il 18% della popolazione dell'UE vive con meno del 60% del reddito medio nazionale, ed è questa soglia che viene adottata per la misurazione della povertà relativa5. Questa cifra è la media europea che rispecchia gli indici di povertà nazionali, che oscillano fra l'11 e il 24%, ed è stata sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi dieci anni. Questa percentuale sarebbe del 26% in mancanza di sistemi diprestazioni sociali diverse dalle pensioni. Se si tiene conto delle prestazioni sociali essa si riduce al 18%, la qual cosa indica sia i successi che i limiti delle politiche di ridistribuzione della ricchezza6. 4 5 6 COM(1999) 205 del 28 aprile 1999. Eurostat, Statistics in Focus, 1/2000 Social exclusion in the EU Member States e 13/1999. I dati si riferiscono alla seconda serie del Pannello familiare nella Comunità europea e riportano la situazione del 1994 per 13 stati membri (l'UE meno Svezia e Finlandia). Applicando i dati ai 15 Stati membri, la percentuale del 18% rappresenterebbe più di 65 milioni di persone. Eurostat, Statistics in Focus, 8/1999. I sistemi assistenziali europei restano un importante strumento di riduzione della povertà, se si tiene presente il fatto che la presenza stessa di un ampio sistema assistenziale influenza il comportamento delle persone e la struttura dell'economia domestica, 18 I dati di Eurostat mostrano inoltre che le persone che vivono sotto il livello di povertà sono vittime di privazioni e serie difficoltà di pieno inserimento sociale7. Una distribuzione dei redditi affidata al solo mercato, senza l'effetto di ridistribuzione prodotto dai sistemi assistenziali europei, manterrebbe una notevole parte della popolazione al di sotto del livello di povertà. I cambiamenti dell'economia, del mercato del lavoro, dell'andamento demografico della società e dgli schemi familiari indeboliscono la coesione sociale, accrescendo le disparità di reddito e la vulnerabilità. Il problema della povertà permanente è complicato da un'insicurezza più diffusa: un alto numero di persone vive direttamente la povertà o ne è minacciato a un certo momento della propria vita. Ciò è dovuto alla segmentazione del mercato del lavoro, che confina un certo numero di persone a svolgere lavori precari e mal pagati, alternati a periodi di disoccupazione che rendono estremamente difficile la loro possibilità di sfuggire alla povertà8. La forza della Comunità risiede nell'impegno politico nei confronti di una strategia per tutta l'UE atta a prevenire la disoccupazione, promuovere l'attivazione e l'adattabilità della forza lavoro, sviluppare politiche d'istruzione e di formazione e modernizzare i sistemi di sicurezza sociale. L'adozione delle recenti proposte della Commissione9 favorirà un accesso al mercato del lavoro uguale per tutti, e altrettanto farà il potenziamento degli sforzi in atto che riguardano la parità fra i sessi. Iniziative europee Le iniziative seguenti si inseriscono in una strategia coerente e dimostrano l'impegno dell'UE a coniugare modernizzazione, crescita e occupazione coi valori sociali dell'Europa. I Fondi strutturali, compresa l'iniziativa EQUAL, saranno utilizzati per sostenere i PNA per l'occupazione nella lotta contro l'emarginazione. I programmi comunitari, in particolar modo Socrates II, finanzieranno misure rivolte ai giovani che escono dalla scuola senza alcuna qualifica.In linea con gli Orientamenti in materia di occupazione saranno introdotte misure energiche per ridurre il numero di coloro che abbandonano precocemente la scuola. La strategia europea per promuovere l'occupazione e la riforma del mercato del lavoro continuerà a concentrarsi sulla prevenzione della disoccupazione di lunga durata. Gli Stati membri rivolgeranno un'attenzione particolare alle pari opportunità donne e uomini, ai disabili, alle minoranze etniche e altre categorie e persone svantaggiate. Aiutare le persone ad adattarsi ad un mondo del lavoro in rapido cambiamento rafforza la coesione sociale e previene l'emarginazione. Il Consiglio europeo di Vienna ha chiesto alla Commissione e al Consiglio di seguire le raccomandazioni del gruppo di esperti di alto livello sulle implicazioni economiche e sociali dei mutamenti industriali, che comprendono una proposta di Foro dei mutamenti industriali. La Commissione riflette attualmente su come meglio rispondere a tali richieste. La Commissione intende inoltre permettendo per esempio agli individui di vivere nelle proprie famiglie e di godere nel contempo di prestazioni assistenziali. 7 Eurostat, Statistics in Focus, 1/2000; cfr. anche la comunicazione della Commissione "Tendenze sociali: sfide e prospettive". 8 Cfr. allegato statistico alla comunicazione della Commissione "Costruire un'europa integrativa". 9 COM(1999) 565-567. 19 incoragggiare le imprese a produrre relazioni sulla Gestione del Cambiamento quale importante strumento previsionale che consentirà loro di diventare organizzazioni aperte all'apprendimento capaci di aiutare i propri lavoratori a rispondere ai mutamenti economici. In linea con la comunicazione della Commissione Una strategia concertata per modernizzare la protezione sociale, la Commissione e gli Stati membri hanno avviato un dialogo sulla protezione sociale. Il dialogo dovrebbe condurre ad una cooperazione in merito a quattro obiettivi: assicurare alle persone un reddito sicuro da lavoro; rendere i sistemi pensionistici sicuri e sostenibili; promuovere l'integrazione sociale e garantire un'assistenza sanitaria sostenibile e di qualità. Il processo di cooperazione sarà legato alla Strategia europea per l'occupazione. Dell'integrazione sociale si terrà conto nelle altre politiche comunitarie. La commisisone intende proporre altre attività in questo campo, ivi compreso lo sviluppo di una cooperazione transnazionale di esperti, uno scambio di prassi corrette, indicatori comuni e un dialogo sull'integrazione sociale, nella piena ottemperanza al principio di sussidiarietà. La relazione della Commissione sulla situazione sociale nell'Unione europea 2000 fornisce informazioni e analisi sulle tendenze di fondo e le necessità future. La Commissione continuerà a cooperare con gli Stati membri e tutti i soggetti interessati, comprese le parti sociali, per attuare la predetta strategia. Questo li aiuterà a investire in uno sviluppo economico equilibrato e produrrà un vantaggio in termini di competitività nel contesto dell'economia globalizzata. 3.4. Sostegno dell'UE allo sviluppo dell'occupazione a livello regionale e locale Le iniziative e lo sviluppo locali sono essenziali per promuovere l'innovazione e l'imprenditorialità, attaccando la disoccupazione e incentivando l'integrazione. • Gli imprenditori potenziali e le imprese beneficiano del sostegno delle reti locali di ricerca, dei servizi locali alle aziende, della pubblica amministrazione e degli istituti finanziari a livello locale, che possono mettere in comune le rispettive conoscenze del mercato locale. • I servizi pubblici dell'occupazione possono mettere in campo misure attive pensate per tipi specifici di disoccupazione e per determinate caratteristiche richieste dal mercato del lavoro. • Tutti i soggetti interessati, comprese le ONG, possono essere coinvolti nelle misure adottate a livello locale per combattere l'emarginazione sociale, soprattutto nelle aree urbane svantaggiate. Punti di forza e di debolezza dell'Europa L'impegno delle persone che operano a livello locale per l'occupazione e la coesione sociale, sia nel settore pubblico che in quello privato, è concreto. Il settore sociale o di intermediazione privata fornisce un grande sostegno alla creazione di posti di lavoro a livello locale. Le sinergie fra questi tre soggetti, se ben valorizzate, hanno un effetto considerevole sull'occupazione. Il processo relativo ai PNA non ha tenuto abbastanza conto della dimensione locale dello sviluppo regionale. Vi è stato uno scarso coordinamento delle attività mirate al livello locale, 20 sia che queste fossero state intraprese dai governi centrali o dall'Unione europea. Le terminazioni locali delle autorità nazionali e regionali (ad es. i servizi locali dell'occupazione, le agenzie locali dei ministeri competenti per le politiche sociali ecc.) non sempre sono state incoraggiate in modo sufficiente a collaborare con le autorità locali. Iniziative europee • La Comunità intende sostenere l'occupazione a livello locale e regionale attraverso la Strategia per l'occupazione e i Fondi strutturali, due strumenti fortemente orientati all'assistenza ai soggetti locali affinché questi possano adottare nuove iniziative latrici di posti di lavoro, promuovere la partecipazione e combattere l'emarginazione. I Patti territoriali per l'occupazione, cui partecipano i rappresentanti degli interessi locali, saranno sottoposti a valutazione, per stabilire quali cambiamenti occorrano per massimizzarne l'effetto in materia di sviluppo locale e creazione di impieghi. Per garantirne il successo, i Patti verranno inseriti nel filone dei Fondi strutturali10. • Gli Orientamenti in materia di occupazione per il 2000 invitano a promuovere misure atte a sfruttare pienamente le possibilità offerte dalla creazione di posti di lavoro a livello locale e a sostenere la speciale funzione e responsabilità dei soggetti operanti a livello regionale e locale. Nell'esaminare i Piani nazionali d'azione del 2000 si presterà una maggiore attenzione alle opinioni e alle esperienze delle persone che si occupano di adottare iniziative locali di risposta alla disoccupazione. • È allo studio la nuova campagna Agire localmente per l'occupazione, in cooperazione col Comitato delle regioni, intesa a sostenere l'importante ruolo che un'azione locale concertata può svolgere nel contesto della Strategia europea per l'occupazione. La campagna disporrà di stanziamenti per 12 milioni di euro per il 2000 per la sensibilizzazione alla dimensione locale della Strategia, promuovere la cooperazione e lo scambio di buone prassi, sviluppare l'impresa locale soprattutto nel quadro dell'economia sociale e valutare l'impatto dei PNA a livello regionale e locale. • Il regolamento che disciplina i Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 sono state modificate in modo da aumentare il sostegno che può essere fornito a nuove attività e collaborazioni a livello regionale e locale. Il trasferimento complessivo di 195 miliardi di euro, così come il progressivo smantellamento dell'assistenza, le iniziative comunitarie e azioni innovative, dovrebbe avere un effetto notevole sullo sviluppo e la crescita economica regionale e locale nel momento in cui verrà ad aggiungersi agli stanziamenti nazionali. • Il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione hanno un ruolo fondamentale da svolgere per potenziare la competitività e la coesione sociale, creando così le condizioni adeguate per avere posti di lavoro durevoli. L'importanza conferita a integrazione, concentrazione tematica e geografica e collaborazione dal nuovo regolamento del FESR dovrebbe poter aumentare l'efficienza delle misure strutturali. Delle questioni relative all'occupazione si terrà debitamente conto nei programmi finalizzati alla conversione economica e sociale delle regioni dell'"Obiettivo 2". Nel quadro del FESR, la creazione di posti di lavoro sarà assistita da due iniziative comunitarie: INTERREG, che sostiene la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, e URBAN, che si occupa della ristrutturazione delle aree urbane svantaggiate 10 Cfr. la Guida ai Patti territoriali per l'occupazione 2000-2006, SEC(1999) 1933. 21 • Il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) promuove lo sviluppo rurale sostenibile, che sta diventando il secondo pilastro della Politica agricola comune dell'UE, in particolare attraverso la diversificazione delle attività e la creazione di posti di lavoro, allo scopo di usare il potenziale esistente in modo più efficiente. La relativa iniziativa LEADER sosterrà questa politica di sviluppo rurale integrato e stimolerà la risposta alle nuove domande di servizi ad altintensità occupazionale in diversi settori. • L'FSE è il principale strumento finanziario per promuovere la strategia occupazionale e conferisce una priorità orizzontale alle iniziative di sviluppo dell'occupazione a livello locale . Il regolamento dell'FSE prevede che i programmi attuati a livello degli Stati membri promuovano le priorità definite dagli Orientamenti in materia di occupazione e dai PNA per l'occupazione. In tale contesto, le attività cofinanziate dall'FSE dovrebbero comprendere provvedimenti attivi e preventivi riguardanti il mercato del lavoro, sostegno a modalità di apprendimento lungo tutto l'arco della vita e intensa promozione di una forza lavoro competente, ben formata e adattabile. L'iniziativa comunitaria EQUAL, finanziata dall'FSE, sostiene nuove modalità di lotta a tutte le forme di discriminazione e alle diseguaglianze nell'ambito del mercato del lavoro. La Commissione prevede di adottare una comunicazione ("Agire localmente per l'occupazione") intesa a promuovere l'occupazione a livello locale. Ciò ricollegherà le iniziative menzionate in precedenza con altri provvedimenti europei ed avviaerà un processo consultivo. Con questo la Commissione spera di produrre un consenso in merito alle misure da adottare ai livelli appropriati per permettere allEuropa di avvantaggiarsi appieno del suo intatto potenziale locale. 4. CONCLUSIONI 4.1. Condizioni di progresso La presente comunicazione ha esaminato le caratteristiche principali e le dimensioni delle prestazioni dell'UE in materia di occupazione ed osservato come la transizione verso un'economia integrativa fondata sulla conoscenza si ripercuota sulle sfide occupazionali che l'Europa si trova ad affrontare. La comunicazione ha analizzato alla sezione 3 una serie di politiche comunitarie che formano parte integrante importante dell'approccio politico globale necessario per costruire un'economia integrativa e dinamica fondata sulla conoscenza. Un'intensificazione delle interazioni positive fra crescita e cambiamento strutturale, incoraggiata dalla gamma di politiche strutturali discusse nella presente comunicazione, costituirà un ulteriore sostegno di questa strategia politica. Un siffatto approccio politico globale può rafforzare il tasso di crescita e creare le condizioni di un graduale ritorno alla piena occupazione. Se per esempio un tasso di crescita economica media di circa il 3% venisse garantito per 5 anni, il tasso ocupazionale dell'UE potrebbe aumentare del 4-5% fino a raggiungere oltre il 65%, tasso raggiunto dall'Unione l'ultima volta tre decenni fa. Una prestazione dicrescita analoga su 10 anni potrebbe portare il tasso di occupazione nei pressi del 70%. L'impatto sul tasso di disoccupazione è molto meno prevedibile, in quanto dipenderebbe fra l'altro dall'entità dei nuovi ingressi sul mercato del lavoro - ma potrebbe scendere al 6-7% dopo 5 anni e a circa il 4-5% dopo dieci anni. Alla base dei numerosi problemi occupazionali individuati dalla presente comunicazione, come pure delle politiche comunitarie discusse, vi è la questione delle risorse umane e delle competenze. La garanzia di un'ampia distribuzione di un elevato livello di competenze e 22 conoscenze è di fondamentale importanza per lo sviluppo di un'economia cognitiva dinamica e integrativa e può fornire un importante contributo alla soluzione dei vari aspetti del problema dell'occupazione, ivi compresi gli squilibri regionali, l'occupazione dei lavoratori anziani, le questioni di genere, i divari di specializzazione e la disoccupazione di lunga durata. Le politiche delle risorse umane contemplano una vasta gamma di aspetti che vanno dall'apprendimento di tutta la vita attiva, alla formazione dei ricercatori, alle competenze imprenditoriali, alle specializzazionni minime necessarie per un'efficace partecipazione al lavoro - ed alla vita sociale - in un'economia cognitiva. In una situazione di perenne cambiamento, esemplificatoproprio dall'economia cognitiva, le politiche delle risorse umane devono rispecchiare ed affrontare le mutevoli condizioni che persone, imprese e governi si trovano ad affrontare. Devono essere politiche capaci di rispondere ai bisogni di vari gruppi e settori, come pure di differenti individui sull'arco vitale. Le politiche delle risorse umane devono essere integrate da efficaci strategie di promozione di infrastrutture e investimenti competitivi necessari ai fini di un'economia cognitiva di successo. Inoltre, come risulta dalla discussione sul mercato interno e sullo spirito imprenditoriale, le strategie di competizione ed apertura sui mercati di prodotti hanno un importante ruolo da svolgere per affrontare sfide occupazionali dell'economia cognitiva quali gli squilibri nel settore sei servizi. Lo sviluppo e la promozione degli approcci politici descritti nella presente comunicazione richiederà una stretta cooperazione fra la Comunità e gli Stati membri. Le autorità nazionali, regionali e locali dovranno inoltre ricercare maggiori sinergie e cooperazione. Al fine di liberare risorse per la promozione di un'economia integrativa fondata sulla conoscenza, gli Stati membri dovranno inoltre dovranno decisamente tradurre in pratica le conslusioni del consiglio europeo di Firenze per concentrare la spesa pubblica su investimenti in attività emergenti, istrusione, formazione, R&S e infrastrutture, in particolare nei settori cognitivi. La maggior parte degli Stati membri ha molto da guadagnare - in termini sia di risparmi di bilancio che di migliori risultati politici - da una siffatta ristrutturazione della spesa pubblica. Riducendo il sostegno sociale per spingere al lavoro le persone interessate, ma senza azioni positive di compensazione per migliorarne la capacità di ottenere e mantenere un lavoro regolare, si rischiano serie conseguenze negative di abbassamento del livello di vita attuale e di riduzione delle aspirazioni e motivazioni. Tuttavia, l'impatto positivo della strategia globale delineata nella presente comuniczione rischia di diminuire se il sistema fiscale continua ad essere ostile all'occupazione. Il rovesciamento della tendenza all'aumento della tassazione sul lavoro è uno dei princìpi guida della Strategia europea per l'occupazione. Il raggiungimento di quest'obiettivo potrebbe indurre, in molti Stati membri, un mutamento della struttura finanziaria della protezione sociale e/o una riduzione della spesa pubblica e/o un aumento del gettito di altri tipi di imposta (dal momento che un aumento dei deficit statali è comunque escluso). Una promozione di tale approccio politico che abbia successo richiede inoltre dialogo e partenariato fra le autorità pubbliche e gli altri interessati. Il dialogo macroeconomico in corso e le discussioni con le parti sociali nell'ambito del dialogo sociale rappresentano importanti cotributi in questo senso. 23 Infine, come indicato alla sezione 3 della presente comunicazione, i vantaggi della crescita e del cambiamento strutturale devono essere ripartiti in modo tale da garantire l'integrazione. Un ritorno alla piena occupazione rappresenterà un passo fondamentale in tale direzione. Ciò comporta la rimozione degli ostacoli che impediscono a molti gruppi e individui l'accesso al mercato del lavoro. Azioni intese a creare posti di lavoro più numerosi e migliori sono un'importante dimensione di una strategia globale per promuovere l'integrazione, ma devono essere completate da politiche capaci di affrontare le molteplici privazioni e discriminazioni. Una promozione di successo dell'integrazione presenterà vantaggi sia economici che sociali e contribuirà ad un'interazione positiva fra competitività e coesione nell'economia cognitiva. 4.2. Consiglio europeo di Lisbona e oltre La Presidenza del Consiglio conta sul Consiglio europeo straordinario di Lisbona per definire obiettivi di breve e lungo termine per l'occupazione, la riforma economica e la coesione sociale nell'Unione, con particolare attenzione per l'esigenza di sviluppare la capacità generale necessaria per rispondere alle nuove sfide, in particolare quelle rappresentate dal potenziale dell'economia fondata sulla conoscenza. Tali obiettivi devono essere perseguiti secondo una comune metodologia, costituita dalla fissazione di obiettivi comuni, dalla loro traduzione in parametri di riferimento e dal monitoraggio di successi e insuccessi. La Commissione darà seguito agli orientamenti e alle iniziative del Vertice di Lisbona presentando gli Indirizzi di massima per le politiche economiche del 2000 e gli Orientamenti in materia di occupazione per il 2001.Come seguito da dare al Vertice di Lisbona e allo scopo di perseguire l'integrazione orizzontale delle questioni occupazionali nelle politiche della Comunità secondo il Titolo Occupazione e in particolare a norma dell'articolo 127 del trattato, la Commissione: • rafforzerà e approfondirà l'esame di sviluppi e prospettive in campo occupazionale e sui mercati del lavoro in tutta l'Unione e in ambiente internazionale tramite la Relazione annuale sull'occupazione in Europa. A tal fine occorrerà un'analisi più esauriente delle connessioni fra l'occupazione e i più ampi mutamenti strutturali illustrati dalla presente comunicazione; • svilupperà una valutazione sistematica pluriennale della rilevanza delle politiche comunitarie in materia di occupazione. Ciò si fonderà su un esame più approfondito delle rispercussioni sull'occupazione e sul mercato del lavoro prodotte dai settori principali delle politiche comunitarie. Comprenderà un monitoraggio della realizzazione degli obiettivi concordati ed un riesame dei vantaggi degli strumenti finanziari dell'UE per lo sviluppo dell'occupazione e della sua struttura; • migliorerà la destinazione dei provvedimenti incentivanti della Comunità volti a sostenere le azioni innovative degli Stati membri in campo occupazionale; • rafforzerà ulteriormente il dialogo a tutti i livelli fra le istitutioni comunitarie, le parti sociali ed altri attori nell'intento di rafforzarne la resonsabilità e l'impegno a promuovere gli obiettivi occupazionali dell'UE. 24 ALLEGATO Occupazione nei servizi avanzati 1998 465 working-age population = popolazione attiva 25