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Johannes Brahms (1833-1897)
15 Romanzen aus L. Tiecks “Magelone” op. 33 (1861-69)
Testi poetici di Ludwig Tieck (1773-1853)
1. Keinen hat es noch gereut
2. Traun! Bogen und Pfeil
3. Sind es Schmerzen, sind es Freuden
4. Liebe kam aus fernen Landen
5. So willst du des Armen so gnädig erbarmen?
6. Wie soll ich die Freude
7. War es dir, dem diese Lippen bebten?
8. Wir müssen uns trennen
9. Ruhe, Süssliebchen
10. So tönet denn, schäumende Wellen
11. Wie schnell verschwindet
12. Muss es seine Trennung geben
13. Geliebter, wo zaudert
14. Wie froh und Frisch
15. Treue Liebe dauert lange
Joo Cho, soprano
Marino Nahon, pianoforte
Quirino Principe, narratore e voce recitante
Si ringrazia Fazioli Pianoforti
L’Associazione per il Festival Internazionale della Musica
di Milano è certificata UNI ISO 20121 e progetterà
MITO 2015 nel rispetto d
ello standard di sostenibilità in linea con quanto avvenuto p
er l’edizione 2014,
in collaborazione con EventiSostenibili.it
Si ringrazia per l’accoglienza degli artisti
Cioccolateria Artigiana Guido Gobino
Riso Scotti Snack
Acqua Eva
Si ringrazia
Paul & Shark per le divise Staff
US#BAG per gli zaini Staff
Milano
Teatro Litta
Joo Cho soprano
Marino Nahon pianoforte
Quirino Principe narratore
e voce recitante
Domenica 20.IX.15
ore 17
Brahms
34
°
Joo Cho ha conseguito il diploma in Canto e in Musica vocale da camera presso il Conservatorio di Milano ottenendo il massimo dei voti, la
lode e la menzione d’onore. Si è perfezionata con artisti quali Peter
Schreier, Jaume Aragall, Ernesto Palacio. È risultata vincitrice assoluta
di numerosi concorsi. Svolge un’intensa attività concertistica in ambito
liederistico e si è esibita in recital con pianoforte in diversi Paesi. Joo
Cho è apprezzata interprete di musica novecentesca e contemporanea.
Marino Nahon si è diplomato al Conservatorio di Milano in pianoforte e musica vocale da camera ottenendo il massimo dei voti, la lode
e la menzione d’onore. Successivamente ha proseguito gli studi con
Michele Fedrigotti, Piero Soraci e Piero Rattalino. Si è perfezionato in Italia e all’estero con Paul Badura-Skoda, Bruno Canino, Dalton
Baldwin, Phillip Moll, Antonio Ballista, Irwin Gage, Norman Shetler,
Alexander Lonquich. Frequenta la produzione musicale contemporanea
e ha partecipato a svariate prime esecuzioni assolute (composizioni di
Luca Francesconi, Dario Maggi, Federico Gardella, Luca Cori, Sonia Bo).
È dedito con particolare interesse al repertorio liederistico.
Quirino Principe è nato a Gorizia il 19 novembre 1935. Ha studiato
all’Università di Padova nel 1952-1956, laureandosi in filosofia il 14
luglio 1956. Ha insegnato nelle Università di Trieste (Storia della musica
moderna, 2000-2005) e di Roma 3 (Filosofia della musica, 2005-2009).
Dal 2008 insegna Drammaturgia musicale e Storia del Teatro d’opera
nell’Accademia per l’Opera di Verona. Dal 1993 al 1997 è stato consigliere d’amministrazione del Teatro alla Scala di Milano. È autore di
importanti monografie su Mahler, Richard Strauss e il teatro d’opera
tedesco. Ha pubblicato libri filosofici raccolte di aforismi e di poesie. Ha
in preparazione un ampio libro su Richard Wagner.
La bella Magelone di Ludwig Tieck e Johannes Brahms
La Légende de la belle Maguelone è un romance francese del XV
secolo, ma il tema narrativo risale al XIII secolo. Non solo: il suo
orizzonte territoriale è molto più esteso. Sono sorprendenti le affinità tra questa trama in cui s’incrociano le due letterature in lingua
d’oc e d’oïl, la provenzale e la francese antica, e la fiaba ‘a puntate’ del principe Kamar al-Zaman di Kalendan e del suo amore
per Badoure principessa della Cina, che occupa, in 7 racconti ‘a
sequel’, l’intero VI volume delle Mille et une nuit nella celeberrima
traduzione francese (Barbin-Delaulne-Briasson, Paris 1704-1717) di
Antoine Galland.
Nel racconto originario, l’incantevole adolescente Magelone, figlia
di un improbabile re di Napoli, e il giovane conte Pietro di Provenza, atletico e timido, s’innamorano perdutamente. Ella è già promessa a un altro. I due fuggono insieme dalla corte di Napoli, decisi
a vivere d’amore, di profumi boschivi e di contemplazione del cielo
stellato. In una giornata torrida, ai margini di un prato fiorito, sotto
un albero che allarga benevolo la propria ombra («l’ombra verde»,
è la meravigliosa immagine), Magelone si addormenta, cullata dal
fruscìo dell’erba a dal mormorìo delle fronde, e vegliata da Pietro
con eroica dedizione di fanciullo, di amante e di padre. La scena è,
probabilmente, la più perfetta miniatura di ciò che Denis de Rougemont intendeva come «l’amour et l’Occident». È l’asíntoto dell’iperbole verso cui tende, lucrezianamente e disperatamente, uno fra
i nostri beni supremi: l’Eros occidentale.
Ma la ratio narratologica esige l’incidente, la dissonanza improvvisa, la cadenza evitata, il diabolus in musica. Di ciò, la Morfologia
della fiaba elaborata da Vladimir Iakovlevič Propp è il testo sacro
e il codice di leggi. Un uccello ruba l’anello di Magelone. Pietro,
che soffre se la fanciulla piange, insegue il volatile, ma questo lo
trascina lontano, lontano... Pietro, inavvertitamente, valica correndo il confine tra due mondi, e cade prigioniero dei Turchi. La
sproporzione tra il movente dell’allontanamento dall’amata e il suo
atroce esito è uno dei meccanismi geniali della narrazione. Ridotto
in schiavitù, Pietro, fedelissimo in amore, deve anche tenere a bada
Sulima, svenevolissima figlia del Sultano, che si è innamorata del
bel cavaliere ‘franco’ (altro topos narrativo, diffuso in innumerevoli
varianti à la Propp). Pietro riesce a fuggire dal servaggio, e ritorna
«fra i cristiani» (noi preferiamo dire: in Occidente). Ma non sa dove
si trovi l’amata. Soltanto dopo anni di peregrinare potrà di nuovo
stringere tra le braccia la sua Magelone, che nel frattempo avrà
fondato un ospedale per i poveri.
Il romance antico francese fu tradotto in tedesco da Veit Warbeck
(1490-1534) con il titolo Die schön Magelona (Augsburg 1535, postumo), e divenne molto popolare in area austro-tedesca. A quel
libro s’ispirò due secoli e mezzo più tardi Johann Ludwig Tieck
(Berlino, lunedì 31 maggio 1773 – ivi, giovedì 28 aprile 1853), uno
fra i maggiori esponenti della prima scuola romantica europea che
prima a Jena e poi a Berlino si raccolse intorno ai fratelli August
e Friedrich Schlegel, al filosofo Johann Gottlieb Fichte, a Novalis
(Friedrich von Hardenberg) che fu la massima espressione poetica di quel circolo intellettuale, e allo stesso Tieck che di Novalis,
morto giovanissimo, fu lo scopritore e il mèntore. Tieck scrisse una
fiaba in prosa, Wundersame Liebesgeschichte der schönen Magelone
und des Grafen Peter von Provence (Mirabile storia d’amore della
bella Magelone e del conte Pietro di Provenza, 1797), in cui sono
inserite 18 poesie intimamente legate alla vicenda dei due innamorati. Soprattutto nelle poesie si avverte come l’Eros che avvince i
due protagonisti sia un presagio tristaniano. L’aura musicale in cui
la fiaba è immersa attrasse Johannes Brahms (Amburgo, martedì
7 maggio 1833 – Vienna, sabato 3 aprile 1897), che poco prima
d’insediarsi stabilmente a Vienna scelse 15 delle 18 poesie di Tieck,
omettendo i numeri 1, 16 e 17, e concludendo con il n. 18 (15, naturalmente, nella numerazione di Brahms). Ne nacque il ciclo 15
Romanzen aus L. Tiecks Magelone op. 33, composto tra il 1861 e
il 1869 e dedicato all’illustre baritono Julius Stockhausen, sommo
interprete di molti Lieder brahmsiani.
La singolarità dell’esecuzione che MITO SettembreMusica offre al
pubblico di Milano è la collocazione dell’op. 33 di Brahms nel contesto della fiaba di Tieck, della quale io rendo finalmente disponibile agli italiani la traduzione integrale. Proprio attraverso gli esordi
della fiaba si entrerà nel mondo di Tieck sublimato da Brahms, cui
la musica dei 15 Lieder dà il suggello di un’arte sottile e costruita
con metalli preziosi, e la lettura poetica dei testi da me tradotti
assicurerà al pubblico, ancora una volta finalmente, la piena comprensione della trama narrativa.
Quirino Principe