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12 Il Sole 24 Ore Nòva24 n. 535 19 giugno 2016 Frontiere Comparti industriali Fabbrica 4.0 di Luca Orlando Piena occupazione. A sei mesi dal termine del percorso formativo il 100% degli studenti ha un lavoro, uno su tre è già assunto da un’azienda prima ancora di terminare gli studi. I numeri sono ridotti, poche decine di studenti, ma il successo del master in Meccatronica organizzato dalla Liuc di Castellanza è una “spia” di uno schema più ampio. Perché è proprio qui, in fondo, nell’unione tra capacità meccaniche e competenze elettroniche, che si concentra uno dei settori più promettenti per l’economia italiana. Si tratta a ben vedere di una delle basi di partenza certe su cui innestare i percorsi di innovazione 4.0, dove quasi sempre la digitalizzazione dei processi e le nuove funzionalità dei prodotti (ad esempio grazie all’internet delle cose) necessitano di un connubio tra hardware e software, acciaio e bit. Macchine di test che verificano telefonini e gadget elettronici, trattori che dialogano in tempo reale con i satelliti per valutare lo stato dei terreni, telai che migliorano l’efficienza abbattendo le “rotture” nei filati, postazioni di assemblaggio collegate via tablet con controllo di produzione e ufficio acquisti, manutenzione degli impianti innescata da una sensoristica evoluta, controllo remoto del funzionamento di macchinari venduti dall’altra parte del globo sono solo alcuni esempi tra Scenari una serie sterminata di applicazioni. Perimetro dunque difficilmente definibile, perché frutto di un’ibridazione tra settori produttivi “standard”, con ambiti di applicazione che vanno dalla robotica industriale all’agrimeccatronica; dalla domotica alla mobilità sostenibile; dai macchinari al biomedicale. Un metodo possibile di analisi, applicato dal centro studi Antares per Unindustria Reggio Emilia, uno dei perni della meccatronica italiana, opera su due fasi: in primo luogo individuando un insieme di appartenenza sulla base di settori con alta probabilità di ospitare imprese meccatroniche, per poi definire un secondo insieme che individua il cuore del comparto nazionale sulla base di caratteristiche di struttura d’impresa e produttività che contraddistinguono la meccatronica dal comparto meccanico in generale. Il settore viene così stimato in Italia “forte” di 72mila imprese, pari all’1,4% del totale Italia, al 5,3% in termini di addetti. Il settore auto è cruciale nel definire le medie in termini di numerosità degli addetti, che infatti sono pari a 22 per azienda in Piemonte, prima regione in assoluto, mentre la Basilicata (dove Fca è presente con il sito di Melfi) è al terzo posto con poco più di 20 addetti per impresa. In generale si tratta di aziende che esportano 154 miliardi di euro, con un tasso di crescita delle vendite oltreconfine che nelle regioni del Nord è doppio (+4% medio annuo tra 2013 e 2015) rispetto all’export totale. In tre anni in queste regioni l’export meccatronico ha rappresentato il 59% dell’aumento del valore esportato complessivo. Limitando l’analisi alle realtà più strutturate, tenendo conto cioè delle sole società di capitale, Antares stima un universo di aziende meccatroniche a poco più di 23mila unità (al netto di servizi di progettazione e di ingegneria), perimetro che viene definito come il «cuore» Le sfide del settore Esperienze Manifattura e meccanica L’unione tra bit e atomi risveglia la meccatronica Un tempo c’erano solo le macchine utensili. Oggi, il settore sfrutta le opportunità dell’internet delle cose e si diversifica Progetti della meccatronica tricolore. «In quest’ambito - spiega Lorenzo Ciapetti, direttore del centro studi Antares - troviamo aziende ad alta produttività e con elevate capacità di export, ci troviamo senz’altro davanti alla punta di diamante della manifattura e della meccanica italiana». Un comparto che occupa 713mila addetti, in grado di sviluppare poco meno di 200 miliardi di fatturato con 50 miliardi di valore aggiunto e una produttività media (valore aggiunto per addetti) che sfiora quota 70mila euro. I settori di riferimento sono numerosi: da computer e tlc agli autoveicoli; dagli strumenti e attrezzature mediche agli apparati elettrici. Anche se il cuore del comparto, con il 56% delle imprese a livello italiano, è rappresentato dall’area dei macchinari e delle apparecchiature. In termini geografici le regioni di riferimento sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, tre aree che insieme valgono quasi il 60% del valore aggiunto e dell’occupazione del comparto. Tenendo conto delle sole imprese di capitale l’impatto del fatturato della meccatronica è pesante anche in termini relativi, pari al 31% del Pil del Piemonte, il 19% in Emilia-Romagna, poco meno in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto. «Come accade per numerosi altri comparti - aggiunge Ciapetti - anche nel caso della meccatronica la diffusione non è affatto omogenea sul territorio, con una netta preponderanza delle regioni del Nord. L’elettronica, in generale, non è tra i punti di forza del nostro sistema ma quello che notiamo è la presenza di una elevata capacità combinatoria interna alle aziende. L’unione creativa di meccanica, Ict ed elettronica attraverso il know-how aziendale è uno dei punt i chiave del comparto, direi il principale valore distintivo di queste imprese». Settori, export, Pil: la mappa del comparto I dati qui riportati sono tratti dalla ricerca “Il cuore industriale della meccatronica in Italia” condotta da Antares per Unindustria Reggio Emilia. Gli articoli in realtà aumentata sono invece dedicati alle imprese finaliste del Premio italiano meccatronica. Il Premio Italiano Meccatronica, giunto alla decima edizione, è organizzato da Unindustria Reggio Emilia con la collaborazione di Nòva24, del Club Meccatronica e con il supporto di Community Group. Il vincitore sarà scelto tra le cinque aziende finaliste (Bimal, Comacchio, Energica, Itema, Spea). La cerimonia di consegna del premio si svolgerà il 23 giugno, in occasione dell’Assemblea annuale degli Industriali di Reggio Emilia www.unindustriareggioemilia.it il peso dell’export % export meccatronica su PIL regionale 0 5% 10% 15% 20% media italia valle d'aosta 7% 3% 154,38 miliardi 0,12 miliardi Totale export meccatronica In miliardi euro = 1 miliardo AUMENTA IL GIORNALE Scarica la app NòvaAJ, inquadra l’immagine con il logo dell’app. Scarica il contenuto, leggi e condividi la macchina si adatta al cliente la geografia della meccatronica in italia Totale imprese meccatronica per regione (in nero) e rappresentatività sul totale imprese attive. Dati 2015 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 17.747 2,18% emilia romagna 8.403 2,05% veneto 8.273 1,89% friuli - venezia giulia 1.640 1,78% lombardia © RIPRODUZIONE RISERVATA Parla Maria Chiara Carrozza Open innovation e banda libera: asset decisivi per aziende e Paese piemonte marche 6.960 2.426 1,77% 1,59% Comacchio Dalle perforatrici per sondaggi da 2 tonnellate alle macchine da pali da 45 tonnellate. Personalizzabili e comandabili da un solo operatore da un’unica console. Le produce la Comacchio, unendo elettronica e meccanica sardegna 0% di Riccardo Oldani Oltre al dialogo tra imprese e ricerca, serve una politica di infrastrutture garantite di Riccardo Oldani a La meccatronica è un settore strategico, ma la sua rivoluzione risale a vent’anni fa e ora è tempo che le aziende del settore si confrontino con una serie di innovazioni che stanno cambiando lo scenario, dall’Industry 4.0 alla banda larga, al 5G, allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Maria Chiara Carrozza, deputata, con incarichi nella Commissione Affari Esteri e nel Comitato per lo sviluppo sostenibile, ma anche scienziata, tra i più importanti nomi della ricerca robotica italiana, ha una sua precisa visione delle sfide che si prospettano per gli imprenditori italiani di questo settore industriale ai confini tra la meccanica e l’elettronica. Sfide che le nostre aziende dovranno essere brave a riconoscere e interpretare. Effetti della crisi. «Da noi – dice Carrozza – le conseguenze della crisi si sono sentite in ritardo rispetto ad altri paesi e ancora non ne sono ben chiari tutti gli effetti. Chi ha superato il momento deve ora fronteggiare la concorrenza delle aziende europee, e soprattutto tedesche, sempre più aggressive e organizzate sul fronte dell’Industria 4.0». Diventa urgente, quindi, fare sistema, magari, in collaborazione con associazioni di settore. «Una piccola impresa che punta sull’export – dice Carrozza – com’è il caso della maggior parte delle nostre aziende meccatroniche, corre il rischio di trovarsi finanziariamente esposta anche soltanto con lo sviluppo di una sola macchina che, se destinata al mercato internazionale, deve rispondere a standard e certificazioni sempre più stringenti. Piuttosto che fare concorrenza ai propri vicini dovrebbe quindi orientarsi a fare rete, magari con l’aiuto delle associazioni di settore. Come? In tanti modi. Per esempio attraverso la creazione di un marchio che certifichi la qualità del prodotto meccatronico italiano e possa essere speso come un brand sul mercato». Collaborazione con la ricerca. C’è poi un’altra strada: migliorare il dialogo tra ricerca e imprese. «Su questo fronte abbiamo fatto molti passi avanti – osserva Maria Chiara Carrozza –. L’università italiana ha capito che una delle sue funzioni essenziali è lo scambio di conoscenze e proprietà intellettuale con le aziende. L’importante è che la ricerca raggiunga standard internazionali. Quindi, a mio modo di vedere, i vari parchi scientifici e tecnologici, sorti negli scorsi anni dietro la spinta di molte amministrazioni locali, devono trovare un modo per ricondursi e avvicinarsi all’università o al Cnr, che sono gli interlocutori più qualificati e meglio distribuiti sul territorio». Il tutto nell’ottica di un modello di “open innovation” che diventi patrimonio di conoscenza non soltanto per le aziende, ma per l’intero paese. Democratizzare la conoscenza. Ed è proprio sul tema della democratizzazione della conoscenza che Maria Chiara Carrozza richiama l’attenzione degli imprenditori del settore: «I manager delle nostre imprese devono formarsi, perché ci prepariamo ad affrontare problemi di importanza fondamentale che non possiamo permetterci di non capire e di non guidare, pena il rischio di restare ai margini. Pensiamo all’intelligenza artificiale, che entra sempre di più nell’automazione, governando processi produttivi e sistemi di analisi di dati. Non è accettabile che algoritmi che governano sempre più pervasivamente economia e produzione industriale, ma anche le nostre vite di cittadini, restino di proprietà di po- chi gruppi privati. Questi algoritmi devono essere accessibili a tutti e anche la politica deve cominciare ad occuparsi del problema». Il tutto si riconduce a tre passi fondamentali, di cui anche gli imprenditori italiani, compresi quelli della meccatronica, devono farsi interpreti: la formazione, la comprensione dei fenomeni e dei cambiamenti con cui dobbiamo confrontarci, la democratizzazione delle conoscenze, anche attraverso l’accesso aperto ai risultati della ricerca scientifica. Banda larga libera. Questo processo di democratizzazione della conoscenza passa, in particolare, per l’affermarsi della libera concorrenza, anche nei servizi fondamentali, come la gestione della banda larga, ambito in cui settori come quello meccatronico si giocano il futuro. «Sul tema della banda larga, e del 5G in particolare – sostiene Carrozza – assistiamo oggi a una forte competizione tra Enel e Telecom. È una situazione delicata, di cui credo che il governo dovrà occuparsi in qualche maniera, ma non per giungere a una soluzione monopolistica, perché l’interesse di uno stato non è fare business controllando un settore, ma liberalizzarlo il più possibile per renderlo più facilmente accessibile a tutti. Questo vale per le reti su cui viaggiano i dati così come per quelle su cui si muovono merci e persone. E vale anche per gli algoritmi di intelligenza artificiale e per la gestione dei dati personali». Insomma, pensando a quanto necessario per lo sviluppo del loro settore, gli imprenditori della meccatronica italiana si troveranno sempre di più a confrontarsi con problemi che riguardano tutto il paese e non soltanto il loro comparto, che peraltro, soprattutto nel Centro Nord, contribuisce in modo decisivo al Pil regionale. Prenderne coscienza e capirne le dinamiche sarà un passo fondamentale non solo per il futuro delle loro aziende, ma dell’intero paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA liguria 1.942 1,42% toscana 4.487 1,26% 0,09 miliardi settori a confronto Totale settori = 100. Dati in % 1.492 1,17% 910 1,12% 4.693 0,98% 959 0,95% puglia 3.019 0,92% 14 sardegna 1.186 0,83% macchinari, apparecchiature sicilia 2.872 0,78% basilicata 407 0,78% campania 3.595 0,76% 214 0,69% 1.051 0,67% 54 0,48% 72.330 1,41% abruzzo umbria lazio trentino - alto adige molise calabria valle d'aosta totale italia 0 20 40 60 80 100 computer, telecomunicazioni, elettronica 13 strumenti ottici, trasformatori elettrici, apparecchi uso domestico 56 autoveicoli 4 altri mezzi di trasporto 7 strumenti e forniture mediche 5 Nòva24 19 giugno 2016 n. 535 13 Il Sole 24 Ore nòva aj i custodi dell’elettronica il telaio che apprende Medicina Ricerca nello spazio contro l’osteoporosi di Francesca Cerati milano Presentato alla Casa Bianca il bioreattore per la generazione di cartilagine e osso ingegnerizzati ideato dall’italiano Riccardo Gottardi della Fondazione RiMed: il modello potrà essere utilizzato a scopi di ricerca sulla Stazione spaziale internazionale per comprendere le patologie dello scheletro in assenza di gravità Spea Microchip, Mems, schede e congegni elettronici di ogni genere sono diventati compagni di vita quotidiana. Che devono funzionare. Sempre. Alla Spea progettano e costruiscono macchine per testarli Itema Telai in grado di lavorare per una molteplicità di tessuti, mercati e condizioni ambientali. E con sensori per l’auto-apprendimento. Così il gruppo Itema intreccia la trama del comparto tessile del futuro di Riccardo Oldani di Sandro Mangiaterra trentino-alto adige 6% friuli-venezia giulia 16% 2,71 miliardi 5,61 miliardi piemonte 17% Digital for social Disabilità, scuola, inclusione: soluzioni tech per i giovani veneto 13% lombardia 12% 23,02 miliardi milano Scuola, disabilità, inclusione: sono 19 i progetti, messi a punto da organizzazioni non profit, premiati con due milioni di euro complessivi, dal bando Digital for Social, lanciato da Fondazione Vodafone, in collaborazione con Gruppo 24Ore. Ben 472 tra onlus, cooperative sociali, associazioni avevano presentato la loro candidatura 21,08 miliardi 42,78 miliardi AP motocicletta alla spina liguria emilia-romagna 6% 18% 2,29 miliardi 26,60 miliardi Sistema aereo L’unificazione del viaggio in una blockchain di Antonio Dini barcellona Dal visto al check-in, dal biglietto aereo alla dogana ai transiti tra compagnie aeree diverse: tutte le informazioni legate a un viaggio aereo potranno presto essere unificate in un unico documento, un “single travel token”. Con la garanzia di sicurezza della blockchain, la tecnologia di certificazione distribuita e decentrata che è alla base del bitcoin. Lo sta mettendo a punti il laboratori di ricerca della Sita Energica Ego ed Eva sono due moto “made in Modena” spinte da un propulsore elettrico da 136 cavalli, che si ricarica all’80% in 30 minuti. Da Energica parte la sfida verde a sportive di razza come Ducati Panigale e MV Agusta F4 marche toscana umbria 8% 4% 8,98 miliardi 0,99 miliardi 8% di Sandro Mangiaterra 3,33 miliardi Criptovalute certificatori di eccellenza abruzzo 13% lazio 2% Decentralizazione centralizzata, ecco la fragilità del bitcoin di Andrea Carobene milano Il sistema bitcoin non prevede un’autorità centrale che emetta e certifichi la validità delle moneta, basandosi invece su una certificazione distribuita e decentralizzata. Un nuovo studio di tre ricercatori tra Zurigo e Gerusalemme mette però in guardia: il sistema è, al contrario, estremamente centralizzato. E, di conseguenza, esposto ad attacchi che ne mettono in dubbio la sicurezza 4,61 miliardi 3,61 miliardi LA PRESSE campania 3% 2,63 miliardi basilicata 7% 2,38 miliardi molise 1% Bimal Banchi di controllo ad alta tecnologia per testare componenti per l’oleodinamica, l’aerospaziale, la meccanica e l’automotive, verificando che rispondano a severi standard internazionali. La missione della Bimal di Riccardo Oldani le illusioni del possobile webreader Il discorso di Dio L’intelligence del pacemaker di Aisha Cerami di Pierangelo Soldavini Carissimi, ho deciso di mostrarmi perché comincio a nutrire serie preoccupazioni che infastidiscono il mio sonno. Vi ho creati spinto da un ottimismo infantile, lo ammetto, che in quel momento mi pareva necessario. Ho sopravvalutato le vostre capacità empatiche Il “grande orecchio” è pronto a entrare sempre più nelle vite personali sfruttando l’Internet of Things. Perfino i pacemaker o dispositivi medici portatili possono diventare fonte di intelligence. Per il momento la Nsa dice che è oggetto di ricerca. Ma... 0,06 miliardi sicilia 1% calabria puglia 0% 3% 0,87 miliardi 0,06 miliardi 2,56 miliardi