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SPECIALE
JAEGER-LeCOULTRE
a cura di Fabrizio Rinversi
HYBRIS ARTISTICA
SINTESI DELL’ARTE
OROLOGIERA
Nel 1833, all’età di 30 anni, Charles-Antoine LeCoultre in-
fa e, oggi, la Grande Maison può contare su ben 1.300 ad-
sieme al fratello Ulysse, allora appena ventenne, getta le
detti, nel sito produttivo di Le Sentier che, nel rispetto dello
basi di quella che diverrà una vera e propria manifattura
spirito innovativo e della filosofia produttiva del fondatore,
orologiera, a Le Sentier, nella Vallée-de-Joux. E lo fa intel-
garantiscono l’esecuzione di 180 savoir-faire orologiero sot-
ligentemente, iniziando con il dedicarsi a ciò che conosce
to lo stesso tetto: una manifattura con la “M” maiuscola.
meglio, ossia alla produzione di ruote dentate e pignoni,
Peraltro, Jaeger-LeCoultre, che non ha mai interrotto la sua
campo nel quale aveva cominciato a cimentarsi nel 1826,
attività fin dalla fondazione, ha contribuito enormemente
anno in cui realizzò i primi pignoni in acciaio. Nón ostante il
allo sviluppo, alla crescita ed all’affermazione della straor-
rapido successo incontrato dall’attività, Antoine s’interes-
dinaria tradizione elvetica nell’universo del segnatempo,
sa ben poco allo sviluppo commerciale, focalizzando il suo
sostenendo e supportando con forniture tecniche blasonate
interesse su nuove tecniche di fabbricazione e su prodotti
Maison che, in diverse riprese, si sono trovate in difficoltà.
inediti. Nel 1844, costruisce, inizialmente per uso personale,
Naturale che, potendo contare internamente su tutto
il famoso milionometro, che consente di misurare un milio-
quell’insieme di mestieri (incisione, decoro, smaltatura, in-
nesimo di metro - od un millesimo di millimetro -, operazio-
castonatura, laccatura, lavorazione del legno e delle pietre
ne fino a quel momento impossibile: uno strumento che, di
dure, etc…, oltre al progettare, testare e assemblare i mo-
fatto, impone nell’orologeria il sistema metrico.
vimenti) che trasformano un orologio in una vera e propria
I positivi risultati ottenuti in breve tempo, portano il mode-
opera d’arte meccanica ed estetica, Jaeger-LeCoultre abbia
sto laboratorio LeCoultre a divenire una piccola fabbrica,
voluto celebrare questa sua capacità realizzativa rara e ri-
con alcune dozzine di operai; i migliori vivono sotto lo stes-
cercatissima, attraverso una particolare collezione, denomi-
so tetto del loro datore di lavoro. LeCoultre acquista ulterio-
nata Hybris Artistica.
re notorietà, inventando contemporaneamente con Adrien
Hybris può essere tradotto in italiano con il termine “or-
Philippe, il dispositivo di ricarica a corona e realizzando
goglio”, giustificatissimo, per essere in grado di dar vita
ebauches di altissimo livello: alla 1° Esposizione Mondiale
a modelli eccezionali. Hybris Artistica, infatti, prevede 12
di Londra ottiene la medaglia d’oro per i suoi pignoni, ruote
esemplari che implicano un livello di integrazione estrema
e movimenti di precisione, realizzati con sistemi ultramo-
fra design, concezione tecnica, arte orologiera e mestieri
derni. Il numero dei dipendenti sale rapidamente fino a 100
rari, in modo da ottenere quel punto di equilibrio espressivo
e, verso, il 1870 sono duecento le unità lavorative dell’azien-
della maestria e dello stile della Manifattura. Vediamoli e
da LeCoultre. Ecco, così tutto è cominciato, più di 180 anni
illustriamoli, dunque, uno ad uno.
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La
MASTER GRANDE TRADITION
GYROTOURBILLON 3
Con il suo Gyrotourbillon volante e la
spirale sferica, l’orologio Master Grande
Tradition Gyrotourbillon 3, lanciato nel
2013, è senza dubbio una prodezza di
micromeccanica. L’assenza di un ponte superiore rivela immediatamente il
tourbillon sferico al 6, composto da due
gabbie realizzate in materiali ultraleggeri come l’alluminio (la cui lega consente
un’inusuale luminosità; 112 componenti
per un peso complessivo di meno di un
grammo) che compiono una doppia rotazione minuziosamente sincronizzata:
quella esterna ruota di 360° in 24 secondi
(ossia 2,5 volte al minuto), mentre quella
interna completa un giro nei tradizionali
60 secondi. Il bilanciere è in oro azzurrato 14 carati, mentre colpisce la tridimensionalità dei movimenti della spirale
sferica dotata di doppia curva terminale
MASTER GRANDE TRADITION TOURBILLON
CÉLESTE
L’orologio Master Grande Tradition Tourbillon Céleste propone un’affascinante interpretazione del tempo. Per evidenziare al meglio l’aspetto astronomico, il tourbillon volante
orbitale - che ruota unitamente al quadrante intorno alle
lancette -, non indica il passaggio dell’ora civile
(derivata da una convenzione, non direttamente collegata al moto del sole e delle
stelle), bensì quello dell’ora siderale, la
cui durata è inferiore di quasi quattro
minuti rispetto all’ora solare: in
questo modo il passaggio di Sirio
- stella di riferimento - sullo
Zenith indica il mezzogiorno
celeste. Sullo sfondo, poi,
vengono visualizzati la
volta celeste con le
stelle visibili e il
passaggio lungo le
costellazioni dei
segni zodiacali.
Un “quadro” che
ha costituito
(ulteriore evoluzione di quella cilindrica
del Gyrotourbillon 2, e di quella piana
del Gyrotourbillon I), che garantisce le
migliori prestazioni cronometriche. In
questo modello, poi, la complicazione
del tourbillon sferico è unita al primo
cronografo con visualizzazione digitale
istantanea e saltante (dei minuti crono,
mentre i secondi crono sono espressi
analogicamente dal quadrantino al 9),
presente in un pluricomplicato, nonché
all’indicazione giorno/notte al 3. La cassa da 43,5 mm è in tantalio, metallo poco
conosciuto, scoperto all’inizio del XX secolo, estremamente duro, resistente alla
corrosione e particolarmente arduo da
lavorare: di colore grigio antracite scuro,
presenta accattivanti riflessi bluastri. Il
movimento, che fruisce di trattamento
al rutenio, è ulteriormente impreziosito
dalla lavorazione échoppe, che rende la
superficie granulosa e scintillante.
una sfida per gli artigiani di
Jaeger-LeCoultre, chiamati
a rappresentare il forte
contrasto fra il nero intenso
della notte e la luminosità
delle costellazioni. Per vincerla, il quadrante è stato
realizzato in avventurina,
un quarzo traslucido della
varietà del calcedonio, dallo
straordinario colore blu, a
metà fra l’indaco e il cielo in
tempesta; la fascia sottostante
la suddivisione dei mesi, presenta
una lavorazione guilloché ed è rivestita di una lacca traslucida, decoro e
trattamento presenti anche sul rehaut.
Il vetro bombato del Master Grande
Tradition Tourbillon Céleste sostituisce
la lunetta ed è posto direttamente sul fondo della cassa,
amplificando così l’apertura e offrendo una perfetta visibilità del tourbillon orbitale. D’impatto, infine, la lavorazione
del retro del movimento, visibile dal fondello, a Côtes de
Genève, ad effetto soleil.
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SPECIALE
MASTER GYROTOURBILLON 1
Nel 2004, Jaeger-LeCoultre lancia il
Gyrotourbillon 1. Si tratta di una novità
tecnica unica nel campo dei tourbillon, mirata a mediare in modo ancora
più puntuale le differenti posizioni del
bilanciere nello spazio rispetto alla
verticale, al fine di ridurre le influenze
gravitazionali negative ed ottimizzare
l’isocronismo e, con esso, la precisione.
L’orologio presenta una struttura inedita, con una gabbia esterna ultraleggera che ruota attorno al proprio asse
in 60 secondi e una gabbia interna che
racchiude il bilanciere, la spirale piana
e lo scappamento, rotante su se stessa,
in 24 secondi, attorno ad un asse che
forma un angolo di 90° rispetto all’altra. Inoltre, il movimento visualizza
(lancetta dei minuti “solari” con punta dorata a stella coassiale con quelle
di ore/minuti “medi”) l’equazione del
tempo marciante, il calendario perpetuo (datario analogico retrogrado su
semicerchio centrale; giorno della settimana retrogrado all’8 e ciclo bisestile
a indicazione retrograda sul retro, reso
visibile dal vetro zaffiro integrato sul
fondello) e la riserva di carica al 4 (pari
a 8 giorni). Il quadrante è un ricamo,
in quanto realizzato con una lastra di
avventurina interamente scheletrata,
che alla fine della lavorazione diviene
una sottile rete di pietra punteggiata di
inclusioni scintillanti: la scheletratura,
in questo caso è delicatissima perché
il materiale è assai duro e fragile e il
rischio di rotture è elevatissimo. Da notare, in questa sofisticata scenografia,
il rosone che circonda le sfere di ore/
minuti, decorato da indici in lacca blu,
perfettamente armonizzato nell’insieme. Il vetro zaffiro a forma di cupola
non si limita a proteggere il quadrante,
ma va a “spezzare” la lunetta al 6, allungandosi sulla carrure e consentendo di ammirare in modo approfondito
le evoluzioni del Gyrotourbillon.
IL CONCETTO TECNICO DUOMÈTRE
Prima d’introdurre ben quattro
esemplari di Duomètre appartenenti
alla collezione Hybris Artistica, riassumiamo, qui di seguito, il significato di un simile connotato tecnico,
studiato e sviluppato da Jaeger-LeCoultre: si tratta di un sistema chiamato Dual-Wing. Premettiamo che
negli orologi di concezione tradizionale, qualsiasi funzione che non
sia costantemente solidale nel suo
movimento con il treno del tempo,
provoca un’alterazione nella regolarità di marcia, nel momento stesso
in cui viene innescata (causa assorbimento d’energia dal bariletto, con
riduzione di coppia verso lo scappamento ed incidenza sull’isocronismo del bilanciere): nel cronografo
ciò avviene all’avvio, nella ripetizione
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minuti all’emissione della suoneria,
ed anche il calendario – pur ingranando con il movimento dell’orologio una sola volta al giorno – provoca la medesima conseguenza.
Come determinante soluzione a
questa problematica, gli orologi
della linea Duomètre possiedono
all’interno dello stesso calibro due
meccanismi indipendenti: il primo è
unicamente utilizzato per la misurazione del tempo, mentre il secondo assicura il funzionamento delle
complicazioni (in alcune versioni,
questi sono sincronizzati attraverso
il meccanismo della lancetta “foudroyante” dei secondi). La condivisione, comunque, dell’organo
regolatore garantisce una precisione cronometrica che non risente
dell’innesco di alcuna complicazione, qualunque essa sia.
In sostanza, il movimento è suddiviso in due sezioni, la cui fisionomia assomiglia a due ali e che
offre, quindi, lo spunto per il nome
di Dual-Wing. In ognuna di queste
sezioni funziona un bariletto: il primo è dedicato alle ore, ai minuti,
ai secondi, e alle complicazioni; il
secondo è, invece, interamente “a
disposizione” dello scappamento,
così da garantire un approvvigionamento costante di energia. Entrambi si caricano mediante la corona:
ruotandola in senso orario si arma il
bariletto della misurazione del tempo, mentre lo stesso movimento in
senso antiorario carica la riserva di
marcia delle diverse funzioni.
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La
DUOMÈTRE
À GRANDE SONNERIE
Nel 2009 il Duomètre à Grande Sonnerie poteva essere
considerato come l’orologio con più complicazioni al
mondo, nell’ambito delle suonerie meccaniche. Offre,
infatti, l’indicazione acustica dell’ora, scandita da un
carillon Westminster completo, e permette di ascoltare la melodia originale del Big Ben, la più lunga mai
riprodotta da un orologio con suoneria. Gli ingegneri
hanno interamente rielaborato i principi essenziali del
meccanismo, ricorrendo a tecnologie di punta per offrire un suono amplificato e ricco di tonalità e armonie,
un ritmo regolare, ma anche una Grande Sonnerie facile da utilizzare, senza rischio di manipolazioni errate. Ritornando all’assunto iniziale, non soddisfatta nel
“ridurre” alla sola Grande Sonnerie le complicazioni
dell’orologio, Jaeger-LeCoultre ha voluto aggiungere
un tourbillon volante, posto sul retro del movimento e
un calendario perpetuo con lancette retrograde: i mesi
e i giorni circondano il quadrantino decentrato delle
ore (sfere sottostanti funzionali a contrasto), la data è
indicata nel margine periferico sinistro (sfera azzurrata allungata per la visualizzazione), il ciclo bisestile al
DUOMÈTRE À SPHÉROTOURBILLON
In quest’altro piccolo capolavoro di Jaeger-LeCoultre, i due meccanismi autonomi (Dual Wing), ciascuno dotato della propria fonte di energia (doppia
indicazione della riserva di marcia) e con un organo
regolatore comune, alimentano, uno lo scappamento
a tourbillon e l’altro ore, minuti, secondi (al 6) e secondo fuso orario (al 12). In ogni caso, il tratto distintivo principale di questo modello è lo Sphérotourbillon, sul quale è stato aggiunto un ulteriore asse di
rotazione, che permette di ottenere una rotazione
tridimensionale: oltre alla rotazione attorno all’asse
della gabbia in titanio, il tourbillon ruota anche attorno ad un secondo asse, inclinato di 20°. La combinazione di queste due rotazioni distinte e rapide (la
prima di 30 secondi e la seconda di soli 15 secondi)
consente all’orologio di affrancare la spirale libera
cilindrica, collegata al bilanciere oscillante a 21.600
alternanze/ora, dagli effetti della gravità dovuti alle
diverse posture. Oltre alla sua esemplare affidabilità,
questo eccezionale esemplare può vantarsi di essere
il primo tourbillon regolabile al secondo: infatti, un
apposito pulsante consente di azzerare la lancetta
dei secondi collocata sotto il tourbillon, in base al
principio del flyback. Per esaltare lo spettacolo della
12. Completano
l’insieme il selettore di funzione
della suoneria al
5/6 (Grande Sonnerie, Pétite Sonnerie,
Ripetizione Minuti e
Silenzio) e le riserve di
carica dell’orologio e della suoneria (ad evidenziare il
sistema Dual Wing).
L’eccezionalità del pezzo è adeguatamente sostenuta dalla scelta
di un quadrante realizzato in cristallo di rocca, che permette di osservare
senza impedimenti lo spettacolo della
meccanica orologiera che si cela dietro
un segnatempo con dieci brevetti. La Maison ha scelto una varietà di cristallo di rocca
senza venature, assolutamente trasparente. La
sua struttura, non amorfa come quella del vetro,
interagisce con la luce e dona agli elementi solidi
una colorazione immateriale unica.
meccanica, con lo Sphérotourbillon che sembra fluttuare nel vuoto – il ponte trasparente è realizzato in
zaffiro -, la Manifattura ha realizzato una cassa
composta da due cupole in vetro zaffiro, tra le
quali è sistemato il blocco anse-carrure in
oro bianco: è stato veramente complesso,
in una situazione tale, ottenere una corretta impermeabilità. Inevitabile, poi,
essere catturati dal quadrante, lavorato a échoppe, una tecnica di incisione
a mano: consiste nel rimuovere del
materiale - in questo caso l’oro bianco 18 carati - con movimenti in più
direzioni mediante uno speciale bulino, in modo da ottenere una superficie sorprendente, granulosa e brillante
allo stesso tempo. Per accentuare, poi,
l’effetto scenico del segnatempo, sull’apertura dello Sphèrotourbillon lo sguardo
arriva attraverso una vera e propria scalinata,
i cui gradini, sono anch’essi lavorati con la tecnica échoppe. I differenti quadranti relativi alle
indicazioni orarie sono realizzati in smalto bianco
Grand Feu, con numeri “cotti” con lo smalto rigorosamente secondo la tecnica tradizionale.
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SPECIALE
DUOMÈTRE
À SPHÉROTOURBILLON ENAMEL
Tecnicamente, questo esemplare è identico a
quello precedentemente esposto e si differenzia per la veste estetica di cassa e quadrante.
Quest’ultimo nella versione Enamel, è realizzato con smalto blu paillonné, una tecnica
che prevede di grattugiare minuscole scaglie
da un blocco d’argento e di distribuirle armoniosamente sullo smalto senza concentrarle
in determinate zone e senza disperderle per
la loro elevatissima volatilità. L’impasto che
si viene a creare, dopo il passaggio in forno
a 800°, è oggetto di lucidatura, al fine di far
affiorare gli elementi metallici sul quadrante
senza graffiare la superficie con le polveri di
metallo prezioso. Il risultato è un quadrante
blu notte levigato e punteggiato da polvere di
stelle. Gli fa eco la lunetta, ornata da un sottile bordo di smalto, richiamo all’armonia d’insieme, mentre la carrure è incisa con un mo-
OROLOGIO DA TASCA
DUOMÈTRE SPHÉROTOURBILLON
Vi è da sottolineare che, per circa 100 anni dalla
fondazione, nel 1833, Jaeger-LeCoultre è stata
manifattura di primissimo piano nella produzione di orologi da tasca, già all’epoca abbinando abilità artigianali ed artistiche superiori.
Una tradizione che la Manifattura non vuole
abbandonare, seppure i modelli da tasca, oggi
costituiscano solo delle sofisticate eccezioni
alle serie da polso. Per la collezione Hybris Artistica, Jaeger-LeCoultre ha ritenuto opportuno
farne una, ispirandosi, con l’orologio da tasca
Duomètre Sphérotourbillon, ad un “tasca” con
grande complicazione risalente al 1928: ne riprende i codici grafici, come l’abbinamento
di smalto e oro bianco e lo schema pluricomplicato (la versione d’epoca prevedeva ripetizione minuti, calendario perpetuo e cronografo rattrapante). L’attuale edizione, fa tesoro
dell’impostazione tecnica Duomètre à Sphèrotourbillon adottata sulle varianti da polso, ovviamente ruotando il movimento per collocare
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tivo ispirato al
Palazzo Ducale di Venezia:
per ottenere
questo effetto, sono state
scavate delle
piccole cavità
intorno alla cassa, rivestite poi
di smalto e lucidate per enfatizzare la
bellezza del motivo.
Rimane evidentemente lo schema ad anfiteatro a scendere sullo
Sphèrotourbillon, i cui gradini sono in oro, così da poter
essere soggetti al processo di
smaltatura, evitando soluzioni di
continuità con l’insieme.
la corona al 12, e, accanto ad essa, il pulsante
per lo stop-seconds: in questo modo,
lo Sphérotourbillon è visibile attraverso l’apertura a ore 6. Il modello conferma la lavorazione del
quadrante échoppe, così come i
tre piccoli quadrantini interni
in smalto bianco Grand Feu.
La cornice dell’insieme quadrante e Sphérotourbillon è
in oro e fissata alla lunetta,
a creare una zona di trasparenza eterea che infonde leggerezza all’aspetto estetico
estremamente elaborato.
Il bordo della carrure e la lunetta sono smaltati: lo smalto va posato delicatamente su
queste superfici curve e poco
accessibili, successivamente e delicatamente lucidate per far risaltare
la rete ornamentale metallica finalizzata all’indicazione delle ore.
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La
GRANDE REVERSO
TOURBILLON SQUELETTE
Inevitabile non contemplare la leggenda Reverso, in una simile collezione. Nella versione
Hybris Artistica, l’orologio Grande Reverso ha
scelto la massima trasparenza, per rivelare
meglio il suo spirito orologiero, fra semplicità e virtuosismo tecnico. La parte girevole della cassa è costituita da due placche di
vetro zaffiro, il cui assemblaggio e stabilità
sono resi estremamente complessi dal fatto di
doversi adattare ad una forma non rotonda;
inoltre, per ottenere la necessaria impermeabilità Jaeger-LeCoultre ha dovuto risolvere
il grave problema della fisiologica mancanza
di compressione. Uno sforzo, quello della trasparenza, teso a mostrare nella sua interezza
il movimento meccanico manuale con tourbillon scheletrato: platina e ponti decorati e
incisi manualmente a bulino ed un dedalo di
ruotismi che non lascia niente al caso. Gli ar-
REVERSO CORDONNET NEVA
Jaeger-LeCoultre è indiscusso pioniere nel
segmento dell’orologeria femminile, grazie, tra
l’altro alla presenza quasi impercettibile dei
movimenti miniaturizzati racchiusi all’interno
della cassa, nonché a meravigliose “esercitazioni” d’incastonatura. E, in un simile contesto
l’orologio Reverso si presta a tutte le interpretazioni gioielliere in una cornice di diamanti. Il
Cordonnet Neva segue questa gloriosa scia, affidandosi alla straordinaria estetica del movimento Art Déco, e reinterpreta un modello degli anni
‘30, il cui cinturino era costituito da un cordoncino di pelle. Per sviluppare la massima creatività
e definire un’immagine dinamica, gli specialisti
della Grande Maison hanno utilizzato una tecnica d’incastonatura inventata dalla stessa manifattura e denominata “a neve”, particolarmente
indicata per riprodurre la bellezza della natura.
L’artigiano gioielliere realizza la decorazione direttamente sul materiale, secondo la sua ispirazione. I diamanti, di diametri differenti, vengono
applicati uno dopo l’altro, fianco a fianco, fino a
tigiani preposti hanno pazientemente affinato
il materiale con l’aiuto della lama di una piccola sega per dare la massima leggerezza al
meccanismo, pur garantendogli un’affidabilità
impeccabile. Per rendere omaggio a questo piccolo capolavoro, il movimento è
evidenziato da una
cornice metallica
e sembra fluttuare all’interno della cassa reversibile, mentre la cornice
definisce gl’indici per
permettere di leggere
l’ora. Il fondo del telaio è
ornato da un motivo guilloché soleil, ulteriore tocco di
raffinatezza.
ricoprire interamente la superficie in oro: così,
pressate una contro l’altra e fissate dall’ultima
pietra posizionata, nessuna griffe altera il piacere del tatto e, come sotto un
velo di ghiaccio, le gemme
ricreano l’aspetto del fiume
Neva in inverno, quando
l’acqua fluttua sotto il
ghiaccio che ricopre la
superficie gelata. Questo motivo scintillante
si avvolge letteralmente attorno alle linee
curve
dell’orologio,
percorrendone le articolazioni fino al cinturino. Anch’esso fruisce
dell’incastonatura “a
neve”, resa ancora più
difficile
dall’esigenza
di assicurare flessibilità per l’adattamento al
polso.
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RENDEZ-VOUS CÉLESTIAL
Lanciato nel 2013, il Rendez-Vous Célestial
è un omaggio al fondatore della Grande Maison, Antoine-LeCoultre, fortemente affascinato dalla via lattea e dalle sue costellazioni. Per questa versione dell’Hybris Artistica,
l’area superiore del quadrante, che racchiude
l’arco delle ore stilizzate con le emblematiche cifre allungate, è interamente tempestata
di diamanti baguette secondo la tecnica del
“rock setting”: una tipologia d’incastonatura,
gelosamente custodita dalla Manifattura, che
si distingue per l’assenza di metallo visibile
fra le pietre, fissate sul piano inferiore. La luminosità del quadrante è incredibile e forma
un’aura luminosa attorno all’apertura ellittica che racchiude un disco con lo spettacolo
della mappa del cielo: i dodici segni zodiacali sono stati dipinti a mano sulla placca girevole, realizzata in lapislazzuli. Gli ideatori
dell’orologio hanno scelto,
poi, d’integrare una stella
capace di personalizzare
il tempo: azionato da
una seconda corona
ornata di un diamante capovolto, l’astro
mobile permette di
fissare l’orario per
un
appuntamento,
in modo da poterlo
ricordare immediatamente. Esattamente
come la cassa, riccamente ornata, anche il
bracciale è interamente incastonato, per fare
del Rendez-Vous Célestial un segnatempo
eccezionale.
RENDEZ-VOUS TOURBILLON
Nell’ambito della collezione Hybris Artistica, Jaeger-LeCoultre ha pensato di rivestire interamente
il Rendez-Vous Tourbillon di diamanti, pur conservando le caratteristiche distintive del modello. Il
quadrante dell’orologio, pur riconoscibile, è trasfigurato da un’alternanza di diamanti taglio baguette
e diamanti rotondi. La tecnica d’incastonatura rimane la “rock setting”, precedentemente illustrata,
tale da rendere lo splendore delle pietre ancora più
intenso. Nello stesso stile, anche il bracciale in oro
bianco del Rendez-Vous Tourbillon è stato interamente rielaborato, in termini di fluidità e comfort,
grazie anche ad un’incastonatura molto grafica: le
anse integrate sono state ristrette e contenute, in
modo da adattarle perfettamente al bracciale stesso. E a tanto splendore si abbina la meccanica sopraffina del tourbillon al 6, con lancetta dei secondi
tripartita e il vetro zaffiro a sostenere la trasparenza
della gabbia.
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La
ATMOS MARQUETERIE
- ALFONS MUCHA (1860-1939)
Atmos rappresenta, in qualche modo, il sogno del
movimento infinito. Con il suo meccanismo, quasi
perpetuo, la pendola Atmos è alimentata unicamente
dalle variazioni di temperatura: la variazione minima
di un grado Celsius le assicura una riserva di carica
di 48 ore, permettendo al polmone di alimentazione della forza motrice di espandersi o contrarsi e di
consentire la marcia del movimento. All’interno della struttura di cristallo di vetro, il cui fondo è inciso
con gli stessi motivi delle ante in legno, il meccanismo è a vista e il tempo scorre sui quadranti separati
ed eterei delle ore e dei minuti, realizzati in smalto
Grand Feu; le fasi lunari su di uno sfondo impreziosito da diamanti, sono comunicate attraverso il legno
di palissandro, scelto per le tonalità che richiamano le miniature di Alfons Mucha – pittore e scultore
Ceco, uno dei principali interpreti dell’Art Nouveau,
cui è dedicata quest’Atmos - che ornano le ante della pendola. La sua struttura è straordinariamente
leggera, e contrasta ancora di più con la decorazione sofisticata delle porte laterali in legno - palissandro delle Indie e castagno - che compongono uno
splendido intarsio realizzato a mano. Incorniciate
da questi pannelli, due miniature su smalto riproducono due quadri di Alfons Mucha: “La primavera” e
“L’autunno”. Attraverso le sue opere, questo pittore
idealista desiderava trasmettere un messaggio universale d’armonia, nel quale la bontà e la bellezza
sono intimamente legate. Lo stile di Mucha è caratterizzato da chiome fluenti di donna, simili ad arabeschi, da figure allegoriche dalle tonalità fulve. Ogni
colore delle miniature riprodotte è stato passato al
forno, per acquistare maggiore intensità e fondersi
alla perfezione con le altre tonalità.
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SPECIALE
TAG HEUER
LOOK FORWARD
…Come da sempre ci ha abituato TAG Heuer. E’ stata sempre capace di stupire gli appassionati e di sorprendere gli addetti ai lavori. Ora che il consolidamento manifatturiero sta via
via giungendo a definizione, i progetti “haut de gamme” stanno seguendo una notevole fluidità
operativa, e il Monaco V4 Tourbillon ne è una prova lampante. Attiva su più fronti, poi, la Maison guidata da Stephane Lindèr non poteva rimanere impassibile di fronte alla nuova frontiera
motoristica sportiva, la Formula E, ed è scesa in campo come founding partner.
Abbiamo immaginato Abraham-Louis Breguet, seduto al
Carrera Pendulum, al MikrotourbillonS, al MikroPen-
tavolo di lavoro con, davanti a sé il Monaco V4 Tourbillon
dulum e al MikroPendulumS, ognuno dei quali rinuncia
di TAG Heuer. Non sappiamo se il più grande Maestro
ad alcune delle componenti basilari di funzionamento
orologiaio di tutti i tempi avrebbe apprezzato oppure giu-
meccanico dell’orologio, ritenute inviolabili. A tutto que-
dicato il prodotto un delitto di lesa maestà. Siamo certi,
sto, forse, mancava la ciliegina sulla torta e, esattamente
però, che ne avrebbe verificato il corretto funzionamen-
cinque anni dopo la commercializzazione del V4, studi e
to e, una volta accertatosene si sarebbe, comunque, au-
ricerche hanno portato ad una sua coerente evoluzione,
togratificato, perché sui libri di storia accanto alla voce
per l’appunto, il V4 Tourbillon. Per la prima volta, un tou-
“tourbillon” c’è il suo nome a caratteri cubitali e senza di
rbillon da polso, come accennato, è alimentato attraverso
lui le micro-cinghie di trasmissione non avrebbero mai
un sistema di trasmissione a cinghia e senza corone vi-
visto la luce. Così come, in tal senso, è opportuno fare un
sibili sul fronte. La gabbia completa una rotazione, “tra-
salto indietro di dieci anni, a quell’edizione di Baselworld
dizionalmente”, in un minuto e, all’interno della stessa, il
2004 in cui fu presentato il Monaco V4, un prototipo avve-
bilanciere pulsa a 28.800 alternanze/ora. Il dispositivo di
niristico in cui gli ingranaggi erano sostituiti da un “biz-
ricarica automatica conferma la soluzione lineare adotta-
zarro” sistema di cinghie di trasmissione. Ci sono voluti
ta sul V4, anche se, in questo caso, è un doppio lingotto in
altri 5 anni prima che quell’idea tecnica potesse essere
tungsteno a fornire energia alle due coppie di mole motri-
realizzata in serie e che funzionasse secondo le intenzioni
ci operative all’interno di bariletti montati su cuscinetti a
progettuali. E dopo tutti i correttivi necessariamente ap-
sfere. Anche le cinghie di trasmissione si sono evolute e,
portati, l’assoluta unicità del V4 si è esplicitata grazie al
accanto alle due tradizionali, ne sono state aggiunte altre
mantenimento, oltre al sistema di trasmissione a cinghia,
due dentate rinforzate internamente con un filo d’acciaio
dei quattro bariletti collegati in serie a mezzo di cinghie
a garanzia di un efficace assorbimento degli urti: e, co-
dentate, dei cuscinetti a sfera chiamati a sostituire i tra-
munque, lo spessore della sezione della cinghia più pic-
dizionali rubini e della barra scorrevole verticalmente in
cola misura soli 0,07 millimetri. E l’impatto straordinaria-
platino deputata all’alimentazione “automatica” del mo-
mente avantgarde è opportunamente sostenuto da una
vimento in luogo del classico rotore a semicerchio. Nel
cassa Monaco da 41 x 41 mm in titanio nero space-grade,
contempo, la Maison non si è addormentata sugli allo-
impermeabile fino a 5 atmosfere. Quale sarà, dunque, il
ri e, nel reparto Alta Orologeria di La Chaux-de-Fonds,
prossimo “azzardo” della Maison? Sicuramente i tecnici
ha continuato a sperimentare, dando vita al Calibre 360
sono già al lavoro, e da tempo, e, quando meno ce l’aspet-
Chronograph, al Carrera Mikrograph 1/100th Second, al
tiamo, una nuova idea finalizzata a spostare sempre più in
Carrera Mikrotimer Flying 1000, al Mikrogirder, al Grand
là i limiti del possibile, sarà sotto i nostri occhi.
o tt ob r e
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La
Monaco V4 Tourbillon in titanio nero space-grade, da 41x41 mm.
Si nota in primo piano la gabbia del tourbillon che compie
un giro in un minuto, alimentata da micro-cinghie.
elettrica a bordo di una Tesla. Per ‘celebrare’ l’inizio del
suddetto Campionato, poi, TAG Heuer, inevitabilmente
ha riassunto i quattro connotati del nuovo progetto FIA,
ossia velocità, motori, ecologia, avanguardia, presentando una collezione di cronografi automatici, fortemente
contemporanei e attuali sia in termini di design che di
materiali, denominata Formula 1 Calibro 16. Sono i primi automatici della serie Formula 1, realizzati su cassa in acciaio da 44 mm, proposta anche nella versione
SPIRITO “GREEN”
Full Black, rivestita in carburo di titanio. L’imprinting
All’avanguardia nella tecnica, TAG Heuer non dimen-
sporty-elegance emerge nell’alternanza tra finitura sa-
tica mai il suo DNA squisitamente sportivo, legato in
tinata e lucida sul fianco della carrure. Aggressiva la lu-
particolare ai motori, motivo per cui il 15 marzo 2013, si
netta fissa con “scheletratura” periferica che avvolge la
può dire a “scatola chiusa”, ha sottoscritto l’accordo di
base, incisa con la scala tachimetrica a contrasto (scritta
Founding Partner ed Official Chronometer del Campio-
“Tachymetre” in rosso, stesso colore che ritorna nell’a-
nato FIA Formula E. Si tratta di vetture alimentate solo
nello intermedio del pulsante crono di start/stop e nelle
elettricamente, ben 20 per questo esordio mondiale; le
sfere cronografiche). Potente la corona sovradimensio-
gare hanno una durata di 50/60 minuti e le batterie sup-
nata, protetta da spallette e serrata a vite, sostanziale
portano le vetture, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h
contributo all’impermeabilità della cassa fino a 20 atmo-
in 3 secondi e di raggiungere i 225 km/h, per non più di
sfere. Il calibro meccanico automatico, denominato 16, è
30 minuti (nel pit stop il pilota cambia auto “al volo”).
sviluppato sulla piattaforma tecnica del collaudatissimo
Altro connotato sostanziale, e irreale per un autodromo,
ETA-Valjoux 7750, con smistamento della cronografia su
è l’assoluta silenziosità che mette a dura prova i piloti,
triplice camma e innesto a pignone oscillante: dà vita, sul
abituati ad “ascoltare” il motore, ed indicativa in tal sen-
quadrante nero mat, ad una visualizzazione tri-compax,
so è stata la prima prova, svoltasi lo scorso 13 settembre
con piccoli secondi al 9 e datario a finestrella al 3. Un mo-
a Pechino (la prossima sarà a Putrajaya in Malesia, il 22
dello d’indiscutibile impatto, completato, nella versione
novembre), vinta dal pilota brasiliano e ambasciatore del
Full Black, da un cinturino traforato in pelle nera con im-
brand, Lucas Di Grassi, del team Audi Sport ABT. TAG
punture rosso racing, in luogo del bracciale. Il costo è di
Heuer, aderendo con convinzione al progetto Formula
2.300 € per la versione acciaio/bracciale, e 2.700 € per la
E, ha voluto confermare la sua pole position anche sul
variante Full Black.
fronte delle tematiche “green”: infatti,
gli attuali edifici e
stabilimenti in Svizzera
della
Maison
sono alimentati da
pannelli solari con
uno degli impianti
fotovoltaici più grandi di tutto il Paese, e
nel 2010 ricordiamo
l’organizzazione del
primo giro del mondo su GT Car 100%
I due modelli Formula 1 Calibre 16, lanciati da TAG Heuer in occasione
dell’inizio del Campionato del Mondo FIA Formula E. Sono animati dal
Calibre 16. La cassa è in acciaio o acciaio rivestito in carburo di titanio,
da 44 mm di diametro, impermeabile fino a 20 atmosfere. La versione
Full Black fruisce di un cinturino traforato in pelle nera.
o tto bre
2014