allegato tecnico tor cervara - Autorizzazione Integrata Ambientale
Transcript
allegato tecnico tor cervara - Autorizzazione Integrata Ambientale
ALLEGATO TECNICO Dati identificativi dell’impianto Ragione sociale Sede legale Sede operativa Tipo di impianto Tor Cervara Industria Alimentare SpA Via di Cervara, 190 - 00155 Roma Via di Cervara, 190 - 00155 Roma antecedente all’entrata in vigore della L. n. 349 del 08/07/1986 istitutiva della procedura di V.I.A. Codice attività IPPC 6.4 a) Macelli aventi capacità di produzione di carcasse di oltre 50 t al giorno 15 105.03 Classificazione NACE Classificazione NOSE-P Rappresentante legale Gestore Referente IPPC Arturo Corbelli Arturo Corbelli Otello D’Antoni Impianto a rischio di incidente NO rilevante Sistema di gestione ambientale NO Presso lo stabilimento sono svolte anche le seguenti attività non IPPC: - Lavorazione carni codice IPPC 6.4b): Insaccati freschi, Insaccati stagionati, Prosciutti cotti Inquadramento territoriale e ambientale L’area in cui è ubicato lo stabilimento è costituita da nuclei produttivi, industriali e residenziali, non rientra in ZPS né in zona SIC e non vi sono elementi di interesse paesaggistico, archeologico e architettonico. Assetto produttivo – impiantistico L’impianto, censito al catasto del Comune di Roma al foglio 658 Particella 189, cat D7, occupa una superficie totale di 4074,81 m2 di cui: superficie coperta 3376,67 mq; superficie Scoperta pavimentata 648,14mq; superficie Scoperta non pavimenta 20 mq. Descrizione ciclo produttivo attuale I processi principali dell’azienda consistono in: - Macellazione di carne suina; - sezionamento; - lavorazione insaccati, salsicce fresche; - lavorazione insaccati salumi; - lavorazione cotti. Le apparecchiature utilizzate sono: apparecchio di elettronarcosi; vasca scottatura, con consumo di vapore per il mantenimento della temperatura dell’acqua; macchina spazzolatrice elettrica; tunnel di flambatura a getti di fiamma alimentato a metano;. tunnel di raffreddamento rapido e/o congelamento. 1 Sono presenti i seguenti ambienti: - locali macellazione e sezionamento; - locali lavorazione carni; - locali tripperie; - impianto di depurazione; - stazione di lavaggio mezzi; - depositi temporanei rifiuti; - locali per ricovero attrezzature varie; - locali tecnologici; - locali di presidio e controllo; - depositi frigoriferi - corridoio per spedizione animali. Impatti e criticità Consumi, movimentazione e stoccaggio di materie prime ed ausiliarie Le materie utilizzate sono: - suini - sale marino - detergenti Consumi energetici ed idrici energia termica (prodotta da due caldaie, rispettivamente Mingazzini da 2,3 MWh e Panini da 0,9 MW/h; energia elettrica (acquistata dall’esterno) acqua (prelevata da acquedotto e da pozzo) combustibili: metano e gasolio (per i mezzi di trasporto) Emissioni in aria L’impianto è autorizzato dalla Provincia di Roma con Det. Dirig. Prot n° 1854/893 del 24/01/2000 per attività a ridotto inquinamento atmosferico compresa nell’Allegato 2 punto 20 del DPR 25/07/1991 (ai sensi del DPR 24/05/1988, n 203) relativamente all’attività di trasformazione e conservazione carne (forno di essiccazione pancette, E1), esclusa la surgelazione, con la produzione non superiore a 1000kg/g Vi sino, inoltre, due caldaie (E2, E3), non soggette ad autorizzazione ai sensi art 269, c.14 del Dlgs 152/2006, un camino di estrazione del tunnel di flambatura (E4) ed un camino di estrazione dei vapori del lava carrelli (E5). Il quadro emissivo dei flussi convogliati dell’impianto è il seguente: Camino Fasi e dispositivi tecnici di provenienza E1 Forno essicazione pancette E2 Caldaia Mingazzini E3 Caldaia Panini E4 Camino di estrazione del tunnel di flambatura E5 Camino di estrazione dei vapori del lavacarrelli Altezza dal suolo (m) 12 Sezione (m2) 0,038 7,5 0,12 8 0,10 Le emissioni diffuse derivano dai sistemi di ventilazione costituiti da 2 ventole di estrazione di aria 2 umida. La presenza di emissioni fuggitive è dovuta alla presenza di celle frigorifere.. Prelievi e scarichi idrici L’azienda è allacciata al pubblico acquedotto, e gli impieghi sono per uso igienico-sanitario, industriale e lavaggio delle aree di alvorazione. Inoltre è presente un pozzo. Lo stabilimento ha ottenuto un’autorizzazione rilasciata dal Comune di Roma il 14/02/2006 con Prot n 8197 allo scarico di “acque reflue industriali” in fognatura comunale ai sensi del D.Lgs. 152/06. Lo scarico (SF1) è di tipo continuo, ha una portata media giornaliera di 350 m3/g, portata media annua di 98.000 m3/anno, e dopo trattamento di depurazione biologico recapita in fognatura comunale, gestita da Acea Ato2 con esito nell’impianto di depurazione di ROMA EST. Allo scarico non sono presenti misuratori di portata, ne’ sistemi di controllo dei parametri analitici, nè campionatori automatici. Nello stabilimento non viene effettuato il trattamento delle acque meteoriche di prima pioggia, che si uniscono agli scarichi di acque reflue industriali e recapitano in fognatura. Rifiuti Il Gestore effettua il deposito temporaneo dei rifiuti con le seguenti capacità di stoccaggio: Capacità di stoccaggio di rifiuti non pericolosi destinati allo smaltimento: 20m3. Capacità di stoccaggio di rifiuti non pericolosi destinati al recupero: Codice CER Descrizione 20m3. Stato fisico 020204 fanghi liquido 130208 Oli per motori, lubrificanti liquido 150106 Imballaggi in materiali misti solido 200301 RSU solido Rumore L’area ricade in Classe III del piano di zonizzazione acustica del Comune di Roma approvato con delibera C.C. del 29.01.2004 n 12. Sono presenti le seguenti sorgenti sonore: - Gruppo elettrogeno; - Motori celle di raffreddamento; - Depuratore; - Carico scarico merci; - Sala macchine; - Caldaie; - Officina meccanica; - Macello; - Motori di aspirazione macello. Le sorgenti inserite nell’ambiente debbono rispettare, oltre ai limiti assoluti per la zona III (diurno: 60 dB diurno – notturno: 50 dB), anche il limite differenziale di immissione previsto in 5 dB(A) per il periodo diurno e 3 dB(A), calcolato come differenza tra il livello ambientale ed il livello residuo (LA – LR). Suolo ed acque sotterranee Lo stoccaggio di materie prime , prodotti ed intermedi, insieme allo stoccaggio e manipolazione dei 3 rifiuti, rappresentano possibili punti critici per la contaminazione del terreno. Consumi energetici Tra le attività tecnicamente connesse vi è la produzione di vapore ottenuta con due caldaie (Mingazzini da 2,3MW/h e Panini 0,9 MW/h) e destinato al riscaldamento delle acque della vasca di scottatura ed in minima parte per la produzione di acqua calda dei servizi e per la produzione di cotti; l’energia elettrica viene acquistata dall’esterno e utilizzata esclusivamente all’interno del complesso produttivo. Si riportano di seguito i dati energetici associati all’impianto. Fase alimentata Macellazione sezionamento Apparecchiatura Potenza termica (kW) Combustibile utilizzato Capacità produttiva (MWh) Caldaia Mingazzini 2093 metano 2,1 Caldaia Panini 1116 metano 0,94 metano TOTALE 3,04 Flambatore . CONSUMO DI ENERGIA Fasi o gruppi di fasi Tutte le fasi dell’attività Capacità produttiva Energia termica Energia elettrica consumata (MWh) consumata (MWh) 3,04 3850 Odori In questa tipologia di impianto esiste il rischio di produzione di cattivi odori. Le emissioni di odore sono sia di tipo convogliato (camino affumicatura pancette, flambatura suini) sia di tipo diffuso (vasche di stoccaggio scarti di origine animale, presenza di stallatico, impianto di depurazione). PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE Il gestore deve: 1. entro 30 giorni dalla data del rilascio del presente provvedimento, comunicare alla Provincia di Roma Dip. IV Servizio 3 (d’ora in avanti Provincia) e all’ARPA Lazio, ai sensi del comma 1 dell’art. 11 del D. Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59, di attuare le condizioni stabilite nell’autorizzazione integrata ambientale; 2. entro il 31 dicembre di ogni anno dopo la comunicazione di cui al punto 1, in ottemperanza a quanto previsto al comma 2 dell’art. 11 del D. Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59, presentare alla Provincia di Roma, all’ARPA Lazio e al Comune di Roma (d’ora in avanti Comune), una relazione che contenga i dati relativi all’autocontrollo dell’impianto e un commento ai dati presentati in modo da evidenziare le prestazioni ambientali dell’impianto nel tempo (1a trasmissione: 31.12.2010); 3. prima della comunicazione di cui al punto 1, in ottemperanza a quanto previsto dal comma 1 lettera a) dell’articolo 6 del decreto interministeriale 24 aprile 2008, versare ad ARPA Lazio, autorità di controllo individuata dall’articolo 11 comma 3 del D. Lgs. 59/2005, la tariffa relativa alle attività di controllo programmato previste nel P. M. e C. (1o versamento); 4 4. entro il 30 gennaio di ogni anno, in ottemperanza a quanto previsto dal comma 1 lettera b) dell’articolo 6 del decreto interministeriale 24 aprile 2008, dovrà versare ad ARPA Lazio, autorità di controllo individuata dall’articolo 11 comma 3 del D. Lgs. 59/2005, la tariffa relativa alle attività di controllo programmato previste nel P. M. e C. (2° versamento entro il 30.01.2012); 5. trasmettere al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per il tramite dell’I.S.P.R.A., entro il 30 aprile di ogni anno, i dati caratteristici relativi alle emissioni in aria, acqua e suolo dell'anno precedente, secondo quanto già stabilito ai sensi dell'articolo 10, comma 2, del D. Lgs. 4 agosto 1999 n. 372 (1a trasmissione 30.04.2011); 6. tenere presso la sede dell’impianto, a disposizione degli Enti preposti al controllo per eventuali approfondimenti, copia della documentazione tecnica presentata per il rilascio del presente provvedimento; 7. fornire, ai sensi dell’art. 11, comma 5, del D. Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59, tutta l’assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all’impianto al fine di consentire le attività di vigilanza e controllo. In particolare, il Gestore deve garantire l’accesso agli impianti del personale incaricato dei controlli; 8. comunicare tempestivamente alla Provincia, all’ARPA Lazio e al Comune l’eventuale blocco parziale o totale dell’impianto per cause di emergenza. In particolare, tali fermi dell’impianto devono essere registrati, riportando ora di fermo e di riavvio, motivazioni dello stesso ed eventuali interventi effettuati conformemente al piano di monitoraggio e controllo; 9. informare tempestivamente la Provincia ed ARPA Lazio dei risultati dei controlli delle emissioni relative all’impianto in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente, ai sensi dell’art. 11, comma 3 lettera c), del D. Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59; 10. comunicare alla Provincia, all’ARPA Lazio ed al Comune, con almeno 60 giorni di anticipo, le eventuali modifiche all'impianto (come definite dall’articolo 2, comma 1, lettera m) del D. Lgs. 59/2005. La Provincia (Autorità competente) valuta tali modifiche ai sensi dell’art. 10 del D. Lgs. 18 febbraio 2005 n. 59 e, ove lo ritenga necessario, aggiorna l'autorizzazione integrata ambientale o le relative condizioni, ovvero, se rileva che le modifiche proposte sono sostanziali ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera n) del D. Lgs. 59/2005, ne dà notizia al gestore entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione ai fini degli adempimenti di cui al comma 2 dell’articolo 10 del D. Lgs. 59/2005. Decorso tale termine, il gestore può procedere alla realizzazione delle modifiche comunicate. Nel caso in cui le modifiche proposte, ad avviso del gestore o a seguito della comunicazione di cui sopra, risultino sostanziali, il gestore deve inviare all'autorità competente una nuova domanda di autorizzazione; 11. sottoporre il sito produttivo a verifica di assoggettabilità a VIA, qualora ricorrano le condizioni di cui al punto 8 lettera t dell’allegato IV parte II del Dlgs 152/06. (art. 20 Parte II Dlgs 152/06) 12. dare comunicazione alla Provincia, al Comune ed all’ARPA Lazio qualora intenda cessare l’attività. La Provincia, a seguito della citata comunicazione, stabilirà una scadenza entro la quale il Gestore dovrà presentare alla Provincia stessa, al Comune ed all’ARPA Lazio, un adeguato piano di dismissione e ripristino del sito. 13. Evitare qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva dell’attività, ed eventualmente ripristinare il sito stesso ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale. A far data dalla chiusura dell’impianto e fino all’avvenuta bonifica e ripristino dello stato dei luoghi, il soggetto autorizzato è responsabile, ai sensi della 5 vigente legislazione civile e penale, per ogni evento dannoso che si dovesse eventualmente produrre. 14. comunicare alla Provincia e ad ARPA Lazio eventuali cambiamenti riguardanti: - Ruoli e responsabilità nella gestione degli impianti e dei processi ed in particolare comunicare eventuali variazioni societarie, del rappresentante legale e del responsabile IPPC dell’impianto - Procedure di definizione degli aspetti gestionali (controllo della documentazione e registrazioni, gestione della comunicazione, gestione della conformità, gestione delle verifiche ispettive periodiche); - Procedure contenenti i criteri operativi per la gestione degli impianti e delle apparecchiature suddivise per comparti ambientali e per processi; - Procedure contenenti le modalità di sorveglianza e monitoraggio dei criteri operativi e degli indicatori ambientali definiti; - Procedure per la gestione delle emergenze ambientali. 15. utilizzare i metodi di prelievo ed analisi per la verifica delle emissioni indicati nell’Allegato 2 del D.M. 31/01/2005 e nel Decreto “Tariffe” del 24/04/2008, che dispone le “modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”; 16. entro 60 giorni dal rilascio del presente provvedimento, identificare fisicamente tutti i punti di emissione (scarichi, emissioni in atmosfera), le aree di stoccaggio dei rifiuti nonché i pozzi di emungimento di acque apponendo in maniera chiara la codifica adottata nel presente atto; 17. mantenere il ciclo produttivo e le modalità gestionali conformi alle specifiche tecniche ed alle previsioni contenute nella documentazione allegata all’istanza per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, e nelle relative integrazioni, laddove non contrastino con le prescrizioni del presente provvedimento; 18. adottare tutte le misure gestionali atte a prevenire fenomeni significativi di inquinamento ed adottare le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze; 19. garantire che le operazioni autorizzate siano svolte in conformità con le vigenti normative di tutela ambientale, di salute e di sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica; 20. conservare tutti i dati derivanti dal monitoraggio presso lo stabilimento in formato elettronico e/o cartaceo per almeno 6 anni, come specificato nel P.M. e C.; 21. garantire l’accesso delle autorità competenti per il controllo alle registrazioni, alle procedure e alle istruzioni operative del sistema di gestione ambientale; 22. ottemperare ad eventuali integrazioni e/o modificazioni normative in materia ambientale ed igienico-sanitaria che dovessero subentrare successivamente all’adozione della presente autorizzazione e comunicare alla Provincia eventuali variazioni societarie, del rappresentante legale e del responsabile IPPC dell’impianto. 23. comunicare ad ARPA Lazio e Provincia, con almeno 15 giorni consecutivi di preavviso, le date di esecuzione delle attività di autocontrollo di emissioni, scarichi, rifiuti o rumore, terreni, etc. 24. entro 1 mese dal rilascio dell’AIA deve riportare il confronto tra le tecnologie adottate presso lo stabilimento e le MTD pubblicate nel D.M. 29.1.2007 “Emanazione di linee guida per l’individuazione delle migliori tecniche disponibili in materia di allevamenti, macelli e trattamento di carcasse, per le attività elencate nell’Allegato I del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59” e redigere una relazione dettagliata e puntuale. 6 PRESCRIZIONI SU CONSUMI, MATERIE PRIME E AUSILIARIE MOVIMENTAZIONE E STOCCAGGIO Il gestore deve: 1. comunicare alla Provincia, entro 1 mese dal rilascio del presente provvedimento, l’elenco completo di materie prime e ausiliarie. L’utilizzo di materie e combustibili differenti da quelli comunicati nella domanda di AIA dovrà essere tempestivamente comunicato. 2. caratterizzare e quantificate tutte le materie prime, le forniture di combustibili e di materie ausiliarie (compresi anche eventuali prodotti utilizzati per il lavaggio come saponi, disinfettanti, detergenti ecc) che raggiungono l’impianto con modalità e frequenze indicate nel piano di monitoraggio e controllo. 3. Adottare, relativamente all’impiego di prodotti specifici per le operazioni di lavaggio e sanificazione, opportuni accorgimenti per evitare sprechi e consumi anomali. Inoltre, nella scelta degli stessi prodotti detergenti e disinfettanti, deve privilegiare quelli a minor effetto inquinante, in particolare evitando detergenti clorurati. 4. Utilizzare, per le attività dell’insediamento produttivo, combustibili conformi a quanto previsto nell’art. 6 delle Norme di Attuazione del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria approvato con Delibera del Consiglio Regionale del Lazio n. 66 del 10 dicembre 2009; 5. Realizzare lo stoccaggio delle materie ausiliarie e dei combustibili in sicurezza in modo da impedire eventuali fuoriuscire di prodotti. In particolare, tutti i serbatoi di combustibile liquido dovranno essere dotati di bacino di contenimento di capacità pari ad almeno 1/3 rispetto a quella del serbatoio stesso e dovranno essere soggetti a controlli periodici secondo quanto indicato nel piano di monitoraggio e controllo. Inoltre, le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi di combustibili liquidi e le tubazioni accessorie dovranno essere tali da impedire sversamenti e da consentire la raccolta di eventuali perdite. . LIMITI ALLE EMISSIONI IN ARIA Il gestore deve: 1. rispettare i seguenti limiti alle emissioni: Punto di emissione Parametro Unità di Misura portata normalizzata secca Nm /h temperatura al punto di prelievo polveri totali E1 essiccazione pancette ossidi di azoto NOx ossidi di zolfo SOx monossido di carbonio SOV espresse come TOC Punto di emissione E2 caldaia produzione vapore Mingazini Limite (*) 3 Parametro 250 °C 65 mg/ Nm 3 5 mg/ Nm 3 300 mg/ Nm 3 35 mg/ Nm 3 100 mg/ Nm 3 50 Unità di Misura 3 portata normalizzata secca Nm /h temperatura al punto di prelievo polveri totali ossidi di azoto NOx 7 Limite (*) (**) 350 °C 270 mg/ Nm 3 5 mg/ Nm 3 200 mg/ Nm3 ossidi di zolfo SOx monossido di carbonio mg/ Nm Potenzialità bruciatore MW 130 °C 250 mg/ Nm 3 5 mg/ Nm 3 200 mg/ Nm 3 35 monossido di carbonio mg/ Nm 3 100 Potenzialità bruciatore MW polveri totali ossidi di azoto NOx ossidi di zolfo SOx E4 Camino di estrazione tunnel di flambatura 2,093 Nm /h temperatura al punto di prelievo Punto di emissione 100 3 portata normalizzata secca E3 caldaia produzione vapore Panini 35 3 Parametro 1,116 Unità di Misura polveri totali ossidi di azoto NOx ossidi di zolfo SOx monossido di carbonio SOV espresse come TOC Limite (*) (**) (°) mg/ Nm 3 5 mg/ Nm 3 50 mg/ Nm 3 35 mg/ Nm 3 50 mg/ Nm 3 50 Punto di emissione Parametro Unità di Misura Limite (*) (**) (°) E5 Camino di estrazione dei vapori del lavacarrelli polveri totali mg/ Nm3 5 mg/ Nm 3 20 Sostanze di origine basica, espresse come NaOH mg/ Nm 3 10 SOV espresse come TOC mg/ Nm3 50 HCl (*) I valori limite di emissione fissati nella Tabella Emissioni sopra riportata rappresentano la massima concentrazione oraria di inquinanti che può essere emessa in atmosfera dalle lavorazione o dagli impianti considerati e si applicano ai periodi di normale funzionamento dell’impianto in tutte le condizioni di esercizio. (**) I limiti di emissione degli inquinanti del generatore di vapore si riferiscono ad un tenore di ossigeno, nell’effluente gassoso, del 3%. (°) i limiti di emissione imposti per il punto E/4 con il presente provvedimento sono vincolanti per le polveri, mentre per gli altri inquinanti possono essere variati in eccesso di un 50% essendo il processo di flambatura non controllabile. 2. convogliare, entro il 31/12/2010, le emissioni del camino E1 ad un sistema di abbattimento prima del rilascio in atmosfera, dandone comunicazione alla Provincia. 3. soddisfare l’eventuale necessità di riscaldamento invernale e/o di acqua calda per uso igienico-sanitario dello stabilimento in conformità a quanto prescritto dall’art. 6 comma 6 delle Norme di Attuazione del PRQA della Regione Lazio; 4. entro 6 mesi dal rilascio del presente provvedimento, presentare alla Provincia e agli altri enti competenti uno studio finalizzato alla verifica dei contributi delle emissioni dell’impianto sui livelli di concentrazione degli inquinanti nel territorio, che risulti conforme alla procedura tecnica n. 2 dell’allegato 2 delle Norme di Attuazione del P.R.Q.A.; 5. dare immediata comunicazione (entro le successive 8 ore dall’evento) alla Provincia e ad ARPA Lazio nel caso in cui si verifichino anomalie di funzionamento od interruzione di esercizio dell’impianto di abbattimento delle emissioni inquinanti e sospendere le 8 lavorazioni fino alla rimessa in perfetta efficienza dello stesso; 6. rispettare i criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valori limite, secondo quanto disposto dall’allegato VI degli allegati alla parte V del D. Lgs. 152/2006. 7. evitare, e ove non possibile, contenere il più possibile l’emanazione di odori sgradevoli. 8. dotare i condotti di scarico delle emissioni di idonee prese, posizionate e dimensionate in accordo con quanto specificatamente indicato nel manuale UNICHIM n, 122, con opportuna chiusura per il campionamento degli effluenti, fatte salve eventuali nuove indicazioni legislative e/o di buona pratica. La sezione di campionamento deve essere resa accessibile e agibile per le operazioni di rilevazione con le necessarie condizioni di sicurezza previste dalla normativa vigente in materia di prevenzione dagli infortuni ed igiene del lavoro. 9. assicurare che, al fine di favorire la dispersione delle emissioni, la direzione del flusso della parte terminale del punto di emissione allo sbocco sia verticale verso l’alto, con altezza minima tale da superare di almeno un metro qualsiasi ostacolo o struttura distante meno di dieci metri (è da intendersi che non possono considerarsi ostacoli o strutture gli elementi stessi dell’impianto quali filtri, ciminiere, passerelle non presidiate, scalette, tubazioni, ecc. ad eccezione dei luoghi adibiti ad attività amministrativa o ricreativa quali uffici, mense ecc); i punti di emissione situati a distanza compresa tra 10 e 50 metri da aperture di locali abitabili esterni al perimetro dello stabilimento, devono essere a quota non inferiore a quella del filo superiore dell’apertura più alta; 10. registrare le caratteristiche di funzionamento dell’impianto, ogni interruzione del normale funzionamento dell’impianto di abbattimento, le manutenzioni ordinari e straordinarie, i guasti, i malfunzionamenti, le interruzioni di funzionamento dell’impianto produttivo, nonché i dati relativi ai controlli analitici discontinui previsti nell’autorizzazione i cui certificati devono essere allegati allo stesso Tale registro deve essere posto a disposizione delle autorità competenti per il controllo. 11. effettuare annualmente l’analisi dei gas di scarico dei mezzi aziendali. 12. identificare i camini con la numerazione adottata nella presente autorizzazione e presentare entro 1 mese dal rilascio del presente provvedimento una planimetria aggiornata dei punti di emissione denominandoli E1, E2, E3, E4, E5. 13. adottare misure atte a limitare la dispersione delle emissioni polverulente, comunque non soggette ad autorizzazione. 14. effettuare le verifiche periodiche delle fughe di gas ad effetto serra o ozono lesivi, in corrispondenza dei circuiti del freddo. PRESCRIZIONI ALLE EMISSIONI SONORE Il gestore deve: 1. Rispettare i limiti di emissione stabiliti dalla classificazione acustica del Comune di Roma nella zona interessata dall’impianto, che corrispondenti alla classe III: 60 dB (giorno)-50 dB (notte); 2. Verificare, in caso di eventuali modifiche delle attività produttive e/o degli impianti di servizio, anche dovute ad ammodernamenti e/o manutenzioni ordinarie e/o straordinarie, che le modifiche effettuate non peggiorino la situazione delle emissioni sonore; 3. Effettuare, con cadenza biennale, una campagna di misura in corrispondenza delle abitazioni prossime all’impianto anche con il criterio differenziale (emissione-immissione) finalizzata alla verifica dei valori limite previsti dalla Legge 447/1995. Gli esiti delle misure dovranno 9 essere conservati e tenuti a disposizione delle autorità di controllo per almeno 5 anni. 4. Nel caso di superamento limiti previsti dal Piano di zonizzazione Comunale, predisporre piano di bonifica acustica che preveda tutti gli interventi necessari al contenimento del rumore e darne comunicazione all’ARPA Lazio e alla Provincia. PRESCRIZIONI SU PRELIEVI E SCARICHI Il gestore deve: 1. rendere il pozzo per l’approvvigionamento idrico sempre accessibile per l’eventuale campionamento da parte dell’autorità competente per il controllo. 2. installare (laddove mancanti) e mantenere sempre in perfetta efficienza idonei strumenti per la misura dell’acqua prelevata da pozzo e denunciare annualmente al soggetto gestore del servizio idrico il quantitativo di acqua prelevato nei termini e secondo le modalità previste dall’articolo 165 del Dlgs 152/2006. 3. garantire l’accesso al pozzetto per prelievi a valle degli scarichi di acque meteoriche (MI1) prima della commistione con le acque reflue industriali e prima del recapito in pubblica fognatura. 4. mantenere in condizioni di efficienza e accessibilità il punto di prelievo (SF1) a valle dell’impianto di depurazione ed effettuare idonea manutenzione, ordinaria e straordinaria, dell’impianto stesso al fine di permettere un costante ed efficiente funzionamento. 5. nelle more dell’emanazione di norme tecniche, prescrizioni regolamentari e valori limite da parte dell’Autorità d’Ambito e della Regione (D. Lgs 152/2006 art 107 c.1. e c.4), rispettare i valori di emissione delle acque di scarico secondo la tab.3, colonna “scarico in fognatura” dell’allegato 5 del D. Lgs 152/2006; detti valori limiti di accettabilità non debbono in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione con acque di raffreddamento o con acque prelevate esclusivamente allo scopo (D. Lgs 152/2006 art 101, c5); 6. eseguire analisi chimico-fisiche trimestrali dello scarico di acque reflue industriali, campionando al pozzetto di prelievo prima della immissione su corpo idrico superficiale; i laboratori di analisi devono essere accreditati per le determinazioni analitiche richieste; sono esclusi da detto accreditamento i laboratori pubblici. 7. adottare idonei sistemi atti a garantire il rispetto dei criteri generali per un corretto e razionale uso dell’acqua, in modo da favorirne il massimo risparmio nell’utilizzazione. 8. monitorare i consumi idrici come previsto nel piano di monitoraggio e controllo. 9. mantenere sempre efficienti idonei strumenti per la misura degli scarichi delle acque reflue industriali, delle acque approvvigionate ed emunte. 10. eseguire le lavorazioni o il deposito di materiali o semilavorati, di attrezzature o automezzi o depositi di materiali, materie prime, prodotti, ecc. in piazzali impermeabili, entro sei mesi dall’autorizzazione AIA dovrà dotare le aree scoperte dello stabilimento di sistemi di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia ai sensi dell’art. 24 comma 3 delle Norme di attuazione del Piano di Tutela della acque della regione Lazio. 11. effettuare la raccolta separata del sangue dagli scarichi idrici ed inviarlo ad idonei impianti di smaltimento conto terzi. 12. provvedere alla corretta manutenzione della pavimentazione dell’intero stabilimento (interna ed esterna) per prevenire infiltrazioni di contaminanti nelle acque sotterranee. 13. Richiedere un aggiornamento dell’autorizzazione (D. Lgs 152/2006 art 124, c.12) qualora 10 l’insediamento sia soggetto ad ampliamento o ristrutturazione che comporti una variazione quali-quantitativa dello scarico preesistente; inoltra non potranno essere attivati nuovi scarichi se non preventivamente autorizzati (D.Lgs. 152/2006 art 124, c1). 14. Rispettare tutte le prescrizioni tecniche previste dalla normativa statale o regionale integrativa, che per quanto applicabili si intendono come prescritte dalla presente autorizzazione. 15. presentare entro 6 mesi dal rilascio del presente provvedimento una planimetria aggiornata delle reti e degli scarichi idrici con indicazione dei punti SF1 e MI1, accompagnata da una relazione dettagliata di funzionamento dell’impianto di depurazione. LIMITI E PRESCRIZIONI ALLA GESTIONE DEI RIFIUTI Il Gestore deve: 1. Effettuare la gestione dei rifiuti in regime di “deposito temporaneo” nel rispetto delle condizioni stabilite dall’art. 183, comma 1, lettera m) del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.. 2. Nei depositi temporanei di rifiuti riportare la natura dei rifiuti espressa secondo gli opportuni codici C.E.R. 3. realizzare lo stoccaggio dei rifiuti in modo tale da preservare i contenitori dall’azione degli agenti atmosferici e da impedire che eventuali perdite possano defluire in corpi recettori superficiali e/o profondi (in particolare sul terreno, in pozzi idropotabili, pozzi perdenti, caditoie a servizio della rete di raccolta acque meteoriche); nel caso di utilizzo di contenitori quali cassoni, dotare obbligatoriamente gli stessi di sistemi di chiusura o copertura superiore. 4. entro il 31/12/2010 presentare alla Provincia una relazione tecnica che descriva compiutamente le modalità di gestione e trattamento dei rifiuti di origine animale sottoposti al Reg.CE 1774/2002. PRESCRIZIONI SU SUOLO E ACQUE SOTTERRANEE Il Gestore deve: 1. mantenere in buono stato la pavimentazione impermeabile dell’impianto intervenendo ove si presenti usurata o fessurata. 2. controllare periodicamente e mantenere pulite le griglie di scolo delle pavimentazioni; 3. raccogliere e gestire ai sensi di legge le acque di dilavamento (acque meteoriche) che possono essere contaminate in quanto provenienti da aree potenzialmente inquinate. 4. Sottoporre ad ispezioni secondo modalità e frequenza indicate nel piano di monitoraggio le vasche dell’impianto di depurazione. PRESCRIZIONI SU CONSUMI ENERGETICI Il gestore deve: 1) registrare i consumi e la produzione di energia termica ed elettrica secondo modalità e frequenza indicati nel piano di monitoraggio e controllo. 2) privilegiare, in caso di sostituzione di apparecchiature obsolete con altre di nuova generazione, macchinari a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale.. 11 PRESCRIZIONI SUGLI ODORI Il gestore deve: 1. garantire che i rifiuti putrescibili e gli scarti di origine animale siano raccolti in contenitori chiusi. 2. sottoporre a frequenti procedure di pulizia e sanificazione i locali e le apparecchiature (vasche a griglia, filtropressa, ecc), le aree di stoccaggio, i mezzi di trasporto, le aree di movimentazione, gli impianti di scarico, di movimentazione e di trasporto dei materiali in modo da escludere la presenza di residui di materiali fra un ciclo di lavoro e il successivo, in particolare se vi è un’interruzione superiore alle 8 ore. 3. Adottare tutti gli accorgimenti possibili per una corretta gestione degli arrivi dei mezzi di trasporto dei suini destinati al macello al fine di limitare al massimo le emanazioni odorigene. PRESCRIZIONI PER I CONTROLLI PROGRAMMATI 4. ai sensi dell’articolo 11, comma 3, del D. Lgs. 18 febbraio2005, n. 59, l’ARPA Lazio Sezione Provinciale di Roma è l’autorità titolare della conduzione dei controlli previsti dal presente provvedimento e definisce, sentito anche il Gestore, le modalità tecniche e le tempistiche più adeguate all’attuazione dell’allegato Piano di Monitoraggio e Controllo, garantendo in ogni caso il rispetto dei parametri di cui al piano medesimo che determinano la tariffa dei controlli; 5. sono a carico del Gestore i controlli programmati effettuati da ARPA Lazio previsti dall’articolo 3 del Decreto Interministeriale 24/04/2008, “Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59”; 6. il Gestore dovrà versare ad Arpa Lazio, secondo le modalità previste dall’articolo 6 del Decreto 24/04/2008, le tariffe relative alle attività di controllo programmato con la seguente causale: “A.I.A. - somma dovuta per i controlli previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale); 7. la Sezione Provinciale di Roma di ARPA Lazio, dopo la trasmissione annuale dei risultati dell’autocontrollo del Gestore, dovrà: verificare i rapporti periodici inviati dal gestore individuando eventuali criticità ambientali ed eventuali non conformità, provvedendo ad informare la Provincia; accertare quanto previsto dal comma 3 lettere a), b) e c) dell’articolo 11 del D. Lgs. 59/2005; effettuare i controlli secondo le frequenze e le modalità specificate nel Piano di Monitoraggio e Controllo comunicando alla Provincia gli esiti e indicando le situazioni di mancato rispetto delle prescrizioni e proponendo le misure da adottare secondo quanto previsto dal comma 6 dell’articolo 11 del D. Lgs. 59/2005. 12