APPROCCIO AL LAVORO 1- Nei colloqui di selezione, che per la

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APPROCCIO AL LAVORO 1- Nei colloqui di selezione, che per la
APPROCCIO AL LAVORO
1- Nei colloqui di selezione, che per la verità nella maggior parte dei casi sono molto scarni e
malinconici, è invece necessario valorizzare tutte, ma proprio tutte le esperienze di lavoro, anche le
più piccole: ciò riguarda in modo particolare i giovani.
2- Le Aziende sono spesso curiose, soprattutto per i candidati al primo lavoro: i loro hobbies, gli
interessi anche culturali. Un esempio? La sensibilità d’animo è talvolta intravista nella passione per
la musica, in special modo classica. Perché dimenticarlo?
3- Troppo spesso i candidati, dinanzi alla domanda “mi parli di sé”, ripetono i dati anagrafici già indicati
nel curriculum e stop.
Oppure rispondono elencando tutto ciò che non sanno o che non sanno fare. Invece, perché non
iniziare in positivo? Saranno le Aziende a valutare se le informazioni interessano o meno.
4- Punto di forza è sicuramente la lingua inglese: un buon consiglio è, nei forzati periodi sabbatici, di
trovare occasioni di conversazioni in lingua, perché l’approccio richiesto è innanzitutto la lingua
parlata.
5- Il lavoro chiama lavoro: non rifiutare mai un’occupazione, anche se non fosse il massimo delle
proprie ambizioni. Continuare a cercare un’occupazione migliore, ben consapevoli che la prima
domanda di un successivo colloquio potrebbe essere: “Cosa sta facendo in questo momento?”
La risposta “Niente” o peggio “ niente, ho rifiutato varie offerte” è il modo peggiore per presentarsi.
6- Nessun lavoro è degradante, non sciupa il curriculum rispetto al proprio titolo di studio. Anzi, anche
attività stagionali dimostrano tanta buona volontà e il sapersi rimboccare le maniche: è ciò che le
Aziende cercano.
7- A proposito dei lavori occasionali, talvolta gli alberghi non trovano personale adeguato alla reception:
è invece un’ottima palestra per la lingua inglese e la capacità di fare tanto marketing relazionale.
8- Nessuno nega la difficile situazione occupazionale: ma è altrettanto vero che il lavoro o non si cerca
o non si sa cercare. Un esempio? Si provi a chiedere (a giovani e non giovani) quali sono le pagine
che ogni quotidiano dedica tutte le settimane agli annunci di lavoro. Pochi le seguono.
9- Infine il curriculum, che spesso contiene errori grammaticali e di battitura (qualunque sia il titolo di
studio di chi lo compila): è già questo un segnale di scarsa capacità di concentrazione, di poca
motivazione e di carenza di precisione.
10- Un’ ottima carriera nel marketing?E’ consigliabile iniziare nel fare il commesso in un negozio o in un
grande magazzino, s’imparano tante cose che non sono contenute nei corsi accademici.
11- La raccomandazione è di rispondere anche a quegli annunci di lavoro che non corrispondessero
esattamente alle proprie caratteristiche : esempio, "cercasi giovani 25-30 anni, con esperienza....".
Difficilmente si troverà la persona giusta. Allora, se i propri anni fossero 22, non con molta
esperienza ma con tanto entusiasmo e voglia di fare, perché non candidarsi?
12- Meglio inviare 10 curricula accurati, indirizzati all'Ufficio del Personale, che 100 generici, stile
fotocopia, con il pessimo inizio "Gent.ma/Gent.ma.............": in molti casi non sono neanche letti.
13- E' consigliabile anche l'autocandidatura per un eventuale colloquio di reciproca conoscenza, non
conseguente ad una ricerca specifica. Talvolta il colloquio è possibile.
Come si vede, la ricerca non è facile, ma il vantaggio per un buon candidato (anche se
l'osservazione non è entusiasmante) è che nella maggior parte dei casi non si sa cercare.
Lo stesso colloquio di lavoro si perfeziona con l'esperienza: non rifiutare mai un colloquio,
anticipando che non interessa.