Camera con vista - Pietrasanta Magazine

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Camera con vista - Pietrasanta Magazine
Sguardi Outlooks
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Camera
con vista
Gli umori e la luce di Pietrasanta.
I suoi personaggi. Il suo mare.
Il fascino delle sue arti. Pietrasanta la bislacca,
la fascinosa, la sorprendente. La città vista
attraverso l’obiettivo di dieci fotografi norvegesi
Testo di Cinzia Compalati
L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica: il testo di Walter
Benjamin del 1936, ormai divenuto uno dei capisaldi della storia e della critica
fotografica, ci offre lo spunto per parlare del workshop che lo scorso autunno ha
portato una decina di fotografi norvegesi a calarsi nella realtà di Pietrasanta.
Un’iniziativa dello Studio a7 di Oslo diretto da Annelise Flavik, stretta collaboratrice del grande fotografo scandinavo Morten Krogvold, che da diversi anni
organizza questo genere di workshop in varie località europee. Scorrendo velocemente le località che sono state in passato sede dei simposi – per esempio
Venezia, Pitigliano, Procida, la Grecia, il Portogallo – salta all’occhio come questi
Ph: Anne-Britt Kristiansen
artisti, professionisti e non, inseguano il fascino della luce, naturale nutrimento
del loro medium. Inseguono una luce che è parca e rara in Norvegia, alla ricerca
di un “bagno di chiarore” mediterraneo. Pietrasanta è stata selezionata per la
creatività che vi si sente pulsare, per un fattore dunque del tutto emozionale.
La scelta è ricaduta su otto giorni di ottobre, periodo in cui la Versilia riprende,
dopo la stagione estiva, i suoi normali ritmi lenti e rilassati ma anche ci riserva
un’estate latente con spiagge e paesaggi semideserti.
Pietrasanta è luogo per antonomasia dove l’arte si mischia alla tecnica, dove
artigiani e artisti lavorano fianco a fianco, dove la sapienza manuale permette a
un’idea di plasmarsi in opera d’arte, dove fonderie e laboratori producono “serialmente” e paradossalmente appunto pezzi unici e dove si può dire di vivere
appieno la città della riproducibilità tecnica.
Dunque un workshop esplosivo, che ha saputo ingenerare, nei fotografi stessi
prima e nel pubblico poi, tanta meraviglia. Infatti la campagna fotografica degli
artisti norvegesi si è conclusa con un’emozionante proiezione in Piazza Duomo.
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Vedere la propria realtà letta e interpretata dagli occhi di qualcun
altro, in particolar modo da uno straniero, fa scaturire quasi automaticamente un’introspezione, ci fa percepire come ribaltati; ci guardiamo attraverso un diaframma e impariamo a conoscerci come “animali
rari”.
I norvegesi hanno colto di noi ciò che il loro immaginario collettivo si aspettava di trovare: una Pietrasanta borgo medievale ancorata
al passato, a vecchie tradizioni, a tipologie umane da cartolina anni
Cinquanta, a un ambiente di dannunziana memoria, ma lo hanno fatto con una straordinaria vitalità. Un susseguirsi di immagini ora divertenti ora malinconiche e originali, tanti ritratti, tanti cavalli e cani,
ma anche la vespa, il telefonino, il caffè espresso, la sposa in bianco,
le cave, i laboratori d’arte; il monsignore, il Duomo, le suore contrapposte alle scultrici. In tutto questo si percepisce perfettamente l’entusiasmo con il quale gli ospiti norvegesi hanno operato in Versilia,
cercando di coglierne l’essenza più profonda, lo sguardo e l’anima
delle cose.
L’incipit de “La camera chiara” di Roland Barthes, altro testo chiave
per chi studia fotografia, apre la strada a questo modo di operare: “Un
giorno, molto tempo fa, mi capitò sottomano una fotografia dell’ultimo fratello di Napoleone, Girolamo (1852). In quel momento, con
uno stupore che da allora non ho mai potuto ridurre, mi dissi: «Sto
vedendo gli occhi che hanno visto l’imperatore». A volte mi capitava
di parlare di quello stupore, ma siccome nessuno sembrava condividerlo, e neppure comprenderlo (la vita è fatta di piccole solitudini), lo
dimenticai”.
Reflections of a Camera
The moods and the light of Pietrasanta. Her citizens. Her
sea. The enchantment of her crafts. Eccentric, fascinating,
eternally-surprising Pietrasanta. The city through the lenses of ten Norwegian photographers.
All Photos: Heine Schjolberg
Walter Benjamin’s 1936 essay, The Work of Art in the Age of Technical
Reproducibility, is one of the cornerstones in the history and criticism
of photography. And our starting point for recounting the workshop
that, last autumn, brought about a dozen Norwegian photographers to
Pietrasanta. The initiative was organized by Anne Lise Flavik, owner and
operator of Studio a7 of Oslo and Program Director of the Nordic Light
International Festival of Photography of Kristiansund, Norway, alongside fellow photographer and Artistic Director Morten Krogvold. A quick
review of past symposia locations—for example, Venice, Pitigliano,
Procida, and Greece and Portugal—reveals how the workshop artists,
professionals and non-professionals alike, follow the natural source of
sustenance of their medium. They follow the sun, which dispenses illumination frugally in Norway, to literally bathe in Mediterranean bright-
Sguardi Outlooks
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Ph: Liv Nansen Bie
Ph: Guro Vaksvik
Ph: Anne-Britt Kristiansen
Ph: Heine Schjolberg
Ph: Liv Nansen Bie
Ph: Anne-Britt Kristiansen
Ph: Heine Schjolberg
Ph: Steinar Haugland
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ness. Pietrasanta was selected as a workshop site for her special light,
but also because creativity pulses through her very streets, rolling with
the work of her artists and craftspeople.
The workshop was held over eight days in October, when, after the close
of the summer season, Versilia resumes her normal slow pace and
relaxed rhythms but also reserves visitors a latent summertime in semideserted beaches and landscapes.
Pietrasanta is a unique site where art and technique meet and mix,
where craftspeople and artists work side by side, where manual skill
turns ideas into works of art, where “series” work in the foundries and
workshops paradoxically produces one-of-a-kind pieces: the city of
technical reproducibility par excellence.
The Pietrasanta workshop was explosive, generating wonder first in
the photographers themselves and then among the public, when our
visitors’ campaign concluded with projections in Piazza Duomo. Seeing
one’s own reality read and interpreted through someone else’s eyes, especially those of a foreigner, brings on introspection. We saw ourselves
turned upside down by the lens; we saw ourselves, for once, as the
pictures at an exhibition, not the spectators.
The Norwegians showed us the Pietrasanta that their collective imagination led them to expect—a medieval town anchored to the past,
to ancient traditions; human archetypes from 1950’s postcards, daguerreotypes retouched in colors mixed by D’Annunzio—and they did
so with extraordinary vitality. In a sequence of images, now amusing,
now melancholy and original: many portraits, many horses and dogs;
but also the Vespas, the cell phones, the white-dressed brides, the quarries, the artistic crafts workshops; the Monsignor and the Duomo; nuns
set against sculptresses. With utter clarity, the images communicated
all the enthusiasm that our Norwegian guests brought to their work in
Versilia as they attempted to catch the region’s most profound essence,
the look and the soul of things as they really are here.
The incipit of Roland Barthes’ Camera Lucida, his short book of reflections on photography, also speaks of other eyes, of reversal and distancing: “One day, quite some time ago, I happened upon a photograph
of Napoleon’s youngest brother, Jerome, taken in 1852. And I realized
then, with an amazement I have not been able to lessen since: ‘I am
looking at the eyes that looked at the Emperor.’ Sometimes I would
mention this amazement, but since no one seemed to share it, nor even
understand it (life consists of these little touches of solitude), I forgot
about it.”
Gli autori degli scatti
Le foto pubblicate in queste pagine sono dei fotografi che hanno preso parte al
workshop organizzato a Pietrasanta nel mese di ottobre dello scorso anno dallo
Studio a7 di Oslo.
The Authors of the Photos - The photographs published on these pages were taken
by the participants in last October’s photography workshop in Pietrasanta, organized by Studio a7 of Oslo.
Ecco i loro nomi/Here are their names:
Anita Hamremoen, Anne-Britt Kristiansen, Bente Agerup, Grethe Ravnaas, Guro
Vaksvik, Heine Schjolberg, Jon Stabell Sauge, Liv Nansen Bie, Siri Nordberg,
Steinar Haugland.
Info: www.studioa7.no