Il nostro direttore di dipartimento propone un modello organizzativo
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Il nostro direttore di dipartimento propone un modello organizzativo
HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 1 OGGETTO MODELLO ORGANIZZATIVO DEL DIPARTIMENTO QUESITO (posto in data 15 gennaio 2015) Il nostro direttore di dipartimento propone un modello organizzativo di gestione del personale che mi lascia perplesso poiché lo ritengo "fuori norme contrattuali". Ritengo in particolare che 1- la mobilità del personale non è competenza del capo dipartimento, così l'assegnazione alla struttura. 2- si asserisce che l'attività non è limitata in modo esclusivo alla struttura di assegnazione... 3- la gestione del personale non può prevedere aggiustamenti per soccorrere strutture che hanno difficoltà a raggiungere gli obiettivi di budget, perché le risorse vengono definite assieme agli obiettivi in fase di discussione di budget 4- le tabelle organizzative devono essere gestite dalla struttura di appartenenza poiché l'organizzazione del lavoro è competenza del direttore della struttura RISPOSTA (inviata in data 2 febbraio 2015) 1- la mobilità del personale non è competenza del capo dipartimento, così l'assegnazione alla struttura. Il modello organizzativo ipotizzato dal direttore del dipartimento e presentato nella lettera che viene di seguito integralmente riprodotta presenta evidenti incongruenze rispetto all’architettura organizzativa che viene definita nell’ordinamento vigente, nella quale il dipartimento non sostituisce la struttura complessa come livello di responsabilità per quanto concerne l’attribuzione di funzioni e risorse ma costituisce strumento di coordinamento e integrazione di più strutture (complesse o semplici dipartimentali), ciascuna delle quali deve mantenere una sua identità organizzativa ed una sua autonomia funzionale. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 2 Prima devono essere individuate le unità operative che costituiscono le cellule elementari dell’organizzazione, attribuendo ad esse funzioni e risorse, e successivamente possono essere delineate aggregazioni dipartimentali di tali strutture, finalizzate a condividere la gestione delle risorse disponibili per ottimizzare non solo l’efficienza economica ma anche l’efficacia clinica, potendo contare, proprio per la logica del modello dipartimentale, su un comune patrimonio di conoscenze, competenze tecniche e risorse tecnologiche. Il modello organizzativo ipotizzato è giuridicamente inapplicabile, perché non è ipotizzabile, al momento dell’assunzione, l’assegnazione di un medico, né di un altro dirigente del ruolo sanitario, al dipartimento. perché l’assunzione si concretizza quale esito di una procedura concorsuale che ai sensi del D.P.R. 10 dicembre 1997, 483, è intrinsecamente connessa con una specifica disciplina e in tale disciplina deve essere inquadrato il dirigente neoassunto. La stessa mobilità, sia essa interna che esterna, è possibile rispettando in ogni caso il vincolo dell’area e della disciplina di appartenenza, vincolo che rende di fatto impossibile una assegnazione indistinta al dipartimento dei servizi di dirigenti che afferiscono a discipline che non sono né equipollenti né affini quali quelle di alcune delle strutture complesse o semplici dipartimentali che confluiscono nel dipartimento dei servizi. Una assegnazione indistinta al dipartimento dei servizi come quella ipotizzata farebbe inoltre venir meno ruolo e prerogative dei direttori delle strutture complesse e semplici dipartimentali che a tale dipartimento afferiscono, strutture che sono definite dall’articolo 27 comma 3 del CCNL 1998_2001 come articolazioni interne dell'azienda alle quali è attribuita con l'atto aziendale la responsabilità di gestione di risorse umane, tecniche o finanziarie. Al direttore di una struttura complessa sono attribuite dal comma 6 dell’articolo 15 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, specifiche prerogative e funzioni, che verrebbero meno se il personale, che tra le risorse attribuite ad una struttura è di gran lunga la più rilevante, sotto il profilo tecnico ed economico, fosse attribuito in modo indistinto al dipartimento. Questo non significa disattendere una delle finalità centrali cui risponde l’organizzazione dipartimentale, l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse disponibili, attraverso una condivisione delle stesse che consente evidenti economie di scala, soprattutto nella gestione di certi istituti quali la guardia e la pronta disponibilità. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 3 Tale condivisione deve essere realizzata utilizzando il coordinamento, che è espressione intrinseca dell’organizzazione dipartimentale, ferma restando l’identità e l’autonomia delle varie strutture che afferiscono al dipartimento, che nelle linee guida del Ministero della Salute, (direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici del sistema – Roma, 23 febbraio 2005) è definito come organizzazione integrata di unità operative omogenee, affini o complementari, ciascuna con obiettivi specifici, ma che concorrono al perseguimento di obiettivi comuni di salute. Una definizione non dissimile è quella adottata nell’atto aziendale dell’azienda di cui fa parte il dipartimento in questione, nel quale si legge: Il dipartimento è una articolazione organizzativa integrata costituita da una pluralità di strutture organizzative (strutture complesse e strutture semplici a valenza dipartimentale), omogenee, affini e complementari, che perseguono finalità comuni e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo autonomia e responsabilità professionale. Il dipartimento contribuisce alla realizzazione delle strategie aziendali attraverso il coordinamento delle strutture appartenenti al dipartimento stesso, delle attività assegnate e delle risorse attribuite. Di questa definizione, dalla quale peraltro non può prescindere certo il direttore di uno dei dipartimenti in cui l’Azienda si articola, paiono da sottolineare due concetti: l’autonomia e responsabilità professionale delle singole strutture che afferiscono al dipartimento, l’interdipendenza delle quali è connessa con la stessa ragion d’essere del dipartimento: l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse; il coordinamento, quale strumento per conseguire quell’obiettivo, delle strutture che al dipartimento afferiscono, delle attività assegnate e delle risorse attribuite. Il dipartimento di cui si parla nel quesito è un dipartimento strutturale, e in quanto tale l’attribuzione ad esso di risorse fisico tecniche (personale, attrezzature, spazi operativi) specificamente dedicate e la cui gestione è competenza esclusiva del direttore del dipartimento è possibile, ed è prevista dal comma 4 dell’articolo 40 della legge regionale 7 dicembre 2006, n 41 (riordino del Servizio Sanitario Regionale), che testualmente dispone: CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 4 L'organizzazione dei Dipartimenti strutturali è caratterizzata inoltre da: a) attribuzione di risorse e conseguente responsabilità di gestione del direttore connessa con il loro utilizzo; b) attribuzione al direttore di Dipartimento di poteri e responsabilità di gestione in ordine alla razionale e corretta programmazione delle attività; c) condivisione di spazi, professionalità, risorse e tecnologie; d) appartenenza delle strutture organizzative ad un unico dipartimento. Le risorse umane alle quali si riferisce il citato comma 4 non possono essere dirigenti del ruolo sanitario, che devono essere attribuiti ad una specifica unità operativa, in relazione alla disciplina specialistica ed alla competenza specifica che caratterizza quella unità operativa, ma personale delle professioni infermieristiche e tecniche, o personale anche dirigenziale dei ruoli professionale, tecnico o amministrativo. Per il personale dirigente del ruolo sanitario non ha senso ipotizzare un percorso come quello delineato nella lettera del direttore (al momento dell’assunzione assegnazione al dipartimento, e successiva comunicazione all’ufficio personale dell’unità operativa alla quale tale personale è assegnato). Al momento dell’assunzione, che si perfeziona attraverso la sottoscrizione del contratto individuale di lavoro, il neo assunto deve essere attribuito ad una specifica struttura, che può anche essere il dipartimento dei servizi, se all’interno dello stesso sono previste funzioni e risorse di interesse generale del dipartimento stesso, e la gestione delle quali è affidata al direttore. Questo potrebbe anche verificarsi per un dirigente del ruolo sanitario, che operi in una disciplina di interesse generale per il dipartimento (quale ad esempio un fisico sanitario, che si interessi di sicurezza delle attrezzature radiologiche), ma questa evenienza costituisce una eccezione, e non certo la regola. In sostanza l’assegnazione del personale neo assunto può essere sia al dipartimento in maniera indistinta, sia alle singole unità operative che confluiscono nel dipartimento, in relazione non solo al ruolo, all’area ed alla disciplina di appartenenza, ma anche alle funzioni attribuite. La dotazione organica delle singole unità operative, e della stessa area comune del dipartimento, deve essere oggetto di un provvedimento adottato dalla direzione generale, su proposta del direttore del dipartimento, sentito ovviamente il comitato di dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 5 Per quanto concerne la mobilità interna tra le diverse strutture in cui si articola il dipartimento dei servizi questa può essere disposta dal direttore del dipartimento, d’intesa con i responsabili delle strutture interessate, se si tratta di mobilità di urgenza. Deve essere invece disposta con un provvedimento adottato dalla direzione generale, anche sulla base di una proposta del direttore del dipartimento, sentito in questo caso il comitato di dipartimento, se si tratta di una vera e propria modifica della dotazione organica delle strutture interessate. In questo caso dovrà essere aggiornato il contratto individuale di lavoro degli operatori di cui è disposta la mobilità 2- si asserisce che l'attività non è limitata in modo esclusivo alla struttura di assegnazione... La funzione caratterizzante un dipartimento è l’utilizzo in maniera integrata, coordinata e sinergica, delle risorse attribuite alle singole unità operative che confluiscono nel dipartimento, ed è esplicitamente indicata dal citato comma 4 dell’articolo 40 della legge regionale 41, che tra le caratteristiche organizzative di un dipartimento al punto c) indica proprio la condivisione di spazi, professionalità, risorse e tecnologie. L’affermazione contenuta nella lettera del direttore del dipartimento Tale assegnazione non comporta che lo svolgimento dell’attività sia limitato in modo esclusivo alla struttura di assegnazione ma individua l’attività prevalente è quindi per certi versi tautologica. Il problema è semmai stabilire come viene realizzata concretamente la condivisione delle risorse che costituisce uno dei principi fondanti l’organizzazione dipartimentale. Un principio cardine della teoria organizzativa è quello della chiarezza e dell’unicità dei riferimenti gerarchici: ciascuno deve sapere a chi risponde e di cosa risponde. In ossequio a tale principio gli operatori che sono assegnati ad una specifica unità operativa devono ricevere disposizioni di servizio solo dal responsabile di quella unità operativa, e non direttamente dal direttore del dipartimento. Questi dovrà rivolgersi esclusivamente ai responsabili delle unità operative interessate, ai quali potrà dare specifiche indicazioni o disposizioni, in virtù dei poteri che ad esso sono conferiti. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 6 3- la gestione del personale non può prevedere aggiustamenti per soccorrere strutture che hanno difficoltà a raggiungere gli obiettivi di budget, perché le risorse vengono definite assieme agli obiettivi in fase di discussione di budget A questo riguardo occorre tenere presenti due aspetti: 1) la programmazione delle attività e la gestione delle stesse è prerogativa specifica del direttore del dipartimento, secondo quanto esplicitamente indicato dal comma 2 dell’articolo 17-bis del decreto legislativo 502, che al riguardo dispone il direttore di dipartimento predispone annualmente il piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, negoziato con la direzione generale nell'ambito della programmazione aziendale. Lo stesso articolo 17bis precisa peraltro che questa funzione deve essere esercitata d’intesa ed in raccordo con i responsabili delle diverse strutture che confluiscono nel dipartimento: La programmazione delle attività dipartimentali, la loro realizzazione e le funzioni di monitoraggio e di verifica sono assicurate con la partecipazione attiva degli altri dirigenti e degli operatori assegnati al dipartimento. 2) il budget è uno strumento che esplica appieno le potenzialità in esso insite se alla programmazione delle attività ed all’assegnazione delle risorse, che costituisce la prima fase del processo di budgeting, fa seguito un monitoraggio costante dei risultati conseguiti, al fine di adottare i provvedimenti opportuni laddove si rilevino scostamenti significativi tra obiettivi di budget e risultati conseguiti. Non avrebbe alcun senso stabilire un budget per un determinato esercizio, assegnando alle singole articolarono aziendali obiettivi e risorse, e verificare i risultati a fine esercizio, per stabilire in quale misura sono stati conseguiti i risultati attesi e conseguentemente erogare il premio ad essi correlato. Questo aspetto, del tutto scontato nella dottrina economico aziendale, è ribadito dal comma 8 dell’articolo 65 del CCNL 1994_1997, articolo che disciplina il processo di budgeting, che testualmente dispone La retribuzione di risultato è corrisposta a consuntivo, nei limiti delle quote di produttività assegnate all'unità operativa e, comunque, nel rispetto delle disponibilità finanziarie complessiva-mente attribuite alla medesima, in relazione al raggiungimento totale o parziale del risultato. Tale verifica può anche essere periodica, per stati di avanzamento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 7 Tra le prerogative che la normativa vigente attribuisce al direttore del dipartimento una di particolare rilievo è la gestione del budget, non solo per quanto concerne la negoziazione con la direzione generale degli obiettivi che devono essere conseguiti, e delle risorse disponibili, ma anche per quanto concerne l’assegnazione di obiettivi e risorse alle unità operative che afferiscono al dipartimento ed il monitoraggio degli scostamenti tra obiettivi programmati e risultati conseguiti. Laddove si rilevino scostamenti tra obiettivi e risultati saranno adottate, d’intesa con il comitato di dipartimento, le misure idonee ad un riallineamento di obiettivi e risultati. Tali misure potranno essere: una diversa allocazione delle risorse tra le diverse unità operative una diversa assegnazione delle attività per esse programmate una rinegoziazione di obiettivi e risorse con la direzione generale. Il budget non deve essere concepito come uno strumento rigido, che non ammette modifiche né in termini di obiettivi da conseguire, né in termini di risorse per conseguirli, ma come uno strumento flessibile che supporta il management aziendale, ai diversi livelli in cui esso si esprime, per una gestione ottimale delle risorse disponibili, sulla base di un monitoraggio costante dei risultati conseguiti e degli eventuali scostamenti di questi rispetto agli obiettivi programmati. Le misure da adottare per riallineare risultati ed obiettivi non possono essere adottate d’imperio dal direttore del dipartimento, ma devono essere decise dal comitato di dipartimento, organo al quale compete specificamente questa funzione di monitoraggio e di riallocazione; delle risorse e della attività. 4- le tabelle organizzative devono essere gestite dalla struttura di appartenenza poiché l'organizzazione del lavoro è competenza del direttore della struttura Le tabelle organizzative proposte nel documento possono essere un efficace strumento di gestione coordinata ed integrata del personale, in una logica di trasparente attribuzione di compiti e responsabilità, e di gestione dei turni, di presenza, di guardia e di pronta disponibilità. Esse devono essere predisposte con il concorso di tutti i responsabili, ed eventuali disaccordi devono essere risolti dal comitato. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 8 INDICAZIONI OPERATIVE Nella lettera del direttore del dipartimento, i contenuti della quale costituiscono oggetto dei quesiti posti, si formula una premessa che appare non solo sostanzialmente corretta, ma che costituisce una concreta opportunità per chiedere un incontro con il direttore stesso, nell’ambito del comitato di dipartimento, per concordare alcune modifiche e integrazioni che superino le incongruenze rilevate. La premessa in questione recita testualmente Tutti siamo invitati ad usufruire maggiormente degli organi dipartimentali, proponendo iniziative con la massima libertà, discutendo e criticando apertamente qualsiasi aspetto dipartimentale, in sede di riunione e/o direttamente con me. Si cresce solo se si cresce insieme. Si coglie in queste parole una apertura che deve essere subito messa alla prova chiedendo al direttore di convocare una riunione del comitato di dipartimento, riunione che prendendo spunto da quella lettera non solo ne valuti nel merito i contenuti, ma soprattutto tenda al superamento di un approccio che si percepisce eccessivamente incentrato sulla figura del direttore del dipartimento per restituire agli organi collegiali del dipartimento le prerogative che la normativa vigente ad essi conferisce. Questo aspetto, tutt’altro che secondario viene ampiamente ricordato nel paragrafo dell’atto aziendale intitolato “I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE”. Partendo proprio da quei principi, e dalla premessa citata (nella quale si afferma tra l’altro tutti siamo invitati ad usufruire maggiormente degli organi dipartimentali) si deve in questa riunione proporre che il comitato elabori un regolamento che declini i principi enunciati nell’atto aziendale con riferimento al dipartimento dei servizi, tenendo conto delle peculiarità che lo caratterizzano (particolare rilevanza della componente tecnologica e di competenze specialistiche, forte interazione con tutti i dipartimenti dell’area ospedaliera). Solo un regolamento articolato e condiviso può garantire una corretta applicazione di quei principi, e superare le conflittualità, le difficoltà e le carenze, gestionali ed operative, che sono richiamate nella lettera in questione, nella quale peraltro correttamente si afferma si può imparare anche dagli errori e che solo insieme si cresce. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 9 Sarebbe riduttivo fermarsi a quella lettera, ai contenuti della quale si devono applicare le affermazioni si può imparare anche dagli errori e solo insieme si cresce correggendo subito l’errore che è contenuto nella frase Tutto il personale come previsto dalle normative al momento dell’ assunzione sarà assegnato al dipartimento. Per quanto riguarda il personale medico, il direttore di dipartimento, in accordo con il responsabile della struttura interessata, provvederanno a comunicare all’ufficio personale l’assegnazione, o altre affermazioni che possono non essere condivisibili. L’approccio deve essere orientato a mettere in discussione il metodo piuttosto che il merito delle singole misure proposte nella lettera, misure dalle quali traspare una concezione del dipartimento come strumento finalizzato ad incrementare l’efficienza economica, attraverso un utilizzo ottimale delle risorse disponibili. Questa è certamente una delle finalità dell’organizzazione dipartimentale, ma non deve essere considerata come la finalità più rilevante. L’elaborazione del regolamento, che deve essere posta dal comitato del dipartimento quale obiettivo di rilevanza strategica. deve essere occasione per dare adeguato rilievo alle altre finalità alle quali risponde l’organizzazione dipartimentale, e che sono efficacemente richiamate nell’introduzione delle linee guida del 2005 del Ministero della salute precedentemente citate. In essa si legge tra l’altro: Il dipartimento, favorendo il coordinamento dell’atto medico teso a gestire l’intero percorso di cura e lo sviluppo di comportamenti clinico assistenziali basati sull’evidenza, costituisce l’ambito privilegiato nel quale poter contestualizzare le attività di governo clinico nelle sue principali estensioni, ovvero la misurazione degli esiti, la gestione del rischio clinico, l’adozione di linee guida e protocolli diagnostico terapeutici, la formazione continua, il coinvolgimento del paziente e l’informazione corretta e trasparente. È in tal senso necessario considerare che l’adozione del modello dipartimentale trova motivazione non soltanto nell’ottica di un vantaggio organizzativo e di conseguenza economico, ma, soprattutto, in quella di una complessiva elevazione dell’etica del sistema di cui gli elementi fondamentali sono rappresentati dal recupero di centralità del paziente all’interno dell’organizzazione e dalla valorizzazione di tutte le categorie professionali. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 10 Il ruolo svolto dal personale nel far sì che l’organizzazione acquisisca valenza sostanziale appare essenziale: il cambiamento dipartimentale, infatti, è facilitato a raggiungere i livelli più avanzati laddove gli operatori recepiscano tale organizzazione come strumento di rafforzamento culturale e di crescita professionale. Il dipartimento, infatti, deve funzionare non solo come luogo di integrazione e coordinamento, ma anche come luogo di sviluppo delle conoscenze e delle competenze, elementi questi strategicamente indispensabili ai fini di una prospettiva di sviluppo futuro dell’ospedale. Il comitato di dipartimento, in questa riunione che deve essere quanto prima convocata, deve rileggere non solo la lettera inviata dal direttore ma soprattutto i principi alti richiamati nel documento del ministero, e partire da quelli per cogliere, in positivo, le parole del direttore Si cresce solo se si cresce insieme. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 11 LETTERA DEL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO IL MODELLO ORGANIZZATIVO PROPOSTO Il modello organizzativo Dipartimentale di un’Azienda, anche nel caso di un’azienda non commerciale come l’Azienda Sanitaria, si ispira ai principi di ottimizzazione delle risorse aziendali che trovano maggior possibilità di attuazione quando si opera in ambienti comunicanti, non più separati da articolazione divisionali. Nel Dipartimento Servizi della ASL 5, il biennio 2013-2014 è stato contraddistinto da grandi cambiamenti e da tutte le dinamiche che li caratterizzano. Accordi e discordie, incontri e scontri per poi rincontrarsi; una buona palestra per imparare anche dagli errori. Tre le dinamiche che hanno assorbito il maggiore impegno organizzativo e le tensioni dei cambiamenti: 1- unificazione dei laboratori 2- il nuovo screening mammografico 3- unificazione delle guardie radiologiche Secondo molti tra coloro che hanno partecipato direttamente o indirettamente ai processi i risultati sono sostanzialmente postivi. Possiamo semplificare la valutazione facendo riferimento a quattro soli indicatori che corrispondono alle due facce di una stessa medaglia: a) nessuna riduzione in termini qualitativi e quantitativi dei servizi / notevole aumento in termini qualitativi e quantitativi dei servizi b) nessun aumento della spesa / riduzione della spesa Pertanto si può proseguire sulla base di queste esperienze, individuando altri percorsi sui quali sia possibile intervenire per migliorare i servizi da noi erogati. Anche l’attività formativa del dipartimento è stata molto importate; è stata data grande attenzione per le professioni sanitarie non mediche e si continuerà in questa direzione coinvolgendo il personale sanitario non medico nella codifica delle regole e delle funzioni organizzative e gestionali che saranno al centro dell’attenzione del dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 12 LETTERA DEL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO IL MODELLO ORGANIZZATIVO PROPOSTO Volutamente si tralascia l’elenco delle conflittualità, delle difficoltà e delle carenze - carenze gestionali ed operative - per consentire a tutti, di trarre vantaggio dall’esperienza, di diventare più propositivi e costruttivi per il prossimo anno. Tutti siamo invitati ad usufruire maggiormente degli organi dipartimentali, proponendo iniziative con la massima libertà, discutendo e criticando apertamente qualsiasi aspetto dipartimentale, in sede di riunione e/o direttamente con me. Si cresce solo se si cresce insieme. Infine si ritiene utile richiamare i principi che devono informare l’organizzazione delle nostre strutture e che devono guidarci nel nostro lavoro. Assegnazione del personale: Tutto il personale come previsto dalle normative al momento dell’ assunzione sarà assegnato al Dipartimento. Per quanto riguarda il personale medico, il Direttore di Dipartimento, in accordo con il Direttore/Responsabile della struttura interessata, provvederanno a comunicare all’ufficio personale l’assegnazione. Nella stesso modo, per quanto riguarda il personale del comparto; il direttore di dipartimento, in accordo con la struttura professioni sanitarie provvederà a comunicare all’ufficio personale l’assegnazione. Tale assegnazione non comporta che lo svolgimento dell’attività sia limitato in modo esclusivo alla struttura di assegnazione ma individua l’attività prevalente. Le strutture in cui si articola il dipartimento dei servizi sono: radiodiagnostica 1 (SC) radiodiagnostica 2 (SC) neuroradiologia (SC) medicina nucleare (SC) patologia clinica (SC) immunoematologia e servizio trasfusionale (SC) laboratorio specialistico di tossicologia (SSD) senologia diagnostica (SSD) CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 13 LETTERA DEL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO IL MODELLO ORGANIZZATIVO PROPOSTO gestione del budget e gestione integrata del personale Una volta assegnato il personale, nelle sedute di budget, verranno attribuiti obiettivi alle singole strutture e al dipartimento. per raggiungere gli obiettivi il personale dovrà essere gestito in armonia funzionale da parte di tutti (gestione integrata). la gestione integrata del personale dovrà essere condotta evitando di danneggiare e/o ostacolare l’attività di altri nel raggiungere gli obiettivi di struttura. La gestione integrata del personale sarà necessaria per raggiungere gli obiettivi del dipartimento e/o per sostenere le strutture che si trovassero in difficoltà, per ragioni involontarie ed oggettive, a raggiungere i propri obiettivi. in caso di disaccordo i responsabili delle strutture coinvolte dovranno presentare al comitato di dipartimento le loro istanze che saranno elementi di valutazione per addivenire ad una decisione. Trasparenza: Per gestire in modalità intra dipartimentale integrata, è necessaria la massima trasparenza. Il primo elemento di trasparenza è costituito dalle tabelle organizzative che devono essere adottate in tutte le strutture dipartimentali. La forma del modulo utilizzato per descrivere l’attività del personale sarà assimilata in tutte le strutture e sarà configurata in ogni struttura in base alla tipologia del lavoro, la sede ed eventuali altre variabili. Le Tabelle avranno in comune: 1) La forma 2) porteranno tutti i nominativi del personale presente ogni giorno; 3) vi saranno indicate anche le assenze per qualsiasi ragione (congedi ordinari, straordinari, guardie) 4) saranno mensili e dovranno essere completate entro il 15 del mese antecedente a quello di riferimento. 5) ogni SC e SSD dovrà utilizzare la tabella anche in modalità integrata con altre strutture. 6) le tabelle dovranno presentare sia l’attività fissa – di tutto l’anno sia quella variabile che viene aggiunta in base alla disponibilità del personale. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 14 LETTERA DEL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO IL MODELLO ORGANIZZATIVO PROPOSTO Altre regole: A) Entro il 15 del mese dovranno essere assegnati i congedi - esclusi quelli imprevisti - per essere riportati nella tabella. Al dipendente non sarà più possibile cambiare autonomamente la sua posizione, sia di assenza, sia di presenza. Comunque, non sarà concesso il rientro se non a fronte di attività assegnata in aggiunta rispetto a quella programmata o in sostituzione di un altro dipendente o per altre ragioni autorizzati dal responsabile. Qualsiasi violazione di questo regolamento costringerà il responsabile a non considerare l’orario timbrato quando era prevista assenza e a giustificare eventuale assenza non concordata con ferie. B) La pianificazione di un percorso formativo deve seguire il seguente iter: proposta al direttore di dipartimento da parte della struttura o del servizio programmazione delle modalità e dei tempi con il direttore di dipartimento presentazione al comitato di dipartimento In ogni caso la formazione è regolata dalle normative vigenti e dai contratti collettivi di lavoro in essere e a questi bisogna attenersi. Il rispetto di queste regole sarà di grande aiuto nel migliorare la gestione del personale e consentirà a tutti di godere di una maggiore trasparenza ed uniformità di trattamento. Il risultato dovrebbe essere un aumento delle prestazioni e delle occasioni per dedicarsi alla formazione. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 15 RIFERIMENTI NORMATIVI decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 Articolo 15 Disciplina della dirigenza medica e delle professioni sanitarie 6. funzioni attribuite al direttore di struttura complessa Ai dirigenti con incarico di direzione di struttura complessa sono attribuite, oltre a quelle derivanti dalle specifiche competenze professionali, funzioni di direzione e organizzazione della struttura, da attuarsi, nell'ambito degli indirizzi operativi e gestionali del dipartimento di appartenenza, anche mediante direttive a tutto il personale operante nella stessa, e l'adozione delle relative decisioni necessarie per il corretto espletamento del servizio e per realizzare l'appropriatezza degli interventi con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche e riabilitative, attuati nella struttura loro affidata. Il dirigente è responsabile dell'efficace ed efficiente gestione delle risorse attribuite. I risultati della gestione sono sottoposti a verifica annuale tramite il nucleo di valutazione. 7. accesso alla dirigenza sanitaria Alla dirigenza sanitaria si accede mediante concorso pubblico per titoli ed esami, disciplinato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 483 ivi compresa la possibilità di accesso con una specializzazione in disciplina affine. Gli incarichi di direzione di struttura complessa sono attribuiti a coloro che siano in possesso dei requisiti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1997, n. 484. D.P.R. 10 dicembre 1997, n. 483 Articolo 24. 1. requisiti specifici di ammissione al concorso I requisiti specifici di ammissione al concorso sono i seguenti: a) laurea in medicina e chirurgia; b) specializzazione nella disciplina oggetto del concorso; c) iscrizione all'albo dell'ordine dei medici chirurghi, attestata da certificato in data non anteriore a sei mesi rispetto a quella di scadenza del bando. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 16 RIFERIMENTI NORMATIVI decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 Articolo 17-bis. Dipartimenti 1. il modello organizzativo L'organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle Aziende sanitarie. 2. ruolo e prerogative del direttore di dipartimento Il direttore di dipartimento è nominato dal direttore generale fra i dirigenti con incarico di direzione delle strutture complesse aggregate nel dipartimento; il direttore di dipartimento rimane titolare della struttura complessa cui è preposto. La preposizione ai dipartimenti strutturali, sia ospedalieri che territoriali e di prevenzione, comporta l'attribuzione sia di responsabilità professionali in materia clinico-organizzativa e della prevenzione sia di responsabilità di tipo gestionale in ordine alla razionale e corretta programmazione e gestione della risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti. A tal fine il direttore di dipartimento predispone annualmente il piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, negoziato con la direzione generale nell'ambito della programmazione aziendale. La programmazione delle attività dipartimentali, la loro realizzazione e le funzioni di monitoraggio e di verifica sono assicurate con la partecipazione attiva degli altri dirigenti e degli operatori assegnati al dipartimento. 3. le linee guida regionali La regione disciplina la composizione e le funzioni del Comitato di dipartimento nonché le modalità di partecipazione dello stesso alla individuazione dei direttori di dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 17 RIFERIMENTI NORMATIVI legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41. Riordino del Servizio Sanitario Regionale. CAPO V ORGANIZZAZIONE DIPARTIMENTALE Articolo 38. (Dipartimenti). 1. L'organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle Aziende sanitarie. 2. I Dipartimenti possono essere aziendali o interaziendali. 3. Il Dipartimento è un'organizzazione integrata di più unità operative omogenee, affini o complementari che perseguono comuni finalità e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo autonomia e responsabilità professionale. 4. Le unità operative e scono i Dipartimenti risposte assistenziali di regole condivise di legale. le altre strutture organizzative che costituisanitari sono aggregate al fine di garantire unitarie, tempestive e razionali sulla base comportamento assistenziale, etico e medico CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 18 RIFERIMENTI NORMATIVI legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41. CAPO V ORGANIZZAZIONE DIPARTIMENTALE Articolo 39. (Costituzione). 1. Il direttore generale individua, ad esclusione dei dipartimenti istituiti con legge o attraverso altri provvedimenti regionali, le componenti organizzative del dipartimento, ne definisce finalità, responsabilità e interdipendenze, fissa la composizione e costituisce il comitato di dipartimento di cui all'articolo 42. 2. Il dipartimento può comprendere unità operative territoriali e unità operative appartenenti ad ospedali e presidi ospedalieri diversi salvo quanto disposto al comma 1. in tali casi, il direttore generale ovvero i direttori generali interessati, qualora si tratti di dipartimenti interaziendali, ne definiscono, nel rispetto dei principi fissati dalla presente legge, le modalità di funzionamento. 3. Il dipartimento aggrega almeno quattro strutture organizzative complesse e può comprendere anche strutture organizzative semplici. 4. In deroga a quanto disposto dal comma 3, le aziende sanitarie, previa specifica richiesta motivata, possono essere autorizzate dalla giunta regionale a costituire dipartimenti che aggreghino quattro strutture organizzative, di cui almeno una complessa. 5. La giunta regionale approva direttive vincolanti: a. per istituire dipartimenti di interesse regionale; b. per fissare i criteri operativi e organizzativi per l'istituzione ed il funzionamento dei dipartimenti; c. per l'organizzazione dei dipartimenti delle cure primarie e attività distrettuali CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 19 RIFERIMENTI NORMATIVI legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41. Articolo 40. (Dipartimenti funzionali e Dipartimenti strutturali). 1. I dipartimenti possono essere funzionali o strutturali. 2. I dipartimenti funzionali possono comprendere anche strutture extra aziendali. 3. I dipartimenti funzionali e strutturali sanitari, in collaborazione con i distretti sanitari per quanto concerne le attività territoriali, perseguono la gestione integrata e complessiva dei percorsi di cura e lo sviluppo di comportamenti clinico assistenziali basati sull'evidenza, la misurazione degli esiti, la gestione del rischio clinico, l'adozione di linee guida e protocolli diagnostico terapeutici, la formazione continua, il coinvolgimento e l'informazione del paziente, nonché il coordinamento e l'integrazione delle attività amministrative. 4. L'organizzazione dei dipartimenti strutturali è caratterizzata, inoltre, da: e) attribuzione di risorse e conseguente responsabilità di gestione del direttore connessa con il loro utilizzo; f) attribuzione al direttore di dipartimento di poteri e responsabilità di gestione in ordine alla razionale e corretta programmazione delle attività; g) condivisione di spazi, professionalità, risorse e tecnologie; h) appartenenza delle strutture organizzative ad un unico dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 20 RIFERIMENTI NORMATIVI legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41. Articolo 41. (Direttore di Dipartimento). 1. Il direttore del dipartimento, nominato dal direttore generale sulla base della vigente normativa nazionale, deve essere un dirigente con incarico di direzione in una delle strutture complesse del dipartimento. 2. L'incarico ha durata triennale ed è rinnovabile secondo le modalità previste dal comma 1. Può essere revocato dal direttore generale con provvedimento motivato ai sensi dell'articolo 15 ter, comma 3 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. 3. Il direttore di dipartimento non può superare i sessantasette anni di età. Tale disposizione si applica anche nei confronti del personale universitario limitatamente all'incarico di cui al presente articolo. 4. Il direttore del dipartimento ha autonomia decisionale nell'ambito delle linee programmatiche fissate dal direttore generale e di quanto deliberato dal comitato di dipartimento ed in particolare: a) assicura il funzionamento del dipartimento; b) promuove le verifiche di audit clinico e di qualità; c) verifica la conformità delle attività dipartimentali agli indirizzi approvati dal comitato di dipartimento; d) rappresenta il dipartimento nei rapporti con la direzione generale aziendale. 5. Il direttore di dipartimento strutturale provvede, altresì, a: a) negoziare con la direzione generale obiettivi e risorse; b) gestire le risorse direttamente attribuite al dipartimento; c) definire, sentito il comitato del dipartimento, il piano delle attività, i programmi e le risorse da attribuire alle strutture organizzative del dipartimento; d) monitorare e verificare, congiuntamente al comitato,l'attività di gestione del dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 21 RIFERIMENTI NORMATIVI legge regionale 7 dicembre 2006, n. 41. Articolo 42. (Comitato di Dipartimento). 1. Il comitato di dipartimento, composto dai responsabili delle strutture organizzative, assicura la programmazione, l'organizzazione delle attività e le funzioni di coordinamento del dipartimento. il comitato provvede in particolare a: a) definire i percorsi di cura del paziente; b) adottare linee guida, protocolli terapeutici e operativi; c) programmare l'utilizzo delle attrezzature, dei presidi e delle risorse; d) stabilire modelli e criteri per la verifica e la valutazione di audit clinico e di qualità; e) proporre piani di aggiornamento e riqualificazione del personale; 2. Il comitato di dipartimento definisce le proprie modalità di funzionamento in un apposito regolamento adottato sulla base di uno schema aziendale CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 22 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE L’organizzazione dipartimentale L’organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione di tutte le attività dell’Azienda Sanitaria Locale Il dipartimento è una articolazione organizzativa integrata costituita da una pluralità di strutture organizzative (strutture complesse e strutture semplici a valenza dipartimentale), omogenee, affini e complementari, che perseguono finalità comuni e sono tra loro inter dipendenti pur mantenendo autonomia e responsabilità professionale. Il dipartimento contribuisce alla realizzazione delle strategie aziendali attraverso il coordinamento delle strutture appartenenti al dipartimento stesso, delle attività assegnate e delle risorse attribuite. Il direttore generale, nel rispetto delle leggi e regolamenti regionali relative alla composizione e finalità dei dipartimenti e con esclusione dei dipartimenti istituiti con legge o attraverso altri provvedimenti regionali, individua le componenti organizzative dei dipartimenti stessi, ne definisce finalità, responsabilità e interdipendenze, e la natura strutturale o funzionale. I Dipartimenti sono di norma strutturali; la creazione di Dipartimenti funzionali deve essere specificamente motivata; la delibera aziendale di costituzione dei Dipartimenti è soggetta da parte della Giunta Regionale. Gli Organi dipartimentali Sono organi del dipartimento funzionali: ٧ il direttore del dipartimento ٧ il comitato di dipartimento. e ne costituiscono CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it articolazioni HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 23 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Le funzioni dei Dipartimenti I dipartimenti, attraverso gli organi dipartimentali, assicurano: - la pianificazione annuale delle attività e delle risorse, umane, strutturali e tecnologiche, necessarie al raggiungimento degli obiettivi del dipartimento e delle strutture ad esso afferenti; - la adozione di modalità di organizzazione e gestione delle risorse umane attribuite alle strutture afferenti, nel rispetto delle professionalità e in raccordo con i responsabili delle strutture e il responsabile dell’area professionale (rap) del dipartimento, in modo da garantirne un utilizzo integrato, al fine di raggiungere la razionalizzazione ed ottimizzazione dei processi, in funzione dei servizi prestati dal dipartimento; - la adozione di modalità di organizzazione e gestione delle risorse tecnologiche, in modo da assicurarne il miglior comune uso, al fine di realizzare economie di scala, mantenendo un ottimale livello quantitativo e qualitativo di prestazioni erogate; - il coordinamento e lo sviluppo delle attività cliniche, di controllo sulla qualità delle prestazioni, di gestione del rischio, di ricerca, studio e formazione, nell’ambito del dipartimento; - il coordinamento e l’integrazione delle attività amministrative, tecniche e, in generale, di supporto, nell’ambito del dipartimento. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 24 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Le funzioni dei Dipartimenti I dipartimenti curano inoltre: - l’adozione di percorsi diagnostico assistenziali, sulla base di regole condivise di comportamento assistenziale, etico e medico legale, curando, attraverso la collaborazione con gli altri dipartimenti ed i distretti sanitari, la gestione globale del caso clinico e degli aspetti socio – sanitari allo stesso correlati e la gestione integrata e complessiva dei percorsi di cura; - il miglioramento dei processi clinico assistenziali con l’adozione di comportamenti clinico assistenziali basati sull’evidenza e la misurazione degli esiti, attraverso la definizione e l’applicazione di linee guida e protocolli diagnostico terapeutici; - lo sviluppo, in collaborazione con i responsabili delle strutture afferenti ed il responsabile dell’area professionale (RAP) del dipartimento, fatte salve le autonomie professionali, di modalità assistenziali coerenti con gli obiettivi dipartimentali; - il miglioramento del livello di umanizzazione delle strutture interne con riferimento particolare ai diritti del malato; - la valorizzazione delle risorse umane che operano nell’ambito del dipartimento, attraverso la promozione, il mantenimento e lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze tecniche e professionali, lo sviluppo della formazione continua e l’implementazione delle attività di studio; - la partecipazione dell’insieme dei professionisti e dei dirigenti al processo decisionale relativo alla aree di sviluppo strategico, supportando la direzione aziendale, attraverso il collegio di direzione, nella elaborazione del piano strategico aziendale. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 25 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE il direttore del dipartimento Ad ogni dipartimento è preposto un direttore. Il direttore di dipartimento è nominato dal direttore generale, sulla base della vigente normativa nazionale, fra i direttori di struttura complessa del dipartimento. L’incarico di direttore di dipartimento ha durata triennale; può essere revocato dal direttore generale con provvedimento motivato ai sensi dell’articolo 15 ter, comma 3 del decreto legislativo 502/1992. Il direttore di dipartimento cessa da tale funzione anche in caso di decadenza dall’incarico di responsabilità di struttura complessa ovvero per spostamento della struttura complessa. stessa ad altro dipartimento o in caso di fusione di due o più dipartimenti. Il direttore di dipartimento: - rappresenta il dipartimento nei rapporti con la direzione aziendale; - definisce, sentito il comitato di dipartimento, il piano delle attività, i programmi e le risorse da attribuire alle strutture organizzative del dipartimento; - partecipa alla contrattazione per la definizione degli obiettivi dipartimentali e l’assegnazione del budget; - individua, in relazione agli obiettivi a valenza dipartimentale assegnati, le priorità relativamente alla allocazione e all’utilizzo delle risorse umane e tecnologiche; - assicura il raggiungimento degli obiettivi a valenza dipartimentale, garantendo l’attuazione dei modelli organizzativi definiti sentito il comitato di dipartimento; - provvede, in collaborazione con il comitato di dipartimento, al monitoraggio ed alla verifica delle attività del dipartimento, procedendo, insieme ai responsabili delle strutture afferenti, al riesame della direzione annuale. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 26 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE il direttore del dipartimento Il direttore del dipartimento inoltre: - promuove le verifiche di audit clinico e di qualità nell’ambito del dipartimento stesso; - formula alla direzione aziendale,in collaborazione con il comitato di dipartimento, proposte relative alle esigenze di formazione del personale - garantisce la circolazione dell’informazione all’interno del dipartimento e nei confronti dei soggetti esterni che con lo stesso interagiscono; - garantisce il mantenimento dei requisiti per l’accreditamento istituzionale/certificazione; - è responsabile, in collaborazione con il comitato di dipartimento, della sorveglianza del rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, nonché dell’accertamento dell’avvenuta effettuazione degli interventi manutentivi programmati e straordinari sulle attrezzature assegnate. Il direttore del dipartimento: - convoca il comitato di dipartimento, ne individua l’ordine del giorno e lo presiede; - propone, sentito il comitato di dipartimento, al direttore generale dell’azienda, al fine della nomina, i responsabili delle strutture semplici a valenza dipartimentale. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 27 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Il comitato di dipartimento Il comitato di dipartimento, organismo collegiale, è composto dai responsabili delle strutture complesse e delle strutture semplici a valenza dipartimentale che afferiscono al dipartimento, da un rappresentante dei responsabili delle strutture semplici articolazioni delle strutture complesse, da un rappresentate della dirigenza sanitaria non medica se presente nel dipartimento, dal coordinatore e da due rappresentanti delle professioni sanitarie del dipartimento. Sono componenti di diritto del comitato di dipartimento il direttore medico del presidio ospedaliero o un suo delegato ed il responsabile delle professioni infermieristiche, tecnico sanitarie e della riabilitazione, o un suo delegato. Il regolamento dipartimentale può prevedere la partecipazione, senza diritto di voto di ulteriori figure professionali. Il comitato si riunisce su convocazione del direttore di dipartimento che lo preside e ne determina l’attività. Il comitato di dipartimento ha funzioni di indirizzo e verifica; nei dipartimenti strutturali ha carattere consultivo. Il comitato di dipartimento collabora al raggiungimento degli obiettivi aziendali derivanti dal processo di budgeting, provvedendo in particolare a: - esprimere proposte organizzative e di miglioramento della qualità; - definire percorsi di cura del paziente; - definire linee guida, protocolli terapeutici ed operativi; - proporre l’utilizzo delle attrezzature, dei presidi e delle risorse e la necessità di acquisizione delle stesse, - stabilire modelli e criteri per la verifica e la valutazione di audit clinico e di qualità; - proporre piani di aggiornamento e riqualificazione del personale, secondo le esigenze formative verificate. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 28 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Il comitato di dipartimento Il comitato di dipartimento inoltre: - propone al direttore generale, tramite il direttore di dipartimento, l’istituzione delle strutture semplici valenza dipartimentale; - definisce le modalità di funzionamento del comitato di dipartimento in apposito regolamento, che dovrà prevedere tra l’altro: 1) le modalità di convocazione e riunione del comitato di dipartimento e la regolarità delle sedute; 2) le modalità di votazione, con esclusione della disciplina elettorale del direttore del dipartimento; 3) la regolamentazione della presenza di soggetti esterni; 4) le modalità dei rapporti con la direzione aziendale e con gli altri dipartimenti. Le modalità di funzionamento del comitato di dipartimento sono definite sulla base di uno schema aziendale, emanato da parte della direzione aziendale CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 29 ESTRATTO DALL’ATTO AZIENDALE articolo 18 I DIPARTIMENTI: PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE Aree dipartimentali e coordinamenti funzionali L’azienda può istituire aree intra dipartimentali e interdipartimentali tra strutture complesse o semplici, in base ad attività che necessitano di integrazione, di potenziamento o di particolare organizzazione, al fine anche di garantire percorsi condivisi per la presa in carico globale del paziente. Una struttura complessa o semplice dipartimentale che fa parte di un dipartimento, può contestualmente collaborare, per affinità di obiettivi o esigenze cliniche, con altri dipartimenti, secondo quanto previsto negli atti organizzativi, o afferire, con le modalità di funzionamento definite dalle direzioni generali delle aziende interessate, nel rispetto dei principi fissati dalla normativa in materia, a un dipartimento interaziendale. Assemblea del dipartimento L’assemblea del dipartimento è la sede nella quale sono comunicati gli indirizzi strategici, gli obiettivi aziendali e le principali decisioni e risultanze dell’attività del dipartimento. L’assemblea è composta da tutto il personale dipendente del dipartimento ed è convocata dal direttore di dipartimento, indicativamente, almeno una volta l’anno. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 30 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 1994_1997 ARTICOLO 65 1. retribuzione di risultato e gestione budgetaria La retribuzione di risultato è strettamente correlata alla realizzazione dei programmi e progetti aventi come obiettivo il raggiungimento dei risultati prestazionali prefissati e il rispetto della disponibilità complessiva di spesa assegnata alle singole strutture, sulla base della metodologia della negoziazione per budget. 2. finalità del fondo per la retribuzione di risultato Il fondo per la retribuzione di risultato è pertanto destinato a promuovere il miglioramento organizzativo e l'erogazione dei servizi per la realizzazione degli obiettivi generali dell'azienda o dell'ente, finalizzati al conseguimento di più elevati livelli di efficienza, di efficacia e di economicità dei servizi istituzionali, tra i quali sono particolarmente qualificanti: il miglioramento degli indici di rendimento legati alla degenza; l'ottimizzazione delle condizioni di fruibilità delle prestazioni sanitarie ed ospedaliere con il pieno utilizzo e valorizzazione dei servizi sanitari pubblici anche attraverso l'ampliamento degli orari di apertura al pubblico e un maggiore orientamento all'utenza; la razionalizzazione della spesa per consumi sanitari e farmaceutici anche attraverso l'adozione di adeguati protocolli clinici, diagnostici e terapeutici; il miglioramento dei livelli qualitativi di intervento di sanità collettiva negli ambienti di vita e di lavoro; la razionalizzazione, la personalizzazione ed umanizzazione della funzione ospedaliera anche attraverso l'individuazione di forme alternative, quali la ospedalizzazione o l'assistenza a domicilio, nonché l'incentivazione delle prestazioni e dei trattamenti deospedalizzanti e delle attività di ospedale diurno; la realizzazione di modelli organizzativi innovativi per le attività delle articolazioni aziendali; l'avvio di tecniche per il controllo di gestione. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 31 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 1994_1997 ARTICOLO 65 3. retribuzione di risultato ed impegno orario aggiuntivo La retribuzione di risultato compensa anche l'eventuale superamento dell'orario di lavoro di 38 ore settimanali per il raggiungimento dell'obiettivo assegnato. 4. obiettivi e risorse assegnati alle macroarticolazioni aziendali Al fine di conseguire più elevati livelli di efficienza, efficacia ed economicità nella gestione dei servizi istituzionali, la direzione generale, di norma con cadenza annuale e in corrispondenza con l'approvazione del bilancio, anche sulla base delle proposte dei dirigenti responsabili, secondo i rispettivi ordinamenti, alle strutture aziendali di più elevato livello: a) definisce i programmi e gli obiettivi prestazionali, emanando le conseguenti direttive generali per l'azione amministrativa e la gestione; b) assegna a ciascuna articolazione aziendale, le risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie al loro raggiungimento, indicando quale è la quota parte del fondo della retribuzione di risultato assegnata alla medesima e, in particolare, quella riservata al dirigente responsabile. 5. obiettivi e risorse alle unità operative sotto ordinate I dirigenti responsabili delle articolazioni aziendali provvedono, con le medesime procedure e metodologie del comma precedente, nei confronti delle singole unità operative che compongono l'articolazione medesima. 6. assegnazione degli obiettivi individuali Gli obiettivi, preventivamente illustrati dal dirigente responsabile dell'articolazione aziendale, sono assegnati formalmente a tutti i dirigenti dell'unità operativa secondo la tipologia degli incarichi conferiti a ciascuno di essi, con l'indicazione dell'incentivo economico connesso. CIMO – IL SINDACATO DEI MEDICI www.cimomedici.it HEALTH MANAGEMENT – ISTITUTO DI MANAGEMENT SANITARIO – FIRENZE www.health-management.it 32 RIFERIMENTI NORMATIVI CCNL 1994_1997 ARTICOLO 65 7. retribuzione di risultato e verifica dei risultati L'erogazione dell'incentivo è strettamente connessa ai risultati conseguiti in relazione alla realizzazione degli obiettivi assegnati. Detti risultati sono oggetto di valutazione da parte del competente servizio per il controllo interno e del nucleo di valutazione, che ne definisce parametri e standard di riferimento. 8. modalità di erogazione della retribuzione di risultato La retribuzione di risultato è corrisposta a consuntivo, nei limiti delle quote di produttività assegnate all'unità operativa e, comunque, nel rispetto delle disponibilità finanziarie complessivamente attribuite alla medesima, in relazione al raggiungimento totale o parziale del risultato. Tale verifica può anche essere periodica, per stati di avanzamento. 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