consumi e lavoro

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consumi e lavoro
Comunicato stampa
29 settembre 2015
CONSUMI E LAVORO
MENTRE IN ITALIA IL FOOD CONTINUA A CALARE
NEL SETTORE DEL TURISMO REGISTRA UNA CRESCITA A DUE CIFRE
Lo ha dichiarato il sociologo prof. Finzi commentando i dati della ricerca AIFBM,
l'associazione dei food&beverage manager, presentati oggi nel corso
di una conferenza stampa a Milano. Per le somministrazioni in hotel, resort,
villaggi e settore crocieristico si parla di acquisti per alcuni miliardi di euro.
E IL SETTORE OFFRE MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO.
www.aifbm.com
Milano. “Allo stato attuale dell'economia italiana, mentre il consumo del food è in calo del
2%, nel settore delle somministrazioni in ambito turistico- hotel, Resort e villaggi,
crocieristico- il consumo segna una crescita a 2 cifre!”.
Lo ha dichiarato il sociologo dei consumi prof. Enrico Finzi presidente AstraRicerche
intervenendo stamani alla conferenza stampa di AIFBM, l'associazione di categoria che
rappresenta i Food & Beverage manager italiani, vale a dire tutti coloro che negli alberghi,
nelle catene della ristorazione gestiscono la divisione F&B a 360 gradi. . All'evento sono stati
presentati i dati ad oggi della ricerca working progress condotta annualmente
dall'associazione; ulteriori dati saranno presentati nella fase più avanzata dello scouting al
convegno nazionale dal 22 al 24 novembre al Saint-Vincent Resort & Casino. “
“Si tratta di numeri indicativi di un fenomeno e non certo esaustivi della realtà – spiega
uno dei soci fondatori di AIFBM, Roberto Santarelli-, d'altra parte a studiare il
fenomeno, al momento è solo l'associazione che nel 2014 ha avviato un osservatorio
permanente allo scopo di far conoscere e tutelare il ruolo strategico del food&beverage
manager per lo sviluppo della produzione, dei consumi e del turismo di qualità nel nostro
Paese.” Un ruolo che come Finzi ha sottolineato è effettivamente significativo.
“In Italia vi sono 5.747 alberghi a 4 e 5 stelle (fonte Federalberghi) e il giro di affari per gli
acquisti nel Food &Beverage - ha illustrato Santarelli- è di circa 2 miliardi di euro. Questo
risulta da una proiezione rispetto agli acquisti del campione monitorato da AIFBM:
10 milioni di somministrazioni effettuate nel 2014 in oltre 100 hotel, Resort e villaggi
turistici per le quali gli acquisti di food, bevereage e stoviglie sono stati pari a 33 milioni di
euro. Nel dettaglio: breakfast (45% delle somministrazioni), lunch (11%), banchettistica
(21%), room service (7%), dinner (16%).
Per quanto riguarda il beverage, dopo l'acqua (5 milioni di litri) sono in testa vini&spumanti
(1,3) e ultimo è il caffè (0,3). Nel food, va alla grande la frutta (3mila tonnellate), ma anche
il pesce e i prodotti per panificazione (700 tonnellate circa). Curiosi certi numeri come il
consumo delle brioche che ad esempio in sole 4 strutture supera i 150.000 pezzi l'anno. E
sono 100 milioni le somministrazioni all'anno solo nel settore crocieristico.”
“Secondo il nostro trekking study dei consumi nazionali in generale che stiamo portando
avanti con il mio istituto 11 mesi l'anno- ha detto Finzi-, la crisi è ancora significativa, il 66%
degli adulti italiani dichiara che il proprio tenore vita è negativo ma non più drammatico
come 2 anni fa. E da qui all'agosto 2016 sembra farsi strada una certa fiducia, sentimento
importante per la ripresa dei consumi, anche se il 54% della popolazione continua ad essere
pessimista, ma questa percentuale negli ultimi 4 anni è diminuita.
In tale scenario, il mercato rappresentato da AIFBM dimostra di essere uscito
prima dalla crisi e questo per 3 motivi.
Il settore ha guadagnato terreno perché si rivolge a un target più elevato, perché
rappresenta il turismo di qualità(nel 2015 il turismo in genere segna un incremento del 16%,
un andamento eccellente) e infine perché in questi anni il turismo ha visto crescere la
professionalizzazione, specie nella hotellerie, con investimenti importanti nella qualità
globale, delle strutture, della formazione, dei servizi.
I dati AIFBM dimostrano fondamentali elementi di forza del segmento del food&beverage
management.
Si dice che il cibo è cultura e comunicazione, ebbene essa è efficace se il messaggio è di
qualità, se l'emissario è autorevole e se il contesto è di pregio.
Una bibita servita al baretto posticcio sulla spiaggia comunica il suo brand ben diversamente
che sulla terrazza panoramica di un 5 stelle.
Le imprese dovrebbero riflettere sul fatto che i food & beverage manager muovono grandi
numeri in contesti di grande valore comunicativo e che il trend è in costante espansione.
Inoltre, c'è un altro fattore: la clientela degli alberghi sta cambiando e cresce quella locale
attirata proprio dall'offerta food&beverage. E al contempo, anche il viaggiatore seleziona la
struttura anche sulla qualità del food&beverage.
E il food&beverage manager spesso con questo servizio fa quadrare i bilanci perfono
dell'albergo.
Questo professionista insomma non è solo una macchina per vendere ma anche per
comunicare, un vero e proprio medium”.
Il presidente AIFBM Severino Dellea, manager del Saint-Vincent Resort&Casino, con il
vicepresidente Sebastiano Pira, in forza allo Sheraton Diana Majestic di Milano, hanno
sottolineato come non esiste ancora un percorso formativo preciso per la loro professione,
caratterizzata da complessità e interdisciplinarietà. Ha spiegato Pira: “L’F&B manager infatti
propone ed esegue il budget di intesa con la direzione generale e il responsabile marketing,
definendo gli obiettivi specifici della divisione F&B e operando nella scelta di strategie e
metodiche per il raggiungimento del target. Definisce, inoltre, il livello qualitativo e
quantitativo degli approvvigionamenti, delle somministrazioni e delle attrezzature e, al fianco
dell’executive chef e del sommelier, fissa gli standard delle ricette e del servizio
enogastronomico. Occorre molta determinazione per essere capaci di coinvolgere tutto il
team adeguatamente agli obiettivi”.
“Le strutture di un certo livello oggi hanno bisogno di un food & beverage manager e quindi
le occasioni di lavoro sono migliaia. - ha detto Dellea- E' un lavoro duro, il nostro, che
richiede di essere operativi anche 15, 16 ore al giorno, ma dà grandi soddisfazioni anche
economiche. La formazione non è lineare, per questo vorremmo un Ordine. Attualmente
consigliamo scuole alberghiere come quella di Losanna o la Cornell University in USA. Ottima
la scuola di cucina ALMA dove AIFBM tiene corsi di food&beverage. Alcuni manager hanno
iniziato come sommelier. Ma poi si impara sul campo, con stage in Italia e all'estero, perché
occorre certamente parlare due lingue straniere. Quindi le barriere all'ingresso sono basse.
Infatti, vediamo molti giovani pieni di entusiasmo affacciarsi alla professione, un altro
segnale da un'Italia che nonostante tutto funziona!”.
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