Piano di sviluppo 2001/2004 - Unione dei Comuni Montani del

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Piano di sviluppo 2001/2004 - Unione dei Comuni Montani del
Comunità Montana del Casentino
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Piano di sviluppo
ECONOMICO SOCIALE
2001/2004
---------- ° ----------- ° -------------- ° -------------
- MARZO 2001 -
_______________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
1
Comunità Montana del Casentino
_____________________________________________________________________________________
2
CAP 1: I PRESUPPOSTI
1.1. LA POPOLAZIONE
1.1.1. L’andamento demografico
L’analisi dell’andamento demografico degli anni 1997/1999 ha evidenziato il
consolidamento della situazione verificatosi negli anni ’90 e cioè che esiste ormai la
tendenza ad un andamento leggermente positivo per tutti i comuni (vedi tabelle n. 1 e n. 2).
Il fenomeno è comunque più evidente nei comuni metropolitani vicini a Arezzo e cioè
Subbiano e Capolona che continuano a usufruire della condizione di periferia residenziale
anche se hanno rallentato la crescita tumultuosa del primo quinquennio; stessa cosa vale
per il comune di Chitignano; nei comuni di fondovalle Bibbiena e Poppi la crescita
continua, manifestando incrementi limitati, infine i comuni marginali conservano le
condizioni osservate in precedenza evidenziando però il blocco dell’emorragia migratoria
verso l’esterno rispetto agli anni precedenti (graf. 2 – tasso di spopolamento). Il
comprensorio ha praticamente trovato nella seconda metà degli anni ’90 una propria
identificazione demografica a misura della realtà economico-sociale presente. (tab. 1 e
graf. 1 e 2)
tab. 1 - Andamento demografico storico 1861/1999
COMUNI
POPOLAZIONE
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 1999
10.11 10.59 10.96 11.33
10.21 10.18
9.862
Bibbiena
5.439 5.683 6.296 7.430 8.016 9.401 9.603
1
7
9
9
4
5
Capolona
2.488 2.691 2.817 3.248 3.510 3.496 3.610 3.771 3.608 3.169 3.228 4.344 4.013 4.699
Castel Focognano 3.182 3.418 3.756 4.141 4.691 4.721 4.773 5.003 4.574 3.783 3.393 3.228 3.343 3.369
Castel San Niccolò 4.940 5.445 5.815 6.278 7.209 7.305 6.357 7.125 6.277 4.494 3.313 3.003 2.859 2.801
Chitignano
1.170 1.195 1.319 1.621 1.731 1.792 1.448 1.627 1.497 961 836 799 817 958
Chiusi della Verna 2.529 2.496 2.843 3.158 3.746 3.795 3.830 4.048 3.807 3.103 2.361 2.257 2.223 2.249
Montemignaio
2.031 974 1.379 1.144 1.761 1.774 1.294 2.035 1.680 1.171 599 512 532 573
Ortignano
1.022 1.064 1.905 2.078 2.261 2.304 2.128 2.307 1.937 1.411 966 818 804 843
Raggiolo
Poppi
6.177 6.414 6.832 7.845 8.446 8.604 8.911 9.235 8.886 7.002 5.975 5.554 5.601 5.822
Pratovecchio
4.972 4.680 5.318 5.259 6.141 6.497 6.600 5.695 4.995 4.025 3.112 2.958 3.068 3.111
Stia
3.196 3.058 3.564 3.597 4.077 4.119 4.200 5.279 4.121 3.550 3.070 3.000 3.017 2.965
Subbiano
3.242 3.725 4.007 4.729 4.794 5.007 4.806 5.015 5.129 4.256 3.925 4.034 4.442 5.361
Talla
2.513 2.566 2.692 2.868 3.061 3.184 2.944 2.984 2.646 1.961 1.347 1.265 1.237 1.173
42.90 43.40 48.54 53.39 59.44 61.99 60.50 64.33 59.34 48.74 42.23 42.36 42.92 45.26
TOTALE CM
1
9
3
6
4
9
4
8
2
8
6
9
5
3
grafico 1 : andam ento dem ografico 1861/1999
75.000
60.000
45.000
30.000
15.000
1861
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1981
1991
1996
1999
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Fonte: censimenti generali e Provincia
tab. 2 - Andamento demografico 1990/1999
COMUNI
POPOLAZIONE
1990 1991
10.97 10.96
4
9
Capolona
3.670 4.013
Castel Focognano
3.375 3.343
Castel San Niccolò
2.872 2.859
Chitignano
835 817
Chiusi della Verna
2.274 2.223
Montemignaio
522 532
Ortignano Raggiolo
780 804
Poppi
5.656 5.601
Pratovecchio
2.962 3.068
Stia
2.914 3.017
Subbiano
4.366 4.442
Talla
1.239 1.237
42.43 42.92
TOTALE CM
9
5
fonte: censimento generale e Provincia
Bibbiena
1992
11.02
0
4.353
3.347
2.827
823
2.262
530
834
5.592
3.026
2.970
4.549
1.240
43.37
3
1993
11.11
9
4.452
3.356
2.802
835
2.263
545
831
5.651
3.013
2.956
4.716
1.226
43.76
5
1994
11.20
7
4.562
3.369
2.801
851
2.238
532
834
5.645
3.015
2.963
4.795
1.204
44.01
6
1995
11.18
4
4.592
3.354
2.793
861
2.248
544
844
5.644
3.002
2.966
4.870
1.210
44.11
2
1996
11.24
0
4.612
3.337
2.795
884
2.243
530
842
5.657
3.053
2.951
4.981
1.201
44.32
6
1997
11.26
0
4.661
3.331
2.789
910
2.247
540
842
5.722
3.072
2.939
5.118
1.179
44.61
0
1998
11.29
3
4.736
3.345
2.799
929
2.221
557
847
5.813
3.084
2.918
5.221
1.181
44.94
4
1999
11.33
9
4.699
3.369
2.801
958
2.249
573
843
5.822
3.111
2.965
5.361
1.173
45.26
3
7,5%
7,7%
Chitignano
1,9%
7,1%
Montemignai
o
Bibbiena
1,9%
2,8%
Poppi
0,9%
Capolona
0,9%
Pratovecchio
0,5%
Castel
Focognano
0,3%
Stia
0,2%
Castel San
Niccolò
-2,4%
Ortignano
Raggiolo
Talla
0,1%
Chiusi della
Verna
Com uni
Subbiano
grafico 2:popolazioneresidente1996/99.V ariazioni%
(tasso dispopolamento)
Il grafico n. 3 relativo all’andamento dei quozienti demografici mostra come dopo
la tendenza all’abbassamento del saldo totale che da attivo era arrivato nel 1995 circa al
valore zero (senza Subbiano e Capolona; con i suddetti comuni il valore era circa al 3%), si
è avuto dal 1996 al 1999 un significativo aumento del tasso in questione (nel ’99 risulta
6,50 senza Subbiano e Capolona e 8,09 con i suddetti comuni); ciò non dipende da un
aumento del tasso di incremento naturale che come si desume dal grafico è sempre
negativo, e comunque in linea con le tendenze provinciali e regionali, ma dal continuo e
significativo aumento del saldo migratorio (circa al 12% nel 1999). Tale saldo migratorio
positivo è determinato da forti movimenti dall’esterno che evidenziano una certa capacità
di attrazione del territorio casentinese; è questo un segnale per il Casentino, nel senso che
anche in questa vallata il fenomeno immigratorio sta acquistando una rilevanza che non
può più essere trascurata sia sotto il profilo sociale che quello economico.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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4
grafico 3: incremento % popolazione 1972/1999
12,00
incr.naturale
10,00
incr.m igratorio
8,00
incr.totale
6,00
4,00
-4,00
-6,00
-8,00
Fonte: censimenti generali e Provincia dati senza Subbiano e Capolona
Per concludere, dal confronto dei tassi di incremento naturale, migratorio e totale
con la realtà provinciale, regionale e nazionale si desume come il Casentino presenta i
valori quasi in linea con la provincia di Arezzo, anche se comunque più elevati, ma
nettamente superiori alla media regionale e ancora di più a quella nazionale; tale fenomeno
evidenzia come il Casentino espleti la funzione di attrazione demografica sotto diversi
aspetti quali la qualità del territorio stesso e quindi la qualità di vita per gli abitanti oltre
naturalmente alla possibilità per gli immigrati di trovare sbocco sul mercato del lavoro.
1.1.2. Il fenomeno immigrazione
Per sottolineare quanto scritto appena sopra, risulta necessario fare alcune
riflessioni appropriate sul tema. Le tabelle relative al bilancio demografico 1999 dei
cittadini stranieri in Casentino mostrano come il flusso migratorio dall’estero sia di rilievo
nel nostro territorio; infatti se si osserva la popolazione straniera al 31/12 con il relativo
tasso di incidenza sul totale dei residenti si nota come in Casentino l’entità della presenza
straniera si avvicina più alla realtà delle zone urbane toscane che a quella del territorio
provinciale e quindi della campagna. Ciò comporta ancora di più il fatto che tale fenomeno
ha acquisito negli ultimi anni un’importanza tale da dover essere non solo analizzato ma
anche affrontato con opportuni interventi in campo sociale e economico.
Le verifiche effettuate nei vari aspetti della vita economico-sociale di questi abitanti ha
evidenziato quanto segue:
-
la composizione etnica della presenza straniera è caratterizzata da una immigrazione
proveniente dai paesi Balcani (Romania, Albania, Macedonia, Jugoslavia), dalla
Germania, dall’Asia Orientale (Bangladesh, India) e dall’Africa (Marocco, Senegal);
comunque anche se di entità notevolmente minore, i dati mostrano la provenienza dei
cittadini stranieri da circa 60 nazioni diverse, ciò a dimostrazione che tale
composizione etnica conferma la tendenza della regione Toscana ma soprattutto di
Arezzo alla ricezione di varie nazionalità; questo comporta un approccio al fenomeno
più complicato che in altri territori poiché la presenza di numerose nazionalità porta a
sviluppare tutti quelli che sono i problemi di integrazione e inserimento sotto il profilo
culturale, sociale e religioso.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1981
1980
1979
1978
1977
1976
1975
1974
1973
0,00
-2,00
1972
2,00
Comunità Montana del Casentino
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5
-
la conferma della significativa presenza straniera arriva anche dai dati relativi agli
alunni iscritti nelle scuole casentinesi; dalla tabella sulla percentuale alunni stranieri si
evince che in Casentino c’è il più alto numero di presenze straniere rispetto alle altre
realtà provinciali; ciò oltre al fatto di confermare la presenza sul territorio di tali
cittadini, segnala che praticamente tutti i ragazzi stranieri vengono inseriti nelle scuole
e soprattutto che le frequentano (vedi tab. 5).
-
i dati relativi agli avviamenti al lavoro degli stranieri mostrano come tali cittadini si
iscrivono al collocamento per lavori a basso contenuto professionale, anche se poi
effettivamente il titolo di studio che hanno consentirebbe loro di effettuare anche lavori
più qualificati; questo significa che ad oggi tali persone si adattano a fare i lavori
cosiddetti umili che per loro presentano la maggiore offerta sul nostro mercato del
lavoro (agricoltura e foreste, edilizia, metalmeccanica, assistenza agli anziani), infatti
lo stile di vita odierno della popolazione indigena comporta per le persona in età
lavorativa aspirazioni e aspettative dal mondo del lavoro che lasciano in secondo piano
quelle occasioni accettate invece di buon grado dagli immigrati.
-
anche se il flusso migratorio dall’esterno ha portato il tasso di incremento totale ad un
valore positivo e sopra la media di altre realtà, comunque non riesce a frenare per ora il
processo di invecchiamento graduale della nostra popolazione; è poi comunque
difficile riuscire ad affermare che in futuro si registreranno effetti sulla composizione
della popolazione stessa dovuti all’immigrazione poiché non è possibile effettuare con
esattezza previsioni sul flusso migratorio dall’esterno degli extracomunitari, infatti tale
flusso dipende anche e soprattutto dalle situazioni economico-sociali-politiche dei
territori di provenienza.
-
l’attuale composizione per età a favore della popolazione medio-giovane ad oggi
comporta una bassa se non nulla richiesta di servizi di assistenza; il fatto che questo
fenomeno immigratorio nel nostro territorio ha acquisito rilevanza solo in questi ultimi
anni non ha innescato ancora quella richiesta di bisogni culturali e religiosi propri di
una integrazione societaria.
In conclusione nasce e si sviluppa velocemente la necessità, per tutti questi cittadini,
di interventi per favorire l’inserimento e l’integrazione nel mondo del lavoro, dei rapporti
sociali, della cultura con la creazione di opportunità di interscambio culturale.
tab. 3 – Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso
e cittadinanza al 31/12/1999
Nazione
Romania
Germania
Albania
Marocco
Bangladesh
Macedonia
India
Jugoslavia
Svizzera
Polonia
Senegal
Regno Unito
Cina
Francia
Bosnia-Erzegovina
Austria
Maschi
Femmine
Totale
237
77
80
62
72
74
50
41
34
14
26
13
11
8
11
9
194
88
54
43
31
17
33
25
30
41
5
16
16
17
6
4
431
165
134
105
103
91
83
66
64
55
31
29
27
25
17
13
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Sri Lanka
Stati Uniti
Brasile
Altre nazionalità
Totale complessivo
Fonte:Istat
7
6
4
53
889
4
5
6
69
704
11
11
10
122
1593
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
6
Comunità Montana del Casentino
7
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Tab. 4 - Cittadini Stranieri. Bilancio Demografico Anno 1999 - dati per comune
Bibbiena Capolona C. Focognano C.S.Niccolò Chitignano C. Verna Montemignaio Ortignano Poppi Pratovecchio Stia Subbiano Talla Casentino
Popolazione residente al 1/1
243
55
116
54
13
100
4
18
252
136
73
126
57
1.247
Nati vivi
3
0
5
1
0
1
0
0
4
2
1
2
0
19
Morti
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
Iscritti
91
31
30
29
13
12
3
6
107
49
61
44
9
485
15
9
13
0
157
172 126
159
66
1.593
35
11
323
Cancellati
Popolazione al 31/12
di cui Minorenni
40
10
14
9
3
3
0
5
36
297
76
136
75
23
110
7
19
327
59
18
34
13
6
31
0
4
67
Firenze
Italia centrale
28
17
Confronto con Provincia, Regione e Italia
Casentino
Popolazione residente al 1/1
Nati vivi
Morti
Iscritti
Cancellati
Popolazione al 31/12
di cui Minorenni
incidenza sul totale residenti
Provincia
Regione
Italia
82.390 1.116.394
Arezzo
1.247
7.936
2.941
16.760
328.910
19
163
1.573
21.175
69
302
5.052
1
13
146
1.939
7
22
478
485
2.404
22.316
246.193
716
3.682
54.677
9.221
157
866
111.270
234
1.397
24.728
1.593
9.624
96.912 1.270.553
3.485
19.325
363.433
323
1.890
17.633
229.851
605
3.322
57.958
3,52%
0,59%
2,74%
2,20%
3,80%
5,13%
0,33%
Fonte:Istat
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
8
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tab. 5 – Alunni stranieri nella provincia di Arezzo – a. scolastico 1999/2000
Zona
ARETINA
CASENTINO
VALDARNO
VALDICHIANA
VALTIBERINA
TOTALE
Superiori
81
14
32
21
12
160
Media
109
30
63
46
27
275
Elementare
187
95
104
75
52
513
Materna
47
34
60
45
24
210
Totale
424
173
259
187
115
1158
Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo
1.1.3. La popolazione per fasce di età
Anche lo studio dei dati relativi alla popolazione divisa per fasce d’età
conferma le valutazioni fatte sull’andamento demografico; cioè la popolazione casentinese
si è stabilizzata anche sotto il profilo della composizione per classi d’età, infatti dal 1995 al
1999 le incidenze sul totale per ogni fascia si sono mantenuti nei valori (rispettivamente
12% per gli inferiori ai 15 anni, 65% tra i 15 e i 65 anni e 23% per i maggiori di 65 anni).
Questo significa che perdura il fenomeno dell’invecchiamento come del resto nella
provincia e nella regione Toscana dove si rilevano i valori più elevati rispetto alla media
nazionale (vedi tab. n. 6 e graf. n. 4).
Osservando la tabella relativa all’indice di invecchiamento si rileva come nei
ultimi quattro anni ci sia stato un leggero aumento del suddetto indice con una diversa
distribuzione nelle fasce individuate (1^ fascia: tasso sotto 150; 2^ fascia: tasso tra 150 e
200; 3^ fascia: tasso sopra 200 – il valore indica quanti anziani esistono per ogni giovane,
ad esempio il tasso a 288 ci dice che per ogni giovane ci sono circa 3 anziani); nella prima
fascia continuano a rimanere i comuni di Subbiano e Capolona che ancora presentano i
maggiori valori per le persone in età produttiva. La seconda fascia che contraddistingueva
praticamente il fondovalle, con Bibbiena che comunque continua a mantenere i dati più
positivi, ha visto già dal 1996 l’entrata di Chiusi della Verna che ha portato il proprio tasso
sotto il valore di 200 e l’uscita nel 1999 di Pratovecchio che invece ha superato tale valore.
Nella terza fascia, relativa praticamente ai comuni marginali, si nota un miglioramento per
Talla che comunque mantiene un tasso elevato, e un aumento seppure non sostanziale
dell’indice per gli altri comuni.
tab. 7 - indice invecchiamento: fasce per comuni
Comuni
1971
1981
1991
indice d'invecchiamento
1995
1996
1997
1998
1999
Subbiano
Capolona
57,89
73,96
126,69
127,86
126,47
122,42
125,94
125,78
54,60
67,54
101,78
136,02
119,10
122,57
127,98
131,92
Bibbiena
Chiusi della Verna
Castel Focognano
Poppi
60,45
90,39
144,43
169,26
172,46
173,57
176,76
177,92
71,43
119,79
155,17
203,26
182,01
187,59
182,23
178,91
65,85
109,69
149,21
171,96
169,75
174,06
179,63
179,81
88,93
104,65
179,88
194,22
202,49
195,45
198,98
198,68
201,29
Pratovecchio
Chitignano
Talla
Castel San Niccolò
Ortignano Raggiolo
Stia
Montemignaio
76,13
131,39
194,95
196,83
195,88
195,41
193,47
103,29
150,00
228,72
258,76
281,91
263,00
259,62
238,05
89,20
138,46
205,92
279,66
263,64
279,13
263,33
265,55
102,24
151,81
211,53
236,89
239,10
245,25
253,04
267,02
98,82
136,44
197,17
239,42
248,98
271,11
275,00
279,07
135,08
173,62
241,47
274,36
274,36
278,18
277,59
280,81
122,43
176,19
244,62
278,79
295,24
284,38
277,94
288,06
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
9
_________________________________________________________________________________________
76,08 106,16 160,99
183,73
TOTALE CM
Fonte: elaborazione su dati censimenti e Provincia
181,76
182,20
184,49
186,02
La tendenza all’invecchiamento soprattutto nei territori con forti caratteristiche di
marginalità è ribadita anche dall’indice di dipendenza e dall’indice di ricambio; entrambi
ci mostrano come il rapporto tra la popolazione attiva e quella non attiva (vedi tabella n. 8
– indice di dipendenza) sia piuttosto squilibrato a favore della classe di popolazione sopra i
65 anni e sotto i 15 anni cioè quella non attiva e come il rapporto tra gli ingressi nel mondo
del lavoro e le uscite sia sempre inferiore alla media provinciale anche se con valori più
livellati rispetto al 1991 (vedi tab. 9 - indice di ricambio).
tab. 8 - indice di dipendenza: fasce per comuni
COMUNI
indice di dipendenza
1971
1981
1991
1995
1996
1997
1998
1999
Subbiano
Capolona
49,28
51,19
51,89
50,24
46,50
45,77
45,07
48,22
44,75
47,88
45,36
46,94
44,99
47,82
44,66
48,42
Bibbiena
Poppi
Castel Focognano
49,70
55,41
50,57
51,55
54,95
49,70
48,81
50,44
48,98
50,95
52,09
53,15
50,85
52,27
53,85
50,72
54,36
53,57
50,21
54,27
55,51
50,17
53,94
55,76
Chiusi della Verna
Castel San Niccolò
Talla
Pratovecchio
55,46
60,61
52,73
54,04
55,92
63,43
57,13
58,12
57,77
60,80
60,23
56,61
59,32
59,42
58,79
59,68
57,07
60,91
57,82
60,26
56,48
60,66
58,68
60,50
57,41
59,58
58,52
60,96
57,38
58,61
58,94
59,95
Stia
Ortignano Raggiolo
Chitignano
Montemignaio
49,69
53,33
58,08
65,93
60,40
51,76
57,73
51,18
62,55
64,42
60,83
72,73
64,96
71,89
67,84
85,03
65,51
68,40
68,38
87,68
65,30
65,75
66,36
83,67
63,11
63,83
67,39
85,67
61,67
63,06
66,32
83,07
TOTALE CM
52,62
54,14
52,15
53,88
53,82
53,85
53,76
53,51
tab. 9 - indice di ricambio
Casentino
Valtiberina
Valdarno
Valdichiana
Area aretina
Totale provincia
1981
1991
1995
1996
1997
1998
1999
131,76
87,95
85,27
83,12
81,15
78,50
77,14
118,39
128,79
123,96
74,16
104,19
91,6
73,17
80,22
87,86
74,98
79,83
88,50
73,85
74,46
85,70
71,03
69,99
84,91
68,99
67,06
81,11
152,48
135,44
102,26
95,89
82,18
81,97
80,14
81,18
74,26
77,04
70,77
73,49
69,53
71,47
Per concludere, le valutazioni demografiche fin qui effettuate confermano quello
che è il quadro più generale regionale e poi nazionale e europeo; la struttura della
popolazione cambia per il processo di invecchiamento, per l’abbassamento della natalità,
per il miglioramento della qualità della vita che comporta il conseguente allungamento
della vita stessa, per il flusso migratorio dall’esterno e per i cambiamenti dovuti alle
abitudini di vita e alle strutture familiari.
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
10
_________________________________________________________________________________________
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
11
_________________________________________________________________________________________
tab. 6 - Composizione della popolazione residente per classi di età
COMUNI
1971
1991
1996
1999
anni < 15
2.134 21% 1.905 18% 1.472 13% 1.387 12% 1.363 12%
Bibbiena
1981
1971
1981
67%
1991
15< anni < 65
7036 66% 7371 67%
6.889
Capolona
707 22%
801 20%
676 16%
686 15%
661 14%
66%
2671 67%
691 20%
516 15%
441 13%
433 13%
431 13%
2980 69%
66%
2177 67%
Castel San Niccolò
624 19%
469 15%
347 12%
312 11%
282 10%
Chitignano
Chiusi della Verna
152 18%
483 21%
118 15%
374 16%
94 12%
319 14%
94 11%
289 13%
113 12%
294 13%
107 18%
169 17%
1.120 19%
63 12%
118 14%
990 17%
65 12%
106 13%
671 12%
63 12%
98 12%
642 11%
67 12%
86 10%
683 12%
Pratovecchio
641 20%
481 16%
376 12%
388 13%
387 12%
Stia
439 14%
417 14%
340 11%
312 11%
297 10%
Subbiano
824 21%
795 20%
622 14%
680 14%
733 14%
Talla
250 18%
195 15%
152 12%
121 10%
119 10%
Montemignaio
Ortignano Raggiolo
Poppi
TOTALE CM
8.341 20% 7.242 17% 5.681 13% 5.505 12% 5.516 12%
62%
2.082
532 63%
64%
1.493
361 60%
630 65%
64%
3.819
65%
2.089
67%
2.077
67%
2.640
897 65%
27.910
66%
1862 61%
1778 62%
511 63%
1470 64%
508 62%
1409 63%
340 66%
539 66%
3687 65%
308 58%
489 61%
3723 66%
1915 63%
1959 64%
1889 62%
1856 62%
2665 66%
3032 68%
814 64%
772 62%
27.576
65%
28.429
66%
67% 1.290 13%
68%
2244 67%
1971
1981
1722 16%
1991
65 < anni
2126 19%
1996
67%
386 12%
541 13%
688 16%
21%
2.392
817 18%
7.551
3.139
2.266
1999
66%
7.432
2.135
Castel Focognano
1996
2.425 21%
872 19%
3.166
64%
455 13%
566 17%
658 20%
735 22%
775 23%
2.169
65%
2.163
62%
1.737
525 59%
64%
1.428
284 53%
500 59%
66%
3.715
62%
1.905
60%
1.783
69%
3.441
761 63%
63%
1.766
576 60%
64%
1.429
313 55%
517 61%
65%
3.782
63%
1.945
62%
1.834
69%
3.706
738 63%
638 19%
712 23%
734 26%
746 27%
753 27%
157 19%
345 15%
177 22%
448 20%
215 26%
495 22%
265 30%
526 23%
269 28%
526 23%
131 22%
167 17%
996 17%
111 22%
161 20%
1036 18%
159 30%
209 26%
1207 22%
193 34%
240 28%
1.357 23%
488 15%
632 21%
733 24%
186 35%
244 29%
23%
1.300
760 25%
593 19%
724 24%
821 27%
856 29%
834 28%
477 12%
588 15%
788 18%
860 17%
922 17%
223 16%
270 21%
313 25%
319 27%
316 27%
28.819
65%
29.486
65% 6.346 15% 7.688 18% 9.146 21%
10.006
Fonte: elaborazione Provincia su dati censimenti e comunali
graf.4:Indiced'invecchiamento
200
183,73
181,76
182,20
184,49
186,02
1998
1999
160,99
150
106,16
100
1999
76,08
50
_________________________________________________________________________
0
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
1971
1981
1991
1995
1996
1997
anni
23%
779 25%
10.261
23%
Comunità Montana del Casentino
12
_________________________________________________________________________________________
La previsione effettuata dall’Ufficio statistica della Regione Toscana conferma che
nei prossimi dieci anni la situazione non cambierà sia per quanto riguarda il numero totale
di abitanti che la composizione per classi d’età. Il Casentino continua e continuerà a
presentarsi come una società di pensionati con la tendenza allo spopolamento delle zone
marcatamente montane e quindi marginali.
tab. 10 - Previsioni fino al 2011 della popolazione residente del Casentino
valori assoluti
< 15
15>anni<65
> 65
valori %
totale
< 15
15>anni<65
> 65
totale
2001
4.151
22.769
8.135 35.054
12%
65%
23%
100%
2006
4.358
22.844
8.118 35.320
12%
65%
23%
100%
2011
4.600
22.873
7.888 35.361
13%
65%
22%
100%
Fonte: Ufficio statistica della Regione Toscana - dati senza Subbiano e Capolona
1.1.4. La popolazione scolastica
Passando all’analisi dei dati sugli iscritti nelle scuole del Casentino e confrontando
l’andamento degli anni scolastici 1998-99,1999-00 e 2000-01 si nota come rimane
praticamente costante in ogni ordine di scuola sia nel numero di classi che nel numero di
alunni. Il rapporto fra alunni e classi mostra come le scuole materne e medie sono quelle
con più ragazzi per ogni classe, infatti quasi tutti gli istituti comprensivi hanno il valore
superiore a 20 con il tasso massimo nell’istituto di Capolona che risulta sopra a 25.
L’organizzazione delle scuole in Istituti comprensivi ha portato, a livello di
istituto, ad un livellamento nella distribuzione degli studenti quindi non c’è differenza tra
le varie zone della vallata.
Per quanto riguarda l’andamento delle scuole secondarie si evidenzia la crescita
nelle preferenze degli studenti verso il liceo scientifico, l’istituto tecnico industriale e la
tendenza al calo per l’istituto tecnico commerciale; questo dimostra come se negli anni ’80
e primi ’90 l’istituto tecn. commerciale nel nostro territorio era il più gettonato per la
speranza di acquisire un titolo di studio che facilitava l’ingresso nel mondo del lavoro, ora
questo tipo di scuola, essendo ormai saturo il mercato dei “ragionieri” non è più in vetta
alle preferenze. Le conseguenze sono state uno spostamento verso altri istituti come
l’istituto industriale ed altri non presenti nel nostro territorio (es. linguistico e geometra che
sono a Arezzo). Certo è che l’aumento dell’istituto industriale e del liceo deriva tra l’altro
dal fatto che, in Casentino, sono le uniche tipologie di scuole secondarie di rilievo presenti.
Un discorso a parte merita il liceo classico viste le travagliate vicissitudini che si
sono susseguite in questi ultimi anni; infatti dopo la decisione di chiudere la sede di
Bibbiena e dopo l’appello della popolazione e delle amministrazioni locali che ha riportato
la scuola in Casentino anche se come sezione interna al liceo scientifico di Poppi, permane
per questo tipo di scuola l’esigenza di avere una propria identità di indirizzo culturale. Il
ricondurla come semplice sezione all’interno di una scuola a indirizzo scientifico ha
comportato e comporta tuttora che quella parte di studenti che preferisce frequentare una
scuola a indirizzo prettamente umanistico indirizza le proprie scelte verso gli istituti di
Arezzo.
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
13
_________________________________________________________________________________________
Se si osserva la tabella relativa alla percentuale di abbandoni nelle scuole superiori
nel periodo 1992-98 si desume come il Casentino fino all’anno scolastico 1995-96
presenta, rispetto agli altri distretti scolastici della provincia, il valore più basso
corrispondente alla percentuale di abbandoni strutturale per la realtà di un territorio.
Nell’anno scolastico 1997-98 invece la percentuale si alza bruscamente al 8,5%; i motivi di
questo valore potrebbero essere ricondotti in parte alla chiusura del liceo classico, come
detto sopra, con il conseguente spostamento degli studenti verso le sedi di Arezzo o verso
altre scuole, e in parte al fatto che negli ultimi anni c’è stato un tipo di selezione più
incisiva nei confronti degli studenti stessi.
tab. 11 - Percentuale di abbandoni nelle scuole superiori nel periodo 1992-98
Distretti
Anno 1992/93
Valdarno
Casentino
Valtiberina
Aretino
Valdichiana
TOTALE
Anno 1993/94
Anno 1994/95
Anno 1995/96
Anno 1997/98
6,0%
5,7%
4,3%
5,3%
4,8%
2,8%
3,0%
4,2%
2,9%
8,5%
6,8%
4,8%
4,2%
4,6%
8,8%
6,8%
7,4%
6,4%
6,7%
6,6%
3,9%
4,3%
3,2%
4,0%
4,1%
5,9%
5,0%
5,4%
6,3%
5,9%
Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo
Il nuovo tipo di organizzazione delle strutture scolastiche che ha cominciato il suo
cammino di riforma proprio quest’anno ci porta a considerare i concetti di autonomia
scolastica; la nuova stagione che si apre chiama il mondo scolastico a nuove sfide e ad una
interazione costante con la società civile che contraddistingue il suo territorio di
riferimento e con le istituzioni e le strutture economiche che vi operano. Sfida in cui il
ruolo di cerniera e impulso della pubblica amministrazione è rilevante per poter garantire
ai nostri giovani una scuola con efficaci contenuti formativi, professionali e per la persona,
capace di porre le basi per creare una futura classe dirigente di qualità e moderna.
tab. 12 - classi e alunni nelle scuole del Casentino
anno scol.
1998-99
anno scol.
1999-00
anno scol.
2000-01
105
194
97
18
10
16
5
20
6
101
208
101
20
10
17
9
24
13
199
354
231
22
15
18
10
25
12
207
350
204
21
14
17
4
26
12
84
365
219
21
14
18
SC. MATERNA
ISTITUTO COMPRENSIVO
SC. ELEMENTARE
BIBBIENA
SC. MEDIA
8
17
12
203
294
238
25
17
20
8
16
12
193
292
238
24
18
20
7
15
12
170
294
244
24
20
20
ISTITUTO COMPRENSIVO SC. MATERNA
SC. ELEMENTARE
CASTEL FOCOGNANO
SC. MEDIA
RASSINA
10
34
10
175
311
190
18
9
19
10
34
10
185
314
177
19
9
18
8
34
10
179
314
164
22
9
16
Rapporto
Alunni/Classi
Totale Alunni
6
20
6
Totale Classi
19
10
17
Rapporto
Alunni/Classi
Totale Alunni
Rapporto
Alunni/Classi
115
194
101
Totale Classi
Totale Alunni
6
20
6
TIPO SCUOLA
Totale Classi
ISTITUTO COMPRENSIVO SC MATERNA
SC. ELEMENTARE
"13 APRILE" SOCI
SC. MEDIA
BIBBIENA
SC. MATERNA
ISTITUTO COMPRENSIVO
SC. ELEMENTARE
"G. SANARELLI" STIA
SC. MEDIA
ISTITUTO
COMPRENSIVO
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
14
_________________________________________________________________________________________
ISTITUTO COMPRENSIVO SC. MATERNA
SC. ELEMENTARE
GIUSEPPE GARIBALDI
SC. MEDIA
CAPOLONA
SC. MATERNA
ISTITUTO COMPRENSIVO
SC. ELEMENTARE
"B.B. PECCI" POPPI
SC. MEDIA
ISTITUTO STATALE DI
ISTRUZIONE
SECONDARIA BIBBIENA
ISTITUTO STATALE DI
ISTRUZIONE
SECONDARIA POPPI
11
26
12
282
433
270
26
17
23
11
26
11
296
430
255
27
17
23
8
27
11
215
446
247
27
17
22
6
15
9
140
225
139
23
15
15
6
25
8
139
433
130
23
17
16
3
15
8
69
250
114
23
17
14
I.P.S.IND.ART.
I.P.SERV.PUBBL.
I.T.INDUSTRIALE
4
6
15
68
121
308
17
20
21
4
6
15
72
120
315
18
20
21
4
7
16
71
117
343
18
17
21
I.T.COMMERCIALE
LIC. CLASS.
LIC. SCIENT.
15
3
15
322
41
328
21
14
22
14
2
15
301
32
320
22
16
21
12
2
16
223
28
340
19
14
TOTALI
306 5282
312 5399
288 4906
Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo
1.1.5. Quadro di sintesi
L’analisi fin qui effettuata ha messo in evidenza quattro elementi che devono
essere tenuti presenti per l’elaborazione successiva di strategie e interventi di sviluppo:
1) Immigrazione – anche se la popolazione extracomunitaria ha vissuto e continua,
almeno per ora a vivere nel nostro territorio senza avanzare praticamente nessuna
richiesta sia nel campo dei servizi che in quello dei bisogni sociali e culturali questo
non significa che per noi è come se non esistesse; non basta saperci “convivere” con
gli altri ma è necessario essere in grado di offrire a tali cittadini tutte le opportunità di
inserimento e integrazione effettiva non solo nel mondo del lavoro, che forse è il
campo che necessita di meno di tali interventi, ma anche in campo sociale e culturale.
2) Invecchiamento – il perdurare del fenomeno dell’invecchiamento e quindi la tendenza
della composizione della popolazione a presentarsi come una società di anziani
comporta il fatto che se è vero che è molto difficile se non impossibile frenare tale
fenomeno è comunque necessario adoperarsi per far sì che la società casentinese sia in
grado di rispondere a tutte le esigenze che provengono dagli anziani (centri di
socializzazione, assistenza domiciliare) in modo da rendere loro la vita più serena e di
maggiore qualità.
3) Territori marginali – viene riconfermata la situazione di forte marginalità per i comuni
più piccoli e con insediamenti prettamente montani; questa fotografia di una scarsa
dinamicità demografica che si esplica con bassa densità, popolazione prevalentemente
anziana e minimo incremento naturale e migratorio comporta la definizione per queste
aree di zone a “rischio” di estinzione.
4) Situazione demografica consolidata – i dati analizzati fino al 1999 e le previsioni fino
al 2011 confermano un andamento demografico stabile e quindi una condizione
“consolidata”; il Casentino ha trovato la propria dimensione demografica e con questa
– e le sue composizioni – dobbiamo fare i conti ora e in futuro.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
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1.2. LE TENDENZE ECONOMICHE E IL MERCATO DEL LAVORO
1.2.1. Le tendenze economiche
L’analisi dei dati disponibili per studiare l’evoluzione dell’economia casentinese
negli anni ’90 ha fatto emergere notevoli difficoltà interpretative nel confronto tra i due
censimenti Istat del ’91 e del ’96 – intermedio dell’industria e servizi - la cui causa è il
radicale cambiamento della tecnica di rilevazione; inoltre dopo il 1996, praticamente non
esistono flussi informativi validi e confrontabili.
Comunque dalle informazioni a disposizione si continua a rilevare, come negli
anni ’80, che la struttura economico-produttiva casentinese è caratterizzata dall’ampia
prevalenza dell’industria rispetto agli altri settori e dalla frenata della crescita del settore
del commercio, che anzi ha subito un calo; l’agricoltura invece dopo la forte riduzione
degli anni ’80 sembra avere una lenta ripresa.
La tabella seguente, relativa all’indice di industrializzazione, mostra chiaramente
come anche nel 1996 il tasso supera ampiamente, in Casentino il 60% (contro un 56%
provinciale) e anzi nei comuni di Subbiano e Capolona raggiunge valori esorbitanti; questo
a dimostrazione di come i due comuni suddetti presentino la tendenza alla dinamicità
economica caratteristica dei comuni vicini al capoluogo provinciale.
tab. 13 - Indice di industrializzazione
(addetti all’industria su totale addetti)
1991
1996
Bibbiena
Capolona
Castel Focognano
Castel San Niccolò
Chitignano
Chiusi della Verna
Montemignaio
Ortignano Raggiolo
Poppi
Pratovecchio
Stia
Subbiano
Talla
COMUNI
63,8%
77,0%
64,0%
58,9%
49,9%
75,5%
43,5%
88,6%
52,6%
67,4%
54,9%
72,1%
47,5%
64,9%
78,6%
58,9%
60,0%
50,0%
80,8%
48,6%
89,2%
54,5%
67,7%
53,3%
70,1%
50,4%
TOTALE CM
65,6%
66,5%
PROVINCIA
57,6% 56,5%
Fonte: elaborazione su dati censimenti ISTAT
Insieme alla prevalenza del sistema industriale quantificato in termini di addetti e
in indice di densità si nota come le cose non siano comunque così rosee per il nostro
territorio. La tabella relativa alle variazioni delle unità locali e degli addetti per settore di
attività e per comune denota infatti, per gli anni 1996/1991, un calo più marcato rispetto al
decennio 1991/1981; tutti i settori, anche se l’industria in modo meno sensibile, registrano
la diminuzione del numero addetti, con il commercio che presenta il dato nettamente più
negativo rispetto a quello provinciale e le “altre attività” che per noi sono in calo mentre
per il territorio provinciale registrano un aumento del 7%.
Continua come nel decennio precedente la contrazione del numero di unità locali,
in contrasto (anche in tal caso) con l’andamento provinciale, dimostrando ancora una volta
l’esistenza di un processo di consolidamento delle dimensioni di impresa e anzi, per il
settore “altre attività”, che si identifica praticamente con il terziario, risulta essere in calo
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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netto rispetto al decennio precedente, che invece registrava un incremento di tale valore, e
in netta controtendenza rispetto all’andamento provinciale che risulta avere una crescita
notevole sul numero di u.l.; da ciò si potrebbe dedurre come questo settore riesca a
mantenere gli addetti ma nel contempo si veda riorganizzarsi nelle strutture produttive e
nelle relative dimensioni.
Il fatto di rilevare nel quinquennio 1991-1996 una certa contrazione
nell’attività produttiva comporta alcune riflessioni. La congiuntura economica europea,
nazionale e toscana poi, in questi anni è stata tale da innescare un processo di sviluppo che
è risultato stagnante e quindi ha comportato un rallentamento e un peggioramento nel
sistema economico sia in termini produttivi che in quelli della forza lavoro. La nostra realtà
rispecchia notevolmente questa andatura, anzi gli effetti, proprio per le caratteristiche del
nostro territorio, sono stati più eclatanti.
Come anche riportato dall’Irpet nel rapporto annuale sulla situazione economicosociale della provincia di Arezzo del 1997, quella dell’occupazione è la nota più dolente di
questa congiuntura; infatti nel mercato del lavoro la trasformazione strutturale che si è
attuata è stata di grande portata e non può essere rilevata compiutamente dalle rilevazioni
tradizionali. “I dati sugli occupati rappresentano infatti solo una parte del complesso del
lavoro utilizzato dalle imprese grazie alla crescente flessibilità del mercato specifico ormai
largamente diffusa nella nostra regione: lavoratori non residenti, altre forme di lavoro
(irregolare, oppure regolare ma precario) così come le situazioni di doppio lavoro (in forte
aumento negli ultimi anni) costituiscono posizioni lavorative vere e proprie, le quali non
confluiscono però all’interno del concetto di occupato”(Irpet – Rapporto 1997 sulla
situazione economica e sociale prov. Arezzo).
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Comunità Montana del Casentino
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tab. 14 - unità locali e addetti per comune: variazioni % 1991/1981 - 1996/1991
COMUNI
Industria
1991/1981
Commercio
1996/1991
u.l.
addetti
u.l.
-12,2%
31,0%
-4,9%
4,9%
-51,9%
16,9%
-40,0%
-28,6%
-23,4%
-3,8%
-16,8%
47,5%
95,7%
6,7%
-14,7%
-12,4%
-10,9%
-49,4%
63,9%
-76,9%
73,5%
-30,3%
25,2%
-35,6%
7,7%
5,5%
-7%
5%
-12%
-22%
38%
-9%
100%
7%
-4%
-17%
-28%
0%
-22%
-8%
21%
-16%
-2%
-2%
-4%
-3%
-3%
6%
2%
-21%
-3%
0%
TOTALE CM
-0,4%
-0,8%
-7%
-2%
senza Capolona e Subbiano
-9,1%
0,4%
-10%
Bibbiena
Capolona
Castel Focognano
Castel San Niccolò
Chitignano
Chiusi della Verna
Montemignaio
Ortignano Raggiolo
Poppi
Pratovecchio
Stia
Subbiano
Talla
PROVINCIA
10,5% -5,6%
3%
Fonte: elaborazione su dati censimenti ISTAT
addetti
1991/1981
u.l.
addetti
12,2% 21,1%
48,3% 61,2%
-17,4% -4,1%
-21,1% -8,6%
-55,9% -52,0%
14,8%
2,7%
-35,7% -33,9%
7,7% 47,1%
26,0% 34,9%
25,3% 44,9%
-10,8% 11,3%
12,1% 32,8%
-33,3% -41,4%
Altre attività
1996/1991
u.l.
-20%
-21%
-8%
-18%
13%
-27%
-11%
-43%
-20%
-23%
-18%
-18%
-11%
addetti
1991/1981
u.l.
addetti
-11% 38,0% 35,1%
-5% 16,7% 19,1%
6%
3,0%
8,8%
-9% -36,2% -16,1%
-15% 100,0% 46,2%
-38% 31,8% 81,8%
-23% 90,0% 92,0%
-17% -7,1% 27,6%
-6% 31,8% -29,0%
-1%
6,5% 71,3%
-24% 19,3%
3,8%
6% -3,0% 12,8%
-12% 14,7% -19,8%
Totale
1996/1991
u.l.
addetti
1991/1981
1996/1991
u.l.
addetti
u.l.
addetti
-37%
-17%
-38%
-42%
-66%
-63%
-84%
-54%
-36%
-43%
-53%
-3%
-46%
-14%
38%
1%
-1%
11%
-13%
0%
0%
9%
2%
10%
8%
-6%
10,2%
32,7%
-6,9%
-19,0%
-17,5%
21,0%
-10,4%
-12,5%
7,1%
6,7%
-4,1%
21,7%
13,1%
16,8%
-3,6%
-6,4%
-11,7%
-28,2%
54,3%
-22,0%
61,5%
-18,9%
37,1%
-17,1%
11,8%
-18,3%
-22%
-8%
-20%
-26%
-27%
-33%
-28%
-29%
-20%
-26%
-34%
-6%
-28%
-10%
19%
-9%
-4%
-4%
-10%
-13%
-4%
2%
2%
-17%
0%
-6%
-39%
-1%
6,9%
5,8%
-21%
-3%
5,7%
16,6%
-19%
-9%
17,9%
14,0%
-6%
1,7%
12,2%
-19%
-11%
20,1%
13,8%
-43%
-5%
3,0%
6,2%
-24%
-7%
-4%
17,9%
24,1%
-12%
-5%
24,9%
14,4%
181%
7%
17,7%
5,5%
-11%
-2%
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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A conferma di quanto scritto nelle pagine precedenti, è utile continuare a
tenere focalizzati gli aspetti già riportati nel precedente piano di sviluppo:
la tendenza all’incremento delle dimensioni medie delle imprese in un percorso di
avvicinamento ai livelli regionali e a una più strutturata organizzazione del lavoro;
la centralità assoluta come fattore di produzione e di occupazione per tutta la
vallata del sistema industriale; a prescindere dalle potenzialità più o meno elevate di
sviluppo, a oggi è ancora il settore decisivo per le sorti economiche casentinesi. Per questi
motivi, le politiche di sviluppo non possono prescindere da tale osservazioni e al di là del
supporto e l’incentivo a settori emergenti, non devono dimenticare un’importante
attenzione ai servizi e alle infrastrutture (materiali e immateriali) per il settore industriale.
Altre importanti indicazioni per la verifica del sistema produttivo casentinese sono
fornite dall’analisi dei settori che lo compongono e della loro incidenza sulla produzione
complessiva .
La tabella successiva evidenzia i settori produttivi di maggior rilievo in Casentino:
Tab. 15 – indice di densità dei principali settori (n° addetti/popolazione residente X
1000)
SETTORI
D di cui:
DA
DB
DC
DI
DJ+DK+DL+DM
DN
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
Casentino
Provincia
1981
1991
1996
1981
1991
1996
151,4
6,6
57,7
4,1
19,5
26,9
8,8
28,6
47,1
12,5
12,3
4,0
5,6
20,4
22,4
12,6
9,5
160,1
5,3
58,6
3,1
27,5
33,5
10,7
24,8
54,8
13,3
16,2
5,5
13,3
12,9
22,0
19,4
10,4
164,8
4,9
40,6
15,0
23,1
33,7
28,1
24,3
45,0
11,0
13,1
5,3
14,0
**
**
**
7,7
150,5
11,7
53,3
16,0
10,9
20,8
25,6
28,6
54,4
8,4
15,7
6,4
9,0
12,6
23,5
16,9
11,3
145,3
8,4
43,9
13,5
9,6
22,4
37,7
29,3
65,8
11,6
15,4
8,2
22,1
12,9
23,6
19,5
13,1
137,2
8,5
33,7
14,5
8,7
23,3
38,8
28,1
61,0
11,3
13,9
8,8
25,9
**
**
**
9,0
Fonte:: elaborazioni su dati censimenti Istat
** non rilevati
Legenda
D
attività manifatturiere
DA
ind. alimentari delle bevande e del tabacco
DB
ind. tessili e dell’abbigliamento
DC
ind. conciarie, fabbricaz. prodotti in cuoio, pelli e similari
DI
fabbricaz. prodotti lavoraz. di minerali non metalliferi
DJ+DK+DL+DM
produz. metalliche e meccanica
DN
altre industrie manifatturiere
F
costruzioni
G
commercio ingrosso e dettaglio
H
alberghi e ristoranti
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Comunità Montana del Casentino
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I
J
K
L
M
N
O
trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
intermediaz. monetaria e finanziaria
attiv. immobiliari, noleggio, informatica, ricerca
p. amm.ne e difesa
istruzione
sanità e servizi sociali
altri serv. pubblici
Gli indici esposti nella tabella permettono di rilevare che il tessuto produttivo
casentinese continua a caratterizzarsi in tre importanti settori che tendono a costituire
altrettanti poli di specializzazione:
™un settore sostanzialmente costituito dalla produzione cementiera (svolta ormai
esclusivamente dal cementificio Colacem di Castel Focognano), dal comparto
prefabbricazione in cemento industriale e oggigiorno anche civile (rappresentato da tre
grosse aziende, Baraclit, Mabo e Stimet) e dall’edilizia in genere;
™il tradizionale settore del tessile di derivazione dalle antiche tradizioni manifatturiere
artigianali del Casentino e dell’abbigliamento che, pur contrassegnato da gravi crisi
ricorrenti spesso connesse al forte legame – anche sotto il profilo commerciale – con il
polo tessile pratese; pur vedendo crollare il numero di unità locali nell’ultimo
decennio, è riuscito anche negli anni ’90 a conservare una posizione preminente
nell’industria casentinese facendo rilevare ancora il maggior numero di addetti (e ciò
in presenza anche di una situazione italiana generalizzata di crisi con evidenti
indicazioni di declino del settore) anche se l’indice stesso registra nel 1996, un
sostanziale calo . E’ importante ribadire ancora una volta che la conservazione delle
posizioni è stata favorita anche (e probabilmente in modo decisivo) dalla continuazione
del processo di ristrutturazione del settore che ha visto attivare strategie di innovazione
tecnologica e modernizzazione della produzione, in primis nell’impresa di maggior
rilievo del comparto, la Cooperativa Tessile di Soci;
™il settore metalmeccanico in genere che continua ad essere un settore estremamente
dinamico e con buona diversificazione produttiva.
Oltre al calo dell’indice per il settore tessile e dell’abbigliamento si desume quanto segue:
-
per il settore del commercio dopo la crescita registrata nel decennio precedente, si
rileva un sensibile calo; ciò è dovuto in parte alla presenza sempre più rilevante della
media-grande distribuzione;
-
la tendenza già dal 1996 della crescita del cosiddetto terziario avanzato
(intermediazione monetaria e finanziaria, attiv. immobiliari, informatica, ricerca) anche
se nel confronto con il dato provinciale si nota come per la nostra realtà tale fenomeno
di crescita risulti ancora sottotono rispetto ad altri sistemi economici più evoluti in tal
senso; nasce l’esigenza di uno sforzo per lo sviluppo di tale settore visti i fenomeni
propulsivi provenienti dallo sviluppo della new-economy e dalla società
dell’informazione, molla per il miglioramento del lavoro e dell’occupazione.
E’ utile a questo punto soffermarsi al settore agricolo che nel decennio scorso
aveva vissuto un periodo piuttosto buio; l’attività agricola registrava un forte calo sia come
numero di aziende che come superficie dedicata e utilizzata (SAU), si verificava il forte
abbandono delle aree più marginali per la loro scarsa produttività. Nei primi anni ’90
questa tendenza negativa è continuata e una dimostrazione arriva dalla registrazione del
calo del numero delle aziende zootecniche; dal 1995 in poi però si assiste ad una
inversione di tendenza: si vede frenare l’abbandono delle aree marginali grazie agli effetti
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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delle politiche comunitarie di sostegno (P.A.C.) come i regolamenti 2080/92 e 2081/93 e i
sostegni per le colture a perdere per la selvaggina, che hanno favorito il recupero di
numerosi terreni marginali; a testimonianza di ciò si riporta il successo dell’applicazione
dei suddetti regolamenti comunitari da parte della comunità montana attraverso il notevole
numero di finanziamenti concessi agli imprenditori agricoli nel corso di questi ultimi
cinque anni.
Si rileva come le attività agricolo-forestali nel precedente triennio, abbiano
confermato la loro importanza economica essenziale, non direttamente rilevabile dai dati
economici di settore, in quanto l’azienda agricola casentinese ha consolidato la sua
composizione complessa, in cui convivono attività colturali tradizionali, attività
selvicolturali anche per conto terzi, attività nuove e in forte sviluppo come l’agriturismo o
di antica tradizione ma sempre più evolute, come l’apicoltura e la coltivazione dell’albero
di Natale. Per quanto riguarda specificatamente la coltivazione dell'albero di Natale, il
Casentino è al primo posto nella produzione regionale col 15% della superficie in
coltivazione specializzata (dati 1990). Si tratta di un'attività che ben si presta ad un
impiego stagionale della manodopera e il prodotto è immesso sul mercato in un periodo di
fermo dell'attività agricola; pertanto è attività integrativa di quella agricola-forestale ed
anche di attività non agricole, costituendo rilevanti redditi aggiuntivi per gli addetti, con
una stima di circa 3 miliardi/anno di PLV.
La situazione della zootecnia casentinese è sintetizzata dai seguenti dati aggiornati
con l’ultimo censimento zootecnico del 1999 (v. tab. 16): 380 aziende zootecniche, che
gestiscono allevamenti a carattere prevalentemente familiare; si segnala per gli allevamenti
equini l’evoluzione verso un'integrazione con agriturismo ed equiturismo. Per quanto
riguarda la selvaggina un allevamento è di proprietà della Comunità Montana; nel 2000 ha
prodotto e venduto 65 lepri e 8817 fagiani ed ha una potenzialità produttiva di 9000
fagiani, grazie all’ampliamento completato nel triennio precedente con il cofinanziamento
dell’Unione Europea; va anche ricordato come tale allevamento costituisca un
indispensabile supporto alla collaborazione fra Comunità montana e A.T.C. del Casentino,
consentendo l’immissione di animali di elevata qualità; tale collaborazione, tecnica e
amministrativa e a carico delle risorse dell’A.T.C., ha consentito l’avvio dell’autogestione
venatoria e un rapporto efficiente con le aziende agricole e potrà in futuro divenire più
complessa e proficua per cacciatori e agricoltori.
Tab. 16 - n° allevamenti e capi per tipo
Tipo allevamento
n° allevamenti
n° capi
bovini
190
3.040
ovini
156
10.610
caprini
54
470
suini
35
1.760
ittici
2
90.000
selvaggina
5
8.220
avicunicoli
6
56.500
449
171.120
equini
410
ungulati
Totale
110
Fonte: elaborazione su dati censimento zootecnico
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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All’interno del comparto zootecnico la valorizzazione della qualità e della tipicità
dei prodotti è possibile anche grazie all’inizio dell’attività dell’impianto di macellazione
intercomunale di Strada e a una serie di iniziative per l’avvio di sperimentazioni produttive
destinate alle frange alte del mercato, quale quella del prosciutto casentinese tipico
proveniente da maiali di razza Cinta senese, non essendo più reperibile l’antica razza
“casentinese” che, ancora negli anni Settanta, era segnalata in Valtiberina.
Su circa 20 miliardi annui di PLV agricola, al netto della PLV forestale, il 70%
proviene dal settore zootecnico, il 20% dalle colture erbacee e il 10% dalle colture arboree,
costituite in prevalenza dalla coltivazione di vite e olivo nei Comuni di Capolona e
Subbiano.
Bisogna anche evidenziare che negli anni ’90 è stata attuata una politica di
contribuzione, da parte della comunità europea, per agevolare l’ingresso dei giovani nelle
aziende agricole in modo da consentire un ricambio generazionale in agricoltura; tale
politica ha registrato un discreto successo anche qui derivante dall’elevato numero di
finanziamenti concessi tramite la comunità montana stessa.
Sotto il profilo delle forme di conduzione si rileva come il modello più diffuso
nella zona - prescelto in modo quasi esclusivo - sia quello della conduzione a diretto
coltivatore con manodopera familiare e terreno di proprietà; completamente scomparse le
conduzioni mezzadrili, continuano ad avere pochissimo rilievo le conduzioni di aziende
con salariati, sono invece in aumento le aziende che producono reddito che utilizzano i
conterzisti – coloro che prestano il proprio servizio utilizzando le proprie attrezzature indice questo di un’organizzazione più strutturata e di una dinamica economica maggiore.
Infine si sottolinea come fondamentale continua ad essere il ruolo del settore
forestale, cui si collega una filiera di artigiani che trasforma circa 40.000 mc/anno di legno
tondo e un gruppo di commercianti che esporta dal Casentino i prodotti non assorbibili dal
mercato locale (parte della legna, tondello da cartiera, tondello di pino per truciolo,
cippato, legna da tannino). Nelle foreste operano sia piccole imprese di trasformazione,
spesso collegate ad artigiani del legno e a commercianti, sia coltivatori diretti che
integrano l'attività agricola con quella forestale; inoltre opera direttamente la Comunità
Montana, soprattutto nella gestione del patrimonio regionale, con 63 addetti e la
cooperativa Agriforest con ulteriori 30 addetti circa.
Il numero complessivo degli addetti alla filiera foresta-legno è di difficile stima, a
causa dell'incidenza dell'attività integrativa di quella agricola e di forme di lavoro
irregolare, ma si calcola che l'occupazione sia contenuta fra 400 e 500 addetti, nonostante
gli operai forestali dipendenti da pubbliche amministrazioni siano circa ottanta rispetto agli
oltre trecento di circa vent’anni fa.
Volendo tentare di descrivere un quadro sulle tendenze economiche dopo il 1996,
le uniche fonti di informazioni disponibili in tal senso derivano dai rapporti sulla situazione
economica e sociale della provincia di Arezzo elaborati da Irpet per gli anni 1997-19981999; da questi rapporti si desume come nel 1997 l’economia provinciale (quindi
comprendente la casentinese) come quella toscana ha dimostrato una “ripresa rispetto ai
risultati più deludenti del 1996”1 e anzi il confronto del valore aggiunto al costo dei fattori
tra il 1997 e il 1996 evidenzia che il Casentino, seppur con una certa modestia, registra la
crescita maggiore sia rispetto alle altre zone che alla provincia.
1
IRPET, Rapporto 1997 sulla situazione economica e sociale della Provincia di
Arezzo
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
22
_________________________________________________________________________________________
Nel 1998, sempre secondo Irpet2, l’andamento del sistema economico toscano non
è stato quello delle aspettative nate dai risultati del ’97 che avrebbero previsto la
continuazione della ripresa iniziata nel corso dell’anno; il 1998 infatti viene definito come
“l’anno della ripresa mancata” anche se però a livello provinciale non si può effettivamente
parlare di ripresa mancata poiché i dati sul valore aggiunto continuano a registrare una
certa crescita. Naturalmente questa crescita riguarda sempre in primo luogo il settore
industriale (il discorso vale perfettamente anche per il Casentino) e a seguire il settore dei
servizi comprendente il turismo di cui parleremo in maniera più diffusa più avanti. Da
considerare che però questi sintomi di crescita della produzione non hanno avuto gli stessi
effetti sull’occupazione, infatti i dati sulla disoccupazione, come vedremo successivamente
dimostrano anche dopo il 1996 un aumento invece di un calo seppur modesto.
Nel corso del 1999 si è registrato, sempre secondo gli studi Irpet3, un aumento
nella produzione dei beni per il settore industria, secondo la stima del valore aggiunto al
costo dei fattori, “in misura decisamente marcata per la provincia (+3,2%) e superiore a
quella regionale (+2,1%), giustificando l’ipotesi dell’avvio di una incoraggiante tendenza
di non breve termine”; proprio il Casentino, in questo anno, rivela una intensità di
incremento (+3,8%) superiore al valore provinciale e a quello delle altre zone. Per la
produzione dei servizi il miglioramento invece si posiziona sulla tendenza regionale.
E’ questo un segnale importante per la nostra economia che dà fiducia a chi,
operatore del settore o amministrazione pubblica, si trova a programmare le strategie e le
azioni conseguenti per i prossimi anni avendo a disposizione quella dinamicità che
rappresenta la base necessaria per un buon sviluppo economico.
Nel precedente Piano di Sviluppo avevamo utilizzato come indicatore sulla
produzione economica quello relativo ai consumi dell’energia elettrica nei vari settori
produttivi forniti da Enel; purtroppo dal 1996 Enel fornisce tali dati solo a livello
provinciale, quindi non essendo più possibile utilizzare questo indice ci è sembrato
opportuno cercare un altro tipo di informazioni che potessero illustrare l’andamento dello
sviluppo economico casentinese. I dati che ci sono sembrati più consoni sono quelli relativi
ai depositi e agli impieghi bancari come da tabella seguente.
tab. 17 - depositi e impieghi bancari per abitanti anni 1994 – 1998
1994
Depositi bancari/ abitanti
Mil.ni/L.
Casentino
Regione
17.869
Provincia
18.130
Impieghi/ abitanti
Casentino
Provincia
Migl./L.
Regione
6.587
7.569
14.335
7.605
8.587
18.286
7.921
9.007
17.999
9.787
20.264
25.377
18.867
1995
17.705
18.216
19.381
1996
18.938
19.223
20.190
1998
15.901
20.439
19.080
Fonte: Irpet - Ancitel
Arezzo
2
IRPET, Rapporto 1998 sulla situazione economica e sociale della Provincia di
3
IRPET, Rapporto 1999 sulla situazione economica e sociale della Provincia di
Arezzo
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
23
_________________________________________________________________________________________
L’analisi della tabella mostra come negli anni considerati ci sia stata la
tendenza all’aumento dei depositi e degli impieghi anche se la nostra realtà registra un tono
minore rispetto ai dati provinciali e regionali; il ricorso sempre maggiore agli impieghi
bancari, che rappresentano, in senso lato, l’utilizzo di finanziamenti per lo svolgimento
dell’attività produttiva, denota una certa dinamicità economica e quindi uno sviluppo
economico contraddistinto proprio dai maggiori investimenti effettuati dalle imprese.
Questo a conferma di quanto detto anche sopra sull’aumento della produzione dei beni
industriali prima e dei servizi poi.
Per finire alcune indicazioni in merito all’incidenza di ciascun comune del
Casentino sulla vicenda produttiva locale.
Anche sotto il profilo produttivo i comuni del Casentino continuano ad essere
classificabili in tre fasce che grosso modo corrispondono a quelle già individuate in
riferimento all’analisi dell’andamento demografico. Anche l’aspetto economico converge
verso quelle valutazioni che erano conseguite all’analisi sociale e si configura nel modo
seguente:
™un’economia forte, in espansione, moderna e con tecnologie e terziario in sviluppo è
collocata nelle aree classificate sotto il profilo sociale come metropolitane; Capolona e
Subbiano, cioè la periferia del capoluogo che come abbiamo già detto risente in toto
della vicenda economica aretina (anzi, contribuisce decisamente a determinarla);
™il ruolo trainante centrale dell’economia è svolto dai comuni del fondovalle: qui sono
collocate tutte le imprese produttive qui si svolgono le attività economiche, qui
abbiamo elevati redditi pro-capite prodotti, qui abbiamo alti tassi d’industrializzazione,
alti indici di densità di attività economiche;
™i comuni di periferia infine, che demograficamente si connotano per spopolamento e
invecchiamento della popolazione, economicamente presentano una modesta incidenza
delle attività produttive in genere, in quelle industriali in particolare e indicatori assai
modesti della qualità del sistema produttivo.
1.2.2. Il turismo
Vista l’importanza attribuita al settore turistico nello sviluppo economico del
Casentino, come del resto della Toscana in genere, ci sembra opportuno dedicare un
paragrafo apposito all’andamento di questa attività.
I dati disponibili all’analisi sono quelli relativi agli arrivi e presenze nelle relative
strutture come da tabella seguente:
tab. 18 – arrivi e presenze alberghiere ed extra
alberghiere
extralberghiere
totale
anno
arrivi
presenze
arrivi
presenze
arrivi
presenze
1993
22.056
72.505
10.155
55.999
32.211
128.504
1994
22.681
72.420
10.792
57.988
33.473
130.408
1995
22.667
73.294
12.388
66.169
35.055
139.463
1996
22.538
76.843
13.084
67.380
35.622
144.223
1997
25.205
78.966
12.886
64.980
38.091
143.946
1998
25.959
70.480
15.691
67.322
41.650
137.802
1999
26.916
76.250
16.247
63.072
43.163
139.322
anno
arrivi
presenze
arrivi
alberghiere
extralberghiere
presenze
arrivi
totale
presenze
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
24
_________________________________________________________________________________________
1994
2,8%
-0,1%
6,3%
3,6%
3,9%
1,5%
1995
-0,1%
1,2%
14,8%
14,1%
4,7%
6,9%
1996
-0,6%
4,8%
5,6%
1,8%
1,6%
3,4%
1997
11,8%
2,8%
-1,5%
-3,6%
6,9%
-0,2%
1998
3,0%
-10,7%
21,8%
3,6%
9,3%
-4,3%
1999
3,7%
8,2%
3,5%
-6,3%
3,6%
1,1%
Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo
La prima cosa da sottolineare è che negli ultimi anni il fenomeno turismo in
Casentino rivela un trend sulla presenza turistica che delinea il fatto che aumentano sì gli
arrivi ma nel contempo non si evidenzia l’aumento delle presenze; questo potrebbe
significare che è vero che arriva più gente ma soggiorna nei nostri territori per periodi più
brevi, privilegiando quindi quella forma di soggiorno che occupa solo alcuni giorni della
settimana (weekend più o meno lunghi, escursioni naturalistiche).
Dalle informazioni statistiche pervenute dalla provincia di Arezzo abbiamo
potuto rilevare quanto segue:
™già dal 1997 si comincia a rilevare un allungamento della stagione che continua in
modo significativo nei successivi due anni; per il Casentino questo si può considerare
una dato positivo, infatti permette alle strutture ricettive e a tutte le attività che
gravitano intorno al turismo una gestione migliore durante l’anno (v. tab. 19);
tab. 19 – presenze degli italiani e stranieri per mese
1997
gen
ITALIANI
1998
1999
STRANIERI
1997
1998
1999
1997
TOTALI
1998
1999
2.260
3.215
400
150
301
3.111
2.410
3.516
2.102
2.127
348
268
246
2.553
2.370
2.373
2.870
3.457
795
415
880
5.694
3.285
4.337
7.053
7.485
1.005
915
1.496
8.128
7.968
8.981
7.121
7.892
3.118
2.067
3.186
10.351
9.188
11.078
7.118
7.145
2.689
2.847
3.881
9.592
9.965
11.026
22.320
20.873
9.929
5.353
6.398
27.875
27.673
27.271
39.815
35.080
7.760
5.827
6.534
49.677
45.642
41.614
13.516
8.747
3.118
3.341
5.207
11.438
16.857
13.954
3.919
5.721
1.247
1.959
1.658
6.942
5.878
7.379
2.429
3.402
298
242
282
3.837
2.671
3.684
3.629
3.682
283
266
427
4.748
3.895
4.109
114.152 108.826 30.990
23.650
30.496
112.956
Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo
143.946
137.802
139.322
2.711
feb
2.205
mar
4.899
apr
7.123
mag
7.233
giu
6.903
lug
17.946
ago
41.917
set
8.320
ott
5.695
nov
3.539
dic
4.465
TOT
™la presenza degli stranieri rispetto a quella degli italiani, a conferma anche di quanto
appena evidenziato, è molto più diluita nei mesi che vanno da aprile a ottobre
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
25
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soprattutto per le strutture ricettive extralberghiere; ciò rivela modi di “fare vacanza”
diversi da quelli nazionali che danno lo spunto ai vari operatori del settore a cercare di
allungare la stagione turistica a tutto l’anno (v. tab. 20);
tab. 20 – presenze degli italiani e stranieri per struttura
e per mese
ITALIANI
STRANIERI
1997
1998
1999
1997
1998
1999
alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb.
gen
477
573
946
181
219
143
7
291
10
2.234
1.687
2.269
feb
302
612
410
166
182
254
14
243
3
1.903
1.490
1.717
mar
986
343
595
448
347
404
11
749
131
3.913
2.527
2.862
apr
600
405
632
283
893
603
5.262 1.861 5.012 2.041 5.779 1.706
mag
1.093
1.098
969
5.197 2.036 5.485 1.636 6.636 1.256
2.025
1.457 1.729
giu
881
875 1.972
4.523 2.380 4.160 2.958 5.018 2.127
1.808
1.299 2.582
lug
1.964
1.431 3.922
11.754 6.192 10.571 11.749 11.763 9.110
7.965
1.697 4.701
ago
1.433
1.621 4.206
17.658 24.259 16.255 23.560 16.430 18.650
6.327
1.300 5.234
set
1.241
1.072 2.269
6.220 2.100 6.708 6.808 4.353 4.394
1.877
1.520 3.687
ott
885
761
486 1.070
889
814
844
4.378 1.317 3.034
3.627 2.094
nov
501
374
564
267
31
195
47
241
41
3.038
2.055
2.838
dic
890
276
7
223
43
300
127
3.575
2.478 1.151 2.154 1.528
TOT
9.311
9.018
69.655 43.301 61.462 52.690 65.446 43.380
21.679
14.632 10.804 19.692
Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo
™il fenomeno della vacanza breve che fa registrare una presenza media nell’ultimo
triennio nelle nostre strutture di 3,4 giorni, con tendenza alla diminuzione, è comunque
un fenomeno diffuso in tutto il territorio provinciale e anzi, il valore relativo alla
presenza media per tutta la provincia (2,8 gg.) è ancora più basso di quello casentinese
così come lo è quello della Valtiberina (2,2 gg.), vallata con caratteristiche più simili
alle nostre; questo fenomeno sta a dimostrare che molte volte questo tipo di soggiorno
è tipico di quello di transito verso altre località (v. tab. 21);
tab. 21 - presenza media flusso turistico
Casentino
Valtiberina
Provincia
1997
3,8
2,3
2,8
1998
3,3
2,2
2,8
1999
3,2
2,2
2,8
media
3,4
2,2
2,8
Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
26
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™per quanto riguarda la capacità ricettiva, negli anni 1997-1999 si registra un aumento
significativo per le strutture agrituristiche e una leggera crescita nella ricettività
alberghiera in linea comunque con l’andamento provinciale (v. tab. 22).
tab. 22 - capacità ricettiva agrituristica e
alberghiera
Agrituristic
eserciz
a
i
1997
22
Casentino
var.
camere
var.
158
Provincia
posti letto
var.
313
esercizi
var.
131
camere
var.
830
posti letto
var.
1708
1998
26
18,2%
172
8,9%
340
8,6%
153
16,8%
988
19,0%
2000
17,1%
1999
31
19,2%
186
8,1%
369
8,5%
174
13,7%
1080
9,3%
2189
9,5%
var.
camere
posti letto
var.
esercizi
var.
camere
posti letto
var.
Alberghiera eserciz
i
1997
35
Casentino
var.
688
Provincia
1255
120
var.
2584
4700
1998
34
-2,9%
676
-1,7%
1234
-1,7%
121
0,8%
2635
2,0%
4805
2,2%
1999
37
8,8%
710
5,0%
1295
4,9%
120
-0,8%
2626
-0,3%
4790
-0,3%
Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo
In conclusione si possono fare alcune riflessioni:
•
l’allungamento della stagione significa che la presenza turistica in Casentino può e
deve essere significativa dalla primavera all’autunno;
•
la diminuzione delle presenze comporta il fatto che bisognerebbe intervenire per
esempio sulle forme di soggiorno per riuscire ad invogliare il turista ad allungare il
periodo di permanenza nel nostro territorio (settimane totalmente organizzate dagli
operatori con diverse attività da svolgere nell’ambito delle realtà offerte dai nostri
territori);
•
l’agriturismo, come del resto avviene in Toscana, ha avuto uno sviluppo quasi
iperbolico dando così lo spunto a continuare a sfruttare questa tipologia di risorsa per
lo sviluppo turistico e quindi economico della vallata;
•
l’andamento del flusso turistico in Casentino negli anni ’90 ha dimostrato una crescita
seppure non eclatante come invece si era sperato nel momento in cui la risorsa turistica
è stata considerata fra le preminenti per lo sviluppo dell’economia casentinese; questo
significa che se bisogna dare atto che gli investimenti dei privati nelle strutture e quelli
del pubblico nella promozione hanno cominciato a dare risultati, forse gli interventi
effettuati devono continuare ed essere in qualche modo resi più significativi.
1.2.3. Il mercato del lavoro
Per quanto riguarda il mercato del lavoro è importante sottolineare che il fenomeno
disoccupazione ha subito un netto aggravamento nel corso della prima metà degli anni ’90
(v. tab. 23); anche in Casentino si è sofferto il grave momento recessivo che tutto il paese
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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ha attraversato e anche in Casentino la disoccupazione – pur non raggiungendo i livelli
drammatici di molte zone italiane – si è però gravemente acuita in corrispondenza del
momento congiunturale sfavorevole. E così i disoccupati iscritti nelle liste di collocamento
nella sezione circoscrizionale di Bibbiena (senza cioè Capolona e Subbiano facenti parte
della circoscrizione aretina) passano dai 1.465 del 1991 ai 2.560 del 1996 con incrementi
evidenti e elevatissimi, come del resto succede in tutta la provincia; dal 1997 in poi
l’aumento degli iscritti continua a verificarsi anche se con notevole minore intensità e
anche se a livello provinciale si comincia a notare una diminuzione degli iscritti.
A conferma di quanto scritto in precedenza, il fatto di registrare un aumento del
sistema produttivo non ha comportato effetti positivi sul mercato del lavoro e quindi non
ha avuto impatti sugli iscritti alle liste di collocamento nel senso che non ci sono state
assunzioni (dimostrate anche dal fatto che c’è un generale calo del numero degli addetti).
L’aumento degli iscritti riguarda soprattutto la fascia di quelli in cerca di 1^
occupazione (coloro che non hanno mai avuto esperienze lavorative) e questa tendenza si
mantiene nell’arco di tutto il decennio; le cause dell’aumento notevole del primo
quinquennio sono da ricercarsi in parte nel fatto che esiste una maggiore diffusione locale
di lavoro “precario” ed “occasionale” costituito dal lavoro a tempo determinato (meno di 4
mesi all’anno) e a part-time a meno di 20 ore settimanali che non comportano la
cancellazione del lavoratore dalle liste; in parte sono da ricondurre all’introduzione
dell’iscrizione alle liste da parte delle casalinghe e degli studenti che usufruiscono
dell’ufficio di collocamento per poter acquisire quegli anni di anzianità tali da avere la
potenzialità per essere inseriti nelle amministrazioni pubbliche.
L’analisi della dinamica della composizione degli iscritti in questi ultimi anni
denota quanto segue:
™esiste un calo generalizzato degli iscritti per il settore agricoltura, mentre invece
l’aumento maggiore riguarda le “altre attività” (comprende tutto il terziario),
l’industria mantiene la percentuale;
™per quanto riguarda l’incidenza delle donne e dei giovani, si nota come la percentuale
degli iscritti di sesso femminile rappresenti la fetta maggiore e che i giovani al di sotto
dei 30 anni siano più della metà degli iscritti totali, situazione questa generalizzata a
livello provinciale e regionale;
tab. 24 – iscritti al collocamento – incidenza donne e giovani
1996
Giovani
Donne
< 30
anni
1997
Giovani
Donne
< 30
anni
1998
Giovani
Donne
< 30
anni
1999
Giovani
Donne
< 30
anni
Arezzo
61,8%
68,7%
62,5%
50,7%
66,1%
49,3%
65,5%
48,7%
Bibbiena
Montevarchi
Sansepolcro
Cortona
Prov. AR
Toscana
66,8%
59,3%
67,3%
55,2%
70,0%
52,8%
71,0%
51,4%
66,1%
58,1%
66,8%
54,0%
68,9%
50,8%
69,1%
49,9%
62,2%
52,0%
64,8%
50,5%
66,1%
50,5%
66,8%
51,2%
63,4%
62,5%
63,8%
64,2%
65,5%
58,8%
65,2%
57,8%
63,8%
57,7%
64,6%
54,3%
67,2%
51,8%
67,2%
51,0%
62,7%
57,0%
63,4%
55,1%
64,8%
51,1%
**
**
SEZIONI
Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo
** dati non disponibili
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
28
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™la percentuale degli iscritti sulla popolazione in età lavorativa mette in evidenza che la
sezione di Bibbiena, rispetto alle altre sezioni della provincia, è l’unica che registra un
costante, anche se non significativo, aumento del valore.
tab. 25 – iscritti al collocamento - % su popolazione in età lavorativa
SEZIONI
1996
1997
10,0%
10,2%
9,5%
9,3%
11,5%
11,6%
11,8%
11,9%
10,5%
10,5%
10,1%
9,7%
11,6%
10,7%
11,3%
11,1%
11,5%
12,0%
10,7%
10,5%
10,7%
10,7%
10,2%
10,1%
11,3%
11,6%
Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo
**dati non disponibili
11,4%
**
Arezzo
Bibbiena
Montevarchi
Sansepolcro
Cortona
Prov. AR
Toscana
1998
1999
Se infine si osservano le dinamiche incrociate degli avviamenti e delle cessazioni
(v. tab. 26), risulta che esiste un aumento degli avviati al lavoro che però sembra essere del
tutto vanificato dal superiore numero delle cessazioni. Bisogna però considerare due cose:
una che comunque il mercato dimostra un certo dinamismo con i processi di ricambio
occupazionale e l’altra che l’aumento delle forma di lavoro precario, come appena detto
sopra, comporta che tale tipo di lavoro non viene registrato come avviamento.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
29
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tab. 23 - andamento iscritti al collocamento anni 1991 - 1999
casentino **
provincia
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998
Totale iscritti di cui:
in cerca di 1^ occupaz.
disoccupati
Totale iscritti di cui:
in cerca di 1^ occupaz.
disoccupati
1999
1.465
1.725
2.008
2.156
2.316
2.560
2.588
2.651
2.689
374
369
427
497
593
668
750
851
859
1.091
1.356
1.581
1.659
1.723
1.892
1.838
1.800
1.830
17,7% 16,4% 7,4% 7,4% 10,5% 1,1% 2,4%
-1,3% 15,7% 16,4% 19,3% 12,6% 12,3% 13,5%
24,3% 16,6% 4,9% 3,9% 9,8% -2,9% -2,1%
1,4%
0,9%
1,7%
1991
1992
1993
1994
1995
1996
13.907 15.884 17.523 19.699 20.787 22.452
4.693
3.650
4.046
4.696
5.235
5.668
9.214 12.234 13.477 15.003 15.552 16.784
14,2% 10,3% 12,4% 5,5%
-22,2% 10,8% 16,1% 11,5%
32,8% 10,2% 11,3% 3,7%
8,0%
8,3%
7,9%
Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo
** i dati si riferiscono alla sezione circoscrizionale di Bibbiena quindi senza i comuni di Subbiano e Capolona
tab. 26 – avviamenti e cessazioni dal lavoro
1994
Casentino *
Area Aretina
provincia
regione
1995
1996
1997
1998
1999
avviam.
cessaz.
avviam.
cessaz.
avviam.
cessaz.
avviam.
cessaz.
avviam.
cessaz.
avviam.
cessaz.
2,1%
12,7%
3,6%
-0,9%
39,1%
14,4%
18,2%
13,5%
16,2%
4,3%
13,0%
10,8%
2,3%
-4,0%
-6,3%
7,2%
5,2%
13,2%
2,9%
3,7%
-3,3%
10,0%
12,7%
9,4%
4,9%
13,3%
0,3%
3,7%
-3,2%
11,6%
9,8%
9,4%
9,0%
21,7%
10,6%
15,3%
17,3%
8,5%
6,3%
6,2%
**
16,0%
3,1%
8,7%
**
Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo
* dati senza Subbiano e Capolona che gravitano per il collocamento nell’area aretina
**= dati non disponibili
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
1997
22.665
6.081
16.585
0,9%
7,3%
-1,2%
1998
21.663
6.622
15.041
-4,4%
8,9%
-9,3%
1999
21.351
6.522
14.828
-1,4%
-1,5%
-1,4%
Comunità Montana del Casentino
30
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1.2.4. Quadro di sintesi
L’analisi fin qui effettuata ha messo in evidenza i seguenti elementi che devono
essere tenuti presenti per l’elaborazione successiva di strategie e interventi di sviluppo:
1) Turismo - lo sviluppo del turismo si è manifestato come una ”onda lunga” piuttosto
che come una curva ad iperbole; tale “onda lunga” è però consolidata ed evidente e
conferma l’intuizione che il turismo possa essere il settore del futuro. E’ un chiaro
segnale - se interpretato anche alla luce dell’andamento provinciale e regionale e del
grande “favore” che incontra la toscanità nel turismo medio-alto – dell’esistenza di
un’ottima potenzialità nei cui confronti gli investimenti privati e la promozione mirata
e organizzata possono produrre risultati di rilievo. Necessita però di uno scatto in
avanti più deciso affinchè acquisti una incisività maggiore nel panorama economico
casentinese.
2) Industria – continua l’importanza di garantire le condizioni di competitività della
nostra industria, elemento trainante e di benessere della vallata. Le condizioni di
sviluppi elevati e ulteriori non ci sono – come d’altronde in tutta la realtà toscana
ormai orientata verso un’economia post-industriale – e addirittura il trend potrebbe
diventare negativo (verso la crisi) qualora non fossimo in grado di cominciare a
risolvere i problemi di competitività legati alle infrastrutture reali e virtuali che
permettano la sopravvivenza di attività industriali e artigianali nei nostri territori. Così
come non possiamo non sottolineare la mancanza di segnali significativi di crescita
dell’industria casentinese nei settori ad alta tecnologia e della new-economy, ancora
con uno sviluppo in dipendenza della produzione tradizionale.
3) Agricoltura – dopo le gravissime crisi del dopoguerra che ne hanno determinato quasi
l’eliminazione, sta lentamente ma significativamente trovando la sua dimensione
compatibile con il nostro territorio, con la zootecnia ma anche con forme di
conduzione moderne e congrue con situazioni marginali come le nostre – quali la
pluriattività, l’agriturismo e la nuova imprenditoria giovanile. Il settore sembra
percepire la possibilità di poter cessare di parlare di crisi e vedersi acquisire
un’adeguata dimensione economica - intesa nel senso della capacità di produrre
redditi adeguati e quindi “appetibili” dal mercato - oltrechè una chiara funzione di
presidio e salvaguardia del territorio; questo grazie in particolare alla flessibilità ed al
concetto affermato di pluriattività.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
31
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1.3. IL QUADRO TERRITORIALE
L’analisi territoriale-ambientale presentata nel Piano 1998-2000 appare ancora un
valido supporto per l’individuazione delle linee strategiche del nuovo Piano di sviluppo
economico e sociale 2001-2004.
I più rilevanti mutamenti e trasformazioni a scala urbanistico-territoriale (sistemi
insediativi - insediamenti residenziali - sistemi infrastrutturali) e del tessuto socio
economico (attività produttive artigianali-industriali, agricolo-forestali e imprenditoriali),
sono avvenuti nell’ultimo ventennio. Oggi, guardando in particolare gli ultimi anni, si
registra una sostanziale stabilità e consolidamento dei sistemi economici in linea con il Prs
(Programma regionale di sviluppo).
Il Casentino continua ad essere un tassello del variegato mosaico delle “Toscane
della Toscana”, come definite nel Prs, che compongono la Toscana e che rappresentano il
punto di forza dei sistemi territoriali, in quanto, con le loro peculiarità, consentono di
attivare molteplici “motori di sviluppo” capaci di adattarsi, alle singole realtà territoriali,
utilizzando al meglio e in modo integrato tutte le risorse.
Da un lato il Casentino possiede un’alta specializzazione nell’attività
manifatturiera della Pmi, da un altro l’elevata qualità paesaggistica e naturalistica sta
producendo uno sviluppo e diffusione di nuove forme di turismo integrate con l’ambiente.
La ridotta concentrazione di popolazione, la frammentazione degli insediamenti,
l’isolamento infrastrutturale, la grande estensione di “paesaggio” di tipo agro-silvopastorale, determinano un elevatissimo valore storico, artistico e ambientale del Casentino,
a cui corrisponde comunque una modesta propulsione dei “motori di sviluppo”.
1.3.1. Il sistema insediativo
Per quanto riguarda il sistema insediativo, in questi ultimi anni, si è assistito ad un
generalizzato consolidamento e completamento dei già programmati potenziamenti delle
attività artigianali-industriali-turistiche, inserite negli strumenti urbanistici della quasi
totalità dei comuni.
I principali poli artigianali-industriali: Campaldino-Porrena-Sala Pratovecchio,
Soci-Bibbiena, Corsalone Rassina e Subbiano-Capolona, vengono sostanzialmente
confermati e completati. A questi si aggiungono altri completamenti di aree artigianali, di
piccole dimensioni, facenti parte di programmazioni ancora non del tutto realizzate (ad
esempio l’area artigianale industriale di Strada in Casentino nel comune di Castel San
Niccolò).
Nel polo Soci-Bibbiena sono stati definiti gli assetti delle aree in riva destra del
torrente Archiano, in particolare l’individuazione di un grande centro commerciale in loc.
Palazzetto-Quattrovie che rappresenta, da un lato un elemento di forte valenza economica
non solo per Bibbiena ma per tutto il Casentino, da un altro un elemento di debolezza per il
delicato e precario sistema viario su cui s’innesta.
Il problema del riuso di insediamenti industriali dismessi sta andando avanti,
nonostante i molteplici problemi insisti nella materia del “riuso”: il “che farne”, la
riconversione delle destinazioni d’uso e il loro impatto a livello urbano e sociale, gli alti
costi di ristrutturazione-ricostruzione e le aspettative dei legittimi proprietari, rendono la
problematica assai complessa in particolare per realtà come l’ex Tannino ed ex Segheria di
Bibbiena Stazione, ex cementificio Sacci – Corsalone. Per quest’ultimo si registra una
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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lenta azione di demolizione connessa al ripristino ambientale della miniera a cielo aperto
utilizzata per l’estrazione della marna da cemento.
Un altro problema ancora persistente è quello delle aree a destinazione mista,
presenti in gran parte nelle zone di espansione realizzate negli anni 70-80, dove esiste una
commistione di attività che mal si conciliano tra loro: la presenza di insediamenti
residenziali congiunta ad attività artigianali-industriali e in taluni casi anche ad attività
ricreative sportive. Da un lato sono fortemente penalizzate le attività artigianali che non
possono esprimere in pieno il loro potenziale per la mancanza di adeguate viabilità di
accesso, spazi di manovra e di deposito, dall’altro sono penalizzate anche le residenze che
subiscono il forte impatto delle prime. Il tutto in un contesto privo di connotazione urbana
dove si confondono i parcheggi per la residenza con le aree di deposito merci e manufatti
industriali, dove non si percepisce quali sono i “fronti” e i “retro” delle abitazioni e degli
stessi edifici industriali, dove probabilmente vi è anche la presenza di emissioni rumorose
e di fumi in atmosfera non compatibili con la residenza.
Anche per gli insediamenti residenziali, in senso generale, è stata perseguita la
politica del completamento di previsioni di strumenti urbanistici previgenti, in particolare i
centri di fondovalle continuano, in alcuni casi, a soffrire di un certo squilibrio fra funzioni,
popolazione insediata, dotazione di servizi, commistione fra residenza e attività produttive
e carenze infrastrutturali. Inoltre , seppur in maniera molto limitata, è continuata la
compromissione idraulica di alcune zone in fregio al fiume Arno e affluenti.
Le realtà alto-collinari, hanno confermato il loro ruolo di presidio del territorio ,
attraverso un consolidamento della domanda d’intervento sul patrimonio edilizio esistente
sia endogena che esogena. Inoltre è sempre di attualità il problema delle ampie riserve di
“volumi” destinate alla seconda casa, che da un lato rappresentano comunque un presidio
che garantisce quantomeno la manutenzione e conservazione del patrimonio edilizio, da un
altro sono causa di un incontrollato aumento di popolazione stagionale al quale non
corrispondono adeguate dotazioni di servizi esistenti (raccolta e smaltimento rifiuti, servizi
idropotabili e reti di scarico).
L’ambito extraurbano ancora non risulta entrato a pieno titolo dentro l’azione
pianificatoria. La nuova legge regionale sul “Governo del territorio”e il Ptcp, hanno
definito un riassetto globale della materia urbanistica introducendo, fra l’altro, anche il
nuovo concetto di pianificazione delle “zone aperte”, cioè viene posta all’attenzione del
pianificatore la problematica delle aree agricole, considerate dalle leggi preesistenti
“ambiti extraurbani” o “zone agricole”, o meglio, “tutto quello che sta intorno all’area
urbana” (così definita nei Piani Regolatori) e valutata soltanto come area da utilizzare per
gli ampliamenti del perimetro urbanizzato. Attualmente permane il regime vincolistico
come unica regolamentazione della trasformazione in zona agricola in attesa della piena
formazione e attuazione dei nuovi piani strutturali redatti in conformità al Ptcp.
Le tendenze della pianificazione, oggi stanno già cambiando indirizzo: viene
fortemente presa in considerazione la materia ambientale come elemento fondativo del
“Piano strutturale” (ex Prg) che a sua volta deve essere conforme ai Piani sovraordinati a
vasta scala (Ptcp, Prit e Prs).
Come supporto ed incentivo alle attività economiche esistenti della vallata oltre
alla tutela del patrimonio edilizio esistente, si sono consolidate alcune opere a scala
comprensoriale (terme di Stia, campo da golf a Poppi, recupero di alcuni rilevanti
fabbricati facenti parte del patrimonio regionale, strutture da campeggio, impianti sportivi)
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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e sono state portate a compimento altre importanti iniziative quali la realizzazione di un
impianto di macellazione mediante recupero di un fabbricato esistente nel comune di
Castel San Niccolò, la realizzazione, attraverso la ristrutturazione del fabbricato Casanova
di Badia Prataglia-Poppi- di un centro permanente di formazione professionale sulle
tematiche ambientali, la realizzazione di un centro operativo dei servizi ambientali
(raccolte differenziate e trasferimento dei rifiuti) nel comune di Poppi.
Inoltre sono in corso di realizzazione: il canile comprensoriale e il completamento
del centro operativo dei servizi ambientali in comune di Poppi, un primo intervento di
restauro conservativo all’abbazia di Santa Trinita in Alpe nel comune di Talla.
1.3.2. Il sistema infrastrutturale
Il sistema infrastrutturale, da sempre e in modo particolare in questi ultimi anni, è
stato e continua ad essere il “nodo da sciogliere” per la risoluzione di molti problemi legati
allo sviluppo economico e sociale. L’isolamento geografico e morfologico , coma già
ricordato in più occasioni, ha determinato la “marginalità “del Casentino rispetto a molte
altre realtà regionali. Sono state realizzate alcune opere di miglioramento a tutto il sistema,
in particolare i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Arezzo-Stia (in corso di
completamento) con l’eliminazione di alcuni passaggi a livello e la realizzazione di tratti di
variante stradali, abbastanza significativi, per l’agevolazione del traffico veicolare. La
domanda che ci dobbiamo porre è qual è il prezzo ambientale che il Casentino sta pagando
per aver ottenuto una serie di opere che se da un lato sono indubbiamente necessarie, da un
altro sono state realizzate con sistemi costruttivi e tipologici altamente impattanti (uso
assoluto del cemento armato) senza un’attenta valutazione preventiva dell’inserimento
ambientale.
L’intesa siglata fra l’Amministrazione Provinciale di Arezzo, la Comunità
Montana con i Comuni, la Camera di Commercio, l’Ass. Industriali e le Ass.ni di
Categoria, sta andando avanti : risulta in corso la progettazione del tratto stradale della
statale 71 subbiano-nord – Calbenzano, l’imminente appalto, da parte dell’ANAS, dei
lavori della variante stradale di Ponte alla Talla, la progettazione dei lavori alla SS71 da
S.Mama-Rassina-Corsalone e della variante esterna a Bibbiena con il suo innesto nella
statale 70 (Bibbiena-Poppi-Passo della Consuma) e, sempre nella SS.71, verso Soci-Badia
Prataglia, compreso il delicato snodo delle Quattrovie – Palazzetto divenuto il fulcro
infrastrutturale del Casentino per la presenza di importanti attività produttive e del
costruendo centro commerciale. Inoltre l’Amm.ne Prov.le ha provveduto alla redazione di
studi di fattibilità per quanto riguarda l’ammodernamento della SS.70 fino al Passo della
Consuma e della SS 71 fino al passo dei Mandrioli. Recentemente la Comunità Montana , i
Comuni , la Provincia, la Regione, la L.F.I. e tutti gli altri soggetti coinvolti, sia a livello
istituzionale che a livello imprenditoriale, nel processo di sviluppo economico e sociale,
hanno dato vita, attraverso le opportunità economiche offerte dal Patto Territoriale
dell’Appennino Centrale, al progetto di realizzazione di un sistema integrato di trasporto
merci in Casentino, a sostegno di tutto il tessuto produttivo del Casentino. Il progetto
consiste essenzialmente nella realizzazione di un potenziamento del centro intermodale già
esistente a Bibbiena Stazione, per adeguarlo alle esigenze di un un più vasto traffico merci
su rotaia, in entrata e in uscita dal Casentino; nella realizzazione di raccordi ferroviari
(tronchetti) principalmente per i poli industriali di Rassina-Corsalone e Bibbiena-Soci.
Oltre al fondamentale ruolo di sostegno all’economia locale, il trasferimento delle merci
dalla “gomma” alla “rotaia” farà drasticamente diminuire il traffico pesante che
attualmente sta paralizzando le principali arterie stradali del fondovalle, in particolare
verso Arezzo.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Permangono le problematiche relative al miglioramento dei collegamenti, ad est
verso la E45, ad ovest verso il Valdarno e a tutto il reticolo di viabilità Provinciali e
comunali delle zone collinari, che costituiscono punti di accesso alle aree protette dei
crinali dell’Appennino toscano ad est e del Pratomagno ad ovest. In tal senso la Comunità
Montana , ha promosso studi di pre-fattibilità per il miglioramento dei collegamenti con
l’area fiorentina, e con la E45 e sta concludendo lo studio per l’individuazione di soluzioni
per la realizzazione di una “strada parco di fondovalle” che ripercorrendo in gran parte
viabilità esistenti , da Pratovecchi-Stia fino a Subbiano, potrà costituire una valida
alternativa al traffico veicolare leggero, da porre in alternativa alla SS.70 e 71, nonché
assumere anche valenza di viabilità “turistica” in quanto potrà essere integrata con percorsi
pedonali , ciclabili e a cavallo lungo il corso del fiume Arno.
1.3.3. La difesa del suolo
La Regione Toscana ha concluso il procedimento, previsto dalla legge regionale 5
maggio 1994, n. 34 “Norme in materia di bonifica”, per la ridefinizione dei comprensori di
bonifica in Toscana e l’individuazione, da parte del Consiglio regionale, degli enti
competenti all’esercizio delle funzioni di bonifica nei comprensori suddetti.
Non essendo stato costituito un nuovo consorzio da parte dei privati, le funzioni
relativamente al comprensorio “Casentino” sono state attribuite definitivamente alla
Comunità Montana.
Si è in tal modo riconosciuto alla Comunità Montana un ruolo importante,
primario, nell’ambito della difesa del suolo, ruolo che è stato ulteriormente rafforzato
anche con l’attribuzione delle funzioni dei disciolti consorzi idraulici, relativamente ai
tratti classificati di III categoria dei principali torrenti affluenti dell’Arno in Casentino.
E’ attualmente in corso l’aggiornamento del catasto consortile, la ricognizione
delle opere e l’aggiornamento del Piano di classifica degli immobili, esteso anche ai nuovi
territori facenti parte del comprensorio.
In sintesi procede regolarmente l’attività relativa agli interventi di sistemazione e
regimazione idraulica dei corsi d’acqua, realizzati tramite i finanziamenti regionali (nuove
opere e manutenzioni straordinarie), i proventi delle contribuenze (manutenzioni ordinarie
e interventi di bioingegneria), i finanziamenti statali (L. 590/81, L. 185/92, L. 265/95 e L.
226/99 per interventi di ripristino delle opere danneggiate dagli eventi calamitosi e la
realizzazione di nuove opere di salvaguardia dal rischio idrogeologico).
In particolare sono in corso di attuazione i programmi di interventi relativi al taglio
ed allontanamento del materiale legnoso dagli alvei dei corsi d'acqua e loro ripulitura, con
ottimi risultati soprattutto legati ai migliori deflussi delle acque in prossimità di punti
critici (ponticelli, tombini, strettoie) e prosegue la realizzazione di interventi di Ingegneria
Naturalistica realizzati tramite operai forestali, dipendenti dell’Ente.
Per incrementare ulteriormente l’attività manutentoria del territorio sono stati
erogati contributi a privati per la sistemazione della maglia drenante minore ricadente
inizialmente, in via sperimentale, in una parte del Casentino, ma che in seguito verranno
estesi a tutto il comprensorio.
La Comunità Montana pertanto, mettendo a frutto l’esperienza maturata nel settore
della bonifica e la profonda conoscenza del territorio, continua a svolgere tutte le attività
inerenti la manutenzione delle opere idrauliche e la sistemazione dei corsi d’acqua di
competenza regionale; attività che rivestono un carattere strategico, oltre che per la
bonifica, anche nell’ambito più generale della difesa del suolo.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Si auspica inoltre nei prossimi anni anche un coinvolgimento dell’Ente nella
progettazione e attuazione degli interventi previsti in Casentino dal Piano di Bacino del
Fiume Arno.
Agli eventi alluvionali del 1992 e 1993 si sono aggiunti quelli del 1997 e 1998 a
cui sono seguiti ulteriori finanziamenti ottenuti per il ripristino delle opere idrauliche
danneggiate, per il consolidamento dei dissesti idrogeologici e per il riassetto idraulico del
territorio.
Nel grafico seguente vengono riportati i flussi finanziari ottenuti per gli interventi
di bonifica dal 1982 al 2000. Si evidenzia come nel corso degli anni ottanta siano stati
molto modesti e che solo dopo gli eventi alluvionali del 1992 e 1993, si rileva un forte
flusso di finanziamenti, a cui corrisponde un’intensa attività per la realizzazione degli
interventi. Si evidenzia inoltre come lo stanziamento dei finanziamenti avviene solo a
seguito degli eventi calamitosi, anziché in maniera preventiva.
F in a n zia m e n ti sta ta li e re g io n a li
p erio d o 19 82 -20 0 0
lire (m ilio n i)
1 0 0 00
9 000
8 000
7 000
6 000
5 000
4 000
3 000
2 000
1 000
0
1 98 2
1 98 3
1 98 4
1 98 5
1 98 6
1 98 7
1 98 8
1 98 9
1 99 0
1 99 1
1 99 2
1 99 3
1 99 4
1 99 5
1 99 6
1 99 7
1 99 8
1 99 9
a nn o d i
2 00 0 rife rim e nto
1.3.4. I servizi ambientali
La Comunità Montana e i Comuni del Casentino hanno lavorato molto in questo
specifico settore dei servizi ambientali, vuoi per esperienze già consolidate, fin dagli anni
70, che hanno visto una gestione unitaria dei sistemi di smaltimento dei rifiuti in una logica
comprensoriale, vuoi per l’omogeneità del territorio e della consapevole conoscenza delle
problematiche delle singole realtà , raggiungendo lo scopo di eliminare la frammentazione
di gestioni singole del ciclo dei “rifiuti”, a favore di una gestione associata.
In linea con le nuove leggi in materia ambientale, sono stati attuati i programmi e
oggi il Casentino è dotato di un sistema integrato di raccolta e recupero che sta andando a
regime. Il sistema comprende anche, oltre alla gestione di un centro operativo realizzato
alle Tombe nel comune di Poppi, anche la gestione dello smaltimento finale nella discarica
di Fortipiano, in via di completa e definitiva dismissione e recupero.
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I servizi ambientali, in particolare legati al “ciclo” dei rifiuti, hanno portato fino ad
oggi rilevanti benefici in quanto con costi contenuti si sono verificate prestazioni
qualitativamente elevate senza arrecare pregiudizio all’ambiente.
Per quanto riguarda le raccolte differenziate, molto è stato fatto in questi anni,
abbiamo più che triplicato i quantitativi di raccolta ma questo non è risultato ancora
sufficiente per il raggiungimento delle percentuali di raccolta determinate dalla Regione
Toscana. Per questo ci troviamo nella necessità di dover ricercare e intraprendere, in tempi
brevi, nuove iniziative tendenti ad un maggior coinvolgimento di tutte le forze socioeconomiche, al fine di sensibilizzare la maggior parte delle popolazioni perché il problema
dei “rifiuti” può essere risolto soltanto se c’è l’impegno di tutti, non basta aumentare il
numero dei contenitori o attuare sistemi costosi di raccolta, se non c’è collaborazione e
rispetto da parte delle utenze, il raggiungimento degli obiettivi previsti resterà un’utopia
per il Casentino.
Lo scenario riguardante tutta la problematica è in fase di cambiamento, si sta
dibattendo a livello istituzionale per la costituzione della Comunità di ambito territoriale
ottimale per la gestione del “ciclo dei rifiuti”, dalla produzione, alla raccolta, alla
differenziazione al recupero, allo smaltimento finale.
L’ambito ottimale corrisponde al territorio della Provincia di Arezzo e si sta
costituendo, nella forma consortile, fra tutti i comuni della Provincia. Il Casentino ha già
un proprio piano industriale ed è riconosciuto, nel Piano provinciale, quale area omogenea
di raccolta operante nel territorio. Il problema rimane quello dello smaltimento dei rifiuti
che dovrà avvenire presso gli impianti di Arezzo (inceneritore di Arezzo, discarica di
Castiglion Fibocchi, discarica di Terranuova) con prevedibili ingenti costi sia di
smaltimento che di trasporto.
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CAP 2: LE STRATEGIE
2.1. GLI INDIRIZZI DELL’ASSEMBLEA
Il programma quadriennale 2001/2004 costituisce il documento di
programmazione socio-economica che la Comunità Montana del Casentino elabora in
attuazione delle leggi nazionali 18 agosto 2000, n. 267 e 31.01.94 n. 97 nonché delle
LL.RR. 28.12.2000 n. 82 e 19.01.96, n. 95. Segue al primo piano di sviluppo 1998/2000 e
del medesimo ne costituisce la naturale continuità.
Anche per questa seconda esperienza di programmazione si riconferma, in modo
ancor più deciso, l’intenzione di procedere autonomamente alla elaborazione del piano di
sviluppo, utilizzando soprattutto le professionalità interne all’ente e le conoscenze esistenti
nell’ente e con l’eventuale apporto esterno di società specializzate, quali l’Irpet, limitato ad
approfondimenti ed analisi di problematiche puntuali e specifiche. Ciò in quanto riteniamo
da un lato che in comunità montana vi siano le conoscenze e le professionalità necessarie,
dall’altro che la programmazione e il lavoro per progetti e obbiettivi debba diventare
patrimonio comune e metodo di lavoro ordinario di tutta la struttura in quanto apporto
imprescindibile per radicalizzare anche nel nostro ente quel processo di innovazione
nell’organizzazione necessario per rendere più efficace la pubblica amministrazione.
L'impostazione concepisce il programma come strumento fondamentale per la
definizione di un quadro di riferimento dell'azione della comunità montana per
l'utilizzazione delle risorse finanziarie dell’Unione Europea e nazionali e per il loro
impiego coordinato con quelle dell'ente, per la scelta degli interventi prioritari e per la
messa a punto degli strumenti necessari per la sua attuazione. Strumenti in cui devono
comparire come attori, anche tutto il settore privato.
L’obbiettivo è anche quello di predisporre uno strumento di programmazione agile,
snello e operativo; che tenga conto dei principi della programmazione negoziata e dal
basso, nel senso che possano essere acquisite tutte le istanze e progettualità esistenti nel
territorio e su tale base sviluppare un programma di azione che sia comune e condiviso con
tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici; suddiviso in programmi e progettiobiettivo che abbiano concretezza; con indicazione delle risorse di bilancio, e strumentali
attribuite; con indicazione dei tempi di realizzazione e indicatori di attuazione. In altri
termini, con la volontà di evitare atti di programmazione onnicomprensivi ma che poi si
rivelano praticamente inattuabili.
Nell’esercizio della sua funzione di indirizzo politico e amministrativo
l’Assemblea stabilisce i seguenti indirizzi, criteri e direttive per l’elaborazione del piano di
sviluppo 2001/2004:
1) mantenere la continuità con il patrimonio di programmazione, di studi e analisi del
territorio esistente, nonché conferma, applicazione e accentuazione dei principi
portanti del precedente piano di sviluppo 1998/2000 (di cui l’attuale ne costituisce la
naturale continuità) e coerenza e applicazione dei documenti programmatici di
insediamento dell’attuale legislatura.
2) ribadire l’impostazione della politica programmatica del piano nell’ottica di
considerare la ns. vallata (e la montagna) non un problema bisognoso di assistenza e
contributi ma una risorsa, una grande risorsa da utilizzare in termini sostenibili e
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suscettibile di determinare sviluppo civile, sociale ed economico; e come bene
collettivo la cui conservazione e sviluppo influisce sull’intero ecosistema nazionale.
3) esprimere con il piano una politica di sviluppo sostenibile qualificato nell’accezione
che questo termine ha acquisito nella programmazione. Nel senso di porre in essere un
nuovo rapporto fra sviluppo e ambiente in grado di comporre la potenziale
contraddizione fra i due termini, presupponendo l’uso eco-compatibile delle risorse e
integrando i due paradigmi in una prospettiva in grado di creare nuove opportunità
anche occupazionali; l’ambiente deve diventare un elemento fondativo nella
programmazione, non ci si deve fermare cioè all’enunciazione dei principi ma bisogna
dar loro un contenuto in termini di qualità, sviluppo e sostenibilità ambientale. In tal
senso acquistano importanza strategica il passare da enunciazioni di principio
affermate con il precedente piano di sviluppo a concrete azioni per assicurare
l’applicazione reale del concetto di sviluppo sostenibile in Casentino, con concreti
processi amministrativi di verifica e controllo condivisi e accettati da tutti gli attori del
ns. territorio. Consolidare la politica di difesa del suolo già intrapresa con il precedente
piano di sviluppo, implementando anche tutte la azioni che coinvolgano in prima
persona nei processi di salvaguardia ambientale i soggetti privati, in particolare gli
imprenditori agricoli;
4) esprimere e sviluppare una politica di sviluppo che non imiti passivamente modelli
esogeni ma che, pur in una valutazione di tutte le possibili esperienze, elabori una
propria e autonoma via allo sviluppo basata sulle risorse endogene. Puntando quindi
anche sulla valorizzazione delle risorse materiali, umane e imprenditoriali locali da
ricercarsi in termini di integrazione e intersettorialità e contraddistinta in particolare
dalla focalizzazione e valorizzazione delle filiere produttive locali.
5) Conservare e migliorare la capacità competitiva del nostro sistema economico
industriale e artigianale, sia favorendo e incentivando l’innovazione tecnologica delle
imprese, dei processi produttivi, dell’organizzazione e della gestione, della promozione
e del marketing che intervenendo sul sistema infrastrutturale e sulle strutture
tecnologiche al fine di coordinare, esprimere e far acquisire ai livelli superiori di
competenza le necessità del Casentino. Costruire un programma di interventi comuni a
tutte le amministrazioni locali e ai privati che tenda ad un unico obiettivo che è quello
di sostenere il mercato del lavoro e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile
cercando nel contempo il riequilibrio tra uomini e donne; sostenere e spronare
l’imprenditoria giovanile e femminile sviluppando iniziative tese a creare
professionalità indirizzate verso la new-economy;
6) ribadire la politica di sviluppo integrato e intersettoriale del Casentino, in linea con le
politiche pubbliche per le aree rurali e montane (l’Unione Europea; la nuova legge
sulla montagna; il piano regionale di sviluppo), come risposta alle concezioni
monofattoriali dello sviluppo (quali quella fondata sull’industrializzazione o quella che
identifica l’economia montana con l’economia agricola) che determinano crisi cicliche
della struttura produttiva e come strumento per garantire in aree a economia debole e
dipendente una diversificazione delle attività e le condizioni di autosviluppo. Non solo,
sviluppo integrato anche nel senso di considerare non soltanto parametri economici ma
anche e simultaneamente parametri sociali, culturali, ambientali (e in tal senso lo
sviluppo sostenibile costituisce una dimensione dello sviluppo integrato), in funzione
del miglioramento integrato di tutti gli aspetti che contraddistinguono una determinata
area in un determinato periodo.
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7) Sviluppare una politica di sostegno alla residenza in montagna che permetta – anche
attraverso forme integrative di reddito e sull’incentivo alla pluriattività individuale e
aziendale – alla gente di montagna le condizioni di miglior vivibilità, prevedendo
interventi diretti a assicurare una qualità della vita e quindi condizioni economiche ma
anche sociali, culturali, ambientali e dei servizi in linea con gli standard di un paese
evoluto e al fine di incentivarne la conservazione.
8) sviluppare politiche dirette alla creazione e/o il miglioramento e l’ottimizzazione dei
servizi alla persona, condizione indispensabile per il miglioramento della qualità della
vita, in particolare dove, come nella nostra vallata, si verifica un rilevante processo di
invecchiamento della popolazione che richiede una politica di sostegno agli anziani
con gli interventi sulle strutture e sull’assistenza di cui gli stessi necessitano o
potrebbero necessitare.
9) intraprendere un percorso di integrazione sociale e culturale con gli immigrati,
ponendo in essere quelle iniziative sociali e culturali in grado di sviluppare questo
difficile percorso di inserimento, permettendo a questi cittadini di sentirsi accettati e
coinvolti e superando una fase di semplice convivenza e predisporre le condizioni per
la realizzazione di una società aperta, multirazziale e multiculturale.
10) sostenere la cultura locale valorizzandone storia e contenuti in un contesto di
attualizzazione, anche allo scopo di formare le nuove generazioni in una scuola che sia
in grado, per qualità e localizzazione, di dare risposte esaurienti e differenziate al
bisogno di istruzione; partecipare attivamente al processo di riorganizzazione
scolastica facendo da impulso al motore di riforma per poter poi arrivare a garantire
una scuola accessibile a tutti e con efficaci contenuti formativi e professionali, che sia
in grado di preparare i giovani ad essere la futura società del lavoro e della cultura
casentinese, società di qualità e moderna.
11) Favorire e coordinare i processi di cooperazione, aggregazione, interazione,
collaborazione e associazione fra le amministrazioni pubbliche che operano in
Casentino. Nell’ottica delineata dalle ultime normative sulle autonomie locali
dell’individuazione di gestioni associate e di forme di aggregazione anche istituzionali
tra enti, come l’Unione dei comuni, che permettano l’ottimizzazione e
razionalizzazione delle risorse pubbliche e private, non solo in termini economici ma
anche in termini di efficacia e qualità dei servizi all’utenza e nella gestione del
territorio.
2.2. LE OPZIONI POLITICHE FONDAMENTALI
2.2.1. Lo sviluppo sostenibile e l’ambiente come elemento fondativo
Anche la Comunità Montana, come Regione e Provincia, ha assunto il concetto di
sviluppo-sostenibile fra le linee guida della propria programmazione. Già nel Piano
economico e sociale 1998-2000, le politiche di sostenibilità ambientale, erano poste come
elemento fondativo del Piano e sulle quali erano impostate tutte le strategie di sviluppo.
Nonostante la difficoltà storica di riuscire a ben coniugare la logica economica che
presiede lo “sviluppo” con l’obiettivo di preservare l’ambiente, questo Piano 2001-2004 si
propone come obiettivo principale quello di far interagire in perfetta armonia le azioni tese
all’utilizzo delle risorse, allo sviluppo tecnologico, al cambiamento istituzionale, per far
accrescere le potenzialità del territorio per un innalzamento della qualità della vita. Per
arrivare a questo traguardo è necessario l’impegno di tutti, non solo quello delle istituzioni
ma anche quello della collettività nella quale deve essere sviluppata la consapevolezza
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dell’importanza dell’ “ambiente globale”. Si devono mettere gli individui nelle condizioni
di sviluppare un forte interesse per l’ambiente, senza del quale risulterebbe difficile il
generarsi di una motivazione abbastanza forte da sollecitare la partecipazione attiva alla
protezione e al miglioramento dell’habitat. Si dovrebbero far acquisire conoscenze sulle
questioni ambientali, sui problemi complessi del rapporto uomo-ambiente e sulle
responsabilità proprie dell’uomo. Forse è questa l’occasione di mettere in pratica azioni
concrete che assicurino nuove opportunità ad uno sviluppo della Vallata basato sulla
valorizzazione delle risorse locali, senza l’imposizione di strumenti vincolistici per
affermare il concetto di tutela ambientale nella collettività, ma bensì creare opportunità
economiche a favore della sostenibilità e della protezione ambientale. In che modo si
intende perseguire tutto ciò?
•
Ponendo particolare attenzione ad una programmazione integrata e non più
“settoriale”, con un’attenta valutazione preventiva e consuntiva delle politiche attuate
in ogni strategia, mediante un’azione di monitoraggio.
•
La condivisione e la concertazione, con tutti i soggetti interessati al processo di
sviluppo, dei piani e dei programmi con la presa di coscienza delle responsabilità che
competono ad ognuno nel portare avanti talune scelte. Scelte che sempre
maggiormente dovranno essere supportate da una più attenta conoscenza sullo stato
dell’ambiente, da opportune verifiche in termini di “bilancio ambientale” con la messa
in evidenza dei costi e dei benefici sull’ambiente.
•
L’adesione agli strumenti di “certificazione ambientale” – (Agenda 21 – Emas, Iso
14001) per le aree industriali, artigianali, per la p.m.i. e per le attività svolte dalla
pubblica amministrazione.
•
Consolidare una gestione sostenibile delle risorse naturali (aria, acqua, suolo, flora e
fauna, bellezze naturali, paesaggio, beni culturali, aree protette), attuare una politica di
prevenzione della produzione dei rifiuti, la riduzione del consumo di energia non
rinnovabile, il miglioramento dei sistemi infrastrutturali e dell’ambiente urbano.
2.2.2. La buona occupazione
All’inizio del nuovo millennio, in Casentino la situazione occupazionale si
presenta in modo affatto rassicurante: i dati dell’Ufficio Provinciale del Lavoro
testimoniano di livelli superiori di disoccupazione in Casentino rispetto a quelli provinciali
e regionali . E questo nonostante il forte tasso d’industrializzazione, il conseguente
riconoscimento di distretto industriale tessile e la fuoriuscita dalla fascia europea ob. 2 per
la normalizzazione dei parametri economici ma, evidentemente, non occupazionali. Il fatto
poi che la disoccupazione interessi con una forte incidenza i giovani e le donne e il
rilevante aumento del lavoro precario e occasionale peggiorano ancor più il quadro
complessivo. Sembrerebbe che dalla crisi economica degli anni '90 il Casentino non ne sia
uscito proprio bene (visto l’aumento del gap dalla condizione media provinciale) e la
situazione sotto questo profilo può rivelarsi a rischio, capace di rilegare il Casentino nelle
fasce più deboli e marginali.
E allora riteniamo che un ente che intenda farsi rappresentativo dell'area
Casentino, anche se direttamente privo di competenze in materia, deve esprimere una
politica e un indirizzo su una questione così basilare per lo sviluppo economico e sociale
del comprensorio, cercando di elaborare politiche preventive in grado di far fronte anche a
rischi potenziali segnalati da indizi e segnali.
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Consapevole di ciò la comunità montana intende porre la questione lavoro quale
obbiettivo prioritario del piano di sviluppo 2001/2004, quale elemento fondativo e di
coordinamento, assieme alle politiche ambientali e al metodo della concertazione, di tutte
le strategie di sviluppo, questione passante in modo trasversale di ogni intervento e attività,
di ogni concertazione in qualsiasi materia. L'intenzione di incidere - anche con piccole
cose - sull'occupazione, sulla "buona" occupazione dei giovani e delle donne casentinesi
deve pervadere ogni iniziativa e affiancarsi quale obbiettivo di pari dignità e importanza a
quelli perseguiti nello specifico.
Al centro delle nostre politiche di sviluppo poniamo quindi l'aumento della base
occupazionale ma anche la sua stabilizzazione nell'ambito di un quadro che seppur
riconosce e si apre all'esigenza e alla tendenza del mercato di un uso più flessibile della
manodopera, non potrà mai ammettere forme di flessibilità e liberismo selvaggio, senza
regole e elementi di tutela dei lavoratori, limitato solo ai numeri delle leggi economiche
senza alcuna considerazione per l'aspetto umano.
Ciò significa intervenire:
¾
nel mercato del lavoro promuovendo, incentivando, la qualificazione dei servizi
del Centri all'impiego, attraverso modelli locali di concertazione con l'amm.ne
prov.le, coi comuni, con le organizzazioni economiche e sindacali locali;
¾
nel sistema della formazione professionale e dell'orientamento ma anche
dell'istruzione scolastica al fine di concertare gli interventi e gli indirizzi didattici e
formativi funzionali alle capacità e potenzialità occupazionali, all'offerta del
mercato locale, alle vocazioni economiche e sociali del nostro contesto.
¾
nella promozione e incentivazione di forme e iniziative di imprenditoria in
particolare giovanile e delle donne, di creazione d'impresa e di autoimpiego. Con
particolare attenzione:
¾
ƒ
alla pluriattività nelle zone montane e decentrate e in agricoltura
ƒ
all'imprenditoria turistica
ƒ
all'imprenditoria dei prodotti tipici e delle produzioni locali
ƒ
ai lavori innovativi e alla new economy
ƒ
all'imprenditoria nei settori ambientali-naturalistici , nel settore sociale e in
genere nel settore dei pubblici servizi
ƒ
alla valorizzazione di competenze e risorse endogene
nell'incentivazione alle piccole e medie imprese locali finalizzata:
ƒ
all'allargamento della base produttiva e occupazionale
ƒ
alla realizzazione di processi di innovazione e riconversione
¾
nel miglioramento delle condizioni di competitività generali del nostro sistema
impresa, puntando al miglioramento delle condizioni infrastrutturali che
garantiscano il consolidamento e la crescita in loco
¾
nella promozione di una politica di marketing territoriale che presenti il Casentino
come un'area con opportunità favorevoli all'insediamento e ampliamento di
imprese e impianti produttivi.
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2.2.3. La concertazione, l'interazione per lo sviluppo integrato
Altra questione pregiudiziale che attiene in realtà più al modello di comportamento
e di organizzazione nel programmare e gestire uno sviluppo integrato che non ai contenuti,
obbiettivi e strategie, ma che costituisce elemento di fondamentale importanza per la
concreta realizzazione dei progetti è senz’altro la scelta a favore della concertazione e
dell’interazione. La scelta in verità è pressoché obbligata: un piano di sviluppo che non sia
della comunità montana bensì del Casentino non può non partire dal presupposto che nella
valle operano a vario titolo un insieme di pubbliche amministrazioni tra cui il maggior
rilievo, per la posizione istituzionale che li contraddistingue, è riservato senz’altro ai
comuni ma che hanno un ruolo assai importante anche altre quali la provincia e la regione,
gli organismi di gestione di servizi a rete, il mondo scolastico, il parco nazionale; e in cui
operano anche numerosi altri attori della sfera privata, dalle forze economiche e produttive
in tutti i settori, al mondo assai ricco e variegato del non profit e del volontariato ai singoli
cittadini, alle organizzazioni che li rappresentano, ai gruppi culturali.
Tutti questi soggetti operano a vario titolo in Casentino e producono ricchezza nei
vari campi e si pongono come interlocutori in qualsiasi progetto di sviluppo, vera risorsa
ricca di progettualità, di capacità e impegno gestionale. Tramite lo strumento della
concertazione e della programmazione concertata – che potrà svilupparsi mediante accordi
di programma, protocolli d’intesa, patti e convenzioni – s’intende attuare una vera e
propria strategia associativa in cui l’interazione e la comunicazione permettano di stabilire
sinergie e coesioni, nell’ottica della valorizzazione delle risorse e degli attori che operano
nel territorio. Nella progettazione e attuazione di interventi condivisi; nell'elaborazione
delle politiche ma anche nella loro attuazione attraverso un'organizzazione a rete che
coinvolga attivamente gli attori nell'individuazione degli obbiettivi, nel reperimento e
organizzazione delle risorse, nel loro utilizzo.
2.3. LA STRATEGIA ISTITUZIONALE E DEI SERVIZI PUBBLICI
L'elaborazione delle politiche sui pubblici servizi e l'assunzione di conseguenti
decisioni di carattere programmatico e istituzionale non possono prescindere da un
chiarimento pregiudiziale indispensabile su quale debba essere il ruolo della comunità
montana nel reticolo sociale ed economico casentinese e delle pubbliche amministrazioni,
anche se ciò trova finalmente elementi di forte ausilio nella legislazione ultimamente
adottata in materia di autonomie locali.
Non bastano infatti le definizioni formali/giuridiche di ruolo e funzioni: sì certo ci
sono deleghe e disposti normativi ma crediamo che non si possa prescindere anche dalla
capacità di porsi di questo ente, di chi lo amministra e della sua struttura nei rapporti e
interazioni che esistono o che via via si creano nei settori d'intervento, dalla capacità di
assumere ruoli vivaci e vitali per l'attuazione di programmi e nelle relazioni
intergovernative, dalla capacità di prefigurarsi e perseguire fini e strategie, dalla capacità
d'inserirsi nel network, di governare relazioni fra sistemi, di stimolare, regolare e
coordinare esperienze frammentate e deboli verso uno sviluppo integrato casentinese. In
altri termini del ruolo concreto che di fatto la comunità montana saprà ritagliarsi e
assumere nel complesso della rete di attori di cui fa parte nell'ambito dello sviluppo
integrato socio-economico.
In questa prospettiva, il percorso e gli obbiettivi erano già stati tracciati
chiaramente nel precedente periodo di programmazione: alla comunità montana - per la
posizione nel quadro dei rapporti e relazioni fra gli enti delle autonomie locali - si
riconosceva una naturale funzione di coordinamento e impulso nella gestione a rete dei
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servizi pubblici locali ai fini di un'ottimizzazione economica e qualitativa degli stessi. E
l'affermazione di tale ruolo - in un ottica di cooperazione istituzionale - ha costituito
l'elemento portante su cui articolare l'intero programma delle strategie politiche nei
pubblici servizi.
Gli obbiettivi raggiunti, pur tra contraddizioni, ripensamenti e difficoltà di ogni
sorta, sono stati di rilievo:
•
sono state implementate alcune gestioni associate di grande importanza, quali le
gestione dei rifiuti e il servizio di macellazione pubblica mentre altre sono state
approvate dai comuni (lo sportello unico alle attività produttive; il servizio "canile"; la
protezione civile; il catasto);
•
sono stati gestiti in stretta cooperazione e interazione con le amministrazioni comunali
problematiche di grande rilievo per il Casentino (l'elettrodotto per l'alto Casentino)
nonché progetti e finanziamenti indirizzati allo sviluppo integrato dell'area (sistema
integrato trasporto merci; patti territoriali; programmi comunitari Leader e fondi
strutturali);
•
si sono posti i presupposti e in alcuni casi si è attuato (es. nei rifiuti) il superamento del
frazionamento campanilistico degli interessi, delle istanze e dei bisogni del Casentino
con una rappresentanza unitaria verso l'esterno, verso livelli superiori di governo e di
competenze, al fine di acquisire più forza e facilitarne quindi il riconoscimento e la
soddisfazione;
•
si sono create le premesse - tramite un grande impegno in tutti gli ambiti e organismi,
in particolare nell'istituto della Conferenza dei Sindaci - per la realizzazione di una
forte interazione e cooperazione coordinata fra gli attori delle autonomie locali nel
comprensorio, facendo crescere e maturare sempre più la consapevolezza dei comuni
di fare sistema;
•
con la realizzazione della Rete Civica del Casentino sono state poste le condizioni
tecnologiche per sviluppare in modo efficiente i servizi a rete con i comuni, sia in
termini di backoffice che di servizi diretti all'utenza;
E' evidente e scontato che il complesso di azioni che la comunità montana intende
attivare nel prossimo quadriennio di programmazione si pone necessariamente in un filone
di continuità rispetto al precedente piano di sviluppo: partendo da quanto realizzato, dai
risultati raggiunti, dalle esperienze, anche di segno negativo, maturate , dal patrimonio
anche culturale che siamo riusciti a impostare, s'intende sviluppare in modo più incisivo il
progetto, continuando decisamente il percorso verso la realizzazione di un sistema
amministrativo, istituzionale e gestionale integrato fra tutte le amministrazioni locali, in
una logica di intercomunalità (e non sovracomunalità) in cui la comunità montana
.costituisce una delle fibre del tessuto istituzionale locale in cui le interazioni si basano sul
rispetto e la valorizzazione dei ruoli di ciascuno.
Non si tratta infatti di pensare al comune unico oggetto di dibattito negli anni '90,
progetto utopico perché sbagliato, in conflitto insanabile con il senso di appartenenza alla
propria comunità di base: valore di grande rilievo sociale, in particolare nelle nostre zone
ove è proprio grazie alla forte percezione del loro contenuto da parte della gente che
matura il legame al proprio territorio, alla propria comunità come ambiti insostituibili in
cui sviluppare in propri interessi e la propria personalità. Sono le ragioni di fondo per cui le
persone rimangono nella montagna. E' un tipico valore della gente di montagna questo che
va valorizzato e ampliato; gli va permesso di esistere e fecondare, assicurando a questa
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gente che crede nella sua comunità e ama il suo territorio le condizioni di vivibilità
moderna; in altri termini assicurando il concreto diritto ad avere non solo un lavoro, una
casa ma anche dei servizi al livello delle zone più fortunate del paese.
E' proprio in questa chiave, per assicurare servizi cioè e non espropriare
rappresentatività che proponiamo un'accelerazione del processo aggregativo intercomunale
dei servizi locali, consolidando ed estendendo l'esperienza di integrazione precedentemente
sviluppata, nell'ottica di una strategia associativa per lo sviluppo locale che consenta:
-
la vicinanza al contesto, alle persone ed alle aggregazioni comunitarie e sociali
-
la massima valorizzazione e ottimizzazione dell'uso delle risorse disponibili
-
la programmazione, la verifica e il controllo
-
la professionalizzazione degli operatori
Questo quadro complessivo, questi obbiettivi e queste strategie vengono poste in
un momento favorevole a un suo sviluppo, sia per motivi istituzionali che politici:
™politici per quanto già precedentemente sottolineato e cioè che in questa fase di
innovazione e riforma della pubblica amministrazione, con l'affermarsi forte dei
principi del federalismo e della sussidiarietà, ma anche dell'autonomia e delle
necessarie compatibilità economiche e finanziarie dei progetti e degli interventi
pubblici, si sta rafforzando nei decisori pubblici, negli opinions leaders e nei
casentinesi, la consapevolezza da un lato della limitatezza di una visione strettamente
comunale non più in grado di dare risposte adeguate alla domanda crescente di servizi
dell'utenza, e dall'altro delle opportunità di gestione ottimale in ambito montano offerte
dal cd. modello "comunità montana".
™istituzionali in quanto il completamento del processo di riforma delle autonomie locali
(ma in genere di tutta la pubblica amministrazione) degli anni '90, attuato con la legge
n. 265/99 di riforma della L. 142/90 e in ultimo con il testo unico sull'ordinamento
delle autonomie locali (L. n. 267 del 18/8/2000), ribadendo la natura di ente locale
delle comunità montane e attribuendole per la montagna il ruolo e la funzioni delle
Unioni dei Comuni per la gestione integrata dei servizi locali, ha istituzionalizzato in
modo sistemico due tratti fondamentali della identità istituzionale delle comunità
montane che si riflette in particolare nel rapporto con i comuni montani:
¾quello della gestione associata delle funzioni comunali, che, ove riguardata nella
nuova chiave della Unione (secondo la configurazione flessibile e modulare ora
data, completamente rivista e corretta rispetto alla precedente rigida finalizzazione
verso la fusione), consente di travalicare quel carattere eventuale e meramente
episodico previsto dalla previgente normativa; per dare invece una risposta
organizzativa e gestionale strutturale e stabile, pur senza vincoli e schemi uniformi
e coattivi;
¾quello di ente locale, connotato dalla continuità dei suoi profili soggettivi
amministrativi di rappresentatività, esponenzialità, responsabilità e certezza di
interlocuzione, da un lato, verso i comuni e il territorio di riferimento e, dall'altro,
verso gli altri livelli di governo provinciale e regionale; ente locale portatore, in sé,
di una autonomia e piena capacità di governo, a cominciare dalla funzione di
programmazione.
Il duplice connotato determina un quadro giuridico-istituzionale di riferimento
assai meno incerto e ambiguo che in passato e costituisce un importante ausilio e
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ancoraggio - anche se non esaustivo, come si è detto all'inizio - per la definizione del ruolo
della comunità montana nell'ambito delle autonomie locali: sinergia, interazione e
cooperazione istituzionale tra le potenzialità di accrescimento della presenza funzionale
(associata) dei comuni montani e il valore istituzionale aggiunto che la comunità può
portare alle politiche per la montagna.
Naturalmente, le possibilità accrescitive del nuovo profilo della comunità montana
sono strettamente legate al suo stare incondizionato "dalla parte dei comuni";
simmetricamente, i comuni montani devono sentire la comunità come occasione in più per
gestire efficacemente e convenientemente alcune delle loro funzioni - vecchie e nuove a
seguito dei decreti Bassanini - e per far valere, al riparo da sudditanze di gerarchia
istituzionale, il loro peso nel concerto provinciale e regionale.
E' ovvio infine che questo processo di reciproca interazione richiede l'attenzione e
il superamento di microconflittualità e antagonismi localistici, facendo prevalere i vantaggi
complessivi che discendono da un sistema di relazioni sinergiche, coese e solidali.
Si aprono quindi spazi importanti di concertazione e cooperazione istituzionale e
possibilità rilevanti di interazione coi comuni che permetteranno da un lato il
completamento dei percorsi iniziati ma non conclusi nel precedente periodo di
programmazione, in particolare per i servizi socio-assistenziali e dall'altro l'impostazione
di nuovi nell'ambito di una scelta strategica complessiva di fondo.
2.4. LA STRATEGIA TERRITORIALE-AMBIENTALE
2.4.1. Pianificazione territoriale
Sta per essere completato il quadro sulle leggi di “governo del territorio” e quindi
sulle le “nuove frontiere dell’urbanistica” con il superamento della visione settoriale del
territorio e dell’ambiente. Sono riconfermati i ruoli nei diversi livelli istituzionali: ruolo
centrale della Regione come momento di coordinamento e di supporto a Province e
Comuni che mantengono le responsabilità delle politiche aventi effetto sul territorio e
sull’ambiente. In particolare per quanto riguarda la pianificazione territoriale – si stanno
definendo gli assetti degli atti di programmazione previsti dalla L.R.n.5/95 (legge sul
governo del territorio) sia per quanto riguarda i P.t.c. (piani territoriali di coordinamento
provinciali) che dei P.S. (piani strutturali dei Comuni) e pertanto la Comunità Montana
dovrà , con il presente piano di sviluppo, cercare di incidere nel processo di formazione
degli strumenti di pianificazione al fine di un miglioramento generale delle conoscenze,
alla base della formazione delle scelte, la promozione di “tavoli di concertazione” con tutti
i soggetti interessati al processo di sviluppo ( imprenditori ecc.) che potranno lavorare in
sinergia con il servizio associato dello “Sportello Unico” per una maggiore condivisione
dei programmi e con l’assunzione di responsabilità sugli effetti degli interventi
sull’ambiente. L’incentivazione delle forme di aggregazione dei comuni per lo svolgimento
di funzioni di progettazione e gestione del territorio. Porre particolare attenzione agli
aspetti di protezione ambientale e paesaggistica nella pianificazione urbana e nelle aree
extraurbane per limitare il “consumo di territorio”. Ricercare una omogenea
riorganizzazione dei “regolamenti edilizi comunali” al fine di unificare le norme esistenti
sulla qualità edilizia in Casentino.
Favorire nei piani, l’introduzione di forme di incentivo per la cura e mitigazione di
impatti di insediamento industriali e di grandi opere civili. Favorire in maniera sostanziale
gli interventi di recupero di aree e fabbricati dismessi sia in area urbana che in aree
industriali-artigianali, compreso la riconversione di spazi esistenti che contrastano, con le
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loro attività, con quelli destinati alla residenza; favorire i processi di riqualificazione
urbana e gli interventi di riuso del patrimonio, anche nell’ottica di un maggiore
contenimento della sottrazione di risorse. Ricercare, attraverso lo strumento della
concertazione con i Comuni, ogni possibilità concreta tesa al recupero, al miglioramento e
alla realizzazione di strutture e opere a valenza comprensoriale, da gestire in forma
associata come “unione dei Comuni” e di supporto all’incentivazione e aggregazione
dell’azione dei soggetti economici pubblici e privati.
2.4.2. Infrastrutture e trasporti e ambiente
Il sistema infrastrutturale viario e ferroviario del Casentino è ancora il “nodo da
sciogliere” per un deciso miglioramento della mobilità delle persone e delle merci nella
vallata. Sono state portate avanti tutte le iniziative tendenti principalmente al riassetto e
alla definizione di interventi di ristrutturazione degli assi portanti del fondovalle: la SS.71
e la SS.70, oltre al reticolo di viabilità provinciali e comunali presenti nel territorio.
Attraverso lo strumento della concertazione, si stanno concretizzando alcune previsioni
progettuali ma ancora molto ancora si deve fare. In particolare è necessario concentrare le
strategie di questo piano sulla definizione di progetti mirati alla soluzione definitiva delle
problematiche più emergenti ricercando, attraverso la concertazione, nuove risorse
economiche presso i nuovi soggetti (Regione Toscana e Provincia) a cui verranno
assegnate risorse a seguito del trasferimento della viabilità Anas.
Per quanto riguarda il reticolo minore, dovranno essere ridefiniti gli assetti delle
viabilità di collegamento di crinale con le realtà alto, medio collinare e con il fondovalle.
Inoltre dovranno essere approfonditi gli studi relativi alla realizzazione di una “strada
parco di fondovalle” che ripercorrendo in gran parte tratti di viabilità esistenti in riva destra
dell’Arno, potrà costituire una valida alternativa al traffico veicolare leggero, da porre in
alternativa alle Statali 70 e 71 di fondovalle. Tale infrastruttura potrà assumere anche una
valenza “turistica” in quanto potrà essere integrata da una rinaturalizzazione delle aree
golenali dell’Arno.
Il piano si prefigge la completa attuazione del sistema integrato di trasporto merci
a sostegno del tessuto produttivo del Casentino, già programmato e concertato con tutti i
soggetti pubblici e privati. Nel corso del quadriennio potrà essere implementato e allargato
a un maggior numero di utenze produttive, per ottimizzare il trasferimento delle merci in
entrata e in uscita dal Casentino, da “gomma” a “rotaia”, con il duplice scopo di favorire la
mobilità delle merci e di snellire le viabilità portanti del fondovalle dal traffico pesante.
A livello di infrastrutture tecnologiche dovrà essere definitivamente concertato e
risolto il problema dell’adeguamento della rete di distribuzione di energia elettrica in
particolare per l’alto Casentino (elettrodotto) facendo assumere ad ogni soggetto le
responsabilità di scelte che devono obbligatoriamente risultare “sostenibili” in un bilancio
di compatibilità ambientale. Inoltre dovranno essere completate e migliorate le altre
infrastrutture a rete: telefonia, energetiche , di approvvigionamento e distribuzione
idropotabile. Per quest’ultime si dovrà, in sede di “Ambito Territoriale Ottimale” – A.T.O.
, portare le istanze della collettività tese al sostanziale miglioramento della distribuzione,
della qualità e della depurazione delle acque con la certezza di un contenimento delle
tariffe.
Viene infine confermato l’”ambiente” come elemento strategico nell’attuazione
delle politiche settoriali per lo sviluppo economico e sociale e come elemento “fondativo”
del piano. Inoltre vengono confermate le politiche finalizzate al miglioramento della
qualità dell’ambiente come la prevenzione al dissesto idrogeologico, la tutela delle acque
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dall’inquinamento, la riduzione della produzione dei rifiuti, la tutela dall’inquinamento
atmosferico (in particolare causato dalla presenza di attività industriali con rilevanti
emissioni in atmosfera che interessano centri abitati). La strategia potrà essere attuata
mediante il sostegno delle istanze presso i soggetti titolari di competenza nella specifica
materia: ATO per la risorsa acqua, ARPAT per la protezione ambientale.
2.4.3. Aree protette
Dovrà essere riproposto alla Regione il problema della definizione dell’ “area
contigua al Parco Nazionale”, già oggetto di studio da parte della Comunità Montana.
Dovranno essere consolidate le politiche della valorizzazione di sistemi ambientali non
soltanto all’interno dei perimetri delle aree già assoggettate a normativa di protezione
specifica, ma estendere il concetto di conservazione dell’habitat naturale a tutto il
territorio. Si dovranno sviluppare forme di integrazione fra i vari settori: attività agricole,
difesa del suolo, politiche forestali, turismo naturalistico, valorizzazione dei beni e
attività culturali. Le sinergie che possono essere attuate dalle politiche nel territorio nelle
aree protette, possono assumere l’aspetto di nuove opportunità economiche per gli
operatori economici pubblici e privati.
Per quanto riguarda l’istituzione di nuove aree protette si ritiene opportuno
sospendere qualsiasi iniziativa che comporti la creazione di nuovi organi di gestione o
competenze comunque estranee al territorio e al sistema di enti locali del Casentino; non
riteniamo esistano le condizioni per istituire in Casentino nuovi enti di gestione – parchi
nazionali o regionali – per gestire i complessi quasi esclusivamente di proprietà regionale
come il Pratomagno e l’Alpe di Catenaia , condotti in forma già altamente sostenibile,
poiché ciò creerebbe una struttura sovrapposta al soggetto gestore (Comunità Montane)
che può dare con semplici protocolli d’intesa risultati migliori e senza costi di
organizzazione aggiuntivi.
Nel caso si verifichino specifiche necessità di tutela di particolari ambienti, si
ritiene opportuno procedere, ove possibile, alla costituzione di Siti di Interesse
Comunitario (S.I.C.) senza modificare, se non in modo concertato, i soggetti gestori oppure
all’istituzione di aree protette di interesse locale da affidare in gestione alla Comunità
montana d’intesa con le Amministrazioni comunali.
In linea generale si ritiene opportuno procedere alla tutela ambientale di tutto il
territorio casentinese utilizzando strumenti legislativi che non comportino
obbligatoriamente l’istituzione di nuove strutture e organismi di gestione; all’opposto,
qualsiasi introduzione di sistemi particolari di tutela del territorio deve scaturire da un
processo di concertazione che metta a punto, con strumenti normativi certi e definitivi,
ogni aspetto e contenuto dell’area protetta, senza consentire una gestione “a posteriori” che
contraddica il processo istitutivo.
2.4.4. Difesa del suolo
L’attività di “bonifica montana”, svolta dalla Comunità Montana su delega della
Regione, ha assunto, in questi ultimi anni, un significato molto più complesso: quello della
“difesa del suolo”. Risultato di una corretta gestione territoriale per rendere controllabili gli
effetti delle trasformazioni territoriali sull’ambiente, per contenere e limitare i fenomeni
alluvionali, i dissesti idrogeologici e la gestione associata delle attività di “pronto
intervento”.
E’ in corso il riassetto delle competenze in materia di difesa del suolo, dovranno
essere intraprese tutte quelle iniziative affinchè siano attribuite alla Comunità Montana
anche le competenze di progettazione, gestione e manutenzione delle opere sul bacino
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dell’Arno, nel rispetto dei piani e programmi sovraordinati, per avere un unico soggetto
operante nella vallata con competenze specifiche e con una visione globale dell’intero
assetto idrogeologico.
Rafforzare l’adeguata organizzazione e finanziamento di iniziative quali la
manutenzione permanente del territorio, il riassetto idraulico dei versanti, la forestazione,
la manutenzione dei boschi, con lo scopo di tutelare e prevenire i dissesti e di attivare un
processo virtuoso di occupazione continuativa e qualificata. Cercare di allargare a tutti gli
utenti del territorio, le forme di incentivo, con un coinvolgimento nella manutenzione della
maglia drenante minore, quella che risulta più vulnerabile a causa dell’abbandono quasi
totale dei fondi agricoli.
Il consolidamento dei programmi di intervento con tecniche a basso impatto
ambientale (ingegneria naturalistica), sperimentato fin dal 1995 e consolidato negli anni
successivi, con lo scopo di valorizzare la mano d’opera forestale estesa all’imprenditoria
privata attraverso la formazione di personale specializzato.
2.4.5. Gestione dei rifiuti
Rafforzare la gestione dei servizi ambientali legati ai rifiuti, svolta in forma
associata con i Comuni del Casentino. Con la chiusura della discarica comprensoriale di
Fortipiano, si apre un nuovo capitolo su questa delicata e sempre discussa problematica. Il
sistema integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti, già operante dal 2000, e la
realizzazione di un’area attrezzata per il trasferimento dei rifiuti verso altri impianti di
smaltimento, oltre alla riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata, trova il
Casentino preparato ad affrontare il nuovo modello di gestione dei rifiuti a livello di
Ambito territoriale ottimale- A.T.O.- Questo riassetto dei servizi, che la Comunità
Montana ha svolto per conto delle amministrazioni comunali, ha generato un importante
settore economico che può ancora essere implementato anche con la ricerca di
collaborazione con le cooperative sociali.
Gli obiettivi prioritari, in questo momento di transizione fra vecchi schemi e nuove
forme di gestione, saranno rivolti essenzialmente al mantenimento e miglioramento degli
standards qualitativi dei servizi attualmente svolti in Casentino, con l’intento di attuare
politiche tese alla riduzione dei rifiuti, all’incremento delle raccolte differenziate e al
contenimento dei costi per gli utenti della vallata. Inoltre si dovranno promuovere tutte
quelle iniziative tendenti alla revisione dei piani, provinciale e regionale in materia di
rifiuti, al fine di riequilibrare gli evidenti svantaggi che vengono sofferti dagli abitanti delle
zone montane rispetto a quelli delle aree metropolitane.
2.5. LE STRATEGIE ECONOMICHE
2.5.1. Industria, commercio e artigianato
Come già evidenziato nell’analisi delle tendenze economiche delle pagine
precedenti, il territorio casentinese continua a mostrare un’economia a carattere
prettamente industriale che soffre della mancanza di infrastrutture adeguate; infrastrutture
che si identificano non solo nel settore mobilità, in particolare la questione irrisolta della
viabilità, ma anche nell’innovazione tecnologica ove a oggi, gli sforzi attuati e le risorse
economiche stanziate non sono certamente sufficienti a garantire al Casentino infrastrutture
tecnologiche, reti telematiche adeguate alle esigenze del settore economico.
La nostra realtà è fatta soprattutto di piccole e medie imprese che vanno
dall’artigianato puro all’industria più spinta e di rilievo nel panorama nazionale (ad
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esempio l’industria del prefabbricato), imprese che ad oggi continuano a mantenere una
“struttura non moderna” mancante cioè di quello spirito innovativo che le renderebbe
ancora più competitive sul mercato e più attraenti a potenziali investitori esterni alla
vallata.
Il complesso denota una buona percentuale di produzioni tipiche e di qualità sia sul
campo artigianale (legno, pietra) che su quello industriale (tessile – tessuto Casentino) che
però in linea di massima rimane ancorato al sistema di produzione tradizionale sia in
termini di cicli produttivi che in termini di organizzazione e di marketing del prodotto.
Anche nel commercio si rilevano le stesse caratteristiche segnalate per gli altri
settori; nel settore inoltre si sconta un progressivo spostamento dei consumi verso i centri
commerciali con conseguente tendenza, da parte dei piccoli esercizi, all’abbandono dei
centri storici e delle zone più marginali, montane e periferiche.
Considerando quindi le piccole e medie imprese come la struttura portante e
diffusa dell’economia casentinese, e che come già visto in precedenza, il 1999 è stato per il
Casentino un anno positivo per l’aumento percentuale della produzione dei beni (segnale
di una tendenza incoraggiante di non breve termine) è necessario valutare una serie di
programmi di intervento che puntino soprattutto su una strategia di sviluppo non tanto
produttivo quanto tecnologico e di ammodernamento.
Un’iniziativa importante in tal senso è la costituzione dello “Sportello Unico alle
Attività Produttive”, servizio questo che verrà gestito già dal 2001 in maniera associata per
conto di tutti i Comuni del Casentino, che effettuerà tutte le attività di supporto alle
imprese, dal supporto tecnico a quello di marketing, finanziario e dell’innovazione, in
collaborazione con le organizzazioni e i servizi già presenti sul nostro territorio per lo
sviluppo economico (GAL, associazioni di categoria, uffici sviluppo dei Comuni).
Tale servizio servirà anche da motore propulsore nei confronti dei soggetti
competenti di tutte le esigenze che potranno scaturire dall’esercizio delle imprese, sia
quelle esistenti che quelle che potrebbero nascere.
Inoltre proprio le nuove imprenditorialità insieme alle nuove forze lavoro sono
quei soggetti che dovrebbero vedere attuare nei propri confronti una politica di formazione
professionale adeguata e per fare questo la Comunità Montana si impegnerà per
l’attuazione di percorsi formativi attuali e mirati che rendano coloro che li frequentano
professionalmente competenti e competitivi.
E’ intenzione ferma di questo ente intraprendere un percorso che attraverso lo
strumento principe della concertazione arrivi alla creazione di infrastrutture tecniche e
tecnologiche, attui le politiche di incentivazione necessaria all’innovazione stessa, per
rafforzare le potenzialità dei vari settori e attrarre sostegni e investimenti adeguati.
Significa anche arrivare a tutelare, rafforzare e migliorare la qualità delle attività tipiche
artigianali e del commercio anche mediante la cosiddetta distribuzione “a rete”.
Per il settore artigianato e commercio risulta necessario effettuare, sempre tramite
l’istituto della concertazione una verifica della validità della politica di facilitazione di
accesso al credito, già attuata con interventi compresi nel precedente Piano di Sviluppo, al
fine di concordare obbiettivi specifici di sviluppo da finanziare e superare l’attuale fase di
finanziamento “a pioggia”.
Sarà proprio l’utilizzo della concertazione con tutti i soggetti sia pubblici che
privati che permetterà alla nostra vallata quella crescita attuata con modernità e efficienza,
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tale da incrementare il livello di competitività delle imprese nel mercato nazionale e il peso
delle produzioni ad alto valore aggiunto.
La concertazione costituisce anche lo strumento concreto per realizzare i
presupposti per l’ottenimento dei finanziamenti necessari agli interventi da realizzare.
L’iniziativa comunitaria “Leader plus”, come già “Leader II”, i fondi strutturali europei
relativi ai territori rientranti nell’ob. 2 – phasing out, i patti territoriali e gli accordi di
programma sono infatti quegli strumenti che permettono di aggregare le energie pubbliche
e private di un vasto territorio appenninico montano svantaggiato per promuovere e
realizzare i progetti di sviluppo integrato a favore dell’economia in tutti i suoi aspetti.
E’ utile a questo punto sintetizzare gli obiettivi da raggiungere con questo Piano di
Sviluppo:
™ Utilizzo dell’istituto della concertazione in modo che risulti lo strumento principale
per:
¾ intraprendere qualsiasi attività che comporti poi uno sviluppo sia produttivo che
tecnologico e per attuare la strategia di marketing territoriale
¾ definire gli obiettivi e gestirne il raggiungimento, con tutti gli attori pubblici e
privati, individuando e ottenendo il complesso di risorse e ottimizzandone l’uso;
¾ attivare processi di realizzazione - o di pressione sugli enti competenti - per
l’adeguamento e la modernizzazione delle infrastrutture strategiche per la
produzione economica, utilizzando l’esperienza di concertazione maturata nel
Tavolo della concertazione fra gli enti pubblici e i soggetti economici.
Infrastrutture viarie, ferroviarie, di trasporto dell’energia, delle telecomunicazioni
e telematiche;
™ promuovere e attivare politiche di incentivazione delle imprese all’innovazione
tecnologica di processo, di prodotto e anche di marketing;
™ Attuazione delle politiche di servizi alle imprese tramite la gestione associata dello
Sportello Unico alle Attività Produttive
™ Sostegno alle attività tipiche e di qualità sia nella produzione che nella distribuzione e
nel marketing
™ Volontà di perseguire uno sviluppo sostenibile e assolutamente compatibile con
l’ambiente e il nostro territorio
2.5.2. Il turismo
Dalla verifica dei dati statistici che siamo riusciti ad ottenere, dai documenti di
settore ma anche dai documenti di programmazione generale a livello regionale e
provinciale emerge con evidente chiarezza l’importanza crescente che il settore sta
acquisendo negli ultimi anni e le potenzialità che il medesimo ha per divenire punto di
forza della ns. economia, in un ottica di sviluppo integrato e a rete caratterizzato da forte
intersettorialità
In Casentino, area da sempre caratterizzata per una forte impronta manifatturiera
(l’indice di industrializzazione è ancor oggi nell’ordine del 65%), il turismo rappresenta
però sempre più, anche dopo una fase alterna come gli anni ’90 (da cui comunque ne siamo
usciti con trend positivi di crescita, anche in termini di ampliamento della stagione e
conservazione del periodo di permanenza), una sicura valorizzazione economica delle ns
risorse interne, ambientali, paesaggistiche e culturali, in grado di costituire fonte di reddito
rilevante e di crescita occupazionale anche in termini di nuova imprenditorialità.
Nel prossimo quadriennio il sistema turistico casentinese (pubbliche
amministrazioni, operatori privati, consorzi, albergatori, ristoratori, tour operator), deve
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dimostrare la capacità di valorizzare i punti di forza emersi negli anni ’90 e di superarne le
debolezze.
Da un lato il sempre maggior interesse per questa terra di Toscana da parte del
turismo rurale e naturalistico, legato all’agriturismo, ai prodotti le tradizioni locali deve
permettere di consolidare a ampliare la tendenza già in atto al prolungamento della
stagione turistica nell’autunno e primavera.
Dall’altro in questo settore è assolutamente indispensabile superare la
frammentazione attualmente esistente del sistema, il suo porsi con caratteristiche
autodidatte: occorre cioè porre le premesse per una crescita complessiva del settore e dei
suoi attori verso un sistema organizzato di offerta che, partendo dall’individuazione di
target e obbiettivi puntuali, sia in grado da un lato di far acquisire forte visibilità al
prodotto Casentino nel mercato del turismo dall’altro di organizzare offerte adeguata alla
domanda del target di riferimento.
L’obbiettivo generale è quindi quello di incentivare e favorire la crescita del settore
turistico per fargli acquisire una valenza economica nettamente superiore all’attuale;
puntando quindi a farlo diventare l’elemento di sviluppo di maggior importanza per il
Casentino, mediante una concreta valorizzazione professionale delle sue potenzialità, dai
beni culturali e architettonici all’ambiente agricolo-forestale e al paesaggio che lo
caratterizza, ai prodotti tipici locali dell’agricoltura e dell’artigianato.
Anche in questo settore economico costituiscono elementi di background
indispensabile:
• la concertazione e l’interazione con tutti i soggetti coinvolti, anche tramite
un’organizzazione idonea a valorizzare la collaborazione complessiva;
• l’integrazione e l’interazione con le altre iniziative di valorizzazione e di sviluppo in
campo economico e soprattutto in campo culturale,
2.5.3. Agricoltura e foreste
Il piano di sviluppo 1998-2000 aveva individuato nelle attività agricolo-forestali il
fattore fondamentale di connotazione dell’ambiente e di supporto alla qualità della vita e
quindi dello sviluppo del Casentino. Assumere il Casentino come risorsa significava e
significa considerarlo come unicum costituito da caratteristiche ambientali, storiche,
culturali, includendo in queste ultime il bagaglio di tradizioni e professioni che hanno
contribuito a plasmare sia il territorio che la capacità dei residenti di gestirlo in termini
sostenibili e sempre più evoluti.
La scelta del piano di puntare sugli investimenti per la qualità ambientale
attraverso un’agricoltura e una selvicoltura di qualità si è dimostrata vincente, sia per la
risposta da parte degli imprenditori sia per i risultati ottenuti, anche grazie alle potenzialità
offerte dai regolamenti comunitari e in particolare da quello per i fondi strutturali, con
inserimento nei territori dell’Obiettivo 5b, e dai regolamenti finalizzati alle misure
agroambientali, agli investimenti aziendali e allo sviluppo dell’arboricoltura da legno e
delle attività forestali.
Con il 2001 entra in piena attuazione il Regolamento CE n.1257/99 per il sostegno
allo sviluppo rurale, nell’ambito della nuova fase comunitaria denominata “Agenda 2000”
e già definita fino al 2006. Se il nuovo regolamento riunisce i numerosi dispositivi
preesistenti, raccordati dallo strumento di pianificazione costituito dal Piano di Sviluppo
Rurale della Regione Toscana (PSR), presenta però disponibilità finanziarie notevolmente
ridotte rispetto al decennio precedente, con un aggravamento della situazione dovuto
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all’esclusione di tutta la provincia aretina dall’area territoriale dell’Obiettivo 2 dove si
applica il nuovo regolamento per gli interventi strutturali. I danni dovuti all’esclusione
saranno appena mitigati dall’inserimento nelle aree di transizione, potendo contare su
risorse molto ridotte e tendenti all’azzeramento entro il 2006; dopo tale data è prevista
un’ulteriore riduzione delle risorse destinate al sostegno dello sviluppo rurale, anche per gli
impegni finanziari verso i paesi dell’Europa orientale candidati all’ingresso nella
Comunità.
La nuova situazione impone, anche in sede di piano di sviluppo 2001-2004, un
impegno mirato all’acquisizione di ulteriore stabilità delle aziende agricolo-forestali,
tramite diversificazione delle attività, maggiore collegamento con le risorse endogene,
valorizzazione della qualità dei prodotti e servizi, dei processi produttivi e dello stesso
ambiente. Inoltre, le scelte programmatiche dovranno concentrarsi sul sostegno ad alcuni
ambiti e interventi specifici, in modo da non disperdere le risorse, conservando un’elevata
efficacia rispetto agli obiettivi, e sulla sperimentazione e applicazione di metodi per la
valorizzazione delle capacità gestionali e di interrelazione fra aziende e fra aziende e
consumatori. Nell’ambito del Regolamento n.1257/99, la redazione del Piano Locale di
Sviluppo Rurale (PLSR), unitamente alla ripartizione delle risorse fra le varie misure e la
scelta di non attivarne alcune, rappresenta lo strumento sicuramente più interessante a
disposizione della Comunità montana, strumento facoltativo, ma che l’Ente si impegna a
redigere a tempi stretti in modo da poterlo utilizzare fin dall’annualità 2001-2002.
Ferma restando l’importanza del settore sia per le produzioni dirette, che per le
connessioni di filiera, soprattutto nel settore legno, esso rappresenta il garante della qualità
territoriale e quindi la condizione di ogni ipotesi di sviluppo sostenibile; inoltre la qualità
dei prodotti e degli ambienti agricolo-forestali sono alla base del turismo, sia tradizionale
che agrituristico, e, unitamente agli aspetti culturali, costituiscono la stessa “risorsa
Casentino”.
Le attività agricolo-forestali sono inoltre il supporto indispensabile alla residenza
nelle aree rurali e in quelle in quota e dovranno essere rafforzate soprattutto per frenare
quella forma subdola di esodo interno che anche nel triennio precedente è avanzata,
contribuendo a spopolare le frazioni montane a vantaggio dei centri di fondovalle: solo il
mantenimento dei presidi residenziali può salvaguardare quella rete essenziale di servizi
senza la quale ogni ipotesi di sviluppo turistico viene meno o perde le caratteristiche di
sostenibilità, trasformandosi nello sfruttamento di risorse locali da parte di soggetti estranei
alla cultura del territorio e quindi non intimamente legati alla sua coltivazione e
salvaguardia.
Le caratteristiche montane e l'ampia superficie boscata, superiore al 60% di quella
agricolo-forestale, impediscono una produzione agricola basata su quantità rilevanti, per
cui tutti gli sforzi e gli investimenti devono essere indirizzati verso la qualità, la tipicità, il
legame con il territorio. Solo per il legno esistono produzioni, sia reali che potenziali, in
grado di sostenere attività artigianali e industriali rilevanti; le altre produzioni invece
acquistano valore soprattutto perché tipiche di un'area a rilevante vocazione turisticoambientale e, all'opposto, contribuiscono a tipicizzare la stessa area, il cui carattere di
immediata percezione è l'armonica coltivazione di terreni e boschi da parte dell'uomo e non
il loro abbandono alle dinamiche naturali. Queste considerazioni valgono anche per quei
prodotti di nicchia che, seppure quantitativamente rilevanti come per esempio gli alberi di
Natale, hanno prospettive legate soprattutto a qualità e provenienza.
In generale si rileva comunque una ripresa delle attività di coltivazione, sia per la
necessità di aumentare le basi economiche che consentono l’espansione dell’agriturismo,
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sia per l’affermarsi di modelli zootecnici, soprattutto nel comparto bovino, basati sul
pascolo brado o semibrado e sull’alimentazione vegetale ed anche biologica. In tal senso
sta spingendo sia l’iniziativa in collaborazione con l’ARCI e coordinata dalla provincia di
Arezzo, a cui partecipano le Comunità montane del Casentino e della Valtiberina, per il
cosiddetto “presidio” della Chianina delle aree montane della provincia aretina, sia le
iniziative miranti, in prospettiva, ad ottenere una DOP “Chianina delle zone originarie”,
ovvero delle province di Arezzo e Siena. Va ricordato che i capi di razza Chianina allevati
in Casentino rappresentano oltre il 15% del totale degli iscritti al Libro Genealogico della
provincia di Arezzo.
Anche la grave situazione innescata dalla BSE, comunemente nota come morbo
della mucca pazza, pur compromettendo momentaneamente gli sforzi degli allevatori
casentinesi, contribuisce a spingere verso allevamenti bovini estensivi, pascolo naturale,
coltivazioni di leguminose in sostituzione della soia di importazione (per il 75%
geneticamente modificata) e quindi conferma gli orientamenti zootecnici del territorio
basati su sistemi di produzione "leggeri", in strutture di ridotta dimensione, interconnessi
con le attività forestali e agrituristiche: le aziende producono prevalentemente vitelli da
ristallo, nonché pecore da latte e per la produzione di agnelli, anche se esistono alcune
aziende dedite all'ingrasso. Un settore particolare dell'allevamento è quello apistico,
fortemente connesso alla filiera di trasformazione dei prodotti, che ha una tradizione di alta
qualità e una potenzialità produttiva notevole, anche se negli ultimi anni è diminuita
l’importanza delle produzioni locali a causa della minore fioritura del castagno e della
minore produzione di manna d’abete, a cui ha fatto eco il rafforzamento della parte
commerciale e uno stretto legame con le aziende agrituristiche.
Resta invece quasi assente il prodotto DOP, non tanto per carenza di qualità, ma
perché le strutture di trasformazione casentinesi sono indirizzate soprattutto verso la
ristorazione locale e alla vendita diretta al consumatore, con prezzi decisamente più alti di
quelli all’ingrosso pagati, ad esempio, per il Prosciutto Toscano DOP. Solo il caseificio di
Talla produce una piccola quantità di Pecorino Toscano DOP, mentre la maggior parte dei
laboratori produce un pecorino locale generalmente di ottima qualità, ma collocato
direttamente al consumatore o presso i negozi locali. L’adesione alle DOP toscane per
prosciutto e pecorino può comunque divenire un passaggio utile nel caso di aumento delle
produzioni, anche conservando i tradizionali canali di vendita diretta; va infatti sottolineata
l’importanza della DOP per la conquista di nuovi mercati sia a livello nazionale che
comunitario e come i prodotti DOP siano un’avanguardia privilegiata della promozione
turistica, grazie anche alle numerose manifestazioni organizzate nell’Unione Europea e che
vedranno certamente una maggiore presenza toscana a seguito dell’istituzione di
un’apposita Agenzia regionale di promozione.
La presenza di un’area facente parte della DOCG Chianti costituisce una grande
opportunità per l’immissione sul mercato di un “vino del Casentino”, ipotesi che lascia
forse perplessi i toscani, ma che può divenire un formidabile ambasciatore del turismo
casentinese, un prodotto da esportare, soprattutto grazie alla vendita diretta ai turisti, per
ricordare e riproporre, a distanza di mesi o anni, la bellezza di un viaggio in Casentino.
Le superfici iscritte nella campagna viticola 1999 all’albo dei vigneti Chianti
D.O.G.C. sono pari a Ha 68,43 (52,73 nel Comune di Capolona e 15,70 in quello di
Subbiano), per complessive 28 aziende, a cui si aggiungono ulteriori Ha 2,92 di un’azienda
iscritta al Chianti Colli Aretini; la produzione ammessa di vino Chianti sfiora i 4.500 Hl,
ma attualmente è inferiore sia per la giovane età di alcuni impianti, sia perché le aziende
vendono l’uva a cantine poste fuori della Comunità montana. Con riferimento alla
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produzione massima ammessa, esiste quindi una potenzialità di circa 600.000 bottiglie di
Chianti, quantità più che sufficiente a creare una sinergia vincente con il territorio e il
turismo casentinese, soprattutto se accompagnata da una buona qualità. E’ quindi
prioritario sostenere l’attività di produzione e imbottigliamento del Chianti della zona
meridionale del Casentino, anche con sinergie con cantine e società localizzate nelle aree
limitrofe dell’area Chianti.
Nelle porzioni centrali e settentrionali del Casentino e soprattutto nel fondovalle,
le produzioni sono fortemente condizionate da una politica comunitaria ancorata al
sostegno dei prezzi; la possibilità di orientare localmente la politica comunitaria verso le
esigenze e le caratteristiche del territorio è legata in buona parte all'applicazione del
regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale e alla tipicizzazione dei prodotti.
Prosegue il fenomeno del reinvestimento in fabbricati e aziende agricole di risorse
provenienti da altri settori, in parte connesso allo spostamento di residenza verso aree
rurali in edifici di elevata qualità: il recupero di edifici rurali è fatto di per sé positivo e in
molti casi si collega all’arrivo di nuovi imprenditori del settore agricolo o turistico.
L’applicazione della L.R. n.9/97 per la vendita di parti del patrimonio agricolo-forestale
regionale non più utili alla sua gestione ha dato una spinta a questo processo di recupero,
alienando un primo nucleo di immobili generalmente in condizioni fatiscenti o allo stato di
rudere, per un importo superiore a 600 milioni di lire, ma che, soprattutto, dovrebbe
determinare un investimento nei prossimi tre-quattro anni non inferiore a 2-3 miliardi. Nel
2001 sarà attivato il secondo programma di alienazione, che arricchirà l’offerta con
ulteriori edifici destinabili, previo recupero edilizio, anche ad attività ricettive.
L’agriturismo, grazie in particolare ai contributi previsti dai regolamenti
comunitari, è in costante sviluppo ed ha raggiunto le 47 aziende operanti, con ulteriori 20
in attesa dell'autorizzazione comunale.
L’agriturismo è importante non solo per la capacità di fornire redditi integrativi di
notevole interesse, ma anche perché contribuisce ad elevare la qualità abitativa, con
vantaggio per l’agricoltore e il paesaggio, sostenendo la residenza e il trasferimento nelle
zone rurali, ed è un ottimo sistema per qualificare il prodotto agricolo tipico; in questo
senso l'offerta è ancora carente, perché solo 5 aziende agrituristiche vendono i propri
prodotti e solo 11 offrono pasti e bevande in azienda.
Nell'insieme l'agricoltura del Casentino si presenta come sistema complesso, con
redditi integrati e pluriattività in grado di competere sul mercato, senza legarsi a
monocolture di instabile prospettiva; va agevolata la tendenza delle aziende verso
l'ulteriore differenziazione e integrazione, in linea con un sistema economico rurale che
migliora i redditi e la qualità della vita e quindi consolida la residenza. La presenza di
numerosissime aziende in cui confluiscono sia redditi agricoli che provenienti da altre
attività (dipendenti pubblici e privati, commercianti, professionisti e altri lavori autonomi)
è ulteriore garanzia di stabilità e lega al lavoro agricolo nuove generazioni che altrimenti se
ne sarebbero distaccate. In questo contesto le aziende agricole non hanno tanto bisogno di
assistenza quanto di interventi di organizzazione e qualificazione dell'offerta, che potranno
anche trovare valida risposta nella nuova iniziativa comunitaria denominata Leader Plus.
Contrariamente ad agricoltura e industria per le attività forestali si può
programmare un notevole incremento del valore aggiunto e degli occupati, con ricadute
positive sulla gestione ambientale, trattandosi di attività sostenibili che utilizzano materia
prima rinnovabile. Il Casentino ha una forte tradizione forestale e tuttora gli addetti
rappresentano una porzione rilevante della popolazione attiva, in particolare di quella
agricola e di quella residente nei centri situati in quota. I problemi attuali sono dovuti
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soprattutto alla frammentazione della proprietà forestale e ad un mercato con prezzi bassi
che induce molte imprese a utilizzare forme di lavoro irregolare per recuperare
competitività; la soluzione sta nel recupero dei boschi privati ad un sistema economico e
colturale pianificato, nella valorizzazione di trasformazioni legnose ad alto valore aggiunto
che consentano fra l'altro l'aumento dei prezzi del legno in bosco e in un sistema di
sostegno all'impresa che renda minimo il costo economico e temporale delle procedure
autorizzative.
La Comunità Montana ha avviato, all’interno del programma di azione finanziato
dall’iniziativa comunitaria Leader II, un progetto sperimentale che porterà, entro il 2001,
alla conoscenza della situazione dei boschi privati, delle loro caratteristiche tecniche e
patrimoniali, del grado di gestione e delle opportunità selvicolturali, con costruzione di una
banca dati informatizzata che sarà immessa in rete a disposizione anche di privati e
professionisti. Scopo ultimo è costituire le basi per la promozione della selvicoltura
privata, compito essenziale attribuito alla Comunità montana dall’art.9 della L. n.94/97, e
recuperare ad una produzione pianificata e quindi sostenibile vaste aree boschive ora
abbandonate o male utilizzate, sostenendo la crescita di tutta la filiera del legno, con
valorizzazione del prodotto locale ed approvvigionamento del sistema di trasformazione
del Casentino.
Fondamentale è anche la corretta applicazione della L.R. n.39/00, la legge forestale
toscana, che dovrebbe, già a partire dal 2001, alleggerire gli oneri burocratici e sostenere il
sistema di gestione pianificata, in tempestivo ed opportuno coordinamento con il sostegno
agli interventi forestali previsto dal Capo VIII del Regolamento n.1257/99.
Lo sviluppo sostenibile della selvicoltura deve anche essere aiutato da un’azione
congiunta con l'Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi per sostenere e riaffermare
gli interessi culturali ed economici del territorio e degli operatori forestali casentinesi, allo
scopo di conferire certezze alle attività di coltivazione del bosco e di trasformazione del
legno, nel solco di una tradizione divenuta simbolo di armonia fra esigenze umane e
foresta. E’ necessario instaurare un rapporto più stretto e puntuale con l’Ente Parco
affinchè vengano trovate le giuste soluzioni a sostegno delle attività selvicolturali che sono
alla base dei principi ispiratori della Legge quadro sui Parchi e che sono fondamentali ed
essenziali per riaffermare il mantenimento e lo sviluppo sostenibile della nostra montagna.
L'incremento legnoso annuo in Casentino si può stimare in non meno di mc
300.000, corrispondenti a un incremento di 6 mc/Ha/anno, di norma superato dai boschi di
faggio (7-8 mc/Ha/anno), dalle abetine (12-14 mc/Ha/anno) e soprattutto dai boschi di
castagno e di douglasia, questi ultimi con incrementi di 25-30 mc/Ha/anno. Questa stima
prudenziale, diminuita di 1/6 per considerare le aree in regime di tutela integrale, quelle a
suolo superficiale, i castagneti da frutto e i boschi degradati in via di ricostituzione, porta a
una PLV, complessiva di trasporto e commercializzazione ma senza prima trasformazione,
di 25 miliardi l’anno, corrispondenti all'autofinanziamento di 500 posti di lavoro. Si tratta
di una grande opportunità di sviluppo di un'economia sostenibile, con possibilità di creare
occupazione aggiuntiva e con effetti moltiplicatori dei benefici grazie alle aziende di prima
e seconda trasformazione del legno e all'incremento dei servizi tecnici e aziendali richiesti
dal sistema.
L’azione della Comunità montana nel triennio 1998-2000 è andata in questa
direzione ed occorre rafforzarla, grazie anche al riconoscimento di ente delegato con
maggiori dotazioni di personale e finanziarie presente nel Piano Forestale Regionale (PFR)
2001-2005 in corso di approvazione. Va ricordato che nel 2000 è anche arrivata a
conclusione l’iniziativa per l’acquisizione al demanio regionale dell’ex-azienda di Giona,
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di proprietà dell’U.S.L. ed estesa 444 Ha, che la Comunità montana aveva gestito per
convenzione fino al 1995, provvedendo anche alla redazione di un piano di gestione
quindicennale reso esecutivo dal Consiglio regionale.
La valorizzazione dell’attività forestale dovrà esplicarsi anche attraverso la
creazione di prodotti finiti ad elevato valore aggiunto realizzati da materia legnosa locale,
individuando la segheria regionale di Pianacci-Bibbiena quale sede regionale di
sperimentazione nel settore della trasformazione del legno.
La strategia della Comunità Montana per il periodo 2001-2004 deve quindi basarsi
per il settore agricolo-forestale sui seguenti assi portanti:
1. Salvaguardare in tutti i modi i terreni agricoli e pascolivi, quale base essenziale per tutte
le attività agricole e quale supporto per l’aumento delle dimensioni agrituristiche; tale
salvaguardia dovrà comprendere l’esclusione di ogni contributo pubblico per
l’arboricoltura da legno e l’abbandono colturale, in quanto si ritiene non più accettabile
l’ulteriore sottrazione di terreni alla coltivazione agricola;
2. sostenere le attività zootecniche tramite iniziative a favore delle produzioni bovine di
qualità, diversificazione degli allevamenti a favore del comparto biologico, sostegno
alle razze tipiche pregiate, mantenimento e sviluppo dei servizi di assistenza tecnica e
veterinaria, organizzazione dell'offerta e qualificazione e valorizzazione dei prodotti;
3. salvaguardare le praterie di alta quota per fini zootecnici e storico-paesaggistici, anche
attraverso progetti speciali di recupero (Life Natura 2000) e di ampliamento del
patrimonio agricolo-forestale fino a Secchieta, completando l’acquisizione e il recupero
produttivo, ambientale e paesaggistico di tutti i pascoli di crinale del Pratomagno;
4. qualificare il prodotto tipico, anche attraverso la certificazione della qualità dei processi
produttivi e delle condizioni aziendali e attraverso specifiche iniziative di
valorizzazione di prodotti locali, con particolare riguardo a quelli zootecnici, al miele,
agli alberi di Natale e al Chianti prodotto nell’area meridionale del Casentino;
5. sviluppare la pluriattività aziendale, con particolare riguardo all'agriturismo e
all'integrazione agricoltura/selvicoltura;
6. sviluppare la pluriattività individuale, affidando a coltivatori diretti e cooperative
agricolo-forestali lavori di piccola sistemazione e manutenzione ambientale (art. 7
comma 3° L. n.97/94) e i lavori e servizi richiamati di cui all'art. 17 L. n.97/94 e
collegando l'attività diretto coltivatrice con la prestazione d'opera secondaria in attività
stagionali o comunque svolte a tempo parziale (ristorazione, ricettività turistica,
artigianato), come previsto dall'art. 18 L. n.97/94;
7. prosecuzione del rapporto di collaborazione con l’A.T.C. del Casentino allo scopo di
collegare il mondo venatorio e quello agricolo-forestale, contribuendo alla soluzione dei
problemi di conflittualità fra agricoltura-selvicoltura e fauna selvatica, anche tramite
iniziative specifiche quali i monitoraggi faunistici nelle Foreste Casentinesi,
l’Osservatorio naturalistico di Moggiona, il Centro Studi delle Oasi faunistico-venatorie
provinciale di Stabbi (nell’Alpe di Catenaia), la possibilità di dedicare una parte
dell’allevamento di selvaggina dei Luoghi a sperimentazione;
8. qualificare, integrare e coordinare l'offerta agrituristica con quella delle altre forme di
turismo, anche grazie a iniziative nel comparto escursionistico ed equituristico, per
organizzare e mantenere i percorsi e per valorizzare l’offerta tramite costruzione e
recupero di rifugi, aree di sosta, poste per cavalli;
9. sostenere la residenza, l’agriturismo e il turismo tramite ulteriore alienazione di
immobili facenti parte del patrimonio agricolo-forestale regionale non più utili alla sua
gestione e recupero o miglioramento di altri utilizzabili a fini ricettivi;
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10. promuovere l’immagine “verde” del Casentino attraverso la riqualificazione, grazie
all’istituzione di un apposito servizio associato, della gestione del verde pubblico, delle
alberature stradali e delle aree di sosta presso gli abitati;
11. promuovere la selvicoltura nei boschi pubblici e privati, utilizzando il demanio
regionale (Ha 11.620) come esempio e stimolo, rilevando le risorse forestali esistenti,
sostenendo, in particolare attraverso la misura 8.2 del Regolamento n.1257/99, il
miglioramento e la pianificazione dei boschi privati, mettendo a punto forme snelle di
organizzazione della gestione dei boschi privati e della relativa offerta di legno;
12. valorizzare le produzioni legnose locali, anche attraverso l’utilizzo della segheria
regionale di Pianacci-Bibbiena quale centro di sperimentazione regionale nel settore
della trasformazione del legno;
13. utilizzare la risorsa foresta-legno per creare occupazione integrata e differenziata
(operai generici e specializzati, quadri, tecnici, esperti e dirigenti, consulenti
commerciali, esperti in costruzioni legnose, addetti alle varie attività di filiera), con un
programma di formazione permanente inserito all'interno delle aziende operanti nel
settore e tramite specializzazione del centro formativo della Comunità montana situato
a Casanova di Badia Prataglia;
14. riqualificare sotto il profilo socio-culturale l'attività agricola e forestale, in particolare
operando presso le scuole, allo scopo di rimuovere i blocchi psicologici che rendono
oggi poco appetibile tale sbocco lavorativo, pur fornendo livelli di reddito non inferiori
a quelli di altri settori;
15. valorizzare alcuni elementi culturali del paesaggio forestale e della tradizione
casentinese, in particolare all’interno del demanio regionale, tramite progetti misti di
recupero, investimento e promozione, con particolare riguardo alla Badia di Santa
Trinita nel Pratomagno, al Lago degli Idoli del Falterona, ai paesaggi costituiti dalle
abetine pure di abete bianco e dai castagneti da frutto.
Sostenere e divulgare la cultura e la storia ambientale del Casentino, con
particolare riguardo all’agricoltura e alla selvicoltura, allo scopo di educare sia le giovani
generazioni che quelle adulte alla conoscenza delle proprie radici, anche allo scopo di
rendere noti i meccanismi di coltivazione e produzione dei beni agricolo-forestali e di far
capire il nesso indispensabile fra paesaggio, tutela del territorio, prevenzione dei dissesti e
residenza e attività degli operatori agricolo-forestali.
2.6. LE STRATEGIE CULTURALI, SOCIALI E DELL’ISTRUZIONE
2.6.1. La cultura e le tradizioni locali
Non c’è dubbio che le politiche culturali in Casentino hanno un rilevo eccezionale
e rivestono in questa programmazione un’importanza centrale: è ben nota infatti la
cospicuità delle risorse culturali esistenti e la vastità, ricchezza, differenziazione e
diffusione del nostro patrimonio.
Ciò non soltanto in termini di beni naturalistici , ambientali e paesaggistici (di cui
ci occupiamo nelle strategie ambientali) ma anche – e in misura non meno rilevante - di
beni materiali (quali il materiale culturale in genere, i beni artistici ed architettonici, i beni
storici e archeologici, l’architettura rurale, i musei e le biblioteche, il sistema degli itinerari
storici e delle antiche vie di comunicazione) e di beni immateriali (come la storia, la
tradizione, la cultura e la specificità culturale casentinese nel suo complesso e nelle sue
connotazioni locali, le tradizioni culturali, il folclore, le sagre, le ricorrenze religiose, gli
eventi e le manifestazioni, le attività e l’organizzazione culturale del Casentino). Si tratta
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senz’altro di un grande patrimonio culturale non certo esaurito nell’elencazione che
abbiamo fatto (basti pensare, ancora, agli insediamenti urbani, rurali e montani; ai
monumenti, edifici e manufatti religiosi, civili e per le attività produttive; i vari segni di
antropizzazione del territorio quali ad es. i terrazzamenti) e nei cui confronti s’impone
senz’altro un forte senso di responsabilità per le numerose possibilità di intervento degli
enti pubblici.
In tal senso, ma anche rispetto ad una sensibilizzazione generale degli utenti e
dell’opinione pubblica verso tematiche che contraddistinguono e tipizzano culturalmente
una società e un territorio, la comunità montana può svolgere un ruolo di ampio rilievo e
spessore, in particolare nel promuover e incentivare azioni che superino la “tradizionale”
frammentazione delle iniziative e permettano interventi anche complessi ma organici ed
omogenei con la finalità di porre questo materiale al servizio dello sviluppo della cultura in
un duplice significato:
•
favorendo la ricerca, la conoscenza, il recupero, la salvaguardia e la
valorizzazione e fruibiltià del nostro patrimonio culturale considerato come
elemento di identificazione per la popolazione del Casentino ma anche come
forza attrattiva per l’esterno e occasione di occupazione di rilievo;
•
favorendo, come processo di sviluppo della cultura, l’appropriazione o la
riappropriazione di questi beni e di queste realtà cariche di valori e di memorie,
da parte della popolazione locale.
Sulla base degli obbiettivi generali di fondo descritti, il piano di sviluppo
2000/2004 articolerà interventi e progetti indirizzati puntualmente verso le seguenti
specifiche finalità:
™
realizzazione di una concertazione e interazione con tutte le amministrazioni comunali
al fine di ottimizzare le risorse investite nel campo per una migliore offerta culturale in
ogni settore, dalle biblioteche ai musei alle manifestazioni e eventi di rilievo, fermo
rimanendo lo spazio per le proprie autonome iniziative locali. In tal senso si ripropone
con rinnovata forza e spirito l’organizzazione a livello istituzionale di una sorta di
coordinamento degli assessori alla cultura (ma anche al turismo, visto la forte
compenetrazione) delle amministrazioni comunali e della comunità montana;
coordinamento che, sulla falsariga di quanto avviene per la conferenza dei sindaci ma
anche per gli assessori ai servizi sociali, imposti e sviluppi la programmazione annuale
e pluriennale delle attività e degli eventi culturali in Casentino, e gestisca le risorse in
modo integrato;
™
in un contesto di strettissima collaborazione e concertazione - sia nella fase di
elaborazione degli obbiettivi che in quella gestionale - con tutti gli attori, pubblici e
privati, della cultura in Casentino, organizzare annualmente eventi culturali di rilievo e
grande spessore legati delle nostre tradizioni culturali, in cui far convergere le risorse e
l'attenzione di tutti i soggetti, momenti culturali trainanti per tutta la stagione culturale
della vallata attorno a cui sviluppare altre iniziative parallele e sinergiche. Eventi basati
e diretti alla valorizzazione degli elementi caratterizzanti il ns. patrimonio culturale in
grado di diventare risorsa rilevante al fine di produrre materiale e documentazioni per
la realizzazione di musei e raccolte a testimonianza complessiva della nostra storia,
delle nostra arte e delle nostre tradizioni.
™
creare conseguentemente percorsi di fruizione del patrimonio culturale del Casentino
nelle sue emergenze di maggior rilievo (quali ad es. il medioevo; la religione e l’arte
sacra) nell’ottica finale di realizzare gradualmente un vero e proprio museo del
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Casentino in cui le tematiche culturali che contraddistinguono la nostra storia siano
adeguatamente fruibili sia in termini di accrescimento culturale della popolazione che
in termini di promozione e attrattiva turistico-culturale di livello.
Nel quadro complessivo degli obbiettivi e delle finalità specifiche del nuovo ciclo
di programmazione un ruolo di assoluto rilievo in campo culturale - ma anche nel campo
dell’istruzione e dell‘educazione in un ottica di utilizzo integrato delle risorse - intendiamo
far assumere al Cred, Centro Risorse Educative e Didattiche gestito dalla comunità
montana dal 1996, strumento che in questi anni ha prodotto “fisicamente” cultura,
realizzando un archivio multimediale sulla cultura rurale di grandissimo spessore e qualità;
in tal senso è fondamentale il percorso verso una sua istituzionalizzazione come mediateca,
al fine di acquisire e suggellare la funzione culturale della struttura nel recupero e
conservazione della nostra “memoria” storica.
2.6.2. Educazione, istruzione e formazione
Nel corso degli anni, in particolare nell’ultimo ciclo di programmazione, la
comunità montana ha stabilito degli ottimi rapporti con il mondo scolastico casentinese, sia
tramite il coordinamento del PIA (piano integrato di area) che attraverso il supporto
didattico tecnologico-culturale offerto dal Cred a tutte le scuole nella gestione didattica e
nella formazione dei docenti; sia anche con manifestazioni e iniziative in cui il mondo
scolastico ne è stato fortemente coinvolto. Basti pensare ad esempio, all’appuntamento
annuale della “Giornata Verde” in cui c’è sempre stato un forte coinvolgimento,
all’inserimento in Rete Civica della scuola casentinese (scuola on line).
I rapporti però sono sempre stati caratterizzati da una certa sporadicità mentre per
il futuro si presenta uno scenario ben diverso in cui le autonomie locali sono chiamate a
rapportarsi con i problemi del mondo scolastico e dell’educazione in modo assai più
completo e incisivo rispetto ad adesso.
Questo per un motivo fondamentale di assoluto rilievo e cioè il processo di
autonomia degli istituti scolastici iniziato nel 2000; coniugato con la razionalizzazione dei
servizi e delle strutture scolastiche ha portato alla totale riorganizzazione del sistema
scolastico casentinese con la previsione di n. 6 istituti comprensivi per le scuole inferiori
(materne/elementari/medie) e di n. 2 istituti d’istruzione secondaria superiore (uno a Poppi
con il liceo scientifico, liceo classico e istituto tecnico commerciale; l’altro a Bibbiena con
l’istituto tecnico industriale, l’Istituto Professionale Industria e Artigianato e Istituto
Professionale per il Commercio. Dal prossimo anno la riforme sarà ancor più incisiva,
fondamentale e completa, con l’adozione dei nuovi cicli scolastici.
Con tale processo di riforma, con l’innovazione che sta interessando a tutti i livelli
le scuole e tutto il sistema d’istruzione pubblica e dell’educazione, la comunità montana e i
comuni devono impostare un confronto e attuare un’iterazione affinché insieme – mondo
scolastico e autonomie locali – si creino le condizioni per realizzare un sistema scolastico
casentinese attento ai bisogni della nostra zona e dei nostri giovani ma anche alla cultura e
alle tradizioni che esprimiamo come comunità; un sistema scolastico calato nella realtà
economica, sociale e istituzionale del proprio territorio di riferimento.
Si tratta quindi di superare gli attuali rapporti e interventi saltuari per sviluppare
un’interazione organica che permetta – con l’impegno e il coinvolgimento anche
economico di tutti gli attori – di realizzare un efficace rete scolastica in grado di assicurare
formazione, educazione e qualificazione culturale. Concorrendo ad assicurare agli istituti
scolastici gli strumenti tecnologicamente innovativi e non, per svolgere appieno il proprio
ruolo di formazione; favorendo l'integrazione massima della scuola con il territorio, con il
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ns. tessuto economico, culturale e sociale; ottimizzando le politiche del diritto allo studio
con l’obbiettivo di rendere effettiva tale garanzia per superare possibili aree di squilibrio e
disagio.
Obbiettivi strategici quindi chiari e ben definiti: vitalizzare e dare impulso al
reticolo degli attori del contesto, le scuole, le biblioteche e gli istituti culturali, le imprese
in particolare quelle innovative, i gruppi culturali, il volontariato, le autonomie locali per
sviluppare un progetto di rete scolastica casentinese adeguata ai bisogni formativi e
culturali di una società moderna ma che affondi le proprie radici nel territorio di cui deve
diventare espressione.
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CAP. 3: GLI INTERVENTI E LE AZIONI
3.1. INTERVENTI IN CAMPO ISTITUZIONALE E PER IL MIGLIORAMENTO
DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.1.1. L’Unione dei Comuni in Casentino
quattro anni
d.lgs. 18.8.2000, n. 267 “TU autonomie locali”; legge regionale
28.12.200, n. 82 in materia di comunità montane.
Il recente testo unico sull’ordinamento degli enti locali si
occupa con poche disposizioni delle comunità montane, per la
precisione due articoli (il 28 e il 29) ma stabilisce anche con forza
e assoluta chiarezza la missione principale della comunità
montana. L’art. 28 infatti espressamente stabilisce che “Le
comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra
comuni montani … per .. l’esercizio associato delle funzioni
comunali”. Si stabilisce cioè - come abbiamo affermato nel
delineare le strategie - che la gestione associata dei servizi, nel
quadro della nuova unione dei comuni, costituisce la competenza
principale, la funzione-cardine che il legislatore affida alle
comunità montane.
Sull’argomento vanno puntualizzati due aspetti:
− già precedenti normative affermavano principi simili e, anche
se non sistematicamente come nel testo unico, indicavano un
percorso verso il riconoscimento di tali competenze;
− questa comunità montana aveva già iniziato tale percorso, sia
in ragione delle normative citate ma anche come iniziativa
autonoma, nata non dalle leggi ma da esigenze oggettive di
meglio attuare alcuni servizi avvertite dal sistema degli enti
locali casentinesi.
Per il primo aspetto, va ricordato in particolare la legge n.
142/90 che affermava il principio con una statuizione di principio
(sviluppata poi nel nostro statuto); la legge-quadro sulla
montagna (legge n. 97/94) che, nell’esplicitare il principio,
individuava con precisione una lunga serie di materie in cui si
aprivano spazi importanti per stimolare a attuare la gestione
associata e che possiamo così riassumere:
- la costituzione di strutture tecnico-amministrative di
supporto;
- la gestione del problema rifiuti;
- il trasporto locale, in particolare il trasporto scolastico;
- il servizio di polizia municipale;
- la realizzazione di opere pubbliche.
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La legge 59/97 e il d.lgs. n. 112/98 poi hanno arricchito
decisamente il quadro normativo di riferimento in quanto, nel
dare corso ai primi principi di decentramento, autonomia e
federalismo (a costituzione invariata), nell’ottica di un assetto
maggiormente appagante del nostro governo locale, hanno
stabilito un quadro di principi, obbiettivi e condizioni da
rispettare (assai complessi nei contenuti e nelle relazioni e
interazioni fra sé e con altri principi statuiti da altri riforme
attuate e in itinere), tra cui ve ne sono di importanti per il
governo della montagna:
- la possibilità di modelli diversa organizzazione
istituzionale che tengano conto delle diverse realtà (aree
metropolitane per zone altamente urbanizzate; comunità
montane per la montagna); il principio cioè della
differenziazione, “dell’ordinaria differenziazione4”
nell’allocazione delle funzioni in considerazione delle
diverse caratteristiche, anche associative, demografiche,
territoriali e strutturali degli enti riceventi;
- il riconoscimento (per la prima volta espresso) delle
cc.mm. come attori presenti e con un ruolo nell’ambiente
istituzionale di riferimento;
- la stretta connessione fra principio di sussidiarietà e
dimensioni ottimali di gestione che si traduce nella
direttiva specifica di coniugare - nell’opera di
conferimento delle funzioni - la necessità di attuare la
prossimità (cioè l’attribuzione delle funzioni alle autorità
più prossime e vicine funzionalmente e territorialmente ai
cittadini interessati) con le necessità di funzionalità,
contenimento dei costi e capacità di rispettare gli
standard qualitativi.
Tali leggi hanno anche stabilito esplicitamente che ogni
comune deve esercitare singolarmente o in forma associata le
funzioni che riguardano:
- lo sportello unico per le attività produttive
- il catasto
- la protezione civile
- l’organizzazione di fiere e mercati con le attività
amministrative relative
- l’istruzione scolastica e l’educazione degli adulti
- i servizi sociali
Per quanto riguarda il secondo aspetto, in Casentino si è
dato corso a forme di collaborazione e di gestioni associate tra i
comuni e la comunità montana già da prima che intervenissero le
normative citate; e nel precedente piano di sviluppo era stato
colto l’aspetto innovativo sotto il profilo dell’organizzazione del
governo locale che emergeva dalle riforme degli anni ’90 e che
focalizzava la missione principale della comunità montana nella
gestione associata dei servizi .
4
= G. Pastori, Intervento al Convegno su “Riforme istituzionali e governo della montagna”, Parma, 1997
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
Il TU, nel riprendere le norme della legge 265 del 2000 fa
compiere al percorso un netto passo in avanti, passando da
previsioni episodiche, non coordinate e in grado solo di creare
possibilità utilizzabili con processi spontanei e dal basso
completamente da automodellarsi in base all’esperienze maturate,
ad una previsione sistematica della problematica, collocandola in
un preciso disegno di riordino dell’organizzazione istituzionale
locale. Riordino in cui, a fronte di materie e competenze sempre
più complesse da affidare ex legge Bassanini( con il successivo
federalismo) al sistema delle autonomie locali, si prevede per le
aree a forte frammentazione istituzionale, l’utilizzo dell’istituto
dell’Unione dei Comuni a cui affidare la gestione di servizi per
aree intercomunali. In montagna non si costituiscono nuovi enti
perché tale funzione è affidata direttamente e esplicitamente alle
comunità montane, in aggiunta alle funzioni ormai acquisite
storicamente. Definendole poi esplicitamente Unioni dei Comuni
sottolinea come il compito primario e peculiare delle comunità
montane sia individuato definitivamente nell’esercizio associato
delle funzioni comunali.
Si aprono quindi le prospettive per travalicare interventi
episodici e frammentari e pensare a risposte organizzative
strutturali e stabili espressione di una cooperazione strategica fra
gli attori nell’ambito di una progettualità locale.
In tal senso, riteniamo che la comunità montana debba
avviare un dibattito politico nell’ambito delle istituzioni
casentinesi e negli organi interessati quali in primis la Conferenza
dei sindaci, l’assemblea e le commissioni assembleari, i consigli
comunali, la giunta esecutiva , al fine di concertare le forme di
cooperazione e di riorganizzazione del governo locale
casentinese; indirizzi e proposte che dovranno trovare poi
adeguata traduzione negli statuti degli enti interessati,
quantomeno in quello della comunità montana in cui la centralità
della funzione di Unione dei comuni deve emergere con forza e
assoluta chiarezza. Così come deve disegnare i percorsi di
attuazione, prevedendo anche modelli flessibili e adattabili alle
varie esigenze che possono emergere dalle amministrazioni
comunali nelle materie oggetto di gestione associata. Tra queste,
oltre a quanto già evidenziato qui, nelle strategie e in altri
specifici interventi, riteniamo importante sottolineare
l’importanza che può acquisire per l’efficienza del sistema
pubblico casentinese, l’organizzazione di un “ufficio di piano” a
geometria variabile in funzione delle esigenze operative che si
prospettano e a cui affidare compiti in genere assai onerosi per i
comuni o per cui è difficile attivare professionalità adeguate in
ambito comunale (progettazioni tecniche di minor importo;
supporto tecnico urbanistico; valutazioni di carattere ambientale
di progetti e programmi di rilievo per il territorio; consulenze
tecniche e giuridiche etc.)
Nel senso sopra specificato, la finalità generale
perseguita nel prossimo quadriennio è quella di realizzare la
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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riorganizzazione istituzionale complessiva del sistema locale
casentinese in funzione diretta della gestione e erogazione di
servizi, in un sistema di amministrazioni che concertano e
interagiscono tra sé per attivare le sinergie e cooperazioni in
grado di migliorare la qualità e i costi dei servizi stessi.
In particolare, nel quadriennio la finalità si articola nei
seguenti obbiettivi:
- promuovere il processo di riorganizzazione istituzionale
complessiva del territorio della comunità montana attraverso
la gestione associata dei servizi in un ambito di cooperazione
istituzionale e di concertazione in cui individuare e dare
risposte organizzative e gestionali strutturali e stabili
- definizione dell'assetto istituzionale della comunità montana
con l'adeguamento dello statuto alle nuove disposizioni
normative e la definizione/assunzione del ruolo di Unione dei
Comuni, di polo aggregatore-perno delle rete dei servizi
pubblici, con attenzione particolare ai seguenti aspetti che
dovranno avere una disciplina adeguata, in linea con il
quadro normativo esistente:
- il ruolo di Unione dei Comuni della Comunità Montana e
i rapporti con i Comuni
- le gestione associata dei servizi comunali con modelli
flessibili e adeguati alle esigenze delle amministrazioni
comunali;
- il ruolo e la disciplina della Conferenza dei Sindaci, come
luogo istituzionale di coordinamento e concertazione tra
le amministrazioni locali casentinesi;
- definizione e assunzione strategica del ruolo della comunità
montana di rappresentante e portatore delle istanze e degli
interessi collettivi di vallata nei confronti dei livelli superiori
di governo, provinciale e regionale,
- Promozione della costituzione di staff e uffici che
avvalendosi anche dello strumento telematico siano in grado
di gestire in forma associata le problematiche relative allo
sviluppo sostenibile, alla progettazione e gestione territoriale;
- Utilizzazione gli strumenti tecnologici, in particolare la Rete
Civica del Casentino quale supporto di base della rete dei
servizi, consolidandola e potenziandola con l’obbiettivo di
assicurare la circolazione delle informazioni e la
comunicazione istituzionale necessaria per la realizzazione di
servizi a forte valore aggiunto, nello spirito della
sussidiarietà, della qualità e dell’efficienza.
- Completamento dei processi di gestione associata già iniziati
quali la gestione associata dei servizi socio-sanitari secondo il
modello a rete e il coordinamento della comunità montana, lo
sportello unico per le attività produttive;
- Coordinare i comuni del Casentino per la salvaguardia e
incremento della qualità dei servizi sanitari, sul territorio e
ospedalieri, anche in riferimento alle esigenze della
popolazione anziana e all’opportunità di assicurare la
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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massima sussidiarietà e la prevenzione.
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Nel primo anno le priorità di articolano nel modo
seguente:
- Prosecuzione e implementazione delle gestioni associate già
iniziate nel precedente periodo di programmazione;
- Inizio e sviluppo del dibattito sulla attuazione dell’Unione dei
Comuni in Casentino con l’elaborazione di una proposta di
lavoro su cui concertare con le amministrazioni locali
interessate un percorso per l’attuazione del programma.
- Inizio dei lavori di revisione dello statuto della comunità
montana
- Partecipazione in via diretta e tramite le associazioni di
settore (Uncem ed Anci) ai procedimenti che vengono
sviluppati in regione per l’attuazione del decentramento, in
particolare sulla individuazione degli ambiti ottimali per la
gestione dei servizi con l’obbiettivo di ottenere
l’identificazione generalizzata dell’ambito ottimale in
Casentino con il territorio di competenza della comunità
montana;
- Attivazione di eventuali consulenze professionali
specialistiche per la verifica tecnico-economica delle opzioni
gestionali.
- amministrazioni comunali
- regione toscana
- Uncem, Anci
- Istituti di ricerca sociale ed economica
studi e consulenze
£. 25.000.000 per il 1° anno.
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.1.2. Il catasto del Casentino
quattro anni
legge 15.3.0998, n. 59; d.lgs. 31.3.1998, n. 112; DPCM
27.02.2000.
Tra le varie materie che la cd. legge Bassanini (l. n.
59/95) ha preso in considerazione per l’attuazione delle prime
forme di federalismo a Costituzione inalterata, quella relativa alla
gestione del territorio anche dal punto di vista fiscale è senz’altro
di grande rilievo in senso generale, ma in particolare per le zone
montane, per il nuovo ruolo che viene riconosciuto alle cc.mm.
dalla stessa legge, dal decreto legislativo n. 112/97 e dai
recentissimi decreti attuativi del trasferimento di competenze,
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
Priorità del 1° anno:
In particolare, il passaggio ai comuni delle funzioni
inerenti il catasto può costituire – se intendiamo dar corso
realmente a processi di innovazione evitando facili e comodi
atteggiamenti gattopardeschi che già si stanno affacciando –
elemento decisivo per organizzare finalmente anche in questa
materia un servizio efficiente ed efficace.
E’ noto infatti come il catasto attuale, nonostante i
grandiosi miglioramenti realizzati negli ultimi tempi – sia ancora
ben lontano dall’avere quella funzionalità e quella garanzia di
certezza dei dati gestiti, fondamentale non solo per una fiscalità
giusta, in particolare quella locale basata in gran parte proprio
sulle proprietà immobiliari, ma anche come supporto tecnico per
la gestione del territorio, in grado di fornire i dati e le
informazioni necessarie per l’assunzione di adeguate decisioni e
di idonee politiche del territorio. In tal senso, l’affidamento del
servizio catastale – pur in un quadro nazionale necessariamente
omogeneo – ai comuni che nelle zone montane – come afferma
espressamente la legge – possono gestirlo tramite le comunità
montane, realizza pienamente il concetto di sussidiarietà e
individua già a livello legislativo l’ottimale ambito per la gestione
di questo importante servizio.
La comunità montana quindi si pone come il soggetto
naturalmente deputato alla gestione di tale servizio: tanto più nel
nostro caso in cui abbiamo già maturato una notevole esperienza
in materia, con la gestione ventennale del catasto consortile
(basato sul catasto nazionale e gestito con concetti e tecniche
similari) e si pone quindi come naturale interlocutore nella
materia in grado di garantire non solo funzionalità, certezza e
sicurezza ad una banca dati di così grande rilievo , ma anche di
gestirla dinamicamente in modo appropriato e – tramite la rete
civica – di porla a disposizione dei comuni per le politiche fiscali
e del territorio ma anche a professionisti e organizzazioni di
categoria che di dati del tipo in questione ne fanno uso
quotidiano. Il tutto può altresì costituire la base per assicurare in
loco ai cittadini casentinesi non solo l’ordinario servizio catastale
– è già ciò sarebbe un notevole successo, 1° caso di
decentramento di un servizio statale – ma anche servizi a valore
aggiunto che già stiamo sperimentando con il catasto consortile,
in particolare l’assistenza, informazione e consulenza su tutte le
problematiche tecnico-fiscali inerenti le proprietà immobiliari.
- Realizzare in forma associata e a livello Casentino la gestione
del catasto delle proprietà urbane e agricole presenti nel
territorio di competenza.
- Trasformare una gestione prettamente tecnica in uno
strumento per l’attuazione delle politiche programmatiche e
fiscali in Casentino, compreso la lotta all’evasione.
- verifica della fattibilità giuridica e tecnica del progetto
- acquisizione dei dati sulla qualità del catasto urbano e
agricolo dei comuni del Casentino
- elaborazione di un progetto di massima
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Strategia/azione:
Intervento:
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
- comuni;
- agenzia del territorio;
- consulenze professionali esterne;
- ufficio catastino consortile dell’ente.
consulenze professionali per realizzare il catasto gestito dalla
comunità montana
£. 25.000.000 per il 1° anno
Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici
3.1.3. Ampliamento e potenziamento della rete civica del
Casentino
2001
quattro anni
L’organizzazione a rete dei servizi pubblici in Casentino
e il considerare i comuni e la comunità montana un sistema unico
con cui gestire il territorio e assicurare servizi ai cittadini
comporta necessariamente lo sviluppo di tutti quegli strumenti
che favoriscano, facilitino e incentivino lo stare insieme e il
lavorare in rete.
In tale prospettiva una funzione centrale di supporto è
svolta dalla Rete Civica del Casentino.
Nel corso del precedente periodo di programmazione,
grazie ai finanziamenti attivati con l’iniziativa comunitaria
Leader II è stato possibile realizzare tale rete civica,
organizzando sia l’infrastruttura telematica di base sia il servizio
di provider e il sito della rete (www.casentino.toscana.it).
Attualmente i comuni del Casentino sono stati dotati di una
propria rete interna che collega tutti i posti di lavoro: a loro volta,
tutti i comuni sono interconnessi in una rete geografica ampia che
fa capo al nodo sito in comunità montana. Da qui partono infine i
collegamenti per internet e per la Rete Telematica Toscana di cui
facciamo parte come rete civica e come singoli enti.
Tutti i posti di lavoro di tutte le amministrazioni locali
del Casentino (circa 200) sono quindi connessi in una rete
geografica e in grado, in assoluta sicurezza, di colloquiare,
scambiarsi dati e informazioni, attuare insieme servizi e funzioni.
E’ chiaro pertanto – anche ai non esperti – che in
Casentino è stata realizzata una infrastruttura telematica adeguata
a garantire il supporto tecnologico per la realizzazione dei servizi
pubblici associati in rete. Costituisce pertanto uno strumento
decisivo per il perseguimento e l’attuazione delle politiche che il
piano individua in materia di servizi pubblici.
Nel corso del triennio precedente è stata impostata tutta
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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l’infrastruttura di collegamento, dagli apparati di rete ai server,
utilizzando la tecnologia Internet e Web per mettere a
disposizione risorse tecniche su cui è possibile da un lato
sviluppare servizi a rete e comunicazione fra le pubbliche
amministrazioni e dall’altro servizi per i consumatori e l’utenza
facilmente accessibili e fruibili senza costi e senza disagi. In
questa prima fase lo sviluppo è stato soprattutto finalizzato in una
triplice direzione:
- creare infrastruttura tecnologica di networking;
- creare uno staff di lavoro qualificato in grado di dare risposte
e di gestire tecnicamente sia il servizio di networking che di
web e internet, affiancato da referenti nei singoli comuni in
grado di amministrare la propria rete almeno per i problemi
di primo livello;
- attuare una serie di servizi di base nei confronti dei comuni e
degli altri soggetti della rete, in particolare il sistema
scolastico casentinese; la posta elettronica e la formazione al
suo uso corretto, banche dati informative, i servizi
informativi e di consultazione.
Nell’attuale periodo di programmazione si tratta di
proseguire, ampliare e arricchire di contenuti e di qualità il
servizio già attivato, in questo caso verso quattro finalità generali:
- nell’ambito del servizio b2b (business to business), dei
rapporti cioè tra le amministrazioni fra sé e i fornitori di
servizi, in modo - grazie all’interazione, alla condivisione
delle risorse, alle gestioni associate di rete - di realizzare
sinergie, servizi in comune e economie di scala in grado di
rendere più efficienti le amministrazioni locali e dare di
conseguenza risposte più qualificate ed efficaci
- nell’ambito del servizio b2c (business to consumer), dei
rapporti cioè con l’utenza, con l’obbiettivo di sfruttare le
moderne tecnologie informatiche per assicurare l’erogazione
di servizi sempre più vicini al cittadino, all’impresa o
all’utente, veri e propri sportelli telematici in grado di
migliorare la qualità e ridurre in modo significativo il costo
oltreché rappresentare un forte elemento di trasparenza e
strumento di democrazia e partecipazione (basta pensare ai
risultati ottenuti dal forum promosso di recente dalla
comunità montana sul problema dell’elettrodotto).
- Nell’ambito di un servizio di cd. alfabetizzazione informatica
del Casentino per diffondere nella nostra società l’uso e la
conoscenza degli strumenti informatici, in particolare a quelle
fasce di utenza che per motivi anagrafici, interessi, titoli di
studio e professione svolta rischiano di rimanere esclusi
dall'uso di tali strumenti sempre più indispensabili non solo
nel lavoro ma anche nei rapporti e nella vita sociale.
- Nell’ambito della realizzazione di un progetto che si inserisca
nelle vita della comunità senza sostituire i modi di
comunicazione tradizionali, ma in grado di creare nuove
forme di comunicazione, che si ponga come strumento
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
complementare alla socialità. Una rete che crei legami tra le
varie anime della comunità come le associazioni, gli enti, le
scuole, le realtà produttive, con la pubblica amministrazione
e con altre reti. Quindi qualcosa che va oltre al semplice
miglioramento del rapporto fra amministrazione e cittadini,
una ricchezza collettiva che favorisca uno sviluppo
dell’intero tessuto economico.
Nel quadriennio pertanto, il piano intende perseguire e
attuare i seguenti obbiettivi e risultati:
- Promuovere forme più incisive e ampie di concertazione con
le più importanti amministrazioni coinvolte; in particolare, i
comuni – trattandosi di attori necessari – dovranno essere
coinvolti immediatamente, tramite gli organismi
tecnico/scientifici e non previsti dalla RCC (rete civica del
Casentino) ad una partecipazione attiva alla rete per stabilire
gli indirizzi da assumere, i programmi annuali e partecipare
concretamente al loro finanziamento e alla loro attuazione.
Per raggiungere tale obbiettivo è importante poter conseguire
risultati tangibili e apprezzabili da tali soggetti così come
occorre predisporre incentivi e aiuti specifici in tal senso. La
mancata adesione dei comuni – in quanto interfaccia reale e
riconosciuta della collettività che la compongono significherebbe la non completa riuscita del progetto.
- Programmare e attivare strumenti finanziari che garantiscano
la certezza e la continuità di risorse di base per RCC; risorse
su cui contare per la gestione di base e per il mantenimento
della rete e dei suoi servizi ma anche per il loro ampliamento
e potenziamento;
- Incentivare tramite la formazione capillare l’uso dello
strumento telematico da parte delle amministrazioni
coinvolte;
- Implementare servizi decisivi per l’uso anche giuridicamente
legittimo dello strumento telematico, in particolare con
l’adozione da parte di tutte le amministrazioni del servizio di
firma digitale, del protocollo elettronico e del documento
elettronico.
- Consolidare e ampliare le professionalità di base necessarie
per la gestione di una rete civica;
- Mettere a disposizione delle amministrazioni e – ove
possibile – dei cittadini, le banche dati di maggior interesse
quali ad. esempio, INPS, Camere di Commercio, Catasto etc.
- Realizzare e implementare un servizio intranet per tutta la
RCC, di una rete privata che, avvalendosi della tecnologia
web e del software internet, garantisca in un ambiente sicuro
nuove possibilità alle amministrazioni e ai loro dipendenti di
comunicazione e interazione reciproca, facilitando la
pubblicazione, l’accesso e la circolazione delle informazioni
- Realizzare e implementare servizi evoluti caratterizzati da
interazione spinta fra i soggetti della rete e gli utenti quali
forme di pagamento (tariffe, imposte, servizi come ad es. la
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
-
-
-
Priorità del 1° anno:
-
-
-
mensa scolastica etc.), fornitura di informazioni,
certificazioni e documentazioni complesse, organizzazione
di veri e propri servizi basati sulla telematica sia come
procedura interna che come accesso da parte dell’utente (il
SUAP, il servizio del catasto consortile; i servizi bibliotecari
etc.);
Ampliare e potenziare la rete del sistema scolastico
casentinese, sia per una sua efficace interazione e
comunicazione interna in ambito didattico, programmatico e
amministrativo, che nelle sue interrelazioni con il territorio
(enti e istituzioni locali) e con i suoi utenti (famiglie e
studenti);
Porre in essere accordi e sinergie con enti erogatori di servizi
fondamentali per la nostra collettività, al fine di utilizzare la
tecnologia informatica di RCC per portare informazioni e
servizi interattivi all’utenza; ampi spazi per tali forme di
concertazione esistono nel sistema sanitario (sia per
l’informazione che per l’erogazione di alcune tipologie di
servizio quali le prenotazione per visite specialistiche),
possono attivarsi nel sistema previdenziale, nei confronti dei
gestori dei cd. servizi a rete (acqua, metano) e in molti altri
settori;
Tramite i centri e circoli culturali esistenti (le biblioteche, i
Ciaf) attuare forme di promozione all’uso e della conoscenza
di tali tecnologie, nell'ambito di una più generale azione di
alfabetizzazione informatica della società casentinese;
Favorire la realizzazione di sportelli polifunzionali, creando
una rete in grado di fornire informazioni relative a servizi o
procedimenti erogati da ogni altra amministrazione aderente
al progetto. Tra questi, particolare importanza rivestirà lo
Sportello Unico per le Attività Produttive e il Sistema
Informativo della Montagna.
Nel 1° anno gli obbiettivi perseguiti sono i seguenti:
Rafforzamento della concertazione con i soggetti della rete e
loro coinvolgimento nelle decisioni, nel finanziamento e nella
gestione di RCC;
Utilizzare lo strumento Leader Plus per attivare fonti di
finanziamento in grado di assicurare continuità di rimorde
adeguate per la gestione del servizio, limitando gli oneri a
carico dei soggetti partecipanti;
Attivare ulteriori fonti di finanziamento possibili, quali
attività di formazione, creazione di servizi in settori specifici
in modo da accentuare la possibilità di autofinanziamento;
Dar corso ad una strutturazione del servizio con l’utilizzo
delle professionalità nel settore del web del networking e
della comunicazione indispensabili per assicurare la
continuità al servizio;
Assicurare il supporto tecnologico necessario per l’attuazione
dello Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP)
Aumentare decisamente l’integrazione con il CRED con
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo finanziam:
l’obbiettivo di giungere ad un'unica struttura che si occupi
della gestione dei servizi telematici e multimediali in
Casentino;
- Completare il programma Leader II in scadenza a giugno
2001 con l’attivazione completa dei primi servizi della rete e
della totale interconnessione con i comuni;
- Completare il servizio “Scuola on Line” con la messa in rete
di tutti gli istituti scolastici casentinesi e la collaborazione
all’implementazione del progetto di rete di due istituti
comprensivi dell’area.
- Verificare e configurare i rapporti con Ar.Tel srl, società per
la gestione informatica della Provincia di Arezzo, in
particolare per l’ottenimento di servizi telematici di qualità
per il Casentino nella cd. banda larga;
- Partecipare alla elaborazione del progetto @ppennino, portale
per i prodotti di eccellenza e per la promozione turistica e
collaborare alla sua implementazione per quanto riguarda il
Casentino (v. scheda ad hoc)
- amministrazioni comunali;
- istituti scolastici;
- tutti i servizi della comunità montana;
- amm.ne provinciale.
gestione linee telematiche e sistema di networking; realizzazione
e gestione siti web; realizzazione servizi telematici.
L. 720.000.000 per il quadriennio a carico Leader Plus
3.2. INTERVENTI IN CAMPO TERRITORIALE E AMBIENTALE
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo territoriale e ambientale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.2.1. Bonifica e difesa del suolo
quattro anni
L. 183/89; Lrt 34/94; L. 97/93.
-
-
Partecipazione al dibattito che si sta aprendo in Toscana a
seguito di posizioni assunte dall’Anci, sul nuovo assetto delle
competenze in materia di difesa del suolo e di idraulica, allo
scopo di concorrere con l’Uncem per:
- confermare e rafforzare nell’ambito del proprio territorio
di competenza le funzioni dirette di gestione e
programmazione delle comunità montane come risultante
dell’esperienza e della professionalità acquisita nel
settore in decenni di gestione;
- garantire certezze di risorse e di flussi finanziari anche
per la fondamentale attività di manutenzione del
territorio, in modo da proseguire le iniziative avviate
grazie alla risorse mese a disposizione – per le attività di
gestione – dalla contribuenza consortile;
Rafforzare gli aspetti di programmazione e prevenzione nella
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
-
-
-
-
bonifica e difesa del suolo come regolato dalla legge 183/89 e
la L.R. 34/94.
Provvedere alla manutenzione permanente del territorio, al
riassetto idraulico, alla stabilizzazione dei versanti, per il
controllo dei fenomeni di esondazione e franosi.
Consolidare i programmi d’intervento con tecniche a basso
impatto ambientale (ingegneria naturalistica)
Operare nell’ambito della protezione civile con interventi di
prevenzione dei dissesti idrogeologici
Contribuire alla formazione, culturale e scientifica, di
personale tecnico del settore.
Partecipazione alle iniziative a livello regionale sul dibattito
sul nuovo assetto della difesa del suolo;
attuazione dei disposti della Legge regionale 34/94;
miglioramento dei rapporti con l’utenza, tramite maggiore
presenza fisica sul territorio, apertura di un ufficio decentrato
nel nuovo territorio, pubblicizzazione e informazione
all’utenza sull’attività svolta;
tenuta e aggiornamento del catasto consortile;
attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica;
completamento della sperimentazione nel campo
dell’ingegneria naturalistica nell’ambito dei finanziamenti
U.E. reg. 2081/92 obiettivo 5/b, misura 1.4, in accordo con
l’Agenzia regionale Arsia;
espletamento delle pratiche di esproprio relative alle strade e
agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica
montana;
completamento e attuazione dei programmi di interventi
finanziati con i fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L.
226/99);
realizzazione di nuove opere di bonifica sulla base dei piani
annuali o del piano generale di bonifica;
manutenzione delle opere di bonifica;
attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla
vegetazione;
assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei
corsi d’acqua minori;
incentivazione ai privati – agricoltori e non – per il presidio
del territorio nelle zone montane e marginali, riconoscendone
la funzione pubblica nella manutenzione delle sistemazioni
esistenti e anche ai fini del mantenimento della residenza e
delle attività economiche nelle zone montane verificando
anche la possibilità di utilizzare gli strumenti giuridici messi
a disposizione dall’art. 17 della Legge Quadro sulla
montagna;
manutenzione delle opere e dei tratti classificati di 3^
categoria;
completamento delle procedure per la concessione di
contributi per la realizzazione di infrastrutture rurali (strade e
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
Priorità del 1° anno:
-
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
-
acquedotti) assistiti da contributi Cee;
partecipazione alla progettazione degli interventi del Piano di
bacino del fiume Arno ricadenti in Casentino ed eventuale
loro attuazione
attuazione nell’ambito della protezione civile di interventi di
prevenzione dei dissesti idrogeologici
formazione, culturale e scientifica, di personale tecnico del
settore.
mantenimento dei rapporti con l’università di Firenze per lo
stage presso l’ente degli studenti laureandi in ingegneria per
l’ambiente e territorio
ricognizione opere di bonifica e idrauliche presenti nel
comprensorio con la rilevazione dei dissesti
aggiornamento del catasto consortile con i nuovi contribuenti
integrazione e revisione del Piano di classifica degli immobili
forme di pubblicità per i contribuenti
attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica previsti
per l’anno 2001;
espletamento di pratiche di esproprio relative alle strade e
agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica
montana;
completamento e attuazione dei programmi di interventi
finanziati coi fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L.
226/99);
realizzazione di nuove opere di bonifica sulla base dei piani
annuali che potranno essere ammessi a finanziamento dalla
provincia e dalla regione;
manutenzione delle opere di bonifica;
attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla
vegetazione;
assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei
corsi d’acqua minori;
manutenzione delle opere e dei tratti classificati di 3^
categoria;
completamento delle procedure per la concessione di
contributi per la realizzazione di infrastrutture rurali (strade e
acquedotti) assistiti da contributi Cee;
partecipazione alla progettazione degli interventi del Piano di
bacino del fiume Arno ricadenti in Casentino ed eventuale
loro attuazione
formazione, culturale e scientifica, di personale tecnico del
settore.
Mantenimento dei rapporti con l’università di Firenze per lo
stage presso l’ente degli studenti laureandi in ingegneria per
l’ambiente e territorio
Amm.ne provinciale di Arezzo;
Regione Toscana;
Associazioni di categoria (agricoltori e proprietari di
immobili) e ambientalistiche;
Amministrazioni comunali;
_________________________________________________________________________
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Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
- Parco nazionale delle foreste casentinesi;
- Arsia.
Provvedere alla manutenzione permanente del territorio, al
riassetto idraulico, alla stabilizzazione dei versanti, per il
controllo dei fenomeni di esondazione e franosi.
- ricognizione opere di bonifica e idrauliche presenti nel
comprensorio con la rilevazione dei dissesti, aggiornamento
del catasto consortile, integrazione e revisione del Piano di
classifica degli immobili, forme di pubblicità per i
contribuenti: lire 260.000.000 (1° lotto anno 2001 – a
residuo)
- espletamento delle pratiche di esproprio relative alle strade e
agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica
montana, attuazione degli interventi di ingegneria
naturalistica, manutenzione delle opere di bonifica,
attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla
vegetazione: lire 310.000.000 (contribuenze anno 2001);
- assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei
corsi d’acqua minori e incentivazione ai privati – agricoltori e
non – per il presidio del territorio nelle zone montane e
marginali: lire 100.000.000 (contribuenze anno 2001);
- completamento e attuazione dei programmi di interventi
finanziati coi fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L.
226/99): lire 4.227.000.000 di cui 2.921.000.000 a residuo.
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo territoriale ed ambientale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
2001
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
Obbiettivi specifici e
3.2.2. Ambiente
quattro anni
legge 142/1990 “ordinamento delle autonomi elocali”--e
succ.mod. e integraz.;L.R.5/1995 “Norme per il governo del
territorio”- e succ. mod. ed integraz.; L.R.3-11-1998 n.79
“norme per l’applicazione della valutazione d’impatto
ambientale”; Legge 23-12-2000 n.388 (finanziaria 2001- agenda
21)
- Sviluppare una politica di sostenibilità ambientale come
elemento fondamentale e passante fra tutte le azioni del Piano
di sviluppo.
- Armonizzare l’utilizzo delle risorse, per un miglioramento
complessivo della qualità della vita e
- sviluppare nella collettività la consapevolezza
dell’importanza dell’ “ambiente globale”, facendo acquisire
maggiori conoscenze sulle questioni ambientali e sulle
responsabilità proprie dell’uomo.
- Incentivare la creazione di opportunità economiche a favore
della sostenibilità e della protezione ambientale.
- Attuazione di sistemi di valutazione delle politiche del
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
75
_________________________________________________________________________________________
risultati attesi:
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
territorio casentinese attuate in ogni strategia del Piano,
attraverso un’azione di monitoraggio.
- Attivazione di sistemi di gestione ambientale, d’informazione
e consultazione permanente con tutte le forze sociali
interessate al processo di sviluppo e alla tutela del territorio,
con lo scopo di arrivare ad una certificazione ambientale e
alla definizione di indicatori di sviluppo sostenibile locale.
- Individuare metodi e procedure per una valutazione
preventiva di impatto di progetti ed interventi pubblici e
privati, con particolare riguardo agli effetti sull’ambiente
inteso come sistema complesso di risorse naturali e umane.
- Dare inizio al processo di sviluppo sostenibile attraverso lo
strumento dell’Agenda 21 (fase di organizzazione che
preceda quella di attivazione vera e propria dell’azione:
adesione alla carta di Aalborg, , individuazione di uno staff
interno , contatti con collaborazioni esterne, redazione di
documento preliminare).
- Promuovere iniziative e concertazioni con i Comuni e le
forze economiche, tese all’organizzazione, in via preliminare,
di un sistema volontario unificato che possa supportare
quantomeno le autorità competenti Comunali, per le
procedure di verifica e di valutazione d’impatto ambientale.
- Amministrazioni Comunali,
- Associazioni ambientali,
- Amm.ne Provinciale,
- Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,
- Associazioni delle categorie economiche.
Incarichi per attività di studio e consulenza.
£. 20.000.000 dal 2001
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo territoriale ed ambientale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
2001
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
3.2.3. Pianificazione territoriale
quattro anni
legge 142/1990 “ordinamento delle autonomie locali” e
succ.mod. e integraz.; L.R.5/1995 “norme per il governo del
territorio” e succ. mod. ed integraz.; Legge 31-01-1994 n. 97
“nuove disposizioni per le zone montane”
- Promuovere ed incentivare tutte quelle iniziative tese al
miglioramento generale delle conoscenze, indispensabili per
la formazione di strumenti di pianificazione sia sovra-ordinati
che sotto-ordinati.
- Promuovere la “concertazione” come strumento di base, fra
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
76
_________________________________________________________________________________________
-
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
-
-
-
Priorità del 1° anno:
-
Soggetti da
coinvolgere
-
tutti i soggetti interessati al processo di sviluppo del territorio
(pubblici e privati), in sinergia con il servizio associato dello
“sportello unico”, per una maggiore condivisione dei
programmi e delle scelte.
Ricercare, attraverso la “concertazione”, ogni possibilità per
ottimizzare le scelte di pianificazione a valenza
comprensoriale sia per quanto riguarda la realizzazione di
opere che per la gestione dei servizi da effettuare come
“Unione dei Comuni” a supporto della collettività.
Incidere, con il Piano di Sviluppo e attraverso un’azione di
coordinamento promossa in accordo con le amministrazioni
comunali, sulla formazione e attuazione del P.T.C. (Piano
Territoriale di Coordinamento) e P.S. (piani strutturali), per
armonizzare tutto il processo di pianificazione con i principi
della sostenibilità e dello sviluppo del Casentino.
Promuovere forme di aggregazione fra i Comuni per lo
svolgimento di attività di progettazione e gestione omogenea
del territorio (miglioramento della qualità edilizia
residenziale e non, attraverso la revisione coordinata delle
norme e regolamenti vigenti in ogni singola amministrazione,
introduzione di procedure e metodi per la mitigazione di
impatti ambientali in aree artigianali-industriali e su opere
infrastrutturali, promuovere il riuso di strutture dismesse e la
ricerca di strumenti che possono dare incentivo all’azione di
recupero, sia pubblica che privata).
Ricercare e consolidare i consensi dei Comuni per la
realizzazione di opere a valenza comprensoriali tese a dare
supporto alle attività agricole-zootecniche, attraverso il
completamento dell’impianto di macellazione, con una linea
di sezionamento, già realizzato e gestito in forma associata;
in materia di protezione civile e sicurezza, attraverso la
realizzazione di un Centro Operativo Misto (C.O.M.) a
servizio di tutti i Comuni della vallata; il completamento e
l’ampliamento del canile intercomunale; primi interventi di
restauro e recupero dell’abbazia di S.Trinita in Alpe.
messa a punto degli strumenti per lo svolgimento dell’attività
di progettazione e gestione associata del territorio;
concertazione con i Comuni, in materia di sicurezza e
protezione civile, per la realizzazione e gestione di un Centro
Operativo Misto (C.O.M.) a servizio di tutta la vallata;
attivazione delle procedure per la realizzazione di “linea di
sezionamento” a completamento dell’impianto di
macellazione già realizzato in forma associata;
attivazione delle procedure per completamento e
ampliamento del canile intercomunale;
Completamento di iniziative di cui al reg. Cee 2081/93 –
centro di formazione permanente sulle tematiche ambientali –
loc. Casanova – Badia Prataglia – Poppi.
Amministrazioni Comunali,
Amministrazione Provinciale,
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
77
_________________________________________________________________________________________
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
- Prefettura,
- Regione Toscana,
- Soprintendenza ai monumenti.
Incarico per attività di studio e messa a punto di strumenti per
una gestione omogenea del territorio. Progettazione e
realizzazione opere comprensoriali.
- “Linea di sezionamento” impianto di macellazione
£.200.000.000; Centro Operativo Misto (C.O.M.) £.
650.00.000.000 di cui £. 100.000.000 (anno 2001);
- Completamento canile intercomunale £. 50.000.000 (anno
2001); ampliamento canile £.150.000.000 (anno 2001-2002);
- studi e consulenze per la messa a punto di strumenti per una
gestione omogenea del territorio.
- (Regolamenti edilizi – sistemi per la mitigazione di impatti di
aree artig.industr.) £. 20.000.000 nel 2002.
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo territoriale ed ambientale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
2001
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
3.2.4. Infrastrutture e trasporti
quattro anni
legge 142/1990 “ordinamento delle autonomie locali”e succ.mod.
e integraz.;L.R.5/1995 “Norme per il governo del territorio” e
succ. mod. ed integraz-; legge 31-01-1994 n.97 “nuove
disposizioni per le zone montane”; Patto Territoriale
dell’Appennino Centrale;
- Rafforzare l’azione del “tavolo di concertazione per lo
sviluppo del Casentino” ,con gli altri soggetti pubblici e
privati, per la risoluzione dei problemi infrastrutturali di
collegamento della vallata. In particolare la ristrutturazione e
l’adeguamento del sistema viario di fondovalle. Consolidare
gli accordi di programma in essere con Provincia, Camera di
Commercio e altri soggetti, al fine di vedere concretizzare in
breve tempo gli interventi più rilevanti.
- Favorire il presidio e la mobilità dei residenti nelle zone
collinari e montane, fra loro e con il fondovalle, per
mantenerne le attività economiche in maniera integrata,
tenendo in cosiderazione la fruizione turistica.
- Agevolare il traffico veicolare leggero nel fondovalle,
favorendo la fruizione di percorsi e di aree golenali in fregio
al fiume Arno, al fine di ridare valorizzazione e funzione
attiva ad aree extraurbane (le cosiddette “lame” dell’Arno)
che in passato già svolgevano un ruolo importante a servizio
della popolazione.
- Dare sostegno alle attività economiche e produttive della
vallata affinchè possano consolidarsi, svilupparsi ed essere
competitive con il mercato nazionale ed internazionale senza
dover subire penalizzazioni a causa dell’isolamento
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
78
_________________________________________________________________________________________
-
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
-
-
-
-
Priorità del 1° anno:
-
infrastrutturale. Inoltre favorire il trasferimento delle merci
da “gomma” a “rotaia” al fine di decongestionare le arterie
stradali di fondovalle, dal traffico pesante.
Definire, attraverso la concertazione, gli interventi tesi al
miglioramento degli impianti a rete per tutta la vallata:
distribuzione di energia, acqua per usi idropotabili, telefonia
mobile e infrastrutture telematiche, al fine di dotare le
popolazioni e le attività economiche, di servizi più efficienti
che contribuiscano al miglioramento complessivo della
qualità della vita anche nelle zone montane più svantaggiate.
Gli adeguamenti delle infrastrutture tecnologiche dovranno
essere realizzati attraverso un ampio consenso popolare e
mantenendo fermo il concetto di sostenibilità nei confronti
dei soggetti attuatori, della popolazione e dell’ambiente.
Partecipare, congiuntamente agli altri soggetti interessati, al
conseguimento dei seguenti obiettivi:
Ristrutturazione e adeguamento della Strada Statale 71 da
Subbiano nord a Bibbiena, compreso gli innesti sulla Strada
Statale n.70 e sempre con la n.71 verso Soci-Badia Prataglia.
Ridefinire gli assetti delle viabilità minori, concertandone i
contenuti con Comuni, Provincia e Regione, allo scopo di
migliorare i collegamenti delle zone collinari e montane fra
loro e con il fondovalle, per mantenerne il presidio e
garantirne la manutenzione e l’efficienza.
Approfondire gli studi per la definizione di interventi
infrastrutturali tesi alla realizzazione di una “strada parco di
fondovalle” per il traffico leggero con valenza turistica e di
fruizione di percorsi nelle aree golenali dell’Arno da
rinaturalizzare e recuperare.
Realizzare il sistema integrato per il trasporto merci a
sostegno delle attività produttive del Casentino (tronchetti),
con lo scopo anche di decongestionare le arterie stradali di
fondovalle, dal traffico pesante. Favorire l’implementazione
del sistema, da allargare ad un numero maggiore di utenze
produttive, in particolare attraverso l’attuazione di forme di
gestione di tutto il sistema del trasporto merci che avrà il suo
punto di forza nel centro di interscambo di Bibbiena Stazione
e possa dare risposte a tutti i settori economici.
Definire l’adeguamento della rete di distribuzione di energia
elettrica in particolare per l’alto Casentino (elettrodotto)
mantenendo fermo il concetto di sostenibilità ambientale.
Parallelamente dovranno essere portate avanti le istanze della
collettività circa il miglioramento della distribuzione, della
qualità e della depurazione delle acque, in sede di “Ambito
Territoriale Ottimale”, con la certezza del contenimento delle
tariffe.
Attuare, congiuntamente agli altri soggetti della
concertazione, le procedure per arrivare in tempi brevi ad una
progettazione definitiva dell’adeguamento della S.S.71 da
Subbiano a Bibbiena e ricercare nuove risorse economiche
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
per poter dar corso alla realizzazione degli interventi ritenuti
prioritari (approvare la progettazione preliminare in sede di
conferenza dei servizi, individuare le priorità in sede di
“tavolo di concertazione permanente” fra i soggetti
interessati, rendere definitive le progettazioni, ricercare le
risorse anche presso i nuovi soggetti istituzionali competenti Regione e Provincia-).
- Ridefinire l’assetto complessivo della viabilità di crinale del
Pratomagno compreso il reticolo di viabilità minori di
collegamento, sia nel versante Casentino che nel Valdarno, in
sede di concertazione con i soggetti pubblici interessati.
- Approfondimenti di studio per l’individuazione di interventi
di fattibilità di : “strada parco di fondovalle” in riva destra
dell’Arno e rinaturalizzazione delle aree golenali per una
fruizione turistica ( le cosiddette “lame dell’Arno”).
- Attuazione del programma per la realizzazione del sistema
integrato di trasporto merci in Casentino (programma iniziato
nel 1999). Costituzione della società mista a prevalente
capitale pubblico che dovrà gestire l’attuazione del
programma e realizzare gli interventi previsti nel progetto
approvato in sede di concertazione, da tutti i soggetti pubblici
e privati, ammesso ai finanziamenti del “Patto territoriale
dell’appennino Centrale” – 1° lotto .
- Concertare, in via definitiva, l’adeguamento della rete di
distribuzione di energia elettrica nell’alto Casentino
(elettrodotto).
- Portare le istanze della collettività per il miglioramento della
distribuzione, della qualità e della depurazione delle acque, in
sede di A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) ricercando
garanzie sul contenimento delle tariffe.
- Amministrazioni Comunali,
- Amministrazione Provinciale,
- Prefettura, Regione Toscana,
- Camera di Commercio e associazioni delle categorie
economiche, L.F.I., ANAS, ATO (acqua), ENEL,
TELECOM, COINGAS,
- Soggetti del patto Territoriale.
Incarichi per attività di studio e progettazione. Realizzazione di
infrastrutture
- Viabilità Pratomagno, adeguamenti 1°lotto - £. 1.000.000.000
a partire dal 2001;
- studio di .strada parco di fondovalle e rinaturalizzazione aree
golenali £.30.000.000 (anno 2001)
- realizzazione di sistema integrato di trasporto merci (importo
complessivo 8,286 miliardi)– 1° lotto 4, 084 miliardi (anno
2001 Residui)
- studi alternativi di fattibilità e di impatto per l’eletttrodotto in
Casentino £. 10.000.000 (anno 2001)
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
80
_________________________________________________________________________________________
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo territoriale ed ambientale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
2001
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
3.2.5. La gestione dei rifiuti soli urbani
quattro anni
Convenzioni con le amministrazioni comunali per la disciplina
della gestione associata, Legge Ronchi, Piano regionale dei rifiuti
e Piano provinciale dei rifiuti.
- Consolidare e rafforzare la gestione integrata del ciclo dei
rifiuti, svolta in forma associata fra tutti i Comuni del
Casentino, già iniziata nel 2000, ricercare anche nuove forme
di gestione che diano garanzie certe al Casentino per un più
elevato standard di qualità e di efficienza dei servizi, nel
rispetto dell’ambiente, dell’igiene pubblica e con un
contenimento dei costi per i cittadini.
- Ricercare tutte le forme possibili per il coinvolgimento e la
sensibilizzazione, verso la problematica dei “rifiuti”, della
popolazione, delle forze economiche e sociali, al fine di
educare ed affermare il concetto di recupero, di prevenzione
per una riduzione della produzione dei rifiuti.
- Promuovere iniziative politiche tendenti alla revisione dei
Piani, Provinciale e Regionale per la gestione dei rifiuti, al
fine di riequilibrare gli evidenti svantaggi degli abitanti delle
popolazioni montane rispetto a quelle metropolitane.
- Prendere parte attiva, congiuntamente ai Comuni della
vallata, alla delicata costituzione della Comunità di ambito
territoriale ottimale, cercando di mantenere integra l’area di
raccolta Casentino così come individuata nel Piano
provinciale dei rifiuti e già dotata di un nuovo sitema
integrato di raccolta realizzato in linea con i principi della
Legge Ronchi e dei Piani regionale e provinciale.
- Completare l’organizzazione associata di tutti i servizi legati
alla problematica dei rifiuti, in ottemperanza alla
convenzione stipulata con i Comuni, cercando di ottimizzarne
i costi in relazione ai servizi resi e in raffronto ad altre realtà
omogenee.
- Dare supporto alle attività economiche della vallata, per
quanto attiene la problematica dei rifiuti speciali assimilabili
agli urbani, al fine di agevolarne la raccolta anche in forma
differenziata, il recupero di alcune frazioni, il trasporto e lo
smaltimento finale.
- Implementare e ottimizzare i sistemi integrati di raccolta
differenziata, tenendo sempre di conto di un’analisi costibenefici, per cercare il raggiungimento delle percentuali di
raccolta previste dal decreto Ronchi e recepite nel Piano
regionale dei rifiuti.
- Attuare tutte le iniziative che consentano il ripristino
ambientale della discarica comprensoriale di Fortipiano, oggi
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
81
_________________________________________________________________________________________
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
dismessa definitivamente e dell’area dell’ex discarica di
ceneri dell’inceneritore comprensoriale delle Pescine
(dismesso dal 1986).
- Gestione e ottimizzazione dei servizi ambientali di raccolta
rifiuti urbani, raccolta differenziata, gestione dell’area
attrezzata delle Tombe per il trasferimento dei rifiuti, il
trattamento dei materiali differenziati, il trasporto e
smaltimento dei rifiuti presso la discarica di Terranuova.
- Ampliamento del centro operativo dei servizi ambientali in
località le Tombe e completamento opere strutturali in corso
di esecuzione.
- Completamento di iniziative di cui al reg. CEE 2081/93 ob.
5-b mis. 6.1 – Area attrezzata Le Tombe- Attuazione del servizio di raccolta dei rifiuti nei centri storici
e messa a punto del sistema organizzativo per la gestione del
servizio di spazzamento e studio per l’ampliamento dei
servizi di raccolta anche ai comuni di Capolona e Subbiano.
- Attuazione di campagna di sensibilizzazione per i cittadini,
verso la problematica del “recupero dei rifiuti come risorsa,
allestimento di materiali pubblicitari, in particolare rivolti a
tutta la popolazione e alle scuole.
- Attuazione di procedure per il ripristino della discarica di
Fortipiano, dismessa, mediante la realizzazione di impianto
per la captazione del biogas.
- Attuazione delle procedure per la caratterizzazione dell’area
dell’ex discarica delle Pescine al fine di elaborare un progetto
di bonifica.
- Amministrazioni Comunali,
- Amm.ne Provinciale,
- Associazioni ambientalistiche, associazioni di volontariato,
- associazioni delle categorie economiche,
- istituzioni scolastiche.
Gestione attività di raccolta rifiuti urbani, raccolte differenziate,
gestione area attrezzata per la trasferenza dei rifiuti e per il
differenziato, realizzazione di progetti di ripristino.
- Gestione servizi di raccolta e smaltimento anno 2001 £.
6.200.000.000 di cui 700.000.000 a residuo
- Ampliamento piazzali le tombe £. 170.000.000 (residuo)
- Completamento strutture centro operativo Le Tombe £.
613.000.000 (residuo)
- Campagna sensibilizzazione £. 30.000.000
- Impianto biogas discarica di Fortipiano £. 250.000.000
- Caratterizzazione area Pescine £. 50.000.000
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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3.3. INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELL’ECONOMIA E DEL TURISMO
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo economico
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.3.1. Le attività produttive e la programmazione negoziata
quattro anni
Le finalità e gli indirizzi che contraddistinguono gli
interventi nel settore economico, in particolare nel settore
secondario e terziario, sono diretti sostanzialmente a supportare la
modernizzazione del nostro sistema produttivo, il suo
aggiornamento tecnologico, a valorizzare le produzioni di qualità
e tipiche, a garantire le infrastrutture pubbliche necessarie per
assicurare maggior competitività al settore e garantirgli
sopravvivenza prima e sviluppo poi.
Per quest’ultimo aspetto, interventi e azioni sia per le
infrastrutture stradali che per quelle di trasporto, per la rete
elettrica e quella telefonica sono previsti negli interventi per il
territorio, così come per l’attuazione del SUAP (sportello unico
per le attività produttive) si prevede uno specifico intervento, a
sottolinearne l’importanza che secondo noi riveste lo strumento
per il futuro sviluppo della competitività del sistema produttivo
casentinese.
La realizzazione di un sistema integrato per il trasporto
merci in Casentino che privilegi la rotaia rispetto al trasporto su
gomma, il superamento, nel rispetto di una rigorosa sostenibilità
ambientale, dei problemi di scarsa disponibilità di energia
elettrica da parte delle aziende dell’alto Casentino, la drastica
diminuzione delle difficoltà burocratiche che incontrano le
aziende per insediarsi o per modificare i propri impianti
costituiscono elementi secondo noi di assoluto rilievo nel cercare
di assicurare competitività alle aziende.
Anche per quanto riguarda le produzioni tipiche locali o
di qualità, negli interventi del settore agricolo si prevedono
numerose azioni e attività indirizzate alla valorizzazione di tali
produzioni, in riferimento a tutta la filiera, compreso la
commercializzazione e i canali di distribuzione, ponendo tale
politica al centro di tutte le scelte in materia. In tal senso, ma
anche in rapporto all’utilizzo delle nuove tecnologie in economia,
si pone la partecipazione al portale di Internet @ppennino per i
prodotti di eccellenza e la promozione turistica.
Rimane la necessità di attivare altre iniziative nella
direzione che abbiamo detto in introduzione e cioè:
o Attuare una politica di concertazione con le
organizzazioni di categoria interessate, al fine di
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
83
_________________________________________________________________________________________
o
o
o
concordare le politiche da attuare, instaurare
collaborazioni strette per l’elaborazione e l’erogazione di
servizi strettamente funzionali alle esigenze delle
imprese;
Verificare di concerto la funzionalità e l’efficacia
dell’attuale politica di facilitazioni dell’accesso al credito
che fin oggi, per ormai quindici anni, ha svolto
un’importante funzione di sostegno e supporto alle
aziende artigiani locali, in particolare nei momenti di
crisi ma anche nelle fasi di sviluppo. Nel senso di
riprogettare lo strumento con l’intenzione di fargli
acquisire quella flessibilità necessaria per adattarsi alle
esigenze concrete delle aziende nelle diverse fasi
congiunturali ma anche di poter acquisire la funzione di
strumento per una politica di sviluppo – non solo di
sostegno, nei limiti delle possibilità finanziarie attivabili
– in grado di incentivare le iniziative imprenditoriali
singole o in associazione mirate allo sviluppo del sistema
produttivo locale. In particolare le iniziative:
o che mirano all’introduzione di elementi di
innovazione nel settore e in azienda, reputandolo
elemento di decisiva importanza per il
mantenimento e il miglioramento della
competitività del sistema: innovazione di
prodotto, adozione di nuove tecnologie,
avvicinamento alla new economy, innovazione di
marketing e di distribuzione, creazione di sistemi
a rete nelle varie fasi di filiera, sono alcuni degli
aspetti la cui introduzione può significare un
concreto sviluppo e incremento del sistema
produttivo casentinese;
o che determinano la creazione di nuova
imprenditoria giovanile e delle donne, stante le
preoccupazione che emergono dalla limitata
dinamicità che si registra in Casentino.
Impostare di concerto anche con le amministrazioni
comunali e tramite accordi quadro con tutti gli attori, una
politica di rivitalizzazione dei centri storici con duplice
valenza:
o Bloccare l’attuale tendenza allo spopolamento
dei centri storici casentinesi e impostare un
percorso virtuale contrario che porti appunto ad
una loro rivitalizzazione sociale ed economica;
o Valorizzare le piccole attività artigianali e
commerciali tipiche e di qualità della zona, legate
alle produzioni locali e alle nostre tradizioni
artigianali produttive e culturali, incentivandone
l’insediamento con misure e pacchetti globali
d’intervento;
Valorizzare le attività artigianali tipiche della zona,
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
84
_________________________________________________________________________________________
o
o
o
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
mediante l’incentivazione e la partecipazione a mostre e
fiere del settore, quali La Pietra Lavorata di Castel San
Niccolò, Il Ferro Battuto di Stia e Le Forme del Legno di
Pratovecchio; l’incentivazione alla realizzazione di
percorsi formativi diretti alla formazione di nuova
imprenditoria;
Gestire l’informazione alle aziende tramite il SUAP e le
associazioni di categoria creando punti d’informazione e
banche dati, anche telematiche per garantire le
consulenze e le conoscenze indispensabili per permettere
alle aziende di poter utilizzare le opportunità finanziarie
ed economiche promosse a livello comunitario, nazionale
e regionale;
Utilizzazione degli strumenti di programmazione
negoziata e delle iniziative comunitarie e nazionali (L.
488; patti territoriali; fondi strutturali per le zone in
phasing out; Leader Plus) in modo concertato e coerente
per il perseguimento degli obbiettivi condivisi di cui ai
paragrafi precedenti;
Concertare con le amministrazioni competenti e le
associazioni di categoria, percorsi formativi che siano
risposte efficaci a bisogni espressi, ad esigenze vere e
concrete del settore produttivo..
Con il metodo della concertazione da attuarsi con tutti i
soggetti interessati, in particolare le associazioni di categoria, le
amministrazioni comunali e l’amministrazione provinciale,
nonché con gli strumenti attivabile della programmazione
negoziata, compresi quelli che potranno essere adottati grazie al
riconoscimento di distretto industriale e di sistema economico
locale (SEL), s’intende pertanto nel prossimo quadriennio:
1. attivare sostegni al sistema dell’economia locale della
Piccola e Media Impresa, delle aziende artigianali e
commerciali ed azioni che favoriscano la nascita di
nuove imprenditorialità e attività, l’attuazione di processi
innovativi nelle imprese; l’attuazione di sistemi
economici a rete;
2. verificare i bisogni di formazione del sistema economico
casentinese e promuovere la realizzazione di programmi
di formazione che possano determinare l’arricchimento
professionale delle aziende concretamente richiesto dalle
esigenze di mercato e di produzione, nonché la nascita di
nuova imprenditorialità anche in settori tradizionali e
delle produzioni tipiche;
3. continuare l’azione a sostegno e di compartecipazione
alle mostre casentinesi dedicate alle produzioni tipiche
locali (pietra lavorata; ferro battuto; legno);
4. iniziare a livello sperimentale con il centro storico di
Poppi – per poi proseguire l’esperienza anche con gli altri
centri storici – un tentativo di programma condiviso con
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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l’amministrazione comunale e le associazioni di
categoria per organizzare un progetto a favore del
mantenimento, valorizzazione e realizzazione di nuovi
insediamenti produttivi, artigianali e commerciali nel
centro storico, elaborando pacchetti di incentivazioni,
abbattimenti di costi e opzioni di favore per restituire a
tali luoghi la centralità anche economica che li ha
contraddistinti;
5. organizzare il sistema di informazione delle aziende sulle
opportunità economiche e finanziarie.
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
•
Prosecuzione interventi per abbattimento interessi sui
mutui per il settore artigiano e del commercio
• Analisi dell’efficacia degli interventi attivati e
individuazione di finalizzazioni specifiche per
l’innovazione e per la nascita di nuova imprenditorialità;
• Elaborazione con l’amm.ne comunale di Poppi e le
associazioni di categoria di un programma di massima
per la rivitalizzazione del centro storico di Poppi;
• Partecipazione alla programmazione del Leader Plus e
degli interventi per il SEL e al phasing out con
l’obbiettivo di prevedere risorse e interventi a favore
degli obbiettivi perseguiti.
− associazioni di categoria,
− amministrazioni comunali
− amministrazione provinciale
− camera di commercio
− SUAP
Attuazione delle iniziative previste; incentivazione alle aziende.
−
−
−
L. 85.000.000 di cui L. 45.000.000 a residuo per il 1° anno di
incentivazioni alle aziende artigiane e commerciali per
l’accesso al credito, oltre a L. 50.000.000 per interventi
contro la disoccupazione.
L. 50.000.000 per il 1° anno per l’iniziativa sperimentale
relativa alla rivitalizzazione del centro storico di Poppi.
Dal 2002, attivazione delle risorse relative alle misure
comunitarie (phasing out e Leader plus) e degli interventi
connessi al SEL, per l’importo presumibile di L.
4.000.000.000;
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo economico
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
2001
3.3.2. Il SUAP e il marketing territoriale
quattro anni
D.Lgs 112/98, e D.P.R. 447/98 e successive modificazioni
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
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_________________________________________________________________________________________
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
Nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico del
territorio in forma sinergica, fondato cioè sulla condivisione di
esigenze, idee e progetti e sulla collaborazione tra realtà
caratterizzate da tratti comuni anziché sulla competitività, i 13
comuni del Casentino hanno deliberato negli ultimi mesi del
2000 la realizzazione e gestione associata dello Sportello Unico
per le Attività Produttive tramite la Comunità Montana, cui
saranno affidati il coordinamento e la gestione aggregata. Tale
scelta renderà possibile una evoluzione tecnologica mirata ed
efficace e al tempo stesso un considerevole risparmio in termini
di attività/tempi/costi.
Si è trattatato sicuramente di una scelta importante per lo
sviluppo economico del Casentino: in attuazione di disposizioni
legislative specifiche (il D.Lgs 112/98, D.P.R. 447/98 e, da
ultimo, le modifiche al decreto istitutivo) le amministrazioni
comunali hanno ritenuto che il servizio che è possibile dare alle
imprese tramite lo sportello trovasse la sua logica dimensione a
livello sovracomunale.
Nel periodo di programmazione si tratta di attivare con la
massima celerità (già dalla primavera/estate 2000) lo sportello
per le sue attività connesse alla semplificazione amministrativa e
snellimento delle procedure, in modo da iniziare a dare risposte
alle imprese in termini di economicità dei procedimenti e
risparmi di tempi. Successivamente, di ampliare la portata e le
funzioni del SUAP fino a attuare suo tramite una vera e propria
politica di marketing territoriale.
Infatti, il SUAP di fatto deve sostanzialmente rispondere
a due precise esigenze, così come prospettate dalla normativa di
riferimento (D.Lgs 112/98, e D.P.R. 447/98):
- coordinare il complesso delle procedure e dei regolamenti
finalizzati al rilascio di autorizzazione per interventi di varia
natura che riguardano immobili, fabbricati e impianti
destinati ad attività produttive;
- fornire tutte le informazioni alle imprese su attività
promozionali quali opportunità di finanziamento ecc.
La prima funzione attiene direttamente a compiti di
semplificazione dell'azione amministrativa, che comprende anche
le procedure per l'individuazione di aree da destinarsi ad
insediamenti produttivi; la seconda è legata principalmente
all'attività di fornitura di servizi alle imprese. Nel loro
complesso, però, le funzioni del SUAP potrebbero acquisire una
valenza strategica, considerato che attraverso questa struttura, se
efficiente, passa in gran parte la qualità del rapporto tra pubblica
amministrazione e sistema produttivo.
A tal fine lo sportello unico dovrà diventare interlocutore
unico dell'imprenditore per tutto ciò che riguarda il rapporto con i
soggetti pubblici titolati a conferire autorizzazioni, pareri, nulla
osta, ecc., (interfaccia funzionale): acquisendo le richieste,
effettuando una parte degli adempimenti burocratici da inoltrare
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
agli uffici competenti, predisponendo le risposte ed il materiale
opportuno per far fronte alle problematiche sollevate.
In sintesi, le principali tipologie di attività possono
essere sintetizzate come segue:
- servizi di interfaccia ed acquisizione delle richieste;
- servizi autorizzativi;
- servizi informativi sulle attività produttive (uffici, orari,
responsabili, delibere, modulistica, ecc.).
Sulla base di tali risultanze, il Progetto SUAP –
Casentinese potrà così assumere rispetto ai due ruoli suindicati
anche un terzo ruolo, ancor più importante, diventare cioè il
centro di animazione economica del territorio.
Esso infatti può rappresentare il punto di contatto
naturale tra le strategie di gestione e sviluppo del territorio
elaborate dalla componente pubblica politico-amministrativa, le
forze economiche presenti sul territorio e le nuove esigenze di
sviluppo e valorizzazione delle risorse. Esso dovrà divenire un
soggetto in grado di fungere da riferimento nella strategia di
valorizzazione produttiva del territorio, garantendo un primo
punto informativo a nuovi imprenditori e ad imprese interessate a
localizzarsi nell'area divenendo così un tassello di una strategia
di marketing territoriale locale (strumento di marketing
territoriale).
Infatti se nell’ambito dello stesso vengono progettati ed
erogati servizi di informazione, orientamento e consulenza,
superando la visione ristretta prevista dalla attuale normativa, lo
stesso può diventare un fondamentale punto di contatto fra gli
Enti pubblici ed il mondo economico e produttivo trasformandosi
in un importante motore per lo sviluppo. In questo ambito alcune
tipologie di attività possono essere sintetizzate come segue:
- servizi informativi sulle varie opportunità di investimento, di
agevolazione e di finanziamento;
- servizi informativi sulla legislazione di riferimento per i vari
settori economici;
- servizi di assistenza e consulenza allo sviluppo;
- servizi polifunzionali in cooperazione con altri enti e/o
amministrazioni,
- integrazione, coordinamento e razionalizzazione di servizi
già erogati in forma frammentata;
Questo doppio obiettivo, oltre a necessitare di una
condivisione e una unità di intenti fra gli enti pubblici interessati,
nonché di un nuovo orientamento della P.A. volto a risolvere i
problemi (problem solving) più che alla pedissequa applicazione
delle regole, richiede anche una collaborazione da parte degli
attori sociali presenti sul territorio, in particolare le associazioni
di categoria e i comuni che sono il primo referente dell'impresa e
svolgono già una serie di servizi consulenziali e assistenziali cui
lo Sportello Unico non intende, e non è nel suo interesse,
sovrapporsi.
Nel quadriennio di programmazione intendiamo pertanto
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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risultati attesi:
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
istituire fisicamente il servizio e fargli acquisire i tre ruoli che
abbiamo esplicitato. In particolare:
- iniziare il servizio di sportello unico entro l’estate 2001;
- professionalizzare i dipendenti che si occupano del servizio
con corsi di formazione mirati alla conoscenze della
normativa e delle procedure ma anche all’acquisizione delle
tecniche di problem solving;
- dare applicazione agli obbiettivi stabiliti dalle leggi istitutive
dello Sportello Unico e cioè diventare l’interfaccia unica del
mondo imprenditoriale nei confronti della pubblica
amministrazione, in primis negli aspetti connessi al rilascio
delle autorizzazioni d varia natura;
- acquisire la capacità di dare risposte completa all’impresa per
quanto riguarda non solo i procedimenti autorizzativi ma
anche per qualsiasi altra problematica inerente il settore, dalle
possibilità offerte dal territorio, alle agevolazioni finanziarie
e di altra natura;
- farsi promotore nei confronti del sistema delle pubbliche
amministrazioni delle esigenze e bisogni del mondo
imprenditoriale e produttivo, al fine di trovare adeguate
risposte sia in termini di politica del territorio che in termini
di realizzazione delle condizioni ambientali per la
competitività del sistema produttivo casentinese;
- attuare gli ultimi due punti in concorso e cooperazione e di
concerto con tutti i soggetti che istituzionalmente si occupano
del sistema economico locale casentinese, dalle associazioni
di categoria alle agenzie di sviluppo che operano nel
territorio, ai consorzi per lo sviluppo, creando anche
fisicamente un network che operi insieme e con sinergie tali
da garantire il raggiungimento degli obbiettivi dati.
Il 1° anno dovrà essere esclusivamente dedicato a:
- alla realizzazione e implementazione dello Sportello in
Comunità Montana,
- alla attivazione e al consolidamento dei rapporti con gli enti
terzi e con tutte le amministrazioni comunali,
- alla implementazione del software di gestione e alla
realizzazione del sito del servizio con funzioni di Intranet ma
anche di consultazione da parte dell’utenza,
- al consolidamento della struttura operativa,
- all’attuazione delle prime fasi di formazione del personale,
- alla progettazione - di concerto con le amministrazioni
comunali – e all’attuazione del procedimento unico da attuare
in tutto il Casentino,
- allo svolgimento di azioni di promozione dello sportello in
modo da renderlo visibile dall’utenza.
- amministrazioni comunali
- organizzazioni delle categorie economiche
- agenzie di sviluppo e consorzi che operano in Casentino
- enti terzi (enti cioè che partecipano al procedimento per il
rilascio di autorizzazioni)
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Investimenti per la realizzazione e la gestione dello sportello
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo economico
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
£. 119.700.000 per investimenti £. 150.000.000 l’anno per la
gestione a carico Leader Plus
3.3.3. Il turismo
quattro anni
L'indirizzo base in materia di turismo e per tutti gli
interventi finalizzati a tale attività è la completa valorizzazione
delle potenzialità turistiche che negli anni Novanta si sono
evidenziate e manifestate ma che non si sono consolidate né
sviluppate al punto da diventare un aspetto decisivo
dell'economia casentinese, ancora indirizzata sostanzialmente
verso il settore industriale.
Il precedente periodo di programmazione - durante il
quale si è registrato un incremento costante (ma non vigoroso)
del turismo, sia come presenze che come capacità di offerta - ha
messo in evidenza i punti di forza del settore:
- il patrimonio culturale-naturalistico del Casentino sia nelle
foreste (che hanno ricevuto una forte valorizzazione con la
costituzione del parco nazionale) che nella campagna
casentinese, in stretta correlazione con gli insediamenti
storici nel territorio, i monasteri, le pievi, i castelli, i borghi
antichi, le case di campagna, costituiscono un'attrattiva
turistica forte, un valore di alta qualità;
- il turismo in Casentino - proprio per le caratteristiche delle
sue attrattive - si è sempre più caratterizzato per non avere le
componenti tipiche del turismo di massa e, (escluso il turismo
giornaliero legato ai monasteri e quello estivo "di ritorno"
degli emigrati degli anni '50 e '60 in particolare dell'area
fiorentina) è chiaramente indirizzato verso settori specifici,
quasi di nicchia, come il turismo naturalistico, culturale,
rurale e religioso, caratterizzati di norma da un target medio
alto sia come cultura che come reddito, da una rilevante
presenza straniera, da periodi di permanenza più brevi ma
non concentrati esclusivamente nel periodo estivo;
- il Casentino fa parte a pieno titolo del sistema "Toscana"
inteso come valore culturale con fortissima attrattiva turistica
(la Toscana - ad esempio - è ritenuta dalla middle class
anglosassone, il posto migliore al mondo dove poter
risiedere) e ciò costituisce un valore aggiunto di grosso
rilievo se utilizzato; soprattutto se consideriamo che il
Casentino fa parte della Toscana cd. minore, di provincia, ed
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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è rimasta una delle poche zone non ancora completamente
sfruttate ai fini turistici.
D'altronde sono emersi anche numerosi punti di
debolezza e, in tal senso, facendo leva sugli elementi descritti,
l'intervento è diretto a evidenziarli e superarli, nell'ottica di un
deciso sviluppo turistico.
In tal senso, riteniamo che sia assolutamente prioritario
intervenire per superare la scarsa organizzazione dell'offerta
turistica e - ma probabilmente si tratta di una conseguenza - la
mancanza di visibilità del prodotto Casentino nei circuiti turistici.
In particolare:
- al pari del settore cultura ma anche di molti altri settori
interessati dall'intervento pubblico, anche nel caso del
turismo riteniamo prioritario e irrinunciabile puntare a creare
strettissima interazione fra le pubbliche amministrazioni
locali che effettuano ogni anno investimenti rilevanti, al fine
di attuare un vero proprio coordinamento con le
amministrazioni comunali in modo - attraverso il
coordinamento degli assessori al turismo - da concertare la
programmazione e le politiche turistiche, la ricerca delle
risorse e la gestione degli interventi, attivando forme
d’interazione e di sinergia che permettano l’ottimale uso delle
risorse per la promozione turistico-culturale del Casentino nel
suo complesso.
- Altrettanto prioritario nel prossimo quadriennio sarà
sviluppare una vera e propria organizzazione professionale
dell'offerta turistica, estendendo la concertazione di cui sopra
anche a tutti gli attori del sistema turistico casentinese, in
particolare gli operatori privati, l'azienda di promozione
turistica, l'ente parco, le associazioni che operano nel settore.
L'obbiettivo è quello di superare l'attuale situazione
disorganica e frammentata dell'offerta turistica casentinese in
favore di un'organizzazione complessiva condivisa dagli
attori (operatori privati e pubblici), capace di ottimizzare
l'offerta, partendo da obiettivi e target puntuali e far acquisire
forte visibilità al prodotto Casentino nel mercato del turismo,
nel target di riferimento.
- gli interventi e gli investimenti pubblici dovranno essere
sempre più mirati in via diretta ed esclusiva a favore delle
forme di turismo che negli anni '90 si sono affermate in
Casentino e per le quali esiste un'accertata vocazione
naturale: il turismo naturalistico e quello rurale e culturale
con le numerose varianti e attività connesse (attività equestri;
attività sportive e all'aria aperta; attività termali;
l'escursionismo, l'agriturismo, il cd. turismo didattico o
scolastico che può trovare ampi spazi di attuazione grazie ai
percorsi didattici che muovono dal sistema dell'Ecomuseo);
- nell'ottica sopra indicata sarà necessario sviluppare la
capacità del nostro sistema turistico di "ascoltare" il
cliente/turista, di capire cioè quali siano le sue esigenze, quali
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
i servizi, le strutture e le attività richiesti e organizzare di
conseguenza l'offerta, concertando e attuando gli investimenti
necessari con gli operatori privati;
- sarà altresì necessario promuovere e sviluppare una forte
interazione con la cultura e gli eventi culturali prodotti
affinché siano anche funzionali alla promozione e allo
sviluppo turistico. Realizzare pertanto sinergie e interazioni
con le attività culturali puntando all'organizzazione di grandi
eventi legati ai valori culturali e tradizioni locali ma in grado
di diventare elementi trainanti e punto focale di altre
iniziative coordinate, attrattiva e momento promozionale del
Casentino;
- forme di integrazione dovranno essere perseguite anche con
tutte le attività con cui esiste una forte interazione,
interfunzionalità o strumentalità. In particolare con
l'agricoltura, sia in funzione dell'incentivazione, lo sviluppo
ulteriore e il coordinamento dell'attività agrituristica, (vero e
proprio boom degli ultimi anni) che per la valorizzazione e
commercializzazione delle produzioni locali e di quelle
biologiche, strettamente connesse con la tipologia di turismo
perseguito; con le attività ambientali per conservare e
salvaguardare la nostra natura e il nostro caratteristico
paesaggio agricolo-forestale, ma anche per la riscoperta, il
recupero e la valorizzazione di antiche usanze e tradizioni
(quali gli itinerari lungo le cd. "Lame dell'Arno") che possano
costituire percorsi di fruizione turistica aggiuntivi e
alternativi per migliorare l'offerta e le strutture
complementari;
- un impulso importante per il raggiungimento degli obiettivi
indicati e l'attuazione degli interventi dovrà scaturire
dall'iniziativa comunitaria "Leader Plus"; come già nella
precedente iniziativa, il "Leader II", sarà possibile attivare
risorse importanti per l'organizzazione e la promozione del
turismo rurale in grado - se ben indirizzate in programmi e
attività concertate - di permettere al Casentino di dar corso a
iniziative di grosso rilievo. Altrettanto importante ai fini in
particolare del miglioramento del sistema ricettivo e
complementare e di interventi di carattere strutturale, potrà
essere l'altro strumento comunitario attivabile in Casentino, i
fondi strutturali riconosciuti a favore delle zone in phasing
out;
Nel senso sopra specificato, la finalità generale
perseguita nel prossimo periodo di programmazione è pertanto
quella di realizzare la riorganizzazione in senso professionale
dell'offerta turistica in Casentino, puntando sull'attivazione di
sinergie con tutti gli attori interessati, sulla valorizzazione e
utilizzazione concertata di tutte le professionalità esistenti al fine
di incrementare decisamente tale attività economica: in
particolare, nel quadriennio la finalità si articola nei seguenti
obbiettivi:
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
-
-
-
-
-
-
Priorità del 1° anno:
-
Puntare a realizzare un sistema turistico casentinese,
promovendo il coordinamento delle iniziative e degli eventi
turistisco-promozionale casentinesi, tramite una sorta di
conferenza degli assessori al turismo dei comuni in cui poter
lavorare insieme esponendo problemi e cercando soluzioni
capaci di programmare e gestire il prodotto turistico
Casentino nella sua unitarietà;
Puntare ad un'organizzazione professionale dell'offerta
turistica, promovendo la costituzione di un consorzio di
sviluppo quale modello organizzativo stabile, in cui
realizzare concretamente la concertazione fra gli operatori
pubblici e privati del settore, farci convergere le risorse
disponibili mettendole a disposizione di uno staff
professionale adeguato con la funzione di curare
l'organizzazione complessiva professionale del prodotto
Casentino, la promozione e il marketing;
Concentrare nel consorzio le risorse e i finanziamenti
disponibili, sia pubblici che privati, al fine di evitare la
frammentazione, dispersione e quindi l'inefficacia degli
interventi, in particolare di quelli di natura promozionale;
Promuovere l'immagine unitaria del Casentino, concertando
nella sede consorziale con tutti i soggetti interessati le
campagne di comunicazione e in genere le iniziative di
promozione e di marketing basate sull'univocità degli intenti
e la sintonia dei progetti;
Promuovere e incentivare un'offerta organica del prodotto
Casentino, anche mediante pacchetti turistici coordinati e
attività di incoming, in modo che il turista possa essere in
grado di apprezzare - nel breve periodo di permanenza - tutti
i migliori aspetti della nostra offerta, dalle escursioni
naturalistiche alla fruizione dei beni culturali, ai prodotti
tipici e alla cucina locale, ai prodotti dell'artigianato.
Creare interazione con le altre attività, in particolare quelle
culturali al fine di dar corso a iniziative a valenza integrata.
Soprattutto attribuire anche funzione di veicolo di
promozione turistica agli eventi culturali, manifestazioni e
spettacoli; valorizzare sotto il profilo turistico il nostro
patrimonio culturale.
Promuovere e incentivare, tramite il consorzio, la ricerca di
tutte le intese possibili con soggetti pubblici e privati per
poter essere presenti alle manifestazioni fieristiche nazionali
e internazionali più importanti del settore. Ma anche la
produzione di materiali promozionali , che valorizzino tutti
gli aspetti peculiari della nostra vallata sotto una immagine
grafica coordinata curata da professionisti della
comunicazione.
Promuovere e concertare con le amministrazioni comunali la
realizzazione della consulta degli assessori alla turismo;
Completare le iniziative e interventi programmati con
_________________________________________________________________________
Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
l'iniziativa comunitaria Leader II e cioè: la realizzazione di
itinerari turistici tematici (ippovia; delle pievi e monasteri;
enogastronomico), la promozione dei medesimi tramite la
creazione di pacchetti turistici specifici da gestire tramite
agenzia di incoming; la promozione del territorio casentinese
tramite depliantistica, campagne pubblicitarie, partecipazione
a fiere e convegni internazionali;
- Avvalersi di consulenze professionali al fine di elaborare un
progetto relativo alla realizzazione di un consorzio per lo
sviluppo turistico del Casentino e alla gestione triennale del
prodotto turistico Casentino;
- Promuovere la concertazione con gli operatori privati e le
pubbliche amministrazioni del settore al fine di individuare e
stabilire i termini per la costituzione del consorzio;
- Individuare lo staff professionale a cui affidare l'attuazione
del progetto;
- Partecipazione all'iniziativa @ppennino per la realizzazione
di un portale dell'Appennino Centrale per la promozione del
turismo e dei prodotti di eccellenza (v. scheda ad hoc);
- Concessione contributi a manifestazioni turisticopromozionali organizzate da Enti e Associazioni.
- Amministrazioni comunali
- Azienda provinciale per il turismo (Apt)
- Amministrazione provinciale
- Associazioni di categoria interessate
- Operatori turistici privati, agenzie turistiche e di viaggi
Attivazione di consulenze professionali; partecipazione e
incentivazione di manifestazioni ed eventi
£. 150.000.000 per il 1° anno oltre a circa £. 450.000.000 a
residuo per il completamento di programmi in atto.
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo economico
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.3.4. La promozione del turismo e dei prodotti di eccellenza
-@ppennino
Due anni
Decreto Ministero Tesoro del 20/01/2000
Oggi la migliore tecnologia disponibile per la
distribuzione delle informazioni si chiama INTERNET. Eppure,
se guardiamo le politiche di sviluppo dei nostri territori, questa
tecnologia è solo marginalmente utilizzata. @ppennino si
propone come progetto complesso orientato al turismo di qualità,
alla valorizzazione dell'ambiente, all'innalzamento della qualità
della vita dei residenti, al commercio dei prodotti di eccellenza,
con una diretta ricaduta sull'incremento dell'occupazione.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
II progetto prevede il coinvolgimento di molti attori sul
territorio, offrendo l'opportunità di superare sia la maniera
passiva di subire l'impatto del web, sia l'approccio singolo della
promozione delle risorse.
Perciò sono stati individuati come partecipanti oltre le
comunità montane aderenti al Patto territoriale dell’appennino
centrale allargato, le provincie di Arezzo, Forlì-Cesena, PesaroUrbino, Perugia e Rimini e i GAL ricadenti nell’area interessata;
la Comunità Montana Alto e Medio Metauro è stata individuata
come ente capofila in rispetto dei principi dettati dal decreto del
Ministero del Tesoro del 20/01/2000 (criteri e modalità per la
contrazione dei mutui da parte delle CC.MM.) per i finanziamenti
riguardanti i progetti gestiti in forma associata.
Questo progetto deve essere capace di rendere fruibile,
attraverso le nuove tecnologie, i servizi, i prodotti, le
informazioni, le comunicazioni del territorio; tale progetto,
coinvolge ben quindici Comunità Montane ricadenti in quattro
Province (Arezzo, Forlì-Cesena, Perugia, Pesaro-Urbino) nelle
Regioni Toscana, Emilia R., Umbria, Marche.
I1 progetto verrà gestito attraverso, sia in fase di avvio
che a regime, da una struttura definita "nucleo del sistema",
costituita da due sezioni di competenza:
- una sezione strettamente informatica che allestisce prima, e
poi controlla tutte le attività e servizi erogati, compresa la
gestione delle banche dati territoriali e le attività di
aggiornamento tecnologico dei servizi erogati;
- una sezione gestionale e di comunicazione che ha come
obiettivo l'avviamento e la gestione delle realtà territoriali
per l'aggiornamento dati, la formazione e promozione presso
i G.A.L. dei catalizzatori preposti al coinvolgimento dei
soggetti locali ed all'applicazione dei servizi on-line
disponibili. Inoltre questa sezione ha il fondamentale compito
di coordinare la comunicazione on-line del progetto e le
attività marketing previste, incluse attività di web-marketing
e pubblicità.
Obiettivi generali del progetto sono:
- Offrire agli enti aderenti al Patto Allargato un sistema di
raccolta e distribuzione delle informazioni e die dati del
territorio, che utilizzi la migliore tecnologia volta per volta
disponibile e consenta di trasformare l'Appennino Centrale in
un sistema organico orientato allo Sviluppo Sostenibile, e
quindi:
- offrire uno strumento informativo capace di trasformare
l'Appennino Centrale in un sistema organico orientato allo
sviluppo;
- offrire un sistema di Supporto alle decisioni, utile in fase di
programmazione dello sviluppo del territorio;
- offrire uno strumento per la condivisione delle informazioni
con una ricaduta sulla capacità di parlare lo stesso linguaggio
di sviluppo;
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Comunità Montana del Casentino
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-
Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Diffondere sui territori la cultura dell’utilizzo di INTERNET,
nel segno della condivisione democratica dei linguaggi al
riparo da ogni tecnocrazia:
- Comunicare ai residenti l'opportunità che @ppennino offre
per entrare da protagonisti nella rivoluzione digitale;
- Trasmettere agli operatori dei settori toccati da @ppennino la
capacità di interagire con il sistema (sia per l'aggiornamento
dei dati sia per il suo utilizzo strategico)
Obiettivi specifici sono:
- Incrementare i flussi economici nel settore turistico attraverso
lo sviluppo di un sistema informativo turistico che renda
fruibile le via internet una banca dati del territorio orientata al
marketing turistico.
- Promuovere la tutela del territorio e dell'ambiente attraverso
lo sviluppo di un turismo ecosostenibiie, sviluppando una
offerta qualificata ai target rivolti all'ecoturismo;
- Incrementare i flussi economici nei settori delle produzioni di
eccellenza (enogastronomici, artigianali, industriali di qualità
e di nicchia);
- Trasformare i residenti in turisti interni, con un conseguente
innalzamento della qualità della vita;
- Generare un progetto d’impresa diffuso sul territorio ispirato
al principio delle pari opportunità e incentrato sul modello
del telelavoro.
- Adesione al progetto
- Firma della convenzione
- Partecipazione finanziaria
- Eventuale interfaccia per le esigenze del territorio Casentino.
- Quindici Comunità Montane del Patto Territoriale
dell’Appennino Centrale allargato.
Possibili partnership:
- Provincie : Pesaro-Urbino, Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena,
Rimini
- Regioni: Marche, Toscana, Umbria, Emilia Romagna
- Gal: Montefeltro leader, Flaminia Cesano, Appennino
Aretino, Valle delle Genti, Eugubino Gualdese, Altra
Romagna
- Associazioni di categoria
- Operatori singoli ed associati
Attuazione del progetto
II progetto prevede un costo di 1500 milioni di cui 31 milioni a
carico della CM, il resto come di seguito:
Mutui con oneri di ammortamento a carico del fondo per la
montagna su progetti selezionati dal CTIM
Fondi provinciali
Fondi regionali
Fondi delle altre CC.MM. partecipanti al progetto.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo economico
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
2001 (prosegue l’intervento già previsto dal piano 1998-2000)
3.3.5. Coordinamento e sviluppo delle attività agricole
quattro anni
Reg. CEE 2081/93 sottoprogramma 1 “misure agricole”
(abrogato): collaudi e rendicontazioni”
Reg. CEE 2078/92 misure agroalimentari (abrogato):
adempimenti connessi agli impegni pluriennali
Reg. CE 950/97 (abrogato):collaudi, rendicontazioni e
istruttoria dei progetti riammessi a seguito del recupero dei fondi
destinati alle zone terremotate
Reg. CE 1221/97 Interventi a favore dell’apicoltura, L.R.
69/95 “Norme per l’esercizio, la tutela e valorizzazione
dell’apicoltura”
Iniziativa comunitaria Leader Plus
L.R. 23/98 Interventi a favore dell’imprenditoria
giovanile
L.R. 76/94 Disciplina delle attività agrituristiche
L.R. n. 1/98 “Aiuti per lo svolgimento di attività di
miglioramento genetico delle specie animali di interesse
zootecnico”
Reg. CE 1257/99, misure 1,5,6,9.5–Sostegno allo
sviluppo rurale-misure agricole
D.C.R. n. 21 del 17/01/01 “Piano di ristrutturazione e
riconversione dei vigneti”
L. 423/98 Interventi per l’adeguamento alla normativa
igienico-sanitaria comunitaria delle aziende di produzione di latte
Varie disposizioni di legge a favore della Piccola
proprietà contadina (PPC)
L.R. 64/95 e L.R. 25/97 “Disciplina degli interventi di
trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone con prevalente
funzione agricola”
L. 157/92, L.R. 3/94 Norme per la protezione della fauna
selvatica e prelievo venatorio
L.R..n. 43/95 “Norme per la gestione dell’anagrafe del
cane, la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del
randagismo”
La finalità generale del piano è la conservazione
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e dell’attività agricola attraverso il miglioramento dell’immagine
sociale e imprenditoriale, perseguendo un’elevazione e
articolazioni:
diversificazione dei redditi aziendali con una tendenza alla
stabilità occupazionale e alla promozione della qualità dei
prodotti. L’aumento dei redditi e delle pluriattività aziendali
avranno comunque una ricaduta positiva sull’indotto degli altri
settori, contribuendo indirettamente al sostegno economico ed
occupazionale del secondario e terziario, oltre a tutelare e cercare
di garantire un presidio sul territorio.
Per la conservazione e il consolidamento delle attività
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici
e risultati attesi:
agricole occorre salvaguardare prioritariamente i terreni agricoli e
pascolivi, prima di tutto evitando la loro messa a riposo per
lunghi periodi con contributi comunitari e quindi non attivando
tali misure contributive nel territorio casentinese. La
conservazione del territorio agricolo-pascolivo rappresenta inoltre
una priorità nelle aree di media e alta montagna dove il
rimboschimento dei terreni abbandonati e l’espansione naturale
del bosco sta causando la scomparsa delle discontinuità nella
copertura boschiva, con diminuzione della biodiversità e
semplificazione dei paesaggi.
La coltivazione agricola e il pascolo devono inoltre
essere tutelati nei confronti dell’eccessiva presenza di ungulatri
(cinghiale, capriolo, cervo, daino) e di una presenza del lupo di
grande importanza naturalistica, ma non compensata da un
supporto alla produzione zootecnica che vada oltre il rimborso
dei danni e interventi di prevenzione mirati ad evitare gli stessi,
mentre gli allevatori dovrebbero essere quanto meno finanziati
per il ruolo fondamentale, anche se involontario, assunto nel
mantenimento di condizioni ideali per tale canide.
Lo sviluppo dell’agricoltura dev’essere strettamente
correlato all’incremento delle attività forestali e degli altri redditi
integrativi
dell’azienda,
con
particolare
riferimento
all’agriturismo, e la produzione dev’essere orientata verso
obiettivi di qualità e tipicità, in modo da ricavare nicchie di
mercato che compensino, tramite prezzi più alti pagati al
produttore, i maggiori costi dovuti ai problemi strutturali delle
zone montane.
L’obiettivo trasversale di tutta l’attività agricola
dev’essere la qualità nella tipicità, allo scopo di mantenere o
conquistare nicchie di mercato in cui il prodotto casentinese
possa avere una commercializzazione per quantità crescenti e
prezzi elevati, per compensare gli svantaggi strutturali della
montagna, di costruire un’immagine complessa e vincente del
territorio casentinese e un’offerta turistica e agrituristica in grado
di attirare turisti fedeli e di livello medio-alto, attratti prima di
tutto dalla storia, dalla cultura e dai paesaggi agro-forestali quali
sintesi del Casentino stesso.
- Sostegno alla zootecnia degli animali da reddito tramite:
- servizio di assistenza zooiatrica, assistenza tecnica in
zooiatria omeopatica e zootecnia biologica;
- servizio di fecondazione naturale e artificiale.
- contributi per l’acquisto di riproduttori selezionati ;
- adeguamento igienico-sanitario delle aziende di
produzione del latte;
- elaborazione dei censimenti zootecnici 2001 e 2004.
- sostegno all’Apicoltura di qualità.
- Promozione dell’agriturismo tramite:
- sostegno agli investimenti, con particolare riguardo al
recupero edilizio e al miglioramento della qualità
dell’offerta;
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
-
-
iniziative per il miglioramento dell’offerta agrituristica,
con particolare riguardo all’aumento della vendita di
prodotti aziendali, all’offerta di pasti in azienda, alla
diffusione nelle aziende di prodotti editoriali e
multimediali sulla storia e sulla cultura agricolo-forestale
locale e alla promozione dei prodotti di qualità tipici del
Casentino, anche per creare un legame con il turista, che
prosegua dopo il soggiorno;
- messa in rete dell’offerta agrituristica ed attività di
promozione e divulgazione anche utilizzando le risorse
dell’iniziativa Leader Plus;
- completamento di strutture di supporto (iniziativa
riportata specificatamente nell’intervento “Promozione
della filiera foresta-ambiente-legno”).
Sostegno alle produzioni agricole tipiche e di qualità e
valorizzazione delle produzioni biologiche del territorio
tramite:
- contributi per il miglioramento della qualità dei prodotti,
delle tecniche di produzione e trasformazione e
dell’ambiente aziendale;
- ricostituzione della filiera produttiva del maiale per la
produzione del tradizionale “prosciutto del Casentino”,
prosecuzione, in collaborazione con la Provincia di
Arezzo, del progetto “Chianina classica delle zone di
origine”, ulteriori iniziative per la promozione dei
prodotti tipici, anche con riferimento alle D.O.P.
“pecorino toscano” e “prosciutto toscano”, sostegno
all’organizzazione dell’offerta dell’albero di Natale del
Casentino e dei prodotti dell’apicoltura, anche attraverso
partecipazione a eventi promozionali;
- ricognizione sul territorio casentinese di varietà o cultivar
vegetali locali a rischio di estinzione al fine del loro
inserimento nei repertori regionali;
- collaborazione con altri Enti pubblici ed associazioni
volta alla valorizzazione ed alla salvaguardia delle razze
animali e delle varietà vegetali autoctone che rischiano la
scomparsa;
- collaborazione con altri Enti pubblici per la salvaguardia
delle professioni rurali;
- prosecuzione dello studio relativo alle coltivazioni
biologiche delle aziende casentinesi volto all’eventuale
costituzione di un’associazione locale per la vendita dei
prodotti.
- messa in rete delle aziende biologiche con relativa offerta
di prodotti su apposito sito collegato a quello della
Comunità Montana del Casentino.
Sostegno allo sviluppo rurale tramite utilizzo di risorse
comunitarie, nazionali e regionali con fondi liquidabili dalla
Comunità Montana:
- completamento della gestione delle misure relative al
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Reg. CEE 2081/93 (misure 1.4, 1.3, 1.2c)
gestione delle misure agroambientali poliennali relative
al Reg. CEE 2078/92;
- gestione e chiusura della azioni previste dal Reg. CE
950/97;
- gestione degli interventi a favore dell’imprenditoria
giovanile previsti dalla L.R. 23/98.
Sostegno allo sviluppo rurale disciplinato dai Regg. CE
1257/99 tramite utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e
regionali con fondi liquidabili dall’AGEA:
- Investimenti nelle aziende agricole;
- Insediamento giovani agricoltori;
- Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali;
- Misure agroambientali;
- Diversificazione delle attività del settore agricolo;
- Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da
disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di
prevenzione.
Sostegno alla viticoltura tramite:
- contributi per ristrutturazione e riconversione dei vigneti.
- collaborazione con il GAL Appennino aretino e l’Istituto
Sperimentale per la Viticoltura sezione di Arezzo per
prove sperimentali di coltivazione e vinificazione;
- censimento delle superfici viticole in Casentino.e relativi
aggiornamenti.
Gestione istruttorie per la concessione di contributi per
l’ampliamento e la costituzione della Piccola Proprietà
Contadina.
Gestione del rilascio del parere agronomico connesso a
interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia in zone a
prevalente funzione agricola.
Supporto alle attività faunistico-venatorie:
- prosecuzione dei monitoraggi faunistici nelle Foreste
Casentinesi allo scopo di controllare la qualità
dell’ambiente e l’evoluzione delle popolazioni di
ungulati e lupo, anche in relazione alla tutela delle
attività agricolo-forestali.
- gestione dell’allevamento di fauna selvatica “I Luoghi”;
- incentivazione e sostegno all’esercizio delle attività
venatorie tramite prosecuzione della convenzione con
l’ATC Casentino, anche per un migliore rapporto con
l’ambiente e le attività agricolo-forestali.
Collaborazione per la definizione della gestione del canile
intercomunale.
Sostegno alla zootecnia degli animali da reddito tramite
attuazione di:
- servizio di assistenza zooiatrica, assistenza tecnica in
zooiatria omeopatica e zootecnia biologica;
- servizio di fecondazione naturale e artificiale;
- contributi per l’acquisto di riproduttori selezionati ;
-
-
-
-
Priorità del 1°
anno:
-
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
-
-
-
contributi per adeguamento alla normativa igineicosanitaria delle aziende di produzione del latte;
- iniziative varie per la promozione della qualità e della
tipicità dei prodotti zootecnici, compreso il
miglioramento funzionale dell’impianto di macellazione
intercomunale con creazione di una linea di
sezionamento carni ed eventuali interventi a sostegno
delle aziende danneggiate dai provvedimenti anti BSE;
- elaborazione del censimento zootecnico 2001.
- sostegno all’Apicoltura di qualità, con particolare
riguardo al nomadismo.
Promozione dell’agriturismo tramite:
- utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali per il
sostegno agli investimenti, con particolare riguardo al
recupero edilizio e al miglioramento della qualità
dell’offerta;
- messa in rete dell’offerta agrituristica su apposito sito
della Comunità Montana;
- progetto di massima per attività di promozione e
divulgazione utilizzando le risorse dell’iniziativa Leader
Plus;
Sostegno alle produzioni agricole tipiche, di qualità e
valorizzazione delle produzioni biologiche del nostro
territorio tramite:
- ricostituzione della filiera produttiva del maiale per la
produzione del prosciutto casentinese tradizionale e
costituzione del relativo “Presidio” Slowfood;
- prosecuzione del progetto “Chianina classica delle zone
di origine”;
- ricognizione sul territorio di varietà o cultivar vegetali
locali a rischio di estinzione;
- collaborazione con altri Enti pubblici ed associazioni
volta alla valorizzazione e alla salvaguardia delle razze
animali e delle varietà vegetali autoctone che rischiano la
scomparsa;
- prosecuzione dello studio relativo alle coltivazioni
biologiche delle aziende casentinesi e promozione
dell’eventuale costituzione di un’associazione locale per
la vendita dei prodotti;
- messa in rete delle aziende biologiche con relativa offerta
di prodotti.
Sostegno allo sviluppo rurale tramite utilizzo di risorse
comunitarie, nazionali e regionali con fondi relativi a
Regolamenti abrogati (code di completamento) e al Reg. CE
1257/99, misure attivate per:
- investimenti nelle aziende agricole;
- insediamento giovani agricoltori;
- diversificazione delle attività del settore agricolo.
- Redazione del Piano Locale di Sviluppo Rurale in tempi
utili per l’applicazione con l’annualità 2001-2002.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Sostegno alla viticoltura tramite:
- contributi per ristrutturazione e riconversione di circa Ha
10 di vigneti.
- avvio della collaborazione con il GAL e l’Istituto
Sperimentale di Viticoltura per prove sperimentali;
- censimento delle superfici viticole in Casentino anno
2001;
- informazione alle aziende sulle misure di trasformazione
e commercializzazione del Reg. CE n.1257/99 (non
gestite dalla Comunità montana) allo scopo di
promuovere l’imbottigliamento di Chianti prodotto da
aziende facenti parte della Comunità montana del
Casentino (zone di Subbiano e Capolona);
- Sostegno alle attività faunistico-venatorie:
- prosecuzione dei monitoraggi faunistici nelle Foreste
Casentinesi;
- gestione dell’allevamento di fauna selvatica “I Luoghi”;
- prosecuzione della convenzione con l’ATC Casentino per
il sostegno all’esercizio delle attività venatorie e un loro
migliore rapporto con l’ambiente e le attività agricoloforestali.
- Ipotesi di gestione del Canile intercomunale in corso di
costruzione.
Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni del
Casentino, G.A.L. Appennino Aretino, A.T.C. Casentino,
C.C.I.A.A., A.R.S.I.A., A.P.A.A., A.U.S.L 8, Ente parco
nazionale delle Foreste Casentinesi, Banca regionale del
germoplasma, Organizzazioni senza fini di lucro di seed-savers
(salvatori di seme), ARCI-Gola Slow food, Associazione
Agricoltori Custodi, Associazione Fagiolo Zolfino, Associazioni
di categoria, ordini professionali, associazioni culturali,
ambientali e venatorie, Istituto Sperimentale per la Viticoltura
sezione di Arezzo.
Vedi finalità riportate sopra.
-
Sostegno alla zootecnia: £. 144.541.000 per ogni anno
Reg. CEE 2081/93: £. 593.785.955 (residui)
Reg. CEE 950/97 (ex 2328/91): £. 902.518.199 (residui)
Reg. CEE 950/97 – recupero fondi destinati a zone
terremotate: £. 566.133.405
Reg. CEE 2078/92: £. 1.073.900.000
Reg. CEE 1257/99 (Piano di sviluppo rurale): £. 606.324.000
1° anno
Reg. CEE 1493/99 Viticoltura: £. 146.254.087
Reg. CEE 1221/97 Apicoltura: £. 60.000.000
L. 423/98 – Strutt. Attr. produzione latte: £. 57.838.000
(residui)
L.R. 23/98 Imprenditoria giovanile: £. 250.000.000
Sostegno alle attività faunistico venatorie: £. 280.750.000
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
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Strategia/azione:
Intervento:
Anno inizio
Intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Interventi in campo economico
3.3.6. Promozione della filiera foresta-ambiente-legno
2001 (prosegue l’intervento già previsto dal piano 1998-2000)
quattro anni
L. n.97/94; L.R. n.9/97; L.R. n.16/99; L.R. n.39/00; Regolamento
CE n.1257/99 mis.8 “Sostegno allo sviluppo rurale-misure
forestali”; Regolamento CEE n.2081/93, sottoprogramma 2
“mis.forestali”; Regolamento CEE n.867/90; Iniziativa
comunitaria LIFE Natura 2000; Iniziativa comunitaria Leader
Plus; L.R. n.56/00; L. 157/92, L.R. 3/94;
L’indirizzo alla base dell’intervento è la piena
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e valorizzazione del vasto patrimonio forestale casentinese (circa
Ha 48.000, oltre il 60% della superficie agricolo-forestale) in un
articolazioni:
contesto di selvicoltura e di organizzazione aziendale evoluto e
ad alta sostenibilità. Le risorse alla base dell’intervento sono
costituite, oltre che dalla quantità e qualità delle superfici boscate,
dall’esistenza di un’antica e ancora radicata capacità
professionale forestale, di un importante sistema di prima e
seconda trasformazione del legno e della gestione da parte della
Comunità montana di Ha 11.823 di superfici quasi
completamente boscate appartenenti al patrimonio agricoloforestale regionale e, per Ha 203, alla foresta della Verna in
gestione convenzionata.
L’intervento, nell’ambito di un complessivo progetto di
economia sostenibile, è finalizzato al rafforzamento della filiera e
in particolare a:
- migliorare la qualità della selvicoltura applicata dagli
operatori privati, con particolare riguardo al miglioramento
delle formazioni forestali, all’adozione di tecniche di
coltivazione con maggiore sostenibilità ambientale,
all’ottimizzazione dei fattori produttivi e alla capacità
professionale e imprenditoriale degli operatori;
- aumentare la produzione legnosa locale attraverso l’aumento
della superficie dei boschi regolarmente coltivati;
- valorizzare la produzione legnosa locale, anche attraverso
sperimentazione di filiere di prima e seconda trasformazione
del legno;
- qualificare la selvicoltura e stabilizzare le produzioni legnose
attraverso l’estensione della pianificazione forestale
particolareggiata;
- utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale, e in
particolare il complesso Foreste Casentinesi in quanto a
maggior grado di evoluzione, quale modello di gestione
sostenibile fortemente correlato alla residenza e alle
economie locali, creando la massima sinergia fra
amministrazione diretta, imprese cooperative e altre imprese
iscritte nell’albo di cui all’art.13 della L.R. n.39/00, imprese
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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di utilizzazione e trasformazione boschiva;
utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale quale
sede privilegiata per la formazione e l’aggiornamento
professionale di settore e per la sperimentazione di modelli
selvicolturali a maggiore grado di sostenibilità e di sistemi
evoluti di lavorazione del legno;
- riaccorpare, promuovendo apposite iniziative anche in sede
legislativa nazionale, all’interno della Comunità montana del
Casentino, quale ente delegato ai sensi della L.R. n.39/00,
tutte le gestioni pubbliche forestali e assimilabili presenti nel
territorio, con particolare riguardo alle riserve naturali in
gestione all’ex-Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e
alla gestione del verde pubblico e delle alberature stradali;
- consolidare, attraverso lo sviluppo delle attività forestali e di
quelle connesse, la residenza nelle aree montane, con
particolare riguardo al blocco della migrazione verso il
fondovalle e all’avvio di un processo inverso, anche per
mantenere nei piccoli centri in quota le condizioni ideali per
lo sviluppo di attività complementari (turismo, commercio,
artigianato, servizi);
- diffondere la cultura forestale, con particolare riguardo alla
tradizione camaldolese, allo spirito francescano della Verna e
alle grandi gestioni pubbliche, ripristinando la corretta
conoscenza del rapporto tra bosco, selvicoltura ed economie
sostenibili, con particolare attenzione alla scuola e alle
giovani generazioni che vogliono inserirsi nel mercato del
lavoro;
- utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale quale
supporto alla pluriattività e a un sistema economico
complesso, con particolare riguardo al turismo, sia
valorizzando le strutture esistenti (edifici, rifugi, campeggi,
aree di sosta, sistemi escursionistici), sia coinvolgendo i
capitali privati tramite alienazione di immobili non utili alla
gestione, ottenendo proventi da reinvestire nel patrimonio
regionale e iniziative imprenditoriali con positiva ricaduta sul
sistema economico locale sia nella fase di investimento per
recupero sia nella fase successiva di utilizzo per fini ricettivi,
agricolo-zootecnici e residenziali;
- utilizzare il patrimonio regionale, assieme a tutto il paesaggio
agricolo-forestale, quale immagine caratterizzante del
turismo casentinese, con azioni specifiche di promozione
culturale finalizzate all’arricchimento di tale immagine.
L’intervento ha lo scopo di contribuire all’aumento della
complessità del sistema economico-sociale-ambientale del
Casentino, in quanto complessità è sinonimo di stabilità sia
ecologica che economica. La creazione di nuove attività e
l'aumento qualitativo e quantitativo di quelle esistenti, all’interno
di un quadro esemplare di sostenibilità ambientale, contribuirà a
rendere ancora più concreto quell’obiettivo, che è anche un
modello di vita, del “Casentino come risorsa”, parola d’ordine
-
Obbiettivi specifici
e risultati attesi:
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che ha animato il piano di sviluppo 1998-2000 e che resta alla
base della filosofia di questo piano. Più in particolare, si
attendono i seguenti risultati:
- creazione di un sistema informativo sui boschi privati che
renda possibile la conoscenza delle risorse, dei limiti tecnici e
strutturali, delle opportunità e soluzioni gestionali, delle
misure di alleggerimento burocratico e che costituisca il
supporto operativo di professionisti, aziende, imprese e
proprietari;
- coinvolgimento nella gestione selvicolturale di un numero
maggiore di soggetti, con particolare riguardo ai privati
(cooperative di lavoro e di servizi agricolo-forestali, altre
aziende agricolo-forestali, imprese boschive, proprietari
forestali);
- coinvolgimento delle Amministrazioni comunali e della
Provincia in una gestione di qualità del verde pubblico e delle
alberature stradali, anche utilizzando i sistemi di cui all’art.17
comma 1 e 2 della L. n.97/94, tramite costituzione di
apposito servizio associato;
- massima estensione della superficie forestale regolarmente
coltivata, escluse le aree che presentano particolari vincoli
ambientali, limiti non eliminabili o necessità di periodi di
invecchiamento a scopo miglioratorio;
- estensione dei piani particolareggiati forestali (piani di
assestamento) a tutte le aziende e proprietà forestali con oltre
Ha 100 di bosco;
- creazione, presso la sede formativa di Casanova di Badia
Prataglia, di un centro formativo forestale di dimensione
regionale destinato alla formazione e aggiornamento di
operai, caposquadra, quadri, tecnici, dirigenti, imprenditori
forestali, sia pubblici che privati;
- attivazione di un protocollo d’intesa Regione-A.R.S.I.A.Comunità montana per la sperimentazione di tecniche di
valorizzazione del legno e certificazione dei relativi processi
produttivi, con utilizzo allo scopo della segheria regionale di
Pianacci e di imprenditori locali;
- attivazione di un protocollo d’intesa Provincia-Comune di
Chitignano-Comunità montana per la creazione nel
complesso Alpe di Catenaia, in collaborazione con la
Regione e le Università di Pisa, Sassari e Lione, di un centro
studi delle Oasi faunistico-venatorie della provincia di
Arezzo, anche allo scopo di approfondire la conoscenza delle
relazioni fauna-foresta;
- attivazione, insieme al Comune di Poppi e ad altri soggetti
pubblici e privati, dell’Osservatorio Naturalistico delle
Foreste Casentinesi di Moggiona, quale struttura a supporto
della gestione e della conoscenza del territorio casentinese e
limitrofo;
- qualificazione ambientale degli interventi selvicolturali anche
tramite rapporti con l’Università di Firenze ed altre
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-
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-
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-
-
-
Università e Istituti sperimentali e scolastici;
utilizzo del patrimonio agricolo-forestale regionale quale
esempio e supporto per la filiera foresta-ambiente-legno, con
consolidamento della gestione in amministrazione diretta,
sviluppo di quella tramite cooperative convenzionate e
affidamento a imprese iscritte nell’albo delle imprese
forestali, incremento delle vendite in piedi a favore di
imprese boschive e di prima trasformazione;
aumento della percentuale di realizzazione dei piani degli
interventi per la gestione dei complessi forestali regionali,
con particolare riguardo alle Foreste Casentinesi e alla
rimodulazione delle prescrizioni provvisorie imposte
dall’Ente parco, anche allo scopo di dare un contributo
positivo alla definizione del piano del parco;
collaborazione con l’Ente parco delle Foreste Casentinesi per
realizzazione di interventi di miglioramento ambientale e
forestale e di adeguamento e manutenzione dei percorsi
escursionistici e delle strutture collegate (rifugi, aree di sosta,
tettoie per cavalli);
rafforzamento della gestione del patrimonio regionale, grazie
a miglioramenti organizzativi, investimenti strutturali,
acquisti di terreni, acquisizione dei beni ex A.S.F.D.,
alienazione di beni non utili e idonei a investimenti da parte
di soggetti privati;
prosecuzione e incremento del ricorso agli affidamenti a
coltivatori diretti e cooperative ai sensi dell’art.17 comma 1 e
2 della L. n.97/94, utilizzando in particolare le risorse per la
gestione del patrimonio regionale;
costituzione di uno stretto legame fra Casentinesi e foreste,
ritessendo la trama della conoscenza delle modalità di
gestione del territorio forestale e degli stretti legami fra
selvicoltura, legno, economie sostenibili, riduzione
dell’effetto serra e dell’importazione di legno proveniente da
foreste primarie;
restituzione alla professione forestale e in particolare a quella
di operaio della massima dignità sociale, qualificandola come
essenziale per la tutela dell’ambiente, dell’occupazione, della
cultura locale, delle economie montane e per la prevenzione
dei dissesti a fondovalle;
sostegno allo sviluppo turistico tramite completamento della
rete di rifugi escursionistici, case-albergo, campeggi, rifugi,
aree di sosta e punti sosta per equiturismo, con utilizzo
plurimo delle strutture a libera disposizione dei visitatori
(rifugi per operai forestali e operatori agricolo-zootecnici);
salvaguardia di particolari formazioni di grande valore
culturale e paesaggistico, con particolare riguardo alle abetine
pure delle Foreste Casentinesi trattate a taglio raso, alla
fustaia di abete e latifoglie della Verna trattata con taglio a
scelta, alle praterie di crinale e ai pascoli e seminativi inclusi
nel bosco, anche allo scopo di sostenere la biodiversità
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-
-
-
Priorità del 1°
anno:
-
-
-
-
-
tramite la regolare coltivazione e il pascolamento;
recupero e documentazione di emergenze storico-culturali di
grande rilievo situate all’interno del patrimonio agricoloforestale regionale (Badia Santa Trinita e edifici annessi,
scavo archeologico e ricostituzione del Lago degli Idoli etc.)
e della foresta della Verna (Casa dell’Ortolano, orto botanico,
archivio naturalistico della Verna;
miglioramento della gestione della foresta della Verna, in
continuità con la tradizione francescana, grazie al
completamento del piano di gestione e alla ripresa dei tagli a
scelta per la coltivazione e rinnovazione del bosco misto
disetaneo;
potenziamento del servizio antincendi boschivi con
particolare riguardo al completamento del sistema di laghetti
per attingimento e di viali antincendio necessari per l’arrivo
delle squadre di terra e per la sicurezza degli operatori;
Completamento della carta forestale informatizzata del
Casentino e delle applicazioni connesse studiate quale
supporto di base per la promozione della selvicoltura privata,
con presentazione dei risultati agli imprenditori locali e in un
convegno nazionale;
Applicazione della misura 8.2 (pubblica e privata) del
Regolamento CE n.1257/99 e individuazione delle priorità da
inserire nel Piano Locale di Sviluppo Rurale per renderle
coerenti, a partire dall’annata 2001-2002, con il presente
piano;
Studio di fattibilità e azioni per l’attivazione, in
collaborazione con la Regione e la Provincia, del centro di
formazione forestale di Casanova di Badia Prataglia;
attivazione di un procollo d’intesa Regione-A.R.S.I.A.Comunità montana per la sperimentazione di tecniche di
valorizzazione del legno locale trasformato, con utilizzo allo
scopo della segheria regionale di Pianacci, tramite
concessione d’uso a imprenditori locali cofinanziatori di un
progetto di sperimentazione per la costruzione di pannelli
stradali antirumore e barriere di sicurezza in legno di
castagno;
attivazione di un protocollo d’intesa Provincia-Comune di
Chitignano-Comunità montana per la creazione nel
complesso Alpe di Catenaia, d’intesa con la Regione e Istituti
Universitari, di un centro studi sulle Oasi faunistico-venatorie
della provincia di Arezzo, con concessione d’uso del
complesso Stabbi alla Provincia di Arezzo, avvio del
miglioramento edilizio dei fabbricati, ripristino della viabilità
di servizio e realizzazione di interventi funzionali all’attività
del centro (recinti di cattura etc.);
definizione dei criteri di gestione, insieme al Comune di
Poppi e ad altri soggetti pubblici e privati, dell’Osservatorio
Naturalistico delle Foreste Casentinesi a Moggiona e
presentazione dei risultati del progetto di fattibilità finanziato
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con l’iniziativa Leader II;
completamento dei piani particolareggiati forestali del
complesso Pratomagno e della Verna;
aumento della percentuale di attuazione dei piani degli
interventi dei complessi regionali, con particolare riguardo
alle Foreste Casentinesi, dove a causa del ritardato inizio
degli interventi di realizzazione del piano è pari solo al
48,9%; l’obiettivo 2001 per tale complesso è il 100% degli
interventi previsti e un aumento della media di realizzazione
attorno al 55%; per l’Alpe di Catenaia, dove il tasso di
realizzazione è il 68% nonostante gli operai dipendenti siano
la metà di quelli delle Foreste Casentinesi, l’obiettivo è
aumentare la media al 75-80%; per il Pratomagno, il cui
piano di gestione sarà concluso entro l’anno, l’obiettivo è
realizzare una serie di viabilità d’esbosco allo scopo di
costruire le premesse per una piena attuazione del piano degli
interventi;
aumento delle vendite di legno in piedi a imprese boschive e
di prima trasformazione, anche tramite alleggerimento delle
procedure con adozione dei sistemi commerciali correnti;
prosecuzione e incremento del ricorso agli affidamenti a
coltivatori diretti e cooperative ai sensi dell’art.17 comma 1 e
2 della L. n.97/94, con particolare riguardo alle cooperative
convenzionate ai sensi della stessa legge (Agriforest e
D.R.E.AM. Italia);
consolidamento della manodopera forestale impiegata nella
gestione del patrimonio regionale e degli interventi di
sistemazione idraulico-forestale di cui alla L.R. n.39/00, con
salvaguardia delle unità dipendenti al 31/12/00 (60 operai
forestali e 3 impiegati forestali);
realizzazione del recupero, su progetto e finanziamento
dell’Ente parco, di un’ulteriore porzione del castagneto da
frutto di Montalto;
realizzazione, previa collaborazione con l’Ente parco, del
recupero delle praterie di Montelleri con successiva
concessione d’uso per pascolo a imprenditore zootecnico;
avvio del recupero a fini ambientali e zootecnici delle
praterie del Pratomagno (progetto Life Natura 2000) e di
pascoli e seminativi all’interno del patrimonio regionale
(Vitareta, Giona, Alpe di Catenaia) in particolare tramite
investimenti da parte dei concessionari imprenditori
zootecnici;
progetto di fattibilità per l’acquisizione al patrimonio
regionale, tramite i fondi della L.R. n.9/97, delle praterie del
Pratomagno situate fra l’area settentrionale del demanio
(Folunga) e Secchieta, anche allo scopo di recuperare tutto
l’ambiente delle praterie a fini ambientali, paesaggistici e per
uso zootecnico;
collaborazione con l’Ente parco e le autonomie locali per la
messa a punto e la ricerca di risorse per il finanziamento di
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un progetto A.P.E. (Appenino Parco d’Europa) nel territorio
del Casentino, suddiviso in cinque sottoprogetti: recupero e
adeguamento del rifugio dell’Oia, recupero ambientale delle
strade di servizio Cotolaio-Fossatone e MontemezzanoCapanno Maremmana, ampliamento del recupero del
castagneto da frutto di Montalto, rinaturalizzazione degli
impianti monospecifici di pino nero, ripristino di pascoli e
spazi aperti (quest’ultimo quale cofinanziamento del progetto
Life Natura 2000 sopra riportato);
completamento dell’area di sosta e costruzione del rifugio di
Fonte del Duca (Pratomagno);
completamento del progetto “Ippovia”;
miglioramento e costruzione di strutture appartenenti al
patrimonio regionale (campeggio Camaldoli, stalla in legno
di Terre Rosse), compreso l’edificio per i servizi di
manutenzione presso la segheria di Pianacci, con
localizzazione della sede del C.O.M. e dell’archivio della
Comunità montana previo accordo con la Regione;
completamento e concessione alle associazioni agrituristiche
di strutture appartenenti al patrimonio regionale recuperate
con la misura 1.4 (agriturismo) del Regolamento CEE
n.2081/93 (Casanova della Vita Mayer-Stia e Casina
dell’Alpe);
completamento del 1° programma di alienazione dei beni
appartenenti al patrimonio regionale non più utili alla
gestione, con perfezionamento dei residui contratti di vendita;
attivazione del 2° programma di alienazione dei beni
appartenenti al patrimonio regionale non più utili alla
gestione, con proventi previsti in £ 3.000.000.000 e
individuazione degli immobili da vendere secondo i seguenti
criteri e a condizione che non creino problemi alla gestione:
immobili non in grado di fornire redditi adeguati, se non a
seguito di investimenti non sostenibili dalla gestione;
immobili comunque utilizzabili solo a fini privati; resedi di
abitazioni con particolare riguardo all’area di Badia Prataglia;
porzioni di terreni staccate dai corpi demaniali ed esterne alle
aree di ampliamento degli stessi; terreni agricoli o pascolivi
situati sui margini esterni della proprietà regionale;
prosecuzione della gestione convenzionata della foresta della
Verna, con particolare riguardo alla gestione selvicolturale, al
completamento del recupero della Casa dell’Ortolano, alla
prosecuzione dell’impianto dell’orto botanico della Verna, al
mantenimento e miglioramento di percorsi escursionistici e
aree di sosta, alla -prosecuzione della collazione di dati nei
cinque subarchivi dell’archivio naturalistico della Verna,
all’ulteriore arricchimento dell’erbario;
ipotesi di fattibilità di un convegno nazionale sulla foresta e
l’ambiente della Verna da programmare per la fine del 2002,
anche allo scopo di presentare i risultati conseguiti grazie alla
convenzione con la Provincia Toscana di San Francesco
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Stimmatizzato e di stimolare studiosi e ricercatori a produrre
nuovi lavori sugli aspetti ambientali della Verna;
pubblicazione di poster sul rapporto tra Camaldolesi e foresta
e Francescani e foresta della Verna allo scopo di diffondere la
conoscenza di tradizioni forestali e culturali casentinesi;
ipotesi di fattibilità per il recupero ad uso pararicettivo della
casa colonica della Badia Santa Trinita e per lo scavo
archeologico definitivo e la ricostituzione del Lago degli
Idoli tramite impermeabilizzazione e riempimento;
miglioramento organizzativo del servizio antincendi boschivi,
in particolare attraverso il completamento del sistema di
laghetti per attingimento e la costruzione e adeguamento di
viali antincendio a scopo di consentire in sicurezza l’accesso
degli operatori a terra, con particolare riguardo al
competamento del tratto di strada forestale in località
Fossatone e al servizio dell’area con boschi ad elevato rischio
di incendio di Metà d’Olmo, località entrambe situate
all’interno del parco nazionale;
prosecuzione della convenzione con l’Istituto Sperimentale
per la Selvicoltura di Arezzo per la gestione di parcelle
sperimentali nel patrimonio regionale e per rilievi nella
foresta della Verna;
prosecuzione della convenzione con l’Università degli Studi
di Firenze per lo svolgimento di tirocinio pratico-applicativo
prelaurea;
prosecuzione della collaborazione con l’I.P.S.I.A. di Pieve
Santo Stefano per lo svolgimento di tirocinio praticoapplicativo da parte degli studenti prima dell’esame di stato
per agrotecnico;
prosecuzione dei rapporti di collaborazione con l’Università
degli Studi di Firenze, in particolare per sperimentazione e
ricerche relative alla selvicoltura, alle utilizzazioni forestali e
al rapporto fauna-foresta, anche tramite collaborazione a tesi
di laurea e di dottorato;
collaborazione con la C.C.I.A.A. di Arezzo e l’Associazione
Mecenate 90 per la messa a punto del Piano Integrato d’area
per lo sviluppo turistico-culturale della provincia di Arezzo,
in particolare atttraverso il progetto “Allestimento percorsi
escursionistici e recupero rifugi” che prevede i seguenti sei
subprogetti: percorsi di collegamento tra parco nazionale e
località turistiche limitrofe, allestimento di percorsi principali
e itinerari complementari, recupero dell’edificio di Casa
Taverni (Subbiano) per destinazione a rifugio escursionistico,
recupero del rifugio Buiti (Castel San Niccolò) per
destinazione a bivacco, recupero della colonica di Badia
Santa Trinita (Talla) per destinazione a rifugio
escursionistico, recupero del rifugio Casetta del Conforto
(Talla) per destinazione a bivacco;
collaborazione e accordi con soggetti terzi per il recupero di
rifugi ed emergenze specifiche, con particolare riguardo alla
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Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Chiesa e al rifugio della Maestà di Montalto della parrocchia
di Papiano di Stia.
Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni del
Casentino, Comune di Firenze (per la foresta della Verna),
G.A.L. Appennino Aretino,
Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi,
Coordinamento provinciale del C.F.S., C.T.A.-C.F.S. del parco
nazionale, C.C.I.A.A. di Arezzo, Associazione Mecenate 90,
cooperative forestali di lavoro e di servizi, imprese di
utilizzazione boschiva, imprese di trasformazione del legno,
aziende agricolo-forestali, proprietari forestali, Università degli
studi di Firenze, A.R.S.I.A., Istituto Sperimentale per la
Selvicoltura di Arezzo, I.P.S.I.A. di Pieve Santo Stefano,
Soprintendenza alle antichità della Toscana, Gruppo
Archeologico del Casentino, Soprintendenza ai Beni Ambientali
di Arezzo, riviste specializzate di settore, OO.SS. forestali,
associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni
culturali, ambientali e venatorie
Vedi le finalità illustrate sopra.
-
gestione del patrimonio regionale: £ 2.540.000.000 per ogni
anno
gestione della foresta della Verna: £ 50.000.000 per ogni
anno
convenzioni art.17 co.2° L. n.97/94 e albo delle imprese
forestali: 1° anno = £ 560.000.000
progettaz. e costruz. a Pianacci primo lotto edificio
manutenzione: 1° anno = £ 611.000.000 (residui)
edificio manut.+altri investimenti L.R. n.9/97: £
2.000.000.000 per il quadriennio
acquisto praterie del Pratomagno L.R. n.9/97: £. 600.000.000
per il quadriennio
proventi da alienazioni ai sensi L.R. n.9/97 £ 3.000.000.000
per il quadriennio
promozione della coltivazione dei boschi privati-Leader II: 1°
anno £ 230.000.000 (residui)
promoz.coltivazione boschi privati: £. 300.000.000 per il
quadriennio
naturalizzaz.boschi a fini selvicolturali £. 300.000.000 per il
quadriennio
recupero castagneto di Montalto: 1° anno = £ 40.000.000
(residui)
stalla in legno di Terre Rosse: 1° stralcio e 1° anno = £
90.000.000 (residui)
completamento stalla in legno di Terre Rosse: triennio
2002/04 = £ 80.000.000
progetto Ippovia: 1° anno = £ 235.000.000 (residui)
completamento area di sosta e rifugio di Fonte del Duca: 1°
anno £ 157.000.000 (residui)
studio di fattibilità dell’Osservatorio naturalistico: 1° anno
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-
£ 42.000.000 (residui)
completamento piano di gestione del complesso Pratomagno:
1° anno = £ 52.000.000 (residui)
redazione del piano di gestione della foresta della Verna: 1°
anno £ 58.000.000 (residui)
gestione Reg. CEE n.2081/93 misura 2.2: 1° anno = £
114.200.000
gestione Reg.CEE n.2080/92: 1° anno = £ 2.712.010.000
applicazione Reg.1257/99 misura 8.2: 1° anno = £
200.000.000
investimento nel centro studi faunistici di Stabbi (Provincia):
£ 200.000.000
Life Natura 2000 praterie Pratomagno: quadriennio 2001/04
50% di £ 1.300.000.000
miglior.pascolo e integrazione con bosco: £ 500.000.000 per
il quadriennio
scavo definitivo e ripristino lago degli Idoli: £ 500.000.000
per il quadriennio
organizzaz.servizio associato verde pubblico: £ 500.000.000
per il quadriennio
progetto A.P.E.: quadriennio 2001/04 50% di £
2.110.000.000
Percorsi escursionistici e recupero rifugi: quadriennio
2001/04
£ 1.872.000.000
3.4. INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ CULTURALI, SOCIALI E
DELL’ISTRUZIONE
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo culturale e sociale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.4.1. Le attività culturali
quattro anni
La Comunità montana, da sempre consapevole
dell'identità culturale, storica e civile del proprio territorio è
orientata alla promozione di interventi ed eventi nel settore della
cultura per la conservazione, la valorizzazione e la diffusione
delle peculiarità culturali del Casentino.
Tutte le attività che intendiamo intraprendere o
incentivare o a cui intendiamo partecipare nel corso del
quadriennio si devono caratterizzare - oltrechè per il recupero e
la valorizzazione degli aspetti di maggior rilievo del nostro
cospicuo patrimonio culturale – anche per il tentativo più o meno
ampio di superare le frammentazioni che contraddistinguono le
numerosissime – e spesso anche qualificate - iniziative del
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settore, e di sviluppare organicità e sinergie per:
- una utilizzazione più efficace delle risorse pubbliche e
private investite nella cultura,
- una qualificazione particolare del prodotto, delle
iniziative,
- una migliore fruizione e circolazione locale del
patrimonio, dei beni culturali e delle tradizioni che
contraddistinguono la nostra valle ma anche della cultura
in senso lato nel suo complesso, al fine di contribuire
decisamente ai processi di crescita culturale della
popolazione;
- la possibilità di potenziare la funzione turistica della
cultura, degli eventi prodotti, delle strutture culturali, in
modo da creare anche spazi e occasioni per nuove forme
di occupazione nella cd. industria culturale;
- una migliore e più qualificata interazione tra la
valorizzazione dei nostri beni culturali e delle tradizioni
locali con le politiche di sviluppo, dell'agriturismo, del
turismo culturale e naturalistico, concorrendo così alla
vitalità della realtà casentinese e a far acquisire visibilità
al nostro patrimonio culturale.
In tal senso ribadiamo l'intenzione di attivare forme di
concertazione e coordinamento sia tra i soggetti pubblici che nei
confronti di quelli privati, quali le associazioni, le fondazioni, i
gruppi e circoli culturali. In particolare riteniamo sia di estrema
importanza, al fine di razionalizzare l'offerta culturale casentinese
e permettere da farle esprimere tutto il suo potenziale, attuare un
vero proprio coordinamento con le amministrazioni comunali in
modo - attraverso il coordinamento degli assessori alla cultura da sviluppare insieme la programmazione culturale e interagire
per la realizzazione di un vero e proprio sistema culturale
casentinese.
Tra le attività da realizzare nel settore culturale per il
prossimo ciclo di programmazione, oltre a quanto riportato nella
scheda specifica relativa al Cred e alle iniziative culturali ad esso
connesse, vi sono in particolare le seguenti, tra cui anche
interventi tradizionali e già collaudati:
- Spettacoli estivi direttamente organizzati nei principali siti
storico architettonici quali pievi, castelli dei vari paesi del
Casentino. In particolare tali manifestazioni, incentrate su
una serie di spettacoli musicali di alta qualità realizzati in
contesti e spazi particolarmente prestigiosi e suggestivi e
riuniti sotto la denominazione di “Pievi e Castelli in Musica”,
sono ormai consolidati ad alto livello qualitativo sia sotto il
profilo della produzione culturale che sotto la capacità di
costituire evento e costituiscono orami l'asse portante della
stagione culturale estiva casentinese. Naturalmente
l'iniziativa verrà sostenuta, incrementata e migliorata in tutti i
suoi aspetti, puntando in particolare a garantire ogni stagione
un evento clou di particolare rilevanza, dalle caratteristiche
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-
culturali e di spettacolo adeguate alle peculiarità
dell'ambiente che lo ospita (La Verna, Romena). Questi
appuntamenti si associano alla rassegna del “Cinema sotto le
stelle” per formare un cartellone che va a coinvolgere l’intera
vallata in una serie di eventi di richiamo per l’intera stagione
estiva.
In linea con la politica regionale intendiamo partecipare
direttamente ai cd "sistemi a rete" relativi alle varie strutture
culturali, in particolare:
- Al sistema bibliotecario sia direttamente con l'archivio
multimediale del Cred già inserito nel circuito (e che ci
proponiamo di renderlo fruibile all'utenza scolastica e
non tramite l'attivazione di un servizio di prestito) sia
collaborando con le biblioteche casentinesi al fine di
favorirne la completa messa in rete (anche utilizzando in
tal senso lo strumento tecnologico di RCC);
- al sistema museale sia favorendone la partecipazione da
parte di tutte le strutture museali, anche private; sia
partecipandovi direttamente con l'Ecomuseo del
Casentino che intendiamo completare ma anche rivedere
e qualificare, verificandone i contenuti culturali e la
funzione, in generale e dei singoli siti attivati, puntando
su quelli che risultano maggiormente qualificati anche in
base ai risultati di fruizione dell'utenza e su quelli
fortemente radicati nel territorio, in grado di attivare
forme di gestioni locali che, coinvolgendo le associazioni
culturali e la popolazione locale, garantiscano capacità di
autosostenersi e di mantenere forte e vitale il legame con
le tradizioni locali che ne hanno determinato la
costituzione.
Valorizzare e recuperare non solo culturalmente ma anche
turisticamente, il nostro patrimonio culturale nelle sue
emergenze di maggior rilievo, in particolare quelle connesse
al periodo storico più importante per il Casentino, il
Medioevo; mediante l'obbiettivo finale di realizzare una
documentazione di alto livello, un vero e proprio museo
itinerante che permetta di superare la frammentazione attuale
che rende limitata la fruizione di tale patrimonio e non
permette di esprimere il suo potenziale di attrattiva turisticoculturale di rilievo. Obbiettivo da perseguire nel quadriennio
attraverso un percorso scandito da eventi culturali annuali di
rilievo legati a tale patrimonio, e alle nostre tradizioni
culturali, in grado non solo di costituire evento ma anche di
produrre documentazione e materiale per la valorizzazione,
conoscenza e tutela dei beni culturali;
Concorrere insieme agli altri soggetti che operano nella
cultura a realizzare eventi annuali di grande rilievo culturale,
nel quadro delle iniziative dei comuni e delle istituzioni di
maggior livello; eventi che costituiscano il filo conduttore e
catalizzatore della stagione culturale interessata, in grado
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-
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-
-
-
anche di sviluppare collateralmente iniziative sinergiche e di
incidere decisamente nella tutela, valorizzazione e recupero
dei nostri beni culturali
Favorire la realizzazione di spettacoli teatrali organizzati per
le scuole dell’obbligo ad integrazione di attività didattiche già
intraprese, con lo scopo di far conoscere ed apprezzare
l’attività di compagnie locali che operano da anni con
successo nel settore e concorrere alla erogazione di servizi di
base indirizzati alla formazione del pubblico giovanile;
Continuare nella collaborazione con l'Ente Parco per
assicurare continuità all'attività convegnistica, in particolare
agli studi per la valorizzazione di due aspetti peculiari del
nostro territorio, quelli collegati alla Religione e all'Ambiente.
La presenza di due centri religiosi di fama mondiale quali
Camaldoli e La Verna e di un’area protetta con rilevanti
emergenze naturalistiche, fanno sì che il Casentino sia la sede
ottimale per trattare tali tematismi. Si tratta di riqualificare e
far riacquisire lo spessore culturale iniziale agli appuntamenti
congressuali ed alle manifestazioni collaterali organizzate in
occasione delle giornate di Religione e Ambiente.
Prosecuzione - in collaborazione con le scuole nell'esperienza positiva ormai pluriennale di organizzazione
di concorsi e giornate su particolari temi di educazione
ambientale e sociali, affrontando in particolare tematismi
ambientali di grande attualità. Tali azioni saranno
concretizzate in particolare con l’organizzazione annuale
della “Giornata Verde” quale momento di pubblicizzazione
e divulgazione finale e con l’attivazione dei laboratori
didattici nell’ambito del progetto Ecomuseo.
Ci proponiamo altresì di coinvolgere tutti gli Enti e le
Associazioni Casentinesi che si occupano di educazione
ambientale anche tramite l’organizzazione di eventi
collaterali utili a sensibilizzare soprattutto i giovani verso tali
importanti problematiche.
Inoltre sono previste azioni di sostegno sotto forma di
contributi e patrocini ad Enti e Associazioni casentinesi per il
sostegno della loro attività e per l'organizzazione di eventi
storico-culturali promossi in occasione di particolari eventi e
ricorrenze. La priorità deve essere data a quelle Associazioni
e manifestazioni già consolidate, che valorizzano la cultura e
le tradizioni culturali locali ed eventi di particolare rilievo
legati a personaggi e ricorrenze storiche che hanno
interessato e caratterizzato la nostra vallata.
Ad integrazione delle sopra citate attività di valorizzazione
delle tradizioni storico culturali, il nostro Ente intende
proseguire le azioni rivolte a diffondere anche nelle aree
marginali e decentrate del suo territorio le innovazioni
culturali derivanti dalla diffusione dell’informatica e della
multimedialità. Tali interventi si concretizzeranno
nell’organizzazione di corsi di base per residenti nei vari
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
-
-
-
Priorità del 1° anno:
-
-
comuni del Casentino, avranno lo scopo prioritario di far
conoscere le opportunità che offrono tali innovazioni
tecnologiche per il superamento dei disagi derivanti dal
risiedere in zone poco servite da servizi e infrastrutture.
Proseguire esperienze di vallata che hanno rivelato vitalità e
contenuti culturali e promozionali di rilievo quali le
manifestazioni Pievi e Castelli in Musica e Cinema sotto le
Stelle;
Puntare a un coordinamento delle iniziative e degli eventi
culturali casentinesi, tramite una sorta di conferenza degli
assessori alla cultura dei comuni in cui lavorare insieme
esponendo problemi e cercando soluzioni capaci di garantire
valore aggiunto alle autonome iniziative di ciascun comune;
Puntare alla organizzazione di grandi eventi annuali di
carattere culturale quali punto centrale e elemento di sintesi
della stagione culturale casentinese;
Realizzare un percorso di fruizione del patrimonio culturale
maggior rilievo del Casentino, quello legato al Medioevo, che
possa portare alla realizzazione di un museo, un centro di
documentazione itinerante;
favorire la realizzazione di spettacoli teatrali per le scuole
dell'obbligo;
organizzazione iniziative sul tematismo della “Religione e
Ambiente”;
Organizzazione del concorso per le scuole denominato
“Giornata Verde”;
Sostegno ad attività e iniziative di rilievo storico-culturale
organizzato da altri Enti e associazioni casentinesi;
Completamento del progetto “Ecomuseo del Casentino”, suo
inserimento nel sistema museale provinciale e nel circuito
museale regionale, revisione e qualificazione;
Diffusione dell’informatica e della multimedialità nelle varie
realtà comunali casentinesi;
Promuovere e concertare con le amministrazioni comunali la
realizzazione della consulta degli assessori alla cultura;
Organizzazione iniziative di “Pievi e Castelli in Musica,
Cinema sotto le stelle”.
Organizzazione concorsi ed eventi quali la “Giornata Verde”
e “Religione e Ambiente”;
Attivare un percorso di fruizione del patrimonio culturale
maggior rilievo del Casentino, quello legato al Medioevo, che
permetta di realizzare un museo, centro di documentazione
itinerante;
Partecipazione anche finanziaria a fondazioni e centri
culturali di maggior rilievo (biblioteca Rilliana; Fondazione
Galli)
Partecipazione alla realizzazione della mostra sulle pitture del
'600 in Casentino, quale evento centrale della stagione
culturale 2001;
Completamento del progetto “Ecomuseo del Casentino”;
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
attuazione e sviluppo dei percorsi didattici relativi.
Partecipazione al sistema museale provinciale e regionale;
Organizzare la 2^ edizione dell'iniziativa "MiniOlimpiadi",
una settimana cioè di sport, amicizia e incontro fra i paesi del
Casentino e i comuni d'Europa gemellati; con manifestazioni
sportive, culturali e di spettacolo al fine di promuovere la
cultura europea e l'integrazione fra le culture dei vari paesi.
amministrazioni comunali
associazioni culturali, fondazioni, circoli e gruppi.
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
-
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo culturale e sociale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
Organizzazione eventi; incentivazione ad iniziative culturali
£. 750.000.000 per il 1° anno
3.4.2. Il Cred e la mediateca
2001
4 anni
leggi 14/95, 35/99, 12/80 ,32/2000 e normative regionali del
diritto allo studio
DENOMINAZIONE DELL’INTERVENTO
PROGETTO
Centro Risorse Educative e Didattiche(CRED) Mediateca / Banca della Memoria: archivio digitale di immagini
e suoni legate alle tradizioni culturali e materiali dell’Area
Casentino, della Provincia di Arezzo e della Regione Toscana.
Promozione di linguaggi e cultura multimediale in ambito
scolastico ed extra-scolastico
Ridefinire il servizio CRED come Mediateca- Banca
della MEMORIA significa prendere atto dei seguenti elementi
costitutivi:
- Rapporto forte con il territorio casentinese, nelle sue
componenti sociali e culturali legate primariamente alle
tradizioni rurali.
- Capacità strategica e dotazione di competenze e
strumenti tecnologici avanzati nel settore videodigitale e
multimediale tali da poter impostare attività di
acquisizione e archiviazione su standard culturali e
tecnologici riconosciuti come significativi a livello
scientifico-antropologico.
- Costruzione di un sistema di archiviazione fruibile ed in
grado di inserirsi nella Rete del Sistema delle Biblioteche
della Regione Toscana come punto di riferimento e di
sperimentazione avanzata nel settore della
documentazione etnografica.
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
Nel parlare di competenze consolidate nel settore della
Comunicazione Audiovisiva e Multimediale occorre evidenziare
che tali professionalità non sono frutto di improvvisata creatività
ma esprimono approfondite conoscenze, acquisite anche con
corsi di laurea specifici, in materia di Teoria della
Comunicazione e Semiologia, Antropologia Culturale,
Sociologia, Architettura e Grafica, Archivistica, Storia e Storia
dell’arte, nonché competenze avanzate rispetto alle tecnologie
digitali utilizzate, tanto in fase di acquisizione che di messa in
rete dei dati.
Il servizio CRED ha anche espresso la capacità di
organizzare e gestire percorsi formativi professionali per
operatori del settore che aprono concrete possibilità
occupazionali. Tali potenzialità sono sottolineate dalle
commesse di lavoro giunte al CRED in questi anni da parte di
Enti e Istituzioni
La Comunità Montana del Casentino organizzando il
proprio servizio CRED come Mediateca si apre a un percorso
culturale che persegue i seguenti obiettivi:
−
-
-
-
Scuola ed Educazione Ambientale
1. Sostegno tecnico e consulenza didattica alle attività di
educazione all'immagine nella scuola dell'obbligo e
relativa archiviazione delle esperienze;
2. Promozione, sostegno, documentazione per le attività di
educazione ambientale;
3. Sostegno ai laboratori di informatica nelle scuole e allo
sviluppo della rete telematica delle scuole all’interno
della rete civica,
4. Sostegno all’uso didattico del sistema ecomuseale del
Casentino e partecipazione ai progetti Regionali “Scuola
e Musei”
5. Coordinamento e attuazione dei Progetti Integrati di
Area per il Casentino
Memoria della cultura rurale in Toscana
1. Attività di educazione permanente;
2. Costruzione di Archivio digitale di riferimento regionale
sui mestieri e attività rurali in via di estinzione (in
collaborazione con ARSIA e assessorato regionale
all’Agricoltura)
Memoria delle stragi nazifasciste in Toscana,
1. Costruzione di Archivio digitale sulla memoria delle
stragi e della Resistenza in Provincia di Arezzo e
Toscana in attuazione del programma attuativo della LR
59/99 previsto dalla delibera N. 290 C.R.T. del
28/12/2000 in cui il servizio CRED è inserito come
riferimento possibile per un Archivio Regionale
videodigitale su tali contenuti.
Partecipazione al Progetto Regionale “Porto Franco.
Toscana: Terra dei Popoli e delle Culture”
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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1. Attivazione di interventi di approfondimento e
documentazione su temi come la memoria della guerra,
le trasformazioni nella cultura rurale di fine secolo, le
modificazioni ambientali, le identità culturali, il
racconto popolare, i nuovi processi multiculturali, il
rapporto tra generazioni e sessi, etc.
2. Partecipazione a Progetti Europei
3. Sperimentazione didattica di nuovi percorsi interculturali
-
-
OBIETTIVO DELLA PROPOSTA IN AMBITO
REGIONALE:
- Riconoscimento del CRED di Poppi come struttura
avanzata, unica nel suo genere in Toscana, specializzata
in tecnologie multimediali video digitali. In particolare il
CRED può garantire per tutta la Regione:
- Salvataggio tramite digitalizzazione in DVD o DVPRO
di archivi audiovisivi di proprietà pubblica e destinati a
distruzione,
- Attività di produzione, acquisizione digitale e
archiviazione (in collaborazione con ARSIA, Comunità
montane e Province) di materiale legato alla cultura
rurale, orale e materiale, toscana;
- Un modello di riferimento e sperimentazione nel rapporto
tra EELL e scuola nell’area della comunicazione
multimediale, tanto videodigitale che informatica e
telematica.
- Costruzione di una Banca della Memoria per la cultura
rurale e ambientale toscana, tenendo conto che l’archivio
conta già circa 600 ore di immagini e suoni. Il centro è
già in grado tecnicamente di operare il salvataggio del
proprio archivio su dischi DVD
ATTIVITÀ CRED DAL 1996 (sintesi sommaria)
Costruzione archivio Videodigitale “Banca della memoria” di
oltre 200 ore sui contenuti sopra indicati e particolarmente
orientati a documentare la cultura rurale orale e materiale,
Corsi di aggiornamento per insegnanti sui linguaggi
audiovisivi (cinema e Tv) con conseguente attivazione di
oltre 30 laboratori di classe attivati nella scuola dell’obbligo
(elementare e media)
Corsi di aggiornamento sull’uso di tecnologie digitali per il
trattamento e l’inserimento di immagini in movimento in
ipertesti e pagine Web
Corso di formazione professionale di 300 ore per 10 giovani
su acquisizione e trattamento digitale di immagini in
movimento e suoni
Produzione e edizione di lavori vari per conto di provincia di
Arezzo e altri enti
Documentazione di tre campus estivi del progetto Regionale
Porto Franco con l’attivazione contemporanea di tre squadre
provviste di tecnologie professionali digitali di
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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documentazione audiovisiva
Collaborazione con l’agenzia regionale ARSIA per la
costruzione del sito sugli Antichi Mestieri
- Collaborazione con la Biblioteca di Documentazione
pedagogica (BDP) tramite fornitura di immagini e suoni
dell’Archivio digitale CRED necessarie alla costruzione di un
sito sulle Foreste casentinesi
- Documentazione digitale e allestimento di un sito di un Corso
di formazione professionale regionale sulla nuova
imprenditoria femminile in agricoltura
- Capofila nell’ambito del Progetto regionale “Musei e scuola”
di un progetto interprovinciale promosso congiuntamente al
Comune di Sovicille e alla Provincia di Pistoia. Il progetto
attiva percorsi didattici sulla cultura della castagna in
Casentino, pistoiese e senese coinvolgendo scuole delle tre
aree. Uno degli esiti sarà la produzione in 1500 copie di un
cdrom mutimediale sull’esperienza effettuata.
- Produzione ed edizione in 1500 copie di un cdrom realizzato
dalla scuola media di Soci (Bibbiena) utilizzando l’Archivio
CRED e vincitore del concorso regionale “La Buona Terra”,
promosso da Regione Toscana, IRRSSAE e ARSIA
- Attivazione, dopo una prima fase di sperimentazione
conclusa nel giugno 2000 di 4 laboratori didattici definiti
“Camera Blu” e finalizzati alla elaborazione di racconti e
favole in prospettiva interculturale e realizzati tramite
soluzioni tecniche innovative ottenute miscelando teatro di
figura, animazione, linguaggio cinematografico e digitale.
Premesso che un servizio della tipologia ipotizzata
CRED-MEDIATECA rappresenta un investimento istituzionale
necessariamente pluriennale, possiamo tracciare una prima linea
di intervento per l’anno 2001 così descrivibile:
−
Sistema Bibliotecario Regionale:
1.
Costruzione Archivio e catalogo per la rete.Si tratta di
esprimere in un catalogo fruibile in rete il materiale
digitale posseduto, per diverse migliaia di schede. Si
tratta di un impegno forte ed oneroso ma necessario ed
urgente in quanto rappresenta un prerequisito
essenziale per l’appartenenza alla Rete Regionale delle
Biblioteche, conditio sine qua non per l’accesso ad
eventuali finanziamenti.
2.
Acquisizione testimonianze sulle Stragi Nazifasciste e
Resistenza. Il lavoro procede tenendo conto
dell’inserimento del CRED nella programma di
attuazione della legge 59/99 per la conservazione della
memoria delle stragi nazifasciste
−
Scuola ed Educazione Ambientale
1.
Coordinamento e attuazione dei Progetti Integrati di
Area per il Casentino per l’anno 2001
2.
Sostegno tecnico e consulenza didattica alle attività di
educazione all'immagine nella scuola dell'obbligo e
-
Priorità del 1° anno:
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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relativa archiviazione delle esperienze;
Promozione, sostegno, documentazione per le attività
di educazione ambientale;
4.
Sostegno ai laboratori di informatica nelle scuole e
allo sviluppo della rete telematica delle scuole
all’interno della rete civica,
5.
Sostegno all’uso didattico del sistema ecomuseale del
Casentino e partecipazione ai progetti Regionali
“Scuola e Musei”
Memoria della cultura rurale in Toscana
1.
Attività di educazione permanente;
2.
Costruzione di Archivio digitale di riferimento
regionale sui mestieri attività rurali in via di estinzione
(in collaborazione con ARSIA e assessorato regionale
all’Agricoltura)
3.
Ecomuseo. Attivazione sito Banca della memoria dei
carbonai
4.
Ecomuseo. Progetto regionale Musei e scuola
Partecipazione al Progetto Regionale “Porto Franco.
Toscana: Terra dei Popoli e delle Culture”
1.
Attivazione di interventi di approfondimento e
documentazione su temi come la memoria della
guerra, le trasformazioni nella cultura rurale di fine
secolo, le modificazioni ambientali, le identità
culturali, il racconto popolare, i nuovi processi
multiculturali, il rapporto tra generazioni e sessi, etc.
2.
Partecipazione a Progetti Europei
3.
Sperimentazione didattica di nuovi percorsi
interculturali, con particolare riferimento
all’esperienza della Camera Blu come strumento per
costruzioni narrative di carattere interculturale nella
scuola e nell’extrascuola e ai laboratori avviati nelle
scuole di Bibbiena, Soci, Rassina e Capolona sul tema
del rapporto tra generazioni.
Produzioni multimediali eventuali
Acquisto materie prime e aggiornamento tecnologico
1.
L’attivazione dell’ARCHIVIO digitale come
Mediateca e Banca della Memoria dedicata
primariamente (ma non solo) alla cultura rurale
Toscana e alla Conservazione della Memoria delle
Stragi Nazifasciste della resistenza presuppone un
investimento forte tanto nell’acquisto di supporti di
backup (videocassette vhs, digitali e dischi DVD) che
di strumenti di acquisizione digitale e consultazione
(pc e masterizzatori DVD).
Regione Toscana,
Provincia di Arezzo,
Comuni,
Istituti Scolastici,
Partnerariato Privato.
3.
−
−
−
−
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
-
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
Realizzazione dei progetti
-
Sistema bibliotecario regionale £ 80.000.000
Scuola e Educazione Ambientale £ 10.000.000
Memoria della cultura rurale in Toscana £ 71.000.000
Partecipazione al progetto regionale “Porto Franco” £
81.000.000
Produzioni multimediali eventuali £ 30.000.000
Acquisto materie prime e aggiornamento tecnologico £
90.421.000
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo culturale e sociale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.4.3. Il sistema scolastico in Casentino
quattro anni
Il complesso di riforme che si sta componendo a livello
nazionale per il mondo scolastico – e che troverà il suo momento
centrale nell’applicazione della riforma dei cicli scolastici a
partire dal prossimo anno – determina una fortissima innovazione
sotto tutti i profili, da quello formativo-educativo a quello dei
rapporti e dell’integrazione con le politiche del lavoro, con il
proprio territorio, con le autonomie locali.
In tale contesto, la comunità montana deve
necessariamente esprimere una politica complessiva di intervento
nel settore che delinei la possibilità di un percorso verso un
sistema scolastico di vallata in grado di affrontare positivamente
l'innovazione e garantire efficaci risposte alle esigenze educative,
culturali e formative della società casentinese.
Al centro si colloca l'impostazione autonomistica della
scuola, nell'ambito del quadro didattico e programmatico
nazionale; grazie proprio a questo nuovo status, il mondo
scolastico può e deve aprirsi e rapportarsi in modo stretto secondo il principio di sussidiarietà - con il proprio territorio con
l'identità culturale, sociale ed economica che lo contraddistingue,
con le sue espressioni organizzative, in primis le autonomie locali
rappresentative della comunità di base ma anche i soggetti
economici singoli e collettivi, le organizzazioni culturali
pubbliche e non, il mondo del volontariato in campo sociale,
culturale e ambientale. In tal senso diventa assolutamente
strategico dar corso a forme di comunicazione fra i soggetti
coinvolti nel sistema scolastico, compreso in particolare l'utenza
(gli studenti, i genitori), che permettano agli attori di interagire e
cooperare insieme, dando corso a un reticolo che costituisca l'asse
portante di un sistema scolastico casentinese, capace di esprimere
percorsi formativi e culturali che tengano conto:
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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_________________________________________________________________________________________
−
Obbiettivi specifici e
risultati attesi:
dei nuovi e vecchi fenomeni sociali, quali l'immigrazione, la
devianza, i problemi dei giovani e del ruolo primario che la
scuola può e deve svolgere nell'affrontarli con risposte
positive;
− delle esigenze di assicurare una formazione moderna a tutti i
livelli, che tenga conto dell'importanza centrale delle new
technology, della comunicazione globale e quindi della
conoscenza delle lingue, dei fenomeni economici come
arricchimento culturale ma anche come preparazione di base
al lavoro e alle professioni;
− dell'importanza di salvaguardare, recuperare e valorizzare le
tradizioni culturali della nostra società come valori condivisi
alla base della nostra convivenza, da confrontarsi apertamente
su di un piano di reciproco rispetto e salvaguardia con altre
culture e valori di cui sono portatori
- della necessità di garantire il servizio di formazione
scolastica e culturale - nei medesimi livelli di qualità elevati a tutta la popolazione casentinese, a prescindere dalla
dislocazione territoriale più o meno periferica e dall'età,
secondo concetti di educazione permanente e continua..
Riteniamo quindi che anche in questo caso il modello
della concertazione e dell'interazione tra gli attori del sistema
possa costituire lo strumento decisivo per il raggiungimento degli
obbiettivi preposto e pertanto ci proponiamo di favorirne
l'adozione in ogni contesto e in ogni occasione:
- sfruttando organismi e consessi esistenti, creandone se
necessario di nuovi in cui confrontarsi e coordinarsi,
l'occasione fornita da eventi, manifestazioni, di momenti di
confronto che già esistono ma che vanno fortificati,
progettualità già in essere programmate e gestite in
cooperazione,
- incentivando e moltiplicando le occasioni di lavorare
insieme, consapevoli che - pur nell'ambito del riconoscimento
e del rispetto per l'autonomia di ciascun soggetto - solo
aprendosi a una collaborazione complessiva che crei
"sistema" è possibile assicurare risposte di qualità ed efficaci
in quanto frutto di sinergie fra gli attori interessati;
- favorendo la creazione delle infrastrutture tecnologiche che
possono facilitare e dare impulso al percorso, quali in
particolar modo le creazione di una rete telematica del
sistema scolastico integrata con la rete telematica delle
pubbliche amministrazioni nell'ambito di RCC.
Nello specifico, l’obbiettivo da perseguire riteniamo sia
quello di dar corso ad iniziative, azioni, incentivi anche
economici diretti a:
− Favorire partnership fra gli attori chiave del settore,
istituzioni scolastiche in primis, le amministrazioni locali, le
organizzazioni non governative, le parti sociali e le imprese in
cui interagire e apportare le diverse esperienze e competenze
per affrontare come sistema i problemi e le necessità della
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Priorità del 1° anno:
scuola e le risposte ai bisogni formativi; si tratta di lavorare
per superare l’attuale frammentazione e sporadicità di
rapporti della scuola con il proprio territorio e le esperienze
civili, sociali ed economiche che si sviluppano, per attivare
un rapporto e un confronto organico, non legato soltanto a
singole esigenze o problemi da risolvere oppure a progetti
settoriali specifici ma che si rivolga al sistema scuola nel suo
complesso per:
o
Accertare e verificare i bisogni formativi della società
casentinese;
o
Programmare le risposte a tali bisogni, nonché il
reperimento e l’uso delle risorse economiche in modo
sinergico, affinché siano in grado di contribuire
concretamente alla qualificazione dell’offerta dei
servizi scolastici, compreso quella del corpo docente e
della sua stabilità;
o
dar corso a una ancor più efficace organizzazione a rete
dei servizi connessi con il diritto allo studio, dai
trasporti alle mense ai sistemi bibliotecari e
multimediali in modo da garantire infrastrutture di base
efficienti.
o
Incentivare e collaborare alla realizzazione della rete
telematica del sistema scolastico sia come strumento di
comunicazione che come servizio per la didattica;
o
Favorire lo sviluppo di programmi integrati con scuole,
biblioteche, imprese innovative, gruppi culturali e
volontariato per creare le condizioni per lo sviluppo di
una “cultura moderna” (fondata sulle lingue; la
multimedialità e tecnologia) che facilita la
preparazione alle nuove forme di lavoro e della vita
sociale;
o
Puntare e definire alcuni elementi portanti in grado di
incidere e influire sulla competitività del sistema
(lingue; internazionalizzazione della scuola/rapporti
con le imprese e con il mondo del lavoro;
informatizzazione; multimedialità);
o
Promuovere e richiedere l'organizzazione di una
incisiva azione di orientamento universitario, scolastico
e professionale, con il coinvolgimento degli studenti,
delle famiglie e del sistema scolastico-culturaleimprenditoriale- sindacale-istituzionale, anche con
iniziative di training, tirocinio, aggiornamento
nell’ottica di una continua informazione e
apprendimento.
Riteniamo possa essere prioritario porre in atto le
premesse del percorso, in particolare:
- Iniziare e sviluppare il dibattito sul sistema scolastico
casentinese, utilizzando le prime risorse economiche
disponibili in programmi indirizzati all'implementazione nel
settore del valore intrinseco di rete;
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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-
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
-
Proseguire e migliorare il coordinamento e l'interazione delle
iniziative e dei rapporti con il mondo scolastico già in essere,
in particolare nella gestione del piano integrato di area (PIA)
nell'area del diritto allo studio; negli eventi e manifestazioni
rivolti al mondo scolastico; nel supporto didattico svolto dal
Cred;
Organizzare Giornata Verde;
Collaborare alla realizzazione dell'infrastruttura telematica tra
le scuo.le e proseguire nell'esperienza maturata di RCC di
sviluppo di siti web per le scuole.
Istituti comprensivi e scolastici del Casentino
Amministrazioni comunali
Attuare le iniziative programmate
L. 90.000.000 per il 1° anno per iniziative concordate con gli
istituti scolastici, Giornata Verde, progetto teatro/scuola, rete
delle scuole, diritto allo studio
Strategia/azione:
Intervento:
Interventi in campo culturale e sociale
Anno inizio
intervento:
Durata:
Riferimenti
normativi:
Indirizzi, finalità
generali, contenuti e
articolazioni:
2001
3.4.4. I servizi socio-assistenziali
quattro anni
Uno dei servizi che presenta caratteristiche tali da
giustificare ampiamente - anzi, secondo noi da rendere inevitabile
- l'organizzazione di una gestione in forma associata a livello
casentinese, con l'esercizio di un ruolo di rilievo anche da parte
della comunità montana, sia a livello programmatico che a livello
gestionale sono i cd. servizi socio-assistenziali.
Anche la normativa di riferimento indica dei percorsi in
tal senso: sia le leggi nazionali, i cd. decreti Bassanini (d.lgs 31
marzo 1998, n. 112, art. 128) e la nuova legge quadro sui servizi
sociali (legge 8 novembre 2000, n, 328) che le leggi regionali di
settore (legge n. 59/97) prevedono, anche espressamente, un
ruolo delle comunità montane nella gestione ed erogazione dei
servizi e delle prestazioni sociali, e comunque e in ogni caso una
spinta e un impulso, anche con incentivi economici, affinchè i
comuni procedano alla realizzazione di gestioni associate.
Ma anche al di là o meglio oltre i percorsi che le leggi
indicano e a cui è necessario adeguarsi, vi sono le esperienze
realizzate in Italia nelle gestioni di tali servizi alla persona che
confermano quanto l'indirizzo scelto sia necessitato da bisogni
organizzativi/gestionali: escluso i centri urbani con esigenze e
problemi di diversa portata, nelle altre zone, in particolare dove i
servizi socio-assistenziali (Nord Italia, Emilia, Toscana) sono
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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dotati di buona organizzazione e capacità di risposta, la tendenza
generalizzata è quella di realizzare gestioni associate di rete in cui
coniugare autonomia e efficienza gestionale, superando i limiti
comunali mediante modelli che vanno dal consorzio, alla
convenzione, alla gestione tramite comunità montana o Asl, ma
che comunque permettono in ogni caso di attuare interazioni e
cooperazioni a livello intercomunale. Non a caso, fra l'altro, si
tratta di una delle materie in cui un numero elevato di comunità
montane esercitano funzioni, magari in modo parziale ma ormai
storicamente.
Già nel precedente periodo di programmazione la
comunità montana si era posto quale obbiettivo quello di attuare
la gestione associata dei servizi socio-assistenziali: anche se il
risultato definitivo non è stato raggiunto ciò però ha reso
possibile iniziare un percorso lento, complesso e spesso
contraddittorio lungo il quale si sono affermati significativi
elementi:
- sulla problematica si è sviluppato un dibattito in Casentino,
tra le amministrazioni comunali, in comunità montana, tra gli
attori del servizio, sia pubblici che privati, tra gli operatori,
da cui emerge sempre più chiaramente la necessità di
affrontare moltissimi aspetti del servizio in forma associata,
ponendo insieme problemi e cercando soluzioni comuni in
grado di assicurare servizi di qualità in tutto il territorio;
- il percorso fatto negli anni precedenti ha portato alla
stipulazione di un accordo di programma tra le
amministrazioni comunali, la comunità montana, il servizio
sanitario e l’amministrazione provinciale in cui, per la prima
volta, si afferma espressamente la volontà di tutti i soggetti di
addivenire ad una gestione associata del servizio tramite al
comunità montana,
- il processo descritto è stato accompagnato da iniziative e
incentivi della comunità montana. In particolare:
- è iniziato e si è consolidato un investimento economico
nei servizi sociali da parte della comunità montana,
finalizzato a assicurare supporti finanziari integrativi ai
comuni in grado di abbassare i costi eccessivi di alcuni
servizi e di evitarne la dismissione o la dequalificazione;
- sono state compiute ricerche e analisi sulla gestione dei
servizi socio-assistenziali in Casentino, in particolare uno
studio realizzato da Irpet e da un gruppo di lavoro
costituito dalla comunità montana e dai comuni da cui
emergono oggettive necessità di creare forme di
cooperazione nella gestione;
- vi è stata una sempre maggiore partecipazione della
comunità montana alle fasi programmatorie e decisionali
del servizio, tramite la partecipazione pressoché
istituzionalizzata alla conferenza dei sindaci;
Sono anche emerse le difficoltà che si frappongono alla
realizzazione di una gestione associata: a parte la necessità
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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Obbiettivi specifici e
evidente di un consenso politico esplicito e sostanziale, è la
difficoltà ad organizzare la complessità tipica dei servizi socioassistenziali a costituire il maggiore ostacolo. A determinare tale
complessità concorrono numerosi fattori e elementi che,
schematicamente, possono essere riassunti nei seguenti punti:
- la varietà degli attori: il servizio sanitario, i comuni, la
provincia, le associazioni non profit, il volontariato etc.. e la
necessità di coordinare e orientare l’attività di tutti i soggetti
verso l’obbiettivo comune (la soddisfazione del bisogno
dell’utente), in una organizzazione che può trovare il suo
elemento di unitarietà e efficacia proprio e soltanto nel cd.
“customer oriented”;
- la varietà degli utenti e delle situazioni di intervento (anche
nell’ambito della stessa categoria di utenti) che si presentano
in concreto agli operatori sociali e che richiedono analisi e
strumenti assolutamente diversificati e complessi;
- la difficoltà di poter capire quali e quante sono le reali
esigenze dell’utenza, e ad effettuare l’analisi del bisogno;
l’individuazione e l’elaborazione e l’attuazione di interventi
adeguati; la verifica della capacità reale degli interventi di
soddisfare le esigenze dell’utenza; la necessità di garantire
l’adattamento continuo e costante dei progetti, delle attività e
degli interventi al continuo modificarsi della realtà sociale e
ai nuovi bisogni che continuamente emergono.
Tutti questi aspetti è necessario tenerli presenti nel
prossimo periodo di programmazione, per provare a realizzare un
valido modello organizzativo; la varietà e articolazione dei
soggetti coinvolti, gli interessi di cui sono portatori e il forte
senso di autonomia che li contraddistingue se da un lato
costituiscono una ricchezza e una risorsa importante (basti
pensare al volontariato, alla società cioè che diventa pubblica
amministrazione e sfuma i confini fra chi dà il servizio e chi lo
riceve), dall’altro però determinano una scarsissima coesione di
fondo del ‘sistema servizi sociali’; da qui la necessità di ricercare
elementi di coesione, punti di contatto, comuni denominatori
basati sulla comunicazione e interazione e che permettano, nel
rispetto e salvaguardia del ruolo e dell’autonomia, di attuare una
unitarietà di azione e un’organizzazione efficiente.
In tal senso soluzioni fortemente istituzionalizzate, come
ad es. l’aggregazione totale delle competenze (e quindi del
potere) in capo a un solo soggetto ci sembrano controindicate e in
grado solo di suscitare reazioni di rigetto e resistenze più o meno
passive ma efficacissime mentre invece, ripetiamo, la
convinzione della necessità di cooperare con il contemporaneo
abbandono di posizioni di arroccamento nei propri privilegi
(garantiti dalla competenza istituzionale) e l’orientamento alla
soddisfazione all’utente ‘casentinese’ di tutti gli attori sono
l’elemento di base catalizzatore su cui provare a attuare un
modello di organizzazione.
Ci si propone pertanto di procedere con la massima
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
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risultati attesi:
celerità ad attuare una gestione associata dei servizi socioassistenziali. Questo è l’obbiettivo primario preposto e da
raggiungere nei primi anni di attuazione del programma.
In tal senso e sulla base delle valutazioni espresse,
riteniamo che sia necessario pensare a una organizzazione che si
basi su questi elementi e li valorizzi:
- il customer oriented e cioè l’orientamento
dell’organizzazione all’utente, ai suoi bisogni, alle sue
esigenze e alla sua soddisfazione. Ciò in contrapposizione
alla tendenza autoreferenziale della pubblica
amministrazione;
- la realizzazione effettiva della gestione associata in forme e
modelli che escludano a priori scelte totalmente
istituzionalizzate ma, al contempo, soddisfino alla necessità
di cooperare e interagire in forme coordinate e organizzate e
non estemporanee;
- la ricerca e il riconoscimento di ruoli e spazi effettivi per tutti
gli attori.
Rispetto alla situazione attuale l’elemento innovativo
proposto è quello di prevedere e istituire formalmente presso la
Comunità Montana un ruolo di direzione e coordinamento con
funzioni di integrazione, pianificazione generale,
omogeneizzazione delle attività, gestione di servizi che trovano la
dimensione ottimale (sia per gli aspetti economici che
dell’efficacia) a livello sovracomunale e lasciando ai comuni il
compito di attuare vari servizi che trovano anche nella
dimensione minima una collocazione valida.
L’obbiettivo è di attuare tale organizzazione in tempi
brevi, in modo da disporre velocemente di una struttura che
permetta di dare attuazione alla nuova legge quadro del settore e
alle novità anche rilevanti (quali ad es. al cd. sistema
dell’accredito) che introduce nella gestione di tali servizi alla
persona; e di dar corso alle politiche sociali che elaboreranno le
amministrazioni comunali, insieme alla comunità montana e al
servizio sanitario. Tra queste, fin da ora ci preme evidenziare
l’importanza rivestita per la nostra società dalle politiche per gli
anziani e per l’immigrazione, dato che da un lato, l’evoluzione
demografica del Casentino è nettamente indirizzata verso
l’elevato invecchiamento della popolazione e dall’altro il
fenomeno dell’immigrazione è di notevole rilievo, a livelli
percentuali tra i più alti in Toscana. In tale prospettiva riteniamo
di:
- Coordinare e dare impulso alle politiche di immigrazione,
promuovendo iniziative concertate in particolare con il
mondo scolastico e del volontariato per l'integrazione sociale
e culturale ma anche per la riduzione del fenomeno della
clandestinità e del lavoro nero, al fine di valorizzare gli
aspetti che qualificano l’immigrazione come risorsa
economica e culturale;
- Incentivare, stimolare e organizzare anche direttamente le
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
128
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Priorità del 1° anno:
Soggetti da
coinvolgere
nell’attuazione:
Scopo del
finanziamento:
Importo
finanziamento:
iniziative culturali e sociali indirizzate a sensibilizzare e
sviluppare la cultura dell’integrazione fra popoli , culture e
religioni, per l’integrazione degli immigrati nella nostra
società, nell’ambito e rispetto delle regole di legalità e
convivenza civile che ci siamo democraticamente dati.
- Promuovere una politica degli anziani indirizzata ad
assicurare in primis la tutela bisognosi, garantendo la
fruizione di servizi sanitari e sociali adeguati e rispettando
nella misura massima possibile il legame degli anziani con il
proprio territorio, la propria comunità, la propria abitazione;
ma anche, in rapporto al cresciuto benessere e
conseguentemente, alle cresciute esigenze degli anziani, a
sviluppare servizi di carattere sociale, culturale e ricreativo di
qualità.
Nel 1° anno gli obbiettivi perseguiti sono i seguenti:
- Elaborare tramite un gruppo di lavoro tecnico, un progetto di
attuazione della nuova organizzazione dei servizi sociali in
Casentino, secondo le direttive soprariportate;
- Sottoporre la proposta al dibattito delle amministrazioni
comunali in sede di conferenza dei sindaci al fine di ottenere
il consenso su di un modello da implementare;
- Far approvare dai consigli comunali il progetto e gli accordi
di programma e le convenzioni che disciplinano il servizio e i
rapporti tra i soggetti partecipanti;
- Dar corso all’organizzazione del servizio secondo il modello
elaborato ponendosi l’obbiettivo di iniziare la gestione nel
gennaio 2002;
- Proseguire anche nel corso del 2001 il supporto economico
della comunità montana ai servizi socio-assistenziali, in
particolare per quelli a rilevanza gestionale intercomunale e
quelli che rivestono rilevante onerosità per i comuni.
- amministrazioni comunali
- associazioni del volontariato nel campo dei servizi alla persona,
sanitari e sociali
contributo al mantenimento di servizi alla persona nel territorio.
£. 140.000.000 per il primo anno (oltre a L. 20.000.000 per
l’elaborazione del progetto)
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
129
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ALLEGATI
All. A - Programma triennale opere pubbliche 2001 – 2003
(L. 11.2.1994, n. 109 e successive modificazioni, art. 14, comma 11)
Codice identificativo
intervento (allegato 3A)
priorità art.
14/3
priorità di
cat.
ulteriori
priorità
priorità
assoluta
CODICI
180182 06 05 09 01 1 0001
1
3
180182 99 05 09 01 1 0002
180182 99 05 09 01 1 0003
1
1
2
1
180182 99 01 09 01 0 0001
180182 01 99 09 01 1 0001
1
1
1
2
180182 01 99 09 01 0 0002 2
180182 09 99 09 01 1 0003 1
5
4
180182 01 09 09 01 1 0004
2
2
180182 03 99 09 01 1 0005
2
3
180182 01 39 09 01 1 0001 1
180182 04 09 09 01 1 0001 1
180182 08 90 09 01 1 0001 1
180182 09 90 09 01 1 0002 1
1
1
1
2
180182 99 40 09 01 1 0001
1
1
ELENCO DESCRITTIVO DEI LAVORI
Stima costo (in
ml)
COPERTURA
FINANZIARIA
2001
2002
2003
4 Manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua del comprensorio di bonifica
"Fiumi puliti"
2 Manutenzione e ripristino opere di bonifica e di 3^ categoria
1 T. Corsalone – Consolidamento briglia in loc. Ponte Rosso e ricostruzione
briglia in loc. Molino di Gabrino in Comune di Bibbiena
12 Adeguamento viabilità Pratomagno - 1° e 2° lotto
3 Sistema di captazione del biogas nella discarica comprensoriale di
Fortipiano in Comune di Bibbiena
11 Completamento aree ecologiche nel comprensorio - 1° lotto
9 Ampliamento piazzali per l'Area attrezzata per le raccolte differenziate in
loc. Le Tombe in Comune di Poppi
13 Realizzazione centro operativo misto e studio del Piano comprensoriale di
protezione civile
6 Recupero, bonifica ambientale ex discarica di ceneri in loc. Pescine in
Comune di Bibbiena - Piano della caratterizzazione di sito: D.M. 471 del 2510-1999
7 Realizzazione di sistema integrativo di trasporto merci in Casentino
10 Ristrutturazione uffici sede della Comunità Montana e rifacimento piazzali
5 Completamento canile comprensoriale
8 Ampliamento mattatoio comprensoriale in Comune di Castel San Niccolò
1.050
350
350
350
1.596
600
706
600
447
443
1.750
250
1.000
250
400
350
700
350
350
661
100
50
50
8.496
250
50
200
14 Esecuzione indagini e studi per predisporre l'aggiornamento del programma
triennale e dell'elenco annuale
30
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
700
421
140
4.084
250
50
200
2.400
2.012
10
5
15
Comunità Montana del Casentino
130
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Totali
16.033
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
8.000
4.723
3.310
Comunità Montana del Casentino
131
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SOMMARIO
CAP 1: I PRESUPPOSTI ......................................................................................................1
1.1. La popolazione ..........................................................................................................2
1.1.1. L’andamento demografico ................................................................................2
1.1.2. Il fenomeno immigrazione ................................................................................4
1.1.3. La popolazione per fasce di età .........................................................................8
1.1.4. La popolazione scolastica................................................................................12
1.1.5. Quadro di sintesi .............................................................................................14
1.2. Le tendenze economiche e il mercato del lavoro ....................................................15
1.2.1. Le tendenze economiche .................................................................................15
1.2.2. Il turismo .........................................................................................................23
1.2.3. Il mercato del lavoro .......................................................................................26
1.2.4. Quadro di sintesi .............................................................................................30
1.3. Il quadro territoriale.................................................................................................31
1.3.1. Il sistema insediativo.......................................................................................31
1.3.2. Il sistema infrastrutturale.................................................................................33
1.3.3. La difesa del suolo...........................................................................................34
1.3.4. I servizi ambientali ..........................................................................................35
CAP 2: LE STRATEGIE.....................................................................................................37
2.1. Gli indirizzi dell’assemblea.....................................................................................37
2.2. Le opzioni politiche fondamentali...........................................................................39
2.2.1. Lo sviluppo sostenibile e l’ambiente come elemento fondativo .....................39
2.2.2. La buona occupazione.....................................................................................40
2.2.3. La concertazione, l'interazione per lo sviluppo integrato................................42
2.3. La strategia istituzionale e dei servizi pubblici .......................................................42
2.4. La strategia territoriale-ambientale..........................................................................45
2.4.1. Pianificazione territoriale ................................................................................45
2.4.2. Infrastrutture e trasporti e ambiente ................................................................46
2.4.3. Aree protette....................................................................................................47
2.4.4. Difesa del suolo...............................................................................................47
2.4.5. Gestione dei rifiuti...........................................................................................48
2.5. Le strategie economiche..........................................................................................48
2.5.1. Industria, commercio e artigianato..................................................................48
2.5.2. Il turismo .........................................................................................................50
2.5.3. Agricoltura e foreste........................................................................................51
2.6. Le strategie culturali, sociali e dell’istruzione.........................................................57
2.6.1. La cultura e le tradizioni locali........................................................................57
2.6.2. Educazione, istruzione e formazione...............................................................59
CAP. 3: GLI INTERVENTI E LE AZIONI........................................................................61
3.1. INTERVENTI IN CAMPO ISTITUZIONALE E PER IL MIGLIORAMENTO
DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI ................................................................................61
3.1.1. L’Unione dei Comuni in Casentino.................................................................61
3.1.2. Il catasto del Casentino ...................................................................................65
3.1.3. Ampliamento e potenziamento della rete civica del Casentino.......................67
3.2. INTERVENTI IN CAMPO TERRITORIALE E AMBIENTALE........................71
3.2.1. Bonifica e difesa del suolo ..............................................................................71
3.2.2. Ambiente .........................................................................................................74
3.2.3. Pianificazione territoriale ................................................................................75
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004
Comunità Montana del Casentino
132
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3.2.4. Infrastrutture e trasporti...................................................................................77
3.2.5. La gestione dei rifiuti soli urbani ....................................................................80
3.3. INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELL’ECONOMIA E DEL TURISMO
........................................................................................................................................82
3.3.1. Le attività produttive e la programmazione negoziata ....................................82
3.3.2. Il SUAP e il marketing territoriale ..................................................................85
3.3.3. Il turismo .........................................................................................................89
3.3.4. La promozione del turismo e dei prodotti di eccellenza [email protected]
3.3.5. Coordinamento e sviluppo delle attività agricole............................................96
3.3.6. Promozione della filiera foresta-ambiente-legno ..........................................102
3.4. INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ CULTURALI, SOCIALI E
DELL’ISTRUZIONE...................................................................................................111
3.4.1. Le attività culturali ........................................................................................111
3.4.2. Il Cred e la mediateca....................................................................................116
3.4.3. Il sistema scolastico in Casentino..................................................................121
3.4.4. I servizi socio-assistenziali............................................................................124
ALLEGATI ..................................................................................................................129
All. A - Programma triennale opere pubbliche 2001 – 2003 ..................................129
SOMMARIO ................................................................................................................131
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Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004