Piano di sviluppo 2001/2004 - Unione dei Comuni Montani del
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Piano di sviluppo 2001/2004 - Unione dei Comuni Montani del
Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ Piano di sviluppo ECONOMICO SOCIALE 2001/2004 ---------- ° ----------- ° -------------- ° ------------- - MARZO 2001 - _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 1 Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ 2 CAP 1: I PRESUPPOSTI 1.1. LA POPOLAZIONE 1.1.1. L’andamento demografico L’analisi dell’andamento demografico degli anni 1997/1999 ha evidenziato il consolidamento della situazione verificatosi negli anni ’90 e cioè che esiste ormai la tendenza ad un andamento leggermente positivo per tutti i comuni (vedi tabelle n. 1 e n. 2). Il fenomeno è comunque più evidente nei comuni metropolitani vicini a Arezzo e cioè Subbiano e Capolona che continuano a usufruire della condizione di periferia residenziale anche se hanno rallentato la crescita tumultuosa del primo quinquennio; stessa cosa vale per il comune di Chitignano; nei comuni di fondovalle Bibbiena e Poppi la crescita continua, manifestando incrementi limitati, infine i comuni marginali conservano le condizioni osservate in precedenza evidenziando però il blocco dell’emorragia migratoria verso l’esterno rispetto agli anni precedenti (graf. 2 – tasso di spopolamento). Il comprensorio ha praticamente trovato nella seconda metà degli anni ’90 una propria identificazione demografica a misura della realtà economico-sociale presente. (tab. 1 e graf. 1 e 2) tab. 1 - Andamento demografico storico 1861/1999 COMUNI POPOLAZIONE 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 1999 10.11 10.59 10.96 11.33 10.21 10.18 9.862 Bibbiena 5.439 5.683 6.296 7.430 8.016 9.401 9.603 1 7 9 9 4 5 Capolona 2.488 2.691 2.817 3.248 3.510 3.496 3.610 3.771 3.608 3.169 3.228 4.344 4.013 4.699 Castel Focognano 3.182 3.418 3.756 4.141 4.691 4.721 4.773 5.003 4.574 3.783 3.393 3.228 3.343 3.369 Castel San Niccolò 4.940 5.445 5.815 6.278 7.209 7.305 6.357 7.125 6.277 4.494 3.313 3.003 2.859 2.801 Chitignano 1.170 1.195 1.319 1.621 1.731 1.792 1.448 1.627 1.497 961 836 799 817 958 Chiusi della Verna 2.529 2.496 2.843 3.158 3.746 3.795 3.830 4.048 3.807 3.103 2.361 2.257 2.223 2.249 Montemignaio 2.031 974 1.379 1.144 1.761 1.774 1.294 2.035 1.680 1.171 599 512 532 573 Ortignano 1.022 1.064 1.905 2.078 2.261 2.304 2.128 2.307 1.937 1.411 966 818 804 843 Raggiolo Poppi 6.177 6.414 6.832 7.845 8.446 8.604 8.911 9.235 8.886 7.002 5.975 5.554 5.601 5.822 Pratovecchio 4.972 4.680 5.318 5.259 6.141 6.497 6.600 5.695 4.995 4.025 3.112 2.958 3.068 3.111 Stia 3.196 3.058 3.564 3.597 4.077 4.119 4.200 5.279 4.121 3.550 3.070 3.000 3.017 2.965 Subbiano 3.242 3.725 4.007 4.729 4.794 5.007 4.806 5.015 5.129 4.256 3.925 4.034 4.442 5.361 Talla 2.513 2.566 2.692 2.868 3.061 3.184 2.944 2.984 2.646 1.961 1.347 1.265 1.237 1.173 42.90 43.40 48.54 53.39 59.44 61.99 60.50 64.33 59.34 48.74 42.23 42.36 42.92 45.26 TOTALE CM 1 9 3 6 4 9 4 8 2 8 6 9 5 3 grafico 1 : andam ento dem ografico 1861/1999 75.000 60.000 45.000 30.000 15.000 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 1996 1999 _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ 3 Fonte: censimenti generali e Provincia tab. 2 - Andamento demografico 1990/1999 COMUNI POPOLAZIONE 1990 1991 10.97 10.96 4 9 Capolona 3.670 4.013 Castel Focognano 3.375 3.343 Castel San Niccolò 2.872 2.859 Chitignano 835 817 Chiusi della Verna 2.274 2.223 Montemignaio 522 532 Ortignano Raggiolo 780 804 Poppi 5.656 5.601 Pratovecchio 2.962 3.068 Stia 2.914 3.017 Subbiano 4.366 4.442 Talla 1.239 1.237 42.43 42.92 TOTALE CM 9 5 fonte: censimento generale e Provincia Bibbiena 1992 11.02 0 4.353 3.347 2.827 823 2.262 530 834 5.592 3.026 2.970 4.549 1.240 43.37 3 1993 11.11 9 4.452 3.356 2.802 835 2.263 545 831 5.651 3.013 2.956 4.716 1.226 43.76 5 1994 11.20 7 4.562 3.369 2.801 851 2.238 532 834 5.645 3.015 2.963 4.795 1.204 44.01 6 1995 11.18 4 4.592 3.354 2.793 861 2.248 544 844 5.644 3.002 2.966 4.870 1.210 44.11 2 1996 11.24 0 4.612 3.337 2.795 884 2.243 530 842 5.657 3.053 2.951 4.981 1.201 44.32 6 1997 11.26 0 4.661 3.331 2.789 910 2.247 540 842 5.722 3.072 2.939 5.118 1.179 44.61 0 1998 11.29 3 4.736 3.345 2.799 929 2.221 557 847 5.813 3.084 2.918 5.221 1.181 44.94 4 1999 11.33 9 4.699 3.369 2.801 958 2.249 573 843 5.822 3.111 2.965 5.361 1.173 45.26 3 7,5% 7,7% Chitignano 1,9% 7,1% Montemignai o Bibbiena 1,9% 2,8% Poppi 0,9% Capolona 0,9% Pratovecchio 0,5% Castel Focognano 0,3% Stia 0,2% Castel San Niccolò -2,4% Ortignano Raggiolo Talla 0,1% Chiusi della Verna Com uni Subbiano grafico 2:popolazioneresidente1996/99.V ariazioni% (tasso dispopolamento) Il grafico n. 3 relativo all’andamento dei quozienti demografici mostra come dopo la tendenza all’abbassamento del saldo totale che da attivo era arrivato nel 1995 circa al valore zero (senza Subbiano e Capolona; con i suddetti comuni il valore era circa al 3%), si è avuto dal 1996 al 1999 un significativo aumento del tasso in questione (nel ’99 risulta 6,50 senza Subbiano e Capolona e 8,09 con i suddetti comuni); ciò non dipende da un aumento del tasso di incremento naturale che come si desume dal grafico è sempre negativo, e comunque in linea con le tendenze provinciali e regionali, ma dal continuo e significativo aumento del saldo migratorio (circa al 12% nel 1999). Tale saldo migratorio positivo è determinato da forti movimenti dall’esterno che evidenziano una certa capacità di attrazione del territorio casentinese; è questo un segnale per il Casentino, nel senso che anche in questa vallata il fenomeno immigratorio sta acquistando una rilevanza che non può più essere trascurata sia sotto il profilo sociale che quello economico. _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ 4 grafico 3: incremento % popolazione 1972/1999 12,00 incr.naturale 10,00 incr.m igratorio 8,00 incr.totale 6,00 4,00 -4,00 -6,00 -8,00 Fonte: censimenti generali e Provincia dati senza Subbiano e Capolona Per concludere, dal confronto dei tassi di incremento naturale, migratorio e totale con la realtà provinciale, regionale e nazionale si desume come il Casentino presenta i valori quasi in linea con la provincia di Arezzo, anche se comunque più elevati, ma nettamente superiori alla media regionale e ancora di più a quella nazionale; tale fenomeno evidenzia come il Casentino espleti la funzione di attrazione demografica sotto diversi aspetti quali la qualità del territorio stesso e quindi la qualità di vita per gli abitanti oltre naturalmente alla possibilità per gli immigrati di trovare sbocco sul mercato del lavoro. 1.1.2. Il fenomeno immigrazione Per sottolineare quanto scritto appena sopra, risulta necessario fare alcune riflessioni appropriate sul tema. Le tabelle relative al bilancio demografico 1999 dei cittadini stranieri in Casentino mostrano come il flusso migratorio dall’estero sia di rilievo nel nostro territorio; infatti se si osserva la popolazione straniera al 31/12 con il relativo tasso di incidenza sul totale dei residenti si nota come in Casentino l’entità della presenza straniera si avvicina più alla realtà delle zone urbane toscane che a quella del territorio provinciale e quindi della campagna. Ciò comporta ancora di più il fatto che tale fenomeno ha acquisito negli ultimi anni un’importanza tale da dover essere non solo analizzato ma anche affrontato con opportuni interventi in campo sociale e economico. Le verifiche effettuate nei vari aspetti della vita economico-sociale di questi abitanti ha evidenziato quanto segue: - la composizione etnica della presenza straniera è caratterizzata da una immigrazione proveniente dai paesi Balcani (Romania, Albania, Macedonia, Jugoslavia), dalla Germania, dall’Asia Orientale (Bangladesh, India) e dall’Africa (Marocco, Senegal); comunque anche se di entità notevolmente minore, i dati mostrano la provenienza dei cittadini stranieri da circa 60 nazioni diverse, ciò a dimostrazione che tale composizione etnica conferma la tendenza della regione Toscana ma soprattutto di Arezzo alla ricezione di varie nazionalità; questo comporta un approccio al fenomeno più complicato che in altri territori poiché la presenza di numerose nazionalità porta a sviluppare tutti quelli che sono i problemi di integrazione e inserimento sotto il profilo culturale, sociale e religioso. _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 1981 1980 1979 1978 1977 1976 1975 1974 1973 0,00 -2,00 1972 2,00 Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ 5 - la conferma della significativa presenza straniera arriva anche dai dati relativi agli alunni iscritti nelle scuole casentinesi; dalla tabella sulla percentuale alunni stranieri si evince che in Casentino c’è il più alto numero di presenze straniere rispetto alle altre realtà provinciali; ciò oltre al fatto di confermare la presenza sul territorio di tali cittadini, segnala che praticamente tutti i ragazzi stranieri vengono inseriti nelle scuole e soprattutto che le frequentano (vedi tab. 5). - i dati relativi agli avviamenti al lavoro degli stranieri mostrano come tali cittadini si iscrivono al collocamento per lavori a basso contenuto professionale, anche se poi effettivamente il titolo di studio che hanno consentirebbe loro di effettuare anche lavori più qualificati; questo significa che ad oggi tali persone si adattano a fare i lavori cosiddetti umili che per loro presentano la maggiore offerta sul nostro mercato del lavoro (agricoltura e foreste, edilizia, metalmeccanica, assistenza agli anziani), infatti lo stile di vita odierno della popolazione indigena comporta per le persona in età lavorativa aspirazioni e aspettative dal mondo del lavoro che lasciano in secondo piano quelle occasioni accettate invece di buon grado dagli immigrati. - anche se il flusso migratorio dall’esterno ha portato il tasso di incremento totale ad un valore positivo e sopra la media di altre realtà, comunque non riesce a frenare per ora il processo di invecchiamento graduale della nostra popolazione; è poi comunque difficile riuscire ad affermare che in futuro si registreranno effetti sulla composizione della popolazione stessa dovuti all’immigrazione poiché non è possibile effettuare con esattezza previsioni sul flusso migratorio dall’esterno degli extracomunitari, infatti tale flusso dipende anche e soprattutto dalle situazioni economico-sociali-politiche dei territori di provenienza. - l’attuale composizione per età a favore della popolazione medio-giovane ad oggi comporta una bassa se non nulla richiesta di servizi di assistenza; il fatto che questo fenomeno immigratorio nel nostro territorio ha acquisito rilevanza solo in questi ultimi anni non ha innescato ancora quella richiesta di bisogni culturali e religiosi propri di una integrazione societaria. In conclusione nasce e si sviluppa velocemente la necessità, per tutti questi cittadini, di interventi per favorire l’inserimento e l’integrazione nel mondo del lavoro, dei rapporti sociali, della cultura con la creazione di opportunità di interscambio culturale. tab. 3 – Cittadini Stranieri. Popolazione residente per sesso e cittadinanza al 31/12/1999 Nazione Romania Germania Albania Marocco Bangladesh Macedonia India Jugoslavia Svizzera Polonia Senegal Regno Unito Cina Francia Bosnia-Erzegovina Austria Maschi Femmine Totale 237 77 80 62 72 74 50 41 34 14 26 13 11 8 11 9 194 88 54 43 31 17 33 25 30 41 5 16 16 17 6 4 431 165 134 105 103 91 83 66 64 55 31 29 27 25 17 13 _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino _____________________________________________________________________________________ Sri Lanka Stati Uniti Brasile Altre nazionalità Totale complessivo Fonte:Istat 7 6 4 53 889 4 5 6 69 704 11 11 10 122 1593 _______________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 6 Comunità Montana del Casentino 7 _________________________________________________________________________________________ Tab. 4 - Cittadini Stranieri. Bilancio Demografico Anno 1999 - dati per comune Bibbiena Capolona C. Focognano C.S.Niccolò Chitignano C. Verna Montemignaio Ortignano Poppi Pratovecchio Stia Subbiano Talla Casentino Popolazione residente al 1/1 243 55 116 54 13 100 4 18 252 136 73 126 57 1.247 Nati vivi 3 0 5 1 0 1 0 0 4 2 1 2 0 19 Morti 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Iscritti 91 31 30 29 13 12 3 6 107 49 61 44 9 485 15 9 13 0 157 172 126 159 66 1.593 35 11 323 Cancellati Popolazione al 31/12 di cui Minorenni 40 10 14 9 3 3 0 5 36 297 76 136 75 23 110 7 19 327 59 18 34 13 6 31 0 4 67 Firenze Italia centrale 28 17 Confronto con Provincia, Regione e Italia Casentino Popolazione residente al 1/1 Nati vivi Morti Iscritti Cancellati Popolazione al 31/12 di cui Minorenni incidenza sul totale residenti Provincia Regione Italia 82.390 1.116.394 Arezzo 1.247 7.936 2.941 16.760 328.910 19 163 1.573 21.175 69 302 5.052 1 13 146 1.939 7 22 478 485 2.404 22.316 246.193 716 3.682 54.677 9.221 157 866 111.270 234 1.397 24.728 1.593 9.624 96.912 1.270.553 3.485 19.325 363.433 323 1.890 17.633 229.851 605 3.322 57.958 3,52% 0,59% 2,74% 2,20% 3,80% 5,13% 0,33% Fonte:Istat _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 8 _________________________________________________________________________________________ tab. 5 – Alunni stranieri nella provincia di Arezzo – a. scolastico 1999/2000 Zona ARETINA CASENTINO VALDARNO VALDICHIANA VALTIBERINA TOTALE Superiori 81 14 32 21 12 160 Media 109 30 63 46 27 275 Elementare 187 95 104 75 52 513 Materna 47 34 60 45 24 210 Totale 424 173 259 187 115 1158 Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo 1.1.3. La popolazione per fasce di età Anche lo studio dei dati relativi alla popolazione divisa per fasce d’età conferma le valutazioni fatte sull’andamento demografico; cioè la popolazione casentinese si è stabilizzata anche sotto il profilo della composizione per classi d’età, infatti dal 1995 al 1999 le incidenze sul totale per ogni fascia si sono mantenuti nei valori (rispettivamente 12% per gli inferiori ai 15 anni, 65% tra i 15 e i 65 anni e 23% per i maggiori di 65 anni). Questo significa che perdura il fenomeno dell’invecchiamento come del resto nella provincia e nella regione Toscana dove si rilevano i valori più elevati rispetto alla media nazionale (vedi tab. n. 6 e graf. n. 4). Osservando la tabella relativa all’indice di invecchiamento si rileva come nei ultimi quattro anni ci sia stato un leggero aumento del suddetto indice con una diversa distribuzione nelle fasce individuate (1^ fascia: tasso sotto 150; 2^ fascia: tasso tra 150 e 200; 3^ fascia: tasso sopra 200 – il valore indica quanti anziani esistono per ogni giovane, ad esempio il tasso a 288 ci dice che per ogni giovane ci sono circa 3 anziani); nella prima fascia continuano a rimanere i comuni di Subbiano e Capolona che ancora presentano i maggiori valori per le persone in età produttiva. La seconda fascia che contraddistingueva praticamente il fondovalle, con Bibbiena che comunque continua a mantenere i dati più positivi, ha visto già dal 1996 l’entrata di Chiusi della Verna che ha portato il proprio tasso sotto il valore di 200 e l’uscita nel 1999 di Pratovecchio che invece ha superato tale valore. Nella terza fascia, relativa praticamente ai comuni marginali, si nota un miglioramento per Talla che comunque mantiene un tasso elevato, e un aumento seppure non sostanziale dell’indice per gli altri comuni. tab. 7 - indice invecchiamento: fasce per comuni Comuni 1971 1981 1991 indice d'invecchiamento 1995 1996 1997 1998 1999 Subbiano Capolona 57,89 73,96 126,69 127,86 126,47 122,42 125,94 125,78 54,60 67,54 101,78 136,02 119,10 122,57 127,98 131,92 Bibbiena Chiusi della Verna Castel Focognano Poppi 60,45 90,39 144,43 169,26 172,46 173,57 176,76 177,92 71,43 119,79 155,17 203,26 182,01 187,59 182,23 178,91 65,85 109,69 149,21 171,96 169,75 174,06 179,63 179,81 88,93 104,65 179,88 194,22 202,49 195,45 198,98 198,68 201,29 Pratovecchio Chitignano Talla Castel San Niccolò Ortignano Raggiolo Stia Montemignaio 76,13 131,39 194,95 196,83 195,88 195,41 193,47 103,29 150,00 228,72 258,76 281,91 263,00 259,62 238,05 89,20 138,46 205,92 279,66 263,64 279,13 263,33 265,55 102,24 151,81 211,53 236,89 239,10 245,25 253,04 267,02 98,82 136,44 197,17 239,42 248,98 271,11 275,00 279,07 135,08 173,62 241,47 274,36 274,36 278,18 277,59 280,81 122,43 176,19 244,62 278,79 295,24 284,38 277,94 288,06 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 9 _________________________________________________________________________________________ 76,08 106,16 160,99 183,73 TOTALE CM Fonte: elaborazione su dati censimenti e Provincia 181,76 182,20 184,49 186,02 La tendenza all’invecchiamento soprattutto nei territori con forti caratteristiche di marginalità è ribadita anche dall’indice di dipendenza e dall’indice di ricambio; entrambi ci mostrano come il rapporto tra la popolazione attiva e quella non attiva (vedi tabella n. 8 – indice di dipendenza) sia piuttosto squilibrato a favore della classe di popolazione sopra i 65 anni e sotto i 15 anni cioè quella non attiva e come il rapporto tra gli ingressi nel mondo del lavoro e le uscite sia sempre inferiore alla media provinciale anche se con valori più livellati rispetto al 1991 (vedi tab. 9 - indice di ricambio). tab. 8 - indice di dipendenza: fasce per comuni COMUNI indice di dipendenza 1971 1981 1991 1995 1996 1997 1998 1999 Subbiano Capolona 49,28 51,19 51,89 50,24 46,50 45,77 45,07 48,22 44,75 47,88 45,36 46,94 44,99 47,82 44,66 48,42 Bibbiena Poppi Castel Focognano 49,70 55,41 50,57 51,55 54,95 49,70 48,81 50,44 48,98 50,95 52,09 53,15 50,85 52,27 53,85 50,72 54,36 53,57 50,21 54,27 55,51 50,17 53,94 55,76 Chiusi della Verna Castel San Niccolò Talla Pratovecchio 55,46 60,61 52,73 54,04 55,92 63,43 57,13 58,12 57,77 60,80 60,23 56,61 59,32 59,42 58,79 59,68 57,07 60,91 57,82 60,26 56,48 60,66 58,68 60,50 57,41 59,58 58,52 60,96 57,38 58,61 58,94 59,95 Stia Ortignano Raggiolo Chitignano Montemignaio 49,69 53,33 58,08 65,93 60,40 51,76 57,73 51,18 62,55 64,42 60,83 72,73 64,96 71,89 67,84 85,03 65,51 68,40 68,38 87,68 65,30 65,75 66,36 83,67 63,11 63,83 67,39 85,67 61,67 63,06 66,32 83,07 TOTALE CM 52,62 54,14 52,15 53,88 53,82 53,85 53,76 53,51 tab. 9 - indice di ricambio Casentino Valtiberina Valdarno Valdichiana Area aretina Totale provincia 1981 1991 1995 1996 1997 1998 1999 131,76 87,95 85,27 83,12 81,15 78,50 77,14 118,39 128,79 123,96 74,16 104,19 91,6 73,17 80,22 87,86 74,98 79,83 88,50 73,85 74,46 85,70 71,03 69,99 84,91 68,99 67,06 81,11 152,48 135,44 102,26 95,89 82,18 81,97 80,14 81,18 74,26 77,04 70,77 73,49 69,53 71,47 Per concludere, le valutazioni demografiche fin qui effettuate confermano quello che è il quadro più generale regionale e poi nazionale e europeo; la struttura della popolazione cambia per il processo di invecchiamento, per l’abbassamento della natalità, per il miglioramento della qualità della vita che comporta il conseguente allungamento della vita stessa, per il flusso migratorio dall’esterno e per i cambiamenti dovuti alle abitudini di vita e alle strutture familiari. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 10 _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 11 _________________________________________________________________________________________ tab. 6 - Composizione della popolazione residente per classi di età COMUNI 1971 1991 1996 1999 anni < 15 2.134 21% 1.905 18% 1.472 13% 1.387 12% 1.363 12% Bibbiena 1981 1971 1981 67% 1991 15< anni < 65 7036 66% 7371 67% 6.889 Capolona 707 22% 801 20% 676 16% 686 15% 661 14% 66% 2671 67% 691 20% 516 15% 441 13% 433 13% 431 13% 2980 69% 66% 2177 67% Castel San Niccolò 624 19% 469 15% 347 12% 312 11% 282 10% Chitignano Chiusi della Verna 152 18% 483 21% 118 15% 374 16% 94 12% 319 14% 94 11% 289 13% 113 12% 294 13% 107 18% 169 17% 1.120 19% 63 12% 118 14% 990 17% 65 12% 106 13% 671 12% 63 12% 98 12% 642 11% 67 12% 86 10% 683 12% Pratovecchio 641 20% 481 16% 376 12% 388 13% 387 12% Stia 439 14% 417 14% 340 11% 312 11% 297 10% Subbiano 824 21% 795 20% 622 14% 680 14% 733 14% Talla 250 18% 195 15% 152 12% 121 10% 119 10% Montemignaio Ortignano Raggiolo Poppi TOTALE CM 8.341 20% 7.242 17% 5.681 13% 5.505 12% 5.516 12% 62% 2.082 532 63% 64% 1.493 361 60% 630 65% 64% 3.819 65% 2.089 67% 2.077 67% 2.640 897 65% 27.910 66% 1862 61% 1778 62% 511 63% 1470 64% 508 62% 1409 63% 340 66% 539 66% 3687 65% 308 58% 489 61% 3723 66% 1915 63% 1959 64% 1889 62% 1856 62% 2665 66% 3032 68% 814 64% 772 62% 27.576 65% 28.429 66% 67% 1.290 13% 68% 2244 67% 1971 1981 1722 16% 1991 65 < anni 2126 19% 1996 67% 386 12% 541 13% 688 16% 21% 2.392 817 18% 7.551 3.139 2.266 1999 66% 7.432 2.135 Castel Focognano 1996 2.425 21% 872 19% 3.166 64% 455 13% 566 17% 658 20% 735 22% 775 23% 2.169 65% 2.163 62% 1.737 525 59% 64% 1.428 284 53% 500 59% 66% 3.715 62% 1.905 60% 1.783 69% 3.441 761 63% 63% 1.766 576 60% 64% 1.429 313 55% 517 61% 65% 3.782 63% 1.945 62% 1.834 69% 3.706 738 63% 638 19% 712 23% 734 26% 746 27% 753 27% 157 19% 345 15% 177 22% 448 20% 215 26% 495 22% 265 30% 526 23% 269 28% 526 23% 131 22% 167 17% 996 17% 111 22% 161 20% 1036 18% 159 30% 209 26% 1207 22% 193 34% 240 28% 1.357 23% 488 15% 632 21% 733 24% 186 35% 244 29% 23% 1.300 760 25% 593 19% 724 24% 821 27% 856 29% 834 28% 477 12% 588 15% 788 18% 860 17% 922 17% 223 16% 270 21% 313 25% 319 27% 316 27% 28.819 65% 29.486 65% 6.346 15% 7.688 18% 9.146 21% 10.006 Fonte: elaborazione Provincia su dati censimenti e comunali graf.4:Indiced'invecchiamento 200 183,73 181,76 182,20 184,49 186,02 1998 1999 160,99 150 106,16 100 1999 76,08 50 _________________________________________________________________________ 0 Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 1971 1981 1991 1995 1996 1997 anni 23% 779 25% 10.261 23% Comunità Montana del Casentino 12 _________________________________________________________________________________________ La previsione effettuata dall’Ufficio statistica della Regione Toscana conferma che nei prossimi dieci anni la situazione non cambierà sia per quanto riguarda il numero totale di abitanti che la composizione per classi d’età. Il Casentino continua e continuerà a presentarsi come una società di pensionati con la tendenza allo spopolamento delle zone marcatamente montane e quindi marginali. tab. 10 - Previsioni fino al 2011 della popolazione residente del Casentino valori assoluti < 15 15>anni<65 > 65 valori % totale < 15 15>anni<65 > 65 totale 2001 4.151 22.769 8.135 35.054 12% 65% 23% 100% 2006 4.358 22.844 8.118 35.320 12% 65% 23% 100% 2011 4.600 22.873 7.888 35.361 13% 65% 22% 100% Fonte: Ufficio statistica della Regione Toscana - dati senza Subbiano e Capolona 1.1.4. La popolazione scolastica Passando all’analisi dei dati sugli iscritti nelle scuole del Casentino e confrontando l’andamento degli anni scolastici 1998-99,1999-00 e 2000-01 si nota come rimane praticamente costante in ogni ordine di scuola sia nel numero di classi che nel numero di alunni. Il rapporto fra alunni e classi mostra come le scuole materne e medie sono quelle con più ragazzi per ogni classe, infatti quasi tutti gli istituti comprensivi hanno il valore superiore a 20 con il tasso massimo nell’istituto di Capolona che risulta sopra a 25. L’organizzazione delle scuole in Istituti comprensivi ha portato, a livello di istituto, ad un livellamento nella distribuzione degli studenti quindi non c’è differenza tra le varie zone della vallata. Per quanto riguarda l’andamento delle scuole secondarie si evidenzia la crescita nelle preferenze degli studenti verso il liceo scientifico, l’istituto tecnico industriale e la tendenza al calo per l’istituto tecnico commerciale; questo dimostra come se negli anni ’80 e primi ’90 l’istituto tecn. commerciale nel nostro territorio era il più gettonato per la speranza di acquisire un titolo di studio che facilitava l’ingresso nel mondo del lavoro, ora questo tipo di scuola, essendo ormai saturo il mercato dei “ragionieri” non è più in vetta alle preferenze. Le conseguenze sono state uno spostamento verso altri istituti come l’istituto industriale ed altri non presenti nel nostro territorio (es. linguistico e geometra che sono a Arezzo). Certo è che l’aumento dell’istituto industriale e del liceo deriva tra l’altro dal fatto che, in Casentino, sono le uniche tipologie di scuole secondarie di rilievo presenti. Un discorso a parte merita il liceo classico viste le travagliate vicissitudini che si sono susseguite in questi ultimi anni; infatti dopo la decisione di chiudere la sede di Bibbiena e dopo l’appello della popolazione e delle amministrazioni locali che ha riportato la scuola in Casentino anche se come sezione interna al liceo scientifico di Poppi, permane per questo tipo di scuola l’esigenza di avere una propria identità di indirizzo culturale. Il ricondurla come semplice sezione all’interno di una scuola a indirizzo scientifico ha comportato e comporta tuttora che quella parte di studenti che preferisce frequentare una scuola a indirizzo prettamente umanistico indirizza le proprie scelte verso gli istituti di Arezzo. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 13 _________________________________________________________________________________________ Se si osserva la tabella relativa alla percentuale di abbandoni nelle scuole superiori nel periodo 1992-98 si desume come il Casentino fino all’anno scolastico 1995-96 presenta, rispetto agli altri distretti scolastici della provincia, il valore più basso corrispondente alla percentuale di abbandoni strutturale per la realtà di un territorio. Nell’anno scolastico 1997-98 invece la percentuale si alza bruscamente al 8,5%; i motivi di questo valore potrebbero essere ricondotti in parte alla chiusura del liceo classico, come detto sopra, con il conseguente spostamento degli studenti verso le sedi di Arezzo o verso altre scuole, e in parte al fatto che negli ultimi anni c’è stato un tipo di selezione più incisiva nei confronti degli studenti stessi. tab. 11 - Percentuale di abbandoni nelle scuole superiori nel periodo 1992-98 Distretti Anno 1992/93 Valdarno Casentino Valtiberina Aretino Valdichiana TOTALE Anno 1993/94 Anno 1994/95 Anno 1995/96 Anno 1997/98 6,0% 5,7% 4,3% 5,3% 4,8% 2,8% 3,0% 4,2% 2,9% 8,5% 6,8% 4,8% 4,2% 4,6% 8,8% 6,8% 7,4% 6,4% 6,7% 6,6% 3,9% 4,3% 3,2% 4,0% 4,1% 5,9% 5,0% 5,4% 6,3% 5,9% Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo Il nuovo tipo di organizzazione delle strutture scolastiche che ha cominciato il suo cammino di riforma proprio quest’anno ci porta a considerare i concetti di autonomia scolastica; la nuova stagione che si apre chiama il mondo scolastico a nuove sfide e ad una interazione costante con la società civile che contraddistingue il suo territorio di riferimento e con le istituzioni e le strutture economiche che vi operano. Sfida in cui il ruolo di cerniera e impulso della pubblica amministrazione è rilevante per poter garantire ai nostri giovani una scuola con efficaci contenuti formativi, professionali e per la persona, capace di porre le basi per creare una futura classe dirigente di qualità e moderna. tab. 12 - classi e alunni nelle scuole del Casentino anno scol. 1998-99 anno scol. 1999-00 anno scol. 2000-01 105 194 97 18 10 16 5 20 6 101 208 101 20 10 17 9 24 13 199 354 231 22 15 18 10 25 12 207 350 204 21 14 17 4 26 12 84 365 219 21 14 18 SC. MATERNA ISTITUTO COMPRENSIVO SC. ELEMENTARE BIBBIENA SC. MEDIA 8 17 12 203 294 238 25 17 20 8 16 12 193 292 238 24 18 20 7 15 12 170 294 244 24 20 20 ISTITUTO COMPRENSIVO SC. MATERNA SC. ELEMENTARE CASTEL FOCOGNANO SC. MEDIA RASSINA 10 34 10 175 311 190 18 9 19 10 34 10 185 314 177 19 9 18 8 34 10 179 314 164 22 9 16 Rapporto Alunni/Classi Totale Alunni 6 20 6 Totale Classi 19 10 17 Rapporto Alunni/Classi Totale Alunni Rapporto Alunni/Classi 115 194 101 Totale Classi Totale Alunni 6 20 6 TIPO SCUOLA Totale Classi ISTITUTO COMPRENSIVO SC MATERNA SC. ELEMENTARE "13 APRILE" SOCI SC. MEDIA BIBBIENA SC. MATERNA ISTITUTO COMPRENSIVO SC. ELEMENTARE "G. SANARELLI" STIA SC. MEDIA ISTITUTO COMPRENSIVO _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 14 _________________________________________________________________________________________ ISTITUTO COMPRENSIVO SC. MATERNA SC. ELEMENTARE GIUSEPPE GARIBALDI SC. MEDIA CAPOLONA SC. MATERNA ISTITUTO COMPRENSIVO SC. ELEMENTARE "B.B. PECCI" POPPI SC. MEDIA ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA BIBBIENA ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA POPPI 11 26 12 282 433 270 26 17 23 11 26 11 296 430 255 27 17 23 8 27 11 215 446 247 27 17 22 6 15 9 140 225 139 23 15 15 6 25 8 139 433 130 23 17 16 3 15 8 69 250 114 23 17 14 I.P.S.IND.ART. I.P.SERV.PUBBL. I.T.INDUSTRIALE 4 6 15 68 121 308 17 20 21 4 6 15 72 120 315 18 20 21 4 7 16 71 117 343 18 17 21 I.T.COMMERCIALE LIC. CLASS. LIC. SCIENT. 15 3 15 322 41 328 21 14 22 14 2 15 301 32 320 22 16 21 12 2 16 223 28 340 19 14 TOTALI 306 5282 312 5399 288 4906 Fonte: Provveditorato agli Studi di Arezzo 1.1.5. Quadro di sintesi L’analisi fin qui effettuata ha messo in evidenza quattro elementi che devono essere tenuti presenti per l’elaborazione successiva di strategie e interventi di sviluppo: 1) Immigrazione – anche se la popolazione extracomunitaria ha vissuto e continua, almeno per ora a vivere nel nostro territorio senza avanzare praticamente nessuna richiesta sia nel campo dei servizi che in quello dei bisogni sociali e culturali questo non significa che per noi è come se non esistesse; non basta saperci “convivere” con gli altri ma è necessario essere in grado di offrire a tali cittadini tutte le opportunità di inserimento e integrazione effettiva non solo nel mondo del lavoro, che forse è il campo che necessita di meno di tali interventi, ma anche in campo sociale e culturale. 2) Invecchiamento – il perdurare del fenomeno dell’invecchiamento e quindi la tendenza della composizione della popolazione a presentarsi come una società di anziani comporta il fatto che se è vero che è molto difficile se non impossibile frenare tale fenomeno è comunque necessario adoperarsi per far sì che la società casentinese sia in grado di rispondere a tutte le esigenze che provengono dagli anziani (centri di socializzazione, assistenza domiciliare) in modo da rendere loro la vita più serena e di maggiore qualità. 3) Territori marginali – viene riconfermata la situazione di forte marginalità per i comuni più piccoli e con insediamenti prettamente montani; questa fotografia di una scarsa dinamicità demografica che si esplica con bassa densità, popolazione prevalentemente anziana e minimo incremento naturale e migratorio comporta la definizione per queste aree di zone a “rischio” di estinzione. 4) Situazione demografica consolidata – i dati analizzati fino al 1999 e le previsioni fino al 2011 confermano un andamento demografico stabile e quindi una condizione “consolidata”; il Casentino ha trovato la propria dimensione demografica e con questa – e le sue composizioni – dobbiamo fare i conti ora e in futuro. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 15 _________________________________________________________________________________________ 1.2. LE TENDENZE ECONOMICHE E IL MERCATO DEL LAVORO 1.2.1. Le tendenze economiche L’analisi dei dati disponibili per studiare l’evoluzione dell’economia casentinese negli anni ’90 ha fatto emergere notevoli difficoltà interpretative nel confronto tra i due censimenti Istat del ’91 e del ’96 – intermedio dell’industria e servizi - la cui causa è il radicale cambiamento della tecnica di rilevazione; inoltre dopo il 1996, praticamente non esistono flussi informativi validi e confrontabili. Comunque dalle informazioni a disposizione si continua a rilevare, come negli anni ’80, che la struttura economico-produttiva casentinese è caratterizzata dall’ampia prevalenza dell’industria rispetto agli altri settori e dalla frenata della crescita del settore del commercio, che anzi ha subito un calo; l’agricoltura invece dopo la forte riduzione degli anni ’80 sembra avere una lenta ripresa. La tabella seguente, relativa all’indice di industrializzazione, mostra chiaramente come anche nel 1996 il tasso supera ampiamente, in Casentino il 60% (contro un 56% provinciale) e anzi nei comuni di Subbiano e Capolona raggiunge valori esorbitanti; questo a dimostrazione di come i due comuni suddetti presentino la tendenza alla dinamicità economica caratteristica dei comuni vicini al capoluogo provinciale. tab. 13 - Indice di industrializzazione (addetti all’industria su totale addetti) 1991 1996 Bibbiena Capolona Castel Focognano Castel San Niccolò Chitignano Chiusi della Verna Montemignaio Ortignano Raggiolo Poppi Pratovecchio Stia Subbiano Talla COMUNI 63,8% 77,0% 64,0% 58,9% 49,9% 75,5% 43,5% 88,6% 52,6% 67,4% 54,9% 72,1% 47,5% 64,9% 78,6% 58,9% 60,0% 50,0% 80,8% 48,6% 89,2% 54,5% 67,7% 53,3% 70,1% 50,4% TOTALE CM 65,6% 66,5% PROVINCIA 57,6% 56,5% Fonte: elaborazione su dati censimenti ISTAT Insieme alla prevalenza del sistema industriale quantificato in termini di addetti e in indice di densità si nota come le cose non siano comunque così rosee per il nostro territorio. La tabella relativa alle variazioni delle unità locali e degli addetti per settore di attività e per comune denota infatti, per gli anni 1996/1991, un calo più marcato rispetto al decennio 1991/1981; tutti i settori, anche se l’industria in modo meno sensibile, registrano la diminuzione del numero addetti, con il commercio che presenta il dato nettamente più negativo rispetto a quello provinciale e le “altre attività” che per noi sono in calo mentre per il territorio provinciale registrano un aumento del 7%. Continua come nel decennio precedente la contrazione del numero di unità locali, in contrasto (anche in tal caso) con l’andamento provinciale, dimostrando ancora una volta l’esistenza di un processo di consolidamento delle dimensioni di impresa e anzi, per il settore “altre attività”, che si identifica praticamente con il terziario, risulta essere in calo _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 16 _________________________________________________________________________________________ netto rispetto al decennio precedente, che invece registrava un incremento di tale valore, e in netta controtendenza rispetto all’andamento provinciale che risulta avere una crescita notevole sul numero di u.l.; da ciò si potrebbe dedurre come questo settore riesca a mantenere gli addetti ma nel contempo si veda riorganizzarsi nelle strutture produttive e nelle relative dimensioni. Il fatto di rilevare nel quinquennio 1991-1996 una certa contrazione nell’attività produttiva comporta alcune riflessioni. La congiuntura economica europea, nazionale e toscana poi, in questi anni è stata tale da innescare un processo di sviluppo che è risultato stagnante e quindi ha comportato un rallentamento e un peggioramento nel sistema economico sia in termini produttivi che in quelli della forza lavoro. La nostra realtà rispecchia notevolmente questa andatura, anzi gli effetti, proprio per le caratteristiche del nostro territorio, sono stati più eclatanti. Come anche riportato dall’Irpet nel rapporto annuale sulla situazione economicosociale della provincia di Arezzo del 1997, quella dell’occupazione è la nota più dolente di questa congiuntura; infatti nel mercato del lavoro la trasformazione strutturale che si è attuata è stata di grande portata e non può essere rilevata compiutamente dalle rilevazioni tradizionali. “I dati sugli occupati rappresentano infatti solo una parte del complesso del lavoro utilizzato dalle imprese grazie alla crescente flessibilità del mercato specifico ormai largamente diffusa nella nostra regione: lavoratori non residenti, altre forme di lavoro (irregolare, oppure regolare ma precario) così come le situazioni di doppio lavoro (in forte aumento negli ultimi anni) costituiscono posizioni lavorative vere e proprie, le quali non confluiscono però all’interno del concetto di occupato”(Irpet – Rapporto 1997 sulla situazione economica e sociale prov. Arezzo). _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 17 _________________________________________________________________________________________ tab. 14 - unità locali e addetti per comune: variazioni % 1991/1981 - 1996/1991 COMUNI Industria 1991/1981 Commercio 1996/1991 u.l. addetti u.l. -12,2% 31,0% -4,9% 4,9% -51,9% 16,9% -40,0% -28,6% -23,4% -3,8% -16,8% 47,5% 95,7% 6,7% -14,7% -12,4% -10,9% -49,4% 63,9% -76,9% 73,5% -30,3% 25,2% -35,6% 7,7% 5,5% -7% 5% -12% -22% 38% -9% 100% 7% -4% -17% -28% 0% -22% -8% 21% -16% -2% -2% -4% -3% -3% 6% 2% -21% -3% 0% TOTALE CM -0,4% -0,8% -7% -2% senza Capolona e Subbiano -9,1% 0,4% -10% Bibbiena Capolona Castel Focognano Castel San Niccolò Chitignano Chiusi della Verna Montemignaio Ortignano Raggiolo Poppi Pratovecchio Stia Subbiano Talla PROVINCIA 10,5% -5,6% 3% Fonte: elaborazione su dati censimenti ISTAT addetti 1991/1981 u.l. addetti 12,2% 21,1% 48,3% 61,2% -17,4% -4,1% -21,1% -8,6% -55,9% -52,0% 14,8% 2,7% -35,7% -33,9% 7,7% 47,1% 26,0% 34,9% 25,3% 44,9% -10,8% 11,3% 12,1% 32,8% -33,3% -41,4% Altre attività 1996/1991 u.l. -20% -21% -8% -18% 13% -27% -11% -43% -20% -23% -18% -18% -11% addetti 1991/1981 u.l. addetti -11% 38,0% 35,1% -5% 16,7% 19,1% 6% 3,0% 8,8% -9% -36,2% -16,1% -15% 100,0% 46,2% -38% 31,8% 81,8% -23% 90,0% 92,0% -17% -7,1% 27,6% -6% 31,8% -29,0% -1% 6,5% 71,3% -24% 19,3% 3,8% 6% -3,0% 12,8% -12% 14,7% -19,8% Totale 1996/1991 u.l. addetti 1991/1981 1996/1991 u.l. addetti u.l. addetti -37% -17% -38% -42% -66% -63% -84% -54% -36% -43% -53% -3% -46% -14% 38% 1% -1% 11% -13% 0% 0% 9% 2% 10% 8% -6% 10,2% 32,7% -6,9% -19,0% -17,5% 21,0% -10,4% -12,5% 7,1% 6,7% -4,1% 21,7% 13,1% 16,8% -3,6% -6,4% -11,7% -28,2% 54,3% -22,0% 61,5% -18,9% 37,1% -17,1% 11,8% -18,3% -22% -8% -20% -26% -27% -33% -28% -29% -20% -26% -34% -6% -28% -10% 19% -9% -4% -4% -10% -13% -4% 2% 2% -17% 0% -6% -39% -1% 6,9% 5,8% -21% -3% 5,7% 16,6% -19% -9% 17,9% 14,0% -6% 1,7% 12,2% -19% -11% 20,1% 13,8% -43% -5% 3,0% 6,2% -24% -7% -4% 17,9% 24,1% -12% -5% 24,9% 14,4% 181% 7% 17,7% 5,5% -11% -2% _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 18 _________________________________________________________________________________________ A conferma di quanto scritto nelle pagine precedenti, è utile continuare a tenere focalizzati gli aspetti già riportati nel precedente piano di sviluppo: la tendenza all’incremento delle dimensioni medie delle imprese in un percorso di avvicinamento ai livelli regionali e a una più strutturata organizzazione del lavoro; la centralità assoluta come fattore di produzione e di occupazione per tutta la vallata del sistema industriale; a prescindere dalle potenzialità più o meno elevate di sviluppo, a oggi è ancora il settore decisivo per le sorti economiche casentinesi. Per questi motivi, le politiche di sviluppo non possono prescindere da tale osservazioni e al di là del supporto e l’incentivo a settori emergenti, non devono dimenticare un’importante attenzione ai servizi e alle infrastrutture (materiali e immateriali) per il settore industriale. Altre importanti indicazioni per la verifica del sistema produttivo casentinese sono fornite dall’analisi dei settori che lo compongono e della loro incidenza sulla produzione complessiva . La tabella successiva evidenzia i settori produttivi di maggior rilievo in Casentino: Tab. 15 – indice di densità dei principali settori (n° addetti/popolazione residente X 1000) SETTORI D di cui: DA DB DC DI DJ+DK+DL+DM DN F G H I J K L M N O Casentino Provincia 1981 1991 1996 1981 1991 1996 151,4 6,6 57,7 4,1 19,5 26,9 8,8 28,6 47,1 12,5 12,3 4,0 5,6 20,4 22,4 12,6 9,5 160,1 5,3 58,6 3,1 27,5 33,5 10,7 24,8 54,8 13,3 16,2 5,5 13,3 12,9 22,0 19,4 10,4 164,8 4,9 40,6 15,0 23,1 33,7 28,1 24,3 45,0 11,0 13,1 5,3 14,0 ** ** ** 7,7 150,5 11,7 53,3 16,0 10,9 20,8 25,6 28,6 54,4 8,4 15,7 6,4 9,0 12,6 23,5 16,9 11,3 145,3 8,4 43,9 13,5 9,6 22,4 37,7 29,3 65,8 11,6 15,4 8,2 22,1 12,9 23,6 19,5 13,1 137,2 8,5 33,7 14,5 8,7 23,3 38,8 28,1 61,0 11,3 13,9 8,8 25,9 ** ** ** 9,0 Fonte:: elaborazioni su dati censimenti Istat ** non rilevati Legenda D attività manifatturiere DA ind. alimentari delle bevande e del tabacco DB ind. tessili e dell’abbigliamento DC ind. conciarie, fabbricaz. prodotti in cuoio, pelli e similari DI fabbricaz. prodotti lavoraz. di minerali non metalliferi DJ+DK+DL+DM produz. metalliche e meccanica DN altre industrie manifatturiere F costruzioni G commercio ingrosso e dettaglio H alberghi e ristoranti _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 19 _________________________________________________________________________________________ I J K L M N O trasporti, magazzinaggio e comunicazioni intermediaz. monetaria e finanziaria attiv. immobiliari, noleggio, informatica, ricerca p. amm.ne e difesa istruzione sanità e servizi sociali altri serv. pubblici Gli indici esposti nella tabella permettono di rilevare che il tessuto produttivo casentinese continua a caratterizzarsi in tre importanti settori che tendono a costituire altrettanti poli di specializzazione: un settore sostanzialmente costituito dalla produzione cementiera (svolta ormai esclusivamente dal cementificio Colacem di Castel Focognano), dal comparto prefabbricazione in cemento industriale e oggigiorno anche civile (rappresentato da tre grosse aziende, Baraclit, Mabo e Stimet) e dall’edilizia in genere; il tradizionale settore del tessile di derivazione dalle antiche tradizioni manifatturiere artigianali del Casentino e dell’abbigliamento che, pur contrassegnato da gravi crisi ricorrenti spesso connesse al forte legame – anche sotto il profilo commerciale – con il polo tessile pratese; pur vedendo crollare il numero di unità locali nell’ultimo decennio, è riuscito anche negli anni ’90 a conservare una posizione preminente nell’industria casentinese facendo rilevare ancora il maggior numero di addetti (e ciò in presenza anche di una situazione italiana generalizzata di crisi con evidenti indicazioni di declino del settore) anche se l’indice stesso registra nel 1996, un sostanziale calo . E’ importante ribadire ancora una volta che la conservazione delle posizioni è stata favorita anche (e probabilmente in modo decisivo) dalla continuazione del processo di ristrutturazione del settore che ha visto attivare strategie di innovazione tecnologica e modernizzazione della produzione, in primis nell’impresa di maggior rilievo del comparto, la Cooperativa Tessile di Soci; il settore metalmeccanico in genere che continua ad essere un settore estremamente dinamico e con buona diversificazione produttiva. Oltre al calo dell’indice per il settore tessile e dell’abbigliamento si desume quanto segue: - per il settore del commercio dopo la crescita registrata nel decennio precedente, si rileva un sensibile calo; ciò è dovuto in parte alla presenza sempre più rilevante della media-grande distribuzione; - la tendenza già dal 1996 della crescita del cosiddetto terziario avanzato (intermediazione monetaria e finanziaria, attiv. immobiliari, informatica, ricerca) anche se nel confronto con il dato provinciale si nota come per la nostra realtà tale fenomeno di crescita risulti ancora sottotono rispetto ad altri sistemi economici più evoluti in tal senso; nasce l’esigenza di uno sforzo per lo sviluppo di tale settore visti i fenomeni propulsivi provenienti dallo sviluppo della new-economy e dalla società dell’informazione, molla per il miglioramento del lavoro e dell’occupazione. E’ utile a questo punto soffermarsi al settore agricolo che nel decennio scorso aveva vissuto un periodo piuttosto buio; l’attività agricola registrava un forte calo sia come numero di aziende che come superficie dedicata e utilizzata (SAU), si verificava il forte abbandono delle aree più marginali per la loro scarsa produttività. Nei primi anni ’90 questa tendenza negativa è continuata e una dimostrazione arriva dalla registrazione del calo del numero delle aziende zootecniche; dal 1995 in poi però si assiste ad una inversione di tendenza: si vede frenare l’abbandono delle aree marginali grazie agli effetti _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 20 _________________________________________________________________________________________ delle politiche comunitarie di sostegno (P.A.C.) come i regolamenti 2080/92 e 2081/93 e i sostegni per le colture a perdere per la selvaggina, che hanno favorito il recupero di numerosi terreni marginali; a testimonianza di ciò si riporta il successo dell’applicazione dei suddetti regolamenti comunitari da parte della comunità montana attraverso il notevole numero di finanziamenti concessi agli imprenditori agricoli nel corso di questi ultimi cinque anni. Si rileva come le attività agricolo-forestali nel precedente triennio, abbiano confermato la loro importanza economica essenziale, non direttamente rilevabile dai dati economici di settore, in quanto l’azienda agricola casentinese ha consolidato la sua composizione complessa, in cui convivono attività colturali tradizionali, attività selvicolturali anche per conto terzi, attività nuove e in forte sviluppo come l’agriturismo o di antica tradizione ma sempre più evolute, come l’apicoltura e la coltivazione dell’albero di Natale. Per quanto riguarda specificatamente la coltivazione dell'albero di Natale, il Casentino è al primo posto nella produzione regionale col 15% della superficie in coltivazione specializzata (dati 1990). Si tratta di un'attività che ben si presta ad un impiego stagionale della manodopera e il prodotto è immesso sul mercato in un periodo di fermo dell'attività agricola; pertanto è attività integrativa di quella agricola-forestale ed anche di attività non agricole, costituendo rilevanti redditi aggiuntivi per gli addetti, con una stima di circa 3 miliardi/anno di PLV. La situazione della zootecnia casentinese è sintetizzata dai seguenti dati aggiornati con l’ultimo censimento zootecnico del 1999 (v. tab. 16): 380 aziende zootecniche, che gestiscono allevamenti a carattere prevalentemente familiare; si segnala per gli allevamenti equini l’evoluzione verso un'integrazione con agriturismo ed equiturismo. Per quanto riguarda la selvaggina un allevamento è di proprietà della Comunità Montana; nel 2000 ha prodotto e venduto 65 lepri e 8817 fagiani ed ha una potenzialità produttiva di 9000 fagiani, grazie all’ampliamento completato nel triennio precedente con il cofinanziamento dell’Unione Europea; va anche ricordato come tale allevamento costituisca un indispensabile supporto alla collaborazione fra Comunità montana e A.T.C. del Casentino, consentendo l’immissione di animali di elevata qualità; tale collaborazione, tecnica e amministrativa e a carico delle risorse dell’A.T.C., ha consentito l’avvio dell’autogestione venatoria e un rapporto efficiente con le aziende agricole e potrà in futuro divenire più complessa e proficua per cacciatori e agricoltori. Tab. 16 - n° allevamenti e capi per tipo Tipo allevamento n° allevamenti n° capi bovini 190 3.040 ovini 156 10.610 caprini 54 470 suini 35 1.760 ittici 2 90.000 selvaggina 5 8.220 avicunicoli 6 56.500 449 171.120 equini 410 ungulati Totale 110 Fonte: elaborazione su dati censimento zootecnico _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 21 _________________________________________________________________________________________ All’interno del comparto zootecnico la valorizzazione della qualità e della tipicità dei prodotti è possibile anche grazie all’inizio dell’attività dell’impianto di macellazione intercomunale di Strada e a una serie di iniziative per l’avvio di sperimentazioni produttive destinate alle frange alte del mercato, quale quella del prosciutto casentinese tipico proveniente da maiali di razza Cinta senese, non essendo più reperibile l’antica razza “casentinese” che, ancora negli anni Settanta, era segnalata in Valtiberina. Su circa 20 miliardi annui di PLV agricola, al netto della PLV forestale, il 70% proviene dal settore zootecnico, il 20% dalle colture erbacee e il 10% dalle colture arboree, costituite in prevalenza dalla coltivazione di vite e olivo nei Comuni di Capolona e Subbiano. Bisogna anche evidenziare che negli anni ’90 è stata attuata una politica di contribuzione, da parte della comunità europea, per agevolare l’ingresso dei giovani nelle aziende agricole in modo da consentire un ricambio generazionale in agricoltura; tale politica ha registrato un discreto successo anche qui derivante dall’elevato numero di finanziamenti concessi tramite la comunità montana stessa. Sotto il profilo delle forme di conduzione si rileva come il modello più diffuso nella zona - prescelto in modo quasi esclusivo - sia quello della conduzione a diretto coltivatore con manodopera familiare e terreno di proprietà; completamente scomparse le conduzioni mezzadrili, continuano ad avere pochissimo rilievo le conduzioni di aziende con salariati, sono invece in aumento le aziende che producono reddito che utilizzano i conterzisti – coloro che prestano il proprio servizio utilizzando le proprie attrezzature indice questo di un’organizzazione più strutturata e di una dinamica economica maggiore. Infine si sottolinea come fondamentale continua ad essere il ruolo del settore forestale, cui si collega una filiera di artigiani che trasforma circa 40.000 mc/anno di legno tondo e un gruppo di commercianti che esporta dal Casentino i prodotti non assorbibili dal mercato locale (parte della legna, tondello da cartiera, tondello di pino per truciolo, cippato, legna da tannino). Nelle foreste operano sia piccole imprese di trasformazione, spesso collegate ad artigiani del legno e a commercianti, sia coltivatori diretti che integrano l'attività agricola con quella forestale; inoltre opera direttamente la Comunità Montana, soprattutto nella gestione del patrimonio regionale, con 63 addetti e la cooperativa Agriforest con ulteriori 30 addetti circa. Il numero complessivo degli addetti alla filiera foresta-legno è di difficile stima, a causa dell'incidenza dell'attività integrativa di quella agricola e di forme di lavoro irregolare, ma si calcola che l'occupazione sia contenuta fra 400 e 500 addetti, nonostante gli operai forestali dipendenti da pubbliche amministrazioni siano circa ottanta rispetto agli oltre trecento di circa vent’anni fa. Volendo tentare di descrivere un quadro sulle tendenze economiche dopo il 1996, le uniche fonti di informazioni disponibili in tal senso derivano dai rapporti sulla situazione economica e sociale della provincia di Arezzo elaborati da Irpet per gli anni 1997-19981999; da questi rapporti si desume come nel 1997 l’economia provinciale (quindi comprendente la casentinese) come quella toscana ha dimostrato una “ripresa rispetto ai risultati più deludenti del 1996”1 e anzi il confronto del valore aggiunto al costo dei fattori tra il 1997 e il 1996 evidenzia che il Casentino, seppur con una certa modestia, registra la crescita maggiore sia rispetto alle altre zone che alla provincia. 1 IRPET, Rapporto 1997 sulla situazione economica e sociale della Provincia di Arezzo _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 22 _________________________________________________________________________________________ Nel 1998, sempre secondo Irpet2, l’andamento del sistema economico toscano non è stato quello delle aspettative nate dai risultati del ’97 che avrebbero previsto la continuazione della ripresa iniziata nel corso dell’anno; il 1998 infatti viene definito come “l’anno della ripresa mancata” anche se però a livello provinciale non si può effettivamente parlare di ripresa mancata poiché i dati sul valore aggiunto continuano a registrare una certa crescita. Naturalmente questa crescita riguarda sempre in primo luogo il settore industriale (il discorso vale perfettamente anche per il Casentino) e a seguire il settore dei servizi comprendente il turismo di cui parleremo in maniera più diffusa più avanti. Da considerare che però questi sintomi di crescita della produzione non hanno avuto gli stessi effetti sull’occupazione, infatti i dati sulla disoccupazione, come vedremo successivamente dimostrano anche dopo il 1996 un aumento invece di un calo seppur modesto. Nel corso del 1999 si è registrato, sempre secondo gli studi Irpet3, un aumento nella produzione dei beni per il settore industria, secondo la stima del valore aggiunto al costo dei fattori, “in misura decisamente marcata per la provincia (+3,2%) e superiore a quella regionale (+2,1%), giustificando l’ipotesi dell’avvio di una incoraggiante tendenza di non breve termine”; proprio il Casentino, in questo anno, rivela una intensità di incremento (+3,8%) superiore al valore provinciale e a quello delle altre zone. Per la produzione dei servizi il miglioramento invece si posiziona sulla tendenza regionale. E’ questo un segnale importante per la nostra economia che dà fiducia a chi, operatore del settore o amministrazione pubblica, si trova a programmare le strategie e le azioni conseguenti per i prossimi anni avendo a disposizione quella dinamicità che rappresenta la base necessaria per un buon sviluppo economico. Nel precedente Piano di Sviluppo avevamo utilizzato come indicatore sulla produzione economica quello relativo ai consumi dell’energia elettrica nei vari settori produttivi forniti da Enel; purtroppo dal 1996 Enel fornisce tali dati solo a livello provinciale, quindi non essendo più possibile utilizzare questo indice ci è sembrato opportuno cercare un altro tipo di informazioni che potessero illustrare l’andamento dello sviluppo economico casentinese. I dati che ci sono sembrati più consoni sono quelli relativi ai depositi e agli impieghi bancari come da tabella seguente. tab. 17 - depositi e impieghi bancari per abitanti anni 1994 – 1998 1994 Depositi bancari/ abitanti Mil.ni/L. Casentino Regione 17.869 Provincia 18.130 Impieghi/ abitanti Casentino Provincia Migl./L. Regione 6.587 7.569 14.335 7.605 8.587 18.286 7.921 9.007 17.999 9.787 20.264 25.377 18.867 1995 17.705 18.216 19.381 1996 18.938 19.223 20.190 1998 15.901 20.439 19.080 Fonte: Irpet - Ancitel Arezzo 2 IRPET, Rapporto 1998 sulla situazione economica e sociale della Provincia di 3 IRPET, Rapporto 1999 sulla situazione economica e sociale della Provincia di Arezzo _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 23 _________________________________________________________________________________________ L’analisi della tabella mostra come negli anni considerati ci sia stata la tendenza all’aumento dei depositi e degli impieghi anche se la nostra realtà registra un tono minore rispetto ai dati provinciali e regionali; il ricorso sempre maggiore agli impieghi bancari, che rappresentano, in senso lato, l’utilizzo di finanziamenti per lo svolgimento dell’attività produttiva, denota una certa dinamicità economica e quindi uno sviluppo economico contraddistinto proprio dai maggiori investimenti effettuati dalle imprese. Questo a conferma di quanto detto anche sopra sull’aumento della produzione dei beni industriali prima e dei servizi poi. Per finire alcune indicazioni in merito all’incidenza di ciascun comune del Casentino sulla vicenda produttiva locale. Anche sotto il profilo produttivo i comuni del Casentino continuano ad essere classificabili in tre fasce che grosso modo corrispondono a quelle già individuate in riferimento all’analisi dell’andamento demografico. Anche l’aspetto economico converge verso quelle valutazioni che erano conseguite all’analisi sociale e si configura nel modo seguente: un’economia forte, in espansione, moderna e con tecnologie e terziario in sviluppo è collocata nelle aree classificate sotto il profilo sociale come metropolitane; Capolona e Subbiano, cioè la periferia del capoluogo che come abbiamo già detto risente in toto della vicenda economica aretina (anzi, contribuisce decisamente a determinarla); il ruolo trainante centrale dell’economia è svolto dai comuni del fondovalle: qui sono collocate tutte le imprese produttive qui si svolgono le attività economiche, qui abbiamo elevati redditi pro-capite prodotti, qui abbiamo alti tassi d’industrializzazione, alti indici di densità di attività economiche; i comuni di periferia infine, che demograficamente si connotano per spopolamento e invecchiamento della popolazione, economicamente presentano una modesta incidenza delle attività produttive in genere, in quelle industriali in particolare e indicatori assai modesti della qualità del sistema produttivo. 1.2.2. Il turismo Vista l’importanza attribuita al settore turistico nello sviluppo economico del Casentino, come del resto della Toscana in genere, ci sembra opportuno dedicare un paragrafo apposito all’andamento di questa attività. I dati disponibili all’analisi sono quelli relativi agli arrivi e presenze nelle relative strutture come da tabella seguente: tab. 18 – arrivi e presenze alberghiere ed extra alberghiere extralberghiere totale anno arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze 1993 22.056 72.505 10.155 55.999 32.211 128.504 1994 22.681 72.420 10.792 57.988 33.473 130.408 1995 22.667 73.294 12.388 66.169 35.055 139.463 1996 22.538 76.843 13.084 67.380 35.622 144.223 1997 25.205 78.966 12.886 64.980 38.091 143.946 1998 25.959 70.480 15.691 67.322 41.650 137.802 1999 26.916 76.250 16.247 63.072 43.163 139.322 anno arrivi presenze arrivi alberghiere extralberghiere presenze arrivi totale presenze _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 24 _________________________________________________________________________________________ 1994 2,8% -0,1% 6,3% 3,6% 3,9% 1,5% 1995 -0,1% 1,2% 14,8% 14,1% 4,7% 6,9% 1996 -0,6% 4,8% 5,6% 1,8% 1,6% 3,4% 1997 11,8% 2,8% -1,5% -3,6% 6,9% -0,2% 1998 3,0% -10,7% 21,8% 3,6% 9,3% -4,3% 1999 3,7% 8,2% 3,5% -6,3% 3,6% 1,1% Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo La prima cosa da sottolineare è che negli ultimi anni il fenomeno turismo in Casentino rivela un trend sulla presenza turistica che delinea il fatto che aumentano sì gli arrivi ma nel contempo non si evidenzia l’aumento delle presenze; questo potrebbe significare che è vero che arriva più gente ma soggiorna nei nostri territori per periodi più brevi, privilegiando quindi quella forma di soggiorno che occupa solo alcuni giorni della settimana (weekend più o meno lunghi, escursioni naturalistiche). Dalle informazioni statistiche pervenute dalla provincia di Arezzo abbiamo potuto rilevare quanto segue: già dal 1997 si comincia a rilevare un allungamento della stagione che continua in modo significativo nei successivi due anni; per il Casentino questo si può considerare una dato positivo, infatti permette alle strutture ricettive e a tutte le attività che gravitano intorno al turismo una gestione migliore durante l’anno (v. tab. 19); tab. 19 – presenze degli italiani e stranieri per mese 1997 gen ITALIANI 1998 1999 STRANIERI 1997 1998 1999 1997 TOTALI 1998 1999 2.260 3.215 400 150 301 3.111 2.410 3.516 2.102 2.127 348 268 246 2.553 2.370 2.373 2.870 3.457 795 415 880 5.694 3.285 4.337 7.053 7.485 1.005 915 1.496 8.128 7.968 8.981 7.121 7.892 3.118 2.067 3.186 10.351 9.188 11.078 7.118 7.145 2.689 2.847 3.881 9.592 9.965 11.026 22.320 20.873 9.929 5.353 6.398 27.875 27.673 27.271 39.815 35.080 7.760 5.827 6.534 49.677 45.642 41.614 13.516 8.747 3.118 3.341 5.207 11.438 16.857 13.954 3.919 5.721 1.247 1.959 1.658 6.942 5.878 7.379 2.429 3.402 298 242 282 3.837 2.671 3.684 3.629 3.682 283 266 427 4.748 3.895 4.109 114.152 108.826 30.990 23.650 30.496 112.956 Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo 143.946 137.802 139.322 2.711 feb 2.205 mar 4.899 apr 7.123 mag 7.233 giu 6.903 lug 17.946 ago 41.917 set 8.320 ott 5.695 nov 3.539 dic 4.465 TOT la presenza degli stranieri rispetto a quella degli italiani, a conferma anche di quanto appena evidenziato, è molto più diluita nei mesi che vanno da aprile a ottobre _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 25 _________________________________________________________________________________________ soprattutto per le strutture ricettive extralberghiere; ciò rivela modi di “fare vacanza” diversi da quelli nazionali che danno lo spunto ai vari operatori del settore a cercare di allungare la stagione turistica a tutto l’anno (v. tab. 20); tab. 20 – presenze degli italiani e stranieri per struttura e per mese ITALIANI STRANIERI 1997 1998 1999 1997 1998 1999 alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. alberg. extralb. gen 477 573 946 181 219 143 7 291 10 2.234 1.687 2.269 feb 302 612 410 166 182 254 14 243 3 1.903 1.490 1.717 mar 986 343 595 448 347 404 11 749 131 3.913 2.527 2.862 apr 600 405 632 283 893 603 5.262 1.861 5.012 2.041 5.779 1.706 mag 1.093 1.098 969 5.197 2.036 5.485 1.636 6.636 1.256 2.025 1.457 1.729 giu 881 875 1.972 4.523 2.380 4.160 2.958 5.018 2.127 1.808 1.299 2.582 lug 1.964 1.431 3.922 11.754 6.192 10.571 11.749 11.763 9.110 7.965 1.697 4.701 ago 1.433 1.621 4.206 17.658 24.259 16.255 23.560 16.430 18.650 6.327 1.300 5.234 set 1.241 1.072 2.269 6.220 2.100 6.708 6.808 4.353 4.394 1.877 1.520 3.687 ott 885 761 486 1.070 889 814 844 4.378 1.317 3.034 3.627 2.094 nov 501 374 564 267 31 195 47 241 41 3.038 2.055 2.838 dic 890 276 7 223 43 300 127 3.575 2.478 1.151 2.154 1.528 TOT 9.311 9.018 69.655 43.301 61.462 52.690 65.446 43.380 21.679 14.632 10.804 19.692 Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo il fenomeno della vacanza breve che fa registrare una presenza media nell’ultimo triennio nelle nostre strutture di 3,4 giorni, con tendenza alla diminuzione, è comunque un fenomeno diffuso in tutto il territorio provinciale e anzi, il valore relativo alla presenza media per tutta la provincia (2,8 gg.) è ancora più basso di quello casentinese così come lo è quello della Valtiberina (2,2 gg.), vallata con caratteristiche più simili alle nostre; questo fenomeno sta a dimostrare che molte volte questo tipo di soggiorno è tipico di quello di transito verso altre località (v. tab. 21); tab. 21 - presenza media flusso turistico Casentino Valtiberina Provincia 1997 3,8 2,3 2,8 1998 3,3 2,2 2,8 1999 3,2 2,2 2,8 media 3,4 2,2 2,8 Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 26 _________________________________________________________________________________________ per quanto riguarda la capacità ricettiva, negli anni 1997-1999 si registra un aumento significativo per le strutture agrituristiche e una leggera crescita nella ricettività alberghiera in linea comunque con l’andamento provinciale (v. tab. 22). tab. 22 - capacità ricettiva agrituristica e alberghiera Agrituristic eserciz a i 1997 22 Casentino var. camere var. 158 Provincia posti letto var. 313 esercizi var. 131 camere var. 830 posti letto var. 1708 1998 26 18,2% 172 8,9% 340 8,6% 153 16,8% 988 19,0% 2000 17,1% 1999 31 19,2% 186 8,1% 369 8,5% 174 13,7% 1080 9,3% 2189 9,5% var. camere posti letto var. esercizi var. camere posti letto var. Alberghiera eserciz i 1997 35 Casentino var. 688 Provincia 1255 120 var. 2584 4700 1998 34 -2,9% 676 -1,7% 1234 -1,7% 121 0,8% 2635 2,0% 4805 2,2% 1999 37 8,8% 710 5,0% 1295 4,9% 120 -0,8% 2626 -0,3% 4790 -0,3% Fonte: ufficio statistico del servizio turismo provincia di Arezzo In conclusione si possono fare alcune riflessioni: • l’allungamento della stagione significa che la presenza turistica in Casentino può e deve essere significativa dalla primavera all’autunno; • la diminuzione delle presenze comporta il fatto che bisognerebbe intervenire per esempio sulle forme di soggiorno per riuscire ad invogliare il turista ad allungare il periodo di permanenza nel nostro territorio (settimane totalmente organizzate dagli operatori con diverse attività da svolgere nell’ambito delle realtà offerte dai nostri territori); • l’agriturismo, come del resto avviene in Toscana, ha avuto uno sviluppo quasi iperbolico dando così lo spunto a continuare a sfruttare questa tipologia di risorsa per lo sviluppo turistico e quindi economico della vallata; • l’andamento del flusso turistico in Casentino negli anni ’90 ha dimostrato una crescita seppure non eclatante come invece si era sperato nel momento in cui la risorsa turistica è stata considerata fra le preminenti per lo sviluppo dell’economia casentinese; questo significa che se bisogna dare atto che gli investimenti dei privati nelle strutture e quelli del pubblico nella promozione hanno cominciato a dare risultati, forse gli interventi effettuati devono continuare ed essere in qualche modo resi più significativi. 1.2.3. Il mercato del lavoro Per quanto riguarda il mercato del lavoro è importante sottolineare che il fenomeno disoccupazione ha subito un netto aggravamento nel corso della prima metà degli anni ’90 (v. tab. 23); anche in Casentino si è sofferto il grave momento recessivo che tutto il paese _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 27 _________________________________________________________________________________________ ha attraversato e anche in Casentino la disoccupazione – pur non raggiungendo i livelli drammatici di molte zone italiane – si è però gravemente acuita in corrispondenza del momento congiunturale sfavorevole. E così i disoccupati iscritti nelle liste di collocamento nella sezione circoscrizionale di Bibbiena (senza cioè Capolona e Subbiano facenti parte della circoscrizione aretina) passano dai 1.465 del 1991 ai 2.560 del 1996 con incrementi evidenti e elevatissimi, come del resto succede in tutta la provincia; dal 1997 in poi l’aumento degli iscritti continua a verificarsi anche se con notevole minore intensità e anche se a livello provinciale si comincia a notare una diminuzione degli iscritti. A conferma di quanto scritto in precedenza, il fatto di registrare un aumento del sistema produttivo non ha comportato effetti positivi sul mercato del lavoro e quindi non ha avuto impatti sugli iscritti alle liste di collocamento nel senso che non ci sono state assunzioni (dimostrate anche dal fatto che c’è un generale calo del numero degli addetti). L’aumento degli iscritti riguarda soprattutto la fascia di quelli in cerca di 1^ occupazione (coloro che non hanno mai avuto esperienze lavorative) e questa tendenza si mantiene nell’arco di tutto il decennio; le cause dell’aumento notevole del primo quinquennio sono da ricercarsi in parte nel fatto che esiste una maggiore diffusione locale di lavoro “precario” ed “occasionale” costituito dal lavoro a tempo determinato (meno di 4 mesi all’anno) e a part-time a meno di 20 ore settimanali che non comportano la cancellazione del lavoratore dalle liste; in parte sono da ricondurre all’introduzione dell’iscrizione alle liste da parte delle casalinghe e degli studenti che usufruiscono dell’ufficio di collocamento per poter acquisire quegli anni di anzianità tali da avere la potenzialità per essere inseriti nelle amministrazioni pubbliche. L’analisi della dinamica della composizione degli iscritti in questi ultimi anni denota quanto segue: esiste un calo generalizzato degli iscritti per il settore agricoltura, mentre invece l’aumento maggiore riguarda le “altre attività” (comprende tutto il terziario), l’industria mantiene la percentuale; per quanto riguarda l’incidenza delle donne e dei giovani, si nota come la percentuale degli iscritti di sesso femminile rappresenti la fetta maggiore e che i giovani al di sotto dei 30 anni siano più della metà degli iscritti totali, situazione questa generalizzata a livello provinciale e regionale; tab. 24 – iscritti al collocamento – incidenza donne e giovani 1996 Giovani Donne < 30 anni 1997 Giovani Donne < 30 anni 1998 Giovani Donne < 30 anni 1999 Giovani Donne < 30 anni Arezzo 61,8% 68,7% 62,5% 50,7% 66,1% 49,3% 65,5% 48,7% Bibbiena Montevarchi Sansepolcro Cortona Prov. AR Toscana 66,8% 59,3% 67,3% 55,2% 70,0% 52,8% 71,0% 51,4% 66,1% 58,1% 66,8% 54,0% 68,9% 50,8% 69,1% 49,9% 62,2% 52,0% 64,8% 50,5% 66,1% 50,5% 66,8% 51,2% 63,4% 62,5% 63,8% 64,2% 65,5% 58,8% 65,2% 57,8% 63,8% 57,7% 64,6% 54,3% 67,2% 51,8% 67,2% 51,0% 62,7% 57,0% 63,4% 55,1% 64,8% 51,1% ** ** SEZIONI Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo ** dati non disponibili _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 28 _________________________________________________________________________________________ la percentuale degli iscritti sulla popolazione in età lavorativa mette in evidenza che la sezione di Bibbiena, rispetto alle altre sezioni della provincia, è l’unica che registra un costante, anche se non significativo, aumento del valore. tab. 25 – iscritti al collocamento - % su popolazione in età lavorativa SEZIONI 1996 1997 10,0% 10,2% 9,5% 9,3% 11,5% 11,6% 11,8% 11,9% 10,5% 10,5% 10,1% 9,7% 11,6% 10,7% 11,3% 11,1% 11,5% 12,0% 10,7% 10,5% 10,7% 10,7% 10,2% 10,1% 11,3% 11,6% Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo **dati non disponibili 11,4% ** Arezzo Bibbiena Montevarchi Sansepolcro Cortona Prov. AR Toscana 1998 1999 Se infine si osservano le dinamiche incrociate degli avviamenti e delle cessazioni (v. tab. 26), risulta che esiste un aumento degli avviati al lavoro che però sembra essere del tutto vanificato dal superiore numero delle cessazioni. Bisogna però considerare due cose: una che comunque il mercato dimostra un certo dinamismo con i processi di ricambio occupazionale e l’altra che l’aumento delle forma di lavoro precario, come appena detto sopra, comporta che tale tipo di lavoro non viene registrato come avviamento. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 29 _________________________________________________________________________________________ tab. 23 - andamento iscritti al collocamento anni 1991 - 1999 casentino ** provincia 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 Totale iscritti di cui: in cerca di 1^ occupaz. disoccupati Totale iscritti di cui: in cerca di 1^ occupaz. disoccupati 1999 1.465 1.725 2.008 2.156 2.316 2.560 2.588 2.651 2.689 374 369 427 497 593 668 750 851 859 1.091 1.356 1.581 1.659 1.723 1.892 1.838 1.800 1.830 17,7% 16,4% 7,4% 7,4% 10,5% 1,1% 2,4% -1,3% 15,7% 16,4% 19,3% 12,6% 12,3% 13,5% 24,3% 16,6% 4,9% 3,9% 9,8% -2,9% -2,1% 1,4% 0,9% 1,7% 1991 1992 1993 1994 1995 1996 13.907 15.884 17.523 19.699 20.787 22.452 4.693 3.650 4.046 4.696 5.235 5.668 9.214 12.234 13.477 15.003 15.552 16.784 14,2% 10,3% 12,4% 5,5% -22,2% 10,8% 16,1% 11,5% 32,8% 10,2% 11,3% 3,7% 8,0% 8,3% 7,9% Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo ** i dati si riferiscono alla sezione circoscrizionale di Bibbiena quindi senza i comuni di Subbiano e Capolona tab. 26 – avviamenti e cessazioni dal lavoro 1994 Casentino * Area Aretina provincia regione 1995 1996 1997 1998 1999 avviam. cessaz. avviam. cessaz. avviam. cessaz. avviam. cessaz. avviam. cessaz. avviam. cessaz. 2,1% 12,7% 3,6% -0,9% 39,1% 14,4% 18,2% 13,5% 16,2% 4,3% 13,0% 10,8% 2,3% -4,0% -6,3% 7,2% 5,2% 13,2% 2,9% 3,7% -3,3% 10,0% 12,7% 9,4% 4,9% 13,3% 0,3% 3,7% -3,2% 11,6% 9,8% 9,4% 9,0% 21,7% 10,6% 15,3% 17,3% 8,5% 6,3% 6,2% ** 16,0% 3,1% 8,7% ** Fonte: Ufficio provinciale del lavoro di Arezzo * dati senza Subbiano e Capolona che gravitano per il collocamento nell’area aretina **= dati non disponibili _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 1997 22.665 6.081 16.585 0,9% 7,3% -1,2% 1998 21.663 6.622 15.041 -4,4% 8,9% -9,3% 1999 21.351 6.522 14.828 -1,4% -1,5% -1,4% Comunità Montana del Casentino 30 _________________________________________________________________________________________ 1.2.4. Quadro di sintesi L’analisi fin qui effettuata ha messo in evidenza i seguenti elementi che devono essere tenuti presenti per l’elaborazione successiva di strategie e interventi di sviluppo: 1) Turismo - lo sviluppo del turismo si è manifestato come una ”onda lunga” piuttosto che come una curva ad iperbole; tale “onda lunga” è però consolidata ed evidente e conferma l’intuizione che il turismo possa essere il settore del futuro. E’ un chiaro segnale - se interpretato anche alla luce dell’andamento provinciale e regionale e del grande “favore” che incontra la toscanità nel turismo medio-alto – dell’esistenza di un’ottima potenzialità nei cui confronti gli investimenti privati e la promozione mirata e organizzata possono produrre risultati di rilievo. Necessita però di uno scatto in avanti più deciso affinchè acquisti una incisività maggiore nel panorama economico casentinese. 2) Industria – continua l’importanza di garantire le condizioni di competitività della nostra industria, elemento trainante e di benessere della vallata. Le condizioni di sviluppi elevati e ulteriori non ci sono – come d’altronde in tutta la realtà toscana ormai orientata verso un’economia post-industriale – e addirittura il trend potrebbe diventare negativo (verso la crisi) qualora non fossimo in grado di cominciare a risolvere i problemi di competitività legati alle infrastrutture reali e virtuali che permettano la sopravvivenza di attività industriali e artigianali nei nostri territori. Così come non possiamo non sottolineare la mancanza di segnali significativi di crescita dell’industria casentinese nei settori ad alta tecnologia e della new-economy, ancora con uno sviluppo in dipendenza della produzione tradizionale. 3) Agricoltura – dopo le gravissime crisi del dopoguerra che ne hanno determinato quasi l’eliminazione, sta lentamente ma significativamente trovando la sua dimensione compatibile con il nostro territorio, con la zootecnia ma anche con forme di conduzione moderne e congrue con situazioni marginali come le nostre – quali la pluriattività, l’agriturismo e la nuova imprenditoria giovanile. Il settore sembra percepire la possibilità di poter cessare di parlare di crisi e vedersi acquisire un’adeguata dimensione economica - intesa nel senso della capacità di produrre redditi adeguati e quindi “appetibili” dal mercato - oltrechè una chiara funzione di presidio e salvaguardia del territorio; questo grazie in particolare alla flessibilità ed al concetto affermato di pluriattività. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 31 _________________________________________________________________________________________ 1.3. IL QUADRO TERRITORIALE L’analisi territoriale-ambientale presentata nel Piano 1998-2000 appare ancora un valido supporto per l’individuazione delle linee strategiche del nuovo Piano di sviluppo economico e sociale 2001-2004. I più rilevanti mutamenti e trasformazioni a scala urbanistico-territoriale (sistemi insediativi - insediamenti residenziali - sistemi infrastrutturali) e del tessuto socio economico (attività produttive artigianali-industriali, agricolo-forestali e imprenditoriali), sono avvenuti nell’ultimo ventennio. Oggi, guardando in particolare gli ultimi anni, si registra una sostanziale stabilità e consolidamento dei sistemi economici in linea con il Prs (Programma regionale di sviluppo). Il Casentino continua ad essere un tassello del variegato mosaico delle “Toscane della Toscana”, come definite nel Prs, che compongono la Toscana e che rappresentano il punto di forza dei sistemi territoriali, in quanto, con le loro peculiarità, consentono di attivare molteplici “motori di sviluppo” capaci di adattarsi, alle singole realtà territoriali, utilizzando al meglio e in modo integrato tutte le risorse. Da un lato il Casentino possiede un’alta specializzazione nell’attività manifatturiera della Pmi, da un altro l’elevata qualità paesaggistica e naturalistica sta producendo uno sviluppo e diffusione di nuove forme di turismo integrate con l’ambiente. La ridotta concentrazione di popolazione, la frammentazione degli insediamenti, l’isolamento infrastrutturale, la grande estensione di “paesaggio” di tipo agro-silvopastorale, determinano un elevatissimo valore storico, artistico e ambientale del Casentino, a cui corrisponde comunque una modesta propulsione dei “motori di sviluppo”. 1.3.1. Il sistema insediativo Per quanto riguarda il sistema insediativo, in questi ultimi anni, si è assistito ad un generalizzato consolidamento e completamento dei già programmati potenziamenti delle attività artigianali-industriali-turistiche, inserite negli strumenti urbanistici della quasi totalità dei comuni. I principali poli artigianali-industriali: Campaldino-Porrena-Sala Pratovecchio, Soci-Bibbiena, Corsalone Rassina e Subbiano-Capolona, vengono sostanzialmente confermati e completati. A questi si aggiungono altri completamenti di aree artigianali, di piccole dimensioni, facenti parte di programmazioni ancora non del tutto realizzate (ad esempio l’area artigianale industriale di Strada in Casentino nel comune di Castel San Niccolò). Nel polo Soci-Bibbiena sono stati definiti gli assetti delle aree in riva destra del torrente Archiano, in particolare l’individuazione di un grande centro commerciale in loc. Palazzetto-Quattrovie che rappresenta, da un lato un elemento di forte valenza economica non solo per Bibbiena ma per tutto il Casentino, da un altro un elemento di debolezza per il delicato e precario sistema viario su cui s’innesta. Il problema del riuso di insediamenti industriali dismessi sta andando avanti, nonostante i molteplici problemi insisti nella materia del “riuso”: il “che farne”, la riconversione delle destinazioni d’uso e il loro impatto a livello urbano e sociale, gli alti costi di ristrutturazione-ricostruzione e le aspettative dei legittimi proprietari, rendono la problematica assai complessa in particolare per realtà come l’ex Tannino ed ex Segheria di Bibbiena Stazione, ex cementificio Sacci – Corsalone. Per quest’ultimo si registra una _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 32 _________________________________________________________________________________________ lenta azione di demolizione connessa al ripristino ambientale della miniera a cielo aperto utilizzata per l’estrazione della marna da cemento. Un altro problema ancora persistente è quello delle aree a destinazione mista, presenti in gran parte nelle zone di espansione realizzate negli anni 70-80, dove esiste una commistione di attività che mal si conciliano tra loro: la presenza di insediamenti residenziali congiunta ad attività artigianali-industriali e in taluni casi anche ad attività ricreative sportive. Da un lato sono fortemente penalizzate le attività artigianali che non possono esprimere in pieno il loro potenziale per la mancanza di adeguate viabilità di accesso, spazi di manovra e di deposito, dall’altro sono penalizzate anche le residenze che subiscono il forte impatto delle prime. Il tutto in un contesto privo di connotazione urbana dove si confondono i parcheggi per la residenza con le aree di deposito merci e manufatti industriali, dove non si percepisce quali sono i “fronti” e i “retro” delle abitazioni e degli stessi edifici industriali, dove probabilmente vi è anche la presenza di emissioni rumorose e di fumi in atmosfera non compatibili con la residenza. Anche per gli insediamenti residenziali, in senso generale, è stata perseguita la politica del completamento di previsioni di strumenti urbanistici previgenti, in particolare i centri di fondovalle continuano, in alcuni casi, a soffrire di un certo squilibrio fra funzioni, popolazione insediata, dotazione di servizi, commistione fra residenza e attività produttive e carenze infrastrutturali. Inoltre , seppur in maniera molto limitata, è continuata la compromissione idraulica di alcune zone in fregio al fiume Arno e affluenti. Le realtà alto-collinari, hanno confermato il loro ruolo di presidio del territorio , attraverso un consolidamento della domanda d’intervento sul patrimonio edilizio esistente sia endogena che esogena. Inoltre è sempre di attualità il problema delle ampie riserve di “volumi” destinate alla seconda casa, che da un lato rappresentano comunque un presidio che garantisce quantomeno la manutenzione e conservazione del patrimonio edilizio, da un altro sono causa di un incontrollato aumento di popolazione stagionale al quale non corrispondono adeguate dotazioni di servizi esistenti (raccolta e smaltimento rifiuti, servizi idropotabili e reti di scarico). L’ambito extraurbano ancora non risulta entrato a pieno titolo dentro l’azione pianificatoria. La nuova legge regionale sul “Governo del territorio”e il Ptcp, hanno definito un riassetto globale della materia urbanistica introducendo, fra l’altro, anche il nuovo concetto di pianificazione delle “zone aperte”, cioè viene posta all’attenzione del pianificatore la problematica delle aree agricole, considerate dalle leggi preesistenti “ambiti extraurbani” o “zone agricole”, o meglio, “tutto quello che sta intorno all’area urbana” (così definita nei Piani Regolatori) e valutata soltanto come area da utilizzare per gli ampliamenti del perimetro urbanizzato. Attualmente permane il regime vincolistico come unica regolamentazione della trasformazione in zona agricola in attesa della piena formazione e attuazione dei nuovi piani strutturali redatti in conformità al Ptcp. Le tendenze della pianificazione, oggi stanno già cambiando indirizzo: viene fortemente presa in considerazione la materia ambientale come elemento fondativo del “Piano strutturale” (ex Prg) che a sua volta deve essere conforme ai Piani sovraordinati a vasta scala (Ptcp, Prit e Prs). Come supporto ed incentivo alle attività economiche esistenti della vallata oltre alla tutela del patrimonio edilizio esistente, si sono consolidate alcune opere a scala comprensoriale (terme di Stia, campo da golf a Poppi, recupero di alcuni rilevanti fabbricati facenti parte del patrimonio regionale, strutture da campeggio, impianti sportivi) _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 33 _________________________________________________________________________________________ e sono state portate a compimento altre importanti iniziative quali la realizzazione di un impianto di macellazione mediante recupero di un fabbricato esistente nel comune di Castel San Niccolò, la realizzazione, attraverso la ristrutturazione del fabbricato Casanova di Badia Prataglia-Poppi- di un centro permanente di formazione professionale sulle tematiche ambientali, la realizzazione di un centro operativo dei servizi ambientali (raccolte differenziate e trasferimento dei rifiuti) nel comune di Poppi. Inoltre sono in corso di realizzazione: il canile comprensoriale e il completamento del centro operativo dei servizi ambientali in comune di Poppi, un primo intervento di restauro conservativo all’abbazia di Santa Trinita in Alpe nel comune di Talla. 1.3.2. Il sistema infrastrutturale Il sistema infrastrutturale, da sempre e in modo particolare in questi ultimi anni, è stato e continua ad essere il “nodo da sciogliere” per la risoluzione di molti problemi legati allo sviluppo economico e sociale. L’isolamento geografico e morfologico , coma già ricordato in più occasioni, ha determinato la “marginalità “del Casentino rispetto a molte altre realtà regionali. Sono state realizzate alcune opere di miglioramento a tutto il sistema, in particolare i lavori di ammodernamento della linea ferroviaria Arezzo-Stia (in corso di completamento) con l’eliminazione di alcuni passaggi a livello e la realizzazione di tratti di variante stradali, abbastanza significativi, per l’agevolazione del traffico veicolare. La domanda che ci dobbiamo porre è qual è il prezzo ambientale che il Casentino sta pagando per aver ottenuto una serie di opere che se da un lato sono indubbiamente necessarie, da un altro sono state realizzate con sistemi costruttivi e tipologici altamente impattanti (uso assoluto del cemento armato) senza un’attenta valutazione preventiva dell’inserimento ambientale. L’intesa siglata fra l’Amministrazione Provinciale di Arezzo, la Comunità Montana con i Comuni, la Camera di Commercio, l’Ass. Industriali e le Ass.ni di Categoria, sta andando avanti : risulta in corso la progettazione del tratto stradale della statale 71 subbiano-nord – Calbenzano, l’imminente appalto, da parte dell’ANAS, dei lavori della variante stradale di Ponte alla Talla, la progettazione dei lavori alla SS71 da S.Mama-Rassina-Corsalone e della variante esterna a Bibbiena con il suo innesto nella statale 70 (Bibbiena-Poppi-Passo della Consuma) e, sempre nella SS.71, verso Soci-Badia Prataglia, compreso il delicato snodo delle Quattrovie – Palazzetto divenuto il fulcro infrastrutturale del Casentino per la presenza di importanti attività produttive e del costruendo centro commerciale. Inoltre l’Amm.ne Prov.le ha provveduto alla redazione di studi di fattibilità per quanto riguarda l’ammodernamento della SS.70 fino al Passo della Consuma e della SS 71 fino al passo dei Mandrioli. Recentemente la Comunità Montana , i Comuni , la Provincia, la Regione, la L.F.I. e tutti gli altri soggetti coinvolti, sia a livello istituzionale che a livello imprenditoriale, nel processo di sviluppo economico e sociale, hanno dato vita, attraverso le opportunità economiche offerte dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale, al progetto di realizzazione di un sistema integrato di trasporto merci in Casentino, a sostegno di tutto il tessuto produttivo del Casentino. Il progetto consiste essenzialmente nella realizzazione di un potenziamento del centro intermodale già esistente a Bibbiena Stazione, per adeguarlo alle esigenze di un un più vasto traffico merci su rotaia, in entrata e in uscita dal Casentino; nella realizzazione di raccordi ferroviari (tronchetti) principalmente per i poli industriali di Rassina-Corsalone e Bibbiena-Soci. Oltre al fondamentale ruolo di sostegno all’economia locale, il trasferimento delle merci dalla “gomma” alla “rotaia” farà drasticamente diminuire il traffico pesante che attualmente sta paralizzando le principali arterie stradali del fondovalle, in particolare verso Arezzo. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 34 _________________________________________________________________________________________ Permangono le problematiche relative al miglioramento dei collegamenti, ad est verso la E45, ad ovest verso il Valdarno e a tutto il reticolo di viabilità Provinciali e comunali delle zone collinari, che costituiscono punti di accesso alle aree protette dei crinali dell’Appennino toscano ad est e del Pratomagno ad ovest. In tal senso la Comunità Montana , ha promosso studi di pre-fattibilità per il miglioramento dei collegamenti con l’area fiorentina, e con la E45 e sta concludendo lo studio per l’individuazione di soluzioni per la realizzazione di una “strada parco di fondovalle” che ripercorrendo in gran parte viabilità esistenti , da Pratovecchi-Stia fino a Subbiano, potrà costituire una valida alternativa al traffico veicolare leggero, da porre in alternativa alla SS.70 e 71, nonché assumere anche valenza di viabilità “turistica” in quanto potrà essere integrata con percorsi pedonali , ciclabili e a cavallo lungo il corso del fiume Arno. 1.3.3. La difesa del suolo La Regione Toscana ha concluso il procedimento, previsto dalla legge regionale 5 maggio 1994, n. 34 “Norme in materia di bonifica”, per la ridefinizione dei comprensori di bonifica in Toscana e l’individuazione, da parte del Consiglio regionale, degli enti competenti all’esercizio delle funzioni di bonifica nei comprensori suddetti. Non essendo stato costituito un nuovo consorzio da parte dei privati, le funzioni relativamente al comprensorio “Casentino” sono state attribuite definitivamente alla Comunità Montana. Si è in tal modo riconosciuto alla Comunità Montana un ruolo importante, primario, nell’ambito della difesa del suolo, ruolo che è stato ulteriormente rafforzato anche con l’attribuzione delle funzioni dei disciolti consorzi idraulici, relativamente ai tratti classificati di III categoria dei principali torrenti affluenti dell’Arno in Casentino. E’ attualmente in corso l’aggiornamento del catasto consortile, la ricognizione delle opere e l’aggiornamento del Piano di classifica degli immobili, esteso anche ai nuovi territori facenti parte del comprensorio. In sintesi procede regolarmente l’attività relativa agli interventi di sistemazione e regimazione idraulica dei corsi d’acqua, realizzati tramite i finanziamenti regionali (nuove opere e manutenzioni straordinarie), i proventi delle contribuenze (manutenzioni ordinarie e interventi di bioingegneria), i finanziamenti statali (L. 590/81, L. 185/92, L. 265/95 e L. 226/99 per interventi di ripristino delle opere danneggiate dagli eventi calamitosi e la realizzazione di nuove opere di salvaguardia dal rischio idrogeologico). In particolare sono in corso di attuazione i programmi di interventi relativi al taglio ed allontanamento del materiale legnoso dagli alvei dei corsi d'acqua e loro ripulitura, con ottimi risultati soprattutto legati ai migliori deflussi delle acque in prossimità di punti critici (ponticelli, tombini, strettoie) e prosegue la realizzazione di interventi di Ingegneria Naturalistica realizzati tramite operai forestali, dipendenti dell’Ente. Per incrementare ulteriormente l’attività manutentoria del territorio sono stati erogati contributi a privati per la sistemazione della maglia drenante minore ricadente inizialmente, in via sperimentale, in una parte del Casentino, ma che in seguito verranno estesi a tutto il comprensorio. La Comunità Montana pertanto, mettendo a frutto l’esperienza maturata nel settore della bonifica e la profonda conoscenza del territorio, continua a svolgere tutte le attività inerenti la manutenzione delle opere idrauliche e la sistemazione dei corsi d’acqua di competenza regionale; attività che rivestono un carattere strategico, oltre che per la bonifica, anche nell’ambito più generale della difesa del suolo. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 35 _________________________________________________________________________________________ Si auspica inoltre nei prossimi anni anche un coinvolgimento dell’Ente nella progettazione e attuazione degli interventi previsti in Casentino dal Piano di Bacino del Fiume Arno. Agli eventi alluvionali del 1992 e 1993 si sono aggiunti quelli del 1997 e 1998 a cui sono seguiti ulteriori finanziamenti ottenuti per il ripristino delle opere idrauliche danneggiate, per il consolidamento dei dissesti idrogeologici e per il riassetto idraulico del territorio. Nel grafico seguente vengono riportati i flussi finanziari ottenuti per gli interventi di bonifica dal 1982 al 2000. Si evidenzia come nel corso degli anni ottanta siano stati molto modesti e che solo dopo gli eventi alluvionali del 1992 e 1993, si rileva un forte flusso di finanziamenti, a cui corrisponde un’intensa attività per la realizzazione degli interventi. Si evidenzia inoltre come lo stanziamento dei finanziamenti avviene solo a seguito degli eventi calamitosi, anziché in maniera preventiva. F in a n zia m e n ti sta ta li e re g io n a li p erio d o 19 82 -20 0 0 lire (m ilio n i) 1 0 0 00 9 000 8 000 7 000 6 000 5 000 4 000 3 000 2 000 1 000 0 1 98 2 1 98 3 1 98 4 1 98 5 1 98 6 1 98 7 1 98 8 1 98 9 1 99 0 1 99 1 1 99 2 1 99 3 1 99 4 1 99 5 1 99 6 1 99 7 1 99 8 1 99 9 a nn o d i 2 00 0 rife rim e nto 1.3.4. I servizi ambientali La Comunità Montana e i Comuni del Casentino hanno lavorato molto in questo specifico settore dei servizi ambientali, vuoi per esperienze già consolidate, fin dagli anni 70, che hanno visto una gestione unitaria dei sistemi di smaltimento dei rifiuti in una logica comprensoriale, vuoi per l’omogeneità del territorio e della consapevole conoscenza delle problematiche delle singole realtà , raggiungendo lo scopo di eliminare la frammentazione di gestioni singole del ciclo dei “rifiuti”, a favore di una gestione associata. In linea con le nuove leggi in materia ambientale, sono stati attuati i programmi e oggi il Casentino è dotato di un sistema integrato di raccolta e recupero che sta andando a regime. Il sistema comprende anche, oltre alla gestione di un centro operativo realizzato alle Tombe nel comune di Poppi, anche la gestione dello smaltimento finale nella discarica di Fortipiano, in via di completa e definitiva dismissione e recupero. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 36 _________________________________________________________________________________________ I servizi ambientali, in particolare legati al “ciclo” dei rifiuti, hanno portato fino ad oggi rilevanti benefici in quanto con costi contenuti si sono verificate prestazioni qualitativamente elevate senza arrecare pregiudizio all’ambiente. Per quanto riguarda le raccolte differenziate, molto è stato fatto in questi anni, abbiamo più che triplicato i quantitativi di raccolta ma questo non è risultato ancora sufficiente per il raggiungimento delle percentuali di raccolta determinate dalla Regione Toscana. Per questo ci troviamo nella necessità di dover ricercare e intraprendere, in tempi brevi, nuove iniziative tendenti ad un maggior coinvolgimento di tutte le forze socioeconomiche, al fine di sensibilizzare la maggior parte delle popolazioni perché il problema dei “rifiuti” può essere risolto soltanto se c’è l’impegno di tutti, non basta aumentare il numero dei contenitori o attuare sistemi costosi di raccolta, se non c’è collaborazione e rispetto da parte delle utenze, il raggiungimento degli obiettivi previsti resterà un’utopia per il Casentino. Lo scenario riguardante tutta la problematica è in fase di cambiamento, si sta dibattendo a livello istituzionale per la costituzione della Comunità di ambito territoriale ottimale per la gestione del “ciclo dei rifiuti”, dalla produzione, alla raccolta, alla differenziazione al recupero, allo smaltimento finale. L’ambito ottimale corrisponde al territorio della Provincia di Arezzo e si sta costituendo, nella forma consortile, fra tutti i comuni della Provincia. Il Casentino ha già un proprio piano industriale ed è riconosciuto, nel Piano provinciale, quale area omogenea di raccolta operante nel territorio. Il problema rimane quello dello smaltimento dei rifiuti che dovrà avvenire presso gli impianti di Arezzo (inceneritore di Arezzo, discarica di Castiglion Fibocchi, discarica di Terranuova) con prevedibili ingenti costi sia di smaltimento che di trasporto. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 37 _________________________________________________________________________________________ CAP 2: LE STRATEGIE 2.1. GLI INDIRIZZI DELL’ASSEMBLEA Il programma quadriennale 2001/2004 costituisce il documento di programmazione socio-economica che la Comunità Montana del Casentino elabora in attuazione delle leggi nazionali 18 agosto 2000, n. 267 e 31.01.94 n. 97 nonché delle LL.RR. 28.12.2000 n. 82 e 19.01.96, n. 95. Segue al primo piano di sviluppo 1998/2000 e del medesimo ne costituisce la naturale continuità. Anche per questa seconda esperienza di programmazione si riconferma, in modo ancor più deciso, l’intenzione di procedere autonomamente alla elaborazione del piano di sviluppo, utilizzando soprattutto le professionalità interne all’ente e le conoscenze esistenti nell’ente e con l’eventuale apporto esterno di società specializzate, quali l’Irpet, limitato ad approfondimenti ed analisi di problematiche puntuali e specifiche. Ciò in quanto riteniamo da un lato che in comunità montana vi siano le conoscenze e le professionalità necessarie, dall’altro che la programmazione e il lavoro per progetti e obbiettivi debba diventare patrimonio comune e metodo di lavoro ordinario di tutta la struttura in quanto apporto imprescindibile per radicalizzare anche nel nostro ente quel processo di innovazione nell’organizzazione necessario per rendere più efficace la pubblica amministrazione. L'impostazione concepisce il programma come strumento fondamentale per la definizione di un quadro di riferimento dell'azione della comunità montana per l'utilizzazione delle risorse finanziarie dell’Unione Europea e nazionali e per il loro impiego coordinato con quelle dell'ente, per la scelta degli interventi prioritari e per la messa a punto degli strumenti necessari per la sua attuazione. Strumenti in cui devono comparire come attori, anche tutto il settore privato. L’obbiettivo è anche quello di predisporre uno strumento di programmazione agile, snello e operativo; che tenga conto dei principi della programmazione negoziata e dal basso, nel senso che possano essere acquisite tutte le istanze e progettualità esistenti nel territorio e su tale base sviluppare un programma di azione che sia comune e condiviso con tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici; suddiviso in programmi e progettiobiettivo che abbiano concretezza; con indicazione delle risorse di bilancio, e strumentali attribuite; con indicazione dei tempi di realizzazione e indicatori di attuazione. In altri termini, con la volontà di evitare atti di programmazione onnicomprensivi ma che poi si rivelano praticamente inattuabili. Nell’esercizio della sua funzione di indirizzo politico e amministrativo l’Assemblea stabilisce i seguenti indirizzi, criteri e direttive per l’elaborazione del piano di sviluppo 2001/2004: 1) mantenere la continuità con il patrimonio di programmazione, di studi e analisi del territorio esistente, nonché conferma, applicazione e accentuazione dei principi portanti del precedente piano di sviluppo 1998/2000 (di cui l’attuale ne costituisce la naturale continuità) e coerenza e applicazione dei documenti programmatici di insediamento dell’attuale legislatura. 2) ribadire l’impostazione della politica programmatica del piano nell’ottica di considerare la ns. vallata (e la montagna) non un problema bisognoso di assistenza e contributi ma una risorsa, una grande risorsa da utilizzare in termini sostenibili e _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 38 _________________________________________________________________________________________ suscettibile di determinare sviluppo civile, sociale ed economico; e come bene collettivo la cui conservazione e sviluppo influisce sull’intero ecosistema nazionale. 3) esprimere con il piano una politica di sviluppo sostenibile qualificato nell’accezione che questo termine ha acquisito nella programmazione. Nel senso di porre in essere un nuovo rapporto fra sviluppo e ambiente in grado di comporre la potenziale contraddizione fra i due termini, presupponendo l’uso eco-compatibile delle risorse e integrando i due paradigmi in una prospettiva in grado di creare nuove opportunità anche occupazionali; l’ambiente deve diventare un elemento fondativo nella programmazione, non ci si deve fermare cioè all’enunciazione dei principi ma bisogna dar loro un contenuto in termini di qualità, sviluppo e sostenibilità ambientale. In tal senso acquistano importanza strategica il passare da enunciazioni di principio affermate con il precedente piano di sviluppo a concrete azioni per assicurare l’applicazione reale del concetto di sviluppo sostenibile in Casentino, con concreti processi amministrativi di verifica e controllo condivisi e accettati da tutti gli attori del ns. territorio. Consolidare la politica di difesa del suolo già intrapresa con il precedente piano di sviluppo, implementando anche tutte la azioni che coinvolgano in prima persona nei processi di salvaguardia ambientale i soggetti privati, in particolare gli imprenditori agricoli; 4) esprimere e sviluppare una politica di sviluppo che non imiti passivamente modelli esogeni ma che, pur in una valutazione di tutte le possibili esperienze, elabori una propria e autonoma via allo sviluppo basata sulle risorse endogene. Puntando quindi anche sulla valorizzazione delle risorse materiali, umane e imprenditoriali locali da ricercarsi in termini di integrazione e intersettorialità e contraddistinta in particolare dalla focalizzazione e valorizzazione delle filiere produttive locali. 5) Conservare e migliorare la capacità competitiva del nostro sistema economico industriale e artigianale, sia favorendo e incentivando l’innovazione tecnologica delle imprese, dei processi produttivi, dell’organizzazione e della gestione, della promozione e del marketing che intervenendo sul sistema infrastrutturale e sulle strutture tecnologiche al fine di coordinare, esprimere e far acquisire ai livelli superiori di competenza le necessità del Casentino. Costruire un programma di interventi comuni a tutte le amministrazioni locali e ai privati che tenda ad un unico obiettivo che è quello di sostenere il mercato del lavoro e ridurre il tasso di disoccupazione giovanile cercando nel contempo il riequilibrio tra uomini e donne; sostenere e spronare l’imprenditoria giovanile e femminile sviluppando iniziative tese a creare professionalità indirizzate verso la new-economy; 6) ribadire la politica di sviluppo integrato e intersettoriale del Casentino, in linea con le politiche pubbliche per le aree rurali e montane (l’Unione Europea; la nuova legge sulla montagna; il piano regionale di sviluppo), come risposta alle concezioni monofattoriali dello sviluppo (quali quella fondata sull’industrializzazione o quella che identifica l’economia montana con l’economia agricola) che determinano crisi cicliche della struttura produttiva e come strumento per garantire in aree a economia debole e dipendente una diversificazione delle attività e le condizioni di autosviluppo. Non solo, sviluppo integrato anche nel senso di considerare non soltanto parametri economici ma anche e simultaneamente parametri sociali, culturali, ambientali (e in tal senso lo sviluppo sostenibile costituisce una dimensione dello sviluppo integrato), in funzione del miglioramento integrato di tutti gli aspetti che contraddistinguono una determinata area in un determinato periodo. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 39 _________________________________________________________________________________________ 7) Sviluppare una politica di sostegno alla residenza in montagna che permetta – anche attraverso forme integrative di reddito e sull’incentivo alla pluriattività individuale e aziendale – alla gente di montagna le condizioni di miglior vivibilità, prevedendo interventi diretti a assicurare una qualità della vita e quindi condizioni economiche ma anche sociali, culturali, ambientali e dei servizi in linea con gli standard di un paese evoluto e al fine di incentivarne la conservazione. 8) sviluppare politiche dirette alla creazione e/o il miglioramento e l’ottimizzazione dei servizi alla persona, condizione indispensabile per il miglioramento della qualità della vita, in particolare dove, come nella nostra vallata, si verifica un rilevante processo di invecchiamento della popolazione che richiede una politica di sostegno agli anziani con gli interventi sulle strutture e sull’assistenza di cui gli stessi necessitano o potrebbero necessitare. 9) intraprendere un percorso di integrazione sociale e culturale con gli immigrati, ponendo in essere quelle iniziative sociali e culturali in grado di sviluppare questo difficile percorso di inserimento, permettendo a questi cittadini di sentirsi accettati e coinvolti e superando una fase di semplice convivenza e predisporre le condizioni per la realizzazione di una società aperta, multirazziale e multiculturale. 10) sostenere la cultura locale valorizzandone storia e contenuti in un contesto di attualizzazione, anche allo scopo di formare le nuove generazioni in una scuola che sia in grado, per qualità e localizzazione, di dare risposte esaurienti e differenziate al bisogno di istruzione; partecipare attivamente al processo di riorganizzazione scolastica facendo da impulso al motore di riforma per poter poi arrivare a garantire una scuola accessibile a tutti e con efficaci contenuti formativi e professionali, che sia in grado di preparare i giovani ad essere la futura società del lavoro e della cultura casentinese, società di qualità e moderna. 11) Favorire e coordinare i processi di cooperazione, aggregazione, interazione, collaborazione e associazione fra le amministrazioni pubbliche che operano in Casentino. Nell’ottica delineata dalle ultime normative sulle autonomie locali dell’individuazione di gestioni associate e di forme di aggregazione anche istituzionali tra enti, come l’Unione dei comuni, che permettano l’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse pubbliche e private, non solo in termini economici ma anche in termini di efficacia e qualità dei servizi all’utenza e nella gestione del territorio. 2.2. LE OPZIONI POLITICHE FONDAMENTALI 2.2.1. Lo sviluppo sostenibile e l’ambiente come elemento fondativo Anche la Comunità Montana, come Regione e Provincia, ha assunto il concetto di sviluppo-sostenibile fra le linee guida della propria programmazione. Già nel Piano economico e sociale 1998-2000, le politiche di sostenibilità ambientale, erano poste come elemento fondativo del Piano e sulle quali erano impostate tutte le strategie di sviluppo. Nonostante la difficoltà storica di riuscire a ben coniugare la logica economica che presiede lo “sviluppo” con l’obiettivo di preservare l’ambiente, questo Piano 2001-2004 si propone come obiettivo principale quello di far interagire in perfetta armonia le azioni tese all’utilizzo delle risorse, allo sviluppo tecnologico, al cambiamento istituzionale, per far accrescere le potenzialità del territorio per un innalzamento della qualità della vita. Per arrivare a questo traguardo è necessario l’impegno di tutti, non solo quello delle istituzioni ma anche quello della collettività nella quale deve essere sviluppata la consapevolezza _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 40 _________________________________________________________________________________________ dell’importanza dell’ “ambiente globale”. Si devono mettere gli individui nelle condizioni di sviluppare un forte interesse per l’ambiente, senza del quale risulterebbe difficile il generarsi di una motivazione abbastanza forte da sollecitare la partecipazione attiva alla protezione e al miglioramento dell’habitat. Si dovrebbero far acquisire conoscenze sulle questioni ambientali, sui problemi complessi del rapporto uomo-ambiente e sulle responsabilità proprie dell’uomo. Forse è questa l’occasione di mettere in pratica azioni concrete che assicurino nuove opportunità ad uno sviluppo della Vallata basato sulla valorizzazione delle risorse locali, senza l’imposizione di strumenti vincolistici per affermare il concetto di tutela ambientale nella collettività, ma bensì creare opportunità economiche a favore della sostenibilità e della protezione ambientale. In che modo si intende perseguire tutto ciò? • Ponendo particolare attenzione ad una programmazione integrata e non più “settoriale”, con un’attenta valutazione preventiva e consuntiva delle politiche attuate in ogni strategia, mediante un’azione di monitoraggio. • La condivisione e la concertazione, con tutti i soggetti interessati al processo di sviluppo, dei piani e dei programmi con la presa di coscienza delle responsabilità che competono ad ognuno nel portare avanti talune scelte. Scelte che sempre maggiormente dovranno essere supportate da una più attenta conoscenza sullo stato dell’ambiente, da opportune verifiche in termini di “bilancio ambientale” con la messa in evidenza dei costi e dei benefici sull’ambiente. • L’adesione agli strumenti di “certificazione ambientale” – (Agenda 21 – Emas, Iso 14001) per le aree industriali, artigianali, per la p.m.i. e per le attività svolte dalla pubblica amministrazione. • Consolidare una gestione sostenibile delle risorse naturali (aria, acqua, suolo, flora e fauna, bellezze naturali, paesaggio, beni culturali, aree protette), attuare una politica di prevenzione della produzione dei rifiuti, la riduzione del consumo di energia non rinnovabile, il miglioramento dei sistemi infrastrutturali e dell’ambiente urbano. 2.2.2. La buona occupazione All’inizio del nuovo millennio, in Casentino la situazione occupazionale si presenta in modo affatto rassicurante: i dati dell’Ufficio Provinciale del Lavoro testimoniano di livelli superiori di disoccupazione in Casentino rispetto a quelli provinciali e regionali . E questo nonostante il forte tasso d’industrializzazione, il conseguente riconoscimento di distretto industriale tessile e la fuoriuscita dalla fascia europea ob. 2 per la normalizzazione dei parametri economici ma, evidentemente, non occupazionali. Il fatto poi che la disoccupazione interessi con una forte incidenza i giovani e le donne e il rilevante aumento del lavoro precario e occasionale peggiorano ancor più il quadro complessivo. Sembrerebbe che dalla crisi economica degli anni '90 il Casentino non ne sia uscito proprio bene (visto l’aumento del gap dalla condizione media provinciale) e la situazione sotto questo profilo può rivelarsi a rischio, capace di rilegare il Casentino nelle fasce più deboli e marginali. E allora riteniamo che un ente che intenda farsi rappresentativo dell'area Casentino, anche se direttamente privo di competenze in materia, deve esprimere una politica e un indirizzo su una questione così basilare per lo sviluppo economico e sociale del comprensorio, cercando di elaborare politiche preventive in grado di far fronte anche a rischi potenziali segnalati da indizi e segnali. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 41 _________________________________________________________________________________________ Consapevole di ciò la comunità montana intende porre la questione lavoro quale obbiettivo prioritario del piano di sviluppo 2001/2004, quale elemento fondativo e di coordinamento, assieme alle politiche ambientali e al metodo della concertazione, di tutte le strategie di sviluppo, questione passante in modo trasversale di ogni intervento e attività, di ogni concertazione in qualsiasi materia. L'intenzione di incidere - anche con piccole cose - sull'occupazione, sulla "buona" occupazione dei giovani e delle donne casentinesi deve pervadere ogni iniziativa e affiancarsi quale obbiettivo di pari dignità e importanza a quelli perseguiti nello specifico. Al centro delle nostre politiche di sviluppo poniamo quindi l'aumento della base occupazionale ma anche la sua stabilizzazione nell'ambito di un quadro che seppur riconosce e si apre all'esigenza e alla tendenza del mercato di un uso più flessibile della manodopera, non potrà mai ammettere forme di flessibilità e liberismo selvaggio, senza regole e elementi di tutela dei lavoratori, limitato solo ai numeri delle leggi economiche senza alcuna considerazione per l'aspetto umano. Ciò significa intervenire: ¾ nel mercato del lavoro promuovendo, incentivando, la qualificazione dei servizi del Centri all'impiego, attraverso modelli locali di concertazione con l'amm.ne prov.le, coi comuni, con le organizzazioni economiche e sindacali locali; ¾ nel sistema della formazione professionale e dell'orientamento ma anche dell'istruzione scolastica al fine di concertare gli interventi e gli indirizzi didattici e formativi funzionali alle capacità e potenzialità occupazionali, all'offerta del mercato locale, alle vocazioni economiche e sociali del nostro contesto. ¾ nella promozione e incentivazione di forme e iniziative di imprenditoria in particolare giovanile e delle donne, di creazione d'impresa e di autoimpiego. Con particolare attenzione: ¾ alla pluriattività nelle zone montane e decentrate e in agricoltura all'imprenditoria turistica all'imprenditoria dei prodotti tipici e delle produzioni locali ai lavori innovativi e alla new economy all'imprenditoria nei settori ambientali-naturalistici , nel settore sociale e in genere nel settore dei pubblici servizi alla valorizzazione di competenze e risorse endogene nell'incentivazione alle piccole e medie imprese locali finalizzata: all'allargamento della base produttiva e occupazionale alla realizzazione di processi di innovazione e riconversione ¾ nel miglioramento delle condizioni di competitività generali del nostro sistema impresa, puntando al miglioramento delle condizioni infrastrutturali che garantiscano il consolidamento e la crescita in loco ¾ nella promozione di una politica di marketing territoriale che presenti il Casentino come un'area con opportunità favorevoli all'insediamento e ampliamento di imprese e impianti produttivi. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 42 _________________________________________________________________________________________ 2.2.3. La concertazione, l'interazione per lo sviluppo integrato Altra questione pregiudiziale che attiene in realtà più al modello di comportamento e di organizzazione nel programmare e gestire uno sviluppo integrato che non ai contenuti, obbiettivi e strategie, ma che costituisce elemento di fondamentale importanza per la concreta realizzazione dei progetti è senz’altro la scelta a favore della concertazione e dell’interazione. La scelta in verità è pressoché obbligata: un piano di sviluppo che non sia della comunità montana bensì del Casentino non può non partire dal presupposto che nella valle operano a vario titolo un insieme di pubbliche amministrazioni tra cui il maggior rilievo, per la posizione istituzionale che li contraddistingue, è riservato senz’altro ai comuni ma che hanno un ruolo assai importante anche altre quali la provincia e la regione, gli organismi di gestione di servizi a rete, il mondo scolastico, il parco nazionale; e in cui operano anche numerosi altri attori della sfera privata, dalle forze economiche e produttive in tutti i settori, al mondo assai ricco e variegato del non profit e del volontariato ai singoli cittadini, alle organizzazioni che li rappresentano, ai gruppi culturali. Tutti questi soggetti operano a vario titolo in Casentino e producono ricchezza nei vari campi e si pongono come interlocutori in qualsiasi progetto di sviluppo, vera risorsa ricca di progettualità, di capacità e impegno gestionale. Tramite lo strumento della concertazione e della programmazione concertata – che potrà svilupparsi mediante accordi di programma, protocolli d’intesa, patti e convenzioni – s’intende attuare una vera e propria strategia associativa in cui l’interazione e la comunicazione permettano di stabilire sinergie e coesioni, nell’ottica della valorizzazione delle risorse e degli attori che operano nel territorio. Nella progettazione e attuazione di interventi condivisi; nell'elaborazione delle politiche ma anche nella loro attuazione attraverso un'organizzazione a rete che coinvolga attivamente gli attori nell'individuazione degli obbiettivi, nel reperimento e organizzazione delle risorse, nel loro utilizzo. 2.3. LA STRATEGIA ISTITUZIONALE E DEI SERVIZI PUBBLICI L'elaborazione delle politiche sui pubblici servizi e l'assunzione di conseguenti decisioni di carattere programmatico e istituzionale non possono prescindere da un chiarimento pregiudiziale indispensabile su quale debba essere il ruolo della comunità montana nel reticolo sociale ed economico casentinese e delle pubbliche amministrazioni, anche se ciò trova finalmente elementi di forte ausilio nella legislazione ultimamente adottata in materia di autonomie locali. Non bastano infatti le definizioni formali/giuridiche di ruolo e funzioni: sì certo ci sono deleghe e disposti normativi ma crediamo che non si possa prescindere anche dalla capacità di porsi di questo ente, di chi lo amministra e della sua struttura nei rapporti e interazioni che esistono o che via via si creano nei settori d'intervento, dalla capacità di assumere ruoli vivaci e vitali per l'attuazione di programmi e nelle relazioni intergovernative, dalla capacità di prefigurarsi e perseguire fini e strategie, dalla capacità d'inserirsi nel network, di governare relazioni fra sistemi, di stimolare, regolare e coordinare esperienze frammentate e deboli verso uno sviluppo integrato casentinese. In altri termini del ruolo concreto che di fatto la comunità montana saprà ritagliarsi e assumere nel complesso della rete di attori di cui fa parte nell'ambito dello sviluppo integrato socio-economico. In questa prospettiva, il percorso e gli obbiettivi erano già stati tracciati chiaramente nel precedente periodo di programmazione: alla comunità montana - per la posizione nel quadro dei rapporti e relazioni fra gli enti delle autonomie locali - si riconosceva una naturale funzione di coordinamento e impulso nella gestione a rete dei _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 43 _________________________________________________________________________________________ servizi pubblici locali ai fini di un'ottimizzazione economica e qualitativa degli stessi. E l'affermazione di tale ruolo - in un ottica di cooperazione istituzionale - ha costituito l'elemento portante su cui articolare l'intero programma delle strategie politiche nei pubblici servizi. Gli obbiettivi raggiunti, pur tra contraddizioni, ripensamenti e difficoltà di ogni sorta, sono stati di rilievo: • sono state implementate alcune gestioni associate di grande importanza, quali le gestione dei rifiuti e il servizio di macellazione pubblica mentre altre sono state approvate dai comuni (lo sportello unico alle attività produttive; il servizio "canile"; la protezione civile; il catasto); • sono stati gestiti in stretta cooperazione e interazione con le amministrazioni comunali problematiche di grande rilievo per il Casentino (l'elettrodotto per l'alto Casentino) nonché progetti e finanziamenti indirizzati allo sviluppo integrato dell'area (sistema integrato trasporto merci; patti territoriali; programmi comunitari Leader e fondi strutturali); • si sono posti i presupposti e in alcuni casi si è attuato (es. nei rifiuti) il superamento del frazionamento campanilistico degli interessi, delle istanze e dei bisogni del Casentino con una rappresentanza unitaria verso l'esterno, verso livelli superiori di governo e di competenze, al fine di acquisire più forza e facilitarne quindi il riconoscimento e la soddisfazione; • si sono create le premesse - tramite un grande impegno in tutti gli ambiti e organismi, in particolare nell'istituto della Conferenza dei Sindaci - per la realizzazione di una forte interazione e cooperazione coordinata fra gli attori delle autonomie locali nel comprensorio, facendo crescere e maturare sempre più la consapevolezza dei comuni di fare sistema; • con la realizzazione della Rete Civica del Casentino sono state poste le condizioni tecnologiche per sviluppare in modo efficiente i servizi a rete con i comuni, sia in termini di backoffice che di servizi diretti all'utenza; E' evidente e scontato che il complesso di azioni che la comunità montana intende attivare nel prossimo quadriennio di programmazione si pone necessariamente in un filone di continuità rispetto al precedente piano di sviluppo: partendo da quanto realizzato, dai risultati raggiunti, dalle esperienze, anche di segno negativo, maturate , dal patrimonio anche culturale che siamo riusciti a impostare, s'intende sviluppare in modo più incisivo il progetto, continuando decisamente il percorso verso la realizzazione di un sistema amministrativo, istituzionale e gestionale integrato fra tutte le amministrazioni locali, in una logica di intercomunalità (e non sovracomunalità) in cui la comunità montana .costituisce una delle fibre del tessuto istituzionale locale in cui le interazioni si basano sul rispetto e la valorizzazione dei ruoli di ciascuno. Non si tratta infatti di pensare al comune unico oggetto di dibattito negli anni '90, progetto utopico perché sbagliato, in conflitto insanabile con il senso di appartenenza alla propria comunità di base: valore di grande rilievo sociale, in particolare nelle nostre zone ove è proprio grazie alla forte percezione del loro contenuto da parte della gente che matura il legame al proprio territorio, alla propria comunità come ambiti insostituibili in cui sviluppare in propri interessi e la propria personalità. Sono le ragioni di fondo per cui le persone rimangono nella montagna. E' un tipico valore della gente di montagna questo che va valorizzato e ampliato; gli va permesso di esistere e fecondare, assicurando a questa _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 44 _________________________________________________________________________________________ gente che crede nella sua comunità e ama il suo territorio le condizioni di vivibilità moderna; in altri termini assicurando il concreto diritto ad avere non solo un lavoro, una casa ma anche dei servizi al livello delle zone più fortunate del paese. E' proprio in questa chiave, per assicurare servizi cioè e non espropriare rappresentatività che proponiamo un'accelerazione del processo aggregativo intercomunale dei servizi locali, consolidando ed estendendo l'esperienza di integrazione precedentemente sviluppata, nell'ottica di una strategia associativa per lo sviluppo locale che consenta: - la vicinanza al contesto, alle persone ed alle aggregazioni comunitarie e sociali - la massima valorizzazione e ottimizzazione dell'uso delle risorse disponibili - la programmazione, la verifica e il controllo - la professionalizzazione degli operatori Questo quadro complessivo, questi obbiettivi e queste strategie vengono poste in un momento favorevole a un suo sviluppo, sia per motivi istituzionali che politici: politici per quanto già precedentemente sottolineato e cioè che in questa fase di innovazione e riforma della pubblica amministrazione, con l'affermarsi forte dei principi del federalismo e della sussidiarietà, ma anche dell'autonomia e delle necessarie compatibilità economiche e finanziarie dei progetti e degli interventi pubblici, si sta rafforzando nei decisori pubblici, negli opinions leaders e nei casentinesi, la consapevolezza da un lato della limitatezza di una visione strettamente comunale non più in grado di dare risposte adeguate alla domanda crescente di servizi dell'utenza, e dall'altro delle opportunità di gestione ottimale in ambito montano offerte dal cd. modello "comunità montana". istituzionali in quanto il completamento del processo di riforma delle autonomie locali (ma in genere di tutta la pubblica amministrazione) degli anni '90, attuato con la legge n. 265/99 di riforma della L. 142/90 e in ultimo con il testo unico sull'ordinamento delle autonomie locali (L. n. 267 del 18/8/2000), ribadendo la natura di ente locale delle comunità montane e attribuendole per la montagna il ruolo e la funzioni delle Unioni dei Comuni per la gestione integrata dei servizi locali, ha istituzionalizzato in modo sistemico due tratti fondamentali della identità istituzionale delle comunità montane che si riflette in particolare nel rapporto con i comuni montani: ¾quello della gestione associata delle funzioni comunali, che, ove riguardata nella nuova chiave della Unione (secondo la configurazione flessibile e modulare ora data, completamente rivista e corretta rispetto alla precedente rigida finalizzazione verso la fusione), consente di travalicare quel carattere eventuale e meramente episodico previsto dalla previgente normativa; per dare invece una risposta organizzativa e gestionale strutturale e stabile, pur senza vincoli e schemi uniformi e coattivi; ¾quello di ente locale, connotato dalla continuità dei suoi profili soggettivi amministrativi di rappresentatività, esponenzialità, responsabilità e certezza di interlocuzione, da un lato, verso i comuni e il territorio di riferimento e, dall'altro, verso gli altri livelli di governo provinciale e regionale; ente locale portatore, in sé, di una autonomia e piena capacità di governo, a cominciare dalla funzione di programmazione. Il duplice connotato determina un quadro giuridico-istituzionale di riferimento assai meno incerto e ambiguo che in passato e costituisce un importante ausilio e _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 45 _________________________________________________________________________________________ ancoraggio - anche se non esaustivo, come si è detto all'inizio - per la definizione del ruolo della comunità montana nell'ambito delle autonomie locali: sinergia, interazione e cooperazione istituzionale tra le potenzialità di accrescimento della presenza funzionale (associata) dei comuni montani e il valore istituzionale aggiunto che la comunità può portare alle politiche per la montagna. Naturalmente, le possibilità accrescitive del nuovo profilo della comunità montana sono strettamente legate al suo stare incondizionato "dalla parte dei comuni"; simmetricamente, i comuni montani devono sentire la comunità come occasione in più per gestire efficacemente e convenientemente alcune delle loro funzioni - vecchie e nuove a seguito dei decreti Bassanini - e per far valere, al riparo da sudditanze di gerarchia istituzionale, il loro peso nel concerto provinciale e regionale. E' ovvio infine che questo processo di reciproca interazione richiede l'attenzione e il superamento di microconflittualità e antagonismi localistici, facendo prevalere i vantaggi complessivi che discendono da un sistema di relazioni sinergiche, coese e solidali. Si aprono quindi spazi importanti di concertazione e cooperazione istituzionale e possibilità rilevanti di interazione coi comuni che permetteranno da un lato il completamento dei percorsi iniziati ma non conclusi nel precedente periodo di programmazione, in particolare per i servizi socio-assistenziali e dall'altro l'impostazione di nuovi nell'ambito di una scelta strategica complessiva di fondo. 2.4. LA STRATEGIA TERRITORIALE-AMBIENTALE 2.4.1. Pianificazione territoriale Sta per essere completato il quadro sulle leggi di “governo del territorio” e quindi sulle le “nuove frontiere dell’urbanistica” con il superamento della visione settoriale del territorio e dell’ambiente. Sono riconfermati i ruoli nei diversi livelli istituzionali: ruolo centrale della Regione come momento di coordinamento e di supporto a Province e Comuni che mantengono le responsabilità delle politiche aventi effetto sul territorio e sull’ambiente. In particolare per quanto riguarda la pianificazione territoriale – si stanno definendo gli assetti degli atti di programmazione previsti dalla L.R.n.5/95 (legge sul governo del territorio) sia per quanto riguarda i P.t.c. (piani territoriali di coordinamento provinciali) che dei P.S. (piani strutturali dei Comuni) e pertanto la Comunità Montana dovrà , con il presente piano di sviluppo, cercare di incidere nel processo di formazione degli strumenti di pianificazione al fine di un miglioramento generale delle conoscenze, alla base della formazione delle scelte, la promozione di “tavoli di concertazione” con tutti i soggetti interessati al processo di sviluppo ( imprenditori ecc.) che potranno lavorare in sinergia con il servizio associato dello “Sportello Unico” per una maggiore condivisione dei programmi e con l’assunzione di responsabilità sugli effetti degli interventi sull’ambiente. L’incentivazione delle forme di aggregazione dei comuni per lo svolgimento di funzioni di progettazione e gestione del territorio. Porre particolare attenzione agli aspetti di protezione ambientale e paesaggistica nella pianificazione urbana e nelle aree extraurbane per limitare il “consumo di territorio”. Ricercare una omogenea riorganizzazione dei “regolamenti edilizi comunali” al fine di unificare le norme esistenti sulla qualità edilizia in Casentino. Favorire nei piani, l’introduzione di forme di incentivo per la cura e mitigazione di impatti di insediamento industriali e di grandi opere civili. Favorire in maniera sostanziale gli interventi di recupero di aree e fabbricati dismessi sia in area urbana che in aree industriali-artigianali, compreso la riconversione di spazi esistenti che contrastano, con le _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 46 _________________________________________________________________________________________ loro attività, con quelli destinati alla residenza; favorire i processi di riqualificazione urbana e gli interventi di riuso del patrimonio, anche nell’ottica di un maggiore contenimento della sottrazione di risorse. Ricercare, attraverso lo strumento della concertazione con i Comuni, ogni possibilità concreta tesa al recupero, al miglioramento e alla realizzazione di strutture e opere a valenza comprensoriale, da gestire in forma associata come “unione dei Comuni” e di supporto all’incentivazione e aggregazione dell’azione dei soggetti economici pubblici e privati. 2.4.2. Infrastrutture e trasporti e ambiente Il sistema infrastrutturale viario e ferroviario del Casentino è ancora il “nodo da sciogliere” per un deciso miglioramento della mobilità delle persone e delle merci nella vallata. Sono state portate avanti tutte le iniziative tendenti principalmente al riassetto e alla definizione di interventi di ristrutturazione degli assi portanti del fondovalle: la SS.71 e la SS.70, oltre al reticolo di viabilità provinciali e comunali presenti nel territorio. Attraverso lo strumento della concertazione, si stanno concretizzando alcune previsioni progettuali ma ancora molto ancora si deve fare. In particolare è necessario concentrare le strategie di questo piano sulla definizione di progetti mirati alla soluzione definitiva delle problematiche più emergenti ricercando, attraverso la concertazione, nuove risorse economiche presso i nuovi soggetti (Regione Toscana e Provincia) a cui verranno assegnate risorse a seguito del trasferimento della viabilità Anas. Per quanto riguarda il reticolo minore, dovranno essere ridefiniti gli assetti delle viabilità di collegamento di crinale con le realtà alto, medio collinare e con il fondovalle. Inoltre dovranno essere approfonditi gli studi relativi alla realizzazione di una “strada parco di fondovalle” che ripercorrendo in gran parte tratti di viabilità esistenti in riva destra dell’Arno, potrà costituire una valida alternativa al traffico veicolare leggero, da porre in alternativa alle Statali 70 e 71 di fondovalle. Tale infrastruttura potrà assumere anche una valenza “turistica” in quanto potrà essere integrata da una rinaturalizzazione delle aree golenali dell’Arno. Il piano si prefigge la completa attuazione del sistema integrato di trasporto merci a sostegno del tessuto produttivo del Casentino, già programmato e concertato con tutti i soggetti pubblici e privati. Nel corso del quadriennio potrà essere implementato e allargato a un maggior numero di utenze produttive, per ottimizzare il trasferimento delle merci in entrata e in uscita dal Casentino, da “gomma” a “rotaia”, con il duplice scopo di favorire la mobilità delle merci e di snellire le viabilità portanti del fondovalle dal traffico pesante. A livello di infrastrutture tecnologiche dovrà essere definitivamente concertato e risolto il problema dell’adeguamento della rete di distribuzione di energia elettrica in particolare per l’alto Casentino (elettrodotto) facendo assumere ad ogni soggetto le responsabilità di scelte che devono obbligatoriamente risultare “sostenibili” in un bilancio di compatibilità ambientale. Inoltre dovranno essere completate e migliorate le altre infrastrutture a rete: telefonia, energetiche , di approvvigionamento e distribuzione idropotabile. Per quest’ultime si dovrà, in sede di “Ambito Territoriale Ottimale” – A.T.O. , portare le istanze della collettività tese al sostanziale miglioramento della distribuzione, della qualità e della depurazione delle acque con la certezza di un contenimento delle tariffe. Viene infine confermato l’”ambiente” come elemento strategico nell’attuazione delle politiche settoriali per lo sviluppo economico e sociale e come elemento “fondativo” del piano. Inoltre vengono confermate le politiche finalizzate al miglioramento della qualità dell’ambiente come la prevenzione al dissesto idrogeologico, la tutela delle acque _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 47 _________________________________________________________________________________________ dall’inquinamento, la riduzione della produzione dei rifiuti, la tutela dall’inquinamento atmosferico (in particolare causato dalla presenza di attività industriali con rilevanti emissioni in atmosfera che interessano centri abitati). La strategia potrà essere attuata mediante il sostegno delle istanze presso i soggetti titolari di competenza nella specifica materia: ATO per la risorsa acqua, ARPAT per la protezione ambientale. 2.4.3. Aree protette Dovrà essere riproposto alla Regione il problema della definizione dell’ “area contigua al Parco Nazionale”, già oggetto di studio da parte della Comunità Montana. Dovranno essere consolidate le politiche della valorizzazione di sistemi ambientali non soltanto all’interno dei perimetri delle aree già assoggettate a normativa di protezione specifica, ma estendere il concetto di conservazione dell’habitat naturale a tutto il territorio. Si dovranno sviluppare forme di integrazione fra i vari settori: attività agricole, difesa del suolo, politiche forestali, turismo naturalistico, valorizzazione dei beni e attività culturali. Le sinergie che possono essere attuate dalle politiche nel territorio nelle aree protette, possono assumere l’aspetto di nuove opportunità economiche per gli operatori economici pubblici e privati. Per quanto riguarda l’istituzione di nuove aree protette si ritiene opportuno sospendere qualsiasi iniziativa che comporti la creazione di nuovi organi di gestione o competenze comunque estranee al territorio e al sistema di enti locali del Casentino; non riteniamo esistano le condizioni per istituire in Casentino nuovi enti di gestione – parchi nazionali o regionali – per gestire i complessi quasi esclusivamente di proprietà regionale come il Pratomagno e l’Alpe di Catenaia , condotti in forma già altamente sostenibile, poiché ciò creerebbe una struttura sovrapposta al soggetto gestore (Comunità Montane) che può dare con semplici protocolli d’intesa risultati migliori e senza costi di organizzazione aggiuntivi. Nel caso si verifichino specifiche necessità di tutela di particolari ambienti, si ritiene opportuno procedere, ove possibile, alla costituzione di Siti di Interesse Comunitario (S.I.C.) senza modificare, se non in modo concertato, i soggetti gestori oppure all’istituzione di aree protette di interesse locale da affidare in gestione alla Comunità montana d’intesa con le Amministrazioni comunali. In linea generale si ritiene opportuno procedere alla tutela ambientale di tutto il territorio casentinese utilizzando strumenti legislativi che non comportino obbligatoriamente l’istituzione di nuove strutture e organismi di gestione; all’opposto, qualsiasi introduzione di sistemi particolari di tutela del territorio deve scaturire da un processo di concertazione che metta a punto, con strumenti normativi certi e definitivi, ogni aspetto e contenuto dell’area protetta, senza consentire una gestione “a posteriori” che contraddica il processo istitutivo. 2.4.4. Difesa del suolo L’attività di “bonifica montana”, svolta dalla Comunità Montana su delega della Regione, ha assunto, in questi ultimi anni, un significato molto più complesso: quello della “difesa del suolo”. Risultato di una corretta gestione territoriale per rendere controllabili gli effetti delle trasformazioni territoriali sull’ambiente, per contenere e limitare i fenomeni alluvionali, i dissesti idrogeologici e la gestione associata delle attività di “pronto intervento”. E’ in corso il riassetto delle competenze in materia di difesa del suolo, dovranno essere intraprese tutte quelle iniziative affinchè siano attribuite alla Comunità Montana anche le competenze di progettazione, gestione e manutenzione delle opere sul bacino _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 48 _________________________________________________________________________________________ dell’Arno, nel rispetto dei piani e programmi sovraordinati, per avere un unico soggetto operante nella vallata con competenze specifiche e con una visione globale dell’intero assetto idrogeologico. Rafforzare l’adeguata organizzazione e finanziamento di iniziative quali la manutenzione permanente del territorio, il riassetto idraulico dei versanti, la forestazione, la manutenzione dei boschi, con lo scopo di tutelare e prevenire i dissesti e di attivare un processo virtuoso di occupazione continuativa e qualificata. Cercare di allargare a tutti gli utenti del territorio, le forme di incentivo, con un coinvolgimento nella manutenzione della maglia drenante minore, quella che risulta più vulnerabile a causa dell’abbandono quasi totale dei fondi agricoli. Il consolidamento dei programmi di intervento con tecniche a basso impatto ambientale (ingegneria naturalistica), sperimentato fin dal 1995 e consolidato negli anni successivi, con lo scopo di valorizzare la mano d’opera forestale estesa all’imprenditoria privata attraverso la formazione di personale specializzato. 2.4.5. Gestione dei rifiuti Rafforzare la gestione dei servizi ambientali legati ai rifiuti, svolta in forma associata con i Comuni del Casentino. Con la chiusura della discarica comprensoriale di Fortipiano, si apre un nuovo capitolo su questa delicata e sempre discussa problematica. Il sistema integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti, già operante dal 2000, e la realizzazione di un’area attrezzata per il trasferimento dei rifiuti verso altri impianti di smaltimento, oltre alla riorganizzazione dei servizi di raccolta differenziata, trova il Casentino preparato ad affrontare il nuovo modello di gestione dei rifiuti a livello di Ambito territoriale ottimale- A.T.O.- Questo riassetto dei servizi, che la Comunità Montana ha svolto per conto delle amministrazioni comunali, ha generato un importante settore economico che può ancora essere implementato anche con la ricerca di collaborazione con le cooperative sociali. Gli obiettivi prioritari, in questo momento di transizione fra vecchi schemi e nuove forme di gestione, saranno rivolti essenzialmente al mantenimento e miglioramento degli standards qualitativi dei servizi attualmente svolti in Casentino, con l’intento di attuare politiche tese alla riduzione dei rifiuti, all’incremento delle raccolte differenziate e al contenimento dei costi per gli utenti della vallata. Inoltre si dovranno promuovere tutte quelle iniziative tendenti alla revisione dei piani, provinciale e regionale in materia di rifiuti, al fine di riequilibrare gli evidenti svantaggi che vengono sofferti dagli abitanti delle zone montane rispetto a quelli delle aree metropolitane. 2.5. LE STRATEGIE ECONOMICHE 2.5.1. Industria, commercio e artigianato Come già evidenziato nell’analisi delle tendenze economiche delle pagine precedenti, il territorio casentinese continua a mostrare un’economia a carattere prettamente industriale che soffre della mancanza di infrastrutture adeguate; infrastrutture che si identificano non solo nel settore mobilità, in particolare la questione irrisolta della viabilità, ma anche nell’innovazione tecnologica ove a oggi, gli sforzi attuati e le risorse economiche stanziate non sono certamente sufficienti a garantire al Casentino infrastrutture tecnologiche, reti telematiche adeguate alle esigenze del settore economico. La nostra realtà è fatta soprattutto di piccole e medie imprese che vanno dall’artigianato puro all’industria più spinta e di rilievo nel panorama nazionale (ad _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 49 _________________________________________________________________________________________ esempio l’industria del prefabbricato), imprese che ad oggi continuano a mantenere una “struttura non moderna” mancante cioè di quello spirito innovativo che le renderebbe ancora più competitive sul mercato e più attraenti a potenziali investitori esterni alla vallata. Il complesso denota una buona percentuale di produzioni tipiche e di qualità sia sul campo artigianale (legno, pietra) che su quello industriale (tessile – tessuto Casentino) che però in linea di massima rimane ancorato al sistema di produzione tradizionale sia in termini di cicli produttivi che in termini di organizzazione e di marketing del prodotto. Anche nel commercio si rilevano le stesse caratteristiche segnalate per gli altri settori; nel settore inoltre si sconta un progressivo spostamento dei consumi verso i centri commerciali con conseguente tendenza, da parte dei piccoli esercizi, all’abbandono dei centri storici e delle zone più marginali, montane e periferiche. Considerando quindi le piccole e medie imprese come la struttura portante e diffusa dell’economia casentinese, e che come già visto in precedenza, il 1999 è stato per il Casentino un anno positivo per l’aumento percentuale della produzione dei beni (segnale di una tendenza incoraggiante di non breve termine) è necessario valutare una serie di programmi di intervento che puntino soprattutto su una strategia di sviluppo non tanto produttivo quanto tecnologico e di ammodernamento. Un’iniziativa importante in tal senso è la costituzione dello “Sportello Unico alle Attività Produttive”, servizio questo che verrà gestito già dal 2001 in maniera associata per conto di tutti i Comuni del Casentino, che effettuerà tutte le attività di supporto alle imprese, dal supporto tecnico a quello di marketing, finanziario e dell’innovazione, in collaborazione con le organizzazioni e i servizi già presenti sul nostro territorio per lo sviluppo economico (GAL, associazioni di categoria, uffici sviluppo dei Comuni). Tale servizio servirà anche da motore propulsore nei confronti dei soggetti competenti di tutte le esigenze che potranno scaturire dall’esercizio delle imprese, sia quelle esistenti che quelle che potrebbero nascere. Inoltre proprio le nuove imprenditorialità insieme alle nuove forze lavoro sono quei soggetti che dovrebbero vedere attuare nei propri confronti una politica di formazione professionale adeguata e per fare questo la Comunità Montana si impegnerà per l’attuazione di percorsi formativi attuali e mirati che rendano coloro che li frequentano professionalmente competenti e competitivi. E’ intenzione ferma di questo ente intraprendere un percorso che attraverso lo strumento principe della concertazione arrivi alla creazione di infrastrutture tecniche e tecnologiche, attui le politiche di incentivazione necessaria all’innovazione stessa, per rafforzare le potenzialità dei vari settori e attrarre sostegni e investimenti adeguati. Significa anche arrivare a tutelare, rafforzare e migliorare la qualità delle attività tipiche artigianali e del commercio anche mediante la cosiddetta distribuzione “a rete”. Per il settore artigianato e commercio risulta necessario effettuare, sempre tramite l’istituto della concertazione una verifica della validità della politica di facilitazione di accesso al credito, già attuata con interventi compresi nel precedente Piano di Sviluppo, al fine di concordare obbiettivi specifici di sviluppo da finanziare e superare l’attuale fase di finanziamento “a pioggia”. Sarà proprio l’utilizzo della concertazione con tutti i soggetti sia pubblici che privati che permetterà alla nostra vallata quella crescita attuata con modernità e efficienza, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 50 _________________________________________________________________________________________ tale da incrementare il livello di competitività delle imprese nel mercato nazionale e il peso delle produzioni ad alto valore aggiunto. La concertazione costituisce anche lo strumento concreto per realizzare i presupposti per l’ottenimento dei finanziamenti necessari agli interventi da realizzare. L’iniziativa comunitaria “Leader plus”, come già “Leader II”, i fondi strutturali europei relativi ai territori rientranti nell’ob. 2 – phasing out, i patti territoriali e gli accordi di programma sono infatti quegli strumenti che permettono di aggregare le energie pubbliche e private di un vasto territorio appenninico montano svantaggiato per promuovere e realizzare i progetti di sviluppo integrato a favore dell’economia in tutti i suoi aspetti. E’ utile a questo punto sintetizzare gli obiettivi da raggiungere con questo Piano di Sviluppo: Utilizzo dell’istituto della concertazione in modo che risulti lo strumento principale per: ¾ intraprendere qualsiasi attività che comporti poi uno sviluppo sia produttivo che tecnologico e per attuare la strategia di marketing territoriale ¾ definire gli obiettivi e gestirne il raggiungimento, con tutti gli attori pubblici e privati, individuando e ottenendo il complesso di risorse e ottimizzandone l’uso; ¾ attivare processi di realizzazione - o di pressione sugli enti competenti - per l’adeguamento e la modernizzazione delle infrastrutture strategiche per la produzione economica, utilizzando l’esperienza di concertazione maturata nel Tavolo della concertazione fra gli enti pubblici e i soggetti economici. Infrastrutture viarie, ferroviarie, di trasporto dell’energia, delle telecomunicazioni e telematiche; promuovere e attivare politiche di incentivazione delle imprese all’innovazione tecnologica di processo, di prodotto e anche di marketing; Attuazione delle politiche di servizi alle imprese tramite la gestione associata dello Sportello Unico alle Attività Produttive Sostegno alle attività tipiche e di qualità sia nella produzione che nella distribuzione e nel marketing Volontà di perseguire uno sviluppo sostenibile e assolutamente compatibile con l’ambiente e il nostro territorio 2.5.2. Il turismo Dalla verifica dei dati statistici che siamo riusciti ad ottenere, dai documenti di settore ma anche dai documenti di programmazione generale a livello regionale e provinciale emerge con evidente chiarezza l’importanza crescente che il settore sta acquisendo negli ultimi anni e le potenzialità che il medesimo ha per divenire punto di forza della ns. economia, in un ottica di sviluppo integrato e a rete caratterizzato da forte intersettorialità In Casentino, area da sempre caratterizzata per una forte impronta manifatturiera (l’indice di industrializzazione è ancor oggi nell’ordine del 65%), il turismo rappresenta però sempre più, anche dopo una fase alterna come gli anni ’90 (da cui comunque ne siamo usciti con trend positivi di crescita, anche in termini di ampliamento della stagione e conservazione del periodo di permanenza), una sicura valorizzazione economica delle ns risorse interne, ambientali, paesaggistiche e culturali, in grado di costituire fonte di reddito rilevante e di crescita occupazionale anche in termini di nuova imprenditorialità. Nel prossimo quadriennio il sistema turistico casentinese (pubbliche amministrazioni, operatori privati, consorzi, albergatori, ristoratori, tour operator), deve _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 51 _________________________________________________________________________________________ dimostrare la capacità di valorizzare i punti di forza emersi negli anni ’90 e di superarne le debolezze. Da un lato il sempre maggior interesse per questa terra di Toscana da parte del turismo rurale e naturalistico, legato all’agriturismo, ai prodotti le tradizioni locali deve permettere di consolidare a ampliare la tendenza già in atto al prolungamento della stagione turistica nell’autunno e primavera. Dall’altro in questo settore è assolutamente indispensabile superare la frammentazione attualmente esistente del sistema, il suo porsi con caratteristiche autodidatte: occorre cioè porre le premesse per una crescita complessiva del settore e dei suoi attori verso un sistema organizzato di offerta che, partendo dall’individuazione di target e obbiettivi puntuali, sia in grado da un lato di far acquisire forte visibilità al prodotto Casentino nel mercato del turismo dall’altro di organizzare offerte adeguata alla domanda del target di riferimento. L’obbiettivo generale è quindi quello di incentivare e favorire la crescita del settore turistico per fargli acquisire una valenza economica nettamente superiore all’attuale; puntando quindi a farlo diventare l’elemento di sviluppo di maggior importanza per il Casentino, mediante una concreta valorizzazione professionale delle sue potenzialità, dai beni culturali e architettonici all’ambiente agricolo-forestale e al paesaggio che lo caratterizza, ai prodotti tipici locali dell’agricoltura e dell’artigianato. Anche in questo settore economico costituiscono elementi di background indispensabile: • la concertazione e l’interazione con tutti i soggetti coinvolti, anche tramite un’organizzazione idonea a valorizzare la collaborazione complessiva; • l’integrazione e l’interazione con le altre iniziative di valorizzazione e di sviluppo in campo economico e soprattutto in campo culturale, 2.5.3. Agricoltura e foreste Il piano di sviluppo 1998-2000 aveva individuato nelle attività agricolo-forestali il fattore fondamentale di connotazione dell’ambiente e di supporto alla qualità della vita e quindi dello sviluppo del Casentino. Assumere il Casentino come risorsa significava e significa considerarlo come unicum costituito da caratteristiche ambientali, storiche, culturali, includendo in queste ultime il bagaglio di tradizioni e professioni che hanno contribuito a plasmare sia il territorio che la capacità dei residenti di gestirlo in termini sostenibili e sempre più evoluti. La scelta del piano di puntare sugli investimenti per la qualità ambientale attraverso un’agricoltura e una selvicoltura di qualità si è dimostrata vincente, sia per la risposta da parte degli imprenditori sia per i risultati ottenuti, anche grazie alle potenzialità offerte dai regolamenti comunitari e in particolare da quello per i fondi strutturali, con inserimento nei territori dell’Obiettivo 5b, e dai regolamenti finalizzati alle misure agroambientali, agli investimenti aziendali e allo sviluppo dell’arboricoltura da legno e delle attività forestali. Con il 2001 entra in piena attuazione il Regolamento CE n.1257/99 per il sostegno allo sviluppo rurale, nell’ambito della nuova fase comunitaria denominata “Agenda 2000” e già definita fino al 2006. Se il nuovo regolamento riunisce i numerosi dispositivi preesistenti, raccordati dallo strumento di pianificazione costituito dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana (PSR), presenta però disponibilità finanziarie notevolmente ridotte rispetto al decennio precedente, con un aggravamento della situazione dovuto _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 52 _________________________________________________________________________________________ all’esclusione di tutta la provincia aretina dall’area territoriale dell’Obiettivo 2 dove si applica il nuovo regolamento per gli interventi strutturali. I danni dovuti all’esclusione saranno appena mitigati dall’inserimento nelle aree di transizione, potendo contare su risorse molto ridotte e tendenti all’azzeramento entro il 2006; dopo tale data è prevista un’ulteriore riduzione delle risorse destinate al sostegno dello sviluppo rurale, anche per gli impegni finanziari verso i paesi dell’Europa orientale candidati all’ingresso nella Comunità. La nuova situazione impone, anche in sede di piano di sviluppo 2001-2004, un impegno mirato all’acquisizione di ulteriore stabilità delle aziende agricolo-forestali, tramite diversificazione delle attività, maggiore collegamento con le risorse endogene, valorizzazione della qualità dei prodotti e servizi, dei processi produttivi e dello stesso ambiente. Inoltre, le scelte programmatiche dovranno concentrarsi sul sostegno ad alcuni ambiti e interventi specifici, in modo da non disperdere le risorse, conservando un’elevata efficacia rispetto agli obiettivi, e sulla sperimentazione e applicazione di metodi per la valorizzazione delle capacità gestionali e di interrelazione fra aziende e fra aziende e consumatori. Nell’ambito del Regolamento n.1257/99, la redazione del Piano Locale di Sviluppo Rurale (PLSR), unitamente alla ripartizione delle risorse fra le varie misure e la scelta di non attivarne alcune, rappresenta lo strumento sicuramente più interessante a disposizione della Comunità montana, strumento facoltativo, ma che l’Ente si impegna a redigere a tempi stretti in modo da poterlo utilizzare fin dall’annualità 2001-2002. Ferma restando l’importanza del settore sia per le produzioni dirette, che per le connessioni di filiera, soprattutto nel settore legno, esso rappresenta il garante della qualità territoriale e quindi la condizione di ogni ipotesi di sviluppo sostenibile; inoltre la qualità dei prodotti e degli ambienti agricolo-forestali sono alla base del turismo, sia tradizionale che agrituristico, e, unitamente agli aspetti culturali, costituiscono la stessa “risorsa Casentino”. Le attività agricolo-forestali sono inoltre il supporto indispensabile alla residenza nelle aree rurali e in quelle in quota e dovranno essere rafforzate soprattutto per frenare quella forma subdola di esodo interno che anche nel triennio precedente è avanzata, contribuendo a spopolare le frazioni montane a vantaggio dei centri di fondovalle: solo il mantenimento dei presidi residenziali può salvaguardare quella rete essenziale di servizi senza la quale ogni ipotesi di sviluppo turistico viene meno o perde le caratteristiche di sostenibilità, trasformandosi nello sfruttamento di risorse locali da parte di soggetti estranei alla cultura del territorio e quindi non intimamente legati alla sua coltivazione e salvaguardia. Le caratteristiche montane e l'ampia superficie boscata, superiore al 60% di quella agricolo-forestale, impediscono una produzione agricola basata su quantità rilevanti, per cui tutti gli sforzi e gli investimenti devono essere indirizzati verso la qualità, la tipicità, il legame con il territorio. Solo per il legno esistono produzioni, sia reali che potenziali, in grado di sostenere attività artigianali e industriali rilevanti; le altre produzioni invece acquistano valore soprattutto perché tipiche di un'area a rilevante vocazione turisticoambientale e, all'opposto, contribuiscono a tipicizzare la stessa area, il cui carattere di immediata percezione è l'armonica coltivazione di terreni e boschi da parte dell'uomo e non il loro abbandono alle dinamiche naturali. Queste considerazioni valgono anche per quei prodotti di nicchia che, seppure quantitativamente rilevanti come per esempio gli alberi di Natale, hanno prospettive legate soprattutto a qualità e provenienza. In generale si rileva comunque una ripresa delle attività di coltivazione, sia per la necessità di aumentare le basi economiche che consentono l’espansione dell’agriturismo, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 53 _________________________________________________________________________________________ sia per l’affermarsi di modelli zootecnici, soprattutto nel comparto bovino, basati sul pascolo brado o semibrado e sull’alimentazione vegetale ed anche biologica. In tal senso sta spingendo sia l’iniziativa in collaborazione con l’ARCI e coordinata dalla provincia di Arezzo, a cui partecipano le Comunità montane del Casentino e della Valtiberina, per il cosiddetto “presidio” della Chianina delle aree montane della provincia aretina, sia le iniziative miranti, in prospettiva, ad ottenere una DOP “Chianina delle zone originarie”, ovvero delle province di Arezzo e Siena. Va ricordato che i capi di razza Chianina allevati in Casentino rappresentano oltre il 15% del totale degli iscritti al Libro Genealogico della provincia di Arezzo. Anche la grave situazione innescata dalla BSE, comunemente nota come morbo della mucca pazza, pur compromettendo momentaneamente gli sforzi degli allevatori casentinesi, contribuisce a spingere verso allevamenti bovini estensivi, pascolo naturale, coltivazioni di leguminose in sostituzione della soia di importazione (per il 75% geneticamente modificata) e quindi conferma gli orientamenti zootecnici del territorio basati su sistemi di produzione "leggeri", in strutture di ridotta dimensione, interconnessi con le attività forestali e agrituristiche: le aziende producono prevalentemente vitelli da ristallo, nonché pecore da latte e per la produzione di agnelli, anche se esistono alcune aziende dedite all'ingrasso. Un settore particolare dell'allevamento è quello apistico, fortemente connesso alla filiera di trasformazione dei prodotti, che ha una tradizione di alta qualità e una potenzialità produttiva notevole, anche se negli ultimi anni è diminuita l’importanza delle produzioni locali a causa della minore fioritura del castagno e della minore produzione di manna d’abete, a cui ha fatto eco il rafforzamento della parte commerciale e uno stretto legame con le aziende agrituristiche. Resta invece quasi assente il prodotto DOP, non tanto per carenza di qualità, ma perché le strutture di trasformazione casentinesi sono indirizzate soprattutto verso la ristorazione locale e alla vendita diretta al consumatore, con prezzi decisamente più alti di quelli all’ingrosso pagati, ad esempio, per il Prosciutto Toscano DOP. Solo il caseificio di Talla produce una piccola quantità di Pecorino Toscano DOP, mentre la maggior parte dei laboratori produce un pecorino locale generalmente di ottima qualità, ma collocato direttamente al consumatore o presso i negozi locali. L’adesione alle DOP toscane per prosciutto e pecorino può comunque divenire un passaggio utile nel caso di aumento delle produzioni, anche conservando i tradizionali canali di vendita diretta; va infatti sottolineata l’importanza della DOP per la conquista di nuovi mercati sia a livello nazionale che comunitario e come i prodotti DOP siano un’avanguardia privilegiata della promozione turistica, grazie anche alle numerose manifestazioni organizzate nell’Unione Europea e che vedranno certamente una maggiore presenza toscana a seguito dell’istituzione di un’apposita Agenzia regionale di promozione. La presenza di un’area facente parte della DOCG Chianti costituisce una grande opportunità per l’immissione sul mercato di un “vino del Casentino”, ipotesi che lascia forse perplessi i toscani, ma che può divenire un formidabile ambasciatore del turismo casentinese, un prodotto da esportare, soprattutto grazie alla vendita diretta ai turisti, per ricordare e riproporre, a distanza di mesi o anni, la bellezza di un viaggio in Casentino. Le superfici iscritte nella campagna viticola 1999 all’albo dei vigneti Chianti D.O.G.C. sono pari a Ha 68,43 (52,73 nel Comune di Capolona e 15,70 in quello di Subbiano), per complessive 28 aziende, a cui si aggiungono ulteriori Ha 2,92 di un’azienda iscritta al Chianti Colli Aretini; la produzione ammessa di vino Chianti sfiora i 4.500 Hl, ma attualmente è inferiore sia per la giovane età di alcuni impianti, sia perché le aziende vendono l’uva a cantine poste fuori della Comunità montana. Con riferimento alla _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 54 _________________________________________________________________________________________ produzione massima ammessa, esiste quindi una potenzialità di circa 600.000 bottiglie di Chianti, quantità più che sufficiente a creare una sinergia vincente con il territorio e il turismo casentinese, soprattutto se accompagnata da una buona qualità. E’ quindi prioritario sostenere l’attività di produzione e imbottigliamento del Chianti della zona meridionale del Casentino, anche con sinergie con cantine e società localizzate nelle aree limitrofe dell’area Chianti. Nelle porzioni centrali e settentrionali del Casentino e soprattutto nel fondovalle, le produzioni sono fortemente condizionate da una politica comunitaria ancorata al sostegno dei prezzi; la possibilità di orientare localmente la politica comunitaria verso le esigenze e le caratteristiche del territorio è legata in buona parte all'applicazione del regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale e alla tipicizzazione dei prodotti. Prosegue il fenomeno del reinvestimento in fabbricati e aziende agricole di risorse provenienti da altri settori, in parte connesso allo spostamento di residenza verso aree rurali in edifici di elevata qualità: il recupero di edifici rurali è fatto di per sé positivo e in molti casi si collega all’arrivo di nuovi imprenditori del settore agricolo o turistico. L’applicazione della L.R. n.9/97 per la vendita di parti del patrimonio agricolo-forestale regionale non più utili alla sua gestione ha dato una spinta a questo processo di recupero, alienando un primo nucleo di immobili generalmente in condizioni fatiscenti o allo stato di rudere, per un importo superiore a 600 milioni di lire, ma che, soprattutto, dovrebbe determinare un investimento nei prossimi tre-quattro anni non inferiore a 2-3 miliardi. Nel 2001 sarà attivato il secondo programma di alienazione, che arricchirà l’offerta con ulteriori edifici destinabili, previo recupero edilizio, anche ad attività ricettive. L’agriturismo, grazie in particolare ai contributi previsti dai regolamenti comunitari, è in costante sviluppo ed ha raggiunto le 47 aziende operanti, con ulteriori 20 in attesa dell'autorizzazione comunale. L’agriturismo è importante non solo per la capacità di fornire redditi integrativi di notevole interesse, ma anche perché contribuisce ad elevare la qualità abitativa, con vantaggio per l’agricoltore e il paesaggio, sostenendo la residenza e il trasferimento nelle zone rurali, ed è un ottimo sistema per qualificare il prodotto agricolo tipico; in questo senso l'offerta è ancora carente, perché solo 5 aziende agrituristiche vendono i propri prodotti e solo 11 offrono pasti e bevande in azienda. Nell'insieme l'agricoltura del Casentino si presenta come sistema complesso, con redditi integrati e pluriattività in grado di competere sul mercato, senza legarsi a monocolture di instabile prospettiva; va agevolata la tendenza delle aziende verso l'ulteriore differenziazione e integrazione, in linea con un sistema economico rurale che migliora i redditi e la qualità della vita e quindi consolida la residenza. La presenza di numerosissime aziende in cui confluiscono sia redditi agricoli che provenienti da altre attività (dipendenti pubblici e privati, commercianti, professionisti e altri lavori autonomi) è ulteriore garanzia di stabilità e lega al lavoro agricolo nuove generazioni che altrimenti se ne sarebbero distaccate. In questo contesto le aziende agricole non hanno tanto bisogno di assistenza quanto di interventi di organizzazione e qualificazione dell'offerta, che potranno anche trovare valida risposta nella nuova iniziativa comunitaria denominata Leader Plus. Contrariamente ad agricoltura e industria per le attività forestali si può programmare un notevole incremento del valore aggiunto e degli occupati, con ricadute positive sulla gestione ambientale, trattandosi di attività sostenibili che utilizzano materia prima rinnovabile. Il Casentino ha una forte tradizione forestale e tuttora gli addetti rappresentano una porzione rilevante della popolazione attiva, in particolare di quella agricola e di quella residente nei centri situati in quota. I problemi attuali sono dovuti _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 55 _________________________________________________________________________________________ soprattutto alla frammentazione della proprietà forestale e ad un mercato con prezzi bassi che induce molte imprese a utilizzare forme di lavoro irregolare per recuperare competitività; la soluzione sta nel recupero dei boschi privati ad un sistema economico e colturale pianificato, nella valorizzazione di trasformazioni legnose ad alto valore aggiunto che consentano fra l'altro l'aumento dei prezzi del legno in bosco e in un sistema di sostegno all'impresa che renda minimo il costo economico e temporale delle procedure autorizzative. La Comunità Montana ha avviato, all’interno del programma di azione finanziato dall’iniziativa comunitaria Leader II, un progetto sperimentale che porterà, entro il 2001, alla conoscenza della situazione dei boschi privati, delle loro caratteristiche tecniche e patrimoniali, del grado di gestione e delle opportunità selvicolturali, con costruzione di una banca dati informatizzata che sarà immessa in rete a disposizione anche di privati e professionisti. Scopo ultimo è costituire le basi per la promozione della selvicoltura privata, compito essenziale attribuito alla Comunità montana dall’art.9 della L. n.94/97, e recuperare ad una produzione pianificata e quindi sostenibile vaste aree boschive ora abbandonate o male utilizzate, sostenendo la crescita di tutta la filiera del legno, con valorizzazione del prodotto locale ed approvvigionamento del sistema di trasformazione del Casentino. Fondamentale è anche la corretta applicazione della L.R. n.39/00, la legge forestale toscana, che dovrebbe, già a partire dal 2001, alleggerire gli oneri burocratici e sostenere il sistema di gestione pianificata, in tempestivo ed opportuno coordinamento con il sostegno agli interventi forestali previsto dal Capo VIII del Regolamento n.1257/99. Lo sviluppo sostenibile della selvicoltura deve anche essere aiutato da un’azione congiunta con l'Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi per sostenere e riaffermare gli interessi culturali ed economici del territorio e degli operatori forestali casentinesi, allo scopo di conferire certezze alle attività di coltivazione del bosco e di trasformazione del legno, nel solco di una tradizione divenuta simbolo di armonia fra esigenze umane e foresta. E’ necessario instaurare un rapporto più stretto e puntuale con l’Ente Parco affinchè vengano trovate le giuste soluzioni a sostegno delle attività selvicolturali che sono alla base dei principi ispiratori della Legge quadro sui Parchi e che sono fondamentali ed essenziali per riaffermare il mantenimento e lo sviluppo sostenibile della nostra montagna. L'incremento legnoso annuo in Casentino si può stimare in non meno di mc 300.000, corrispondenti a un incremento di 6 mc/Ha/anno, di norma superato dai boschi di faggio (7-8 mc/Ha/anno), dalle abetine (12-14 mc/Ha/anno) e soprattutto dai boschi di castagno e di douglasia, questi ultimi con incrementi di 25-30 mc/Ha/anno. Questa stima prudenziale, diminuita di 1/6 per considerare le aree in regime di tutela integrale, quelle a suolo superficiale, i castagneti da frutto e i boschi degradati in via di ricostituzione, porta a una PLV, complessiva di trasporto e commercializzazione ma senza prima trasformazione, di 25 miliardi l’anno, corrispondenti all'autofinanziamento di 500 posti di lavoro. Si tratta di una grande opportunità di sviluppo di un'economia sostenibile, con possibilità di creare occupazione aggiuntiva e con effetti moltiplicatori dei benefici grazie alle aziende di prima e seconda trasformazione del legno e all'incremento dei servizi tecnici e aziendali richiesti dal sistema. L’azione della Comunità montana nel triennio 1998-2000 è andata in questa direzione ed occorre rafforzarla, grazie anche al riconoscimento di ente delegato con maggiori dotazioni di personale e finanziarie presente nel Piano Forestale Regionale (PFR) 2001-2005 in corso di approvazione. Va ricordato che nel 2000 è anche arrivata a conclusione l’iniziativa per l’acquisizione al demanio regionale dell’ex-azienda di Giona, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 56 _________________________________________________________________________________________ di proprietà dell’U.S.L. ed estesa 444 Ha, che la Comunità montana aveva gestito per convenzione fino al 1995, provvedendo anche alla redazione di un piano di gestione quindicennale reso esecutivo dal Consiglio regionale. La valorizzazione dell’attività forestale dovrà esplicarsi anche attraverso la creazione di prodotti finiti ad elevato valore aggiunto realizzati da materia legnosa locale, individuando la segheria regionale di Pianacci-Bibbiena quale sede regionale di sperimentazione nel settore della trasformazione del legno. La strategia della Comunità Montana per il periodo 2001-2004 deve quindi basarsi per il settore agricolo-forestale sui seguenti assi portanti: 1. Salvaguardare in tutti i modi i terreni agricoli e pascolivi, quale base essenziale per tutte le attività agricole e quale supporto per l’aumento delle dimensioni agrituristiche; tale salvaguardia dovrà comprendere l’esclusione di ogni contributo pubblico per l’arboricoltura da legno e l’abbandono colturale, in quanto si ritiene non più accettabile l’ulteriore sottrazione di terreni alla coltivazione agricola; 2. sostenere le attività zootecniche tramite iniziative a favore delle produzioni bovine di qualità, diversificazione degli allevamenti a favore del comparto biologico, sostegno alle razze tipiche pregiate, mantenimento e sviluppo dei servizi di assistenza tecnica e veterinaria, organizzazione dell'offerta e qualificazione e valorizzazione dei prodotti; 3. salvaguardare le praterie di alta quota per fini zootecnici e storico-paesaggistici, anche attraverso progetti speciali di recupero (Life Natura 2000) e di ampliamento del patrimonio agricolo-forestale fino a Secchieta, completando l’acquisizione e il recupero produttivo, ambientale e paesaggistico di tutti i pascoli di crinale del Pratomagno; 4. qualificare il prodotto tipico, anche attraverso la certificazione della qualità dei processi produttivi e delle condizioni aziendali e attraverso specifiche iniziative di valorizzazione di prodotti locali, con particolare riguardo a quelli zootecnici, al miele, agli alberi di Natale e al Chianti prodotto nell’area meridionale del Casentino; 5. sviluppare la pluriattività aziendale, con particolare riguardo all'agriturismo e all'integrazione agricoltura/selvicoltura; 6. sviluppare la pluriattività individuale, affidando a coltivatori diretti e cooperative agricolo-forestali lavori di piccola sistemazione e manutenzione ambientale (art. 7 comma 3° L. n.97/94) e i lavori e servizi richiamati di cui all'art. 17 L. n.97/94 e collegando l'attività diretto coltivatrice con la prestazione d'opera secondaria in attività stagionali o comunque svolte a tempo parziale (ristorazione, ricettività turistica, artigianato), come previsto dall'art. 18 L. n.97/94; 7. prosecuzione del rapporto di collaborazione con l’A.T.C. del Casentino allo scopo di collegare il mondo venatorio e quello agricolo-forestale, contribuendo alla soluzione dei problemi di conflittualità fra agricoltura-selvicoltura e fauna selvatica, anche tramite iniziative specifiche quali i monitoraggi faunistici nelle Foreste Casentinesi, l’Osservatorio naturalistico di Moggiona, il Centro Studi delle Oasi faunistico-venatorie provinciale di Stabbi (nell’Alpe di Catenaia), la possibilità di dedicare una parte dell’allevamento di selvaggina dei Luoghi a sperimentazione; 8. qualificare, integrare e coordinare l'offerta agrituristica con quella delle altre forme di turismo, anche grazie a iniziative nel comparto escursionistico ed equituristico, per organizzare e mantenere i percorsi e per valorizzare l’offerta tramite costruzione e recupero di rifugi, aree di sosta, poste per cavalli; 9. sostenere la residenza, l’agriturismo e il turismo tramite ulteriore alienazione di immobili facenti parte del patrimonio agricolo-forestale regionale non più utili alla sua gestione e recupero o miglioramento di altri utilizzabili a fini ricettivi; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 57 _________________________________________________________________________________________ 10. promuovere l’immagine “verde” del Casentino attraverso la riqualificazione, grazie all’istituzione di un apposito servizio associato, della gestione del verde pubblico, delle alberature stradali e delle aree di sosta presso gli abitati; 11. promuovere la selvicoltura nei boschi pubblici e privati, utilizzando il demanio regionale (Ha 11.620) come esempio e stimolo, rilevando le risorse forestali esistenti, sostenendo, in particolare attraverso la misura 8.2 del Regolamento n.1257/99, il miglioramento e la pianificazione dei boschi privati, mettendo a punto forme snelle di organizzazione della gestione dei boschi privati e della relativa offerta di legno; 12. valorizzare le produzioni legnose locali, anche attraverso l’utilizzo della segheria regionale di Pianacci-Bibbiena quale centro di sperimentazione regionale nel settore della trasformazione del legno; 13. utilizzare la risorsa foresta-legno per creare occupazione integrata e differenziata (operai generici e specializzati, quadri, tecnici, esperti e dirigenti, consulenti commerciali, esperti in costruzioni legnose, addetti alle varie attività di filiera), con un programma di formazione permanente inserito all'interno delle aziende operanti nel settore e tramite specializzazione del centro formativo della Comunità montana situato a Casanova di Badia Prataglia; 14. riqualificare sotto il profilo socio-culturale l'attività agricola e forestale, in particolare operando presso le scuole, allo scopo di rimuovere i blocchi psicologici che rendono oggi poco appetibile tale sbocco lavorativo, pur fornendo livelli di reddito non inferiori a quelli di altri settori; 15. valorizzare alcuni elementi culturali del paesaggio forestale e della tradizione casentinese, in particolare all’interno del demanio regionale, tramite progetti misti di recupero, investimento e promozione, con particolare riguardo alla Badia di Santa Trinita nel Pratomagno, al Lago degli Idoli del Falterona, ai paesaggi costituiti dalle abetine pure di abete bianco e dai castagneti da frutto. Sostenere e divulgare la cultura e la storia ambientale del Casentino, con particolare riguardo all’agricoltura e alla selvicoltura, allo scopo di educare sia le giovani generazioni che quelle adulte alla conoscenza delle proprie radici, anche allo scopo di rendere noti i meccanismi di coltivazione e produzione dei beni agricolo-forestali e di far capire il nesso indispensabile fra paesaggio, tutela del territorio, prevenzione dei dissesti e residenza e attività degli operatori agricolo-forestali. 2.6. LE STRATEGIE CULTURALI, SOCIALI E DELL’ISTRUZIONE 2.6.1. La cultura e le tradizioni locali Non c’è dubbio che le politiche culturali in Casentino hanno un rilevo eccezionale e rivestono in questa programmazione un’importanza centrale: è ben nota infatti la cospicuità delle risorse culturali esistenti e la vastità, ricchezza, differenziazione e diffusione del nostro patrimonio. Ciò non soltanto in termini di beni naturalistici , ambientali e paesaggistici (di cui ci occupiamo nelle strategie ambientali) ma anche – e in misura non meno rilevante - di beni materiali (quali il materiale culturale in genere, i beni artistici ed architettonici, i beni storici e archeologici, l’architettura rurale, i musei e le biblioteche, il sistema degli itinerari storici e delle antiche vie di comunicazione) e di beni immateriali (come la storia, la tradizione, la cultura e la specificità culturale casentinese nel suo complesso e nelle sue connotazioni locali, le tradizioni culturali, il folclore, le sagre, le ricorrenze religiose, gli eventi e le manifestazioni, le attività e l’organizzazione culturale del Casentino). Si tratta _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 58 _________________________________________________________________________________________ senz’altro di un grande patrimonio culturale non certo esaurito nell’elencazione che abbiamo fatto (basti pensare, ancora, agli insediamenti urbani, rurali e montani; ai monumenti, edifici e manufatti religiosi, civili e per le attività produttive; i vari segni di antropizzazione del territorio quali ad es. i terrazzamenti) e nei cui confronti s’impone senz’altro un forte senso di responsabilità per le numerose possibilità di intervento degli enti pubblici. In tal senso, ma anche rispetto ad una sensibilizzazione generale degli utenti e dell’opinione pubblica verso tematiche che contraddistinguono e tipizzano culturalmente una società e un territorio, la comunità montana può svolgere un ruolo di ampio rilievo e spessore, in particolare nel promuover e incentivare azioni che superino la “tradizionale” frammentazione delle iniziative e permettano interventi anche complessi ma organici ed omogenei con la finalità di porre questo materiale al servizio dello sviluppo della cultura in un duplice significato: • favorendo la ricerca, la conoscenza, il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione e fruibiltià del nostro patrimonio culturale considerato come elemento di identificazione per la popolazione del Casentino ma anche come forza attrattiva per l’esterno e occasione di occupazione di rilievo; • favorendo, come processo di sviluppo della cultura, l’appropriazione o la riappropriazione di questi beni e di queste realtà cariche di valori e di memorie, da parte della popolazione locale. Sulla base degli obbiettivi generali di fondo descritti, il piano di sviluppo 2000/2004 articolerà interventi e progetti indirizzati puntualmente verso le seguenti specifiche finalità: realizzazione di una concertazione e interazione con tutte le amministrazioni comunali al fine di ottimizzare le risorse investite nel campo per una migliore offerta culturale in ogni settore, dalle biblioteche ai musei alle manifestazioni e eventi di rilievo, fermo rimanendo lo spazio per le proprie autonome iniziative locali. In tal senso si ripropone con rinnovata forza e spirito l’organizzazione a livello istituzionale di una sorta di coordinamento degli assessori alla cultura (ma anche al turismo, visto la forte compenetrazione) delle amministrazioni comunali e della comunità montana; coordinamento che, sulla falsariga di quanto avviene per la conferenza dei sindaci ma anche per gli assessori ai servizi sociali, imposti e sviluppi la programmazione annuale e pluriennale delle attività e degli eventi culturali in Casentino, e gestisca le risorse in modo integrato; in un contesto di strettissima collaborazione e concertazione - sia nella fase di elaborazione degli obbiettivi che in quella gestionale - con tutti gli attori, pubblici e privati, della cultura in Casentino, organizzare annualmente eventi culturali di rilievo e grande spessore legati delle nostre tradizioni culturali, in cui far convergere le risorse e l'attenzione di tutti i soggetti, momenti culturali trainanti per tutta la stagione culturale della vallata attorno a cui sviluppare altre iniziative parallele e sinergiche. Eventi basati e diretti alla valorizzazione degli elementi caratterizzanti il ns. patrimonio culturale in grado di diventare risorsa rilevante al fine di produrre materiale e documentazioni per la realizzazione di musei e raccolte a testimonianza complessiva della nostra storia, delle nostra arte e delle nostre tradizioni. creare conseguentemente percorsi di fruizione del patrimonio culturale del Casentino nelle sue emergenze di maggior rilievo (quali ad es. il medioevo; la religione e l’arte sacra) nell’ottica finale di realizzare gradualmente un vero e proprio museo del _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 59 _________________________________________________________________________________________ Casentino in cui le tematiche culturali che contraddistinguono la nostra storia siano adeguatamente fruibili sia in termini di accrescimento culturale della popolazione che in termini di promozione e attrattiva turistico-culturale di livello. Nel quadro complessivo degli obbiettivi e delle finalità specifiche del nuovo ciclo di programmazione un ruolo di assoluto rilievo in campo culturale - ma anche nel campo dell’istruzione e dell‘educazione in un ottica di utilizzo integrato delle risorse - intendiamo far assumere al Cred, Centro Risorse Educative e Didattiche gestito dalla comunità montana dal 1996, strumento che in questi anni ha prodotto “fisicamente” cultura, realizzando un archivio multimediale sulla cultura rurale di grandissimo spessore e qualità; in tal senso è fondamentale il percorso verso una sua istituzionalizzazione come mediateca, al fine di acquisire e suggellare la funzione culturale della struttura nel recupero e conservazione della nostra “memoria” storica. 2.6.2. Educazione, istruzione e formazione Nel corso degli anni, in particolare nell’ultimo ciclo di programmazione, la comunità montana ha stabilito degli ottimi rapporti con il mondo scolastico casentinese, sia tramite il coordinamento del PIA (piano integrato di area) che attraverso il supporto didattico tecnologico-culturale offerto dal Cred a tutte le scuole nella gestione didattica e nella formazione dei docenti; sia anche con manifestazioni e iniziative in cui il mondo scolastico ne è stato fortemente coinvolto. Basti pensare ad esempio, all’appuntamento annuale della “Giornata Verde” in cui c’è sempre stato un forte coinvolgimento, all’inserimento in Rete Civica della scuola casentinese (scuola on line). I rapporti però sono sempre stati caratterizzati da una certa sporadicità mentre per il futuro si presenta uno scenario ben diverso in cui le autonomie locali sono chiamate a rapportarsi con i problemi del mondo scolastico e dell’educazione in modo assai più completo e incisivo rispetto ad adesso. Questo per un motivo fondamentale di assoluto rilievo e cioè il processo di autonomia degli istituti scolastici iniziato nel 2000; coniugato con la razionalizzazione dei servizi e delle strutture scolastiche ha portato alla totale riorganizzazione del sistema scolastico casentinese con la previsione di n. 6 istituti comprensivi per le scuole inferiori (materne/elementari/medie) e di n. 2 istituti d’istruzione secondaria superiore (uno a Poppi con il liceo scientifico, liceo classico e istituto tecnico commerciale; l’altro a Bibbiena con l’istituto tecnico industriale, l’Istituto Professionale Industria e Artigianato e Istituto Professionale per il Commercio. Dal prossimo anno la riforme sarà ancor più incisiva, fondamentale e completa, con l’adozione dei nuovi cicli scolastici. Con tale processo di riforma, con l’innovazione che sta interessando a tutti i livelli le scuole e tutto il sistema d’istruzione pubblica e dell’educazione, la comunità montana e i comuni devono impostare un confronto e attuare un’iterazione affinché insieme – mondo scolastico e autonomie locali – si creino le condizioni per realizzare un sistema scolastico casentinese attento ai bisogni della nostra zona e dei nostri giovani ma anche alla cultura e alle tradizioni che esprimiamo come comunità; un sistema scolastico calato nella realtà economica, sociale e istituzionale del proprio territorio di riferimento. Si tratta quindi di superare gli attuali rapporti e interventi saltuari per sviluppare un’interazione organica che permetta – con l’impegno e il coinvolgimento anche economico di tutti gli attori – di realizzare un efficace rete scolastica in grado di assicurare formazione, educazione e qualificazione culturale. Concorrendo ad assicurare agli istituti scolastici gli strumenti tecnologicamente innovativi e non, per svolgere appieno il proprio ruolo di formazione; favorendo l'integrazione massima della scuola con il territorio, con il _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 60 _________________________________________________________________________________________ ns. tessuto economico, culturale e sociale; ottimizzando le politiche del diritto allo studio con l’obbiettivo di rendere effettiva tale garanzia per superare possibili aree di squilibrio e disagio. Obbiettivi strategici quindi chiari e ben definiti: vitalizzare e dare impulso al reticolo degli attori del contesto, le scuole, le biblioteche e gli istituti culturali, le imprese in particolare quelle innovative, i gruppi culturali, il volontariato, le autonomie locali per sviluppare un progetto di rete scolastica casentinese adeguata ai bisogni formativi e culturali di una società moderna ma che affondi le proprie radici nel territorio di cui deve diventare espressione. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 61 _________________________________________________________________________________________ CAP. 3: GLI INTERVENTI E LE AZIONI 3.1. INTERVENTI IN CAMPO ISTITUZIONALE E PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.1.1. L’Unione dei Comuni in Casentino quattro anni d.lgs. 18.8.2000, n. 267 “TU autonomie locali”; legge regionale 28.12.200, n. 82 in materia di comunità montane. Il recente testo unico sull’ordinamento degli enti locali si occupa con poche disposizioni delle comunità montane, per la precisione due articoli (il 28 e il 29) ma stabilisce anche con forza e assoluta chiarezza la missione principale della comunità montana. L’art. 28 infatti espressamente stabilisce che “Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani … per .. l’esercizio associato delle funzioni comunali”. Si stabilisce cioè - come abbiamo affermato nel delineare le strategie - che la gestione associata dei servizi, nel quadro della nuova unione dei comuni, costituisce la competenza principale, la funzione-cardine che il legislatore affida alle comunità montane. Sull’argomento vanno puntualizzati due aspetti: − già precedenti normative affermavano principi simili e, anche se non sistematicamente come nel testo unico, indicavano un percorso verso il riconoscimento di tali competenze; − questa comunità montana aveva già iniziato tale percorso, sia in ragione delle normative citate ma anche come iniziativa autonoma, nata non dalle leggi ma da esigenze oggettive di meglio attuare alcuni servizi avvertite dal sistema degli enti locali casentinesi. Per il primo aspetto, va ricordato in particolare la legge n. 142/90 che affermava il principio con una statuizione di principio (sviluppata poi nel nostro statuto); la legge-quadro sulla montagna (legge n. 97/94) che, nell’esplicitare il principio, individuava con precisione una lunga serie di materie in cui si aprivano spazi importanti per stimolare a attuare la gestione associata e che possiamo così riassumere: - la costituzione di strutture tecnico-amministrative di supporto; - la gestione del problema rifiuti; - il trasporto locale, in particolare il trasporto scolastico; - il servizio di polizia municipale; - la realizzazione di opere pubbliche. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 62 _________________________________________________________________________________________ La legge 59/97 e il d.lgs. n. 112/98 poi hanno arricchito decisamente il quadro normativo di riferimento in quanto, nel dare corso ai primi principi di decentramento, autonomia e federalismo (a costituzione invariata), nell’ottica di un assetto maggiormente appagante del nostro governo locale, hanno stabilito un quadro di principi, obbiettivi e condizioni da rispettare (assai complessi nei contenuti e nelle relazioni e interazioni fra sé e con altri principi statuiti da altri riforme attuate e in itinere), tra cui ve ne sono di importanti per il governo della montagna: - la possibilità di modelli diversa organizzazione istituzionale che tengano conto delle diverse realtà (aree metropolitane per zone altamente urbanizzate; comunità montane per la montagna); il principio cioè della differenziazione, “dell’ordinaria differenziazione4” nell’allocazione delle funzioni in considerazione delle diverse caratteristiche, anche associative, demografiche, territoriali e strutturali degli enti riceventi; - il riconoscimento (per la prima volta espresso) delle cc.mm. come attori presenti e con un ruolo nell’ambiente istituzionale di riferimento; - la stretta connessione fra principio di sussidiarietà e dimensioni ottimali di gestione che si traduce nella direttiva specifica di coniugare - nell’opera di conferimento delle funzioni - la necessità di attuare la prossimità (cioè l’attribuzione delle funzioni alle autorità più prossime e vicine funzionalmente e territorialmente ai cittadini interessati) con le necessità di funzionalità, contenimento dei costi e capacità di rispettare gli standard qualitativi. Tali leggi hanno anche stabilito esplicitamente che ogni comune deve esercitare singolarmente o in forma associata le funzioni che riguardano: - lo sportello unico per le attività produttive - il catasto - la protezione civile - l’organizzazione di fiere e mercati con le attività amministrative relative - l’istruzione scolastica e l’educazione degli adulti - i servizi sociali Per quanto riguarda il secondo aspetto, in Casentino si è dato corso a forme di collaborazione e di gestioni associate tra i comuni e la comunità montana già da prima che intervenissero le normative citate; e nel precedente piano di sviluppo era stato colto l’aspetto innovativo sotto il profilo dell’organizzazione del governo locale che emergeva dalle riforme degli anni ’90 e che focalizzava la missione principale della comunità montana nella gestione associata dei servizi . 4 = G. Pastori, Intervento al Convegno su “Riforme istituzionali e governo della montagna”, Parma, 1997 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 63 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: Il TU, nel riprendere le norme della legge 265 del 2000 fa compiere al percorso un netto passo in avanti, passando da previsioni episodiche, non coordinate e in grado solo di creare possibilità utilizzabili con processi spontanei e dal basso completamente da automodellarsi in base all’esperienze maturate, ad una previsione sistematica della problematica, collocandola in un preciso disegno di riordino dell’organizzazione istituzionale locale. Riordino in cui, a fronte di materie e competenze sempre più complesse da affidare ex legge Bassanini( con il successivo federalismo) al sistema delle autonomie locali, si prevede per le aree a forte frammentazione istituzionale, l’utilizzo dell’istituto dell’Unione dei Comuni a cui affidare la gestione di servizi per aree intercomunali. In montagna non si costituiscono nuovi enti perché tale funzione è affidata direttamente e esplicitamente alle comunità montane, in aggiunta alle funzioni ormai acquisite storicamente. Definendole poi esplicitamente Unioni dei Comuni sottolinea come il compito primario e peculiare delle comunità montane sia individuato definitivamente nell’esercizio associato delle funzioni comunali. Si aprono quindi le prospettive per travalicare interventi episodici e frammentari e pensare a risposte organizzative strutturali e stabili espressione di una cooperazione strategica fra gli attori nell’ambito di una progettualità locale. In tal senso, riteniamo che la comunità montana debba avviare un dibattito politico nell’ambito delle istituzioni casentinesi e negli organi interessati quali in primis la Conferenza dei sindaci, l’assemblea e le commissioni assembleari, i consigli comunali, la giunta esecutiva , al fine di concertare le forme di cooperazione e di riorganizzazione del governo locale casentinese; indirizzi e proposte che dovranno trovare poi adeguata traduzione negli statuti degli enti interessati, quantomeno in quello della comunità montana in cui la centralità della funzione di Unione dei comuni deve emergere con forza e assoluta chiarezza. Così come deve disegnare i percorsi di attuazione, prevedendo anche modelli flessibili e adattabili alle varie esigenze che possono emergere dalle amministrazioni comunali nelle materie oggetto di gestione associata. Tra queste, oltre a quanto già evidenziato qui, nelle strategie e in altri specifici interventi, riteniamo importante sottolineare l’importanza che può acquisire per l’efficienza del sistema pubblico casentinese, l’organizzazione di un “ufficio di piano” a geometria variabile in funzione delle esigenze operative che si prospettano e a cui affidare compiti in genere assai onerosi per i comuni o per cui è difficile attivare professionalità adeguate in ambito comunale (progettazioni tecniche di minor importo; supporto tecnico urbanistico; valutazioni di carattere ambientale di progetti e programmi di rilievo per il territorio; consulenze tecniche e giuridiche etc.) Nel senso sopra specificato, la finalità generale perseguita nel prossimo quadriennio è quella di realizzare la _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 64 _________________________________________________________________________________________ riorganizzazione istituzionale complessiva del sistema locale casentinese in funzione diretta della gestione e erogazione di servizi, in un sistema di amministrazioni che concertano e interagiscono tra sé per attivare le sinergie e cooperazioni in grado di migliorare la qualità e i costi dei servizi stessi. In particolare, nel quadriennio la finalità si articola nei seguenti obbiettivi: - promuovere il processo di riorganizzazione istituzionale complessiva del territorio della comunità montana attraverso la gestione associata dei servizi in un ambito di cooperazione istituzionale e di concertazione in cui individuare e dare risposte organizzative e gestionali strutturali e stabili - definizione dell'assetto istituzionale della comunità montana con l'adeguamento dello statuto alle nuove disposizioni normative e la definizione/assunzione del ruolo di Unione dei Comuni, di polo aggregatore-perno delle rete dei servizi pubblici, con attenzione particolare ai seguenti aspetti che dovranno avere una disciplina adeguata, in linea con il quadro normativo esistente: - il ruolo di Unione dei Comuni della Comunità Montana e i rapporti con i Comuni - le gestione associata dei servizi comunali con modelli flessibili e adeguati alle esigenze delle amministrazioni comunali; - il ruolo e la disciplina della Conferenza dei Sindaci, come luogo istituzionale di coordinamento e concertazione tra le amministrazioni locali casentinesi; - definizione e assunzione strategica del ruolo della comunità montana di rappresentante e portatore delle istanze e degli interessi collettivi di vallata nei confronti dei livelli superiori di governo, provinciale e regionale, - Promozione della costituzione di staff e uffici che avvalendosi anche dello strumento telematico siano in grado di gestire in forma associata le problematiche relative allo sviluppo sostenibile, alla progettazione e gestione territoriale; - Utilizzazione gli strumenti tecnologici, in particolare la Rete Civica del Casentino quale supporto di base della rete dei servizi, consolidandola e potenziandola con l’obbiettivo di assicurare la circolazione delle informazioni e la comunicazione istituzionale necessaria per la realizzazione di servizi a forte valore aggiunto, nello spirito della sussidiarietà, della qualità e dell’efficienza. - Completamento dei processi di gestione associata già iniziati quali la gestione associata dei servizi socio-sanitari secondo il modello a rete e il coordinamento della comunità montana, lo sportello unico per le attività produttive; - Coordinare i comuni del Casentino per la salvaguardia e incremento della qualità dei servizi sanitari, sul territorio e ospedalieri, anche in riferimento alle esigenze della popolazione anziana e all’opportunità di assicurare la _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 65 _________________________________________________________________________________________ massima sussidiarietà e la prevenzione. Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Nel primo anno le priorità di articolano nel modo seguente: - Prosecuzione e implementazione delle gestioni associate già iniziate nel precedente periodo di programmazione; - Inizio e sviluppo del dibattito sulla attuazione dell’Unione dei Comuni in Casentino con l’elaborazione di una proposta di lavoro su cui concertare con le amministrazioni locali interessate un percorso per l’attuazione del programma. - Inizio dei lavori di revisione dello statuto della comunità montana - Partecipazione in via diretta e tramite le associazioni di settore (Uncem ed Anci) ai procedimenti che vengono sviluppati in regione per l’attuazione del decentramento, in particolare sulla individuazione degli ambiti ottimali per la gestione dei servizi con l’obbiettivo di ottenere l’identificazione generalizzata dell’ambito ottimale in Casentino con il territorio di competenza della comunità montana; - Attivazione di eventuali consulenze professionali specialistiche per la verifica tecnico-economica delle opzioni gestionali. - amministrazioni comunali - regione toscana - Uncem, Anci - Istituti di ricerca sociale ed economica studi e consulenze £. 25.000.000 per il 1° anno. Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.1.2. Il catasto del Casentino quattro anni legge 15.3.0998, n. 59; d.lgs. 31.3.1998, n. 112; DPCM 27.02.2000. Tra le varie materie che la cd. legge Bassanini (l. n. 59/95) ha preso in considerazione per l’attuazione delle prime forme di federalismo a Costituzione inalterata, quella relativa alla gestione del territorio anche dal punto di vista fiscale è senz’altro di grande rilievo in senso generale, ma in particolare per le zone montane, per il nuovo ruolo che viene riconosciuto alle cc.mm. dalla stessa legge, dal decreto legislativo n. 112/97 e dai recentissimi decreti attuativi del trasferimento di competenze, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 66 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: Priorità del 1° anno: In particolare, il passaggio ai comuni delle funzioni inerenti il catasto può costituire – se intendiamo dar corso realmente a processi di innovazione evitando facili e comodi atteggiamenti gattopardeschi che già si stanno affacciando – elemento decisivo per organizzare finalmente anche in questa materia un servizio efficiente ed efficace. E’ noto infatti come il catasto attuale, nonostante i grandiosi miglioramenti realizzati negli ultimi tempi – sia ancora ben lontano dall’avere quella funzionalità e quella garanzia di certezza dei dati gestiti, fondamentale non solo per una fiscalità giusta, in particolare quella locale basata in gran parte proprio sulle proprietà immobiliari, ma anche come supporto tecnico per la gestione del territorio, in grado di fornire i dati e le informazioni necessarie per l’assunzione di adeguate decisioni e di idonee politiche del territorio. In tal senso, l’affidamento del servizio catastale – pur in un quadro nazionale necessariamente omogeneo – ai comuni che nelle zone montane – come afferma espressamente la legge – possono gestirlo tramite le comunità montane, realizza pienamente il concetto di sussidiarietà e individua già a livello legislativo l’ottimale ambito per la gestione di questo importante servizio. La comunità montana quindi si pone come il soggetto naturalmente deputato alla gestione di tale servizio: tanto più nel nostro caso in cui abbiamo già maturato una notevole esperienza in materia, con la gestione ventennale del catasto consortile (basato sul catasto nazionale e gestito con concetti e tecniche similari) e si pone quindi come naturale interlocutore nella materia in grado di garantire non solo funzionalità, certezza e sicurezza ad una banca dati di così grande rilievo , ma anche di gestirla dinamicamente in modo appropriato e – tramite la rete civica – di porla a disposizione dei comuni per le politiche fiscali e del territorio ma anche a professionisti e organizzazioni di categoria che di dati del tipo in questione ne fanno uso quotidiano. Il tutto può altresì costituire la base per assicurare in loco ai cittadini casentinesi non solo l’ordinario servizio catastale – è già ciò sarebbe un notevole successo, 1° caso di decentramento di un servizio statale – ma anche servizi a valore aggiunto che già stiamo sperimentando con il catasto consortile, in particolare l’assistenza, informazione e consulenza su tutte le problematiche tecnico-fiscali inerenti le proprietà immobiliari. - Realizzare in forma associata e a livello Casentino la gestione del catasto delle proprietà urbane e agricole presenti nel territorio di competenza. - Trasformare una gestione prettamente tecnica in uno strumento per l’attuazione delle politiche programmatiche e fiscali in Casentino, compreso la lotta all’evasione. - verifica della fattibilità giuridica e tecnica del progetto - acquisizione dei dati sulla qualità del catasto urbano e agricolo dei comuni del Casentino - elaborazione di un progetto di massima _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 67 _________________________________________________________________________________________ Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Strategia/azione: Intervento: Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: - comuni; - agenzia del territorio; - consulenze professionali esterne; - ufficio catastino consortile dell’ente. consulenze professionali per realizzare il catasto gestito dalla comunità montana £. 25.000.000 per il 1° anno Interventi in campo istituzionale e dei servizi pubblici 3.1.3. Ampliamento e potenziamento della rete civica del Casentino 2001 quattro anni L’organizzazione a rete dei servizi pubblici in Casentino e il considerare i comuni e la comunità montana un sistema unico con cui gestire il territorio e assicurare servizi ai cittadini comporta necessariamente lo sviluppo di tutti quegli strumenti che favoriscano, facilitino e incentivino lo stare insieme e il lavorare in rete. In tale prospettiva una funzione centrale di supporto è svolta dalla Rete Civica del Casentino. Nel corso del precedente periodo di programmazione, grazie ai finanziamenti attivati con l’iniziativa comunitaria Leader II è stato possibile realizzare tale rete civica, organizzando sia l’infrastruttura telematica di base sia il servizio di provider e il sito della rete (www.casentino.toscana.it). Attualmente i comuni del Casentino sono stati dotati di una propria rete interna che collega tutti i posti di lavoro: a loro volta, tutti i comuni sono interconnessi in una rete geografica ampia che fa capo al nodo sito in comunità montana. Da qui partono infine i collegamenti per internet e per la Rete Telematica Toscana di cui facciamo parte come rete civica e come singoli enti. Tutti i posti di lavoro di tutte le amministrazioni locali del Casentino (circa 200) sono quindi connessi in una rete geografica e in grado, in assoluta sicurezza, di colloquiare, scambiarsi dati e informazioni, attuare insieme servizi e funzioni. E’ chiaro pertanto – anche ai non esperti – che in Casentino è stata realizzata una infrastruttura telematica adeguata a garantire il supporto tecnologico per la realizzazione dei servizi pubblici associati in rete. Costituisce pertanto uno strumento decisivo per il perseguimento e l’attuazione delle politiche che il piano individua in materia di servizi pubblici. Nel corso del triennio precedente è stata impostata tutta _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 68 _________________________________________________________________________________________ l’infrastruttura di collegamento, dagli apparati di rete ai server, utilizzando la tecnologia Internet e Web per mettere a disposizione risorse tecniche su cui è possibile da un lato sviluppare servizi a rete e comunicazione fra le pubbliche amministrazioni e dall’altro servizi per i consumatori e l’utenza facilmente accessibili e fruibili senza costi e senza disagi. In questa prima fase lo sviluppo è stato soprattutto finalizzato in una triplice direzione: - creare infrastruttura tecnologica di networking; - creare uno staff di lavoro qualificato in grado di dare risposte e di gestire tecnicamente sia il servizio di networking che di web e internet, affiancato da referenti nei singoli comuni in grado di amministrare la propria rete almeno per i problemi di primo livello; - attuare una serie di servizi di base nei confronti dei comuni e degli altri soggetti della rete, in particolare il sistema scolastico casentinese; la posta elettronica e la formazione al suo uso corretto, banche dati informative, i servizi informativi e di consultazione. Nell’attuale periodo di programmazione si tratta di proseguire, ampliare e arricchire di contenuti e di qualità il servizio già attivato, in questo caso verso quattro finalità generali: - nell’ambito del servizio b2b (business to business), dei rapporti cioè tra le amministrazioni fra sé e i fornitori di servizi, in modo - grazie all’interazione, alla condivisione delle risorse, alle gestioni associate di rete - di realizzare sinergie, servizi in comune e economie di scala in grado di rendere più efficienti le amministrazioni locali e dare di conseguenza risposte più qualificate ed efficaci - nell’ambito del servizio b2c (business to consumer), dei rapporti cioè con l’utenza, con l’obbiettivo di sfruttare le moderne tecnologie informatiche per assicurare l’erogazione di servizi sempre più vicini al cittadino, all’impresa o all’utente, veri e propri sportelli telematici in grado di migliorare la qualità e ridurre in modo significativo il costo oltreché rappresentare un forte elemento di trasparenza e strumento di democrazia e partecipazione (basta pensare ai risultati ottenuti dal forum promosso di recente dalla comunità montana sul problema dell’elettrodotto). - Nell’ambito di un servizio di cd. alfabetizzazione informatica del Casentino per diffondere nella nostra società l’uso e la conoscenza degli strumenti informatici, in particolare a quelle fasce di utenza che per motivi anagrafici, interessi, titoli di studio e professione svolta rischiano di rimanere esclusi dall'uso di tali strumenti sempre più indispensabili non solo nel lavoro ma anche nei rapporti e nella vita sociale. - Nell’ambito della realizzazione di un progetto che si inserisca nelle vita della comunità senza sostituire i modi di comunicazione tradizionali, ma in grado di creare nuove forme di comunicazione, che si ponga come strumento _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 69 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: complementare alla socialità. Una rete che crei legami tra le varie anime della comunità come le associazioni, gli enti, le scuole, le realtà produttive, con la pubblica amministrazione e con altre reti. Quindi qualcosa che va oltre al semplice miglioramento del rapporto fra amministrazione e cittadini, una ricchezza collettiva che favorisca uno sviluppo dell’intero tessuto economico. Nel quadriennio pertanto, il piano intende perseguire e attuare i seguenti obbiettivi e risultati: - Promuovere forme più incisive e ampie di concertazione con le più importanti amministrazioni coinvolte; in particolare, i comuni – trattandosi di attori necessari – dovranno essere coinvolti immediatamente, tramite gli organismi tecnico/scientifici e non previsti dalla RCC (rete civica del Casentino) ad una partecipazione attiva alla rete per stabilire gli indirizzi da assumere, i programmi annuali e partecipare concretamente al loro finanziamento e alla loro attuazione. Per raggiungere tale obbiettivo è importante poter conseguire risultati tangibili e apprezzabili da tali soggetti così come occorre predisporre incentivi e aiuti specifici in tal senso. La mancata adesione dei comuni – in quanto interfaccia reale e riconosciuta della collettività che la compongono significherebbe la non completa riuscita del progetto. - Programmare e attivare strumenti finanziari che garantiscano la certezza e la continuità di risorse di base per RCC; risorse su cui contare per la gestione di base e per il mantenimento della rete e dei suoi servizi ma anche per il loro ampliamento e potenziamento; - Incentivare tramite la formazione capillare l’uso dello strumento telematico da parte delle amministrazioni coinvolte; - Implementare servizi decisivi per l’uso anche giuridicamente legittimo dello strumento telematico, in particolare con l’adozione da parte di tutte le amministrazioni del servizio di firma digitale, del protocollo elettronico e del documento elettronico. - Consolidare e ampliare le professionalità di base necessarie per la gestione di una rete civica; - Mettere a disposizione delle amministrazioni e – ove possibile – dei cittadini, le banche dati di maggior interesse quali ad. esempio, INPS, Camere di Commercio, Catasto etc. - Realizzare e implementare un servizio intranet per tutta la RCC, di una rete privata che, avvalendosi della tecnologia web e del software internet, garantisca in un ambiente sicuro nuove possibilità alle amministrazioni e ai loro dipendenti di comunicazione e interazione reciproca, facilitando la pubblicazione, l’accesso e la circolazione delle informazioni - Realizzare e implementare servizi evoluti caratterizzati da interazione spinta fra i soggetti della rete e gli utenti quali forme di pagamento (tariffe, imposte, servizi come ad es. la _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 70 _________________________________________________________________________________________ - - - - Priorità del 1° anno: - - - mensa scolastica etc.), fornitura di informazioni, certificazioni e documentazioni complesse, organizzazione di veri e propri servizi basati sulla telematica sia come procedura interna che come accesso da parte dell’utente (il SUAP, il servizio del catasto consortile; i servizi bibliotecari etc.); Ampliare e potenziare la rete del sistema scolastico casentinese, sia per una sua efficace interazione e comunicazione interna in ambito didattico, programmatico e amministrativo, che nelle sue interrelazioni con il territorio (enti e istituzioni locali) e con i suoi utenti (famiglie e studenti); Porre in essere accordi e sinergie con enti erogatori di servizi fondamentali per la nostra collettività, al fine di utilizzare la tecnologia informatica di RCC per portare informazioni e servizi interattivi all’utenza; ampi spazi per tali forme di concertazione esistono nel sistema sanitario (sia per l’informazione che per l’erogazione di alcune tipologie di servizio quali le prenotazione per visite specialistiche), possono attivarsi nel sistema previdenziale, nei confronti dei gestori dei cd. servizi a rete (acqua, metano) e in molti altri settori; Tramite i centri e circoli culturali esistenti (le biblioteche, i Ciaf) attuare forme di promozione all’uso e della conoscenza di tali tecnologie, nell'ambito di una più generale azione di alfabetizzazione informatica della società casentinese; Favorire la realizzazione di sportelli polifunzionali, creando una rete in grado di fornire informazioni relative a servizi o procedimenti erogati da ogni altra amministrazione aderente al progetto. Tra questi, particolare importanza rivestirà lo Sportello Unico per le Attività Produttive e il Sistema Informativo della Montagna. Nel 1° anno gli obbiettivi perseguiti sono i seguenti: Rafforzamento della concertazione con i soggetti della rete e loro coinvolgimento nelle decisioni, nel finanziamento e nella gestione di RCC; Utilizzare lo strumento Leader Plus per attivare fonti di finanziamento in grado di assicurare continuità di rimorde adeguate per la gestione del servizio, limitando gli oneri a carico dei soggetti partecipanti; Attivare ulteriori fonti di finanziamento possibili, quali attività di formazione, creazione di servizi in settori specifici in modo da accentuare la possibilità di autofinanziamento; Dar corso ad una strutturazione del servizio con l’utilizzo delle professionalità nel settore del web del networking e della comunicazione indispensabili per assicurare la continuità al servizio; Assicurare il supporto tecnologico necessario per l’attuazione dello Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP) Aumentare decisamente l’integrazione con il CRED con _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 71 _________________________________________________________________________________________ Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziam: l’obbiettivo di giungere ad un'unica struttura che si occupi della gestione dei servizi telematici e multimediali in Casentino; - Completare il programma Leader II in scadenza a giugno 2001 con l’attivazione completa dei primi servizi della rete e della totale interconnessione con i comuni; - Completare il servizio “Scuola on Line” con la messa in rete di tutti gli istituti scolastici casentinesi e la collaborazione all’implementazione del progetto di rete di due istituti comprensivi dell’area. - Verificare e configurare i rapporti con Ar.Tel srl, società per la gestione informatica della Provincia di Arezzo, in particolare per l’ottenimento di servizi telematici di qualità per il Casentino nella cd. banda larga; - Partecipare alla elaborazione del progetto @ppennino, portale per i prodotti di eccellenza e per la promozione turistica e collaborare alla sua implementazione per quanto riguarda il Casentino (v. scheda ad hoc) - amministrazioni comunali; - istituti scolastici; - tutti i servizi della comunità montana; - amm.ne provinciale. gestione linee telematiche e sistema di networking; realizzazione e gestione siti web; realizzazione servizi telematici. L. 720.000.000 per il quadriennio a carico Leader Plus 3.2. INTERVENTI IN CAMPO TERRITORIALE E AMBIENTALE Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo territoriale e ambientale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.2.1. Bonifica e difesa del suolo quattro anni L. 183/89; Lrt 34/94; L. 97/93. - - Partecipazione al dibattito che si sta aprendo in Toscana a seguito di posizioni assunte dall’Anci, sul nuovo assetto delle competenze in materia di difesa del suolo e di idraulica, allo scopo di concorrere con l’Uncem per: - confermare e rafforzare nell’ambito del proprio territorio di competenza le funzioni dirette di gestione e programmazione delle comunità montane come risultante dell’esperienza e della professionalità acquisita nel settore in decenni di gestione; - garantire certezze di risorse e di flussi finanziari anche per la fondamentale attività di manutenzione del territorio, in modo da proseguire le iniziative avviate grazie alla risorse mese a disposizione – per le attività di gestione – dalla contribuenza consortile; Rafforzare gli aspetti di programmazione e prevenzione nella _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 72 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: - - - - bonifica e difesa del suolo come regolato dalla legge 183/89 e la L.R. 34/94. Provvedere alla manutenzione permanente del territorio, al riassetto idraulico, alla stabilizzazione dei versanti, per il controllo dei fenomeni di esondazione e franosi. Consolidare i programmi d’intervento con tecniche a basso impatto ambientale (ingegneria naturalistica) Operare nell’ambito della protezione civile con interventi di prevenzione dei dissesti idrogeologici Contribuire alla formazione, culturale e scientifica, di personale tecnico del settore. Partecipazione alle iniziative a livello regionale sul dibattito sul nuovo assetto della difesa del suolo; attuazione dei disposti della Legge regionale 34/94; miglioramento dei rapporti con l’utenza, tramite maggiore presenza fisica sul territorio, apertura di un ufficio decentrato nel nuovo territorio, pubblicizzazione e informazione all’utenza sull’attività svolta; tenuta e aggiornamento del catasto consortile; attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica; completamento della sperimentazione nel campo dell’ingegneria naturalistica nell’ambito dei finanziamenti U.E. reg. 2081/92 obiettivo 5/b, misura 1.4, in accordo con l’Agenzia regionale Arsia; espletamento delle pratiche di esproprio relative alle strade e agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica montana; completamento e attuazione dei programmi di interventi finanziati con i fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L. 226/99); realizzazione di nuove opere di bonifica sulla base dei piani annuali o del piano generale di bonifica; manutenzione delle opere di bonifica; attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla vegetazione; assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei corsi d’acqua minori; incentivazione ai privati – agricoltori e non – per il presidio del territorio nelle zone montane e marginali, riconoscendone la funzione pubblica nella manutenzione delle sistemazioni esistenti e anche ai fini del mantenimento della residenza e delle attività economiche nelle zone montane verificando anche la possibilità di utilizzare gli strumenti giuridici messi a disposizione dall’art. 17 della Legge Quadro sulla montagna; manutenzione delle opere e dei tratti classificati di 3^ categoria; completamento delle procedure per la concessione di contributi per la realizzazione di infrastrutture rurali (strade e _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 73 _________________________________________________________________________________________ Priorità del 1° anno: - Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: - acquedotti) assistiti da contributi Cee; partecipazione alla progettazione degli interventi del Piano di bacino del fiume Arno ricadenti in Casentino ed eventuale loro attuazione attuazione nell’ambito della protezione civile di interventi di prevenzione dei dissesti idrogeologici formazione, culturale e scientifica, di personale tecnico del settore. mantenimento dei rapporti con l’università di Firenze per lo stage presso l’ente degli studenti laureandi in ingegneria per l’ambiente e territorio ricognizione opere di bonifica e idrauliche presenti nel comprensorio con la rilevazione dei dissesti aggiornamento del catasto consortile con i nuovi contribuenti integrazione e revisione del Piano di classifica degli immobili forme di pubblicità per i contribuenti attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica previsti per l’anno 2001; espletamento di pratiche di esproprio relative alle strade e agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica montana; completamento e attuazione dei programmi di interventi finanziati coi fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L. 226/99); realizzazione di nuove opere di bonifica sulla base dei piani annuali che potranno essere ammessi a finanziamento dalla provincia e dalla regione; manutenzione delle opere di bonifica; attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla vegetazione; assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei corsi d’acqua minori; manutenzione delle opere e dei tratti classificati di 3^ categoria; completamento delle procedure per la concessione di contributi per la realizzazione di infrastrutture rurali (strade e acquedotti) assistiti da contributi Cee; partecipazione alla progettazione degli interventi del Piano di bacino del fiume Arno ricadenti in Casentino ed eventuale loro attuazione formazione, culturale e scientifica, di personale tecnico del settore. Mantenimento dei rapporti con l’università di Firenze per lo stage presso l’ente degli studenti laureandi in ingegneria per l’ambiente e territorio Amm.ne provinciale di Arezzo; Regione Toscana; Associazioni di categoria (agricoltori e proprietari di immobili) e ambientalistiche; Amministrazioni comunali; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 74 _________________________________________________________________________________________ Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: - Parco nazionale delle foreste casentinesi; - Arsia. Provvedere alla manutenzione permanente del territorio, al riassetto idraulico, alla stabilizzazione dei versanti, per il controllo dei fenomeni di esondazione e franosi. - ricognizione opere di bonifica e idrauliche presenti nel comprensorio con la rilevazione dei dissesti, aggiornamento del catasto consortile, integrazione e revisione del Piano di classifica degli immobili, forme di pubblicità per i contribuenti: lire 260.000.000 (1° lotto anno 2001 – a residuo) - espletamento delle pratiche di esproprio relative alle strade e agli acquedotti realizzati dall’ex consorzio di bonifica montana, attuazione degli interventi di ingegneria naturalistica, manutenzione delle opere di bonifica, attuazione dei progetti di ripulitura dei corsi d’acqua dalla vegetazione: lire 310.000.000 (contribuenze anno 2001); - assegnazione dei contributi ai privati per la ripulitura dei corsi d’acqua minori e incentivazione ai privati – agricoltori e non – per il presidio del territorio nelle zone montane e marginali: lire 100.000.000 (contribuenze anno 2001); - completamento e attuazione dei programmi di interventi finanziati coi fondi dello stato (L. 185/92; L. 265/95, L. 226/99): lire 4.227.000.000 di cui 2.921.000.000 a residuo. Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo territoriale ed ambientale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: 2001 Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: Obbiettivi specifici e 3.2.2. Ambiente quattro anni legge 142/1990 “ordinamento delle autonomi elocali”--e succ.mod. e integraz.;L.R.5/1995 “Norme per il governo del territorio”- e succ. mod. ed integraz.; L.R.3-11-1998 n.79 “norme per l’applicazione della valutazione d’impatto ambientale”; Legge 23-12-2000 n.388 (finanziaria 2001- agenda 21) - Sviluppare una politica di sostenibilità ambientale come elemento fondamentale e passante fra tutte le azioni del Piano di sviluppo. - Armonizzare l’utilizzo delle risorse, per un miglioramento complessivo della qualità della vita e - sviluppare nella collettività la consapevolezza dell’importanza dell’ “ambiente globale”, facendo acquisire maggiori conoscenze sulle questioni ambientali e sulle responsabilità proprie dell’uomo. - Incentivare la creazione di opportunità economiche a favore della sostenibilità e della protezione ambientale. - Attuazione di sistemi di valutazione delle politiche del _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 75 _________________________________________________________________________________________ risultati attesi: Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: territorio casentinese attuate in ogni strategia del Piano, attraverso un’azione di monitoraggio. - Attivazione di sistemi di gestione ambientale, d’informazione e consultazione permanente con tutte le forze sociali interessate al processo di sviluppo e alla tutela del territorio, con lo scopo di arrivare ad una certificazione ambientale e alla definizione di indicatori di sviluppo sostenibile locale. - Individuare metodi e procedure per una valutazione preventiva di impatto di progetti ed interventi pubblici e privati, con particolare riguardo agli effetti sull’ambiente inteso come sistema complesso di risorse naturali e umane. - Dare inizio al processo di sviluppo sostenibile attraverso lo strumento dell’Agenda 21 (fase di organizzazione che preceda quella di attivazione vera e propria dell’azione: adesione alla carta di Aalborg, , individuazione di uno staff interno , contatti con collaborazioni esterne, redazione di documento preliminare). - Promuovere iniziative e concertazioni con i Comuni e le forze economiche, tese all’organizzazione, in via preliminare, di un sistema volontario unificato che possa supportare quantomeno le autorità competenti Comunali, per le procedure di verifica e di valutazione d’impatto ambientale. - Amministrazioni Comunali, - Associazioni ambientali, - Amm.ne Provinciale, - Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, - Associazioni delle categorie economiche. Incarichi per attività di studio e consulenza. £. 20.000.000 dal 2001 Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo territoriale ed ambientale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: 2001 Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 3.2.3. Pianificazione territoriale quattro anni legge 142/1990 “ordinamento delle autonomie locali” e succ.mod. e integraz.; L.R.5/1995 “norme per il governo del territorio” e succ. mod. ed integraz.; Legge 31-01-1994 n. 97 “nuove disposizioni per le zone montane” - Promuovere ed incentivare tutte quelle iniziative tese al miglioramento generale delle conoscenze, indispensabili per la formazione di strumenti di pianificazione sia sovra-ordinati che sotto-ordinati. - Promuovere la “concertazione” come strumento di base, fra _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 76 _________________________________________________________________________________________ - Obbiettivi specifici e risultati attesi: - - - Priorità del 1° anno: - Soggetti da coinvolgere - tutti i soggetti interessati al processo di sviluppo del territorio (pubblici e privati), in sinergia con il servizio associato dello “sportello unico”, per una maggiore condivisione dei programmi e delle scelte. Ricercare, attraverso la “concertazione”, ogni possibilità per ottimizzare le scelte di pianificazione a valenza comprensoriale sia per quanto riguarda la realizzazione di opere che per la gestione dei servizi da effettuare come “Unione dei Comuni” a supporto della collettività. Incidere, con il Piano di Sviluppo e attraverso un’azione di coordinamento promossa in accordo con le amministrazioni comunali, sulla formazione e attuazione del P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento) e P.S. (piani strutturali), per armonizzare tutto il processo di pianificazione con i principi della sostenibilità e dello sviluppo del Casentino. Promuovere forme di aggregazione fra i Comuni per lo svolgimento di attività di progettazione e gestione omogenea del territorio (miglioramento della qualità edilizia residenziale e non, attraverso la revisione coordinata delle norme e regolamenti vigenti in ogni singola amministrazione, introduzione di procedure e metodi per la mitigazione di impatti ambientali in aree artigianali-industriali e su opere infrastrutturali, promuovere il riuso di strutture dismesse e la ricerca di strumenti che possono dare incentivo all’azione di recupero, sia pubblica che privata). Ricercare e consolidare i consensi dei Comuni per la realizzazione di opere a valenza comprensoriali tese a dare supporto alle attività agricole-zootecniche, attraverso il completamento dell’impianto di macellazione, con una linea di sezionamento, già realizzato e gestito in forma associata; in materia di protezione civile e sicurezza, attraverso la realizzazione di un Centro Operativo Misto (C.O.M.) a servizio di tutti i Comuni della vallata; il completamento e l’ampliamento del canile intercomunale; primi interventi di restauro e recupero dell’abbazia di S.Trinita in Alpe. messa a punto degli strumenti per lo svolgimento dell’attività di progettazione e gestione associata del territorio; concertazione con i Comuni, in materia di sicurezza e protezione civile, per la realizzazione e gestione di un Centro Operativo Misto (C.O.M.) a servizio di tutta la vallata; attivazione delle procedure per la realizzazione di “linea di sezionamento” a completamento dell’impianto di macellazione già realizzato in forma associata; attivazione delle procedure per completamento e ampliamento del canile intercomunale; Completamento di iniziative di cui al reg. Cee 2081/93 – centro di formazione permanente sulle tematiche ambientali – loc. Casanova – Badia Prataglia – Poppi. Amministrazioni Comunali, Amministrazione Provinciale, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 77 _________________________________________________________________________________________ nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: - Prefettura, - Regione Toscana, - Soprintendenza ai monumenti. Incarico per attività di studio e messa a punto di strumenti per una gestione omogenea del territorio. Progettazione e realizzazione opere comprensoriali. - “Linea di sezionamento” impianto di macellazione £.200.000.000; Centro Operativo Misto (C.O.M.) £. 650.00.000.000 di cui £. 100.000.000 (anno 2001); - Completamento canile intercomunale £. 50.000.000 (anno 2001); ampliamento canile £.150.000.000 (anno 2001-2002); - studi e consulenze per la messa a punto di strumenti per una gestione omogenea del territorio. - (Regolamenti edilizi – sistemi per la mitigazione di impatti di aree artig.industr.) £. 20.000.000 nel 2002. Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo territoriale ed ambientale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: 2001 Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 3.2.4. Infrastrutture e trasporti quattro anni legge 142/1990 “ordinamento delle autonomie locali”e succ.mod. e integraz.;L.R.5/1995 “Norme per il governo del territorio” e succ. mod. ed integraz-; legge 31-01-1994 n.97 “nuove disposizioni per le zone montane”; Patto Territoriale dell’Appennino Centrale; - Rafforzare l’azione del “tavolo di concertazione per lo sviluppo del Casentino” ,con gli altri soggetti pubblici e privati, per la risoluzione dei problemi infrastrutturali di collegamento della vallata. In particolare la ristrutturazione e l’adeguamento del sistema viario di fondovalle. Consolidare gli accordi di programma in essere con Provincia, Camera di Commercio e altri soggetti, al fine di vedere concretizzare in breve tempo gli interventi più rilevanti. - Favorire il presidio e la mobilità dei residenti nelle zone collinari e montane, fra loro e con il fondovalle, per mantenerne le attività economiche in maniera integrata, tenendo in cosiderazione la fruizione turistica. - Agevolare il traffico veicolare leggero nel fondovalle, favorendo la fruizione di percorsi e di aree golenali in fregio al fiume Arno, al fine di ridare valorizzazione e funzione attiva ad aree extraurbane (le cosiddette “lame” dell’Arno) che in passato già svolgevano un ruolo importante a servizio della popolazione. - Dare sostegno alle attività economiche e produttive della vallata affinchè possano consolidarsi, svilupparsi ed essere competitive con il mercato nazionale ed internazionale senza dover subire penalizzazioni a causa dell’isolamento _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 78 _________________________________________________________________________________________ - Obbiettivi specifici e risultati attesi: - - - - Priorità del 1° anno: - infrastrutturale. Inoltre favorire il trasferimento delle merci da “gomma” a “rotaia” al fine di decongestionare le arterie stradali di fondovalle, dal traffico pesante. Definire, attraverso la concertazione, gli interventi tesi al miglioramento degli impianti a rete per tutta la vallata: distribuzione di energia, acqua per usi idropotabili, telefonia mobile e infrastrutture telematiche, al fine di dotare le popolazioni e le attività economiche, di servizi più efficienti che contribuiscano al miglioramento complessivo della qualità della vita anche nelle zone montane più svantaggiate. Gli adeguamenti delle infrastrutture tecnologiche dovranno essere realizzati attraverso un ampio consenso popolare e mantenendo fermo il concetto di sostenibilità nei confronti dei soggetti attuatori, della popolazione e dell’ambiente. Partecipare, congiuntamente agli altri soggetti interessati, al conseguimento dei seguenti obiettivi: Ristrutturazione e adeguamento della Strada Statale 71 da Subbiano nord a Bibbiena, compreso gli innesti sulla Strada Statale n.70 e sempre con la n.71 verso Soci-Badia Prataglia. Ridefinire gli assetti delle viabilità minori, concertandone i contenuti con Comuni, Provincia e Regione, allo scopo di migliorare i collegamenti delle zone collinari e montane fra loro e con il fondovalle, per mantenerne il presidio e garantirne la manutenzione e l’efficienza. Approfondire gli studi per la definizione di interventi infrastrutturali tesi alla realizzazione di una “strada parco di fondovalle” per il traffico leggero con valenza turistica e di fruizione di percorsi nelle aree golenali dell’Arno da rinaturalizzare e recuperare. Realizzare il sistema integrato per il trasporto merci a sostegno delle attività produttive del Casentino (tronchetti), con lo scopo anche di decongestionare le arterie stradali di fondovalle, dal traffico pesante. Favorire l’implementazione del sistema, da allargare ad un numero maggiore di utenze produttive, in particolare attraverso l’attuazione di forme di gestione di tutto il sistema del trasporto merci che avrà il suo punto di forza nel centro di interscambo di Bibbiena Stazione e possa dare risposte a tutti i settori economici. Definire l’adeguamento della rete di distribuzione di energia elettrica in particolare per l’alto Casentino (elettrodotto) mantenendo fermo il concetto di sostenibilità ambientale. Parallelamente dovranno essere portate avanti le istanze della collettività circa il miglioramento della distribuzione, della qualità e della depurazione delle acque, in sede di “Ambito Territoriale Ottimale”, con la certezza del contenimento delle tariffe. Attuare, congiuntamente agli altri soggetti della concertazione, le procedure per arrivare in tempi brevi ad una progettazione definitiva dell’adeguamento della S.S.71 da Subbiano a Bibbiena e ricercare nuove risorse economiche _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 79 _________________________________________________________________________________________ Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: per poter dar corso alla realizzazione degli interventi ritenuti prioritari (approvare la progettazione preliminare in sede di conferenza dei servizi, individuare le priorità in sede di “tavolo di concertazione permanente” fra i soggetti interessati, rendere definitive le progettazioni, ricercare le risorse anche presso i nuovi soggetti istituzionali competenti Regione e Provincia-). - Ridefinire l’assetto complessivo della viabilità di crinale del Pratomagno compreso il reticolo di viabilità minori di collegamento, sia nel versante Casentino che nel Valdarno, in sede di concertazione con i soggetti pubblici interessati. - Approfondimenti di studio per l’individuazione di interventi di fattibilità di : “strada parco di fondovalle” in riva destra dell’Arno e rinaturalizzazione delle aree golenali per una fruizione turistica ( le cosiddette “lame dell’Arno”). - Attuazione del programma per la realizzazione del sistema integrato di trasporto merci in Casentino (programma iniziato nel 1999). Costituzione della società mista a prevalente capitale pubblico che dovrà gestire l’attuazione del programma e realizzare gli interventi previsti nel progetto approvato in sede di concertazione, da tutti i soggetti pubblici e privati, ammesso ai finanziamenti del “Patto territoriale dell’appennino Centrale” – 1° lotto . - Concertare, in via definitiva, l’adeguamento della rete di distribuzione di energia elettrica nell’alto Casentino (elettrodotto). - Portare le istanze della collettività per il miglioramento della distribuzione, della qualità e della depurazione delle acque, in sede di A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) ricercando garanzie sul contenimento delle tariffe. - Amministrazioni Comunali, - Amministrazione Provinciale, - Prefettura, Regione Toscana, - Camera di Commercio e associazioni delle categorie economiche, L.F.I., ANAS, ATO (acqua), ENEL, TELECOM, COINGAS, - Soggetti del patto Territoriale. Incarichi per attività di studio e progettazione. Realizzazione di infrastrutture - Viabilità Pratomagno, adeguamenti 1°lotto - £. 1.000.000.000 a partire dal 2001; - studio di .strada parco di fondovalle e rinaturalizzazione aree golenali £.30.000.000 (anno 2001) - realizzazione di sistema integrato di trasporto merci (importo complessivo 8,286 miliardi)– 1° lotto 4, 084 miliardi (anno 2001 Residui) - studi alternativi di fattibilità e di impatto per l’eletttrodotto in Casentino £. 10.000.000 (anno 2001) _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 80 _________________________________________________________________________________________ Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo territoriale ed ambientale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: 2001 Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: Obbiettivi specifici e risultati attesi: 3.2.5. La gestione dei rifiuti soli urbani quattro anni Convenzioni con le amministrazioni comunali per la disciplina della gestione associata, Legge Ronchi, Piano regionale dei rifiuti e Piano provinciale dei rifiuti. - Consolidare e rafforzare la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, svolta in forma associata fra tutti i Comuni del Casentino, già iniziata nel 2000, ricercare anche nuove forme di gestione che diano garanzie certe al Casentino per un più elevato standard di qualità e di efficienza dei servizi, nel rispetto dell’ambiente, dell’igiene pubblica e con un contenimento dei costi per i cittadini. - Ricercare tutte le forme possibili per il coinvolgimento e la sensibilizzazione, verso la problematica dei “rifiuti”, della popolazione, delle forze economiche e sociali, al fine di educare ed affermare il concetto di recupero, di prevenzione per una riduzione della produzione dei rifiuti. - Promuovere iniziative politiche tendenti alla revisione dei Piani, Provinciale e Regionale per la gestione dei rifiuti, al fine di riequilibrare gli evidenti svantaggi degli abitanti delle popolazioni montane rispetto a quelle metropolitane. - Prendere parte attiva, congiuntamente ai Comuni della vallata, alla delicata costituzione della Comunità di ambito territoriale ottimale, cercando di mantenere integra l’area di raccolta Casentino così come individuata nel Piano provinciale dei rifiuti e già dotata di un nuovo sitema integrato di raccolta realizzato in linea con i principi della Legge Ronchi e dei Piani regionale e provinciale. - Completare l’organizzazione associata di tutti i servizi legati alla problematica dei rifiuti, in ottemperanza alla convenzione stipulata con i Comuni, cercando di ottimizzarne i costi in relazione ai servizi resi e in raffronto ad altre realtà omogenee. - Dare supporto alle attività economiche della vallata, per quanto attiene la problematica dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani, al fine di agevolarne la raccolta anche in forma differenziata, il recupero di alcune frazioni, il trasporto e lo smaltimento finale. - Implementare e ottimizzare i sistemi integrati di raccolta differenziata, tenendo sempre di conto di un’analisi costibenefici, per cercare il raggiungimento delle percentuali di raccolta previste dal decreto Ronchi e recepite nel Piano regionale dei rifiuti. - Attuare tutte le iniziative che consentano il ripristino ambientale della discarica comprensoriale di Fortipiano, oggi _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 81 _________________________________________________________________________________________ Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: dismessa definitivamente e dell’area dell’ex discarica di ceneri dell’inceneritore comprensoriale delle Pescine (dismesso dal 1986). - Gestione e ottimizzazione dei servizi ambientali di raccolta rifiuti urbani, raccolta differenziata, gestione dell’area attrezzata delle Tombe per il trasferimento dei rifiuti, il trattamento dei materiali differenziati, il trasporto e smaltimento dei rifiuti presso la discarica di Terranuova. - Ampliamento del centro operativo dei servizi ambientali in località le Tombe e completamento opere strutturali in corso di esecuzione. - Completamento di iniziative di cui al reg. CEE 2081/93 ob. 5-b mis. 6.1 – Area attrezzata Le Tombe- Attuazione del servizio di raccolta dei rifiuti nei centri storici e messa a punto del sistema organizzativo per la gestione del servizio di spazzamento e studio per l’ampliamento dei servizi di raccolta anche ai comuni di Capolona e Subbiano. - Attuazione di campagna di sensibilizzazione per i cittadini, verso la problematica del “recupero dei rifiuti come risorsa, allestimento di materiali pubblicitari, in particolare rivolti a tutta la popolazione e alle scuole. - Attuazione di procedure per il ripristino della discarica di Fortipiano, dismessa, mediante la realizzazione di impianto per la captazione del biogas. - Attuazione delle procedure per la caratterizzazione dell’area dell’ex discarica delle Pescine al fine di elaborare un progetto di bonifica. - Amministrazioni Comunali, - Amm.ne Provinciale, - Associazioni ambientalistiche, associazioni di volontariato, - associazioni delle categorie economiche, - istituzioni scolastiche. Gestione attività di raccolta rifiuti urbani, raccolte differenziate, gestione area attrezzata per la trasferenza dei rifiuti e per il differenziato, realizzazione di progetti di ripristino. - Gestione servizi di raccolta e smaltimento anno 2001 £. 6.200.000.000 di cui 700.000.000 a residuo - Ampliamento piazzali le tombe £. 170.000.000 (residuo) - Completamento strutture centro operativo Le Tombe £. 613.000.000 (residuo) - Campagna sensibilizzazione £. 30.000.000 - Impianto biogas discarica di Fortipiano £. 250.000.000 - Caratterizzazione area Pescine £. 50.000.000 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 82 _________________________________________________________________________________________ 3.3. INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELL’ECONOMIA E DEL TURISMO Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo economico Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.3.1. Le attività produttive e la programmazione negoziata quattro anni Le finalità e gli indirizzi che contraddistinguono gli interventi nel settore economico, in particolare nel settore secondario e terziario, sono diretti sostanzialmente a supportare la modernizzazione del nostro sistema produttivo, il suo aggiornamento tecnologico, a valorizzare le produzioni di qualità e tipiche, a garantire le infrastrutture pubbliche necessarie per assicurare maggior competitività al settore e garantirgli sopravvivenza prima e sviluppo poi. Per quest’ultimo aspetto, interventi e azioni sia per le infrastrutture stradali che per quelle di trasporto, per la rete elettrica e quella telefonica sono previsti negli interventi per il territorio, così come per l’attuazione del SUAP (sportello unico per le attività produttive) si prevede uno specifico intervento, a sottolinearne l’importanza che secondo noi riveste lo strumento per il futuro sviluppo della competitività del sistema produttivo casentinese. La realizzazione di un sistema integrato per il trasporto merci in Casentino che privilegi la rotaia rispetto al trasporto su gomma, il superamento, nel rispetto di una rigorosa sostenibilità ambientale, dei problemi di scarsa disponibilità di energia elettrica da parte delle aziende dell’alto Casentino, la drastica diminuzione delle difficoltà burocratiche che incontrano le aziende per insediarsi o per modificare i propri impianti costituiscono elementi secondo noi di assoluto rilievo nel cercare di assicurare competitività alle aziende. Anche per quanto riguarda le produzioni tipiche locali o di qualità, negli interventi del settore agricolo si prevedono numerose azioni e attività indirizzate alla valorizzazione di tali produzioni, in riferimento a tutta la filiera, compreso la commercializzazione e i canali di distribuzione, ponendo tale politica al centro di tutte le scelte in materia. In tal senso, ma anche in rapporto all’utilizzo delle nuove tecnologie in economia, si pone la partecipazione al portale di Internet @ppennino per i prodotti di eccellenza e la promozione turistica. Rimane la necessità di attivare altre iniziative nella direzione che abbiamo detto in introduzione e cioè: o Attuare una politica di concertazione con le organizzazioni di categoria interessate, al fine di _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 83 _________________________________________________________________________________________ o o o concordare le politiche da attuare, instaurare collaborazioni strette per l’elaborazione e l’erogazione di servizi strettamente funzionali alle esigenze delle imprese; Verificare di concerto la funzionalità e l’efficacia dell’attuale politica di facilitazioni dell’accesso al credito che fin oggi, per ormai quindici anni, ha svolto un’importante funzione di sostegno e supporto alle aziende artigiani locali, in particolare nei momenti di crisi ma anche nelle fasi di sviluppo. Nel senso di riprogettare lo strumento con l’intenzione di fargli acquisire quella flessibilità necessaria per adattarsi alle esigenze concrete delle aziende nelle diverse fasi congiunturali ma anche di poter acquisire la funzione di strumento per una politica di sviluppo – non solo di sostegno, nei limiti delle possibilità finanziarie attivabili – in grado di incentivare le iniziative imprenditoriali singole o in associazione mirate allo sviluppo del sistema produttivo locale. In particolare le iniziative: o che mirano all’introduzione di elementi di innovazione nel settore e in azienda, reputandolo elemento di decisiva importanza per il mantenimento e il miglioramento della competitività del sistema: innovazione di prodotto, adozione di nuove tecnologie, avvicinamento alla new economy, innovazione di marketing e di distribuzione, creazione di sistemi a rete nelle varie fasi di filiera, sono alcuni degli aspetti la cui introduzione può significare un concreto sviluppo e incremento del sistema produttivo casentinese; o che determinano la creazione di nuova imprenditoria giovanile e delle donne, stante le preoccupazione che emergono dalla limitata dinamicità che si registra in Casentino. Impostare di concerto anche con le amministrazioni comunali e tramite accordi quadro con tutti gli attori, una politica di rivitalizzazione dei centri storici con duplice valenza: o Bloccare l’attuale tendenza allo spopolamento dei centri storici casentinesi e impostare un percorso virtuale contrario che porti appunto ad una loro rivitalizzazione sociale ed economica; o Valorizzare le piccole attività artigianali e commerciali tipiche e di qualità della zona, legate alle produzioni locali e alle nostre tradizioni artigianali produttive e culturali, incentivandone l’insediamento con misure e pacchetti globali d’intervento; Valorizzare le attività artigianali tipiche della zona, _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 84 _________________________________________________________________________________________ o o o Obbiettivi specifici e risultati attesi: mediante l’incentivazione e la partecipazione a mostre e fiere del settore, quali La Pietra Lavorata di Castel San Niccolò, Il Ferro Battuto di Stia e Le Forme del Legno di Pratovecchio; l’incentivazione alla realizzazione di percorsi formativi diretti alla formazione di nuova imprenditoria; Gestire l’informazione alle aziende tramite il SUAP e le associazioni di categoria creando punti d’informazione e banche dati, anche telematiche per garantire le consulenze e le conoscenze indispensabili per permettere alle aziende di poter utilizzare le opportunità finanziarie ed economiche promosse a livello comunitario, nazionale e regionale; Utilizzazione degli strumenti di programmazione negoziata e delle iniziative comunitarie e nazionali (L. 488; patti territoriali; fondi strutturali per le zone in phasing out; Leader Plus) in modo concertato e coerente per il perseguimento degli obbiettivi condivisi di cui ai paragrafi precedenti; Concertare con le amministrazioni competenti e le associazioni di categoria, percorsi formativi che siano risposte efficaci a bisogni espressi, ad esigenze vere e concrete del settore produttivo.. Con il metodo della concertazione da attuarsi con tutti i soggetti interessati, in particolare le associazioni di categoria, le amministrazioni comunali e l’amministrazione provinciale, nonché con gli strumenti attivabile della programmazione negoziata, compresi quelli che potranno essere adottati grazie al riconoscimento di distretto industriale e di sistema economico locale (SEL), s’intende pertanto nel prossimo quadriennio: 1. attivare sostegni al sistema dell’economia locale della Piccola e Media Impresa, delle aziende artigianali e commerciali ed azioni che favoriscano la nascita di nuove imprenditorialità e attività, l’attuazione di processi innovativi nelle imprese; l’attuazione di sistemi economici a rete; 2. verificare i bisogni di formazione del sistema economico casentinese e promuovere la realizzazione di programmi di formazione che possano determinare l’arricchimento professionale delle aziende concretamente richiesto dalle esigenze di mercato e di produzione, nonché la nascita di nuova imprenditorialità anche in settori tradizionali e delle produzioni tipiche; 3. continuare l’azione a sostegno e di compartecipazione alle mostre casentinesi dedicate alle produzioni tipiche locali (pietra lavorata; ferro battuto; legno); 4. iniziare a livello sperimentale con il centro storico di Poppi – per poi proseguire l’esperienza anche con gli altri centri storici – un tentativo di programma condiviso con _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 85 _________________________________________________________________________________________ l’amministrazione comunale e le associazioni di categoria per organizzare un progetto a favore del mantenimento, valorizzazione e realizzazione di nuovi insediamenti produttivi, artigianali e commerciali nel centro storico, elaborando pacchetti di incentivazioni, abbattimenti di costi e opzioni di favore per restituire a tali luoghi la centralità anche economica che li ha contraddistinti; 5. organizzare il sistema di informazione delle aziende sulle opportunità economiche e finanziarie. Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: • Prosecuzione interventi per abbattimento interessi sui mutui per il settore artigiano e del commercio • Analisi dell’efficacia degli interventi attivati e individuazione di finalizzazioni specifiche per l’innovazione e per la nascita di nuova imprenditorialità; • Elaborazione con l’amm.ne comunale di Poppi e le associazioni di categoria di un programma di massima per la rivitalizzazione del centro storico di Poppi; • Partecipazione alla programmazione del Leader Plus e degli interventi per il SEL e al phasing out con l’obbiettivo di prevedere risorse e interventi a favore degli obbiettivi perseguiti. − associazioni di categoria, − amministrazioni comunali − amministrazione provinciale − camera di commercio − SUAP Attuazione delle iniziative previste; incentivazione alle aziende. − − − L. 85.000.000 di cui L. 45.000.000 a residuo per il 1° anno di incentivazioni alle aziende artigiane e commerciali per l’accesso al credito, oltre a L. 50.000.000 per interventi contro la disoccupazione. L. 50.000.000 per il 1° anno per l’iniziativa sperimentale relativa alla rivitalizzazione del centro storico di Poppi. Dal 2002, attivazione delle risorse relative alle misure comunitarie (phasing out e Leader plus) e degli interventi connessi al SEL, per l’importo presumibile di L. 4.000.000.000; Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo economico Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti 2001 3.3.2. Il SUAP e il marketing territoriale quattro anni D.Lgs 112/98, e D.P.R. 447/98 e successive modificazioni _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 86 _________________________________________________________________________________________ normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: Nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico del territorio in forma sinergica, fondato cioè sulla condivisione di esigenze, idee e progetti e sulla collaborazione tra realtà caratterizzate da tratti comuni anziché sulla competitività, i 13 comuni del Casentino hanno deliberato negli ultimi mesi del 2000 la realizzazione e gestione associata dello Sportello Unico per le Attività Produttive tramite la Comunità Montana, cui saranno affidati il coordinamento e la gestione aggregata. Tale scelta renderà possibile una evoluzione tecnologica mirata ed efficace e al tempo stesso un considerevole risparmio in termini di attività/tempi/costi. Si è trattatato sicuramente di una scelta importante per lo sviluppo economico del Casentino: in attuazione di disposizioni legislative specifiche (il D.Lgs 112/98, D.P.R. 447/98 e, da ultimo, le modifiche al decreto istitutivo) le amministrazioni comunali hanno ritenuto che il servizio che è possibile dare alle imprese tramite lo sportello trovasse la sua logica dimensione a livello sovracomunale. Nel periodo di programmazione si tratta di attivare con la massima celerità (già dalla primavera/estate 2000) lo sportello per le sue attività connesse alla semplificazione amministrativa e snellimento delle procedure, in modo da iniziare a dare risposte alle imprese in termini di economicità dei procedimenti e risparmi di tempi. Successivamente, di ampliare la portata e le funzioni del SUAP fino a attuare suo tramite una vera e propria politica di marketing territoriale. Infatti, il SUAP di fatto deve sostanzialmente rispondere a due precise esigenze, così come prospettate dalla normativa di riferimento (D.Lgs 112/98, e D.P.R. 447/98): - coordinare il complesso delle procedure e dei regolamenti finalizzati al rilascio di autorizzazione per interventi di varia natura che riguardano immobili, fabbricati e impianti destinati ad attività produttive; - fornire tutte le informazioni alle imprese su attività promozionali quali opportunità di finanziamento ecc. La prima funzione attiene direttamente a compiti di semplificazione dell'azione amministrativa, che comprende anche le procedure per l'individuazione di aree da destinarsi ad insediamenti produttivi; la seconda è legata principalmente all'attività di fornitura di servizi alle imprese. Nel loro complesso, però, le funzioni del SUAP potrebbero acquisire una valenza strategica, considerato che attraverso questa struttura, se efficiente, passa in gran parte la qualità del rapporto tra pubblica amministrazione e sistema produttivo. A tal fine lo sportello unico dovrà diventare interlocutore unico dell'imprenditore per tutto ciò che riguarda il rapporto con i soggetti pubblici titolati a conferire autorizzazioni, pareri, nulla osta, ecc., (interfaccia funzionale): acquisendo le richieste, effettuando una parte degli adempimenti burocratici da inoltrare _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 87 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e agli uffici competenti, predisponendo le risposte ed il materiale opportuno per far fronte alle problematiche sollevate. In sintesi, le principali tipologie di attività possono essere sintetizzate come segue: - servizi di interfaccia ed acquisizione delle richieste; - servizi autorizzativi; - servizi informativi sulle attività produttive (uffici, orari, responsabili, delibere, modulistica, ecc.). Sulla base di tali risultanze, il Progetto SUAP – Casentinese potrà così assumere rispetto ai due ruoli suindicati anche un terzo ruolo, ancor più importante, diventare cioè il centro di animazione economica del territorio. Esso infatti può rappresentare il punto di contatto naturale tra le strategie di gestione e sviluppo del territorio elaborate dalla componente pubblica politico-amministrativa, le forze economiche presenti sul territorio e le nuove esigenze di sviluppo e valorizzazione delle risorse. Esso dovrà divenire un soggetto in grado di fungere da riferimento nella strategia di valorizzazione produttiva del territorio, garantendo un primo punto informativo a nuovi imprenditori e ad imprese interessate a localizzarsi nell'area divenendo così un tassello di una strategia di marketing territoriale locale (strumento di marketing territoriale). Infatti se nell’ambito dello stesso vengono progettati ed erogati servizi di informazione, orientamento e consulenza, superando la visione ristretta prevista dalla attuale normativa, lo stesso può diventare un fondamentale punto di contatto fra gli Enti pubblici ed il mondo economico e produttivo trasformandosi in un importante motore per lo sviluppo. In questo ambito alcune tipologie di attività possono essere sintetizzate come segue: - servizi informativi sulle varie opportunità di investimento, di agevolazione e di finanziamento; - servizi informativi sulla legislazione di riferimento per i vari settori economici; - servizi di assistenza e consulenza allo sviluppo; - servizi polifunzionali in cooperazione con altri enti e/o amministrazioni, - integrazione, coordinamento e razionalizzazione di servizi già erogati in forma frammentata; Questo doppio obiettivo, oltre a necessitare di una condivisione e una unità di intenti fra gli enti pubblici interessati, nonché di un nuovo orientamento della P.A. volto a risolvere i problemi (problem solving) più che alla pedissequa applicazione delle regole, richiede anche una collaborazione da parte degli attori sociali presenti sul territorio, in particolare le associazioni di categoria e i comuni che sono il primo referente dell'impresa e svolgono già una serie di servizi consulenziali e assistenziali cui lo Sportello Unico non intende, e non è nel suo interesse, sovrapporsi. Nel quadriennio di programmazione intendiamo pertanto _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 88 _________________________________________________________________________________________ risultati attesi: Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: istituire fisicamente il servizio e fargli acquisire i tre ruoli che abbiamo esplicitato. In particolare: - iniziare il servizio di sportello unico entro l’estate 2001; - professionalizzare i dipendenti che si occupano del servizio con corsi di formazione mirati alla conoscenze della normativa e delle procedure ma anche all’acquisizione delle tecniche di problem solving; - dare applicazione agli obbiettivi stabiliti dalle leggi istitutive dello Sportello Unico e cioè diventare l’interfaccia unica del mondo imprenditoriale nei confronti della pubblica amministrazione, in primis negli aspetti connessi al rilascio delle autorizzazioni d varia natura; - acquisire la capacità di dare risposte completa all’impresa per quanto riguarda non solo i procedimenti autorizzativi ma anche per qualsiasi altra problematica inerente il settore, dalle possibilità offerte dal territorio, alle agevolazioni finanziarie e di altra natura; - farsi promotore nei confronti del sistema delle pubbliche amministrazioni delle esigenze e bisogni del mondo imprenditoriale e produttivo, al fine di trovare adeguate risposte sia in termini di politica del territorio che in termini di realizzazione delle condizioni ambientali per la competitività del sistema produttivo casentinese; - attuare gli ultimi due punti in concorso e cooperazione e di concerto con tutti i soggetti che istituzionalmente si occupano del sistema economico locale casentinese, dalle associazioni di categoria alle agenzie di sviluppo che operano nel territorio, ai consorzi per lo sviluppo, creando anche fisicamente un network che operi insieme e con sinergie tali da garantire il raggiungimento degli obbiettivi dati. Il 1° anno dovrà essere esclusivamente dedicato a: - alla realizzazione e implementazione dello Sportello in Comunità Montana, - alla attivazione e al consolidamento dei rapporti con gli enti terzi e con tutte le amministrazioni comunali, - alla implementazione del software di gestione e alla realizzazione del sito del servizio con funzioni di Intranet ma anche di consultazione da parte dell’utenza, - al consolidamento della struttura operativa, - all’attuazione delle prime fasi di formazione del personale, - alla progettazione - di concerto con le amministrazioni comunali – e all’attuazione del procedimento unico da attuare in tutto il Casentino, - allo svolgimento di azioni di promozione dello sportello in modo da renderlo visibile dall’utenza. - amministrazioni comunali - organizzazioni delle categorie economiche - agenzie di sviluppo e consorzi che operano in Casentino - enti terzi (enti cioè che partecipano al procedimento per il rilascio di autorizzazioni) _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 89 _________________________________________________________________________________________ Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Investimenti per la realizzazione e la gestione dello sportello Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo economico Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 £. 119.700.000 per investimenti £. 150.000.000 l’anno per la gestione a carico Leader Plus 3.3.3. Il turismo quattro anni L'indirizzo base in materia di turismo e per tutti gli interventi finalizzati a tale attività è la completa valorizzazione delle potenzialità turistiche che negli anni Novanta si sono evidenziate e manifestate ma che non si sono consolidate né sviluppate al punto da diventare un aspetto decisivo dell'economia casentinese, ancora indirizzata sostanzialmente verso il settore industriale. Il precedente periodo di programmazione - durante il quale si è registrato un incremento costante (ma non vigoroso) del turismo, sia come presenze che come capacità di offerta - ha messo in evidenza i punti di forza del settore: - il patrimonio culturale-naturalistico del Casentino sia nelle foreste (che hanno ricevuto una forte valorizzazione con la costituzione del parco nazionale) che nella campagna casentinese, in stretta correlazione con gli insediamenti storici nel territorio, i monasteri, le pievi, i castelli, i borghi antichi, le case di campagna, costituiscono un'attrattiva turistica forte, un valore di alta qualità; - il turismo in Casentino - proprio per le caratteristiche delle sue attrattive - si è sempre più caratterizzato per non avere le componenti tipiche del turismo di massa e, (escluso il turismo giornaliero legato ai monasteri e quello estivo "di ritorno" degli emigrati degli anni '50 e '60 in particolare dell'area fiorentina) è chiaramente indirizzato verso settori specifici, quasi di nicchia, come il turismo naturalistico, culturale, rurale e religioso, caratterizzati di norma da un target medio alto sia come cultura che come reddito, da una rilevante presenza straniera, da periodi di permanenza più brevi ma non concentrati esclusivamente nel periodo estivo; - il Casentino fa parte a pieno titolo del sistema "Toscana" inteso come valore culturale con fortissima attrattiva turistica (la Toscana - ad esempio - è ritenuta dalla middle class anglosassone, il posto migliore al mondo dove poter risiedere) e ciò costituisce un valore aggiunto di grosso rilievo se utilizzato; soprattutto se consideriamo che il Casentino fa parte della Toscana cd. minore, di provincia, ed _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 90 _________________________________________________________________________________________ è rimasta una delle poche zone non ancora completamente sfruttate ai fini turistici. D'altronde sono emersi anche numerosi punti di debolezza e, in tal senso, facendo leva sugli elementi descritti, l'intervento è diretto a evidenziarli e superarli, nell'ottica di un deciso sviluppo turistico. In tal senso, riteniamo che sia assolutamente prioritario intervenire per superare la scarsa organizzazione dell'offerta turistica e - ma probabilmente si tratta di una conseguenza - la mancanza di visibilità del prodotto Casentino nei circuiti turistici. In particolare: - al pari del settore cultura ma anche di molti altri settori interessati dall'intervento pubblico, anche nel caso del turismo riteniamo prioritario e irrinunciabile puntare a creare strettissima interazione fra le pubbliche amministrazioni locali che effettuano ogni anno investimenti rilevanti, al fine di attuare un vero proprio coordinamento con le amministrazioni comunali in modo - attraverso il coordinamento degli assessori al turismo - da concertare la programmazione e le politiche turistiche, la ricerca delle risorse e la gestione degli interventi, attivando forme d’interazione e di sinergia che permettano l’ottimale uso delle risorse per la promozione turistico-culturale del Casentino nel suo complesso. - Altrettanto prioritario nel prossimo quadriennio sarà sviluppare una vera e propria organizzazione professionale dell'offerta turistica, estendendo la concertazione di cui sopra anche a tutti gli attori del sistema turistico casentinese, in particolare gli operatori privati, l'azienda di promozione turistica, l'ente parco, le associazioni che operano nel settore. L'obbiettivo è quello di superare l'attuale situazione disorganica e frammentata dell'offerta turistica casentinese in favore di un'organizzazione complessiva condivisa dagli attori (operatori privati e pubblici), capace di ottimizzare l'offerta, partendo da obiettivi e target puntuali e far acquisire forte visibilità al prodotto Casentino nel mercato del turismo, nel target di riferimento. - gli interventi e gli investimenti pubblici dovranno essere sempre più mirati in via diretta ed esclusiva a favore delle forme di turismo che negli anni '90 si sono affermate in Casentino e per le quali esiste un'accertata vocazione naturale: il turismo naturalistico e quello rurale e culturale con le numerose varianti e attività connesse (attività equestri; attività sportive e all'aria aperta; attività termali; l'escursionismo, l'agriturismo, il cd. turismo didattico o scolastico che può trovare ampi spazi di attuazione grazie ai percorsi didattici che muovono dal sistema dell'Ecomuseo); - nell'ottica sopra indicata sarà necessario sviluppare la capacità del nostro sistema turistico di "ascoltare" il cliente/turista, di capire cioè quali siano le sue esigenze, quali _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 91 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: i servizi, le strutture e le attività richiesti e organizzare di conseguenza l'offerta, concertando e attuando gli investimenti necessari con gli operatori privati; - sarà altresì necessario promuovere e sviluppare una forte interazione con la cultura e gli eventi culturali prodotti affinché siano anche funzionali alla promozione e allo sviluppo turistico. Realizzare pertanto sinergie e interazioni con le attività culturali puntando all'organizzazione di grandi eventi legati ai valori culturali e tradizioni locali ma in grado di diventare elementi trainanti e punto focale di altre iniziative coordinate, attrattiva e momento promozionale del Casentino; - forme di integrazione dovranno essere perseguite anche con tutte le attività con cui esiste una forte interazione, interfunzionalità o strumentalità. In particolare con l'agricoltura, sia in funzione dell'incentivazione, lo sviluppo ulteriore e il coordinamento dell'attività agrituristica, (vero e proprio boom degli ultimi anni) che per la valorizzazione e commercializzazione delle produzioni locali e di quelle biologiche, strettamente connesse con la tipologia di turismo perseguito; con le attività ambientali per conservare e salvaguardare la nostra natura e il nostro caratteristico paesaggio agricolo-forestale, ma anche per la riscoperta, il recupero e la valorizzazione di antiche usanze e tradizioni (quali gli itinerari lungo le cd. "Lame dell'Arno") che possano costituire percorsi di fruizione turistica aggiuntivi e alternativi per migliorare l'offerta e le strutture complementari; - un impulso importante per il raggiungimento degli obiettivi indicati e l'attuazione degli interventi dovrà scaturire dall'iniziativa comunitaria "Leader Plus"; come già nella precedente iniziativa, il "Leader II", sarà possibile attivare risorse importanti per l'organizzazione e la promozione del turismo rurale in grado - se ben indirizzate in programmi e attività concertate - di permettere al Casentino di dar corso a iniziative di grosso rilievo. Altrettanto importante ai fini in particolare del miglioramento del sistema ricettivo e complementare e di interventi di carattere strutturale, potrà essere l'altro strumento comunitario attivabile in Casentino, i fondi strutturali riconosciuti a favore delle zone in phasing out; Nel senso sopra specificato, la finalità generale perseguita nel prossimo periodo di programmazione è pertanto quella di realizzare la riorganizzazione in senso professionale dell'offerta turistica in Casentino, puntando sull'attivazione di sinergie con tutti gli attori interessati, sulla valorizzazione e utilizzazione concertata di tutte le professionalità esistenti al fine di incrementare decisamente tale attività economica: in particolare, nel quadriennio la finalità si articola nei seguenti obbiettivi: _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 92 _________________________________________________________________________________________ - - - - - - - Priorità del 1° anno: - Puntare a realizzare un sistema turistico casentinese, promovendo il coordinamento delle iniziative e degli eventi turistisco-promozionale casentinesi, tramite una sorta di conferenza degli assessori al turismo dei comuni in cui poter lavorare insieme esponendo problemi e cercando soluzioni capaci di programmare e gestire il prodotto turistico Casentino nella sua unitarietà; Puntare ad un'organizzazione professionale dell'offerta turistica, promovendo la costituzione di un consorzio di sviluppo quale modello organizzativo stabile, in cui realizzare concretamente la concertazione fra gli operatori pubblici e privati del settore, farci convergere le risorse disponibili mettendole a disposizione di uno staff professionale adeguato con la funzione di curare l'organizzazione complessiva professionale del prodotto Casentino, la promozione e il marketing; Concentrare nel consorzio le risorse e i finanziamenti disponibili, sia pubblici che privati, al fine di evitare la frammentazione, dispersione e quindi l'inefficacia degli interventi, in particolare di quelli di natura promozionale; Promuovere l'immagine unitaria del Casentino, concertando nella sede consorziale con tutti i soggetti interessati le campagne di comunicazione e in genere le iniziative di promozione e di marketing basate sull'univocità degli intenti e la sintonia dei progetti; Promuovere e incentivare un'offerta organica del prodotto Casentino, anche mediante pacchetti turistici coordinati e attività di incoming, in modo che il turista possa essere in grado di apprezzare - nel breve periodo di permanenza - tutti i migliori aspetti della nostra offerta, dalle escursioni naturalistiche alla fruizione dei beni culturali, ai prodotti tipici e alla cucina locale, ai prodotti dell'artigianato. Creare interazione con le altre attività, in particolare quelle culturali al fine di dar corso a iniziative a valenza integrata. Soprattutto attribuire anche funzione di veicolo di promozione turistica agli eventi culturali, manifestazioni e spettacoli; valorizzare sotto il profilo turistico il nostro patrimonio culturale. Promuovere e incentivare, tramite il consorzio, la ricerca di tutte le intese possibili con soggetti pubblici e privati per poter essere presenti alle manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali più importanti del settore. Ma anche la produzione di materiali promozionali , che valorizzino tutti gli aspetti peculiari della nostra vallata sotto una immagine grafica coordinata curata da professionisti della comunicazione. Promuovere e concertare con le amministrazioni comunali la realizzazione della consulta degli assessori alla turismo; Completare le iniziative e interventi programmati con _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 93 _________________________________________________________________________________________ Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: l'iniziativa comunitaria Leader II e cioè: la realizzazione di itinerari turistici tematici (ippovia; delle pievi e monasteri; enogastronomico), la promozione dei medesimi tramite la creazione di pacchetti turistici specifici da gestire tramite agenzia di incoming; la promozione del territorio casentinese tramite depliantistica, campagne pubblicitarie, partecipazione a fiere e convegni internazionali; - Avvalersi di consulenze professionali al fine di elaborare un progetto relativo alla realizzazione di un consorzio per lo sviluppo turistico del Casentino e alla gestione triennale del prodotto turistico Casentino; - Promuovere la concertazione con gli operatori privati e le pubbliche amministrazioni del settore al fine di individuare e stabilire i termini per la costituzione del consorzio; - Individuare lo staff professionale a cui affidare l'attuazione del progetto; - Partecipazione all'iniziativa @ppennino per la realizzazione di un portale dell'Appennino Centrale per la promozione del turismo e dei prodotti di eccellenza (v. scheda ad hoc); - Concessione contributi a manifestazioni turisticopromozionali organizzate da Enti e Associazioni. - Amministrazioni comunali - Azienda provinciale per il turismo (Apt) - Amministrazione provinciale - Associazioni di categoria interessate - Operatori turistici privati, agenzie turistiche e di viaggi Attivazione di consulenze professionali; partecipazione e incentivazione di manifestazioni ed eventi £. 150.000.000 per il 1° anno oltre a circa £. 450.000.000 a residuo per il completamento di programmi in atto. Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo economico Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.3.4. La promozione del turismo e dei prodotti di eccellenza -@ppennino Due anni Decreto Ministero Tesoro del 20/01/2000 Oggi la migliore tecnologia disponibile per la distribuzione delle informazioni si chiama INTERNET. Eppure, se guardiamo le politiche di sviluppo dei nostri territori, questa tecnologia è solo marginalmente utilizzata. @ppennino si propone come progetto complesso orientato al turismo di qualità, alla valorizzazione dell'ambiente, all'innalzamento della qualità della vita dei residenti, al commercio dei prodotti di eccellenza, con una diretta ricaduta sull'incremento dell'occupazione. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 94 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: II progetto prevede il coinvolgimento di molti attori sul territorio, offrendo l'opportunità di superare sia la maniera passiva di subire l'impatto del web, sia l'approccio singolo della promozione delle risorse. Perciò sono stati individuati come partecipanti oltre le comunità montane aderenti al Patto territoriale dell’appennino centrale allargato, le provincie di Arezzo, Forlì-Cesena, PesaroUrbino, Perugia e Rimini e i GAL ricadenti nell’area interessata; la Comunità Montana Alto e Medio Metauro è stata individuata come ente capofila in rispetto dei principi dettati dal decreto del Ministero del Tesoro del 20/01/2000 (criteri e modalità per la contrazione dei mutui da parte delle CC.MM.) per i finanziamenti riguardanti i progetti gestiti in forma associata. Questo progetto deve essere capace di rendere fruibile, attraverso le nuove tecnologie, i servizi, i prodotti, le informazioni, le comunicazioni del territorio; tale progetto, coinvolge ben quindici Comunità Montane ricadenti in quattro Province (Arezzo, Forlì-Cesena, Perugia, Pesaro-Urbino) nelle Regioni Toscana, Emilia R., Umbria, Marche. I1 progetto verrà gestito attraverso, sia in fase di avvio che a regime, da una struttura definita "nucleo del sistema", costituita da due sezioni di competenza: - una sezione strettamente informatica che allestisce prima, e poi controlla tutte le attività e servizi erogati, compresa la gestione delle banche dati territoriali e le attività di aggiornamento tecnologico dei servizi erogati; - una sezione gestionale e di comunicazione che ha come obiettivo l'avviamento e la gestione delle realtà territoriali per l'aggiornamento dati, la formazione e promozione presso i G.A.L. dei catalizzatori preposti al coinvolgimento dei soggetti locali ed all'applicazione dei servizi on-line disponibili. Inoltre questa sezione ha il fondamentale compito di coordinare la comunicazione on-line del progetto e le attività marketing previste, incluse attività di web-marketing e pubblicità. Obiettivi generali del progetto sono: - Offrire agli enti aderenti al Patto Allargato un sistema di raccolta e distribuzione delle informazioni e die dati del territorio, che utilizzi la migliore tecnologia volta per volta disponibile e consenta di trasformare l'Appennino Centrale in un sistema organico orientato allo Sviluppo Sostenibile, e quindi: - offrire uno strumento informativo capace di trasformare l'Appennino Centrale in un sistema organico orientato allo sviluppo; - offrire un sistema di Supporto alle decisioni, utile in fase di programmazione dello sviluppo del territorio; - offrire uno strumento per la condivisione delle informazioni con una ricaduta sulla capacità di parlare lo stesso linguaggio di sviluppo; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 95 _________________________________________________________________________________________ - Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Diffondere sui territori la cultura dell’utilizzo di INTERNET, nel segno della condivisione democratica dei linguaggi al riparo da ogni tecnocrazia: - Comunicare ai residenti l'opportunità che @ppennino offre per entrare da protagonisti nella rivoluzione digitale; - Trasmettere agli operatori dei settori toccati da @ppennino la capacità di interagire con il sistema (sia per l'aggiornamento dei dati sia per il suo utilizzo strategico) Obiettivi specifici sono: - Incrementare i flussi economici nel settore turistico attraverso lo sviluppo di un sistema informativo turistico che renda fruibile le via internet una banca dati del territorio orientata al marketing turistico. - Promuovere la tutela del territorio e dell'ambiente attraverso lo sviluppo di un turismo ecosostenibiie, sviluppando una offerta qualificata ai target rivolti all'ecoturismo; - Incrementare i flussi economici nei settori delle produzioni di eccellenza (enogastronomici, artigianali, industriali di qualità e di nicchia); - Trasformare i residenti in turisti interni, con un conseguente innalzamento della qualità della vita; - Generare un progetto d’impresa diffuso sul territorio ispirato al principio delle pari opportunità e incentrato sul modello del telelavoro. - Adesione al progetto - Firma della convenzione - Partecipazione finanziaria - Eventuale interfaccia per le esigenze del territorio Casentino. - Quindici Comunità Montane del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale allargato. Possibili partnership: - Provincie : Pesaro-Urbino, Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena, Rimini - Regioni: Marche, Toscana, Umbria, Emilia Romagna - Gal: Montefeltro leader, Flaminia Cesano, Appennino Aretino, Valle delle Genti, Eugubino Gualdese, Altra Romagna - Associazioni di categoria - Operatori singoli ed associati Attuazione del progetto II progetto prevede un costo di 1500 milioni di cui 31 milioni a carico della CM, il resto come di seguito: Mutui con oneri di ammortamento a carico del fondo per la montagna su progetti selezionati dal CTIM Fondi provinciali Fondi regionali Fondi delle altre CC.MM. partecipanti al progetto. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 96 _________________________________________________________________________________________ Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo economico Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: 2001 (prosegue l’intervento già previsto dal piano 1998-2000) 3.3.5. Coordinamento e sviluppo delle attività agricole quattro anni Reg. CEE 2081/93 sottoprogramma 1 “misure agricole” (abrogato): collaudi e rendicontazioni” Reg. CEE 2078/92 misure agroalimentari (abrogato): adempimenti connessi agli impegni pluriennali Reg. CE 950/97 (abrogato):collaudi, rendicontazioni e istruttoria dei progetti riammessi a seguito del recupero dei fondi destinati alle zone terremotate Reg. CE 1221/97 Interventi a favore dell’apicoltura, L.R. 69/95 “Norme per l’esercizio, la tutela e valorizzazione dell’apicoltura” Iniziativa comunitaria Leader Plus L.R. 23/98 Interventi a favore dell’imprenditoria giovanile L.R. 76/94 Disciplina delle attività agrituristiche L.R. n. 1/98 “Aiuti per lo svolgimento di attività di miglioramento genetico delle specie animali di interesse zootecnico” Reg. CE 1257/99, misure 1,5,6,9.5–Sostegno allo sviluppo rurale-misure agricole D.C.R. n. 21 del 17/01/01 “Piano di ristrutturazione e riconversione dei vigneti” L. 423/98 Interventi per l’adeguamento alla normativa igienico-sanitaria comunitaria delle aziende di produzione di latte Varie disposizioni di legge a favore della Piccola proprietà contadina (PPC) L.R. 64/95 e L.R. 25/97 “Disciplina degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone con prevalente funzione agricola” L. 157/92, L.R. 3/94 Norme per la protezione della fauna selvatica e prelievo venatorio L.R..n. 43/95 “Norme per la gestione dell’anagrafe del cane, la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo” La finalità generale del piano è la conservazione Indirizzi, finalità generali, contenuti e dell’attività agricola attraverso il miglioramento dell’immagine sociale e imprenditoriale, perseguendo un’elevazione e articolazioni: diversificazione dei redditi aziendali con una tendenza alla stabilità occupazionale e alla promozione della qualità dei prodotti. L’aumento dei redditi e delle pluriattività aziendali avranno comunque una ricaduta positiva sull’indotto degli altri settori, contribuendo indirettamente al sostegno economico ed occupazionale del secondario e terziario, oltre a tutelare e cercare di garantire un presidio sul territorio. Per la conservazione e il consolidamento delle attività _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 97 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: agricole occorre salvaguardare prioritariamente i terreni agricoli e pascolivi, prima di tutto evitando la loro messa a riposo per lunghi periodi con contributi comunitari e quindi non attivando tali misure contributive nel territorio casentinese. La conservazione del territorio agricolo-pascolivo rappresenta inoltre una priorità nelle aree di media e alta montagna dove il rimboschimento dei terreni abbandonati e l’espansione naturale del bosco sta causando la scomparsa delle discontinuità nella copertura boschiva, con diminuzione della biodiversità e semplificazione dei paesaggi. La coltivazione agricola e il pascolo devono inoltre essere tutelati nei confronti dell’eccessiva presenza di ungulatri (cinghiale, capriolo, cervo, daino) e di una presenza del lupo di grande importanza naturalistica, ma non compensata da un supporto alla produzione zootecnica che vada oltre il rimborso dei danni e interventi di prevenzione mirati ad evitare gli stessi, mentre gli allevatori dovrebbero essere quanto meno finanziati per il ruolo fondamentale, anche se involontario, assunto nel mantenimento di condizioni ideali per tale canide. Lo sviluppo dell’agricoltura dev’essere strettamente correlato all’incremento delle attività forestali e degli altri redditi integrativi dell’azienda, con particolare riferimento all’agriturismo, e la produzione dev’essere orientata verso obiettivi di qualità e tipicità, in modo da ricavare nicchie di mercato che compensino, tramite prezzi più alti pagati al produttore, i maggiori costi dovuti ai problemi strutturali delle zone montane. L’obiettivo trasversale di tutta l’attività agricola dev’essere la qualità nella tipicità, allo scopo di mantenere o conquistare nicchie di mercato in cui il prodotto casentinese possa avere una commercializzazione per quantità crescenti e prezzi elevati, per compensare gli svantaggi strutturali della montagna, di costruire un’immagine complessa e vincente del territorio casentinese e un’offerta turistica e agrituristica in grado di attirare turisti fedeli e di livello medio-alto, attratti prima di tutto dalla storia, dalla cultura e dai paesaggi agro-forestali quali sintesi del Casentino stesso. - Sostegno alla zootecnia degli animali da reddito tramite: - servizio di assistenza zooiatrica, assistenza tecnica in zooiatria omeopatica e zootecnia biologica; - servizio di fecondazione naturale e artificiale. - contributi per l’acquisto di riproduttori selezionati ; - adeguamento igienico-sanitario delle aziende di produzione del latte; - elaborazione dei censimenti zootecnici 2001 e 2004. - sostegno all’Apicoltura di qualità. - Promozione dell’agriturismo tramite: - sostegno agli investimenti, con particolare riguardo al recupero edilizio e al miglioramento della qualità dell’offerta; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 98 _________________________________________________________________________________________ - - - iniziative per il miglioramento dell’offerta agrituristica, con particolare riguardo all’aumento della vendita di prodotti aziendali, all’offerta di pasti in azienda, alla diffusione nelle aziende di prodotti editoriali e multimediali sulla storia e sulla cultura agricolo-forestale locale e alla promozione dei prodotti di qualità tipici del Casentino, anche per creare un legame con il turista, che prosegua dopo il soggiorno; - messa in rete dell’offerta agrituristica ed attività di promozione e divulgazione anche utilizzando le risorse dell’iniziativa Leader Plus; - completamento di strutture di supporto (iniziativa riportata specificatamente nell’intervento “Promozione della filiera foresta-ambiente-legno”). Sostegno alle produzioni agricole tipiche e di qualità e valorizzazione delle produzioni biologiche del territorio tramite: - contributi per il miglioramento della qualità dei prodotti, delle tecniche di produzione e trasformazione e dell’ambiente aziendale; - ricostituzione della filiera produttiva del maiale per la produzione del tradizionale “prosciutto del Casentino”, prosecuzione, in collaborazione con la Provincia di Arezzo, del progetto “Chianina classica delle zone di origine”, ulteriori iniziative per la promozione dei prodotti tipici, anche con riferimento alle D.O.P. “pecorino toscano” e “prosciutto toscano”, sostegno all’organizzazione dell’offerta dell’albero di Natale del Casentino e dei prodotti dell’apicoltura, anche attraverso partecipazione a eventi promozionali; - ricognizione sul territorio casentinese di varietà o cultivar vegetali locali a rischio di estinzione al fine del loro inserimento nei repertori regionali; - collaborazione con altri Enti pubblici ed associazioni volta alla valorizzazione ed alla salvaguardia delle razze animali e delle varietà vegetali autoctone che rischiano la scomparsa; - collaborazione con altri Enti pubblici per la salvaguardia delle professioni rurali; - prosecuzione dello studio relativo alle coltivazioni biologiche delle aziende casentinesi volto all’eventuale costituzione di un’associazione locale per la vendita dei prodotti. - messa in rete delle aziende biologiche con relativa offerta di prodotti su apposito sito collegato a quello della Comunità Montana del Casentino. Sostegno allo sviluppo rurale tramite utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali con fondi liquidabili dalla Comunità Montana: - completamento della gestione delle misure relative al _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 99 _________________________________________________________________________________________ Reg. CEE 2081/93 (misure 1.4, 1.3, 1.2c) gestione delle misure agroambientali poliennali relative al Reg. CEE 2078/92; - gestione e chiusura della azioni previste dal Reg. CE 950/97; - gestione degli interventi a favore dell’imprenditoria giovanile previsti dalla L.R. 23/98. Sostegno allo sviluppo rurale disciplinato dai Regg. CE 1257/99 tramite utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali con fondi liquidabili dall’AGEA: - Investimenti nelle aziende agricole; - Insediamento giovani agricoltori; - Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali; - Misure agroambientali; - Diversificazione delle attività del settore agricolo; - Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione. Sostegno alla viticoltura tramite: - contributi per ristrutturazione e riconversione dei vigneti. - collaborazione con il GAL Appennino aretino e l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura sezione di Arezzo per prove sperimentali di coltivazione e vinificazione; - censimento delle superfici viticole in Casentino.e relativi aggiornamenti. Gestione istruttorie per la concessione di contributi per l’ampliamento e la costituzione della Piccola Proprietà Contadina. Gestione del rilascio del parere agronomico connesso a interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia in zone a prevalente funzione agricola. Supporto alle attività faunistico-venatorie: - prosecuzione dei monitoraggi faunistici nelle Foreste Casentinesi allo scopo di controllare la qualità dell’ambiente e l’evoluzione delle popolazioni di ungulati e lupo, anche in relazione alla tutela delle attività agricolo-forestali. - gestione dell’allevamento di fauna selvatica “I Luoghi”; - incentivazione e sostegno all’esercizio delle attività venatorie tramite prosecuzione della convenzione con l’ATC Casentino, anche per un migliore rapporto con l’ambiente e le attività agricolo-forestali. Collaborazione per la definizione della gestione del canile intercomunale. Sostegno alla zootecnia degli animali da reddito tramite attuazione di: - servizio di assistenza zooiatrica, assistenza tecnica in zooiatria omeopatica e zootecnia biologica; - servizio di fecondazione naturale e artificiale; - contributi per l’acquisto di riproduttori selezionati ; - - - - Priorità del 1° anno: - _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 100 _________________________________________________________________________________________ - - - - contributi per adeguamento alla normativa igineicosanitaria delle aziende di produzione del latte; - iniziative varie per la promozione della qualità e della tipicità dei prodotti zootecnici, compreso il miglioramento funzionale dell’impianto di macellazione intercomunale con creazione di una linea di sezionamento carni ed eventuali interventi a sostegno delle aziende danneggiate dai provvedimenti anti BSE; - elaborazione del censimento zootecnico 2001. - sostegno all’Apicoltura di qualità, con particolare riguardo al nomadismo. Promozione dell’agriturismo tramite: - utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali per il sostegno agli investimenti, con particolare riguardo al recupero edilizio e al miglioramento della qualità dell’offerta; - messa in rete dell’offerta agrituristica su apposito sito della Comunità Montana; - progetto di massima per attività di promozione e divulgazione utilizzando le risorse dell’iniziativa Leader Plus; Sostegno alle produzioni agricole tipiche, di qualità e valorizzazione delle produzioni biologiche del nostro territorio tramite: - ricostituzione della filiera produttiva del maiale per la produzione del prosciutto casentinese tradizionale e costituzione del relativo “Presidio” Slowfood; - prosecuzione del progetto “Chianina classica delle zone di origine”; - ricognizione sul territorio di varietà o cultivar vegetali locali a rischio di estinzione; - collaborazione con altri Enti pubblici ed associazioni volta alla valorizzazione e alla salvaguardia delle razze animali e delle varietà vegetali autoctone che rischiano la scomparsa; - prosecuzione dello studio relativo alle coltivazioni biologiche delle aziende casentinesi e promozione dell’eventuale costituzione di un’associazione locale per la vendita dei prodotti; - messa in rete delle aziende biologiche con relativa offerta di prodotti. Sostegno allo sviluppo rurale tramite utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali con fondi relativi a Regolamenti abrogati (code di completamento) e al Reg. CE 1257/99, misure attivate per: - investimenti nelle aziende agricole; - insediamento giovani agricoltori; - diversificazione delle attività del settore agricolo. - Redazione del Piano Locale di Sviluppo Rurale in tempi utili per l’applicazione con l’annualità 2001-2002. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 101 _________________________________________________________________________________________ - Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Sostegno alla viticoltura tramite: - contributi per ristrutturazione e riconversione di circa Ha 10 di vigneti. - avvio della collaborazione con il GAL e l’Istituto Sperimentale di Viticoltura per prove sperimentali; - censimento delle superfici viticole in Casentino anno 2001; - informazione alle aziende sulle misure di trasformazione e commercializzazione del Reg. CE n.1257/99 (non gestite dalla Comunità montana) allo scopo di promuovere l’imbottigliamento di Chianti prodotto da aziende facenti parte della Comunità montana del Casentino (zone di Subbiano e Capolona); - Sostegno alle attività faunistico-venatorie: - prosecuzione dei monitoraggi faunistici nelle Foreste Casentinesi; - gestione dell’allevamento di fauna selvatica “I Luoghi”; - prosecuzione della convenzione con l’ATC Casentino per il sostegno all’esercizio delle attività venatorie e un loro migliore rapporto con l’ambiente e le attività agricoloforestali. - Ipotesi di gestione del Canile intercomunale in corso di costruzione. Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni del Casentino, G.A.L. Appennino Aretino, A.T.C. Casentino, C.C.I.A.A., A.R.S.I.A., A.P.A.A., A.U.S.L 8, Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Banca regionale del germoplasma, Organizzazioni senza fini di lucro di seed-savers (salvatori di seme), ARCI-Gola Slow food, Associazione Agricoltori Custodi, Associazione Fagiolo Zolfino, Associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni culturali, ambientali e venatorie, Istituto Sperimentale per la Viticoltura sezione di Arezzo. Vedi finalità riportate sopra. - Sostegno alla zootecnia: £. 144.541.000 per ogni anno Reg. CEE 2081/93: £. 593.785.955 (residui) Reg. CEE 950/97 (ex 2328/91): £. 902.518.199 (residui) Reg. CEE 950/97 – recupero fondi destinati a zone terremotate: £. 566.133.405 Reg. CEE 2078/92: £. 1.073.900.000 Reg. CEE 1257/99 (Piano di sviluppo rurale): £. 606.324.000 1° anno Reg. CEE 1493/99 Viticoltura: £. 146.254.087 Reg. CEE 1221/97 Apicoltura: £. 60.000.000 L. 423/98 – Strutt. Attr. produzione latte: £. 57.838.000 (residui) L.R. 23/98 Imprenditoria giovanile: £. 250.000.000 Sostegno alle attività faunistico venatorie: £. 280.750.000 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 102 _________________________________________________________________________________________ Strategia/azione: Intervento: Anno inizio Intervento: Durata: Riferimenti normativi: Interventi in campo economico 3.3.6. Promozione della filiera foresta-ambiente-legno 2001 (prosegue l’intervento già previsto dal piano 1998-2000) quattro anni L. n.97/94; L.R. n.9/97; L.R. n.16/99; L.R. n.39/00; Regolamento CE n.1257/99 mis.8 “Sostegno allo sviluppo rurale-misure forestali”; Regolamento CEE n.2081/93, sottoprogramma 2 “mis.forestali”; Regolamento CEE n.867/90; Iniziativa comunitaria LIFE Natura 2000; Iniziativa comunitaria Leader Plus; L.R. n.56/00; L. 157/92, L.R. 3/94; L’indirizzo alla base dell’intervento è la piena Indirizzi, finalità generali, contenuti e valorizzazione del vasto patrimonio forestale casentinese (circa Ha 48.000, oltre il 60% della superficie agricolo-forestale) in un articolazioni: contesto di selvicoltura e di organizzazione aziendale evoluto e ad alta sostenibilità. Le risorse alla base dell’intervento sono costituite, oltre che dalla quantità e qualità delle superfici boscate, dall’esistenza di un’antica e ancora radicata capacità professionale forestale, di un importante sistema di prima e seconda trasformazione del legno e della gestione da parte della Comunità montana di Ha 11.823 di superfici quasi completamente boscate appartenenti al patrimonio agricoloforestale regionale e, per Ha 203, alla foresta della Verna in gestione convenzionata. L’intervento, nell’ambito di un complessivo progetto di economia sostenibile, è finalizzato al rafforzamento della filiera e in particolare a: - migliorare la qualità della selvicoltura applicata dagli operatori privati, con particolare riguardo al miglioramento delle formazioni forestali, all’adozione di tecniche di coltivazione con maggiore sostenibilità ambientale, all’ottimizzazione dei fattori produttivi e alla capacità professionale e imprenditoriale degli operatori; - aumentare la produzione legnosa locale attraverso l’aumento della superficie dei boschi regolarmente coltivati; - valorizzare la produzione legnosa locale, anche attraverso sperimentazione di filiere di prima e seconda trasformazione del legno; - qualificare la selvicoltura e stabilizzare le produzioni legnose attraverso l’estensione della pianificazione forestale particolareggiata; - utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale, e in particolare il complesso Foreste Casentinesi in quanto a maggior grado di evoluzione, quale modello di gestione sostenibile fortemente correlato alla residenza e alle economie locali, creando la massima sinergia fra amministrazione diretta, imprese cooperative e altre imprese iscritte nell’albo di cui all’art.13 della L.R. n.39/00, imprese _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 103 _________________________________________________________________________________________ di utilizzazione e trasformazione boschiva; utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale quale sede privilegiata per la formazione e l’aggiornamento professionale di settore e per la sperimentazione di modelli selvicolturali a maggiore grado di sostenibilità e di sistemi evoluti di lavorazione del legno; - riaccorpare, promuovendo apposite iniziative anche in sede legislativa nazionale, all’interno della Comunità montana del Casentino, quale ente delegato ai sensi della L.R. n.39/00, tutte le gestioni pubbliche forestali e assimilabili presenti nel territorio, con particolare riguardo alle riserve naturali in gestione all’ex-Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e alla gestione del verde pubblico e delle alberature stradali; - consolidare, attraverso lo sviluppo delle attività forestali e di quelle connesse, la residenza nelle aree montane, con particolare riguardo al blocco della migrazione verso il fondovalle e all’avvio di un processo inverso, anche per mantenere nei piccoli centri in quota le condizioni ideali per lo sviluppo di attività complementari (turismo, commercio, artigianato, servizi); - diffondere la cultura forestale, con particolare riguardo alla tradizione camaldolese, allo spirito francescano della Verna e alle grandi gestioni pubbliche, ripristinando la corretta conoscenza del rapporto tra bosco, selvicoltura ed economie sostenibili, con particolare attenzione alla scuola e alle giovani generazioni che vogliono inserirsi nel mercato del lavoro; - utilizzare il patrimonio agricolo-forestale regionale quale supporto alla pluriattività e a un sistema economico complesso, con particolare riguardo al turismo, sia valorizzando le strutture esistenti (edifici, rifugi, campeggi, aree di sosta, sistemi escursionistici), sia coinvolgendo i capitali privati tramite alienazione di immobili non utili alla gestione, ottenendo proventi da reinvestire nel patrimonio regionale e iniziative imprenditoriali con positiva ricaduta sul sistema economico locale sia nella fase di investimento per recupero sia nella fase successiva di utilizzo per fini ricettivi, agricolo-zootecnici e residenziali; - utilizzare il patrimonio regionale, assieme a tutto il paesaggio agricolo-forestale, quale immagine caratterizzante del turismo casentinese, con azioni specifiche di promozione culturale finalizzate all’arricchimento di tale immagine. L’intervento ha lo scopo di contribuire all’aumento della complessità del sistema economico-sociale-ambientale del Casentino, in quanto complessità è sinonimo di stabilità sia ecologica che economica. La creazione di nuove attività e l'aumento qualitativo e quantitativo di quelle esistenti, all’interno di un quadro esemplare di sostenibilità ambientale, contribuirà a rendere ancora più concreto quell’obiettivo, che è anche un modello di vita, del “Casentino come risorsa”, parola d’ordine - Obbiettivi specifici e risultati attesi: _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 104 _________________________________________________________________________________________ che ha animato il piano di sviluppo 1998-2000 e che resta alla base della filosofia di questo piano. Più in particolare, si attendono i seguenti risultati: - creazione di un sistema informativo sui boschi privati che renda possibile la conoscenza delle risorse, dei limiti tecnici e strutturali, delle opportunità e soluzioni gestionali, delle misure di alleggerimento burocratico e che costituisca il supporto operativo di professionisti, aziende, imprese e proprietari; - coinvolgimento nella gestione selvicolturale di un numero maggiore di soggetti, con particolare riguardo ai privati (cooperative di lavoro e di servizi agricolo-forestali, altre aziende agricolo-forestali, imprese boschive, proprietari forestali); - coinvolgimento delle Amministrazioni comunali e della Provincia in una gestione di qualità del verde pubblico e delle alberature stradali, anche utilizzando i sistemi di cui all’art.17 comma 1 e 2 della L. n.97/94, tramite costituzione di apposito servizio associato; - massima estensione della superficie forestale regolarmente coltivata, escluse le aree che presentano particolari vincoli ambientali, limiti non eliminabili o necessità di periodi di invecchiamento a scopo miglioratorio; - estensione dei piani particolareggiati forestali (piani di assestamento) a tutte le aziende e proprietà forestali con oltre Ha 100 di bosco; - creazione, presso la sede formativa di Casanova di Badia Prataglia, di un centro formativo forestale di dimensione regionale destinato alla formazione e aggiornamento di operai, caposquadra, quadri, tecnici, dirigenti, imprenditori forestali, sia pubblici che privati; - attivazione di un protocollo d’intesa Regione-A.R.S.I.A.Comunità montana per la sperimentazione di tecniche di valorizzazione del legno e certificazione dei relativi processi produttivi, con utilizzo allo scopo della segheria regionale di Pianacci e di imprenditori locali; - attivazione di un protocollo d’intesa Provincia-Comune di Chitignano-Comunità montana per la creazione nel complesso Alpe di Catenaia, in collaborazione con la Regione e le Università di Pisa, Sassari e Lione, di un centro studi delle Oasi faunistico-venatorie della provincia di Arezzo, anche allo scopo di approfondire la conoscenza delle relazioni fauna-foresta; - attivazione, insieme al Comune di Poppi e ad altri soggetti pubblici e privati, dell’Osservatorio Naturalistico delle Foreste Casentinesi di Moggiona, quale struttura a supporto della gestione e della conoscenza del territorio casentinese e limitrofo; - qualificazione ambientale degli interventi selvicolturali anche tramite rapporti con l’Università di Firenze ed altre _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 105 _________________________________________________________________________________________ - - - - - - - - - Università e Istituti sperimentali e scolastici; utilizzo del patrimonio agricolo-forestale regionale quale esempio e supporto per la filiera foresta-ambiente-legno, con consolidamento della gestione in amministrazione diretta, sviluppo di quella tramite cooperative convenzionate e affidamento a imprese iscritte nell’albo delle imprese forestali, incremento delle vendite in piedi a favore di imprese boschive e di prima trasformazione; aumento della percentuale di realizzazione dei piani degli interventi per la gestione dei complessi forestali regionali, con particolare riguardo alle Foreste Casentinesi e alla rimodulazione delle prescrizioni provvisorie imposte dall’Ente parco, anche allo scopo di dare un contributo positivo alla definizione del piano del parco; collaborazione con l’Ente parco delle Foreste Casentinesi per realizzazione di interventi di miglioramento ambientale e forestale e di adeguamento e manutenzione dei percorsi escursionistici e delle strutture collegate (rifugi, aree di sosta, tettoie per cavalli); rafforzamento della gestione del patrimonio regionale, grazie a miglioramenti organizzativi, investimenti strutturali, acquisti di terreni, acquisizione dei beni ex A.S.F.D., alienazione di beni non utili e idonei a investimenti da parte di soggetti privati; prosecuzione e incremento del ricorso agli affidamenti a coltivatori diretti e cooperative ai sensi dell’art.17 comma 1 e 2 della L. n.97/94, utilizzando in particolare le risorse per la gestione del patrimonio regionale; costituzione di uno stretto legame fra Casentinesi e foreste, ritessendo la trama della conoscenza delle modalità di gestione del territorio forestale e degli stretti legami fra selvicoltura, legno, economie sostenibili, riduzione dell’effetto serra e dell’importazione di legno proveniente da foreste primarie; restituzione alla professione forestale e in particolare a quella di operaio della massima dignità sociale, qualificandola come essenziale per la tutela dell’ambiente, dell’occupazione, della cultura locale, delle economie montane e per la prevenzione dei dissesti a fondovalle; sostegno allo sviluppo turistico tramite completamento della rete di rifugi escursionistici, case-albergo, campeggi, rifugi, aree di sosta e punti sosta per equiturismo, con utilizzo plurimo delle strutture a libera disposizione dei visitatori (rifugi per operai forestali e operatori agricolo-zootecnici); salvaguardia di particolari formazioni di grande valore culturale e paesaggistico, con particolare riguardo alle abetine pure delle Foreste Casentinesi trattate a taglio raso, alla fustaia di abete e latifoglie della Verna trattata con taglio a scelta, alle praterie di crinale e ai pascoli e seminativi inclusi nel bosco, anche allo scopo di sostenere la biodiversità _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 106 _________________________________________________________________________________________ - - - Priorità del 1° anno: - - - - - tramite la regolare coltivazione e il pascolamento; recupero e documentazione di emergenze storico-culturali di grande rilievo situate all’interno del patrimonio agricoloforestale regionale (Badia Santa Trinita e edifici annessi, scavo archeologico e ricostituzione del Lago degli Idoli etc.) e della foresta della Verna (Casa dell’Ortolano, orto botanico, archivio naturalistico della Verna; miglioramento della gestione della foresta della Verna, in continuità con la tradizione francescana, grazie al completamento del piano di gestione e alla ripresa dei tagli a scelta per la coltivazione e rinnovazione del bosco misto disetaneo; potenziamento del servizio antincendi boschivi con particolare riguardo al completamento del sistema di laghetti per attingimento e di viali antincendio necessari per l’arrivo delle squadre di terra e per la sicurezza degli operatori; Completamento della carta forestale informatizzata del Casentino e delle applicazioni connesse studiate quale supporto di base per la promozione della selvicoltura privata, con presentazione dei risultati agli imprenditori locali e in un convegno nazionale; Applicazione della misura 8.2 (pubblica e privata) del Regolamento CE n.1257/99 e individuazione delle priorità da inserire nel Piano Locale di Sviluppo Rurale per renderle coerenti, a partire dall’annata 2001-2002, con il presente piano; Studio di fattibilità e azioni per l’attivazione, in collaborazione con la Regione e la Provincia, del centro di formazione forestale di Casanova di Badia Prataglia; attivazione di un procollo d’intesa Regione-A.R.S.I.A.Comunità montana per la sperimentazione di tecniche di valorizzazione del legno locale trasformato, con utilizzo allo scopo della segheria regionale di Pianacci, tramite concessione d’uso a imprenditori locali cofinanziatori di un progetto di sperimentazione per la costruzione di pannelli stradali antirumore e barriere di sicurezza in legno di castagno; attivazione di un protocollo d’intesa Provincia-Comune di Chitignano-Comunità montana per la creazione nel complesso Alpe di Catenaia, d’intesa con la Regione e Istituti Universitari, di un centro studi sulle Oasi faunistico-venatorie della provincia di Arezzo, con concessione d’uso del complesso Stabbi alla Provincia di Arezzo, avvio del miglioramento edilizio dei fabbricati, ripristino della viabilità di servizio e realizzazione di interventi funzionali all’attività del centro (recinti di cattura etc.); definizione dei criteri di gestione, insieme al Comune di Poppi e ad altri soggetti pubblici e privati, dell’Osservatorio Naturalistico delle Foreste Casentinesi a Moggiona e presentazione dei risultati del progetto di fattibilità finanziato _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 107 _________________________________________________________________________________________ - - - - - - con l’iniziativa Leader II; completamento dei piani particolareggiati forestali del complesso Pratomagno e della Verna; aumento della percentuale di attuazione dei piani degli interventi dei complessi regionali, con particolare riguardo alle Foreste Casentinesi, dove a causa del ritardato inizio degli interventi di realizzazione del piano è pari solo al 48,9%; l’obiettivo 2001 per tale complesso è il 100% degli interventi previsti e un aumento della media di realizzazione attorno al 55%; per l’Alpe di Catenaia, dove il tasso di realizzazione è il 68% nonostante gli operai dipendenti siano la metà di quelli delle Foreste Casentinesi, l’obiettivo è aumentare la media al 75-80%; per il Pratomagno, il cui piano di gestione sarà concluso entro l’anno, l’obiettivo è realizzare una serie di viabilità d’esbosco allo scopo di costruire le premesse per una piena attuazione del piano degli interventi; aumento delle vendite di legno in piedi a imprese boschive e di prima trasformazione, anche tramite alleggerimento delle procedure con adozione dei sistemi commerciali correnti; prosecuzione e incremento del ricorso agli affidamenti a coltivatori diretti e cooperative ai sensi dell’art.17 comma 1 e 2 della L. n.97/94, con particolare riguardo alle cooperative convenzionate ai sensi della stessa legge (Agriforest e D.R.E.AM. Italia); consolidamento della manodopera forestale impiegata nella gestione del patrimonio regionale e degli interventi di sistemazione idraulico-forestale di cui alla L.R. n.39/00, con salvaguardia delle unità dipendenti al 31/12/00 (60 operai forestali e 3 impiegati forestali); realizzazione del recupero, su progetto e finanziamento dell’Ente parco, di un’ulteriore porzione del castagneto da frutto di Montalto; realizzazione, previa collaborazione con l’Ente parco, del recupero delle praterie di Montelleri con successiva concessione d’uso per pascolo a imprenditore zootecnico; avvio del recupero a fini ambientali e zootecnici delle praterie del Pratomagno (progetto Life Natura 2000) e di pascoli e seminativi all’interno del patrimonio regionale (Vitareta, Giona, Alpe di Catenaia) in particolare tramite investimenti da parte dei concessionari imprenditori zootecnici; progetto di fattibilità per l’acquisizione al patrimonio regionale, tramite i fondi della L.R. n.9/97, delle praterie del Pratomagno situate fra l’area settentrionale del demanio (Folunga) e Secchieta, anche allo scopo di recuperare tutto l’ambiente delle praterie a fini ambientali, paesaggistici e per uso zootecnico; collaborazione con l’Ente parco e le autonomie locali per la messa a punto e la ricerca di risorse per il finanziamento di _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 108 _________________________________________________________________________________________ - - - - - un progetto A.P.E. (Appenino Parco d’Europa) nel territorio del Casentino, suddiviso in cinque sottoprogetti: recupero e adeguamento del rifugio dell’Oia, recupero ambientale delle strade di servizio Cotolaio-Fossatone e MontemezzanoCapanno Maremmana, ampliamento del recupero del castagneto da frutto di Montalto, rinaturalizzazione degli impianti monospecifici di pino nero, ripristino di pascoli e spazi aperti (quest’ultimo quale cofinanziamento del progetto Life Natura 2000 sopra riportato); completamento dell’area di sosta e costruzione del rifugio di Fonte del Duca (Pratomagno); completamento del progetto “Ippovia”; miglioramento e costruzione di strutture appartenenti al patrimonio regionale (campeggio Camaldoli, stalla in legno di Terre Rosse), compreso l’edificio per i servizi di manutenzione presso la segheria di Pianacci, con localizzazione della sede del C.O.M. e dell’archivio della Comunità montana previo accordo con la Regione; completamento e concessione alle associazioni agrituristiche di strutture appartenenti al patrimonio regionale recuperate con la misura 1.4 (agriturismo) del Regolamento CEE n.2081/93 (Casanova della Vita Mayer-Stia e Casina dell’Alpe); completamento del 1° programma di alienazione dei beni appartenenti al patrimonio regionale non più utili alla gestione, con perfezionamento dei residui contratti di vendita; attivazione del 2° programma di alienazione dei beni appartenenti al patrimonio regionale non più utili alla gestione, con proventi previsti in £ 3.000.000.000 e individuazione degli immobili da vendere secondo i seguenti criteri e a condizione che non creino problemi alla gestione: immobili non in grado di fornire redditi adeguati, se non a seguito di investimenti non sostenibili dalla gestione; immobili comunque utilizzabili solo a fini privati; resedi di abitazioni con particolare riguardo all’area di Badia Prataglia; porzioni di terreni staccate dai corpi demaniali ed esterne alle aree di ampliamento degli stessi; terreni agricoli o pascolivi situati sui margini esterni della proprietà regionale; prosecuzione della gestione convenzionata della foresta della Verna, con particolare riguardo alla gestione selvicolturale, al completamento del recupero della Casa dell’Ortolano, alla prosecuzione dell’impianto dell’orto botanico della Verna, al mantenimento e miglioramento di percorsi escursionistici e aree di sosta, alla -prosecuzione della collazione di dati nei cinque subarchivi dell’archivio naturalistico della Verna, all’ulteriore arricchimento dell’erbario; ipotesi di fattibilità di un convegno nazionale sulla foresta e l’ambiente della Verna da programmare per la fine del 2002, anche allo scopo di presentare i risultati conseguiti grazie alla convenzione con la Provincia Toscana di San Francesco _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 109 _________________________________________________________________________________________ - - - - - - - Stimmatizzato e di stimolare studiosi e ricercatori a produrre nuovi lavori sugli aspetti ambientali della Verna; pubblicazione di poster sul rapporto tra Camaldolesi e foresta e Francescani e foresta della Verna allo scopo di diffondere la conoscenza di tradizioni forestali e culturali casentinesi; ipotesi di fattibilità per il recupero ad uso pararicettivo della casa colonica della Badia Santa Trinita e per lo scavo archeologico definitivo e la ricostituzione del Lago degli Idoli tramite impermeabilizzazione e riempimento; miglioramento organizzativo del servizio antincendi boschivi, in particolare attraverso il completamento del sistema di laghetti per attingimento e la costruzione e adeguamento di viali antincendio a scopo di consentire in sicurezza l’accesso degli operatori a terra, con particolare riguardo al competamento del tratto di strada forestale in località Fossatone e al servizio dell’area con boschi ad elevato rischio di incendio di Metà d’Olmo, località entrambe situate all’interno del parco nazionale; prosecuzione della convenzione con l’Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo per la gestione di parcelle sperimentali nel patrimonio regionale e per rilievi nella foresta della Verna; prosecuzione della convenzione con l’Università degli Studi di Firenze per lo svolgimento di tirocinio pratico-applicativo prelaurea; prosecuzione della collaborazione con l’I.P.S.I.A. di Pieve Santo Stefano per lo svolgimento di tirocinio praticoapplicativo da parte degli studenti prima dell’esame di stato per agrotecnico; prosecuzione dei rapporti di collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, in particolare per sperimentazione e ricerche relative alla selvicoltura, alle utilizzazioni forestali e al rapporto fauna-foresta, anche tramite collaborazione a tesi di laurea e di dottorato; collaborazione con la C.C.I.A.A. di Arezzo e l’Associazione Mecenate 90 per la messa a punto del Piano Integrato d’area per lo sviluppo turistico-culturale della provincia di Arezzo, in particolare atttraverso il progetto “Allestimento percorsi escursionistici e recupero rifugi” che prevede i seguenti sei subprogetti: percorsi di collegamento tra parco nazionale e località turistiche limitrofe, allestimento di percorsi principali e itinerari complementari, recupero dell’edificio di Casa Taverni (Subbiano) per destinazione a rifugio escursionistico, recupero del rifugio Buiti (Castel San Niccolò) per destinazione a bivacco, recupero della colonica di Badia Santa Trinita (Talla) per destinazione a rifugio escursionistico, recupero del rifugio Casetta del Conforto (Talla) per destinazione a bivacco; collaborazione e accordi con soggetti terzi per il recupero di rifugi ed emergenze specifiche, con particolare riguardo alla _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 110 _________________________________________________________________________________________ Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Chiesa e al rifugio della Maestà di Montalto della parrocchia di Papiano di Stia. Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni del Casentino, Comune di Firenze (per la foresta della Verna), G.A.L. Appennino Aretino, Ente parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Coordinamento provinciale del C.F.S., C.T.A.-C.F.S. del parco nazionale, C.C.I.A.A. di Arezzo, Associazione Mecenate 90, cooperative forestali di lavoro e di servizi, imprese di utilizzazione boschiva, imprese di trasformazione del legno, aziende agricolo-forestali, proprietari forestali, Università degli studi di Firenze, A.R.S.I.A., Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo, I.P.S.I.A. di Pieve Santo Stefano, Soprintendenza alle antichità della Toscana, Gruppo Archeologico del Casentino, Soprintendenza ai Beni Ambientali di Arezzo, riviste specializzate di settore, OO.SS. forestali, associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni culturali, ambientali e venatorie Vedi le finalità illustrate sopra. - gestione del patrimonio regionale: £ 2.540.000.000 per ogni anno gestione della foresta della Verna: £ 50.000.000 per ogni anno convenzioni art.17 co.2° L. n.97/94 e albo delle imprese forestali: 1° anno = £ 560.000.000 progettaz. e costruz. a Pianacci primo lotto edificio manutenzione: 1° anno = £ 611.000.000 (residui) edificio manut.+altri investimenti L.R. n.9/97: £ 2.000.000.000 per il quadriennio acquisto praterie del Pratomagno L.R. n.9/97: £. 600.000.000 per il quadriennio proventi da alienazioni ai sensi L.R. n.9/97 £ 3.000.000.000 per il quadriennio promozione della coltivazione dei boschi privati-Leader II: 1° anno £ 230.000.000 (residui) promoz.coltivazione boschi privati: £. 300.000.000 per il quadriennio naturalizzaz.boschi a fini selvicolturali £. 300.000.000 per il quadriennio recupero castagneto di Montalto: 1° anno = £ 40.000.000 (residui) stalla in legno di Terre Rosse: 1° stralcio e 1° anno = £ 90.000.000 (residui) completamento stalla in legno di Terre Rosse: triennio 2002/04 = £ 80.000.000 progetto Ippovia: 1° anno = £ 235.000.000 (residui) completamento area di sosta e rifugio di Fonte del Duca: 1° anno £ 157.000.000 (residui) studio di fattibilità dell’Osservatorio naturalistico: 1° anno _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 111 _________________________________________________________________________________________ - £ 42.000.000 (residui) completamento piano di gestione del complesso Pratomagno: 1° anno = £ 52.000.000 (residui) redazione del piano di gestione della foresta della Verna: 1° anno £ 58.000.000 (residui) gestione Reg. CEE n.2081/93 misura 2.2: 1° anno = £ 114.200.000 gestione Reg.CEE n.2080/92: 1° anno = £ 2.712.010.000 applicazione Reg.1257/99 misura 8.2: 1° anno = £ 200.000.000 investimento nel centro studi faunistici di Stabbi (Provincia): £ 200.000.000 Life Natura 2000 praterie Pratomagno: quadriennio 2001/04 50% di £ 1.300.000.000 miglior.pascolo e integrazione con bosco: £ 500.000.000 per il quadriennio scavo definitivo e ripristino lago degli Idoli: £ 500.000.000 per il quadriennio organizzaz.servizio associato verde pubblico: £ 500.000.000 per il quadriennio progetto A.P.E.: quadriennio 2001/04 50% di £ 2.110.000.000 Percorsi escursionistici e recupero rifugi: quadriennio 2001/04 £ 1.872.000.000 3.4. INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ CULTURALI, SOCIALI E DELL’ISTRUZIONE Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo culturale e sociale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.4.1. Le attività culturali quattro anni La Comunità montana, da sempre consapevole dell'identità culturale, storica e civile del proprio territorio è orientata alla promozione di interventi ed eventi nel settore della cultura per la conservazione, la valorizzazione e la diffusione delle peculiarità culturali del Casentino. Tutte le attività che intendiamo intraprendere o incentivare o a cui intendiamo partecipare nel corso del quadriennio si devono caratterizzare - oltrechè per il recupero e la valorizzazione degli aspetti di maggior rilievo del nostro cospicuo patrimonio culturale – anche per il tentativo più o meno ampio di superare le frammentazioni che contraddistinguono le numerosissime – e spesso anche qualificate - iniziative del _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 112 _________________________________________________________________________________________ settore, e di sviluppare organicità e sinergie per: - una utilizzazione più efficace delle risorse pubbliche e private investite nella cultura, - una qualificazione particolare del prodotto, delle iniziative, - una migliore fruizione e circolazione locale del patrimonio, dei beni culturali e delle tradizioni che contraddistinguono la nostra valle ma anche della cultura in senso lato nel suo complesso, al fine di contribuire decisamente ai processi di crescita culturale della popolazione; - la possibilità di potenziare la funzione turistica della cultura, degli eventi prodotti, delle strutture culturali, in modo da creare anche spazi e occasioni per nuove forme di occupazione nella cd. industria culturale; - una migliore e più qualificata interazione tra la valorizzazione dei nostri beni culturali e delle tradizioni locali con le politiche di sviluppo, dell'agriturismo, del turismo culturale e naturalistico, concorrendo così alla vitalità della realtà casentinese e a far acquisire visibilità al nostro patrimonio culturale. In tal senso ribadiamo l'intenzione di attivare forme di concertazione e coordinamento sia tra i soggetti pubblici che nei confronti di quelli privati, quali le associazioni, le fondazioni, i gruppi e circoli culturali. In particolare riteniamo sia di estrema importanza, al fine di razionalizzare l'offerta culturale casentinese e permettere da farle esprimere tutto il suo potenziale, attuare un vero proprio coordinamento con le amministrazioni comunali in modo - attraverso il coordinamento degli assessori alla cultura da sviluppare insieme la programmazione culturale e interagire per la realizzazione di un vero e proprio sistema culturale casentinese. Tra le attività da realizzare nel settore culturale per il prossimo ciclo di programmazione, oltre a quanto riportato nella scheda specifica relativa al Cred e alle iniziative culturali ad esso connesse, vi sono in particolare le seguenti, tra cui anche interventi tradizionali e già collaudati: - Spettacoli estivi direttamente organizzati nei principali siti storico architettonici quali pievi, castelli dei vari paesi del Casentino. In particolare tali manifestazioni, incentrate su una serie di spettacoli musicali di alta qualità realizzati in contesti e spazi particolarmente prestigiosi e suggestivi e riuniti sotto la denominazione di “Pievi e Castelli in Musica”, sono ormai consolidati ad alto livello qualitativo sia sotto il profilo della produzione culturale che sotto la capacità di costituire evento e costituiscono orami l'asse portante della stagione culturale estiva casentinese. Naturalmente l'iniziativa verrà sostenuta, incrementata e migliorata in tutti i suoi aspetti, puntando in particolare a garantire ogni stagione un evento clou di particolare rilevanza, dalle caratteristiche _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 113 _________________________________________________________________________________________ - - - culturali e di spettacolo adeguate alle peculiarità dell'ambiente che lo ospita (La Verna, Romena). Questi appuntamenti si associano alla rassegna del “Cinema sotto le stelle” per formare un cartellone che va a coinvolgere l’intera vallata in una serie di eventi di richiamo per l’intera stagione estiva. In linea con la politica regionale intendiamo partecipare direttamente ai cd "sistemi a rete" relativi alle varie strutture culturali, in particolare: - Al sistema bibliotecario sia direttamente con l'archivio multimediale del Cred già inserito nel circuito (e che ci proponiamo di renderlo fruibile all'utenza scolastica e non tramite l'attivazione di un servizio di prestito) sia collaborando con le biblioteche casentinesi al fine di favorirne la completa messa in rete (anche utilizzando in tal senso lo strumento tecnologico di RCC); - al sistema museale sia favorendone la partecipazione da parte di tutte le strutture museali, anche private; sia partecipandovi direttamente con l'Ecomuseo del Casentino che intendiamo completare ma anche rivedere e qualificare, verificandone i contenuti culturali e la funzione, in generale e dei singoli siti attivati, puntando su quelli che risultano maggiormente qualificati anche in base ai risultati di fruizione dell'utenza e su quelli fortemente radicati nel territorio, in grado di attivare forme di gestioni locali che, coinvolgendo le associazioni culturali e la popolazione locale, garantiscano capacità di autosostenersi e di mantenere forte e vitale il legame con le tradizioni locali che ne hanno determinato la costituzione. Valorizzare e recuperare non solo culturalmente ma anche turisticamente, il nostro patrimonio culturale nelle sue emergenze di maggior rilievo, in particolare quelle connesse al periodo storico più importante per il Casentino, il Medioevo; mediante l'obbiettivo finale di realizzare una documentazione di alto livello, un vero e proprio museo itinerante che permetta di superare la frammentazione attuale che rende limitata la fruizione di tale patrimonio e non permette di esprimere il suo potenziale di attrattiva turisticoculturale di rilievo. Obbiettivo da perseguire nel quadriennio attraverso un percorso scandito da eventi culturali annuali di rilievo legati a tale patrimonio, e alle nostre tradizioni culturali, in grado non solo di costituire evento ma anche di produrre documentazione e materiale per la valorizzazione, conoscenza e tutela dei beni culturali; Concorrere insieme agli altri soggetti che operano nella cultura a realizzare eventi annuali di grande rilievo culturale, nel quadro delle iniziative dei comuni e delle istituzioni di maggior livello; eventi che costituiscano il filo conduttore e catalizzatore della stagione culturale interessata, in grado _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 114 _________________________________________________________________________________________ - - - - - - anche di sviluppare collateralmente iniziative sinergiche e di incidere decisamente nella tutela, valorizzazione e recupero dei nostri beni culturali Favorire la realizzazione di spettacoli teatrali organizzati per le scuole dell’obbligo ad integrazione di attività didattiche già intraprese, con lo scopo di far conoscere ed apprezzare l’attività di compagnie locali che operano da anni con successo nel settore e concorrere alla erogazione di servizi di base indirizzati alla formazione del pubblico giovanile; Continuare nella collaborazione con l'Ente Parco per assicurare continuità all'attività convegnistica, in particolare agli studi per la valorizzazione di due aspetti peculiari del nostro territorio, quelli collegati alla Religione e all'Ambiente. La presenza di due centri religiosi di fama mondiale quali Camaldoli e La Verna e di un’area protetta con rilevanti emergenze naturalistiche, fanno sì che il Casentino sia la sede ottimale per trattare tali tematismi. Si tratta di riqualificare e far riacquisire lo spessore culturale iniziale agli appuntamenti congressuali ed alle manifestazioni collaterali organizzate in occasione delle giornate di Religione e Ambiente. Prosecuzione - in collaborazione con le scuole nell'esperienza positiva ormai pluriennale di organizzazione di concorsi e giornate su particolari temi di educazione ambientale e sociali, affrontando in particolare tematismi ambientali di grande attualità. Tali azioni saranno concretizzate in particolare con l’organizzazione annuale della “Giornata Verde” quale momento di pubblicizzazione e divulgazione finale e con l’attivazione dei laboratori didattici nell’ambito del progetto Ecomuseo. Ci proponiamo altresì di coinvolgere tutti gli Enti e le Associazioni Casentinesi che si occupano di educazione ambientale anche tramite l’organizzazione di eventi collaterali utili a sensibilizzare soprattutto i giovani verso tali importanti problematiche. Inoltre sono previste azioni di sostegno sotto forma di contributi e patrocini ad Enti e Associazioni casentinesi per il sostegno della loro attività e per l'organizzazione di eventi storico-culturali promossi in occasione di particolari eventi e ricorrenze. La priorità deve essere data a quelle Associazioni e manifestazioni già consolidate, che valorizzano la cultura e le tradizioni culturali locali ed eventi di particolare rilievo legati a personaggi e ricorrenze storiche che hanno interessato e caratterizzato la nostra vallata. Ad integrazione delle sopra citate attività di valorizzazione delle tradizioni storico culturali, il nostro Ente intende proseguire le azioni rivolte a diffondere anche nelle aree marginali e decentrate del suo territorio le innovazioni culturali derivanti dalla diffusione dell’informatica e della multimedialità. Tali interventi si concretizzeranno nell’organizzazione di corsi di base per residenti nei vari _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 115 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: - - - Priorità del 1° anno: - - comuni del Casentino, avranno lo scopo prioritario di far conoscere le opportunità che offrono tali innovazioni tecnologiche per il superamento dei disagi derivanti dal risiedere in zone poco servite da servizi e infrastrutture. Proseguire esperienze di vallata che hanno rivelato vitalità e contenuti culturali e promozionali di rilievo quali le manifestazioni Pievi e Castelli in Musica e Cinema sotto le Stelle; Puntare a un coordinamento delle iniziative e degli eventi culturali casentinesi, tramite una sorta di conferenza degli assessori alla cultura dei comuni in cui lavorare insieme esponendo problemi e cercando soluzioni capaci di garantire valore aggiunto alle autonome iniziative di ciascun comune; Puntare alla organizzazione di grandi eventi annuali di carattere culturale quali punto centrale e elemento di sintesi della stagione culturale casentinese; Realizzare un percorso di fruizione del patrimonio culturale maggior rilievo del Casentino, quello legato al Medioevo, che possa portare alla realizzazione di un museo, un centro di documentazione itinerante; favorire la realizzazione di spettacoli teatrali per le scuole dell'obbligo; organizzazione iniziative sul tematismo della “Religione e Ambiente”; Organizzazione del concorso per le scuole denominato “Giornata Verde”; Sostegno ad attività e iniziative di rilievo storico-culturale organizzato da altri Enti e associazioni casentinesi; Completamento del progetto “Ecomuseo del Casentino”, suo inserimento nel sistema museale provinciale e nel circuito museale regionale, revisione e qualificazione; Diffusione dell’informatica e della multimedialità nelle varie realtà comunali casentinesi; Promuovere e concertare con le amministrazioni comunali la realizzazione della consulta degli assessori alla cultura; Organizzazione iniziative di “Pievi e Castelli in Musica, Cinema sotto le stelle”. Organizzazione concorsi ed eventi quali la “Giornata Verde” e “Religione e Ambiente”; Attivare un percorso di fruizione del patrimonio culturale maggior rilievo del Casentino, quello legato al Medioevo, che permetta di realizzare un museo, centro di documentazione itinerante; Partecipazione anche finanziaria a fondazioni e centri culturali di maggior rilievo (biblioteca Rilliana; Fondazione Galli) Partecipazione alla realizzazione della mostra sulle pitture del '600 in Casentino, quale evento centrale della stagione culturale 2001; Completamento del progetto “Ecomuseo del Casentino”; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 116 _________________________________________________________________________________________ - attuazione e sviluppo dei percorsi didattici relativi. Partecipazione al sistema museale provinciale e regionale; Organizzare la 2^ edizione dell'iniziativa "MiniOlimpiadi", una settimana cioè di sport, amicizia e incontro fra i paesi del Casentino e i comuni d'Europa gemellati; con manifestazioni sportive, culturali e di spettacolo al fine di promuovere la cultura europea e l'integrazione fra le culture dei vari paesi. amministrazioni comunali associazioni culturali, fondazioni, circoli e gruppi. Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: - Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo culturale e sociale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: Organizzazione eventi; incentivazione ad iniziative culturali £. 750.000.000 per il 1° anno 3.4.2. Il Cred e la mediateca 2001 4 anni leggi 14/95, 35/99, 12/80 ,32/2000 e normative regionali del diritto allo studio DENOMINAZIONE DELL’INTERVENTO PROGETTO Centro Risorse Educative e Didattiche(CRED) Mediateca / Banca della Memoria: archivio digitale di immagini e suoni legate alle tradizioni culturali e materiali dell’Area Casentino, della Provincia di Arezzo e della Regione Toscana. Promozione di linguaggi e cultura multimediale in ambito scolastico ed extra-scolastico Ridefinire il servizio CRED come Mediateca- Banca della MEMORIA significa prendere atto dei seguenti elementi costitutivi: - Rapporto forte con il territorio casentinese, nelle sue componenti sociali e culturali legate primariamente alle tradizioni rurali. - Capacità strategica e dotazione di competenze e strumenti tecnologici avanzati nel settore videodigitale e multimediale tali da poter impostare attività di acquisizione e archiviazione su standard culturali e tecnologici riconosciuti come significativi a livello scientifico-antropologico. - Costruzione di un sistema di archiviazione fruibile ed in grado di inserirsi nella Rete del Sistema delle Biblioteche della Regione Toscana come punto di riferimento e di sperimentazione avanzata nel settore della documentazione etnografica. _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 117 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e risultati attesi: Nel parlare di competenze consolidate nel settore della Comunicazione Audiovisiva e Multimediale occorre evidenziare che tali professionalità non sono frutto di improvvisata creatività ma esprimono approfondite conoscenze, acquisite anche con corsi di laurea specifici, in materia di Teoria della Comunicazione e Semiologia, Antropologia Culturale, Sociologia, Architettura e Grafica, Archivistica, Storia e Storia dell’arte, nonché competenze avanzate rispetto alle tecnologie digitali utilizzate, tanto in fase di acquisizione che di messa in rete dei dati. Il servizio CRED ha anche espresso la capacità di organizzare e gestire percorsi formativi professionali per operatori del settore che aprono concrete possibilità occupazionali. Tali potenzialità sono sottolineate dalle commesse di lavoro giunte al CRED in questi anni da parte di Enti e Istituzioni La Comunità Montana del Casentino organizzando il proprio servizio CRED come Mediateca si apre a un percorso culturale che persegue i seguenti obiettivi: − - - - Scuola ed Educazione Ambientale 1. Sostegno tecnico e consulenza didattica alle attività di educazione all'immagine nella scuola dell'obbligo e relativa archiviazione delle esperienze; 2. Promozione, sostegno, documentazione per le attività di educazione ambientale; 3. Sostegno ai laboratori di informatica nelle scuole e allo sviluppo della rete telematica delle scuole all’interno della rete civica, 4. Sostegno all’uso didattico del sistema ecomuseale del Casentino e partecipazione ai progetti Regionali “Scuola e Musei” 5. Coordinamento e attuazione dei Progetti Integrati di Area per il Casentino Memoria della cultura rurale in Toscana 1. Attività di educazione permanente; 2. Costruzione di Archivio digitale di riferimento regionale sui mestieri e attività rurali in via di estinzione (in collaborazione con ARSIA e assessorato regionale all’Agricoltura) Memoria delle stragi nazifasciste in Toscana, 1. Costruzione di Archivio digitale sulla memoria delle stragi e della Resistenza in Provincia di Arezzo e Toscana in attuazione del programma attuativo della LR 59/99 previsto dalla delibera N. 290 C.R.T. del 28/12/2000 in cui il servizio CRED è inserito come riferimento possibile per un Archivio Regionale videodigitale su tali contenuti. Partecipazione al Progetto Regionale “Porto Franco. Toscana: Terra dei Popoli e delle Culture” _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 118 _________________________________________________________________________________________ 1. Attivazione di interventi di approfondimento e documentazione su temi come la memoria della guerra, le trasformazioni nella cultura rurale di fine secolo, le modificazioni ambientali, le identità culturali, il racconto popolare, i nuovi processi multiculturali, il rapporto tra generazioni e sessi, etc. 2. Partecipazione a Progetti Europei 3. Sperimentazione didattica di nuovi percorsi interculturali - - OBIETTIVO DELLA PROPOSTA IN AMBITO REGIONALE: - Riconoscimento del CRED di Poppi come struttura avanzata, unica nel suo genere in Toscana, specializzata in tecnologie multimediali video digitali. In particolare il CRED può garantire per tutta la Regione: - Salvataggio tramite digitalizzazione in DVD o DVPRO di archivi audiovisivi di proprietà pubblica e destinati a distruzione, - Attività di produzione, acquisizione digitale e archiviazione (in collaborazione con ARSIA, Comunità montane e Province) di materiale legato alla cultura rurale, orale e materiale, toscana; - Un modello di riferimento e sperimentazione nel rapporto tra EELL e scuola nell’area della comunicazione multimediale, tanto videodigitale che informatica e telematica. - Costruzione di una Banca della Memoria per la cultura rurale e ambientale toscana, tenendo conto che l’archivio conta già circa 600 ore di immagini e suoni. Il centro è già in grado tecnicamente di operare il salvataggio del proprio archivio su dischi DVD ATTIVITÀ CRED DAL 1996 (sintesi sommaria) Costruzione archivio Videodigitale “Banca della memoria” di oltre 200 ore sui contenuti sopra indicati e particolarmente orientati a documentare la cultura rurale orale e materiale, Corsi di aggiornamento per insegnanti sui linguaggi audiovisivi (cinema e Tv) con conseguente attivazione di oltre 30 laboratori di classe attivati nella scuola dell’obbligo (elementare e media) Corsi di aggiornamento sull’uso di tecnologie digitali per il trattamento e l’inserimento di immagini in movimento in ipertesti e pagine Web Corso di formazione professionale di 300 ore per 10 giovani su acquisizione e trattamento digitale di immagini in movimento e suoni Produzione e edizione di lavori vari per conto di provincia di Arezzo e altri enti Documentazione di tre campus estivi del progetto Regionale Porto Franco con l’attivazione contemporanea di tre squadre provviste di tecnologie professionali digitali di _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 119 _________________________________________________________________________________________ documentazione audiovisiva Collaborazione con l’agenzia regionale ARSIA per la costruzione del sito sugli Antichi Mestieri - Collaborazione con la Biblioteca di Documentazione pedagogica (BDP) tramite fornitura di immagini e suoni dell’Archivio digitale CRED necessarie alla costruzione di un sito sulle Foreste casentinesi - Documentazione digitale e allestimento di un sito di un Corso di formazione professionale regionale sulla nuova imprenditoria femminile in agricoltura - Capofila nell’ambito del Progetto regionale “Musei e scuola” di un progetto interprovinciale promosso congiuntamente al Comune di Sovicille e alla Provincia di Pistoia. Il progetto attiva percorsi didattici sulla cultura della castagna in Casentino, pistoiese e senese coinvolgendo scuole delle tre aree. Uno degli esiti sarà la produzione in 1500 copie di un cdrom mutimediale sull’esperienza effettuata. - Produzione ed edizione in 1500 copie di un cdrom realizzato dalla scuola media di Soci (Bibbiena) utilizzando l’Archivio CRED e vincitore del concorso regionale “La Buona Terra”, promosso da Regione Toscana, IRRSSAE e ARSIA - Attivazione, dopo una prima fase di sperimentazione conclusa nel giugno 2000 di 4 laboratori didattici definiti “Camera Blu” e finalizzati alla elaborazione di racconti e favole in prospettiva interculturale e realizzati tramite soluzioni tecniche innovative ottenute miscelando teatro di figura, animazione, linguaggio cinematografico e digitale. Premesso che un servizio della tipologia ipotizzata CRED-MEDIATECA rappresenta un investimento istituzionale necessariamente pluriennale, possiamo tracciare una prima linea di intervento per l’anno 2001 così descrivibile: − Sistema Bibliotecario Regionale: 1. Costruzione Archivio e catalogo per la rete.Si tratta di esprimere in un catalogo fruibile in rete il materiale digitale posseduto, per diverse migliaia di schede. Si tratta di un impegno forte ed oneroso ma necessario ed urgente in quanto rappresenta un prerequisito essenziale per l’appartenenza alla Rete Regionale delle Biblioteche, conditio sine qua non per l’accesso ad eventuali finanziamenti. 2. Acquisizione testimonianze sulle Stragi Nazifasciste e Resistenza. Il lavoro procede tenendo conto dell’inserimento del CRED nella programma di attuazione della legge 59/99 per la conservazione della memoria delle stragi nazifasciste − Scuola ed Educazione Ambientale 1. Coordinamento e attuazione dei Progetti Integrati di Area per il Casentino per l’anno 2001 2. Sostegno tecnico e consulenza didattica alle attività di educazione all'immagine nella scuola dell'obbligo e - Priorità del 1° anno: _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 120 _________________________________________________________________________________________ relativa archiviazione delle esperienze; Promozione, sostegno, documentazione per le attività di educazione ambientale; 4. Sostegno ai laboratori di informatica nelle scuole e allo sviluppo della rete telematica delle scuole all’interno della rete civica, 5. Sostegno all’uso didattico del sistema ecomuseale del Casentino e partecipazione ai progetti Regionali “Scuola e Musei” Memoria della cultura rurale in Toscana 1. Attività di educazione permanente; 2. Costruzione di Archivio digitale di riferimento regionale sui mestieri attività rurali in via di estinzione (in collaborazione con ARSIA e assessorato regionale all’Agricoltura) 3. Ecomuseo. Attivazione sito Banca della memoria dei carbonai 4. Ecomuseo. Progetto regionale Musei e scuola Partecipazione al Progetto Regionale “Porto Franco. Toscana: Terra dei Popoli e delle Culture” 1. Attivazione di interventi di approfondimento e documentazione su temi come la memoria della guerra, le trasformazioni nella cultura rurale di fine secolo, le modificazioni ambientali, le identità culturali, il racconto popolare, i nuovi processi multiculturali, il rapporto tra generazioni e sessi, etc. 2. Partecipazione a Progetti Europei 3. Sperimentazione didattica di nuovi percorsi interculturali, con particolare riferimento all’esperienza della Camera Blu come strumento per costruzioni narrative di carattere interculturale nella scuola e nell’extrascuola e ai laboratori avviati nelle scuole di Bibbiena, Soci, Rassina e Capolona sul tema del rapporto tra generazioni. Produzioni multimediali eventuali Acquisto materie prime e aggiornamento tecnologico 1. L’attivazione dell’ARCHIVIO digitale come Mediateca e Banca della Memoria dedicata primariamente (ma non solo) alla cultura rurale Toscana e alla Conservazione della Memoria delle Stragi Nazifasciste della resistenza presuppone un investimento forte tanto nell’acquisto di supporti di backup (videocassette vhs, digitali e dischi DVD) che di strumenti di acquisizione digitale e consultazione (pc e masterizzatori DVD). Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comuni, Istituti Scolastici, Partnerariato Privato. 3. − − − − Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: - _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 121 _________________________________________________________________________________________ Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: Realizzazione dei progetti - Sistema bibliotecario regionale £ 80.000.000 Scuola e Educazione Ambientale £ 10.000.000 Memoria della cultura rurale in Toscana £ 71.000.000 Partecipazione al progetto regionale “Porto Franco” £ 81.000.000 Produzioni multimediali eventuali £ 30.000.000 Acquisto materie prime e aggiornamento tecnologico £ 90.421.000 Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo culturale e sociale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.4.3. Il sistema scolastico in Casentino quattro anni Il complesso di riforme che si sta componendo a livello nazionale per il mondo scolastico – e che troverà il suo momento centrale nell’applicazione della riforma dei cicli scolastici a partire dal prossimo anno – determina una fortissima innovazione sotto tutti i profili, da quello formativo-educativo a quello dei rapporti e dell’integrazione con le politiche del lavoro, con il proprio territorio, con le autonomie locali. In tale contesto, la comunità montana deve necessariamente esprimere una politica complessiva di intervento nel settore che delinei la possibilità di un percorso verso un sistema scolastico di vallata in grado di affrontare positivamente l'innovazione e garantire efficaci risposte alle esigenze educative, culturali e formative della società casentinese. Al centro si colloca l'impostazione autonomistica della scuola, nell'ambito del quadro didattico e programmatico nazionale; grazie proprio a questo nuovo status, il mondo scolastico può e deve aprirsi e rapportarsi in modo stretto secondo il principio di sussidiarietà - con il proprio territorio con l'identità culturale, sociale ed economica che lo contraddistingue, con le sue espressioni organizzative, in primis le autonomie locali rappresentative della comunità di base ma anche i soggetti economici singoli e collettivi, le organizzazioni culturali pubbliche e non, il mondo del volontariato in campo sociale, culturale e ambientale. In tal senso diventa assolutamente strategico dar corso a forme di comunicazione fra i soggetti coinvolti nel sistema scolastico, compreso in particolare l'utenza (gli studenti, i genitori), che permettano agli attori di interagire e cooperare insieme, dando corso a un reticolo che costituisca l'asse portante di un sistema scolastico casentinese, capace di esprimere percorsi formativi e culturali che tengano conto: _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 122 _________________________________________________________________________________________ − Obbiettivi specifici e risultati attesi: dei nuovi e vecchi fenomeni sociali, quali l'immigrazione, la devianza, i problemi dei giovani e del ruolo primario che la scuola può e deve svolgere nell'affrontarli con risposte positive; − delle esigenze di assicurare una formazione moderna a tutti i livelli, che tenga conto dell'importanza centrale delle new technology, della comunicazione globale e quindi della conoscenza delle lingue, dei fenomeni economici come arricchimento culturale ma anche come preparazione di base al lavoro e alle professioni; − dell'importanza di salvaguardare, recuperare e valorizzare le tradizioni culturali della nostra società come valori condivisi alla base della nostra convivenza, da confrontarsi apertamente su di un piano di reciproco rispetto e salvaguardia con altre culture e valori di cui sono portatori - della necessità di garantire il servizio di formazione scolastica e culturale - nei medesimi livelli di qualità elevati a tutta la popolazione casentinese, a prescindere dalla dislocazione territoriale più o meno periferica e dall'età, secondo concetti di educazione permanente e continua.. Riteniamo quindi che anche in questo caso il modello della concertazione e dell'interazione tra gli attori del sistema possa costituire lo strumento decisivo per il raggiungimento degli obbiettivi preposto e pertanto ci proponiamo di favorirne l'adozione in ogni contesto e in ogni occasione: - sfruttando organismi e consessi esistenti, creandone se necessario di nuovi in cui confrontarsi e coordinarsi, l'occasione fornita da eventi, manifestazioni, di momenti di confronto che già esistono ma che vanno fortificati, progettualità già in essere programmate e gestite in cooperazione, - incentivando e moltiplicando le occasioni di lavorare insieme, consapevoli che - pur nell'ambito del riconoscimento e del rispetto per l'autonomia di ciascun soggetto - solo aprendosi a una collaborazione complessiva che crei "sistema" è possibile assicurare risposte di qualità ed efficaci in quanto frutto di sinergie fra gli attori interessati; - favorendo la creazione delle infrastrutture tecnologiche che possono facilitare e dare impulso al percorso, quali in particolar modo le creazione di una rete telematica del sistema scolastico integrata con la rete telematica delle pubbliche amministrazioni nell'ambito di RCC. Nello specifico, l’obbiettivo da perseguire riteniamo sia quello di dar corso ad iniziative, azioni, incentivi anche economici diretti a: − Favorire partnership fra gli attori chiave del settore, istituzioni scolastiche in primis, le amministrazioni locali, le organizzazioni non governative, le parti sociali e le imprese in cui interagire e apportare le diverse esperienze e competenze per affrontare come sistema i problemi e le necessità della _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 123 _________________________________________________________________________________________ Priorità del 1° anno: scuola e le risposte ai bisogni formativi; si tratta di lavorare per superare l’attuale frammentazione e sporadicità di rapporti della scuola con il proprio territorio e le esperienze civili, sociali ed economiche che si sviluppano, per attivare un rapporto e un confronto organico, non legato soltanto a singole esigenze o problemi da risolvere oppure a progetti settoriali specifici ma che si rivolga al sistema scuola nel suo complesso per: o Accertare e verificare i bisogni formativi della società casentinese; o Programmare le risposte a tali bisogni, nonché il reperimento e l’uso delle risorse economiche in modo sinergico, affinché siano in grado di contribuire concretamente alla qualificazione dell’offerta dei servizi scolastici, compreso quella del corpo docente e della sua stabilità; o dar corso a una ancor più efficace organizzazione a rete dei servizi connessi con il diritto allo studio, dai trasporti alle mense ai sistemi bibliotecari e multimediali in modo da garantire infrastrutture di base efficienti. o Incentivare e collaborare alla realizzazione della rete telematica del sistema scolastico sia come strumento di comunicazione che come servizio per la didattica; o Favorire lo sviluppo di programmi integrati con scuole, biblioteche, imprese innovative, gruppi culturali e volontariato per creare le condizioni per lo sviluppo di una “cultura moderna” (fondata sulle lingue; la multimedialità e tecnologia) che facilita la preparazione alle nuove forme di lavoro e della vita sociale; o Puntare e definire alcuni elementi portanti in grado di incidere e influire sulla competitività del sistema (lingue; internazionalizzazione della scuola/rapporti con le imprese e con il mondo del lavoro; informatizzazione; multimedialità); o Promuovere e richiedere l'organizzazione di una incisiva azione di orientamento universitario, scolastico e professionale, con il coinvolgimento degli studenti, delle famiglie e del sistema scolastico-culturaleimprenditoriale- sindacale-istituzionale, anche con iniziative di training, tirocinio, aggiornamento nell’ottica di una continua informazione e apprendimento. Riteniamo possa essere prioritario porre in atto le premesse del percorso, in particolare: - Iniziare e sviluppare il dibattito sul sistema scolastico casentinese, utilizzando le prime risorse economiche disponibili in programmi indirizzati all'implementazione nel settore del valore intrinseco di rete; _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 124 _________________________________________________________________________________________ - Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: - Proseguire e migliorare il coordinamento e l'interazione delle iniziative e dei rapporti con il mondo scolastico già in essere, in particolare nella gestione del piano integrato di area (PIA) nell'area del diritto allo studio; negli eventi e manifestazioni rivolti al mondo scolastico; nel supporto didattico svolto dal Cred; Organizzare Giornata Verde; Collaborare alla realizzazione dell'infrastruttura telematica tra le scuo.le e proseguire nell'esperienza maturata di RCC di sviluppo di siti web per le scuole. Istituti comprensivi e scolastici del Casentino Amministrazioni comunali Attuare le iniziative programmate L. 90.000.000 per il 1° anno per iniziative concordate con gli istituti scolastici, Giornata Verde, progetto teatro/scuola, rete delle scuole, diritto allo studio Strategia/azione: Intervento: Interventi in campo culturale e sociale Anno inizio intervento: Durata: Riferimenti normativi: Indirizzi, finalità generali, contenuti e articolazioni: 2001 3.4.4. I servizi socio-assistenziali quattro anni Uno dei servizi che presenta caratteristiche tali da giustificare ampiamente - anzi, secondo noi da rendere inevitabile - l'organizzazione di una gestione in forma associata a livello casentinese, con l'esercizio di un ruolo di rilievo anche da parte della comunità montana, sia a livello programmatico che a livello gestionale sono i cd. servizi socio-assistenziali. Anche la normativa di riferimento indica dei percorsi in tal senso: sia le leggi nazionali, i cd. decreti Bassanini (d.lgs 31 marzo 1998, n. 112, art. 128) e la nuova legge quadro sui servizi sociali (legge 8 novembre 2000, n, 328) che le leggi regionali di settore (legge n. 59/97) prevedono, anche espressamente, un ruolo delle comunità montane nella gestione ed erogazione dei servizi e delle prestazioni sociali, e comunque e in ogni caso una spinta e un impulso, anche con incentivi economici, affinchè i comuni procedano alla realizzazione di gestioni associate. Ma anche al di là o meglio oltre i percorsi che le leggi indicano e a cui è necessario adeguarsi, vi sono le esperienze realizzate in Italia nelle gestioni di tali servizi alla persona che confermano quanto l'indirizzo scelto sia necessitato da bisogni organizzativi/gestionali: escluso i centri urbani con esigenze e problemi di diversa portata, nelle altre zone, in particolare dove i servizi socio-assistenziali (Nord Italia, Emilia, Toscana) sono _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 125 _________________________________________________________________________________________ dotati di buona organizzazione e capacità di risposta, la tendenza generalizzata è quella di realizzare gestioni associate di rete in cui coniugare autonomia e efficienza gestionale, superando i limiti comunali mediante modelli che vanno dal consorzio, alla convenzione, alla gestione tramite comunità montana o Asl, ma che comunque permettono in ogni caso di attuare interazioni e cooperazioni a livello intercomunale. Non a caso, fra l'altro, si tratta di una delle materie in cui un numero elevato di comunità montane esercitano funzioni, magari in modo parziale ma ormai storicamente. Già nel precedente periodo di programmazione la comunità montana si era posto quale obbiettivo quello di attuare la gestione associata dei servizi socio-assistenziali: anche se il risultato definitivo non è stato raggiunto ciò però ha reso possibile iniziare un percorso lento, complesso e spesso contraddittorio lungo il quale si sono affermati significativi elementi: - sulla problematica si è sviluppato un dibattito in Casentino, tra le amministrazioni comunali, in comunità montana, tra gli attori del servizio, sia pubblici che privati, tra gli operatori, da cui emerge sempre più chiaramente la necessità di affrontare moltissimi aspetti del servizio in forma associata, ponendo insieme problemi e cercando soluzioni comuni in grado di assicurare servizi di qualità in tutto il territorio; - il percorso fatto negli anni precedenti ha portato alla stipulazione di un accordo di programma tra le amministrazioni comunali, la comunità montana, il servizio sanitario e l’amministrazione provinciale in cui, per la prima volta, si afferma espressamente la volontà di tutti i soggetti di addivenire ad una gestione associata del servizio tramite al comunità montana, - il processo descritto è stato accompagnato da iniziative e incentivi della comunità montana. In particolare: - è iniziato e si è consolidato un investimento economico nei servizi sociali da parte della comunità montana, finalizzato a assicurare supporti finanziari integrativi ai comuni in grado di abbassare i costi eccessivi di alcuni servizi e di evitarne la dismissione o la dequalificazione; - sono state compiute ricerche e analisi sulla gestione dei servizi socio-assistenziali in Casentino, in particolare uno studio realizzato da Irpet e da un gruppo di lavoro costituito dalla comunità montana e dai comuni da cui emergono oggettive necessità di creare forme di cooperazione nella gestione; - vi è stata una sempre maggiore partecipazione della comunità montana alle fasi programmatorie e decisionali del servizio, tramite la partecipazione pressoché istituzionalizzata alla conferenza dei sindaci; Sono anche emerse le difficoltà che si frappongono alla realizzazione di una gestione associata: a parte la necessità _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 126 _________________________________________________________________________________________ Obbiettivi specifici e evidente di un consenso politico esplicito e sostanziale, è la difficoltà ad organizzare la complessità tipica dei servizi socioassistenziali a costituire il maggiore ostacolo. A determinare tale complessità concorrono numerosi fattori e elementi che, schematicamente, possono essere riassunti nei seguenti punti: - la varietà degli attori: il servizio sanitario, i comuni, la provincia, le associazioni non profit, il volontariato etc.. e la necessità di coordinare e orientare l’attività di tutti i soggetti verso l’obbiettivo comune (la soddisfazione del bisogno dell’utente), in una organizzazione che può trovare il suo elemento di unitarietà e efficacia proprio e soltanto nel cd. “customer oriented”; - la varietà degli utenti e delle situazioni di intervento (anche nell’ambito della stessa categoria di utenti) che si presentano in concreto agli operatori sociali e che richiedono analisi e strumenti assolutamente diversificati e complessi; - la difficoltà di poter capire quali e quante sono le reali esigenze dell’utenza, e ad effettuare l’analisi del bisogno; l’individuazione e l’elaborazione e l’attuazione di interventi adeguati; la verifica della capacità reale degli interventi di soddisfare le esigenze dell’utenza; la necessità di garantire l’adattamento continuo e costante dei progetti, delle attività e degli interventi al continuo modificarsi della realtà sociale e ai nuovi bisogni che continuamente emergono. Tutti questi aspetti è necessario tenerli presenti nel prossimo periodo di programmazione, per provare a realizzare un valido modello organizzativo; la varietà e articolazione dei soggetti coinvolti, gli interessi di cui sono portatori e il forte senso di autonomia che li contraddistingue se da un lato costituiscono una ricchezza e una risorsa importante (basti pensare al volontariato, alla società cioè che diventa pubblica amministrazione e sfuma i confini fra chi dà il servizio e chi lo riceve), dall’altro però determinano una scarsissima coesione di fondo del ‘sistema servizi sociali’; da qui la necessità di ricercare elementi di coesione, punti di contatto, comuni denominatori basati sulla comunicazione e interazione e che permettano, nel rispetto e salvaguardia del ruolo e dell’autonomia, di attuare una unitarietà di azione e un’organizzazione efficiente. In tal senso soluzioni fortemente istituzionalizzate, come ad es. l’aggregazione totale delle competenze (e quindi del potere) in capo a un solo soggetto ci sembrano controindicate e in grado solo di suscitare reazioni di rigetto e resistenze più o meno passive ma efficacissime mentre invece, ripetiamo, la convinzione della necessità di cooperare con il contemporaneo abbandono di posizioni di arroccamento nei propri privilegi (garantiti dalla competenza istituzionale) e l’orientamento alla soddisfazione all’utente ‘casentinese’ di tutti gli attori sono l’elemento di base catalizzatore su cui provare a attuare un modello di organizzazione. Ci si propone pertanto di procedere con la massima _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 127 _________________________________________________________________________________________ risultati attesi: celerità ad attuare una gestione associata dei servizi socioassistenziali. Questo è l’obbiettivo primario preposto e da raggiungere nei primi anni di attuazione del programma. In tal senso e sulla base delle valutazioni espresse, riteniamo che sia necessario pensare a una organizzazione che si basi su questi elementi e li valorizzi: - il customer oriented e cioè l’orientamento dell’organizzazione all’utente, ai suoi bisogni, alle sue esigenze e alla sua soddisfazione. Ciò in contrapposizione alla tendenza autoreferenziale della pubblica amministrazione; - la realizzazione effettiva della gestione associata in forme e modelli che escludano a priori scelte totalmente istituzionalizzate ma, al contempo, soddisfino alla necessità di cooperare e interagire in forme coordinate e organizzate e non estemporanee; - la ricerca e il riconoscimento di ruoli e spazi effettivi per tutti gli attori. Rispetto alla situazione attuale l’elemento innovativo proposto è quello di prevedere e istituire formalmente presso la Comunità Montana un ruolo di direzione e coordinamento con funzioni di integrazione, pianificazione generale, omogeneizzazione delle attività, gestione di servizi che trovano la dimensione ottimale (sia per gli aspetti economici che dell’efficacia) a livello sovracomunale e lasciando ai comuni il compito di attuare vari servizi che trovano anche nella dimensione minima una collocazione valida. L’obbiettivo è di attuare tale organizzazione in tempi brevi, in modo da disporre velocemente di una struttura che permetta di dare attuazione alla nuova legge quadro del settore e alle novità anche rilevanti (quali ad es. al cd. sistema dell’accredito) che introduce nella gestione di tali servizi alla persona; e di dar corso alle politiche sociali che elaboreranno le amministrazioni comunali, insieme alla comunità montana e al servizio sanitario. Tra queste, fin da ora ci preme evidenziare l’importanza rivestita per la nostra società dalle politiche per gli anziani e per l’immigrazione, dato che da un lato, l’evoluzione demografica del Casentino è nettamente indirizzata verso l’elevato invecchiamento della popolazione e dall’altro il fenomeno dell’immigrazione è di notevole rilievo, a livelli percentuali tra i più alti in Toscana. In tale prospettiva riteniamo di: - Coordinare e dare impulso alle politiche di immigrazione, promuovendo iniziative concertate in particolare con il mondo scolastico e del volontariato per l'integrazione sociale e culturale ma anche per la riduzione del fenomeno della clandestinità e del lavoro nero, al fine di valorizzare gli aspetti che qualificano l’immigrazione come risorsa economica e culturale; - Incentivare, stimolare e organizzare anche direttamente le _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 128 _________________________________________________________________________________________ Priorità del 1° anno: Soggetti da coinvolgere nell’attuazione: Scopo del finanziamento: Importo finanziamento: iniziative culturali e sociali indirizzate a sensibilizzare e sviluppare la cultura dell’integrazione fra popoli , culture e religioni, per l’integrazione degli immigrati nella nostra società, nell’ambito e rispetto delle regole di legalità e convivenza civile che ci siamo democraticamente dati. - Promuovere una politica degli anziani indirizzata ad assicurare in primis la tutela bisognosi, garantendo la fruizione di servizi sanitari e sociali adeguati e rispettando nella misura massima possibile il legame degli anziani con il proprio territorio, la propria comunità, la propria abitazione; ma anche, in rapporto al cresciuto benessere e conseguentemente, alle cresciute esigenze degli anziani, a sviluppare servizi di carattere sociale, culturale e ricreativo di qualità. Nel 1° anno gli obbiettivi perseguiti sono i seguenti: - Elaborare tramite un gruppo di lavoro tecnico, un progetto di attuazione della nuova organizzazione dei servizi sociali in Casentino, secondo le direttive soprariportate; - Sottoporre la proposta al dibattito delle amministrazioni comunali in sede di conferenza dei sindaci al fine di ottenere il consenso su di un modello da implementare; - Far approvare dai consigli comunali il progetto e gli accordi di programma e le convenzioni che disciplinano il servizio e i rapporti tra i soggetti partecipanti; - Dar corso all’organizzazione del servizio secondo il modello elaborato ponendosi l’obbiettivo di iniziare la gestione nel gennaio 2002; - Proseguire anche nel corso del 2001 il supporto economico della comunità montana ai servizi socio-assistenziali, in particolare per quelli a rilevanza gestionale intercomunale e quelli che rivestono rilevante onerosità per i comuni. - amministrazioni comunali - associazioni del volontariato nel campo dei servizi alla persona, sanitari e sociali contributo al mantenimento di servizi alla persona nel territorio. £. 140.000.000 per il primo anno (oltre a L. 20.000.000 per l’elaborazione del progetto) _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 129 _________________________________________________________________________________________ ALLEGATI All. A - Programma triennale opere pubbliche 2001 – 2003 (L. 11.2.1994, n. 109 e successive modificazioni, art. 14, comma 11) Codice identificativo intervento (allegato 3A) priorità art. 14/3 priorità di cat. ulteriori priorità priorità assoluta CODICI 180182 06 05 09 01 1 0001 1 3 180182 99 05 09 01 1 0002 180182 99 05 09 01 1 0003 1 1 2 1 180182 99 01 09 01 0 0001 180182 01 99 09 01 1 0001 1 1 1 2 180182 01 99 09 01 0 0002 2 180182 09 99 09 01 1 0003 1 5 4 180182 01 09 09 01 1 0004 2 2 180182 03 99 09 01 1 0005 2 3 180182 01 39 09 01 1 0001 1 180182 04 09 09 01 1 0001 1 180182 08 90 09 01 1 0001 1 180182 09 90 09 01 1 0002 1 1 1 1 2 180182 99 40 09 01 1 0001 1 1 ELENCO DESCRITTIVO DEI LAVORI Stima costo (in ml) COPERTURA FINANZIARIA 2001 2002 2003 4 Manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua del comprensorio di bonifica "Fiumi puliti" 2 Manutenzione e ripristino opere di bonifica e di 3^ categoria 1 T. Corsalone – Consolidamento briglia in loc. Ponte Rosso e ricostruzione briglia in loc. Molino di Gabrino in Comune di Bibbiena 12 Adeguamento viabilità Pratomagno - 1° e 2° lotto 3 Sistema di captazione del biogas nella discarica comprensoriale di Fortipiano in Comune di Bibbiena 11 Completamento aree ecologiche nel comprensorio - 1° lotto 9 Ampliamento piazzali per l'Area attrezzata per le raccolte differenziate in loc. Le Tombe in Comune di Poppi 13 Realizzazione centro operativo misto e studio del Piano comprensoriale di protezione civile 6 Recupero, bonifica ambientale ex discarica di ceneri in loc. Pescine in Comune di Bibbiena - Piano della caratterizzazione di sito: D.M. 471 del 2510-1999 7 Realizzazione di sistema integrativo di trasporto merci in Casentino 10 Ristrutturazione uffici sede della Comunità Montana e rifacimento piazzali 5 Completamento canile comprensoriale 8 Ampliamento mattatoio comprensoriale in Comune di Castel San Niccolò 1.050 350 350 350 1.596 600 706 600 447 443 1.750 250 1.000 250 400 350 700 350 350 661 100 50 50 8.496 250 50 200 14 Esecuzione indagini e studi per predisporre l'aggiornamento del programma triennale e dell'elenco annuale 30 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 700 421 140 4.084 250 50 200 2.400 2.012 10 5 15 Comunità Montana del Casentino 130 _________________________________________________________________________________________ Totali 16.033 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 8.000 4.723 3.310 Comunità Montana del Casentino 131 _________________________________________________________________________________________ SOMMARIO CAP 1: I PRESUPPOSTI ......................................................................................................1 1.1. La popolazione ..........................................................................................................2 1.1.1. L’andamento demografico ................................................................................2 1.1.2. Il fenomeno immigrazione ................................................................................4 1.1.3. La popolazione per fasce di età .........................................................................8 1.1.4. La popolazione scolastica................................................................................12 1.1.5. Quadro di sintesi .............................................................................................14 1.2. Le tendenze economiche e il mercato del lavoro ....................................................15 1.2.1. Le tendenze economiche .................................................................................15 1.2.2. Il turismo .........................................................................................................23 1.2.3. Il mercato del lavoro .......................................................................................26 1.2.4. Quadro di sintesi .............................................................................................30 1.3. Il quadro territoriale.................................................................................................31 1.3.1. Il sistema insediativo.......................................................................................31 1.3.2. Il sistema infrastrutturale.................................................................................33 1.3.3. La difesa del suolo...........................................................................................34 1.3.4. I servizi ambientali ..........................................................................................35 CAP 2: LE STRATEGIE.....................................................................................................37 2.1. Gli indirizzi dell’assemblea.....................................................................................37 2.2. Le opzioni politiche fondamentali...........................................................................39 2.2.1. Lo sviluppo sostenibile e l’ambiente come elemento fondativo .....................39 2.2.2. La buona occupazione.....................................................................................40 2.2.3. La concertazione, l'interazione per lo sviluppo integrato................................42 2.3. La strategia istituzionale e dei servizi pubblici .......................................................42 2.4. La strategia territoriale-ambientale..........................................................................45 2.4.1. Pianificazione territoriale ................................................................................45 2.4.2. Infrastrutture e trasporti e ambiente ................................................................46 2.4.3. Aree protette....................................................................................................47 2.4.4. Difesa del suolo...............................................................................................47 2.4.5. Gestione dei rifiuti...........................................................................................48 2.5. Le strategie economiche..........................................................................................48 2.5.1. Industria, commercio e artigianato..................................................................48 2.5.2. Il turismo .........................................................................................................50 2.5.3. Agricoltura e foreste........................................................................................51 2.6. Le strategie culturali, sociali e dell’istruzione.........................................................57 2.6.1. La cultura e le tradizioni locali........................................................................57 2.6.2. Educazione, istruzione e formazione...............................................................59 CAP. 3: GLI INTERVENTI E LE AZIONI........................................................................61 3.1. INTERVENTI IN CAMPO ISTITUZIONALE E PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI ................................................................................61 3.1.1. L’Unione dei Comuni in Casentino.................................................................61 3.1.2. Il catasto del Casentino ...................................................................................65 3.1.3. Ampliamento e potenziamento della rete civica del Casentino.......................67 3.2. INTERVENTI IN CAMPO TERRITORIALE E AMBIENTALE........................71 3.2.1. Bonifica e difesa del suolo ..............................................................................71 3.2.2. Ambiente .........................................................................................................74 3.2.3. Pianificazione territoriale ................................................................................75 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004 Comunità Montana del Casentino 132 _________________________________________________________________________________________ 3.2.4. Infrastrutture e trasporti...................................................................................77 3.2.5. La gestione dei rifiuti soli urbani ....................................................................80 3.3. INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELL’ECONOMIA E DEL TURISMO ........................................................................................................................................82 3.3.1. Le attività produttive e la programmazione negoziata ....................................82 3.3.2. Il SUAP e il marketing territoriale ..................................................................85 3.3.3. Il turismo .........................................................................................................89 3.3.4. La promozione del turismo e dei prodotti di eccellenza [email protected] 3.3.5. Coordinamento e sviluppo delle attività agricole............................................96 3.3.6. Promozione della filiera foresta-ambiente-legno ..........................................102 3.4. INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ CULTURALI, SOCIALI E DELL’ISTRUZIONE...................................................................................................111 3.4.1. Le attività culturali ........................................................................................111 3.4.2. Il Cred e la mediateca....................................................................................116 3.4.3. Il sistema scolastico in Casentino..................................................................121 3.4.4. I servizi socio-assistenziali............................................................................124 ALLEGATI ..................................................................................................................129 All. A - Programma triennale opere pubbliche 2001 – 2003 ..................................129 SOMMARIO ................................................................................................................131 _________________________________________________________________________ Piano di Sviluppo economico-sociale 2001-2004