la grande scommessa
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LA GRANDE SCOMMESSA di Adam McKay (The Big Short) REGIA: Adam McKay. SCENEGGIATURA: Charles Randolph, Adam McKay. INTERPRETI: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, Melissa Leo, Hamish Linklater. FOTOGRAFIA: Barry Ackroyd (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Nicholas Britell. PRODUZIONE: Plan B Entertainment, Regency Enterprises. DISTRIBUZIONE: Universal. GENERE: Drammatico. ORIGINE: USA. ANNO: 2016. DURATA: 100’. Diretto da Adam McKay, finora regista di modeste commedie, interpretate dal comico statunitense Will Farrell, il film racconta di come un gruppo di outsider esperti in finanza si accorse nel 2005 di ciò che le grandi banche, i media e le autorità di regolamentazione del governo si rifiutavano di vedere: l’imminente crisi economica globale preannunciata da una crescente instabilità del sistema, nutrita dalla vendita insensata di pacchetti azionari fraudolenti. Un tema assai complesso, riservato agli addetti ai lavori, misterioso e quasi esoterico per la gente comune che una cosa però l’ha capita benissimo: qualcuno ha truffato tanti poveri cittadini e non ha mai pagato per questa catastrofe i cui effetti si fanno sentire pesantemente ancora oggi. La grande scommessa lancia dunque una sfida altrettanto grande e la vince: quella di fare spettacolo trattando un argomento complesso, di intrattenere con successo il grande pubblico parlando di subprime, Cdo, AAA, bolle immobiliari, tassi variabili, obbligazioni, derivati di copertura. Un vero rompicapo che però non fallisce nel suo intento di tenere incollato lo spettatore alla poltrona. Questo perché il film, serio candidato ai prossimi Oscar e in lizza nel frattempo per i Golden Globe come miglior film, migliore sceneggiatura e le interpretazioni di Christian Bale e Steve Carell, può contare su una struttura narrativa tanto anticonvenzionale quanto geniale, che sembra seguire un interno ritmo hip hop e su un assai convincente ritratto psicologico di tutti i personaggi coinvolti. * Sforzo del regista è quello di farci credere che tutto quello che racconta è vero perché questa storia, tratta dal bestseller The big short (letteralmente “Il grande scoperto”) di Michael Lewis che negli anni Ottanta ha lavorato per una grande banca di Wall Street, ha dell’incredibile. Nel film tutto comincia quando Michael Burry (Christian Bale), eccentrico manager di fondi, esamina migliaia di prestiti individuali legati a mutui ad alto rischio e scopre che i prodotti finanziari sono destinati al default in pochi anni. Una vera e propria bomba a orologeria che spinge Burry a creare strumenti finanziari per mandare in tilt il mercato immobiliare in forte espansione. Lo seguiranno nell’impresa Jared Vennett, giovane e rampante banchiere di Wall Street (Ryan Gosling) che offre al film anche la sua voce narrante, Mark Baum, esperto manager di prodotti finanziari (Steve Carell) con il suo team di analisti, Jamie Shilpey e Charlie Geller, due giovani investitori che sperano di entrare nel giro della grande finanza (Finn Wittrock e Jogn Magaro) e Ben Rickert, un ex banchiere divenuto ambientalista (Brad Pitt). Tutti scommettono contro Wall Street e vincono, arricchendosi ben oltre ogni rosea previsione, ma solo uno tra loro, il personaggio interpretato da Steve Carell, metterà in primo piano la questione morale, tormentato dal senso di colpa di aver contribuito nel mandare in malora un intero Paese. «Perché confessano?», chiede a un certo punto smarrito ascoltando il racconto del mega-raggiro. «Non stanno confessando, si stanno vantando», gli rispondono. Come si apprende alla fine, Burry contatterà l’Fbi per spiegare loro come era stato possibile prevedere il crollo, ma non è mai stato ascoltato. Altri film fino ad ora hanno tentato di spiegare cosa è successo nel 2008. Ma la novità di La grande scommessa sta nell’adottare un tono iperrealistico e nel mescolare dramma e comicità, farsa e indignazione, amarezza e stupore, offrendo allo spettatore una materia straordinariamente densa.