Multilinguismo, CLIL e Innovazione didattica

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Multilinguismo, CLIL e Innovazione didattica
n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 -
EDITORIALE
di Maurizio Gotti, Presidente AICLU
Cari soci, cari amici,
l’uscita di questo numero del
Newsletter segue di pochi giorni il
nostro VII Convegno Nazionale, che si
è tenuto a Bressanone (BZ) dal 7 al 9
luglio 2011.
(continua a pag. 2)
In questo numero:
Editoriale.................................pag. 1
di Maurizio Gotti
“Multilinguismo,
CLIL e Innovazione
didattica”
7-9 luglio 2011
Libera Università di Bolzano
Facoltà di Scienze della Formazione
Bressanone
Report Convegni
e Seminari …………….. …………….3
- Il VII Convegno
AICLU ………………………………..3
- Journées d'étude
«Le français dans
le contexte plurilingue» …………….8
Segnalazioni dai
Centri linguistici……………….....12
- La “Voce” del CILA…………….12
- Scuola di formazione Italiano
L2/LS: competenze d’uso e
integrazione………………………..13
Prossimi eventi………………….14
A pochi giorni dalla conclusione di uno
degli eventi più importanti per l’Associazione
Italiana dei Centri Linguistici Universitari, il VII
Convegno AICLU, pubblichiamo il n° 18 della
newsletter dell’Associazione.
Augurandovi una piacevole lettura e
un’ottima pausa estiva, vi invitiamo ad inviare
notizie e report dai vostri Centri Linguistici in
modo da rendere partecipi tutti i soci delle
iniziative che si sono svolte o che avranno luogo.
La redazione Newsletter AICLU
Progettazione, sviluppo e grafica
a cura di
Ilenia PERNA
(Università degli Studi del Molise)
[email protected]
1
n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 EDITORIALE
di Maurizio Gotti, Presidente AICLU
(dalla copertina)
il X Seminario AICLU, svoltosi il 20 e 21 febbraio 2006, sul tema ““Q
Quuaall èè iill rruuoolloo ddeeii C
CLLA
A
nneellllee ddiiddaattttiiccaa ddeeii lliinngguuaaggggii ssppeecciiaalliissttiiccii??”” e, più recentemente, la III Conferenza dei Direttori e
Presidenti dei Centri Linguistici dell’AICLU, il 27 e 28 marzo 2009.
Anche l’evento di questi giorni è stato particolarmente importante per la vita dell’AICLU.
Infatti, il tema del Convegno, ““M
Muullttiilliinngguuiissm
moo,, C
CLLIILL ee iinnnnoovvaazziioonnee ddiiddaattttiiccaa””, ha focalizzato
l’attenzione e la discussione dei partecipanti su tre temi chiave per i Centri Linguistici:
A. il multilinguismo: un tema che vede ogni giorno i CLA impegnati nella difesa e nella
didattica delle varie lingue, ormai universalmente considerate strumenti indispensabili di
comunicazione e di istruzione sia nell’ambito della formazione che del mondo del lavoro. Il crescente
fenomeno dell’internazionalizzazione sia a livello accademico che professionale ha imposto ormai da
anni una formazione plurilingue dei nostri laureati.
B. Il CLIL è un’importante innovazione didattica che coniuga l’acquisizione delle competenze
disciplinari con il rafforzamento delle competenze linguistiche. Anche in questo caso l’AICLU è del
tutto attrezzata nella promozione di questa pratica didattica, che è stata già ampiamente sperimentata
in diversi dei nostri centri. Ora un programma ministeriale vede coinvolti i CLA nell’accertamento e
nella formazione linguistica dei docenti di materie non-linguistiche affinché possano poi essere
impegnati in corsi CLIL. Sia nel campo dell’accertamento che dell’insegnamento delle competenze
linguistiche l’esperienza dell’AICLU e dei suoi soci è ormai consolidata e potrà quindi essere di
valido supporto per la diffusione della metodologia CLIL.
C. L’innovazione didattica è una costante dell’attività dei soci dell’AICLU, che hanno
sempre dedicato sforzi e risorse alla sperimentazione di nuove tecniche didattiche e di metodi
d’insegnamento innovativi. Nei vari statuti dei CLA, infatti, è enfatizzata l’importanza della
sperimentazione nella ricerca didattica. Tale principio è stato alla base del successo dei CLA, che per
primi hanno sperimentato e adottato nuove tecnologie e tecniche innovative per migliorare e rendere
più efficace l’acquisizione delle lingue.
Siamo quindi grati al CLA di Bolzano di avere scelto questi argomenti – così importanti e
vitali per i CLA – come tematica di base per il nostro Convegno. Il nutrito dibattito e la presentazione
di interessanti relazioni in quel consesso è la prova sia della rilevanza che dell’attualità di questi temi.
Di tutto ciò vogliamo ringraziare i soci che hanno partecipato al Convegno, ma in particolare i
colleghi del CLA di Bolzano che hanno organizzato così bene l’evento, che si è dimostrato un vero
successo sia dal punto di vista accademico che sociale.
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 -
REPORT CONVEGNI E SEMINARI
 VII Convegno AICLU
“Multilinguismo,
CLIL
e
innovaizone
didattica”, 7-9 luglio
(di Eugenia MASCHERPA e Ian ROBINSON,
CLA, Università della Calabria)
-------------Il VII Convegno AICLU, organizzato dalla
Libera Università di Bolzano, si è tenuto nella
Facoltà di Scienze della formazione con sede a
Bressanone nei giorni 7, 8 e 9 luglio.
Non poteva essere scelto scenario migliore:
un posto ideale per un convegno sul tema
“Multilinguismo,
CLIL
e
innovazione
didattica”, non soltanto per la bellezza naturale,
ma anche per la tradizione multilinguistica del
luogo. Il convegno, molto ben organizzato, è
stato di notevole interesse: tutti gli interventi in
programma sono stati pertinenti e hanno
stimolato la discussione dei temi oggetto del
Convegno, mostrando un’ampia rete di ricerca e
di sperimentazione didattica portata avanti dai
CLA.
Gli interventi sono stati suddivisi in sei aree
tematiche:
- Testing
- CLIL
- Multilinguismo e internazionalizzazione
- Español come lengua extranjera
- Italiano L2
- Innovazione didattica.
Ad aprire i lavori del Convegno nell’Aula
Magna è stato il Presidente dell’Associazione
Italiana dei Centri Linguistici Universitari, prof.
Maurizio GOTTI. Nella sua prolusione ha
parlato della necessità di pensare a corsi di
formazione per docenti CLIL erogati
direttamente nei CLA.
Il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca
lo ha chiesto espressamente, nonostante i tagli
sui fondi destinati alle Università.
[email protected]
Un paradosso o una sfida? Secondo
Gotti, si tratta certamente di una sfida che i
CLA devono affrontare perché il progetto
possa
avere
la
qualità
garantita
dall’esperienza della ricerca e della didattica
dei CLA.
Ogni giornata è stata aperta da un
intervento plenario. La prima relazione
plenaria, CLIL universitario: una risposta
europea per l’inclusione della diversità
linguistica, è stata presentata da Rita
FRANCESCHINI, ex-rettore della Libera
Università di Bolzano. Nel suo intervento ha
ripercorso la storia del CLIL a livello
universitario, presentando l’esperienza della
Libera Università di Bolzano. Molti sono
stati gli aspetti e i problemi toccati nel suo
contributo, ripresi nelle relazioni successive.
Anche lei ha chiuso in accordo con Gotti,
affermando che i CLA devono farsi carico
della formazione dei futuri docenti CLIL. I
futuri insegnanti devono essere ben
preparati, dal momento che il CLIL non è
soltanto un metodo, ma è un cambiamento
del sistema di istruzione, perlomeno
italiano.
Chris TAYLOR, Università degli Studi di
Trieste, ha tenuto la seconda relazione
‘CLIL
twixt
plenaria
dal
titolo
multingualism and innovation’. Nel suo
intervento ha chiesto, in maniera
provocatoria, se la crisi economica stia
travolgendo il sogno europeo del
multilinguismo. Dopo un breve excursus
sulle cose che sono state realizzate in favore
del multilinguismo e le tante che ancora
rimangono da fare, ha analizzato la
situazione frammentaria in Italia. Taylor ha
terminato la sua relazione presentando una
proposta CLIL che fa uso dei sottotitoli in
filmati scientifici.
L’u
ultimo intervento plenario è stato quello
ne,
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 di Nick BYRNE, London School of
Economics, che, con il suo modo energico e
divertente, ha esplorato la realtà del
multilinguismo in diversi contesti, specialmente
quello britannico. Nel suo contributo, ‘The
Multi-lingual Mirage – reality or reality
check?’, ha sostenuto l’argomento per una
‘language policy’ (una politica delle lingue) da
avviare nei centri linguistici che tenga conto
anche del lato economico e non solo
pedagogico.
Le aree tematiche sono state distribuite in
ben 14 sessioni. Per ragioni di spazio e, perché
no, di suspense – così sarà più desiderata
l’uscita degli atti – ne riportiamo una breve
sintesi raggruppata per aree tematiche.
Iniziamo con il Testing. Daniela FORAPANI
e Greta BERTOLOTTI, Università degli studi di
Parma, con il loro contributo ‘Ricerche nella
progettazione di un test di piazzamento in
lingua italiana per gli studenti Erasmus di
madrelingua romanza’, hanno presentato uno
studio
longitudinale
condotto
assieme
all’Università di Bolzano su studenti Erasmus di
diversa provenienza che devono imparare
l’italiano. Lo studio ha prodotto un testing
adatto ad apprendenti di area germanica, slava e
romanza. Il merito è di aver eliminato il
problema dei falsi posizionamenti degli
apprendenti di lingue romanze nei livelli del
CEFR.
Nell’ambito del testing non poteva mancare
una presentazione della Certificazione di Lingua
italiana dell’Università per stranieri di Siena.
Con ‘Gli esami della Certificazione di Italiano
come Lingua Straniera – CILS entro i Centri
Linguistici italiani e stranieri: risultati e
proposte’, Laura SPRUGNOLI, Anna BANDINI,
Beatrice STRAMBI e Carla BAGNA, Università
per stranieri di Siena, hanno presentato
un’analisi dettagliata in diacronia degli esami
CILS nei centri linguistici universitari. Il
contributo si è soffermato sulla validità
scientifica e sulla lunga esperienza nel testing
del Centro CILS di Siena, qualità che ne hanno
permesso una crescente diffusione a livello
[email protected]
nazionale e internazionale.
Numerosi sono stati i contributi
presentati sul CLIL, in sintonia con la
politica comunitaria e, finalmente, anche
italiana, pur nei suoi limiti legislativi.
Alcuni relatori hanno presentato esperienze
dirette
di
apprendimento
CLIL
evidenziandone alcune caratteristiche, come
ad esempio la necessità di infrangere il tabù
di non poter usare la lingua madre in una
classe CLIL. Rita KUPETZ, Università
Leibniz, Hannover, ha presentato la sua
esperienza in Germania in cui ha usato
entrambe
le
lingue
L1
e
L2,
differenziandone i contesti d’uso: la L1
serviva a negoziare i significati di un testo
nella L2, mentre la L2 era usata per gestire
la lezione. I risultati dell’esperienza
incoraggiano a introdurre in una parte della
lezione la lingua madre degli apprendenti.
Anna DE MEO e Giuseppina VITALE,
Università
degli
Studi
di
Napoli
“L’Orientale”, hanno illustrato un’originale
proposta CLIL attraverso l’uso della
piattaforma Moodle. Il corso online è
progettato per studenti sinofoni come
rinforzo del corso di Glottodidattica. Le
attività prevedono, oltre ai consueti esercizi
sul lessico specialistico, anche pratica sugli
atti linguistici, in particolare la cortesia,
attraverso l’analisi di sequenze filmiche.
Ivana MARENZI, Leibniz University
Hannover, ha presentato due corsi CLIL
tenuti in Germania e in Italia in cui gli
studenti hanno usato il LearnWeb2.0. La
modalità offerta dal web ha reso
l’apprendimento attivo e creativo tanto da
suggerirne l’utilizzo in progetti futuri.
Nella sua presentazione Edward BESSAN,
Oxford Brookes University, UK, ha
dimostrato come sia possibile rendere gli
studenti più attivi nel ruolo di ‘esperti’. Un
gruppo internazionale di studenti ha lavorato
insieme in inglese in modo intra-dipendente
nell’ambito di studi di economia. I risultati
sono stati ottimi grazie alla motivazione
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 degli studenti coinvolti.
L’aspetto della valutazione è stato
esplorato da tre contributi, di cui due
presentati dallo stesso relatore per
un’imprevista assenza.
Fabrizio MAGGI, Università di Pavia, ha
infatti svolto un doppio lavoro unendo la
sua presentazione e quella di Anthony
BALDRY, Università di Messina. I due
contributi trattavano lo stesso tema:
valutazione e CLIL. Maggi ha esordito con
la rassegna di vari progetti europei dalla
prospettiva della valutazione. Dopo una
riflessione sulla tassonomia di Bloom, la
presentazione è proseguita con il
suggerimento che usare l’autovalutazione e
la valutazione fra pari rende lo scaffolding
uno strumento non più necessario nell’aula
CLIL.
L’aspetto della discussa competenza del
CLIL – docente di lingua o docente della
disciplina - è stato energicamente introdotto
da Y.L. Teresa TING, Università della
Calabria, che ha dimostrato come
l’insegnante CLIL non di lingua possa
sfruttare i metodi di insegnamento di una
L2 in un’aula CLIL. Il cuore del contributo,
‘CLIL, much more than the sum of its
parts: an exam ple from CLIL-Science’, si
racchiude nell’osservazione, documentata
da molti esempi, che lo scaffolding usato da
un insegnante di lingua nella praxis
potrebbe aiutare a progettare la lezione di
un insegnante di materia in un ambiente
CLIL.
Katherine ACKERLY,
Università di
Padova, nella sua presentazione di
un’esperienza CLIL nella facoltà di
Ingegneria del suo Ateneo, si chiede se c’è
bisogno di un supporto linguistico maggiore
per gli studenti e, naturalmente, per i
docenti non di lingua che devono insegnare
in una L2. I risultati soddisfacenti del corso
indirizzano verso soluzioni che mettono
l’accento sulla collaborazione con i centri
linguistici.
[email protected]
Lauretta
D’ANGELO,
Università
di
Saragozza, ha presentato un contributo
sull’iidentità del docente CLIL di disciplina non
linguistica. La ricerca dottorale mira a tracciare
un profilo del docente CLIL che possa tener
conto del suo vissuto quotidiano e della sua
esperienza, perché dalle analisi dei questionari
le epifanie sono delle variabili importanti nella
scelta di diventare docente CLIL pur non
insegnando
lingua.
Adriana
Teresa
DAMASCELLI, Università degli Studi di Torino,
ha chiuso l’area tematica dedicata al CLIL con
una relazione dal titolo ‘Scuola e Università in
sinergia: insegnamento e apprendimento in
ambiente CLIL’. Il contributo ha illustrato il
ruolo del Centro Linguistico di Torino nella
formazione degli insegnanti CLIL. Per finire
non poteva mancare una disamina della
situazione delle Università italiane sul tema del
CLIL. Ci hanno pensato Francesca COSTA e
Jim COLEMAN, Faculty of Education and
Language Studies, The Open University, UK.
Costa ha presentato una rassegna dei
programmi ILCHE realizzati negli ultimi dieci
anni nelle Università italiane. I risultati
dell’indagine mostrano quanto sia eterogenea
ancora la situazione italiana e, soprattutto, pur
nella crescita rilevante di corsi CLIL, come non
si rifletta ancora abbastanza sul binomio lingua
e contenuto. In genere la lezione CLIL è intesa
come un trasferimento di contenuto della
lezione da una lingua all’altra.
Molto accesa è stata la discussione su quale
docente abbia le competenze per insegnare in
ambiente CLIL: docente di lingua o docente
della disciplina? La soluzione ottimale proposta
da tanti in sede di discussione è sempre per il
lavoro di tandem, ma se così non potrà essere,
allora forse è meglio optare per un docente della
disciplina con una solida formazione anche in
glottodidattica.
L’area
del
Multilinguismo
e
Internazionalizzazione ha visto cinque
interventi. Ha iniziato Christoph NICKENIG,
Libera Università di Bolzano, presentando un
contributo dal titolo ‘L’implementazione di un
modello
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 nuovo modello trilingue presso la Libera
Università di Bolzano’. Il modello prevede il
livello B2 in due delle tre lingue
d’insegnamento come soglia per accedere ai
corsi di laurea trilingue. In uscita è richiesta la
certificazione delle competenze linguistiche,
presupposto per l’ammissione alla laurea.
Daniela FORAPANI, Università degli studi di
Parma, e Vera NIGRISOLI Wärnhejelm,
Università di Falun (Svezia), con una relazione
dal
titolo
‘Esperienze
didattiche
e
internazionalizzazione
nell’apprendimento
online delle lingue straniere a livello
universitario’, hanno presentato il materiale e i
metodi didattici usati nei corsi d’italiano
standard e di italiano per scopi specifici online
dell’Università di Falun.
Sile O’HORA, Università di Trento, dopo
un’interessante discussione in cui ha spiegato
come sono strutturati i corsi nella Facoltà di
Sociologia, ha presentato l’incremento per la
forte richiesta di internazionalizzazione di corsi
di inglese per scopi specifici (ESP) e corsi di
inglese per scopi accademici (EAP). Ha
rilevato, inoltre, come corsi di questo tipo
dovrebbero essere sempre più importanti per le
università in modo da permettere l’accesso ai
Master in lingua inglese agli studenti.
‘Academic
English
in
L’intervento
internationalisation program s’ di Cristina
MARIOTTI, Università di Pavia, ci ha fatto
riflettere sull’uso del termine ‘English as a
lingua Franca’, e ha suggerito che spesso
potrebbe essere meglio espresso come ‘English
as a Medium of Instruction’ per i corsi
all’università.
Durante
l’intervento
ha
sottolineato la necessità per i docenti che
offrono un corso in una lingua che per loro è
una L2 di avere un adeguato addestramento.
Elisabeth WIPPEI, Università di Napoli –
Federico II, ha parlato del ‘Modello di
multilinguismo: Erasmus Mundus’, un
programma di mobilità nel quale studenti
provenienti da vari paesi studiano insieme in
quattro lingue. La passione con cui ha illustrato
il suo contributo ha trasmesso la gioia da lei
[email protected]
provata nell’essere stata coinvolta in
un’esperienza così avvincente.
Due sono stati i contributi sulla lingua
spagnola LS.
Itziar DÍAZ-TELENTI e Maria Eloína
GARCÍA GARCÍA, Università degli studi di
Trieste, hanno illustrato l’importanza del
supporto
delle
nuove
tecnologie
nell’insegnamento delle lingue. La loro
proposta didattica si è basata sulla creazione
di una webquest indirizzata a studenti
italiani che dovevano partire per la Spagna
in Erasmus. La novità consiste nel far
descrivere agli apprendenti, divisi in gruppo
e seguiti dal tutor, aspetti amministrativi,
sociali e culturali della Spagna.
Fernanda SANTARRONE, Università degli
studi di Verona, e Federico SILVAGNI,
Universidad Complutense de Madrid, hanno
proposto un modello tripartito per
l’insegnamento e l’acquisizione dell’uso di
ser ed estar da parte di studenti con
spagnolo come L2. Il modello parte dalla
differenza tra “predicazione di individuo” e
“predicazione di stadio” e mira ad
un’acquisizione cosciente e formale dell’uso
di questi due verbi sin dai primi livelli.
L’iitaliano L2 ha visto cinque interventi
di cui tre legati al tema delle nuove
tecnologie e due alla formazione degli
insegnanti di lingua italiana L2 o LS.
Eugenia MASCHERPA, Università della
Calabria, ha presentato un’esperienza –
ancora in corso - di e-learning con
apprendenti di italiano L2. Il modello si
basa sull’apprendimento informale che
mette al centro del processo gli apprendenti,
registi del loro sapere. Il contributo esplora
le potenzialità del metodo e delle tecnologie
del
Virtual
Learning
Enviroment
declinandone limiti e pregi e proponendo
sviluppi futuri.
Alessandra VITALI, Università degli
studi di Roma “Foro Italico”, ha presentato
un’esperienza
di
insegnamento
L2
attraverso Facebook.
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 I risultati sono stati soddisfacenti per la
partecipazione degli apprendenti che hanno
effettivamente costituito una comunità di
pratica.
Il progetto uni-tandem è stato presentato
da Claudia PROVENZANO, Libera Università
di Bolzano. Il progetto nasce dall’esigenza
di migliorare la situazione di bilinguismo
imperfetta presente a Bolzano. Il metodo
tandem ha dato un grande contributo alla
motivazione degli apprendenti, incidendo
sulla convivenza, e migliorandone le
competenze linguistiche.
Giovanna BRESCIANI, Silvia GILARDONI,
Luisa SARTIRANA, Università Cattolica del
Sacro Cuore, hanno presentato la
form azione di insegnanti L2 in scuole
d’infanzia tedesche realizzata dal Centro
Linguistico dell’Università. Durante la
relazione sono stati presentati i materiali
elaborati durante il corso di formazione e i
risultati in termini di esperienza e
gradimento dei corsisti.
In ultimo, Wang FUSHENG, Università
degli studi di Trieste, nel suo contributo, ha
fatto una disamina della situazione
linguistica in Cina e del posto occupato
dall’italiano rispetto ad altre lingue.
Inoltre, ha posto l’accento sul problema
dell’apprendimento dell’italiano da parte di
studenti sinofoni da superare attraverso la
ricerca di modelli pedagogici più confacenti
al tipo di apprendente e sulla migliore
formazione degli insegnanti di lingua
italiana L2 o LS.
Infine, l’area Innovazione Didattica ha
contato tre contributi, tutti incentrati
sull’apprendimento attivo e creativo degli
studenti.
Fiona DALZIEL e Gillian DAVIES,
Università di Padova, hanno discusso del
vantaggio di usare un forum virtuale per
incoraggiare gli studenti ad interagire sui
vari temi tratti dalla versione CercleS dello
European Language Portfolio. Ad esempio
sul tema del dialetto come lingua di casa
gato a una componente di identità e cultura,
[email protected]
legato a una componente di identità e cultura,
gli studenti hanno avuto un’attiva discussione
online.
Ian ROBINSON, Università della Calabria, ha
proposto di “fare lingua” attraverso le
presentazioni orali: Presenting Presentations.
L’esperienza ha dimostrato che gli
apprendenti, concentrati sulla risoluzione del
compito “fare una buona presentazione” che
tenga conto di diversi fattori quali la cinestesia,
la voce, la chiarezza del messaggio e il corretto
uso dello strumento tecnologico, raggiungono
risultati soddisfacenti. L’area è stata chiusa da
Simone TORSANI, Università di Genova, che ha
presentato la piattaforma CLiRe, un prototipo
realizzato dall’Università di Genova con
finanziamenti europei. La piattaforma di
apprendimento è un Centro Linguistico virtuale
in cui gli apprendenti possono decidere di
scegliere la lingua da apprendere e attraverso un
test di posizionamento sono inseriti in un livello
del CEFR. . Ogni corso è un sistema articolato e
strutturato in grado di guidare l’apprendente al
recupero e al rinforzo, laddove necessario,
oppure al passaggio ad un altro livello.
La discussione nell’assemblea finale ha
rilevato la bontà degli interventi e la loro
varietà, indice di una incessante ricerca didattica
nei Centri linguistici italiani.
Le potenzialità di ciascun centro potrebbero
essere amplificate dal potenziamento della rete
per affrontare il futuro con maggiore serenità e
sapienza nell’aggirare i problemi di natura
economica e legislativa. Un primo aspetto di
una rinnovata unione potrebbe essere dato
dall’accordo nell’istituire un modello di esame
unico per tutte le sedi, in modo da avere
validità nazionale ed europea attraverso il
riconoscimento del Cercles. L’idea è stata
gradita, così si è costituito il gruppo di lavoro
che scriverà le linee guida del modello. Il
Convegno si è concluso con l’augurio di vedere
multilinguismo e CLIL proliferare in futuro, in
ambienti tradizionali e tecnologici.
Arrivederci al prossimo Convegno AICLU!
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011  Journées d'étude
««LLee ffrraannççaaiiss ddaannss llee ccoonntteexxttee pplluurriilliinngguuee»»
18 e 19 febbraio 2011
(di Cristiana CERVINI, CILTA Università degli
Studi di Bologna)
--------------------------Le giornate di studio «Le français dans le
contexte plurilingue» organizzate dal CILTA
“Centro Interfacoltà di Linguistica Teorica e
Applicata L. Heilmann” in collaborazione con il
DO.Ri.F. Università, l'Associazione Italiana Centri
Linguistici Universitari (AICLU), l'Ambasciata di
Francia, il Dipartimento di Lingue e Letterature
Straniere Moderne, la Facoltà di Lingue e
Letterature Straniere dell'Università di Bologna, le
Università di Macerata, Perugia, Torino ed i loro
Centri Linguistici di Ateneo,
sono state un
momento fecondo di incontro e scambio costruttivo
tra tutti i diversi protagonisti della didattica
universitaria: professori, ricercatori, collaboratori
esperti linguistici, direttori, personale tecnicoamministrativo e tutor. Questo incontro, pur
partendo da motivazioni e problematiche legate
all’apprendimento di una specifica disciplina quale è
la lingua francese, si è spontaneamente configurato
come un momento di riflessione approfondita,
plurale e condivisa attorno alla specificità
istituzionale dei centri linguistici d’ateneo e al ruolo
del personale che in essi opera. È emerso con forza
e con evidenza che i centri linguistici, agendo sia in
una direzione intra-universitaria per il rapporto che
intrattengono con le altre strutture dell’Ateneo, sia
extra-universitaria, per le relazioni instaurate con le
istituzioni nel territorio, portano avanti un progetto
culturale molto forte che spesso rimane tacito ed
implicito ma che ha tutta la forza per assumere un
ruolo eloquente e pertinente negli attuali processi di
riforma e riassetto del sistema universitario. I centri
linguistici dimostrano infatti di operare come luoghi
di erogazione e somministrazione di servizi rivolti
agli studenti, al personale e alle istituzioni del
territorio, come centri di ricerca e
sperimentazione nell’ambito della linguistica
applicata e della didattica della lingua e, infine,
[email protected]
come centri di risorse linguistiche per
l’apprendimento autonomo che, ispirandosi
ai CRL “Centres de Ressources
o
Linguististiques”
CAA
“Centre
d'Apprentissage en Autonomie” radicati
tradizionalmente nel tessuto sociale
francese/francofono, hanno le potenzialità
per promuovere la formazione permanente
e, dunque, valorizzare l’educazione e
l’apprendimento
come
veicoli
di
integrazione e avanzamento sociale.
Le due giornate hanno visto sei momenti
principali che descriviamo nei loro tratti più
salienti.
La prima sessione della giornata
“Rénover, diversifier la didactique du
français, créer, mutualiser les ressources”,
coordinata dalla Prof.ssa Anna Mandich e
dal Prof. Sergio Poli, ha visto l’intervento
delle dott.sse Orsola BRIZIO, Rachel
GASSER, Brigitte NOIRHOMME, Cristiana
CERVINI, del dott. Simone TORSANI,
Yannick HAMON e del Prof. Sergio POLI.
Gli interventi della prima sessione sono
stati incentrati sulle tecnologie che
caratterizzano gli attuali processi di
insegnamento ed apprendimento linguistico.
Le tecnologie sono state sin dal 2000
funzionali e centrali nel fornire una risposta
alle istanze della riforma universitaria del
1999. Al centro della attuale rinnovata
riflessione scientifica e didattica sull’uso
delle
tecnologie
nell’apprendimento
linguistico, i principi allora innovativi dell’
“anytime, anywhere” sembrano essere oggi
dati per scontato. Agiscono invece da forza
trainante nella nuova progettazione elearning e blended learning i principi di
interazione,
centralità
del
discente,
apprendimento
collaborativo,
cocostruzione ed accessibilità informatica.
La scelta della piattaforma di stampo
socio-costruttivista
Moodle
sembra
accomunare molti CLA. Nell’epoca in cui
nascono centri linguistici virtuali in rete – è
il caso ad esempio del CLIRE
dell’Università di Genova – e in cui si atti 8
n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 vano dottorati interdisciplinari di Lingue,
Culture e Tecnologie, ci si interroga anche
sulle competenze e sul ruolo che
l’insegnante
–
tuteur,
concepteur,
intégrateur, facilitateur ecc. – è chiamato ad
assumere nei nuovi modelli didattici.
La prima sessione del pomeriggio
“Qualifier, certifier les enseignements et
les compétences” è presieduta dalla
dott.ssa Mathilde ANQUETIL e ha dato
spazio agli interventi delle dott.sse Jessica
Marie-Thérèse
MAURER,
THONN,
Catherine JAEGER.
La
relazione
sul
seminario
internazionale “Guidelines for Quality
Assessment” promosso da CERCLESAICLU e tenutosi a Frascati lo scorso
novembre 2010 ha aperto la riflessione sulla
valutazione della qualità nei centri
linguistici, in particolare rispetto ai criteri
ed ai parametri che si devono adottare in
questo
contesto.
La
griglia
di
autovalutazione
“Self-Assessment
Checklist” è stata progettata specificamente
per i centri linguistici con lo scopo di
agevolarli nel valutare in modo esaustivo
ed onnicomprensivo la qualità dei processi
e dei servizi erogati. Si prosegue con la
presentazione del forte impegno in materia
di politica linguistica e di valutazione
portato
avanti
dalla
Francia
nell’elaborazione della certificazione CLES
e della Germania con il sistema di
accreditamento
UNICERT.
Queste
certificazioni
linguistiche
per
nonspecialisti, frutto di progetti di ricerca e
lavoro pluriennali,
pur ispirandosi e
rifacendosi al “Quadro Comune Europeo di
Riferimento per le Lingue” a garanzia della
loro
validità
ed
interoperabilità
internazionale, conservano una autonomia
statutaria che consente loro di dare risposte
puntuali e coerenti con le esigenze
formative e valutative interne e di essere
riconosciute da tutte le istituzioni educative
nazionali.
[email protected]
La seconda sessione del pomeriggio
“Promouvoir les synergies entre acteurs de la
diffusion du français” coordinata dalla prof.ssa
M. B. Vittoz, ospita gli interventi della prof.ssa
Maddalena DE CARLO e del dott. Johannes
KURZEDER.
Il Centro Linguistico dell’Università di
Cassino si propone come laboratorio di ricerca,
formazione e sperimentazione nell’ambito della
didattica delle lingue, delle tecnologie
educative, dell’analisi linguistica - con
particolare attenzione alla linguistica dei
corpora - dello sviluppo e della ricerca sui
progetti di intercomprensione linguistica
(Galatea, Galanet, Galapro), grazie alla
cooperazione
locale,
istituzionale
e
internazionale. Segue la presentazione da parte
del dott. Johannes Kurzeder dell’associazione
dei
lettori
di
tedesco
in
Italia
”DeutschLektorInnen”, del loro sito –
http://www.deutschlektoren.it e delle loro
attività principali.
L’ultima sessione della giornata si intitola
“Quelles synergies avec le territoire, les
associations culturelles, les agences de
certification?” ed è presieduta dalla Prof.ssa
Marie-Christine Jamet. Gli interventi sono a
cura delle dott.sse Bernadette DUPOUTS,
Suzanne FERNANDEZ, Mathilde ANQUETIL e
Anne MARIJNEN.
L’Università Politecnica delle Marche
presenta i servizi e l’organizzazione del proprio
C.S.A.L.
“Centro
Supporto
per
l’Apprendimento delle Lingue”, luogo in cui gli
studenti possono sostenere gli esami per il
conseguimento delle certificazioni Delf e Dalf e
descrive le tappe e le ragioni che hanno portato
ad adottare la certificazione esterna per studenti
non-specialisti abbandonando gli esami interni
tradizionali. Anche il CLA di Cagliari presenta
la propria offerta formativa per la lingua
francese finalizzata alla preparazione delle
certificazioni DFP e DELF in collaborazione
con l’Alliance Française. Il ruolo del lettore di
scambio viene valorizzato come trait d’union
tra l’Università, l’Alliance Française e le
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 Associazioni LEND, ANSAS e URS.
La
centralità
della
formazione
linguistico-culturale degli studenti Erasmus
e della mobilità in generale trova ampio
spazio nella proposta di costituire un
gruppo di lavoro per progettare un manuale
o un sito che raccolga e consenta di
condividere
e
scambiare
risorse
pedagogiche digitali e cartacee.
L’obiettivo di fare rete, di fare sistema
per condividere le esperienze di formazione
all’estero emerge anche nel progetto
–
Campus
France-Italia
http://italie.campusfrance.org.
L’Agence Nationale pour la promotion
de l’enseignement supérieur français à
l’étranger ha come missione la promozione
della formazione superiore francese nel
mondo offrendo agli studenti un servizio
completo – organizzativo, culturale,
formativo, finanziario – dalla richiesta di
informazioni, alla progettazione del viaggio
fino al ritorno nel paese di origine.
La seconda giornata si apre con la
tavola rotonda “Le français, acteur d’une
dynamique plurilingue dans les CLA?”
coordinata dalla Prof.ssa Danielle LÉVY e
ricca di interventi sul ruolo politico, sociale
e didattico della lingua francese come
lingua plurale ed espressione di una
complessa
pluralità
socio-culturale
impossibile da disgiungere dalla storia
coloniale e post-coloniale dei suoi parlanti e
dalla articolata dialettica con tutte le realtà
del mondo francofono. Di fronte alla
preminenza e pervasività della lingua
inglese e alla cosiddetta “crisi” del francese
– o forse sarebbe meglio dire della crisi di
una visione politica della lingua francese
nel periodo post-coloniale - il francese
sembra trovare con molta determinazione
una forte identità nelle espressioni della
pluralità della francofonia, nella nozione di
métissage, nelle politiche interculturali e
multiculturali,
nella
sua
funzione
mediatrice, nel suo essere risorsa plurale e
polifonica (prof.ssa LÉVY).
[email protected]
Fra gli approcci plurali alla formazione
linguistica (CLIL, Eveil aux langues…), i
progetti di intercomprensione promuovono ed
incoraggiano la comunicazione plurilingue in
cui ogni cittadino possa esprimersi nella propria
lingua riuscendo a comprendere quella degli
altri. Questo approccio, tecnico, didattico e
politico, sprona a perseguire la volontà del
plurilinguismo evitando che un solo idioma
assuma una egemonia economica, politica e
culturale (Prof.ssa Marie-Christine JAMET).
Le varianti e le diversità che caratterizzano
la
lingua
francese
nella
francofonia
costituiscono una grande ricchezza nella
didattica del FLE. Perché il francese possa
diventare o ridiventare lingua di scambio e
lingua della pluralità come auspicato da tutti, la
lingua francese deve ripensare il suo rapporto
con la storia e liberare la didattica del FLE dal
“traumatisme de la décolonisation” come le
antiche colonie si sono dovute liberare dal
“traumatisme de la colonisation” (Prof.ssa
prof.
Paola
PUCCINI,
Jean-François
PLAMONDON).
La lingua francese, insegnata e parlata in
tutto il mondo, ha una forte connotazione
geografica esagonale in cui la norma parigina
viene presa come unico punto di riferimento ed
in cui le varianti diventano deviazione dalla
norma standard da segnalare o, peggio, da
sanzionare. Rinnovare la didattica del FLE
lasciando più spazio e dando più valore alle
varietà lessicali, fonetiche, morfologiche può
diventare un veicolo di apertura e promozione
dell’alterità? Come conciliare un approccio
normativo
comunque
indispensabile
all’apprendente inesperto con una visione
descrittiva, plurale ed allargata che eviti i
particolarismi? (dott. Hugues SHEREEN).
L’Università di Torino sta assistendo ad un
fenomeno nuovo e recente che vede
l’incremento importante di studenti plurilingui
francofoni, in particolare presso la Facoltà di
Lingue. Questo incremento sprona ad una
riflessione accurata e ad un ripensamento delle
modalità adottate nell’insegnamento della
lingua francese.
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 Il contesto diventa più ricco ma anche più
articolato: la disparità nelle competenze fra gli
studenti magrebini e gli studenti camerunensi,
ivoriani, senegalesi così come il rapporto
spesso problematico che questi studenti
intrattengono con la lingua francese sprona i
docenti ed i decisori ad aprirsi a nuove
metodologie e a sperimentare nuove pratiche
(dott.ssa Marie-Berthe VITTOZ).
Le giornate di studio si concludono con un
simposio dei responsabili della didattica del
francese nei CLA e con una assemblea dei
lettori, CEL e tutor.
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 -
SEGNALAZIONI dai CENTRI LINGUISTICI
 Dal CILA dell' Università L’Orientale di NAPOLI
LLaa ““VVooccee”” ddeell C
Ciillaa
(di Anna De Meo, Direttore CILA)
Nei mesi di maggio e giugno il Centro Linguistico dell’Università degli studi di Napoli
“L’Orientale”- CILA, in collaborazione con il Gruppo di Studio della Comunicazione Parlata della
SLI, ha organizzato due eventi connessi allo studio della “voce”: un convegno internazionale e un
corso di formazione.
Il convegno “Aspetti ritmico-prosodici nell’italiano L2” si è svolto nei giorni 5-6 maggio e
ha visto la partecipazione di studiosi italiani e stranieri, sollecitati a riflettere e confrontarsi su
diverse problematiche connesse allo sviluppo della competenza soprasegmentale del parlato in
italiano L2, spesso determinante nella corretta interpretazione del significato e della funzione di un
enunciato, ma ancora oggetto di scarsa attenzione in Italia. Partendo da un rigoroso approccio
sperimentale, il tema è stato affrontato da diverse prospettive: dalle lingue materne degli
apprendenti (albanese, arabo, cinese, estone, francese, polacco, rumeno, russo, spagnolo, swahili,
wolof, ecc.), alle tipologie di parlato, ai contesti comunicativi, alle funzioni pragmatiche,
all’insegnabilità, al parlato sintetizzato, al parlato L2 di sordi stranieri.
I lavori del convegno sono stati arricchiti da due eventi satelliti: una mostra fotografica, ‘Terra
di lavoro. Volti senza voce’, a cura di Corrado Costetti, e la presentazione dei volumi ‘Numeri per
parlare. Da quattro chiacchiere a grazie mille’ (Laterza) di Carla Bazzanella e ‘Spoken
Communication’ (Cambridge Scholar) a cura di Massimo Pettorino et al.
Dal 27 giugno al 1 luglio 2011 si è svolta, invece, la prima edizione del Corso di Analisi
Spettroacustica della Voce (CASV), rivolto a coloro che, pur essendo interessati allo studio della
voce, non avessero alcuna esperienza di fonetica applicata e sperimentale, con lo scopo di fornire le
necessarie informazioni sulla fisiologia della fonazione, la produzione articolatoria, le
caratteristiche acustiche del segnale fonico, i tratti soprasegmentali del parlato e l’analisi
spettrografica della voce. Il corso è stato strutturato in modo da potersi aprire a tutti i possibili
campi di applicazione della voce, dall'ambito foniatrico e logopedico (identificazione delle diverse
patologie del linguaggio e rieducazione) a quello forense (identificazione del parlato e del parlante),
dal settore comunicazionale (analisi dei diversi tipi di parlato) a quello linguistico-acquisizionale
(supporto per la didattica delle lingue), riuscendo in questo modo a richiamare un'utenza eterogenea
per interessi e competenze (medici, logopedisti, docenti, ecc.). La struttura didattica del corso ha
alternato lezioni a laboratori e i corsisti hanno avuto la possibilità di approfondire quanto appreso in
aula utilizzando le attrezzature e i software messi a disposizione dal CILA.
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011  Dal CLA dell' Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Scuola di formazione Italiano L2/LS: competenze d’uso e integrazione, 27 giugno – 1 luglio 2011
a cura della segreteria del Centro Linguistico d’Ateneo dell’Università degli studi di Napoli
“Federico II”
Il Centro Linguistico di Ateneo dell’Università degli Studi di Napoli ha organizzato dal 27 giugno al
1 luglio 2011 la seconda edizione della Scuola di Formazione di Italiano L2/LS: competenze d’uso
e integrazione, che si è avvalsa della partecipazione dei maggiori esperti in questo settore.
Nell’ottica di offrire un contributo a coloro che quotidianamente sono impegnati in contesti
pluriculturali e multilingue, la scuola è nata per offrire gli strumenti agli operatori scolastici che
interagiscono con studenti provenienti da realtà linguistiche e culturali diverse da quella italiana. La
complessità delle problematiche inerente tale rapporto è divenuta sempre più evidente ed impone una
riarticolazione delle pratiche didattiche che non possono non adeguarsi ad una nuova platea scolastica
differenziata ed in molti casi problematica. Le istituzioni preposte alla formazione, scuola ed
università, si trovano già da tempo a misurarsi e confrontarsi con un’utenza sempre più variegata,
pertanto strutturare percorsi di apprendimento per tanti docenti e per coloro che aspirano a diventarlo,
diventa la nuova sfida che le università si trovano ad affrontare; nel caso specifico l’insegnamento
dell’italiano L2/LS richiede non solo l’insegnamento delle strutture grammaticali ma implica la
padronanza di strumenti molteplici che devono interagire su diversi livelli di analisi. Pertanto la
scuola di quest’anno è stata organizzata tenendo conto dell’importanza di tradurre nella pratica
didattica i risultati di questa riflessione. Dopo l’interessante introduzione sui vari studi
sull’acquisizione dell’italiano L2 proposta da Anna Giacalone Ramat e Marina Chini, i lavori della
scuola hanno previsto una serie di lezioni laboratoriali il cui obiettivo è stato quello di fornire ai
partecipanti degli strumenti pratici da utilizzare nelle proprie classi come l’organizzazione di schede
di ingresso e i primi approcci in classi multilingue (F
Fernanda Minuz), l’utilizzo di materiale
autentico (P
Paolo Balboni), l’uso della canzone (F
Fabio Caon e Sabrina Aulitto), l’uso del cinema e
della televisione (M
Mario Cardona), le varie tecniche di ascolto e di scrittura (G
Graziano Serragiotto);
altro tema emerso nella sua pregnanza è stato quello dell’intercultura (E
Elisabetta Pavan e Anna
Maria Curci) e, poiché insegnare e apprendere una lingua straniera implica conoscere anche gli
scenari storico-culturali delle lingue in contatto, un ampio spazio è stato dedicato a due tipologie di
studenti, quello arabo (F
Francesca Della Puppa) e quello cinese ( Barbara D’Annunzio). Partendo
poi dall’esperienza del CLA di Napoli nella Casa Circondariale di Pozzuoli, abbiamo voluto dedicare
attenzione anche al contesto di applicazione dell’insegnamento dell’italiano L2/LS in carcere
(A
Antonella Benucci, Giuseppe Caruso). Ulteriore obiettivo di quest’anno è stato anche quello di
fornire agli utenti della scuola nuovi spunti di riflessione sulle nuove figure professionali che vanno
dall’operatore allo sviluppo in contesti multietnici al docente accogliente (M
Maurizio Piscitelli). Un
ampio spazio è stato infine dedicato al ruolo della certificazioni di italiano L2/LS (S
Serena Ambroso).
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 PROSSIMI EVENTI
Additional information on website:
http://lcconference.webhosting.rug.nl/
CercleS Seminar “Ten years of the CEFR and
the ELP. The central role of the learner in using
the CEFR and the ELP”
24-26 November 2011,Groningen, Netherland
Ten years ago, in 2001, the European Year of
Languages was celebrated with much success in 45 different countries. In that memorable
year, the Common European Framework of Reference (CEFR) was launched, together with
its complement the European Language Portfolio (ELP).
This means that 2011 is a historically and internationally significant year for the European
language learning and teaching community: a year in which we can look back on the use and
the impact of the CEFR and the ELP. It is also a time when we can look forward to new
challenges and opportunities.
The seminar will address three areas:
1.CEFR-related tools, such as the European Language Portfolio (ELP) or similar portfolios,
which enable or empower learners in the autonomous development of language skills.
2.The role and identity of the learner, and the extent to which our use of the CEFR/ELP
leads to the promotion of the ‘learner’s whole personality’ during the language learning
process.
3.The role of the teacher in relation to the language learner in the context of the CEFR/ELP
and other tools currently available for language learning.
XVI Seminario AICLU “Didattica delle lingue in
piattaforma e verifica delle competenze linguistiche”
17-18 novembre 2011, CLA Università di Perugia
Per
maggiori
informazioni,
rivolgersi al Comitato organizzativo:
Centro
Linguistico
d’Ateneo
dell’Università di Perugia
http://cla.unipg.it oppure rivolgersi
al Direttore del CLA, prof. Claudio
VINTI, tel. 075/585/6840 –
6809 – 6830 o all’indirizzo e-mail
[email protected]
Il XVI Seminario AICLU dal titolo “Didattica delle
lingue in piattaforma e verifica delle competenze
linguistiche” verrà organizzato dal Centro Linguistico di
Ateneo dell'Università di Perugia e si svolgerà dal 17 al
18 novembre 2011. Le tematiche principali che saranno
affrontate riguarderanno:
 la didattica delle lingue in piattaforma;
 l’uso delle tecnologie nella didattica delle
lingue;
 la validazione sia quantitativa che qualitativa dei test;
 l’allineamento (lavoro di corrispondenza) tra i test e il CEFR;
 la standardizzazione/uniformità del testing nelle varie lingue accertate;
 l’importanza della formazione del tester.
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 Seminario “Uso didattico delle tecnologie nell’apprendimento delle lingue: presentazione
del progetto SiMoLa”
Mercoledì 5 ottobre 2011, Università degli Studi del Molise, Campobasso
Il giorno 5 ottobre 2011 dalle ore 16 presso il
Per maggiori informazioni sul
Dipartimento SUSS di Scienze Umane Storiche e
seminario
e sull’unità di ricerca
Sociali dell’Università degli Studi del Molise, in
collaborazione col Centro Linguistico di Ateneo,
,
locale del progetto
si terrà un pomeriggio di studio sull'uso didattico
è possibile contattare
delle tecnologie nell'apprendimento delle lingue e
Giuliana FIORENTINO ai seguenti
verrà presentato in particolare il software del
recapiti:
progetto Lingo Bee.
e-mail [email protected]
Lingo Bee è un software che utilizza i
tel. 0874/404288
dispositivi tecnologici portatili per trasformare il
processo di apprendimento; in particolare intende
influire sull’apprendimento informale di lingue e
culture straniere.
Il software utilizza lo strumento di comunicazione mobile per un apprendimento di tipo
collaborativo, che cattura e condivide elementi del lessico mentre se ne fruisce.
La sperimentazione di questo software si sta conducendo in 6 paesi europei ed è sostenuta
da un progetto del programma LLP, appunto il progetto SiMoLa (Situated Mobile Language
Learning), il cui scopo è quello di testare come l'apprendimento delle lingue fornisca un
primo banco di prova per il mobile learning.
L'unità di ricerca locale è costituita da Giuliana Fiorentino, docente di Linguistica generale
e Annamaria Cacchione, insegnante di italiano L2, presso l’ateneo molisano.
Il progetto sta per essere testato con gruppi di studenti stranieri Erasmus in visita presso
l'Università del Molise nell'anno accademico 2011-2012.
[email protected]
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n.18/2011
AICLU Associazione Italiana Centri Linguistici Universitari
Newsletter n. 18 - Luglio 2011 -
Puoi trovare informazioni sull’Associazione Italiana Centri Linguistici
Universitari AICLU sul sito web: www.aiclu.it
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Il prossimo numero della newsletter AICLU è previsto per
Dicembre 2011. Tutti coloro i quali siano interessati a promuovere
eventi, inviarci contributi o report di convegni, seminari,
pubblicazioni e qualsiasi altro tipo di informazione possono farlo
mandando una mail al seguente indirizzo di posta elettronica:
[email protected]
[email protected]
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