rassegna stampa - Coldiretti Torino
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COLDIRETTI TORINO UFFICIO STAMPA Via Pio VII, 97 ■ ■ ■ INDICE 10135 TORINO tel. 011-6177282 cell. 335-7662297 e-mail: [email protected] COMUNICATI COLDIRETTI ■ COLDIRETTI NEWS: Vino, Coldiretti, accordo Ue difenda leaderschip made in Italy ■ COLDIRETTI NEWS: Ue, arriva il primo fico italiano Dop protetto in europa ■ COLDIRETTI NEWS: Made in Italy, passata Coldiretti, ora metà spesa ha origine in etichetta AGRICOLTURA ■ LA STAMPA: Centrale di Torino in crescita nel 2005 i conti del latte ■ LA STAMPA: Tecnica antifrode il Dna per svelare l’origine del tartufo ■ LA STAMPA: Ortofrutta-Gdo, intesa contro i rincari selvaggi ■ LA STAMPA: Stop alle “pummarola-boat” per salvare la passata verace ■ IL SOLE 24ORE: Listini in continua discesa per frumento e granoturco ■ IL SOLE 24ORE: Cala il prezzo degli ortaggi mentre resta stabile la frutta ■ LA STAMPA: Sfida a scuola tra mela e merendine ■■■ rassegnastampa FILE:OK_COVERSTAMPA06 ■ 12/13 marzo 2006 ■ N. 179 - 10 marzo 2006 VINO: COLDIRETTI, ACCORDO UE CON USA DIFENDA LEADERSHIP MADE IN ITALY Nel 2005 è record storico per il vino italiano oltreoceano "L’importante accordo con gli Stati Uniti, dove il Made in Italy è leader nelle esportazioni, non deve tradursi in un via libera indiscriminato a pratiche enologiche controverse in cambio di insufficienti concessioni nella tutela delle denominazioni di origine dalle imitazioni che devono invece trovare una più completa protezione nell’ambito del Wto”. E’ quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare l'accordo bilaterale sul vino firmato a Londra tra Usa e Unione Europea, sottolinea che il 2005 ha segnato un record per il Made in Italy negli Stati Uniti dove il valore delle esportazioni per vini e vermouth ha superato per la prima volta nella storia il miliardo di dollari in un anno, grazie ad un incremento boom dell'11,4 per cento, sulla base delle elaborazioni ICE sui dati del Dipartimento del Commercio USA. Il positivo avvio di un sistema di rapporti strutturato per discutere delle problematiche del vino e l’impegno statunitense a tutelare Chianti e Marsala si scontrano - sottolinea la Coldiretti con il rischio dell’accettazione di pratiche enologiche vietate in Europa. Peraltro - continua la Coldiretti - il problema dell’agropirateria dei vini italiani negli States non si esaurisce nei due prodotti salvaguardati dall’accordo e si stima che le esportazioni italiane potrebbero addirittura raddoppiare se venisse uno stop per tutti i vini di imitazione del Made in Italy presenti negli USA dove non è difficile incontrarsi con curiose bottiglie di Refosco e Barbera anche Rosé, Barolo e Super Piemontese prodotti in California, ma anche Moscato e Malvasia, con "DOC" californiane Napa Valley o Sonoma County. Il vino - sottolinea la Coldiretti – è il prodotto agroalimentare italiano piu' esportato negli Stati Uniti dove nel corso del 2005 per un valore complessivo di 1,080 miliardi di dollari sono arrivati dal Belpaese, tra vini e vermouth, ben 222,2 milioni di litri (+8.9 per cento rispetto al 2004). Una quantità che - precisa la Coldiretti - rappresenta una quota di mercato del 31 per cento tra i vini stranieri negli Usa e consegna all'Italia il primato nei confronti dei paesi concorrenti, tra i quali figurano nell'ordine l'Australia che copre il 28 per cento del mercato e la Francia con il 14 per cento. Si tratta di un risultato straordinario che - afferma la Coldiretti - giunge a distanza di vent'anni dallo scandalo del metanolo e testimonia un percorso di successo che ha portato l'Italia ad essere il primo esportatore mondiale di vino con un valore di 2,8 miliardi di Euro (+250 per cento rispetto al 1986) che ha contribuito a portare il fatturato del settore nel 2005 a 9 miliardi di Euro (+260 per cento rispetto al 1986) grazie anche al raddoppio del numero di vini certificati come doc, docg e igt che nel 2005 sono 460 rispetto ai 228 dell'86. COLDIRETTI - 335 8245417 - 06 69623229 - FAX 06 6786088 - www.coldiretti.it 1 N. 182 – 10 marzo 2006 UE: COLDIRETTI, ARRIVA IL PRIMO FICO ITALIANO DOP PROTETTO IN EUROPA Riconoscimento europeo per il fico bianco del Cilento Arriva la tutela comunitaria per il “Fico bianco del Cilento” Dop a denominazione di origine protetta che porta a 155 le specialità alimentari italiane che hanno già avuto il riconoscimento dell'Unione Europea e che rappresentano oltre il 20 per cento del totale comunitario. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee viene iscritto nel registro europeo delle denominazioni il primo fico italiano. La coltivazione del fico bianco nel Cilento, l'area geografica della Campania che si affaccia sul mare Tirreno tra la foce del Sele nel golfo di Salerno e la foce del Bussento nel golfo di Policastro, è molto antica e - sottolinea la Coldiretti - risale probabilmente ad età pre-greche, quando fu introdotta in Italia a seguito dei primi viaggi commerciali compiuti dalle civiltà del vicino oriente. Già Catone, e poi Varrone, raccontavano che i fichi essiccati erano comunemente utilizzati nel Cilento e nella Lucania come base alimentare della manodopera impiegata nei lavori dei campi. La Denominazione di Origine Protetta “Fico Bianco del Cilento” informa la Coldiretti - designa i frutti essiccati della specie Ficus carica domestica L. (cultivar Dottato) che si presentano sia con buccia (di colore uniforme da giallo chiaro a giallo imbrunito) che mondi (di colore chiarissimo tendente al bianco). Il numero di fichi essiccati con buccia non deve essere superiore a 70 per kg, quello di fichi mondi non superiore a 85 per kg. È consentito - segnala la Coldiretti - l'impiego di eventuale farcitura con altri ingredienti, quali mandorle, noci, nocciole, semi di finocchietto, bucce di agrumi. La farcitura, comunque, non può superare il 10% del totale del prodotto commercializzato e deve essere provata la provenienza di tali ingredienti del territorio dell'area di produzione. I fattori pedoclimatici (l'azione mitigatrice del mare, la barriera alle fredde correnti invernali provenienti da nord-est, posta dalla catena degli Appennini, la buona fertilità del suolo e un ottimale regime pluviometrico) uniti alla semplicità della coltivazione alla plurimillenaria esperienza, e al pieno adattamento della specie e della varietà all'ambiente pedoclimatico dell'area, contribuiscono - sostiene la Coldiretti - a conferire, ai fichi essiccati cilentani delle caratteristiche organolettiche apprezzate particolarmente dal consumatore che potrà riconoscere il prodotto dalla dicitura “Fico bianco del Cilento”, dalla scritta “Denominazione di origine protetta” o “D.O.P” e dal logo che raffigura, in maniera stilizzata, tre fichi maturi che lasciano intravedere la tipica progressiva colorazione del frutto in essiccazione, poggiati su di una superficie verde che evoca un prato e, nella parte destra del disegno, una parte di colonna greca, stilizzata, in stile dorico. Sullo sfondo compare, inoltre, precisa la Coldiretti - uno squarcio di cielo azzurro con, a sinistra in alto,un sole a raggi disegnato in modo gestuale. Le denominazioni italiane protette - conclude la Coldiretti – salgono così a 155, per la precisione 105 a denominazione di origine protetta e 50 a indicazione geografica protetta e assicurano al nostro Paese la leadership comunitaria. La categoria più “ricca” è quella degli ortofrutticoli (47), seguita dagli oli d’oliva (37), dai formaggi (32), dai prodotti a base di carne (28), dai prodotti della panetteria (3), dalle spezie o essenze (3), dagli aceti (2), dalle carni e frattaglie fresche (2) e dai mieli (1). COLDRIETTI NEWS - 06 69623229 - FAX 06 6786088 - www.coldiretti.it 1 N. 178 - 10 Marzo 2006 MADE IN ITALY: PASSATA;COLDIRETTI, ORA METÀ SPESA HA ORIGINE IN ETICHETTA Con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine del pomodoro utilizzato nella passata più della metà dei soldi spesi dagli italiani in alimenti sono ora destinati all’acquisto di prodotti con informazioni trasparenti sulla provenienza dal campo alla tavola. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che, con la pubblicazione del decreto interministeriale in Gazzetta che obbliga a indicare nella etichetta della passata il luogo di coltivazione, si compie un ulteriore passo in avanti in un percorso di trasparenza iniziato dopo la crisi mucca pazza con l'etichettatura di origine della carne bovina. Da allora grazie alla mobilitazione della Coldiretti con la raccolta di oltre un milione di firme che ha portato all’emanazione della legge 204/04 sull’obbligo di etichettatura di tutti gli alimenti si è moltiplicato l’elenco dei prodotti che possono contare su una carta di identità. All'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca precisa la Coldiretti - si è unito l'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, l'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, l’etichetta di origine per il latte fresco del giugno 2005 e quella introdotta il 17 ottobre scorso per la carne di pollo e dei suoi derivati. Ora - continua la Coldiretti - non ci sono più scuse per estendere a tutti gli alimenti l’indicazione del luogo di allevamento o coltivazione del prodotto agricolo impiegato per combattere le contraffazioni e per garantire la rintracciabilità delle produzioni, maggiori controlli e scelte di acquisto consapevoli per i consumatori di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono. Molto resta infatti ancora da fare e - rileva la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, le conserve vegetali e i succhi di frutta, ma anche per la pasta, l'extravergine di oliva con la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato in etichetta. Secondo una indagine Coldiretti-Ispo otto italiani su dieci considerano necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti e ben due italiani su tre sono d'accordo sul fatto che "se il prodotto alimentare è italiano sono più sicuro da dove proviene e quindi mi fido di più". GLI ALIMENTI CON L’OBBLIGO DI INDICARE L’ORIGINE IN ETICHETTA Carne bovina: dal primo gennaio 2002 obbligo etichetta origine dopo mucca pazza. Frutta e verdura fresche: su etichette obbligato indicare origine, varietà e categoria. Uova: dal primo gennaio 2004 è obbligatorio il codice sul guscio; Pesce: deve riportare l'indicazione di origine. Miele: dal primo agosto 2004 è d'obbligo etichetta con Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Latte fresco: deve essere indicato il luogo di provenienza degli allevamenti di origine da giugno 2005. Carne di pollo: obbligo etichetta tra i provvedimenti per fronteggiare virus polli dal 17 ottobre 2005. Passata di pomodoro: etichetta che indica il luogo di coltivazione dal 15 giugno 2006 Fonte: Elaborazione Coldiretti L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI I CIBI CON LA CARTA DI IDENTITA' E QUELLI SENZA Carne di pollo e derivati Carne di maiale e salumi Carne bovina Carne di coniglio Passata di pomodoro Frutta e verdura trasformata Frutta e verdura fresche Olio di oliva Uova Derivati del pomodoro Miele Latte a lunga conservazione Latte fresco Derivati dei cereali Pesce Fonte: Elaborazioni Coldiretti COLDIRETTI - 335 8245417 - 06 69623229 - FAX 06 6786088 - www.coldiretti.it 1