Ecocolordoppler del Pene

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Ecocolordoppler del Pene
Ecocolordoppler del Pene
L’ecocolordoppler (ECD) del pene è una indagine lievemente invasiva utilizzata per lo studio
della disfunzione erettile e delle alterazioni di forma del pene di qualsiasi natura (congenite,
traumatiche, Priapismo, Malattia di La Peyronie).
L’indagine richiede una apparecchiatura da ecografia di moderna concezione, dotata di sonda
lineare e possibilità di osservare sotto forma di immagini colorate i flussi sanguigni, sfruttando il
fenomeno fisico detto “effetto Doppler”.
In un primo tempo si misura il flusso delle arterie cavernose del pene in condizioni di riposo,
quindi, si inietta una dose di alprostadil nei corpi cavernosi allo scopo di provocare una erezione
farmacologica e dopo 5’-15’ si misurano i flussi arteriosi che risultano circa 30 volte superiori ai
valori di base.
L’operatore deve studiare l’aspetto morfologico dei flussi di sangue, la forma delle onde di
pulsazione (che appaiono sotto forma di grafico) e – infine – i tessuti del pene superficiali e
profondi come in una normale ecografia.
Nel referto devono essere riportati i seguenti parametri:
1) il grado di erezione raggiunto
2) La velocità dei flussi arteriosi
3) La presumibile pressione sanguigna all’interno del pene in erezione
4) La eventuale presenza di flussi venosi anomali in erezione
5) Lo stato di dilatazione del tessuto erettile
6) La eventuale alterazione di zone dei tessuti di rivestimento (tonaca albuginea)
7) Descrizione espressa in gradi e direzione di un eventuale incurvamento del pene
I parametri espressi servono per la pianificazione della terapia medica o chirurgica. Prima di un
intervento di chirurgia del pene per disfunzione erettile o malattia di La Peyronie
l'ecocolordoppler è particolarmente importante.
Al termine dell’esame il paziente deve essere avvisato che se la erezione eventualemente
presente non recede nel giro di 2-3 ore, è opportuno praticare una una seconda iniezione nel
pene a scopo di prevenire un possibile attacco di priapismo
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17645448
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