Onoriamo i martiri del poligono

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Onoriamo i martiri del poligono
Domenica 29 DICEMBRE 2013 - ore 10.30
MONUMENTO AI CADUTI
Piazzale ACCURSIO
Onoriamo i martiri
del poligono
Gaetano
Andreoli
Arturo
Cesare
Capettini
Poli
Angelo
Scotti
Interventi di:
Simone Zambelli, presidente consiglio di zona otto
Un rappresentante dell’ ANPI PROVINCIALE
Con il patrocinio di
Zona 8
Arturo
Capettini
“Cara mamma,
quando riceverai questa, io non ci
sarò più, il piombo nemico mi avrà
già freddato, perciò mi raccomando
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per me, come pure Tilde ed istruiscili
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IXLLRHFKHIDFFLDQRGLWXWWRSHUYHQdicarmi. Caramente bacio tutti per
l’ultima volta, addio evviva l’Italia
evviva l’idea comune. Vostro Arturo”
E’ la lettera che scrive alla madre poco prima di morire. Ha 43 anni. E’ a San
Vittore dal 19 dicembre. Interrogato e torturato dalle SS, vi rimane sino al 31
dicembre ‘43 quando sarà fucilato. In quei giorni nello stesso carcere sono rinchiusi anche la moglie Matilde Bottero ed il fratello Cesare. Arturo e la sua famiglia arrivano a Milano da Mortara nel ‘39. Antifascista e militante comunista
è perseguitato. Tiene duro ed è tra coloro cui si deve, in anni di fascismo trionfante, la riuscita di una rete antifascista clandestina che permetterà l’arruolarsi
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milita nella 3a brigata Garibaldi GAP. La sua casa di via Monte Santo diventa un
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sua moglie Matilde e suo fratello Cesare che cercano di trasferire il materiale da
via Monte Santo. Sono le ore 12,30 dell’ultimo giorno del 1943. Arturo CapetWLQLFRQ&HVDUH3ROLH*DHWDQR$QGUHROLWXWWLSDUWLJLDQLGHOOD7HU]D*$3VRQR
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fratello Cesare, rinchiuso a San Vittore, nello stesso raggio di Arturo,nonostante
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moglie Matilde, a San Vittore subisce la brutalità dei repubblichini. Viene per
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d’incrociare nei corridoi del carcere il cognato con i segni delle torture. Rimane
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la sorte del marito solo tre mesi dopo la sua morte. E’ caricata su un treno per esVHUHWUDVIHULWDQHOODJHUGL0DXWKDXVHQ'XUDQWHLOWUDVIHULPHQWRQHOOHYLFLQDQ]H
di Padova c’è un bombardamento alleato, Matilde riesce a fuggire e si unisce ai
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Cesare
Poli
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un combattente della prima guerUD PRQGLDOH (· XQ XRPR G·D]LRQH
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IRUPD]LRQLGHOODORWWDSDUWLJLDQDQHOla raccolta e nel trasporto di armi,
di viveri, di indumenti e medicinali,
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milanese. Arrestato una prima volta
riesce a fuggire. E’ arrestato il 24 dicembre del 1943 mentre inconsapevole del suo arresto si reca a casa di CapettiQL,PSXWDWRGLFRVWLWX]LRQHGLEDQGDDUPDWDFRQ&DSHWWLQL$QGUHROLH6FRWWLq
con loro a San Vittore e sottoposto a continue torture. Al momento dell’arresto
nella sua casa viene trovato del materiale di propaganda, una radio e delle armi.
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Angelo
Scotti
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Comitato Militare Lombardo, una delle
SULPHIRUPD]LRQLDUPDWHGHOOD5HVLVWHQ]D (· DUUHVWDWR FRQ JUDQ SDUWH GHO &Rmitato durante una riunione in casa sua
SHUODGHOD]LRQHGLXQDVSLDLOQRYHPbre del ‘43. A San Vittore subisce con
particolare accanimento le torture delle
66 SHUFKp HVSRQHQWH GL VSLFFR 'XUDQte il processo farsa cui è sottoposto con
Capettini, Poli e Andreoli, gli è offerta la
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E’ Cesare Poli a convincerlo a presentarla per cogliere l’opportunità di continuare poi la lotta. Condannato a morte come i suoi compagni, il 31 dicembre 1943 è condotto con loro al poligono di
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Gaetano
Andreoli
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dei primi coraggiosi patrioti partigiani
in città. Gappista del comitato “Cinque
Giornate”. Tiene i contatti con i partiJLDQL GHO FRORQQHOOR &URFH *LXVWL]LD H
Libertà). E’ protagonista nella difesa di
San Martino (Valcuvia) che tra il 15 e il
19 novembre fronteggia l’offensiva teGHVFD(·DUUHVWDWRLOQRYHPEUH&RQdivide con i suoi compagni le torture a
San Vittore e con Capettini e Poli il marWLULRDOSROLJRQRGL3LD]]DOH$FFXUVLR