Apriamo gli occhi fino in fondo Un po` di riposo nel giardino «spaziale

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Apriamo gli occhi fino in fondo Un po` di riposo nel giardino «spaziale
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MERCOLEDÌ
7 APRILE 2010
SCANDALO PEDOFILIA
ORA NON DEVE IMPANTANARSI LA RICOSTRUZIONE LEGGERA
Apriamo gli occhi
fino in fondo
L’intelligenza dell’ordinario
per riaccendere le luci dell’Aquila
MAURIZIO PATRICIELLO
PAOLO VIANA
ella luce della Pasqua
appena celebrata, con gli
occhi ancora fissi al
sepolcro vuoto, vorrei dire una
parola sulla tristissima questione dei
preti pedofili. Non è un mistero per
nessun uomo di buona volontà e di
discreta cultura che il problema della
pedofilia è più esteso di quanto si possa
ingenuamente credere. Adulti che provano interesse
sessuale per i bambini ci sono sempre stati, anche
quando si faceva finta di non vedere. I tempi
cambiano e con essi cambiano le sensibilità e gli
interessi della società. Ciò che un tempo appariva
nobile e necessario – pensate al duello – oggi provoca
orrore. Viceversa, ciò che faceva morire di vergogna
una famiglia borghese – una figliola che passasse fuori
casa la notte con un amico – non è considerato più un
problema.
È cambiata, grazie a Dio, anche la sensibilità nei
confronti dei bambini. Bambini costretti nel passato a
lavorare nella campagne come adulti; bambini cui
veniva negato il diritto allo studio; bambini costretti a
subire le violenze fisiche di tanti padri-padroni, ci
fanno inorridire.
Che tanti piccoli dovessero sottostare anche alle voglie
di qualche adulto, a volte si sapeva e si taceva. Dalle
nostre parti c’erano dei cinema a luci rosse
formalmente vietati ai minori. Formalmente, perché i
minori, fonte di guadagno, in quei luoghi entravano e
uscivano a piacimento. In tanti di questi luoghi si
aggiravano loschi figuri, alla ricerca di avventure, che
non si preoccupavano di chiedere l’età ai ragazzini di
periferia. Venivano da fuori, si aggiravano nel buio
della sala, alla ricerca della preda da attirare offrendo
poche lire. Le mamme consigliavano ai figli di evitare
quei luoghi e i figli evitavano i consigli delle mamme.
Le vittime della pedofilia sono molte più di quanto si
vorrebbe fare credere. Nel clima di libertà sessuale e
banalizzazione del sesso, il pedofilo è rimasto l’unica
persona contro cui ci si può scagliare senza il pericolo
di sbagliare il tiro. La domanda è d’obbligo: chi è
costui? Un malato da curare, un vizioso da
rinchiudere?
La società civile con questi fratelli orchi, presenti in
tutti i tempi e in tutti i luoghi, che hanno fatto
scempio di innocenti, quanto investe per tentare di
capire che cosa possa mai scattare nelle loro menti
insane? Le mani bagnate di Pilato dovrebbero togliere
un po’ di serenità a tutti. Deve essere terribile la
frenesia, la passione, il malessere, il vizio di queste
persone se, nonostante i mille pericoli e le condanne
cui vanno incontro, continuano a usare internet per i
loro traffici. Impressiona la quantità di immagini e di
video pedo-porno che si scambiano. È come se non
fossero mai sazi, sempre ansiosi di raggiungere un
fondo che non arriva mai. Sembrano eterni e feroci
bambini che sentono il bisogno di giocare, a loro
modo, con bimbi veramente tali.
Prendiamo atto che di questi delitti si sono macchiati
anche nostri confratelli. Il senso di dolore e di
vergogna è immenso come il cielo. Dolore per le
vittime e anche per loro, che portano dentro un
dramma che nessuno è disposto a comprendere e a
perdonare. Preti pedofili? Parlerei, piuttosto, di
pedofili diventati preti, perché non sono disposto a
credere che l’attrazione insana sia cominciata in
costoro con la promessa del celibato. Chi nei minori
ha sempre visto oggetti di desiderio, potrebbe
diventare manovale o scienziato, industriale o prete, i
suoi gusti sessuali non ne risentirebbero.
Attenzione, nel gridare all’untore si esce fuori pista.
Qualcuno si è chiesto se si possono ancora mandare i
figli all’oratorio. Con la stessa serietà si chieda se li
può mandare a scuola, in piscina o in palestra. Ma
anche – e il cuore impazzisce di dolore – se può
lasciarli con i parenti a casa.
Il problema è enorme. È bastato soperchiare la cloaca
per essere sommersi da un tanfo puzzolente.
Prendiamone atto senza tentare scorciatoie. Chi
sbaglia paghi, e venga chiamato con il suo nome e il
suo cognome. Intanto si faccia di tutto perché ai
bambini sia concesso di essere bambini e nelle
persone affette da pedofilia rinasca la speranza di
poter guarire.
e, dopo averla
salvata, si vuole
che l’Aquila
rinasca, bisogna
riaccendere le sue
luci. Questo significa
restituire le chiavi di
casa agli aquilani e
farlo, almeno per la maggioranza di
loro, entro l’anno. Perché è possibile,
visto che gran parte delle abitazioni
lesionate può essere facilmente
riparata; perché è doveroso verso i 308
che hanno pagato con la vita la scelta
di vivere in questa regione "forte e
gentile" e anche ballerina; perché una
ricostruzione "lunga"
rappresenterebbe la sconfitta in
questa «sfida gigantesca», come l’ha
definita Bertolaso.
L’Abruzzo è una terra di borghi e di famiglie; ciascuna casa è ancora un
N
Ha un infarto alla
fermata dell’autobus
davanti all’ospedale
di Rivoli dove era
andato a trovare la
moglie ricoverata.
L’uomo di 75 anni è
stato defibrillato sul
posto da una équipe
medica improvvisata
guidata dal primario
del pronto soccorso
dell’ospedale, Alberto
Piolatto. L’uomo si è
accasciato a terra in
fin di vita, ma
nessuno, per fortuna,
ha badato al
protocollo. Adesso è
salvo.
LA VIGNETTA
L’IMMAGINE
Un lavoratore indiano si riposa fra sculture metalliche in un giardino di New Dehli (Ap)
TRAVOLGENTE DEBUTTO DEL NUOVO COMPUTER-TAVOLETTA
L’iPad dà forma al futuro
(ma i contenuti toccano a noi)
MASSIMO CALVI
poche ore dal
debutto sul
mercato americano del nuovo iPad
della Apple, il computer-tavoletta per leggere, navigare, giocare
e molto altro ancora,
su Internet si poteva trovare ogni genere di informazione o commento relativi
al prodotto. Video di persone che scartano la confezione del marchingegno
appena acquistato negli Usa, lo mostrano in ogni dettaglio, lo accendono
e ne fanno una recensione istantanea.
Video di ragazzi che lo prendono a bastonate con una mazza da baseball.
Commenti entusiasti nei blog specia-
A
AVVENIRE
PER AMARE QUELLI CHE NON CREDONO
Centralino: (02) 6780.1
Nuova Editoriale Italiana SpA
Piazza Carbonari, 3 MILANO
Presidente
Marcello Semeraro
Vice Presidente
Lorenzo Ornaghi
Infarto davanti all’ospedale
Rianimato sul posto, è salvo
S
di decretare il trionfo delle "procedure
ordinarie", di riscattare i travet della
politica, di dimostrare che gli amministratori abruzzesi – in collaborazione
con il governo e con i soldi dei contribuenti italiani ma pur sempre con le
loro intelligenze e mettendoci la loro
faccia – sono in grado di ricostruire
ciò che è andato distrutto.
Dagli abruzzesi ci si aspetta che emerga una nuova idea di città-territorio,
che abbiano il coraggio di individuare
nuovi rapporti ed equilibri tra il capoluogo, il cratere e il resto della Regione. Dai loro amministratori ci si attende che la ricostruzione leggera non sia
lenta né tardiva, che si sbrogli, e in
fretta, la matassa dei ritardi, delle eccezioni, delle polemiche e, per alcuni,
delle corsie preferenziali, in cui ci si
sta impantanando. Sono ottomila le abitazioni in grado di essere rese agibili
in tempi brevi: partano i cantieri e si
fissi con il governo una road map per
ricostruire i centri storici, accogliendo
il contributo di tutti, dalle sovrintendenze ai gestori delle reti, e il veto di
nessuno. Se questa sfida nelle mani
degli amministratori abruzzesi oltre
che "gigantesca" diventasse anche
trasparente e condivisa, gli italiani potrebbero accettare di dare ancora una
mano, pur di riaccendere le luci dell’Aquila.
Un po’ di riposo
nel giardino «spaziale»
GIORNALE QUOTIDIANO
DI ISPIRAZIONE CATTOLICA
Direttore responsabile: Marco Tarquinio
Vicedirettore: Tiziano Resca
su
S
"fuoco" che si accende la sera e poco
importa che i fuochi di oggi siano un
televisore e un forno a micro-onde; a
girarne le montagne di notte si ricava
sempre l’impressione di trovarsi in una terra di presepi. Il terremoto del 6
aprile scorso ha spento questi fuochi
nel centro dell’Aquila e in altri 56 Comuni, precipitando il cratere in un
buio innaturale. Il lamento che si ascolta oggi dai proprietari del centro
storico e dai giovani aquilani, che rimpiangono lo struscio serale, i locali
della vita universitaria, i teatri e i concerti, non è lo sconcerto del bon vivant ma la reazione disorientata di chi
ha imparato fin da piccolo che le strade odorose di muffa e di legno sorte
sull’antica Amiternum e le chiese che
portano il nome dei castelli d’un tempo sono tutt’uno con la "casa" da cui è
fuggito nella notte.
Settantamila sfollati, 1,3 milioni di pasti, 32 nuove scuole (prefabbricate)
migliaia e migliaia di sopralluoghi tecnici, e poi centinaia di milioni spesi, i
puntellamenti, il piano case, i map, i
soggiorni negli hotel, le autonome sistemazioni... I numeri dicono che il
governo ha ben gestito l’emergenza e
il Paese ha onorato l’impegno di non
abbandonare gli aquilani, ma, a saperli leggere, dicono anche altro. Dicono,
ad esempio, che una cosa è governare
l’emergenza umanitaria con «straordinaria efficienza» quando si hanno
«poteri eccezionali» e un’altra sarebbe
farsi carico della ricostruzione ovviando a quelle «lentezze di procedure ordinarie non ancora rinnovate e semplificate come è necessario da tempo», per usare le parole di Napolitano.
In Abruzzo si è scelta la strada giusta.
La Protezione civile ha esaurito il proprio compito e ha passato il testimone
della ricostruzione al presidente della
Regione e al sindaco dell’Aquila, ticket
bipartisan quanto obbligato.
Anche per Chiodi e Cialente la sfida è
"gigantesca": il primo è stato eletto
pochi mesi prima del terremoto e sostanzialmente inizia a governare soltanto adesso; il secondo guida un centrosinistra che ha appena perso la
Provincia. Eppure, insieme, Chiodi e
Cialente hanno l’opportunità (unica)
tando alle
regole,
bisognava
chiamare il
pronto
soccorso (poca
importa se sta
a pochi metri)
e aspettare che
il 118 facesse partire un’ambulanza. Gli
operatori sanitari, infatti, non dovrebbero
uscire dalla struttura per non
compromettere il servizio. In questo
modo, però, il signor Lorenzo avrebbe
avuto tutto il tempo di morire. La sua
fortuna è stata anche quella di essere
subito soccorso da una dottoressa che
aspettava lo stesso autobus. È stata lei a
praticargli la respirazione bocca a bocca e
a chiamare i colleghi. Una volta tanto non
si muore di burocrazia. In tutti i sensi.
lizzati, analisti che lo stroncano illustrandone limiti veri o presunti, soprattutto rispetto ad altri concorrenti
in arrivo. Per non parlare, ovviamente,
degli ampi servizi nei siti di informazione più tradizionali.
Anche per questo chiedersi se il tablet
della Mela avrà o meno successo rischia di apparire un interrogativo fuori
luogo, una domanda mal posta. È chiaro che, considerata la mole e la vastità
di informazioni ormai disponibili sulla
Rete, un prodotto che consente di rendere più amichevole, facile, mobile, ma
anche "divanabile" la navigazione e la
fruizione di contenuti multimediali, avrà necessariamente successo. E non
solo grazie alla pubblicità bulimica e
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gratuita che la stampa internazionale
ha riservato, come accade sempre, all’ultimo prodotto della casa di Steve
Jobs.
La strada, in un certo senso, è già segnata: giochi, libri, video, ma soprattutto applicazioni di ogni genere – da
quella per le ricette alla bussola elettronica, dalle mappe delle città alla simulazione di strumenti musicali – saranno sempre di più fruibili anche attraverso comode tavolette elettroniche,
senza l’ingombro di una tastiera e con
lo schermo sensibile al tatto. Concorrenti forse più della tv e del lettore dvd
portatile che del computer, interessanti alternative a libri, giornali e riviste,
ma non ancora sostitutivi di questi.
In un solo giorno, quello del lancio, la
tavoletta Apple è stata acquistata da
300mila persone, le quali hanno poi
scaricato, gratis o a pagamento, circa
un milione di applicazioni e 250mila libri elettronici. Poco importa che in
realtà le cifre siano inferiori alle previsioni e che secondo molti osservatori il
target di 7 milioni di pezzi nel 2010 rischia di non essere raggiunto. Il volume generato e quello del business potenziale resta significativo. Non solo
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per l’iPad che, come tutte le creazioni
Apple, è soprattutto un prodotto emozionale, bello e semplice (per questo
mal sopportato dagli smanettoni). Un
prodotto originale capace di dare nome a un sogno e a un nuovo segmento
di mercato, ma forse – forse – con caratteristiche tecniche meno evolute rispetto ad alcuni concorrenti più lenti.
Giganti come Hp, Asus, Nokia, Samsung entreranno egualmente in gioco.
E così nei prossimi mesi saremo invasi
da tablet-pc, lettori di libri o prodotti
simili, e piano piano ci troveremo a fare cose nuove e cose vecchie utilizzando strumenti sempre più raffinati. Forse non necessari, ma non per questo
meno utili e affascinanti.
Difficile immaginare cosa ci riserverà il
futuro, anche in termini di successi
commerciali. L’atteggiamento più corretto, da consumatori – come sempre
quando si parla di tecnologia – è non
cercare di anticipare i tempi per voler
essere più avanti predisponendosi a
qualcosa che ancora non c’è, ma orientarsi per vivere bene il presente. L’innovazione, spesso, è promossa dagli
strumenti. A migliorarci la vita, invece,
resterà sempre la qualità dei contenuti.
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ISSN 1120-6020
La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250
giù
Per riportare il
cadavere del loro
connazionale in
Germania senza
pagare le relative
tasse, due donne
hanno finto che il
defunto 91enne
tedesco fosse
addormentato e
hanno cercato di
farlo imbarcare
dall’aeroporto di
Liverpool dove erano
giunte da Manchester
con un taxi e il
cadavere annesso. È
avvenuto sabato e le
due donne sono ora
in carcere.
In aereo con parente morto
per non pagare il trasporto
L
a realtà
supera la
finzione. In una
scena
tragicomica che
sembrava presa
dal film
“Weekend con
il morto” al
momento del check-in le due donne
tedesche, di 41 e 66 anni, hanno sistemato
il cadavere su una sedia a rotelle e gli
hanno fatto indossare occhiali da sole. Ma
gli impiegati si sono insospettiti e hanno
allertato le autorità. La polizia ha fermato
le donne e sta ora indagando sulla morte
del 91enne. Non sembra si tratti di
omicidio ma di morte naturale e sembra
che le donne volessero semplicemente
evitare la tassa di rimpatrio di un cadavere
che può superare le 3.000 sterline.
Osservati
speciali
Cina, scoperto animale misterioso
E c’è già chi pensa a uno Yeti
n cucciolo di orso? O
U
sarà mica un gatto?
Non si sa ancora bene
cosa sia la strana e
spelacchiata creatura
rimasta presa in una
trappola di cacciatori nel
Sichuan, una delle province
più popolose della Cina.
L’animale sarebbe emerso,
a quanto pare, da un bosco
antico: glabro e malridotto,
è stato subito ribattezzato,
forse a sproposito, "Yeti",
come il mitico essere a
metà tra un orso e un
uomo, sul quale sono
fiorite diverse leggende
secondo le quali vivrebbe
sui picchi nevosi tibetani o
comunque nel massiccio
dell’Himalaya. «Sembra un
po’ un orso, ma senza pelo
e con una lunga e grossa
coda come quella dei
canguri», ha dichiarato un
esperto locale, Hunter Lu
Chin, annunciando che lo
strano animale verrà
presto portato a Pechino
dove sarà effettuato un
test del Dna. «La sua voce,
però – precisa chi ha avuto
occasione di udirla – non è
come quella di un orso,
piuttosto sembra un gatto,
e strilla in continuazione,
forse per chiamare i suoi
simili o forse perché è
rimasto l’ultimo della sua
specie».
(A. D’A.)