La Trombofilia
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La Trombofilia
Viale Mazzini, 4 – 25032 Chiari (Bs) Tel. 03071021 – Fax 0307101970 – Partita I.V.A. n. 01971010986 Servizio di Medicina di Laboratorio Aziendale(S.Me.L.) Responsabile f.f. Dr.ssa Maria Teresa Bertoli P.O. Chiari Tel. 0307102263 Fax 0307102334 P.O. Iseo Tel. 0309887220 Fax 0309887353 e-mail: [email protected] LA TROMBOFILIA: IL SERVIZIO DI MEDICINA DI LABORATORIO AZIENDALE ESEGUE TUTTI I TEST DIAGNOSTICI La trombofilia è una condizione geneticamente determinata o acquisita che predispone allo sviluppo di tromboembolismo venoso e/o arterioso in età giovanile (<50 anni), senza cause apparenti e con la tendenza a recidivare. I difetti genetici che determinano la condizione di trombofilia comprendono: - deficit di anticoagulanti naturali: antitrombina, proteina S, proteina C - mutazioni di geni che codificano per fattori della coagulazione: fattore V Leiden, mutazione G20210A del gene della protrombina - mutazione del gene MTHFR che determina aumento dei livelli di omocisteina Le alterazioni trombofiliche congenite possono essere estremamente rare, come i deficit di antitrombina la cui prevalenza nella popolazione generale è stimata pari al 0,02%, oppure più frequenti come il Fattore V Leiden, riscontrabile in circa il 5% della popolazione generale. I fattori acquisiti che determinano la condizione di trombofilia sono gli anticorpi antifosfolipidi: - lupus anticoagulant (LAC) - anticorpi anti-cardiolipina - anticorpi anti-beta 2 glicoproteina (β2GPI). Gli anticorpi antifosfolipidi si ritrovano nei soggetti con “sindrome da antifosfolipidi primaria”", caratterizzata clinicamente da trombosi venose o arteriose ricorrenti e patologia ostetrica (morte fetale, poliabortività, parto pretermine per preeclampsia, eclampsia o insufficienza placentare); eventuali altri sintomi possono essere presenti: malattia valvolare cardiaca in assenza di altre cause, ischemia coronaria; disfunzioni ventricolari, livedo reticularis, trombocitopenia, nefropatia principalmente microangiopatica o ischemica, manifestazioni neurologiche quali deficit cognitivi, emicrania, sclerosi multipla, mielite traversa, epilessia. Gli anticorpi antifosfolipidi possono riscontrarsi nelle malattie autoimmuni sistemiche ed essere espressione della “sindrome da anticorpi antifosfolipidi secondaria”. Lo screening per la trombofilia trova indicazione nelle seguenti condizioni: evento trombotico in età giovanile (< 50 anni) tromboembolismo venoso idiopatico e/o ricorrente tombosi venose superficiali recidivanti trombosi in sedi non usuali poliabortività o morte endouterina del feto patologia ostetrica a genesi trombotica soggetti asintomatici con familiarità positiva per eventi tromboembolici ricorrenti familiari di primo grado di soggetti portatori di trombofilia eredo-familiare necrosi cutanea indotta da anticoagulanti orali porpora fulminante neonatale Il Servizio di Medicina di Laboratorio Aziendale ha sviluppato da tempo i test per la diagnostica delle condizioni trombofiliche. Tutti i tests vengono eseguiti nei Laboratori dell’Azienda. Per i pazienti ricoverati che presentano una delle condizioni associate a trombofilia è stato condiviso con i Medici delle diverse Unità Operative dell’Azienda un profilo diagnostico per la definizione di questa condizione. Lo stesso profilo è disponibile anche per lo screening della trombofilia per pazienti ambulatoriali. Lo screening per la trombofilia comprende le seguenti indagini: - Tempo di Protrombina (PT) Tempo di Tromboplastina parziale attivato (aPTT) Fibrinogeno Resitenza alla Proteina C attivata e/o Fattore V Leiden Mutazione G20210A del gene della protrombina (Fattore II Leiden) Omocisteina (eventuale Mutazione MTHFR) Antitrombina Proteina C Proteina S Ricerca Lupus Anticoagulant (LAC) Anticorpi anticardiolipina Anticorpi anti-Beta 2 glicoproteina Lo screening comprende test funzionali (PT, aPTT, fibrinogeno, resistenza alla Proteina C attivata, antitrombina, Proteina C, Proteina S, LAC), test sierologici (ricerca anticorpi anticardiolipina e anti-Beta 2 glicoproteina, omocisteina) e test genetici (Fattore V Leiden Fattore II Leiden, MTHFR). Mentre i test sierologici e genetici possono essere eseguiti in qualsiasi momento, vi sono particolari condizioni che possono modificare aspecificamente i risultati dei test funzionali. E’ pertanto sconsigliata l’esecuzione dei test fuzionali nelle seguenti condizioni cliniche: • • • • • • fase acuta di un evento trombotico terapia anticoagulante in atto malattie intercorrenti acute terapia estro progestinica gravidanza epatopatie Si consiglia di eseguire lo screening per trombofilia a distanza di almeno 3 mesi dall’evento tromboembolico acuto e dopo la sospensione da almeno 20-30 giorni del trattamento anticoagulante orale. Nei familiari di portatori di alterazione trombofilica, oltre alla ricerca dell'alterazione presente nel familiare, è consigliabile eseguire anche la ricerca dei Fattori V e II Leiden per la possibile associazione di queste mutazioni con l'alterazione trombofilica presente nella famiglia. Nelle donne che devono assumere contraccettivi, che non presentano le indicazioni raccomandate, non è indicato eseguire screening trombofilici alla ricerca delle mutazioni più frequenti presenti nella popolazione generale in quanto non giustificati da un rapporto positivo costo/ beneficio. Redazione a cura di Dr.ssa Maria Teresa Bertoli, Dirigente Medico Direttore ff del Servizio di Medicina di Laboratorio Aziendale, novembre 2011