lugana - Enogea

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lugana - Enogea
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ENOGEA - II SERIE - N. 22
LUGANA
Il Bianco delle argille
Un vitigno normale per bianchi di rango.
Bianchi che nei terreni migliori e nelle mani
possono trovare longevità e sfumature
come pochi altri in Italia.
Meglio
migliori
senza legno.
di Francesco Falcone
Dopo tutti i bianchi assaggiati, da
maggio fino a oggi, avevo bisogno
di un bianco meno bianco. Diciamo
di un bianco travestito da rosso. E
Lugana mi ha accontentato, scongiurando noiosi dejà vu.
Dopo Gavi, bianco che cammina sulle
punte – e le mezze punte – il mio
palato reclamava un vino di temperamento, di fibra. Con Lugana sono
andato a nozze: se non temessi di
essere frainteso, direi che è un bianco penetrativo.
Dopo le scoperte dei numeri scorsi,
urgevano certezze, quelle di un terroir
collaudato. Fra le combinazioni uvasuolo venerate dalla scienza e dalla
fantascienza, ciò che si avvera tra le
argille moreniche della Lugana storica (profonde, purissime e bagnate dal
Benaco) e l’uva trebbiano di Lugana
(che d’ora in poi chiamerò turbiana) sono autentici effetti speciali: un
vitigno normale si trasforma in un
bianco di rango. Dotato di esclusiva
freschezza, una freschezza saporita
e scattante. E di insolito sapore, un
sapore che ricorda qualcosa di salato,
di speziato, di affumicato.
Nota bene. Nella stessa denomina-
zione, lo stesso vitigno, coltivato solo
trenta metri più in alto, dove i suoli si
fanno appena meno compatti, dona
semplicemente un altro bianco, senza
il motore dell’originale.
A proposito di motore, il Lugana, quello autentico e ben fatto, è un diesel. In
degustazione, assaggiato in batteria,
fatichi a comprenderlo, il giorno successivo, a caldo, è un altro vino. Più
espansivo, ricamato, attraente.
Poi nel tempo, in bottiglia, dove si
diverte a cambiare pelle un po’ alla
volta, trasformando gradualmente la
sua freschezza acida in energia di
sapore.
Scrivo, senza troppi timori, che quelli
di Lugana sono bianchi che invecchiano. Soprattutto nelle versioni senza
legno. Tanto ci pensano le argille a
conservarlo.
AL CUORE DEL LUGANA
a) Lugana è una denominazione di
origine controllata (primo anno 1967)
posta a cavallo tra due regioni Lombardia e Veneto - e due province,
Brescia e Verona. Si estende lungo
la fascia morenica posta a sud del
lago di Garda, interessando cinque
comuni: Peschiera del Garda sul tratto più orientale del territorio (l’unico
in provincia di Verona), Pozzolengo,
Sirmione, Desenzano del Garda e
Lonato.
b) Su ottocento ettari vitati iscritti all’albo della doc, seicentocinquanta sono
coltivati nel Bresciano. Inversamente
proporzionali sono i dati commerciali,
visto che il 60% dei sette milioni di
bottiglie prodotte (solo il 10% nella
tipologia Superiore) è in mano a produttori veronesi.
c) Lugana è sinonimo di turbiana.
Dopo anni in cui si usava aiutarla
con lo chardonnay (che qui matura
troppo presto e dona basi molli), oggi
è pressoché vinificato in purezza. Lo
chardonnay, invece, viene spesso utilizzato per ingentilire la produzione del
Lugana Spumante (cinquecentomila
bottiglie prodotte ogni anno).
d) La turbiana è, secondo molti studiosi, un vitigno affine al verdicchio sotto
il profilo genetico, ma indipendente dal
punto di vista fenologico, agronomico
ed enologico. Matura tra la terza settimana di settembre e la prima di otto-
LUGANA
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ENOGEA - II SERIE - N. 22
bre. I viticoltori locali usano allevarla
con una potatura lunga ad archetto:
singolo (con 10-12 gemme per pianta) oppure doppio (venti gemme). Nei
vigneti più recenti (una percentuale
di gran lunga inferiore a quella dei
più vecchi e/o d’impostazione tradizionale), nei quali la densità dei sesti
d’impianto supera le 4000 piante per
ettaro, in genere si abbandona l’archetto (troppo espanso e vigoroso) a
favore di un classico Guyot.
e) I suoli della denominazione sono
in prevalenza di due tipi. Fortemente
argillosi di origine sedimentaria all’interno della fascia pianeggiante del
territorio; argilloso-sabbiosi di origine
morenica nella sezione collinare che
si snoda lungo il settore più meridionale della denominazione. La piovosità media è di 800 mm annui e scarsa
è l’influenza dell’escursione termica
giorno/notte in fase di maturazione.
f) Quasi tutti i produttori commercializzano tre Lugana. Una versione
di base, più semplice ed essenziale
nella struttura, ma spesso dritta e
gustosa. Una versione di categoria
superiore (non sempre rivendicata
come tale), frutto di raccolte tardive,
di vinificazioni più complesse - parte
in acciaio e parte in legno (oggi sempre più grande) – e di lunghe soste sur
lie. E infine una versione Spumante
Brut, elaborata spesso con il metodo
Charmat, più raramente attraverso la
rifermentazione in bottiglia.
GUIDA ALLA LETTURA
1) Ho diviso l’articolo in quattro itinerari, tre dedicati alla vasta pianura
del Lugana, il quarto alla collina.
Procedendo da est verso ovest incontrerete dapprima il resoconto dedicato ai produttori di Peschiera, poi a
quelli di Sirmione dopodiché spazio
all’ampia porzione pianeggiante di
Desenzano del Garda e Pozzolengo.
Nell’ultimo capitolo, come detto, ho
scritto delle aziende situate lungo la
fascia collinare della denominazione,
nei comuni di Desenzano, Pozzolengo
(di entrambi, solo le frazioni non pianeggianti) e Lonato.
2) Detto questo, sappiate che tanti
produttori con sede all’interno di un
itinerario vinificano anche uve coltivate negli altri territori della denominazione. Nulla di male, ma è giusto
specificarlo.
3) Per il mio articolo ho preso in considerazione solo le aziende con sede
nel territorio d’origine, dedicando una
scheda esclusivamente ai produttori
visitati. Tuttavia, come molti di voi
sapranno, esistono molte cantine,
alcune anche molto importanti per
numeri e diffusione, che imbottigliano Lugana fuori zona. Le più note
sono Villabella, Delibori, Montresor,
Fabiano, Frezza, Santi e Tinazzi in
provincia di Verona; Ferliga, Novelli,
Franzoni, Berardi, Costaripa e Pratello
in provincia di Brescia.
Nota di Persichetti: per motivi di
foliazione, e non volendo potare drasticamente i testi di Francesco, per
una volta ho deciso di mettere i
numeri di telefono in coda ad ogni
scheda invece che all'inizio. Avrò
guadagnato una ventina di righe, ma
è quanto serviva.
PRIMO ITINERAIO
San Benedetto di Lugana
Ovvero l’angolo più orientale del territorio, che poi è anche il settore
veronese della denominazione. Qui
il comune di riferimento è Peschiera
del Garda, ma è San Benedetto di
Lugana il cru che gli appassionati
dovranno visitare. Un piccolo centro
abitato tagliato a metà dalla strada
statale: a nord c’è il lago, a sud
la vigna. Non aspettatevi, da San
Benedetto, intendo, né i fuochi d’artificio di Gardaland né le cantine superlusso di altre zone. Fatta eccezione
per la vigna (centocinquanta ettari
iscritti all’albo del Lugana, più qualche rosso di estrazione gardesana)
e qualche cascina ben conservata,
qui non c’è molto altro da vedere.
C’è in compenso tanta tanta argilla,
quella che consente alla turbiana di
esprimere nelle mani degli interpreti migliori le sue caratteristiche più
peculiari: un’acidità tesa, saporita,
una salinità assai percepibile, un profumo che spesso ricorda il mandarino
e la mandorla, una mineralità calda e
quasi affumicata. Fitta la costellazione
di località viticole, tutte rigorosamente
pianeggianti (la quota altimetrica non
sale mai oltre gli 80 metri slm): Santa
Cristina, La Berra dei Pini, Oselara,
Massoni, Lizzara sono tra le più note.
Nutrita la pattuglia di buone aziende
tra cui spiccano le personalità di
Ottella, Le Morette e Zenato.
Renato Bottacini
Lugana Corte Sermana 2007 85B
Viticoltori da sempre, imbottigliatori solo da poche stagioni, Renato
Bottacini e suo figlio Filippo pur vivendo di altro (allevano faraone) conoscono i fondamentali della denominazione. I quindicimila metri del vigneto
che circonda la vecchia cascina, finora
l’unico in produzione, si nutre delle
argille compatte della Bassana di San
Benedetto, nella fascia storica della
denominazione. Il talento del terroir
si sente tutto nell’unico vino finora
prodotto, il Corte Sermana 2007, un
Lugana di elegante definizione fruttata
(mandarino e mandorla), di buona
apertura al palato e di bella incisività salina. Un bianco che predilige il
succo e il ricamo allo spessore, ma
che potrebbe crescere nei prossimi
due anni di bottiglia. Tra le sorprese
della degustazione. Primo anno di produzione: 2004; ettari vitati: 4; bottiglie
prodotte: 6400; tel: 347.9760832.
Fratelli Fraccaroli
Lugana Vigneto Pansere 2007 78B
Lugana Superiore
I Fraccaroli 2006 80C
Lugana Superiore
Vigna Campo Serà 2006 82C
La cantina è ai Boschetti di San
Benedetto, ma la proprietà viticola di
Luigi Fraccaroli, contadino autentico
e persona schiva, si divide tra due
comuni: una ventina di ettari intorno alla sede aziendale e il resto in
provincia di Brescia, alla Bazzana di
Pozzolengo (sempre in pianura, a due
passi da Tenuta Roveglia). Una superficie dunque consistente a cui però lo
stile dei vini non rende giustizia: anche
i più ambiziosi sono infatti ancorati a
un cliché interpretativo che predilige la
pulizia esecutiva alla complessità, l'essenzialità del disegno alla profondità
di sapore. Primo anno di produzione:
1965; ettari vitati: 40; bottiglie prodotte: 280.000; tel: 045.7550949.
Le Morette
Valerio Zenato
Lugana Spumante Brut
Metodo Charmat n.m. Lugana Vigneto
Mandolara 2007 81B
84B
Ottella
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
2007 Le Creete
Superiore
Superiore
Superiore
80B
2007 84B
Molceo 2006 87C
Molceo 2004 84C
Molceo 2003 86C
Ottella merita un posto di primissimo
piano all’interno della denominazione.
Da almeno dieci anni i suoi Lugana
si distinguono per un'impostazione
stilistica che punta alla leggerezza del
tocco, all’intensità aromatica, a una
mineralità intermittente. Un Lugana
concettuale, contemporaneo, originale, amato molto anche fuori dai suoi
confini geografici: una turbiana con
Benedetto Tognazzi
Lugana Cascina Ardea 2007 78B
Più noti come produttori di Botticino,
i Tognazzi da metà anni Novanta
si dividono tra la cantina storica di
Caionvico (periferia di Brescia) e questa piccola ma autonoma sede di
San Benedetto di Lugana. Il vigneto, quattro ettari piantati intorno alla
Cascina Ardea nel 1999, è dentro
le migliori argille della denominazione, a due passi dall’azienda di Luigi
Fraccaroli. Il loro Lugana 2007 è però
un bianco che rimane a metà del
guado, tra una natura fondamentalmente rustica, una forzata vocazione
alla modernità e una continua sensazione di diluizione che non appaga.
Meglio, molto meglio, per identità e
coerenza interpretativa, i caratteriali
rossi di Botticino, qui non recensiti.
Primo anno di produzione: metà anni
‘70; ettari vitati: 9; bottiglie prodotte:
45.000; tel: 030.2692695.
Zenato
Lugana San Benedetto 2007
Lugana Santa Cristina
Massoni 2007 Lugana Sergio Zenato 2006 84B
88B
86C
Se Mastroberardino è Taurasi e Caprai
è il Sagrantino di Montefalco, per
molti, moltissimi appassionati, Zenato
è il Lugana. E non si creda che sia
solo per questione di numeri: se la
notorietà arriva dalla diffusione, il prestigio e la fama sono frutto di disciplina, talento, continuità di rendimento.
Non ho mai conosciuto personalmente Sergio Zenato, ma è come se lo
avessi fatto assaggiando spesso i suoi
vini. Mai una sbavatura, mai un’indecisione, mai un passaggio a vuoto,
nonostante le tirature fossero tutt’altro
che trascurabili: dietro ciascuna interpretazione c’era sempre lui, regista
e manico attento ai particolari. Oggi
Alberto, il figlio, ha preso il suo posto.
E’ lui che ha messo a punto le nuove
edizioni dei Lugana in degustazione
che come sempre si riconfermano
bianchi di vertice, ciascuno nella sua
categoria. Più semplice, ma succoso
e godibile il San Benedetto, più boisé,
polputo e ricercato il Sergio Zenato
(oggi ancora in debito di sfumature),
più floreale, minerale, scalpitante e
saporito il Massoni (che preferisco),
l’unico prodotto integralmente con
uve di proprietà (quelle del podere
Santa Cristina, nella pianura di San
Benedetto). Primo anno di produzione: primi anni ’60; ettari vitati: 30 +
acquisto; bottiglie prodotte: 1.500.000;
tel. 045.7550300.
SECONDO ITINERAIO
Rovizza e Lugana
Se la parte più turistica e più nota del
comune è la penisola che s’incunea
nel Benaco (il Castello Scaligero e
le Grotte di Catullo si trovano lì), la
Sirmione viticola è quella che si estende nelle sue frazioni pianeggianti poste
a sud del lago: Rovizza e Lugana. Non
è certo questa, meglio sottolinearlo, la
zona del vino più pittoresca d’Italia,
non c’è l’intensità viticola che affascina
gli appassionati non c’è nemmeno un
numero imponente di vignaioli. Tutta
colpa dell’urbanizzazione. Qui più che
altrove i quartieri residenziali hanno
tolto spazio alla vigna, rendendo il
paesaggio privo della magia, del colpo
d’occhio di un grande terroir del vino.
Un vero peccato visto che Sirmione,
almeno sulla carta, è l’epicentro vitivinicolo del Lugana: per via della sua
terra, pianeggiante, argillosa, mite.
Per via della sua storia, dei suoi vini
intensi, salini, minerali, e per merito di
due aziende davvero eccellenti: Cà dei
Frati dei fratelli Dal Cero e Cà Lojera
dei coniugi Tiraboschi.
LUGANA
Non sarebbe stato possibile accostarsi seriamente a questo territorio
senza aver incontrato Fabio Zenato
(da non confondere con gli Zenato di
Santa Cristina), vivaista e viticoltore
per discendenza, agronomo e sopraffino conoscitore della turbiana per
volontà e (solidi) studi. E’ un giovane
produttore, ma consapevole, autocritico e appassionato, di quelli con cui
ti fa piacere trascorrere la giornata.
Sta prendendo le misure alla denominazione: i suoi Lugana fin da ora
appartengono al gruppo dei migliori,
anche se i margini di crescita rimangono. Mi piace come fotografano la
zona (il corpo vitato si sviluppa tra
San Benedetto e la località Palazzo di
Sirmione): in chiave contemporanea,
con intelligenza, senza inutili esibizioni. E’ ottima, sebbene non ancora del
tutto risolta, la prova del Benedictus
2007, selezione di uve surmature
prima raffreddate, poi macerate per
due giorni in vasca. La traccia aromatica di natura estrattiva/macerativa
non toglie respiro al lato speziato/
minerale dei Lugana più autentici, ma
ne irrigidisce un poco lo sviluppo. Il
vino è salino, succoso, saporito, ma
incapace, almeno per ora, di lievitare
in persistenza. Lo farà in bottiglia,
forse. Meno ambizioso, ma altrettanto
schietto il Vigneto Mandolara 2007,
che alla banalità dei vini più fermentativi contrappone il “caratteraccio”
dei Lugana della pianura, segnati
da un’acidità verticale e salatissima.
Primo anno di produzione: 1990; ettari
vitati: 21; bottiglie prodotte: 100.000;
tel: 045.7552724.
meno fibra, meno pasta e minor rilievo acido di quelle più tradizionali,
ma certo con più elasticità al palato.
Spicca, tra i vini in catalogo, il Molceo,
una selezione tardiva (maturata parzialmente in legno) delle migliori
vigne di proprietà (tutte in località
Ottella) che al naso esalta la maturità
aromatica del vitigno e che al palato
si sviluppa con buon ritmo. Il 2006
ora cammina in punta di piedi, senza
fare gli straordinari che ti aspetti, ma
in bottiglia potrebbe crescere. Buona
la tenuta del 2003, ancora compatto
e luminoso nel frutto e ancora capace
di allungarsi con vivezza al palato,
perdendo qualcosa solo in chiusura.
Meno coinvolgente il Lugana Le Crete
2007, fin troppo accademico per i
miei gusti. Ben fatto, ma semplice
e scorrevole il Lugana 2007. Primo
anno di produzione: 1986; ettari vitati:
30; bottiglie prodotte: 200.000; tel:
045.7551950.
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86C
ENOGEA - II SERIE - N. 22
Lugana Benedictus 2007 ENOGEA - II SERIE - N. 22
30
LUGANA
Cà dei Frati
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Lugana
Brolettino 2007 I Frati 2007 I Frati 2006 I Frati 2003 I Frati 2001 I Frati 1999 I Frati 1998 I Frati 1996 I Frati 1993 84C
87B
87B
89B
90 85 93 92 87 -
Considero Igino Dal Cero uno dei
più grandi bianchisti italiani. Il suo
Lugana I Frati è regolarmente il bianco più longevo della sua categoria, il
più imprevedibile, il più eccitante. Nei
primi anni mette la sua semplicità d’impianto al servizio della bevibilità, della
godibilità; nella fase centrale della sua
evoluzione si fa invece più austero
e compassato, e addirittura emozionante quando, nelle migliori annate, il
tempo lo trasforma in un liquido sontuoso. E’ frutto di un collage enologico
maniacale (ancora più rigoroso nelle
ultimissime stagioni) che si alimenta
di un robusto patrimonio viticolo: cinquanta ettari nel bacino storico della
denominazione (Lugana e Rovizza di
Sirmione, Massoni di San Benedetto
più un manipolo di conferitori abituali),
e altrettanti (dalle ultime vendemmie)
a San Martino della Battaglia, sotto la
Torre Monumentale. L’ultima tornata
di assaggi conferma il talento trasversale ed evolutivo di questo vino, un
bianco che ogni appassionato dovrebbe conservare nella propria cantina
(costa meno di cinque euro!). Gioca
di chiaroscuri il 2007, il lievito un poco
lo frena nell’espressione del dettaglio,
ama il caldo, la calma, ma dubito che
possa competere con le annate più
grandi. Il 2006 è più dolce nel frutto e
più speziato, al palato ha più zuccheri
del solito, è più concessivo, più centrale, ma non è il mio preferito. Il 2003,
riproposto oggi dopo quattro anni d’affinamento in bottiglia, è un eccellente
bianco gastronomico, minerale e disteso, di evoluzione delicata, di polpa
appagante, insaporita dal sale delle
argille. Ancora più attrezzato il 2001,
vicino questa volta a un Verdicchio di
temperamento (penso a Villa Bucci):
potenza misurata, energia integrale
e imprevedibile longevità. Cos’altro
aggiungere ai punteggi del 1996 e del
1998? Sono annate che assaggio da
tempo, sono due Lugana che declinano ancora oggi un’impressionante
scorta di frutto: più verticale, tratteggiato, sotterraneo il primo, più solare,
carnoso, spettacolare il secondo. Più
Loira il 1996, più Alsazia il 1998. In un
contesto simile il Brolettino 2007 non
regge il confronto: il legno porta via i
pregi della turbiana, maschera la sua
purezza, la sua mineralità terrosa, la
sua incisività. Primo anno di produzione: 1969; ettari vitati: 100; bottiglie
prodotte: 800.000; tel. 030.919468.
Cà Lojera
Lugana 2007 83B
Lugana
Riserva del Lupo 2003 90D
Lugana Riserva del Lupo 2004 89D
Lugana Superiore 2004 86C
Lugana Superiore 2003 85C
Lugana Superiore 2001 87 -
•
Ho capito, in questi giorni di completa immersione nella denominazione,
quanto i Lugana più autentici siano vini
lenti a trovare i giusti equilibri, soprattutto quando si esasperano le selezioni
in vigna e si cambiano le consuetudini
in cantina. Ho capito, anche, ma non è
stato facilissimo, quanto siano diverse
le stagioni e le tipologie di questo vino,
ciascuna in grado di segnarlo con un
proprio carattere distintivo, non di rado
eccessivo: l’acidità e la salinità acuta
dei vini più essenziali (che in genere
preferisco), il frutto maturo e speziatissimo delle vendemmie tardive,
la timbrica minerale assai particolare
delle selezioni più evolute. Sono gli
umori e i malumori, il chiaro e lo scuro,
la luce e l’ombra della turbiana. Solo
un vino, finora, ha saputo miscelarli
e fonderli senza rimanerne tramortito: si chiama Riserva del Lupo, ed è
l’ultima etichetta creata da Ambra e
Franco Tiraboschi. La loro nuova selezione di punta, un bianco che merita
le attenzioni dei palati più esigenti: più
profondo, caparbio, gessoso il 2003,
appena meno esuberante, ma altrettanto saporito il 2004. All’ombra di
questo gigante si confermano Lugana
di valore, ma molto tradizionali nello
stile, le altre etichette in catalogo:
speziato e terroso il Superiore 2004,
maturo ma fragrante il Lugana 2007.
Tutto il vigneto di Cà Lojera si sviluppa intorno alla sede di Rovizza, nella
primissima fascia delle argille della
Lugana. Primo anno di produzione:
1993; ettari vitati:18; bottiglie prodotte:
100.000; tel: 030.919550.
Cascina Maddalena
Lugana 2007 83B
Lugana di Sirmione è un pugno di
case a cinquecento metri dal lago,
un mini quartiere residenziale con
le sue villette, le sue palazzine e i
suoi giardini in miniatura. Su queste argille (buona parte delle quali
coperte dal cemento), la turbiana va
a nozze, si nutre, si colora, si insaporisce, diventa grande. Per questo
Cascina Maddalena è da tempo un
cru di pregio della denominazione,
citato perfino da Gino Veronelli e
oggi giornalisticamente valorizzato
da Angelo Peretti, che del Lugana è
il conoscitore più acuto e sensibile.
Per questo la famiglia Zordan lo ha
difeso con i denti: tre ettari e mezzo
di vigna strappata all’ingordigia dei
palazzinari e curata come un giardino, con la fierezza di chi possiede
una cosa preziosa. E pazienza se il
panorama non è quello di Vougeot. Il
vino poi, il Lugana 2007, non è affatto male, semplice nell’impianto, ma
dotato dei fondamentali della turbiana di polso: sostanziosa, salina, dal
registro aromatico speziato/minerale.
Primo anno di produzione: 1999; ettari vitati: 3,5; bottiglie prodotte: 10.000;
tel: 030.9905139.
Anna Palvarini - Corte Anna
Lugana 2007 Lugana Superiore
Antico Vigneto 2006 83A
85B
Segnatevi questo indirizzo se siete in
cerca di un’azienda emergente. Paolo
Morandi e sua moglie Anna Palvarini
sono vignaioli interessanti, intelligenti, di quelli che amano mettersi in
gioco, di quelli che non si accontentano di sopravvivere, ma partecipano
e osano. Una rarità in una denominazione dove, dietro le aziende più
rappresentative, c’è un vuoto preoccupante, un vuoto di progetti e di
idee, più che di vini buoni. Mi piace
come interpretano il mestiere, Anna
e Paolo: tentano la strada dei bianchi
di personalità, cercano di costruire
un Lugana capace di farsi ricordare.
Il loro è un cammino in salita, ma
ce la faranno, viste le premesse. Il
Superiore Antico Vigneto 2006, ad
esempio, è frutto di una vendemmia
tardiva drastica tanto nei tempi di raccolta (oltre metà novembre), quanto
Emilio Pasetto
Lugana 2007 Lugana I Calmi 2007 79B
78B
La cascina Albarone di Emilio e
Stefano Pasetto si trova a due passi da
tutto: dalla Mussolina, dalla Rovizza,
dal lago, dal meglio della Lugana,
insomma. Inutile ripetere il solito ritornello, dunque: la zona è di quelle che
valgono, che possono, che devono.
A giudicare dai Lugana assaggiati in
questa tornata di degustazione qualcosa però non ha funzionato. Due
vini ben equipaggiati sotto il profilo
sapido, come vuole la tradizione della
turbiana di Sirmione, ma che pagano
una certa approssimazione nella cura
enologica. Soprattutto la selezione
di punta della Casa, I Calmi 2007,
già appesantito da un frutto troppo
maturo e ingolfato oltre misura da una
cospicua vena zuccherosa. Più che
essenziale nella proposta aromatica e
non del tutto disinvolto nella manovra
appare invece il Lugana 2007, anche
se il minore bagaglio strutturale alla
fine lo rende più agile del precedente. Una stagione interlocutoria? Primo
anno di produzione: anni ’90; ettari
vitati: 19; bottiglie prodotte: 45.000;
tel: 333.4632417.
TERZO ITINERAIO
Le pianure di Desenzano e Pozzolengo
Al contrario di Sirmione, dove gli spazi
per la vigna sono oramai rarefatti, la
porzione pianeggiante dei comuni di
Desenzano e Pozzolengo (della loro
fascia collinare scriverò nel prossimo
itinerario) conserva una campagna
più viva, più d’atmosfera, più intensamente vitata. Non cambiano invece le caratteristiche peculiari della
Lugana di pianura: l’argilla coriacea
e profonda, la turbiana, che in mano
ai produttori più sensibili si fa bianco
di spalla, e il lago, anche qui capace
di mitigare gli eccessi delle stagioni. La pianura vitata di Pozzolengo
comincia esattamente a ovest di San
Benedetto di Lugana, mentre quella
di Desenzano, confina a est con il
comune di Sirmione. Tre i produttori di maggiore personalità incontrati
lungo il tragitto: Paolo Fabiani direttore tecnico della Tenuta Roveglia,
Fabio Contato, titolare di Provenza,
e Alessandro Cutolo, il nuovo gestore
della Cantina Marangona.
85B
Volendo citare un vino degno di nota
ma che sia al di fuori della cerchia dei
soliti noti, il Lugana 2007 di Francesca
Sgreva è il primo che mi viene in
mente. Si tratta di un Lugana artigiano, compassato, che lascia emergere
il lato meno dichiarato, ma più viscerale, più intimo della varietà. Non si
Lugana 2007 Lugana Spumante Brut
Metodo Classico n.m. I LUGANA BASE 2007
CA' DEI FRATI
87B Lugana I Frati 2007
renato bottacini
85B Lugana Corte Sermana 2007
CANTINA MARANGONA
84B Lugana 2007
le morette - valerio zenato
84B Lugana
Vigneto Mandolara 2007
zenato
84A Lugana San Benedetto 2007
I LUGANA SELEZIONE
CA' lojera
89D Lugana Riserva del Lupo 2004
ZENATO
88C Lugana Santa Cristina
Massoni 2007
ottella
87D Lugana Superiore Molceo 2006
provenza
87D Lugana Fabio Contato 2007
le morette - valerio zenato
86C Lugana Benedictus 2007
zenato
86D Lugana Sergio Zenato 2006
LUGANA vecchie annate
CA' DEI FRATI
93- Lugana I Frati 1998
92- Lugana I Frati 1996
90- Lugana I Frati 2001
ca' lojera
90D Lugana Riserva del Lupo 2003
78A
TENUTA ROVEGLIA
88- Lugana 2004
79B
OTTELLA
87- Lugana Superiore Molceo 2003
Monia e Sonia sono il futuro (in rosa)
di questa piccola azienda familiare.
Incontrate nella loro cascina situata
ai piedi della collina di Pozzolengo,
si danno da fare tra pacchi natalizi,
bottiglie e cartoni. Il papà, Galliano,
LUGANA SPUMANTE
COLLI A LAGO
86C Lugana Spumante Brut Metodo
Classico Hirundo n.m.
31
tenuta roveglia
85B Lugana 2007
lugana
Sgreva
85B Lugana 2007
cantina marangona
89- Lugana Il Rintocco 1996
Brunello
Sgreva
Lugana 2007 dimentica il suo pregevole ricamo
speziato, il disegno del mandarino e
la traccia tipica della mandorla e del
fiore. Non ti lascia indifferente la sua
bocca arzilla, saporita, coerente, alla
quale dona carattere un bonus salino
di chiara matrice terrosa. E’ davvero
un bianco invitante, che affida la
propria evoluzione alle argille della
Lugana di Sirmione (una mineralità
fumé molto composta), che ha il pregio di non smontarsi all’aria, che farà
la gioia di chi ama i bianchi gastronomici. Un vino missionario, per dirla
con quelli di Porthos, venduto oltretutto a un prezzo piccolissimo. Primo
anno di produzione: 1992; ettari vitati:
7.33; bottiglie prodotte: 40.000; tel:
030.9906086.
ENOGEA - II SERIE - N. 22
nella maturazione in cantina – un
anno di sosta in acciaio a contatto
con le sue fecce. Il vino è intenso e
tardivo al naso, ma non impeccabile
(traccia medicinale incipiente) nelle
rifiniture, è saporito e polposo in
bocca, ma non ancora dotato del giusto contrasto. Richiama fortemente
le argille della Lugana di Sirmione (il
vigneto è tutto qui), invece, il Lugana
2007, dal naso fumé parecchio pronunciato e dalla bocca massiccia ma
salina. Primo anno di produzione:
1998; ettari vitati: 7; bottiglie prodotte:
50.000; tel: 030.919033.
lugana
32
ENOGEA - II SERIE - N. 22
è nei campi: lui ha più confidenza
con la vigna che con i convenevoli
imposti dalle pubbliche relazioni. E i
suoi vini anche: rustici, poco comunicativi e privi di quel rigore formale
che le degustazioni di oggi richiedono. Più caparbio e caratterizzato il
Brut Metodo Classico (la base è del
2004), meno saporito e personale il
Lugana 2007. Primo anno di produzione: 1985; ettari vitati: 6; bottiglie
prodotte: 40.000; tel: 030.918570.
Cantina Marangona
Lugana 2007 Lugana Il Rintocco 1996 Lugana Superiore 2006 84B
89 84C
Il Rintocco1996, una vecchia bottiglia assaggiata per caso, mi mostra
il talento sotterraneo dei miglior
Lugana: naso di idrocarburi, spezie,
buccia d’agrumi e bocca di fibra terrosa, dall’acidità vibrante ma integrata,
di sviluppo saporitissimo e trainante,
più compatto e chiuso a freddo, e
molto più a suo agio quanto la temperatura sale (un pregio). La mano era
quella di Carlo Veronese, che oggi
segue il settore tecnico del Consorzio
di Tutela del Lugana e che dalla
vendemmia 2006 è stato sostituito
qui alla Marangona da Alessandro
Cutolo. Per un giovane come lui però
non è facile dedicarsi a un parco
vigneti importante e frazionato - tra
Sirmione, San Benedetto e la pianura
di Pozzolengo (dove ha sede l’azienda) - e contemporaneamente seguire
il mercato, e per questo, almeno
fino ad ora, imbottiglia solo lo stretto
necessario. In degustazione sia il
Lugana 2007 sia il Superiore 2006
posseggono il sapore dei migliori, ma
non ancora le rifiniture. Primo anno
di produzione: 1973 (nuova gestione
2006); ettari vitati: 26; bottiglie prodotte: 20.000; tel: 030.919379.
Cascina Zappaglia
Lugana 2007 Lugana Spumante Brut
Metodo Classico 2004 78B
82C
Antonia e Francesca Baroni sono
due persone da conoscere al di là
delle mere valutazioni tecniche. La
loro è una spontaneità contadina di
cui noi pellegrini del vino ci nutriamo:
<<bussando ad ogni porta...ti rendi
conto che spesso una denominazione va ben oltre ciò che a volte siamo
costretti a vedere>> scrive il Masna
nell’introduzione del suo itinerante
saggio su Barbaresco (Enogea n.
18). La loro cascina sta tra la Tenuta
Roveglia e la piccola cantina dei
Brunello, nell’ultima fascia pianeggiante prima di salire la collina di
Pozzolengo, a un tiro di schioppo dal
confine con San Benedetto di Lugana
e dunque con la provincia di Verona.
Producono un Brut di bel carattere
artigiano, salino e granuloso come
dev’essere un metodo classico di
Lugana: è un peccato perciò che il
naso tenda a perdere misura a contatto con l’aria. Più essenziale e rustico
il Lugana 2007. Primo anno di produzione: 1996; ettari vitati: 5.70; bottiglie
prodotte: 8000; tel: 030.918479.
Casello Bondoni
Lugana 2007 78B
L'azienda di Gaetano Tomasi ricade
nel territorio di San Martino della
Battaglia per una manciata di metri,
visto che il confine con Sirmione corre
proprio lungo il suo vigneto: sette ettari sono di qua e sei di là. Non crede
nel mercato della bottiglia, Gaetano:
vende quasi tutto in cisterna agli
imbottigliatori della zona, più qualcosa in damigiana ai vecchi clienti di suo
papà. L’unico Lugana che confeziona
è un bianco piccolo piccolo che fatica
a trovare la forma e la coerenza dei
vini migliori. Primo anno di produzione: 2003; ettari vitati: 13; bottiglie prodotte: 10.000; tel. 347.4331673.
La Rifra
Lugana 2007 78A
Fino a quindici anni fa qui si allevava
bestiame, le uve si vendevano bene
ai commercianti (la zona è di quelle
argillose che piacciono agli esperti) e
così il vino è rimasto sullo sfondo per
molto tempo. Da una decina di anni,
invece, da quando La Rifra è nelle
mani di Claudio Fraccaroli, si punta
con più decisione alla vinificazione
e, almeno parzialmente, al mercato
della bottiglia. Produrre un Lugana
più raffinato ed espressivo potrebbe
quindi essere il suo prossimo obiettivo
da raggiungere. Primo anno di produzione: 2000; ettari vitati: 6.5; bottiglie
prodotte: 24.000; tel. 030.9108023.
Olivini
Lugana 2007 Lugana Superiore
Demesse Vecchie 2005 79B
78C
Non sono ancora vini risolti quelli che
Giordana, Giovanni e Giorgio Olivini
producono alle Demesse Vecchie di
San Martino della Battaglia, nella
fascia delle argille più profonde della
denominazione. Non sono i Lugana
che mi aspetto da un vigneto di buon
livello, da una cantina attrezzata e da
tre giovani ambiziosi come loro. Mi
sarebbe piaciuta un’interpretazione
più sfumata, una mano più curiosa e
più voglia di rischiare. Un vero peccato vista la buona base del Lugana
2007: la fibra è quella giusta, il fondo
salino pure, per non parlare della
pienezza di bocca. Manca però più
di qualcosa sul piano della personalità: calore, passione, ricerca del
dettaglio. Emergono invece diverse
incertezze dall’assaggio del Demesse
Vecchie 2005, ruvido e ormai privo
di quel rilievo fruttato che lo avrebbe
reso più godibile e appetibile. Primo
anno di produzione: 2000; ettari vitati:
14; bottiglie prodotte: 110.000; tel:
030.9910268.
Pilandro
Lugana 2007 Lugana Arilica 2007 Lugana Terecrèa 2007 Lugana Spumante Brut
Metodo Classico n.m.
77A
78B
79B
84D
Al Pilandro di San Martino della
Battaglia ci sono due cantine, appiccicate: una è quella dei Fraccaroli della
Rifra, l’altra è questa di Pietro Lavelli.
A parte la posizione del vigneto (pressoché identica), le due aziende non
potrebbero essere più diverse: qui c’è
voglia di osare, di sperimentare, di
imbottigliare tutto il possibile, là come
ho già scritto, non ancora. Se i Lugana
assaggiati non sono ancora bianchi di
personalità superiore – al momento
preferiscono scorrere, senza vizi né
virtù – di tutt’altra pasta e carattere
mi è sembrato il Lugana Brut Metodo
Classico, intenso nel frutto e compatto nella sua evoluzione, granuloso e
saporito al palato, rustico nel senso
più appassionante e generoso del
termine. Uno sguardo personale sulla
tipologia. E’ questa la strada giusta.