lugana - Enogea
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27 ENOGEA - II SERIE - N. 22 LUGANA Il Bianco delle argille Un vitigno normale per bianchi di rango. Bianchi che nei terreni migliori e nelle mani possono trovare longevità e sfumature come pochi altri in Italia. Meglio migliori senza legno. di Francesco Falcone Dopo tutti i bianchi assaggiati, da maggio fino a oggi, avevo bisogno di un bianco meno bianco. Diciamo di un bianco travestito da rosso. E Lugana mi ha accontentato, scongiurando noiosi dejà vu. Dopo Gavi, bianco che cammina sulle punte – e le mezze punte – il mio palato reclamava un vino di temperamento, di fibra. Con Lugana sono andato a nozze: se non temessi di essere frainteso, direi che è un bianco penetrativo. Dopo le scoperte dei numeri scorsi, urgevano certezze, quelle di un terroir collaudato. Fra le combinazioni uvasuolo venerate dalla scienza e dalla fantascienza, ciò che si avvera tra le argille moreniche della Lugana storica (profonde, purissime e bagnate dal Benaco) e l’uva trebbiano di Lugana (che d’ora in poi chiamerò turbiana) sono autentici effetti speciali: un vitigno normale si trasforma in un bianco di rango. Dotato di esclusiva freschezza, una freschezza saporita e scattante. E di insolito sapore, un sapore che ricorda qualcosa di salato, di speziato, di affumicato. Nota bene. Nella stessa denomina- zione, lo stesso vitigno, coltivato solo trenta metri più in alto, dove i suoli si fanno appena meno compatti, dona semplicemente un altro bianco, senza il motore dell’originale. A proposito di motore, il Lugana, quello autentico e ben fatto, è un diesel. In degustazione, assaggiato in batteria, fatichi a comprenderlo, il giorno successivo, a caldo, è un altro vino. Più espansivo, ricamato, attraente. Poi nel tempo, in bottiglia, dove si diverte a cambiare pelle un po’ alla volta, trasformando gradualmente la sua freschezza acida in energia di sapore. Scrivo, senza troppi timori, che quelli di Lugana sono bianchi che invecchiano. Soprattutto nelle versioni senza legno. Tanto ci pensano le argille a conservarlo. AL CUORE DEL LUGANA a) Lugana è una denominazione di origine controllata (primo anno 1967) posta a cavallo tra due regioni Lombardia e Veneto - e due province, Brescia e Verona. Si estende lungo la fascia morenica posta a sud del lago di Garda, interessando cinque comuni: Peschiera del Garda sul tratto più orientale del territorio (l’unico in provincia di Verona), Pozzolengo, Sirmione, Desenzano del Garda e Lonato. b) Su ottocento ettari vitati iscritti all’albo della doc, seicentocinquanta sono coltivati nel Bresciano. Inversamente proporzionali sono i dati commerciali, visto che il 60% dei sette milioni di bottiglie prodotte (solo il 10% nella tipologia Superiore) è in mano a produttori veronesi. c) Lugana è sinonimo di turbiana. Dopo anni in cui si usava aiutarla con lo chardonnay (che qui matura troppo presto e dona basi molli), oggi è pressoché vinificato in purezza. Lo chardonnay, invece, viene spesso utilizzato per ingentilire la produzione del Lugana Spumante (cinquecentomila bottiglie prodotte ogni anno). d) La turbiana è, secondo molti studiosi, un vitigno affine al verdicchio sotto il profilo genetico, ma indipendente dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico. Matura tra la terza settimana di settembre e la prima di otto- LUGANA 28 ENOGEA - II SERIE - N. 22 bre. I viticoltori locali usano allevarla con una potatura lunga ad archetto: singolo (con 10-12 gemme per pianta) oppure doppio (venti gemme). Nei vigneti più recenti (una percentuale di gran lunga inferiore a quella dei più vecchi e/o d’impostazione tradizionale), nei quali la densità dei sesti d’impianto supera le 4000 piante per ettaro, in genere si abbandona l’archetto (troppo espanso e vigoroso) a favore di un classico Guyot. e) I suoli della denominazione sono in prevalenza di due tipi. Fortemente argillosi di origine sedimentaria all’interno della fascia pianeggiante del territorio; argilloso-sabbiosi di origine morenica nella sezione collinare che si snoda lungo il settore più meridionale della denominazione. La piovosità media è di 800 mm annui e scarsa è l’influenza dell’escursione termica giorno/notte in fase di maturazione. f) Quasi tutti i produttori commercializzano tre Lugana. Una versione di base, più semplice ed essenziale nella struttura, ma spesso dritta e gustosa. Una versione di categoria superiore (non sempre rivendicata come tale), frutto di raccolte tardive, di vinificazioni più complesse - parte in acciaio e parte in legno (oggi sempre più grande) – e di lunghe soste sur lie. E infine una versione Spumante Brut, elaborata spesso con il metodo Charmat, più raramente attraverso la rifermentazione in bottiglia. GUIDA ALLA LETTURA 1) Ho diviso l’articolo in quattro itinerari, tre dedicati alla vasta pianura del Lugana, il quarto alla collina. Procedendo da est verso ovest incontrerete dapprima il resoconto dedicato ai produttori di Peschiera, poi a quelli di Sirmione dopodiché spazio all’ampia porzione pianeggiante di Desenzano del Garda e Pozzolengo. Nell’ultimo capitolo, come detto, ho scritto delle aziende situate lungo la fascia collinare della denominazione, nei comuni di Desenzano, Pozzolengo (di entrambi, solo le frazioni non pianeggianti) e Lonato. 2) Detto questo, sappiate che tanti produttori con sede all’interno di un itinerario vinificano anche uve coltivate negli altri territori della denominazione. Nulla di male, ma è giusto specificarlo. 3) Per il mio articolo ho preso in considerazione solo le aziende con sede nel territorio d’origine, dedicando una scheda esclusivamente ai produttori visitati. Tuttavia, come molti di voi sapranno, esistono molte cantine, alcune anche molto importanti per numeri e diffusione, che imbottigliano Lugana fuori zona. Le più note sono Villabella, Delibori, Montresor, Fabiano, Frezza, Santi e Tinazzi in provincia di Verona; Ferliga, Novelli, Franzoni, Berardi, Costaripa e Pratello in provincia di Brescia. Nota di Persichetti: per motivi di foliazione, e non volendo potare drasticamente i testi di Francesco, per una volta ho deciso di mettere i numeri di telefono in coda ad ogni scheda invece che all'inizio. Avrò guadagnato una ventina di righe, ma è quanto serviva. PRIMO ITINERAIO San Benedetto di Lugana Ovvero l’angolo più orientale del territorio, che poi è anche il settore veronese della denominazione. Qui il comune di riferimento è Peschiera del Garda, ma è San Benedetto di Lugana il cru che gli appassionati dovranno visitare. Un piccolo centro abitato tagliato a metà dalla strada statale: a nord c’è il lago, a sud la vigna. Non aspettatevi, da San Benedetto, intendo, né i fuochi d’artificio di Gardaland né le cantine superlusso di altre zone. Fatta eccezione per la vigna (centocinquanta ettari iscritti all’albo del Lugana, più qualche rosso di estrazione gardesana) e qualche cascina ben conservata, qui non c’è molto altro da vedere. C’è in compenso tanta tanta argilla, quella che consente alla turbiana di esprimere nelle mani degli interpreti migliori le sue caratteristiche più peculiari: un’acidità tesa, saporita, una salinità assai percepibile, un profumo che spesso ricorda il mandarino e la mandorla, una mineralità calda e quasi affumicata. Fitta la costellazione di località viticole, tutte rigorosamente pianeggianti (la quota altimetrica non sale mai oltre gli 80 metri slm): Santa Cristina, La Berra dei Pini, Oselara, Massoni, Lizzara sono tra le più note. Nutrita la pattuglia di buone aziende tra cui spiccano le personalità di Ottella, Le Morette e Zenato. Renato Bottacini Lugana Corte Sermana 2007 85B Viticoltori da sempre, imbottigliatori solo da poche stagioni, Renato Bottacini e suo figlio Filippo pur vivendo di altro (allevano faraone) conoscono i fondamentali della denominazione. I quindicimila metri del vigneto che circonda la vecchia cascina, finora l’unico in produzione, si nutre delle argille compatte della Bassana di San Benedetto, nella fascia storica della denominazione. Il talento del terroir si sente tutto nell’unico vino finora prodotto, il Corte Sermana 2007, un Lugana di elegante definizione fruttata (mandarino e mandorla), di buona apertura al palato e di bella incisività salina. Un bianco che predilige il succo e il ricamo allo spessore, ma che potrebbe crescere nei prossimi due anni di bottiglia. Tra le sorprese della degustazione. Primo anno di produzione: 2004; ettari vitati: 4; bottiglie prodotte: 6400; tel: 347.9760832. Fratelli Fraccaroli Lugana Vigneto Pansere 2007 78B Lugana Superiore I Fraccaroli 2006 80C Lugana Superiore Vigna Campo Serà 2006 82C La cantina è ai Boschetti di San Benedetto, ma la proprietà viticola di Luigi Fraccaroli, contadino autentico e persona schiva, si divide tra due comuni: una ventina di ettari intorno alla sede aziendale e il resto in provincia di Brescia, alla Bazzana di Pozzolengo (sempre in pianura, a due passi da Tenuta Roveglia). Una superficie dunque consistente a cui però lo stile dei vini non rende giustizia: anche i più ambiziosi sono infatti ancorati a un cliché interpretativo che predilige la pulizia esecutiva alla complessità, l'essenzialità del disegno alla profondità di sapore. Primo anno di produzione: 1965; ettari vitati: 40; bottiglie prodotte: 280.000; tel: 045.7550949. Le Morette Valerio Zenato Lugana Spumante Brut Metodo Charmat n.m. Lugana Vigneto Mandolara 2007 81B 84B Ottella Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana 2007 Le Creete Superiore Superiore Superiore 80B 2007 84B Molceo 2006 87C Molceo 2004 84C Molceo 2003 86C Ottella merita un posto di primissimo piano all’interno della denominazione. Da almeno dieci anni i suoi Lugana si distinguono per un'impostazione stilistica che punta alla leggerezza del tocco, all’intensità aromatica, a una mineralità intermittente. Un Lugana concettuale, contemporaneo, originale, amato molto anche fuori dai suoi confini geografici: una turbiana con Benedetto Tognazzi Lugana Cascina Ardea 2007 78B Più noti come produttori di Botticino, i Tognazzi da metà anni Novanta si dividono tra la cantina storica di Caionvico (periferia di Brescia) e questa piccola ma autonoma sede di San Benedetto di Lugana. Il vigneto, quattro ettari piantati intorno alla Cascina Ardea nel 1999, è dentro le migliori argille della denominazione, a due passi dall’azienda di Luigi Fraccaroli. Il loro Lugana 2007 è però un bianco che rimane a metà del guado, tra una natura fondamentalmente rustica, una forzata vocazione alla modernità e una continua sensazione di diluizione che non appaga. Meglio, molto meglio, per identità e coerenza interpretativa, i caratteriali rossi di Botticino, qui non recensiti. Primo anno di produzione: metà anni ‘70; ettari vitati: 9; bottiglie prodotte: 45.000; tel: 030.2692695. Zenato Lugana San Benedetto 2007 Lugana Santa Cristina Massoni 2007 Lugana Sergio Zenato 2006 84B 88B 86C Se Mastroberardino è Taurasi e Caprai è il Sagrantino di Montefalco, per molti, moltissimi appassionati, Zenato è il Lugana. E non si creda che sia solo per questione di numeri: se la notorietà arriva dalla diffusione, il prestigio e la fama sono frutto di disciplina, talento, continuità di rendimento. Non ho mai conosciuto personalmente Sergio Zenato, ma è come se lo avessi fatto assaggiando spesso i suoi vini. Mai una sbavatura, mai un’indecisione, mai un passaggio a vuoto, nonostante le tirature fossero tutt’altro che trascurabili: dietro ciascuna interpretazione c’era sempre lui, regista e manico attento ai particolari. Oggi Alberto, il figlio, ha preso il suo posto. E’ lui che ha messo a punto le nuove edizioni dei Lugana in degustazione che come sempre si riconfermano bianchi di vertice, ciascuno nella sua categoria. Più semplice, ma succoso e godibile il San Benedetto, più boisé, polputo e ricercato il Sergio Zenato (oggi ancora in debito di sfumature), più floreale, minerale, scalpitante e saporito il Massoni (che preferisco), l’unico prodotto integralmente con uve di proprietà (quelle del podere Santa Cristina, nella pianura di San Benedetto). Primo anno di produzione: primi anni ’60; ettari vitati: 30 + acquisto; bottiglie prodotte: 1.500.000; tel. 045.7550300. SECONDO ITINERAIO Rovizza e Lugana Se la parte più turistica e più nota del comune è la penisola che s’incunea nel Benaco (il Castello Scaligero e le Grotte di Catullo si trovano lì), la Sirmione viticola è quella che si estende nelle sue frazioni pianeggianti poste a sud del lago: Rovizza e Lugana. Non è certo questa, meglio sottolinearlo, la zona del vino più pittoresca d’Italia, non c’è l’intensità viticola che affascina gli appassionati non c’è nemmeno un numero imponente di vignaioli. Tutta colpa dell’urbanizzazione. Qui più che altrove i quartieri residenziali hanno tolto spazio alla vigna, rendendo il paesaggio privo della magia, del colpo d’occhio di un grande terroir del vino. Un vero peccato visto che Sirmione, almeno sulla carta, è l’epicentro vitivinicolo del Lugana: per via della sua terra, pianeggiante, argillosa, mite. Per via della sua storia, dei suoi vini intensi, salini, minerali, e per merito di due aziende davvero eccellenti: Cà dei Frati dei fratelli Dal Cero e Cà Lojera dei coniugi Tiraboschi. LUGANA Non sarebbe stato possibile accostarsi seriamente a questo territorio senza aver incontrato Fabio Zenato (da non confondere con gli Zenato di Santa Cristina), vivaista e viticoltore per discendenza, agronomo e sopraffino conoscitore della turbiana per volontà e (solidi) studi. E’ un giovane produttore, ma consapevole, autocritico e appassionato, di quelli con cui ti fa piacere trascorrere la giornata. Sta prendendo le misure alla denominazione: i suoi Lugana fin da ora appartengono al gruppo dei migliori, anche se i margini di crescita rimangono. Mi piace come fotografano la zona (il corpo vitato si sviluppa tra San Benedetto e la località Palazzo di Sirmione): in chiave contemporanea, con intelligenza, senza inutili esibizioni. E’ ottima, sebbene non ancora del tutto risolta, la prova del Benedictus 2007, selezione di uve surmature prima raffreddate, poi macerate per due giorni in vasca. La traccia aromatica di natura estrattiva/macerativa non toglie respiro al lato speziato/ minerale dei Lugana più autentici, ma ne irrigidisce un poco lo sviluppo. Il vino è salino, succoso, saporito, ma incapace, almeno per ora, di lievitare in persistenza. Lo farà in bottiglia, forse. Meno ambizioso, ma altrettanto schietto il Vigneto Mandolara 2007, che alla banalità dei vini più fermentativi contrappone il “caratteraccio” dei Lugana della pianura, segnati da un’acidità verticale e salatissima. Primo anno di produzione: 1990; ettari vitati: 21; bottiglie prodotte: 100.000; tel: 045.7552724. meno fibra, meno pasta e minor rilievo acido di quelle più tradizionali, ma certo con più elasticità al palato. Spicca, tra i vini in catalogo, il Molceo, una selezione tardiva (maturata parzialmente in legno) delle migliori vigne di proprietà (tutte in località Ottella) che al naso esalta la maturità aromatica del vitigno e che al palato si sviluppa con buon ritmo. Il 2006 ora cammina in punta di piedi, senza fare gli straordinari che ti aspetti, ma in bottiglia potrebbe crescere. Buona la tenuta del 2003, ancora compatto e luminoso nel frutto e ancora capace di allungarsi con vivezza al palato, perdendo qualcosa solo in chiusura. Meno coinvolgente il Lugana Le Crete 2007, fin troppo accademico per i miei gusti. Ben fatto, ma semplice e scorrevole il Lugana 2007. Primo anno di produzione: 1986; ettari vitati: 30; bottiglie prodotte: 200.000; tel: 045.7551950. 29 86C ENOGEA - II SERIE - N. 22 Lugana Benedictus 2007 ENOGEA - II SERIE - N. 22 30 LUGANA Cà dei Frati Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana Lugana Brolettino 2007 I Frati 2007 I Frati 2006 I Frati 2003 I Frati 2001 I Frati 1999 I Frati 1998 I Frati 1996 I Frati 1993 84C 87B 87B 89B 90 85 93 92 87 - Considero Igino Dal Cero uno dei più grandi bianchisti italiani. Il suo Lugana I Frati è regolarmente il bianco più longevo della sua categoria, il più imprevedibile, il più eccitante. Nei primi anni mette la sua semplicità d’impianto al servizio della bevibilità, della godibilità; nella fase centrale della sua evoluzione si fa invece più austero e compassato, e addirittura emozionante quando, nelle migliori annate, il tempo lo trasforma in un liquido sontuoso. E’ frutto di un collage enologico maniacale (ancora più rigoroso nelle ultimissime stagioni) che si alimenta di un robusto patrimonio viticolo: cinquanta ettari nel bacino storico della denominazione (Lugana e Rovizza di Sirmione, Massoni di San Benedetto più un manipolo di conferitori abituali), e altrettanti (dalle ultime vendemmie) a San Martino della Battaglia, sotto la Torre Monumentale. L’ultima tornata di assaggi conferma il talento trasversale ed evolutivo di questo vino, un bianco che ogni appassionato dovrebbe conservare nella propria cantina (costa meno di cinque euro!). Gioca di chiaroscuri il 2007, il lievito un poco lo frena nell’espressione del dettaglio, ama il caldo, la calma, ma dubito che possa competere con le annate più grandi. Il 2006 è più dolce nel frutto e più speziato, al palato ha più zuccheri del solito, è più concessivo, più centrale, ma non è il mio preferito. Il 2003, riproposto oggi dopo quattro anni d’affinamento in bottiglia, è un eccellente bianco gastronomico, minerale e disteso, di evoluzione delicata, di polpa appagante, insaporita dal sale delle argille. Ancora più attrezzato il 2001, vicino questa volta a un Verdicchio di temperamento (penso a Villa Bucci): potenza misurata, energia integrale e imprevedibile longevità. Cos’altro aggiungere ai punteggi del 1996 e del 1998? Sono annate che assaggio da tempo, sono due Lugana che declinano ancora oggi un’impressionante scorta di frutto: più verticale, tratteggiato, sotterraneo il primo, più solare, carnoso, spettacolare il secondo. Più Loira il 1996, più Alsazia il 1998. In un contesto simile il Brolettino 2007 non regge il confronto: il legno porta via i pregi della turbiana, maschera la sua purezza, la sua mineralità terrosa, la sua incisività. Primo anno di produzione: 1969; ettari vitati: 100; bottiglie prodotte: 800.000; tel. 030.919468. Cà Lojera Lugana 2007 83B Lugana Riserva del Lupo 2003 90D Lugana Riserva del Lupo 2004 89D Lugana Superiore 2004 86C Lugana Superiore 2003 85C Lugana Superiore 2001 87 - • Ho capito, in questi giorni di completa immersione nella denominazione, quanto i Lugana più autentici siano vini lenti a trovare i giusti equilibri, soprattutto quando si esasperano le selezioni in vigna e si cambiano le consuetudini in cantina. Ho capito, anche, ma non è stato facilissimo, quanto siano diverse le stagioni e le tipologie di questo vino, ciascuna in grado di segnarlo con un proprio carattere distintivo, non di rado eccessivo: l’acidità e la salinità acuta dei vini più essenziali (che in genere preferisco), il frutto maturo e speziatissimo delle vendemmie tardive, la timbrica minerale assai particolare delle selezioni più evolute. Sono gli umori e i malumori, il chiaro e lo scuro, la luce e l’ombra della turbiana. Solo un vino, finora, ha saputo miscelarli e fonderli senza rimanerne tramortito: si chiama Riserva del Lupo, ed è l’ultima etichetta creata da Ambra e Franco Tiraboschi. La loro nuova selezione di punta, un bianco che merita le attenzioni dei palati più esigenti: più profondo, caparbio, gessoso il 2003, appena meno esuberante, ma altrettanto saporito il 2004. All’ombra di questo gigante si confermano Lugana di valore, ma molto tradizionali nello stile, le altre etichette in catalogo: speziato e terroso il Superiore 2004, maturo ma fragrante il Lugana 2007. Tutto il vigneto di Cà Lojera si sviluppa intorno alla sede di Rovizza, nella primissima fascia delle argille della Lugana. Primo anno di produzione: 1993; ettari vitati:18; bottiglie prodotte: 100.000; tel: 030.919550. Cascina Maddalena Lugana 2007 83B Lugana di Sirmione è un pugno di case a cinquecento metri dal lago, un mini quartiere residenziale con le sue villette, le sue palazzine e i suoi giardini in miniatura. Su queste argille (buona parte delle quali coperte dal cemento), la turbiana va a nozze, si nutre, si colora, si insaporisce, diventa grande. Per questo Cascina Maddalena è da tempo un cru di pregio della denominazione, citato perfino da Gino Veronelli e oggi giornalisticamente valorizzato da Angelo Peretti, che del Lugana è il conoscitore più acuto e sensibile. Per questo la famiglia Zordan lo ha difeso con i denti: tre ettari e mezzo di vigna strappata all’ingordigia dei palazzinari e curata come un giardino, con la fierezza di chi possiede una cosa preziosa. E pazienza se il panorama non è quello di Vougeot. Il vino poi, il Lugana 2007, non è affatto male, semplice nell’impianto, ma dotato dei fondamentali della turbiana di polso: sostanziosa, salina, dal registro aromatico speziato/minerale. Primo anno di produzione: 1999; ettari vitati: 3,5; bottiglie prodotte: 10.000; tel: 030.9905139. Anna Palvarini - Corte Anna Lugana 2007 Lugana Superiore Antico Vigneto 2006 83A 85B Segnatevi questo indirizzo se siete in cerca di un’azienda emergente. Paolo Morandi e sua moglie Anna Palvarini sono vignaioli interessanti, intelligenti, di quelli che amano mettersi in gioco, di quelli che non si accontentano di sopravvivere, ma partecipano e osano. Una rarità in una denominazione dove, dietro le aziende più rappresentative, c’è un vuoto preoccupante, un vuoto di progetti e di idee, più che di vini buoni. Mi piace come interpretano il mestiere, Anna e Paolo: tentano la strada dei bianchi di personalità, cercano di costruire un Lugana capace di farsi ricordare. Il loro è un cammino in salita, ma ce la faranno, viste le premesse. Il Superiore Antico Vigneto 2006, ad esempio, è frutto di una vendemmia tardiva drastica tanto nei tempi di raccolta (oltre metà novembre), quanto Emilio Pasetto Lugana 2007 Lugana I Calmi 2007 79B 78B La cascina Albarone di Emilio e Stefano Pasetto si trova a due passi da tutto: dalla Mussolina, dalla Rovizza, dal lago, dal meglio della Lugana, insomma. Inutile ripetere il solito ritornello, dunque: la zona è di quelle che valgono, che possono, che devono. A giudicare dai Lugana assaggiati in questa tornata di degustazione qualcosa però non ha funzionato. Due vini ben equipaggiati sotto il profilo sapido, come vuole la tradizione della turbiana di Sirmione, ma che pagano una certa approssimazione nella cura enologica. Soprattutto la selezione di punta della Casa, I Calmi 2007, già appesantito da un frutto troppo maturo e ingolfato oltre misura da una cospicua vena zuccherosa. Più che essenziale nella proposta aromatica e non del tutto disinvolto nella manovra appare invece il Lugana 2007, anche se il minore bagaglio strutturale alla fine lo rende più agile del precedente. Una stagione interlocutoria? Primo anno di produzione: anni ’90; ettari vitati: 19; bottiglie prodotte: 45.000; tel: 333.4632417. TERZO ITINERAIO Le pianure di Desenzano e Pozzolengo Al contrario di Sirmione, dove gli spazi per la vigna sono oramai rarefatti, la porzione pianeggiante dei comuni di Desenzano e Pozzolengo (della loro fascia collinare scriverò nel prossimo itinerario) conserva una campagna più viva, più d’atmosfera, più intensamente vitata. Non cambiano invece le caratteristiche peculiari della Lugana di pianura: l’argilla coriacea e profonda, la turbiana, che in mano ai produttori più sensibili si fa bianco di spalla, e il lago, anche qui capace di mitigare gli eccessi delle stagioni. La pianura vitata di Pozzolengo comincia esattamente a ovest di San Benedetto di Lugana, mentre quella di Desenzano, confina a est con il comune di Sirmione. Tre i produttori di maggiore personalità incontrati lungo il tragitto: Paolo Fabiani direttore tecnico della Tenuta Roveglia, Fabio Contato, titolare di Provenza, e Alessandro Cutolo, il nuovo gestore della Cantina Marangona. 85B Volendo citare un vino degno di nota ma che sia al di fuori della cerchia dei soliti noti, il Lugana 2007 di Francesca Sgreva è il primo che mi viene in mente. Si tratta di un Lugana artigiano, compassato, che lascia emergere il lato meno dichiarato, ma più viscerale, più intimo della varietà. Non si Lugana 2007 Lugana Spumante Brut Metodo Classico n.m. I LUGANA BASE 2007 CA' DEI FRATI 87B Lugana I Frati 2007 renato bottacini 85B Lugana Corte Sermana 2007 CANTINA MARANGONA 84B Lugana 2007 le morette - valerio zenato 84B Lugana Vigneto Mandolara 2007 zenato 84A Lugana San Benedetto 2007 I LUGANA SELEZIONE CA' lojera 89D Lugana Riserva del Lupo 2004 ZENATO 88C Lugana Santa Cristina Massoni 2007 ottella 87D Lugana Superiore Molceo 2006 provenza 87D Lugana Fabio Contato 2007 le morette - valerio zenato 86C Lugana Benedictus 2007 zenato 86D Lugana Sergio Zenato 2006 LUGANA vecchie annate CA' DEI FRATI 93- Lugana I Frati 1998 92- Lugana I Frati 1996 90- Lugana I Frati 2001 ca' lojera 90D Lugana Riserva del Lupo 2003 78A TENUTA ROVEGLIA 88- Lugana 2004 79B OTTELLA 87- Lugana Superiore Molceo 2003 Monia e Sonia sono il futuro (in rosa) di questa piccola azienda familiare. Incontrate nella loro cascina situata ai piedi della collina di Pozzolengo, si danno da fare tra pacchi natalizi, bottiglie e cartoni. Il papà, Galliano, LUGANA SPUMANTE COLLI A LAGO 86C Lugana Spumante Brut Metodo Classico Hirundo n.m. 31 tenuta roveglia 85B Lugana 2007 lugana Sgreva 85B Lugana 2007 cantina marangona 89- Lugana Il Rintocco 1996 Brunello Sgreva Lugana 2007 dimentica il suo pregevole ricamo speziato, il disegno del mandarino e la traccia tipica della mandorla e del fiore. Non ti lascia indifferente la sua bocca arzilla, saporita, coerente, alla quale dona carattere un bonus salino di chiara matrice terrosa. E’ davvero un bianco invitante, che affida la propria evoluzione alle argille della Lugana di Sirmione (una mineralità fumé molto composta), che ha il pregio di non smontarsi all’aria, che farà la gioia di chi ama i bianchi gastronomici. Un vino missionario, per dirla con quelli di Porthos, venduto oltretutto a un prezzo piccolissimo. Primo anno di produzione: 1992; ettari vitati: 7.33; bottiglie prodotte: 40.000; tel: 030.9906086. ENOGEA - II SERIE - N. 22 nella maturazione in cantina – un anno di sosta in acciaio a contatto con le sue fecce. Il vino è intenso e tardivo al naso, ma non impeccabile (traccia medicinale incipiente) nelle rifiniture, è saporito e polposo in bocca, ma non ancora dotato del giusto contrasto. Richiama fortemente le argille della Lugana di Sirmione (il vigneto è tutto qui), invece, il Lugana 2007, dal naso fumé parecchio pronunciato e dalla bocca massiccia ma salina. Primo anno di produzione: 1998; ettari vitati: 7; bottiglie prodotte: 50.000; tel: 030.919033. lugana 32 ENOGEA - II SERIE - N. 22 è nei campi: lui ha più confidenza con la vigna che con i convenevoli imposti dalle pubbliche relazioni. E i suoi vini anche: rustici, poco comunicativi e privi di quel rigore formale che le degustazioni di oggi richiedono. Più caparbio e caratterizzato il Brut Metodo Classico (la base è del 2004), meno saporito e personale il Lugana 2007. Primo anno di produzione: 1985; ettari vitati: 6; bottiglie prodotte: 40.000; tel: 030.918570. Cantina Marangona Lugana 2007 Lugana Il Rintocco 1996 Lugana Superiore 2006 84B 89 84C Il Rintocco1996, una vecchia bottiglia assaggiata per caso, mi mostra il talento sotterraneo dei miglior Lugana: naso di idrocarburi, spezie, buccia d’agrumi e bocca di fibra terrosa, dall’acidità vibrante ma integrata, di sviluppo saporitissimo e trainante, più compatto e chiuso a freddo, e molto più a suo agio quanto la temperatura sale (un pregio). La mano era quella di Carlo Veronese, che oggi segue il settore tecnico del Consorzio di Tutela del Lugana e che dalla vendemmia 2006 è stato sostituito qui alla Marangona da Alessandro Cutolo. Per un giovane come lui però non è facile dedicarsi a un parco vigneti importante e frazionato - tra Sirmione, San Benedetto e la pianura di Pozzolengo (dove ha sede l’azienda) - e contemporaneamente seguire il mercato, e per questo, almeno fino ad ora, imbottiglia solo lo stretto necessario. In degustazione sia il Lugana 2007 sia il Superiore 2006 posseggono il sapore dei migliori, ma non ancora le rifiniture. Primo anno di produzione: 1973 (nuova gestione 2006); ettari vitati: 26; bottiglie prodotte: 20.000; tel: 030.919379. Cascina Zappaglia Lugana 2007 Lugana Spumante Brut Metodo Classico 2004 78B 82C Antonia e Francesca Baroni sono due persone da conoscere al di là delle mere valutazioni tecniche. La loro è una spontaneità contadina di cui noi pellegrini del vino ci nutriamo: <<bussando ad ogni porta...ti rendi conto che spesso una denominazione va ben oltre ciò che a volte siamo costretti a vedere>> scrive il Masna nell’introduzione del suo itinerante saggio su Barbaresco (Enogea n. 18). La loro cascina sta tra la Tenuta Roveglia e la piccola cantina dei Brunello, nell’ultima fascia pianeggiante prima di salire la collina di Pozzolengo, a un tiro di schioppo dal confine con San Benedetto di Lugana e dunque con la provincia di Verona. Producono un Brut di bel carattere artigiano, salino e granuloso come dev’essere un metodo classico di Lugana: è un peccato perciò che il naso tenda a perdere misura a contatto con l’aria. Più essenziale e rustico il Lugana 2007. Primo anno di produzione: 1996; ettari vitati: 5.70; bottiglie prodotte: 8000; tel: 030.918479. Casello Bondoni Lugana 2007 78B L'azienda di Gaetano Tomasi ricade nel territorio di San Martino della Battaglia per una manciata di metri, visto che il confine con Sirmione corre proprio lungo il suo vigneto: sette ettari sono di qua e sei di là. Non crede nel mercato della bottiglia, Gaetano: vende quasi tutto in cisterna agli imbottigliatori della zona, più qualcosa in damigiana ai vecchi clienti di suo papà. L’unico Lugana che confeziona è un bianco piccolo piccolo che fatica a trovare la forma e la coerenza dei vini migliori. Primo anno di produzione: 2003; ettari vitati: 13; bottiglie prodotte: 10.000; tel. 347.4331673. La Rifra Lugana 2007 78A Fino a quindici anni fa qui si allevava bestiame, le uve si vendevano bene ai commercianti (la zona è di quelle argillose che piacciono agli esperti) e così il vino è rimasto sullo sfondo per molto tempo. Da una decina di anni, invece, da quando La Rifra è nelle mani di Claudio Fraccaroli, si punta con più decisione alla vinificazione e, almeno parzialmente, al mercato della bottiglia. Produrre un Lugana più raffinato ed espressivo potrebbe quindi essere il suo prossimo obiettivo da raggiungere. Primo anno di produzione: 2000; ettari vitati: 6.5; bottiglie prodotte: 24.000; tel. 030.9108023. Olivini Lugana 2007 Lugana Superiore Demesse Vecchie 2005 79B 78C Non sono ancora vini risolti quelli che Giordana, Giovanni e Giorgio Olivini producono alle Demesse Vecchie di San Martino della Battaglia, nella fascia delle argille più profonde della denominazione. Non sono i Lugana che mi aspetto da un vigneto di buon livello, da una cantina attrezzata e da tre giovani ambiziosi come loro. Mi sarebbe piaciuta un’interpretazione più sfumata, una mano più curiosa e più voglia di rischiare. Un vero peccato vista la buona base del Lugana 2007: la fibra è quella giusta, il fondo salino pure, per non parlare della pienezza di bocca. Manca però più di qualcosa sul piano della personalità: calore, passione, ricerca del dettaglio. Emergono invece diverse incertezze dall’assaggio del Demesse Vecchie 2005, ruvido e ormai privo di quel rilievo fruttato che lo avrebbe reso più godibile e appetibile. Primo anno di produzione: 2000; ettari vitati: 14; bottiglie prodotte: 110.000; tel: 030.9910268. Pilandro Lugana 2007 Lugana Arilica 2007 Lugana Terecrèa 2007 Lugana Spumante Brut Metodo Classico n.m. 77A 78B 79B 84D Al Pilandro di San Martino della Battaglia ci sono due cantine, appiccicate: una è quella dei Fraccaroli della Rifra, l’altra è questa di Pietro Lavelli. A parte la posizione del vigneto (pressoché identica), le due aziende non potrebbero essere più diverse: qui c’è voglia di osare, di sperimentare, di imbottigliare tutto il possibile, là come ho già scritto, non ancora. Se i Lugana assaggiati non sono ancora bianchi di personalità superiore – al momento preferiscono scorrere, senza vizi né virtù – di tutt’altra pasta e carattere mi è sembrato il Lugana Brut Metodo Classico, intenso nel frutto e compatto nella sua evoluzione, granuloso e saporito al palato, rustico nel senso più appassionante e generoso del termine. Uno sguardo personale sulla tipologia. E’ questa la strada giusta.