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Lavori... a confronto Storia, storia e ancora storia. Solo guerre, battaglie e conquiste. Ma come vivevano le persone e i bambini? Quali erano e come si suddividevano i ruoli maschili e femminili? La professoressa comincia a spiegare: -... una volta esistevano lavori da donna e lavori da uomo ben distinti. La donna “allevava” gli innumerevoli figli e svolgeva le noiose faccende domestiche: puliva la casa, coltivava l' orto oppure, per un misero stipendio, era impiegata come filanda o mondina. L'uomo lavorava in fabbrica, nei campi e ricopriva i ruoli dove erano richiesti i muscoli. Molto spesso doveva andare all'estero. La vita non era facile, si pensava sempre e solo al duro presente dove le cose non piovevano dal cielo ma te le dovevi conquistare.....- Sento che la densa e decisa voce proveniente dalla cattedra si fa sempre più lontana e velata. Lentamente appoggio la testa sul libro aperto e sento un lieve e profumo di carta solleticarmi il naso come tante microscopiche, soffici piume. La vista mi si appanna come coperta da un foglio di carta velina, gli occhi mi si chiudono da soli. Attorno a me costruisco una barriera invisibile che mi separa dal resto del mondo. Lo so, se mi becca l' insegnante sono semplicemente fritta ma è più forte di me, così mi addormento profondamente e, comincio a sognare...... Sono sdraiata su un letto rozzo, imbottito di foglie di pannocchie secche (lo intuisco dallo scricchiolio). É notte, sento dei rumori familiari di sotto, in cucina. É mia mamma che prende i secchielli di latta per andare a mungere le mucche. Sento che si chiude la porta. Dopo aver munto prende il latte, lo porta in latteria dove verrà pesato e trasformato in formaggio: ci servirà come scorta per i prossimi mesi o lo venderemo al mercato per racimolare qualche soldo che torna sempre utile. Oggi è domenica perciò non vado a scuola, ma la mamma lavora sempre. Adesso è il turno del cibo per le bestie. Dalla finestra la vedo distribuire il pastone di avanzi ai maiali e il fieno alle mucche che sono così felici che tra un po' si mettono a fare i salti di gioia. Gli animali sono essenziali perché ci forniscono importanti materie prime. Nel frattempo è arrivata l'alba. La mamma ci chiama da in fondo alle scale. Mi vesto, mangio la povera colazione a base di nostri prodotti e, assieme ai miei sette fratelli, andiamo ad aiutarla nell' orto o nei campi. La giornata è faticosa ma, alla sera, ci si raduna attorno alla tavola a consumare un pasto sostanzioso. Vi sarete chiesti dov'è mio padre. E' emigrato cinque mesi fa' in Germania per lavoro, perché qui non ne ha trovato neanche uno temporaneo. Appena arrivato ha subito occupato un posto in una fabbrica di montaggio. Adesso abita in un appartamento in periferia con altri cinque operai e lavora anche dieci ore al giorno. Nella bella stagione, torna da noi e ci aiuta nei numerosi doveri estivi come essiccare il fieno, fare la legna e portare al pascolo le mucche. Ogni mese ci spedisce una busta con soldi risparmiati accompagnati da una lettera, un piccolo diario mensile. D' improvviso mi sento scuotere la spalla bruscamente. Chi è che interrompe il mio bel sogno, il mio viaggio nel tempo? E' la mia compagna di banco che mi avvisa che la campanella è suonata ed è ora di andare. Tornando a casa rifletto. Mi guardo i piedi procedere uno di seguito all' altro, producendo un ritmo regolare e ogni tanto do' un calcio a qualche sassolino. Ripenso al sogno che ho fatto in classe. Certo che i sistemi sono cambiati; i lavori sono meno scissi dalla linea spessa e nera della differenza tra maschio e femmina, ma si sono fusi tra loro. Nel frattempo se ne sono aggiunti anche di nuovi a seconda delle esigenze del momento, mentre altri sono stati cancellati brutalmente senza lasciare alcuna traccia. Intanto sono arrivata al parco, appoggio la cartella e mi stendo comodamente sulla panchina di fronte al laghetto. Gli uccelli cantano e sembrano voler partecipare alla mia riflessione dicendo la loro. Penso ai miei genitori e ai loro lavori... mia mamma è sempre molto occupata: quando torna a casa inizia immediatamente col secondo mestiere non ancora riconosciuto come tale nella nostra società: portare avanti la famiglia. Rinuncia spesso ai suoi piaceri per starci dietro e alle volte si lamenta. Però deve sempre pensare che è fortunata e che se fosse nata ottanta anni prima non avrebbe potuto studiare e avere la possibilità di scegliere da sola una professione. Lei è veterinaria e ci racconta che un tempo, non molto lontano, le donne non potevano nemmeno iscriversi alla sua facoltà. Mio padre è informatore farmaceutico, un impiego nato di recente e che vede impegnati in eguale misura maschi e femmine. Spesso però ci riferisce che quest' ultime sono pagate meno e se aspettano un bambino capita che siano costrette a licenziarsi perché non riescono a conciliare lavoro e vita familiare. Mi avvicino all' acqua e comincio a farvi dei mulinelli con un bastoncino; mi frulla una domanda in testa: nella vita di tutti i giorni, uomini e donne sono sul medesimo piano? Ripensandoci, non ancora totalmente ...vedremo cosa ci riserverà l'ignoto futuro.