RELAZIONE D`AIUTO: COLLOQUIO CENTRATO SUL CLIENTE

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RELAZIONE D`AIUTO: COLLOQUIO CENTRATO SUL CLIENTE
RELAZIONE D’AIUTO:
COLLOQUIO CENTRATO SUL CLIENTE
• Colloquio di aiuto o di counseling
• Colloquio non direttivo
• Colloquio di comprensione
• Colloquio centrato sul cliente
AMBITO:
• Consulenza psicologica agli studenti
• Orientamento
• Consulenza ai genitori, coniugale,…
• Tutte situazioni di “educazione sociale” e di riabilitazione
psicologica,
attraverso
la
quale
IL
CLIENTE
impara
a
PRENDERSI AUTONOMAMENTE IN CARICO.
COLLOQUIO D’AIUTO: ha come obiettivo l’esatta comprensione di
quello che avviene nell’altro, la scoperta della maniera in cui l’altro
sperimenta la situazione, la progressiva chiarificazione del suo vissuto.
Il colloquio d’aiuto non è:
• una conversazione
• una discussione
• un'intervista
• un interrogatorio
• un "discorso" dell'intervistatore
• una confessione
• una diagnosi.
EVOLUZIONE STORICA
• Assistenza pubblica con la rivoluzione francese
• Negli anni '30 relazione basata su simpatia, solidarietà, cooperazione
• Negli anni '50 aspetto psicopedagogico:mettere il cliente in grado di
vedere chiaramente il suo problema
• Negli anni '60 definizione completa: relazione professionale per
favorire nel cliente l’adattamento a una situazione che gli pone
difficoltà, attraverso due azioni:
• Comprendere l’altro
• Aiutarlo a prendersi in carico.
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COLLOQUIO CENTRATA SUL CLIENTE
COLLOQUIO DI COMPRENSIONE
Centrarsi sul cliente significa comprendere il problema come è vissuto
dal cliente stesso, seguendo i seguenti principi:
• Senza pregiudizi, incoraggiare l’altro all’espressione spontanea
• Accettazione senza critiche, né colpevolizzazioni, né consigli
• Piena iniziativa al cliente sul come affrontare e presentare il
problema
• Comprensione del significato che il problema riveste per il cliente;
scoperta del suo mondo soggettivo
• Obiettività e controllo di tutto quello che avviene nel corso del
colloquio.
Campi di applicazione:
• Situazioni di assistenza sociale
• Non è applicabile quando il cliente o non vuole o non è in grado di
partecipare a una interazione basata sulla comprensione.
• Il bisogno di aiuto nasce in un soggetto quando riscontra la sua
impotenza a capirsi, a far fronte alle difficoltà e a “uscirne fuori”.
• L’operatore sociale deve proporsi di rinvigorire l’ego del soggetto.
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SAPER ASCOLTARE E SAPER OSSERVARE
Il rischio maggiore nell’ascoltare è:
• Interpretare
• Comprendere qualche cosa di simile
• Credere di comprendere
• Proiettare noi stessi nella situazione del cliente
• Non vedere quello che realmente accade.
OSTACOLI
ALLA
PSICOLOGICI,
VALE
OSSERVAZIONE
A
DIRE
DEI
OSTACOLI
FENOMENI
CHE
NON
CONSENTONO DI COGLIERE LA SITUAZIONE COSI’ COME
VIENE VISSUTA
• La soggettività
• La deformazione professionale
• Il significato razionale: “Papà, tutti i miei compagni hanno una
bicicletta”: Dal punto di vista psicologico:
• Vorrei una bicicletta
• Vorrei essere come gli altri e, invece, non lo sono
• Non oso chiederti di comperarmi una bicicletta.
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CLIMA DEL COLLOQUIO
• Variabili esterne
• Tempo
• Spazio
• Contesto
• Variabili relative all’appartenenza di gruppo
• Status e ruolo sociale
• Stereotipi
• Età, sesso
• Il colloquio come momento vissuto dai due attori
• L’idea che ciascuno si fa prima del colloquio
• Le reazioni affettive immediate
• Fattori di appartenenza, sesso, età
• Reminiscenze affettive inconsce
• Caratteristiche morfologiche
• Estetica generale
• Modo di presentarsi
• Valutazioni personali (simpatia, intelligenza,…)
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• L’idea che ognuno si fa delle opinioni dell’altro.
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