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anno
IV
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numero
47
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aprile
2007
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MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
larivista
47delcinema
APRILE 2007
Mondi che cadono
Il cinema di Kurosawa Kiyoshi
The Deep Story
Sydney Pollack a Torino
México en cine
Il nuovo cinema messicano
Marlene Kuntz live
Il restauro di La signorina Else
La voce segreta delle parole
Il grande cinema in lingua originale
“Mercoledì da leoni”
di John Milius (1970)
Lo schermo di carta
Storia e storie del cineromanzo in Italia
Mondi che cadono
Il cinema di Kurosawa Kiyoshi
di Giacomo Calorio
Quando si parla del cinema
di Kurosawa Kiyoshi, si finisce
spesso per usare espressioni
quali «sembra che...»
o «si direbbe quasi...», avverbi
come «forse» e termini quali
«ambiguità» o «incertezza».
Effettivamente è difficile definire il
cinema di Kurosawa o collocarlo entro
categorie precise: come avviene ai suoi
personaggi, intenti a plasmare secondo una forma razionale
e accettabile una realtà che di razionale e accettabile ha poco o nulla,
la ricerca di una visione univoca, chiara e definita dell’universo di Kurosawa
è destinata inesorabilmente a fallire, e ci si ritrova infine a riconoscere il
carattere sfumato e contraddittorio del cinema del regista, e ad ammettere
che ci sarà sempre qualche zona buia, qualche particolare che non può essere
spiegato definitivamente se non tramite un’interpretazione puramente soggettiva
e personale. Il carattere plurivalente e interrogativo del cinema di Kurosawa
permea non solo una messinscena divisa tra geometriche astrazioni e distaccato
documentarismo, bensì tutti gli aspetti della sua produzione, dai titoli dei suoi
film, spesso ambigui se non in contraddizione con il contenuto delle rispettive
opere, ai personaggi che li popolano, archetipi svuotati del cinema di genere
o individui privi di un’identità sociale e professionale coerente. La stessa
filmografia del regista si inserisce a fatica in un filone uniforme, per quanto
la fama di «padrino del J-Horror» tenti di ingabbiarlo nel genere per cui
è maggiormente conosciuto. Kurosawa esordisce, nei primi anni Ottanta, con
ambizioni pink movie (film erotici a basso costo) come Doremifa musume no chi wa
sawagu (The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl, 1983), che tradiscono un forte
amore per la Nouvelle Vague e fanno tesoro della lezione dei registi che, tra gli
anni Sessanta e Settanta, cavalcarono da protagonisti l’onda del pink movie e del
roman porno, come Wakamatsu Koji. Se le velleità sperimentali di questo primo
periodo della sua carriera sembrano stemperarsi nelle pellicole realizzate a
(segue a pag. 2)
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
Il cinema di Kurosawa Kiyoshi
da pag. 1
cavallo dello stesso decennio e di quello successivo, periodo durante il quale il regista si fece
le ossa con film di vario genere e poche pretese realizzati per il prolifico mercato home video,
verso la metà degli anni Novanta, ovvero a partire dalla stralunata serie di commedie-yakuza
Katte ni shiyagare!! (Suit Yourself or Shoot Yourself!!, 1995-1996), ecco che le due anime del regista,
quella più ambiziosa e autoriale, e quella dell’artigiano di cinema, si fondono nell’originale
miscela che sta alla base dell’opera che ha reso noto il suo nome al circuito festivaliero di tutto
il mondo: Kyua (Cure, 1997). Da allora il regista ha continuato, nell’ambito di produzioni
destinate tanto alle sale quanto al mercato video o alla televisione, a contaminare i generi che
costituiscono il punto di partenza della maggior parte dei suoi film, smentendo puntualmente
le aspettative dello spettatore, per interrogarlo, interrogandosi, sulla natura del cinema e sulla
realtà che ci circonda. E così, il film yakuza si fa indagine esistenziale di individui alle prese con
un passato doloroso e fantasmatico in Hebi no michi (Serpent’s Path, 1998) e Kumo no hitomi
(Eyes of the Spider, 1998), mentre il dramma ospedaliero si trasforma in una parabola esistenziale
sulla ricerca di un ruolo nella società da parte di un individuo che ne è stato estromesso,
in Ningen gokaku (License to Live, 1998).
E ancora, il poliziesco diventa allegoria in chiave ecologica della società umana in Karisuma
(Charisma, 2000) e lo psycho-horror giapponese si allontana dai dettami del genere per mutarsi
in un angosciante ritratto della spersonalizzazione degli individui e della solitudine che li
circonda in Kairo (Pulse, 2001). L’ambivalenza che caratterizza la produzione di Kurosawa non
si è esaurita con il volgere del millennio: fino al suo ultimo lavoro, Sakebi (Retribution, 2007),
il regista ha continuato a trattare le vicende di personaggi che si trovano a fronteggiare
«l’Altro», incarnato in corpi estranei e inspiegabili (fantasmi, meduse, alberi millenari,
mummie, doppelganger...) che si sovrappongono a una crisi personale dell’individuo,
alla rottura di un legame affettivo, alla messa in discussione del proprio ruolo sociale.
La crisi personale invade la realtà che circonda i personaggi trasfigurandola, e il punto
di vista da cui tale realtà è osservata passa da oggettivo a soggettivo, e viceversa, senza soluzione
di continuità. A rendere maggiormente ambiguo il passaggio tra interiorità ed esteriorità
è anche uno stile registico distaccato, che invece di distorcere il rappresentato si limita a lasciare
affiorare il suo carattere anomalo e a suggerire con discrezione la compresenza di realtà diverse
e antitetiche (interno ed esterno, naturale e sovrannaturale, realtà e sogno, genere e nongenere...) incastrando, tramite giochi di cornice, montaggio e suono, tali realtà simultaneamente
e democraticamente.
L’ampio omaggio a Kurosawa Kiyoshi è un progetto del Museo Nazionale del Cinema realizzato con
la collaborazione dell’Associazione neo(N)eiga e dell’Istituto Giapponese di Cultura. La manifestazione,
a cura di Stefano Boni, Dario Tomasi e neo(N)eiga, è stata resa possibile anche grazie all’aiuto di Kadokawa
Pictures, Japan Foundation, Mediafilm, Mikado Film, Mirovision, Nikkatsu, Sg-me Co., Uplink, Zootrope.
I curatori desiderano esprimere un ringraziamento particolare a Kurosawa Kiyoshi, Alberto Barbera,
Alice Massa, Grazia Paganelli, senza il cui aiuto tutto questo non sarebbe stato possibile.
Per l’occasione, il Museo Nazionale del Cinema ha pubblicato la monografia di Giacomo Calorio Mondi che
cadono. Il cinema di Kurosawa Kiyoshi (Ed. Il Castoro/MNC). Il volume sarà presentato mercoledì 18
aprile alle ore 20.30 (Cinema Massimo – Sala Tre, ingresso euro 3,50) alla presenza del regista Kurosawa
Kiyoshi, che introdurrà l’anteprima nazionale del suo ultimo film Sakebi – Castigo.
ø sguardi ad Oriente
18-27 aprile
MONDI CHE CADONO.
IL CINEMA DI KUROSAWA KIYOSHI
•Kurosawa Kiyoshi
Kandagawa Wars
Kandagawa inran senso
Giappone 1983, 61’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale cortesemente concessa dal regista.
universitario, la ragazza si fa accompagnare da Emi,
studentessa del primo anno, ad una strana lezione
di psicologia tenuta dal professor Hirayama, ma
scopre che il suo amato non frequenta quasi mai.
La maggiore delusione, nonché la conferma che
Yoshioka non è più quello di un tempo, giunge
quando Akiko lo sorprende con Emi nell’aula
di musica. Dopo una serie di strane avventure,
la ragazza si ritrova più forte e sicura di sé.
Sc.: Kurosawa K., Manda Kunitoshi;
Fot.: Uryu Toshihiko; Int.: Doguchi Yoriko,
Itami Juzo, Kato Kenso.
l’assassino. Il detective viene inoltre perseguitato dal
fantasma di una donna vestita di rosso, che sospetta
essere una delle vittime. Anche i rapporti con la sua
ragazza, Harue, non vanno per il meglio. Indagando
nel proprio passato, il detective scopre pian piano
l’identità del fantasma che lo tormenta: una povera
donna dimenticata da tutti, che sceglie di perdonare
Yoshioka ma non il resto dell’umanità.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Ashizawa Akiko; Int.:
Yakusho Koji, Konishi Manami, Hazuki Riona.
MER 18, h. 20.30 – ingresso euro 3,50
Prima del film incontro con il regista Kurosawa Kiyoshi
MER 18, h. 17.40, SAB 21, h. 22.30 – ingresso euro 2,50
•Kurosawa Kiyoshi
Suit Yourself or Shoot
Yourself 6: The Hero
-
•Kurosawa Kiyoshi
Whirlpool of Joy
Yorokobi no uzumaki
Akiko è una ragazza annoiata, che passa le sue
giornate a fare l’amore con il fidanzato e a guardare
la Tv. Un giorno vede due nuovi inquilini, madre
e figlio, alla finestra del palazzo di fronte. L’amica
e vicina di appartamento Masami, spiando i nuovi
arrivati con il cannocchiale, si accorge che i due
hanno una relazione. Le due giovani si mettono
in testa di salvare il ragazzo, che trascorre le sue
giornate a suonare il flauto e ad accontentare
le richieste della madre.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Uryu Toshihiko;
Int.: Aso Usagi, Yoshino Makoto, Kishino Hoen.
Giappone 1992, 27’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale cortesemente concessa dal regista.
Prima parte: Il vortice della felicità. Il padre di Hiroaki
è un patito delle predizioni e predice sempre un
futuro felice per sé, per il figlio e per l’amico di
questi, Sakakibara. Hiroaki però è stufo di vedersi
predire solo cose positive, perché considera
impossibile un futuro fatto solo di felicità. Si ribella
perciò al padre, che lo manda insieme a Sakakibara
alla ricerca della felicità. Ma Hiroaki ben presto
si procura una chiave inglese e colpisce alla testa
l’amico. Seconda parte: Il vortice dell’inferno.
Hiroaki assiste al comizio di un gruppo studentesco
che si oppone alle predizioni. Lì conosce una ragazza
le cui predizioni sono sempre negative e le regala
un rametto di buon auspicio. Questa comincia
a cercare di barattarlo con altri oggetti. Nel
frattempo, Sakakibara torna dal padre di Hiroaki
tutto malconcio e gli dice che non ha trovato la
felicità, ma questi lo sprona a non arrendersi.
Sc.: Kurosawa K., Shimada Hajime, da un racconto
di Shiina Makoto; Int.: Matsuda Keiji, Tanabe
Hiroshi, Kobayashi Takuo.
MER 18, h. 16.30, GIO 19, h. 18.00 – ingresso euro 2,50
MER 18, h. 19.00, SAB 21, h. 23.50
•Kurosawa Kiyoshi
•Kurosawa Kiyoshi
The Excitement
of the Do-Re-Mi-Fa Girl
Sakebi - Castigo
Doremifa musume no chi wa sawagu
Giappone 1985, 80’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale cortesemente concessa dal regista.
L’ingenua Akiko fugge dalla campagna alla ricerca
di Yoshioka, un compagno di liceo che cantava in
un gruppo e ora studia all’università. Incuriosita,
disorientata e turbata dallo spregiudicato mondo
Katte ni shiyagare!! Eiyu keikaku
Giappone 1996, 80’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Japan Foundation
Yuji e Kosaku s’imbattono in Aoyagi, un giovane
idealista che vuole a tutti i costi cacciare Amamiya,
uno yakuza che abita nel suo quartiere. Per far ciò,
Aoyagi mobilita il comitato di quartiere e chiede
l’aiuto dei due. Inizialmente restio all’idea, Yuji si
lascia convincere e così parla con Amamiya.
Questi, in realtà, è un fabbricante di tatami, che
finge di essere un malvivente perché affascinato
dall’immaginario della yakuza...
Sc.: Okubo Tomoyasu, Kurosawa K.;
Fot.: Kikumura Tokusho; Int.: Aikawa Sho,
Maeda Koyo, Terajima Susumu.
GIO 19, h. 16.30, VEN 20, h. 18.30
•Kurosawa Kiyoshi
Cure
Kyua
Giappone 1998, 111’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Kadokawa Pictures
La città di Tokyo è colpita da una serie di efferati
omicidi: le vittime riportano profonde ferite a
forma di X nella parte anteriore del collo. I delitti
sono compiuti da persone diverse che non riescono
a dare una spiegazione dell’omicidio. L’intricato
caso è assegnato al detective Takabe, che deve
alternare la propria stressante professione con
la difficile situazione familiare. La moglie Fumie
soffre infatti di una malattia mentale che le provoca
improvvisi vuoti di memoria. Takabe, nelle sue
indagini, giunge a formulare l’ipotesi che dietro
agli omicidi seriali si nasconda un unico individuo
in grado di ipnotizzare e pilotare le volontà delle
persone. Le sue supposizioni si concretizzano
Giappone 2006, 103’, col., v.o. sott. it.
Anteprima nazionale organizzata in collaborazione
con Mikado Film.
Il detective Yoshioka indaga sul caso di un killer
che uccide le sue vittime annegandole in acqua salata.
Quando le sue impronte digitali e alcuni suoi oggetti
personali vengono rilevati sul luogo del delitto,
Yoshioka inizia a sospettare di essere lui stesso
2
quando interroga Oida, un poliziotto che ha appena
ucciso un collega a sangue freddo. Nel rapporto
stilato dall’agente di polizia, è segnalato il suo
incontro con il giovane Mamiya. L’interrogatorio
rivela che il giovane è un ex-studente universitario
di psicologia, interessato al mesmerismo.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Kikumura Tokusho;
Int.: Yakusho Koji, Hagiwara Masato, Ujiki Tsuyoshi
GIO 19, h. 20.15 – ingresso euro 3,50, VEN 20, h. 16.30
Giovedì 19 il film sarà presentato dal regista Kurosawa
Kiyoshi
•Kurosawa Kiyoshi
Serpent’s Path
Hebi no michi
Giappone 1998, 85’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Kadokawa Pictures
L’enigmatico professor Niijima aiuta il timoroso
Miyashita a vendicarsi dell’uccisione della figlia Emi,
rapita e torturata un anno addietro da una banda
di yakuza. Per individuare l’esecutore materiale
dell’omicidio, i due giustizieri rapiscono alcuni
membri del gruppo segregandoli in un capannone,
umiliandoli e mostrando loro una cassetta con le
immagini di Emi ancora in vita. Il primo a cadere
nella trappola è un certo Otsuki che, interrogato,
asserisce di non sapere nulla. È poi la volta di
Hiyama, ex superiore di Miyashita, istigato da
Niijima a scaricare la responsabilità su di un terzo,
tale Ariga. Questi, preso il posto degli altri due,
freddamente eliminati, e negata la propria identità,
è usato dal professore per tendere un’imboscata ai
rimanenti membri del gruppo, i quali vengono
attirati in una fabbrica abbandonata. Mentre
Miyashita, furente di rabbia, uccide tutti i criminali,
Niijima rivela lo scopo delle sue macchinazioni,
proiettando su di una serie di televisori l’immagine
della propria figlia, uccisa in circostanze analoghe
a quelle di Emi. È lui il vero vendicatore, mentre
Miyashita, reo di un’antica complicità con gli yakuza
è ora la sua ultima vittima designata.
Sc.: Takahashi Hiroshi; Fot.: Tamura Masaki;
Int.: Aikawa Sho, Kagawa Teruyuki, Yanagi Yurei.
VEN 20, h. 20.30, SAB 21, h. 16.30
•Kurosawa Kiyoshi
Eyes of the Spider
Kumo no hitomi
Giappone 1998, 85’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Kadokawa Pictures
L’impiegato Niijima Naomi imprigiona per tre
giorni un uomo ritenendolo responsabile della
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
morte della figlioletta, trovata uccisa anni prima
in un parco. Lo uccide con una pistola e ne occulta
il cadavere in un terreno fuori città. Giorni dopo
incontra Iwamatsu che gli offre un lavoro nella sua
azienda di import-export. A Niijima basta poco per
capire che in realtà Iwamatsu e i suoi tre aiutanti
lavorano per la yakuza. Dopo un primo momento
di esitazione, Niijima si cala perfettamente nella
parte del killer. Grazie ad alcune operazioni portate
a buon fine ottiene il privilegio di incontrare di
persona il capo, un uomo di mezza età con la
passione per i fossili. Questi, a sua volta, gli affida
un’imboscata al boss della famiglia Kindai e poi,
fallito questo tentativo, gli ordina di tradire lo
stesso Iwamatsu, che però ha già fiutato il pericolo.
Di lì a poche ore si giunge a una strage: muoiono
il capo, i tre scagnozzi e Iwamatsu.
Sc.: Kurosawa K., Nishiyama Yoichi; Fot.: Tamura
Masaki; Int.: Aikawa Sho, Dankan, Oosugi Ren.
doti. Purtroppo le cose non vanno come previsto,
e la modesta ma tranquilla quotidianità della coppia
verrà profondamente minata da una serie di
disgrazie e dall’incarnazione di un senso di colpa
sempre più pressante.
Sc.: Kurosawa Kiyoshi, Oishi Tetsuya; Fot.:
Shibanushi Takahide; Int.: Yakusho Koji, Fubuki Jun,
Kusanagi Tsuyoshi.
•Kurosawa Kiyoshi
•Kurosawa Kiyoshi
Doppelganger
Loft
Giappone 2003, 108’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Mirovision
Michio Hayasaki è uno scienziato ossessionato
dal suo progetto più ambizioso, una sorta di corpo
artificiale per sopperire alle esigenze dei disabili.
Un giorno l’uomo si trova davanti una copia esatta
di se stesso, apparizione che secondo alcuni sarebbe
presagio di una morte imminente: il misterioso
individuo, lungi dall’apparire un messaggero
di morte, inizia presto a tentare di sopraffare
lo scienziato nel suo lavoro.
Sc.: Kurosawa K., Furusawa Ken; Fot.: Mizuguchi
Noriyuki; Int.: Yakusho Koji, Nagasaku Hiromi,
Santamaria Yusuke.
Giappone 2005, 115’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Mirovision
Dopperugengaa
DOM 22, h. 20.15, LUN 23, h. 18.15, VEN 27, h. 16.15
•Kurosawa Kiyoshi
Pulse
Kairo
Giappone 2001, 118’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Kadokawa Pictures
MAR 24, h. 18.10, GIO 26, h. 22.30
VEN 20, h. 22.10, SAB 21, h. 18.10
•Kurosawa Kiyoshi
•Kurosawa Kiyoshi
Kokoro, odoru
Soul Dancing
License to Live
Giappone 2004, 15’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale cortesemente concessa dal regista.
In un mondo e un tempo immaginario, un
viandante solitario giunge presso una comunità
di nomadi, che lo accoglie al suo interno dopo
essersi dimostrata, in un primo momento, ostile.
Sopraggiunta la carestia, il viandante guida i
nomadi verso la città, scatenando però dei dissidi
tra i suoi abitanti, alcuni dei quali non intendono
accogliere i nuovi arrivati. Giunta la stagione degli
amori, due membri delle rispettive comunità si
sposano, ma durante le nozze interviene una terza
comunità di individui che indossano mantelline
impermeabili. Anche in questo caso, le iniziali
ostilità cessano con l’integrazione e la fusione
delle diverse comunità. Infine il viandante decide
di ripartire, consapevole del fatto che una volta
passata la frontiera non potrà più tornare indietro.
Sc. e Fot.: Kurosawa K.; Int.: Asano Tadanobu.
Ningen gokaku
Giappone 1998, 109’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Kadokawa Pictures
Dopo essersi risvegliato da un coma durato dieci
anni, Yukata, ora ventiquattrenne, cerca di
ricostruire la propria vita e di recuperare il tempo
perduto. Assieme a Fujimori, un vecchio amico
del padre, comincia ad occuparsi di un terreno
di famiglia. Incontra prima il padre, poi la sorella,
in ultimo la madre, e scopre così che la famiglia,
un tempo saldamente unita, durante il periodo
del coma si è via via sgretolata. Intanto il ragazzo
riesce a restituire lentamente alla casa l’aspetto
di un tempo, trasformandola in un ranch per turisti,
e riesce anche ad unire nuovamente attorno
a sé i propri cari. Ma l’illusione di riportare indietro
il tempo svanisce presto: i parenti partono ognuno
per la propria strada, ed è lo stesso Yukata
a distruggere con le proprie mani il ranch.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro; Int.:
Nishijima Hidetoshi, Yakusho Koji, Sugata Shun.
SAB 21, h. 20.30, DOM 22, h. 16.00
•Kurosawa Kiyoshi
Charisma
Karisuma
Giappone 2000, 103’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Japan Foundation
Michi è preoccupata per l’improvvisa assenza del
collega Taguchi e decide di rintracciarlo. Lo trova
nel suo appartamento pallido e confuso. Un attimo
di distrazione e il ragazzo si impicca. Il terribile
episodio sconvolge anche gli altri colleghi Yabe
e Junko. All’interno di un floppy disk di Taguchi
scoprono un’inquietante immagine del giovane
nascosto nell’ombra. Nel frattempo Kawashima,
uno studente di economia, si connette per la prima
volta a internet e scopre un sito con strane figure
e il messaggio «Vorresti incontrare un fantasma?».
Sconcertato, chiede aiuto alla giovane Harue, poi
incontra uno studente d’informatica secondo cui lo
spazio virtuale che ospita le anime delle persone
morte avrebbe raggiunto il limite di capienza e ora
queste si stanno riversando nella realtà attraverso
un varco. Contemporaneamente Yabe scopre un
misterioso alone nero nella casa di Taguchi e, poco
dopo, una porta circondata da un nastro rosso.
I casi di suicidio dilagano sempre più, il mistero
si infittisce e la speranza svanisce velocemente.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro;
Int.: Kato Haruhiko, Aso Kumiko, Arisaka Kurume.
ø percorsi
5, 12, 19 aprile
CARTA BIANCA A GIANNI AMELIO
In occasione della mostra Lo scher mo di
car ta. Storia e storie dei ciner omanzi
(Archivio di Stato, Torino, fino al 19 aprile
2007, apertura dal martedì alla domenica h.
10-19, apertura serale tutti i giovedì fino alle
22), Gianni Amelio ha curato un’imperdibile
carte blanche che prosegue ad aprile tutti i
giovedì alle 22.30 al cinema Massimo.
•Kurosawa Kiyoshi
Bright Future
Akarui mirai
Giappone 2003, 115’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Uplink
•Steno e Mario Monicelli
Guardie e ladri
Italia 1951, 109’, b/n
DOM 22, h. 18.00, LUN 23, h. 20.30
•Kurosawa Kiyoshi
Seance
Korei
Giappone 2000, 97’, col., v.o. sott. it.
Copia proveniente da Zootrope
La vita di Koji, un tecnico del suono, e di sua
moglie Junko, una medium, viene sconvolta quando
una bambina, inseguita da un pervertito, si rifugia
nel baule degli attrezzi dello stesso Koji. Junko
decide di tacere sul ritrovamento della vittima
e di fingere di collaborare con la polizia, sperando
di ottenere la fama e il riconoscimento delle proprie
Per concentrarsi sulla stesura del suo ultimo
romanzo, Reiko, su consiglio dell’editore Kijima,
si trasferisce a vivere in campagna nei pressi di una
palude. Presto scopre che di fronte alla sua nuova
abitazione si trova un vecchio laboratorio
dell’università, e che al suo interno l’antropologo
Yoshioka nasconde una mummia rinvenuta proprio
nella palude. Affinché gli studenti inviati
dall’università per aiutarlo nelle sue ricerche non
intralcino i suoi studi, Yoshioka domanda a Reiko
di custodire la mummia per qualche giorno in casa
sua. La donna accetta, ma la sinistra presenza diventa
ben presto un’ossessione. In particolare, a turbarla
sono le estemporanee apparizioni di un’evanescente
figura femminile, il fantasma della precedente
inquilina, scomparsa misteriosamente qualche tempo
prima. Ad ucciderla è stato Yoshioka che, però,
ha scordato l’avvenuto. Grazie all’amore di Reiko,
Yoshioka si illude di non essere lui l’assassino,
ma nella palude rinviene il cadavere della giovane
scrittrice e scompare accidentalmente nelle sue acque.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Ashizawa Akiko;
Int.: Nakatani Miki, Toyokawa Etsushi, Nishijima
Hidetoshi.
GIO 26, h. 16.00, VEN 27, h. 18.30
MAR 24, h. 20.10, GIO 26, h. 00.30
DOM 22, h. 22.30, LUN 23, h. 16.00, GIO 26, h. 20.20
Yabuike, un ispettore in crisi, viene sospeso dal
servizio dopo aver causato la morte di un deputato
nel tentativo di salvare anche il terrorista che lo
teneva in ostaggio. L’uomo prende a vagare in uno
stato confusionale nel mezzo di un’imprecisata
foresta, scoprendo un misterioso albero,
soprannominato «charisma», che si erge solitario
al centro di una radura. A questa figura sono
morbosamente legati alcuni personaggi animati
da intenzioni diverse: uno studioso desideroso di
carpirne i segreti, un gruppo di guardie forestali che
vorrebbero venderlo come rarità, due sorelle esperte
di botanica convinte che la sua presenza sia nociva
alla foresta e un giovane paziente in un ospedale in
disuso che, al contrario, si ostina tenacemente a
proteggerlo, arrivando persino all’omicidio. Yabuike
passa ripetutamente da una parte all’altra di questo
contenzioso fin quando, a seguito di uno scontro,
l’albero viene reciso e bruciato. A questo punto,
però, compare un nuovo charisma, più grande
ma apparentemente privo di vita.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro; Int.:
Yakusho Koji, Ikeuchi Hiroyuki, Doguchi Yoriko.
Rofuto
•Michelangelo Antonioni
Il grido
Italia 1957, 102’, b/n
Copia proveniente da Centro Sperimentale
di Cinematografia – Cineteca Nazionale
Aldo lavora come operaio in uno zuccherificio della
Val Padana, convive da sette anni con Irma e ha una
bambina. Il marito di Irma è emigrato da anni e un
giorno giunge la notizia della sua morte. Aldo
vorrebbe sposare la donna, ma Irma gli confessa di
non amarlo più: il suo cuore appartiene ad un altro
uomo. Aldo protesta, minaccia, ma tutto è inutile,
Irma non si lascia commuovere. Aldo lascia la
fabbrica e il paese, e inizia con la bambina il
vagabondaggio per i paesi della regione. Dopo un
lungo e disordinato peregrinare, ritorna al paese e lo
trova in preda alla confusione perché la popolazione
è impegnata in una dimostrazione contro il governo.
Arriva alla casa di Irma e dalla finestra la scorge
mentre prodiga le sue cure al bimbo avuto dall’uomo
che ha sposato. Aldo comprende di non esser per lei
che un ricordo del passato, e salito in cima alla torre
dello zuccherificio, si lancia nel vuoto.
Sc.: M. Antonioni, Elio Bartolini, Ennio De Concini;
Fot.: Gianni Di Venanzo; Int.: Steve Cochran, Alida
Valli, Dorian Gray.
GIO 12, h. 22.30
•Federico Fellini
La strada
I giovani Arita Mamoru e Nimura Yuji lavorano per
conto del premuroso Fujiwara. Di punto in bianco,
Mamoru uccide il suo datore di lavoro e una volta in
carcere si suicida. Prima, però, affida all’amico una
medusa velenosa, con la raccomandazione di averne
cura abbassando progressivamente temperatura
e densità di sale dell’acquario. Dopo alcuni giorni,
l’animale finisce accidentalmente in un canale sotto
casa e, ormai abituato all’acqua dolce, sopravvive
e si moltiplica. Al funerale dell’amico, Yuji incontra
suo padre. Per un breve periodo lavorano assieme
alla manutenzione di vecchi elettrodomestici, ma poi,
in seguito ad una discussione sul futuro, il giovane
fugge e si imbatte in un gruppo di giovani vestiti
di bianco, dediti a futili atti di ribellione verso la
società. Dopo una notte di bravate, Yuji ritorna
dal padre di Mamoru, che decide di adottarlo.
Nel frattempo le meduse hanno invaso i canali della
capitale: il signor Arita, felice di vedere realizzato
l’assurdo progetto del figlio, ne tocca un esemplare
e viene punto. Cade immediatamente svenuto sotto
gli occhi di Yuji, che lo porta a riva disperato.
Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Shibamori Takahide,
Morishita Shozo; Int.: Odagiri Joe, Asano
Tadanobu, Fuji Tatsuya.
Esposito e Amilcare sono due piccoli truffatori che, un
giorno, partecipano ad una distribuzione di pacchidono americani, facendosi accompagnare da alcuni
ragazzi che spacciano per loro figli. Vengono però
riconosciuti dal presidente del comitato di beneficenza,
che era stato truffato proprio dai due sprovveduti.
Esposito scappa, ma viene arrestato dopo un lungo
inseguimento dal sergente Bottoni, al quale sfugge poi
con uno stratagemma. In seguito alle proteste ufficiali
dell’autorevole americano, Bottoni è sospeso dal
servizio e perderà il posto se entro tre mesi non
rintraccerà il truffatore. Il povero Bottoni nasconde
l’accaduto alla propria famiglia, si mette in borghese e
comincia la caccia. Scopre la casa di Esposito, ne
avvicina la famiglia, fa in modo che suo figlio faccia
amicizia col figlio del ladro. Finalmente Bottoni ha
l’occasione di arrestare Esposito ma entrambi sono
d’accordo nel nascondere la cosa alle rispettive famiglie.
Sc.: Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano,
Ruggero Maccari, M. Monicelli, Steno;
Fot.: Mario Bava; Int.: Totò, Aldo Fabrizi,
Aldo Giuffrè, Carlo Delle Piane, Ave Ninchi.
LUN 23, h. 22.30, MAR 24, h. 16.00, GIO 26, h. 18.10
GIO 5, h. 22.30
3
Italia 1954, 115’, b/n
Copia proveniente da Centro Sperimentale
di Cinematografia – Cineteca Nazionale
Gelsomina, una povera ragazza di paese, viene affidata
a Zampanò, uno zingaro girovago. Lei è sensibile e
sempre tesa a scoprire i misteriosi segreti della natura
e delle cose. Lui, opaco e massiccio, si accorge appena
di quello che vede e tocca. Fra i due, naturalmente,
non è possibile nessuna comunione e Gelsomina ne
soffre tanto da voler andar via. Ma un altro girovago,
un funambolo chiamato “Il Matto”, la convince del
misterioso segreto della sua missione vicino a
Zampanò. Gelsomina capisce e rimane, ma un giorno
Zampanò, che non era mai andato d’accordo con il
Matto, viene alle mani con lui e, quasi senza volerlo,
lo uccide. Gelsomina impazzisce dal dolore. Di fronte
a quella pazzia, Zampanò resta di sasso e non sa cosa
fare. Il giorno, però, in cui si accorge che le frasi
dissennate di Gelsomina sulla morte del Matto
potrebbero condurlo in prigione, si decide ad
abbandonare la donna mentre dorme...
Sc.: Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, F. Fellini;
Fot.: Otello Martelli; Int.: Giulietta Masina,
Anthony Quinn, Richard Basehart.
GIO 19, h. 22.30
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
The Deep Story. Sydney Pollack a Torino
di Luciano Barisone *
prima, né il rapporto, notato da La Polla, fra l’orizzontalità della storia e la verticalità del
personaggio. Come nell’immagine di Frank Gehry, creatore di sogni, in cui lui e l’architetto sono
ai lati opposti del fotogramma uniti dallo spazio architettonico del primo e dalla cinepresa
del secondo, è sempre questa trasmissione dell’esperienza e dell’emozione a dare il senso
del suo cinema. Se lo spazio è statico e orizzontale e i personaggi sono in movimento secondo
un’ascendenza verticale dello spirito, la macchina da presa coglie i progressivi spostamenti
del sapere e, facendo finta di niente, li comunica felicemente allo spettatore. Il dialogo, che non
esclude ma integra, è inoltre consustanziale alla cultura americana più aperta e liberale, perché
le fa prendere coscienza dell’altro. Pollack va incontro a questa necessità dell’America di
confrontarsi con i suoi desideri e le sue paure, di misurarsi con le tensioni che la abitano in
maniera adulta e responsabile. In questo senso la dialettica, lavorando sui concetti di prossimità
e distanza, attraverso quel «parlare in movimento» che ne costituisce la radice etimologica,
non forza ideologicamente la coscienza ma le permette di espandersi in direzione di una visione
equilibrata del bene comune (al contempo individuale e collettivo). Il dibattito costante
(evidente, se si guarda alla base delle storie, ma anche alla forma con cui esse vengono
raccontate) è fra la stabilità indifferente del mondo, quel suo scorrere orizzontale di cui parla
La Polla, e l’evoluzione della coscienza umana individuale, il suo passare dall’immanenza delle
cose alla trascendenza delle idee. L’orizzontalità va intesa come lento srotolarsi del tempo, come
paesaggio, come umanità, come natura fisica, indifferente agli umani e sempre uguale a se
stessa. La verticalità degli individui nel loro cambiamento, non totale e repentino, ma per
piccoli gradi, segnalato da laconiche e folgoranti affermazioni dei sentimenti (il vecchio trapper,
incontrato da Jeremiah Johnson in Corvo rosso non avrai il mio scalpo, dice: «Non ho mai trovato
il sentiero che porta al cuore di una donna»; Karen, nella notte africana, sussurra al cacciatore
solitario che la bacia: «Ora crederò a tutto quello che mi dirai»; il gambler Jack dice alla bella
rivoluzionaria cubana: “Vuoi cambiare il mondo? cambia il mio!”), da oggetti che
simbolicamente alleggeriscono la forza di gravità (per esempio, la bussola di La mia Africa),
dai movimenti della macchina da presa (come quel sollevarsi dello sguardo dal finestrino di uno
scompartimento ferroviario all’immenso paesaggio circostante, in relazione alla conquistata
libertà della protagonista di Questa ragazza è di tutti). Questa costruzione dialettica, che
sovrintende tutte le fasi di lavoro di Pollack, coinvolge il corpo sociale del pubblico perché
solleva questioni umane, astrazioni che diventano concreti atti di vita: l’identità, il rispetto,
la dignità, l’onore, la libertà, l’impegno, l’amicizia, l’amore. Sono tutte idee veicolate da una
messa in scena leggera, che non le espone come principio opinabile, ma le fa sorgere dal
confronto spontaneamente. Sono idee rivestite di carne ma prive della coscienza di esserlo.
Questa centrifuga teorica, che non arriva mai alla tesi apertamente dichiarata, sfugge così alla
didattica pedantesca per entrare nella maieutica e fa sì che il cinema di Pollack a distanza di anni
non invecchi né risulti datato; e che sia sempre presente nella percezione dello spettatore, lui
così privo di effetti speciali, di mirabilie messa in scena, di visionarietà: perché quel passaggio
dall’immanente al trascendente, dal reale al simbolico, dal materiale allo spirituale non è cosa
di un tempo che passa ma cosa che dura. Finché dura l’uomo.
Esistono due vie per esplicitare il concetto di autorialità di Sydney Pollack. La prima è quella
pragmatica dell’industria, la seconda è quella dell’arte, costituita dal sistema di pensiero che
sottende il suo cinema: una pratica di messa in scena che si sposa con la tecnica e ha delle
piccole variazioni di film in film, obbedendo a un’etica e a una poetica del tutto personali.
I momenti che abbiamo definito «industria» e «arte», non sono ovviamente separati, ma stanno
in continua, fervente comunicazione. È un dialogo ininterrotto che non investe solo la figura
professionale di Pollack, in condivisione di ruoli fra attore, regista e produttore, ma anche
l’evidente, intrinseca natura del suo cinema. Ci sembra importante mettere in evidenza proprio
questa costante dialettica che, considerando la globalità dei suoi film, sembra corrispondere alla
sua volontà e si dimostra consona non solo alla sensibilità del pubblico, ma anche alla cultura
americana. Non sono un caso, a livello di messa in scena, né le scelte di regia di cui parlavamo
ø i protagonisti
2-9 aprile
THE DEEP STORY.
SYDNEY POLLACK A TORINO
* Direttore di Alba International Film Festival. Il brano qui riprodotto è tratto dal suo saggio
Ars dialectica contenuto in Sydney Pollack. Il cinema, i film, a cura di Luciano Barisone
e Leonardo Gandini, pubblicato in occasione della retrospettiva.
La retrospettica completa dedicata a Sydney Pollack è un progetto dell’Alba International Film Festival
realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema.
Il regista incontrerà il pubblico lunedì 2 aprile alle ore 21.00 (Cinema Massimo – Sala Uno, ingresso
libero) prima della proiezione di I tre giorni del condor.
•Sydney Pollack
litigando di continuo i due si mettono alla ricerca delle
pelli e scoprono che sono in possesso di una banda di
rapinatori capeggiata da Jim Howle. Questi rapisce
Lee e tende una trappola a Joe, ma muore poco dopo.
Recuperate le pelli, Joe vorrebbe finalmente ripartire,
ma Lee glielo impedisce: ne nasce un’ennesima zuffa,
durante la quale un nuovo gruppo di indiani ne
approfitta per rubare di nuovo le pelli. “Il western
è una forma d’espressione così tipicamente e così
classicamente americana che ogni regista dovrebbe
girarne almeno uno. Sentivo che dovevo farlo prima
di essere un vero cineasta” (S. Pollack).
Non si uccidono così
anche i cavalli?
They Shoot Horses, Don’t They?
Usa 1969, 120’, col., v.o. sott. it.
•Sydney Pollack
I tre giorni del condor
Three Days of the Condor
Usa 1975, 117’, col., v.o. sott. it.
In una sezione della CIA adibita al censimento
di libri e giornali di interesse strategico, misteriosi
sicari uccidono sistematicamente tutti i presenti.
Sopravvissuto per puro caso alla strage, Joe Turner,
nome in codice Condor, si sente minacciato di
morte senza saperne il motivo. Con l’aiuto di
Kathie, una giovane sconosciuta che ha costretto
a dargli ospitalità, Joe scopre di aver smascherato
i piani di una guerra per il petrolio da far scoppiare
in America Latina. “Penso sia interessante
rappresentare il protagonista come un uomo che
all’inizio del film ha fiducia nel proprio paese e alla
fine diventa paranoico al tal punto da perdere anche
l’amore” (S. Pollack).
Sc.: Lorenzo Semple jr., David Rayfiel, dal romanzo
di James Grady; Fot.: Owen Roizman;
Int.: Robert Redford, Faye Dunaway, Max Von
Sydow, Cliff Robertson.
LUN 2, h. 21.00 (Sala Uno, ingresso libero), SAB 7, h. 22.30
Nel 1932, durante la Grande Depressione, in tutti gli
Stati Uniti si organizzano maratone di ballo alle quali
partecipano disoccupati e nullatenenti attratti dalla
prospettiva del premio finale. Arruolato per caso in
una gara, Robert fa coppia con Gloria, ragazza cinica
e indurita dalla vita, e con lei comincia a ballare senza
sosta. Separatisi dopo un litigio, i due tornano
insieme dopo che i loro nuovi compagni, come gran
parte degli altri partecipanti, sono crollati per la
fatica. Quando Gloria scopre che in realtà la
maratona nasconde un trucco, esce dal locale e chiede
a Robert un ultimo, tragico favore. “Mi interessava
l’epoca della Depressione perché penso che il tempo
sia ciclico. Quella era un’epoca completamente
diversa, estremamente dura, e c’era un’immensa
povertà: ma tutto poi ricomincia sempre. Forse un
giorno andrà meglio, ma può anche darsi che la gente
finisca per autodistruggersi” (S. Pollack).
Sc.: James Poe, Robert E. Thompson, dal romanzo di
Horace McCoy; Fot.: Philip Lathrop; Int.: Jane Fonda,
Michel Sarrazin, Susannah York, Bruce Dern.
Negli Stati Uniti abbiamo avuto almeno tre
rivoluzioni: quella sessuale, quella femminista
e quella gay. Di conseguenza ora ci interroghiamo
su cosa sia la femminilità” (S. Pollack).
Sc.: Larry Gelbart, Murray Schisgal; Fot.: Owen
Roizman; Int.: Dustin Hoffman, Jessica Lange,
Teri Garr, Bill Murray.
MAR 3, h. 20.00, LUN 9, h. 18.10
•Sydney Pollack
Sc.: William Norton; Fot.: Duke Callaghan, Richard
Moore; Int.: Burt Lancaster, Ossie Davis, Telly
Savalas, Shelley Winters.
Havana
Usa 1990, 140’, col., v.o. sott. it.
MAR 3, h. 18.10
•Sydney Pollack
Tootsie
Usa 1982, 119’, col., v.o. sott. it.
Disperatamente a caccia di un lavoro, l’attore
Michael Dorsey partecipa - travestito da donna - al
provino per un ruolo femminile in un soap opera.
Ottenuta la parte, entra a tal punto nei nuovi panni
da contribuire al successo della serie e da stringere
amicizia con Julie, attrice da cui è attratto ma alla
quale non può rivelare la verità. Innamorata del
regista, Julie mette inconsapevolmente in difficoltà
Michael che, al colmo dell’esasperazione, svela la
sua identità in diretta. “Volevo fare una commedia
diversa dal solito. Non sono uno storico e non
saprei distinguere fra commedia vecchia e nuova,
ma credo che Tootsie risponda davvero agli anni
Ottanta e alla loro preoccupazione per l’androginia.
MAR 3, h. 16.00
•Sydney Pollack
Joe Bass l’implacabile
The Scalphunters
Usa 1968, 102’, col., v.o. sott. it.
Il cacciatore di pelli Joe Bass viene derubato della sua
merce da un gruppo di indiani che in cambio gli lascia
in custodia un uomo di colore, Joseph Lee. Rude
e spiccio il primo, sofisticato e verboso il secondo,
4
Havana, 1958. Alla vigilia della rivoluzione castrista,
il giocatore americano Jack Weil, incurante dei
tumulti politici e assiduo frequentatore dei casinò,
incontra l’affascinante Bobby, moglie di Arturo
Duran, aristocratico simpatizzante della rivoluzione.
Appreso che l’uomo è stato ucciso e che Bobby è stata
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
incarcerata dai militari, Jack libera la donna e, dopo
averla nascosta nel proprio appartamento, instaura
con lei una relazione. “È la storia di un uomo che
impara tardi. In questo senso, Havana è legato
a Un attimo, una vita: entrambi i loro protagonisti
sono emotivamente tarati, distorti, e hanno il
privilegio del successo nel loro campo; tuttavia sono
emozionalmente feriti e trovano donne più
coraggiose di loro che riescono in quello che fanno.
Sono uomini che mostrano i sintomi del coraggio,
ma sono affettivamente timidi” (S. Pollack).
Sc.: Judith Rascoe, David Rayfiel; Fot.: Owen
Roizman; Int.: Robert Redford, Lena Olin, Raul
Julia, Alan Arkin.
•Sydney Pollack
lo abbandona subito per raggiungere Owen.
“All’inizio della lavorazione avevo ben sette copioni
diversi, tra cui quello di Coppola. Allora mi sono
chiuso in un camera di motel con tutte le versioni,
le ho stese sul pavimento e, usando forbici, graffette
e nastro adesivo, ne ho creata una sola” (S. Pollack).
Sc.: Fred Coe, Francis Ford Coppola, Edith
Summer, dall’atto unico di Tennessee Williams;
Fot.: James Wong Howe; Int.: Natalie Wood, Robert
Redford, Charles Bronson.
Corvo rosso
non avrai il mio scalpo
Jeremiah Johnson
Usa 1972, 110’, col., v.o. sott. it.
GIO 5, h. 16.00, SAB 7, h. 18.00
•Sydney Pollack
Diritto di cronaca
Absence of Malice
MAR 3, h. 22.10
Usa 1981, 116’, col., v.o. sott. it.
A Miami, dopo la scomparsa di un sindacalista, la
giornalista Megan Carter, ignorando di prestarsi al
gioco della polizia, rivela in un articolo i sospetti su
Michael Gallagher, commerciante di liquori figlio
di un boss della malavita. Affrontata violentemente
dall’uomo, Megan si rende conto della sua onestà,
ma non riesce ad impedire che la vicenda gli rovini
la vita. Toccherà al Dipartimento di giustizia
risolvere il caso, grazie anche al piano con cui
Gallagher smaschera i suoi accusatori. “Tutti hanno
pensato che nessun reporter si comporterebbe come
Megan. La stampa ha detto che non è così che si
scrivono le storie. Invece lo è. La chiave del film sta
nella scena in cui Newman dice: “Voi giornalisti
non scrivete la verità, ma quello che dice la gente”.
Ed è così che funziona. È un po’ difficile per me
difendere la stampa, perché spesso agisce in modo
irresponsabile. Dopo il Congresso, è il corpo più
grande e senza regole degli Stati Uniti” (S: Pollack).
Sc.: Kurt Luedtke; Fot.: Owen Roizman;
Int.: Paul Newman, Sally Field, Bob Balaban.
•Sydney Pollack
Come eravamo
The Way We Were
Usa 1973, 118’, col., v.o. sott. it.
Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, la storia
d’amore tra l’attivista di sinistra ebrea Kathie
e lo scrittore Hubbell. Conosciutisi all’università,
si innamorano dopo la guerra e iniziano una
relazione tempestosa e conflittuale, soprattutto
a causa del carattere combattivo di lei. Trasferitisi
a Hollywood dove Hubbel lavora come
sceneggiatore, i due si scontrano un’ultima volta sui
processi del maccartismo e decidono di separarsi. Si
rivedranno anni dopo, entrambi impegnati e forse
ancora innamorati, ma consapevoli delle reciproche
diversità. “Quando si parla di maccartismo viene
sempre la tentazione di attaccarlo e, quindi, di
banalizzarlo. Il rischio era quello di schierarci dalla
parte del personaggio politicamente impegnato,
creando una storia di buoni contro cattivi senza
intensità. La cosa interessante era parlare non tanto
di chi stava sulle barricate, come Katie, ma
piuttosto di Hubbell, facendo del suo personaggio
un individuo profondo e non solamente un bel
ragazzo smidollato” (S. Pollack).
Sc.: Arthur Laurents, David Rayfiel; Fot.: Harry
Stradling jr.; Int.: Robert Redford, Barbara
Streisand, Patrick O’Neal.
MER 4, h. 16.00, LUN 9, h. 20.20
•Sydney Pollack
Un attimo, una vita
Bobby Deerfield
Usa 1977, 124’, col., v.o. sott. it.
Colorado, 1840. L’ex soldato Jeremiah Johnson
abbandona la civiltà per andare a vivere sulle
Montagne Rocciose. Nel corso delle sue
esplorazioni, conosce un vecchio cacciatore, adotta
un ragazzino traumatizzato da un attacco indiano
e sposa un’indiana offertagli in moglie da un capo
tribù. Ma dopo essere stato costretto a fare da guida
a un drappello di soldati che ha profanato un
cimitero indiano, la tribù offesa uccide per vendetta
i suoi cari e ingaggia una guerra che termina solo
quando il capo e Jeremiah si incontrano e riescono a
trovare un accordo. “È un’opera politica, un film sui
limiti della libertà individuale. È un mito che parla di
come ci si trova coinvolti in un’altra organizzazione
sociale nel momento in cui si tenta di sfuggire alla
propria. Però è trattato in modo obliquo. La politica
c’è, ma in modo indiretto” (S. Pollack).
Sc.: John Milius, Edward Anhalt, David Rayfiel;
Fot.: Duke Callaghan; Int.: Robert Redford,
Will Geer, Delle Bolton.
GIO 5, h. 18.10
•Sydney Pollack
Yakuza
Usa 1974, 112’, col., v.o. sott. it.
MER 4, h. 20.30, SAB 7, h. 16.00
•Sydney Pollack
La vita corre sul filo
The Slender Thread
Usa 1965, 98’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale proveniente dagli archivi della
Paramount Pictures.
Un ragazzo di colore che collabora a una linea
telefonica per l’assistenza psicologica di persone
depresse, riceve la chiamata di una donna che
annuncia di volersi suicidare. Nel tentativo di
dissuaderla, il ragazzo la invita a raccontargli la
sua esistenza e viene a sapere che tutto è cominciato
quando il marito l’ha abbandonata dopo aver
scoperto di non essere il padre naturale del loro
figlio. “Ho accettato di fare questo film perché
era una pièce con due personaggi e non un film
d’azione, cosa che mi avrebbe messo in difficoltà;
inoltre era incentrato sulla recitazione che, avendo
io iniziato come attore, era il campo dove mi
sentivo più sicuro. Non ero affatto un grande
cineasta visionario: il mio obiettivo era dimostrare
che sapevo fare il cinema sul grande schermo.
A rivederlo oggi, però, il film mi sembra troppo
movimentato ed esagerato” (S. Pollack).
Sc.: Stirling Silliphant; Fot.: Loyal Griggs;
Int.: Sidney Poitier, Ann Bancroft, Telly Savalas.
•Sydney Pollack
Il socio
The Firm
Usa 1993, 154’, col., v.o. sott. it.
Assunto da un prestigioso studio legale
di Memphis, il brillante Mitch McDeere fa
rapidamente carriera grazie alla guida dell’avvocato
Avery Tolar. Informato dall’FBI che le attività dello
studio potrebbero essere illegali, comincia a
indagare sulla morte accidentale di due colleghi
e accetta di collaborare con i federali. I boss
malavitosi che controllano lo studio lo scoprono
e lo ricattano, ma Mitch si accorda per trovare una
scappatoia legale che salvi in parte i suoi capi e
riesce poi a fuggire con la moglie. “Avevo letto
il romanzo e potevo capire perché fosse piaciuto
così tanto. Pensando però alla sua struttura, temevo
che per il cinema non funzionasse. Per esempio:
perché Mitch non scappa? Perché continua ad
andare al lavoro? Sapevo che tutti quanti avevano
letto e amato il libro e che se l’avessi cambiato mi
avrebbero ucciso: eppure l’ho fatto e l’ho cambiato
radicalmente” (S. Pollack).
Sc.: David Rabe, Robert Towne, David Rayfiel,
dal romanzo di John Grisham; Fot.: John Seale;
Int.: Tom Cruise, Jeanne Tripplehorn,
Gene Hackman, Ed Harris.
•Sydney Pollack
The Interpreter
Usa 2005, 128’, col., v.o. sott.it.
L’ex poliziotto Harry Kilmer ritorna dopo anni
in Giappone per liberare il figlio di un uomo
d’affari rapito dalla yakuza. Qui ritrova Ken,
fratello di Eiko, la donna che aveva amato
all’indomani della guerra, e chiede il suo aiuto
per la missione. Insieme i due liberano il ragazzo,
ma Eiko, maestro di kendo ed ex-yakuza, viene
riconosciuto dal boss Tono e condannato a morte.
Inizia così una sanguinosa caccia all’uomo, dalla
quale Kilmer e Ken si salvano pur senza impedire
la morte della figlia di Eiko. “La sceneggiatura di
Schrader riduceva il racconto al confronto tra due
culture, quella occidentale e quella giapponese, a
una dialettica su due modi di concepire la violenza.
Il suo era un testo astratto, molto affascinante, che
certo risentiva della conoscenza della poetica di
Mishima. A me interessavano invece i risvolti
personali dei personaggi in campo, il senso
dell’onore di Robert Mitchum e quello del suo
alter ego giapponese”.
Sc.: Paul Schrader, Robert Towne; Fot.: Okazaki
Kozo, Duke Callaghan; Int.: Robert Mitchum,
Takakura Ken, Kishi Keiko.
•Sydney Pollack
Questa ragazza è di tutti
This Property Is Condemned
Usa 1966, 110’, col., v.o. sott. it.
MER 4, h. 18.15
VEN 6, h. 15.45, LUN 9, h. 22.30
VEN 6, h. 18.00
MER 4, h. 22.30 (ingresso euro 2,50)
Scosso dalla morte di un amico durante una corsa
automobilistica, l’asso del volante Bobby Deerfield
si reca in una clinica in Svizzera per fare visita al
pilota sopravvisuto nel medesimo incidente. Qui
conosce Liliana Morelli, un’italiana con cui parte
in viaggio verso Firenze. La relazione tra i due
è però ostacolata dal carattere difficile di Bobby,
che tempo dopo rischia di morire durante una gara.
Quando l’uomo scopre che Liliana è in punto di
morte a causa di una grave malattia, la raggiunge in
Italia e, finalmente liberatosi del ricordo dell’amico,
riesce a instaurare con lei un rapporto solido e
profondo. “Bobby è un ragazzo che ha dimenticato
chi è e cerca di essere qualcos’altro. Incontra una
donna che sta per morire, convinta di potersi far
aiutare da lui perché, essendo un pilota, ha
continuamente a che fare con la morte. Invece è lei
che deve insegnare a lui come si vive” (S. Pollack).
Sc.: Alvin Sargent, da un romanzo di Erich Maria
Remarque; Fot.: Henri Decae; Int.: Al Pacino,
Marthe Keller, Anny Duperey.
troupe. Durante il viaggio i due si innamorano,
ma giunti a destinazione Hallie scopre che Sonny
ha ingannato tutti percorrendo una falsa pista:
lontano dagli occhi delle telecamere, l’uomo libera
il cavallo e riparte solo per la sua strada. “Alla fine
degli anni Settanta credevamo che le cose andassero
meglio, eravamo tutti più ottimisti e stanchi di
essere sempre così seri e di odiare noi stessi.
Tutti volevano divertirsi, e io ho fatto la mia parte.
Ho pensato che sarebbe stato bello girare una
commedia romantica con diverse trovate esilaranti:
il film non è un dramma serio, ma una storia molto
dolce” (S. Pollack).
Sc.: Robert Garland, David Rayfiel, Alvin Sargent;
Fot.: Owen Roizman; Int.: Robert Redford,
Jane Fonda, Valerie Perrine.
GIO 5, h. 20.30
•Sydney Pollack
Il cavaliere elettrrico
In una cittadina nel sud degli Stati Uniti, durante
la Grande Depressione, la bellissima Alva vive con
la sorella e la madre in una pensione di loro
proprietà. Corteggiata da tutti, Alva è sorvegliata da
vicino dalla madre che sogna per lei un matrimonio
di interesse. Quando da New Orleans giunge nel
paese il giovane Owen, dipendente delle ferrovie,
Alva se ne innamora e sogna di fuggire con lui.
Ma dopo averle comprato un biglietto per New
Orleans, Owen viene a sapere che la ragazza è
promessa sposa a un ricco di Memphis e la lascia.
Disperata, Alva sposa un ex amante della madre, ma
The Electric Horseman
Usa 1979, 122’, col., v.o. sott. it.
Sonny Steele è un ex-campione di rodeo che lavora
come testimonial per una multinazionale. Durante
uno show a Las Vegas fugge con il suo cavallo
accusando i dirigenti di aver drogato l’animale.
Il gesto suscita l’interesse di una giornalista
televisiva, Hallie Martin, che riesce a rintracciare
Sonny e a raggiungerlo nel deserto. Hallie convince
l’uomo ad accompagnarla nel luogo dove libererà
il cavallo e organizza a sua insaputa l’arrivo di una
5
Silvia, interprete alle Nazioni Unite per lo stato
africano di Matobo, ascolta casualmente una
conversazione in cui si parla dell’assassinio
del leader Edmund Zuwanie durante la sua visita
a New York. Incaricato di indagare sul conto della
ragazza, l’agente dei servizi segreti Tobin Keller ne
scopre il passato da attivista politica a Matobo e
sospetta di lei come possibile autrice dell’attentato.
Ma le minacce alla vita di Silvia e la morte dei due
oppositori del leader africano convinceranno Keller
della buona fede della donna e lo porteranno
a scoprire il piano orchestrato per consentire
a Zuwanie di perpetrare il genocidio del suo
popolo. “Nei confronti delle Nazioni Unite sono
molto realistico: anche dopo aver visto i molti
fallimenti rispetto alle ambizioni iniziali, penso
ancora che non ci siano alternative. Piuttosto che
lasciar perdere, e dire che il dialogo non funziona
o che solo le pistole e i carri armati risolvono le
situazioni, dobbiamo continuare a fare sforzi perché
funzioni e migliori” (S. Pollack).
Sc.: Charles Randolph, Scott Frank, Steven Zaillian,
dal romanzo di Suzanne Glass; Fot.: Darius Khondji;
Int.: Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener.
SAB 7, h. 20.10
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
•Sydney Pollack
La mia africa
Out of Africa
Usa 1985, 150’, col., v.o. sott. it.
Nel 1913 la danese Karen Dinesen si trasferisce
in Kenia per seguire il marito, il barone svedese
Bror von Blixen-Finecke. Nel nuovo paese è costretta
a occuparsi della grande fattoria, mentre il marito la
lascia sovente sola dedicandosi alla caccia. Un giorno
incontra l’avventuriero inglese Denys Funch Hatton.
Tra i due nasce una storia d’amore, che però le
reticenze dell’uomo non trasformano mai in una
relazione stabile. Quando un incendio distrugge le sue
proprietà, Karen accetta di partire con Denys, ma
l’uomo poco dopo muore in un incidente aereo. Il film
ha vinto sette premi Oscar, inclusi quelli per il miglior
film e la migliore regia. “Il progetto del film girava a
Hollywood dagli anni Trenta e tutti da sempre lo
volevano realizzare. Il problema degli altri registi era
che è un’opera molta poetica ma senza trama.
Il mio vantaggio, invece, fu che nel momento in cui
cominciai a lavorare al film uscì la biografia di Isak
Dinesen, fratello di Karen, scritta da Judith Thurman,
e da quel libro potei trarre tutti gli eventi che
sarebbero diventati la trama del mio film” (S. Pollack).
Sc.: Kurt Luedtke; Fot.: David Watkin; Int.: Meryl
Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer.
México en cine.
Il nuovo cinema messicano
nel castello di un conte e di sua moglie.
Appassionato d’arte, il capitano Beckermann
vorrebbe evitare che lo scontro con i tedeschi
distruggesse il castello e i suoi tesori, mentre il
maggiore Falconer è deciso a restare nella dimora
per motivi strategici. Il conte trova il modo per
accordarsi segretamente con i tedeschi per
consegnare loro il castello e salvare le opere d’arte.
“Di solito la distruzione non fa differenze: come
puoi decidere se uccidere un uomo o distruggere
una statua? Un soldato può scegliere se salvare un
monumento o far morire quaranta persone, e
probabilmente solo nel primo caso sarebbe un buon
soldato, perché lascerebbe intatto un patrimonio
dell’umanità. È un argomento interessante, ma
anche assurdo e ridicolo. Come si misura l’intensità
della morte e della distruzione? Ecco di cosa parla
il film” (S. Pollack).
Il cinema messicano, rilanciato a livello internazionale dal successo di film quali Babel di
Alejandro González Iñárritu e Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro, è un’entità composita
e vivace. Ricco di tradizione, ha rappresentato sia il carattere profondo della cultura popolare
del Paese sia gli aspetti più aspri del suo sviluppo sociale. La rassegna México en cine guarda
al nuovo cinema messicano e agli autori che, negli ultimi tre anni, hanno saputo reagire alle
difficoltà in cui si trova l’industria cinematografica nazionale elaborando nuove forme di
racconto ed esplorando tematiche in gran parte inedite. Questi film ci consegnano un’immagine
diversa e originale del Messico, lontana dagli stereotipi del folklore e attenta a cogliere gli
aspetti contraddittori del processo di modernizzazione in atto nel Paese. Il risultato è la
composizione di un quadro articolato della realtà nazionale, espressione di voci critiche che
trovano nell’indipendenza produttiva e nella sperimentazione il principale elemento della
propria forza. L’osservazione del nuovo cinema messicano si completa con due eventi speciali.
Da un lato lo sguardo alla produzione di cortometraggio sostenuta dall’IMCINE, che consente
di osservare da vicino la vivacità di un genere dal quale gli autori sempre più spesso partono per
costruire il proprio ingresso nel lungometraggio. Dall’altro l’omaggio a Gabriel Figueroa, il
grande direttore della fotografia di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Figueroa è
stata una delle figure chiave della cinematografia messicana e ha ispirato molti cineasti del
passato e del presente. Il suo lavoro verrà illustrato attraverso la proiezione di due capolavori
restaurati dalla Filmoteca dell’UNAM: Maria Candelaria di Emilio Fernandez e Los olvidados
di Luis Buñuel.
DOM 8, h. 15.45
México en cine è un progetto della Cineteca del Comune di Bologna realizzato in collaborazione
con il Museo Nazionale del Cinema, l’Associazione Circuito Cinema di Modena, il Comune di Milano,
il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, il Centro Audiovisivi di Trento, la
Cineteca Sarda, la Mostra Internazionale del Cinema Libero, l’IMCINE (Instituto Mexicano de
Cinematografia), l’Embajada de México en Italia e la Filmoteca de la UNAM (Universidad Nacional
Autónoma de México).
•Sydney Pollack / Frank Perry
Un uomo a nudo
The Swimmer
Usa 1968, 95’, col., v.o. sott. it.
Ned Merrill, uomo di mezza età del Connecticut,
ritorna dopo alcune settimane nel proprio paese
d’origine, ma prima di andare a casa, dove lo
aspettano la moglie e le due figlie, decide di
presentarsi nelle ville dei suoi vecchi amici che,
nel frattempo, hanno tutti quanti costruito una
piscina nella loro proprietà. Nuotando di piscina
in piscina, Ned viene accolto con calore e
festeggiamenti, o con rimproveri e astio, e a ogni
incontro impara qualcosa su se stesso e sulle
persone che lo hanno a lungo atteso. “Il film era
stato girato da Frank Perry, ma i produttori non
erano molto soddisfatti. Era il 1965, io stavo
cominciando a girare Joe Bass l’implacabile e rifiutai.
Ma loro volevano rifare alcune parti e mi proposero
di rigirare solo quattro o cinque scene” (S. Pollack).
Sc.: Eleanor Perry; Fot.: David L. Quaid;
Int.: Burt Lancaster, Janet Landgard, Janice Rule.
ø cinema del presente
Sc.: Daniel Taradash, David Rayfiel, dal romanzo
di William Eastlake; Fot.: Henri Decae;
Int.: Burt Lancaster, Patrick O’Neal, Bruce Dern.
10-17 e 30 aprile
1 maggio
•AA.VV
Antologia cortometraggi
messicani
Sabrina
Messico 1996-2006, 129’, col., v.o. sott. it.
Un’ampia selezione dei corti prodotti in Messico
negli ultimi dieci anni. Verranno proiettati:
9 y 20 di Roberto Aguilera (2005, 10’), Hasta los
huesos di Rene Castello (2001, 12’), En el Espero
del cielo di Carlos Salcés (1998, 10’), Recuerdo del
mar di Max Zumino (2005, 3’), De tripas corazon
di Antonio Urrutia (1996, 16’), La leche y el agua
di Celso R. Garcia (2006, 12’), El otro sueno
americano di Enrrique Arroyo (2004, 10’),
La milpa di Patricia Riggen (2002, 27’),
Para vestir santos di Armando Casas (2004, 6’),
Hasta que la muerte los separe di Alex Volovich
(2005, 10’), Rutina di Ana Paulina Castellanos
(2005, 10’), Veneno di Moserrat Larque (2002, 3’).
Usa 1995, 127’, col., v.o. sott. it.
MAR 10, h. 22.15
•Alejandro Gonzáles Iñarritu
Amores Perros
DOM 8, h. 22.30
Messico 2000, 153’, col.
•Sydney Pollack
Destini incrociati
Random Hearts
Usa 1999, 133’, col., v.o. sott. it.
DOM 8, h. 18.30
•Sydney Pollack
•Julian Hernandez
Mil nubes de paz cercan
el cielo, amor, jamás acabarás
de ser amor
Sabrina Fairchild, figlia dell’autista dei ricchissimi
Larabee, è perdutamente innamorata di David,
lo scapestrato secondogenito della famiglia. Spedita
a Parigi a lavorare per «Vogue», torna in patria
trasformata in una donna sofisticata ed elegante
e riesce finalmente a fare colpo su David.
La relazione, però, è ostacolata da Linus Larabee,
grigio e integerrimo uomo d’affari che ha progettato
per il fratello un matrimonio d’interesse: deciso ad
allontanare Sabrina, Linus comincia a frequentarla
e, nonostante si innamori di lei, sceglie comunque
di rispedirla a Parigi. “Sabrina è un film meraviglioso,
una dolcissima storia vecchio stile. Ma a rivederlo
oggi si avverte un gap generazionale. Ad esempio,
la Hepburn va in barca con Humphrey Bogart, lui
mette su il disco Yes, We Have No Bananas e lei se ne
innamora. Oggi non avrebbe senso. Pensavo quindi
che ci fosse un modo per rifare quella storia d’amore
e che sarebbe stato divertente farlo con Harrison
Ford, che mi piace molto come attore quando non
fa Indiana Jones” (S. Pollack).
Sc.: Barbara Benedek, David Rayfiel; Fot.: Giuseppe
Rotunno; Int.: Harrison Ford, Julia Ormond,
Greg Kinnear.
DOM 8, h. 20.15
•Sydney Pollack
Ardenne ’44: un inferno
Castle Keep
Usa 1969, 105’, col., v.o. sott. it.
Sul fronte delle Ardenne, durante la Seconda
Guerra Mondiale, otto soldati americani si rifugiano
Ramiro picchia spesso la moglie Susana. Un giorno,
però, Octavio, fratello di Ramiro e da sempre
innamorato della donna, decide di cambiare la sua
vita e di scappare portando via Susana, che dice
di essere disposta a seguirlo. I soldi per mantenersi
li ottiene con i combattimenti dei cani che si
svolgono nel suo quartiere. Ma Ramiro, minacciato
di morte da alcuni sicari, fugge con la moglie.
Le cose si mettono male anche per Octavio. Per
vendicare il suo cane, ferito da un teppista, uccide il
malcapitato e fugge. Ad un incrocio, però, la sua auto
si scontra con quella di Valeria, la più famosa
modella messicana, che viene ricoverata in ospedale.
Dopo l’incidente, Octavio viene a sapere della morte
di Ramiro nel corso di una rapina in banca. Ai
funerali rivede Susana, le propone di nuovo di andare
via insieme, le dà appuntamento per il giorno dopo,
ma anche stavolta la ragazza non si presenta.
Sc.: Guillermo Arringa; Fot.: Rodrigo Prieto; Int.:
Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Goya Toledo.
Dopo un incidente aereo in cui sua moglie ha perso
la vita, il poliziotto di Washington Dutch Van Den
Broeck scopre che la donna è morta insieme al suo
amante, il marito di una candidata al Congresso.
Rintracciata la donna e informata della scoperta,
instaura con lei un rapporto di solidarietà che ben
presto sfocia in un sentimento più forte. Ma Dutch
è caparbiamente deciso a scoprire i segreti dei loro
congiunti, mentre Kay sente invece il bisogno
di dimenticare. “Il fatto è che nasce un’intimità
artificiale tra chi condivide una tragedia, in questo
caso fondata sul tradimento. Anch’io ero
ossessionato dall’ossessione di Dutch, dal desiderio
che queste due persone potessero stare meglio e
trovare insieme una possibile felicità. In un certo
senso, entrambi si aiutano a guarire” (S. Pollack).
Sc.: Kurt Luedtke, da un romanzo di Warren Adler;
Fot.: Philippe Rousselot; Int.: Harrison Ford, Kristin
Scott Thomas, Peter Coyote.
MAR 10, h. 17.00, SAB 14, h. 16.00
Messico 2003, 80’, b/n, v.o. sott.it.
Gerardo, giovane diciassettenne, dopo aver rotto
la sua relazione con Bruno, inizia a vagare senza
speranza per le strade della città. Nel suo
vagabondare è torturato e perseguitato da alcune
immagini. Ogni uomo che incontra, infatti,
gli ricorda l’amato Bruno e questo lo tormenta,
prolungando il suo dolore. Gerardo, però,
è determinato a preservare ciò che resta della
sua relazione ormai finita. L’unica consolazione
che riesce a trovare è una lettera scovata tra
l’immondizia, anche se quella lettera non è per lui.
Sc.: J. Hernandez; Fot.: Diego Arizmendi; Int.:
Salvador Alvarez, Gloria Andrade, Llane Franoso.
MER 11, h. 16.30
•Luis Buñuel
I figli della violenza
Los olvidados
Massico 1950, 87’, b/n, v.o. sott. it.
Copia restaurata dalla Filmoteca de la UNAM.
•Amat Escalante
Sangre
Messico/Francia 2005, 90’, col., v.o. sott. it.
Diego e sua moglie Blanca hanno costruito un
rapporto solido e pieno di passione. Quando lui
ritorna dal lavoro guardano abbracciati le telenovelas
alla televisione oppure fanno l’amore. Ad
intromettersi nel loro organizzato ménage
matrimoniale, irrompe Karina, figlia di Diego,
nata da un suo precedente matrimonio. La ragazza
è scappata di casa ed è in cerca della protezione
e dell’amore del padre. Blanca però non sembra
sopportare la nuova arrivata, è gelosa e non nasconde
il fatto di essere indispettita dalla sua presenza.
In un crescendo di litigi e fraintendimenti, Diego
finisce per perdere il controllo.
Sc.: A. Escalante; Fot.: Alejandro Fenton;
Int.: Cirilo Recio, Laura Saldana, Claudia Orozco.
LUN 9, h. 15.45
MAR 10, h. 20.30, MER 11, h. 22.00
6
Periferia di Città del Messico. Uscito dal
correzionale, Jaibo riprende il suo ruolo di capo
di una banda di ladruncoli. Uccide Julien perché
suppone che a suo tempo lo abbia denunciato alla
polizia. Pedro partecipa alla molte azioni organizzate
da Jaibo, ma si dissocia dal delitto e cerca di
cambiare vita. Trova lavoro da un fabbro, ma Jaibo
gli ruba un coltello e Pedro finisce in riformatorio.
Qui trova la fiducia del direttore, ma Jaibo lo
tormenta e, alla fine, lo uccide, morendo a sua volta.
“Per me Los olvidados è realmente un film di lotta
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
sociale. Visto che mi ritengo onesto con me stesso,
dovevo fare un’opera di tipo sociale” (L. Buñuel).
Sc.: L. Buñuel, Luis Alcoriza, Oscar Dancingers;
Fot.: Gabriel Figueroa; Int.: Estela Inda, Miguel
Iclán, Alfonso Mejia.
MER 11, h. 18.00
•Juan Carlos Rulfo
En el hoyo
Messico 2006, 84’, col., v.o. sott. it.
Il ritratto di un gruppo di lavoratori impegnati
nella costruzione dell’autostrada di Città del
Messico. Il documentario, caratterizzato da una
struttura narrativa piuttosto libera, riesce a farci
entrare nella vita quotidiana dei protagonisti. Rulfo
ci offre un mosaico attento e ricco di particolari,
aiutandoci a capire le motivazioni spirituali,
politiche e psicologiche dei loro comportamenti.
Molte cose restano irrisolte, particolari enigmatici
che si arricchiscono di un senso in più grazie
all’abilità di Rulfo, al suo forte senso dell’umorismo
e all’eccezionale forza visiva del suo sguardo.
MER 11, h. 20.30
•Guillermo Del Toro
•Guillermo Del Toro
giornaletti porno, bevande analcoliche e pizzaa
volontà. E poi c’è Rita, la vicina di casa, Ulisse
e la sue pizze, la partita Real Madrid-Manchester,
un dolce al cioccolato e un orribile dipinto. Tutto
contribuisce a spezzare la monotonia della giornata.
Ma tutto questo benessere non fa che nascondere la
malinconia della loro condizione: la loro solitudine
a causa del divorzio dei genitori, la confusione tra
amore e amicizia, la frustrazione della vita adulta.
Cronos
Messico 1993, 94’, col., v.o. sott. it.
Nel 1935 un chimico inventa e costruisce uno
straordinario meccanismo inserito in un piccolo
dispositivo dorato. Lo strumento, nato per donare
la vita eterna a chi lo possiede, sopravvive al suo
inventore fino al 1997, quando lo strumento viene
messo in mostra nel negozio di un antiquario.
Affascinato da questo strano oggetto, Gris non si
rende conto che, in realtà, molte persone lo stanno
cercando. La promessa della vita eterna è diventata
un’ossessione anche per l’anziano De la Guardia,
un uomo molto malato che non accetta l’idea di
morire. Lui e suo nipote faranno qualsiasi cosa
per mettere le mani sulla miracolosa invenzione.
Sc.: G. Del Toro; Fot.: Guillermo Navarro; Int.:
Federico Luppi, Ron Perlman, Claudio Brook.
•Carlos Reygadas
Maria Candelaria
Japon
Messico 1944, 102’, b/n, v.o. sott. it.
Copia restaurata dalla Filmoteca de la UNAM.
Sc.: F. Eimbcke, Paula Markovitch; Fot.: Alexis Zabe;
Int.: Carolina Politi, Daniel Mirando, Diego Cataño.
SAB 14, h. 22.00
•Ramon Cervantes
La vida inmune
Il labirinto del fauno
El laberinto del fauno
Messico/Spagna/Usa 2006, 114’, col.
Messico/Belgio/Germania/Francia 2005, 96’, col.
Città del Messico. Marcos, un grasso autista di 50
anni, per racimolare un po’ di soldi decide insieme
a sua moglie di rapire il nipote della ricca signora
per cui lavora e chiedere un riscatto. Purtroppo il
bimbo muore accidentalmente e i due maldestri
rapitori non sanno più cosa fare. Marcos, assalito
dai sensi di colpa, decide di chiedere aiuto alla figlia
della sua datrice di lavoro, Ana, una ragazza frivola
che si prostituisce per svago, verso cui Marcos nutre
una forte attrazione. Tuttavia le cose precipitano
a tal punto che l’uomo è costretto a fuggire.
Sc.: C. Reygadas; Fot.: Diego Martinez Vignatti;
Int.: Marcos Hernandez, Anapola Mushkadiz,
Berta Ruiz.
LUN 16, h. 20.30, MAR 17, h. 18.20
Messico/Spagna 2001, 106’, col.
•Guillermo Del Toro
Batalla en el cielo
•Emilio Fernandez
El espinazo del diablo
GIO 12, h. 16.30, VEN 13, h. 20.30
Battaglia nel cielo
GIO 12, h. 20.40, VEN 13, h. 18.30
La spina del diavolo
Siamo nel 1939, alla fine della sanguinosa guerra
civile spagnola, durata tre anni. L’ala destra dei
nazionalisti del Generale Franco sta per sconfiggere
l’ala sinistra delle forze repubblicane. In questo
clima si consuma la storia di Carlos, ragazzo di
dieci anni, figlio di un eroe repubblicano caduto
in guerra, che viene abbandonato dal suo tutore
in un orfanotrofio. L’orfano viene preso in cura
dalla preside, Carmen, e da un professore
dall’animo gentile, Casares, entrambi simpatizzanti
della causa repubblicana. Nonostante le amorevoli
cure dei due, però, Carlos non riesce a sentirsi
completamente a suo agio nel nuovo ambiente.
Sc.: G. Del Toro, Antonio Trashorras, David Muñoz;
Fot.: Guillermo Navarro; Int.: Eduardo Noriega,
Marisa Paredes, Fernando Tielve.
•Carlos Reygadas
Messico 2006, 105’, col., v.o. sott.it.
Città del Messico 1960. Aurelia vive felice con
la sua famiglia. Poco prima di mettere al mondo la
sua terza figlia, però, perde il marito a causa di un
incidente. Alcuni anni dopo la figlia maggiore della
donna, Leonor, lascia gli studi per poter aiutare la
madre nel mantenimento della famiglia; la seconda
figlia Beatriz, completamente assorbita dalla
musica, assiste al passare del tempo senza prestare
troppa attenzione, mentre l’adolescente Nadia è
solo interessata a fare nuove esperienze. Tra loro i
rapporti si fanno sempre più difficili e rarefatti, fino
a sgretolarsi lentamente come la casa in cui abitano.
Sc.: R. Cervantes; Fot.: Tonatiúh Martínez; Int.:
Esthephani Aguilar, Stephanie Aguilar, Nadia Alejandre.
La bella Maria Candelaria, figlia di una prostituta,
è concupita da un signorotto ma ama, riamata, un
contadino che a causa sua si fa incarcerare per aver
rubato del chinino. Maria Candelaria appare fin
dall´inizio condannata all´isolamento galeotto: un
capro espiatorio, che né la devozione per la Vergine
di Guadalupe, né l´amore per il suo Lorenzo Rafael
potranno aiutarla. Accusata di aver posato nuda per
un pittore, finirà sotto il peso delle pietre scagliate
dalle donne che non possono perdonarle la sua
origine. Il film portò alla ribalta internazionale il
cinema messicano e diede fama a Emilio Fernandez,
detto El Indio, e al suo direttore della fotografia
Gabriel Figueroa. Palma d’oro a Cannes nel 1946.
Sc.: E. Fernández, Mauricio Magdaleno;
Fot.: Gabriel Figueroa; Int.: Dolores Del Rio,
Pedro Almendáriz, Alberto Galán.
Messico/Spagna 2002, 129’, col.
Un uomo di città, cinico e disilluso, arriva fino in
Messsico per prepararsi alla morte. Trova alloggio
presso una vecchia meticcia che abita da sola in un
canyon desolato. Sprofondato nell’immensità di una
natura vertiginosa e selvaggia, messo di fronte
all’infinita umanità della sua locatrice, l’uomo
oscilla fra crudeltà e lirismo. Vede risvegliarsi
in lui l’ebbrezza dei sensi, il suo desiderio di vita
e di cruda sessualità. La storia di una redenzione,
fra rinascita esistenziale e slancio spirituale
Sc.: C. Reygadas; Fot.: Diego Martinez Vignatti; Int.:
Alejandro Ferretis, Magdalena Flores, C. Reygadas.
LUN 16, h. 22.15, MAR 17, h. 16.00
•Alfonso Cuáron
Y tu mamá tambien Anche tua madre
A Città del Messico, Julio e Tenoch, amici
DOM 15, h. 16.30
•Mercedes Moncada Rodriquez
La pasion de Maria Elena
Messico 2003, 76’, col., v.o. sott. it.
Il figlio maggiore di Maria Elena è stato falciato
da un’auto pirata condotta da una donna che rifiuta
di ammettere la sua responsabilità. Da allora la
donna chiede giustizia. Il documentario ricostruisce
con sensibilità il tentativo di Maria Elena di
fronteggiare la situazione, filmando la donna,
il marito e i familiari. Inserendo la protagonista
e gli altri con naturalezza all’interno di possenti
e magnifici scenari naturali, l’autrice provoca nello
spettatore un effetto straniante, rafforzando il
racconto della ‘passione’ di una madre che tenta
di smuovere mari e monti per ottenere la riapertura
di un’inchiesta chiusa troppo velocemente perché
la sua comunità, i Raramuri, abitanti di una regione
montuosa nel nord ovest del Messico, occupa
l’ultimo gradino della scala sociale.
VEN 13, h. 16.30
•Ignacio Ortiz
Mezcal
Messico 2004, 95’, col., v.o. sott. it.
Film misterioso e complesso che racconta con
vigore un mondo visionario in cui si incrociano
storie di ostilità, vendetta e morte in una notte
interminabile. Nel film si intrecciano storie di
diseredati che, in una notte di temporale, si
ritrovano nella cantina di Parián, in un paesino
sperduto messicano, e alleviano le loro tristezze con
il mezcal e la conversazione. Si intrecciano episodi
e avvenimenti secondari che non seguono un filo
logico. Il protagonista è di certo il superalcolico
messicano che sin dall’inizio è responsabile di atroci
azioni e di effetti, a dir poco, allucinanti.
Sc.: I. Ortiz; Fot.: Serguei Saldívar; Int.: Ana
Graham, Dagoberto Gama, Ricardo Blume.
DOM 15, h. 18.30, LUN 16, h. 16.30
•Francisco Vargas
El violin
Messico 2005, 98’, b/n, v.o. sott. it.
diciassettenni, conoscono Luisa, una ventottenne
spagnola, sposata con un uomo che non nega
di tradirla. Quando i due ragazzi, colpiti dalla
sua bellezza, le propongono un viaggio, lei accetta,
un po’ per vendetta, un po’ per reazione.
La destinazione è una spiaggia chiamata Boca del
Cielo. I ragazzi non conoscono la strada e neppure
sanno se quella località esiste davvero. Il caldo
e la fatica, però, acuiscono l’attrazione che provano
verso la loro compagna di viaggio. I ragazzi hanno
ciascuno la propria occasione, perché lei ha dettato
le condizioni del viaggio. Ma il momento magico
finisce con il finire del loro viaggio.
Sc.: A. Cuáron, Carlos Cuáron; Fot.: Emmanuel
Lubezki; Int.: Gael García Bernal, Diego Luna,
Diana Bracho.
LUN 30 e MAR 1 MAGGIO, h. 16.00
•Alfonso Cuáron
Solo con tu pareja
Messico 1991, 90’, col., v.o. sott.it.
Copia digitale messa a disposizione da IMCINE.
SAB 14, h. 18.45, DOM 15, h. 22.15
•Jesús Mario Lozano
Asi
Ufficialmente la Guerra Civile spagnola è giunta al
suo epilogo, ma in realtà un piccolo gruppo di
ribelli continua a lottare asserragliato sulle
montagne a nord di Navarra. La piccola Ofelia, una
bambina di dieci anni, è in viaggio insieme a sua
madre Carmen per raggiungere Navarra. Devono
incontrare il capitano Vidal, nuovo marito di
Carmen e patrigno di Ofelia, che, però, non ha mai
visto. Vidal, capitano dell’esercito fascista di
Franco, è un uomo senza scrupoli che non disdegna
la violenza per ottenere i suoi scopi e con la
bambina rivela tutta la sua durezza. Lasciata sola
con se stessa, Ofelia ha come unica compagnia
quella di Mercedes, la giovane cuoca che prepara
il pasto per i soldati e che, segretamente, aiuta la
causa dei ribelli. Girovagando nel bosco, un giorno,
per caso, Ofelia scopre un passaggio segreto che
conduce ad un labirinto sotterraneo al mulino.
Lì conosce Pan, un vecchio satiro che la sta
aspettando da tempo.
Sc.: G. Del Toro; Fot.: Guillermo Navarro;
Int.: Ivana Baquero, Doug Jones, Sergi Lopez.
GIO 12, h. 18.30, VEN 13, h. 22.30
Messico 2005, 80’, col., v.o. sott. it.
Il film è composto di sequenze narrative di 32
secondi. Ogni giorno, alla stessa ora, 32 secondi della
vita di Ivan, adolescente solitario alle prese con se
stesso, con la sua voce fuori campo, la sua stanzetta,
le sue tartarughe, il suo amico cieco che gli regala
una videocamera. Una coppia di giovani attori
coinvolgeranno Ivan in un rapporto sessuale e
sentimentale complesso contribuendo in modo più o
meno invasivo, più o meno duro e perverso, al lungo
e doloroso percorso di formazione del giovane Ivan.
Sc.: J.M. Lozano; Fot.: Emiliano Villanueva;
Int.: Roberto García Suárez, Olivier Cantú Lozano,
Berenice Almaguer.
Don Plutarco, il figlio Genaro e il nipote Lucio
conducono una doppia vita. Da una parte sono
umili musicisti di campagna, dall’altra appoggiano
attivamente il movimento di ribellione dei
contadini contro l’oppressione del governo.
Quando l’esercito invade la città, però, i ribelli
devono fuggire abbandonando le munizioni. Don
Plutarco, sfruttando la sua apparenza di violinista
inoffensivo, ha un piano che potrebbe venir loro
in aiuto. Grazie alla sua musica, infatti, riesce
a ammaliare il capitano e recuperare le munizioni
nascoste nel suo granaio.
Sc.: F. Vargas; Fot.: Martín Boege, Oscar Hijuelos;
Int.: Esteban Castellanos, Octavio Castro,
Ángeles Cruz.
SAB 14, h. 20.30, LUN 16, h. 18.00
•Fernando Eimbcke
Temporada de patos
Messico 2004, 90’, b/n, v.o. sott. it.
Tlatelolco, Messico, ore 11 di domenica mattina.
Flama e Moko sono due quattordicenni, amici fin
da bambini. Possono ottenere tutto ciò di cui hanno
bisogno per sopravvivere ad un’altra noiosissima
domenica: sono soli in casa, hanno videogames,
DOM 15, h. 20.30
7
Il giovane yuppie e donnaiolo Tomas si spaventa
a morte quando gli viene diagnosticato l’Aids.
In realtà si tratta di un piano molto crudele per
vendicarsi, messo in pratica dall’infermiera Silvia
con cui l’uomo aveva avuto una relazione. Deciso
a suicidarsi, per non soffrire a causa della malattia,
Tomas fa una serie di fallimentari e comici tentativi,
come mettere la testa dentro un forno a microonde.
Il caso, però, vuole che proprio in uno di questi
tentativi, il giovane incontri e si innamori della
bella Clarissa, una hostess che, a sua volta, è decisa
a suicidarsi perché il suo fidanzato la tradisce
con un’altra.
Sc.: A. Cuáron, Carlos Cuáron; Fot.: Emmanuel
Lubezki; Int.: Daniel Giménez Cacho, Claudia
Ramírez, Luis de Icaza.
LUN 30 e MAR 1 MAGGIO, h. 18.00 – ingresso euro 2,50
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
ø crossroads
17 aprile
•Scott A. Crary
Kill Your Idols
Usa 2004, 71’, col., v.o. sott. it.
Copia digitale proveniente da Hunger Artist Prod.
ø non fiction
ø il cinema degli altri
24 aprile
Zenit Arti Audiovisive, AMREF Italia e Museo
Nazionale del Cinema presentano in anteprima
il nuovo lavoro di Enrico Cerasuolo, girato in
Kenya e dedicato alla straordinaria esperienza
del progetto African Spelling Book.
27 aprile
Ha preso il via il 23 febbraio, al Punto Prestito
Gabriele d’Annunzio, il ciclo La signora
dell’inquietudine. Le ossessioni di Patricia
Highsmith nei suoi libri e nel cinema,
organizzato dalle Biblioteche civiche torinesi,
dal Settore Pari opportunità e politiche di
genere, dall’Aiace Torino e dal Museo
Nazionale del Cinema: un’occasione per
scoprire, o riscoprire, non solo una grande
autrice di genere, ma anche una delle maggiori
voci.della letteratura statunitense del dopoguerra,
un’artista della scrittura i cui romanzi offrono
da decenni spunti costanti per film di successo.
In prosecuzione fino ad aprile, la serie di sette
incontri alternerà quindi appuntamenti dedicati
ad analizzare e ad approfondire, con letture di
diversi brani, le trame, i personaggi, i motivi
ricorrenti nei testi della scrittrice ad altri che si
soffermeranno, con l’ausilio delle immagini, sulle
sue storie noir trasposte sul grande schermo da
importanti registi. Il ciclo si conclude venerdì 27
aprile, alle ore 21, al Cinema Massimo con la
proiezione del film diretto da Hans
W.Geissendörfer Il diario di Edith, cui seguirà
un dibattito con Margherita Giacobino e
Massimo Quaglia. Gli incontri al Punto Prestito
Gabriele D’Annunzio (via Saccarelli, 18, tel. 011
4439350) e la proiezione al Cinema Massimo
Tre (via Verdi 18) sono a ingresso libero fino
ad esaurimento dei posti.
•Enrico Cerasuolo
Peter’s Dream
Italia/Kenya 2006, 54’, col.
La storia di uno straordinario progetto educativo
svoltosi nel 2005 a Nairobi, in Kenya, chiamato
“African Spelling Book”, in cui cinquantasei tra
ragazzi e ragazze degli slum hanno scritto e
realizzato ventuno cortometraggi per il National
Geographic Channel. Uno di loro era Peter
Kamau, ragazzo di strada di soli tredici anni che ha
scritto e diretto Dream, in cui descrive il suo più
grande desiderio: tornare a scuola dopo più di due
anni passati per strada. Un desiderio che a Nairobi
sarebbe difficile da trasformare in realtà, se non
fosse per l’aiuto di Samuel, giovane assistente
sociale di AMREF ed ex-ragazzo di strada, che aiuta
Peter a realizzare davvero il suo sogno.
Sc.: E. Cerasuolo; Int.: Peter Kamau,
Samuel Navutanyi, John Muiruri.
MAR 24, h. 21.00/22.30 – ingresso libero
Alle ore 22 incontro con il regista Enrico Cerasuolo
ø il cinema degli altri
30 aprile - 1 maggio
Carlo Ausino, l’autore di Torino violenta,
autentico ‘cult movie’ tornato recentemente
al centro dell’interesse storico e critico,
propone al cinema il suo nuovo Killer’s
Playlist, seguito ideale dell’ormai classico
poliziesco del 1979. La proiezione delle ore
22.00 sarà preceduta dal cortometraggio Il
trailer, presentato al XX Torino Film Festival.
•Carlo Ausino
Killer’s Playlist
Italia 2006, 120’, col.
Dopo un periodo di lavoro a Genova, la giovane
poliziotta Key De Bernardi torna a Torino
e ripiomba nell’incubo mai risolto del suo passato.
Otto anni prima, infatti, dopo una serata in
discoteca, era stata aggredita e violentata da
tre uomini. A soccorrerla un commissario di polizia
che diventa subito suo amico e consigliere.
A Torino, nel frattempo, si verificano una serie
di strani delitti, senza alcun apparente legame.
Poco alla volta, la donna si rende conto che un
serial killer ha iniziato con lei un gioco morboso
e imprevedibile. L’aiuto di una psicologa, però,
la aiuterà a scoprire la verità terribile che si cela
dietro all’assassino.
Sc.: Caraus; Fot.: C. Ausino; Int.: Kristin George,
George Hilton, Emanuel Cannarsa.
LUN 30 e MAR 1 maggio, h. 20.00/22.20
•Carlo Ausino
•Hans W. Geissendörfer
ø prima visione / 25 aprile
Un documentario che racconta la storia della scena
musicale art-punk newyorkese attraverso le gesta
dei gruppi che l’hanno creata. Il percorso si snoda
nel corso di trent’anni, dagli anni Settanta con
Suicide, Teenage Jesus and the Jerks, Theoretical
Girls, D.N.A. che inaugurarono il genere, per poi
proseguire con gli anni Ottanta dei Sonic Youth
e approdare al giorno d’oggi, dove la scena si
mantiene vivacissima grazie a band come Yeah Yeah
Yeahs, Liars e Gogol Bordello.
Il film contiene una serie di gustose interviste
ai protagonisti che fanno da ponte tra il passato
e il futuro. Tra gli intervistati Lydia Lunch, Glenn
Branca, Thurston Moore e i protagonisti della
nuova generazione di musicisti che negli ultimi anni
stanno facendo rivivere la scena della città. Il film
è stato presentato al Tribeca Film Festival 2004,
dove si è guadagnato il premio come miglior
documentario.
MAR 17, h. 20.30/22.00 – ingresso euro 2,50
Il diario di Edith
Germania 1983, 105’, col.
In una città della Germania Federale, Edith
Baumeister vive una vita piuttosto agiata con il marito
Paul e il diciassettenne figlio Chris. Donna
intelligente e attiva, reduce da esperienze libertarie
del ventennio precedente, dirige un giornale
indipendente di quartiere, modella la creta e ha gusti
di intellettuale. A tormentarla, però, è il modo di
vivere del figlio. Chris, infatti, ha scadenti risultati
scolastici, sembra detestare la famiglia e frequenta
locali sordidi e ambigui. Per sfuggire alla realtà, Edith
si rifugia nel suo diario, sul quale, più che annotare
ricordi o avvenimenti quotidiani, segna fantasticherie
e sogni, purtroppo impossibili inventando brillanti
successi scolastici di Chris, il suo altrettanto felice
inserimento nel mondo del lavoro, il matrimonio
e la nascita di due nipotini.
Sc.: H.W. Geissendörfer; Fot.: Michael Ballhaus;
Int.: Angela Winkler, Vadim Glowna, Leopold Von
Verschuer.
•Enrico Caria
Vedi Napoli e poi muori
Italia 2007, 70’, col.
Copia distribuita in digitale da Istituto Luce
Un giornalista-regista napoletano, negli anni Ottanta
ai tempi della prima guerra di camorra, decide di
trasferirsi a Roma. Ora, dopo tanti anni, in seguito
anche al tanto sbandierato Rinascimento Napoletano
che ha portato ad ospitare il G8 e alla candidatura
per ospitare l’America’s Cup, la competizione velica
più importante del mondo, decide di ritornare
a Napoli, ma non fa neanche in tempo ad ammirare
il nuovo centro storico e godere della vista sul mare
che in periferia esplode nuovamente l’annoso
problema della camorra. Napoli si rivela così con
i suoi due volti, una splendida città che tutti
ammirano per la sua bellezza ma anche un inferno
che si nasconde nelle periferie.
MER 25, h. 16.00/17.30/19.00/20.30/22.00
Il trailer
Italia 2002, 18’, col.
Al centro di un grande teatro di posa è pronto
un set cinematografico. La macchina da presa,
le luci, l’attenzione della troupe è puntata su
Kristin, una giovane e splendida attrice seduta
al volante di un’auto ultimo modello. Non si tratta
del set per girare uno spot, ma il trailer di un film
in cui le macchine si ribellano all’uomo.
“Un cortometraggio di diciotto minuti e nello
stesso tempo, come dice il titolo, la presentazione
di un film che al momento esiste solo come idea.
Un’idea raccontata anni fa ad un amico americano
che mi commissionò subito la stesura della
sceneggiatura. Il racconto fantascientifico,
ambientato in America, parla di automobili
che si ribellano all’uomo” (C. Ausino).
Sc.: Caraus; Fot.: C. Ausino; Int.: Kristin George,
C. Ausino, Emanuel Cannarsa.
LUN 30 e MAR 1 maggio, h. 22.00
VEN 27, h. 21.00 – ingresso libero
Il Museo Nazionale del Cinema annulla l’impatto sull’ambiente
dei suoi consumi grazie al progetto Clean Planet
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, per il 2007, sceglie di fare un gesto concreto per ridurre l’effetto serra ed i conseguenti cambiamenti climatici aderendo al
progetto Clean Planet (www.asjacleanplanet.biz), grazie al quale compenserà le emissioni di gas climalteranti prodotte dalla Mole Antonelliana e dalle attività che
vengono svolte al suo interno. Rendere la Mole Antonelliana Clean Planet significa conteggiare le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dai suoi consumi
energetici (per l’illuminazione e il riscaldamento) e compensarle grazie
ad un sistema regolamentato e certificato che permette di annullarle con equivalenti tonnellate di CO2 evitata, generate dalla produzione di energia da fonti rinnovabili
di Asja.biz. Asja.biz Clean Planet ha stimato in circa 750 tonnellate le emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici della Mole nell’anno 2007, e che verranno compensate con un’equivalente
quantità di CO2 evitata.
Il Museo Nazionale del Cinema testimonia così una sempre maggiore attenzione alle problematiche ambientali, con la volontà di contribuire concretamente allo sviluppo delle fonti rinnovabili
e come soluzione al crescente effetto serra. La Città di Torino, che della Mole Antonelliana ha fatto il suo simbolo, potrà vantare l’adesione al progetto Clean Planet di uno dei suoi più importanti
monumenti. Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja.biz, gruppo che promuove il sistema Clean Planet, commenta così l’adesione del Museo al progetto: “Il Museo Nazionale del Cinema
di Torino, promotore della cultura a livello internazionale, da oggi si distingue anche per la sua spiccata coscienza ambientale annullando le emissioni climalteranti della sua prestigiosa sede”. “La missione principale
di un museo – sottolinea Alessandro Casazza, presidente del Museo Nazionale del Cinema – è fare cultura, e riteniamo che cultura sia anche rispetto per l’ambiente in cui viviamo. Aderendo al progetto
Clean Planet il Museo Nazionale del Cinema vuole compiere un gesto concreto e simbolico che evidenzia l’impegno di tutti noi su problematiche che riteniamo strategiche per il futuro dell’umanità”.
Il sistema Clean Planet è basato su un principio di trasparenza e verificabilità, e tutto il processo di compensazione delle emissioni è regolato da un apposito Protocollo. Le metodologie di calcolo
delle emissioni evitate e prodotte sono state elaborate da una Commissione Tecnica della quale fanno parte il Politecnico di Torino e la Seconda Università degli Studi di Napoli. Una terza parte
indipendente, l’ente internazionale DNV (Det Norske Veritas) ha il compito di validare i dati sulle emissioni così come previsto dal Protocollo.
8
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
Paul Czinner
La signorina Else
Fräulein Else
Germania 1928, 90’, b/n, v.o. did. it.
Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di
Bologna
Else è una giovane e bella ragazza, figlia di una
famiglia dell’alta borghesia austriaca, in vacanza in
una località turistica delle Dolomiti insieme alla zia.
Un giorno le piomba addosso la richiesta di salvare
il padre avvocato dall’imminente bancarotta.
È la madre stessa, in una lettera dai toni melliflui
e patetici, a chiederle in pratica di concedersi
ad un uomo che soggiorna nel suo stesso albergo,
per avere da lui il denaro necessario a salvare
la famiglia dal tracollo economico. Fin dalle prime
battute, e poi sempre più trascinanti sino alla fine,
avvertiamo il battito tumultuante del sangue
e delle parole che circolano nella testa di Else,
l’adolescente “altera”, vivida e appassionata.
Tutto il testo di Schnitzler è nella reazione di Else
a questa richiesta, vissuta prima come premonizione,
e poi come sfida mortale. Allo stesso modo il film
segue questo monologo interiore. Osserviamo
Else dall’interno nelle sue oscillazioni psichiche
e, al tempo stesso, la contempliamo dall’esterno
come fosse un’antica eroina.
Sc.: P. Czinner, dal racconto di Arthur Schnitzler;
Int.: Albert Basserman, Elisabeth Bargner,
Per ricordare Primo Levi nel ventennale della
Irmgard Bern.
Fotogrammi
Moni Ovadia legge Primo Levi
ø crossroads 13 aprile
scomparsa, la Città di Torino e l’editore
VEN 13, h. 21.30 – Sala Uno
Einaudi organizzano una serata presso la sala
Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile,
ore 21.00, ingresso libero) durante la quale
Moni Ovadia leggerà passi tratti da I
sommersi e i salvati. Introduzione e commenti
saranno curati da Walter Barberis.
Ingresso intero euro 10,00; ridotto (studenti e tessere Aiace) euro 7,00.
Prevendita presso la cassa del Cinema Massimo a partire daOltre
venerdì la visione:
6 aprile. Gli ultimi 150 biglietti saranno venduti dalle ore 16.30 del
il museo da toccare,
giorno dello spettacolo.
Marlene Kuntz vs La signorina Else
L’ormai lunga lista di sonorizzazioni realizzate dal Museo Nazionale del
Cinema negli ultimi cinque anni si arricchisce ad aprile con un evento
davvero straordinario. I Marlene Kuntz e Gianni Maroccolo, con la
partecipazione di Ivana Gatti, improvviseranno dal vivo sulle immagini
del capolavoro di Paul Czinner La signorina Else, tratto dal romanzo di
il cinema da ascoltare
Info:
Arthur Schnitzler e restaurato dalla Cineteca del Comune di Bologna.
All’interno delle iniziative rivolte ai non
L’evento, realizzato in collaborazione con 100%MK, avrà luogo venerdì tel. 011/81.38.520, e-mail [email protected],
udenti, si ricorda che venerdì 6 aprile
www.museocinema.it, www.marlenekuntz.com
13 aprile alle ore 21.30 presso la Sala Uno del Cinema Massimo.
continua il servizio di visite guidate al Museo
Nazionale del Cinema con interprete L.I.S.
Le visite avranno cadenza mensile, ogni
primo venerdì del mese alle ore 18,00. La
prenotazione è obbligatoria e richiesta con
almeno una settimana di anticipo all’indirizzo
[email protected]. Info: 0118138516. Costi a persona: visita guidata euro
3,00; ingresso ridotto euro 4,20.
Da Sodoma a Hollywood 22
a
–
Edizione
19 - 26 aprile 2007
La 22° edizione del Torino International GLBT Film Festival “Da Sodoma
a Hollywood”, diretto da Giovanni Minerba (con i curatori Cosimo Santoro,
Davide Oberto e Ricke Merighi) si terrà dal 19 al 26 aprile presso il Cinema Ideal
Cityplex e l’Ambrosio Cincafé. In programma una retrospettiva dedicata a Kenneth Anger
con i più importanti titoli della sua filmografia, tra cui Fireworks, Eaux d’artifice, Scorpio
Rising e Kustom Kar Kommandos. La sezione, curata da Cosimo Santoro, include anche film
di quei registi che hanno ispirato le opere dell’eclettico artista, come Georges Méliès,
Marcel Carné e Jean Genet, mentre un giovanissimo Kenneth Anger attore lo troviamo
in A Midsummer Night’s Dream di William Dieterle e Max Reinhardt del 1935. Completa la retrospettiva
il capolavoro di Sergej M. Eisenstein, Que Viva Mexico, alla cui riedizione, effettuata negli Anni Cinquanta,
Anger partecipò su invito di Henry Langlois della Cinémathèque Française.
Tredici i lungometraggi in gara per il Premio Ottavio Mai, tra cui i due italiani: Schopenhauer di Giovanni
Maderna, e Riparo di Marco S. Piccioni. Accanto ai documentari e ai corti in concorso, i film della sezione
Panoramiche, che raccolgono il meglio della produzione internazionale. Sette sono i titoli fuori concorso,
tra cui le commedie americane Itty bitty Titty Committe di Jamie Babbit, Puccini for Beginners di Maria
Muggenti, l’attesissimo Another Gay Movie di Todd Stephens, l’italiano Cover Boy di Carmine Amoroso,
con Luciana Littizzetto e Chiara Caselli, e l’ultimo Guy Maddin, Brand Upon the Brain! narrato da Isabella
Rossellini. Tra gli omaggi, quello al performer Ron Athey, curato da Giuseppe Savoca, figura poliedrica
della controcultura americana.
Per la sezione Voice Over, che spazia tra cinema e videoarte, ci sono Franko B, il duo Lovett/Codagnone
e Brice Dellsperger con il numero 22 dei suoi Body Double, ispirato a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
La sezione Europa Mon Amour: c’era una volta il west (o queer in the west), a cura di Davide Oberto, esplora
la terra senza confini del west dove tutto è radicale e, soprattutto, dove tutto è permesso: negli spaghetti
western, genere di punta dell’ultimo periodo d’oro del cinema italiano, gli spazi della frontiera permettono
le più ardite sperimentazioni identitarie. Due titoli su tutti: Se sei vivo spara di Giulio Questi, presentato
da Gianni Amelio, e Requiescant di Carlo Lizzani.
Il premio speciale del Festival andrà quest’anno a Lino Banfi, ultimamente impegnato in modo particolare
a favore delle tematiche GLBT. Jenni Olson, critica e archivista americana, porterà nove titoli dalla sua
collezione, scelti con la complicità di Ricke Meriggi (tra cui L’assassinio di Sister George di Robert Aldrich);
il francese Philippe Vallois, pioniere del cinema gay in patria, presenta, il film Johan (1975) rimontato
utilizzando il girato originale. Previsto anche un omaggio a Andy Warhol, scomparso vent’anni fa,
con i film My Hustler, Chelsea Girls e Lonesome Cowboys e la presenza di Joe Dallesandro. In giuria
già confermati, tra gli altri, lo stesso Dallesandro, il regista cinese Cui Zi’en, Patrizia Sandretto
Re Rebaudengo, l’attrice spagnola Monica Cervera, Mario Zonta e l’artista zurighese Rosina Kuhn.
Il meglio del Festival sarà replicato presso la sala Tre del Cinema Massimo il 28 e 29 aprile.
Fotogrammi
Moni Ovadia legge Primo Levi
Per ricordare Primo Levi nel ventennale della
scomparsa, la Città di Torino e l’editore
Einaudi organizzano una serata presso la sala
Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile,
ore 21.00, ingresso libero) durante la quale
Moni Ovadia leggerà passi tratti da I sommersi
e i salvati. Introduzione e commenti saranno
curati da Walter Barberis.
Oltre la visione:
il museo da toccare,
il cinema da ascoltare
All’interno delle iniziative rivolte ai non
udenti, si ricorda che venerdì 6 aprile
continua il servizio di visite guidate al Museo
Nazionale del Cinema con interprete L.I.S.
Le visite avranno cadenza mensile, ogni
primo venerdì del mese alle ore 18,00. La
prenotazione è obbligatoria e richiesta con
almeno una settimana di anticipo all’indirizzo
[email protected]. Info: 0118138516. Costi a persona: visita guidata euro
3,00; ingresso ridotto euro 4,20.
Fotogrammi
Moni Ovadia legge Primo Levi
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Per ricordare Primo Levi nel ventennale della
scomparsa, la Città di Torino e l’editore
Einaudi organizzano una serata presso la sala
Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile,
ore 21.00, ingresso libero) durante la quale
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile
Notiziario Associazione
Museo Nazionale del Cinema
La voce segreta delle parole
Il primo marzo del 1992 l’Assemblea delle Nazioni Unite sanciva l’indipendenza dello Stato denominato
Bosnia Erzegovina: la sera del 6 aprile le truppe serbo-bosniache lanciavano il primo massiccio
bombardamento su Sarajevo, decretando l’inizio dell’assedio più lungo del Novecento. Cosa rimane, 15 anni
dopo, di una guerra che si è svolta a pochi passi dal nostro paese, e che pure sembra già lontana, quasi non
abbia lasciato strascichi nella memoria recente? Cosa hanno rappresentato le Guerre Jugoslave per il nostro
continente? È quello che il progetto Vicini di guerra - Racconti e visioni delle Guerre Jugoslave si
propone di affrontare in una serie di iniziative strettamente correlate tra loro, organizzate dall’associazione
culturale Franti Nisi Masa Italia con l’obiettivo di tornare a parlare delle guerre balcaniche, a quindici anni
di distanza dall’inizio delle ostilità. L’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha deciso di collaborare
al progetto proprio nel giorno in cui cade questo tragico anniversario; il 6 aprile 2007, presso la sala 3 del
Cinema Massimo, a partire dalle ore 20.45 verranno proiettati due film che rievocano quei giorni.
Do You Remember Sarajevo? di Nedim Alikadic, Nihad e Sead Kre?evljakovic racconta l’assedio della
capitale bosniaca dall’interno, attraverso gli occhi dei suoi abitanti vicino alla stravolta quotidianità dei tempi
di guerra. Tutto inizia nel 1993 quando, ancora preda dell’incredulità per quanto stava accadendo, il sindaco
invita i cittadini a usare ogni mezzo per documentare la vita di chi, da un giorno all’altro, si è visto traformare
in un bersaglio. Inizia così la resistenza audiovisiva della città che vede qualche centinaio di piccole
videocamere ronzare contro i cannoni e la potenza propagandistica di Milosevic.
Il cerchio perfetto di Ademir Kenovic, presentato a Cannes nel 1997, sarà proiettato per la prima volta a
Torino. Nel pieno dell’assedio di Sarajevo un vecchio poeta, lasciato da solo da moglie e fìglia fuggite in
Croazia, si ritrova improvvisamente in casa due ragazzini scampati ai massacri delle campagne. Si creerà così
una nuova fàmiglia per il poeta cinico e stralunato, e i tre si metteranno alla ricerca degli zii dei ragazzi nella
città assediata. Scritto da Kenovic con Abdulah Sidran, poeta bosniaco e sceneggiatore dei primi film di
Kusturica (Ti ricordi di Dolly Bell e Papà… è in viaggio d’affari), Il cerchio perfetto è anche un’eccezionale
testimonianza storica: è il primo film girato a Sarajevo dopo la fine dell’assedio.
Alla serata sono stati invitati il registi Ademir Kenovic e Sead Kresevlijakovic che saranno introdotti da
Stefano Della Casa (presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema), da Una Gunjak e
Sebastiano Pucciarelli (Franti Nisi Masa Italia).
È prevista, inoltre, per il 3 aprile, nella sala Due del Cinema Massimo alle ore 21.00, la proiezione del film
Papà è in viaggio d’affari (1985) di Emir Kusturica, organizzata da Franti Nisi Masa Italia, l’Associazione
Museo Nazionale del Cinema e Museo Nazionale del Cinema. Ad introdurlo interverrà l’attore Miki
Manojlovic, volto noto del cinema europeo, attualmente impegnato sul set del nuovo lavoro di Giuliano
Montaldo San Pietroburgo. Entrambe le serate sono a ingresso libero.
Si conclude al Cinema Massimo in sala Due il primo ciclo della rassegna
La voce segreta delle parole – Il grande cinema in lingua originale.
Come sempre, quattro film di grande richiamo e già usciti in sala,
saranno presentati nella versione originale con sottotitoli in italiano.
Il programma è in distribuzione presso la cassa del Cinema Massimo.
Dal mese di maggio, e fino alla metà di luglio, avrà luogo il secondo ciclo di film.
Come sempre è possibile organizzare proiezioni mattutine per le scuole.
Per informazioni: 011/8138516-517, e-mail: [email protected].
I film di aprile
Marie Antoinette
di Sofia Coppola (Usa 2006, 123’), v.o. sott.it.
Giovedì 5 aprile, h. 20.15/22.30
I figli degli uomini
di Alfonso Cuarón (Canada/Gb/Usa 2006, 114’), v.o. sott.it.
Giovedì 12 aprile, h. 20.20/22.30
Tutti gli uomini del re
di Steven Zaillian (Usa 2006, 140’), v.o. sott.it.
Giovedì 19 aprile, h. 20.45
Giardini in autunno
di Otar Ioseliani (Francia/Italia/Russia 2006, 121’), v.o. sott.it
Giovedì 26 aprile, h. 20.15/22.30
Info: www.frantinisimasa.it, [email protected], www.amnc.it, [email protected]
In ascolto, tra un film e l’altro, nelle tre sale del Cinema Massimo
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www.casasonica.it
aprile 2007
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd aprile
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd aprile
a cura di Silvio Alovisio e Micaela Veronesi
I LIBRI DEL MESE
•Giulia Carluccio
Scritture della visione:
percorsi nel cinema muto
Torino, Kaplan, 2006, 191 pp., 16,00 euro
Il volume di Giulia Carluccio propone al lettore un
ricco insieme di saggi prodotto in un quindicennio
di ricerche sul cinema muto italiano e statunitense: il
risultato di questa proposta va ben oltre i confini, pur
legittimi, di una semplice raccolta di interventi editi
e inediti, rivelando invece la coerenza e l’organicità
di un itinerario di studio tuttora in divenire, aperto
a ulteriori e fecondi sviluppi. Carluccio si muove
naturalmente nell’orizzonte di quella storiografia
del primo cinema, di fondazione ancora piuttosto
recente, che dopo aver rimesso in discussione, negli
anni Ottanta, le tradizionali periodizzazioni della
storia del cinema ha finito poi per rendere più
flessibili le sue stesse premesse (in particolare la nota
distinzione tra attrazione e narrazione) arricchendo
così con una nuova tensione dialettica la decisiva
nozione di cinema classico. All’interno di questo
paradigma non solo storico ma anche teorico, gli
studi di Carluccio, come già rivelato dal titolo del
volume, si concentrano prevalentemente sui modi
della visione, sulle logiche della rappresentazione,
sulle scelte di stile, pur legando questi aspetti a uno
sfondo problematico particolarmente sensibile agli
elementi di contesto: per esempio i ‘discorsi’ di una
critica cinematografica che negli anni Dieci stava
ancora definendo il suo linguaggio e le sue
responsabilità; i primi tentativi di riflessione teorica
(Münstenberg , Delluc ma anche il meno noto
Angelo Menini); le dinamiche della ricezione (legate
in particolare alla ‘novità’ percettiva del primo piano).
Cabiria, Intolerance, i due Quo vadis?, l’autorialità di
Griffith, la psicologia della percezione, la fotogenia,
la scrittura cinematografica della metropoli sono solo
alcuni degli argomenti oggetto di interrogazione in
questi saggi, legati tra loro – oltre che dalla qualità
della scrittura – anche da una costante attenzione
agli snodi, alle dialettiche, alle differenze (tra cinema
italiano e americano, tra visione e narrazione, tra idea
e rappresentazione, tra tradizione e innovazione,
ecc.): ne risulta una ricerca produttivamente “tesa”,
e costantemente aliena da semplificazioni storiche
o chiusure erudite, capace al contrario, anche e
soprattutto negli interventi più circoscritti, di indicare
prospetticamente una convincente metodologia per
ulteriori analisi e comparazioni.
•Italo Moscati
Gioco perverso:
la vera storia di Osvaldo
Valenti e Luisa Ferida,
tra Cinecittà e guerra civile
Torino, Lindau, 2007, p. 275, 21,00 euro
Mensile del Museo Nazionale del Cinema
Anno V - Numero 47-aprile 2007
Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001
Direttore Responsabile
Alberto Barbera
Resp. Programmazione e Coord. Redazionale
Stefano Boni
con la collaborazione di Grazia Paganelli
in tempo di guerra?”, “E’ arrivata la marina”,
“Ann Sheridan segue l’armata” e “I film di guerra
piacciono ai soldati?”. Il cinema hollywoodiano, si
sa, era stato assente dagli schermi italiani fin dalla
fine degli anni trenta, i film non erano più arrivati,
così come le notizie sui divi americani. Ma gli
italiani evidentemente non li avevano dimenticati.
Così fu semplice per i distributori statunitensi
reinserirsi sul nostro mercato o, meglio, sulle sue
rovine e, insieme alle truppe alleate, riportare in
Italia i volti noti e amati di Bette Davis, Katharine
Hepburn, Rita Hayworth e tanti altri. Nel fascicolo
Hollywood è descritta come un piccolo Eden,
lontano dalle brutture della guerra, una specie di
luogo incantato, dove tuttavia si vive e si lavora in
funzione della guerra. Ecco allora che il cronista
parla degli attori di tutto il mondo che vanno a
lavorare a Hollywood come dei “combattenti della
celluloide”, perché si rendono “utili alla loro patria
al servizio di quella propaganda che ha un’arma
potentissima: il cinematografo”. Nel fascicolo si
parla inoltre delle molte stelle hollywoodiane che
andavano nei luoghi di guerra e si esibivano per
le truppe. “Hollywood in uniforme” ci parla oggi
dello sforzo che l’Italia liberata dovette sostenere
per ricostituirsi un immaginario e di quanto
il cinema hollywoodiano contribuì a questo.
•Marco Carosso
Stanley Kubrick’s Shining
Alessandria, Falsopiano, 2006, 207 p., 13,00 euro
LA RIVISTA DEL MESE
La Valle dell’Eden
Dams - Torino, Carocci - Roma, semestrale, 18 euro
Questo studio monografico su Shining di Kubrick
nasce come tesi di laurea ma, nonostante l’impronta
del saggio didattico rimanga presente pur nella nuova
forma, l’autore dimostra come sia ancora possibile
essere originali anche affrontando un film molto
studiato. Carosso infatti lavora in parallelo sulle due
differenti versioni del film, la copia uscita negli Stati
Uniti e quella – più corta – montata dal regista per
la diffusione in Europa, riuscendo nell’intento di
ricostruire il testo originario, quello che sottende a
entrambe le versioni. L’autore indaga inoltre i motivi
che hanno spinto Kubrick a tagliare la versione
europea, uscita dopo e, nella seconda parte del libro,
affronta l’analisi testuale della versione statunitense;
come spesso accade nel caso di copie di film che
differiscono, lo studio comparativo aiuta e chiarifica
l’opera nella sua totalità. Di particolare interesse
il paragrafo dedicato all’analisi figurativa, in cui le
inquadrature dell’Overlook Hotel vengono affiancate
a quelle del castello di Lyndon, facendo emergere
legami latenti fra le due opere del regista.
“La valle dell’Eden” nasce nel 1999, come rivista
di studi e ricerche del Dams di Torino: la sua
vocazione, esplicitata sin dall’editoriale del primo
numero, è quindi “dichiaratamente e positivamente
accademica”. La necessità di un confronto con
l’orizzonte interno e internazionale della ricerca
è garantita da un autorevole comitato scientifico
(che comprende, tra gli altri, Francesco Casetti
e Paolo Bertetto) e da una solida rete di
corrispondenti esteri (tra cui Guy Fihman e Jenaro
Talens). Inizialmente a periodicità quadrimestrale,
la rivista cambia successivamente un paio di editori
(Costa & Nolan, Lindau e infine Carocci) e opta
per una cadenza semestrale, più adeguata alla
preparazione dei suoi ampi e approfonditi dossier
monografici. A fronte di questi cambiamenti la
struttura della rivista non è mutata. Ogni fascicolo
propone una corposa sezione monografica (curata
spesso anche da studiosi esterni all’area torinese),
affiancata da interventi, letture, materiali, contributi
che presentano i risultati di altre ricerche in corso.
La scelta degli argomenti monografici è molto
ampia e intreccia storia del cinema (il muto italiano,
il cinema di animazione…), teoria (cinema e
filosofia, cinema e psicanalisi….), autorialità
(Buñuel, Ophuls, Kubrick ecc.). L’ultimo fascicolo,
quasi interamente dedicato a Elia Kazan, pubblica (a
cura di Giulia Carluccio e Giaime Alonge) gli atti
L’INTROVABILE DEL MESE
RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO
Hollywood in unifome
La storia di Luisa Ferida e di Osvaldo Valenti è, fra le
storie italiane, una di quelle che non si raccontano
volentieri. Sia perché è una vicenda tragica, sia perché
per molti particolari resta ancora avvolta nel mistero,
sia, soprattutto, perché porta alla luce uno dei lati più
oscuri e rimossi del nostro passato: l’adesione
consapevole al fascismo di molti italiani. Ma prima
di diventare simboli negativi e di cadere nell’oblio,
Ferida e Valenti erano stati due attori importanti del
cinema italiano, divi acclamati di film come La cena
delle beffe di Blasetti o La locandiera di Chiarini. In anni
in cui il divismo era una questione tutta italiana e gli
amori scandalistici fra star hollywoodiane erano solo
echi remoti, la loro unione, nata fra i teatri di posa di
larivista
delcinema
Cinecittà, si era saputa imporre sulle pagine dei
rotocalchi. Luisa, severa con i suoi occhi scuri che le
davano uno sguardo profondo, era una brava ragazza
che veniva dalla campagna e che era arrivata al cinema
passando attraverso un esordio in teatro, aveva infine
conquistato l’affascinante Osvaldo, l’aristocratico
dongiovanni. Il libro di Moscati ricostruisce la storia
di questa coppia maledetta, che è anche la storia di un
periodo importante del cinema italiano. Con forse un
lieve eccesso d’enfasi, l’autore racconta la loro
giovinezza, gli esordi come attori, il successo, l’amore
e il dolore per la perdita del figlio, fino alla parte
meno nota della loro esistenza, dopo la caduta di
Mussolini, la partenza da Roma, l’ultimo film girato a
Venezia, l’adesione di Osvaldo alla decima Mas e la
fucilazione dei due attori a Milano.
Roma, Ciack, 1945?, 16 p.
Che il cinema serva per far divertire e svagare le
masse è risaputo, ma non ci aspettavamo che così
a ridosso della seconda guerra mondiale, in un
periodo non ben definito - perché il fascicolo non
riporta nessuna data - ma che è ipotizzabile sia
collocabile nel corso del 1945 (un momento in cui
la guerra è ancora in corso e la situazione incerta),
nella Roma liberata dagli alleati, si pubblichi un
fascicolo in cui si parla di cinema e guerra con
intenti palesemente di svago. Ecco allora che nel
fascicolo monografico le rubriche hanno titoli un
po’ inquietanti come: “Cosa accade ad Hollywood
Hanno collaborato a questo numero
Silvio Alovisio, Luciano Barisone,
Giacomo Calorio, Micaela Veronesi
Ricerche Iconografiche
Grazia Paganelli con la collaborazione di
Silvio Alovisio, Antonella Angelini,
Sonia Del Secco (Biblioteca Internazionale
di cinema e fotografia “Mario Gromo”)
Promozione e Comunicazione
Maria Grazia Girotto
Redazione
Via Montebello 15 - 10124 Torino
Tel. 011.813.85.20 - Fax 011.81.38.530
[email protected]
Museo Nazionale del Cinema Fondazione
Maria Adriana Prolo Archivi di cinema,
fotografia ed immagine
Via Montebello 15 - 10124 Torino
Tel. 011.813.85.11 - Fax 011.839.47.47
Ufficio Stampa
Veronica Geraci
www.museocinema.it
Progetto grafico
Atelier abc
Presidente
Alessandro Casazza
Stampa
Canale
Direttore
Alberto Barbera
del convegno organizzato dal Dams nell’ottobre
2005: il tempo (Volpi), la violenza (Gandini), lo stile
(Carluccio), il lavoro con gli attori (Pierini, Prono),
il rapporto con il teatro (De Martini) e il valore
paradossalmente “creativo” della sua delazione
(Giaime Alonge) sono solo alcuni degli aspetti
del cinema di Kazan messi a fuoco dagli autori
dei contributi.
IL DVD DEL MESE
•Chris Marker
La Jetée, Level Five, Sans Soleil
2 DVD, Ripley’s Home Video, 2007
Ultima uscita d’autore per la Ripley’s che questo
mese presenta un doppio DVD dedicato a Chris
Marker, uno dei più eclettici cineasti
contemporanei, noto soprattutto per La Jetée (1962),
il film che ha ispirato L’esercito delle dodici scimmie di
Terry Gilliam. Definito dall’autore un “photoroman” e realizzato solo con fotografie che si
succedono accompagnate dalla voce over del
narratore, è forse il film più apocalittico della storia
del cinema. In una Parigi distrutta dalla terza guerra
mondiale, un uomo deve cercare di modificare la
Storia ritornando nel passato e viaggiando nel
futuro. Un’immagine, un ricordo di un fatto vissuto
quando era bambino, all’aeroporto di Orly, lo assilla
e ritorna costantemente nei suoi pensieri. Nel
passato, si innamora di una donna e decide di non
tornare indietro, inconsapevole di essere proprio lui
l’uomo che visto morire all’aeroporto. I film di
Marker sono come dei saggi sulle potenzialità del
visibile, la sua visione del mondo e dell’arte è tutta
racchiusa nel potere dell’immagine. In Sans Soleil,,
una voce femminile legge le lettere di Sandor
Krasna, un cameraman free-lance che viaggia in giro
per il mondo e si interroga sul senso del suo lavoro
di riprendere e rappresentare il mondo. In Level
Five, Laura per concludere un videogioco di
strategia deve riscrivere la battaglia di Okinawa.
Marker afferma di avere scelto volutamente
Okinawa in quanto evento rimosso che ha tuttavia
avuto un ruolo fondamentale nella Seconda Guerra
Mondiale, con migliaia di morti soprattutto
fra i civili (150 mila). L’assurdo nel film è che la
protagonista non può, a differenza dei normali
giochi di strategia, rovesciare il corso della storia,
ma è come bloccata su ciò che è già accaduto, non
può che ripeterne gli eventi. La donna lavora così
in una rete telematica parallela ad Internet in cui
incontra vari testimoni oculari della vicenda,
raccogliendo elementi sulla tragedia che ben presto
cominciano ad interferire con la sua stessa vita.
Marker annulla i confini tra oggettivo e soggettivo,
tra reale e virtuale. Le immagini sono per Marker
una metafora universale: si può mettere in dubbio
l’affidabilità delle immagini cinematografiche
e televisive così come la realtà virtuale può servire
per conoscere l’obiettività della Storia.
La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema
(Promozione per la Cultura Cinematografica)
Si ringrazia REAR per il contributo alle attività del Museo
Ringraziamenti
2001 Distribuzione, Torino • A.I.A.C.E. Torino • Alba International Film Festival • A.L.M., Torino • AMREF Italia, Roma
• Arco Film, Torino • Ass. Circuito Cinema, Modena • Ass. neo(N)eiga, Torino • Carlo Ausino, Torino • Bruno
Boschetto, Torino • Casasonica, Torino • Massimo Causo, Taranto • Centro Audiovisivi, Trento • Centro Sperimentale
di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Roma • Enrico Cerasuolo, Torino • Cineteca del Comune di Bologna •
Cineteca Sarda, Cagliari • Comune di Milano • Embajada de México en Italia, Roma • Filmoteca de la UNAM, Mexico
City • IMCINE, Mexico City • Istituto Giapponese di Cultura, Roma • Japan Foundation, Tokyo • K3, Torino •
Kadokawa Pictures, Tokyo • Ademir Kenovic, Sarajevo • Kurosawa Kiyoshi, Tokyo • Miki Manojlovic, Sarajevo •
Marlene Kuntz + Gianni Maroccolo e Ivana Gatti • Tom Mes, Paris • Mikado Film, Milano • Mirovision, Seoul • Mostra
Internazionale del Cinema Libero, Bologna • MultiServizi, Torino • Neon Subber, Borgo d’Ale (VC) • Nikkatsu, Tokyo
• N.I.P., Torino • Sg-me Co., Tokyo • Sydney Pollack, Los Angeles • Refresh Prod., Sarajevo • Dario Tomasi, Torino •
Uplink, Tokyo • Ventana Film, Bologna • Zenit Arti Audiovisive, Torino • Zootrope, Paris
Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo
Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista.
11
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
IL CALENDARIO DEI FILM programma aprile
LUNEDÌ 2 APRILE
MERCOLEDÌ 11 APRILE
VENERDÌ 20 APRILE
h. 21.00 – Sala Uno I tre giorni del condor di S. Pollack (Usa 1975, 117’,
v.o. sott.it.) °
Prima del film incontro con Sydney Pollack
h. 16.30 Mil nubes de paz cercan el cielo… di J. Hernandez
(Mex 2003, 80’, v.o. sott.it.)
h. 18.00 Los olvidados di L. Buñuel (Mex 1950, 88’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 En el hoyo di J.C. Rulfo (Mex 2006, 84’, v.o. sott.it.)
h. 22.00 Sangre di A.Escalante (Mex/F 2005, 90’, v.o. sott.it.)
h. 16.30 Cure di K. Kurosawa (J 1997, 111’, v.o. sott.it.)
h. 18.30 Suit Yourself or Shoot Yourself 6: The Hero di K. Kurosawa
(J 1996, 83’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 Serpent’s Path di K. Kurosawa (J 1998, 85’, v.o. sott.it.)
h. 22.10 Eyes of the Spider di K. Kurosawa (J 1998, 83’, v.o. sott.it.)
GIOVEDÌ 12 APRILE
SABATO 21 APRILE
h. 16.30
h. 18.30
h. 20.40
h. 22.30
h. 16.30
h. 18.10
h. 20.30
h. 22.30
MARTEDÌ 3 APRILE
h. 16.00 Non si uccidono così anche i cavalli? di S. Pollack (Usa 1969, 120’,
v.o. sott.it.)
h. 18.10 Joe Bass l’implacabile di S. Pollack (Usa 1968, 102’, v.o. sott.it.)
h. 20.00 Tootsie di S. Pollack (Usa 1982, 119’, v.o. sott.it.)
h. 22.10 Havana di S. Pollack (Usa 1990, 140’, v.o. sott.it.)
h. 21.00 – Sala Due Papà è in viaggio d’affari di E. Kusturica (Jug 1985, 128’) °
Prima del film incontro con l’attore Miki Manojlovic
La spina del diavolo di G. Del Toro (Mex/E 2001, 106’)
Il labirinto del fauno di G. Del Toro (Mex/E/Usa 2006, 114’)
Cronos di G. Del Toro (Mex 1993, 94’, v.o. sott.it.)
Il grido di M. Antonioni (I 1957, 102’)
h. 20.20/22.30 – Sala Due I figli degli uomini di A. Cuarón
(Can/Gb/Usa 2006, 114’, v.o. sott.it.)
MERCOLEDÌ 4 APRILE
segue
Serpent’s Path di K. Kurosawa (J 1998, 85’, v.o. sott.it.)
Eyes of the Spider di K. Kurosawa (J 1998, 83’, v.o. sott.it.)
License to Live di K. Kurosawa (J 1998, 104’, v.o. sott.it.)
The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl di K. Kurosawa
(J 1985, 80’, v.o. sott.it.) *
Whirlpool of Joy di K. Kurosawa (J 1992, 27’, v.o. sott.it.)
DOMENICA 22 APRILE
h. 16.00 Come eravamo di S. Pollack (Usa 1973, 118’, v.o. sott.it.)
h. 18.15 Un attimo, una vita di S. Pollack (Usa 1977, 124’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 Corvo rosso non avrai il mio scalpo di S. Pollack (Usa 1972, 110’,
v.o. sott.it.)
h. 22.30 La vita corre sul filo di S. Pollack (Usa 1965, 98’, v.o. sott.it.) *
VENERDÌ 13 APRILE
GIOVEDÌ 5 APRILE
h. 21.30 La signorina Else di P. Czinner (G 1928, 90’, v.o. did. it.) #
Accompagnamento musicale dal vivo dei Marlene Kuntz con Gianni Maroccolo
e la partecipazione di Ivana Gatti
h. 16.30
h. 18.30
h. 20.30
h. 22.30
Maria Candelaria di E. Fernandez (Mex 1944, 102’, v.o. sott.it.)
Cronos di G. Del Toro (Mex 1993, 94’, v.o. sott.it.)
La spina del diavolo di G. Del Toro (Mex/E 2001, 106’)
Il labirinto del fauno di G. Del Toro (Mex/E/Usa 2006, 114’)
h. 16.00
h. 18.00
h. 20.15
h. 22.30
License to Live di K. Kurosawa (J 1998, 104’, v.o. sott.it.)
Charisma di K. Kurosawa (J 1999, 104’, v.o. sott.it.)
Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.)
Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.)
LUNEDÌ 23 APRILE
h. 16.00
h. 18.10
h. 20.30
h. 22.30
Questa ragazza è di tutti di S. Pollack (Usa 1966, 110’, v.o. sott.it.)
Diritto di cronaca di S. Pollack (Usa 1981, 116’, v.o. sott.it.)
Yakuza di S. Pollack (Usa 1974, 112’, v.o. sott.it.)
Guardie e ladri di Steno/M. Monicelli (I 1951, 109’)
h. 20.15/22.30 – Sala Due Marie Antoinette di S. Coppola (Usa 2006, 123’,
v.o. sott.it.)
h. 16.00
h. 18.15
h. 20.30
h. 22.30
Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.)
Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.)
Charisma di K. Kurosawa (J 1999, 104’, v.o. sott.it.)
Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.)
SABATO 14 APRILE
h. 16.00
h. 18.45
h. 20.30
h. 22.00
Amores perros di A.G. Iñarritu (Mex 2000, 153’)
Mezcal di I. Ortiz (Mex 2004, 95’, v.o. sott.it.)
Asi di J.M. Lozano (Mex 2005, 80’, v.o. sott.it.)
Temporada de patos di F. Eimbcke (Mex 2004, 90’, v.o. sott.it.)
VENERDÌ 6 APRILE
DOMENICA 15 APRILE
h. 15.45 Il cavaliere elettrico di S. Pollack (Usa 1979, 122’, v.o. sott.it.)
h. 18.00 Il socio di S. Pollack (Usa 1993, 154’, v.o. sott.it.)
h. 20.45 Do You Remember Sarajevo? di N. Alikadic/N. e S. Kresevljakovic
(Bosnia 2002, 52’, v.o. sott.it.) °
segue
Il cerchio perfetto di A. Kenovic (Bosnia/F 1997, 110’, v.o. sott.it.) °
Prima dei film incontro con Ademir Kenovic e Sead Kresevlijakovic
h. 16.30 La vida inmune di R. Cervantes (Mex 2006, 105’, v.o. sott.it.)
h. 18.30 La pasion de Maria Elena di M. Moncada Rodriguez (Mex 2003,
76’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 El violin di F. Vargas (Mex 2005, 98’, v.o. sott.it.)
h. 22.15 Mezcal di I. Ortiz (Mex 2004, 95’, v.o. sott.it.)
SABATO 7 APRILE
LUNEDÌ 16 APRILE
h. 16.00 Corvo rosso non avrai il mio scalpo di S. Pollack (Usa 1972, 110’,
v.o. sott.it.)
h. 18.00 Questa ragazza è di tutti di S. Pollack (Usa 1966, 110’, v.o. sott.it.)
h. 20.10 The Interpreter di S. Pollack (Usa 2005, 128’, v.o. sott.it.)
h. 22.30 I tre giorni del condor di S. Pollack (Usa 1975, 117’, v.o. sott.it.)
h. 16.30 La pasion de Maria Elena di M. Moncada Rodriguez (Mex 2003,
76’, v.o. sott.it.)
h. 18.00 Asi di J.M. Lozano (Mex 2005, 80’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 Battaglia nel cielo di C. Reygadas (Mex/B/F 2005, 95’)
h. 22.15 Japon di C. Reygadas (Mex/E 2002, 129’)
DOMENICA 8 APRILE
MARTEDÌ 17 APRILE
h. 15.45
h. 18.30
h. 20.15
h. 22.30
h. 16.00 Japon di C. Reygadas (Mex/E 2002, 129’)
h. 18.20 Battaglia nel cielo di C. Reygadas (Mex/B/F 2005, 95’)
h. 20.30/22.00 Kill Your Idols di S.A. Crary (Usa 2004, 71’, v.o. sott.it.) *
MARTEDÌ 24 APRILE
h. 16.00 Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.)
h. 18.10 Doppelganger di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.)
segue
Soul Dancing di K. Kurosawa (J 2004, 15’, v.o. sott.it.)
h. 21.00/22.30 Peter’s Dream di E. Cerasuolo (I 2006, 54’) °
Alle ore 22.00 incontro con Enrico Cerasuolo
MERCOLEDÌ 25 APRILE
h. 16.00/17.30/19.00/20.30/22.00 Vedi Napoli e poi muori di E. Caria
(I 2007, 80’)
GIOVEDÌ 26 APRILE
La mia Africa di S. Pollack (Usa 1985, 150’, v.o. sott.it.)
Un uomo a nudo di F. Perry/S. Pollack (Usa 1968, 95’, v.o. sott.it.)
Sabrina di S. Pollack (Usa 1995, 127’, v.o. sott.it.)
Ardenne ’44: un inferno di S. Pollack (Usa 1969, 105’, v.o. sott.it.)
h. 15.45
h. 18.10
h. 20.20
h. 22.30
Destini incrociati di S. Pollack (Usa 1999, 133’, v.o. sott.it.)
Tootsie di F. Perry/S. Pollack (Usa 1982, 119’, v.o. sott.it.)
Come eravamo di S. Pollack (Usa 1973, 118’, v.o. sott.it.)
Il cavaliere elettrico di S. Pollack (Usa 1979, 122’, v.o. sott.it.)
h. 16.30 Kandagawa Wars di K. Kurosawa (J 1983, 60’, v.o. sott.it.) *
h. 17.40 The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl di K. Kurosawa
(J 1985, 80’, v.o. sott.it.) *
segue
Whirlpool of Joy di K. Kurosawa (J 1992, 27’, v.o. sott.it.)
h. 20.30 Sakebi - Castigo di K. Kurosawa (J 2006, 103’, v.o. sott.it.) §
Prima del film incontro con Kurosawa Kiyoshi
MARTEDÌ 10 APRILE
h. 17.00 Amores perros di A.G. Iñarritu (Mex 2000, 153’)
h. 20.30 Sangre di A.Escalante (Mex/F 2005, 90’, v.o. sott.it.)
h. 22.15 Antologia cortometraggi messicani di AA. VV. (Mex 1996-2006,
129’, v.o. sott.it.)
GIOVEDÌ 19 APRILE
h. 16.30 Suit Yourself or Shoot Yourself 6: The Hero di K. Kurosawa
(J 1996, 83’, v.o. sott.it.)
h. 18.00 Kandagawa Wars di K. Kurosawa (J 1983, 60’, v.o. sott.it.) *
h. 20.15 Cure di K. Kurosawa (J 1997, 111’, v.o. sott.it.) §
h. 21.00 Serata in ricordo di Primo Levi – Moni Ovadia legge I sommersi e i salvati ° Prima del film incontro con Kurosawa Kiyoshi
h. 22.30 La strada di F. Fellini (I 1954, 115’)
h. 20.45 – Sala Due Tutti gli uomini del re di S. Zaillian (Usa 2006, 140’,
v.o. sott.it.)
Gli Eventi del Mese
CROSSROADS - KILL YOUR IDOLS
Martedì 17 aprile, h. 20.30/22.00
Sala Tre – Ingresso euro 2,50
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
INCONTRO CON MIKI MANOJLOVIC
Martedì 3 aprile, h. 21.00
Sala Due – Ingresso libero
KUROSAWA KIYOSHI PRESENTA
SAKEBI – CASTIGO (ANT. NAZIONALE)
Mercoledì 18 aprile, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso euro 3,50
mar.mer.gio.ven.dom. 9.00 - 20.00
sab. 9.00 - 23.00, lun. chiuso
MONI OVADIA
LEGGE I SOMMERSI E I SALVATI
Martedì 10 aprile, h. 21.00
Sala Uno – Ingresso libero
MARLENE KUNTZ
VS. LA SIGNORINA ELSE
Venerdì 13 aprile, h. 21.30
Sala Uno – Ingresso euro 10,00 (int.),
euro 7,00 (rid.)
VENERDÌ 27 APRILE
h. 16.15 Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.)
h. 18.30 Loft di K. Kurosawa (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.)
h. 21.00 Il diario di Edith di H.W. Geissendörfer (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.)
SABATO 28 E DOMENICA 29 APRILE
Repliche 22° Festival «Da Sodoma a Hollywood»
programma in distribuzione in sala
LUNEDÌ 30 APRILE E MARTEDÌ 1 MAGGIO
h. 16.00 Y tu mamá también di A. Cuarón (Mex 2000, 105’)
h. 18.00 Sólo con tu pareja di A. Cuarón (Mex 1991, 90’, v.o. sott.it.) *
h. 20.00/22.00 Killer’s Playlist di C. Ausino (I 2006, 120’)
La proiezione delle h. 22.00 sarà preceduta dal cortometraggio Trailer di Carlo
Ausino (2002, 18’)
°
*
§
#
ingresso libero
ingresso euro 2,50
ingresso euro 3,50
ingresso intero euro 10,00, ridotto euro 7,00
Info
INCONTRO CON SYDNEY POLLACK
Lunedì 2 aprile, h. 21.00
Sala Uno – Ingresso libero
VICINI DI GUERRA
Venerdì 6 aprile, h. 20.45
Sala Tre – Ingresso libero
Loft di K. Kurosawa (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.)
Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.)
Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.)
Doppelganger di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.)
Soul Dancing di K. Kurosawa (J 2004, 15’, v.o. sott.it.)
h. 20.15/22.30 – Sala Due Giardini in autunno di O. Ioseliani (F/I/Ru 2006,
121’, v.o. sott.it.)
MERCOLEDÌ 18 APRILE
LUNEDÌ 9 APRILE
h. 16.00
h. 18.10
h. 20.20
h. 22.30
segue
KUROSAWA KIYOSHI PRESENTA CURE
Giovedì 19 aprile, h. 20.15
Sala Tre – Ingresso euro 3,50
PETER’S DREAM
Martedì 24 aprile, h. 21.00/22.30
Sala Tre – Ingresso libero
Visite guidate su prenotazione
Gruppi (max 25 pers.):
Visita in italiano: euro 70,00 + biglietto di ingresso
Visita guidata in inglese, francese, tedesco
e spagnolo: euro 80,00 + biglietto di ingresso
Mole Antonelliana
Via Montebello 20, Torino - Tel 011.81.38.511
intero euro 6,50 / ridotto euro 4,50
gratuito per Abbonamento Musei, Torino Card 48/72
ore e bambini fino a 6 anni
Prenotazione obbligatoria: Tel. 011.81.38.564/565
Orario: mar.-gio.: 9.00 - 16.30,
lun. e ven.: 9.00 - 14.00
Museo + Ascensore Panoramico
Intero euro 7,50 / ridotto euro 6,00
Gratuito per Torino Card 48/72 ore
e bambini fino a 10 anni.
Week-end al Museo
Visite guidate senza prenotazione
Tutti i sabati, ore 15.00;
ore 17.00 visita alle mostre temporanee.
CINEMA MASSIMO
Tutte le domeniche ore 15.00 e 17.00;
euro 3,00 a persona + ingresso ridotto.
Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574
Le iscrizioni sono aperte 15 minuti prima della partenza
della visita, fino ad esaurimento posti (max. 30
persone per gruppo).
Durata visita: ca. 1h 30’
Sale 1 e 2
Intero euro 6,50
Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18
e studenti universitari euro 4,50
Anziani over 60 euro 3,00
Abbonamento sale 1 e 2 (5 ingr.) euro 20,00
Sala 3
Intero euro 5,00
Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18
e studenti universitari (spett. serali) euro 3,50
Anziani over 60 e studenti universitari
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BIBLIOTECA
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mar./gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30
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MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
Fondazione Maria Adriana Prolo
Archivi di cinema, fotografia ed immagine
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dell’art.10 della Legge 675/1996 ed acconsento liberamente, ai fini e per gli effetti di quanto previsto dall’art.11, comma 1° della
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