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anno IV - numero 47 - aprile 2007 - poste italiane. spedizione in a.p. 70% d.c. / d.c.i. torino - tassa pagata / taxe perçue / ordinario MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA larivista 47delcinema APRILE 2007 Mondi che cadono Il cinema di Kurosawa Kiyoshi The Deep Story Sydney Pollack a Torino México en cine Il nuovo cinema messicano Marlene Kuntz live Il restauro di La signorina Else La voce segreta delle parole Il grande cinema in lingua originale “Mercoledì da leoni” di John Milius (1970) Lo schermo di carta Storia e storie del cineromanzo in Italia Mondi che cadono Il cinema di Kurosawa Kiyoshi di Giacomo Calorio Quando si parla del cinema di Kurosawa Kiyoshi, si finisce spesso per usare espressioni quali «sembra che...» o «si direbbe quasi...», avverbi come «forse» e termini quali «ambiguità» o «incertezza». Effettivamente è difficile definire il cinema di Kurosawa o collocarlo entro categorie precise: come avviene ai suoi personaggi, intenti a plasmare secondo una forma razionale e accettabile una realtà che di razionale e accettabile ha poco o nulla, la ricerca di una visione univoca, chiara e definita dell’universo di Kurosawa è destinata inesorabilmente a fallire, e ci si ritrova infine a riconoscere il carattere sfumato e contraddittorio del cinema del regista, e ad ammettere che ci sarà sempre qualche zona buia, qualche particolare che non può essere spiegato definitivamente se non tramite un’interpretazione puramente soggettiva e personale. Il carattere plurivalente e interrogativo del cinema di Kurosawa permea non solo una messinscena divisa tra geometriche astrazioni e distaccato documentarismo, bensì tutti gli aspetti della sua produzione, dai titoli dei suoi film, spesso ambigui se non in contraddizione con il contenuto delle rispettive opere, ai personaggi che li popolano, archetipi svuotati del cinema di genere o individui privi di un’identità sociale e professionale coerente. La stessa filmografia del regista si inserisce a fatica in un filone uniforme, per quanto la fama di «padrino del J-Horror» tenti di ingabbiarlo nel genere per cui è maggiormente conosciuto. Kurosawa esordisce, nei primi anni Ottanta, con ambizioni pink movie (film erotici a basso costo) come Doremifa musume no chi wa sawagu (The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl, 1983), che tradiscono un forte amore per la Nouvelle Vague e fanno tesoro della lezione dei registi che, tra gli anni Sessanta e Settanta, cavalcarono da protagonisti l’onda del pink movie e del roman porno, come Wakamatsu Koji. Se le velleità sperimentali di questo primo periodo della sua carriera sembrano stemperarsi nelle pellicole realizzate a (segue a pag. 2) larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile Il cinema di Kurosawa Kiyoshi da pag. 1 cavallo dello stesso decennio e di quello successivo, periodo durante il quale il regista si fece le ossa con film di vario genere e poche pretese realizzati per il prolifico mercato home video, verso la metà degli anni Novanta, ovvero a partire dalla stralunata serie di commedie-yakuza Katte ni shiyagare!! (Suit Yourself or Shoot Yourself!!, 1995-1996), ecco che le due anime del regista, quella più ambiziosa e autoriale, e quella dell’artigiano di cinema, si fondono nell’originale miscela che sta alla base dell’opera che ha reso noto il suo nome al circuito festivaliero di tutto il mondo: Kyua (Cure, 1997). Da allora il regista ha continuato, nell’ambito di produzioni destinate tanto alle sale quanto al mercato video o alla televisione, a contaminare i generi che costituiscono il punto di partenza della maggior parte dei suoi film, smentendo puntualmente le aspettative dello spettatore, per interrogarlo, interrogandosi, sulla natura del cinema e sulla realtà che ci circonda. E così, il film yakuza si fa indagine esistenziale di individui alle prese con un passato doloroso e fantasmatico in Hebi no michi (Serpent’s Path, 1998) e Kumo no hitomi (Eyes of the Spider, 1998), mentre il dramma ospedaliero si trasforma in una parabola esistenziale sulla ricerca di un ruolo nella società da parte di un individuo che ne è stato estromesso, in Ningen gokaku (License to Live, 1998). E ancora, il poliziesco diventa allegoria in chiave ecologica della società umana in Karisuma (Charisma, 2000) e lo psycho-horror giapponese si allontana dai dettami del genere per mutarsi in un angosciante ritratto della spersonalizzazione degli individui e della solitudine che li circonda in Kairo (Pulse, 2001). L’ambivalenza che caratterizza la produzione di Kurosawa non si è esaurita con il volgere del millennio: fino al suo ultimo lavoro, Sakebi (Retribution, 2007), il regista ha continuato a trattare le vicende di personaggi che si trovano a fronteggiare «l’Altro», incarnato in corpi estranei e inspiegabili (fantasmi, meduse, alberi millenari, mummie, doppelganger...) che si sovrappongono a una crisi personale dell’individuo, alla rottura di un legame affettivo, alla messa in discussione del proprio ruolo sociale. La crisi personale invade la realtà che circonda i personaggi trasfigurandola, e il punto di vista da cui tale realtà è osservata passa da oggettivo a soggettivo, e viceversa, senza soluzione di continuità. A rendere maggiormente ambiguo il passaggio tra interiorità ed esteriorità è anche uno stile registico distaccato, che invece di distorcere il rappresentato si limita a lasciare affiorare il suo carattere anomalo e a suggerire con discrezione la compresenza di realtà diverse e antitetiche (interno ed esterno, naturale e sovrannaturale, realtà e sogno, genere e nongenere...) incastrando, tramite giochi di cornice, montaggio e suono, tali realtà simultaneamente e democraticamente. L’ampio omaggio a Kurosawa Kiyoshi è un progetto del Museo Nazionale del Cinema realizzato con la collaborazione dell’Associazione neo(N)eiga e dell’Istituto Giapponese di Cultura. La manifestazione, a cura di Stefano Boni, Dario Tomasi e neo(N)eiga, è stata resa possibile anche grazie all’aiuto di Kadokawa Pictures, Japan Foundation, Mediafilm, Mikado Film, Mirovision, Nikkatsu, Sg-me Co., Uplink, Zootrope. I curatori desiderano esprimere un ringraziamento particolare a Kurosawa Kiyoshi, Alberto Barbera, Alice Massa, Grazia Paganelli, senza il cui aiuto tutto questo non sarebbe stato possibile. Per l’occasione, il Museo Nazionale del Cinema ha pubblicato la monografia di Giacomo Calorio Mondi che cadono. Il cinema di Kurosawa Kiyoshi (Ed. Il Castoro/MNC). Il volume sarà presentato mercoledì 18 aprile alle ore 20.30 (Cinema Massimo – Sala Tre, ingresso euro 3,50) alla presenza del regista Kurosawa Kiyoshi, che introdurrà l’anteprima nazionale del suo ultimo film Sakebi – Castigo. ø sguardi ad Oriente 18-27 aprile MONDI CHE CADONO. IL CINEMA DI KUROSAWA KIYOSHI •Kurosawa Kiyoshi Kandagawa Wars Kandagawa inran senso Giappone 1983, 61’, col., v.o. sott. it. Copia digitale cortesemente concessa dal regista. universitario, la ragazza si fa accompagnare da Emi, studentessa del primo anno, ad una strana lezione di psicologia tenuta dal professor Hirayama, ma scopre che il suo amato non frequenta quasi mai. La maggiore delusione, nonché la conferma che Yoshioka non è più quello di un tempo, giunge quando Akiko lo sorprende con Emi nell’aula di musica. Dopo una serie di strane avventure, la ragazza si ritrova più forte e sicura di sé. Sc.: Kurosawa K., Manda Kunitoshi; Fot.: Uryu Toshihiko; Int.: Doguchi Yoriko, Itami Juzo, Kato Kenso. l’assassino. Il detective viene inoltre perseguitato dal fantasma di una donna vestita di rosso, che sospetta essere una delle vittime. Anche i rapporti con la sua ragazza, Harue, non vanno per il meglio. Indagando nel proprio passato, il detective scopre pian piano l’identità del fantasma che lo tormenta: una povera donna dimenticata da tutti, che sceglie di perdonare Yoshioka ma non il resto dell’umanità. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Ashizawa Akiko; Int.: Yakusho Koji, Konishi Manami, Hazuki Riona. MER 18, h. 20.30 – ingresso euro 3,50 Prima del film incontro con il regista Kurosawa Kiyoshi MER 18, h. 17.40, SAB 21, h. 22.30 – ingresso euro 2,50 •Kurosawa Kiyoshi Suit Yourself or Shoot Yourself 6: The Hero - •Kurosawa Kiyoshi Whirlpool of Joy Yorokobi no uzumaki Akiko è una ragazza annoiata, che passa le sue giornate a fare l’amore con il fidanzato e a guardare la Tv. Un giorno vede due nuovi inquilini, madre e figlio, alla finestra del palazzo di fronte. L’amica e vicina di appartamento Masami, spiando i nuovi arrivati con il cannocchiale, si accorge che i due hanno una relazione. Le due giovani si mettono in testa di salvare il ragazzo, che trascorre le sue giornate a suonare il flauto e ad accontentare le richieste della madre. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Uryu Toshihiko; Int.: Aso Usagi, Yoshino Makoto, Kishino Hoen. Giappone 1992, 27’, col., v.o. sott. it. Copia digitale cortesemente concessa dal regista. Prima parte: Il vortice della felicità. Il padre di Hiroaki è un patito delle predizioni e predice sempre un futuro felice per sé, per il figlio e per l’amico di questi, Sakakibara. Hiroaki però è stufo di vedersi predire solo cose positive, perché considera impossibile un futuro fatto solo di felicità. Si ribella perciò al padre, che lo manda insieme a Sakakibara alla ricerca della felicità. Ma Hiroaki ben presto si procura una chiave inglese e colpisce alla testa l’amico. Seconda parte: Il vortice dell’inferno. Hiroaki assiste al comizio di un gruppo studentesco che si oppone alle predizioni. Lì conosce una ragazza le cui predizioni sono sempre negative e le regala un rametto di buon auspicio. Questa comincia a cercare di barattarlo con altri oggetti. Nel frattempo, Sakakibara torna dal padre di Hiroaki tutto malconcio e gli dice che non ha trovato la felicità, ma questi lo sprona a non arrendersi. Sc.: Kurosawa K., Shimada Hajime, da un racconto di Shiina Makoto; Int.: Matsuda Keiji, Tanabe Hiroshi, Kobayashi Takuo. MER 18, h. 16.30, GIO 19, h. 18.00 – ingresso euro 2,50 MER 18, h. 19.00, SAB 21, h. 23.50 •Kurosawa Kiyoshi •Kurosawa Kiyoshi The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl Sakebi - Castigo Doremifa musume no chi wa sawagu Giappone 1985, 80’, col., v.o. sott. it. Copia digitale cortesemente concessa dal regista. L’ingenua Akiko fugge dalla campagna alla ricerca di Yoshioka, un compagno di liceo che cantava in un gruppo e ora studia all’università. Incuriosita, disorientata e turbata dallo spregiudicato mondo Katte ni shiyagare!! Eiyu keikaku Giappone 1996, 80’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Japan Foundation Yuji e Kosaku s’imbattono in Aoyagi, un giovane idealista che vuole a tutti i costi cacciare Amamiya, uno yakuza che abita nel suo quartiere. Per far ciò, Aoyagi mobilita il comitato di quartiere e chiede l’aiuto dei due. Inizialmente restio all’idea, Yuji si lascia convincere e così parla con Amamiya. Questi, in realtà, è un fabbricante di tatami, che finge di essere un malvivente perché affascinato dall’immaginario della yakuza... Sc.: Okubo Tomoyasu, Kurosawa K.; Fot.: Kikumura Tokusho; Int.: Aikawa Sho, Maeda Koyo, Terajima Susumu. GIO 19, h. 16.30, VEN 20, h. 18.30 •Kurosawa Kiyoshi Cure Kyua Giappone 1998, 111’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Kadokawa Pictures La città di Tokyo è colpita da una serie di efferati omicidi: le vittime riportano profonde ferite a forma di X nella parte anteriore del collo. I delitti sono compiuti da persone diverse che non riescono a dare una spiegazione dell’omicidio. L’intricato caso è assegnato al detective Takabe, che deve alternare la propria stressante professione con la difficile situazione familiare. La moglie Fumie soffre infatti di una malattia mentale che le provoca improvvisi vuoti di memoria. Takabe, nelle sue indagini, giunge a formulare l’ipotesi che dietro agli omicidi seriali si nasconda un unico individuo in grado di ipnotizzare e pilotare le volontà delle persone. Le sue supposizioni si concretizzano Giappone 2006, 103’, col., v.o. sott. it. Anteprima nazionale organizzata in collaborazione con Mikado Film. Il detective Yoshioka indaga sul caso di un killer che uccide le sue vittime annegandole in acqua salata. Quando le sue impronte digitali e alcuni suoi oggetti personali vengono rilevati sul luogo del delitto, Yoshioka inizia a sospettare di essere lui stesso 2 quando interroga Oida, un poliziotto che ha appena ucciso un collega a sangue freddo. Nel rapporto stilato dall’agente di polizia, è segnalato il suo incontro con il giovane Mamiya. L’interrogatorio rivela che il giovane è un ex-studente universitario di psicologia, interessato al mesmerismo. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Kikumura Tokusho; Int.: Yakusho Koji, Hagiwara Masato, Ujiki Tsuyoshi GIO 19, h. 20.15 – ingresso euro 3,50, VEN 20, h. 16.30 Giovedì 19 il film sarà presentato dal regista Kurosawa Kiyoshi •Kurosawa Kiyoshi Serpent’s Path Hebi no michi Giappone 1998, 85’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Kadokawa Pictures L’enigmatico professor Niijima aiuta il timoroso Miyashita a vendicarsi dell’uccisione della figlia Emi, rapita e torturata un anno addietro da una banda di yakuza. Per individuare l’esecutore materiale dell’omicidio, i due giustizieri rapiscono alcuni membri del gruppo segregandoli in un capannone, umiliandoli e mostrando loro una cassetta con le immagini di Emi ancora in vita. Il primo a cadere nella trappola è un certo Otsuki che, interrogato, asserisce di non sapere nulla. È poi la volta di Hiyama, ex superiore di Miyashita, istigato da Niijima a scaricare la responsabilità su di un terzo, tale Ariga. Questi, preso il posto degli altri due, freddamente eliminati, e negata la propria identità, è usato dal professore per tendere un’imboscata ai rimanenti membri del gruppo, i quali vengono attirati in una fabbrica abbandonata. Mentre Miyashita, furente di rabbia, uccide tutti i criminali, Niijima rivela lo scopo delle sue macchinazioni, proiettando su di una serie di televisori l’immagine della propria figlia, uccisa in circostanze analoghe a quelle di Emi. È lui il vero vendicatore, mentre Miyashita, reo di un’antica complicità con gli yakuza è ora la sua ultima vittima designata. Sc.: Takahashi Hiroshi; Fot.: Tamura Masaki; Int.: Aikawa Sho, Kagawa Teruyuki, Yanagi Yurei. VEN 20, h. 20.30, SAB 21, h. 16.30 •Kurosawa Kiyoshi Eyes of the Spider Kumo no hitomi Giappone 1998, 85’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Kadokawa Pictures L’impiegato Niijima Naomi imprigiona per tre giorni un uomo ritenendolo responsabile della larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile morte della figlioletta, trovata uccisa anni prima in un parco. Lo uccide con una pistola e ne occulta il cadavere in un terreno fuori città. Giorni dopo incontra Iwamatsu che gli offre un lavoro nella sua azienda di import-export. A Niijima basta poco per capire che in realtà Iwamatsu e i suoi tre aiutanti lavorano per la yakuza. Dopo un primo momento di esitazione, Niijima si cala perfettamente nella parte del killer. Grazie ad alcune operazioni portate a buon fine ottiene il privilegio di incontrare di persona il capo, un uomo di mezza età con la passione per i fossili. Questi, a sua volta, gli affida un’imboscata al boss della famiglia Kindai e poi, fallito questo tentativo, gli ordina di tradire lo stesso Iwamatsu, che però ha già fiutato il pericolo. Di lì a poche ore si giunge a una strage: muoiono il capo, i tre scagnozzi e Iwamatsu. Sc.: Kurosawa K., Nishiyama Yoichi; Fot.: Tamura Masaki; Int.: Aikawa Sho, Dankan, Oosugi Ren. doti. Purtroppo le cose non vanno come previsto, e la modesta ma tranquilla quotidianità della coppia verrà profondamente minata da una serie di disgrazie e dall’incarnazione di un senso di colpa sempre più pressante. Sc.: Kurosawa Kiyoshi, Oishi Tetsuya; Fot.: Shibanushi Takahide; Int.: Yakusho Koji, Fubuki Jun, Kusanagi Tsuyoshi. •Kurosawa Kiyoshi •Kurosawa Kiyoshi Doppelganger Loft Giappone 2003, 108’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Mirovision Michio Hayasaki è uno scienziato ossessionato dal suo progetto più ambizioso, una sorta di corpo artificiale per sopperire alle esigenze dei disabili. Un giorno l’uomo si trova davanti una copia esatta di se stesso, apparizione che secondo alcuni sarebbe presagio di una morte imminente: il misterioso individuo, lungi dall’apparire un messaggero di morte, inizia presto a tentare di sopraffare lo scienziato nel suo lavoro. Sc.: Kurosawa K., Furusawa Ken; Fot.: Mizuguchi Noriyuki; Int.: Yakusho Koji, Nagasaku Hiromi, Santamaria Yusuke. Giappone 2005, 115’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Mirovision Dopperugengaa DOM 22, h. 20.15, LUN 23, h. 18.15, VEN 27, h. 16.15 •Kurosawa Kiyoshi Pulse Kairo Giappone 2001, 118’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Kadokawa Pictures MAR 24, h. 18.10, GIO 26, h. 22.30 VEN 20, h. 22.10, SAB 21, h. 18.10 •Kurosawa Kiyoshi •Kurosawa Kiyoshi Kokoro, odoru Soul Dancing License to Live Giappone 2004, 15’, col., v.o. sott. it. Copia digitale cortesemente concessa dal regista. In un mondo e un tempo immaginario, un viandante solitario giunge presso una comunità di nomadi, che lo accoglie al suo interno dopo essersi dimostrata, in un primo momento, ostile. Sopraggiunta la carestia, il viandante guida i nomadi verso la città, scatenando però dei dissidi tra i suoi abitanti, alcuni dei quali non intendono accogliere i nuovi arrivati. Giunta la stagione degli amori, due membri delle rispettive comunità si sposano, ma durante le nozze interviene una terza comunità di individui che indossano mantelline impermeabili. Anche in questo caso, le iniziali ostilità cessano con l’integrazione e la fusione delle diverse comunità. Infine il viandante decide di ripartire, consapevole del fatto che una volta passata la frontiera non potrà più tornare indietro. Sc. e Fot.: Kurosawa K.; Int.: Asano Tadanobu. Ningen gokaku Giappone 1998, 109’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Kadokawa Pictures Dopo essersi risvegliato da un coma durato dieci anni, Yukata, ora ventiquattrenne, cerca di ricostruire la propria vita e di recuperare il tempo perduto. Assieme a Fujimori, un vecchio amico del padre, comincia ad occuparsi di un terreno di famiglia. Incontra prima il padre, poi la sorella, in ultimo la madre, e scopre così che la famiglia, un tempo saldamente unita, durante il periodo del coma si è via via sgretolata. Intanto il ragazzo riesce a restituire lentamente alla casa l’aspetto di un tempo, trasformandola in un ranch per turisti, e riesce anche ad unire nuovamente attorno a sé i propri cari. Ma l’illusione di riportare indietro il tempo svanisce presto: i parenti partono ognuno per la propria strada, ed è lo stesso Yukata a distruggere con le proprie mani il ranch. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro; Int.: Nishijima Hidetoshi, Yakusho Koji, Sugata Shun. SAB 21, h. 20.30, DOM 22, h. 16.00 •Kurosawa Kiyoshi Charisma Karisuma Giappone 2000, 103’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Japan Foundation Michi è preoccupata per l’improvvisa assenza del collega Taguchi e decide di rintracciarlo. Lo trova nel suo appartamento pallido e confuso. Un attimo di distrazione e il ragazzo si impicca. Il terribile episodio sconvolge anche gli altri colleghi Yabe e Junko. All’interno di un floppy disk di Taguchi scoprono un’inquietante immagine del giovane nascosto nell’ombra. Nel frattempo Kawashima, uno studente di economia, si connette per la prima volta a internet e scopre un sito con strane figure e il messaggio «Vorresti incontrare un fantasma?». Sconcertato, chiede aiuto alla giovane Harue, poi incontra uno studente d’informatica secondo cui lo spazio virtuale che ospita le anime delle persone morte avrebbe raggiunto il limite di capienza e ora queste si stanno riversando nella realtà attraverso un varco. Contemporaneamente Yabe scopre un misterioso alone nero nella casa di Taguchi e, poco dopo, una porta circondata da un nastro rosso. I casi di suicidio dilagano sempre più, il mistero si infittisce e la speranza svanisce velocemente. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro; Int.: Kato Haruhiko, Aso Kumiko, Arisaka Kurume. ø percorsi 5, 12, 19 aprile CARTA BIANCA A GIANNI AMELIO In occasione della mostra Lo scher mo di car ta. Storia e storie dei ciner omanzi (Archivio di Stato, Torino, fino al 19 aprile 2007, apertura dal martedì alla domenica h. 10-19, apertura serale tutti i giovedì fino alle 22), Gianni Amelio ha curato un’imperdibile carte blanche che prosegue ad aprile tutti i giovedì alle 22.30 al cinema Massimo. •Kurosawa Kiyoshi Bright Future Akarui mirai Giappone 2003, 115’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Uplink •Steno e Mario Monicelli Guardie e ladri Italia 1951, 109’, b/n DOM 22, h. 18.00, LUN 23, h. 20.30 •Kurosawa Kiyoshi Seance Korei Giappone 2000, 97’, col., v.o. sott. it. Copia proveniente da Zootrope La vita di Koji, un tecnico del suono, e di sua moglie Junko, una medium, viene sconvolta quando una bambina, inseguita da un pervertito, si rifugia nel baule degli attrezzi dello stesso Koji. Junko decide di tacere sul ritrovamento della vittima e di fingere di collaborare con la polizia, sperando di ottenere la fama e il riconoscimento delle proprie Per concentrarsi sulla stesura del suo ultimo romanzo, Reiko, su consiglio dell’editore Kijima, si trasferisce a vivere in campagna nei pressi di una palude. Presto scopre che di fronte alla sua nuova abitazione si trova un vecchio laboratorio dell’università, e che al suo interno l’antropologo Yoshioka nasconde una mummia rinvenuta proprio nella palude. Affinché gli studenti inviati dall’università per aiutarlo nelle sue ricerche non intralcino i suoi studi, Yoshioka domanda a Reiko di custodire la mummia per qualche giorno in casa sua. La donna accetta, ma la sinistra presenza diventa ben presto un’ossessione. In particolare, a turbarla sono le estemporanee apparizioni di un’evanescente figura femminile, il fantasma della precedente inquilina, scomparsa misteriosamente qualche tempo prima. Ad ucciderla è stato Yoshioka che, però, ha scordato l’avvenuto. Grazie all’amore di Reiko, Yoshioka si illude di non essere lui l’assassino, ma nella palude rinviene il cadavere della giovane scrittrice e scompare accidentalmente nelle sue acque. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Ashizawa Akiko; Int.: Nakatani Miki, Toyokawa Etsushi, Nishijima Hidetoshi. GIO 26, h. 16.00, VEN 27, h. 18.30 MAR 24, h. 20.10, GIO 26, h. 00.30 DOM 22, h. 22.30, LUN 23, h. 16.00, GIO 26, h. 20.20 Yabuike, un ispettore in crisi, viene sospeso dal servizio dopo aver causato la morte di un deputato nel tentativo di salvare anche il terrorista che lo teneva in ostaggio. L’uomo prende a vagare in uno stato confusionale nel mezzo di un’imprecisata foresta, scoprendo un misterioso albero, soprannominato «charisma», che si erge solitario al centro di una radura. A questa figura sono morbosamente legati alcuni personaggi animati da intenzioni diverse: uno studioso desideroso di carpirne i segreti, un gruppo di guardie forestali che vorrebbero venderlo come rarità, due sorelle esperte di botanica convinte che la sua presenza sia nociva alla foresta e un giovane paziente in un ospedale in disuso che, al contrario, si ostina tenacemente a proteggerlo, arrivando persino all’omicidio. Yabuike passa ripetutamente da una parte all’altra di questo contenzioso fin quando, a seguito di uno scontro, l’albero viene reciso e bruciato. A questo punto, però, compare un nuovo charisma, più grande ma apparentemente privo di vita. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Hayashi Jun’ichiro; Int.: Yakusho Koji, Ikeuchi Hiroyuki, Doguchi Yoriko. Rofuto •Michelangelo Antonioni Il grido Italia 1957, 102’, b/n Copia proveniente da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale Aldo lavora come operaio in uno zuccherificio della Val Padana, convive da sette anni con Irma e ha una bambina. Il marito di Irma è emigrato da anni e un giorno giunge la notizia della sua morte. Aldo vorrebbe sposare la donna, ma Irma gli confessa di non amarlo più: il suo cuore appartiene ad un altro uomo. Aldo protesta, minaccia, ma tutto è inutile, Irma non si lascia commuovere. Aldo lascia la fabbrica e il paese, e inizia con la bambina il vagabondaggio per i paesi della regione. Dopo un lungo e disordinato peregrinare, ritorna al paese e lo trova in preda alla confusione perché la popolazione è impegnata in una dimostrazione contro il governo. Arriva alla casa di Irma e dalla finestra la scorge mentre prodiga le sue cure al bimbo avuto dall’uomo che ha sposato. Aldo comprende di non esser per lei che un ricordo del passato, e salito in cima alla torre dello zuccherificio, si lancia nel vuoto. Sc.: M. Antonioni, Elio Bartolini, Ennio De Concini; Fot.: Gianni Di Venanzo; Int.: Steve Cochran, Alida Valli, Dorian Gray. GIO 12, h. 22.30 •Federico Fellini La strada I giovani Arita Mamoru e Nimura Yuji lavorano per conto del premuroso Fujiwara. Di punto in bianco, Mamoru uccide il suo datore di lavoro e una volta in carcere si suicida. Prima, però, affida all’amico una medusa velenosa, con la raccomandazione di averne cura abbassando progressivamente temperatura e densità di sale dell’acquario. Dopo alcuni giorni, l’animale finisce accidentalmente in un canale sotto casa e, ormai abituato all’acqua dolce, sopravvive e si moltiplica. Al funerale dell’amico, Yuji incontra suo padre. Per un breve periodo lavorano assieme alla manutenzione di vecchi elettrodomestici, ma poi, in seguito ad una discussione sul futuro, il giovane fugge e si imbatte in un gruppo di giovani vestiti di bianco, dediti a futili atti di ribellione verso la società. Dopo una notte di bravate, Yuji ritorna dal padre di Mamoru, che decide di adottarlo. Nel frattempo le meduse hanno invaso i canali della capitale: il signor Arita, felice di vedere realizzato l’assurdo progetto del figlio, ne tocca un esemplare e viene punto. Cade immediatamente svenuto sotto gli occhi di Yuji, che lo porta a riva disperato. Sc.: Kurosawa K.; Fot.: Shibamori Takahide, Morishita Shozo; Int.: Odagiri Joe, Asano Tadanobu, Fuji Tatsuya. Esposito e Amilcare sono due piccoli truffatori che, un giorno, partecipano ad una distribuzione di pacchidono americani, facendosi accompagnare da alcuni ragazzi che spacciano per loro figli. Vengono però riconosciuti dal presidente del comitato di beneficenza, che era stato truffato proprio dai due sprovveduti. Esposito scappa, ma viene arrestato dopo un lungo inseguimento dal sergente Bottoni, al quale sfugge poi con uno stratagemma. In seguito alle proteste ufficiali dell’autorevole americano, Bottoni è sospeso dal servizio e perderà il posto se entro tre mesi non rintraccerà il truffatore. Il povero Bottoni nasconde l’accaduto alla propria famiglia, si mette in borghese e comincia la caccia. Scopre la casa di Esposito, ne avvicina la famiglia, fa in modo che suo figlio faccia amicizia col figlio del ladro. Finalmente Bottoni ha l’occasione di arrestare Esposito ma entrambi sono d’accordo nel nascondere la cosa alle rispettive famiglie. Sc.: Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano, Ruggero Maccari, M. Monicelli, Steno; Fot.: Mario Bava; Int.: Totò, Aldo Fabrizi, Aldo Giuffrè, Carlo Delle Piane, Ave Ninchi. LUN 23, h. 22.30, MAR 24, h. 16.00, GIO 26, h. 18.10 GIO 5, h. 22.30 3 Italia 1954, 115’, b/n Copia proveniente da Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale Gelsomina, una povera ragazza di paese, viene affidata a Zampanò, uno zingaro girovago. Lei è sensibile e sempre tesa a scoprire i misteriosi segreti della natura e delle cose. Lui, opaco e massiccio, si accorge appena di quello che vede e tocca. Fra i due, naturalmente, non è possibile nessuna comunione e Gelsomina ne soffre tanto da voler andar via. Ma un altro girovago, un funambolo chiamato “Il Matto”, la convince del misterioso segreto della sua missione vicino a Zampanò. Gelsomina capisce e rimane, ma un giorno Zampanò, che non era mai andato d’accordo con il Matto, viene alle mani con lui e, quasi senza volerlo, lo uccide. Gelsomina impazzisce dal dolore. Di fronte a quella pazzia, Zampanò resta di sasso e non sa cosa fare. Il giorno, però, in cui si accorge che le frasi dissennate di Gelsomina sulla morte del Matto potrebbero condurlo in prigione, si decide ad abbandonare la donna mentre dorme... Sc.: Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, F. Fellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Giulietta Masina, Anthony Quinn, Richard Basehart. GIO 19, h. 22.30 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile The Deep Story. Sydney Pollack a Torino di Luciano Barisone * prima, né il rapporto, notato da La Polla, fra l’orizzontalità della storia e la verticalità del personaggio. Come nell’immagine di Frank Gehry, creatore di sogni, in cui lui e l’architetto sono ai lati opposti del fotogramma uniti dallo spazio architettonico del primo e dalla cinepresa del secondo, è sempre questa trasmissione dell’esperienza e dell’emozione a dare il senso del suo cinema. Se lo spazio è statico e orizzontale e i personaggi sono in movimento secondo un’ascendenza verticale dello spirito, la macchina da presa coglie i progressivi spostamenti del sapere e, facendo finta di niente, li comunica felicemente allo spettatore. Il dialogo, che non esclude ma integra, è inoltre consustanziale alla cultura americana più aperta e liberale, perché le fa prendere coscienza dell’altro. Pollack va incontro a questa necessità dell’America di confrontarsi con i suoi desideri e le sue paure, di misurarsi con le tensioni che la abitano in maniera adulta e responsabile. In questo senso la dialettica, lavorando sui concetti di prossimità e distanza, attraverso quel «parlare in movimento» che ne costituisce la radice etimologica, non forza ideologicamente la coscienza ma le permette di espandersi in direzione di una visione equilibrata del bene comune (al contempo individuale e collettivo). Il dibattito costante (evidente, se si guarda alla base delle storie, ma anche alla forma con cui esse vengono raccontate) è fra la stabilità indifferente del mondo, quel suo scorrere orizzontale di cui parla La Polla, e l’evoluzione della coscienza umana individuale, il suo passare dall’immanenza delle cose alla trascendenza delle idee. L’orizzontalità va intesa come lento srotolarsi del tempo, come paesaggio, come umanità, come natura fisica, indifferente agli umani e sempre uguale a se stessa. La verticalità degli individui nel loro cambiamento, non totale e repentino, ma per piccoli gradi, segnalato da laconiche e folgoranti affermazioni dei sentimenti (il vecchio trapper, incontrato da Jeremiah Johnson in Corvo rosso non avrai il mio scalpo, dice: «Non ho mai trovato il sentiero che porta al cuore di una donna»; Karen, nella notte africana, sussurra al cacciatore solitario che la bacia: «Ora crederò a tutto quello che mi dirai»; il gambler Jack dice alla bella rivoluzionaria cubana: “Vuoi cambiare il mondo? cambia il mio!”), da oggetti che simbolicamente alleggeriscono la forza di gravità (per esempio, la bussola di La mia Africa), dai movimenti della macchina da presa (come quel sollevarsi dello sguardo dal finestrino di uno scompartimento ferroviario all’immenso paesaggio circostante, in relazione alla conquistata libertà della protagonista di Questa ragazza è di tutti). Questa costruzione dialettica, che sovrintende tutte le fasi di lavoro di Pollack, coinvolge il corpo sociale del pubblico perché solleva questioni umane, astrazioni che diventano concreti atti di vita: l’identità, il rispetto, la dignità, l’onore, la libertà, l’impegno, l’amicizia, l’amore. Sono tutte idee veicolate da una messa in scena leggera, che non le espone come principio opinabile, ma le fa sorgere dal confronto spontaneamente. Sono idee rivestite di carne ma prive della coscienza di esserlo. Questa centrifuga teorica, che non arriva mai alla tesi apertamente dichiarata, sfugge così alla didattica pedantesca per entrare nella maieutica e fa sì che il cinema di Pollack a distanza di anni non invecchi né risulti datato; e che sia sempre presente nella percezione dello spettatore, lui così privo di effetti speciali, di mirabilie messa in scena, di visionarietà: perché quel passaggio dall’immanente al trascendente, dal reale al simbolico, dal materiale allo spirituale non è cosa di un tempo che passa ma cosa che dura. Finché dura l’uomo. Esistono due vie per esplicitare il concetto di autorialità di Sydney Pollack. La prima è quella pragmatica dell’industria, la seconda è quella dell’arte, costituita dal sistema di pensiero che sottende il suo cinema: una pratica di messa in scena che si sposa con la tecnica e ha delle piccole variazioni di film in film, obbedendo a un’etica e a una poetica del tutto personali. I momenti che abbiamo definito «industria» e «arte», non sono ovviamente separati, ma stanno in continua, fervente comunicazione. È un dialogo ininterrotto che non investe solo la figura professionale di Pollack, in condivisione di ruoli fra attore, regista e produttore, ma anche l’evidente, intrinseca natura del suo cinema. Ci sembra importante mettere in evidenza proprio questa costante dialettica che, considerando la globalità dei suoi film, sembra corrispondere alla sua volontà e si dimostra consona non solo alla sensibilità del pubblico, ma anche alla cultura americana. Non sono un caso, a livello di messa in scena, né le scelte di regia di cui parlavamo ø i protagonisti 2-9 aprile THE DEEP STORY. SYDNEY POLLACK A TORINO * Direttore di Alba International Film Festival. Il brano qui riprodotto è tratto dal suo saggio Ars dialectica contenuto in Sydney Pollack. Il cinema, i film, a cura di Luciano Barisone e Leonardo Gandini, pubblicato in occasione della retrospettiva. La retrospettica completa dedicata a Sydney Pollack è un progetto dell’Alba International Film Festival realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema. Il regista incontrerà il pubblico lunedì 2 aprile alle ore 21.00 (Cinema Massimo – Sala Uno, ingresso libero) prima della proiezione di I tre giorni del condor. •Sydney Pollack litigando di continuo i due si mettono alla ricerca delle pelli e scoprono che sono in possesso di una banda di rapinatori capeggiata da Jim Howle. Questi rapisce Lee e tende una trappola a Joe, ma muore poco dopo. Recuperate le pelli, Joe vorrebbe finalmente ripartire, ma Lee glielo impedisce: ne nasce un’ennesima zuffa, durante la quale un nuovo gruppo di indiani ne approfitta per rubare di nuovo le pelli. “Il western è una forma d’espressione così tipicamente e così classicamente americana che ogni regista dovrebbe girarne almeno uno. Sentivo che dovevo farlo prima di essere un vero cineasta” (S. Pollack). Non si uccidono così anche i cavalli? They Shoot Horses, Don’t They? Usa 1969, 120’, col., v.o. sott. it. •Sydney Pollack I tre giorni del condor Three Days of the Condor Usa 1975, 117’, col., v.o. sott. it. In una sezione della CIA adibita al censimento di libri e giornali di interesse strategico, misteriosi sicari uccidono sistematicamente tutti i presenti. Sopravvissuto per puro caso alla strage, Joe Turner, nome in codice Condor, si sente minacciato di morte senza saperne il motivo. Con l’aiuto di Kathie, una giovane sconosciuta che ha costretto a dargli ospitalità, Joe scopre di aver smascherato i piani di una guerra per il petrolio da far scoppiare in America Latina. “Penso sia interessante rappresentare il protagonista come un uomo che all’inizio del film ha fiducia nel proprio paese e alla fine diventa paranoico al tal punto da perdere anche l’amore” (S. Pollack). Sc.: Lorenzo Semple jr., David Rayfiel, dal romanzo di James Grady; Fot.: Owen Roizman; Int.: Robert Redford, Faye Dunaway, Max Von Sydow, Cliff Robertson. LUN 2, h. 21.00 (Sala Uno, ingresso libero), SAB 7, h. 22.30 Nel 1932, durante la Grande Depressione, in tutti gli Stati Uniti si organizzano maratone di ballo alle quali partecipano disoccupati e nullatenenti attratti dalla prospettiva del premio finale. Arruolato per caso in una gara, Robert fa coppia con Gloria, ragazza cinica e indurita dalla vita, e con lei comincia a ballare senza sosta. Separatisi dopo un litigio, i due tornano insieme dopo che i loro nuovi compagni, come gran parte degli altri partecipanti, sono crollati per la fatica. Quando Gloria scopre che in realtà la maratona nasconde un trucco, esce dal locale e chiede a Robert un ultimo, tragico favore. “Mi interessava l’epoca della Depressione perché penso che il tempo sia ciclico. Quella era un’epoca completamente diversa, estremamente dura, e c’era un’immensa povertà: ma tutto poi ricomincia sempre. Forse un giorno andrà meglio, ma può anche darsi che la gente finisca per autodistruggersi” (S. Pollack). Sc.: James Poe, Robert E. Thompson, dal romanzo di Horace McCoy; Fot.: Philip Lathrop; Int.: Jane Fonda, Michel Sarrazin, Susannah York, Bruce Dern. Negli Stati Uniti abbiamo avuto almeno tre rivoluzioni: quella sessuale, quella femminista e quella gay. Di conseguenza ora ci interroghiamo su cosa sia la femminilità” (S. Pollack). Sc.: Larry Gelbart, Murray Schisgal; Fot.: Owen Roizman; Int.: Dustin Hoffman, Jessica Lange, Teri Garr, Bill Murray. MAR 3, h. 20.00, LUN 9, h. 18.10 •Sydney Pollack Sc.: William Norton; Fot.: Duke Callaghan, Richard Moore; Int.: Burt Lancaster, Ossie Davis, Telly Savalas, Shelley Winters. Havana Usa 1990, 140’, col., v.o. sott. it. MAR 3, h. 18.10 •Sydney Pollack Tootsie Usa 1982, 119’, col., v.o. sott. it. Disperatamente a caccia di un lavoro, l’attore Michael Dorsey partecipa - travestito da donna - al provino per un ruolo femminile in un soap opera. Ottenuta la parte, entra a tal punto nei nuovi panni da contribuire al successo della serie e da stringere amicizia con Julie, attrice da cui è attratto ma alla quale non può rivelare la verità. Innamorata del regista, Julie mette inconsapevolmente in difficoltà Michael che, al colmo dell’esasperazione, svela la sua identità in diretta. “Volevo fare una commedia diversa dal solito. Non sono uno storico e non saprei distinguere fra commedia vecchia e nuova, ma credo che Tootsie risponda davvero agli anni Ottanta e alla loro preoccupazione per l’androginia. MAR 3, h. 16.00 •Sydney Pollack Joe Bass l’implacabile The Scalphunters Usa 1968, 102’, col., v.o. sott. it. Il cacciatore di pelli Joe Bass viene derubato della sua merce da un gruppo di indiani che in cambio gli lascia in custodia un uomo di colore, Joseph Lee. Rude e spiccio il primo, sofisticato e verboso il secondo, 4 Havana, 1958. Alla vigilia della rivoluzione castrista, il giocatore americano Jack Weil, incurante dei tumulti politici e assiduo frequentatore dei casinò, incontra l’affascinante Bobby, moglie di Arturo Duran, aristocratico simpatizzante della rivoluzione. Appreso che l’uomo è stato ucciso e che Bobby è stata larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile incarcerata dai militari, Jack libera la donna e, dopo averla nascosta nel proprio appartamento, instaura con lei una relazione. “È la storia di un uomo che impara tardi. In questo senso, Havana è legato a Un attimo, una vita: entrambi i loro protagonisti sono emotivamente tarati, distorti, e hanno il privilegio del successo nel loro campo; tuttavia sono emozionalmente feriti e trovano donne più coraggiose di loro che riescono in quello che fanno. Sono uomini che mostrano i sintomi del coraggio, ma sono affettivamente timidi” (S. Pollack). Sc.: Judith Rascoe, David Rayfiel; Fot.: Owen Roizman; Int.: Robert Redford, Lena Olin, Raul Julia, Alan Arkin. •Sydney Pollack lo abbandona subito per raggiungere Owen. “All’inizio della lavorazione avevo ben sette copioni diversi, tra cui quello di Coppola. Allora mi sono chiuso in un camera di motel con tutte le versioni, le ho stese sul pavimento e, usando forbici, graffette e nastro adesivo, ne ho creata una sola” (S. Pollack). Sc.: Fred Coe, Francis Ford Coppola, Edith Summer, dall’atto unico di Tennessee Williams; Fot.: James Wong Howe; Int.: Natalie Wood, Robert Redford, Charles Bronson. Corvo rosso non avrai il mio scalpo Jeremiah Johnson Usa 1972, 110’, col., v.o. sott. it. GIO 5, h. 16.00, SAB 7, h. 18.00 •Sydney Pollack Diritto di cronaca Absence of Malice MAR 3, h. 22.10 Usa 1981, 116’, col., v.o. sott. it. A Miami, dopo la scomparsa di un sindacalista, la giornalista Megan Carter, ignorando di prestarsi al gioco della polizia, rivela in un articolo i sospetti su Michael Gallagher, commerciante di liquori figlio di un boss della malavita. Affrontata violentemente dall’uomo, Megan si rende conto della sua onestà, ma non riesce ad impedire che la vicenda gli rovini la vita. Toccherà al Dipartimento di giustizia risolvere il caso, grazie anche al piano con cui Gallagher smaschera i suoi accusatori. “Tutti hanno pensato che nessun reporter si comporterebbe come Megan. La stampa ha detto che non è così che si scrivono le storie. Invece lo è. La chiave del film sta nella scena in cui Newman dice: “Voi giornalisti non scrivete la verità, ma quello che dice la gente”. Ed è così che funziona. È un po’ difficile per me difendere la stampa, perché spesso agisce in modo irresponsabile. Dopo il Congresso, è il corpo più grande e senza regole degli Stati Uniti” (S: Pollack). Sc.: Kurt Luedtke; Fot.: Owen Roizman; Int.: Paul Newman, Sally Field, Bob Balaban. •Sydney Pollack Come eravamo The Way We Were Usa 1973, 118’, col., v.o. sott. it. Dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, la storia d’amore tra l’attivista di sinistra ebrea Kathie e lo scrittore Hubbell. Conosciutisi all’università, si innamorano dopo la guerra e iniziano una relazione tempestosa e conflittuale, soprattutto a causa del carattere combattivo di lei. Trasferitisi a Hollywood dove Hubbel lavora come sceneggiatore, i due si scontrano un’ultima volta sui processi del maccartismo e decidono di separarsi. Si rivedranno anni dopo, entrambi impegnati e forse ancora innamorati, ma consapevoli delle reciproche diversità. “Quando si parla di maccartismo viene sempre la tentazione di attaccarlo e, quindi, di banalizzarlo. Il rischio era quello di schierarci dalla parte del personaggio politicamente impegnato, creando una storia di buoni contro cattivi senza intensità. La cosa interessante era parlare non tanto di chi stava sulle barricate, come Katie, ma piuttosto di Hubbell, facendo del suo personaggio un individuo profondo e non solamente un bel ragazzo smidollato” (S. Pollack). Sc.: Arthur Laurents, David Rayfiel; Fot.: Harry Stradling jr.; Int.: Robert Redford, Barbara Streisand, Patrick O’Neal. MER 4, h. 16.00, LUN 9, h. 20.20 •Sydney Pollack Un attimo, una vita Bobby Deerfield Usa 1977, 124’, col., v.o. sott. it. Colorado, 1840. L’ex soldato Jeremiah Johnson abbandona la civiltà per andare a vivere sulle Montagne Rocciose. Nel corso delle sue esplorazioni, conosce un vecchio cacciatore, adotta un ragazzino traumatizzato da un attacco indiano e sposa un’indiana offertagli in moglie da un capo tribù. Ma dopo essere stato costretto a fare da guida a un drappello di soldati che ha profanato un cimitero indiano, la tribù offesa uccide per vendetta i suoi cari e ingaggia una guerra che termina solo quando il capo e Jeremiah si incontrano e riescono a trovare un accordo. “È un’opera politica, un film sui limiti della libertà individuale. È un mito che parla di come ci si trova coinvolti in un’altra organizzazione sociale nel momento in cui si tenta di sfuggire alla propria. Però è trattato in modo obliquo. La politica c’è, ma in modo indiretto” (S. Pollack). Sc.: John Milius, Edward Anhalt, David Rayfiel; Fot.: Duke Callaghan; Int.: Robert Redford, Will Geer, Delle Bolton. GIO 5, h. 18.10 •Sydney Pollack Yakuza Usa 1974, 112’, col., v.o. sott. it. MER 4, h. 20.30, SAB 7, h. 16.00 •Sydney Pollack La vita corre sul filo The Slender Thread Usa 1965, 98’, col., v.o. sott. it. Copia digitale proveniente dagli archivi della Paramount Pictures. Un ragazzo di colore che collabora a una linea telefonica per l’assistenza psicologica di persone depresse, riceve la chiamata di una donna che annuncia di volersi suicidare. Nel tentativo di dissuaderla, il ragazzo la invita a raccontargli la sua esistenza e viene a sapere che tutto è cominciato quando il marito l’ha abbandonata dopo aver scoperto di non essere il padre naturale del loro figlio. “Ho accettato di fare questo film perché era una pièce con due personaggi e non un film d’azione, cosa che mi avrebbe messo in difficoltà; inoltre era incentrato sulla recitazione che, avendo io iniziato come attore, era il campo dove mi sentivo più sicuro. Non ero affatto un grande cineasta visionario: il mio obiettivo era dimostrare che sapevo fare il cinema sul grande schermo. A rivederlo oggi, però, il film mi sembra troppo movimentato ed esagerato” (S. Pollack). Sc.: Stirling Silliphant; Fot.: Loyal Griggs; Int.: Sidney Poitier, Ann Bancroft, Telly Savalas. •Sydney Pollack Il socio The Firm Usa 1993, 154’, col., v.o. sott. it. Assunto da un prestigioso studio legale di Memphis, il brillante Mitch McDeere fa rapidamente carriera grazie alla guida dell’avvocato Avery Tolar. Informato dall’FBI che le attività dello studio potrebbero essere illegali, comincia a indagare sulla morte accidentale di due colleghi e accetta di collaborare con i federali. I boss malavitosi che controllano lo studio lo scoprono e lo ricattano, ma Mitch si accorda per trovare una scappatoia legale che salvi in parte i suoi capi e riesce poi a fuggire con la moglie. “Avevo letto il romanzo e potevo capire perché fosse piaciuto così tanto. Pensando però alla sua struttura, temevo che per il cinema non funzionasse. Per esempio: perché Mitch non scappa? Perché continua ad andare al lavoro? Sapevo che tutti quanti avevano letto e amato il libro e che se l’avessi cambiato mi avrebbero ucciso: eppure l’ho fatto e l’ho cambiato radicalmente” (S. Pollack). Sc.: David Rabe, Robert Towne, David Rayfiel, dal romanzo di John Grisham; Fot.: John Seale; Int.: Tom Cruise, Jeanne Tripplehorn, Gene Hackman, Ed Harris. •Sydney Pollack The Interpreter Usa 2005, 128’, col., v.o. sott.it. L’ex poliziotto Harry Kilmer ritorna dopo anni in Giappone per liberare il figlio di un uomo d’affari rapito dalla yakuza. Qui ritrova Ken, fratello di Eiko, la donna che aveva amato all’indomani della guerra, e chiede il suo aiuto per la missione. Insieme i due liberano il ragazzo, ma Eiko, maestro di kendo ed ex-yakuza, viene riconosciuto dal boss Tono e condannato a morte. Inizia così una sanguinosa caccia all’uomo, dalla quale Kilmer e Ken si salvano pur senza impedire la morte della figlia di Eiko. “La sceneggiatura di Schrader riduceva il racconto al confronto tra due culture, quella occidentale e quella giapponese, a una dialettica su due modi di concepire la violenza. Il suo era un testo astratto, molto affascinante, che certo risentiva della conoscenza della poetica di Mishima. A me interessavano invece i risvolti personali dei personaggi in campo, il senso dell’onore di Robert Mitchum e quello del suo alter ego giapponese”. Sc.: Paul Schrader, Robert Towne; Fot.: Okazaki Kozo, Duke Callaghan; Int.: Robert Mitchum, Takakura Ken, Kishi Keiko. •Sydney Pollack Questa ragazza è di tutti This Property Is Condemned Usa 1966, 110’, col., v.o. sott. it. MER 4, h. 18.15 VEN 6, h. 15.45, LUN 9, h. 22.30 VEN 6, h. 18.00 MER 4, h. 22.30 (ingresso euro 2,50) Scosso dalla morte di un amico durante una corsa automobilistica, l’asso del volante Bobby Deerfield si reca in una clinica in Svizzera per fare visita al pilota sopravvisuto nel medesimo incidente. Qui conosce Liliana Morelli, un’italiana con cui parte in viaggio verso Firenze. La relazione tra i due è però ostacolata dal carattere difficile di Bobby, che tempo dopo rischia di morire durante una gara. Quando l’uomo scopre che Liliana è in punto di morte a causa di una grave malattia, la raggiunge in Italia e, finalmente liberatosi del ricordo dell’amico, riesce a instaurare con lei un rapporto solido e profondo. “Bobby è un ragazzo che ha dimenticato chi è e cerca di essere qualcos’altro. Incontra una donna che sta per morire, convinta di potersi far aiutare da lui perché, essendo un pilota, ha continuamente a che fare con la morte. Invece è lei che deve insegnare a lui come si vive” (S. Pollack). Sc.: Alvin Sargent, da un romanzo di Erich Maria Remarque; Fot.: Henri Decae; Int.: Al Pacino, Marthe Keller, Anny Duperey. troupe. Durante il viaggio i due si innamorano, ma giunti a destinazione Hallie scopre che Sonny ha ingannato tutti percorrendo una falsa pista: lontano dagli occhi delle telecamere, l’uomo libera il cavallo e riparte solo per la sua strada. “Alla fine degli anni Settanta credevamo che le cose andassero meglio, eravamo tutti più ottimisti e stanchi di essere sempre così seri e di odiare noi stessi. Tutti volevano divertirsi, e io ho fatto la mia parte. Ho pensato che sarebbe stato bello girare una commedia romantica con diverse trovate esilaranti: il film non è un dramma serio, ma una storia molto dolce” (S. Pollack). Sc.: Robert Garland, David Rayfiel, Alvin Sargent; Fot.: Owen Roizman; Int.: Robert Redford, Jane Fonda, Valerie Perrine. GIO 5, h. 20.30 •Sydney Pollack Il cavaliere elettrrico In una cittadina nel sud degli Stati Uniti, durante la Grande Depressione, la bellissima Alva vive con la sorella e la madre in una pensione di loro proprietà. Corteggiata da tutti, Alva è sorvegliata da vicino dalla madre che sogna per lei un matrimonio di interesse. Quando da New Orleans giunge nel paese il giovane Owen, dipendente delle ferrovie, Alva se ne innamora e sogna di fuggire con lui. Ma dopo averle comprato un biglietto per New Orleans, Owen viene a sapere che la ragazza è promessa sposa a un ricco di Memphis e la lascia. Disperata, Alva sposa un ex amante della madre, ma The Electric Horseman Usa 1979, 122’, col., v.o. sott. it. Sonny Steele è un ex-campione di rodeo che lavora come testimonial per una multinazionale. Durante uno show a Las Vegas fugge con il suo cavallo accusando i dirigenti di aver drogato l’animale. Il gesto suscita l’interesse di una giornalista televisiva, Hallie Martin, che riesce a rintracciare Sonny e a raggiungerlo nel deserto. Hallie convince l’uomo ad accompagnarla nel luogo dove libererà il cavallo e organizza a sua insaputa l’arrivo di una 5 Silvia, interprete alle Nazioni Unite per lo stato africano di Matobo, ascolta casualmente una conversazione in cui si parla dell’assassinio del leader Edmund Zuwanie durante la sua visita a New York. Incaricato di indagare sul conto della ragazza, l’agente dei servizi segreti Tobin Keller ne scopre il passato da attivista politica a Matobo e sospetta di lei come possibile autrice dell’attentato. Ma le minacce alla vita di Silvia e la morte dei due oppositori del leader africano convinceranno Keller della buona fede della donna e lo porteranno a scoprire il piano orchestrato per consentire a Zuwanie di perpetrare il genocidio del suo popolo. “Nei confronti delle Nazioni Unite sono molto realistico: anche dopo aver visto i molti fallimenti rispetto alle ambizioni iniziali, penso ancora che non ci siano alternative. Piuttosto che lasciar perdere, e dire che il dialogo non funziona o che solo le pistole e i carri armati risolvono le situazioni, dobbiamo continuare a fare sforzi perché funzioni e migliori” (S. Pollack). Sc.: Charles Randolph, Scott Frank, Steven Zaillian, dal romanzo di Suzanne Glass; Fot.: Darius Khondji; Int.: Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener. SAB 7, h. 20.10 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile •Sydney Pollack La mia africa Out of Africa Usa 1985, 150’, col., v.o. sott. it. Nel 1913 la danese Karen Dinesen si trasferisce in Kenia per seguire il marito, il barone svedese Bror von Blixen-Finecke. Nel nuovo paese è costretta a occuparsi della grande fattoria, mentre il marito la lascia sovente sola dedicandosi alla caccia. Un giorno incontra l’avventuriero inglese Denys Funch Hatton. Tra i due nasce una storia d’amore, che però le reticenze dell’uomo non trasformano mai in una relazione stabile. Quando un incendio distrugge le sue proprietà, Karen accetta di partire con Denys, ma l’uomo poco dopo muore in un incidente aereo. Il film ha vinto sette premi Oscar, inclusi quelli per il miglior film e la migliore regia. “Il progetto del film girava a Hollywood dagli anni Trenta e tutti da sempre lo volevano realizzare. Il problema degli altri registi era che è un’opera molta poetica ma senza trama. Il mio vantaggio, invece, fu che nel momento in cui cominciai a lavorare al film uscì la biografia di Isak Dinesen, fratello di Karen, scritta da Judith Thurman, e da quel libro potei trarre tutti gli eventi che sarebbero diventati la trama del mio film” (S. Pollack). Sc.: Kurt Luedtke; Fot.: David Watkin; Int.: Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer. México en cine. Il nuovo cinema messicano nel castello di un conte e di sua moglie. Appassionato d’arte, il capitano Beckermann vorrebbe evitare che lo scontro con i tedeschi distruggesse il castello e i suoi tesori, mentre il maggiore Falconer è deciso a restare nella dimora per motivi strategici. Il conte trova il modo per accordarsi segretamente con i tedeschi per consegnare loro il castello e salvare le opere d’arte. “Di solito la distruzione non fa differenze: come puoi decidere se uccidere un uomo o distruggere una statua? Un soldato può scegliere se salvare un monumento o far morire quaranta persone, e probabilmente solo nel primo caso sarebbe un buon soldato, perché lascerebbe intatto un patrimonio dell’umanità. È un argomento interessante, ma anche assurdo e ridicolo. Come si misura l’intensità della morte e della distruzione? Ecco di cosa parla il film” (S. Pollack). Il cinema messicano, rilanciato a livello internazionale dal successo di film quali Babel di Alejandro González Iñárritu e Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro, è un’entità composita e vivace. Ricco di tradizione, ha rappresentato sia il carattere profondo della cultura popolare del Paese sia gli aspetti più aspri del suo sviluppo sociale. La rassegna México en cine guarda al nuovo cinema messicano e agli autori che, negli ultimi tre anni, hanno saputo reagire alle difficoltà in cui si trova l’industria cinematografica nazionale elaborando nuove forme di racconto ed esplorando tematiche in gran parte inedite. Questi film ci consegnano un’immagine diversa e originale del Messico, lontana dagli stereotipi del folklore e attenta a cogliere gli aspetti contraddittori del processo di modernizzazione in atto nel Paese. Il risultato è la composizione di un quadro articolato della realtà nazionale, espressione di voci critiche che trovano nell’indipendenza produttiva e nella sperimentazione il principale elemento della propria forza. L’osservazione del nuovo cinema messicano si completa con due eventi speciali. Da un lato lo sguardo alla produzione di cortometraggio sostenuta dall’IMCINE, che consente di osservare da vicino la vivacità di un genere dal quale gli autori sempre più spesso partono per costruire il proprio ingresso nel lungometraggio. Dall’altro l’omaggio a Gabriel Figueroa, il grande direttore della fotografia di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Figueroa è stata una delle figure chiave della cinematografia messicana e ha ispirato molti cineasti del passato e del presente. Il suo lavoro verrà illustrato attraverso la proiezione di due capolavori restaurati dalla Filmoteca dell’UNAM: Maria Candelaria di Emilio Fernandez e Los olvidados di Luis Buñuel. DOM 8, h. 15.45 México en cine è un progetto della Cineteca del Comune di Bologna realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, l’Associazione Circuito Cinema di Modena, il Comune di Milano, il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, il Centro Audiovisivi di Trento, la Cineteca Sarda, la Mostra Internazionale del Cinema Libero, l’IMCINE (Instituto Mexicano de Cinematografia), l’Embajada de México en Italia e la Filmoteca de la UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México). •Sydney Pollack / Frank Perry Un uomo a nudo The Swimmer Usa 1968, 95’, col., v.o. sott. it. Ned Merrill, uomo di mezza età del Connecticut, ritorna dopo alcune settimane nel proprio paese d’origine, ma prima di andare a casa, dove lo aspettano la moglie e le due figlie, decide di presentarsi nelle ville dei suoi vecchi amici che, nel frattempo, hanno tutti quanti costruito una piscina nella loro proprietà. Nuotando di piscina in piscina, Ned viene accolto con calore e festeggiamenti, o con rimproveri e astio, e a ogni incontro impara qualcosa su se stesso e sulle persone che lo hanno a lungo atteso. “Il film era stato girato da Frank Perry, ma i produttori non erano molto soddisfatti. Era il 1965, io stavo cominciando a girare Joe Bass l’implacabile e rifiutai. Ma loro volevano rifare alcune parti e mi proposero di rigirare solo quattro o cinque scene” (S. Pollack). Sc.: Eleanor Perry; Fot.: David L. Quaid; Int.: Burt Lancaster, Janet Landgard, Janice Rule. ø cinema del presente Sc.: Daniel Taradash, David Rayfiel, dal romanzo di William Eastlake; Fot.: Henri Decae; Int.: Burt Lancaster, Patrick O’Neal, Bruce Dern. 10-17 e 30 aprile 1 maggio •AA.VV Antologia cortometraggi messicani Sabrina Messico 1996-2006, 129’, col., v.o. sott. it. Un’ampia selezione dei corti prodotti in Messico negli ultimi dieci anni. Verranno proiettati: 9 y 20 di Roberto Aguilera (2005, 10’), Hasta los huesos di Rene Castello (2001, 12’), En el Espero del cielo di Carlos Salcés (1998, 10’), Recuerdo del mar di Max Zumino (2005, 3’), De tripas corazon di Antonio Urrutia (1996, 16’), La leche y el agua di Celso R. Garcia (2006, 12’), El otro sueno americano di Enrrique Arroyo (2004, 10’), La milpa di Patricia Riggen (2002, 27’), Para vestir santos di Armando Casas (2004, 6’), Hasta que la muerte los separe di Alex Volovich (2005, 10’), Rutina di Ana Paulina Castellanos (2005, 10’), Veneno di Moserrat Larque (2002, 3’). Usa 1995, 127’, col., v.o. sott. it. MAR 10, h. 22.15 •Alejandro Gonzáles Iñarritu Amores Perros DOM 8, h. 22.30 Messico 2000, 153’, col. •Sydney Pollack Destini incrociati Random Hearts Usa 1999, 133’, col., v.o. sott. it. DOM 8, h. 18.30 •Sydney Pollack •Julian Hernandez Mil nubes de paz cercan el cielo, amor, jamás acabarás de ser amor Sabrina Fairchild, figlia dell’autista dei ricchissimi Larabee, è perdutamente innamorata di David, lo scapestrato secondogenito della famiglia. Spedita a Parigi a lavorare per «Vogue», torna in patria trasformata in una donna sofisticata ed elegante e riesce finalmente a fare colpo su David. La relazione, però, è ostacolata da Linus Larabee, grigio e integerrimo uomo d’affari che ha progettato per il fratello un matrimonio d’interesse: deciso ad allontanare Sabrina, Linus comincia a frequentarla e, nonostante si innamori di lei, sceglie comunque di rispedirla a Parigi. “Sabrina è un film meraviglioso, una dolcissima storia vecchio stile. Ma a rivederlo oggi si avverte un gap generazionale. Ad esempio, la Hepburn va in barca con Humphrey Bogart, lui mette su il disco Yes, We Have No Bananas e lei se ne innamora. Oggi non avrebbe senso. Pensavo quindi che ci fosse un modo per rifare quella storia d’amore e che sarebbe stato divertente farlo con Harrison Ford, che mi piace molto come attore quando non fa Indiana Jones” (S. Pollack). Sc.: Barbara Benedek, David Rayfiel; Fot.: Giuseppe Rotunno; Int.: Harrison Ford, Julia Ormond, Greg Kinnear. DOM 8, h. 20.15 •Sydney Pollack Ardenne ’44: un inferno Castle Keep Usa 1969, 105’, col., v.o. sott. it. Sul fronte delle Ardenne, durante la Seconda Guerra Mondiale, otto soldati americani si rifugiano Ramiro picchia spesso la moglie Susana. Un giorno, però, Octavio, fratello di Ramiro e da sempre innamorato della donna, decide di cambiare la sua vita e di scappare portando via Susana, che dice di essere disposta a seguirlo. I soldi per mantenersi li ottiene con i combattimenti dei cani che si svolgono nel suo quartiere. Ma Ramiro, minacciato di morte da alcuni sicari, fugge con la moglie. Le cose si mettono male anche per Octavio. Per vendicare il suo cane, ferito da un teppista, uccide il malcapitato e fugge. Ad un incrocio, però, la sua auto si scontra con quella di Valeria, la più famosa modella messicana, che viene ricoverata in ospedale. Dopo l’incidente, Octavio viene a sapere della morte di Ramiro nel corso di una rapina in banca. Ai funerali rivede Susana, le propone di nuovo di andare via insieme, le dà appuntamento per il giorno dopo, ma anche stavolta la ragazza non si presenta. Sc.: Guillermo Arringa; Fot.: Rodrigo Prieto; Int.: Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Goya Toledo. Dopo un incidente aereo in cui sua moglie ha perso la vita, il poliziotto di Washington Dutch Van Den Broeck scopre che la donna è morta insieme al suo amante, il marito di una candidata al Congresso. Rintracciata la donna e informata della scoperta, instaura con lei un rapporto di solidarietà che ben presto sfocia in un sentimento più forte. Ma Dutch è caparbiamente deciso a scoprire i segreti dei loro congiunti, mentre Kay sente invece il bisogno di dimenticare. “Il fatto è che nasce un’intimità artificiale tra chi condivide una tragedia, in questo caso fondata sul tradimento. Anch’io ero ossessionato dall’ossessione di Dutch, dal desiderio che queste due persone potessero stare meglio e trovare insieme una possibile felicità. In un certo senso, entrambi si aiutano a guarire” (S. Pollack). Sc.: Kurt Luedtke, da un romanzo di Warren Adler; Fot.: Philippe Rousselot; Int.: Harrison Ford, Kristin Scott Thomas, Peter Coyote. MAR 10, h. 17.00, SAB 14, h. 16.00 Messico 2003, 80’, b/n, v.o. sott.it. Gerardo, giovane diciassettenne, dopo aver rotto la sua relazione con Bruno, inizia a vagare senza speranza per le strade della città. Nel suo vagabondare è torturato e perseguitato da alcune immagini. Ogni uomo che incontra, infatti, gli ricorda l’amato Bruno e questo lo tormenta, prolungando il suo dolore. Gerardo, però, è determinato a preservare ciò che resta della sua relazione ormai finita. L’unica consolazione che riesce a trovare è una lettera scovata tra l’immondizia, anche se quella lettera non è per lui. Sc.: J. Hernandez; Fot.: Diego Arizmendi; Int.: Salvador Alvarez, Gloria Andrade, Llane Franoso. MER 11, h. 16.30 •Luis Buñuel I figli della violenza Los olvidados Massico 1950, 87’, b/n, v.o. sott. it. Copia restaurata dalla Filmoteca de la UNAM. •Amat Escalante Sangre Messico/Francia 2005, 90’, col., v.o. sott. it. Diego e sua moglie Blanca hanno costruito un rapporto solido e pieno di passione. Quando lui ritorna dal lavoro guardano abbracciati le telenovelas alla televisione oppure fanno l’amore. Ad intromettersi nel loro organizzato ménage matrimoniale, irrompe Karina, figlia di Diego, nata da un suo precedente matrimonio. La ragazza è scappata di casa ed è in cerca della protezione e dell’amore del padre. Blanca però non sembra sopportare la nuova arrivata, è gelosa e non nasconde il fatto di essere indispettita dalla sua presenza. In un crescendo di litigi e fraintendimenti, Diego finisce per perdere il controllo. Sc.: A. Escalante; Fot.: Alejandro Fenton; Int.: Cirilo Recio, Laura Saldana, Claudia Orozco. LUN 9, h. 15.45 MAR 10, h. 20.30, MER 11, h. 22.00 6 Periferia di Città del Messico. Uscito dal correzionale, Jaibo riprende il suo ruolo di capo di una banda di ladruncoli. Uccide Julien perché suppone che a suo tempo lo abbia denunciato alla polizia. Pedro partecipa alla molte azioni organizzate da Jaibo, ma si dissocia dal delitto e cerca di cambiare vita. Trova lavoro da un fabbro, ma Jaibo gli ruba un coltello e Pedro finisce in riformatorio. Qui trova la fiducia del direttore, ma Jaibo lo tormenta e, alla fine, lo uccide, morendo a sua volta. “Per me Los olvidados è realmente un film di lotta larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile sociale. Visto che mi ritengo onesto con me stesso, dovevo fare un’opera di tipo sociale” (L. Buñuel). Sc.: L. Buñuel, Luis Alcoriza, Oscar Dancingers; Fot.: Gabriel Figueroa; Int.: Estela Inda, Miguel Iclán, Alfonso Mejia. MER 11, h. 18.00 •Juan Carlos Rulfo En el hoyo Messico 2006, 84’, col., v.o. sott. it. Il ritratto di un gruppo di lavoratori impegnati nella costruzione dell’autostrada di Città del Messico. Il documentario, caratterizzato da una struttura narrativa piuttosto libera, riesce a farci entrare nella vita quotidiana dei protagonisti. Rulfo ci offre un mosaico attento e ricco di particolari, aiutandoci a capire le motivazioni spirituali, politiche e psicologiche dei loro comportamenti. Molte cose restano irrisolte, particolari enigmatici che si arricchiscono di un senso in più grazie all’abilità di Rulfo, al suo forte senso dell’umorismo e all’eccezionale forza visiva del suo sguardo. MER 11, h. 20.30 •Guillermo Del Toro •Guillermo Del Toro giornaletti porno, bevande analcoliche e pizzaa volontà. E poi c’è Rita, la vicina di casa, Ulisse e la sue pizze, la partita Real Madrid-Manchester, un dolce al cioccolato e un orribile dipinto. Tutto contribuisce a spezzare la monotonia della giornata. Ma tutto questo benessere non fa che nascondere la malinconia della loro condizione: la loro solitudine a causa del divorzio dei genitori, la confusione tra amore e amicizia, la frustrazione della vita adulta. Cronos Messico 1993, 94’, col., v.o. sott. it. Nel 1935 un chimico inventa e costruisce uno straordinario meccanismo inserito in un piccolo dispositivo dorato. Lo strumento, nato per donare la vita eterna a chi lo possiede, sopravvive al suo inventore fino al 1997, quando lo strumento viene messo in mostra nel negozio di un antiquario. Affascinato da questo strano oggetto, Gris non si rende conto che, in realtà, molte persone lo stanno cercando. La promessa della vita eterna è diventata un’ossessione anche per l’anziano De la Guardia, un uomo molto malato che non accetta l’idea di morire. Lui e suo nipote faranno qualsiasi cosa per mettere le mani sulla miracolosa invenzione. Sc.: G. Del Toro; Fot.: Guillermo Navarro; Int.: Federico Luppi, Ron Perlman, Claudio Brook. •Carlos Reygadas Maria Candelaria Japon Messico 1944, 102’, b/n, v.o. sott. it. Copia restaurata dalla Filmoteca de la UNAM. Sc.: F. Eimbcke, Paula Markovitch; Fot.: Alexis Zabe; Int.: Carolina Politi, Daniel Mirando, Diego Cataño. SAB 14, h. 22.00 •Ramon Cervantes La vida inmune Il labirinto del fauno El laberinto del fauno Messico/Spagna/Usa 2006, 114’, col. Messico/Belgio/Germania/Francia 2005, 96’, col. Città del Messico. Marcos, un grasso autista di 50 anni, per racimolare un po’ di soldi decide insieme a sua moglie di rapire il nipote della ricca signora per cui lavora e chiedere un riscatto. Purtroppo il bimbo muore accidentalmente e i due maldestri rapitori non sanno più cosa fare. Marcos, assalito dai sensi di colpa, decide di chiedere aiuto alla figlia della sua datrice di lavoro, Ana, una ragazza frivola che si prostituisce per svago, verso cui Marcos nutre una forte attrazione. Tuttavia le cose precipitano a tal punto che l’uomo è costretto a fuggire. Sc.: C. Reygadas; Fot.: Diego Martinez Vignatti; Int.: Marcos Hernandez, Anapola Mushkadiz, Berta Ruiz. LUN 16, h. 20.30, MAR 17, h. 18.20 Messico/Spagna 2001, 106’, col. •Guillermo Del Toro Batalla en el cielo •Emilio Fernandez El espinazo del diablo GIO 12, h. 16.30, VEN 13, h. 20.30 Battaglia nel cielo GIO 12, h. 20.40, VEN 13, h. 18.30 La spina del diavolo Siamo nel 1939, alla fine della sanguinosa guerra civile spagnola, durata tre anni. L’ala destra dei nazionalisti del Generale Franco sta per sconfiggere l’ala sinistra delle forze repubblicane. In questo clima si consuma la storia di Carlos, ragazzo di dieci anni, figlio di un eroe repubblicano caduto in guerra, che viene abbandonato dal suo tutore in un orfanotrofio. L’orfano viene preso in cura dalla preside, Carmen, e da un professore dall’animo gentile, Casares, entrambi simpatizzanti della causa repubblicana. Nonostante le amorevoli cure dei due, però, Carlos non riesce a sentirsi completamente a suo agio nel nuovo ambiente. Sc.: G. Del Toro, Antonio Trashorras, David Muñoz; Fot.: Guillermo Navarro; Int.: Eduardo Noriega, Marisa Paredes, Fernando Tielve. •Carlos Reygadas Messico 2006, 105’, col., v.o. sott.it. Città del Messico 1960. Aurelia vive felice con la sua famiglia. Poco prima di mettere al mondo la sua terza figlia, però, perde il marito a causa di un incidente. Alcuni anni dopo la figlia maggiore della donna, Leonor, lascia gli studi per poter aiutare la madre nel mantenimento della famiglia; la seconda figlia Beatriz, completamente assorbita dalla musica, assiste al passare del tempo senza prestare troppa attenzione, mentre l’adolescente Nadia è solo interessata a fare nuove esperienze. Tra loro i rapporti si fanno sempre più difficili e rarefatti, fino a sgretolarsi lentamente come la casa in cui abitano. Sc.: R. Cervantes; Fot.: Tonatiúh Martínez; Int.: Esthephani Aguilar, Stephanie Aguilar, Nadia Alejandre. La bella Maria Candelaria, figlia di una prostituta, è concupita da un signorotto ma ama, riamata, un contadino che a causa sua si fa incarcerare per aver rubato del chinino. Maria Candelaria appare fin dall´inizio condannata all´isolamento galeotto: un capro espiatorio, che né la devozione per la Vergine di Guadalupe, né l´amore per il suo Lorenzo Rafael potranno aiutarla. Accusata di aver posato nuda per un pittore, finirà sotto il peso delle pietre scagliate dalle donne che non possono perdonarle la sua origine. Il film portò alla ribalta internazionale il cinema messicano e diede fama a Emilio Fernandez, detto El Indio, e al suo direttore della fotografia Gabriel Figueroa. Palma d’oro a Cannes nel 1946. Sc.: E. Fernández, Mauricio Magdaleno; Fot.: Gabriel Figueroa; Int.: Dolores Del Rio, Pedro Almendáriz, Alberto Galán. Messico/Spagna 2002, 129’, col. Un uomo di città, cinico e disilluso, arriva fino in Messsico per prepararsi alla morte. Trova alloggio presso una vecchia meticcia che abita da sola in un canyon desolato. Sprofondato nell’immensità di una natura vertiginosa e selvaggia, messo di fronte all’infinita umanità della sua locatrice, l’uomo oscilla fra crudeltà e lirismo. Vede risvegliarsi in lui l’ebbrezza dei sensi, il suo desiderio di vita e di cruda sessualità. La storia di una redenzione, fra rinascita esistenziale e slancio spirituale Sc.: C. Reygadas; Fot.: Diego Martinez Vignatti; Int.: Alejandro Ferretis, Magdalena Flores, C. Reygadas. LUN 16, h. 22.15, MAR 17, h. 16.00 •Alfonso Cuáron Y tu mamá tambien Anche tua madre A Città del Messico, Julio e Tenoch, amici DOM 15, h. 16.30 •Mercedes Moncada Rodriquez La pasion de Maria Elena Messico 2003, 76’, col., v.o. sott. it. Il figlio maggiore di Maria Elena è stato falciato da un’auto pirata condotta da una donna che rifiuta di ammettere la sua responsabilità. Da allora la donna chiede giustizia. Il documentario ricostruisce con sensibilità il tentativo di Maria Elena di fronteggiare la situazione, filmando la donna, il marito e i familiari. Inserendo la protagonista e gli altri con naturalezza all’interno di possenti e magnifici scenari naturali, l’autrice provoca nello spettatore un effetto straniante, rafforzando il racconto della ‘passione’ di una madre che tenta di smuovere mari e monti per ottenere la riapertura di un’inchiesta chiusa troppo velocemente perché la sua comunità, i Raramuri, abitanti di una regione montuosa nel nord ovest del Messico, occupa l’ultimo gradino della scala sociale. VEN 13, h. 16.30 •Ignacio Ortiz Mezcal Messico 2004, 95’, col., v.o. sott. it. Film misterioso e complesso che racconta con vigore un mondo visionario in cui si incrociano storie di ostilità, vendetta e morte in una notte interminabile. Nel film si intrecciano storie di diseredati che, in una notte di temporale, si ritrovano nella cantina di Parián, in un paesino sperduto messicano, e alleviano le loro tristezze con il mezcal e la conversazione. Si intrecciano episodi e avvenimenti secondari che non seguono un filo logico. Il protagonista è di certo il superalcolico messicano che sin dall’inizio è responsabile di atroci azioni e di effetti, a dir poco, allucinanti. Sc.: I. Ortiz; Fot.: Serguei Saldívar; Int.: Ana Graham, Dagoberto Gama, Ricardo Blume. DOM 15, h. 18.30, LUN 16, h. 16.30 •Francisco Vargas El violin Messico 2005, 98’, b/n, v.o. sott. it. diciassettenni, conoscono Luisa, una ventottenne spagnola, sposata con un uomo che non nega di tradirla. Quando i due ragazzi, colpiti dalla sua bellezza, le propongono un viaggio, lei accetta, un po’ per vendetta, un po’ per reazione. La destinazione è una spiaggia chiamata Boca del Cielo. I ragazzi non conoscono la strada e neppure sanno se quella località esiste davvero. Il caldo e la fatica, però, acuiscono l’attrazione che provano verso la loro compagna di viaggio. I ragazzi hanno ciascuno la propria occasione, perché lei ha dettato le condizioni del viaggio. Ma il momento magico finisce con il finire del loro viaggio. Sc.: A. Cuáron, Carlos Cuáron; Fot.: Emmanuel Lubezki; Int.: Gael García Bernal, Diego Luna, Diana Bracho. LUN 30 e MAR 1 MAGGIO, h. 16.00 •Alfonso Cuáron Solo con tu pareja Messico 1991, 90’, col., v.o. sott.it. Copia digitale messa a disposizione da IMCINE. SAB 14, h. 18.45, DOM 15, h. 22.15 •Jesús Mario Lozano Asi Ufficialmente la Guerra Civile spagnola è giunta al suo epilogo, ma in realtà un piccolo gruppo di ribelli continua a lottare asserragliato sulle montagne a nord di Navarra. La piccola Ofelia, una bambina di dieci anni, è in viaggio insieme a sua madre Carmen per raggiungere Navarra. Devono incontrare il capitano Vidal, nuovo marito di Carmen e patrigno di Ofelia, che, però, non ha mai visto. Vidal, capitano dell’esercito fascista di Franco, è un uomo senza scrupoli che non disdegna la violenza per ottenere i suoi scopi e con la bambina rivela tutta la sua durezza. Lasciata sola con se stessa, Ofelia ha come unica compagnia quella di Mercedes, la giovane cuoca che prepara il pasto per i soldati e che, segretamente, aiuta la causa dei ribelli. Girovagando nel bosco, un giorno, per caso, Ofelia scopre un passaggio segreto che conduce ad un labirinto sotterraneo al mulino. Lì conosce Pan, un vecchio satiro che la sta aspettando da tempo. Sc.: G. Del Toro; Fot.: Guillermo Navarro; Int.: Ivana Baquero, Doug Jones, Sergi Lopez. GIO 12, h. 18.30, VEN 13, h. 22.30 Messico 2005, 80’, col., v.o. sott. it. Il film è composto di sequenze narrative di 32 secondi. Ogni giorno, alla stessa ora, 32 secondi della vita di Ivan, adolescente solitario alle prese con se stesso, con la sua voce fuori campo, la sua stanzetta, le sue tartarughe, il suo amico cieco che gli regala una videocamera. Una coppia di giovani attori coinvolgeranno Ivan in un rapporto sessuale e sentimentale complesso contribuendo in modo più o meno invasivo, più o meno duro e perverso, al lungo e doloroso percorso di formazione del giovane Ivan. Sc.: J.M. Lozano; Fot.: Emiliano Villanueva; Int.: Roberto García Suárez, Olivier Cantú Lozano, Berenice Almaguer. Don Plutarco, il figlio Genaro e il nipote Lucio conducono una doppia vita. Da una parte sono umili musicisti di campagna, dall’altra appoggiano attivamente il movimento di ribellione dei contadini contro l’oppressione del governo. Quando l’esercito invade la città, però, i ribelli devono fuggire abbandonando le munizioni. Don Plutarco, sfruttando la sua apparenza di violinista inoffensivo, ha un piano che potrebbe venir loro in aiuto. Grazie alla sua musica, infatti, riesce a ammaliare il capitano e recuperare le munizioni nascoste nel suo granaio. Sc.: F. Vargas; Fot.: Martín Boege, Oscar Hijuelos; Int.: Esteban Castellanos, Octavio Castro, Ángeles Cruz. SAB 14, h. 20.30, LUN 16, h. 18.00 •Fernando Eimbcke Temporada de patos Messico 2004, 90’, b/n, v.o. sott. it. Tlatelolco, Messico, ore 11 di domenica mattina. Flama e Moko sono due quattordicenni, amici fin da bambini. Possono ottenere tutto ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere ad un’altra noiosissima domenica: sono soli in casa, hanno videogames, DOM 15, h. 20.30 7 Il giovane yuppie e donnaiolo Tomas si spaventa a morte quando gli viene diagnosticato l’Aids. In realtà si tratta di un piano molto crudele per vendicarsi, messo in pratica dall’infermiera Silvia con cui l’uomo aveva avuto una relazione. Deciso a suicidarsi, per non soffrire a causa della malattia, Tomas fa una serie di fallimentari e comici tentativi, come mettere la testa dentro un forno a microonde. Il caso, però, vuole che proprio in uno di questi tentativi, il giovane incontri e si innamori della bella Clarissa, una hostess che, a sua volta, è decisa a suicidarsi perché il suo fidanzato la tradisce con un’altra. Sc.: A. Cuáron, Carlos Cuáron; Fot.: Emmanuel Lubezki; Int.: Daniel Giménez Cacho, Claudia Ramírez, Luis de Icaza. LUN 30 e MAR 1 MAGGIO, h. 18.00 – ingresso euro 2,50 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile ø crossroads 17 aprile •Scott A. Crary Kill Your Idols Usa 2004, 71’, col., v.o. sott. it. Copia digitale proveniente da Hunger Artist Prod. ø non fiction ø il cinema degli altri 24 aprile Zenit Arti Audiovisive, AMREF Italia e Museo Nazionale del Cinema presentano in anteprima il nuovo lavoro di Enrico Cerasuolo, girato in Kenya e dedicato alla straordinaria esperienza del progetto African Spelling Book. 27 aprile Ha preso il via il 23 febbraio, al Punto Prestito Gabriele d’Annunzio, il ciclo La signora dell’inquietudine. Le ossessioni di Patricia Highsmith nei suoi libri e nel cinema, organizzato dalle Biblioteche civiche torinesi, dal Settore Pari opportunità e politiche di genere, dall’Aiace Torino e dal Museo Nazionale del Cinema: un’occasione per scoprire, o riscoprire, non solo una grande autrice di genere, ma anche una delle maggiori voci.della letteratura statunitense del dopoguerra, un’artista della scrittura i cui romanzi offrono da decenni spunti costanti per film di successo. In prosecuzione fino ad aprile, la serie di sette incontri alternerà quindi appuntamenti dedicati ad analizzare e ad approfondire, con letture di diversi brani, le trame, i personaggi, i motivi ricorrenti nei testi della scrittrice ad altri che si soffermeranno, con l’ausilio delle immagini, sulle sue storie noir trasposte sul grande schermo da importanti registi. Il ciclo si conclude venerdì 27 aprile, alle ore 21, al Cinema Massimo con la proiezione del film diretto da Hans W.Geissendörfer Il diario di Edith, cui seguirà un dibattito con Margherita Giacobino e Massimo Quaglia. Gli incontri al Punto Prestito Gabriele D’Annunzio (via Saccarelli, 18, tel. 011 4439350) e la proiezione al Cinema Massimo Tre (via Verdi 18) sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. •Enrico Cerasuolo Peter’s Dream Italia/Kenya 2006, 54’, col. La storia di uno straordinario progetto educativo svoltosi nel 2005 a Nairobi, in Kenya, chiamato “African Spelling Book”, in cui cinquantasei tra ragazzi e ragazze degli slum hanno scritto e realizzato ventuno cortometraggi per il National Geographic Channel. Uno di loro era Peter Kamau, ragazzo di strada di soli tredici anni che ha scritto e diretto Dream, in cui descrive il suo più grande desiderio: tornare a scuola dopo più di due anni passati per strada. Un desiderio che a Nairobi sarebbe difficile da trasformare in realtà, se non fosse per l’aiuto di Samuel, giovane assistente sociale di AMREF ed ex-ragazzo di strada, che aiuta Peter a realizzare davvero il suo sogno. Sc.: E. Cerasuolo; Int.: Peter Kamau, Samuel Navutanyi, John Muiruri. MAR 24, h. 21.00/22.30 – ingresso libero Alle ore 22 incontro con il regista Enrico Cerasuolo ø il cinema degli altri 30 aprile - 1 maggio Carlo Ausino, l’autore di Torino violenta, autentico ‘cult movie’ tornato recentemente al centro dell’interesse storico e critico, propone al cinema il suo nuovo Killer’s Playlist, seguito ideale dell’ormai classico poliziesco del 1979. La proiezione delle ore 22.00 sarà preceduta dal cortometraggio Il trailer, presentato al XX Torino Film Festival. •Carlo Ausino Killer’s Playlist Italia 2006, 120’, col. Dopo un periodo di lavoro a Genova, la giovane poliziotta Key De Bernardi torna a Torino e ripiomba nell’incubo mai risolto del suo passato. Otto anni prima, infatti, dopo una serata in discoteca, era stata aggredita e violentata da tre uomini. A soccorrerla un commissario di polizia che diventa subito suo amico e consigliere. A Torino, nel frattempo, si verificano una serie di strani delitti, senza alcun apparente legame. Poco alla volta, la donna si rende conto che un serial killer ha iniziato con lei un gioco morboso e imprevedibile. L’aiuto di una psicologa, però, la aiuterà a scoprire la verità terribile che si cela dietro all’assassino. Sc.: Caraus; Fot.: C. Ausino; Int.: Kristin George, George Hilton, Emanuel Cannarsa. LUN 30 e MAR 1 maggio, h. 20.00/22.20 •Carlo Ausino •Hans W. Geissendörfer ø prima visione / 25 aprile Un documentario che racconta la storia della scena musicale art-punk newyorkese attraverso le gesta dei gruppi che l’hanno creata. Il percorso si snoda nel corso di trent’anni, dagli anni Settanta con Suicide, Teenage Jesus and the Jerks, Theoretical Girls, D.N.A. che inaugurarono il genere, per poi proseguire con gli anni Ottanta dei Sonic Youth e approdare al giorno d’oggi, dove la scena si mantiene vivacissima grazie a band come Yeah Yeah Yeahs, Liars e Gogol Bordello. Il film contiene una serie di gustose interviste ai protagonisti che fanno da ponte tra il passato e il futuro. Tra gli intervistati Lydia Lunch, Glenn Branca, Thurston Moore e i protagonisti della nuova generazione di musicisti che negli ultimi anni stanno facendo rivivere la scena della città. Il film è stato presentato al Tribeca Film Festival 2004, dove si è guadagnato il premio come miglior documentario. MAR 17, h. 20.30/22.00 – ingresso euro 2,50 Il diario di Edith Germania 1983, 105’, col. In una città della Germania Federale, Edith Baumeister vive una vita piuttosto agiata con il marito Paul e il diciassettenne figlio Chris. Donna intelligente e attiva, reduce da esperienze libertarie del ventennio precedente, dirige un giornale indipendente di quartiere, modella la creta e ha gusti di intellettuale. A tormentarla, però, è il modo di vivere del figlio. Chris, infatti, ha scadenti risultati scolastici, sembra detestare la famiglia e frequenta locali sordidi e ambigui. Per sfuggire alla realtà, Edith si rifugia nel suo diario, sul quale, più che annotare ricordi o avvenimenti quotidiani, segna fantasticherie e sogni, purtroppo impossibili inventando brillanti successi scolastici di Chris, il suo altrettanto felice inserimento nel mondo del lavoro, il matrimonio e la nascita di due nipotini. Sc.: H.W. Geissendörfer; Fot.: Michael Ballhaus; Int.: Angela Winkler, Vadim Glowna, Leopold Von Verschuer. •Enrico Caria Vedi Napoli e poi muori Italia 2007, 70’, col. Copia distribuita in digitale da Istituto Luce Un giornalista-regista napoletano, negli anni Ottanta ai tempi della prima guerra di camorra, decide di trasferirsi a Roma. Ora, dopo tanti anni, in seguito anche al tanto sbandierato Rinascimento Napoletano che ha portato ad ospitare il G8 e alla candidatura per ospitare l’America’s Cup, la competizione velica più importante del mondo, decide di ritornare a Napoli, ma non fa neanche in tempo ad ammirare il nuovo centro storico e godere della vista sul mare che in periferia esplode nuovamente l’annoso problema della camorra. Napoli si rivela così con i suoi due volti, una splendida città che tutti ammirano per la sua bellezza ma anche un inferno che si nasconde nelle periferie. MER 25, h. 16.00/17.30/19.00/20.30/22.00 Il trailer Italia 2002, 18’, col. Al centro di un grande teatro di posa è pronto un set cinematografico. La macchina da presa, le luci, l’attenzione della troupe è puntata su Kristin, una giovane e splendida attrice seduta al volante di un’auto ultimo modello. Non si tratta del set per girare uno spot, ma il trailer di un film in cui le macchine si ribellano all’uomo. “Un cortometraggio di diciotto minuti e nello stesso tempo, come dice il titolo, la presentazione di un film che al momento esiste solo come idea. Un’idea raccontata anni fa ad un amico americano che mi commissionò subito la stesura della sceneggiatura. Il racconto fantascientifico, ambientato in America, parla di automobili che si ribellano all’uomo” (C. Ausino). Sc.: Caraus; Fot.: C. Ausino; Int.: Kristin George, C. Ausino, Emanuel Cannarsa. LUN 30 e MAR 1 maggio, h. 22.00 VEN 27, h. 21.00 – ingresso libero Il Museo Nazionale del Cinema annulla l’impatto sull’ambiente dei suoi consumi grazie al progetto Clean Planet Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, per il 2007, sceglie di fare un gesto concreto per ridurre l’effetto serra ed i conseguenti cambiamenti climatici aderendo al progetto Clean Planet (www.asjacleanplanet.biz), grazie al quale compenserà le emissioni di gas climalteranti prodotte dalla Mole Antonelliana e dalle attività che vengono svolte al suo interno. Rendere la Mole Antonelliana Clean Planet significa conteggiare le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dai suoi consumi energetici (per l’illuminazione e il riscaldamento) e compensarle grazie ad un sistema regolamentato e certificato che permette di annullarle con equivalenti tonnellate di CO2 evitata, generate dalla produzione di energia da fonti rinnovabili di Asja.biz. Asja.biz Clean Planet ha stimato in circa 750 tonnellate le emissioni di CO2 prodotte dai consumi energetici della Mole nell’anno 2007, e che verranno compensate con un’equivalente quantità di CO2 evitata. Il Museo Nazionale del Cinema testimonia così una sempre maggiore attenzione alle problematiche ambientali, con la volontà di contribuire concretamente allo sviluppo delle fonti rinnovabili e come soluzione al crescente effetto serra. La Città di Torino, che della Mole Antonelliana ha fatto il suo simbolo, potrà vantare l’adesione al progetto Clean Planet di uno dei suoi più importanti monumenti. Agostino Re Rebaudengo, presidente di Asja.biz, gruppo che promuove il sistema Clean Planet, commenta così l’adesione del Museo al progetto: “Il Museo Nazionale del Cinema di Torino, promotore della cultura a livello internazionale, da oggi si distingue anche per la sua spiccata coscienza ambientale annullando le emissioni climalteranti della sua prestigiosa sede”. “La missione principale di un museo – sottolinea Alessandro Casazza, presidente del Museo Nazionale del Cinema – è fare cultura, e riteniamo che cultura sia anche rispetto per l’ambiente in cui viviamo. Aderendo al progetto Clean Planet il Museo Nazionale del Cinema vuole compiere un gesto concreto e simbolico che evidenzia l’impegno di tutti noi su problematiche che riteniamo strategiche per il futuro dell’umanità”. Il sistema Clean Planet è basato su un principio di trasparenza e verificabilità, e tutto il processo di compensazione delle emissioni è regolato da un apposito Protocollo. Le metodologie di calcolo delle emissioni evitate e prodotte sono state elaborate da una Commissione Tecnica della quale fanno parte il Politecnico di Torino e la Seconda Università degli Studi di Napoli. Una terza parte indipendente, l’ente internazionale DNV (Det Norske Veritas) ha il compito di validare i dati sulle emissioni così come previsto dal Protocollo. 8 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile Paul Czinner La signorina Else Fräulein Else Germania 1928, 90’, b/n, v.o. did. it. Copia restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna Else è una giovane e bella ragazza, figlia di una famiglia dell’alta borghesia austriaca, in vacanza in una località turistica delle Dolomiti insieme alla zia. Un giorno le piomba addosso la richiesta di salvare il padre avvocato dall’imminente bancarotta. È la madre stessa, in una lettera dai toni melliflui e patetici, a chiederle in pratica di concedersi ad un uomo che soggiorna nel suo stesso albergo, per avere da lui il denaro necessario a salvare la famiglia dal tracollo economico. Fin dalle prime battute, e poi sempre più trascinanti sino alla fine, avvertiamo il battito tumultuante del sangue e delle parole che circolano nella testa di Else, l’adolescente “altera”, vivida e appassionata. Tutto il testo di Schnitzler è nella reazione di Else a questa richiesta, vissuta prima come premonizione, e poi come sfida mortale. Allo stesso modo il film segue questo monologo interiore. Osserviamo Else dall’interno nelle sue oscillazioni psichiche e, al tempo stesso, la contempliamo dall’esterno come fosse un’antica eroina. Sc.: P. Czinner, dal racconto di Arthur Schnitzler; Int.: Albert Basserman, Elisabeth Bargner, Per ricordare Primo Levi nel ventennale della Irmgard Bern. Fotogrammi Moni Ovadia legge Primo Levi ø crossroads 13 aprile scomparsa, la Città di Torino e l’editore VEN 13, h. 21.30 – Sala Uno Einaudi organizzano una serata presso la sala Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile, ore 21.00, ingresso libero) durante la quale Moni Ovadia leggerà passi tratti da I sommersi e i salvati. Introduzione e commenti saranno curati da Walter Barberis. Ingresso intero euro 10,00; ridotto (studenti e tessere Aiace) euro 7,00. Prevendita presso la cassa del Cinema Massimo a partire daOltre venerdì la visione: 6 aprile. Gli ultimi 150 biglietti saranno venduti dalle ore 16.30 del il museo da toccare, giorno dello spettacolo. Marlene Kuntz vs La signorina Else L’ormai lunga lista di sonorizzazioni realizzate dal Museo Nazionale del Cinema negli ultimi cinque anni si arricchisce ad aprile con un evento davvero straordinario. I Marlene Kuntz e Gianni Maroccolo, con la partecipazione di Ivana Gatti, improvviseranno dal vivo sulle immagini del capolavoro di Paul Czinner La signorina Else, tratto dal romanzo di il cinema da ascoltare Info: Arthur Schnitzler e restaurato dalla Cineteca del Comune di Bologna. All’interno delle iniziative rivolte ai non L’evento, realizzato in collaborazione con 100%MK, avrà luogo venerdì tel. 011/81.38.520, e-mail [email protected], udenti, si ricorda che venerdì 6 aprile www.museocinema.it, www.marlenekuntz.com 13 aprile alle ore 21.30 presso la Sala Uno del Cinema Massimo. continua il servizio di visite guidate al Museo Nazionale del Cinema con interprete L.I.S. Le visite avranno cadenza mensile, ogni primo venerdì del mese alle ore 18,00. La prenotazione è obbligatoria e richiesta con almeno una settimana di anticipo all’indirizzo [email protected]. Info: 0118138516. Costi a persona: visita guidata euro 3,00; ingresso ridotto euro 4,20. Da Sodoma a Hollywood 22 a – Edizione 19 - 26 aprile 2007 La 22° edizione del Torino International GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood”, diretto da Giovanni Minerba (con i curatori Cosimo Santoro, Davide Oberto e Ricke Merighi) si terrà dal 19 al 26 aprile presso il Cinema Ideal Cityplex e l’Ambrosio Cincafé. In programma una retrospettiva dedicata a Kenneth Anger con i più importanti titoli della sua filmografia, tra cui Fireworks, Eaux d’artifice, Scorpio Rising e Kustom Kar Kommandos. La sezione, curata da Cosimo Santoro, include anche film di quei registi che hanno ispirato le opere dell’eclettico artista, come Georges Méliès, Marcel Carné e Jean Genet, mentre un giovanissimo Kenneth Anger attore lo troviamo in A Midsummer Night’s Dream di William Dieterle e Max Reinhardt del 1935. Completa la retrospettiva il capolavoro di Sergej M. Eisenstein, Que Viva Mexico, alla cui riedizione, effettuata negli Anni Cinquanta, Anger partecipò su invito di Henry Langlois della Cinémathèque Française. Tredici i lungometraggi in gara per il Premio Ottavio Mai, tra cui i due italiani: Schopenhauer di Giovanni Maderna, e Riparo di Marco S. Piccioni. Accanto ai documentari e ai corti in concorso, i film della sezione Panoramiche, che raccolgono il meglio della produzione internazionale. Sette sono i titoli fuori concorso, tra cui le commedie americane Itty bitty Titty Committe di Jamie Babbit, Puccini for Beginners di Maria Muggenti, l’attesissimo Another Gay Movie di Todd Stephens, l’italiano Cover Boy di Carmine Amoroso, con Luciana Littizzetto e Chiara Caselli, e l’ultimo Guy Maddin, Brand Upon the Brain! narrato da Isabella Rossellini. Tra gli omaggi, quello al performer Ron Athey, curato da Giuseppe Savoca, figura poliedrica della controcultura americana. Per la sezione Voice Over, che spazia tra cinema e videoarte, ci sono Franko B, il duo Lovett/Codagnone e Brice Dellsperger con il numero 22 dei suoi Body Double, ispirato a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. La sezione Europa Mon Amour: c’era una volta il west (o queer in the west), a cura di Davide Oberto, esplora la terra senza confini del west dove tutto è radicale e, soprattutto, dove tutto è permesso: negli spaghetti western, genere di punta dell’ultimo periodo d’oro del cinema italiano, gli spazi della frontiera permettono le più ardite sperimentazioni identitarie. Due titoli su tutti: Se sei vivo spara di Giulio Questi, presentato da Gianni Amelio, e Requiescant di Carlo Lizzani. Il premio speciale del Festival andrà quest’anno a Lino Banfi, ultimamente impegnato in modo particolare a favore delle tematiche GLBT. Jenni Olson, critica e archivista americana, porterà nove titoli dalla sua collezione, scelti con la complicità di Ricke Meriggi (tra cui L’assassinio di Sister George di Robert Aldrich); il francese Philippe Vallois, pioniere del cinema gay in patria, presenta, il film Johan (1975) rimontato utilizzando il girato originale. Previsto anche un omaggio a Andy Warhol, scomparso vent’anni fa, con i film My Hustler, Chelsea Girls e Lonesome Cowboys e la presenza di Joe Dallesandro. In giuria già confermati, tra gli altri, lo stesso Dallesandro, il regista cinese Cui Zi’en, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, l’attrice spagnola Monica Cervera, Mario Zonta e l’artista zurighese Rosina Kuhn. Il meglio del Festival sarà replicato presso la sala Tre del Cinema Massimo il 28 e 29 aprile. Fotogrammi Moni Ovadia legge Primo Levi Per ricordare Primo Levi nel ventennale della scomparsa, la Città di Torino e l’editore Einaudi organizzano una serata presso la sala Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile, ore 21.00, ingresso libero) durante la quale Moni Ovadia leggerà passi tratti da I sommersi e i salvati. Introduzione e commenti saranno curati da Walter Barberis. Oltre la visione: il museo da toccare, il cinema da ascoltare All’interno delle iniziative rivolte ai non udenti, si ricorda che venerdì 6 aprile continua il servizio di visite guidate al Museo Nazionale del Cinema con interprete L.I.S. Le visite avranno cadenza mensile, ogni primo venerdì del mese alle ore 18,00. La prenotazione è obbligatoria e richiesta con almeno una settimana di anticipo all’indirizzo [email protected]. Info: 0118138516. Costi a persona: visita guidata euro 3,00; ingresso ridotto euro 4,20. Fotogrammi Moni Ovadia legge Primo Levi 9 Per ricordare Primo Levi nel ventennale della scomparsa, la Città di Torino e l’editore Einaudi organizzano una serata presso la sala Uno del cinema Massimo (martedì 10 aprile, ore 21.00, ingresso libero) durante la quale larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma aprile Notiziario Associazione Museo Nazionale del Cinema La voce segreta delle parole Il primo marzo del 1992 l’Assemblea delle Nazioni Unite sanciva l’indipendenza dello Stato denominato Bosnia Erzegovina: la sera del 6 aprile le truppe serbo-bosniache lanciavano il primo massiccio bombardamento su Sarajevo, decretando l’inizio dell’assedio più lungo del Novecento. Cosa rimane, 15 anni dopo, di una guerra che si è svolta a pochi passi dal nostro paese, e che pure sembra già lontana, quasi non abbia lasciato strascichi nella memoria recente? Cosa hanno rappresentato le Guerre Jugoslave per il nostro continente? È quello che il progetto Vicini di guerra - Racconti e visioni delle Guerre Jugoslave si propone di affrontare in una serie di iniziative strettamente correlate tra loro, organizzate dall’associazione culturale Franti Nisi Masa Italia con l’obiettivo di tornare a parlare delle guerre balcaniche, a quindici anni di distanza dall’inizio delle ostilità. L’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha deciso di collaborare al progetto proprio nel giorno in cui cade questo tragico anniversario; il 6 aprile 2007, presso la sala 3 del Cinema Massimo, a partire dalle ore 20.45 verranno proiettati due film che rievocano quei giorni. Do You Remember Sarajevo? di Nedim Alikadic, Nihad e Sead Kre?evljakovic racconta l’assedio della capitale bosniaca dall’interno, attraverso gli occhi dei suoi abitanti vicino alla stravolta quotidianità dei tempi di guerra. Tutto inizia nel 1993 quando, ancora preda dell’incredulità per quanto stava accadendo, il sindaco invita i cittadini a usare ogni mezzo per documentare la vita di chi, da un giorno all’altro, si è visto traformare in un bersaglio. Inizia così la resistenza audiovisiva della città che vede qualche centinaio di piccole videocamere ronzare contro i cannoni e la potenza propagandistica di Milosevic. Il cerchio perfetto di Ademir Kenovic, presentato a Cannes nel 1997, sarà proiettato per la prima volta a Torino. Nel pieno dell’assedio di Sarajevo un vecchio poeta, lasciato da solo da moglie e fìglia fuggite in Croazia, si ritrova improvvisamente in casa due ragazzini scampati ai massacri delle campagne. Si creerà così una nuova fàmiglia per il poeta cinico e stralunato, e i tre si metteranno alla ricerca degli zii dei ragazzi nella città assediata. Scritto da Kenovic con Abdulah Sidran, poeta bosniaco e sceneggiatore dei primi film di Kusturica (Ti ricordi di Dolly Bell e Papà… è in viaggio d’affari), Il cerchio perfetto è anche un’eccezionale testimonianza storica: è il primo film girato a Sarajevo dopo la fine dell’assedio. Alla serata sono stati invitati il registi Ademir Kenovic e Sead Kresevlijakovic che saranno introdotti da Stefano Della Casa (presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema), da Una Gunjak e Sebastiano Pucciarelli (Franti Nisi Masa Italia). È prevista, inoltre, per il 3 aprile, nella sala Due del Cinema Massimo alle ore 21.00, la proiezione del film Papà è in viaggio d’affari (1985) di Emir Kusturica, organizzata da Franti Nisi Masa Italia, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Museo Nazionale del Cinema. Ad introdurlo interverrà l’attore Miki Manojlovic, volto noto del cinema europeo, attualmente impegnato sul set del nuovo lavoro di Giuliano Montaldo San Pietroburgo. Entrambe le serate sono a ingresso libero. Si conclude al Cinema Massimo in sala Due il primo ciclo della rassegna La voce segreta delle parole – Il grande cinema in lingua originale. Come sempre, quattro film di grande richiamo e già usciti in sala, saranno presentati nella versione originale con sottotitoli in italiano. Il programma è in distribuzione presso la cassa del Cinema Massimo. Dal mese di maggio, e fino alla metà di luglio, avrà luogo il secondo ciclo di film. Come sempre è possibile organizzare proiezioni mattutine per le scuole. Per informazioni: 011/8138516-517, e-mail: [email protected]. I film di aprile Marie Antoinette di Sofia Coppola (Usa 2006, 123’), v.o. sott.it. Giovedì 5 aprile, h. 20.15/22.30 I figli degli uomini di Alfonso Cuarón (Canada/Gb/Usa 2006, 114’), v.o. sott.it. Giovedì 12 aprile, h. 20.20/22.30 Tutti gli uomini del re di Steven Zaillian (Usa 2006, 140’), v.o. sott.it. Giovedì 19 aprile, h. 20.45 Giardini in autunno di Otar Ioseliani (Francia/Italia/Russia 2006, 121’), v.o. sott.it Giovedì 26 aprile, h. 20.15/22.30 Info: www.frantinisimasa.it, [email protected], www.amnc.it, [email protected] In ascolto, tra un film e l’altro, nelle tre sale del Cinema Massimo 10 www.casasonica.it aprile 2007 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd aprile MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd aprile a cura di Silvio Alovisio e Micaela Veronesi I LIBRI DEL MESE •Giulia Carluccio Scritture della visione: percorsi nel cinema muto Torino, Kaplan, 2006, 191 pp., 16,00 euro Il volume di Giulia Carluccio propone al lettore un ricco insieme di saggi prodotto in un quindicennio di ricerche sul cinema muto italiano e statunitense: il risultato di questa proposta va ben oltre i confini, pur legittimi, di una semplice raccolta di interventi editi e inediti, rivelando invece la coerenza e l’organicità di un itinerario di studio tuttora in divenire, aperto a ulteriori e fecondi sviluppi. Carluccio si muove naturalmente nell’orizzonte di quella storiografia del primo cinema, di fondazione ancora piuttosto recente, che dopo aver rimesso in discussione, negli anni Ottanta, le tradizionali periodizzazioni della storia del cinema ha finito poi per rendere più flessibili le sue stesse premesse (in particolare la nota distinzione tra attrazione e narrazione) arricchendo così con una nuova tensione dialettica la decisiva nozione di cinema classico. All’interno di questo paradigma non solo storico ma anche teorico, gli studi di Carluccio, come già rivelato dal titolo del volume, si concentrano prevalentemente sui modi della visione, sulle logiche della rappresentazione, sulle scelte di stile, pur legando questi aspetti a uno sfondo problematico particolarmente sensibile agli elementi di contesto: per esempio i ‘discorsi’ di una critica cinematografica che negli anni Dieci stava ancora definendo il suo linguaggio e le sue responsabilità; i primi tentativi di riflessione teorica (Münstenberg , Delluc ma anche il meno noto Angelo Menini); le dinamiche della ricezione (legate in particolare alla ‘novità’ percettiva del primo piano). Cabiria, Intolerance, i due Quo vadis?, l’autorialità di Griffith, la psicologia della percezione, la fotogenia, la scrittura cinematografica della metropoli sono solo alcuni degli argomenti oggetto di interrogazione in questi saggi, legati tra loro – oltre che dalla qualità della scrittura – anche da una costante attenzione agli snodi, alle dialettiche, alle differenze (tra cinema italiano e americano, tra visione e narrazione, tra idea e rappresentazione, tra tradizione e innovazione, ecc.): ne risulta una ricerca produttivamente “tesa”, e costantemente aliena da semplificazioni storiche o chiusure erudite, capace al contrario, anche e soprattutto negli interventi più circoscritti, di indicare prospetticamente una convincente metodologia per ulteriori analisi e comparazioni. •Italo Moscati Gioco perverso: la vera storia di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, tra Cinecittà e guerra civile Torino, Lindau, 2007, p. 275, 21,00 euro Mensile del Museo Nazionale del Cinema Anno V - Numero 47-aprile 2007 Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001 Direttore Responsabile Alberto Barbera Resp. Programmazione e Coord. Redazionale Stefano Boni con la collaborazione di Grazia Paganelli in tempo di guerra?”, “E’ arrivata la marina”, “Ann Sheridan segue l’armata” e “I film di guerra piacciono ai soldati?”. Il cinema hollywoodiano, si sa, era stato assente dagli schermi italiani fin dalla fine degli anni trenta, i film non erano più arrivati, così come le notizie sui divi americani. Ma gli italiani evidentemente non li avevano dimenticati. Così fu semplice per i distributori statunitensi reinserirsi sul nostro mercato o, meglio, sulle sue rovine e, insieme alle truppe alleate, riportare in Italia i volti noti e amati di Bette Davis, Katharine Hepburn, Rita Hayworth e tanti altri. Nel fascicolo Hollywood è descritta come un piccolo Eden, lontano dalle brutture della guerra, una specie di luogo incantato, dove tuttavia si vive e si lavora in funzione della guerra. Ecco allora che il cronista parla degli attori di tutto il mondo che vanno a lavorare a Hollywood come dei “combattenti della celluloide”, perché si rendono “utili alla loro patria al servizio di quella propaganda che ha un’arma potentissima: il cinematografo”. Nel fascicolo si parla inoltre delle molte stelle hollywoodiane che andavano nei luoghi di guerra e si esibivano per le truppe. “Hollywood in uniforme” ci parla oggi dello sforzo che l’Italia liberata dovette sostenere per ricostituirsi un immaginario e di quanto il cinema hollywoodiano contribuì a questo. •Marco Carosso Stanley Kubrick’s Shining Alessandria, Falsopiano, 2006, 207 p., 13,00 euro LA RIVISTA DEL MESE La Valle dell’Eden Dams - Torino, Carocci - Roma, semestrale, 18 euro Questo studio monografico su Shining di Kubrick nasce come tesi di laurea ma, nonostante l’impronta del saggio didattico rimanga presente pur nella nuova forma, l’autore dimostra come sia ancora possibile essere originali anche affrontando un film molto studiato. Carosso infatti lavora in parallelo sulle due differenti versioni del film, la copia uscita negli Stati Uniti e quella – più corta – montata dal regista per la diffusione in Europa, riuscendo nell’intento di ricostruire il testo originario, quello che sottende a entrambe le versioni. L’autore indaga inoltre i motivi che hanno spinto Kubrick a tagliare la versione europea, uscita dopo e, nella seconda parte del libro, affronta l’analisi testuale della versione statunitense; come spesso accade nel caso di copie di film che differiscono, lo studio comparativo aiuta e chiarifica l’opera nella sua totalità. Di particolare interesse il paragrafo dedicato all’analisi figurativa, in cui le inquadrature dell’Overlook Hotel vengono affiancate a quelle del castello di Lyndon, facendo emergere legami latenti fra le due opere del regista. “La valle dell’Eden” nasce nel 1999, come rivista di studi e ricerche del Dams di Torino: la sua vocazione, esplicitata sin dall’editoriale del primo numero, è quindi “dichiaratamente e positivamente accademica”. La necessità di un confronto con l’orizzonte interno e internazionale della ricerca è garantita da un autorevole comitato scientifico (che comprende, tra gli altri, Francesco Casetti e Paolo Bertetto) e da una solida rete di corrispondenti esteri (tra cui Guy Fihman e Jenaro Talens). Inizialmente a periodicità quadrimestrale, la rivista cambia successivamente un paio di editori (Costa & Nolan, Lindau e infine Carocci) e opta per una cadenza semestrale, più adeguata alla preparazione dei suoi ampi e approfonditi dossier monografici. A fronte di questi cambiamenti la struttura della rivista non è mutata. Ogni fascicolo propone una corposa sezione monografica (curata spesso anche da studiosi esterni all’area torinese), affiancata da interventi, letture, materiali, contributi che presentano i risultati di altre ricerche in corso. La scelta degli argomenti monografici è molto ampia e intreccia storia del cinema (il muto italiano, il cinema di animazione…), teoria (cinema e filosofia, cinema e psicanalisi….), autorialità (Buñuel, Ophuls, Kubrick ecc.). L’ultimo fascicolo, quasi interamente dedicato a Elia Kazan, pubblica (a cura di Giulia Carluccio e Giaime Alonge) gli atti L’INTROVABILE DEL MESE RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO Hollywood in unifome La storia di Luisa Ferida e di Osvaldo Valenti è, fra le storie italiane, una di quelle che non si raccontano volentieri. Sia perché è una vicenda tragica, sia perché per molti particolari resta ancora avvolta nel mistero, sia, soprattutto, perché porta alla luce uno dei lati più oscuri e rimossi del nostro passato: l’adesione consapevole al fascismo di molti italiani. Ma prima di diventare simboli negativi e di cadere nell’oblio, Ferida e Valenti erano stati due attori importanti del cinema italiano, divi acclamati di film come La cena delle beffe di Blasetti o La locandiera di Chiarini. In anni in cui il divismo era una questione tutta italiana e gli amori scandalistici fra star hollywoodiane erano solo echi remoti, la loro unione, nata fra i teatri di posa di larivista delcinema Cinecittà, si era saputa imporre sulle pagine dei rotocalchi. Luisa, severa con i suoi occhi scuri che le davano uno sguardo profondo, era una brava ragazza che veniva dalla campagna e che era arrivata al cinema passando attraverso un esordio in teatro, aveva infine conquistato l’affascinante Osvaldo, l’aristocratico dongiovanni. Il libro di Moscati ricostruisce la storia di questa coppia maledetta, che è anche la storia di un periodo importante del cinema italiano. Con forse un lieve eccesso d’enfasi, l’autore racconta la loro giovinezza, gli esordi come attori, il successo, l’amore e il dolore per la perdita del figlio, fino alla parte meno nota della loro esistenza, dopo la caduta di Mussolini, la partenza da Roma, l’ultimo film girato a Venezia, l’adesione di Osvaldo alla decima Mas e la fucilazione dei due attori a Milano. Roma, Ciack, 1945?, 16 p. Che il cinema serva per far divertire e svagare le masse è risaputo, ma non ci aspettavamo che così a ridosso della seconda guerra mondiale, in un periodo non ben definito - perché il fascicolo non riporta nessuna data - ma che è ipotizzabile sia collocabile nel corso del 1945 (un momento in cui la guerra è ancora in corso e la situazione incerta), nella Roma liberata dagli alleati, si pubblichi un fascicolo in cui si parla di cinema e guerra con intenti palesemente di svago. Ecco allora che nel fascicolo monografico le rubriche hanno titoli un po’ inquietanti come: “Cosa accade ad Hollywood Hanno collaborato a questo numero Silvio Alovisio, Luciano Barisone, Giacomo Calorio, Micaela Veronesi Ricerche Iconografiche Grazia Paganelli con la collaborazione di Silvio Alovisio, Antonella Angelini, Sonia Del Secco (Biblioteca Internazionale di cinema e fotografia “Mario Gromo”) Promozione e Comunicazione Maria Grazia Girotto Redazione Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011.813.85.20 - Fax 011.81.38.530 [email protected] Museo Nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011.813.85.11 - Fax 011.839.47.47 Ufficio Stampa Veronica Geraci www.museocinema.it Progetto grafico Atelier abc Presidente Alessandro Casazza Stampa Canale Direttore Alberto Barbera del convegno organizzato dal Dams nell’ottobre 2005: il tempo (Volpi), la violenza (Gandini), lo stile (Carluccio), il lavoro con gli attori (Pierini, Prono), il rapporto con il teatro (De Martini) e il valore paradossalmente “creativo” della sua delazione (Giaime Alonge) sono solo alcuni degli aspetti del cinema di Kazan messi a fuoco dagli autori dei contributi. IL DVD DEL MESE •Chris Marker La Jetée, Level Five, Sans Soleil 2 DVD, Ripley’s Home Video, 2007 Ultima uscita d’autore per la Ripley’s che questo mese presenta un doppio DVD dedicato a Chris Marker, uno dei più eclettici cineasti contemporanei, noto soprattutto per La Jetée (1962), il film che ha ispirato L’esercito delle dodici scimmie di Terry Gilliam. Definito dall’autore un “photoroman” e realizzato solo con fotografie che si succedono accompagnate dalla voce over del narratore, è forse il film più apocalittico della storia del cinema. In una Parigi distrutta dalla terza guerra mondiale, un uomo deve cercare di modificare la Storia ritornando nel passato e viaggiando nel futuro. Un’immagine, un ricordo di un fatto vissuto quando era bambino, all’aeroporto di Orly, lo assilla e ritorna costantemente nei suoi pensieri. Nel passato, si innamora di una donna e decide di non tornare indietro, inconsapevole di essere proprio lui l’uomo che visto morire all’aeroporto. I film di Marker sono come dei saggi sulle potenzialità del visibile, la sua visione del mondo e dell’arte è tutta racchiusa nel potere dell’immagine. In Sans Soleil,, una voce femminile legge le lettere di Sandor Krasna, un cameraman free-lance che viaggia in giro per il mondo e si interroga sul senso del suo lavoro di riprendere e rappresentare il mondo. In Level Five, Laura per concludere un videogioco di strategia deve riscrivere la battaglia di Okinawa. Marker afferma di avere scelto volutamente Okinawa in quanto evento rimosso che ha tuttavia avuto un ruolo fondamentale nella Seconda Guerra Mondiale, con migliaia di morti soprattutto fra i civili (150 mila). L’assurdo nel film è che la protagonista non può, a differenza dei normali giochi di strategia, rovesciare il corso della storia, ma è come bloccata su ciò che è già accaduto, non può che ripeterne gli eventi. La donna lavora così in una rete telematica parallela ad Internet in cui incontra vari testimoni oculari della vicenda, raccogliendo elementi sulla tragedia che ben presto cominciano ad interferire con la sua stessa vita. Marker annulla i confini tra oggettivo e soggettivo, tra reale e virtuale. Le immagini sono per Marker una metafora universale: si può mettere in dubbio l’affidabilità delle immagini cinematografiche e televisive così come la realtà virtuale può servire per conoscere l’obiettività della Storia. La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema (Promozione per la Cultura Cinematografica) Si ringrazia REAR per il contributo alle attività del Museo Ringraziamenti 2001 Distribuzione, Torino • A.I.A.C.E. Torino • Alba International Film Festival • A.L.M., Torino • AMREF Italia, Roma • Arco Film, Torino • Ass. Circuito Cinema, Modena • Ass. neo(N)eiga, Torino • Carlo Ausino, Torino • Bruno Boschetto, Torino • Casasonica, Torino • Massimo Causo, Taranto • Centro Audiovisivi, Trento • Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Roma • Enrico Cerasuolo, Torino • Cineteca del Comune di Bologna • Cineteca Sarda, Cagliari • Comune di Milano • Embajada de México en Italia, Roma • Filmoteca de la UNAM, Mexico City • IMCINE, Mexico City • Istituto Giapponese di Cultura, Roma • Japan Foundation, Tokyo • K3, Torino • Kadokawa Pictures, Tokyo • Ademir Kenovic, Sarajevo • Kurosawa Kiyoshi, Tokyo • Miki Manojlovic, Sarajevo • Marlene Kuntz + Gianni Maroccolo e Ivana Gatti • Tom Mes, Paris • Mikado Film, Milano • Mirovision, Seoul • Mostra Internazionale del Cinema Libero, Bologna • MultiServizi, Torino • Neon Subber, Borgo d’Ale (VC) • Nikkatsu, Tokyo • N.I.P., Torino • Sg-me Co., Tokyo • Sydney Pollack, Los Angeles • Refresh Prod., Sarajevo • Dario Tomasi, Torino • Uplink, Tokyo • Ventana Film, Bologna • Zenit Arti Audiovisive, Torino • Zootrope, Paris Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista. 11 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA IL CALENDARIO DEI FILM programma aprile LUNEDÌ 2 APRILE MERCOLEDÌ 11 APRILE VENERDÌ 20 APRILE h. 21.00 – Sala Uno I tre giorni del condor di S. Pollack (Usa 1975, 117’, v.o. sott.it.) ° Prima del film incontro con Sydney Pollack h. 16.30 Mil nubes de paz cercan el cielo… di J. Hernandez (Mex 2003, 80’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Los olvidados di L. Buñuel (Mex 1950, 88’, v.o. sott.it.) h. 20.30 En el hoyo di J.C. Rulfo (Mex 2006, 84’, v.o. sott.it.) h. 22.00 Sangre di A.Escalante (Mex/F 2005, 90’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Cure di K. Kurosawa (J 1997, 111’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Suit Yourself or Shoot Yourself 6: The Hero di K. Kurosawa (J 1996, 83’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Serpent’s Path di K. Kurosawa (J 1998, 85’, v.o. sott.it.) h. 22.10 Eyes of the Spider di K. Kurosawa (J 1998, 83’, v.o. sott.it.) GIOVEDÌ 12 APRILE SABATO 21 APRILE h. 16.30 h. 18.30 h. 20.40 h. 22.30 h. 16.30 h. 18.10 h. 20.30 h. 22.30 MARTEDÌ 3 APRILE h. 16.00 Non si uccidono così anche i cavalli? di S. Pollack (Usa 1969, 120’, v.o. sott.it.) h. 18.10 Joe Bass l’implacabile di S. Pollack (Usa 1968, 102’, v.o. sott.it.) h. 20.00 Tootsie di S. Pollack (Usa 1982, 119’, v.o. sott.it.) h. 22.10 Havana di S. Pollack (Usa 1990, 140’, v.o. sott.it.) h. 21.00 – Sala Due Papà è in viaggio d’affari di E. Kusturica (Jug 1985, 128’) ° Prima del film incontro con l’attore Miki Manojlovic La spina del diavolo di G. Del Toro (Mex/E 2001, 106’) Il labirinto del fauno di G. Del Toro (Mex/E/Usa 2006, 114’) Cronos di G. Del Toro (Mex 1993, 94’, v.o. sott.it.) Il grido di M. Antonioni (I 1957, 102’) h. 20.20/22.30 – Sala Due I figli degli uomini di A. Cuarón (Can/Gb/Usa 2006, 114’, v.o. sott.it.) MERCOLEDÌ 4 APRILE segue Serpent’s Path di K. Kurosawa (J 1998, 85’, v.o. sott.it.) Eyes of the Spider di K. Kurosawa (J 1998, 83’, v.o. sott.it.) License to Live di K. Kurosawa (J 1998, 104’, v.o. sott.it.) The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl di K. Kurosawa (J 1985, 80’, v.o. sott.it.) * Whirlpool of Joy di K. Kurosawa (J 1992, 27’, v.o. sott.it.) DOMENICA 22 APRILE h. 16.00 Come eravamo di S. Pollack (Usa 1973, 118’, v.o. sott.it.) h. 18.15 Un attimo, una vita di S. Pollack (Usa 1977, 124’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Corvo rosso non avrai il mio scalpo di S. Pollack (Usa 1972, 110’, v.o. sott.it.) h. 22.30 La vita corre sul filo di S. Pollack (Usa 1965, 98’, v.o. sott.it.) * VENERDÌ 13 APRILE GIOVEDÌ 5 APRILE h. 21.30 La signorina Else di P. Czinner (G 1928, 90’, v.o. did. it.) # Accompagnamento musicale dal vivo dei Marlene Kuntz con Gianni Maroccolo e la partecipazione di Ivana Gatti h. 16.30 h. 18.30 h. 20.30 h. 22.30 Maria Candelaria di E. Fernandez (Mex 1944, 102’, v.o. sott.it.) Cronos di G. Del Toro (Mex 1993, 94’, v.o. sott.it.) La spina del diavolo di G. Del Toro (Mex/E 2001, 106’) Il labirinto del fauno di G. Del Toro (Mex/E/Usa 2006, 114’) h. 16.00 h. 18.00 h. 20.15 h. 22.30 License to Live di K. Kurosawa (J 1998, 104’, v.o. sott.it.) Charisma di K. Kurosawa (J 1999, 104’, v.o. sott.it.) Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.) Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.) LUNEDÌ 23 APRILE h. 16.00 h. 18.10 h. 20.30 h. 22.30 Questa ragazza è di tutti di S. Pollack (Usa 1966, 110’, v.o. sott.it.) Diritto di cronaca di S. Pollack (Usa 1981, 116’, v.o. sott.it.) Yakuza di S. Pollack (Usa 1974, 112’, v.o. sott.it.) Guardie e ladri di Steno/M. Monicelli (I 1951, 109’) h. 20.15/22.30 – Sala Due Marie Antoinette di S. Coppola (Usa 2006, 123’, v.o. sott.it.) h. 16.00 h. 18.15 h. 20.30 h. 22.30 Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.) Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.) Charisma di K. Kurosawa (J 1999, 104’, v.o. sott.it.) Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.) SABATO 14 APRILE h. 16.00 h. 18.45 h. 20.30 h. 22.00 Amores perros di A.G. Iñarritu (Mex 2000, 153’) Mezcal di I. Ortiz (Mex 2004, 95’, v.o. sott.it.) Asi di J.M. Lozano (Mex 2005, 80’, v.o. sott.it.) Temporada de patos di F. Eimbcke (Mex 2004, 90’, v.o. sott.it.) VENERDÌ 6 APRILE DOMENICA 15 APRILE h. 15.45 Il cavaliere elettrico di S. Pollack (Usa 1979, 122’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Il socio di S. Pollack (Usa 1993, 154’, v.o. sott.it.) h. 20.45 Do You Remember Sarajevo? di N. Alikadic/N. e S. Kresevljakovic (Bosnia 2002, 52’, v.o. sott.it.) ° segue Il cerchio perfetto di A. Kenovic (Bosnia/F 1997, 110’, v.o. sott.it.) ° Prima dei film incontro con Ademir Kenovic e Sead Kresevlijakovic h. 16.30 La vida inmune di R. Cervantes (Mex 2006, 105’, v.o. sott.it.) h. 18.30 La pasion de Maria Elena di M. Moncada Rodriguez (Mex 2003, 76’, v.o. sott.it.) h. 20.30 El violin di F. Vargas (Mex 2005, 98’, v.o. sott.it.) h. 22.15 Mezcal di I. Ortiz (Mex 2004, 95’, v.o. sott.it.) SABATO 7 APRILE LUNEDÌ 16 APRILE h. 16.00 Corvo rosso non avrai il mio scalpo di S. Pollack (Usa 1972, 110’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Questa ragazza è di tutti di S. Pollack (Usa 1966, 110’, v.o. sott.it.) h. 20.10 The Interpreter di S. Pollack (Usa 2005, 128’, v.o. sott.it.) h. 22.30 I tre giorni del condor di S. Pollack (Usa 1975, 117’, v.o. sott.it.) h. 16.30 La pasion de Maria Elena di M. Moncada Rodriguez (Mex 2003, 76’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Asi di J.M. Lozano (Mex 2005, 80’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Battaglia nel cielo di C. Reygadas (Mex/B/F 2005, 95’) h. 22.15 Japon di C. Reygadas (Mex/E 2002, 129’) DOMENICA 8 APRILE MARTEDÌ 17 APRILE h. 15.45 h. 18.30 h. 20.15 h. 22.30 h. 16.00 Japon di C. Reygadas (Mex/E 2002, 129’) h. 18.20 Battaglia nel cielo di C. Reygadas (Mex/B/F 2005, 95’) h. 20.30/22.00 Kill Your Idols di S.A. Crary (Usa 2004, 71’, v.o. sott.it.) * MARTEDÌ 24 APRILE h. 16.00 Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.) h. 18.10 Doppelganger di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.) segue Soul Dancing di K. Kurosawa (J 2004, 15’, v.o. sott.it.) h. 21.00/22.30 Peter’s Dream di E. Cerasuolo (I 2006, 54’) ° Alle ore 22.00 incontro con Enrico Cerasuolo MERCOLEDÌ 25 APRILE h. 16.00/17.30/19.00/20.30/22.00 Vedi Napoli e poi muori di E. Caria (I 2007, 80’) GIOVEDÌ 26 APRILE La mia Africa di S. Pollack (Usa 1985, 150’, v.o. sott.it.) Un uomo a nudo di F. Perry/S. Pollack (Usa 1968, 95’, v.o. sott.it.) Sabrina di S. Pollack (Usa 1995, 127’, v.o. sott.it.) Ardenne ’44: un inferno di S. Pollack (Usa 1969, 105’, v.o. sott.it.) h. 15.45 h. 18.10 h. 20.20 h. 22.30 Destini incrociati di S. Pollack (Usa 1999, 133’, v.o. sott.it.) Tootsie di F. Perry/S. Pollack (Usa 1982, 119’, v.o. sott.it.) Come eravamo di S. Pollack (Usa 1973, 118’, v.o. sott.it.) Il cavaliere elettrico di S. Pollack (Usa 1979, 122’, v.o. sott.it.) h. 16.30 Kandagawa Wars di K. Kurosawa (J 1983, 60’, v.o. sott.it.) * h. 17.40 The Excitement of the Do-Re-Mi-Fa Girl di K. Kurosawa (J 1985, 80’, v.o. sott.it.) * segue Whirlpool of Joy di K. Kurosawa (J 1992, 27’, v.o. sott.it.) h. 20.30 Sakebi - Castigo di K. Kurosawa (J 2006, 103’, v.o. sott.it.) § Prima del film incontro con Kurosawa Kiyoshi MARTEDÌ 10 APRILE h. 17.00 Amores perros di A.G. Iñarritu (Mex 2000, 153’) h. 20.30 Sangre di A.Escalante (Mex/F 2005, 90’, v.o. sott.it.) h. 22.15 Antologia cortometraggi messicani di AA. VV. (Mex 1996-2006, 129’, v.o. sott.it.) GIOVEDÌ 19 APRILE h. 16.30 Suit Yourself or Shoot Yourself 6: The Hero di K. Kurosawa (J 1996, 83’, v.o. sott.it.) h. 18.00 Kandagawa Wars di K. Kurosawa (J 1983, 60’, v.o. sott.it.) * h. 20.15 Cure di K. Kurosawa (J 1997, 111’, v.o. sott.it.) § h. 21.00 Serata in ricordo di Primo Levi – Moni Ovadia legge I sommersi e i salvati ° Prima del film incontro con Kurosawa Kiyoshi h. 22.30 La strada di F. Fellini (I 1954, 115’) h. 20.45 – Sala Due Tutti gli uomini del re di S. Zaillian (Usa 2006, 140’, v.o. sott.it.) Gli Eventi del Mese CROSSROADS - KILL YOUR IDOLS Martedì 17 aprile, h. 20.30/22.00 Sala Tre – Ingresso euro 2,50 MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA INCONTRO CON MIKI MANOJLOVIC Martedì 3 aprile, h. 21.00 Sala Due – Ingresso libero KUROSAWA KIYOSHI PRESENTA SAKEBI – CASTIGO (ANT. NAZIONALE) Mercoledì 18 aprile, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 mar.mer.gio.ven.dom. 9.00 - 20.00 sab. 9.00 - 23.00, lun. chiuso MONI OVADIA LEGGE I SOMMERSI E I SALVATI Martedì 10 aprile, h. 21.00 Sala Uno – Ingresso libero MARLENE KUNTZ VS. LA SIGNORINA ELSE Venerdì 13 aprile, h. 21.30 Sala Uno – Ingresso euro 10,00 (int.), euro 7,00 (rid.) VENERDÌ 27 APRILE h. 16.15 Seance di K. Kurosawa (J 2000, 118’, v.o. sott.it.) h. 18.30 Loft di K. Kurosawa (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.) h. 21.00 Il diario di Edith di H.W. Geissendörfer (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.) SABATO 28 E DOMENICA 29 APRILE Repliche 22° Festival «Da Sodoma a Hollywood» programma in distribuzione in sala LUNEDÌ 30 APRILE E MARTEDÌ 1 MAGGIO h. 16.00 Y tu mamá también di A. Cuarón (Mex 2000, 105’) h. 18.00 Sólo con tu pareja di A. Cuarón (Mex 1991, 90’, v.o. sott.it.) * h. 20.00/22.00 Killer’s Playlist di C. Ausino (I 2006, 120’) La proiezione delle h. 22.00 sarà preceduta dal cortometraggio Trailer di Carlo Ausino (2002, 18’) ° * § # ingresso libero ingresso euro 2,50 ingresso euro 3,50 ingresso intero euro 10,00, ridotto euro 7,00 Info INCONTRO CON SYDNEY POLLACK Lunedì 2 aprile, h. 21.00 Sala Uno – Ingresso libero VICINI DI GUERRA Venerdì 6 aprile, h. 20.45 Sala Tre – Ingresso libero Loft di K. Kurosawa (J/K 2005, 115’, v.o. sott.it.) Bright Future di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.) Pulse di K. Kurosawa (J 2001, 118’, v.o. sott.it.) Doppelganger di K. Kurosawa (J 2003, 115’, v.o. sott.it.) Soul Dancing di K. Kurosawa (J 2004, 15’, v.o. sott.it.) h. 20.15/22.30 – Sala Due Giardini in autunno di O. Ioseliani (F/I/Ru 2006, 121’, v.o. sott.it.) MERCOLEDÌ 18 APRILE LUNEDÌ 9 APRILE h. 16.00 h. 18.10 h. 20.20 h. 22.30 segue KUROSAWA KIYOSHI PRESENTA CURE Giovedì 19 aprile, h. 20.15 Sala Tre – Ingresso euro 3,50 PETER’S DREAM Martedì 24 aprile, h. 21.00/22.30 Sala Tre – Ingresso libero Visite guidate su prenotazione Gruppi (max 25 pers.): Visita in italiano: euro 70,00 + biglietto di ingresso Visita guidata in inglese, francese, tedesco e spagnolo: euro 80,00 + biglietto di ingresso Mole Antonelliana Via Montebello 20, Torino - Tel 011.81.38.511 intero euro 6,50 / ridotto euro 4,50 gratuito per Abbonamento Musei, Torino Card 48/72 ore e bambini fino a 6 anni Prenotazione obbligatoria: Tel. 011.81.38.564/565 Orario: mar.-gio.: 9.00 - 16.30, lun. e ven.: 9.00 - 14.00 Museo + Ascensore Panoramico Intero euro 7,50 / ridotto euro 6,00 Gratuito per Torino Card 48/72 ore e bambini fino a 10 anni. Week-end al Museo Visite guidate senza prenotazione Tutti i sabati, ore 15.00; ore 17.00 visita alle mostre temporanee. CINEMA MASSIMO Tutte le domeniche ore 15.00 e 17.00; euro 3,00 a persona + ingresso ridotto. Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574 Le iscrizioni sono aperte 15 minuti prima della partenza della visita, fino ad esaurimento posti (max. 30 persone per gruppo). Durata visita: ca. 1h 30’ Sale 1 e 2 Intero euro 6,50 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari euro 4,50 Anziani over 60 euro 3,00 Abbonamento sale 1 e 2 (5 ingr.) euro 20,00 Sala 3 Intero euro 5,00 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari (spett. serali) euro 3,50 Anziani over 60 e studenti universitari (spett. pomeridiani) euro 2,50 Abbonamento sala 3 (10 ingr.) euro 30,00 BIBLIOTECA Via San Pietro in Vincoli 28 - Torino Tel. 011 81.38.590-591-592 Fax 011 52.14.784 [email protected] Orari di apertura: lun./ven. 9.00 - 13.00 mar./gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30 mer. chiuso MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011 81.38.511 - Fax 011 83.94.747 [email protected] Nome e cognome: Io sottoscritto, estensore della presente richiesta, dichiaro di prendere atto dell’informativa fornitami dalla Fondazione ai sensi dell’art.10 della Legge 675/1996 ed acconsento liberamente, ai fini e per gli effetti di quanto previsto dall’art.11, comma 1° della Legge 675/1996 al trattamento dei dati forniti alla Fondazione, alla comunicazione e diffusione degli stessi ai sensi ed effetti di quanto disposto dall’art.20 della Legge 675/1996, per lo svolgimento di tutte le operazioni connesse alla preparazione e spedizione del programma. Dichiaro altresì di essere a conoscenza dei diritti riconosciutomi dall’art.13 della Legge 675/1996. Indirizzo (via, città, provincia, c.a.p.): Data e firma: Volete ricevere via mail o per posta informazioni e inviti alle serate organizzate dal Museo Nazionale del Cinema? Compilate questo modulo e consegnatelo alla cassa del Cinema Massimo oppure speditelo a Museo Nazionale del Cinema – Programmazione, via Montebello 15, 10124 Torino. E-mail: Età e professione: 3