20111008_leiweb pdf

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Sabato
08/10/2011
http://www.leiweb.it/iodonna/ascolto/11_a_arturo-brachetti-intervista-ciak-si-gira.shtml
Arturo Brachetti: "Ora mi trasformo in un film"
Incredibile, velocissimo, l'artista, da solo, fa rivivere sul palco le icone del cinema.
A cominciare da uno zio matto, che diventa un cardinale nano, che diventa un clown...
NEW YORK, NEW YORK. Sognando Broadway, Liza Minelli e
altre 80 icone del cinema tornano a recitare "live". Con
scenografie hollywoodiane, grandi star immortali e personaggi
immaginari - da Marlene Dietrich a Rossella O’Hara, da Charlie
Chaplin a Harry Potter - appaiono sul palco uno dopo l'altro;
anzi, uno "dentro" l'altro, abitati dal padre di tutti gli Zelig, Arturo
Brachetti, l'italiano che ha fatto del trasformismo non un mestiere
(sennò sarebbe in Parlamento) ma un'arte. Ciak si gira!, l'ultimo
one-man-show del pirotecnico performer torna a casa, dopo 15
trionfali tappe in Francia: dal 18 ottobre toccherà Varese,
Bologna, Roma, Firenze, Milano, poi una fuga di Natale a Vienna
e puntate in tutt'Europa.
Un assaggio? Godetevi Brachetti Tuttonudo. Tranquilli: è un
programma di Radio2 (dal 17 ottobre, ogni giorno alle 19,50).
Sulla strada per Manhattan, Brachetti s'è preso una pausa a
Torino, città in cui è nato 54 anni fa e in cui risiede, al piano nobile di Palazzo Chiablese. Dove Io
donna l'ha raggiunto al telefono, anche se non è chiaro da quale stanza abbia risposto, se dal
bagno «che sembra un quadro di Magritte», da quella «stile Keith Haring» o dalla
Wunderkammer dove custodisce i suoi trucchi di scena.
Quindi, ultima tappa la Grande Mela?
Ci sto pensando. Woody Allen mi ha messo la pulce nell'orecchio, quando è venuto a salutarmi al
Folies Bergère di Parigi: «Se porti lo show a Broadway ti faccio da padrino» ha promesso.
Il creatore di Zelig in persona! Sfiderà Cirque du Soleil e Uomini Blu?
Modestamente, spettacoli come i miei non se ne vedono in giro: L'uomo dai mille volti ha staccato
un milione e mezzo di biglietti e ha vinto il premio Molière. Ciak si gira! sta facendo il giro d'Europa.
Reggo la scena da solo, non mi sento in competizione con produzioni kolossal da cento attori: il
mio show è minimal. Uno dei numeri più apprezzati, per dire, è quello del cappello, che trasformo
in 25 diversi copricapi: lo inventò un italiano nel '600, pura commedia dell'arte. In America incanta
ancora.
In Italia è diverso?
Da noi a teatro ci si annoia troppo. Il teatro noioso è facile da fare, sa? Prendi un testo mediocre,
metti su una compagnia mediocre e magari il pubblico viene a vederti. Ma così si fa un danno
enorme al teatro.
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All'estero invece?
È più facile imbattersi in proposte forti, di rottura. A Manhattan per esempio c'è una performance
pazzesca, che lascia il segno, Sleep No More: per l'intera serata il pubblico indossa maschere tipo
Eyes Wide Shut, libero di girare per i quattro piani di un albergo anni Trenta abbandonato,
ricostruito in ogni dettaglio con vagonate di mobilia e oggetti d'antan.
C'è musica in sottofondo, ma attori all'inizio non se ne vedono. Poi arrivano, anche loro in abiti
d'epoca. In vari punti iniziano a recitare, ma con una tale noncuranza che a un certo punto non sai
più se sono loro i fantasmi del tuo presente o sei tu, un fantasma del loro tempo.
Di Ciak si gira! che cosa ci racconta?
La scena dedicata al mondo di Federico Fellini: si vede di spalle il Maestro, da cui per incanto
sboccia Giulietta Masina che srotolando il mantello diventa l'albero di Amarcord sul quale c'è lo zio
matto, che si trasforma in cardinale nano, che assume le sembianze di un clown mentre sullo
sfondo passa una nave.
Dove trova tutta questa energia?
La rubo. Mille persone radunate in un teatro trasmettono una forza immensa: è un'energia che
senti, e ti esalta. Quella che faceva salire sul palco Marcel Marceau a 82 anni, anche quando non
camminava quasi più.
Collaborerà ancora con Aldo, Giovanni e Giacomo?
Nel 2012 tornerò alla regia con loro, ma a teatro. Abbiamo già fatto intere settimane di...
brainstorming, diciamo. Traduca pure "cazzeggio libero".
Mai una pausa?
Per un iperattivo come me, la "depre" è dietro l'angolo: ho bisogno di traguardi sempre nuovi. E di
avere un pubblico, perfino quando guido. In auto tengo appeso un bambolotto, con le dita
intrappolate nel finestrino. Così, per vedere l'effetto che fa.
Passa molto tempo in auto?
Sì, mi piace guidare. E ascoltare musica in viaggio, ma quella giusta: se porto un'amica in visita
alla Sacra di san Michele che somiglia al castello di Dracula, metto la colonna sonora di Nosferatu,
capisce? Per creare l'atmosfera. Siccome ho un'auto che sembra un carro funebre, faccio pendant
con vestito nero e cilindro, alla Jack lo Squartatore.
Sempre?
No, nelle serate importanti vesto in modo impeccabile. A un concerto di MiTo, una giornalista si è
perfino complimentata per l'eleganza del mio look. Ha scritto che indossavo "scarpe alla Elton
John". Ma erano davvero le scarpe di Elton John! Le avevo comprate a Londra, a un'asta charity.
Ermanno Lucchini
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