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Sabato 09/07/2011 http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/appuntamenti/articolo/lstp/410828/ Brachetti gira al Colosseo Per la prima volta l’artista nel teatro di via Madama con il nuovo spettacolo Torino - In questo momento «la casa» ha in scena uno «spettacolo» fuori dall’ordinario. La casa è il teatro, almeno come viene considerato da chi lo dirige, ci lavora, si abbona da anni sempre nella stessa fila. Lo spettacolo è un’imponente struttura di ponteggi montata direttamente sul palco. O quel che resta, cemento puro, palcoscenico irriconoscibile. Sarebbe un evento interessante per il pubblico del Colosseo poter vedere l’opera di ristrutturazione in corso, iniziata la passata stagione e sulla via della conclusione lavori durante l’estate. Curioso perché lo stato dell’attuale smantellamento non svela nulla di ciò che sarà la mutazione finale, è dato per certo solo che il teatro di via Madama Cristina sarà pronto per l’inaugurazione del cartellone. Data, anzi, doppia data: il 24 novembre l’« anticipo» siglato Musica 90 con il concerto del talento portoghese Ana Moura, definita dalla critica internazionale «nuova sacerdotessa del fado». E il 6 dicembre: apertura di Arturo Brachetti con il suo «Ciak si gira!». Ecco le novità più sostanziose per il nuovo anno, davanti alle quali si srotola un calendario di 26 spettacoli sino a metà maggio, e un’apertura di battenti, come assicura Claudia Spoto, direttore artistico, che avverrà comunque prima del 24 con iniziative ancora da annunciare. L’arrivo di Arturo Brachetti è «il» colpo grosso. Lui, torinese, radicato profondamente nella realtà dello spettacolo cittadino, va al cambio di scena: «E’ una novità averlo nel mio teatro, da artista e non spettatore» dice la Spoto, e non ce la fa a dissimulare la soddisfazione per il one man show in replica sino all’11 dicembre. «E’ uno nuovo ospite della mia casa, dove spero si troverà bene rispetto alle abitudini, i modi. Credo si amalgameranno pubblici diversi». Come avverrà con le proposte di Musica 90, che trova, anch’essa, una nuova «casa», per la prima volta all’interno della stagione del Colosseo: «Una collaborazione più stretta che punta ai concerti di qualità poco visti, ed è attenta a cosa succede sul palco». Suoni contaminati e teatralità quando vi salirà il progetto «MoZuluArt» (28 gennaio), fusione del pianista austriaco Roland Guggenbichler e tre cantanti dello Zimbawe: il mix della tradizione zulu con le note di Mozart. Ma l’associazione di Silvio Mossetto porterà anche l’ethio-jazz improvvisazione e sonorità etiopi, di Mulatu Astake (24 febbraio), e il progetto The soul children of Chicago (17 dicembre). Ancora nello spazio musica Pino Daniele il 7 maggio (nel calendario di Set Up) e l’affezionato Giovanni Allevi il 3 aprile. pag. 1 Altra condizione ferma, è non far sentire «perso» il pubblico nel restyling. «La platea sarà molto tecnica e funzionale, il foyer comunque testimone di 30 anni di attività» spiega la Spoto. E in questo legame passato-futuro si materializzerà Slava Pouli , il grande clown russo in Italia con il suo «Slava’s snow show» (7 e 8 marzo), «non solo malinconia, leggerezza, nostalgia. E’ uno spettacolo da cui si esce appagati» dice ancora il direttore. Che nella comicità ha puntato nuovamente su Ale e Franz che tornano, a gran richiesta di spettatori, con «Aria precaria» (dal 13 al 15 dicembre); Antonio Albanese con i suoi «Personaggi» (20 e 21 gennaio); gli energici Maurizio Battista (13 e 14 aprile) e Giuseppe Giacobazzi (15 e 16 maggio). Torna un’affezionata, Lella Costa, con il suo nuovo «Arie» (22 e 23 febbraio) ancora una volta impegnata a raccontare l’Opera; e su nuovo testo arriva Marco Paolini con «Itis Galileo» (3 e 4 febbraio), legato alla vita dello scienziato narrata come in una lezione in aula da istituto tecnico. Esordio per Don Gallo, anima della Comunità di San Benedetto al Porto a Genova, con il reading «Io non taccio. Le prediche di Girolamo Savonarola» (16 marzo), e ripresa per Marco Travaglio di «Anestesia totale» (24 aprile). Non si fa desiderare certo la commedia leggera: «Smettila di piangere, Penelope» di Piparo, «Il vizietto» con Massimo Ghini e «L’astice al veleno» di Vincenzo Salemme. Tiziana Platzer pag. 2