Veci e Bocia - Numero 3 Anno 2001 - ANA Milano
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Veci e Bocia - Numero 3 Anno 2001 - ANA Milano
Ottobre 2001 Veci e Bocia - 1 PERIODICO DELLA SEZIONE DI MILANO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI Anno 49º - Numero 3 - Ottobre 2001 Spedizione in a. p. art. 2 comma 20/C legge 662/96 Filiale di Milano - Conto corr. postale 38521209 C’era una volta... Ponte Selva Domenica 10 giugno si è svolto l'annuale raduno sezionale (programmato nel novembre 2000) presso la struttura della Casa dell'Orfano di don Anto- nietti, immersa nella splendida pineta di Ponte Selva. Il tempo non è stato favorevole, anche se ha consentito lo svolgimento delle manifestazioni di rito (corteo-alza bandiera-onore ai caduti con l'intervento della banda musicale di San Vittore Olona). La S. Messa, celebrata da Padre Arturo nella chiesetta, è stata seguita dai partecipanti con la presenza del Vessillo sezionale e da 22 Gagliardetti, oltre a quello del gruppo di Clusone. L'omaggio floreale alla tomba di don Antonietti, questa volta anche in ricordo dei 25 anni dalla morte, le due parole di benvenuto del Presidente e l'intervento del rappresentante del ministero della Difesa eritreo, hanno concluso le cerimonie ufficiali. Dopo i “4 passi in pineta”, la perfetta simulazione del soccorso di una persona inciden- tata da parte dell'equipaggio della Croce Rosa Celeste, presente con l'ambulanza donata dalla Sezione, è stato presentato il nuovo parco mezzi in dotazione al Nucleo di Protezione Civile sezionale: Fiat Ducato maxivolume attrezzato ad officina mobile completo d'accessori, Fiat Ducato 4x4 con cabina doppia 7 posti, Fiat Ducato Combi a 9 posti, oltre al ben noto Camper donato da Rezia e alla Panda 4x4 donata da Mazzucchi. Il rancio, preparato dal gruppo di Paderno Dugnano, e le abbondanti cibarie portate da casa, sono state consumate mentre “giove pluvio” si sfogava e la banda di San Vittore Olona ci allietava. Purtroppo, dopo l'arida cronaca, devo denunciare la mancanza di partecipazione in massa dei Soci, trattandosi di un Raduno Sezionale. A questo proposito vorrei ricordare che le manifestazioni di questo tipo, programmate per tempo, devono ave- re la partecipazione di tutti i soci disponibili, dal Presidente all'ultimo alpino iscritto e non con presenza facoltativa. I consiglieri ed i capigruppo devono sempre ricordare e far ricordare quanto è scritto all'articolo 6 del Regolamento sezionale in vigore: “È dovere morale d'ogni socio intervenire alle manifestazioni sezionali.” Amaramente penso che la mancata partecipazione potrebbe assumere una forma di “boicottaggio” nei confronti della Sezione e questo non farebbe onore all'alpinità, parola spesso pronunciata ma poco praticata. Giuseppe Borella vicepresidente sezionale Da Presidente a Presidente Il presidente Tullio Tona, per mandato del Consiglio direttivo sezionale, al quale egli ha sottoposto l'argomento, ha inviato al Presidente della Repubblica il seguente messaggio per richiamare alla sua attenzione lo stato di conservazione delle Bandiere di Guerra dei Reggimenti e dei Reparti delle Forze Armate disciolti: Illustrissimo signor Presidente della Repubblica, nella qualità di presidente della Sezione milanese dell’Associazione Nazionale Alpini, per mandato del Consiglio direttivo sezionale e dei responsabili dei 36 Gruppi dipendenti distribuiti sul territorio delle province non solo di Milano e Lodi, ma anche di Como e di Pavia, mi permetto richiamare alla Sua attenzione, per la sensibilità che, sono certo, Le deriva quale Comandante in capo delle nostre Forze armate e per aver servito la Patria, sia pure in anni tristi, quale Ufficiale dell'Esercito italiano, quanto segue: -da qualificate personalità sono venuto a conoscenza, e non ho ragione di non credervi avendolo esse constatato personalmente, che le Bandiere di guerra dei Reggimenti e delle altre Unità disciolte delle nostre Forze armate sono “custodite”(forse è un grazioso eufemismo!) nel Vittoriano in Roma, in locali in stato di avanzato degrado e privi, o quasi, di illuminazione, tanto che non è consentito l’accesso al pubblico; -le gloriose Bandiere, simbolo delle inenarrabili sofferenze, del sacrificio e del sangue di tanti Soldati italiani versato, volenti o nolenti, per la Patria, sono ivi ammassate in qualche modo, e non tutte, su rastrelliere di legno del tipo in uso nelle caserme per il deposito delle armi o affastellate in fondo a un corridoio, che ne rende difficile l’individuazione stante l’assoluta mancanza di supporti adeguati che ne consentano una dignitosa, ordinata, razionale conservazione; -non è dato di sapere quale Ente dipendente da quale Ministero abbia la responsabilità della manutenzione dei locali, la cui opera di risanamento dovrebbe com- portare una spesa, qualunque essa sia, certamente insignificante, non solo per il bilancio dello Stato ma anche di qualsivoglia Ente dell’Amministrazione. Un arredamento adeguato e la conseguente sistemazione, questa sì decorosa, dei simboli che compendiano nel “Quadrello”, con l’orgoglio di chi ha servito la Patria nei gloriosi disciolti Reparti, tanta parte della nostra Storia, consentirebbe, infine, di mettere a disposizione del pubblico un dignitoso “Museo delle Bandiere”, “per non dimenticare”. È mai possibile, sig. Presidente, che ciò non sia possibile? Ella, signor Presidente, con le Sue iniziative ha risvegliato nell’animo di tanti Italiani, e sono certamente la larga maggioranza della nostra gente, il senso dell’appartenenza alla Patria comune Italia e l’orgoglio di essere Popolo con, nella buona e nell’avversa fortuna, una propria Storia, e di sentirsi Nazione e non semplice “espressione geografica”. Un Suo alto intervento potrebbe ricordare a chi compete che, se quanto Le ho espresso fosse realizzato, sarebbe un atto dovuto alla memoria e per il rispetto di Coloro al cui sacrificio dobbiamo tanta parte della nostra libertà. È soprattutto a nome Loro, signor Presidente, che La ringrazio per quanto Ella potrà, se non fare, almeno autorevolmente suggerire a chi incombe l’obbligo, morale prima che istituzionale, di fare. Di ciò Le saranno grati tutti gli Italiani per i quali la parola Patria ha ancora un significato intimo e profondo. Con tutta stima, scusandomi per il disturbo che consciamente, ma doverosamente, posso averLe arrecato Tullio Tona