GREEN ECONOMY: UN NUOVO MODO DI VIVERE

Transcript

GREEN ECONOMY: UN NUOVO MODO DI VIVERE
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
GREEN ECONOMY: UN NUOVO MODO DI VIVERE
•
•
•
•
•
•
•
•
La Green Economy
1.1 Il nostro stage
1.2 Le fonti rinnovabili
1.3 Il fotovoltaico
1.4 L’eolico
1.5 Le biomasse
1.6 Le altre fonti
1.7 La mobilità sostenibile
1.1 IL NOSTRO STAGE
In seguito allo stage del P.O.N. C5 FSE_02_POR_SICILIA-2012-601 “Alternanza scuola-lavoro”
avvenuto a Rimini a settembre 2012, noi del progetto ‘’Green Economy’’ abbiamo sviluppato una
relazione su quanto appreso durante le tre settimane passate nelle varie aziende dove siamo stati
ospitati: IdeaFV, Clima Service, Ubisol e Caravanstours. Ma passiamo alla presentazione delle quattro
aziende.
•
•
•
•
IdeaFV è un'azienda con sede legale a Rimini e sede operativa a S. Marino, che segue la
realizzazione di impianti fotovoltaici chiavi in mano a partire dalla progettazione fino alla definitiva
realizzazione. Inoltre la IdeaFV è interessata allo sviluppo e alla progettazione di sistemi per lo
sfruttamento dell'energia eolica.
Clima Service è un'azienda dell'ML Group e si occupa della gestione, manutenzione e conduzione
di impianti tecnologici di complessi immobiliari ed utilities industriali compresi gli impianti che
fanno uso di energie da solare.
Ubisol è azienda romagnola che installa e realizza impianti fotovoltaici di piccole, medie e grandi
potenze.
Caravantours è un tour operator che fornisce anche servizi logistici, supporto agli stage e sale
conferenza.
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
Come ci ha ribadito il Sig. Fausto Faggioli, presidente della Earth Academy, per “Green Economy” non
s’intende soltanto un’economia basata sulle energie alternative, ma è un vero e proprio nuovo e
alternativo modo di vivere, poiché è un modello di sviluppo economico dove si prende in
considerazione l'impatto ambientale, cioè i potenziali danni ambientali prodotti dall'intero ciclo di
trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione, passando per il loro trasporto e
trasformazione in energia e prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la loro
definitiva eliminazione o smaltimento. Questa analisi propone come soluzione misure economiche,
legislative, tecnologiche e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo d'energia, di risorse
naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al contempo un
modello di sviluppo sostenibile attraverso l'aumento dell'efficienza energetica e di produzione che
produca a sua volta una diminuzione della dipendenza dall'estero, l'abbattimento delle emissioni di gas
serra, la riduzione dell'inquinamento locale e globale, compreso quello elettromagnetico, fino
all'istituzione di una vera e propria economia sostenibile a scala globale e duratura servendosi
prevalentemente di risorse rinnovabili (come le biomasse, l'energia eolica, l'energia solare, l'energia
idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale
evitando, il più possibile, sprechi di risorse. Si tratta dunque di un modello fortemente ottimizzato
dell'attuale economia di mercato almeno nei suoi intenti originari.
1.2 LE FONTI RINNOVABILI
Da sempre l’uomo sfrutta le risorse naturali: caccia, coltiva e costruisce case; negli ultimi anni vediamo
come la situazione gli sia sfuggita di mano, poiché esagerando con le sue azioni, ha fatto ammalare il
nostro pianeta. I rifiuti crescono giorno dopo giorno e l’aria che respiriamo essendo inquinata, non solo
minaccia la salute del pianeta ma colpisce l’uomo stesso. Per questo motivo, l’uomo, ha trovato
appoggio nelle fonti rinnovabili, che sono naturali. Il termine fonti energetiche rinnovabili, sta a
indicare tutte quelle risorse energetiche che, per caratteristiche naturali o per intervento dell’uomo, si
rinnovano in continuazione e non si esauriranno mai. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, insieme al
risparmio energetico e l’efficienza, è l’unica possibilità di ridurre le sostanze nocive che inquinano
l’aria. Si possono,quindi, definire forme di energia alternative alle tradizionali e alcune di esse, infatti,
sono definite energie pulite ed economicamente convenienti. Una risorsa rinnovabile, la possiamo
definire, anche, esauribile, cioè che bisogna farne un uso razionale, poiché rappresenterebbe una risorsa
naturale che non si genera nel breve periodo e quindi ha bisogno di più tempo per rigenerarsi. Possiamo
definire energie rinnovabili: quella idroelettrica, quella solare, eolica, marina e geotermica, cioè delle
fonti il cui utilizzo attuale non pregiudica la disponibilità nel futuro. Il calore, lo si può sfruttare
attraverso gli impianti fotovoltaici che sono in grado di trasformare il calore in energia elettrica e
possiamo, inoltre, sfruttare la potenza del vento per l’energia elettrica. Al contrario, le energie non
rinnovabili, sia perché hanno lunghi periodi di formazione, sia perché sono superiori a quelli di
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
consumo attuale, sono limitate nel futuro. L’uomo, nonostante la miseria, sta consumando più di
quanto la natura riesca a rigenerare, così facendo sta andando incontro al default del sistema natura,
perché le materie consumate non possono essere ripristinate con moneta come se fosse un debito
economico. In un certo modo ognuno di noi nel suo piccolo, può contribuire nel migliorare le
condizioni del nostro pianeta. Vivere in un ambiente in buone condizioni è ciò che ci può rendere
felici, quindi bisogna fare in modo che l’intera umanità parta dalle piccole cose che possono migliorare
l’ambiente e arrivi alle cose più grandi, in modo da sentirsi soddisfatti di aver contribuito al
miglioramento delle condizioni di vita.
1.3 IL FOTOVOLTAICO
L’ impianto fotovoltaico è un impianto elettrico costituito essenzialmente dall'assemblaggio di più
moduli fotovoltaici, i quali sfruttano l'energia solare incidente per produrre energia elettrica.
Gli impianti fotovoltaici sono generalmente
suddivisi in due grandi famiglie:
• impianti "grid-connect": impianti connessi
ad una rete di distribuzione esistente e gestita
da terzi;
• impianti "ad isola" (detti anche "standalone"): non sono connessi ad alcuna rete di
distribuzione, per cui sfruttano direttamente
sul posto l'energia elettrica prodotta.
Impianto "stand-alone"
Impianto "grid-connect"
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
Un impianto fotovoltaico è formato da:
• un campo fotovoltaico, costituito a sua volta da tanti moduli fotovoltaici, pannelli connessi in
serie che ospitano le celle fotovoltaiche e convertono l’energia solare incidente in energia
elettrica sotto forma di corrente continua;
• un regolatore di carica deputato a stabilizzare l'energia raccolta e a gestirla all'interno del
sistema;
• pannelli fotovoltaici, che convertono la luce solare direttamente in energia elettrica. Questi
pannelli sfruttano l'effetto fotoelettrico e hanno un efficienza di conversione che arriva fino al
32,5% nelle celle da laboratorio. In pratica, una volta ottenuti i moduli dalle celle e i pannelli
dai moduli e una volta montati in sede, l'efficienza media è di circa il 15%. Questi pannelli non
avendo parti mobili o altro necessitano di pochissima manutenzione. In sostanza vanno puliti
periodicamente. La durata operativa stimata dei pannelli fotovoltaici è di circa 35 anni.
• cella, che è l'elemento base nella costruzione di un modulo fotovoltaico, può venire anche
impiegata singolarmente in usi specifici. La versione più diffusa di cella fotovoltaica, quella in
materiale cristallino, è costituita da una lamina di materiale semiconduttore, il più diffuso dei
quali è il silicio, e si presenta in genere di colore nero o blu e con dimensioni variabili dai 4 ai 6
pollici. Piccoli esemplari di celle fotovoltaiche in materiale amorfo sono in grado di alimentare
autonomamente dispositivi elettronici di consumo, quali calcolatrici, orologi e simili.
Analogamente al modulo, il rendimento della cella fotovoltaica si ottiene valutando il rapporto
tra l'energia prodotta dalla cella e l'energia luminosa che investe l'intera sua superficie. Valori
tipici per gli esemplari in silicio cristallino comunemente disponibili sul mercato si attestano
attorno al 15%;
• un inverter o convertitore C.C./C.A., deputato a convertire la tensione continua in uscita dal
pannello (solitamente 12 o 24 volt) in una tensione alternata più alta (in genere 110 o 230 volt
per impianti fino a qualche kW, a 400 volt per impianti con potenze oltre i 5 kW). E’ uno
strumento dotato da particolari sistemi di controllo software ed hardware per ottimizzare la resa
e il controllo dell'energia prodotta.
• una batteria di accumulo, costituita da una o più batterie ricaricabili opportunamente connesse
(serie/parallelo) deputata/e a conservare la carica elettrica fornita dai moduli in presenza di
sufficiente irraggiamento solare per permetterne un utilizzo differito da parte degli apparecchi
elettrici utilizzatori.
Gli impianti “grid-connect” sono formati anche da:
• un quadro elettrico di protezione e controllo da situare in base alle normative vigenti tra
l'inverter e la rete che questo alimenta;
• cavi di connessione, che devono presentare un'adeguata resistenza ai raggi UV ed alle
temperature
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
I DIVERSI TIPI DI MODULI FOTOVOLTAICI:
Modulo in silicio monocristallino: Efficienza del
modulo pari a 21% - 23%. Utilizza il silicio
purissimo che garantisce la massima conducibilità,
quindi maggior rendimento. Le celle sono
realizzate con silicio monocristallino, cioè gli
atomi sono disposti tutti in una struttura geometrica
perfetta, senza difetti o mancanze. E' la condizione
migliore per permettere un buon flusso dei
portatori di carica attraverso il semiconduttore
diminuendo le perdite e aumentando la
conducibilità e quindi l'efficienza della cella.
Modulo in silicio policristallino: Efficienza del
modulo pari a 17% - 20%. Economicamente più
convenienti, sono però di minor efficienza.
Le celle sono realizzate con silicio
policristallino, cioè composto da tanti piccoli
monocristalli ognuno con le caratteristiche
descritte sopra. E' meno pregiato del precedente
poiché all'interfaccia tra un cristallo e l'altro gli
atomi non sono perfettamente allineati creando
discontinuità che rallentano il flusso degli
elettroni.
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
Modulo CIGS: Efficienza del modulo pari a 13% - 19,5%. Il CIGS è la più promettente tecnologia
fotovoltaica composta da Rame, Indio, Gallio e Selenio. Questi quattro materiali rendono le potenziali
prestazioni delle CIGS molto più alte di ogni altro film sottile. Il CIGS, infatti, produce più elettricità
della stessa quantità di luce rispetto agli altri film sottili e perciò possiede un'alta "efficienza di
conversione" . L'efficienza di conversione del CIGS è estremamente stabile nel tempo, ciò significa che
le prestazioni rimangono invariate per molti anni. Il Diseleniuro di Rame Indio (CulnSe2) ha una
estrema capacità di assorbire lo spettro solare che gli permette di utilizzare il 99% della luce già nei
primi micron di materiale . Questo fattore lo rende un ottimo ed efficace materiale fotovoltaico.
Aggiungendo, poi, una piccola quantità di Gallio al CulnSe2 si copre l'intero spettro solare, che lo
avvicina al massimo possibile di assorbimento delle radiazioni solari, aumentando di conseguenza la
tensione e l'efficienza della cella fotovoltaica.
I vantaggi degli impianti fotovoltaici sono i seguenti:
•
•
•
•
•
Assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante;
Risparmio di combustibili fossili;
Affidabilità degli impianti poiché non esistono parti in movimento (vita utile superiore ai 25
anni);
Costi di esercizio e manutenzione ridotti al minimo;
Modularità del sistema (per aumentare la potenza dell’impianto è sufficiente aumentare il
numero dei moduli).
Gli svantaggi sono :
• Variabilità della fonte energetica (irraggiamento solare);
• Elevata superficie occupata rispetto alla potenza installata;
• Costo iniziale degli impianti.
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
1.4 L'EOLICO
L'Energia Eolica è l'energia ottenuta dal vento ovvero il prodotto della conversione dell'energia
cinetica, ottenuta dalle correnti d'aria, in altre forme di energia (elettrica o meccanica). Oggi viene per
lo più convertita in energia elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l'energia del vento
veniva utilizzata per applicazioni industriali e pre-industriali (come ad esempio nei mulini a vento). Di
fatto è stata la prima forma di energia rinnovabile, assieme a quella idraulica.
Funzionamento
Lo sfruttamento dell’energia eolica, relativamente semplice e poco costoso, è attuato tramite due tipi di
macchine eoliche; quest’ultime prendono avvio quando è presente un vento di velocità sufficiente,
mentre si ferma quando vi è un vento di velocità superiore a quella massima per la quale la macchina è
stata progettata. Il vento passa su entrambe le facce della pala, più velocemente sul lato superiore,
creando un’area di bassa pressione chiamata PORTANZA AERODINAMICA. In realtà, a causa del
rallentamento che subisce il vento attraversando l’aerogeneratore, si è in grado di convertire solo il 59
% dell’energia cinetica in energia meccanica. Esse sono:
• Generatori eolici ad asse orizzontale, in cui il rotore va orientato parallelamente alla direzione
di provenienza del vento;
• Generatori eolici ad asse verticale, indipendenti dalla direzione di provenienza del vento;
• Generatore ad asse orizzontale.
Un generatore eolico ad asse di rotazione orizzontale al suolo è formato da una torre in acciaio di
altezze tra i 60 e i 100 metri sulla cui sommità si trova un involucro (gondola) che contiene un
generatore elettrico azionato da un rotore a pale lunghe tra i 20 e i 60 metri (solitamente 3, quasi mai 2,
raramente 1). Esso genera una potenza molto variabile, che può andare da pochi kW fino a 5-6 MW, in
funzione della ventosità del luogo e del tempo. Il mulino a vento è un esempio storico di generatore ad
asse orizzontale.
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
Parti di una pala eolica
Una turbina ad asse orizzontale è formata da quattro
parti principali:
1. FONDAMENTA (parte in cui viene sistemata
la torre metallica/eolica);
2. TORRE (che può essere alta alcune decine di
metri);
3. NAVICELLA (alloggio della turbina);
4. ROTORE (elica che viene fatta ruotare dal
vento).
All’interno della navicella c’è un asse rotante ed alcune ruote dentate che convertono la rotazione a
bassa frequenza delle pale in una rotazione ad alta frequenza del generatore di corrente elettrica. Questa
conversione avviene con un rapporto di 1:100; ad esempio, se le pale ruotano a 15 giri al secondo, il
generatore ruota a 1500 giri al secondo. Attraverso questo processo, il generatore trasforma l’energia
meccanica in energia elettrica. Così la corrente elettrica prodotta viene poi portata ad un trasformatore
ad alto voltaggio e in seguito può essere smistata sulla rete elettrica.
Un generatore eolico ad asse di rotazione verticale al suolo è un
tipo di macchina eolica contraddistinta da una ridotta quantità
di parti mobili nella sua struttura, il che le conferisce un'alta
resistenza alle forti raffiche di vento, e la possibilità di sfruttare
qualsiasi direzione del vento senza doversi di nuovo orientare
continuamente.
Aspetti positivi
Il vento è una fonte di energia rinnovabile e sostenibile, a basso impatto ambientale rispetto ad altre
fonti energetiche. Non viene prodotto il gas serra CO2, se non in quantità minime in rapporto alla
costruzione dell'impianto. Una volta determinato il costo di costruzione dell'impianto risulta fattibile
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
determinare i tempi di ammortamento (un grosso impianto elettrico comincerà a pagarsi soltanto finita
la costruzione, dopo circa 6-10 anni, accumulando interessi del 24-50% rispetto all'investimento
iniziale).
I costi di mantenimento e smantellamento sono relativamente bassi, molti componenti sono riciclabili e
riutilizzabili.
Aspetti negativi
Sulla terraferma, i luoghi più ventosi e quindi più adatti alle installazioni eoliche sono generalmente le
cime, i crinali di colline e montagne o le coste. Gli impianti moderni per le loro grandi dimensioni
risultano visibili da grande distanza e possono causare un turbamento del paesaggio. Esiste il rischio di
mortalità da impatto per gli uccelli migratori, in particolare per gli impianti più grandi. Il rumore di una
turbina eolica, dovuto essenzialmente al vento incidente sulle pale, secondo alcuni studi favorirebbe,
nelle immediate vicinanze delle abitazioni, la cosiddetta "sindrome da pala eolica", un insieme di
disturbi a sfondo neurologico. Le autorità preposte al controllo del traffico aereo sostengono che gli
impianti possono interferire con l'attività dei radar, sia perché l'elevata RCS (Radar Cross Section) delle
torri produrrebbe un'eco radar difficile da eliminare, sia perché le pale in continua rotazione potrebbero
essere scambiate per velivoli in movimento. Costituiscono un pericolo anche per piloti che si affidino a
sistemi di visione notturna (a infrarossi o a intensificatori di luce). Inoltre danneggiano particolarmente
i radar meteo.
1.5 LE BIOMASSE
In genere, la biomassa, è tutto quello di origine animale e vegetale che viene prodotto sulla terra
secondo un ciclo vitale, quindi sarebbe qualsiasi sostanza di origine organica, vegetale o animale
destinata a fini energetici. Ricavare energia dalle biomasse significa eliminare i rifiuti prodotti dalle
attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il
petrolio. L’Unione Europea, come possiamo vedere, ha deciso di puntare su questo tipo di energia
“pulita”, favorendone gli investimenti come già succede per l’eolico. Inoltre questo tipo di energia
permetterà di risparmiare un bel po’ sui costi provenienti dal petrolio.
1.6 LE ALTRE FONTI
Energia idroelettrica
L'energia idroelettrica usa l'energia potenziale di acqua posta in alta quota in bacini montani, che
cadendo agisce su una turbina, producendo elettricità. Il principio è il medesimo di una centrale
termoelettrica: la differenza è che il mezzo che fa girare la turbina è l'acqua, e non il vapore. Per
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
aumentare la portata di acqua che agisce sulla turbina, è possibile costruire delle dighe, che accumulano
acqua in modo da creare un bacino artificiale. L'acqua viene quindi incanalata in speciali tubi, detti
condotte forzate, che convogliano l'acqua ad alta velocità contro le turbine. Questi sistemi possono
essere molto grandi: la diga di Itapu, fra il Brasile e il Paraguay, genera 14000 MW elettrici.
Energia geotermica
L'energia geotermica è l'energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere
considerata una forma di energia rinnovabile. Si basa sulla produzione di calore naturale della Terra
(geotermia) alimentata dall'energia termica rilasciata in processi di decadimento nucleare di elementi
radioattivi quali l'uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente all'interno della terra. Penetrando
in profondità, la temperatura diventa gradualmente più elevata, aumentando di circa 30 °C per km
nella crosta terrestre. Lo sfruttamento di questa fonte consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle
sorgenti d'acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica. E nel
riutilizzare il vapore acqueo per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo. Allo
scopo di aumentare l'efficienza, si ricorre spesso all'immissione di acqua fredda in profondità attraverso
pozzi, in modo da recuperare in superficie un flusso costante di vapore.
Energia oceanica o marina
Con energia oceanica si intende l'insieme dell'energia racchiusa in varie forme nei mari e negli oceani.
Questa immensa quantità di energia può essere estratta con diverse tecnologie: basate sull'energia
cinetica dei fluidi (correnti, onde, maree) e sul gradiente (termico e salino). Al giorno d'oggi sono stati
sperimentati molti sistemi di estrazione della energia ed alcuni sono già in uno stadio precommerciale.
L’energia si manifesta sotto forme molto diverse: il calore è energia termica, la luce è energia radiante,
il movimento è energia cinetica, e cosi di seguito. Tutte queste forme possono essere ottenute dalle
diverse fonti disponibili in natura, in qualche caso da un’unica fonte, in qualche altro da più fonti
diverse. Sono quindi "fonti" tutte le sostanze e tutti i fenomeni in grado di fornire energia. Per esempio,
le fonti tipiche dell’energia termica sono le sostanze che bruciano facilmente come il legno e i
combustibili fossili (carbone, petrolio e metano), ma ci si può scaldare anche con l’energia elettrica.
L’unica fonte dell’energia eolica è il vento, un fenomeno atmosferico. Per le piante la fonte di energia è
il Sole; per gli animali sono le sostanze nutritive (proteine, lipidi e carboidrati). In genere si definiscono
"primarie" le fonti il cui contenuto energetico viene usato direttamente, mentre si definiscono
"secondarie" le fonti ottenute per trasformazione di fonti primarie. Per esempio, la fonte di energia
(energia primaria) che alimenta una centrale elettrica può essere molto varia: petrolio, metano, carbone,
uranio (cioè energia nucleare), vento (energia eolica), correnti d’acqua (energia cinetica), Sole (energia
solare). L’energia prodotta alla fine del processo di produzione (energia secondaria) è però sempre
energia elettrica. Il passaggio da fonti primarie a fonti secondarie provoca sempre delle perdite e quindi
si cerca in genere di evitarlo. L’energia elettrica, però, è una fonte secondaria così comoda che si
continua a produrla nonostante le notevoli perdite di trasformazione (che arrivano fino ai 2/3
dell’energia primaria utilizzata per produrla).
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
1.7 LA MOBILITA' SOSTENIBILE
L'espressione mobilità sostenibile indica delle modalità di spostamento e in generale un sistema di
mobilità urbana in grado di diminuire gli impatti ambientali sociali ed economici generati dai veicoli
privati e cioè:
- l'inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra;
- l'inquinamento acustico;
- la congestione stradale;
- l'incidentalità;
- il degrado delle aree urbane,causato dallo spazio occupato dagli autoveicoli a scapito dei pedoni;
- il consumo di territorio,causato dalla realizzazione delle strade e infrastrutture.
Interventi
Le amministrazioni pubbliche sono i principali responsabili della promozione e dell'organizzazione
della mobilità sostenibile; gli interventi sono finalizzati a ridurre la presenza degli autoveicoli privati
negli spazi urbani per favorire la mobilità alternativa che in ordine d'importanza viene svolta:
- a piedi;
- in bicicletta;
- con i mezzi di trasporto pubblico (autobus, tram, sistema ferroviario metropolitano);
- con i mezzi di trasporto privato condivisi (car pooling e car sharing).
Le città dove le politiche di sostenibilità dei trasporti hanno avuto più successo sono state quelle nelle
quali le diverse tipologie di intervento sono state applicate in maniera integrata in modo da rinforzarsi
una con l'altra. Gli stessi singoli interventi applicati senza curarne i sincronismi e le sinergie risultano
quasi sempre inefficaci. Viceversa la loro integrazione porta a una riduzione notevole dei flussi di
traffico veicolare privato in un arco temporale sorprendentemente breve. Tra gli interventi più efficaci
si cita il potenziamento del trasporto pubblico locale (con corsie riservate e vie preferenziali, sistemi di
integrazione tariffaria, strumenti per l'infomobilità) e l'adozione di specifici strumenti di pianificazione
(come ad esempio il Piano Urbano della Mobilità). Esistono inoltre altri interventi innovativi che si
stanno lentamente diffondendo:
• sviluppo della mobilità pedonale: favorire l'accessibilità e la fruizione universale degli spazi
pubblici, con la redazione di pediplan, con interventi di eliminazione delle barriere
architettoniche nei percorsi, con la realizzazione dei percorsi sicuri casa-scuola e del pedibus;
• sviluppo della mobilità ciclabile: redazione di biciplan, la costruzione di piste ciclabili e
l'implementazione di servizi di biciclette pubbliche condivise;
• politiche di tariffazione e pedaggi: pedaggio urbano (accesso a pagamento in particolari zone
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
•
•
•
•
•
•
urbane);
park pricing (sosta a pagamento);
park and ride (agevolazione nell'interscambio tra automobile e mezzo pubblico);
crediti di mobilità.
pianificazione della mobilità aziendale: redazione del Piano spostamenti casa-lavoro,
implementazione di sistemi di telelavoro, introduzione della figura del mobility manager;
gestione della domanda: moderazione del traffico (traffic calming), limitazioni della
circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing e trasporto a chiamata;
promozione del car pooling; utilizzo di sistemi di information technology (ITS) per la gestione
dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione
satellitare ecc.).
Alla base di queste misure ci sono tre principi di riferimento:
1. migliorare i servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti
automobilistici sia in termini numerici che di distanze;
2. destinare una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile a scapito dei veicoli
privati, riducendo in questo modo il costo generalizzato del trasporto sostenibile;
3. realizzare una rete intermodale di trasporto che consenta spostamenti più veloci di quelli
realizzati dagli autoveicoli privati.
Esempi sostenibili
I concetti base della sostenibilitá sono: compattezza, funzionalitá, mobilitá sostenibile, alta qualitá
ambientale, conservazione dell'energia, welfare, comfort, mix intergenerazionale, processo di
coesione,partecipazione sociale e contenimento dei costi e dei consumi. Sulla base di tali concetti
nell'UE sono stati intrapresi diversi processi con l'intento di massimizzare ognuno dei concetti base
citati al fine di evitare il collasso ambientale del pianeta. Una significativa iniziativa è stata intrapresa a
Londra, BedZed è il primo insediamento a zero emissioni di CO2. A seguire anche in altre localitá
come Helsinki, Stoccolma, Linz, Bolzano, Saragozza sono sorte costruzioni che limitano o azzerano
del tutto le emissioni inquinanti. Si tratta di case studio o abitazioni civili che seguono tutte il modello
"Hammarby" incentrato su un unico eco-ciclo. Per la costruzione di tali insediamenti i progettisti hanno
seguito criteri fondamentali, alcuni riguardanti lo sviluppo della mobilitá sostenibile. Ad esempio, per
la costruzione si è fatto uso di materiale di recupero e prodotto sul posto in quanto sulle strade europee
il traffico prodotto da camion altamente inquinanti che trasportano prodotti per l'edilizia è di circa un
terzo del traffico totale. Altri materiali provengono esclusivamente da localitá poste nei dintorni
cercando cosi' di evitare lunghi trasporti diminuendo la quantitá di petrolio consumato dai mezzi. Sono
stati organizzati anche servizi per la comunitá, come la condivisione di automobili e bici, stazioni di
ricarica per chi possiede auto elettriche, il miglioramento o lo sviluppo di nuove aree ciclabili e
In collaborazione con:
Stage “Vivere la ricerca” - LICEO SCIENTIFICO STATALE “PIETRO RUGGIERI“
pedonali. Con una gestione mirata del traffico e dei trasporti e la costruzione di attivitá commerciali e
servizi pubblici in aree facilmente raggiungibili a piedi o con mezzi pubblici, hanno fatto si che
l'utilizzo di auto o altri mezzi di trasporto si riducesse al minimo. Per un futuro altamente sostenibile,
tutto il mondo dovrebbe prendere esempio da tali iniziative innovative che tendono a migliorare la
qualitá della vita presente ma soprattutto quella futura.
Propulsori e combustibili alternativi per una mobilità sostenibile
La qualitá dell'aria, l'effetto serra, il sempre più difficile reperimento di petrolio ed il conseguente
aumento del prezzo della benzina hanno spinto sempre più alla ricerca di alternative ecosostenibili. Una
delle possibili opzioni sarebbe l'uso di carburanti alternativi in grado di alimentare i motori dei veicoli
che quotidianamente intasano città e strade di tutto il globo. Le possibili valide alternative ai
combustibili attualmente utilizzati sono: gas naturali, idrogeno e bio-combustibili.
È ovvio che l'utilizzo in larga scala di tali combustibili richiede lo studio e la progettazione di nuovi
propulsori in grado di sfruttare al massimo la loro potenzialitá in modo tale da poter competere con i
sistemi che attualmente equipaggiano i mezzi di trasporto e di produzione. Si favorirebbe quindi la
diffuzione di veicoli elettrici, ibridi che risolverebbero i problemi dovuti all'emissione di sostanze
nocive ma, ancora oggi risultano essere molto difficili da implementare. Le batterie di cui sono dotati i
veicoli sopracitati hanno capacitá limitata e costi elevati e per questo oggi vengono utilizzati solo
piccoli veicoli che devono affrontare brevi tragitti. Negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più i
veicoli dotati di propulsori ibridi che hanno la capacitá di ricaricare la batteria grazie al generatore che
sfrutta il normale movimento di marcia e in caso di velocitá bassa utilizzano il motore elettrico di cui
sono dotati. Riguardo l'idrogeno, la sua conservazione ha costi alti ed anche la costruzione di strutture
per il rifornimento risulterebbe onerosa, per non parlare della sicurezza del trasporto di tale liquido.
I bio-combustibili invece sarebbero i primi candidati come alternativa al petrolio. Essi sarebbero
pienamente compatibili con la tecnoligia motoristica attuale e quindi anche con le stazioni di
rifornimento già esistenti. Non manca anche in questo caso l'inconveniente, in quanto il prezzo del cibo
potrebbe alla lunga aumentare dato che il terreno dedicato all'agricoltura risulterebbe sempre meno
vasto per dar spazio alle coltivazioni di bio-combustibili.
In collaborazione con: