1 Auf das Testen, fertig, los!

Transcript

1 Auf das Testen, fertig, los!
O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 Auf das Testen, fertig, los! 1. Fai una breve ricerca: cosa narra il racconto biblico della Torre di Babele? Riassumilo in circa 150 parole. In una certa epoca remota in cui gli uomini parlavano tutti la stessa lingua ed emigrarono dall’oriente, si stabilirono nella pianura mesopotamica fondando Babilonia. Il racconto biblico della Torre di Babele, tratto dal libro della Genesi, si riferisce a tale contesto e narra della costruzione di una città che avrebbe permesso agli uomini di rimanere uniti e di un’alta torre che avrebbe permesso loro di crescere “facendosi un nome”, visto che la sua cima avrebbe raggiunto il cielo. Il disegno del Signore prevedeva però che gli uomini popolassero la Terra intera, così Egli volle disperderli e confondere la loro lingua. La Torre di Babele non fu dunque mai completata e l’ideale legato a essa crollò. Rimase soprattutto un mito, un simbolo per la differenziazione linguistica mondiale, oltre che un monito all’umanità, affinché non si chiuda nell’arroganza di porsi allo stesso livello di Dio, se non a un livello addirittura superiore. 2. Der Himmel über Berlin è un film del 1987 scritto e diretto dal registra tedesco Wim Wenders. Guarda come è stato tradotto il titolo del film in italiano e inglese: Der Himmel über Berlin Il cielo sopra Berlino Wings of desire • Qual è la tua prima impressione? Preferisci l’approccio più letterale scelto dai traduttori italiani o la maggiore libertà degli angolofoni? La mia prima impressione che vorrei scrivere prima ancora di vedere il film, di cui conosco solo qualche scena e immagine, è che nonostante sia generalmente propenso ad apprezzare certe traduzioni libere di titoli di film o libri, in questo caso la traduzione letterale italiana mi piace di più. Se fossi io l’autore di un’opera dal titolo “Der Himmel über Berlin”, preferirei la traduzione “il cielo sopra Berlino” un po’ per mio orgoglio, altrimenti l’avrei chiamato io “Die Flügel der Sehnsucht” o qualcosa del genere, ma soprattutto perché nel pur bel titolo inglese manca un elemento informativo molto caratterizzante, cioè Berlino. Preferisco il titolo italiano perché oltre a inquadrare l’ambientazione, lo fa quasi indirettamente, indicando come soggetto non Berlino, bensì il cielo. Questo titolo ispira così una certa curiosità perché non si capisce subito cosa si possa celare in quel cielo o cosa quel “cielo” possa rappresentare. “Wings of desire” è invece forse più elegante e sognatore come titolo, ma ci potrebbero essere altri cento film con quel titolo. • Perché in inglese si è scelto Wings of desire? In ottica di marketing, il titolo “Wings of desire” potrebbe catturare di più le masse, perché fa leva su due parole molto amate, che trasportano lontano, perché il titolo così suona bene, forse meglio dell’originale. Inoltre l’inglese deve fare i conti non solo con il mercato europeo, ma anche con quello americano e a questo proposito mi viene forse da pensare che il gusto prettamente inglese avrebbe forse optato per una traduzione più letterale, ma questa è una mia fantasia. 1 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 •
A tuo avviso, quali ragioni si celano dietro la scelta della traduzione del titolo di un film? Dietro alla scelta della traduzione del titolo di un film ci può essere la motivazione dell’impatto sonoro e visivo che il titolo può avere, cioè se suoni bene o no nella lingua d’arrivo oppure se stia semplicemente bene o meno quando lo si vede scritto. Ci sono alcune parole tedesche molto lunghe come per esempio “Entschuldigung” che nel titolo di un ipotetico film intitolato “Scusa, sono io” potrebbero preferire anche all’uso della parola “Verzeihung” la versione “Sorry, ich bin’s”. C’è poi la motivazione della commercialità e commerciabilità del titolo, che potrebbe prevedere anche radicali cambiamenti, talvolta indipendentemente dai gusti dell’autore, perché anch’egli si deve spesso adattare ai voleri dei responsabili della produzione, i quali a loro volta spesso sono più lungimiranti rispetto all’autore stesso e hanno un’idea più chiara del mercato a cui l’opera è destinata. Infine può esserci anche il caso in cui un film con il suo titolo sia tratto da un romanzo con altro titolo. L’eventuale traduttore del titolo potrebbe rispolverare in tal caso il titolo originale, qualora lo ritenesse necessario. •
Cerca informazioni sul film e proponi un’alternativa al titolo scelto per la versione italiana e giustificala. Un titolo alternativo per la versione italiana del film potrebbe essere “Quando il bambino era bambino”, citando un verso della poesia di Peter Handke “Lied vom Kindsein” che accompagna il film, ma non mi piacerebbe molto come titolo perché troppo lontano, generale e bisognoso di spiegazione e contesto. Inoltre la ripetizione di una parola in un titolo può risultare inutile e pesante anche se in questo caso l’accezione di “il bambino” e “bambino” contiene una sottile differenza. Prediligo poi titoli che non vengono nominati nel corso del film o del libro. Preferirei allora piuttosto “Ali su Berlino”, ma potrebbe essere il titolo di un film di guerra, o “Ali d’angelo su Berlino”, troppo esplicito. Alla fine, visto il tipo di opera e conosciutone l’autore Wim Wenders attraverso interviste, mi sono reso conto che è una mia lacuna non aver ancora visto il film completamente, perché nutro profonda ammirazione per quelle opere che oltre a essere pellicole sono anche opere d’arte, così anche il mio rispetto nei confronti dell’autore mi porta a pensare che non ci possa essere titolo migliore che quello da lui scelto per la versione originale, così le mie velleità di trovarne uno sostitutivo si spengono ben presto, prive come sono della convinzione di poterne trovare uno migliore. Vorrei fare ancora un’ultima osservazione, visto che la parola “Himmel” si riferisce in tedesco come in italiano anche al cielo inteso come paradiso. Beh, nel film compaiono due angeli che semplicemente osservano la vita dei comuni mortali e la compatiscono quasi con sereno e struggente distacco, così un titolo in tal senso potrebbe essere “Il paradiso oltre Berlino” oppure “Qualcuno osserva la città”, ma non valgono secondo me nemmeno lontanamente la traduzione letterale. 3. Due giornaliste italiane, Vanna Vannuccini e Francesca Pedrazzi, hanno scritto un interessante libro in cui descrivono alcuni tratti della cultura tedesca attraverso una serie di parole intraducibili in italiano: “L’identità tedesca è fatta e disfatta da parole e la storia delle parole ‘intraducibili’ è in fondo anche la storia della trasformazione della Germania negli ultimi vent’anni” (Piccolo viaggio nell’anima tedesca, p. 9). 2 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 Tra queste parole spicca Querdenker, parola che trova origine nella lingua olandese e deriva da Quertreiber, ovvero il navigante che invece di seguire la rotta prescritta andava di traverso finendo per tagliare la strada ad altri navigatori. Quer significa infatti “traverso, trasversale, storto” e dal navigante che tagliava la strada nacque il Querkopf, una “testa storta” che faceva a modo suo e non seguiva la retta via. Come dicono le due autrici “Tutto questo per dire che quer, in tedesco, non ha mai significato niente di buono”. Se poi il quer si unisce a quanto di più caro ai tedeschi, ovvero il pensiero, ne deriva un personaggio quantomeno sospetto, quel Querdenker che pensa fuori dal coro e non segue l’ordine prestabilito. Guarda questa immagine, tratta dalla pubblicità di un’agenzia di marketing. •
Qual è il significato letterale e quale quello comunicativo dello slogan “Quer-­‐fällt-­‐
ein”? Il significato letterale dello slogan “Quer-­‐fällt-­‐ein” è un gioco di parole che ricorda molto l’avverbio “querfeldein”, cioè “attraverso i campi”, che oltre ad avere il suo significato esplicito, allude a una scelta di percorsi alternativi. Qui sta il punto interessante perché nell’indole tedesca in cui si dibattono caratteristiche contrastanti come una certa propensione a seguire le regole, ma anche l’attitudine esplorativa del “Wanderer”, la parola “Quer”, che per definizione ha qualcosa di storto e obliquo, improvvisamente va a caratterizzare quel “sospetto Querdenker” sopraccitato, che secondo me suscita però anche una certa invidia e ammirazione. “Einfallen” vuol dire poi non solo “venire in mente”, ma anche “fare irruzione”, “sopraggiungere”, “entrare”. Così nello slogan, la zebra “quer gestreift”, cioè con le strisce per traverso, innanzitutto salta all’occhio e si distingue per l’originalità. Questa invasione di originalità in un’immagine tutto sommato semplice, disciplinata e rigorosa si addice molto a un’agenzia di marketing, soprattutto quando è la stessa zebra strana a suggerire a quella normale, non senza un certo orgoglio, che uscire dagli schemi è bello e talvolta conveniente… e che può bastare un’idea semplice e brillante per farlo. Adesso dimentica il tedesco e concentrati sull’immagine: • Quale prodotto o servizio pubblicizzeresti in Italia con questa immagine? • Quale slogan vi assoceresti in italiano? 3 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 L’immagine delle due zebre potrebbe servire a pubblicizzare un marchio d’abbigliamento con proposte particolarmente stravaganti e uno slogan come “Dai… vestiti che usciamo”, ma anche per esempio uno studio per tatuaggi. In questo caso la battuta potrebbe essere “Visto che tribale…?”. Anche una casa editrice per opere di letteratura alternativa potrebbe usare questa immagine, magari con lo slogan “Liberati e leggi fra le righe”. Per rimanere più vicini al concetto espresso nello slogan tedesco e quindi volendone fare una traduzione libera si potrebbe scrivere “Ma quanto normale sei…?” Ma sarebbe una battuta dal tono leggermente dispregiativo che poco si addice a un’agenzia di marketing… 4. Die Marquise von O… (1806) è un romanzo di Heinrich von Kleist che è stato tradotto più volte in lingua italiana: -­‐ 1992, Andrea Casalegno (Garzanti Editore) -­‐ 1995, Ervino Pocar (Giunti Gruppo Editoriale) -­‐ 2002, Rossana Rossanda (Marsilio Editori) Cerca informazioni sulla trama della novella e confronta le tre traduzioni di questa frase (“Sie” si riferisce alla protagonista, la Marchesa di O): Sie sah, über und über rot, ihre Mutter, und diese, mit Verlegenheit, den Sohn und den Vater an… Casalegno: Guardò, facendosi sempre più rossa, la madre, quest’ultima, con imbarazzo, guardò il marito e il figlio… Pocar: Facendosi di porpora guardò sua madre che, a sua volta imbarazzata guardò il figlio e il marito… Rossanda: Rossa e sempre più rossa in viso, guardò la madre e questa, imbarazzata, guardava il figlio e il padre. Quale differenze riscontri? Pensa, in particolare, a prospettiva e consequenzialità dell’azione. La prima traduzione è senza dubbio la più letterale e secondo me la meno elegante perché troppo spezzettata. L’effetto di “staccato” che l’autore ha voluto creare per accentuare forse la situazione di impasse e imbarazzo sta meglio in tedesco perché il verbo “sah… an” lega di più la frase contenendola, mentre la traduzione non sortisce a mio parere lo stesso effetto. La seconda traduzione è la più libera e scorrevole: suona bene ma scorre forse troppo liscia. Inoltre eccede leggermente in zelo superando l’autore, che se avesse voluto usare la parola “porpora”, lo avrebbe fatto. (Forse non lo ha fatto perché “purpurrot” è particolarmente ricorrente in fiabe o favole). La frase relativa mette poi un po’ in secondo piano la madre, che… nella versione originale condivide con la figlia il ruolo di soggetto della frase e di protagonista della scena, ruolo che le altre due traduzioni mantengono pressoché invariato. La terza traduzione è una via di mezzo perché suona meglio della prima, secondo me, ed è meno libera della seconda, mantenendo quel ritmo staccato che aggiunge 4 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 qualcosa alla scena, una sensazione in più e rispetta la scelta dell’autore. C’è tuttavia il verbo “guardava”, che qui viene usato improvvisamente all’imperfetto e non più al passato remoto. Quindi l’idea che ne deriva è che quando la figlia guarda, la madre sta già guardando da un po’, perché l’imperfetto indica azione prolungata. La traduzione che mi sarebbe piaciuta di più sarebbe stata “Rossa e sempre più rossa in viso, guardò la madre e questa, imbarazzata, guardò il figlio e il padre”. La sottigliezza di capire se il diventar rossa in volto della figlia sia o meno contemporaneo all’essere imbarazzata della madre lo lascerei ai primi piani che volesse fare un regista cinematografico nel rappresentare la scena, perché non riesco a coglierla dal testo originale. C’è infine un altro particolare che è tutt’altro che una sottigliezza: il padre del testo originale e della terza traduzione diviene nella prima e nella seconda marito. È come se in questo modo si entrasse nel punto di vista della Marchesa di O, non rispettando la descrizione voluta dall’autore che mette più in risalto il legame padre-­‐
figlio. Estratte così dal loro contesto, le prime due traduzioni lasciano poi in questo modo aperto il dubbio che si tratti del marito della figlia o della madre, perché mi pare di aver capito che la Marchesa di O avesse ancora un padre, ma non un fratello o che comunque questi non avessero un ruolo in quella scena. 5. Infine ti chiediamo un esercizio di adattamento/rifacimento. Leggi il testo originale di Gibs auf (1922) di Franz Kafka e poi le quattro traduzioni italiane del racconto. Mentre leggi le quattro versioni, rifletti sulle differenze che noti, in particolare a livello di lessico e ritmo. Tuttavia non ti chiediamo di scrivere un commento ai quattro testi, bensì di riscrivere l’apparentemente banale episodio raccontato da Kafka per un target molto diverso da quello originale: bambini. Usa registro e linguaggio appropriati a bambini in età scolare, arricchisci se vuoi con dei particolari e inventa un finale a tuo piacimento. Gibs auf! -­‐ Franz Kafka (1922) Es war sehr früh am Morgen, die Straßen rein und leer, ich ging zum Bahnhof. Als ich eine Turmuhr mit meiner Uhr verglich, sah ich dass schon viel später war als ich geglaubt hatte, ich musste mich sehr beeilen, der Schrecken über diese Entdeckung ließ mich im Weg unsicher werden, ich kannte mich in dieser Stadt noch nicht sehr gut aus, glücklicherweise war ein Schutzmann in der Nähe, ich lief zu ihm und fragte ihn atemlos nach dem Weg. Er lächelte und sagte: ‚Von mir willst Du den Weg erfahren?‘ ‚Ja‘ sagte ich ‚da ich ihn selbst nicht finden kann‘ ‚Gibs auf, gibs auf‘ sagte er und wandte sich mit einem großen Schwunge ab, so wie Leute, die mit ihrem Lachen allein sein wollen.“ Rinuncia! -­‐ Ervino Pocar, Mondadori (1979) Era la mattina per tempo, le vie pulite e deserte. Andavo alla stazione. Confrontando il mio orologio con quello di un campanile, vidi che era molto più tardi di quanto non avessi pensato, dovevo affrettarmi assai, lo spavento di quella scoperta mi rese incerto della via, non conoscevo ancora bene questa città; fortunatamente vidi una guardia poco distante, corsi da lui e senza fiato gli domandai la strada. Egli sorrise e disse: «Da me vuoi sapere la via?» «Appunto» risposi «dato che non so trovarla da me.» «Rinuncia, rinuncia!» E si girò con grande slancio, come chi vuol essere solo con la propria risata. Arrenditi! -­‐ Andreina Lavagetto, Mursia (1983) 5 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 Era mattina molto presto, le strade erano pulite e deserte, io andavo alla stazione. Quando confrontai l’orologio di un campanile con il mio orologio, vidi che era molto più tardi di quanto avessi creduto, dovevo fare molto in fretta, lo sgomento per questa scoperta mi rese incerto circa la strada da prendere, non ero ancora molto pratico di quella città, per fortuna lì vicino c’era un vigile, corsi verso di lui e, senza fiato, gli chiesi la strada. Egli sorrise e disse: «Da me vuoi sapere la strada?» «Sì», dissi io, «perché da solo non riesco a trovarla.» «Arrenditi, arrenditi», disse lui, e si volse con gran slancio, come fa chi vuole essere solo con la propria risata. Lascia perdere! -­‐ Giulio Schiavoni, BUR (1985) Era primissima mattina, le strade pulite e deserte, io andavo alla stazione. Allorché confrontai l’orologio di un campanile con il mio orologio, vidi che era già molto più tardi di quanto avessi creduto, dovevo accelerare notevolmente il passo, lo spavento per quella scoperta mi rese incerto sulla via da seguire, non mi orientavo ancora bene in quella città, per fortuna poco lontano c’era un vigile, corsi da lui e, con il fiatone, gli chiesi di indicarmi la strada. Lui sorrise e disse: «Da me vuoi sapere la strada?» «Sì», dissi io, «perché da solo non riesco a trovarla.» «Lascia perdere, lascia perdere!», disse lui, e si volse di scatto da un’altra parte, come fanno le persone che vogliono star sole con la loro risata. Rinuncia! -­‐ Giulio Raio, Newton (1988) Era di mattina molto presto, le strade pulite e deserte, andavo alla stazione. Confrontando il mio orologio con l’orologio della torre, vidi che era già molto più tardi di quanto avessi creduto, dovevo affrettarmi, l’ansia per quella scoperta mi fece incerto della strada, non conoscevo molto bene quella città, per fortuna lì vicino c’era una guardia, corsi da lui e senza fiato gli domandai la strada. Egli sorrise e disse: «Da me vuoi sapere la via?» «Sì», dissi, «perché non riesco a trovarla da me.» «Rinuncia, rinuncia», disse e si girò bruscamente, come quelle persone che vogliono stare sole con la loro risata. Lascia perdere… – E. S. Era mattina molto presto. Gli uccellini non avevano ancora cominciato a cantare e le strade erano ancora vuote. Franz stava andando alla stazione, quando vide davanti a sé la torre dell’orologio. “Accidenti”, pensò guardando in su. “Il mio orologio segna l’ora sbagliata! Sono in ritardo!” Allora cominciò a correre per non perdere il treno, ma visto che non conosceva bene quella città, sbagliò strada e si perse. Per fortuna, poco dopo scorse in lontananza un vigile, così lo raggiunse in tutta fretta e con il fiatone gli chiese quale fosse la via più breve per la stazione. “Proprio a me tu chiedi la via per la stazione?” rispose il vigile ridacchiando. “Sì”, disse Franz. “Perché non riesco a trovarla da solo.” “Lascia perdere”, disse il vigile scuotendo la testa. Franz non capiva: il vigile non voleva rispondergli per fargli un dispetto o sapeva già che ormai era troppo tardi per prendere il treno? “Scusi, chiedevo solo…” gli disse deluso e ancor più agitato di prima. “Lascia perdere…” ripeté il vigile voltandosi di scatto e scoppiando in una grassa risata, come fanno quelli che vogliono solo prendere in giro le persone. Allora Franz corse via disperato. 6 O1 -­‐ Corso online di traduzione dal tedesco in italiano – Lezione 3 Dieci minuti più tardi un uccellino spiccò il primo volo della giornata e si andò a posare sull’elmo del vigile, che nel frattempo si era ricomposto e aveva smesso di ridere. L’uccellino cantò – lui sì – ma il vigile stolto non si accorse di niente. “Ce l’ha fatta” cantò l’uccellino, mentre Franz guardava le ultime case di quella città scorrer veloci fuori dal finestrino. 7