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Italian daily news for key players and wine lovers
di: Fabio Piccoli
Gli americani spendono di più per il vino italiano
Dai risultati preliminari dellindagine di Wine Opinions Vinitaly sul
rapporto tra i vini italiani e gli americani emerge come i consumatori
frequenti di vino italiano spendono per i nostri vini dai 12 dollari in su,
utilizzano moltissimo i social media e si fanno influenzare soprattutto
dalle degustazioni nei punti vendita e dai consigli in famiglia
Molto interessanti i primi dati che emergono dallindagine di Wine Opinions Vinitaly (Italian
Wines and American Palate) presentati nei giorni scorsi allItalian Wine Week Vino 2017 a
New York.Da questi dati preliminari - frutto di unindagine su un campione di 1.463
consumatori residenti nei 12 principali Stati - emerge come i consumatori frequenti di vino
italiano statunitensi dichiarano di acquistare nostri vini a prezzi superiori mediamente ai 12
dollari, mentre per prezzi più bassi si rivolgono a vini di altri Paesi. Più specificatamente
lindagine fa emergere che nella fascia tra i 10-12 dollari per vini da acquistare per un
pranzo semplice a casa il 16% degli intervistati ha dichiarato di preferire vino italiano,
rispetto al 10% di Spagna, il 9% di Francia, l8% di Cile e il 5% di Australia. Nella fascia,
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invece, tra i 20-30 dollari per vini da acquistare per una cena a casa con amici, il vino
italiano evidenzia una preferenza al 19%, dietro però alla Francia con il 21% ma molto più
avanti di Spagna al 5%, Cile al 4% e Australia al 3%. Il vino italiano ritorna al primo posto,
con una preferenza al 21% nella fascia di vini tra i 10-15 dollari al bicchiere acquistato al
ristorante, davanti alla Francia (20%), Spagna e Cile (5%) e Australia (3%).Più in generale,
anche da questa indagine si conferma il forte appeal del vino italiano negli Usa. Si colloca,
infatti, anche in questa indagine al primo posto come vino dalle maggiori potenzialità di
sviluppo, con il 30% di preferenze dacquisto tra i vini importati negli Usa, seguito dalla
Francia, con il 27%, la Spagna il 19%, lAustralia il 12%, il Cile l11% e il Portogallo al 6%.
Se ci si focalizza solo sui consumatori sotto i 40 anni la percentuale di preferenza al vino
italiano sale al 34%.Rispetto gli aspetti che influenzano maggiormente gli acquisti di vino
negli Usa, sono tre quelli considerati più rilevanti (multirisposte): le degustazioni nei punti
vendita (60%); vini da paesi o regioni preferite (45%); consigli di famigliari ritenuti esperti
(42%).Molto più indietro troviamo le raccomandazioni del personale dei punti vendita
(31%), punteggi della critica superiori ai 90 punti (25%) e buone recensioni lette in riviste o
nel web (21%).Già questultimi risultati evidenziati testimoniano come anche la stessa
promozione dei vini italiani negli Usa non può non tener conto di alcune sempre più
evidenti tendenze di questo mercato, a partire dellimportanza delle iniziative nei punti
vendita come pure di un utilizzo più adeguato dei social media.A questultimo proposito il
survey evidenzia il grande utilizzo dei social media per postare, visitare, acquisire, scambiare
informazioni o immagini relative al vino.Andando ad analizzare allinterno del panel
coinvolto lutilizzo dei social, mensilmente o più frequentemente, per le motivazioni sopra
esposte è emerso come Facebook sia quello più utilizzato (45%), seguito da Instagram
(17%), Vivino (15%), Pinterest (12%), Twitter (11%), YouTube (9%), Delectable (6%) ed
Hello Vino (3%). Se ci si concentra, però, sui consumatori sotto i 40 anni, Instagram e
Delectable raddoppiano le loro percentuali di utilizzo.Infine, questi primi risultati
dellindagine riferiscono delle preferenze di tipologie di vino italiano maggiormente
acquistate dai consumatori frequenti. Il Pinot Grigio, prevedibilmente, risulta al primo posto
con il 68% (la domanda era riferita ad acquisto occasionalmente o favorito), seguito dal
Chianti (67%), Chianti Classico (64%) a pari merito con il Prosecco. Su questo aspetto non
si può non rilevare come allo stato attuale la distinzione tra Chianti e Chianti Classico fatica
molto ad essere percepita.Molto interessante, e per certi aspetti preoccupante, evidenziare
come la ricerca ha indagato anche sui vini italiani che risultano tuttoggi quasi sconosciuti
sul mercato Usa (ovviamente dal panel intervistato). Tra questi vi sono molti nomi
importanti come, ad esempio, il Franciacorta di cui il 67% dichiara di non averne mai
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sentito parlare, con la stessa percentuale anche il Greco di Tufo, con il Fiano si sale al 68%,
con la Falanghina siamo al 66%, con il Salice Salentino va leggermente meglio con il 57% e
con per lAglianico il 50% dichiara di non conoscerlo.Considerando lampiezza e la
rappresentatività del panel sono dati, questultimi, che non possono non far riflettere. Ne
scriveremo a breve.
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