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Migranti
Le schiave
degli sceicchi
di
Saudita per aver ucciso il suo datore di lavoro dopo
abusi e vessazioni. La situazione è talmente grave che
il governo nepalese ha nuovamente vietato alle donne
sotto i 30 anni, dopo un primo bando durato 12 anni
nel ‘98, di emigrare nei Paesi del Golfo; e lo Sri Lanka
Bureau of Foreign Employment (Slbfe) ha rimandato
indietro contratti con 600 agenzie, per la maggior parte
con l’Arabia Saudita.
HRW ha redatto diversi dossier sulle migranti
asiatiche nel Mashrek. Domestic Plight, del 2011 sulla Giordania, riporta episodi come quello di un’indonesiana rinchiusa per 3 anni in una prigione perché
scappata dai padroni che non le permettevano di tor-
Luisa Betti
Le colf asiatiche che vanno a lavorare nei paesi
del Golfo si ritrovano in schiavitù, subiscono violenze, soprusi, maltrattamenti. Complici le agenzie di lavoro internazionali e la mancanza di una
dossier
nare al suo paese, un caso che sottolinea come le forze
dell’ordine non considerino queste donne vittime da
proteggere, ma da punire. I trattamenti che le famiglie
riservano a queste domestiche vanno da bruciature da
ferro da stiro, frustate con “un tubo rigido di colore
rosa”, coltellate “al petto e alla testa”. C’è chi dorme in
salotto, cucina, ripostigli, disimpegni e balconi.
Una domestica filippina ha descritto la sua umiliazione in una famiglia di Amman dove è stata costretta
a prendere “un trancio di pizza dalla spazzatura” per
la fame, mentre la sua connazionale Marilou R., ha detto di aver tentato il suicidio per poter essere portata
in ospedale sperando così di liberarsi dalla famiglia.
ono 660mila in Kuwait, 200mila in Libano, 70mila
in Giordania, 1 milione e mezzo in Arabia Saudita, e arrivano da Sri Lanka, Filippine, Nepal e Indonesia per fare le domestiche in famiglie che in realtà
le ridurranno in schiavitù. Reclutate da agenzie legali,
queste donne ignorano la situazione in cui si verranno
a trovare una volta scese dall’aereo: relegate in casa,
con il passaporto requisito dal datore di lavoro, saranno costrette a lavorare per 13-16 ore al giorno, senza
riposo, senza ferie, e dovranno essere disponibili 24
ore su 24. Impossibilitate a chiamare la famiglia di origine, avranno un posto dove dormire nella casa in cui
lavoreranno, magari in un sottoscala o sul balcone, del
cibo per sopravvivere, che alle volte è l’avanzo dei padroni, e non potranno uscire di casa. Solo nel 2009 in
Kuwait, colf cingalesi, filippine e indonesiane hanno
mandato 10mila lettere di denuncia per sfruttamento
alle ambasciate, mentre in Qatar ogni giorno dalle 2
alle 4 nepalesi contattano l’ambasciata per cercare aiuto. Chi si lamenta del carico di lavoro o chi pretende la
paga, rischia la tortura: V.R. Lechchami, colf cingalese
di 38 anni, è tornata dal Kuwait nel 2010 con 14 chiodi
piantati negli arti per punizione dal suo ex padrone,
mentre l’anno scorso una sua collega in Arabia Saudita
è stata trovata con 24 chiodi nel corpo, e D.M. Chandima, colf ad Amman, è stata costretta a bere un bicchiere con 6 chiodi dentro. Nel 2009 un’indonesiana è
morta il 7 marzo dopo che i suoi datori di lavoro l’ave94
Un giornalista a Kuwait City durante una conferenza stampa
dell’Osservatorio dei Diritti Umani.
vano picchiata “a scopo disciplinare”, e l’anno dopo la
sua connazionale Moni Bakhti si è buttata dal quarto
piano dell’appartamento in cui lavorava ad Amman.
Amnesty International riporta il quotidiano giordano al-Ghad che ha pubblicato una statistica ufficiale
secondo cui delle 25 domestiche asiatiche morte nei
primi 3 mesi del 2009, 18 si sono suicidate. In Libano
nel 2007, per Human Rights Watch, delle 95 migranti
morte 40 si sono uccise e 24 sono “cadute” dai palazzi
dove lavoravano. Nel 2010 Sumiati Binti Salan Mustapa, colf indonesiana ridotta in fin di vita a 23 anni
dalla sua padrona, è stata ricoverata con ossa rotte e
ustioni gravi, ma la signora saudita di 53 anni, autrice
della tortura e condannata a 3 anni di carcere, è stata
poi assolta in appello per insufficienza di prove. Il 18
giugno 2011 Ruyati Binti Satubi Saruna, indonesiana
di 54 anni, è stata condannata e decapitata in Arabia
east . rivista europea di geopolitica
AFP/Getty Images
S
Y. Al-Zayyat/AFP/Getty Images
tutela legale.
Colf filippine in un ricovero a Dubai.
numero 44 . ottobre 2012
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Migranti
N
B. Ismoyo/AFP/Getty Images
ei paesi del Golfo, le colf che
fanno denunce di violenza sessuale vengono accusate di adulterio
o fornicazione perché lo stupro va
dimostrato: in Arabia Saudita una
cingalese è stata condannata alla prigione e a 200 frustate dopo che i maschi della famiglia per cui lavorava
l’avevano violentata e messa incinta.
HRW ha riportato casi agghiaccianti
successi in Arabia Saudita nei rapDarsem, una colf indonesiana, al rientro in patria il 13 luglio 2011 dall’Arabia Saudita dove era
porti Bad dreams (2004) e As if I am
stata condannata a morte nel 2009, per aver ucciso il proprio datore di lavoro che aveva tentato
not human (2006). Isdiah B. racconta
di violentarla. Il governo indonesiano ha dovuto pagare 534.884 dollari a quello saudita.
come «la notte del Eid al-Fitr, tutti
erano usciti, e io ho dovuto pulire il
In Libano - su cui HRW ha redatto nel 2010 il dossier
piano terra dove stava il mio padrone. Quando ero su
quel piano, lui si è presentato nudo e mi ha violentaWithout Protection - è successo che una lavoratrice fita. E mentre mi violentava mi diceva che non aveva
lippina sia arrivata sanguinante all’ambasciata perché
approfittato di me perché aveva pagato l’agenzia per
picchiata con un bastone dopo aver chiesto la paga,
avermi in casa».
ma anche che un tribunale abbia condannato una liNel Mashrek molti datori di lavoro preferiscono le
banese a 15 giorni di carcere per aver picchiato la sua
clandestine perché hanno più difficoltà a denunciare
cameriera filippina 3 anni prima. Quando la denuncia
violenze, anche se il nodo principale che smista il trafdi una migrante arriva in tribunale il tempo necessario
fico è quello delle agenzie, che sono legali e che fungoper una sentenza va dai 13 ai 54 mesi, anche se il vero
no da “garanzia” (in arabo kafala) per cui si ottiene il
ostacolo è l’assistenza legale che ha un costo proibitivo
per domestiche che non vengono neanche pagate.
permesso di venire a lavorare solo se “sponsorizzate”
In Libano molte cingalesi lamentano che i datori di
da mediatori che prendono una commissione. Questo
lavoro taglino i loro capelli come punizione ma quesistema permette che le migranti vengano “sequestrasto è niente in confronto alle violenze che rischiano:
te” con un contratto regolare ma senza possibilità di
una filippina di 32 anni ha raccontato che il 5 dicemcambiare impiego o lasciare il paese. Kusuma Nandibre 2009 «il padrone è venuto in camera mia e mi ha
na, colf cingalese, ha lavorato 17 anni senza salario e
abbracciato dicendomi “ti voglio”. Mi ha messo una
senza contatti con l’esterno. Il meccanismo che sorregmano sulla bocca e mi ha violentata. Dieci giorni più
ge questo sistema è quindi legale perché appoggiato
tardi, mentre la signora era uscita, mi sono messa in
su basi culturali molto forti. Oria Gargano, presidente
veranda e lui mi ha violentata anche lì». HRW sostiene
di BeeFree – ong italiana che lavora sul trafficking inche la polizia e i procuratori spesso ignorino le accuternazionale - dice che «il meccanismo che esiste in
se di violenza e il Centro Libanese per i Diritti Umani
questi paesi, come in altri, è un meccanismo gerarchi(CLDH), che ha condotto una ricerca nel 2009 sulle
co di sottomissione e porta alla neo-schiavitù. Se una
donne in carcere, ha riportato 3 testimonianze in cui
filippina non vale nulla in Giordania o in Libano, è
2 migranti hanno detto di essere state picchiate dalla
perché è riferita a una classe socialmente sfruttabile e
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east . rivista europea di geopolitica
senza difesa. I canoni dello sfruttamento possono cambiare ma la legge è quella dei grandi mercanti del
‘700 che muovevano flussi umani
secondo la richiesta sul mercato e
in base alla vulnerabilità del gruppo
sfruttabile. Per questo le politiche
migratorie e la forza di una comunità in un paese ospitante sono fondamentali». In Kuwait le cittadine del
Sud-est asiatico subiscono discriminazione come donne e come lavoratrici, perché escluse dalla protezione accordata ai lavoratori espatriati
con la legge sul lavoro del ‘64.
In Arabia Saudita nel 2005 è stata presentata una legge sul lavoro
domestico ma non è mai stata approvata. Tra i paesi del Medio Oriente
che ospitano grandi percentuali di
immigrati asiatici, solo la Giordania
L.T. Ariyawathi, colf cingalese, rientrata in patria con 24 chiodi nel corpo dall’Arabia
nel 2008 ha incluso il lavoro domeSaudita, dove veniva ripetutamente torturata dai propri datori di lavoro.
stico nella sua legislazione.
Giordana Veracini, responsabile
delle attività in Medioriente di Un ponte per… - che
Il problema è che spesso le forze dell’ordine hanno
partecipa con Giordania, Libano ed Egitto al progetto
un atteggiamento sminuente e inducono la donna a non
“Una risposta olistica a traffico, violenza e sfruttamendenunciare per proteggere la famiglia. Per gran parte
to delle lavoratrici migranti nel Mashrek” finanziato
della società la vita di queste ragazze non ha alcun valodalla Commissione Europea - dice che le donne che
re e le signore che hanno una domestica in casa ne parvengono fatte venire dall’Asia nel Mashrek vanno dai
lano come fosse un animale: io stessa, dal parrucchiere,
15-16 fino a 40 anni, e quando si tratta di minorenho sentito persone che dicevano: “ti presto la mia cingani sono fatte entrare con documenti falsi. «Io stessa
lese, poi dimmi che ne pensi”. Se le leggi che puniscono
– spiega – ho conosciuto ragazze che dichiaravano 20
la riduzione in schiavitù non vengono applicate, rimane
anni ma erano più giovani. La manodopera che viene
l’impunità di un reato che continuerà a essere commesfatta arrivare attraverso canali ufficiali, spesso viene
so. Per questo il progetto a cui partecipa l’Italia con Un
impiegata anche per il traffico sessuale per cui una
ponte per… sta elaborando una legge generale per la
giovane domestica, oltre ai lavori in casa, è costretta a
tutela di questa manodopera che poi ogni paese potrà
soddisfare le esigenze sessuali dei componenti maschi
adattare a un suo piano nazionale. Alla base – conclude
della famiglia. Su questo non esistono vere statistiche
Veracini - è necessario il riconoscimento del lavoro do– continua Veracini – ma è così. Molte delle ragazze
mestico con pari dignità rispetto agli altri lavori, in cui
fuggite confessano stupri e torture, e quando scappano
ci sia il divieto del ritiro dei documenti, il diritto alle
sono disperate: bussano alla porta di qualcuno, corferie e al riposo settimanale, il diritto alla maternità, alla
rono in strada e fermano una macchina, cercano di
malattia, al salario minimo e la possibilità di effettuare
telefonare.
controlli per evitare maltrattamenti e violenze». STR/AFP/Getty Images
polizia, mentre una terza ha confermato di essere stata violentata da un
poliziotto.
dossier
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