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Comunità islamiche in Italia Identità e forme giuridiche Comitato Scientifico Prof. Carlo Cardia, Università degli Studi Roma Tre Prof. Giuseppe Dalla Torre, Libera Università Maria SS. Assunta, Roma Prof.ssa Pierangela Floris, Università degli Studi di Cagliari Prof. Paolo Cavana, Libera Università Maria SS. Assunta, Roma Prof.ssa Erminia Camassa, Università degli Studi di Trento Comunità islamiche in Italia Identità e forme giuridiche a cura di Carlo Cardia e Giuseppe Dalla Torre G. Giappichelli Editore – Torino © Copyright 2015 - G. GIAPPICHELLI EDITORE - TORINO VIA PO, 21 - TEL. 011-81.53.111 - FAX 011-81.25.100 http://www.giappichelli.it ISBN/EAN 978-88-348-4890-6 Pubblicazione finanziata con il Progetto nazionale PRIN 2009 dal titolo: “Islam e comunità musulmane in Italia. Status giuridico, realtà socio-economica, problematiche d’integrazione”. La Ricerca, coordinata dal prof. Carlo Cardia, è stata realizzata (2011-2013) da tre Unità di ricerca: Univeristà di Roma Tre - Università di Cagliari (1a Unità), Università di Trento (2a Unità), Università LUMSA-Roma (3a Unità). Stampa: Stampatre s.r.l. - Torino Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/ fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org. INDICE pag. PARTE I SAGGI E ANALISI CARLO CARDIA LE RAGIONI DI UNA RICERCA. LE ORIGINALITÀ DELL’ISLAM, LE DIFFICOLTÀ DELL’INTEGRAZIONE 1. Le ragioni e il metodo di una ricerca 2. Galassia islamica e sue articolazioni. Mimetismo ed evoluzione delle forme giuridiche 3. Libertà di culto. Moschee, Imam 4. Tradizione islamica e società. Famiglia, adozione, separazione tra i sessi 5. Segue. Rapporti di lavoro e mondo della finanza 6. Islam e ordinamento italiano. Gradualità di confronto, rapporti con il Ministero dell’Interno 7. Federazione islamica o frantumazione 8. Difficoltà per un traguardo sistemico. Il miraggio dell’Intesa GIUSEPPE DALLA TORRE CONSIDERAZIONI SULLA CONDIZIONE GIURIDICA DELL’ISLAM IN ITALIA 1. Premessa 2. L’art. 1 dello Statuto albertino e il diritto coloniale 3. La peculiare situazione giuridica dei territori italiani ancora soggetti all’impero austro-ungarico 4. La legislazione ecclesiastica del fascismo 3 3 6 10 12 17 20 22 24 29 29 30 33 35 VI Indice pag. 5. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica nella Costituzione repubblicana 6. La condizione giuridica attuale dell’Islam 37 41 PAOLO CAVANA ISLAM E SISTEMA DELLE FONTI IN ITALIA 45 1. La condizione dell’Islam in Italia 2. Il sistema delle fonti del diritto ecclesiastico in una fase di transizione 3. L’assenza di un’intesa con lo Stato e suoi effetti sulla condizione delle comunità islamiche 4. Le fonti vigenti applicabili alle comunità islamiche 5. Proposte de jure condendo. Il progetto di legge generale sulla libertà religiosa e l’applicazione del diritto comune 45 49 54 58 70 PIERANGELA FLORIS COMUNITÀ ISLAMICHE E LACUNE NORMATIVE. L’ENTE CHE NON C’È: L’ASSOCIAZIONE CON FINE DI RELIGIONE E DI CULTO 75 1. 2. 3. 4. 75 78 83 88 Introduzione. Figure religiose e lacune di normazione Tra enti ecclesiastici ed enti non profit: le figure ponte L’associazione con fine di religione e di culto. Tratti identitari Ipotesi di disciplina RITA BENIGNI LE ORGANIZZAZIONI MUSULMANE A DIMENSIONE NAZIONALE. ASSETTO GIURIDICO ED AZIONE, TRA MIMETISMO, EMERSIONE DEL CARATTERE CULTUALE, RAPPRESENTATIVITÀ DI UN ISLAM ITALIANO 1. L’associazionismo islamico in Italia tra pluralità di azione e mimetismo istituzionale 2. Le organizzazioni islamiche di religione e di culto a dimensione nazionale. Status giuridico e realtà materiale 97 97 104 Indice VII pag. 3. Segue. Una realtà in movimento tra celamenti, emersione del carattere cultuale, vecchie e nuove istanze di rappresentatività dell’Islam italiano 117 ERMINIA CAMASSA CARATTERISTICHE E MODELLI ORGANIZZATIVI DELL’ISLAM ITALIANO A LIVELLO LOCALE: TRA FRAMMENTARIETÀ E MIMETISMO GIURIDICO 123 1. I mutamenti in corso 2. Dall’immaginario monolite al mosaico reale: aspetti di una religione frammentata 3. La scelta delle forme organizzative a livello locale e il mimetismo giuridico: scelta consapevole o necessitata? 3.1. Scarse risorse e semplificazione: le associazioni non riconosciute 3.2. L’accesso ad un favorevole regime fiscale: le ONLUS 3.3. Un’importante deroga urbanistica: le APS e i luoghi di culto 3.4. Dall’Al-waqf al-Islami alle fondazioni: la titolarità degli immobili 4. I rapporti tra organizzazioni e comunità locali, nazionali e intermedie 129 133 135 138 143 146 SILVIA ANGELETTI LE ATTIVITÀ DELLE COMUNITÀ ISLAMICHE A LIVELLO LOCALE. ALCUNE CONSIDERAZIONI ALLA LUCE DEI RISULTATI DELLA RICERCA 149 1. Le Comunità islamiche in Italia tra società e diritto 2. Le sale di preghiera e le pratiche di culto 2.1. Gli operatori religiosi nei centri islamici 2.2. La diffusione dell’Islam e i rapporti con le altre confessioni religiose 3. L’osservanza dei precetti islamici: macellazione halal e sepoltura rituale 3.1. La macellazione rituale 3.2. La sepoltura islamica 4. L’assistenza religiosa nelle strutture segreganti 5. Attività di carattere solidaristico, umanitario, culturale e ricreativo 123 125 149 154 156 160 162 162 166 167 171 VIII Indice pag. FRANCESCA OLIOSI LA QUESTIONE DEI LUOGHI DI CULTO ISLAMICI NELL’ORDINAMENTO ITALIANO: ALLA RICERCA DI UN PORTO SICURO 175 1. Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Una piccola premessa 2. I punti cardinali: libertà religiosa e luoghi di culto nelle fonti 2.1. La Costituzione e il diritto garantito “a tutti” di libertà religiosa 2.2. Le leggi ordinarie: il concetto di “attrezzatura religiosa” 2.3. Il mosaico della legislazione regionale: la geometria variabile del diritto di libertà religiosa 3. I Venti contrari 3.1. Moschee e non: questioni oltre il problema definitorio 3.2. I centri islamici: luoghi di promozione sociale o di culto? 3.3. Il titolo di utilizzo degli immobili: proprietà, locazione e temporaneo utilizzo gratuito 4. Una rotta possibile 204 207 MATTEO CARNÌ ISLAM E MINISTRI DI CULTO 211 1. 2. 3. 4. Islam e categorie occidentali I ministri di culto nell’ordinamento giuridico italiano I ministri di culto nell’Islam: la nozione di imam I ministri di culto islamici tra iniziative de iure condendo e diritto comune vigente 4.1. Segue. Le bozze di Intesa 4.2. Segue. Le proposte della CO.RE.IS 4.3. Segue. Gli imam nel parere del Comitato per l’Islam italiano 4.4. Segue. L’assistenza spirituale 5. La formazione degli imam in Italia tra immigrazione ed integrazione 175 180 180 184 187 189 189 198 211 214 219 225 228 231 233 234 240 Indice IX pag. JACOPO PACINI LE RELAZIONI DEI CENTRI ISLAMICI CON ENTI ED ISTITUZIONI LOCALI 1. Premessa 2. Le iniziative delle istituzioni territoriali per l’integrazione delle Comunità islamiche 3. Le strategie relazionali per la costruzione di edifici destinati al culto islamico. Alcune esperienze a confronto 4. Pratiche alimentari e prestazioni sanitarie. Le risposte degli enti locali alle istanze identitarie delle Comunità islamiche MARIASSUNTA COZZOLINO PROFILI D’INCLUSIONE E INTEGRAZIONE FINANZIARIA DEI MIGRANTI MUSULMANI TRA MIGRANT BANKING E FINANZA ISLAMICA. INIZIATIVE GOVERNATIVE E PRASSI BANCARIE IN ITALIA ED IN EUROPA 1. Introduzione 2. Profili d’inclusione finanziaria 2.1. Le iniziative governative 2.2. Il Migrant Banking nelle prassi bancarie: a) Il ruolo della Banca d’Italia e dell’ABI 2.3. Segue. b) Iniziative di singole banche: una sintetica rassegna 2.4. Segue. c) Una banca ad hoc: “Extrabanca” 2.5. Segue. Indicazioni di best practices nel Regno Unito, in Francia e in Spagna 3. Profili d’integrazione finanziaria 3.1. La finanza islamica: spunti ricostruttivi 3.2. Le criticità: a) il divieto di ribā; b) lo Sharia’ah Supervysor Board 3.3. Opportunità e rischi 4. Conclusioni 245 245 250 255 262 269 269 271 271 276 278 278 278 282 282 288 294 297 X Indice pag. FRANCESCO SAVERIO DALBA FORME E MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CONFESSIONALI ISLAMICHE IN ITALIA 299 1. Prolegomeni 2. Il finanziamento da parte degli Stati 2.1. L’intervento finanziario straniero a sostegno delle associazioni islamiche negli Stati dell’Unione europea 2.2. Il finanziamento da parte di Stati terzi in Italia: gracili appelli ad una regolamentazione 2.3. Cronologia degli interventi di finanziamento da parte di Stati terzi a favore di enti esponenziali dell’Islam in Italia 2.4. Forme di finanziamento indiretto da parte di Stati stranieri 2.5. Potenziali procedimenti adottati per l’erogazione dei fondi 2.6. Disciplina normativa applicabile alle donazioni e questioni di diritto internazionale privato 3. La zakāt ()زكاة 3.1. Forme e modalità dell’esazione 3.2. Fonti normative regolanti la zakāt 4. Le altre forme di finanziamento in Italia: cenni 320 322 324 327 330 ENRICO GIARNIERI MATRIMONIO ISLAMICO: CARATTERI E LIMITI DI COMPATIBILITÀ CON L’ORDINAMENTO ITALIANO 335 1. Le peculiarità del matrimonio islamico 2. La forma di celebrazione e gli impedimenti 3. Gli effetti derivanti dal matrimonio islamico nell’ambito della comunità coniugale 4. La fase patologica del vincolo: casi di scioglimento, ripudio, divorzio 5. Limiti di compatibilità con l’ordinamento giuridico italiano e profili di interreligiosità 299 308 308 311 313 318 319 335 338 342 345 348 Indice XI pag. DAVID DURISOTTO POLIGAMIA E ORDINAMENTI EUROPEI 1. 2. 3. 4. 5. Poligamia e ordine pubblico Le soluzioni fornite dai diversi Stati europei. Francia Segue. Regno Unito La situazione in Italia Ricongiungimento familiare in caso di poligamia e politica immigratoria MAURIZIO MARTINELLI I RAPPORTI DI FILIAZIONE NELL’AMBITO DELLA FAMIGLIA ISLAMICA E IN QUELLA OCCIDENTALE. L’ISTITUTO DELL’ADOZIONE NELL’ORDINAMENTO ISLAMICO E IN QUELLO ITALIANO 1. Due modelli familiari a confronto. I referenti antropologico-culturali dell’istituto familiare nei due diversi contesti 2. I rapporti di filiazione e l’adozione nei rispettivi ambiti ordinamentali 3. L’istituto islamico della kafalah 4. Alcune questioni aperte nell’ambito ordinamentale italiano. Il dibattito giurisprudenziale e la difficile armonizzazione tra ordinamenti disomogenei: l’istituto islamico della kafalah, le norme di diritto internazionale privato, il diritto straniero e i principi dell’ordine pubblico interno 5. La ricerca di un necessario equilibrio tra legislazioni collegate. “Ordine pubblico attenuato” o “pluralismo tipizzato” alla prova del multiculturalismo 357 357 363 367 372 375 381 381 388 393 395 406 XII Indice pag. DANIELA BIANCHINI JESURUM RUOLO DELLA FAMIGLIA E DELLA SCUOLA NEL CAMMINO VERSO L’INTEGRAZIONE 1. Osservazioni circa la presenza islamica in Italia. A) Note introduttive 2. Segue. B) Postilla sull’ambito di indagine 3. Caratteristiche, modelli educativi ed aspettative delle famiglie immigrate islamiche 4. La scuola in una società globale: uno sguardo alle nuove esigenze legate all’immigrazione islamica 5. Brevi riflessioni conclusive in tema di educazione religiosa nell’attuale scuola pubblica, nel rispetto della laicità e del pluralismo ANNA ACQUAVIVA SCUOLA PUBBLICA E PRIVATA E ISLAM 1. L’Islam tra scuola pubblica e scuola privata: le aspettative dei genitori musulmani. Questioni preliminari da risolvere 2. Gli insegnamenti obbligatori di religione: il caso Han e Zengin c. Turchia e il corso obbligatorio di “cultura religiosa ed etica” di matrice islamica. La funzione “interpretativa eminente” della Corte di Strasburgo 3. Programmi di religione islamica: l’esperienza del Belgio e della Spagna per la scuola primaria e la scuola secondaria 4. Questioni preliminari da risolvere per l’“ora di religione islamica” 5. Proposte e sperimentazioni: “About”, “Into”, “From”. Ovvero imparare qualcosa di sé e da sé 6. Le scuole private islamiche. La scuola araba “Naghib Mahfuz” di Milano tra difficoltà e progettualità 7. L’Educazione alla cittadinanza democratica 413 413 422 426 435 444 451 451 455 461 464 467 471 475 Indice XIII pag. FRANCESCO RICCIARDI CELSI FATTORE RELIGIOSO E LAVORATORI DI RELIGIONE ISLAMICA. ASPETTI RIGUARDANTI LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA E GLI ACCORDI SINDACALI 1. Introduzione 2. Fattore religioso e mondo del lavoro nelle bozze d’Intesa con le Comunità islamiche 2.1. Le richieste concernenti il mondo del lavoro 2.2. Segue. Venerdì festivo e altre festività religiose 2.3. Segue. La preghiera rituale islamica 2.4. Segue. Il tempo del Ramadan e il pellegrinaggio alla Mecca 2.5. Segue. Le prescrizioni alimentari 2.6. Considerazioni 3. Contratti di lavoro e Accordi sindacali a favore dei lavoratori musulmani 3.1. Contratti e accordi sindacali che prevedono norme in tema di libertà religiosa per i lavoratori immigrati 3.2. Contratti e accordi sindacali che prevedono norme specifiche per i lavoratori di religione musulmana 4. Conclusioni FRANCESCO IACOBELLIS LA BIOETICA ISLAMICA, TRA MEDIOEVO E MODERNITÀ 1. Introduzione 2. Le origini dell’etica medica islamica: medicina profetica e medicina scientifica 3. Le fonti dell’etica medica islamica 4. I principi di necessità e di pubblico beneficio 5. La sacralità del corpo ed i trattamenti post mortem 6. La discussione sul concetto di morte 7. Xenotrapianti 8. La donazione e la vendita degli organi 479 479 483 484 485 487 488 489 490 492 494 497 504 507 507 509 511 513 515 519 525 528 XIV Indice pag. STEFANO TESTA BAPPENHEIM ACCORDO FRA LIBERA CITTÀ ANSEATICA DI AMBURGO E COMUNITÀ ISLAMICHE LOCALI. UN PROTOTIPO PER LA GERMANIA, UNA PROSPETTIVA PER ALTRI PAESI? 1. Introduzione 2. Lo status giuridico 3. Punti specifici 3.1. L’insegnamento, come materia curricolare nelle scuole statali dell’obbligo, anche della religione islamica 3.2. La chiamata del muezzin alla preghiera può essere limitata, il suono delle campane, no 3.3. Il velo 3.3.1. Il velo delle docenti 3.3.2. Il velo delle allieve 3.4. Le lezioni d’educazione fisica 3.5. I mezzi di comunicazione di massa 3.6. I giorni festivi 533 533 534 541 541 544 548 549 551 552 553 555 PARTE II DOCUMENTAZIONE SEZIONE I ISTITUZIONI CENTRALI E ISLAM CARLO CARDIA INTRODUZIONE 1. Una strategia graduale e realistica 2. Progetto e realizzazione della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione del 2007 3. Gli effetti della Carta dei valori. Progetto di una Federazione dell’Islam Italiano 4. Alcuni problemi particolari. La gestione delle moschee e la selezione degli imam 561 561 564 566 568 Indice XV pag. 5. Nuove interpretazioni della galassia islamica e prospettive di aggregazione dell’Islam italiano 6. Il Comitato per l’Islam Italiano nominato nel 2008. Iniziative per nuove aggregazioni musulmane successive al 2008 572 CARLO CARDIA EVOLUZIONE DELL’ISLAM ITALIANO E DEI SUOI RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI (2003-2008). (DOCUMENTAZIONE E CRONOLOGIA) 575 GIULIANO AMATO, CARLO CARDIA CARTA DEI VALORI DELLA CITTADINANZA E DELL’INTEGRAZIONE 597 CARLO CARDIA, FRANCO TESTA, MARIA PATRIZIA PABA RELAZIONE SULL’ISLAM IN ITALIA 617 Prefazione 1. Premessa. Il lavoro del Consiglio Scientifico 2. Esperienze europee a confronto 3. Segue. Tendenze comuni e divaricazioni 4. L’Islam in Italia. Caratteristiche dell’insediamento 5. Le difficoltà dell’aggregazione. La tendenza atomistica 6. Le posizioni nei confronti della Carta dei valori. Profili sociali della questione islamica 7. Il problema di una rappresentatività reale 8. La regolamentazione delle moschee 9. La questione degli imam 10. I risultati raggiunti negli incontri con i soci fondatori della Federazione dell’Islam italiano. Statuto e documenti 11. La Dichiarazione di intenti di alcuni esponenti dell’Islam italiano 12. Prospettive e possibilità di aggregazione dell’Islam in Italia 13. Proposte concrete 570 617 619 620 628 630 635 637 641 643 644 646 649 651 655 XVI Indice pag. LA DICHIARAZIONE DI INTENTI PER LA FEDERAZIONE DELL’ISLAM ITALIANO 659 DOCUMENTI DEL COMITATO PER L’ISLAM ITALIANO 663 Burqa e niqab. Parere del Comitato per l’Islam italiano Luoghi di culto islamici. Parere del Comitato per l’Islam italiano Comitato per l’Islam italiano – Parere su Imam e formazione 663 669 679 SEZIONE II RICERCA TERRITORIALE, STATUTI. FONTI, GIURISPRUDENZA ORGANIZZAZIONI ISLAMICHE NAZIONALI 695 1. 2. 3. 4. 695 717 739 Centro Culturale Islamico d’Italia (CCII) Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (UCOII) Comunità Religiosa Islamica Italiana (CO.RE.IS) Donna ONLUS, Associazione della Comunità Marocchina delle Donne in Italia (ACMID) 759 ORGANIZZAZIONI ISLAMICHE LOCALI SELEZIONE PER TIPOLOGIA DI STATUS GIURIDICO 761 1. 2. 3. 4. 5. 6. 761 762 766 796 823 841 Premessa metodologica Associazioni di fatto Associazioni culturali Associazioni di Promozione Sociale (APS) Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (ONLUS) Fondazioni Indice XVII pag. SELEZIONE FONTI NAZIONALI PRIMARIE E SECONDARIE 863 1. Leggi ed atti aventi forza di legge 2. Fonti secondarie 3. Selezione disegni di legge 4. Prospetto atti normativi regionali 5. Selezione di Giurisprudenza sull’Islam Status giuridico delle organizzazioni islamiche Edilizia di culto Libertà religiosa Matrimonio islamico Filiazione, tutela ed educazione del minore Kafala Islamica Maltrattamenti in famiglia Cittadinanza asilo politico Fondamentalismo islamico 863 866 867 869 893 893 904 916 927 936 943 945 954 958 XVIII Indice PREMESSA Con questa Ricerca PRIN s’è voluto elaborare uno strumento di conoscenza e interrelazione tra culture e tradizioni religiose. I numerosi Autori, tra i quali diversi giovani studiosi, che hanno realizzato la Ricerca si sono impegnati nell’esaminare spicchi e settori specifici della presenza islamica in Italia, e dell’attività delle comunità musulmane, e l’hanno fatto restando quanto più possibile aderenti alla realtà sociale e giuridica (non sempre immediatamente decifrabile) oggetto della loro analisi. Ma sono uniti anche nell’intento di favorire un progetto d’integrazione tra culture come dato essenziale della propria identità di giuristi. L’esperienza in materia d’immigrazione, e rapporti con l’Islam, è per l’Italia più recente che in altri Paesi europei, e ciò ha provocato alcuni scompensi iniziali in termini di conoscenza, e approccio all’interculturalità. Però, altri fattori hanno permesso di affrontare la questione in ottica positiva: il radicamento pluralista e democratico della Carta costituzionale, la maturazione di una laicità positiva nell’ordinamento e nella società civile, una certa disposizione naturale della società e delle istituzioni all’accoglienza di chi proviene da altri mondi e realtà, tutto ciò ha favorito la cultura e la pratica dell’incontro con popolazioni nuove nel contesto civile e il rifiuto quasi generale di ogni forma di razzismo e xenofobia. Molto c’è ancora da fare, ma il nostro ordinamento ha risposto bene a questioni nuovissime insorte negli ultimi decenni. La ricerca ha ad oggetto le comunità islamiche presenti n Italia, la loro identità giuridica, le loro relazioni con lo Stato e le istituzioni pubbliche, e dedica alcune analisi ad una molteplicità di temi relativi alla concezione dello Stato, della libertà religiosa, della famiglia, dei rapporti tra uomo e donna, come emergono nelle scuole di pensiero e nella cultura dell’Islam. Fra i tanti argomenti trattati nella Ricerca, di cui si trova testimonianza in questo Volume, due possono citarsi in premessa. La presenza islamica, come altre d’ogni derivazione religiosa, merita accoglienza e piena parità di XX Premessa diritti nella realtà sociale e giuridica italiana, ma questa accoglienza deve accompagnarsi all’eguale rispetto dei diritti per tutte le persone, compresi gli appartenenti alle comunità musulmane, anzitutto per ciò che riguarda la libertà religiosa e il principio d’eguaglianza tra uomini e donne. Questa simmetria di rispetto delle persone e della loro dignità è il riflesso di quel principio universalista dei diritti umani che deve estendersi ovunque nell’epoca della globalizzazione, ispirando e intessendo i rapporti tra religioni e tradizioni diverse. È vero, poi, che in Italia, come in altri Paesi d’Occidente, l’Islam incontra difficoltà nello strutturarsi in modo tale da ottenere il riconoscimento da parte dello Stato come confessione religiosa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, con le conseguenti prerogative ordinamentali. La Ricerca si sofferma ampiamente sulle molteplici ragioni che sono d’ostacolo per il conseguimento di questo risultato, e le proposte che si rinvengono nello scorrere il volume possono essere d’aiuto perché all’Islam sia fatta in Italia la medesima condizione prevista per le altre confessioni. Ciascuno, però, deve fare la sua parte: lo Stato e le istituzioni pubbliche con interventi flessibili di sostegno e incoraggiamento, le comunità e gli esponenti musulmani responsabili che devono saper superare divisioni e conflittualità interne e realizzare aggregazioni strutturate, in grado di garantire vera rappresentatività e capacità di interlocuzione con lo Stato e i soggetti pubblici e privati che agiscono nell’ordinamento. Si possono ottenere entrambi i risultati ma occorre buona volontà e un’intenzione vera di agire in coerenza con i nostri principi costituzionali e nel rifiuto netto d’ogni forma di fondamentalismo. Un rifiuto che si presenta sempre più necessario, anche per sconfiggere la piaga del terrorismo che nei tempi più recenti ha raggiunto livelli di raccapricciante ferocia, colpisce persone e popolazioni innocenti, provoca pesanti conseguenze sui rapporti tra culture e religioni diverse.