Rapporto Ambientale PS Capoliveri

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Rapporto Ambientale PS Capoliveri
PIANO STRUTTURALE
DEL COMUNE DI
CAPOLIVERI
(PROVINCIA DI LIVORNO)
Rapporto Ambientale
Firenze, maggio 2008
SOMMARIO
1.
INQUADRAMENTO DEL LAVORO .................................................................. 1
1.1. Scopo del lavoro................................................................................................. 1
1.2. Riferimenti normativi e metodologia adottata .................................................. 1
2.
OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ” .................................................................... 9
3.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE ................................................. 13
3.1. Premessa........................................................................................................... 13
3.2. Aree di particolare rilevanza ambientale presenti nel territorio interessato dal
piano ........................................................................................................................ 16
3.3. Stato attuale dell'ambiente................................................................................ 19
3.3.1. Popolazione, mobilità e salute umana....................................................... 20
3.3.2. Suolo ........................................................................................................... 40
3.3.3. Energia ....................................................................................................... 52
3.3.4. Rifiuti .......................................................................................................... 61
3.3.5. Biodiversità, vegetazione, flora e fauna ..................................................... 72
3.3.6. Acque interne............................................................................................ 100
3.3.7. Acque marine............................................................................................ 123
3.3.8. Paesaggio ................................................................................................. 131
4.
IL PIANO STRUTTURALE IN FORMAZIONE............................................ 139
4.1. Scopi e obiettivi del piano.............................................................................. 139
4.2. Articolazione del piano .................................................................................. 141
4.3. Modalità di attuazione del piano e monitoraggio........................................... 143
4.4. Quantità massime ammissibili (dimensionamento) ....................................... 145
4.5. Rapporti di coerenza del piano in formazione rispetto agli altri strumenti di
pianificazione territoriale e atti di governo del territorio (coerenza esterna)........ 146
5. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI DEL PIANO IN FORMAZIONE
SULL’AMBIENTE..................................................................................................... 150
5.1. popolazione, salute umana e qualità dell’aria ............................................... 151
5.2. Energia............................................................................................................ 156
5.3. Suolo............................................................................................................... 160
5.4. Rifiuti.............................................................................................................. 168
5.5. Acque interne ................................................................................................. 172
5.6. Acque marine ................................................................................................. 178
5.7. Biodiversità, flora, vegetazione e fauna ......................................................... 183
5.8. Paesaggio........................................................................................................ 198
6.
SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E MITIGAZIONI ...... 205
7.
MONITORAGGIO ............................................................................................. 220
8.
SINTESI NON TECNICA .................................................................................. 221
Inquadramento del lavoro
1. INQUADRAMENTO DEL LAVORO
1.1. SCOPO DEL LAVORO
Scopo del presente lavoro è quello di predisporre il rapporto ambientale relativo al
piano strutturale del Comune di Capoliveri nell’ambito del processo di valutazione
integrata previsto dalla Legge Regionale Toscana 1/2005 “Norme per il governo del
territorio”.
1.2. RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGIA ADOTTATA
Il rapporto ambientale è stato elaborato tenendo in considerazione i contenuti
dell’allegato I della Direttiva 2001/42/CE1, così come richiamato nel Regolamento di
Attuazione dell’art.11 della Legge Regionale Toscana 1/2005 in materia di
valutazione integrata.
Sono state inoltre prese a riferimento le Linee guida per la valutazione ambientale
strategica (Vas), fondi strutturali 2000-2006, elaborate dalla Direzione generale VIA2.
Nel rapporto sono infatti stati individuati, descritti e valutati i possibili effetti
significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente, nonché le
ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano;
questi elementi diventano infatti essenziali, nel processo di valutazione ambientale,
per definire la coerenza tra le azioni previste dal piano e gli obiettivi di sostenibilità
ambientale.
Le previsioni di PS di cui si valutano gli effetti ambientali nell’ambito del
presente lavoro sono costituite dall’insieme delle previsioni indicate dal Piano
Strutturale (vedi colonna “Previsione PS”) e di quelle contenute nel vigente Piano di
Fabbricazione relativamente alle previsioni non convenzionate/concessionate e
non realizzate (vedi colonna “Residuo di PdF”): tali previsioni nel loro insieme
costituiscono il dimensionamento totale previsto dal PS, sul quale è stata espressa la
1
La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001
“concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”; questa
contiene i riferimenti per la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente
(rif. art.5 e allegato 1).
Documento predisposto dalla Direzione Generale Via - Servizio per la valutazione di impatto ambientale,
l’informazione ai cittadini e della relazione sullo stato dell’ambiente del Ministero dell’Ambiente, dal Ministero
dei Beni e delle attività culturali e dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente con la collaborazione
delle Regioni, con l supporto di: Commissione tecnico scientifico, Osservatorio nazionale sui rifiuti, Segreteria
tecnica conservazione natura, segreteria tecnica difesa del suolo, gruppo tecnico acque del Ministero
dell’Ambiente.
2
1
Inquadramento del lavoro
valutazione degli effetti ambientali del PS (vedi tabella di sintesi
paragrafo 4.5 ”quantità massime ammissibili”).
riportata nel
La parte di previsioni contenute nel vigente Piano di Fabbricazione esistente e in
corso di attuazione (vedi colonna “Esistente (realizzato e/o convenzionato)/ In corso di
attuazione”) si inseriscono nel più ampio contesto dei fattori che concorrono a
determinare l’attuale tendenza dello stato delle diverse componenti ambientali ad
evolversi nel tempo, in senso positivo, negativo o con andamento costante,
sintetizzata dagli indicatori ambientali di seguito descritti (vedi colonna “tendenza”,
riportata nelle tabelle di cui al cap. 3).
Nell'ambito del paragrafo "mitigazioni" del PS sono comunque state inserite
valutazioni e mitigazioni anche per le previsioni del precedente PdF già
concessionate o gia in parte realizzate. Ciò al fine di migliorarne i livelli di
compatibilità ambientale e di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità.
La predisposizione del rapporto ambientale, condotta dalla NEMO srl in stretta
collaborazione con il gruppo di lavoro autore del piano strutturale (Studio
VivoliDiFazio Associati), ha consentito un efficace e continuo scambio di
informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle indicazioni
finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle azioni
previste dal piano .
La redazione del Rapporto ambientale è stata svolta in stretto rapporto con la fase di
redazione dello Studio di incidenza del Piano Strutturale. In base all’ art. 196 della LR
1/2005 “La relazione di incidenza integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione
integrata di cui all’articolo 16, comma 3, della l.r. 1/2005, ai fini dell’individuazione dei
principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul geotipo interessati, tenuto conto
degli obiettivi di conservazione degli stessi”. In particolare l’analisi dello stato di fatto e
del trend per le componenti “biodiversità, vegetazione, flora e fauna” e
l’elaborazione delle mitigazioni hanno valorizzato i contenuti dello Studio di
incidenza.
2
Inquadramento del lavoro
Il procedimento seguito per l’elaborazione del rapporto ambientale può essere
riassunto nelle seguenti fasi:
Fasi del procedimento
1.
Valutazione della
situazione ambientale
Descrizione
Definizione dello stato attuale dell’ambiente mediante la
raccolta di dati ed informazioni bibliografiche disponibili
e sopralluoghi in campo.
Individuazione degli indicatori ambientali da utilizzare
per la valutazione dello stato attuale dell'ambiente e la
successiva stima degli effetti del piano.
2.
Individuazione degli
obiettivi di sostenibilità
Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e
specifici di sostenibilità ambientale a partire da quelli
contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e
regionale.
3.
Valutazione ambientale
della proposta di piano
Individuazione, descrizione e valutazione dei possibili
effetti significativi delle azioni previste dal piano
sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la
popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo,
l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico,
il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.
4.
Integrazione dei risultati
della valutazione nella
stesura definitiva del
piano
Individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla
eliminazione e riduzione degli elementi di criticità
ambientale emersi a valle della valutazione degli effetti
di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono
consistere nella modifica delle iniziali previsioni di piano,
delle modalità di attuazione, nonché nell’individuazione
di misure di mitigazione.
5.
Individuazione del
sistema di monitoraggio.
Individuazione dell’insieme di indicatori ambientali da
utilizzare per il controllo degli effetti ambientali connessi
l’attuazione delle azioni previste dal PS, al fine di
individuare tempestivamente eventuali effetti negativi
imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune
misure correttive e le modalità con le quali
l’Amministrazione Comunale intende procedere in
questa attività.
3
Inquadramento del lavoro
Fase 1 - Valutazione della situazione ambientale
Lo stato delle diverse componenti ambientali/sistemi ambientali, la loro tendenza nel
tempo e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe
avere sono stati descritti anche mediante l’uso di un insieme di indicatori, scelti in
funzione degli obiettivi del piano, del contesto territoriale di riferimento e della
disponibilità dei dati.
Per la scelta degli indicatori si è fatto riferimento sia al set di indicatori diffusamente
utilizzati in ambito regionale per il reporting ambientale e l’aggiornamento periodico
dello “stato dell’ambiente” 3, che ad indicatori appositamente predisposti al fine di
approfondire specifici aspetti ambientali (principalmente di carattere naturalistico e
paesaggistico), temi sui quali gli indicatori disponibili risultano eccessivamente
generici.
Per la raccolta e l’organizzazione degli elementi conoscitivi attraverso i quali
individuare e presentare le informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse
naturali e sulle interazioni tra queste e le attività svolte nel territorio, si è fatto
riferimento al modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte).
Questo modello è un’estensione del modello PSR (Pressione-Stato-Risposta) ed è la
struttura di indicatori più ampiamente accettata; sviluppato nell’ambito dell’EEA
(European Environment Agency) e adottato a livello nazionale e regionale per lo
sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale, si basa su una
struttura di relazioni causali che legano tra di loro i seguenti elementi:
• determinanti (attività umane, settori economici)
• pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.)
• stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche)
• impatti (su ecosistemi, salute, acque, ecc.)
3
Le principali fonti consultate per la scelta di questi indicatori sono:
•
“Istruzioni tecniche per la valutazione degli atti di programmazione e pianificazione
territoriale degli enti locali ai sensi della L.R. 5/1995 “ – Dipartimento delle politiche
territoriali e ambientali area studi e valutazioni di pianificazione strategica della Regione
Toscana;
• “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano 2006”, documento predisposto nell’ambito di
Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano;
• “Segnali ambientali in Toscana 2005 – Indicatori ambientali e politiche pubbliche: bilancio
e prospettive”;
• “Segnali ambientali in Toscana 2006 – Indicatori ambientali e quadri conoscitivi per la
formazione del Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010”;
• Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010.
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Inquadramento del lavoro
• risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di
pianificazione, regolamentazioni, ecc.).
Tale modello evidenzia l’esistenza, “a monte” delle pressioni, di forze motrici o
Determinanti, che in sostanza possono essere identificati con le attività e i processi
antropici che causano le pressioni (trasporti, produzione industriale, consumi).
Gli indicatori di Pressione descrivono le variabili che direttamente causano i
problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, rumore, ecc.).
A “valle” delle pressioni sta invece lo Stato della natura che si modifica a tutti i
livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici,
ecc.). Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico
(salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il
modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle
condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. La società e
l’economia, di fronte a tale retroazione negativa, reagiscono fornendo Risposte
(politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla
consapevolezza dei meccanismi che la determinano. Le risposte sono dirette sia alle
cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più
profonde, risalendo fino alle pressioni stesse e ai fattori che le generano
(determinanti).
•agricoltura
•industria
•trasporti
•ecc.
ecc.
Pressioni
•emissioni atmosferiche
•riduzione rifiuti
•scarichi industriali in
corpi idrici
•ecc.
ecc.
Interventi strutturali
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e
Cause generatrici
primarie
Risposte
•leggi
•piani
•prescrizioni
•ecc.
ecc.
Impatto
•sulla salute
•sugli ecosistemi
•danni economici
•ecc.
ecc.
Stato e Tendenze
•qualità dell’aria
• “ delle acque
• “ dei suoli
•biodiversità
•ecc.
ecc.
L’adozione di indicatori diffusamente utilizzati in ambito regionale per il reporting
ambientale oltre a permettere un immediato confronto con altre situazioni territoriali,
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Inquadramento del lavoro
agevola infatti il monitoraggio degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed
economici e sulla salute umana connessi all’attuazione del Piano.
Giudizio attribuito agli indicatori (valutazione rispetto all’obiettivo)
A ciascun indicatore è stato assegnato un giudizio sintetico per riassume lo stato
attuale della componente/sistema ambientale (vedi colonna denominata “stato attuale”)
e per descriverne la presumibile tendenza nel tempo a prescindere dalle previsioni in
esso contenute (vedi colonna denominata “tendenza”).
I giudizi attribuiti sono i seguenti:
giudizio
stato attuale
☺
significato
Condizioni positive
Condizioni intermedie o incerte (es. quando i risultati non
consentono di esprimere un giudizio per la mancanza di un
riferimento)
Condizioni negative
☺
tendenza
Progressivo miglioramento nel tempo
Andamento costante nel tempo
Progressivo peggioramento nel tempo
?
Non è nota una valutazione temporale dell’indicatore per una
valutazione del trend rispetto all’obiettivo (per mancanza di
dati, difficoltà di reperimento dei dati, scarsa significatività dei
dati pregressi)
La disponibilità dei dati è stata indicata come segue:
abbreviazione usata
+
significato
Sufficiente
++
Buona
+++
Ottima
6
Inquadramento del lavoro
A proposito di disponibilità dei dati è opportuno evidenziare come per alcuni sistemi
ambientali parte dei dati e delle informazioni recuperate non sono riferite al territorio
comunale di Capoliveri ma al più ampio contesto territoriale dell’Isola d’Elba.
Fase 2 - Individuazione degli obiettivi di sostenibilità
Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e specifici di sostenibilità
ambientale a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e
regionale.
Nella definizione degli obiettivi di sostenibilità si è fatto in particolare riferimento ai
macro obiettivi di carattere generale ai quali afferiscono una serie di obiettivi
specifici, volti al raggiungimento di precisi traguardi.
Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione
Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi
specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e
"Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".
Fase 3 - Valutazione ambientale della proposta di piano
Questa fase consiste nell’individuazione, descrizione e valutazione dei possibili
effetti significativi delle azioni previste dal piano sull’ambiente, compresi aspetti
quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo,
l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche
architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.
La valutazione degli effetti ambientali è sintetizzata dalla tendenza che ciascun
indicatore assume a seguito dell’attuazione delle azioni previste dal Piano (vedi
colonna denominata “PS attuato”).
Fase 4 - Integrazione dei risultati della valutazione nella stesura definitiva del
piano
Questa fase consiste nella individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla
eliminazione e riduzione degli elementi di criticità ambientale emersi a valle della
valutazione degli effetti di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono consistere
nella modifica delle iniziali previsioni di piano, delle modalità di attuazione, nonché
nell’individuazione di misure di mitigazione.
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Inquadramento del lavoro
La predisposizione del rapporto ambientale, condotta in stretta collaborazione con il
gruppo di lavoro autore del piano strutturale, ha consentito un efficace e continuo
scambio di informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle
indicazioni finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle
azioni previste dal piano.
Fase 5 – Definizione del sistema di monitoraggio degli effetti ambientali
In questa fase viene definito l’insieme di indicatori ambientali da utilizzare per il
controllo degli effetti ambientali connessi all’attuazione delle azioni previste dal PS,
al fine di individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere
quindi in grado di adottare opportune misure correttive.
Gli indicatori da utilizzare sono quelli già indicati per la caratterizzazione
dell’ambiente e la valutazione degli effetti realizzata nell’ambito del rapporto
ambientale.
8
Obiettivi di sostenibilità
2. OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ”
Gli obiettivi di sostenibilità e protezione ambientale utilizzati per la valutazione delle
scelte pianificatorie e delle azioni contenute nel PS sono stati individuati a partire da
quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.
Sono stati individuati macro obiettivi di carattere generale (vedi prima colonna di
sinistra della successiva tabella) ai quali afferiscono una serie di obiettivi specifici, volti
al raggiungimento di precisi traguardi (vedi seconda colonna della successiva tabella).
Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione
Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi
specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e
"Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".
Tab. 1 Elenco degli obiettivi di sostenibilità individuati per la valutazione del Piano
MACRO OBIETTIVI
OBIETTIVI SPECIFICI
POPOLAZIONE, MOBILITÀ E SALUTE UMANA
Ridurre le emissioni dirette e indirette
Ridurre la percentuale di popolazione
esposta all’inquinamento atmosferico
Migliorare l’offerta del servizio pubblico
Miglioramento della qualità dell'aria
Ridurre la % di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico
Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente rilevante
Riduzione dell’esposizione della
popolazione all’inquinamento acustico
Attuare le disposizioni normative
Mitigare l’inquinamento acustico
Ridurre la % di popolazione esposta a Inquinamento acustico
Riduzione dell’esposizione della
popolazione all’inquinamento
elettromagnetico
Riduzione della % di popolazione esposta a campi elettromagnetici
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Obiettivi di sostenibilità
SUOLO
Prevenire il rischio idrogeologico
Ridurre il prelievo delle risorse naturali
Prevenire il rischio idrogeologico
Valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla
difesa del suolo
Evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni di dissesto
idrogeologico
Attuare gli interventi di tutela del suolo previsti dal PAI
Attivare funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo
Ridurre la dinamica delle aree artificiali
Ridurre la dinamica delle aree artificiali
Ridurre le aree percorse da incendi
Prevenire l’erosione costiera
Limitare la dispersione di insediamenti urbani sul territorio e
ridurre l’impermeabilizzazione del suolo
Ridurre le aree percorse da incendi
Prevenire l’erosione costiera
Quadro complessivo delle spiagge dell’Isola d’Elba
ENERGIA
Razionalizzazione e riduzione dei
consumi
Riduzione dei consumi energetici pro capite e riduzione di sprechi
e inefficienze
Informazione e sensibilizzazione della popolazione sul risparmio
energetico e sulle opportunità delle fonti rinnovabili
Migliorare l’efficienza energetica negli usi
Aumento della quota di utilizzo di
energie rinnovabili
Incentivare e favorire la diffusione di tecnologie ad alta efficienza e
a risparmio energetico
Introdurre agevolazioni ed incentivi nei regolamenti edilizi per la
diffusione delle pratiche di bioedilizia
Aumentare la % di energia proveniente da fonti rinnovabili
RIFIUTI
Riduzione della produzione di rifiuti
Ridurre la produzione totale di rifiuti urbani sia complessiva che
procapite
Aumento della raccolta differenziata e il riciclo
Censire e recuperare le discariche non controllate
Aumento della raccolta differenziata e il
riciclo
Potenziare la capacità e la qualità degli impianti di trattamento
Aumentare e diversificare l’attività di recupero e riciclaggio
Diversificare gli eventi di coinvolgimento della popolazione sul
corretto smaltimento dei rifiuti
10
Obiettivi di sostenibilità
BIODIVERSITÀ, VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA
Aumentare la percentuale di aree protette
Aumentare la percentuale di aree
protette, migliorare la gestione e
conservare la biodiversità terrestre e
marina
Sviluppare la rete ecologica regionale
Conservare la biodiversità terrestre
Conservare la biodiversità marina
Ripristino paesaggistico delle cave
ACQUE INTERNE
Elevare il livello di qualità delle acque superficiali
Tutelare la qualità delle acque interne e
costiere e promuovere l’uso sostenibile
della risorsa idrica
Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee
Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici
Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine
antropica sulla risorsa idrica
Elevare l’estensione del servizio idrico integrato
Tutelare la qualità delle acque interne e
costiere e promuovere l’uso sostenibile
della risorsa idrica
Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso
idropotabile
Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle
acque reflue
Verificare la funzionalità degli impianti
Regolare il Bilancio Idrico
Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto
utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle
strutture turistiche
Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di
nuova risorsa
ACQUE MARINE
Migliorare il livello di qualità delle acque marine e di balneazione
Mantenere una elevata qualità dell’ecosistema marino
Mantenere un’elevata qualità delle
acque marine e dell’ecosistema marino
Qualificare gli stabilimenti balneari
Limitare la proliferazione di stabilimenti balneari
Migliorare l’efficienza del sistema di gestione delle acque che
confluiscono in mare (depurazione, scarichi, ecc)
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Obiettivi di sostenibilità
PAESAGGIO
-
Tutela del paesaggio
Valutazione delle variazioni in termini di complessità tipologica del
paesaggio
Valutazione dei mutamenti di equilibrio fra le varie categorie di
uso del suolo
Valutazione della diversità colturale e mantenimento delle forme
tradizionali
12
Caratterizzazione dell'ambiente
3. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE
3.1. PREMESSA
In questo capitolo vengono descritti aspetti pertinenti lo stato attuale dell’ambiente e
la sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano in formazione. Vengono
inoltre individuate e descritte le aree di particolare rilevanza ambientale (SIC, ZPS,
ecc.) presenti nel territorio del Comune di Capoliveri e quelle che potrebbero essere
significativamente interessate dal piano.
Per lo sviluppo del quadro conoscitivo ambientale del rapporto sono stati acquisiti,
tra gli altri, i dati e le informazioni contenute nel documento predisposto nell’ambito
di Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano
2006”.
E’ da rilevare che l’Arcipelago Toscano è stato incluso dalla Regione Toscana tra le
“zone a criticità ambientale” nell'ambito del PRAA (2007-2010).
Il PRAA individua l’Arcipelago come zona a criticità ambientale H.16, e ne definisce
i seguenti obiettivi ed azioni territoriali:
Tab. 2 Scheda relativa alla zona di criticità ambientale "Arcipelago Toscano" del PRAA 2007-2010
13
Caratterizzazione dell'ambiente
14
Caratterizzazione dell'ambiente
Nell’ambito delle valutazioni effettuate sulla base del Repertorio Naturalistico
Toscano (RENATO), l'Arcipelago Toscano è risultato una delle principali "Aree di
Attenzione" (aree di rilevante interesse per la biodiversità, grazie alla elevata
concentrazione di elementi di importanza conservazionistica) in Toscana (Castelli e
Sposimo, 2005).
La scheda relativa a questa area (http://web.rete.toscana.it/renato) riporta, tra le
principali criticità, l'urbanizzazione e le modificazioni indirettamente o direttamente
connesse al turismo balneare; tra le indicazioni per la conservazione la stessa scheda
riporta la necessità di evitare un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di
frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali e di individuare le aree
costiere da sottoporre a regolamentazione delle attività balneari e nautiche.
15
Caratterizzazione dell'ambiente
3.2. AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA AMBIENTALE PRESENTI NEL
TERRITORIO INTERESSATO DAL PIANO
Nell’Arcipelago Toscano, in base ai risultati del Progetto RENATO (Sposimo e
Castelli, 2005), si riscontra la maggiore concentrazione di elementi di valore
naturalistico a scala regionale. Tale ricchezza di specie, riscontrabile nelle
numerosissime segnalazioni relative all'area, è il risultato dell'elevata concentrazione
di elementi di attenzione, presenti in un'area biogeografica ad elevata diversità
ambientale, che racchiude sia elementi peninsulari sia elementi endemici sardo-corsi.
In quest’area è elevatissimo il numero di emergenze floristiche, ma sono numerose
anche le fitocenosi e gli habitat inclusi nelle liste di attenzione. Per quanto riguarda la
fauna, ed in particolare per molluschi, insetti ed uccelli, il numero e l’importanza
degli elementi presenti nell’area è di assoluta importanza regionale e nazionale;
l’Arcipelago Toscano non ospita invece pesci di acqua dolce (l'unico elemento
segnalato è una specie presente in acque salmastre) e Crostacei Decapodi inclusi nelle
liste, ed è piuttosto scarso anche il numero di specie di Mammiferi.
Riguardo alle singole aree di maggiore importanza naturalistica della Toscana il
progetto RENATO ha individuato quelle che costituiscono le principali roccaforti di
biodiversità animale e vegetale. Queste sono, nell’ordine, l’Arcipelago Toscano e le
Alpi Apuane. Seguono, con livelli di importanza forse piuttosto simili fra loro ma
attualmente non confrontabili per le ragioni su esposte, una serie di tratti del crinale
appenninico dalla Lunigiana al Pistoiese, il territorio del Parco della Maremma e
quello del Parco di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli. (Sposimo e Castelli,
2005) (fig.1).
1
della
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
Settori appenninici della Lunigiana,
Garfagnana e del Pistoiese
Alpi Apuane
Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli
Padule di Fucecchio
Monti della Calvana
Settore appenninico del Casentino
Alpe della Luna
Sasso di Simone e Simoncello
Arcipelago Toscano
Padule di castiglion della Pescaia
Foce Ombrone e Monti dell’Uccelina
Laguna di Orbetelllo
Monte Argentario e isolotti satelliti
Lago di Burano
Fig. 1 Localizzazione delle aree di
attenzione individuate nel progetto
RENATO e confronto con la
16
Caratterizzazione dell'ambiente
distribuzione di specie, habitat, fitocenosi (Sposimo e Castelli, 2005)
L’Arcipelago Toscano costituisce quindi, in base ai risultati del Progetto RENATO,
l’area con la maggiore concentrazione di elementi di attenzione, cioè di specie e
habitat rari, della Toscana (tab.3). La tabella seguente evidenzia tali elementi di
attenzione a testimonianza dell’alto valore naturalistico del territorio dell’Arcipelago
Toscano e del Comune di Capoliveri.
Tab. 3 Elementi di attenzione presenti nel territorio dell’Arcipelago Toscano.
GRUPPO
N°. ELEMENTI
Molluschi
Insetti
Pesci
Anfibi
Rettili
Uccelli
Mammiferi
Flora
Habitat
Fitocenosi
TOTALE
15
60
1
3
6
36
14
121
15
8
279
% LISTA DI
N°. SEGNALAZIONI
ATTENZIONE
31,3
20,0
6,7
23,1
54,5
45,0
35,0
25,6
21,1
9,6
163
227
1
156
536
1.160
67
520
40
8
Seguono le principali cause di modificazione o minaccia (tab.4) relative a tale area di
attenzione che evidenziano la negativa influenza dei processi di urbanizzazione e
delle attività e strutture turistiche/balneari.
Tab. 4 Principali cause di modificazioni nel territorio dell’Arcipelago Toscano.
DESCRIZIONE
Abbandono
Pascolo
Evoluzione della vegetazione
Pesca professionale
Pesca sportiva
Incendi
Urbanizzazione
Impianti e attività balneari/nautiche
Predazione
Invasione di una specie
INFLUENZA E GRADO1
-+
---/+
-------
+++ = elevata pos.; ++ = media pos.; + = bassa pos.; - = bassa neg.; -- = media neg.; --- = elevata neg.; ? =
sconosciuta
1
In generale le principali cause di modificazione ambientale che influenzano gran
parte degli elementi di attenzione sono direttamente o indirettamente connesse al
turismo balneare. È rilevante, soprattutto all’Isola d’Elba, l’impatto degli incendi,
anche se numerosi elementi di attenzione sono in realtà legati agli stadi iniziali delle
successioni vegetali e risultano quindi avvantaggiati da periodici incendi. In generale,
per preservare gli elevatissimi livelli di biodiversità e di valore naturalistico, occorre evitare
17
Caratterizzazione dell'ambiente
un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti
naturali e seminaturali. È inoltre opportuno individuare, in base alla distribuzione degli
elementi più sensibili, le aree costiere dove regolamentare le attività balneari e nautiche.
Appare fondamentale garantire il mantenimento di mosaici ambientali dove siano
sufficientemente rappresentati i diversi stadi delle successioni vegetazionali (Sposimo e
Castelli, 2005).
Oltre ad essere compreso nel perimetro del Parco dell’Arcipelago Toscano, nel
territorio di Capoliveri sono presenti aree di particolare rilevanza ambientale, quali
quelle designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
•
SIR – ZPS “Elba orientale”(IT5160102)
•
SIR – SIC –ZPS “Isole di Cerboli e Palmaiola” (IT5160011)
•
SIR “Zone umide del Golfo di Mola e di Schiopparello” (IT5160101)
Per la descrizione di queste aree si rimanda allo studio di incidenza.
Fig. 2 Rapporto tra territorio comunale di Capoliveri, il sistema locale di SIR-SIC-ZPS ed il Parco
dell’Arcipelago Toscano
18
Caratterizzazione dell'ambiente
Aree di rilevante valore ambientale sono inoltre costituite dalle zone costiere marine
caratterizzate dalla presenza di habitat di interesse conservazionistico (sia di
interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, che di interesse regionale
ai sensi della L.R. 56/2000), quali: Praterie di Posidonia oceanica, Grandi cale e baie poco
profonde, Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche, Banchi di sabbia
sublitoranei permanentemente sommersi.
Come si evince dalla cartografia disponibile nel sito del web del Parco Nazionale
dell'Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it) e riportata nel quadro conoscitivo
del PS, la Posidonia oceanica ricopre infatti vaste porzioni dei fondali presenti nel
territorio comunale di Capoliveri ed è presente nella maggior parte delle aree marine
antistanti le spiagge del comune. In considerazione del consistente afflusso turistico
che nel periodo estivo si riversa in queste aree, al fine di prevenire e limitare impatti
negativi su tale habitat si rende necessaria una rigorosa gestione delle attività
turistiche balneari, incluso quella nautica (sia da diporto che non).
3.3. STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE
Premessa
Nel presente paragrafo viene descritto lo stato attuale dell’ambiente del territorio del
Comune di Capoliveri con riferimento alle diverse componenti/sistemi ambientali
esaminati quali:
1.
popolazione e salute umana
2. suolo
3. energia e mobilità
4. rifiuti
5. biodiversità, vegetazione, flora e fauna
6. acque interne
7. acque marine
8. paesaggio
19
Caratterizzazione dell'ambiente
Per ogni componente, mediante l’uso di specifici indicatori, viene descritto e
sintetizzato lo stato attuale e la relativa tendenza nel tempo a prescindere dalle
previsioni contenute nel Piano in formazione.
E’ opportuno precisare come alcuni dei dati e delle informazioni riportate nel seguito
si riferiscono al più vasto comprensorio dell’Isola d’Elba o della Comunità Montana
dell’Arcipelago Toscano (nel seguito abbreviata con CM), non essendo disponibili in
bibliografia dati a livello locale (ad esempio per aspetti connessi ai rifiuti ed energia).
3.3.1.
Popolazione, mobilità e salute umana
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati ricavati dalle seguenti fonti:
•
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno (in corso
aggiornamento)
•
Regione Toscana: inventario delle sorgenti di emissione in aria ambiente, 2003
•
Regione Toscana Giunta Regionale Direzione Generale Politiche Territoriali e
Ambientali - Area “Qualità dell'aria, rischi industriali, prevenzione e
riduzione integrata dell'inquinamento”: Valutazione della qualità dell’aria
ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale, ai sensi degli
articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo 351/99
•
sito ARPAT: (Monitoraggio e controllo >Aria >Monitoraggio dell’aria
>Biomonitoraggio >Mappaggi >Livorno; Monitoraggio e controllo >Aria >qualità
dell’aria >Inquinanti monitorati ; www.arpat.toscana.it > radiazioni
>
ra_nir_elettrodotti; SIRA.ARPAT.TOSCANA.IT> SIRA > Rischi Industriali)
•
Enel Distribuzione, Terna, NEMO: Studio di Impatto Ambientale relativo al
“progetto di completamento dell’anello a 132 kV all’Isola d’Elba”, 2002
•
Segnali Ambientali Arcipelago Toscano, Agenda21, 2006
20
Caratterizzazione dell'ambiente
Popolazione
La distribuzione della popolazione nell'Isola d'Elba è articolata in comuni di piccole
dimensioni, prevalentemente al di sotto dei 20 chilometri quadrati (38,96 kmq
Capoliveri), con una popolazione residente inferiore a 5.000 abitanti, eccezion fatta
per Portoferraio, di poco superiore ai 12.000 abitanti.
Nel comune di Capoliveri dagli anni ottanta l'andamento della popolazione risulta in
significativa crescita; si è avuto infatti un aumento di 670 unità (pari al 27,5%), nel
periodo 1991-2001 e di 322 unità (pari al 10,37%), dal 2001 al 2005.
Capoliveri
2001
2002
2003
2004
2005
3.105
3.109
3.146
3.271
3.427
La popolazione è prevalentemente concentrata nel Capoluogo e lungo la costa Sud
Occidentale, con i principali centri abitati di Lacona e Lido.
Tab. 5 Popolazione residente e famiglie per località
N° famiglie
maschi
femmine
totale
Capoliveri
1.444
1527
1578
3105
Capoliveri
882
942
1001
1.943
Innamorata
9
6
9
15
Lacona
173
201
173
374
Lido
63
51
64
115
Madonna delle Grazie
9
8
8
16
Mola
22
23
28
51
Morcone
36
32
31
63
Naregno
31
27
30
57
Norsi
13
12
14
26
Pareti
17
16
15
31
Peducelli
1
1
1
2
Trappola
35
50
43
93
Vigne Vecchie
10
12
13
25
Case sparse
143
146
148
294
La densità della popolazione residente, espressa come abitanti al chilometro
quadrato, risulta essere decisamente più bassa sia rispetto a quella regionale, pari a
155 abitanti, che a quella nazionale, pari a 189.
21
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 6 Densità della popolazione
2001
2002
2003
2004
2005
Capoliveri
79,7
79,8
80,75
83,96
87,96
Comunità montana
dell'Arcipelago Toscano
112,7
112,7
114,7
116,6
118,5
La struttura della popolazione per classi di età nei diversi comuni elbani, incluso
Capoliveri, risulta sostanzialmente omogenea con quella provinciale e regionale.
L'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione sopra i 65 anni di età e
quella tra 0 e 14 anni) relativo agli anni 2001 e 2005 del comune di Capoliveri è di
155,5, mentre quelli provinciale e regionale risultano rispettivamente 206,3 e 208,1
(Provincia di Livorno) e 192,3 e 191,7 (Regione Toscana).
Abitazioni presenti e abitazioni occupate
Nel Comune di Capoliveri, la percentuale delle abitazioni occupate al 2001 sul totale
delle abitazioni presenti nel territorio comunale è pari al 63,6 %; la situazione al 2001
risulta infatti essere:
Capoliveri
Comunità
Montana
dell’Arcipelago
Provincia di
Livorno
Abitazioni
occupate da
residenti
1.432
Altre
abitazioni
Totale abitazioni
% abitazioni occupate al sul
totale delle abitazioni
821
2.253
63,6
50,2
79
Rispetto al 1991, si è verificato un decremento nel numero delle abitazioni non
occupate, passando da 58,8 a 46 %.
22
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 3 Raffronto tra % di abitazioni occupate
Negli anni ’80 e ’90 si è assistito ad un trend continuo di crescita in termini di
movimento turistico; si è verificata una crescita sia in termini di presenze che di
numero complessivo di posti letto offerti. C’è tuttavia da sottolineare un’inversione
di tendenza dal 2001 in poi, anno dal quale si è registrato un continuo calo delle
presenze, amplificato notevolmente nella stagione 2004.
23
Caratterizzazione dell'ambiente
Tuttavia, per la stima delle pressioni effettive a cui è sottoposto l’ambiente (vuoi in
termini di consumi energetici, di produzione di rifiuti e liquami) è opportuno far
riferimento al numero di abitanti equivalenti, calcolato come somma del numero di
residenti e delle presenze turistiche/365. Va poi rilevato come le presenze turistiche
si concentrano in particolare nei mesi di luglio e agosto.
2001
2002
2003
2004
abitanti
presenze
abitanti
presenze
abitanti
presenze
abitanti
presenze
Capoliveri
3105
953.301
3.146
905.348
3.271
842.046
3.427
802.705
Elba
29.141
3.221.729
29.641
3.048.976
30.148
3.003.115
30.635
2.698.494
Abitanti equivalenti:
2001
2002
2003
2004
Capoliveri
5.717
5.626,41
5.577,98
5.626,19
Elba
37.970
37.994
38.375
38.028
Mobilità
La mobilità costituisce una delle maggiori criticità nel periodo estivo, sia per
Capoliveri che per tutto il territorio elbano. Il traffico veicolare e marittimo durante la
stagione turistica rappresentano la maggiore fonte di inquinamento e disturbo per la
popolazione.
Il sistema della viabilità dell’Elba è sicuramente adeguato alle esigenze dei residenti,
mentre risulta sovraffollato nei periodi di punta della stagione turistica, in cui si
registrano fino a 43.000 auto presenti (nell’intero territorio elbano, dato IRPET) .
Al traffico dei veicoli privati che nei mesi estivi percorrono la viabilità dell’Isola per
raggiungere le diverse mete turistiche, si aggiunge il traffico pesante dei mezzi per la
distribuzione delle merci, che peraltro, tende anch’esso ad aumentare in questi mesi
in considerazione dell’enorme aumento della domanda.
Il numero di autovetture private nella CM al 2004 era di circa 60 per 100 abitanti, un
valore analogo alla media nazionale. Il n° di veicoli per chilometro quadrato, così
come quello di autovetture, risultano invece inferiori alle medie nazionale, regionale
e provinciale; in estate tuttavia il numero di autovetture in circolazione cresce
24
Caratterizzazione dell'ambiente
sensibilmente e la concentrazione per chilometro quadrato supera i rispettivi valori
medi nazionale e regionale.
L’esame dei dati e delle informazioni relative al servizio di trasporto pubblico su
gomma nell’Isola documenta lo scarso ricorso a questo mezzo soprattutto nel
periodo estivo durante il quale utilizzano il mezzo pubblico non più di 2.800-2.900
persone, a fronte di una presenza di auto nello stesso periodo, che si aggira su 43.000
unità (fonte Agenda 21).
Nel comune di Capoliveri solo le principali località balneari sono raggiunte dal
servizio pubblico di autobus (ATL - servizio di trasporto pubblico dell’Isola d’Elba) e la
frequenza delle corse risulta generalmente bassa.
Località balneari raggiunte da servizio di autobus
Naregno
Straccoligno
Madonna delle Grazie
Lacona – Lido
Morcone – Pareti – Innamorata
Marina di Capoliveri
rif. INDICATORE “N° di veicoli circolanti (estate)”
rif. INDICATORE “N° di località raggiunte dai mezzi di trasporto pubblico”
rif. INDICATORE “N° di corse/giorno”
Accesso all’Isola d'Elba
Il sistema di accesso all’Elba è costituito principalmente dal collegamento
marittimo Piombino-Portoferraio (per il 90%), che di fatto costituisce l’unico
collegamento dal quale si dipartono i collegamenti interni con gli altri comuni. La
concentrazione su quest’unico asse comporta problemi di congestionamento del
traffico ed inefficienza del trasporto, aspetti aggravati dalla pessima intermodalità
del trasporto pubblico; netta risulta la dominanza dell’utilizzo del veicolo privato
25
Caratterizzazione dell'ambiente
sull’Isola, in cui l’87% degli arrivi via mare utilizza l’auto, solo il 5% usa i mezzi
pubblici, il 5% la moto ed il 3% la bici.
Per quanto riguarda invece il traffico marittimo da diporto si calcola che comporti
un’affluenza di 60.000 persone l’anno, concentrati nei 3-4 mesi estivi.
Dai dati forniti con il piano regionale dei porti e degli approdi turistici, i posti
barca disponibili sull’Isola sono 2.550, numero da considerarsi indicativo visto
che nei periodi di punta l’offerta aumenta sensibilmente addirittura
raddoppiandosi.
Località
Posti barca
Portoferraio
1.050
Rio Marina-Cavo
650
Porto Azzurro
150
Marciana Marina
350
Campo nell’Elba
150
Capoliveri
200
Totale
2.550
Accanto agli approdi si devono poi aggiungere i numerosi ricoveri a secco e campi
boa distribuiti su tutta l’Isola che indubbiamente necessiterebbero di una opportuna
razionalizzazione.
Salute umana (qualità dell’aria, inquinamento acustico,
elettromagnetico, aziende a rischio di incidente rilevante)
inquinamento
In questo paragrafo vengono riportati dati ed informazioni su alcuni dei principali
fattori di rischi che concorrono ad incidere sulla salute umana, quali: qualità dell’aria,
inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico, presenza di aziende a rischio
di incidente rilevante.
26
Caratterizzazione dell'ambiente
Qualità dell’aria
Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria
La qualità dell'aria in Toscana viene controllata tramite un sistema di monitoraggio
regionale composto da reti provinciali pubbliche e da reti private, queste ultime
dislocate in prossimità di impianti industriali e di servizi di particolare rilevanza
ambientale. La gestione operativa delle unità di rilevamento, la raccolta e
validazione dei dati è demandata ai Centri Operativi Provinciali (COP), di cui fanno
parte i Dipartimenti provinciali ARPAT. Alle reti provinciali pubbliche si
aggiungono, integrandosi, reti private, realizzate in prossimità di poli industriali e
gestite dagli industriali stessi o dai Dipartimenti ARPAT, a seguito di convenzioni
specifiche o accordi programmatici. Nello specifico, il controllo della qualità dell'aria
in Toscana avviene in 48 Comuni (9 capoluoghi di provincia, 12 Comuni con
popolazione superiore a 30.000 abitanti), dove risiedono circa 2 milioni di abitanti,
pari al 50% del totale regionale (dati aggiornati al 2002).
Annualmente i dati vengono analizzati, elaborati e sintetizzati in una relazione
mirata a fornire alle Amministrazioni competenti il quadro conoscitivo necessario a
determinare le politiche di gestione dell'ambiente.
Tuttavia nel territorio elbano non sono presenti stazioni di monitoraggio fisse che
rilevano in continuo la qualità dell’aria. Le stazioni di rilevamento presenti nella
Provincia di Livorno sono infatti ubicate nei comuni di Piombino e Rosignano oltre
che nel Comune di Livorno.
Gli unici dati disponibili, seppur di carattere indicativo, sono quelli relativi a una
campagna di rilevamento effettuata da ARPAT nel comune di Portoferraio, in Calata
Italia, nel periodo agosto-settembre 2002. I risultati emersi da questa campagna,
seppur non significativi dal punto di vista statistico, documentano valori inferiori
alla soglia di allarme per quanto concerne i principali inquinanti (biossido di zolfo,
ossidi di azoto, biossido di azoto, monossido di carbonio), eccezion fatta per
l'inquinante PM10 (polveri di dimensione aerodinamica inferiore a 10 micron, c.d.
polveri fini o “sottili”), i cui valori hanno in molte occasioni superato il livello di
attenzione indicato dalla normativa vigente, pari a 50 microgrammi a metro cubo (rif.
DM60 del 2002) 4. Questi dati sembrano confermare come l'intenso traffico sia
4
PM 10
Caratteristiche
Il materiale particolato presente nell'aria è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese
in aria anche per lunghi periodi. Hanno dimensioni comprese tra 0,005 µm e 50-150µm (lo spessore di un capello umano è circa
100 µm), e una composizione costituita da una miscela di elementi quali: carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti
organici, frammenti di suolo, ecc. L'insieme delle particelle sospese in atmosfera è definito come PTS (polveri totali sospese) o
PM (materiale particolato). Le polveri totali vengono generalmente distinte in due classi dimensionali corrispondenti alla
27
Caratterizzazione dell'ambiente
marittimo che stradale presente nel periodo estivo (periodo di punta della stagione
turistica) si traduca inevitabilmente in un generale peggioramento della qualità
dell'aria.
rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a livelli di inquinamento
atmosferico superiori ai valori limite”
rif. INDICATORE “entità delle emissioni dei diversi inquinanti”
Biomonitoraggio della qualità dell’aria mediante l’uso di licheni
I risultati di un'indagine finalizzata a stimare l'entità dell'inquinamento atmosferico
provocato da sostanze fitotossiche (in particolare SO2, NOX, O3) effettuata nel
territorio della provincia di Livorno mediante l’uso di licheni epifiti quali
bioindicatori della qualità dell'aria (indagine realizzata da ARPAT in collaborazione
con l’Università di Siena: fonte sito ARPAT), documentano, complessivamente, un
elevato stato di naturalità per l’intero territorio elbano: il valore medio di IAP è
risultato infatti di 40, mentre il valore massimo riscontrato a Poggio (Marciana) è
stato di 100. Sempre nel Comune di Marciana è stata riscontrata la Lobaria
capacità di penetrazione nelle vie respiratorie da cui dipende l'intensità degli effetti nocivi. Le polveri che penetrano nel tratto
superiore delle vie aeree o tratto extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe), polveri dette inalabili o toraciche, hanno un
diametro inferiore a 10µm (PM10). Quelle invece che possono giungere fino alle parti inferiori dell'apparato respiratorio o tratto
tracheobronchiale (trachea, bronchi, bronchioli e alveoli polmonari), le cosiddette polveri respirabili, hanno un diametro
inferiore a 2,5µm (PM2,5).
Fonti emissive e monitoraggio
Le particelle solide sono originate sia per emissione diretta (particelle primarie) che per reazione nell'atmosfera di composti
chimici, quali ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e composti organici (particelle secondarie). Le sorgenti del particolato possono
essere antropiche e naturali. Le fonti antropiche sono riconducibili principalmente ai processi di combustione quali: emissioni
da traffico veicolare, utilizzo di combustibili (carbone, oli, legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni industriali (cementifici,
fonderie, miniere). Le fonti naturali invece sono sostanzialmente: aerosol marino, suolo risollevato e trasportato dal vento,
aerosol biogenico, incendi boschivi, emissioni vulcaniche, ecc. Le cause principali delle alte concentrazioni di polveri in ambito
cittadino sono dovute in gran parte alla crescente intensità di traffico veicolare, e in particolare alle emissioni dei motori diesel e
dei ciclomotori. Una percentuale minore è legata all'usura degli pneumatici e dei corpi frenanti delle auto. Un ulteriore elemento
che contribuisce alle alte concentrazioni di polveri è connesso anche al risollevamento delle frazioni depositate, per cause
naturali o legate allo stesso traffico.
Effetti sanitari
Gli effetti sanitari delle PM10 possono essere sia a breve termine che a lungo termine. Le polveri penetrano nelle vie respiratorie
giungendo, quando il loro diametro lo permette, direttamente agli alveoli polmonari. Le particelle di dimensioni maggiori
provocano effetti di irritazione e infiammazione del tratto superiore delle vie aeree, quelle invece di dimensioni minori (inferiori
a 5-6 micron) possono provocare e aggravare malattie respiratorie e indurre formazioni neoplastiche. Anche recenti studi
epidemiologici (ad esempio il progetto MISA, una metanalisi degli studi italiani sugli effetti acuti dell'inquinamento atmosferico
rilevati in otto città italiane nel periodo 1990-1999, e studi americani sugli effetti a lungo termine) hanno confermato l'esistenza
di una correlazione tra presenza di polveri fini e patologie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare.
28
Caratterizzazione dell'ambiente
pulmonaria, specie rara estremamente sensibile all'inquinamento atmosferico.
Fig. 4 Carta dell'Isola d'Elba 1999
Fig. 5 Mappa della provincia di Livorno (escluso isole dell’Arcipelago Toscano)
rif. INDICATORE “stato di qualità dell'aria - biomonitoraggio con licheni”
29
Caratterizzazione dell'ambiente
Classificazione del territorio regionale ai fini della protezione della salute umana,
degli ecosistemi, della vegetazione e della prevenzione del degrado dei materiali
Dalla classificazione del territorio regionale ai fini della protezione della salute
umana realizzata dalla regione Toscana (Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel
periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del
Decreto legislativo 351/99 a cura di Regione Toscana Giunta Regionale Direzione Generale
Politiche Territoriali e Ambientali - Area “Qualità dell'aria, rischi industriali, prevenzione e
riduzione integrata dell'inquinamento”), si evince che il comune di Capoliveri, ed in
generale il più ampio comprensorio elbano, è caratterizzato da un buono stato di
qualità dell’aria ambiente, risultando di classe A per la gran parte degli inquinanti
esaminati, eccezion fatta per il PM10, per il quale risulta in classe B (vedi tabella
seguente).
Capoliveri
SO2
NO2
PM 10
fase1
PM 10
fase2
CO
C6H6
O3
A
A
B
B
A
A
NC
rif. INDICATORE “stato di qualità dell'aria” (classificazione regionale in base
al Decreto legislativo 351/99)
Più in generale, i risultati della classificazione del territorio regionale hanno
permesso di individuare 32 comuni che presentano, per almeno una sostanza
inquinante, superamenti dei pertinenti valori limite di qualità dell’aria da rispettare
nel 2005 ovvero nel 2010 e che pertanto sono stati classificati con le lettere C o D. I
restanti comuni della regione, in numero di 255, sono stati classificati con le lettere B
ed A, che esprimono un buono stato di qualità dell’aria ambiente (lettera A) ovvero
un rischio, seppur remoto, di raggiungimento dei valori limite (lettera B).
A seguito della attuale classificazione dei comuni toscani e delle disposizioni del
D.lgs n. 351/99 sulla gestione della qualità dell’aria ambiente, il territorio regionale
può, pertanto, essere suddiviso in 5 zone:
- Zona di mantenimento A-B, comprendente i 255 comuni, che presentano una buona
qualità dell’aria, classificati con le lettere A e B per tutte le sostanze inquinanti,
comprendente la maggior parte del territorio regionale, che dovrà essere oggetto di
un piano di mantenimento regionale;
- Zona di risanamento comunale, costituita dal territorio di 8 comuni non finitimi
(Siena, Poggibonsi, Grosseto, Piombino, Arezzo, Montecatini Terme, Viareggio,
Pomarance) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza
inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D, che dovranno essere oggetto di
specifici piani o programmi di risanamento;
30
Caratterizzazione dell'ambiente
- Zona di risanamento livornese, pisana e del cuoio, comprendente 7 comuni costieri
e interni (Rosignano Marittimo, Livorno, Pisa, Cascina, Pontedera, Montopoli Val
d’Arno, Santa Croce sull’Arno) che presentano superamenti di almeno un valore
limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D; tale zona
dovrà essere oggetto di piani o programmi di risanamento;
- Zona di risanamento della Piana lucchese, comprendente i comuni di Lucca e
Capannori che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza
inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D ; anche questa zona sarà oggetto
di piano o programma di risanamento;
- Zona di risanamento dell’area metropolitana di Firenze–Prato–Pistoia e del
Comprensorio empolese, comprendente 15 comuni che presentano superamenti di
almeno un valore limite per una sostanza inquinante e che pertanto sono stati
classificati C e/o D; tale zona è costituita dagli 8 comuni dell’area omogenea
fiorentina, Firenze, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa,
Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa, e dai comuni di Empoli, Montelupo Fiorentino,
Poggio a Caiano, Prato, Montemurlo, Montale, Pistoia.
Dalla classificazione del territorio regionale ai fini della protezione degli ecosistemi,
della vegetazione e della prevenzione del degrado dei materiali, la stessa indagine
rileva la seguente situazione:
Capoliveri
Eco SO2
Veg NOx
Veg O3
Mat O3
A
A
NC
NC
Le principali pressioni su questa componente ambientale sono costituite dalle
emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti (dirette ed indirette) e dal rumore
generato principalmente dalla circolazione dei mezzi (esaminato nel paragrafo
“salute umana”); entrambe queste pressioni diventano elevate nel periodo estivo, in
relazione al forte afflusso turistico .
Emissioni
Le emissioni di gas serra nel territorio della CM dell’Arcipelago Toscano sono
essenzialmente correlate ai consumi energetici delle diverse fonti utilizzate. I gas
serra provenienti da processi energetici sono essenzialmente l’anidride carbonica
(CO2), il metano (CH4) ed il protossido di azoto (NO2). Nelle elaborazioni riportate
in questo contesto è stato considerato l’effetto complessivo di questi gas, usando il
31
Caratterizzazione dell'ambiente
valore equivalente di CO2. Il metodo di calcolo utilizzato è riportato nella nota a piè
di pagina5.
120000
100000
80000
emissioni dirette
60000
emissioni
indirette
40000
20000
0
2003 2004 2005
Fig. 6 Emissioni espresse in tonnellate di CO2 equivalente nella Comunità Montana
dell’Arcipelago Toscano
La diminuzione, seppur modesta, delle emissioni “dirette” è dovuta alla
diminuzione, negli ultimi anni, del consumo di benzina; le emissioni “indirette”
evidenziano invece una tendenza all’aumento, essenzialmente dovuta all’aumento
dei consumi elettrici.
Le emissioni complessive di anidride carbonica equivalente per abitante equivalente
nella CM è di circa 5,1 t/a, valore decisamente inferiore al valore medio di altri
comprensori, quali la Val di Cornia, la provincia di Livorno o la regione Toscana, nei
quali incide significativamente l’apporto dei poli industriali ivi presenti.
5
La stima delle emissioni è stata elaborata moltiplicando i dati relativi già analizzati, per opportuni
coefficienti di emissione direttamente collegati al tipo di vettore energetico utilizzato. I coefficienti sono di due
tipi: uno relativo alla produzione del vettore stesso (contributi “indiretti” alle emissioni di gas serra) l’altro
relativo ai consumi finali del vettore energetico (contributi “diretti”). Le emissioni di CO2 equivalente relative
alla produzione (estrazione, trasporto, lavorazione e distribuzione) e relative al consumo (consumo finale) sono
calcolate sulla base dei seguenti coefficienti:
vettore CO2 equivalente (g/kg)produzioneconsumoGasolio2943.200GPL3142.872benzina2923.219Per
quanto riguarda l’energia elettrica proveniente dall’esterno, per il calcolo delle emissioni di CO2 equivalente è
stato fatto riferimento al mix energetico nazionale, il cui valore risulta intorno a 0,5 kg di CO2/kWh di E.E..
(fonte dei dati: Agenda21, 2006)
32
Caratterizzazione dell'ambiente
160
140
120
Regione toscana
100
Prov. Livorno
80
Val di Cornia
CM Arcipelago
60
40
20
0
Fig. 7 Emissioni di CO2 per abitante equivalente (tonnellate/anno)
rif. INDICATORE “entità delle emissioni di gas serra”
rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a inquinamento atmosferico”
Inquinamento acustico
Le principali fonti di rumore che interessano da un punto di vista ambientale sono, in
ordine di importanza:
•
•
•
•
il rumore da traffico (traffico veicolare, ferroviario, ecc.);
il rumore da attività industriale e artigianale;
il rumore originato da attività musicali e ricreative;
il rumore generato da attività e fonti di rumore in ambiente abitativo .
Il rumore da traffico veicolare costituisce senz’altro un’importante fonte di rumore
soprattutto nel periodo estivo, in relazione al considerevole afflusso turistico che
raggiunge con veicoli propri il territorio comunale ed in particolare le sue località
balneari (si ricorda come nel territorio del comune di Capoliveri siano concentrati
circa la metà degli arenili presenti in tutta l’Isola d’Elba).
Il comune di Capoliveri non dispone ancora di un Piano Comunale di Classificazione
Acustica (PCCA) o di altra zonizzazione acustica del territorio comunale che
consenta di individuare le aree interessate da elevati livelli di rumorosità .
rif. INDICATORE “Stato di approvazione dei piani di classificazione acustica”
33
Caratterizzazione dell'ambiente
rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a inquinamento acustico” (ad
oggi non applicabile per mancanza di dati)
rif. INDICATORE “Interventi di risanamento sulle infrastrutture di trasporto”
Inquinamento elettromagnetico
Le radiazioni elettromagnetiche prodotte da differenti impianti e attrezzature
presenti sul territorio, quali ad esempio elettrodotti, centrali elettriche, impianti di
ricetrasmissione radio/TV, telefonia cellulare, possono costituire un importante
fattore di rischio per la popolazione residente in queste aree. Ai fini della valutazione
del rischio è necessario individuare e caratterizzare le sorgenti di radiazioni presenti
nel territorio, la loro esatta ubicazione in relazione alle abitazioni presenti, nonché le
modalità di esposizione della popolazione.
Il territorio comunale di Capoliveri non è attraversato da linee elettriche6 ad alta
tensione (vedi mappa seguente), il cui tracciato attraversa invece altri comuni elbani.
6
Gli elettrodotti sono classificati in funzione della tensione, il cui aumento determina l'incremento del
campo elettrico. Sono quindi suddivisi in:
•
•
•
•
linee ad altissima tensione (380 kV) per il trasporto di energia elettrica su grandi distanze;
linee ad alta tensione (220 kV e 132 kV) per la distribuzione dell'energia elettrica;
linee a media tensione (15-20 kV) per la fornitura a industrie, centri commerciali e grandi condomini,
possono essere aeree o interrate;
linee a bassa tensione (220-380 V) per la fornitura a singole abitazioni e piccole utenze, possono essere
aeree o interrate.
A basse frequenze il campo elettrico espresso come valore efficace E (V/m), generato dalla tensione, si
misura separatamente dal campo magnetico H, generato invece dalla corrente elettrica, e per il quale si assume
come unità di misura il microtesla mT (induzione magnetica).
Essendo la tensione della linea un fattore costante, il campo elettrico E in un dato punto risulta costante nel
tempo, e la sua intensità diminuisce all'aumentare della distanza dal conduttore. Il campo elettrico è inoltre
facilmente schermabile, e tra l'interno e l'esterno di un edificio si ha una notevole riduzione della sua intensità.
Il campo magnetico H varia con l'intensità della corrente elettrica che transita sulla linea e dipende dal carico
della linea stessa. L'intensità del campo H diminuisce con l'aumentare della distanza dalla sorgente inquinante,
ma contrariamente al campo E non è schermabile con alcuno dei materiali di uso comune: quindi tra l'interno e
l'esterno di un edificio la sua intensità risulta praticamente invariata.
34
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 8 Linee elettriche ad alta tensione presenti nell’Isola d’Elba
Elettrodotti
Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli
oggetti. Sono un buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la
vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche
quando lo schermo non è continuo, e addirittura "all'ombra" di oggetti conduttori
come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici ecc.; per questo motivo non si è mai
ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre
un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Esposizioni significative al
campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività professionali. Il campo
magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli
ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera
solitamente abbastanza ben predicibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per
questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e
prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del
campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che
attraversa i conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento
in momento al variare della potenza assorbita (i consumi).
Negli elettrodotti ad alta tensione non è possibile definire una distanza di sicurezza
35
Caratterizzazione dell'ambiente
uguale per tutti gli impianti, proprio perché non tutte le linee trasportano la stessa
quantità di energia, ma tenendo conto delle caratteristiche tipiche di questi impianti
si possono dare delle utili indicazioni di massima (fonte ARPAT):
• per nessun tipo di elettrodotto si possono riscontrare campi superiori ai limiti
di legge nelle zone accessibile in prossimità dei cavi;
• il campo scende comunque al di sotto dei livelli unanimemente considerati
trascurabili (0.2 microTesla) a distanze superiori ai 50 metri per le linee a 130
kV, superiori ai 100 metri per quelli a 220 kV, superiori ai 150 metri per quelli
a 380 kV;
• nel caso delle cabine di trasformazione campi significativi si possono trovare
soltanto entro distanze di qualche metro dal perimetro della cabina stessa .
I valori del campo elettrico e magnetico riscontrati in prossimità delle linee
elettriche a media tensione (15 kV), sono significativamente inferiori rispetto a
quelli che caratterizzano linee elettriche ad alta tensione.
rif. INDICATORE “km di linea elettrica AT/km2 di territorio comunale”
rif. INDICATORE “km di linea elettrica MT/km2 di territorio comunale”
rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a campi elettromagnetici “ (ad
oggi non applicabile per mancanza di dati)
Le misure effettuate da ARPAT nel 2006 nell’ambito del monitoraggio dei CEM
generati da impianti di radio-comunicazione nelle postazioni di controllo
periodicamente investigate, non hanno evidenziato alcun superamento dei valori
limite di legge per la postazione di controllo sita a Capoliveri (scuola ubicata in via
Giotto).
rif. INDICATORE “livelli di campo elettromagnetico - superamento dei valori
limite di legge”
Aziende a rischio di incidente rilevante
Nel territorio comunale di Capoliveri non sono presenti attività a rischio di incidente
rilevante, così come definite dal D.Lgs. 334/99 e s.m.i.; non sono altresì presenti
aziende soggette a notifica o a dichiarazione obbligatoria (di classe A o B), ai sensi del
testo delle leggi sanitarie (rif. Articolo 216).
rif. INDICATORE “n° di aziende a rischio di incidente rilevante presenti sul
territorio comunale”
36
Caratterizzazione dell'ambiente
Popolazione, mobilità e salute umana: obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
DPSR
Disp.
dati
P
+
D
+++
S
+++
☺
S
+++
☺
S
++
☺
S
+
S
ND
P
+++
R
++
R
++
S
+
S
+
☺
S
++
☺
S
ND
S
++
Indicatori
Macro obiettivi di
sostenibilità
Stato Tendenza
attuale
Obiettivi Specifici
Ridurre le emissioni
dirette e indirette
Entità delle emissioni 7
N° di località balneari
Migliorare l’offerta del raggiunte dai mezzi di
servizio pubblico
trasporto pubblico e loro
frequenza
“stato
di qualità dell'aria”
Ridurre la
(classificazione
regionale in
percentuale di
base al D.lgs. 351/99)
popolazione esposta
“stato di qualità dell'aria all’inquinamento
biomonitoraggio con licheni”
atmosferico
Miglioramento della
N° veicoli circolanti (periodo
qualità dell'aria
invernale)
N° veicoli circolanti (periodo
estivo)
Popolazione esposta a livelli di
inquinamento atmosferico
superiori ai valori limite
Ridurre il grado di
Ridurre il grado di
N° di aziende a rischio di
rischio di
rischio di accadimento
incidente rilevante
accadimento di
di incidente rilevante
incidente rilevante
Attuare le disposizioni Stato di approvazione dei
normative
piani di classificazione acustica
Riduzione
Mitigare
dell’esposizione della
Interventi di risanamento sulle
l’inquinamento
popolazione
infrastrutture di trasporto
acustico
all’inquinamento
Ridurre la % di
acustico
% di popolazione esposta a
popolazione esposta a
inquinamento acustico
Inquinamento acustico
% di popolazione esposta a
campi elettromagnetici
Riduzione
km di linea elettrica AT/km2
dell’esposizione della Riduzione della % di di territorio comunale
popolazione esposta a km di linea elettrica MT/km2
popolazione
campi elettromagnetici
all’inquinamento
di territorio comunale
elettromagnetico
N° superamenti dei valori
limite di legge dei livelli di
campo elettromagnetico
(estate)
(estate)
☺
(estate)
☺
Non essendo disponibili dati specifici a livello locale sono stati presi a riferimento i dati riferiti alla CM
dell’arcipelago (vedi Agenda21)
7
37
Caratterizzazione dell'ambiente
Motivazioni della tendenza
Qualità dell’aria e inquinamento acustico
La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori, positiva per
taluni aspetti e negativa per altri (vedi colonna stato attuale), si presume possa subire
un progressivo peggioramento nel tempo.
E’ da rilevare infatti come i principali fattori che concorrono ad una loro
modificazione nel tempo, quali l’entità del traffico veicolare, i consumi energetici, le
attività produttive caratterizzate da emissioni in atmosfera8, risultano direttamente
collegati con l’entità delle presenze, sia in termini di residenti che di turisti.
L’andamento della popolazione in significativa crescita a livello comunale negli
ultimi anni, sia in termini di popolazione residente che di abitanti equivalenti,
nonché il generale e progressivo aumento dei consumi energetici procapite, fanno
presupporre, a meno di differenti indirizzi
pianificatori,
il progressivo
peggioramento nel tempo sia della qualità dell’aria che dell’inquinamento acustico.
L’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata alla limitazione del
traffico veicolare nell’Isola, ad esempio limitando il traghettamento di autovetture
dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli
spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.
Nella stessa direzione può essere interpretato l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni (in
parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate) contenute nell’attuale
Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero9 (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
8 Le emissioni riconducibili a questo tipo di attività sono poco significative in considerazione del ridotto
numero di attività produttive con queste caratteristiche; nel territorio comunale non sono inoltre presenti attività
a rischio di incidente rilevante.
9
Dimensionamento previsto nel Piano di Fabbricazione, come “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di
attuazione”:
Posti letto
Residenziale (completamento ed espansione)
Residenziale espansione
Turistico ricettivo alberghiero ed
extralberghiero
Industriale /artigianale
Commerciale/direzionale
Servizi
Dimensionamento
1.078.430 mc
3.828
259.563 mc
23.832 mc
17.518 mc
34.766 mq
38
Caratterizzazione dell'ambiente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”), anche se non prevede in molti
casi un aumento di unità abitative, comporta un consistente aumento dei posti letto
e quindi di presenze turistiche, che ad oggi, arrivano e si muovono prevalentemente
in auto.
Inquinamento elettromagnetico
Relativamente all’inquinamento elettromagnetico, non si ravvisano allo stato attuale,
fattori che possono far pensare ad una modificazione dei valori assunti dagli
indicatori correlati, quali ad esempio la costruzione di nuove linee elettriche ad alta
tensione nel territorio comunale, impianti di Radio – Comunicazione; va inoltre
precisato come i tracciati individuati nel “progetto di completamento dell’anello a
132 kV all’Isola d’Elba”, 2002 (Enel Distribuzione, Terna), non attraversano il
territorio di Capoliveri.
39
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.2. Suolo
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:
- Piano d'Ambito dell'Ambito Territoriale ottimale 5 Toscana Costa (2001)
- Piano di Assetto Idrogeologico - Bacino Toscana Costa (2001)
- Piano di Tutela delle Acque della Toscana - Bacino Toscana Costa (2005)
- Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/)
- Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri
- Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007)
- Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno
- Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006)
Trasformazioni dell’uso del suolo
In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale di
Capoliveri negli ultimi decenni ha subito intense trasformazioni, con particolare
riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa ed ai processi di
abbandono di ex aree agricole.
Il Comune presenta oggi, in molte sue zone, un elevato grado di artificialità e di
urbanizzazione, con un valore medio comunale del 12% di territorio urbanizzato o
ad elevata artificialità (Fig. 26). Si tratta di un fenomeno che si è sviluppato nel
tempo, considerando che già nel 1985 la superficie di urbanizzato per abitante (pari a
1551 mq/abitante) era la più alta tra i comuni della Provincia di Livorno.
Per il territorio elbano e per Capoliveri oltre alla presenza di nuclei urbani
(Portoferraio e Capoliveri in primis) l’edificato sparso, a bassa e media intensità,
costituisce la tipologia prevalente. “In particolare il sistema costiero Lacona-CapoliveriPorto Azzurro si caratterizza anche per la elevata presenza di strutture turistiche (alberghi,
residence, campeggi), con un turismo estivo di massa che presenta il maggiore tasso di
incremento dell’Isola d’Elba e dell’intera Provincia di Livorno” (Relazione del Piano del
Parco Arcipelago Toscano adottato, 2007).
La successiva tabella (Fig. 9) evidenzia l’importanza delle diverse classi di uso del
suolo nel territorio comunale (fonte: uso del suolo del quadro conoscitivo del Piano
Strutturale). Le aree agricole interessano circa l’11% del territorio, concentrandosi
soprattutto nella pianura di Mola e di Lacona, molto ampia è la superficie interessata
da macchie e boschi
40
Caratterizzazione dell'ambiente
mediterranei (43%), mentre l’elevata presenza di arbusteti (15,9%) e di
rimboschimenti (12%) dimostra la perdita di terreni agricoli e di pascoli avvenutà
negli ultimi decenni. Tale paesaggio agricolo è stato inoltre ridotto e frammentato
dallo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa.
Tab. 7 Classi di uso del suolo del Comune di Capoliveri (quadro conoscitivo PS 2007)
Ettari
Sup %
MACCHIA
1314,93
33,2
ARBUSTETO
628,92
15,9
BOSCO A DOMINANZA DI CONIFERE CON SCLEROFILLE
475,83
12,0
RESEDI, EDIFICATO RESIDENZIALE, CAMPEGGI, PARCHEGGI, RIMESSAGGI, ORTI
356,17
9,0
BOSCO DI SCLEROFILLE
273,58
6,9
SEMINATIVO
181,38
4,6
SEMINATIVO ARBORATO
103,34
2,6
BOSCO A DOMINANZA DI QUERCUS SUBER E QUERCUS ILEX
99,72
2,5
VIGNETO
95,03
2,4
COSTE ROCCIOSE CON VEGETAZIONE ALOFILA
87,74
2,2
81,04
2,0
AREA ESTRATTIVA
BOSCO A DOMINANZA DI SCLEROFILLE CON LATIFOGLIE
61,90
1,6
OLIVETO
53,90
1,4
GARIGA
52,86
1,3
INCOLTO
35,51
0,9
URBANO
26,51
0,7
SPIAGGIA PRIVA DI VEGETAZIONE
15,83
0,4
VEGETAZIONE PALUSTRE
6,58
0,2
SPIAGGIA CON VEGETAZIONE DUNALE
5,53
0,1
BOSCO DI ALTRE LATIFOGLIE DECIDUE
4,13
0,1
FRUTTETO
2,68
0,1
Fig. 9 Uso del suolo del Comune di Capoliveri (quadro conoscitivo PS 2007)
41
Caratterizzazione dell'ambiente
Per il territorio di Capoliveri i dati del 2001 indicano un numero di abitazioni pari a
2676 di cui il 46% non occupate da residenti, con un aumento dell’edificato del 13%
rispetto al 1991. Il modello di edilizia residenziale turistica è confermato dai dati
relativi ai residenti ove con l’eccezione del Capoluogo, con 1943 residenti, e di
Lacona, con 374 residenti, molti nuclei edificati presentano una bassa presenza di
residenti (82 a Peducelli, 15 a Innamorata, 16 a Madonna delle Grazie).
L’edificato sparso a bassa densità costituisce l’elemento di urbanizzazione più
diffuso nel territorio comunale con particolare riferimento all’ambito occidentale ed
orientale del sistema di Capoliveri ed al sistema di Lacona. Ciò risulta evidente anche
analizzando il grado di artificialità di cui alla Fig. 26 particolarmente elevato in tali
sistemi. Al fenomeno dell’edilizia residenziale diffusa si associa inoltre lo sviluppo
delle reti stradali con elevati livelli dell’indice di frammentazione da opere stradali
(con un massimo di 6,9 km/kmq per l’Unità di Naregno) (Fig. 25).
Nei tre sistemi sopra citati le dinamiche insediative hanno interessato porzioni di
territorio sempre più vaste nello “spazio aperto” (non occupato dall’urbanizzazione)
secondo un modello discontinuo, a bassa intensità (modello “sprawl” o a
insediamento diffuso), con elevata frammentazione ed erosione dell’uso del suolo.
Principali impatti di tale modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione territoriale sono
la destrutturazione del tessuto insediativo (che risulta discontinuo e scarsamente integrato),
la frammentazione e l’Isolamento degli ambiti naturali e paesistici. A causa degli effetti
incontrollati, in termini di qualità ambientale, su vaste porzioni di territorio, questo modello
di sviluppo insediativo viene spesso identificato come uno dei principali fattori di
insostenibilità ambientale (APAT, INU, 2003).
Le porzioni di territorio di Capoliveri ove si è più sviluppato questo modello
insediativo sono l’area di Lacona-Margidore e del Capoluogo. Nella prima area ad
una presenza di strutture turistiche concentrate sulla costa (perlopiù campeggi) si
associa un piccolo nucleo urbano recentemente interessato da progetti di PEEP e da
un sistema agricolo relittuale ad edificato sparso.
La seconda area vede la presenza del nucleo storico di Capoliveri con versanti
degradanti verso le coste orientali (Naregno, Calagrande) ed occidentali (Lido,
Zuccale, Madonna delle Grazie, Morcone) ed interessati da edilizia residenziale
sparsa ad alta e medio-bassa densità. La periferia est del Capoluogo ha visto inoltre
negli ultimi anni lo sviluppo di nuove aree urbanizzate, estendendo il centro abitato
verso le aree agricole marginali (Fig. 11).
42
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 10 Sistema insediativo ad elevata frammentazione: area Lacona-Margidore (viola: centro
abitato e campeggi; rosso: area a funzione alberghiera; fucsia: PEEP; verde: parchi pubblici e
urbani)
Fig. 11 Sistema concentrato (Capoliveri) e sparso ad elevata densità: area di Capoliveri e versanti
orientali e occidentali (viola: centro abitato e campeggi; rosso: area a funzione alberghiera; fucsia
Il quadro attuale dei livelli di consumo del suolo presenta una condizioni
sicuramente negativa da sottoporre a processi di inversione di tendenza e di
deframmentazione. In tale contesto la tendenza in assenza di nuovo PS, ma derivante
43
Caratterizzazione dell'ambiente
dal PdF ancora non attuato, aggrava l’indicatore “consumo del suolo” con
trasformazioni previste, o in corso di realizzazione, alla periferia orientale di
Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e a Lacona (PEEP Lacona).
•
•
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
“variazione percentuale delle aree artificiali”
“impiego del suolo per lo sviluppo urbano”
“grado di antropizzazione”
“grado di frammentazione da infrastrutture stradali”
“numero di cave e miniere attive”
“numero di cave e miniere abbandonate”
“numero di cave e miniere rinaturalizzate”
“variazione classi di uso del suolo”
Rischio idrogeologico
La situazione relativa all’uso del suolo nel territorio comunale costituisce un
potenziale elemento critico rispetto al rischio idrogeologicio, ove “l’evento meteorico
del settembre 2002 ha evidenziato come l’impatto urbanistico e l’abbandono dei terreni
agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico
dell’Isola d’Elba” (Comunità Montana Arcipelago Toscano, 2006).
Gran parte delle aree interessate dai fenomeni di dissesto dell’evento meteorico del
2002 erano perimetrate nel PAI Toscana Costa come Aree a pericolosità idraulica o
geomorfologica elevata o molto elevata.
A seguito degli eventi di cui sopra la Regione Toscana nel 2002 (Del.G.R. 1054/2002)
ha individuato alcune misure di regolamentazione degli interventi edilizi nelle aree a
rischio idraulico, la verifica delle classi di pericolosità idraulica e della localizzazione
delle aree in frana, ed altre misure cautelative. A tale atto, sempre nel 2002, è seguito
il Piano di prevenzione, ripristino e messa in sicurezza dei bacini dell’Isola d’Elba e
relativo programma di interventi. In tale contesto sono stati finanziati e realizzati
interventi nel Comune di Capoliveri, con particolare riferimento al Fosso di S. Maria
(Lacona), Fossi di Cavallacce e Conce (Naregno), Fosso Pontimento (Morcone), Fosso
Valdana (Lido). Gli approfondimenti relativi alle aree a pericolosità idraulica e
geomorfologica sono stati realizzati in gran parte a livello di quadro conoscitivo del
nuovo Piano Strutturale. In termini di pericolosità idraulica le aree sensibili sono
individuate nella Carta di pericolosità idraulica 1:5.000 delle Indagini geologico-tecniche
(quadro conoscitivo del PS) con le classi 3 e 4; le aree a Pericolosità Idraulica Elevata
e Molto Elevata di cui al P.A.I. 2004 sono riportate come aree a Pericolosità 4. Le
aree a P.I.M.E. sono costituite dalle aree di fondovalle soggette a fenomeni di
esondazione e ristagno e la fascia dei 10 metri dal ciglio di sponda dei fossi.
44
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 12 Aree a Pericolosità idraulica elevata e molto elevata – zona di piano di Mola (da carta del
degrado PS Capoliveri).
Il comune di Capoliveri ha portato a termine uno studio idraulico preliminare sui
seguenti fossi:
Stagnolo – Caubbio-Tombino SUB SISTEMA DI S.MARTINO –SISTEMA DI LACONA
Valle S. Maria SUB SISTEMA DI S.MARTINO –SISTEMA DI LACONA
Valdana SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI
Mar dei Carpisi SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI
Mazzacorta (o di Mola) SUB SISTEMA DI MOLA
Pontimento SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI – SISTEMA DI M.CALAMITA
Fosco SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI– SISTEMA DI M.CALAMITA
Innamorata SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI– SISTEMA DI M.CALAMITA
Conce SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI
Cavallacce SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI
Salici SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI - SUB SISTEMA DI MOLA
Nell’ambito di questi fossi ne sono stati selezionati 6: Stagnolo–Caubbio-Tombino;
Valle S. Maria; Valdana; Pontimento; Conce e Cavallacce che sono stati inseriti e
finanziati nell’ambito del Piano di prevenzione, ripristino e messa in sicurezza dei
bacini prioritari dell'Isola d'Elba e primo programma di interventi per la riduzione
del rischio idrogeologico – D.G. R.T. n. 830 del 4/8/2003 Dip. Pol. Terr. e Ambientali
– Ordinanza P. C. M. n. 3276 del 28/3/2003 – Allegato B. Per ognuno dei 6 fossi è
stata eseguita la progettazione definitiva seguendo le indicazioni delle «Linee guida
per le verifiche idrologiche e idrauliche e per lo sviluppo di studi di fattibilità e
progetti per la messa in sicurezza dei bacini elbani» di cui alla D.G.R. T. n.
1418/2002.
45
Caratterizzazione dell'ambiente
Tra il 2004 e il 2005 sono stati inoltre realizzati interventi di riqualificazione e
risistemazione dell’area umida di Mola.
Con la Del.C.R. 315/96 "Delimitazione dei comprensori di bonifica e individuazione delle
Province competenti. L.R. 34/94, art. 5 e art. 11" è stato istituito il Comprensorio di
Bonifica n. 34 - Arcipelago Toscano che si estende su una superficie complessiva di
circa 26.140 ha a comprendere il territorio dei comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri,
Capraia Isola, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina,
Rio nell’Elba e il territorio dell’Isola di Gorgona che ricade nel comune di Livorno. Il
Consorzio ha competenza alla manutenzione ordinaria delle opere di bonifica e
idrauliche, e dei corsi d’acqua naturali ricadenti nel territorio di sua competenza per
garantire la difesa del suolo da alluvioni ed evitare così allagamenti. L’attivazione
delle funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo del Consorzio di
Bonifica costituisce un indicatore positivo nell’ambito dell’obiettivo di riduzione del
rischio idraulico.
Sono inoltre presenti aree a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata
particolarmente concentrate nelle zone costiere, nelle aree alto collinari a maggiore
acclività, ma soprattutto nei versanti meridionali del Monte Calamita, nelle aree in
passato interessate da attività minerarie.
Fig. 13 Aree a Pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata – versante sud Monte Calamita (da carta del
degrado PS Capoliveri)
46
Caratterizzazione dell'ambiente
La presenza di aree minerarie e cave, ancora non oggetto di intervento di recupero
ambientale, costituisce un elemento che aggrava il rischio geomorfologico. La cava di
Colle Reciso è stata inserita come area a pericolosità geologica Classe 4 in quanto trattasi di
una cava inattiva, è stato realizzato un progetto per un intervento di recupero della stessa già
in fase esecutiva, ma non ancora realizzato (PS Comune di Capoliveri).
La zona del M.te Calamita è sede di alcune emergenze storico-paesaggistico di
notevole interesse: si tratta di 3 aree minerarie (aree minerarie dei Sassi Neri, Ginevro
e Poggio Polveraio) dimesse situate lungo la costa rocciosa che caratterizza il
promontorio. Le aree sono tutelate dal Parco dell’Arcipelago Toscano e dal Parco
Minerario. La notevole valenza turistica di ciascuna di queste aree è dovuta alla
presenza del laghetto dei Sassi Neri e alla miniera del Ginevro (ad oggi visitabile su
appuntamento), ma lo sviluppo turistico e la valorizzazione della risorsa è frenata
principalmente dal notevole degrado geomorfologico-ambientale in cui versa tutta l’area. In
particolare si segnala la presenza di numerose discariche minerarie instabili o potenzialmente
instabili diffuse su tutte e tre le aree (la zona di M. Polveraio è segnalata anche nel Piano
Regionale di bonifica delle aree inquinate - DCRT 384 del 21.12.99). L’assetto geologico
delle aree minerarie è riportato nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della
Pericolosità Geologica allegate alle Indagini Geologico-Tecniche. (art.13, comma 3, PS
Comune di Capoliveri).
Oltre alla presenze di strutture antropiche e di aree minerarie lo sviluppo degli
incendi può aggravare locali condizioni di rischio geomorfologico. Il territorio del
Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo sviluppo degli
incendi boschivi di livello “alto”, con particolare riferimento alla zona del Monte
Calamita.
I dati dell’evoluzione delle spiagge dell’Isola d’Elba derivanti dal Progetto pilota
per la riqualificazione delle spiagge dell’Isola d’Elba mediante il ripascimento con
sedimenti prelevati a mare” indicano per i sistemi più importanti (anni 1997-2002),
Lacona e Margidore, rispettivamente un leggero avanzamento (per Lacona +2387 mq
e + 1,9 m variazione lineare media) o una stabilità, una condizione riscontrata anche
nella spiaggia del Lido. La spiaggia di Naregno risulta invece in forte erosione (-1528
mq e -3,5 m variazione lineare media).
Relativamente al rischio sismico il territorio comunale, originariamente non incluso
nell’elenco dei comuni sismici, è passato ad una sismicità di grado 4, la più bassa
presente nel territorio italiano (D.M. 14.09.2005 Norme Tecniche per le costruzioni).
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
“% superficie a rischio idrogeologico”
“% superficie ad alta pericolosità geomorfologica”
“% superficie ad alta pericolosità idraulica”
“classe di rischio sismico”
“numero di cave e miniere attive”
“numero di cave e miniere abbandonate”
47
Caratterizzazione dell'ambiente
•
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE “numero di cave e miniere rinaturalizzate”
rif. INDICATORE
“verifiche geologico-tecniche a supporto della
pianificazione
urbanistica”
rif. INDICATORE “misure cautelari a seguito degli eventi calamitosi
nell’Isola d’elba”
rif. INDICATORE “attuazione Piano di Assetto Idrogeologico”
rif. INDICATORE “attivazione funzioni regimazione delle acque e difesa del
suolo”
rif. INDICATORE “km di costa in erosione”
rif. INDICATORE “evoluzione delle spiagge dell’Isola d’elba”
48
Caratterizzazione dell'ambiente
Suolo: Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi di
sostenibilità
Ridurre il prelievo
delle risorse naturali
Prevenire il rischio
idrogeologico
Valutare gli effetti
degli insediamenti
territoriali in relazione
alla difesa del suolo
Evitare ulteriori danni
derivanti da fenomeni
di dissesto
idrogeologico
Attuare gli interventi
di tutela del suolo
previsti dal PAI
Ridurre le aree
percorse da incendi
Prevenire
l’erosione costiera
Stato
attuale
Tendenza
Obiettivi Specifici
Prevenire il rischio
idrogeologico
Ridurre la
dinamica delle aree
artificiali
Indicatori
DPSR Disp.
dati
% di supeficie a rischio
idrogeologico
% di supeficie a alta
pericolosità geomorfologica
S
+++
S
+++
R
+++
S
+++
P
+++
P
+++
P
+++
S
++
Verifiche geologico-tecniche
a supporto della
pianificazione urbanistica
R
++
Misure cautelari a seguito
degli eventi calamitosi
nell’Isola d’elba
R
++
☺
Attuazione PAI
R
++
☺
R
+
☺
P
+++
Impiego del suolo per lo
sviluppo urbano
P
+++
Classe di rischio sismico
% di supeficie a alta
pericolosità idraulica
Numero cave e miniere
attive
Numero cave e miniere
abbandonate
Numero cave e miniere
ripristinate
Variazione categorie uso
del suolo
Attivare funzioni di
regimazione delle aceu
e di tutela del suolo
Ridurre la dinamica
delle aree artificiali
Limitare la dispersione
di insediamenti urbani
sul territorio e ridurre
l’impermeabilizzazion
e del suolo
Ridurre le aree
percorse da incendi
Istituzione e attivazioni
funzioni Consorzio di
Bonifica
Variazione percentuale
delle aree artificiali
Superficie percorsa da
incendi
S
+++
Prevenire l’erosione
costiera
Chilometri di costa in
erosione
S
++
Quadro complessivo
delle spiagge dell’Isola
d’Elba
Evoluzione delle spiagge
dell’Isola d’Elba
S
++
☺
☺
49
Caratterizzazione dell'ambiente
50
Caratterizzazione dell'ambiente
Motivazioni della tendenza
Relativamente all’uso del suolo e alle sue modifiche lo stato attuale e la tendenza
mostrano una situazione critica dovuta allo sviluppo di un diffuso edificato
residenziale sparso a bassa densita. Tale fenomeno ha caratterizzato, negli ultimi
decenni, il territorio di Capoliveri raggiungendo in molte aree valori molto alti di
urbanizzazione, grado di artificialità e frammentazione. La trasformazione di
paesaggi agricoli, anche terrazzati, in sistemi residenziali diffusi ha causato anche
effetti indiretti quali la perdita delle attività manutentive delle sistemazioni agrarie,
con ricadute negative in termini di rischio idrogeologico.
La situazione attuale non evidenzia, in assenza del nuovo PS, una drastica inversione
di tendenza con previsioni da attuare o già concessionate che comportanto un
ulteriore aumento del consumo di suolo e dei relativi indicatori, ciò con riferimento,
ad esempio, alla zona di Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri
(RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Tale
situazione costituisce un elemento di criticità anche relativamente al rischio
idrogeologico ove “l’evento meteorico del settembre 2002 ha evidenziato che l’impatto
urbanistico, l’abbandono dei terreni agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno
reso precario l’assetto idrogeologico” (Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano, 2006)
Nel contesto dell’obiettivi di riduzione del rischio idrogeologico il trend risulta in
miglioramento per l’attuazione delle misure cautelari a seguito degli eventi
calamitosi avvenuti nell’Isola d’Elba negli ultimi anni e come attuazione del PAI.
Permangono nell’area del Monte Calamità situazione di forte dissesto
geomorfologico aggravate anche dai frequenti incendi estivi. Positivo risulta
l’indicatore relativo alla chiusura e al ripristino di cave/miniere anche se
permangono elementi di criticità geomorfologica per le aree minerarie e le discariche
dell’area del Monte Calamita (versanti meridionali ed orientali).
Con l’eccezione della spiaggia di Naregno le coste sabbiose di Capoliveri, anche se
hanno subito negli ultimi decenni forti fenomeni di erosione, risultano stabili o in
leggero avanzamento; un elemento positivo in considerazione del valore ambientale
ed economico di tali ambiti.
51
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.3.
Energia
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati ricavati dalle seguenti fonti:
•
sito ARPAT
•
Segnali Ambientali Arcipelago Toscano, Agenda 21, 2006
•
PTC della Provincia di Livorno (in corso di aggiornamento)
Descrizione e stato
L’energia rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo economico e sociale di un
territorio ed è un determinante per la competitività dei settori produttivi e dei
servizi. Il sistema energia (produzione, trasporto, consumo) rappresenta una delle
maggiori sorgenti di emissioni di inquinanti atmosferici e di gas climalteranti.
Nel territorio dell’Isola d’Elba non sono presenti poli produttivi significativi o utenze
industriali con consistenti consumi energetici
La principale fonte di approvvigionamento energetico dell’Elba è garantita attraverso
il collegamento elettrico a 132 kV in c.a., in gran parte sottomarino, con il
continente.
Non esiste una rete di distribuzione del gas collegata al continente, pertanto il
fabbisogno di energia termica per il riscaldamento è soddisfatto facendo ricorso in
gran parte ai bomboloni di GPL o ai serbatoi di gasolio ed in parte solo residuale a
forniture di kerosene e legna. Per gli usi domestici di cucina si ricorre alle bombole di
gas butano.
L’unico impianto per la produzione di energia esistente all’Elba è costituita da una
centrale turbogas da 17,1 MW, ubicata nel comune di Portoferraio e costruita negli
anni settanta, messa in esercizio solo nei casi di emergenza come riserva.
Produzione di energia da Fonti rinnovabili
Fonti per la produzione di energia rinnovabile presenti nel territorio elbano e nel
comune di Capoliveri sono costituite da pannelli solari termici (per il riscaldamento
52
Caratterizzazione dell'ambiente
dell’acqua) e da pannelli solari fotovoltaici (per la produzione di energia elettrica).
L’incidenza di queste fonti rappresenta tuttavia un contributo irrilevante al
fabbisogno energetico del territorio.
Non risultano installati impianti eolici, ne impianti di biomasse.
•
Rif. INDICATORE “Mq di pannelli solari termici installati”
•
Rif. INDICATORE “Percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili”
•
Rif. INDICATORE “Adozione regolamenti edilizi incentivanti il risparmio
energetico”
•
Rif. INDICATORE “Diffusione di tecnologie per uso efficiente dell’energia”
•
Rif. INDICATORE “Intensità energetica del settore civile (domestico e
terziario)”
Pannelli solari termici per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento
Nell'ambito dell'accordo volontario settoriale attivato dalla Regione Toscana nel
luglio 2001, che prevede la concessione a fondo perduto di contributi pari al 25 %
della spesa sostenuta, l'Agenzia Energetica della Provincia di Livorno ha gestito
l’erogazione di fondi regionali destinati a tali incentivi. Sono riepilogati gli interventi
effettuati nell'ambito del suddetto accordo per la promozione della produzione di
energia termica da fonte solare. Complessivamente sono stati così realizzati 188
impianti la cui suddivisione per Comune è di seguito riportata (dati aggiornati ad
agosto 2005).
53
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 14 Distribuzione nel territorio della Provincia di Livorno dei pannelli solari termici per la
produzione di calore
I principali determinanti che comportano le pressioni sul sistema energia sono
costituita dalla popolazione, dai servizi e attività commerciali e dalla mobilità.
La popolazione costituisce una delle principali cause di consumi di energia sul
territorio; questo si realizza principalmente attraverso l’utilizzo di automezzi, il
riscaldamento domestico, il raffreddamento ed il condizionamento, l’illuminazione.
Una causa di “sprechi”energetici è rappresentata dagli scaldabagni elettrici utilizzati
dalla quasi totalità degli abitanti elbani.
Un’altra voce di consumo energetico che sta aumentando notevolmente negli ultimi
anni (qui come nel resto del paese) è costituita dagli impianti di condizionamento
estivo.
L’aspetto dei consumi energetici legati ai servizi ed alle attività commerciali è
strettamente legato alla stagionalità tipica delle economie basate sul turismo; gli
54
Caratterizzazione dell'ambiente
elementi che incidono in maniera rilevante sui consumi nel territorio sono costituiti
da: strutture ricettive (alberghi, pensioni, residence, camping), strutture commerciali
e servizi vari. Nelle seguenti tabelle viene riassunta la disponibilità ricettiva relativa al
comune di Capoliveri e all’Isola d’Elba; è da rilevare tuttavia come tali dati non tengono
conto delle seconde case che vengono affittate nei mesi estivi.
Tab. 8 disponibilità ricettiva relativa al comune di Capoliveri e all’Isola d’Elba
alberghi
RTA
campeggi
Resid.
C.A.V.
Affittaca.
Agritur.
Totale
Capoliveri
19
28
11
8
54
5
7
132
Isola
d’Elba
160
49
29
19
123
42
35
461
Tab. 9 disponibilità di posti letto nel settore alberghiero
alberghi
4*
3*
Residenze turistiche
alberghiere
2*
1*
4*
3*
Totale
2*
L
LA
L
LA
L
LA
L
LA
L
LA
L
LA
L
LA
L
LA
Capoliveri
257
78
1202
315
184
54
29
0
0
0
716
239
626
126
3014
812
Isola d'Elba
2781
575
6158
982
1262
135
230
34
231
54
1814
762
934
206
13410
2748
Legenda: L= letti ; LA = letti aggiuntivi
55
Caratterizzazione dell'ambiente
Consumi energetici
Tab. 10 Trend dei consumi energetici totali nella Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano
(Elba e Capraia) e per abitante equivalente10
Anno
Consumi totali (TEP)
Consumi
per
abitante
equivalente (TEP/ab.eq.)
2003
67.913
1,77
2004
68.731
1,81
2005
70.068
1,82
I diversi vettori energetici (benzina, gasolio, elettricità, ecc.) concorrono al consumo
totale di energia nel seguente modo:
Tab. 11 Contributo dei diversi vettori energetici ai consumi consumi energetici totali
Anno
Benzina
Gasolio
auto
GPL
Gasolio
uso civile
kerosene
Gasolio
centrale
elettricità
2003
14.400
11.880
3.945
5.043
125
1.108
31.413
2004
13.200
11.880
4.028
5.216
97
1.098
33.210
2005
11.220
12.712
4.129
5.184
77
1.211
35.535
La distribuzione dei consumi per vettore energetico mostra come l’elettricità sia il
principale vettore energetico, e come ci sia stato un costante aumento in questi anni
(dal 47% del 2003, al 48% del 2004, al 51% del 2005). Si registra invece una
diminuzione costante della quota rappresentata dalla benzina (dal 21% del 2003 al
16% nel 2005).
Dai dati di consumi di energia elettrica dei singoli comuni elbani si evince una
generale continua crescita dei consumi; per quanto concerne Capoliveri la situazione
è la seguente:
10
Questi dati non tengono conto delle differenziazione dei consumi che nella realtà si verifica
nel territorio elbano tra stagione invernale e stagione estiva.
56
Caratterizzazione dell'ambiente
Consumi elettrici totali (espressi in TEP)
2000
2001
2002
2003
2004
Capoliveri
3.402
3.206
3.776
4.167
4.210
Totale
Comunità
Montana
dell’Arcipelago
28.337
26.795
30.054
31.775
33.659
60
50
40
terziario
30
domestico
industria
20
agricoltura
10
0
2000
2001
2002
2003
2004
Fig. 15 Distribuzione percentuale dei consumi elettrici nel territorio della Comunità Montana
dell’Arcipelago Toscano (Elba e Capraia)
Da questo grafico emerge come il consumo di energia elettrica è concentrato nel
settore terziario (circa 51%) e nel domestico (circa 39%), situazione direttamente
riconducibile al peso che assume l’attività turistica in questo territorio.
A livello di intera Isola d’Elba si può poi rilevare come nel settore domestico i
consumi elettrici procapite risultano al di sopra della media nazionale e provinciale
(nel 2003 pari rispettivamente a 1.129 e 1.104 Kwh/ab. residenti).
57
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 12 Consumi elettrici procapite nel territorio dell'Isola d'Elba
Anno
Kwh/ab. residenti
Kwh/ab. equivalenti
2001
1596
1228
2002
1780
1388
2003
1788
1405
2004
1881
1515
•
Rif. INDICATORE “Consumi energetici pro capite”
•
Rif. INDICATORE “Informazione e sensibilizzazione della popolazione”
58
Caratterizzazione dell'ambiente
Energia: obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro obiettivi di
sostenibilità
Razionalizzazione
e riduzione dei
consumi
Stato Tendenza
attuale
Obiettivi di
sostenibilità
Riduzione dei
consumi energetici
pro capite e
riduzione di sprechi
e inefficienze
Informazione e
sensibilizzazione
della popolazione
sul risparmio
energetico e sulle
opportunità delle
fonti rinnovabili
Migliorare
l’efficienza
energetica negli usi
Aumento della
quota di utilizzo di
energie rinnovabili
DPSR Disp.
dati
Incentivare e favorire
la diffusione di
tecnologie ad alta
efficienza e a
risparmio energetico
Introdurre
agevolazioni ed
incentivi nei
regolamenti edilizi
per la diffusione
delle pratiche di
bioedilizia
Aumentare la % di
energia proveniente
da fonti rinnovabili 11
Consumi energetici pro
capite
P
++
Informazione e
sensibilizzazione della
popolazione
R
++
R
++
R
+
Diffusione di tecnologie per
uso efficiente dell’energia
R
++
Adozione regolamenti edilizi
incentivanti il risparmio
energetico
R
++
R
++
☺
R
+++
☺
Intensità energetica del
settore civile (domestico e
terziario)
N° di strutture ricettive
dotate di certificazioni
ambientali (es. ecolabel)
Percentuale di energia
proveniente da fonti
rinnovabili
Mq di pannelli solari termici
installati
11
Questo obiettivo richiede una forte incentivazione che solo in parte può essere promossa dagli
strumenti di pianificazione locale; in questo caso una spinta significativa viene impressa dalla normativa
comunitaria e nazionale, nonché dalla normativa della regione Toscana (vedi LR 39/2005 “Disposizioni in materia di
energia”)
59
Caratterizzazione dell'ambiente
Motivazioni della tendenza
La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori si presenta in
generale negativa sia sotto il profilo dei consumi energetici, che sotto il profilo
dell’utilizzo di energie rinnovabili (vedi colonna stato attuale).
L’andamento dei consumi energetici, in generale crescita in tutto il territorio elbano,
nonché regionale e nazionale, si traduce in un progressivo peggioramento nel tempo
del relativo indicatore.
Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni (in
parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate) contenute nell’attuale
Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).
La recente crescita, seppur limitata, della quota di energia proveniente da fonti
rinnovabili (in particolare riferita ai pannelli solari termici) nel territorio comunale, si
traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo
indicatore. Elemento positivo in questo panorama è rappresentato dalla spinta data
dalla normativa regionale con la legge n°39 del febbraio 2005 “Disposizioni in
materia di energia” (vedi in particolare Capo IV” razionalizzazione della produzione e dei
consumi, risparmio energetico ed interventi di compensazione ambientale in particolare”).
Un segnale positivo è la Proposta di piano energetico per l’Arcipelago Toscano:
nell’ambito della pianificazione energetica provinciale, l’Agenzia Energetica della
provincia di Livorno (EALP srl), in accordo con la Comunità Montana dell’Isola
d’Elba e Capraia valuterà anche la possibilità di implementare uno specifico piano
energetico per l’Arcipelago Toscano volto a definire indirizzi ed interventi di
risparmio energetico e di utilizzo delle fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse) per
soddisfare il fabbisogno energetico delle isole in modo sostenibile, da armonizzare
nell’ambito più generale del piano di gestione del Parco dell’Arcipelago Toscano.
Per quanto concerne gli altri indicatori, non si ravvisano elementi in grado di far
supporre una loro significativa modificazione nel tempo; la tendenza attribuita a
questi indicatori si traduce pertanto in un sostanziale mantenimento.
60
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.4. Rifiuti
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati ricavati dalle seguenti fonti:
•
Agenda21, 2006
•
Provincia di Livorno: Piano di gestione dei rifiuti urbani (aggiornamento), marzo
2004.
Produzione di rifiuti urbani
La produzione di rifiuti solidi urbani è andata crescendo di anno in anno in tutta la
regione, fino a raggiungere nel 2003 una produzione procapite di 667 kg/abitante
anno; costantemente più alta risulta la produzione procapite della provincia di
Livorno e ancora superiore quella riferita all’Isola d'Elba nel suo complesso ed al
comune
di
Capoliveri.
800
700
600
500
Reg. Toscana
400
Prov. Livorno
300
Capoliveri
200
Tot. Elba
100
0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Fig. 16: Valori di produzione procapite di rifiuti solidi urbani (RSU), espressi in chilogrammi
anno. Per il calcolo della produzione procapite è stato utilizzato come riferimento il numero di
abitanti equivalenti (abitanti equivalenti = numero di residenti sommato al numero delle
presenze turistiche/365).
61
Caratterizzazione dell'ambiente
Nello specifico, per il calcolo degli abitanti equivalenti (Ab.Eq.) nel comune di
Capoliveri, nel periodo 2001-2004, sono stati presi a riferimento i seguenti dati:
2001
2002
2003
2004
Abit.
Pres.
Ab.
Eq.
Abit.
Pres.
Ab.
Eq.
Abit.
Pres.
Ab.
Eq.
Abit.
Pres.
Ab.
Eq.
3.105
953301
5.716
3.146
905348
5.626
3.271
842046
5.577
3.427
802705
5.626
Legenda: Abit. = abitanti residenti; Pres. = presenze turistiche; Ab.Eq.= abitanti equivalenti
Va precisato come i dati relativi alle presenze turistiche sono sicuramente
sottostimati: sono infatti di provenienza dell’Agenzia per il Turismo dell’Arcipelago
Toscano, che censisce solo le strutture ricettive registrate regolarmente, e non
contemplano quindi gli affitti privati.
Relativamente agli altri comuni elbani, la produzione di RSU procapite annua nel
periodo 2001-2004 (espressa in chilogrammi) risulta essere la seguente.
1000
800
2001
600
2002
400
2003
2004
200
0
Campo nell'E.
Capoliveri
Marciana
Marciana M.
Porto A.
Portoferraio
Rio M.
Rio nell'E.
• Rif. INDICATORE “Produzione di rifiuti procapite annua”
La produzione totale di rifiuti urbani nel comune di Capoliveri dal 1999 al 2005
(espressa in tonnellate/anno), risulta essere:
8000
7000
6000
1999
5000
2000
4000
2001
3000
2002
2000
2005
1000
0
62
Caratterizzazione dell'ambiente
Rif. INDICATORE “Produzione totale annua di rifiuti ”
In relazione alla diversa entità della presenza turistica nei vari mesi dell’anno, la
produzione di RSU nell’Isola d’Elba nei diversi mesi dell’anno, riferita agli anni 20032005 ed espressa in tonnellate, appare la seguente:
5000
4000
3000
2003
2004
2000
2005
1000
0
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
Fig. 17 Produzione di RSU nell’Isola d’Elba nei diversi mesi dell’anno (tonnellate)
Raccolta differenziata
Per raccolta differenziata s’intende quella idonea a raggruppare i rifiuti urbani in
frazioni merceologiche omogenee. Consiste infatti nella separazione, alla fonte, delle
diverse tipologie di rifiuti.
La raccolta differenziata assume un ruolo prioritario nella gestione integrata dei
rifiuti, in quanto consente, da un lato di diminuire il flusso dei rifiuti avviati allo
smaltimento, dall’altro di condizionare positivamente tutto il sistema di gestione dei
rifiuti. Consente infatti:
la valorizzazione delle componenti merceologiche dei rifiuti sin dalla raccolta;
la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti da avviare allo
smaltimento indifferenziato, minimizzando l'impatto ambientale dei processi di
trattamento e smaltimento;
il recupero di materiali e di energia nella fase di trattamento finale;
la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cittadini con
conseguenti significativi cambiamenti dei consumi, a beneficio delle politiche di
prevenzione e riduzione.
63
Caratterizzazione dell'ambiente
Nel grafico seguente, relativamente a ciascun comune elbano, viene indicata la
produzione totale annua di rifiuti urbani e la produzione di rifiuti proveniente da
raccolta differenziata riferite all’anno 2005.
ar
in
a
M
Ri
o
ne
ll'
El
ba
Ri
o
Po
rto
fe
rra
io
az
zu
rr
o
Po
rto
ar
in
a
M
M
ar
cia
na
ar
cia
na
M
Ca
m
po
RU totali (t/ anno)
Ca
po
liv
er
i
RD (t/ anno)
ne
ll'
El
ba
RU (t/ anno)
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0
Fig. 18 Produzione totale annua di rifiuti urbani e produzione di rifiuti proveniente da raccolta
differenziata riferite a ciascun comune elbano (anno 2005)
64
Caratterizzazione dell'ambiente
Nel 2005 delle 32.560 tonnellate complessive di RU raccolti nell’Isola d’Elba soltanto
4.135 provenivano da raccolta differenziata; in termini di efficienza della RD
(espressa in %di RD su RD+ RSU), questi dati si traducono in un’efficienza del 13,5
per l’Elba nel suo complesso, e un 8,7 % se riferita al comune di Capoliveri.
65
Caratterizzazione dell'ambiente
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Campo nell'Elba
Capoliveri
Marciana
Marciana Marina
Porto Azzurro
Portoferraio
Rio nell'Elba
Rio Marina
Comuni
dell'Elba
Totale ELBA
Fig. 19 Confronto in termini di efficienza della raccolta differenziata (espressa come % di RD su
RSU+RD) nei diversi comuni dell’Isola d'Elba (anno 2005)
35
30
25
Reg.Toscana
20
Prov. LI
15
Elba
10
Capoliveri
5
0
2000
2001
2002
2003
2004
Fig. 20 Confronto in termini di efficienza della raccolta differenziata negli anni 2001 – 2004, nei
diversi contesti territoriali - Regione Toscana, Provincia di Livorno, Isola d'Elba e Comune di
Capoliveri
Come si evince dal grafico, negli ultimi anni si è assistito ad una generale e
progressiva crescita della raccolta differenziata nei diversi contesti territoriali: a
Capoliveri si è passati dal 5,1 % del 2002 all’ 8,7 %, mentre nel territorio elbano nel
suo complesso si è passati da 9,67 a 13,5%, valori che continuano tuttavia ad
attestarsi ben al di sotto dei relativi valori provinciali e regionali e da quanto previsto
dalla normativa nazionale.
Rif. INDICATORE “% di RU provenienti da raccolta differenziata ”
Quanto sopra evidenzia come l’efficienza della raccolta differenziata nei diversi
comuni dell’Elba sia ancora agli inizi ed abbia bisogno di una forte spinta affinché lo
smaltimento dei rifiuti in discarica sia progressivamente ridotto a favore di sistemi
66
Caratterizzazione dell'ambiente
ecocompatibili quali recupero e riciclaggio; è importante pertanto aumentare e
diversificare l’attività di recupero e riciclaggio. Tra le strutture da promuovere in
questo senso si annoverano12:
gli impianti di compostaggio (a cui vengono conferiti rifiuti organici, dove
possono essere recuperati sottoforma di terriccio), quale quello previsto all’Elba in
località Buraccio, a potenziamento dell’impianto di trattamento esistente, ancora non
realizzato;
gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici,
recuperati sottoforma di terriccio (verificare stato di attuazione di quello in progetto
a Buraccio);
gli impianti di riciclaggio;
le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta
differenziata di particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili (macerie,
filtri e oli esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.);
gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per
raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta differenziata,
(carta, vetro, lattine e plastica);
gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei
mercati e nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di
particolari tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici e
solventi, batterie, cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).
Rif. INDICATORE “Attività di recupero e riciclaggio”
Rif. INDICATORE “Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione”
12 Da uno studio che LEGAMBIENTE ha condotto sul territorio nazionale è risultato che in tutti i casi in cui la
raccolta differenziata è salita a valori elevati questa si è realizzata con il servizio di raccolta “porta a porta”,
sostenuto da un’adeguata sensibilizzazione e supporto alla realizzazione di piccoli centri di RD distribuiti sul
territorio. All’Elba un buon esempio di raccolta porta a porta viene dai comuni di Marciana Marina e
Portoferraio, mentre un buon sistema di RD in toto sembra essere quello adottato dal comune di Campo
nell’Elba.
67
Caratterizzazione dell'ambiente
Produzione rifiuti speciali
I rifiuti speciali, suddivisi in pericolosi e non pericolosi (D.lgs.22/97), sono quelli
provenienti dalle attività produttive, commerciali, sanitarie e di servizio.
Di questi sono disponibili dati parziali, a livello dell’intera Isola d’Elba, circa
tipologie e soprattutto quantitativi prodotti, dati difficilmente determinabili in
quanto lo smaltimento è a carico dei soggetti produttori che si affidano a ditte
specializzate. Il Modello di Dichiarazione Unica (MUD) previsto dalla normativa
vigente non permette la creazione di un vero e proprio sistema di contabilità dei
rifiuti; mancano infatti i dati relativi ai rifiuti sanitari non pericolosi, ai veicoli a
motore, agli inerti da demolizione, ai rifiuti prodotti da imprese artigiane con meno
di tre dipendenti, e da imprenditori agricoli con un volume di affari inferiore a 7.746
euro.
Smaltimento
La raccolta dei rifiuti urbani nel comune di Capoliveri, come negli altri comuni
dell’Elba ad eccezione di Porto Azzurro e di Campo nell’Elba, viene svolta dalla
società Elbana Servizi Ambientali SpA (E.S.A. SpA), la stessa che si occupa anche
della gestione dell’impianto di trattamento di Buraccio (località Buraccio, nel
comune di Porto Azzurro) e della discarica di Literno (località Literno, nel comune
di Campo nell’Elba).
Impianto di trattamento di Buraccio
L'impianto occupa un'area di circa 2.500 metri quadrati ed è ubicata sul fianco destro
della valle del fosso di Mar dei Carpisi.
Il piano di gestione dei rifiuti urbani della provincia di Livorno ha previsto la
realizzazione di un impianto di compostaggio di qualità, intervento che ancora non è
stato realizzato.
Discarica di Literno
Ubicata in località Literno, nel comune di Campo nell’Elba, questa discarica è di
servizio all’impianto di trattamento di Buraccio. Dopo un periodo di stasi dovuta
alla contemporanea inattività dell’impianto di Buraccio, è nuovamente in funzione
dal 2002. Attualmente è in corso la progettazione di un nuovo lotto per ulteriore
ampliamento della discarica .
Nonostante gli interventi realizzati, i risultati delle indagini condotte nell'ambito di
AG21 documentano, a tutt’oggi, la presenza di numerose criticità.
68
Caratterizzazione dell'ambiente
Nel Piano di Azione Ambientale regionale l’Arcipelago Toscano è stato individuato
come “area a rischio” per i rifiuti; le isole toscane hanno infatti realizzato una scarsa
raccolta differenziata, esportano rifiuti nella terraferma (Giglio, Capraia e Giannutri),
oppure hanno utilizzato discariche giunte all’esaurimento (Isola d’Elba) ed impianti
di recupero che si sono rilevati inadeguati. Anche l’aggiornamento del piano dei
rifiuti della provincia di Livorno indicava i comuni elbani come l’anello debole del
sistema di raccolta, riciclaggio e smaltimento.
•
Rif. INDICATORE Dotazione impiantistica per trattamento rifiuti
•
Rif. INDICATORE Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati
69
Caratterizzazione dell'ambiente
Rifiuti: obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro
obiettivi di
sostenibilità
Obiettivi Specifici
Riduzione
della
produzione di
rifiuti
Ridurre la produzione totale
di rifiuti urbani sia
complessiva che procapite
Aumento
della raccolta
differenziata e
del riciclo
DPS Disp. Stato Tendenza
R
dati attuale
Produzione di rifiuti
procapite annua
P
+++
produzione totale di
rifiuti annua
P
+++
Censire e recuperare le
discariche non controllate
Presenza di discariche
di rifiuti abbandonati
S
+
Potenziare la capacità e la
qualità degli impianti di
trattamento
Dotazione
impiantistica per
trattamento rifiuti
R
+++
Aumentare e diversificare
l’attività di recupero e
riciclaggio
Attività di recupero e
riciclaggio
R
+++
% di raccolta
differenziata
R
++
Attività di
sensibilizzazione,
educazione e
formazione
R
+++
Diversificare gli eventi di
coinvolgimento della
popolazione sul corretto
smaltimento dei rifiuti
☺
(vedi nota
21)
☺
Motivazioni della tendenza
La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori risulta in
generale negativa, sia sotto il profilo della riduzione della produzione di rifiuti, che
rispetto all’aumento della raccolta differenziata e il riciclo (vedi colonna stato
attuale).
La produzione di rifiuti, sia a livello comunale che di Isola d’Elba documenta, seppur
con andamento altalenante, un generale aumento nel tempo della produzione di
13
La progressiva crescita in termini di efficienza della raccolta differenziata registrata negli ultimi anni
pur costituendo di per se un elemento positivo, non soddisfa i requisiti di sostenibilità perseguiti sia a livello
regionale che statale.
70
13
Caratterizzazione dell'ambiente
rifiuti, tendenza che fa presupporre un progressivo peggioramento del relativo
indicatore14.
Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in
parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute
nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”). Tali previsioni, anche se non
correlate in molti casi con un aumento di unità abitative, comportano infatti un
aumento dei posti letto e quindi di presenze.
Con il deliberazione del consiglio n. 52 del 25 marzo 2004 ha approvato un
aggiornamento il “Primo stralcio funzionale e tematico del Piano di gestione dei
rifiuti” relativamente alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati della Provincia di
Livorno - ATO 4 adottato con DCP. n 93 del 20 dicembre 1999. In tale documento
sono contenuti gli indirizzi volti alla realizzazione di un sistema integrato di gestione
dei rifiuti nelle diverse aree di raccolta individuate, una delle quali è costituita
dall’Isola d’Elba.15
La crescita dell’efficienza della raccolta differenziata in questi ultimi anni, si traduce
nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo indicatore.
Tale miglioramento, seppur importante come tendenza in atto, rimane ancora
insufficiente a soddisfare gli obiettivi di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale
che statale e comunitario.
14
Circa la produzione procapite di rifiuti urbani è da precisare che questo dato, calcolato per abitante
equivalente, potrebbe essere sovrastimato a seguito dell’utilizzazione di un numero – quello delle presenze
turistiche – inferiore rispetto alla situazione reale (vedi presenze non registrate connesse ad affittacamere. CAV, e
altro).
15 Per realizzare il sistema integrato di gestione dei rifiuti, il territorio provinciale è stato diviso in quattro aree di
raccolta che comprendono porzioni di territorio aggregate, corrispondenti a più comuni, in cui agisce un unico
soggetto gestore il quale è tenuto a predispone soluzioni dei conferimenti separati, delle RD, della raccolta dei
flussi residui indifferenziati, nonché realizza e gestisce le attrezzature di supporto alla raccolta differenziata
(stazioni ecologiche per il conferimento, piattaforme per il trattamento e lo stoccaggio dei materiali recuperabili,
impianti di selezione delle frazioni recuperabili, impianti di compostaggio della frazione verde). Una di queste
quattro aree è l’Area Isola d’Elba (Comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana M., Portoazzurro,
Portoferraio, Rio nell’Elba e Rio Marina). In tali aree i Comuni adottano strumenti amministrativi omogenei e
coerenti (Regolamenti Comunali per lo svolgimento dei servizi integrati di gestione dei RU). Tali regolamenti
dovranno definire le modalità organizzative dei servizi e gli obblighi di conferimento differenziato per i servizi
attivati sul territorio. Il risultato della riorganizzazione “tecnico - amministrativa” dovrà essere la gestione
unitaria dei servizi di raccolta rifiuti, compresa la raccolta differenziata, nonché la gestione delle fasi di
recupero/riciclaggio e smaltimento dei rifiuti residui. Infatti il crescente peso nel sistema organizzativo delle
raccolte differenziate integrate, parzialmente sostitutive delle ordinarie raccolte dei rifiuti indifferenziati e
tendenti a ridurre il peso delle raccolte differenziate aggiuntive, presuppone una forte integrazione tra i servizi.
71
Caratterizzazione dell'ambiente
Gli indicatori dotazione impiantistica per trattamento rifiuti e attività di
sensibilizzazione, educazione e formazione, rimangono invece con andamento
costante;
il potenziamento dell’impianto di trattamento di Buraccio con la
realizzazione di un impianto di compostaggio previsto dal Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti Urbani, previsto entro il 2006, non risulta ad oggi attuato.
3.3.5. Biodiversità, vegetazione, flora e fauna
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:
- Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/)
- Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri
- Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007)
- Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno
- Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006)
- Banca dati Progetto RENATO – Repertorio Naturalistico Toscano (2003)
- Schede Siti Natura 2000
- Bibliografia del settore, ed in particolare:
Alessandro V. et al., 1991 – Carta dell’unità di terre dell’Isola d’Elba. Istituto Agronomico Oltremare.
Firenze.
Arcamone E., Baccetti N., Leone L., Melega L., Meschini E. & Sposimo P., 2001 – Consistenza ed
evoluzione della popolazione di Gabbiano reale Larus cachinnans michahellis nidificante
nell’Arcipelago Toscano. Avocetta 25: 142.
Arrigoni P. V., 1972 – Rapporti floristici tra l’Arcipelago toscano e le terre vicine. Lavori Società
italiana di fitogeografia, n.s. 25 555-565.
Arrigoni P.V., Baldini R.M., Foggi B., Signorini M.A., 2003 – Analysys of the floristic diversity of the
Tuscan Archipelago for conservation purposes. Bocconea 16 (1): 245-259.
Cassaing J., C. Derré C., Moussa I., Parghentanian T., Bocherens H., Cheylan G., 2005 - Le régime
alimentaire du rat noir Rattus rattus dans les îles d’Hyères analysé par la biochimie
isotopique et les contenus stomacaux. Sci. Rep. Port-Cros natl. Park, Fr., 21 : 89-115.
Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1992 – Libro rosso delle piante d’Italia. WWF Italia, Società Botanica
Italiana, Ministero dell’Ambiente.
Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997 – Liste rosse regionali delle piante d’Italia. WWF Italia, Società
Botanica Italiana.
Fanelli G., Tescarollo P., 2005 – La vegetazione echinofitica a Genista desoleana del Massiccio del
Monte Capanne (Isola d’Elba, Toscana, Italia). Parlatorea 7: 39-46.
Foggi B., Signorini M.A., Grigioni A., Clauser M., 2000 – La vegetazione di alcuni isolotti
dell’Arcipelago Toscano. Fitosociologia 37: 69-91.
Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo l., Menicagli E., 2006 – Il
paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (Arcipelago Toscano). Studio fitosociologico e
cartografico. Fitosociologia 43 (1) suppl. 1: 3-95.
Raffaelli M., Fiesoli P., 1993 - Biscutella L. ser. Levigatae Malin. (Cruciferare) in Toscana. Indagini
morfobiometriche e tassonomiche. Webbia, 47: 55-78.
72
Caratterizzazione dell'ambiente
Sommier S., 1902 – La flora dell’Arcipelago Toscano. Nuovo Giornale Botanico Italiano, 9: 319-354.
Sommier S., 1903 – La flora dell’Arcipelago Toscano. Nuovo Giornale Botanico Italiano, 10: 133-200.
Vidal E., Medail F., Tatoni T., Roche P. & Patrick Vidal, 1998 - Impact of gull colonies on the flora of
the Riou Archipelago (mediterranean islands of south-east France). Biological Conservation,
84: 235-243.
Flora e Vegetazione
Il territorio del Comune di Capoliveri si caratterizza, così come gran parte del
territorio elbano, da elevati valori naturalistici, per la presenza di specie di flora e di
tipologie vegetazionali (anche habitat ai sensi della Direttiva 92/43/CEE) di elevato
valore conservazionistico.
Numerose risultano le specie di flora endemiche elbane o dell’Arcipelago Toscano, le
specie di flora e fauna di interesse regionale (LR 56/2000 e succ. modif.) o
comunitario (Direttiva 92/43/CEE e succ. modif.) e le tipologie vegetazionali
attribuite ad habitat di interesse regionale, comunitario o prioritario.
Nell’Isola d’Elba l’Isolamento geografico, le vicende storiche (antichi collegamenti
con la terraferma e con il sistema sardo-corso), la diversità climatica, altitudinale e
geomorfologica, e le trasformazioni antropiche hanno creato una estrema diversità
ambientale in grado di ospitare un ricco patrimonio floristico e vegetazionale, dagli
ambienti costieri sabbiosi (ad esempio Lacona) e rocciosi (gran parte della costa di
Capoliveri), a quelli forestali di latifoglie (versante settentrionale del M.te Capanne) o
di sclerofille (ad esempio nei versanti circostanti Cavo), dagli ambienti agricoli di
pianura (Mola) o di bassa collina agli ambienti di gariga e macchia e a quelli montani
sommitali mediterranei (M.te Capanne, ecc.).
Dal punto di vista floristico il territorio elbano risulta ben studiato (ad esempio
Sommier 1902; 1903; Fabbri, 1963; Bavazzano, 1969; Paoli e Romagnoli, 1976; Sabato,
1977; Arrigoni, 1972; Arrigoni, e Di Tommaso, 1981; Filipello e Sartori, 1977; 1983;
Fossi Innamorati, 1983; 1989; 1991; 1994; 1997; Barsotti e Lambertini, 1989; Gori, 1989;
Baldini, 1990; 1991; 1998; Alessandro V. et al., 1991; Raffaelli e Fiesoli, 1993; Foggi e
Grigioni, 1999; Arrigoni et al., 2003; Fanelli e Tescarolo, 2005; Foggi et al., 2006).
73
Caratterizzazione dell'ambiente
Il buon livello di conoscenza della flora elbana risulta evidente anche dalle
conclusioni del progetto RENATO (Fig. 21) con particolare riferimento al territorio
meridionale dell’Isola ed al Comune di Capoliveri.
Fig. 21 Rappresentazione schematica del livello di conoscenza delle diverse porzioni di territorio
regionale, relativo alle specie di Flora (Sposimo e Castelli, 2005).
Relativamente alla componente floristica per il territorio comunale il quadro
conoscitivo del Piano Strutturale, ed ulteriori approfondimenti realizzati in fase di
rapporto ambientale, indicano la presenza di 68 specie di flora di interesse
conservazionistico (in quanto rare, di interesse fitogeografico, endemiche, ecc.), di cui
57 specie di flora di interesse regionale di cui alla L.R. 56/2000. Sono inoltre presenti
4 specie endemiche (Helichrysum litoreum, Limonium ilvae, Ophrys tyrrhena, Urtica
atrovirens) e 10 specie inserite nella lista di attenzione del progetto RENATO
Repertorio Naturalistico Toscano (Sposimo e Castelli, 2005; Università di Firenze e
Museo di Storia Naturale, 2003) (Corynephorus divaricatus, Hypecoum procumbens,
Limonium ilvae, Limonium multiforme, Malcolmia ramosissima, Matthiola tricuspidata,
Panicum repens, Romulea rollii, Sarcocornia perennis, Silene nicaeensis).
74
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 13 Specie di flora di interesse conservazionistico presente nel territorio comunale di
Capoliveri.
Nome specifico
Ammophila littoralis
Anacamptis pyramidalis
Anthyllis barba-jovis
Asarum europaeum
Asparagus acutifolius
Asphodelus aestivus
Asplenium trichomanes ssp.
quadrivalens
Aster tripolium
Brassica fruticulosa ssp. fruticulosa
Carduus cephalanthus
Centaurea sphaerocephala
Consolida regalis
Corynephorus divaricatus
Crepis bellidifolia
Crucianella maritima
Dactylorhiza romana
Dianthus sylvestris ssp. longicaulis
Euphorbia paralias
Euphorbia pinea
Euphorbia pubescens
Euphorbia spinosa
Eryngium maritimum
Fumana scoparia
Gennaria diphylla
Globularia alypum
Halimione portulacoides
Helichrysum litoreum
Hypecoum procumbens
Inula chrythmoides
Juniperus phoenicea ssp. turbinata
Lavatera punctata
Laurus nobilis
Limonium ilvae
Limonium multiforme
Limonium narbonense
Lupinus micranthus
Malcolmia ramosissima
Matthiola incana
Matthiola sinuata
Matthiola tricuspidata
Medicago marina
92/43
CEE
LR
56/00
End
LR1
LR2
REN
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
tirr
•
•
•
•
elba
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
75
Caratterizzazione dell'ambiente
Narcissus serotinus
Narcissus tazetta
Ophrys fuciflora
Ophrys papilionacea
Ophrys tyrrhena
Ophrys tenthredinifera
Pancratium maritimum
Panicum repens
Polygonum maritimum
Puccinellia convoluta
Romulea rollii
Sarcocornia perennis
Scabiosa rutifolia (Pycnocomon
rutifolium)
Scirpus lacustris
Senecio cineraria
Serapias cordigera
Serapias neglecta
Serapias vomeracea
Silene nicaeensis
Silene tyrrhenia
Sonchus asper ssp. glaucescens
Suaeda maritima
Sternbergia lutea
Urginea maritima
•
•
•
•
•
tirr
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Urtica atrovirens
•
Urtica membranacea
Vitex agnus-castus*
•
•
SaCo-Ti
•
•
* Presenze indicate nel quadro conoscitivo del Piano Strutturale ma da accertare con ulteriori indagini
Sa-Co-Ti: endemismo sardo corso tirrenico
Tirr: endemismo tirrenico
Elba: endemismo elbano
Arc: endemismo arcipelago toscano
Le 10 specie di flora incluse nella lista di attenzione del Progetto RENATO risultano
in gran parte legate agli ambienti di costa sabbiosa e secondariamente di costa
rocciosa.
Lo stesso progetto RENATO ha individuato tali habitat come uno degli ambienti più
vulnerabili e a rischio di alterazione. “Tutte le specie legate a questi habitat (9% circa)
sono accomunate da gravi minacce di rarefazione e scomparsa, dovute allo sfruttamento
turistico delle spiagge e all'erosione. La maggior parte dei litorali sabbiosi toscani sono già
fortemente alterati e impoveriti nella componente vegetale, e anche quei tratti che ricadono
all’interno di aree protette sono di difficile tutela, in quanto è quasi impossibile limitare o
impedire l’accesso alle spiagge”.
76
Caratterizzazione dell'ambiente
“Le specie vegetali che risultano più minacciate sono quelle dei litorali sabbiosi, localmente
sottoposti a interventi di espansione urbanistica e a rimodellamento, oltre che a intensa
frequentazione (vedi Carta Europea del litorale, Creta 1981). In Italia le specie psammofile
sono quelle che hanno subìto le maggiori riduzioni di areale; quasi tutte sono in pericolo di
scomparsa locale o regionale, molte sono in pericolo di estinzione, alcune sono già estinte”
“E’ quindi sulle specie psammofile, igroalofile, idrofitiche e palustri che deve essere orientata
la conservazione con assoluta priorità. Esiste poi un pericolo generale di erosione della
naturalità e della complessità ecosistemica, conseguenza della tendenza generale alla
antropizzazione diffusa del territorio” (Sposimo e Castelli, 2005).
La presenza di 10 specie di flora di elevato valore conservazionistico, inserite nella
lista di attenzione del Progetto Renato, costituisce un indicatore dell’elevato valore
floristico del territorio comunale.
Nel territorio di Capoliveri sono presenti 4 specie endemiche. Di particolare valore la
presenza, in ambienti di costa rocciosa di Limonium ilvae, specie endemica esclusiva
dell’Isola d’Elba. Urtica atrovirens costituisce invece un endemismo sardo-corso
presente in diverse isole dell’Arcipelago Toscano (Elba, Gorgona, Capraia, Pianosa e
Giglio). Infine Helichrysum litoreum e Ophrys tyrrhena costituiscono endemismi
peninsulari presenti, la prima, in diverse isole dell’Arcipelago Toscano e la seconda
solo all’Isola d’Elba. Di particolare interesse anche la presenza di 19 specie di flora
inserite nelle liste rosse regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997).
Il territorio elbano, ed il Comune di Capoliveri, si caratterizzano dalla presenza di
numerose specie esotiche di flora, a costituire una delle principali cause di minaccia
per gli habitat e le specie di flora degli ambienti costieri in area mediterranea. Tale
presenza costituisce quindi un indicatore di alterazione antropica dei popolamenti
floristici e degli habitat. A tal riguardo il quadro conoscitivo del Piano strutturale
cita:
Fra le erbacee una menzione a parte merita l’acetosella gialla (Oxalis pes-caprae L.), specie
bulbosa a propagazione quasi esclusivamente vegetativa, molto frequente nel territorio di
Capoliveri nelle zone maggiormente antropizzate: frequente nelle campagne, appare diffusa
anche nei territori coperti da macchia mediterranea, soprattutto lungo le strade. ... .Altre
specie esotiche sono presenti nella vegetazione fin qui descritta: sui versanti più bassi, ad
esempio sulle scarpate a monte e a valle della strada Capoliveri-Ripe Alte (fino a circa 200 m
s.l.m.) si hanno densi popolamenti di agave (Agave americana L.) e di fico d’India (Opuntia
ficus-indica [L.] Miller) sfuggite alla coltura ornamentale o deliberatamente diffuse come
consolidanti delle scarpate. Queste specie sono da contenere nella loro diffusione e
possibilmente andrebbero eliminate almeno dalle zone non antropizzate e naturalisticamente
più rilevanti. Il fico d’India è fra l’altro una delle specie la cui diffusione sul territorio toscano
è vietata dalla L.R. n. 56 del 6 aprile 2000 (art. 6, c.4). Fra le piante esotiche presenti sui
versanti del Calamita si segnala anche l’eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) che non dà
problemi di diffusione spontanea e la robinia (Robinia pseudacacia L.), limitatamente ad
alcune vallecole torrentizie, dove trova condizioni ideali di umidità. Anche la robinia è specie
77
Caratterizzazione dell'ambiente
da contenere od eliminare, in quanto facilmente invasiva per seme e soprattutto per polloni
radicali.
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE “N. specie vegetali endemiche, rare o in liste di attenzione”
rif. INDICATORE “N. specie vegetali protette (di interesse regionale o
comunitario)”
rif. INDICATORE “N. specie vegetali del progetto RENATO”
rif. INDICATORE “Presenza alberi monumentali ai sensi della LR. toscana.”
rif. INDICATORE “Grado esoticità della flora”
Relativamente agli aspetti vegetazionali ed ecosistemici del territorio comunale di
Capoliveri il quadro conoscitivo del Piano Strutturale indica la presenza delle
seguenti tipologie:
1) boschi di sclerofille sempreverdi arboree ed arbustive;
2) macchie di sclerofille sempreverdi arbustive;
3) pinete;
4) vegetazione arbustiva delle coste rocciose;
5) vegetazione delle coste sabbiose;
6) vegetazione delle zone umide e dei corsi d’acqua;
7) altre tipologie di vegetazione.
La recente Carta della vegetazione dell’Isola d’Elba (Foggi et al., 2006), a testimonianza
dell’estrema ricchezza vegetazionale del territorio comunale indica la presenza 33
tipologie vegetazionali naturali o seminaturali ed 8 tipologie vegetazionali artificiali.
Rispetto alle unità di vegetazione presenti nel territorio elbano il Comune di
Capoliveri presenta il 44% delle tipologie forestali (4 tipologie su 9), il 100% delle
tipologie di macchie e boscaglie di sclerofille sempreverdi di tipo zonale (14 su 14), il
56% delle tipologie di macchie basse, garighe e prati secondari (9 su 16), non presenta
nessuna tipologia vegetazionale di tipo rupestre montano (0 su 3) essendo queste
legate alla zona del Monte Capanne e del Volterraio-Capannello, presenta il 100%
delle tipologie di ambiente dunale (3 su 3) con la presenza degli ambienti dunali di
Lacona, il 100% delle tipologie di costa rocciosa e il 50% delle tipologie di ambienti
umidi (3 su 6) con particolare riferimento all’area di Mola.
78
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 22 Rappresentazione schematica del livello di conoscenza delle diverse porzioni di territorio
regionale, relativo agli habitat.
Nell’ambito delle tipologie vegetazionali numerosi risultano gli habitat di interesse
regionale (LR 56/2000 e succ. modif.) o comunitario (Direttiva 92/43/CEE e succ.
modif.), a testimonianza dell’elevato valore vegetazionale del territorio comunale di
Capoliveri. In particolare sono presenti 28 habitat di interesse regionale, di cui 26
anche di interesse comunitario. Di quest’ultimi 4 habitat risultano classificati come
prioritari.
79
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 14 Habitat di interesse regionale e comunitario presenti nel territorio del Comune di
Capoliveri (elaborazione inedita).
NOME HABITAT
• Habitat di interesse regionale (nome regionale)
Habitat di interesse comunitario o prioritari (nome di cui alla Direttiva
92/43/CEE, DM 20 gennaio 1999) (P = habitat prioritario)
• Banchi di sabbia sublitoranei permanentemente sommersi
Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
• Praterie di Posidonia oceanica
Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae)
• Grandi cale e baie poco profonde
Grandi cale e baie poco profonde
• Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche
(fascia mesolitorale e infralitorale)
Scogliere
Cod.
CORINE
Biotopes
Cod.
NATURA
2000
11,25
1110
11,34
1120
12
1160
11,24-11,25
1170
P
si
• Vegetazione effimera nitro-alofila delle linee di deposito marino
Vegetazione annua delle linee di deposito marine
17,2
• Coste rocciose mediterranee con vegetazione aeroalina
Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium sp.pl.
18,22
endemici
• Fanghi e sabbie litoranee con vegetazione pioniera annua alonitrofila
Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone
15,11
fangose e sabbiose
• Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila
arenaria
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria
16,212
(“dune bianche”)
• Stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate
Depressioni umide interdunari
16,31
• Dune stabilizzate mediterranee del Crucianellion maritimae
Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
16,223
• Dune con pratelli delle Malcolmietalia
Dune con prati dei Malcolmietalia
16,228
• Dune con vegetazione annua dei Thero-Brachypodietalia
Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua
16,229
• Dune con vegetazione delle Cisto-Lavanduletalia
Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia
16,28
• Dune con vegetazione alto arborea a dominanza di Pinus pinea
e/o P. pinaster
Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster
16,29 x 42,8
• Stagnetti temporanei mediterranei
Stagni temporanei mediterranei
22,34
• Formazioni oro-mediterranee di pulvini a dominanza di ginestre
spinose
Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose
31,7
• Boscaglie a dominanza di Juniperus sp.pl.
1210
1240
1310
2120
2190
2210
2230
2240
2260
si
2270
si
3170
4090
80
Caratterizzazione dell'ambiente
Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl.
• Boscaglia costiera a dominanza di Juniperus phoenicea ssp.
turbinata
Matorral arborescenti di Juniperus phoenicea
• Sommità delle scogliere con formazioni basse e discontinue di
suffrutici a dominanza di Helichrysum sp.pl.
Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
• Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche
Arbusteti termo - mediterranei e pre - desertici
• Coste rocciose con macchie xerotermofile a dominanza di
Euphorbia dendroides
Formazioni arboree ad euforbia
• Garighe savanoidi ad Ampelodesmos mauritanicus
Garighe ad ampelodesma
• Pratelli di erbe graminoidi e erbe annuali (Thero-Brachypodietea)
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea
• Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e
giunchi
Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del MolinioHoloschoenion
• Vegetazione casmofitica delle rupi silicee
Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica
• Grotte marine sommerse e semisommerse
Grotte marine sommerse e semisommerse
• Boschi a dominanza di Quercus suber
Foreste di Quercus suber
• Boschi mesofili a dominanza di Quercus ilex con Ostrya
carpinifolia e /o Acer sp.pl.
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
• Garighe a Euphorbia spinosa su substrato serpentinoso
• Cavità artificiali di vario tipo quali cave e miniere non più attive.
32,13132,136
5210
32,132
5212
32,217
5320
32,22-32,26
5330
32,22
5331
32,23
5332
34,5
6220
37,4
6420
62,2
8220
11,26
8330
45,21
9330
45,3
32,441
86,4
9340
si
Oltre agli habitat terrestri particolare interesse rivestono gli habitat marini ed in
particolare le Praterie di Posidonia oceanica che costituiscono un habitat da tutelare,
diffusamente presente nelle aree a mare prospicienti la costa del territorio comunale
di Capoliveri.
La prateria a Posidonia oceanica è un habitat di interesse comunitario, indicato come
prioritario nell'All.1 della Dir. 92/43CEE con il nome "Praterie di posidonie (Posidonion
oceanicae)", recentemente inserito anche nell'All. A della L.R. 56/2000, a seguito
dell'ultimo aggiornamento della lista degli habitat di interesse regionale. Posidonia
oceanica (L.) Delile è una fanerogama endemica del Mediterraneo, inserita
nell'Allegato II del Protocollo ASPIM.
Oltre che costituire biocenosi di elevato valore ecologico e biologico (produzione di
ossigeno, luogo di rifugio, e fonte di alimentazione e riproduzione per numerose
specie, punto di partenza per complesse reti trofiche, habitat di numerose specie di
81
Caratterizzazione dell'ambiente
Pesci, Cefalopodi e Crostacei di pregiato interesse commercial, ecc.), le praterie di
posidonia rappresentano un importante elemento nell'equilibrio sedimentario e nella
stabilizzazione della costa (stabilizzazione del fondo marino attraverso l’apparato
radicale, riduzione dell’intensità dei moti ondosi, ecc.).
Attualmente le praterie di Posidonia sono in regressione in moltissime zone del
Mediterraneo, soprattutto nella fascia più superficiale della zona costiera quella cioè
maggiormente soggetta all’impatto antropico.
I principali fattori responsabili della regressione delle praterie, più marcata nelle aree
maggiormente antropizzati, sono costituiti da un complesso di fattori naturali e di
origine antropica; tra questi ultimi si ricordano la costruzione delle opere costiere che
interferiscono con le dinamiche di distribuzione dei sedimenti, l'inquinamento delle
acque e l'aumento della loro torbidità, la pesca a strascico che scalza intere “matte”
mettendo a nudo il substrato (che più facilmente verrà ricolonizzato da specie a
crescita più rapida come la Cymodocea o la Caulerpa), gli ancoraggi in zone ad alta
concentrazione di diportisti nautici.
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE “N. di tipologie vegetazionali naturali e seminaturali”
rif. INDICATORE “N. habitat di interesse regionale, comunitario o prioritari”
rif. INDICATORE “Presenza aree di maggiore importanza naturalistica
Progetto RENATO”
rif. INDICATORE “Grado di conservazione degli ambienti umidi e ripariali.”
rif. INDICATORE “Grado di conservazione degli ambienti dunali”
rif. INDICATORE “Presenza e stato di conservazione delle Praterie di
posidonia”
Fauna
Come già evidenziato in precedenza, l’Arcipelago Toscano costituisce l’area con la
maggiore concentrazione delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico
selezionati nel corso del Progetto RENATO. Per quanto riguarda la fauna, l’area
ospita un numero rilevante di elementi di attenzione per la maggior parte dei gruppi;
fanno eccezione i Pesci e i Crostacei Decapodi di acqua dolce (nessuna specie della
lista di attenzione) e i Mammiferi (poche specie, in gran parte Chirotteri);
particolarmente importanti, in ambito regionale, sono le presenze di Rettili e Uccelli
(Sposimo e Castelli 2005): nell’arcipelago sono segnalate, rispettivamente, il 54,5 % e
il 45,0 % del totale delle specie comprese nella “Lista di attenzione”.
Concentrando l’analisi sul territorio comunale di Capoliveri le specie segnalate sono
in totale 34; fra queste spiccano in particolar modo gli Uccelli, sia come numero che
come “qualità” e importanza delle specie presenti, come si può facilmente evincere
82
Caratterizzazione dell'ambiente
dalla seguente tabella, dove sono elencate tutte le specie animali comprese nella Lista
di attenzione e segnalate per l’area in esame.
Tab. 15 Specie segnalate nel database del progetto RENATO per il territorio del Comune di
Capoliveri. Per i soli Uccelli sono state indicate le specie nidificanti in base alle segnalazioni
presenti nel database e ad altre informazioni edite e inedite.
Interesse
comunitari
o
Molluschi
Islamia gaiteri
Hypnophila dohrni
Xerosecta (Xerosecta) cespitum
Insetti
Dichillus corsicus
Coenonympha elbana
Anfibi
Hyla sarda
Bufo viridis
Rettili
Caretta caretta
Euleptes europaea
Podarcis muralis
Podarcis sicula
Uccelli
Calonectris diomedea
Phalacrocorax aristotelis
Circaetus gallicus
Circus cyaneus
Falco peregrinus
Falco tinnunculus
Alectoris rufa
Coturnix coturnix
Interesse
regionale
Nidificante
(uccelli)
s
s
s
s
s
Raganella tirrenica
Rospo smeraldino
s
s
Tartaruga comune
Tarantolino
Lucertola muraiola
Lucertola campestre
s
s
s
s
s
s
Berta maggiore
Marangone dal ciuffo
Biancone
Albanella reale
Pellegrino
Gheppio
Pernice rossa
Quaglia
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
Larus audouinii
Columba livia
Otus scops
Caprimulgus europaeus
Lullula arborea
Anthus campestris
Oenanthe hispanica
Gabbiano corso
Piccione selvatico
Assiolo
Succiacapre
Tottavilla
Calandro
Monachella
s
s
s
s
s
s
s
s
Monticola saxatilis
Codirossone
s
Monticola solitarius
Sylvia conspicillata
Sylvia undata
Lanius collurio
Lanius senator
Passero solitario
Sterpazzola di Sardegna
Magnanina
Averla piccola
Averla capirossa
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
s
possibile
s
s
S
probabile
irregolare
s
s
s
s
s
probabile
(irregolare?)
probabile
(irregolare?)
s
probabile
s
s
probabile
83
Caratterizzazione dell'ambiente
Serinus citrinella (=S.corsicanus)
Mammiferi
Martes martes
Venturone corso
s
Martora
s
fino anni ’80
– ‘90
mancano
dati recenti
s
Fra gli Uccelli sono inoltre da segnalare altre specie di interesse conservazionistico, a
livello almeno regionale, sono legate da segnalare per il territorio comunale sono il
rondone pallido Apus pallidus rondone maggiore Apus melba corvo imperiale Corvus
corax.
Da segnalare come elementi di un certo rilievo per la biodiversità locale sono alcune
specie ornitiche nidificanti a Mola, dove hanno l’unica o la principale stazione
dell’arcipelago Toscano: porciglione Rallus aquaticus, gallinella d’acqua Gallinula
chloropus, cannaiola Acrocephalus scirpaceus e cannareccione Acrocephalus arundinaceus.
Sempre fra gli Uccelli, un discorso a parte merita il gabbiano reale Larus michahellis,
specie che negli ultimi decenni ha avuto un’esplosione demografica grazie alla sua
capacità di sfruttare alcune risorse trofiche rese abbondantemente disponibili
dall’uomo, in particolare i rifiuti. Nell’Arcipelago Toscano la popolazione nidificante
è più che raddoppiata dal 1983 ad oggi, con un incremento medio annuo di circa il 4
% (Arcamone et al. 2001). All’Elba negli ultimi anni (dopo il 2000) ha mostrato
notevoli fluttuazioni, legate a fenomeni che esulano dagli scopi del presente
documento e che si originano in massima parte al di fuori dal territorio comunale:
disponibilità di rifiuti entro un raggio ben definito dalle colonie, assenza o
scarsissima presenza, nei siti riproduttivi, di predatori terrestri quali cinghiali, volpi
o cani vaganti, limitato disturbo antropico nel periodo primaverile. Nel territorio
comunale di Capoliveri, in particolare nel tratto non a caso denominato “costa dei
gabbiani”, è presente quella che presumibilmente è stata la prima colonia elbana
della specie. Come appena accennato, la presenza di abbondanti colonie di gabbiano
reale dipende da svariati fattori, alcuni dei quali indicano la presenza di elementi di
degrado mentre altri, al contrario, indicano assenza o limitato impatto di altri fattori
di pressione.
La presenza e l’abbondanza dei gabbiani reali nidificanti non può quindi essere
utilizzata quale indicatore di stato. Viceversa, è stato ormai ampiamente dimostrato
come i gabbiani possano costituire uno dei fattori principali che determinano la
struttura e la composizione della vegetazione nelle aree costiere insulari (ad es. Vidal
et al. 1998; per l’Arcipelago Toscano si veda Foggi et al. 2000) favorendo in
particolare una diffusione delle specie nitrofile e ruderali, e spesso di varie specie
alloctone (da citare in primo luogo Carpobrotus sp.), a svantaggio degli elementi
caratteristici degli ambienti costieri (ad es. le specie del gen. Limonium); al di sopra di
una certa soglia (a oggi non definibile), l’impatto dei gabbiani sulle componenti flora
84
Caratterizzazione dell'ambiente
e vegetazione diviene assai rilevante, portando a una perdita di naturalità e valore
naturalistico e anche a un aumento dei fenomeni erosivi. Tali modificazioni
ambientali hanno naturalmente un impatto anche sulla fauna, e anche in questo caso
si assiste a una perdita delle specie caratteristiche degli habitat costieri a favore di
quelle più generaliste e spesso di quelle alloctone, come ad es. i ratti Rattus sp. (cf. ad
es. Cassaing et al. 2005).
Per queste ragioni si è ritenuto di utilizzare il numero di coppie nidificanti di
gabbiano reale/100 m di costa quale indicatore di pressione. I tratti di costa utilizzati
sono quelli sui quali vengono effettuati regolarmente i censimenti dei gabbiani
nell’Arcipelago Toscano (Arcamone et al. 2001, Baccetti et al. in prep.). Nella
seguente figura sono riportati i valori dell’indice in base ai risultati dei censimenti
effettuati nel 2007 (Bacetti et al., in prep).
Fig. 23 Densità delle coppie nidificanti di gabbiano reale lungo le coste del Comune di Capoliveri
•
•
rif. INDICATORE “N. specie animali del progetto RENATO”
rif. INDICATORE “N. coppie di gabbiano reale nidificanti per 100 m di costa”
85
Caratterizzazione dell'ambiente
Grado di costrizione, naturalità e valore naturalistico dei biotopi
Per una migliore comprensione del valore naturalistico reale e potenziale degli
habitat/categorie di uso del suolo del territorio Capoliveri, e per una valutazione del
condizionamento antropico, è stato scelto di valutare il grado di costrizione di tali
elementi ad opera delle categorie di uso del suolo a maggiore artificialità, quali centri
abitati, edilizia residenziale sparsa, aree agricole, strade, ecc.
Come già definito dal manuale APAT relativo a Carta della Natura e Biodiversità nelle
Aree Naturali protette: il Parco Naturale Paneveggio – Pale di san Martino la costrizione
del biotopo rappresenta quanto un biotopo è disturbato a causa dell’adiacenza con
aree antropizzate quali aree agricole centri abitati, cave, discariche.
Questo indice, variabile tra 1 e 0, evidenzia quindi il negativo condizionamento
operato sugli habitat naturali o seminaturali (di seguito definiti “biotopi”) (Tab. 16)
ad opera di limitrofe aree fortemente urbanizzate e/o antropizzate. Alle categorie di
uso del suolo considerate come detrattori ambientali “costrittori” è stato attribuito
un punteggio da 100 (massima impatto) a 25 (minimo impatto) sulla base della loro
presunta capacità di costrizione e di frammentazione sui biotopi (Tab. 17).
Tab. 16 Definizione dei “biotopi” dalle categorie di uso del suolo.
Biotopi
Bosco a dominanza di conifere con sclerofille
Bosco a dominanza di quercus suber e quercus
ilex
Bosco a dominanza di sclerofille con latifoglie
Bosco di altre latifoglie decidue
Bosco di sclerofille
Coste rocciose con vegetazione alofila
Gariga
Incolto
Macchia
Spiaggia con vegetazione dunale
Spiaggia priva di vegetazione
Vegetazione palustre
Arbusteto
86
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 17 Definizione dei “costrittori” dalle categorie di uso del suolo.
Costrittori
Oliveto
Area estrattiva
Frutteto
Seminativo
Seminativo arborato
Vigneto
Resedi, campeggi, parcheggi, rimessaggi, orti familiari e vegetazione
ornamentale
Urbano
Rete stradale
Valor
e
25
75
75
75
75
75
75
100
100
L’indicatore è stato calcolato attraverso la seguente metodologia:
1. elaborazione di una mappa di costrizione partendo dai poligoni dei costrittori
(estratti dalle tipologie di uso del suolo sopradescritte) trasformati in un grid
con celle di 10 m a cui è stato assegnato il valore di costrizione come indicato
in tabella 2 e, successivamente, è stata applicata una finestra mobile (moving
windows) che attribuisce ad ogni pixel il valore medio dei pixel nell’intorno di
200 metri.
2. la mappa così ottenuta è stata poi riclassificata in 6 classi di costrizione
(nessuna, molto bassa, bassa, media, alta, molto alta) e si assegna un
punteggio da 0 a 5.
Unità di costrizione Grado di costrizione
Nessuna
0
Molto bassa
1
Bassa
2
Media
3
Alta
4
Molto Alta
5
87
Caratterizzazione dell'ambiente
3. Si calcola quindi la superficie percentuale di ogni classe sulla superficie totale
(sia per le UTOE che per il comune di Capoliveri) e si calcola il grado di
costrizione attraverso la seguente formula:
Grado di costrizione: ∑i8=0 (Sp x Gi) / 500
dove, Sp = superfici percentuali delle unità di costrizione, Gi = gradi di
costrizione relativi
Fig. 24 Grado di costrizione dei biotopi nel territorio comunale di Capoliveri
Legenda
UTOE
costrittori
25
50
75
100
Mappa costrizione
massima
minima
nessuna
UTOE
Unità
di
Capoliveri
Unità di pianura
LaconaMargidore
Unità di Lido
Unità di Pianura
di Mola
Unità
di
Mandorlo-Lari
Unità
di
Superfici
e
ettari
Superficie percentuale
Grado di
costrizione
Costrittori
Nessun
a
Molto
bassa
Bass
a
Media
Alta
Molto
alta
80,88
74,44
0
0
0
0
0
100,00
1,00
76,30
79,55
0
0
0
0
1,41
98,59
1,00
74,46
69,93
0
0
0
0
3,62
96,38
0,99
135,97
78,59
0
0
0
0
2,96
97,04
0,99
153,99
76,56
0
0,25
1,16
2,60
5,68
90,30
0,97
36,96
41,08
0,04
0,44
1,72
2,65
10,77
84,37
0,95
88
Caratterizzazione dell'ambiente
Straccoligno
Unità Madonna
delle
GrazieStecchi
–
Barabarca
–
Zuccale
Unità
della
Collina
Unità
della
Zona Umida
Unità dei Salici
Unità
di
InnamorataPareti-Morcone
Unità di Norsi
Unità
di
Naregno
Unità
delle
Spiagge
Unità
di
Acquarilli
Unità del Parco
Minerario
Unità dei Monti
Unità del Parco
Naturalistico
Unità di Stella
Unità di Fonza
Comune
di
Capoliveri
190,70
51,83
0
0
1,37
6,73
13,65
78,25
0,94
226,49
46,32
0
0
2,48
8,26
22,14
67,12
0,91
14,85
31,34
0
0
8,31
9,04
21,87
60,78
0,87
9,16
65,18
0
0
11,56
7,50
13,44
67,50
0,87
138,16
32,53
0
0,11
7,76
18,24
17,31
56,58
0,85
46,08
26,65
0
0,21
9,53
21,72
23,61
44,94
0,81
31,17
44,77
9,39
3,82
5,56
5,45
5,16
70,63
0,81
64,35
58,72
20,02
1,07
1,07
3,83
9,14
64,86
0,75
91,27
6,62
24,65
3,39
16,82
29,83
16,28
9,02
0,47
265,94
30,43
34,78
8,71
16,70
13,09
15,64
11,08
0,40
491,62
4,94
59,82
7,95
9,66
9,77
6,88
5,92
0,23
1168,08
4,65
63,63
5,91
9,52
10,01
6,16
4,77
0,21
153,58
512,55
1,67
2,10
63,81
75,61
10,49
4,64
17,51
6,92
1,74
6,79
2,15
3,52
4,30
2,51
0,16
0,13
3962,58
23,15
51,06
5,33
9,03
9,46
7,88
17,24
0,34
L’analisi evidenzia un elevato grado di costrizione dei biotopi in numerose UTOE,
con particolare riferimento a “Capoliveri”, “Lacona-Margidore”, “Lido”, “Pianura di
Mola”, “Mandorlo-Lari”, “Straccoligno” e “Madonnna delle Grazie-Stecchi-BarabarcaZuccale”. In tali unità i relittuali biotopi naturali o seminaturali risultano quindi
particolarmente Isolati, frammentati e circondati da unità ad elevata antropizzazione
e ad elevata impermeabilità ecologica. Tali condizione costituisce una indicazione
negativa in termini di conservazione della biodiversità.
Al fine di meglio evidenziare i livelli di frammentazione del paesaggio vegetale è
stato applicato l’indice di frammentazione operata dal reticolo stradale. Il grado di
frammentazione ambientale imputabile alla viabilità costituisce uno degli elementi
che in modo più negativo contribuiscono ad aumentare la disgregazione degli
ecosistemi.
89
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 25 Grado di frammentazione ad opera delle strade nel territorio comunale di Capoliveri.
L’analisi evidenzia un valore complessivo dell’indice, per l’intero territorio
comunale, pari a 0,17 km/kmq. La bibliografia evidenzia soglie diverse al fine di
comprendere il valore oltre al quale un determinato ambiente vede gradualmente
compromettere la naturalità degli ecosistemi in esso presenti. Alcune esperienze
olandesi (Klerks et al., 1994) hanno individuato tale soglia in 1,4 km/kmq di strada.
Rispetto a tale valore risulta significativamente alti i valori di alcune UTOE, con
particolare riferimento a Naregno e Capoliveri.
90
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 18 Indicatore frammentazione da opere stradali (km/kmq) per UTOE
UTOE
Km strada
kmq
km/kmq
Sett. Orientale Unità di Naregno
2
0,31
6,69
Sett. Orientale Unità di Capoliveri
5
0,81
6,26
Sett. Orientale Unità della Valle dei Salici
0
0,09
4,95
Sett. Occidentale Unità della Innamorata-Pareti-Mo
7
1,38
4,92
Unità di Zona Umida
1
0,15
4,56
Unità di Lacona-Margidore
3
0,76
3,42
Sett. Orientale Unità della Collina e della costa
7
2,26
2,98
Sett. Occidentale Unità Madonna delle Grazie-Stecc
4
1,91
2,02
Sett. Occidentale Unità di Lido
2
1,49
1,26
Unità di Mandorlo-Lari
2
1,54
1,24
Unità Pianura di Mola
1
1,36
0,92
Sett. Orientale Unità di straccoligno
0
0,37
0,86
Unità delle Spiagge
3
3,86
0,68
Unità di Fonza
3
5,13
0,65
Unità dei Monti
1
4,92
0,17
Unità del Parco Minerario
2
21,28
0,11
Unità di Acquarilli
2
22,82
0,09
Sett. Occidentale Unità di Norsi
0
10,14
0,04
Unità del Parco Naturalistico
7
221,94
0,03
Unità di Stella
0
1,54
0,00
53
304,04
0,17
TOTALE
Il livello di naturalità delle diverse tipologie vegetazionali e di uso del suolo fornisce
una indicazione sulle trasformazioni antropiche del territorio di Capoliveri. Assieme
ad altri indicatori (rarità degli habitat e delle specie, ricchezza di specie, ecc.) può
fornire utili indicazioni sul valore naturalistico del territorio analizzato.
L’analisi dei livelli di naturalità dell’area di studio è stata effettuata tramite il
riconoscimento e l’applicazione del grado di naturalità alle tipologie vegetazionali e
di uso del suolo, secondo quanto indicato da Long (1974). Il principio su cui si basa
questa elaborazione è la posizione della cenosi vegetale nella serie dinamica a cui
appartiene (Dugrand, 1974), che è funzione del tipo e dell’intensità dell’azione
antropica a cui è stata soggetta. La naturalità è quindi espressa come distanza della
vegetazione reale e dell’attuale uso del suolo dalla potenziale vegetazione climax
dell’area (Blasi, 1988).
91
Caratterizzazione dell'ambiente
In particolare sono stati utilizzati i nove gradi di antropizzazione definiti da Arrigoni
e Foggi (1988), che spaziano dal grado 0 (vegetazione climax) al grado 8 (aree urbane
e industriali), rovesciando la scala proposta dagli autori per esprimere la naturalità in
una scala di nove classi dal grado 0 (massima artificialità) al grado 8 (massima
naturalità). La media ponderata dei gradi di naturalità ha permesso di definire il
grado di naturalità per l’intero territorio comunale (0,65) e per sottoaree (sistemi,
subsistemi, UTOE).
Grado di naturalità: ∑i8=0 (Sp x Gi) / 800
dove, Sp = superfici percentuali delle unità di uso del suolo
Gi = gradi di naturalità relativi
Legenda
UTOE
Naturalita
Massima naturalità
Massima artificialità
Fig. 26 Grado di naturalità del territorio comunale di Capoliveri
L’indagine evidenzia il forte contrasto tra UTOE ad elevata naturalità (Fonza, Stella,
Parco naturalistico, ecc.) ed altre a naturalità molto bassa e ad alta artificialità
(Capoliveri, Lacona-Margidore, ecc.).
92
Caratterizzazione dell'ambiente
Per giungere a una stima del valore naturalistico complessivo di ciascuna tipologia
vegetazionale/uso del suolo sono stati considerati vari indicatori. Oltre alla
naturalità, prima descritta, sono stati stimati i valori di biodiversità, originalità, rarità
dei popolamenti floristici o faunistici tipici di quell’unità vegetazionale e sua rarità
(in base alla sua maggiore o minore diffusione nel territorio siciliano ed italiano).
La ricchezza di specie (ricchezza di flora e di fauna) è stata stimata in base alle
conoscenze attuali e allo stato di conservazione degli habitat. A tali unità di
vegetazione/uso del suolo è stato inoltre attribuito un valore di originalità (valore
inversamente correlato alla rispettiva potenziale sostituibilità ecologica da parte di
un altro habitat vicino).
Nella definizione della rarità dei popolamenti floro-faunistici è stata verificata la
contestuale presenza degli areali di distribuzione delle specie animali e vegetali
considerate a rischio (secondo il loro valore prioritario ai sensi della Direttiva Habitat
92/43/CEE e lo status di conservazione indicato da codifiche internazionali definite
in Liste Rosse a vario livello dal IUCN “Unione Internazionale per la Conservazione
della Natura”) di cui si abbiano sufficienti informazioni; presenza dichiarata di zero,
uno, due,....n specie per i diversi habitat.
Le procedure operative di valutazione del valore di rarità di ciascun habitat
identificato, hanno tenuto conto sia della Direttiva Habitat (livello comunitario), sia
dei risultati prodotti dalle attività del Progetto Bioitaly (livello nazionale) eseguiti
nell’ambito del Progetto europeo Rete Natura 2000 e dal livello normativo regionale
(LR 56/2000).
Quanto sopra ha portato ad individuare le unità di uso del suolo/vegetazione di
maggiore valore naturalistico nelle aree costiere rocciose e sabbiose, nelle aree umide
e nei mosaici di garighe e prati aridi mediterranei e nei boschi di sughera.
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
rif. INDICATORE
“Grado di costrizione dei biotopi”
“Grado di frammentazione da viabilità”
“Grado di naturalità”
“Valore naturalistico complessivo”
“Aumento aree urbanizzate e artificiali”
93
Caratterizzazione dell'ambiente
Strumenti di tutela ambientale
A dimostrazione dei suoi elevati valori naturalistici il territorio comunale è
interessato dalla presenza di strumenti di tutela ambientale quali:
AREE PROTETTE:
numero e superficie % di aree protette: 1 area protetta e 52,63% del territorio
comunale protetto. Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano istituito con DPR 22
luglio 1996 e che, ai sensi della LR 56/2000, Del.CR 6/2004 e Del.CR 80/2007
SITI DELLA RETE NATURA 2000 E RETE ECOLOGICA
numero e superficie % di SIR/SIC/ZPS: 3 SIR e 33,49 % del territorio comunale,
Sito di Importanza Regionale (SIR) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Elba Orientale,
Sito di Importanza Regionale (SIR), Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale
(ZPS) Isole di Cerboli e Palmaiola per la porzione delle Isole Gemini,
Sito di Importanza Regionale (SIR) Zone umide del Golfo di Mola e Schiopparello per la
porzione di Mola.
RAPPORTO TRA AREE PROTETTE E AMBIENTE COSTIERO
percentuale costa protetta (aree protette e natura 2000): 68,5% della linea di costa
(lato terra).
percentuale costa protetta (aree protette e natura 2000): 0,0% della linea di costa (lato
mare)
94
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 27 Sistema di Aree Protette e Siti Natura 2000 nel territorio comunale di Capoliveri.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE “Percentuale di aree protette nazionali o regionali”
rif. INDICATORE “Percentuale di aree protette marine”
rif. INDICATORE “Percentuale di Siti della Rete Ecologica”
rif. INDICATORE “Spiagge: numero di concessioni (10) e autorizzazioni (23)
demaniali.”
rif. INDICATORE “Spiagge interne a SIR/SIC/ZPS: numero di concessioni
(0) e autorizzazioni (1) demaniali.”
rif. INDICATORE
“Spiagge interne al Parco Nazionale: numero di
concessioni (3) e autorizzazioni (8) demanial”
rif. INDICATORE “Presenza di un progetto di rete ecologica comunale”
rif. INDICATORE “Tutela delle emergenze naturalistiche quali invarianti del
PS”
rif. INDICATORE “Percentuale di costa protetta (lato terra)”
rif. INDICATORE “Percentuale di costa protetta (lato mare)”
rif. INDICATORE “Superficie aree di cava ripristinate/sup. totale”
Indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi
95
Caratterizzazione dell'ambiente
La Regione Toscana, in collaborazione con Ce.S.I.A. (Centro di Studio per
l’applicazione dell’informatica in Agricoltura) e Ibimet (Istituto di Biometeorologia
del Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha predisposto una nuova classificazione
dell’indice di pericolosità, o di rischio, per lo sviluppo degli incendi boschivi. Per
questa classificazione è stato adottata una metodologia in grado di classificare il
territorio toscano in funzione del rischio di incendio.
La probabilità che un incendio si inneschi è legata ad un alto numero di fattori che
interagiscono tra loro e che devono necessariamente essere considerati
simultaneamente; la modellizzazione del rischio è espressa da parametri legati alle
caratteristiche territoriali, morfologiche, della vegetazione e climatiche.
Il modello raggruppa i parametri considerati per stimare differenti tipologie di
rischio la cui combinazione determina un Indice Globale di Rischio di innesco. La
struttura generale del modello prevede l’analisi di differenti parametri,
opportunamente pesati, per rappresentare in maniera più fedele possibile la
variabilità spaziale e temporale del rischio. A questo scopo vengono analizzati e
successivamente integrati due differenti componenti del rischio: l’aspetto statico e
l’aspetto dinamico. La successiva combinazione di questi due fattori porta alla
determinazione del Rischio Globale, sintesi di tutte le componenti analizzate. Al
rischio Globale viene associata l’analisi statistica degli incendi verificatesi negli anni
precedenti, tale confronto permette di introdurre e pesare anche l’aspetto “sociale”
nella valutazione del rischio per una determinata area. Il risultato è una cartografia
del Rischio Finale di innesco in cui sono state introdotto tutte le variabili che in
qualche modo possono essere “misurate” ed espresse in forma cartografica.
Il territorio del Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo
sviluppo degli incendi boschivi di livello “alto”
•
rif. INDICATORE “aree percorse da incendi”
96
Caratterizzazione dell'ambiente
Biodiversità, vegetazione, flora e fauna: Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro obiettivi di
sostenibilità
Aumentare la
percentuale di aree
protette, migliorare
la gestione e
conservare la
biodiversità
terrestre e marina
DPS
R
Disp.
dati
Stato
attuale
Tendenza
R
+++
☺
☺
R
+++
R
+++
R
+++
☺
S
+++
☺
R
+++
☺
S
+++
☺
S
+++
S
+++
☺
S
+++
☺
R
++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
Obiettivi specifici
Aumentare la
percentuale di aree
protette
Sviluppare la rete
ecologica regionale
Conservare la
biodiversità terrestre
Percentuale di aree protette
nazionali o regionali
Percentuale di aree protette
marine
Percentuale di aree protette
comunali
(ANPIL)
Percentuale di Siti della
Rete Ecologica
N. specie vegetali
endemiche, rare o in liste di
attenzione
N. specie vegetali protette
(di interesse regionale o
comunitario)
N. specie animali e vegetali
del progetto RENATO
N. coppie di gabbiano reale
nidificanti per 100 m di
costa
N. di tipologie
vegetazionali naturali e
seminaturali
N. habitat di interesse
regionale, comunitario o
prioritari
Presenza alberi
monumentali ai sensi della
LR.60/98
Presenza aree di maggiore
importanza naturalistica
Progetto RENATO
Grado di costrizione dei
biotopi
Grado di frammentazione
da viabilità
Grado di naturalità
Valore naturalistico
complessivo
Grado di conservazione
degli ambienti umidi e
ripariali
Grado di conservazione
degli ambienti dunali
☺
☺
☺
97
Caratterizzazione dell'ambiente
Spiagge:
numero
di
concessioni
e
autorizzazioni demaniali.
Spiagge
interne
a
SIR/SIC/ZPS: numero di
concessioni
e
autorizzazioni demaniali.
Spiagge interne al Parco
Nazionale:
numero
di
concessioni
e
autorizzazioni demaniali.
Grado esoticità della flora
Aumentare la
percentuale di aree
protette, migliorare
la gestione e
conservare la
biodiversità
terrestre e marina
Conservare la
biodiversità terrestre
Conservare la
biodiversità marina
Ripristino
paesaggistico delle
cave
Presenza di un progetto di
rete ecologica comunale
Tutela delle emergenze
naturalistiche quali
invarianti del PS
Aumento aree urbanizzate
e artificiali
Aree percorse da incendi
Percentuale
di costa
protetta (lato terra)
Percentuale
di
costa
protetto (lato mare)
Presenza
e
stato
di
conservazione
delle
Praterie di posidonia
Superficie aree di cava
ripristinate/sup. totale
P
+++
P
+++
P
+++
S
+++
R
+++
R
+++
P
+++
P
+++
R
+++
R
+++
S
+
R
+++
☺
☺
☺
☺
Motivazioni della tendenza
Nell’ambito dell’obiettivo della tutela della biodiversità il tema delle aree protette
vede una condizione positiva dello stato attuale e del trend, con un elevata parte del
territorio comunale interessato dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le
proposte di piano del parco, recentemente adottato, danno indicazioni positive anche
in termini di trend, relativamente allo sviluppo di aree contigue e di ampliamenti a
mare anche nel territorio di Capoliveri. La condizione negativa dello stato attuale
relativamente alla presenza di aree protette a gestione comunale deve quindi essere
letta nel quadro di un comune che ha già una quota parte molto significativa di
territorio protetto.
Il trend conferma uno stato attuale molto positivo anche relativamente alla presenza
di Siti della Rete Natura 2000 e della Rete Ecologica Regionale.
98
Caratterizzazione dell'ambiente
Gli indicatori di stato relativamente alla presenza di specie di flora e fauna e di
habitat rari, endemici, protetti o di interesse conservazionistico indicano dati positivi,
con una estrema ricchezza di elementi di attenzione. Alcuni indicatori più particolari
quali il numero di coppie di gabbiano reale e la presenza di specie esotiche di flora
indicano condizioni di sofferenza per gli habitat interessati da tali presenze.
Critica risulta l’analisi relativa alla trasformazione dell’uso del suolo, con particolare
riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa a bassa e media densità,
con elevati valori di costrizione, frammentazione, artificialità in molte aree del
territorio comunale. Il trend conferma questa condizione critica, così come critica
risulta la conservazione degli ambienti dunali e delle aree umide con forti pressioni
antropiche all’esterno e all’interno di tali biotopi e con un forte carico turistico estivo.
99
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.6. Acque interne
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:
- Piano d'Ambito dell'Ambito Territoriale ottimale 5 Toscana Costa (approvato con
delibera di Assemblea 11/2001)
- Piano di Tutela delle Acque della Toscana - Bacino Toscana Costa (approvato con
Delibera del Consiglio Regionale 6/200516
- Bilancio Socio Ambientale 2005 di ASA SpA, gestore del Servizio Idrico Integrato
per l'ATO 5
- Sistema Informativo Regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/)
- Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri
Nei successivi paragrafi le informazioni derivanti dalle suddette fonti sono
contrassegnate rispettivamente con: ATO5, ASA, PTA, SIRA e PS
Stato delle Acque superficiali
I corpi idrici superficiali che interessano il territorio comunale di Capoliveri sono
rappresentati da fossi e dal Laghetto minerario dei Sassi Neri, specchio d'acqua che si
è prodotto per la messa a giorno della falda in seguito all'escavazione mineraria;
questo è situato a circa 20 metri dalla battigia e le sue acque presentano una forte
concentrazione di sali minerali disciolti (arseniuri e cloruri).
Il sistema dei corsi d'acqua è rappresentato da numerosi fossi, brevi e caratterizzati
da regime prettamente torrentizio, con prolungati periodi di azzeramento delle
portate.
Nell'ambito del Piano di Tutela delle Acque della Toscana, non sono identificati, tra i
corsi d'acqua superficiali ricadenti nel territorio comunale di Capoliveri (né nel resto
del territorio elbano) corpi idrici significativi. Non sono pertanto disponibili dati di
qualità delle acque, rilevati nell'ambito del quadro di riferimento conoscitivo del
Piano stesso.
"Approvazione del piano di tutela delle acque -Articolo 44 del D.Lgs. 11/5/1999 (Disposizioni sulla
tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle
acque dall'inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole)".
16
100
Caratterizzazione dell'ambiente
Stato delle Acque sotterranee
L'Isola d'Elba comprende le seguenti Unità acquifere (fonte ATO5):
- Granodiorite del Monte Capanne
- Alluvioni dell'Elba
- Ofioliti e calcari dell'Elba Orientale
- Ofioliti di Capo Stella- Portoferraio
In particolare il territorio del Comune di Capoliveri è interessato da parte dell' "Unità
delle Alluvioni dell'Elba", di cui fanno parte le alluvioni della pianura di Mola, e
quelle di Lacona.
Il Piano di Tutela delle Acque della Toscana individua, tra i corpi idrici significativi,
"l' Acquifero carbonatico dell'Elba orientale", il quale presenta uno Stato di Qualità
Ambientale (Tab. 19) rilevato per il periodo 1997-2003, SCADENTE (Regione
Toscana, 2003), evidenziando una criticità relativa allo stato quantitativo della
risorsa.
Occorre inoltre considerare l'acquifero della Pianura del Cornia, in quanto l'Isola
d'Elba è interesata da apporto di acqua dallo stesso, mediante una condotta
sottomarina (vedi oltre). Anche questo presenta uno Stato di Qualità Ambientale
(Tab. 19) SCADENTE
Tab. 19 Stato di qualità ambientale definito per gli acquiferi individuati come significativi ai sensi
della DGRT 10 /3/2003 n. 225 (fonte: Regione Toscana 2003, ARPAT 1997-2003)
CORPI
SIGNIFICATIVI
SOTTERRANEI
IDRICI
Acquifero
carbonatico
dell'Elba Orientale
Acquifero della Pianura
del Cornia
SquAS
SCAS
SAAS
C
2
SCADENTE
C
4
SCADENTE
Lo Stato Ambientale delle acque sotterranee (SAAS) è determinato dagli stati
quantitativo e chimico, incrociandone i risultati:
- l'Indice SquAS esprime lo stato quantitativo delle acque sotterranee, sulla base delle
condizioni di equilibrio connesse con la velocità naturale di ravvenamento
dell'acquifero; in particolare la classe C, rilevata per l'acquifero dell'Elba Orientale,
101
Caratterizzazione dell'ambiente
esprime un "Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell'uso sulla
disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali …";
- l'indice SCAS esprime lo stato chimico, valutato mediante parametri
macrodescrittori, e determinato dal parametro che ricade nella classe per cui è
previsto il limite di concentrazione più alto (classe peggiore); lo stato chimico rilevato
per l'acquifero dell'Elba Orientale indica una condizione "Impatto antropico ridotto e
sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche."
Per quando riguarda l'Isola d'Elba: "Le falde più sfruttate sono quelle delle pianure costiere
più grandi: Marina di Campo, Portoferraio e Mola. La maggiore permeabilità favorisce
l’ingressione dell’acqua marina in seguito alla depressione del livello piezometrico causata
dagli emungimenti. La salinità dell’acqua è risultata alta nelle zone costiere di Marina di
Campo (conducibilità > 2.000 mS/cm e cloruri al di sopra dei 350 mg/l) e di Portoferraio
(conducibilità in alcuni casi superiore a 5.000 mS/cm e cloruri in concentrazione di poco
superiore a 1.100 mg/l). Nella piana di Mola il massimo di salinità coincide con l’area di
maggior pompaggio, al centro della valle (conducibilità > 8.000 mS/cm e cloruri al di sopra
dei 2.300 mg/l)." (fonte PTA)
Per quanto concerne la falda della Val di Cornia, questa".. è interessata da ampie
depressioni piezometriche cui si associano elevate concentrazioni di cloruri e il fenomeno della
subsidenza. L’area interessata dalla presenza di cloruri da apporti marini, con punte che
arrivano a circa 10.000 mg/l, si estende dalla linea di costa, alla Torraccia, verso Campo
dell’Olmo a Sud Est, e si collega più a Sud (verso Piombino) con la fascia Vignarca-Salcio. Il
cuneo salino interessa la maggior parte dell’area affetta da depressione piezometrica oltre i 5
m sotto il livello del mare: i dati storici indicano che il fenomeno si estende e si aggrava nel
tempo, con fluttuazioni legate all’apporto pluviometrico (ricarica) e all’entità degli
emungimenti." (fonte PTA).
•
rif. INDICATORE “Qualità delle acque sotterranee”
Nell'ambito del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale, la "Carta Integrata delle
acque sotterranee" riporta le zone a differente "stress idrogeologico", come risultante
dell’assetto al tempo stesso qualitativo e quantitativo della falda in termini di quota
piezometrica e/o conducibilità ionica, secondo la seguente classificazione (fonte PS):
Classe I - Area a stress idrogeologico nullo,
in cui non si denota la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o sfruttamento
idrico della falda
Classe II - Area a stress idrogeologico basso,
che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici in tracce e/o
per moderato sfruttamento della capacità idrica della falda o vi sia la presenza
di aree ove si verifichi il processo di ricarica delle falde idropotabili, o in cui vi
sia la presenza di aree per la protezione dei pozzi per l’emungimento
Classe III - Area a stress idrogeologico medio,
102
Caratterizzazione dell'ambiente
che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o per
fenomeni di subsidenza, per superamento della capacità idrica della falda tali
da limitarne il prelievo
Classe IV - Area a stress idrogeologico elevato,
che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o per
fenomeni di subsidenza, per superamento della capacità idrica della falda, tali
da vietarne o limitarne il prelievo
Si riportano le tavole della Carta Integrata delle Acque sotterranee inerenti la Pianura
di Lacona e la Pianura di Mola.
Fig. 28. Aree a stress idrogeologico nella Pianura di Lacona (in alto) e nella Pianura di Mola (in
basso). (Fonte: Carta Integrata delle acque sotterranee della Pianura di Lacona del Quadro
Conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri) - In arancione scuro le aree a stress
idrogeologico elevato, in arancione chiaro le aree a stress idrogeologico medio, in verde quelle a
stress idrogeologico basso e in celeste quelle a stress idrogeologico nullo
103
Caratterizzazione dell'ambiente
•
rif. INDICATORE “Livello di stress idrogeologico”
Approvvigionamento Idrico
Il Comune di Capoliveri, come gli altri comuni elbani, fa parte per la gestione
integrata delle acque dell'Ambito Teritoriale Ottimale n, 5 (Costa Toscana),
attualmente gestito da ASA SpA (subentrato nel 2005 alla Comunità Montana Elba
Capraia)
L'approvvigionamento idrico dell'Isola è garantito per il 39% da fonti locali e per il
61% avviene mediante alimentazione da una condotta sottomarina, la quale
convoglia acqua proveniente dal Sistema Anello (alimentato dall'Acquifero del
Cornia) gestito dal CIGRI e dal Campo Pozzi Salcio (Piombino). Tramite la condotta
l'acqua arriva alla stazione di sollevamento Il Piano (Rio Marina), dove viene raccolta
in due serbatoi che ricevono anche parte delle risorse locali, e spinta nella condotta
principale dell'Isola, denominata DORSALE; questa ha uno sviluppo complesssivo di
circa 90 km e serve tutti i comuni dell'Isola. La dorsale è collegata sia ai serbatoi che
alimentano le reti di distribuzione dei vari centri abitati, sia alle reti di adduzione di
alcuni pozzi e sorgenti locali. Le fonti locali di alimentazione dell'acquedotto sono
costiuite da 59 pozzi (di cui 40 scavati in depositi alluvionali delle pianure e 19 in
roccia) e 47 sorgenti, quasi tutte poste alle pendici del Monte Capanne, e 3 opere di
presa superficiali (situate nei comuni di Campo nell'Elba e Marciana) (fonte ATO5).
Tra le fonti locali di approvvigionamento dell'acquedotto quelle che interessano il
comune di Capoliveri sono (fonte: www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm,
dati aggiornati al 12/2005):
•
11 captazioni profonde
•
1 captazione sorgentizia
In sintesi l'approvvigionamento idrico nell'Isola d'Elba riguarda annualmente (dati
2005) un totale di 5.720.878 mc di cui 2.102.082 da fonti locali e 3.618.796 dalla
condotta sottomarina (ASA).
La stazione di pompaggio Elba distribuisce, a seconda del periodo stagionale, da un
minimo di 80 l/s in inverno a un massimo di 120-140 l/s in estate (fonte ASA).
104
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 20 Tabella riassuntiva risorse idropotabili (mc immessi in rete dal 1gennaio 2005-24 Agosto
2005) (fonte: ASA)
acquedotto
pozzi
ELBA
sorgenti
812.945
612.256
opere di
presa
acquedotto
sottomarino
38.880
2.298.884
totale
3.762.965
Da un'indagine condotta dall' Autorità d'Ambito Ottimale n. 5 sullo stato di utilizzo
degli acquiferi risulta che tra le unità alluvionali dell'Isola d'Elba "le pianure di Mola,
Marciana e Porto Azzurro, presentano un bilancio paritario, che non lascia margini per
ulteriori possibilità di sfruttamento", mentre marginali disponibilità residue sono
evidenziate per le "Alluvioni di Marina di Campo" (Qualità: Buona, Vulnerabilità:
elevata) e le "Alluvioni di Portoferraio e Schiopparello", entrambe con Qualità
Buona, ma Vulnerabilità Elevata.
Tab. 21 Uso attuale delle risorse idriche sotterranee (fonte: ATO5)
Nome Unità
Alluvioni
dell'Elba
Calcari
e
ofioliti
dell'Elba
orientale
Ofioliti
di
Capo Stella Portoferraio
Uso
acquedottistico
(l/s)
Uso irriguo
(l/s)
Uso
industriale
(l/s)
Altri usi (l/s)
Totale (l/s)
45
0
0
20
65
61
0
0
3
64
0
0
0
1
1
Come si evince dalla tabella sopra riportata, l'uso delle risorse idriche sotterranee è,
per l'Isola d'Elba prevalentemente ad uso acquedottistico
Non è risultato disponibile il dato inerente la % di popolazione servita da
acquedotto.
Il PS evidenzia come non tutte le località sono servite da acquedotto e molte case
sparse non sono allacciate. Da una mappa elaborata dall'Autorità d'Ambito dell'ATO
5 è desumibile la copertura territoriale della rete di distribuzione dell'acquedotto,
aggiornata al 2005.
105
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig.
29
estratto
dello
schema
acquedottistico
www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm)
•
dell'Isola
d'Elba
(fonte:
rif. INDICATORE “Copertura del servizio idrico”:
L'approvvigionamento idrico del Comune di Capoliveri avviene sia attraverso
l'Acquedotto dell'Elba che mediante emungimento diretto da pozzi privati.
Dal Catasto Provinciale delle Captazioni e delle Utenze risulta che nel Comune di
Capoliveri sono registrate 471 captazioni (elaborazione sulla base di dati SIRA), tutte
di acque sotterranee; queste risultano interessare in maniera prevalente alcune
località, elencate nella tabella di seguito riportata, e in minor misura le altre località:
Localita'
Lacona
Norsi
Mola
Straccoligno
Lido
Naregno
Barabarca
Capoliveri
Margidore
Chioppi
n. captazioni
183
26
18
18
16
15
9
8
8
7
106
Caratterizzazione dell'ambiente
Le carenze di approvigionamento idrico nei mesi estivi determinano quote di
emungimento dai pozzi in alcuni casi incompatibili con le capacità dell’acquifero (cfr.
Fig. 28 le aree a stress idrogeologico), ed infatti i pozzi in prossimità della linea di
costa presentano percentuali anomale di cloruro di sodio che denuncia
un’ingressione del cuneo salino accentuata.
•
rif. INDICATORE “Livello di prelievo dai corspi idrici”
Come per tutti gli altri comuni dell'Arcipelago Toscano, anche per il Comune di
Capoliveri le risorse disponibili non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno idrico
nel periodo estivo. Infatti l'Arcipelago Toscano è tra le Aree di crisi Ambientale
indicate nel Piano Regionale di Azione Ambientale, per la quale è riportata, tra le
altre criticità, anche "l'approvvigionamento idrico".
Tra le aree di Crisi Ambientale è inserita anche la Val di Cornia, per le problematiche
connesse al sovrasfruttamento della falda, al quale concorre anche l'Isola d'Elba, e al
deficit del bilancio idrico (oltre ad altre criticità).
Il Piano Integrato Idrico Energetico (P.I.I.E.) della Provicia di Livorno riporta il
bilancio idrico provinciale suddiviso per unità territoriali, dal quale si evince il forte
deficit inerente la Val di Cornia ed il bilancio globale positivo dell'Elba; il piano
stesso sottolinea tuttavia che in realtà il bilancio per il sistema elbano sia positivo solo
durante l'inverno mentre raggiunge picchi di forte deficit nel periodo estivo,
soprattutto per il livello di prelievo conseguente alla presenza turistica. Nel passato è
stato spesso necessario integrare l'approvvigionamento dell'acquedotto anche con
l'utilizzo di navi cisterna.
Il Piano d'Ambito dell'ATO 5 riporta la stima (Tab. 22) delle presenze massime
giornaliere di residenti e turisti attuali (al 1996) e future ed esprime i valori delle
dotazioni obiettivo assunte in corrispondenza dei tre orizzonti temporali previsti dal
Piano ed i relativi fabbisogni idrici globali.
107
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 22 Stima della massima popolazione presente nell'Isola d'Elba nel periodo estivo e
valutazione dei fabbisogni idrici futuri (fonte: ATO5)
Tenendo conto delle future dotazioni obiettivo e della stima dei fabbisogni il Piano
d'Ambito riporta la stima del bilancio idrico al 2018 su base estiva (Tab. 23); il
risultante deficit viene definito, nel Piano stesso, corrispondente ad una Classe di
Criticità Bassa.
108
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 23 Bilancio idrico al 2018 su base estiva, per l'Isola d'Elba (Fonte: ATO5)
Disponibilità attuale (1997) al lordo delle perdite (mc/g)
Fabbisogni medio giornaliero al 20° anno di esercizio (mc/g)
Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (mc/g)
Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (l/sec)
Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (%)
Classe di Criticità
23.900
29.463
-5.563
-64.39
19%
BASSA
E' tuttvia da sottolineare il fatto che nella stima sopra riportata la disponibilità è
valutata al lordo delle perdite, che per l'Isola d'Elba risultano avere una incidenza
non trascurabile (vedi oltre).
•
rif. INDICATORE “Bilancio idrico”
ASA è contrattualmente impegnata ad assicurare alle utenze domestiche una
dotazione unitaria giornaliera alla consegna non inferiore a 150 litri/abitante/giorno,
intesa come volume attingibile nelle 24 ore, con una portata minima non inferiore a
0,10 litri/secondo per ogni unità abitativa. Nel 2003 l’Azienda ha registrato un
consumo procapite di 268 litri giornalieri (dato riferito all'intero ATO), contro i 261
del 2002. (ASA).
Nel 2005 l'ATO ha registrato, per il comune di Capoliveri, la fatturazione di 431
migliaia di metri cubi di acqua (www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm). Ai
fini del calcolo del consumo complessivo di acqua occorrerebbe tuttavia sommare a
questo dato anche la stima dei consumi di acqua derivata direttamente dai pozzi
privati, per le molte utenze non servite da acquedotto.
•
rif. INDICATORE “Consumo complessivo di acqua”
Funzionalità degli degli impianti idrici
Da evidenziare come sia presente una criticità legata alle perdite nella rete
acquedottistica; da una stima riportata nel Piano d'Ambito per l'Elba le perdite sono
pari al 39% del volume distribuito, contro il 37% del resto dell'ATO 5 (la stima è stata
ottenuta confrontando il volume fatturato annualmente con quello prodotto, ed
include quindi non solo la reale inefficienza strutturale, ma anche altri fenomeni
gestionali quali sfiori, lavaggi di rete ecc).
Nello stesso Piano d'Ambito è riportata una valutazione della funzionalità degli
impianti, effettuata sia sulle singole opere che su ciascuno schema idrico nel suo
complesso ed espressa mediante un punteggio, riconduicibile ad una di quattro classi
109
Caratterizzazione dell'ambiente
di merito, corrispondenti ad altrettanti giudizi (ottimo, buono, sufficiente,
insufficiente).
Relativamente al settore di acquedotto che interessa il comune di Capoliveri (settore
S. Felo-Capoliveri), le valutazioni espresse sono di seguito riportate.
Tab. 24 Punteggi inerenti la valutazione della funzionalità delle opere acquedottistiche che
interessano il Comune di Capoliveri (fonte: ATO5)
captazioni da
corsi d'acqua
serbatoi
30
•
captazioni da
laghi/invasi
stazioni di
pompaggio
31
pozzi
sorgenti
potabilizzatori
adduttrici
24
-
-
54
reti di
distribuzione
60
media pesata
CLASSE
VALUTAZIONE
36,5
D
Insufficiente
rif. INDICATORE “Analisi degli impianti idrici”
Qualità dell'acqua dell'acquedotto
L'Isola d'Elba, rientra, insieme alla Val di Cornia, nella zona geografica con presenza
di Boro nell'acqua potabile oltre le concentrazione previste dall'Allegato 1 parte A del
D.Lgs. 31/01 (3,8-4,2 mg/l contro un valore limite di legge di 1 mg/l) (PTA). E' in
particolare l'acquifero del Cornia, dal quale anche i comuni elbani si riforniscono, ad
essere interessato dall'inquinamento naturale da Boro. Sempre a causa delle
caratteristiche delle acque provenienti dall'acquifero della Val di Cornia, i Comuni
dell'Elba sono inoltre interessati dal fenomeno della presenza di Arsenico nelle fonti
di approvvigionamento idropotabile, in concentrazioni superiori ai valori indicati dal
D.Lgs. 31/01. In deroga alla normativa vigente è stato concesso dal Ministero della
Salute (recepito con Decreto Dirigenziale 7950/2003 della Regione Toscana) un
innalzamento dei valori limite previsti per i parametri Boro e Arsenico.
Le analisi sulle acque destinate al consumo umano vengono effettuate da ASA SpA
nel rispetto della normativa vigente, in accordo con ARPAT per le fonti di
approvvigionamento gregge (pozzi, sorgenti, acque superficiali) e potabilizzate, e
con USL per la rete di distribuzione; vengono effettuati regolari controlli anche su
tutti gli impianti di potabilizzazione. Nel 2005 ASA ha effettuato, relativamente al
comune di Capoliveri, 868 analisi sulle acque destinate al conumo umano, su 19
punti di controllo (Tab. 25)
110
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 25 Analisi effettuate da ASA nel 2005 sulle acque destinate al consumo umano, nei comuni
dell'Elba (fonte: ASA)
comune
Campo nell'Elba
Capoliveri
Marciana/M.
marina
Porto Azzurro
Portoferraio
Rio
Elba/Rio
Marina
•
n. analisi
1319
868
2305
punti di controllo
64
19
80
585
1612
2238
20
11
19
rif. INDICATORE “Qualità delle acque destinate al consumo umano”
Interventi nel settore acquedotto
Nel Piano d'Ambito sono stati previsti una serie di interventi per l'Isola d'Elba, da
realizzare nei primi dieci anni di gestione, finalizzati a garantire il superamento dei
deficit estivi attraverso un maggiore sfruttamento delle fonti locali (realizzazione di
nuovi campi pozzi e ottimizzazione di quelli esistenti), un miglioramento delle reti di
adduzione e una riduzione della dipendenza dalle fonti esogene (falda del Cornia).
Successivamente sono ipotizzati i seguenti possibili interventi:
- realizzazione di una serie di dissalatori di piccole dimensioni in grado di fornire
integralmente o parzialmente la portata attualmente veicolata dalla condotta
sottomarina;
- realizzazione di un invaso per la captazione delle acque del Rio Pomonte;
- interventi congiunti delle diverse soluzioni;
Tra i nuovi progetti allo studio (ASA) per rendere l'Elba autonoma in due fasi (prima
da ottobre a maggio e successivamente anche nel periodo estivo) ci sono la
realizzazione di 10 invasi distribuiti sull'Isola, oltre alla trivellazione di nuovi pozzi e
la gestione diretta o comunque partecipata di alcuni dei 4000 pozzi privati censiti
sull'Isola.
Nel 2003 è stato firmato un Accordo integrativo tra Ministero dell'Ambiente e
Toscana (Regione, Provincia di Livorno, Comuni dell'Elba, Comunità Montana
dell'Elba e Capraia e Autorità d'Ambito dell'ATO 5) per il superamento delle criticità
di approvvigionamento idrico (e di adeguamento dei sistemi di raccolta,
collettamento e depurazione dei reflui civili). Tra gli interventi urgenti previsti da
tale accordo vi è la creazione di ulteriori risorse idriche locali mediante la
111
Caratterizzazione dell'ambiente
dissalazione a basso consumo energetico. Il Ministero ha infatti stanziato le risorse
necessarie alla realizzazione di un dissalatore da quaranta litri al secondo.
Con l'obiettivo di ridurre i problemi quantitativi inerenti la isorsa idrica, ASA SpA ha
effettuato negli anni 2005-2006 un serie di interventi quali:
•
acquisizione di risorsa da pozzi privati esistenti
•
interventi di riparazione delle condotte con riduzione delle perdite
•
ripristino delle opere di presa superficiali
•
perforazione di 2 nuovi pozzi
•
studio per la realizzazioni di invasi fuori alveo
Tali interventi hanno portato ad un incremento delle risorse locali (per l'Elba) pari a
circa 30 l/s e ad una riduzione di portata dalla Val di Cornia di 40.000 mc nel 2005.
112
Caratterizzazione dell'ambiente
Raccolta e Depurazione dei reflui
La rete di raccolta degli scarichi non copre tutto il territorio comunale e il dato
inerente la % di popolazione servita dalla rete fognante risulta essere il più basso tra
tutti i comuni dell'Isola dell'Elba (Tab. 26) e nettamente inferiore alla percentuale
(83%) riferita dell'intero ATO 5 (Fonte IRPET, 2004, su dati del 1996).
Tab. 26 Popolazione servita da rete fognante nei comuni dell'Isola d'Elba (ATO5)
Comune
Rio nell' Elba
Marciana marina
Rio Marina
Marciana
Capoliveri
Portoazzurro
Campo nell'Elba
Portoferraio
Popolazione
residente (1996)
945
1941
2287
2295
2906
3316
4416
11902
Popolazione
servita
746
1803
2210
1833
2074
2808
3260
10141
% di popolazione
servita
79
93
97
80
71
85
74
85
Alcune località (Morcone, Innamorata, Madonna delle grazie) e gli abitati sparsi non
sono serviti da rete fognante: di questi alcuni sono dotate di impianto di depurazione
singoli, mentre buona parte ricorre al sistema della dispersione al suolo.
•
rif. INDICATORE “Copertura del servizio fognario”
Sul territorio comunale di Capoliveri sono attivi 2 impianti di depurazione pubblici,
dei quali si riportano le caratteristiche salienti (SIRA, dati aggiornati al 2004):
CAPOLIVERI - DEPURATORE SALICI VACARELLE
Comuni serviti
Competenza
Data avvio impianto
Predisp. allacciamento nuove utenze
Percentuale domestico
Sistema fognatura
Capacità progetto in AE
Capacità progetto in mc/g
Capacità max trattamento in AE
Capacità max trattamento in mc/g
Periodo di punta
Nome Corpo recettore
Produzione fanghi (t/a)
Produzione altri residui (t/a)
Smaltito in discarica (%)
Capoliveri
comunale
01/01/1989
X
100
sistema misto
4600
920
3000
600
agosto
F.so Salici
400
0
100
113
Caratterizzazione dell'ambiente
SPIAGGIA MARGIDORE
non sono disponibili i dati inerenti questo impianto
E' inoltre attivo un piccolo impianto a Pareti e alcuni impianti di pretrattamento in
testa a condotte di scarico a mare. Le condotte sottomarine sono presenti a LaconaMargidore (in uscita dal depuratore), Naregno e Lido.
Tab. 27 Impianti di depurazione e stazioni di pretrattamento nel Comune di Capoliveri (fonte:
Agenda 21 Arcipelago toscano)
Nome
Impianto
Capoliveri
punto
scarico
F.so Salici
condotta per
spinta a mare
no
LaconaMargidore
Pareti
Naregno
Lido
mare
si
F.so Pareti
mare
mare
no
si
si
trattamenti
grigliatura, trattam. linea acque, stabilizzazione in letti,
disinfezione finale
grigliatura, trattam. linea acque, stabilizzazione in letti,
disinfezione finale
trattam. linea acque, disinfezione finale
-
Secondo quanto riportato nel Piano d'Ambito il depuratore di Lacona è insufficiente
(ha una potenzialità di 5.000 abitanti per una utenza servita di 15.000), obsoleto e
fatiscente.
L'impianto di Capoliveri (6.000 abitanti serviti) scarica nel fosso Mola, che per la
maggior parte dell'anno non è interessato da portate di bacino.
Le condotte di Lido di Capoliveri e Naregno (5.000 abitabti serviti ciascuno) non
hanno in testa un impianto di trattamento.
Dalla situazione aggiornata al dicembre 2005, riportata dall'AATO5, i dati inerenti il
servizio di fognatura e depurazione per il Comune di Capoliveri sono i seguenti:
Tab. 28 Dati inerenti il servizio di fognatura e depurazione del Comune di Capoliveri
km di rete di raccolta fognaria
km di rete di collettamento
n. impianti di scarico a mare
n. impianti di depurazione
Capacità complessiva degli impianti
12
4,9
2
1 sotto 2000 AE
2 sopra 2000 AE
9500 AE
114
Caratterizzazione dell'ambiente
L'inadeguatezza degli impianti (soprattutto nel periodo estivo) ed il cattivo stato di
conservazione, in particolrae delle condotte a mare, è più volte stata denunciata dallo
stesso organo gestore (che precedentemente ad ASA SpA era la Comunità Montana).
Nel 2000 è stato finanziato (da Ministero dell'Ambiente e CIPE) un progetto di
risanamento di tutte le condotte a mare dell'Isola; ad oggi risultano ultimate e
allacciate le nuove condotte subacquee di Lido (2006) e Margidore (allacciata
nell'estate del 2007), mentre è in via di ultimazione l'allacciamento della nuova
condotta di Naregno.
Nonostante tali lavori di adeguamento l'attuale sistema di smaltimento di acque
reflue è giudicato, in generale per l'intera Isola, non compatibile con le normative
comunitarie (fonte: comunicato del Presidente della Comunità Montana al Ministero
dell'Ambiente, 11/11/07)
Nessuno degli impianti di trattamento prevede il riutilizzo delle acque reflue.
•
rif. INDICATORE “Riutilizzo acque reflue”
Carico inquinante
Il Carico Inquinante indica il livello di inquinamento di un territorio ed è espresso in
Abitanti Equivalenti: quantità di carico organico prodotto da una persona nelle 24 h.
I carichi inquinanti che determinano pressioni sulla risorsa idrica sono, per l'intera
Isola d'Elba, per lo più di tipo puntuale; in particolare la principale origine puntuale
di carico inquinante è, nel Comune di Capoliveri, la popolazione civile, intesa come
popolazione residente e presenze turistiche; sono infatti scarsamente presenti le
attività industriali, zootecniche e le attività agricole a livello industriale. Gli abitanti
equivaleni sono pertanto calcolati come n. residenti + presenze turistiche/365. In
Tab. 29 si riporta la stima del carico inquinante, relativo alla sola popolazione civile,
del comune di Capoliveri per gli anni 2001-2004, estrapolata da Agenda 21
Arcipelago Toscano (elaborata sulla base di dati ISTAT).
Tab. 29 Stima del carico inquinante da popolazione civile del Comune di Capoliveri
A. E. residenti
A.E. presenze fluttuanti
A.E. totali
2001
3.105
2.612
5.717
2002
3.146
2.480
5.626
2003
3.271
2.307
5.578
2004
3.427
2.199
5.626
L'andamento temporale del carico inquinante per il periodo analizzato risulta
pressochè costante.
Il Carico Organico Potenziale Totale, inteso come somma dei carichi di origine civile,
agricola, industriale e zootecnica è riportato tra quello relativo agli altri comuni
115
Caratterizzazione dell'ambiente
costieri, nel Piano di Tutela delle Acque. Si riportano in Tab.30 i dati relativi ai
comuni elbani .
Tab. 30 Carico organico potenziale (AbEq) dei comuni dell'Isola d'Elba nel 2000 (PTA, elaborazioni
su da dati ISTAT e Regione Toscana)
Comune
Portoferraio
Marciana Marina
Marciana
Campo nell'Elba
Capoliveri
Porto Azzurro
Rio Marina
Rio nell'Elba
•
Civile
13822
2288
2982
6120
5698
3954
2651
1315
Industriale
6967
902
1290
2748
1130
1423
1779
105
Zootecnico
323
30
4
195
22
540
38
-
Totale
21112
3220
4276
9063
6850
5917
4467
1420
rif. INDICATORE “Carico inquinante totale”
Capacità depurativa
La Capacità depurativa, come bilancio tra Carico Organico Potenziale Totale e
Capacità depurativa totale, esprime l'adeguatezza del sistema depurativo in
relazione alla sua capacità di abbattere il carico inquinante potenziale.
Carico organico potenziale totale Aeq.
6850
(fonte: PTA Toscana Costa, su dati del 2000)
Totale Capacità Depurativa di impianti a
9500
servizio di pubbliche fognature (fonte: sito
web AATO5, dati riferiti al 31/12/05)
Bilancio depurativo
2650
nota: il dato non tiene conto della capacità depurativa di eventuali
impianti a piè di fabbrica o di insediamenti residenziali
Dal dato di carico inquinante così espresso non emerge tuttavia la criticità
determinata dalla forte fluttuazione stagionale delle presenze; la forte concentrazione
delle presenze turistiche nei mesi estivi determina in realtà dei picchi di carico
superiori alla capacità massima complessiva degli impianti. Un indicatore
maggiormente significativo sarebbe l'andamento mensile del carico inquinante,
purtoppo ad oggi non diponibile.
A titolo indicativo una valutazione può essere effettuata a partire dalla presenze
giornaliere medie per il periodo estivo stimate a partire dai dati di produzione di
Rifiuti Solidi Urbani.
116
Caratterizzazione dell'ambiente
Tab. 31 Popolazione dell'Isola d'Elba suddivisa per periodi dell'anno (Fonte Agma)
Abitanti
Media
presenze Media
presenza
Media presenze nel
invernali (ottobre - estive (maggio mese di agosto
aprile)
settembre)
residenti
fluttuanti totali
(1996)
Capoliveri 2.906
1.294
4.200
Totale Elba 29.974
10.426
40.400
fluttuanti
totali
fluttuanti
17.694
75.026
20.600 30.694
105.000 137.026
TOTALI
33.600
167.000
N.B. Dati ricavati dal censimento del 1996 e dalla produzione RSU del 1997
Sulla base di tale stima gli abitanti equivalenti durante tutto il periodo estivo (20.600)
e durante il mese di agosto in particolare (33.600) superano nettamente la capacità
depurativa complessiva degli impianti a servizio di pubbliche fognature e il bilancio
depurativo è pertanto negativo.
Da evidenziare inoltre il fatto che, dato che una porzione rilevante del territorio
comunale non è servito da fognatura, parte del carico inquinante totale stimato
risulta non adeguatamente trattato, determinando potenziali fattori di inquinamento
delle acque superficiali e di falda.
Inoltre risulta totalmente escluso dal bilancio depurativo il carico organico, affatto
trascurabile, derivante dal turismo itinerante, sia via mare (diportismo nautico), che
via terra (turisti che pernottano in altri comuni ma affluiscono giornalmente nelle
varie località del comune di Capoliveri).
Una stima del Bilancio Depurativo leggermente differente nel dettaglio dei numeri,
ma non nella sostanza dei risultati, è quella riportata nel Piano d'Ambito:
Tab. 32 Copertura del servizio depurativo nel Comune di Capoliveri (fonte: ATO5)
Popolazione
residente
(1996)
2906
•
Popolazione
residente servita
(AbEq)
Popolazione
fluttuante
(AbEq)
Attività
turistica
(AbEq)
Attività
produttiva
(AbEq)
Totale
(AbEq)
2074
4396
9124
202
15796
Potenzialità
depuratori
(AbEq)
11000
Livello di
copertura
(%)
70
rif. INDICATORE “Capacità depurativa”
117
Caratterizzazione dell'ambiente
Lo stesso Piano effettua una stima della domanda futura di depurazione:
Tab. 33 Stima del carico organico previsto al 20° anno di gestione, per il Comune di Capoliveri
(fonte: ATO5)
Popolazione
residente al 2018
(AbEq)
3191
Popolazione
fluttuante
(AbEq)
13520
Attività
produttiva
(AbEq)
202
Carico
Organico
(AbEq)
16913
Interventi nel settore raccolta e trattamento dei reflui
Il Piano d'Ambito definisce il programma degli interventi proposti per
l'adeguamento del sistema depurativo. Gli interventi riguardanti il sitema di raccolta
dei reflui prevedono la sostituzione di circa il 20% delle lunghezza per la rete
fognaria esistente, la sostituzione dei collettori fognari carenti e la manutenzione
degli impianti di sollevamento.
Relativamente alla depurazione, l'ATO ha integralmente recepito nel Piano due
progetti elaborati dalla Comunità Monatana nel 2000 e nel 2001, inerenti
l'adeguamento del sistema di smaltimento delle acque a mare, e l'adeguamento dei
sistemi depurativi del territorio non compreso nei bacini di utenza delle condotte di
scarico a mare.
Per quanto concerne il comune di Capoliveri gli interventi individuati (previsti per
l'orizzonte temporale dei venti anni di gestione del servizio idrico integrato) sono i
seguenti:
- Costruzione di un impianto di tipo A in località Lacona, della potenzialità di 15.000
abitanti equivalenti.
- Costruzione di un impianto di tipo B in località Lido di Capoliveri (5.000 abitanti),
in testa alla condotta a mare
- Adeguamento dell'impianto di Capoliveri agli standard richiesti per lo scarico a
mare
- Accorpamento dei reflui degli impianti di Lido e Capoliveri e convogliamento alla
condotta a mare e adeguamento della stessa
- Costruzione di un impianto di tipo B in località Naregno (5.000 abitanti) in testa
alla condotta a mare
118
Caratterizzazione dell'ambiente
Nel 2000 è stato finanziato (da Ministero dell'Ambiente e CIPE) un progetto di
risanamento di tutte le condotte a mare dell'Isola. I lavori di adeguamento delle
condotte di scarico a mare sono ultimati e ad oggi risultano allacciate le nuove
condotte subacquee di Lido (2006) e Margidore (allacciata nell'estate del 2007),
mentre è in via di ultimazione l'allacciamento della nuova condotta di Naregno.
Il miglioramento dei sistemi di depurazione è inoltre tra gli obiettivi del'Accordo di
programma integrativo del 2003 tra Ministero dell'Ambiente, Regione Toscana,
Provincia di Livorno, Comuni Elbani, Comunità Montana e Autorità d'Ambito. Il
programma prevede il completamento della copertura fognaria di tutti gli
agglomerati urbani, la realizzazione di nuovi impianti di depurazione e
l'adeguamento di quelli esistenti.
119
Caratterizzazione dell'ambiente
Acque interne: Obiettivi, indicatori e tendenza
Nota: non essendo sempre disponibili dati riferibili al territorio comunale, per molte delle valutazioni
si assume che la situazione a livello comunale rifletta quella generale dell'intera Isola d'Elba,
soprattutto per tutto quanto concerne il sistema acquedottistico.
DPS
R
Disp.
dati
SECA, IBE, LIM
S
-
Qualità acque dolci
sotterranee; indici: SquAS,
SCAS, SAAS
S
++
Livello di Stress
idrogeologico della falda
S
++
P
+
P
++
Obiettivi di sostenibilità
Macrobiettivi di
sostenibilità da
PRAA
Obiettivi da Segnali
ambientali in Toscana e
Agenda 21 Arcipelago
Toscano
Tutelare la qualità
delle acque interne e Elevare il livello di qualità
delle acque superficiali
costiere e
promuovere l’uso
sostenibile della
risorsa idrica
Elevare il livello di qualità
delle acque sotterranee
Indicatori
Ridurre il livello dei
Livello di prelievo delle
prelievi delle acque per i
acque dai corpi idrici
diversi usi antropici
Ridurre il livello di
pressione delle sostanza
inquinanti di origine
antropica sulla risorsa
idrica
Carico inquinante totale.
Carico organico potenziale in
abitanti equivalenti (da
popolazione residente e
popolazione fluttuante)
Elevare l’estensione del
servizio idrico integrato
Copertura del servizio idrico;
% di popolazione servita da P/R
acquedotto
Elevare il livello di qualità Qualità delle acque destinate
delle acque utilizzate per al consumo umano - Qualità P/R
uso idropotabile
delle acque degli acquedotti
Elevare l’estensione del
servizio idrico integrato
Stato Tendenza
attuale
Copertura del servizio
fognario; % di popolazione
servita da servizio fognario
P/R
-
?
?
17
☺
(in estate) (in estate)
?
?
+++
/☺
++
I dati si riferiscono ad acquiferi che non interessano territorialmente il Comune di Capoliveri, ma che ne
sono influenzati dai consumi, essendo parte del sistema acquedottistico che alimenta l'intera Isola.
17
120
Caratterizzazione dell'ambiente
Elevare la capacità e
l’efficienza delle strutture
depurative delle acque
reflue
Capacità depurativa. Bilancio
fra il carico inquinante totale
e capacità depurativa
effettiva
R
++
Verificare la funzionalità
degli impianti
Analisi degli impianti idrici
S
+++
PR
+
Riduzione dei consumi
idrici procapite e
complessivi, soprattutto
Consumo complessivo di
utilizzando e
acqua
promuovendo tecnologie
per il risparmio idrico
nelle strutture turistiche
P
-
Riutilizzo delle acque reflue.
Favorire il riutilizzo delle
N° impianti pubblici di
acque reflue e
depurazione con riutilizzo di
conseguente risparmio di
acque reflue e m3/anno
nuova risorsa
riutilizzato
R
+
Regolare il Bilancio Idrico Bilancio idrico
(in estate)
/☺
☺
(in estate)
?
Motivazioni della tendenza
L'indirizzo urbanistico fin qui perseguito (vedi Piano di Fabbricazione), con
consistenti previsioni, già realizzate o in corso di attuazione, di nuove edificazioni e
di incrementi di posti letto nelle strutture turistiche, comporta un aumento non
trascurabile del fabbisogno totale di acqua e della domanda depurativa; ciò
determina direttamente un andamento ulteriormente negativo degli indicatori di
pressione: Livello di prelievo dai corpi idrici e Carico organico totale. Indirettamente
ciò incide poi in maniera negativa su due aspetti che già oggi si presentano come
criticità: lo stato di Qualità delle acque dolci sotterranee (dell'Elba e della Val di
Cornia) sfruttate per l'alimentazione dell'acquedotto, e il livello di stress
idrogeologico delle falde delle Pianure di Mola e di Lacona, alle quali attingono
numerosi pozzi. E' prevedibile anche un aumento del consumo complessivo di acqua
(dato ad oggi non disponibile a livello comunale).
Un indirizzo fortemente positivo ai fini delle tutela degli acquiferi viene dal Piano
del Parco dell'Arcipelago Toscano (Piano adottato, non ancora approvato) il quale
definisce (Art. 24) una fascia di tutela assoluta di 500 m a partire dalla costa, per gli
acquiferi a porosità primaria interni al perimetro del Parco, entro la quale vietare la
perforazione di nuovi pozzi e attuare la progressiva chiusura di quelli esistenti;
propone inoltre la medesima disciplina per gli acquiferi a porosità primaria esterni al
Parco ma che abbiano influenza diretta sull'ambiente del Parco. Anche per gli
121
Caratterizzazione dell'ambiente
acquiferi esterni alla fascia di tutela assoluta definisce norme di protezione dinamica
rispetto ad una soglia di prelievo che dovrà essere fissata. L'attuazione di tali norme
incide in maniera positiva sulla tendenza dello stato di stress della falda.
La realizzazione degli interventi sulla rete di adduzione, che sono tra gli obiettivi del
Piano d'Ambito, e che sono in parte stati effettuati nel bienno 2005-2006 da ASA Spa,
dovrebbe contribuire ad un miglioramento dello stato di funzionalità degli impianti,
con conseguente riduzione delle perdite.
Per quel che riguarda invece gli indicatori di Risposta, la loro tendenza è
strettamente dipendente da pianificazioni di scala sovracomunale (a livello di
gestione
del
Ciclo
Integrato
delle
Acque)
inerenti
l'adeguamento/riammodernamento degli impianti di raccolta, trattamento e
smaltimento dei reflui e gli interventi nel settore acquedotto. Gli obiettivi del Piano
d'Ambito sono, nel lungo termine, di rendere l'Isola d'Elba autonoma dal punto di
vista acquedottistico e di adeguare il sistema depurativo ai reali carichi organici,
anche durante i picchi di presenze estivi. La effettiva incidenza sullo stato degli
indicatori a livello comunale dipende tuttavia sia dal dettaglio degli interventi (che in
parte sono ancora in fase di studio), che dalla tempistica della loro realizzazione. La
tendenza degli indicatori di risposta può quindi essere definita stazionaria nel breve
periodo, in miglioramento in un orizzonte temporale più lungo.
Per quanto concerne gli altri indicatori, non si ravvisano elementi in grado di far
supporre una loro significativa modificazione nel tempo; la tendenza attribuita a
questi indicatori si traduce pertanto in un sostanziale mantenimento.
122
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.7. Acque marine
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati ricavati dalle seguenti fonti:
•
Regione Toscana: Piano di Tutela delle acque della Toscana, il bacino Toscana
costa, dicembre 2003
•
ATTI del Workshop “LE ACQUE DI BALNEAZIONE”, 11 ottobre 2002 , Lido
di Camaiore - Hotel Villa Ariston - a cura di Regione Toscana Giunta
Regionale - Dipartimento Politiche Territoriali e Ambientali , Area Tutela delle
Acque Interne e Costiere
•
Sito ARPAT (Monitoraggio e controllo > Risorse idriche > acque marine e
costiere), dicembre 2007
•
Sito del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it),
dicembre 2007
•
Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscana, Agenda 21, 2006
Qualità delle acque di balneazione
La qualità delle acque di balneazione del comune di Capoliveri risulta generalmente
elevata, superiore a quella dell’Arcipelago Toscano (nel suo complesso), della
provincia di Livorno e della costa toscana più in generale, così come documentato
dall’andamento dei valori assunti dall’indice di qualità batteriologica (IBQ)18 nel
periodo 1990 – 2001 (vedi figura seguente).
18
L’IBQ è il rapporto percentuale tra numero di campionamenti con assenza di Coliformi fecali
o di Streptococchi fecali e il numero totale di campioni prelevati ed è categorizzato come segue:
Giudizio
IQB
Pessimo
0-20%
Scadente
20-40%
Mediocre
40-60%
Buono
60-80%
Elevato
80-100%
123
Caratterizzazione dell'ambiente
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Capoliveri
25%
85%
80%
94%
87%
73%
87%
91%
73%
90%
72%
89%
Arcipelagio
Toscano
31%
66%
69%
75%
74%
63%
71%
83%
71%
76%
66%
81%
Livorno
74%
84%
82%
84%
78%
83%
79%
83%
79%
68%
71%
66%
Costa
Toscana
50%
61%
62%
65%
61%
66%
59%
69%
64%
59%
57%
56%
Fig. 30 Indice di Qualità Batteriologica nelle acque di balneazione dei comuni toscani nella
stagione 2001 (Fonte: ARPAT - rapporto sullo stato delle acque marine in Toscana 2001)
124
Caratterizzazione dell'ambiente
Rif. INDICATORE “% dei punti non idonei alla balneazione”
Rif. INDICATORE “Stato di qualità batteriologica”
I punti di campionamento delle acque ai fini della balneazione sono ubicati in
corrispondenza delle principali spiagge presenti sul territorio comunale19 ed i
campionamenti vengono eseguiti da ARPAT nel periodo primaverile-estivo (1
aprile-30 settembre) con una frequenza mensile.
Nel 2007 i risultati delle analisi effettuate dall’ARPAT ai fini della balneazione nei
diversi punti di campionamento sono risultate tutte conformi alle disposizioni di
legge (D.P.R. n. 470/82 e successive modifiche ed integrazioni).
19
Punti di campionamento balneazione:
bal-178 spiaggia di naregno
bal-179 spiaggia dell' innamorata
bal-180 spiaggia pareti
bal-181 spiaggia morcone
bal-182 localita' calanchiole
bal-183 spiaggia localita' lido
bal-184 localita' lacona
bal-305 margidore
bal-306 localita' laconella
bal-352 straccoligno
bal-353 fosso santamaria
bal-403 barabarca
bal-415 mola
bal-423 margidore sud
bal-462 spiaggia della madonna
125
Caratterizzazione dell'ambiente
Indice trofico TRIX
Per quanto concerne lo stato di qualità ambientale della fascia costiera determinato
mediante l’indice trofico TRIX20 dai risultati del monitoraggio effettuato da ARPAT
(punti di M.A.S.S.I.M.A. delle acque marino costiere) emerge uno stato di qualità
“elevato” per tutte le stazioni di monitoraggio indagate nell’Isola, ubicate nella parte
nord dell’Isola, quali: stazioni “Elba nord” (nel comune di Portoferraio) e stazioni
“Mola” ubicate nel golfo di Mola (nel comune di Porto Azzurro).
Rif. INDICATORE “Stato trofico attraverso il TRIX”
20
l’indice trofico TRIX previsto dal D.lgs.152/99 definisce lo stato di qualità delle acque marino costiere; riassume in
un valore numerico (in una scala di valori da 1 a 10) le condizioni di trofia del sistema di acque considerato. La formula
matematica per calcolare l’indice trofico è:
indice Trofico TRIX = (Log(Cha · |OD%| · N · P) - (a) / b
dove Cha è il valore di Clorofilla “a” in µg/l, OD% è la percentuale di ossigeno disciolto espresso come variazione in
valore assoluto dalla saturazione, N è l’azoto solubile (N-NO3, N-NO2, N-NH3) in µg/l, P è il fosforo totale, a e b sono costanti
determinate sulla base dei limiti superiore ed inferiore dei parametri.
Il D. Lgs 152/99 associa ai valori di TRIX uno “stato ambientale” a cui corrispondono una serie di specifiche condizioni. In tale
maniera le acque marino costiere vengono classificate in quattro classi in base ad un indice di trofia che fornisce delle
indicazioni su alcune delle condizioni del sistema considerato. Indice di trofia
Indice di trofia
Stato
Condizioni
2-4
ELEVATO
4-5
BUONO
5-6
MEDIOCRE
Buona trasparenza delle acque
Assenza di anomale colorazioni delle acque
Assenza di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque bentiche
Occasionali intorbidimenti delle acque
Occasionali anomale colorazioni delle acque
Occasionali ipossie nelle acque bentiche
Scarsa la trasparenza delle acque
Anomale colorazioni delle acque <>Ipossie e occasionali anossie delle
acque bentiche
Stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico
126
Caratterizzazione dell'ambiente
Habitat marini di interesse conservazionistico
Nelle acque costiere del comune di Capoliveri sono presenti importanti habitat
marini di interesse conservazionistico, quali Praterie di Posidonia oceanica, Grandi cale
e baie poco profonde, Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche, Banchi di
sabbia sublitoranei permanentemente sommersi; tra questi habitat, vuoi per il ruolo svolto
che perché tutelata a livello internazionale, assume particolare importanza la
Posidonia oceanica.
Come si evince dalla cartografia in scala 1:10.000 con la distribuzione spaziale della
Posidonia oceanica disponibile nel sito del web del Parco Nazionale dell'Arcipelago
Toscano (www.isoleditoscana.it) e riportata nel quadro conoscitivo del PS, questo
habitat ricopre infatti vaste porzioni dei fondali presenti nel territorio comunale di
Capoliveri ed è presente nella maggior parte delle aree marine antistanti le spiagge
del comune, sia su fondale sabbioso che su roccia. In considerazione del consistente
afflusso turistico che nel periodo estivo si riversa in queste aree, al fine di limitare
impatti negativi su tale habitat si rende necessaria una rigorosa gestione delle attività
turistiche balneari, incluso quella nautica (sia da diporto che non).
Scheda “Posidonia oceanica”
Questo habitat, diffusamente presente nelle aree a mare prospicienti la costa del territorio comunale
di Capoliveri, è un habitat di interesse comunitario, indicato come prioritario nell'All.1 della Dir.
92/43CEE con il nome "Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae)", recentemente inserito anche
nell'All. A della L.R. 56/2000, a seguito dell'ultimo aggiornamento della lista degli habitat di interesse
regionale. Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama endemica del Mediterraneo, inserita
nell'Allegato II del Protocollo ASPIM.
Oltre che costituire biocenosi di elevato valore ecologico e biologico (produzione di ossigeno, luogo di
rifugio, e fonte di alimentazione e riproduzione per numerose specie, punto di partenza per
complesse reti trofiche, habitat di numerose specie di Pesci, Cefalopodi e Crostacei di pregiato
interesse commerciale, ecc.), le praterie di posidonia rappresentano un importante elemento
nell'equilibrio sedimentario e nella stabilizzazione della costa (stabilizzazione del fondo marino
attraverso l’apparato radicale, riduzione dell’intensità dei moti ondosi, ecc.) .
Attualmente le praterie di Posidonia sono in regressione in moltissime zone del Mediterraneo,
soprattutto nella fascia più superficiale della zona costiera quella cioè maggiormente soggetta
all’impatto antropico..
I principali fattori responsabili della regressione delle praterie, più marcata nelle aree maggiormente
antropizzati, sono costituiti da un complesso di fattori naturali e di origine antropica; tra questi ultimi
si ricordano la costruzione delle opere costiere che interferiscono con le dinamiche di distribuzione
dei sedimenti, l'inquinamento delle acque e l'aumento della loro torbidità, la pesca a strascico che
scalza intere “matte” mettendo a nudo il substrato (che più facilmente verrà ricolonizzato da specie a
crescita più rapida come la Cymodocea o la Caulerpa), gli ancoraggi in zone ad alta concentrazione di
diportisti nautici.
127
Caratterizzazione dell'ambiente
Pressioni
Le principali pressioni che determinano un impatto negativo sull’ambiente marino
sono riconducibili a:
•
inquinamento delle acque correlato all’immissione di acque reflue (vedi
capitolo acque interne);
•
afflusso di natanti e imbarcazioni che frequentano le acque costiere
prospicienti le principali spiagge: transito, ancoraggi, scarichi a mare,
inquinamento da sostanze pericolose (carburante, olii, detergenti);
•
afflusso turistico che si riversa nelle spiagge .
Attualmente non esiste una specifica regolamentazione delle attività a mare (nautica
da diporto principalmente) finalizzata alla salvaguardia di questo habitat. Il
consistente carico turistico che nel periodo estivo grava su queste aree determina un
significativo impatto negativo su questa componente ambientale (inquinamento delle
acque, distruzione della Posidonia a seguito degli ancoraggi, sicurezza dei bagnanti,
ecc.). Nelle spiagge del territorio comunale di Capoliveri sono state rilasciate 23
autorizzazioni demaniali e 10 concessioni demaniali (vedi carta delle spiagge riportata
nel quadro conoscitivo del PS), distribuite come segue:
Località
Spiaggia di Lacona
Spiaggia di Margidore
Spiaggia del Lido
Spiaggia di Zuccale
Spiaggia di Norsi
Spiaggia di Barabarca
Spiaggia di Madonna
Grazie
Spiaggia di Morcone
Spiaggia di Pareti
Spiaggia di Innamorata
Spiaggia di Calagrande
Spiaggia di Naregno
Concessioni
demaniali
2
1
3
delle
Autorizzazioni
demaniali
6
1
2
1
2
1
1
4
2
2
1
4
Rif. INDICATORE “distribuzione e stato di salute della Posidonia oceanica”
Rif. INDICATORE “N° di concessioni e autorizzazioni demaniale rilasciate”
Rif. INDICATORE “Regolamentazione dell’ormeggio finalizzata alla salvaguardia di
habitat marini di interesse conservazionistico”
Rif. INDICATORE “Regolamentazione “ecocompatibile” per gli stabilimenti
balneari“
128
Caratterizzazione dell'ambiente
Acque marine: obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro obiettivi di
sostenibilità
Obiettivi Specifici
Migliorare il livello di
qualità delle acque
marine e di
balneazione
Mantenere
un’elevata qualità
delle acque marine
e dell’ecosistema
marino
DPS Disp. Stato Tendenza
R
dati attuale
Mantenere una elevata
qualità dell’ecosistema
marino
Qualificare gli
stabilimenti balneari
Limitare la
proliferazione di
stabilimenti balneari
Migliorare l’efficienza
del sistema di gestione
delle acque che
confluiscono in mare
(depurazione, scarichi,
ecc)
% dei punti non idonei alla
balneazione
Indice di qualità
batteriologica (IQB)
Stato trofico attraverso il
TRIX
Distribuzione e stato di
salute della Posidonia
oceanica
Regolamentazione
dell’ormeggio finalizzata
alla salvaguardia di habitat
marini di interesse
conservazionistico
Regolamentazione
“ecocompatibile” per gli
stabilimenti balneari
N° di concessioni e
autorizzazioni rilasciate
S
+
☺
S
+
☺
S
+
☺
S
+
☺
R
++
DPS
R
+
R
++
Vedi capitolo “ACQUE
INTERNE”
129
Caratterizzazione dell'ambiente
Motivazioni della tendenza
La situazione attuale, sintetizzata dai giudizi attribuiti a questi indicatori, risulta in
generale positiva, sia sotto il profilo della qualità delle acque che dello stato
dell’ecosistema marino (vedi colonna stato attuale).
La situazione positiva degli indicatori relativi alla qualità batteriologica, allo stato
trofico, distribuzione e stato di salute degli ecosistemi marini, si presume possa
rimanere costante nel tempo; se da un lato si assiste infatti ad una crescita delle
pressioni che insistono negativamente sul sistema acque marine, quali scarichi
connessi al carico turistico, numero abitanti, deficit del sistema fognario, ecc.,
dall’altro c’è una progressiva riorganizzazione e riqualificazione del sistema di
gestione delle acque di scarico con conseguente miglioramento della loro qualità
prima dell’immissione in mare (vedi capitolo acque interne). La presenza del Parco
dell’Arcipelago Toscano e la regolamentazione che ad esso si accompagna (vedi
piano di gestione recentemente adottato) costituisce un ulteriore elemento positivo
volto alla salvaguardia dell’ecosistema marino.
L’assenza di una regolamentazione dell’ormeggio e delle attività connesse agli
stabilimenti balneari finalizzata alla salvaguardia dell’ecosistema marino (Posidonia
oceanica in particolare) e ad una gestione ecocompatibile di queste attività, costituisce
un elemento negativo la cui tendenza si presume possa ulteriormente peggiorare sia
in relazione alla crescita del carico turistico che si riversa nella costa, inclusa la
nautica da diporto.
Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in
parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute
nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”). Tali previsioni, anche se non
correlate molti casi con un aumento di unità abitative, comportano infatti un
aumento dei posti letto e quindi di presenze.
130
Caratterizzazione dell'ambiente
3.3.8. Paesaggio
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono
stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:
- Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/)
- Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri
- Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007)
- Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno
- Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006)
- Atlante dei caratteri strutturali del Paesaggio, PIT 2005-2010
Stato di conservazione e criticità del paesaggio di Capoliveri
L'analisi dello stato attuale del paesaggio ha valorizzato le unità e le descrizioni
interne al quadro conoscitivo ed allo statuto del PS. In conseguenza del loro processo
di individuazione i Sistemi ambientali elbani, ricompresi nel territorio comunale di
Capoliveri, possono ben corrispondere ad unità di paesaggio, cioè ad unità
omogenee dal punto di vista geomorfologico, di uso del suolo/vegetazione e dei
processi di trasformazione antropica. In particolare sono state analizzate le seguenti
unità:
−
−
−
−
−
−
−
−
subsistema di San Martino;
sistema di Lacona;
sistema di Stella;
sub sistema di Mola;
sistema di capoliveri
ambito orientale del sistema di Capoliveri;
ambito occidentale del sistema di Capoliveri;
sistema di Monte Calamita.
Ciascuna unità paesaggistica, così individuata, è stata analizzata con riferimento alla
presenza di paesaggi agricoli tradizionali o di paesaggi rurali integri, alla densità
delle sistemazioni agricole tradizionali (ad esempio terrazzamenti), densità di
edificato di interesse storico, aree archeologiche e testimonianze storiche (da tavola
17 del PS), alla presenza di paesaggi naturali, di vincoli paesaggistici, al grado di
urbanizzazione del territorio interno e costiero, ecc.
131
Caratterizzazione dell'ambiente
L’assetto agricolo prevalente è caratterizzato da una valenza economica residuale,
con alcune realtà aziendali significative localizzate nella piana di Mola e nella piana
di Lacona.
Nel complesso l’agricoltura presente nel territorio del Comune di Capoliveri può
definirsi di tipo familiare con la presenza di alcune realtà aziendali che assumono
importanza economica. La coltura che contribuisce a tipicizzare il territorio e
l’economia agricola del Comune è il vigneto, sebbene la sua frammentazione sia
elevata. La presenza dell’olivo è diffusa, ma la sua importanza economica assume
scarsi significati. Nonostante la polverizzazione della struttura fondiaria del settore
agricolo, il territorio non si presenta in stato di abbandono, con qualche eccezione
legata alle difficili condizioni di gestione delle colline più interne e/o impervie. Le
sistemazioni idraulico agrarie ed il reticolo minore di fossi presenta uno stato di
manutenzione accettabile con eccezioni legate alle aree in abbandono. Il quadro
conoscitivo mette in luce il progressivo mutamento del paesaggio di Capoliveri,
particolarmente negli ultimi decenni, dovuto in buona misura alla crisi
dell’agricoltura, all’abbandono della produzione mineraria e alla diffusione delle
strutture turistico - ricettive, all’espandersi delle aree ricolonizzate dalla vegetazione.
Il Subsistema di San Martino, il Sistema di Stella e il Sistema di Monte Calamita
costituiscono degli ambiti di paesaggio ad elevato grado di naturalità, con basso
grado di costrizione dei biotopi naturali, bassa frammentazione ad opera delle
infrastrutture stradali, basso grado di artificialità ed elevato valore naturalistico.I
caratteri paesaggistici prevalenti sono costituiti da versanti, anche acclivi, interessati
da una continua matrice vegetale a dominanza di macchie e foreste di sclerofille,
rimboschimenti di conifere e coste rocciose ad elevata naturalità. Le attività agricole
risultano quasi del tutto assenti o con funzioni relittuali e/o marginali (ad eccezione
dell’area di Ripalte), con superfici agricole estremamente frammentate, Isolate e ad
elevata pendenza. Per tali sistemi risulta bassa inoltre la densità dei terrazzamenti,
con valori massimi riscontrabili nell’area di Acquarilli (1,4 m/ha di terrazzamenti per
l’UTOE omonima). Particolarmente rilevante, in termini paesaggistici, risulta la
presenza nel Sistema di Monte Calamita delle miniere abbandonate. Tali sistemi di
paesaggio ospitano siti di interesse archeologico (ad esempio Vallone di Calamita –
testimonianze preistoriche dell’età dei metalli), scarsa presenza di edificato di
interesse storico. Per tali ambiti il valore paesaggistico va individuato nella naturalità
diffusa, ove la matrice dominante del paesaggio è di tipo naturale o seminaturale e
dove le testimonianze della presenza umana sono strettamente legate a tale matrice.
Le stesse aree minerarie costituiscono oggi ambiti di interesse naturalistico, oltre che
storico e di archeologia industriale e sono sottoposti a spontanei processi di
rinaturalizzazione.
Il Sistema di Lacona e il Sub sistema di Mola costituiscono due ambiti caratterizzati
da un paesaggio agricolo tradizionale di pianura o bassa collina, in parte trasformata
dai processi di diffusione dell’edilizia residenziale diffusa a bassa densità. Basso
grado di naturalità, medio alto grado di costrizione dei biotopi naturali, medio alta
132
Caratterizzazione dell'ambiente
frammentazione ad opera delle infrastrutture stradali, elavato grado di artificialità
costituiscono le caratteristiche di tali ambiti, ove le aree agricole presentano i valori
migliori, nel territorio comunale, relativamente alle condizioni di acclività,
esposizione, dimensione degli appezzamenti, raggiungibilità, ecc. La presenza di un
paesaggio agricolo di pianura ancora caratterizzato da elementi dell’agricoltura
tradizionale elbana, con piccoli appezzamenti, presenza di siepi e filari alberati, ecc.
conferisce al sistema paesaggistico un discreto valore naturalistico, aumentato dalla
presenza dell’area umida di Mola e del sistema dunale di Lacona. Due biotopi
anch’essi però caratterizzati dalle forti pressioni antropiche dirette e indirette. Verso
l’interno e sulle pendici collinari prevalgono invece le coltivazioni e gli insediamenti rurali (in
parte anch’essi convertiti alla funzione turistica). Il paesaggio agrario è caratterizzato da una
continua alternanza di coltivazioni su piccoli appezzamenti, con prevalenza di vigneti, oliveti
e orti familiari (in cui si includono anche i piccoli frutteti per l’autoconsumo). Le pendici
collinari sono talvolta modellate a terrazze sostenuti da muri a secco e talvolta a gradoni. Nel
Piano di Mola si possono distinguere due diverse tipologie di paesaggio agrario: una fascia a
prevalente seminativo su appezzamenti medio-grandi e con bassa densità insediativa (la parte
più pianeggiante, lungo la provinciale) e una fascia pedecollinare con maggiore incidenza di
vigneti e oliveti. Risalendo il versante settentrionale del Monte Zuccale e della collina
dominata dal capoluogo la parcellizzazione del territorio si fa più marcata e accanto alle
colture agrarie e agli orti compaiono di nuovo i giardini con vegetazione ornamentale.
(art.15.1 Statuto). Rispetto al sistema paesaggistico precedente, a carattere
prevalentemente naturalistico, tali ambiti presentano inoltre una maggiore densità
dei terrazzamenti (fino a 14,7 m/ha per l’UTOE Lacona-Margidore). Particolarmente
rilevante, in termini paesaggistici, risulta la presenza del sistema dunale di Lacona e
delle pinete retrostanti ed il reticolo idrografico minore. Tali sistemi di paesaggio
ospitano siti di interesse archeologico (ad esempio Lacona Fosso del Pino – abitati
preistorici con resti di lavorazione del ferro), ed un edificato, spesso di origine
agricola, di interesse storico.
Gli ambiti orientale ed occidentale del sistema di Capoliveri, e l’unità di Capoliveri
costituiscono un sistema paesaggistico ove più rilevanti sono stati i processi di
diffusione dell’edificato ad alta e bassa densità, di frammentazione e costrizione dei
biotopi, con medio basso grado di artificialità e, in molti casi, di perdita del genius
loci. Ciò risulta evidente soprattutto nella porzione più occidentale dell’area
(Madonna delle Grazie), ove un paesaggio costiero ad agricoltura terrazzata (35,5
m/ha di terrazzamenti) si è nel tempo trasformato in un sistema ad elevata presenza
di edilizia residenziale diffusa con perdita totale delle funzioni agricole. Nella
porzione orientale il paesaggio agricolo risulta invece ancora un elemento strutturale
del sistema ambientale, spesso mosaicato ad elementi naturali o seminaturali. Si ha
qui un’alternanza di boschetti di sughere e lecci con appezzamenti coltivati a vigneto e
oliveto, con piccoli frutteti e orti familiari, associati a insediamenti diffusi. (art.15.1 Statuto).
Particolarmente rilevante, in termini paesaggistici, risulta la presenza del centro
storico di Capoliveri, così come la presenza di siti di interesse archeologico e di
edificato di interesse storico.
133
Caratterizzazione dell'ambiente
Fig. 31 Grado di naturalità/artificialità (sx) e di costrizione/frammentazione (dx) del territorio
comunale di Capoliveri.
Fig. 32 Grado di frammentazione ad opera della rete stradale (sx) e densità dei terrazzamenti (dx)
per UTOE.
La diffusa presenza di terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, contribuisce in
maniera rilevante a caratterizzare il paesaggio rurale del Comune di Capoliveri.
L’andamento principale delle terrazze presenti è a girapoggio. Lo stato di manutenzione dei
terrazzamenti è spesso trascurato e spesso le colture agrarie hanno lasciato spazio al bosco.
Queste tipiche sistemazioni idraulico agrarie dei terreni declivi, rappresentano, oggi, un bene
paesaggistico e un documento storico degni di rispetto, sebbene rappresentino un onere per il
proprietario del terreno ed un’emergenza ambientale per la collettività in seguito ai rischi di
dissesto idrogeologico connessi ad un loro abbandono. Il mantenimento dei muretti, il
rifacimento delle canalette di scolo e la pendenza della lenza sono operazioni da incentivare sia
134
Caratterizzazione dell'ambiente
a fini privati che pubblici, per evitare eccessi di ruscellamento con erosione superficiale del
terreno.(art.13, comma 2, Statuto).
In alcune UTOE la densità dei terrazzamenti raggiunge livelli molto elevati pari a
35,5 m/ha per l’unità di Madonna delle Grazie, di 14,7 m/ha per l’unità Lacona –
Margidore e di 10,2 m/ha per l’unità Innamorata-Pareti-Morcone. Come già indicato
nella descrizione dei valori dei singoli sistemi paesaggistici tali presenze
costituiscono un elemento strutturale del paesaggio agricolo di Capoliveri da
conservare e riqualificare.
Fig. 33 Paesaggio agricolo di capoliveri: classi di acclività (sx) e di superficie (dx) delle aree
agricole.
L'UTOE che ha caratteri agricoli prevalentemente produttivi è quella della "Pianura
di Mola" che presenta pendenze ottimali (classe prevalente 0-5), dimensioni maggiori
dei poligoni agricoli (> 15 ettari) e loro buona continuità, medio bassa naturalità,
scarsa presenza di terrazzamenti (4,5 m/ha contro i 35,5 m/ha di Madonna delle
Grazie...) ed elevato grado di costrizione dei biotopi naturali.
Anche le UTOE Mandorlo-Lari e Lacona-Margidore si possono classificare come ad
attività agricole produttive, con stesse condizioni dell'UTOE precedente anche se con
maggiore frammentazione delle unità agricole, loro minori dimensioni medie e
maggiore pendenza. Qui le aree agricole produttive sono spesso intervallate da
incolti, aree agricole abbandonate, biotopi costretti, ecc. L'UTOE della Collina e della
Costa presenta in parte aree agricole produttive o comunque con buone condizioni
stazionali (pendenza, superfici, ecc.) ma anche elevati valori di naturalità (0,62 contro
valori compresi tra 0,43 e 0,47 delle unità precedenti) e frammentazione, con media
presenza di terrazzamenti (6,7 m/ha). Tale Unità, così come Capoliveri, hanno un
valore agricolo prevalentemente paesaggistico.
135
Caratterizzazione dell'ambiente
Le rimanenti UTOE (ad esclusione di quelle interamente al sistema di Aree Protette e
SIR) hanno una presenza agricola residuale, non produttiva (aree agricole ridotte,
frammentate, elevata pendenza, ecc.), con elementi di elevato interesse paesaggistico
assolutamente da preservare (terrazzamenti).
I processi di abbandono delle attività agricole tradizionali, di sviluppo delle attività
turistiche e, soprattutto, di sviluppo dell’edificato residenziale sparso a bassa densità
costituiscono degli elementi di criticità per la conservazione degli elementi
caratteristici del paesaggio elbano e di quello di Capoliveri in particolare. Tale
situazione risulta maggiormente critica soprattutto nella zona circostante il
capoluogo, ed in particolare verso Madonna delle Grazie e Lido, ove la stessa
conservazione dei terrazzamenti è resa non realizzabile dall’assenza di attività
agricole e dalla loro funzione manutentiva. Il rapido cambiamento dell’uso del suolo,
l’aumento dei livelli di antropizzazione ed urbanizzazione e di frammentazione sono
evidenti anche nell’area di Lacona, Mola e Naregno. Il trend in assenza di PS risulta
mantenere tale situazione anche con interventi che risultano localmente aumentare i
livelli di consumo del suolo, con trasformazioni previste, o in corso di realizzazione,
alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e a Lacona (PEEP
Lacona).
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
rif. INDICATORE “Grado di costrizione dei biotopi”
rif. INDICATORE “Grado di frammentazione da viabilità”
rif. INDICATORE “Grado di naturalità”
rif. INDICATORE “Grado di urbanizzazione del territorio interno”
rif. INDICATORE “Grado di urbanizzazione del territorio costiero”
rif. INDICATORE “Percentuale di territorio costiero libero”
rif. INDICATORE “Stato di conservazione delle sistemazioni agricole
tradizionali”
rif. INDICATORE
“Stato di conservazione del paesaggio naturale e
seminaturale”
rif. INDICATORE
“Stato di conservazione del patrimonio storico e
architettonico”
rif. INDICATORE “N° tipologie colturali rilevabili all’interno del mosaico
paesaggistico”
rif. INDICATORE “Estensione delle macrocategorie di uso del suolo:
seminativi, boschi, aree a pascolo”
rif. INDICATORE “Superficie agricola a coltura promiscua”
rif. INDICATORE “Presenza di aree a vincolo paesagistico”
136
Caratterizzazione dell'ambiente
Paesaggio: Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro obiettivi di
sostenibilità
DPS Disp. Stato Tendenza
R
dati attuale
Obiettivi Specifici
Tutela del paesaggio
-
Valutazione delle
variazioni in termini
di complessità
tipologica del
paesaggio
Valutazione dei
mutamenti di
equilibrio fra le varie
categorie di uso del
suolo
Valutazione della
diversità colturale e
mantenimento delle
forme tradizionali
Stato di conservazione
delle sistemazioni agricole
tradizionali
Stato di conservazione del
paesaggio naturale e
seminaturale
Presenza di aree a vincolo
paesaggistico
Stato di conservazione del
patrimonio storico e
architettonico
Grado di urbanizzazione
del territorio interno
Grado di urbanizzazione
del territorio costiero
Percentuale di territorio
costiero libero
Grado di costrizione dei
biotopi
Grado di frammentazione
da viabilità
S
++
S
++
☺
R
+++
☺
S
++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
S
+++
Grado di naturalità
S
+++
N° tipologie colturali
rilevabili all’interno del
mosaico paesaggistico
S
++
Estensione delle
macrocategorie di uso del
suolo: seminativi, boschi,
aree a pascolo
S
++
Superficie agricola a coltura
promiscua
S
++
137
Caratterizzazione dell'ambiente
Motivazioni della tendenza
Per la descrizione delle motivazioni della tendenza per la componente in oggetto
occorre far riferimento in gran parte a quanto indicato nelle motivazioni della
tendenza della componente “suolo” con particolare riferimento all’evoluzione
dell’uso del suolo e alle sue trasformazioni.
All’abbandono delle attività agricole tradizionali e delle attività manutentive ad esse
legate (classico esempio dei terrazzamenti) si è associata la realizzazione di un
edificato residenziale a bassa densità, legato prevalentemente allo sviluppo del
settore turistico, che ha fortemente condizionato il paesaggio di vaste porzioni di
territorio di Capoliveri. Tale processo ha portato ad elevati gradi di urbanizzazione,
frammentazione, costrizione e artificializzazione in diverse aree del territorio di
Capoliveri, con la perdita dei caratteri più peculiari del paesaggio ed in particolare di
quello agricolo. La perdita di superfici agricole, la loro frammentazione, la riduzione
della loro diversità (n. tipologie colturali) costituiscono forti detrattori del paesaggio
agricolo.
La situazione attuale mostra una buona conservazione dei paesaggi naturali e
seminaturali, situati nelle aree meno disturbate (ad esempio Fonza, Stella, Monte
Calamita), e paesaggi seminaturali ed antropici che hanno perso gran parte dei loro
caratteri peculiari, in particolare di tipo agricolo. Ciò risulta confermato anche dalle
analisi interne al PIT (2005-2010) ove si afferma, per il territorio elbano, come "La
diffusione di strutture ricettive e complessi residenziali turistici di diverso genere ha
registrato forti incrementi negli ultimi venti anni, alterando profondamente i caratteri rurali
del paesaggio. Il promontorio di sud-est di Monte Calamita conserva un contesto
paesaggistico di grande suggestione, con la presenza di siti estrattivi e resti delle relative
strutture colonizzati dalla vegetazione spontanea". (Atlante dei caratteri strutturali del
Paesaggio, PIT 2005-2010).
Il trend mostra una permanenza di tale situazione di criticità, nonostante tutto il
territorio comunale sia sottoposto a vincolo paesaggistico. Considerazioni positive
derivano dall’analisi del paesaggio della fascia costiera che risulta in gran parte
ancora integra.
La perdita dei caratteri tipici del paesaggio agricolo costituisce un elemento negativo
anche in termini di tutela della biodiversità, ove numerose specie, soprattutto di
fauna, sono legate agli agroecosistemi tradizionali.
138
Il Piano Strutturale in formazione
4. IL PIANO STRUTTURALE IN FORMAZIONE
4.1. SCOPI E OBIETTIVI DEL PIANO
Finalità del piano (rif. art. 2 del Piano)
I principi di governo del territorio si basano sulla finalità generale di “garantire la
salvaguardia ed il mantenimento dei beni comuni e l’uguaglianza di diritti all’uso ed
al godimento dei beni comuni nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità
della vita delle generazioni presenti e future” in base al’art. 1 della LR 1/05, pertanto
il Comune di Capoliveri, attraverso il proprio strumento di pianificazione territoriale
intende assicurare la conservazione e l’arricchimento delle risorse territoriali, in
modo da affidarle integre e valorizzate alle generazioni future.
Per queste finalità il Piano Strutturale individua le risorse naturali ed essenziali del
territorio, detta criteri per l’utilizzo delle stesse affinché nessuna possa essere ridotta
in modo significativo e irreversibile in riferimento agli equilibri degli ecosistemi di
cui è componente. Il PS indica inoltre gli obiettivi per la loro valorizzazione.
Le componenti soggette a valorizzazione sono:
- la qualità ambientale-paesaggistica del territorio;
- la presenza di stratificazioni storico-archeologica;
- le nicchie di produzione agricola di qualità;
- gli ambiti naturali marini e terrestri;
- la dimensione turistica e culturale di rango regionale, nazionale e internazionale;
L’obiettivo generale del PS è quello di consolidare la struttura territoriale comunale
tramite un organico programma di tutela e di sviluppo basato:
- sulla tutela e il miglioramento delle risorse;
- sulla realizzazione di condizioni di sicurezza e di benessere;
- sulla creazione di opportunità di crescita culturale, sociale e economica;
- sullo sviluppo di innovazioni produttive e imprenditoriali;
- sulla offerta di servizi commerciali attraverso il mantenimento di quelli esistenti e la
creazione di occasioni di sviluppo commerciali differenziando le attività anche in
base in base alle differenti stagionalità;
139
Il Piano Strutturale in formazione
- sulla realizzazione di mobilità ottimali;
- sulla dotazione di servizi e attrezzature adeguati alla domanda sociale;
- sulla formazione di un sistema di parchi per il tempo libero, per le esigenze
didattiche, ricreative, sportive, culturali e museali;
- sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio territoriale;
Il piano strutturale definisce le strategie generali di sviluppo sostenibile rese possibili
dall’uso responsabile delle risorse presenti nel territorio comunale.
Il piano strutturale stabilisce obiettivi strategici e azioni d’area, coerenti con le
pianificazioni sovraordinate, regionale e provinciale.
Definizione delle strategie generali (rif. art.32 del Piano)
1
In relazione alle strategie generali di sviluppo sostenibile, il piano strutturale
individua obiettivi strategici d’area, riguardanti singole parti del territorio comunale
e in particolare i Sistemi, Sub Sistemi Territoriali e Funzionali come definiti e
individuati rispettivamente al Titolo III nonché le U.T.O.E.
2.
La pianificazione strategica definisce le strategie generali comunali di sviluppo
sostenibile per quanto riguarda i seguenti sistemi di funzioni:
-
turismo e attività produttive;
-
agricoltura;
-
residenza;
-
mobilità e infrastrutture.
Il sistema funzionale del turismo comprende i relativi impianti e attrezzature terziari
e direzionali, il commercio e l’artigianato, considerati in connessione con lo specifico
settore sociale ed economico del turismo.
Il sistema funzionale della residenza comprende le attrezzature e gli impianti di
urbanizzazione primaria e secondaria di servizio alla residenza.
3.
Per realizzarsi, gli obiettivi strategici d’area necessitano di azioni sulle risorse.
Le azioni sono distinte nelle seguenti tipologie:
- azioni di protezione mirate al mantenimento integrale delle risorse;
140
Il Piano Strutturale in formazione
- azioni di conservazione delle risorse consistenti nel controllo e nella gestione del
loro processo di evoluzione ferma restando la struttura fondamentale, dovuto ai
mutamenti socio-economici, culturali e di destinazione d’uso:
- azioni di recupero della risorse affette da degrado, abbandono, sottoutilizzazione;
- azioni di ripristino della risorsa in grave stato di alterazione e di perdita degli
originari caratteri significativi;
- azioni di creazione di nuove risorse in ambiti privi di significatività sociale ed
economica, di identità culturale, di riconoscibilità.
4.
In relazione agli obiettivi strategici d’area, sono prescritte negli ambiti
territoriali costituenti le unità territoriali organiche elementari le azioni sulle risorse.
A motivo dell’estensione dell’ambito territoriale di incidenza delle azioni, le unità
territoriali organiche elementari possono coincidere con un sistema o un sub-sistema
territoriale ovvero costituiscono parti dei sistemi e sub-sistemi territoriali.
5.
Entro le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.) sono indicati
indirizzi di soglia in merito alle trasformazioni delle risorse e alla creazione di nuove
risorse, in conformità alla valutazione integrata.
4.2. ARTICOLAZIONE DEL PIANO
Formano il piano strutturale:
Il Quadro Conoscitivo
Lo Statuto del Territorio
Le Strategie di Sviluppo
Il rapporto ambientale e lo studio d’Incidenza quali parti della Valutazione
Integrata.
Lo Statuto del Territorio individua i caratteri naturali, storici, culturali, economici e
sociali che contribuiscono a definire la peculiarità e identità di un luogo o di un
ambito territoriale, stabilisce inoltre le specifiche regole finalizzate alla sostenibilità
delle trasformazioni.
Determina le regole che governano l’uso delle territorio e definisce le componenti che
lo rendono riconoscibile e corrispondente con la cultura, la storia, le aspettative della
comunità locale, promuove ed esalta l’identità di ogni parte del territorio e costituisce
il patto della comunità locale per preservare le risorse per le generazioni future.
141
Il Piano Strutturale in formazione
Esso contiene i principi e i criteri generali, le attribuzioni di valore, l’interpretazione
condivisa del territorio, le linee di comportamento concordate nei confronti del
patrimonio ambientale e insediativo.
In base all’art. 53 della LR 1/05 lo statuto del territorio del presente piano si compone
dei seguenti elementi:
-
le invarianti strutturali di cui agli art. 7 e seguenti;
-
i principi di governo del territorio di cui all’art. 6;
-
l’individuazione di sistemi e subsistemi territoriali e funzionali di cui al Titolo
III, attraverso le proprie risorse nonché i criteri per l’utilizzazione delle stesse
ed i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità;
-
la disciplina di tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali.
Lo Statuto suddivide il territorio comunale in Unità territoriali organiche elementari
(UTOE) per le quali sono indicate le previsioni di Piano strutturale. In particolare
sono presenti:
nel sub
Martino
sistema
di
San unità di Fonza
unità dei Monti
unità di Acquarilli
nel sistema di Lacona
unità delle spiagge
unità di pianura Lacona – Margidore
unità di Mandorlo - Lari
nel sistema di Stella
unità di Stella
nel sub sistema di Mola
unità della zona umida
unità di pianura
nell’ambito
orientale
sistema di Capoliveri
del unità di Capoliveri
unità della Collina
unità dei Salici
unità di Naregno
unità di Straccoligno
nell’ambito occidentale
sistema di Capoliveri
del unità di Innamorata – Pareti – Morcone
unità di Madonna delle Grazie – Stecchi – Barabarca – Zuccale
unità di Lido
unità di Norsi
nel sistema di Calamita
unità del parco naturalistico
unità del parco minerario
142
Il Piano Strutturale in formazione
4.3. MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PIANO E MONITORAGGIO
(Art 4 dello Statuto)
1.
Il piano strutturale si attua mediante regolamento urbanistico, di cui all’art.55
della Lr. 1/05, piani complessi di intervento di cui agli artt. 56 e 57 della stessa legge
regionale, nonché con i piani attuativi di cui alle Sezioni I e II del Capo IV del Titolo
V della legge regionale.
Ai fini dell’attuazione delle previsioni del piano strutturale si prescrive che
ogni programmazione quinquennale degli interventi previsti nel regolamento
urbanistico contenga una equa suddivisione delle quantità massime ammissibili, al
fine di garantire maggiormente la sostenibilità di tali interventi individuando
prioritariamente quelli derivati dalla conferma del previgente P. di F. e del recupero
del patrimonio edilizio esistente.
Per la predisposizione degli strumenti urbanistici sotto ordinati il piano
strutturale contiene:
- obiettivi e indirizzi programmatici da perseguire individuati per ogni singola
Utoe, sistema o subsistema funzionale in cui si articola il piano strutturale, anche
in funzione della definizione delle invarianti strutturali e dello statuto dei luoghi;
- prescrizioni finalizzate alla conservazione e al miglioramento dei sistemi
territoriali, ambientali e funzionali, alla tutela e valorizzazione delle risorse intese
nella più ampia accezione, alla sistemazione degli assetti insediativi esistenti e di
nuova previsione, al recupero di situazioni di degrado;
- salvaguardie, da attuarsi fino all’approvazione del regolamento urbanistico, tese a
rendere attuabili le previsioni del P.R.G. vigente non in contrasto con quanto
stabilito dal piano strutturale.
Il Piano Strutturale è soggetto ad attività di monitoraggio e ad attività di
aggiornamento svolte dall’Ufficio competente, i cui risultati devono essere
comunicati all’Amministrazione Comunale.
Le attività di monitoraggio, con scadenza annuale consistono nell’evidenziare azioni
di trasformazione contenute in piani e programmi operativi pubblici e privati che
abbiano dato attuazione al Piano specificandone in quali parti, di eventuali modifiche
che non abbiano avuto valore di variante, come definite al precedente art. 3, di
disposizioni normative statali o regionali e di atti di programmazione e
pianificazione sovracomunali che abbiano incidenza o siano collegati al Piano
Strutturale, e che indichi infine le necessità eventuali di aggiornamento del Piano.
Fanno parte delle attività di monitoraggio anche le verifiche dell’andamento delle
attività edilizie definite dal presente piano quali azioni compatibili e sempre
ammesse.
143
Il Piano Strutturale in formazione
Le attività di monitoraggio dovranno verificare il rispetto dei limiti e dei requisiti
fissati per l’uso sostenibile delle risorse tramite la valutazione degli effetti
ambientali sia da parte delle azioni di cui al comma 2 che da parte delle azioni di cui
al comma 3. In caso di mancato rispetto dei limiti e dei requisiti, l’Ufficio preposto al
monitoraggio del piano, dovrà informarne l’organo comunale competente, che
prenderà le decisioni del caso in merito all’attuazione del piano.
Fanno parte delle attività di monitoraggio anche le verifiche della formazione e dello
stato di attuazione dei piani di settore che sono coordinati dal presente Piano.
Le attività di aggiornamento, con cadenza almeno triennale a partire dalla data di
approvazione del Piano, da svolgersi avvalendosi dell’idoneo Sistema Informativo,
consistono nella integrazione e modifica degli elaborati del Piano, ivi compreso il
Quadro conoscitivo, conseguenti alle attività di monitoraggio.
144
Il Piano Strutturale in formazione
4.4. QUANTITÀ MASSIME AMMISSIBILI (DIMENSIONAMENTO)
Il dimensionamento massimo ammissibile del piano comprende, oltre alle nuove
previsioni, gli interventi non attuati e previsti dal P. di F. vigente mentre sono esclusi
quelli in corso di attuazione come descritti nell'apposito articolo relativo alle
salvaguardie.
In via riassuntiva il dimensionamento complessivo del Piano Strutturale,
comprensivo delle trasformazione e completamenti nonché degli ampliamenti degli
edifici esistenti, è il seguente:
PdF
Esistente
(realizzato e/o
convenzionato) In
corso di attuazione
Residenziale
completamento (mc)
Residenziale
espansione (mc)
Turistico ricettivo
alberghiero ed
extralberghiero (mc)
Industriale
/artigianale (mc)
Commerciale/direzio
nale (mc)
Servizi (mq)
N.B.:
*
**
°
°°
1.078.430
259.563
Previsione
PS
Residuo
Pdi F
Totale previsioni di
PS
38.130 *
38.130
15.000
0
15.000
27.850**
38.278
66.128
(373 posti letto ,
relativi al solo
alberghiero)
(3.829 posti letto,
relativi al solo
alberghiero)
8.000
0
8.000
2.850
10.520°
13.370
23.832
17.518
34.766
20.490 °°
20.490
le volumetrie sono finalizzate agli ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti, senza
incremento delle unità abitative o posti letto.
comprensivi di mc. 16.300 riferiti agli ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti al fine di
incentivare la trasformazione delle ricettività extralberghiere in alberghiere.
le volumetrie sono comprensive degli edifici (di mc. 3.300 ) destinati a servizi consortili della
aziende agricole.
nelle volumetrie sono compresi i servizi dell’approdo di Mola e il centro servizi a Lacona.
145
Il Piano Strutturale in formazione
4.5. RAPPORTI DI COERENZA DEL PIANO IN FORMAZIONE RISPETTO
AGLI ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E
ATTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO (COERENZA ESTERNA)
La coerenza con gli altri piani ha costituito un elemento fondante nel processo di
formazione del PS, nel corso del quale vari fasi hanno comportato la verifica di
coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati e di settore e con gli atti di
programmazione generale e settoriale.
Tale coerenza viene esplicitata nei contenuti stessi del PS, con particolare riferimento
al PIT regionale e al PTC della Provincia di Livorno.
In fase di predisposizione del rapporto ambientale è stata verificata la coerenza delle
scelte del PS con gli obiettivi di sostenibilità individuati dal PRAA 2007-2010, della
Regione Toscana. Al fine di verificare più approfonditamente la rispondenza del PS
agli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dal PRAA, è stata valutata la coerenza
del PS a ciascun obiettivo specifico afferente ai più generali macro obiettivi del
PRAA; i risultati dell’analisi svolta sono riportati nella tabella seguente, dalla quale si
evince una completa coerenza del PS rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale
del PRAA.
MACRO OBIETTIVI
OBIETTIVI SPECIFICI
COERENZA
POPOLAZIONE, MOBILITÀ E SALUTE UMANA
Ridurre la percentuale di
popolazione esposta
all’inquinamento atmosferico
Ridurre il grado di rischio di
accadimento di incidente rilevante
Ridurre le emissioni dirette e indirette
Migliorare l’offerta del servizio pubblico
Mantenimento della qualità dell'aria
Ridurre il grado di rischio di accadimento di
incidente rilevante
Attuare le disposizioni normative
Riduzione dell’esposizione della
popolazione all’inquinamento
acustico
Riduzione dell’esposizione della
popolazione all’inquinamento
elettromagnetico
Mitigare l’inquinamento acustico
Ridurre la % di popolazione esposta a
Inquinamento acustico
Riduzione della % di popolazione esposta a
campi elettromagnetici
Ridurre gli impatti dei prodotti
fitosanitari e delle sostanze
chimiche pericolose sulla salute
umana e l’ambiente
146
Il Piano Strutturale in formazione
SUOLO
Prevenire il rischio idrogeologico
Ridurre il prelievo delle risorse naturali
Valutare gli effetti degli insediamenti
territoriali in relazione alla difesa del suolo
Prevenire il rischio idrogeologico
Evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni
di dissesto idrogeologico
Attuare gli interventi di tutela del suolo
previsti dal PAI
Attivare funzioni di regimazione delle acque
e di tutela del suolo
Ridurre la dinamica delle aree artificiali
Ridurre la dinamica delle aree
artificiali
Limitare la dispersione di insediamenti
urbani sul territorio e ridurre
l’impermeabilizzazione del suolo
Ridurre le aree percorse da incendi
Ridurre le aree percorse da incendi
Prevenire l’erosione costiera
Prevenire l’erosione costiera
Quadro complessivo delle spiagge dell’Isola
d’Elba
ENERGIA
Riduzione dei consumi energetici pro capite e
riduzione di sprechi e inefficienze
Razionalizzazione e riduzione dei
consumi
Informazione e sensibilizzazione della
popolazione sul risparmio energetico e sulle
opportunità delle fonti rinnovabili
Migliorare l’efficienza energetica negli usi
Incentivare e favorire la diffusione di
tecnologie ad alta efficienza e a risparmio
energetico
Aumento della quota di utilizzo di
energie rinnovabili
Introdurre agevolazioni ed incentivi nei
regolamenti edilizi per la diffusione delle
pratiche di bioedilizia
Aumentare la % di energia proveniente da
fonti rinnovabili
147
Il Piano Strutturale in formazione
RIFIUTI
Riduzione della produzione di
rifiuti
Ridurre la produzione totale di rifiuti urbani
sia complessiva che procapite
Aumento della raccolta differenziata e il
riciclo
Censire e recuperare le discariche non
controllate
Potenziare la capacità e la qualità degli
impianti di trattamento
Aumento della raccolta
differenziata e il riciclo
Aumentare e diversificare l’attività di
recupero e riciclaggio
Diversificare gli eventi di coinvolgimento
della popolazione sul corretto smaltimento
dei rifiuti
BIODIVERSITÀ, VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA
Aumentare la percentuale di aree protette
Aumentare la percentuale di aree
protette, migliorare la gestione e
conservare la biodiversità terrestre
e marina
Sviluppare la rete ecologica regionale
Conservare la biodiversità terrestre
Conservare la biodiversità marina
Ripristino paesaggistico delle cave
ACQUE INTERNE E COSTIERE
Tutelare la qualità delle acque
interne e costiere e promuovere
l’uso sostenibile della risorsa idrica
Elevare il livello di qualità delle acque
superficiali
Elevare il livello di qualità delle acque
sotterranee
Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i
diversi usi antropici
Ridurre il livello di pressione delle sostanza
inquinanti di origine antropica sulla risorsa
idrica
Elevare l’estensione del servizio idrico
integrato
Elevare il livello di qualità delle acque
utilizzate per uso idropotabile
Elevare la capacità e l’efficienza delle
strutture depurative delle acque reflue
Verificare la funzionalità degli impianti
148
Il Piano Strutturale in formazione
Regolare il Bilancio Idrico
Riduzione dei consumi idrici procapite e
complessivi, soprattutto utilizzando e
promuovendo tecnologie per il risparmio
idrico nelle strutture turistiche
Favorire il riutilizzo delle acque reflue e
conseguente risparmio di nuova risorsa
Migliorare il livello di qualità delle acque
marine e di balneazione
Mantenere una elevata qualità
dell’ecosistema marino
Mantenere un’elevata qualità delle
acque marine e dell’ecosistema
marino
Qualificare gli stabilimenti balneari
Limitare la proliferazione di stabilimenti
balneari
Migliorare l’efficienza del sistema di gestione
delle acque che confluiscono in mare
(depurazione, scarichi, ecc)
Legenda:
Il PS è coerente rispetto
all’obiettivo
Il PS è indifferente rispetto
all’obiettivo
Il PS è non coerente
rispetto all’obiettivo
Nell'ambito della tabella di cui sopra non sono stati esplicitati i livelli di coerenza
relativi al tema "conservazione del paesaggio" in quanto non indicato tra i
macrobiettivi del PRAA.
Pur in assenza di tale riferimento nel PRAA, il tema della "Conservazione del
paesaggio" è stato ritenuto un elemento centrale per la valutazione di sostenibilità del
PS. Il paesaggio è stato quindi analizzato e valutato come stato attuale e come trend
in assenza e con le previsioni di Piano Strutturale.
149
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI
FORMAZIONE SULL’AMBIENTE
DEL
PIANO
IN
In questo capitolo vengono descritti i possibili effetti significativi sull’ambiente,
compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la
fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio
culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i
suddetti fattori.
La metodologia seguita per l’analisi e valutazione degli effetti ambientali viene
riportata nel paragrafo 1.2.
150
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.1. POPOLAZIONE, SALUTE UMANA E QUALITÀ DELL’ARIA
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi di
sostenibilità
Ridurre la
percentuale di
popolazione
esposta
all’inquinamento
atmosferico
Ridurre il grado
di rischio di
accadimento di
incidente
rilevante
Riduzione
dell’esposizione
della popolazione
all’inquinamento
acustico
21
Indicatori
DPS
R
Disp. Stato Tendenza
dati attuale
Effetti del
Piano
Obiettivi Specifici
Ridurre le emissioni
dirette e indirette
Entità delle emissioni 21
P
+
Migliorare l’offerta
del servizio
pubblico
N° di località balneari
raggiunte dai mezzi di
trasporto pubblico e loro
frequenza
D
+++
“stato di qualità dell'aria”
(classificazione regionale
in base al D.lgs. 351/99)
S
+++
☺
“stato di qualità dell'aria biomonitoraggio con
licheni”
S
+++
☺
N° veicoli circolanti
(periodo invernale)
S
++
☺
N° veicoli circolanti
(periodo estivo)
S
+
Popolazione esposta a
livelli di inquinamento
atmosferico superiori ai
valori limite
S
ND
Ridurre il grado di
rischio di
accadimento di
incidente rilevante
N° di aziende a rischio di
incidente rilevante
P
+++
Attuare le
disposizioni
normative
Stato di approvazione dei
piani di classificazione
acustica
R
++
Mitigare
l’inquinamento
acustico
Interventi di risanamento
sulle infrastrutture di
trasporto
R
++
Ridurre la % di
% di popolazione esposta
S
ND
Mantenimento della
qualità dell'aria
(estate)
(estate)
☺
☺
☺
(estate)
Dati riferiti alla CM dell’Arcipelago in quanto non disponibili a livello locale
151
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
popolazione
esposta a Inq.
acustico
Riduzione
dell’esposizione
della popolazione
all’inquinamento
elettromagnetico
Riduzione della %
di popolazione
esposta a campi
elettromagnetici
a inquinamento acustico
% di popolazione esposta
a campi elettromagnetici
S
ND
km di linea elettrica
AT/km2 di territorio
comunale
S
++
km di linea elettrica
MT/km2 di territorio
comunale
S
ND
N° di superamenti dei
valori limite di legge dei
livelli di campo
elettromagnetico
S
++
☺
☺
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
Sono di seguito sintetizzate le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi
attribuiti alla tendenza assunta dagli indicatori a seguito dell'attuazione delle
previsioni contenute nel PS (ultima colonna a destra della tabella); tali motivazioni
sono da ricercare nei presumibili effetti ambientali sulle diverse componenti correlati
alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e
indirizzi per il RU).
Cosa prevede il PS
Rumore: rispetto a questo fattore di rischio (rif. Art.53 dello Statuto al PS), al fine di
tutelare la salute pubblica nell’intero territorio comunale, mediante il contenimento
dell’inquinamento acustico nelle zone prevalentemente residenziali, si ribadisce come il
comune dovrà comunque dotarsi del Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA), in
applicazione della L.r. 89/98, sui criteri desunti dalle linee guida approvate con deliberazione
del Consiglio Regionale 77/2000. Di tale piano si dovrà tenere conto per la formazione dei
principali piani di settore di competenza comunale e per le valutazioni che il piano strutturale
e le vigenti norme prescrivono come necessarie per le previsioni insediative e infrastrutturali
che saranno previste dal regolamento urbanistico e dagli eventuali programmi integrati di
intervento.
Infatti, soltanto a seguito della predisposizione della classificazione acustica del
territorio comunale realizzata nell’ambito del PCCA potranno essere puntualmente
individuate le eventuali misure di miglioramento.
152
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Radiazioni non ionizzanti (campi elettromagnetici): rispetto a questo fattore di
rischio (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3 requisiti delle infrastrutture tecnologiche, p.5),
l’obiettivo è quello di razionalizzare sul territorio la presenza di elettrodotti, cabine di
trasformazione, antenne ricetrasmittenti, in riferimento alla legislazione nazionale e
regionale vigente. In particolare:
in caso di istituzione di nuove linee, imporre l’adozione di linee sotterranee;
evitare nuovi insediamenti in prossimità di linee elettriche ad alta tensione;
in caso di installazione di antenne ricetrasmittenti imporre la collocazione lontano dai
centri abitati, in particolare da scuole e centri socio-sanitari e luoghi pubblici.
E’ da ricordare a tal proposito come nel territorio comunale non sono presenti linee
elettriche ad alta tensione .
Rispetto alla qualità dell’aria (rif. Art.10 “Aria” dello Statuto del PS), si precisa come il
maggiore carico antropico che incide sulla qualità dell’aria è la presenza di infrastrutture
viarie. L’obiettivo principale è quello di mantenere i livelli di qualità attuale dell’aria, in
particolare nelle zone ove sono previsti interventi di sviluppo insediativi affinché si
garantiscano degli standard di qualità, stabiliti da leggi, decreti e norme in vigore. Per il
raggiungimento di tali obiettivi il Regolamento Urbanistico dovrà attuare le seguenti azioni:
-Assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare
l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
-imporre ad ogni nuova iniziativa industriale l’adozione e il mantenimento degli standards di
legge relativamente all’inquinamento acustico ed atmosferico;
-incentivare l’utilizzo di processi produttivi che non prevedano un elevato impiego di
inquinanti quali ad esempio i composti organici volatili;
-incentivare la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con impianti dotati di
bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto.
-migliorare la fluidificazione del traffico e la riduzione dello stesso all’interno del centro
abitato.
Si inserisce inoltre in questo quadro quanto previsto dallo Statuto del PS all’art.17 dello
Statuto, § 17.2 “Adeguamento e riorganizzazione funzionale delle reti di comunicazione”,
come di seguito riportato.
1. Per le strade di interesse storico e panoramico, rilevate nel quadro conoscitivo, saranno
predisposti progetti specifici che integreranno il traffico meccanizzato lento con percorsi
ciclabili e pedonali. I progetti prevederanno inoltre aree di sosta e di belvedere e la
riqualificazione degli spazi e dei manufatti adiacenti alle strade.
Con detti progetti si costituirà inoltre un sistema di percorsi turistici consistenti in
piste ciclabili, strade pedonali, ippovie. I percorsi utilizzeranno preferibilmente la viabilità
153
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
storica e quella di servizio all’agricoltura, ancora presente o da recuperare in caso di degrado o
di abbandono.
Le reti stradali interne agli abitati saranno oggetto di interventi di riordino e
riqualificazione rivolti al miglioramento della qualità urbana.
2.
Il recupero della viabilità minore e vicinale che dovrà essere privilegiato in ogni
intervento di riqualificazione territoriale, ha i seguenti obiettivi:
- mantenere attiva una rete viaria altrimenti destinata a ridursi o degradarsi;
- ritrovare una maglia articolata di supporto alla viabilità principale;
- costituire una rete di collegamento “leggera” per permettere una fruizione di tutto il
territorio, delle sue risorse paesaggistiche e storiche, attivando un circuito del tempo libero
e del turismo alternativo;
- costituire una sede per mobilità leggera: percorsi pedonali, ciclocross, percorsi vita,
percorsi verdi.
3.
Per le viabilità esistenti esterne agli abitati:
- è obbligatoria la manutenzione della strada e il mantenimento in piena efficienza delle
fossette e dei ponticelli, cosi come dovrà essere mantenuto integro l’assetto vegetazionale di
margine costituito da alberature e siepi;
- è obbligo di recuperare la rete sentieristica individuata nella cartografia del quadro
conoscitivo e di mantenerla in efficienza con particolare riguardo per l’accessibilità al mare
e alle emergenze naturalistiche, ambientali e storico-architettoniche.
Sempre rivolte alla riduzione dell’inquinamento acustico e dell’aria, sono le azioni di
trasformazione previste dal PS in differenti UTOE e consistenti:
•
nella pedonalizzazione del centro storico di Capoliveri (rif. Unità di Capoliveri);
•
nell’attuazione di un piano degli arenili (rif. UTOE costiere);
•
nella realizzazione di nuovi servizi pubblici, quali aree a verde attrezzato e parcheggi
per il superamento della criticità “viabilità e sosta” (rif. tutte le UTOE eccezion fatta
per U. di Stella, U. della Zona Umida, U. di Norsi).
Sintesi
In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi
di sostenibilità individuati, andando a contrastare l’attuale tendenza al progressivo
peggioramento nel tempo della qualità dell’aria (incluso inquinamento acustico ed
elettromagnetico) assunta dagli indicatori individuati (vedi colonna “trend”).
Infatti, da un lato l’adeguamento e riorganizzazione della rete di comunicazione e le
azioni di trasformazione previste dal PS in differenti UTOE consentono di
razionalizzare il traffico e la sosta, con conseguente riduzione dell’inquinamento
dell’aria; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica
(previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale
154
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati
contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4).
E’ necessario tuttavia ribadire come, per il raggiungimento degli obiettivi di
sostenibilità individuati si renda necessaria, a livello di intero comprensorio elbano,
l’attuazione di una politica indirizzata alla limitazione del traffico veicolare privato
nell’Isola a vantaggio di forme di trasporto pubblico collettivo (limitando il
traghettamento di autovetture dal continente all’Isola
nel periodo estivo e
potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola con la creazione ad
esempio di linee di bus navetta per l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati).
Va ribadito tuttavia che l’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata
alla limitazione del traffico veicolare, ad esempio limitando il traghettamento di
autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio
pubblico per gli spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.
155
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.2. ENERGIA
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi
di sostenibilità
Razionalizzazio
ne e riduzione
dei consumi
Indicatori
Obiettivi Specifici
Riduzione dei consumi
energetici pro capite e
riduzione di sprechi e
inefficienze
Consumi energetici
pro capite
P
++
Informazione e
sensibilizzazione della
popolazione sul
risparmio energetico e
sulle opportunità delle
fonti rinnovabili
Informazione e
sensibilizzazione della
popolazione
R
++
☺
Intensità energetica
del settore civile
(domestico e terziario)
R
++
☺
N° di strutture ricettive
dotate di certificazioni
ambientali (es. ecolabel)
R
+
Incentivare e favorire la
diffusione di tecnologie
ad alta efficienza e a
risparmio energetico
Diffusione di
tecnologie per uso
efficiente dell’energia
R
++
Introdurre agevolazioni
ed incentivi nei
regolamenti edilizi per la
diffusione delle pratiche
di bioedilizia
Indirizzi per
regolamenti edilizi
incentivanti il
risparmio energetico
R
++
Percentuale di energia
proveniente da fonti
rinnovabili
R
++
☺
☺
Mq di pannelli solari
termici installati
R
+++
☺
☺
Migliorare l’efficienza
energetica negli usi
Aumento della
quota di
utilizzo di
energie
rinnovabili
DPSR Disp. Stato Tendenza Effetti del
dati attuale
Piano
Aumentare la % di
energia proveniente da
fonti rinnovabili 22
☺
22 Questo obiettivo richiede una forte incentivazione che solo in parte può essere promossa dagli strumenti di
pianificazione locale; in questo caso una spinta significativa viene impressa dalla normativa comunitaria e
nazionale, nonché dalla normativa della regione Toscana (vedi LR 39/2005 “Disposizioni in materia di energia”)
156
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Motivazioni
Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori
riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili
effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni
di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.
Cosa prevede il PS
In materia di energia (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a
rete, delle urbanizzazioni e dei servizi, p.5), gli obiettivi principali del PS riguardano
la riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, l’uso di fonti rinnovabili e
l’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane. In
tal senso, le misure da intraprendere per il territorio sono quindi:
l’incentivazione dell’uso di energie alternative e rinnovabili;
la prescrizione e l’incentivazione di soluzioni tecnologiche nella costruzione di
nuovi edifici o nella ristrutturazione di quelli esistenti tese a ridurre il consumo
energetico;
ottimizzazione della rete elettrica evitando insediamenti diffusi o sparsi a
favore di nuclei sia residenziali che produttivi compatti;
incentivazione alle trasformazioni, fisiche e funzionali che utilizzino sistemi di
cogenerazione e teleriscaldamento/raffreddamento decentrato;
l’informazione, la sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori turistici circa
l’adozione di sistemi tecnologici, semplici accorgimenti e uso di elettrodomestici e
accessori a basso consumo, volti al risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.
Per quanto concerne in particolare le radiazioni non ionizzanti l’obiettivo è quello di
razionalizzare sul territorio la presenza di elettrodotti, cabine di trasformazione,
antenne ricetrasmittenti, in riferimento alla legislazione nazionale e regionale
vigente. In particolare:
in caso di istituzione di nuove linee, imporre l’adozione di linee sotterranee;
evitare nuovi insediamenti in prossimità di linee elettriche ad alta tensione;
in caso di installazione di antenne ricetrasmittenti imporre la collocazione
lontano dai centri abitati, in particolare da scuole e centri socio-sanitari e luoghi
pubblici.
157
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Il PS precisa inoltre che il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare come
promuovere e incentivare azioni volte al risparmio energetico e all’eco efficienza
edilizia degli edifici (rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in
ciascuna UTOE).23
Per contro, l’incremento in termini di nuova edificazione prevista dal PS, sia come
residuo del precedente P.di F. che come nuove previsioni di piano, è traducibile, in
prima approssimazione, in un aumento dei consumi di risorse, inclusa la risorsa
energia. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un contenuto aumento di
nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal precedente P.di F, e rivolto in
buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti (vedi trasformazione da
strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di edifici esistenti senza
incremento di unità abitative), tale previsione comporterà una crescita del fabbisogno
di energia e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.
Sintesi
In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi
di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza degli indicatori al
mantenimento di un pessimo stato attuale (in particolare in relazione alla
razionalizzazione e riduzione dei consumi) se non addirittura al progressivo
peggioramento (vedi colonna “trend”).
Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli
indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla
riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, all’uso di fonti rinnovabili e
all’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane;
dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di
23
•
Queste azioni comprendono:
informazione, sensibilizzazione e incentivazione della cittadinanza su come contenere i consumi
domestici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici
di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne,
scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.);
•
riduzione e razionalizazione dei consumi negli edifici pubblici: individuazione degli “sprechi”
e
pianificazione delle opportune misure di miglioramento ;
•
attività di informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolta alle strutture ricettivo-turistiche in
relazione all’adozione di accorgimenti volti al risparmio e alla razionalizzazione dei consumi energetici
(adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a
basso consumo, riduttori di flusso per l’acqua, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei
wc a doppia erogazione, ecc.);
•
informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolte alle strutture ricettivo-turistiche che
intraprendono percorsi per l’adesione volontaria alla certificazione delle proprie attività sotto il profilo
della “qualità ecologica” (esempio marchio europeo “Ecolabel”), percorsi che presuppongono il rispetto
di tutta una serie di accorgimenti volti al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale;
158
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto
agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col
dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4) , con un contenuto aumento dei consumi
energetici.
Come evidenziato nei paragrafi precedenti, nel territorio comunale di Capoliveri e
più in generale nel territorio dell’Elba i consumi energetici sono per lo più
concentrati nei settori terziario e domestico.
Abitazioni, strutture ricettive ed edifici pubblici sono uno dei principali responsabili
di questi consumi; costituiscono pertanto settori prioritari sui quali concentrare
azioni volte alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici.
Va tuttavia ribadito che dai dati a disposizione (rif. Agenda21) si evince come già allo
stato attuale l’approvvigionamento energetico dell’Isola sia al limite; per garantire
l’approvvigionamento di energia elettrica che la crescita dei consumi degli ultimi
anni sta richiedendo è stata già pianificata la realizzazione di una seconda linea
elettrica sottomarina proveniente dal continente per l’approvvigionamento dell’Elba,
corredata da una serie di interventi di riorganizzazione delle linee elettriche per la
distribuzione sull’Isola (progetto già sottoposto a VIA di competenza regionale).
Alla luce di quanto esposto, appare evidente l’inderogabilità di concrete azioni volte
da un lato alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici , quali misure
volte all’aumento rendimento energetico in edilizia (vedi anche quanto previsto dalla
L.R. 39/2005), accorgimenti per la riduzione dei consumi più in generale (utilizzo di
lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo,
erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico
dei wc a doppia erogazione, ecc., ), dall’altro all’autoproduzione di energia da fonti
rinnovabili (impianti solari termici, fotovoltaico, minieolico, ecc.).
Il regolamento urbanistico dovrà pertanto regolamentare rigorosamente questa
tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul
territorio comunale.
E’ opportuno precisare come tali azioni, per il loro stesso carattere, possono in parte
essere individuate e promosse a livello locale e quindi fatte proprie dal PS, ma in
parte riguardano una pianificazione ad una scala sovra comunale.
159
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.3. SUOLO
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro
obiettivi di
sostenibilità
% di supeficie a rischio
idrogeologico
S
+++
% di supeficie a alta
pericolosità geomorfologica
S
+++
Classe di rischio sismico
R
+++
% di supeficie a alta
pericolosità idraulica
S
+++
Numero cave e miniere
attive
P
+++
Numero cave e miniere
abbandonate
P
+++
Numero cave e miniere
ripristinate
P
+++
Variazione categorie uso
del suolo
S
++
☺
Verifiche geologicotecniche a supporto della
pianificazione urbanistica
R
++
☺
Misure cautelari a seguito
degli eventi calamitosi
nell’Isola d’elba
R
++
Classificazione rischio
sismico
R
+++
Attuare gli
interventi di tutela
del suolo previsti
dal PAI
Attuazione PAI
R
++
☺
Attivare funzioni di
regimazione delle
acque e di tutela
del suolo
Istituzione e attivazioni
funzioni Consorzio di
Bonifica
R
+
☺
Ridurre la
dinamica delle aree
Variazione percentuale
delle aree artificiali
P
+++
Ridurre il prelievo
delle risorse
naturali
Valutare gli effetti
degli insediamenti
territoriali in
relazione alla difesa
del suolo
Evitare ulteriori
danni derivanti da
fenomeni di
dissesto
idrogeologico
Ridurre la
dinamica delle
Effetti
del
Piano
Obiettivi Specifici
Prevenire il rischio
idrogeologico
Prevenire il
rischio
idrogeologico
Indicatori
DPS Disp. Stato Tendenza
R
dati attuale
☺
☺
☺
☺
160
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
artificiali
aree artificiali
Ridurre le
aree percorse
da incendi
Prevenire
l’erosione
costiera
Limitare la
dispersione di
insediamenti
urbani sul territorio
e ridurre
l’impermeabilizzazi
one del suolo
Impiego del suolo per lo
sviluppo urbano
P
+++
Ridurre le aree
percorse da incendi
Superficie percorsa da
incendi
S
+++
Prevenire
l’erosione costiera
Chilometri di costa in
erosione
S
++
Quadro
complessivo delle
spiagge dell’Isola
d’Elba
Evoluzione delle spiagge
dell’Isola d’Elba
S
++
☺
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale
negli ultimi decenni ha subito negative ed intense trasformazioni, con particolare
riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa.
Il nuovo PS si pone come obiettivo anche quello della riduzione
dell’impermeabilizzazione superficiale (art.8, comma 3 salvaguardie idrauliche): Su
tutto il territorio comunale le modifiche del coefficiente di deflusso conseguenti alla
realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono essere
compensate mediante:
- il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da
costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le
modalità naturali preesistenti;
- il mantenimento della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni e
che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali
preesistenti dovrà essere del 30% nei centri abitati e del 50% nel territorio rurale;
- tipologia idonea all’infiltrazione dei materiali di rivestimento e costruttivi di parcheggi e
viabilità;
- opere di autocontenimento quando non sia verificata l’officiosità delle reti idrologiche
naturali o artificiali di recapito delle acque del lotto in questione.
Per molti Sistemi è previsto il divieto di nuova edificazione salvo quella connessa
all’attività agricola. Per queste aree la strategia di governo del territorio “è quella di
161
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
evitare un ulteriore proliferazione insediativa e riqualificare l’area sotto il profilo
paesaggistico e ambientale” (art.40.1; 40.2 del PS).
Per il sistema di Lacona, già descritto nel quadro conoscitivo come una delle aree ove
è più sviluppata l’edilizia residenziale diffusa, il PS prevede:
- il divieto di nuova edificazione nel territorio rurale salvo quella connessa all’attività
agricola;
- il divieto di edificazione nelle aree tra l’arenile e la via di Margidore; pur ammettendosi
spazi ricreativi e sportivi e di verde attrezzato con piccoli manufatti di servizio;
- il divieto di ulteriori edificazioni nell’ambito tra via di Margidore e perimetro superiore di
sistema, salvo quanto ammesso dalla disciplina urbanistica previgente che il presente piano
conferma, rimandando al regolamento urbanistico in conformità alla norma di tipologia 2,
categoria E (trasformabilità limitata);
Per il sistema di Lacona è inoltre prevista:
•
•
•
formazione di un centro di aggregazione sociale e funzionale, con i necessari servizi.
L’ubicazione di questo centro e le sue caratteristiche funzionali saranno precisate dal
regolamento urbanistico, a seguito di presentazione di progetto preliminare, nei limiti
di volume pari a mc. 5.000; l’ubicazione dovrà essere individuata in aree già
antropizzate e in continuità con l’edificato esistente.
completamento della zona di edilizia economica e popolare (PEEP), in località Bivio di
Margidore, parzialmente attivata; il progetto relativo della porzione di PEEP da
completare dovrà valorizzare/mantenere gli elementi arborei agricoli residui e dovrà
prevedere un progetto di verde di arredo finalizzato a ridurre la visibilità
dell’intervento dagli assi stradali circostanti.
formazione di una media struttura commerciale che il regolamento urbanistico
preciserà nella misura di una superficie di vendita non superiore a mq. 400.
Per il territorio del Capoluogo il PS prevede le seguenti azioni di trasformazione:
•
•
•
•
•
realizzazione di una nuova struttura ricettiva con annessi servizi e un centro
congressi connessi al recupero e riqualificazione dell’ex parcheggio interrato
denominato “zaccarì”;
realizzazione di un polo scolastico della scuola materna e d’obbligo e recupero delle
strutture esistenti a funzioni pubbliche;
realizzazione di un ecocentro per la raccolta differenziata nei pressi del magazzino
comunale provvedendo ad idonee schermature vegetazionali;
realizzare gradualmente la pedonalizzazione del centro storico, realizzazione di
parcheggi e allontanamento delle attività non compatibili.
vengono confermate le previsioni del previgente piano, comprese due medie strutture
commerciali della superficie di vendita non superiore a mq. 400 ciascuna e la nuova
struttura ricettiva;
162
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
•
•
•
•
•
•
sono consentite saturazioni e completamenti a destinazione d’uso prevalentemente
residenziale dell’abitato esterno al centro storico, per una soglia volumetrica di mc.
15.000 prioritariamente tese alla realizzazione di alloggi per residenti;
ristrutturazione e ampliamento del patrimonio edilizio ai fini residenziali, di servizio,
di interesse pubblico e generale e turistico ricettivi nei limiti stabiliti e in coerenza con
gli obbiettivi, prescrizioni e condizioni poste per la tutela delle risorse di cui al Titolo
II e III della presente disciplina;
realizzazione di nuove strutture per i servizi al cittadino anche di interesse generale
con particolare riferimento ad esercizi pubblici;
potenziamento e riqualificazione delle attività commerciali che dovranno favorire la
realizzazione di luoghi di ristorazione, di esercizi e servizi pubblici;
la realizzazione di nuovi servizi pubblici, con particolare riferimento ad aree a verde
connettivo, urbano e di arredo, servizi scolastici e parcheggi, finalizzati al
miglioramento degli standards di legge.
la riqualificazione e il potenziamento delle attività artigianali di servizio e la
delocalizzazione di quelle attività incolpatibili con le funzioni dell’edificiato
circostante.
Complessivamente, relativamente alle aree urbane, il PS prevede quindi (art. 36)
Limitati incrementi ... da individuarsi all’interno degli ambiti insediativi di Lacona e del
Capoluogo. Piccole saturazioni rispondenti al criterio di compatibilità di cui al successivo art.
68 potranno aversi nei lotti interclusi e marginali di centri e nuclei. Gli incrementi avranno
carattere di saturazione dell’edificato presente in tali ambiti e avranno di norma gli aspetti
tipologici prescritti dal regolamento urbanistico per gli interventi edilizi compatibili.
Le nuove previsioni residenziali corrispondono, relativamente al nuovo PS, ai 15.000
mc previsti per il capoluogo, oltre a 38.130 mc di residuo PdF distribuiti in tutto il
territorio comunale (ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti senza incremento
delle unità abitative). Relativamente al settore turistico ricettivo alberghiero ed
extralberghiero il PS prevede un totale di nuovi 27.850 mc a cui devono sommarsi i
residui di Pdf (38.278 mc). In termini di consumo del suolo il PS prevede anche 8.000
mc di industriale /artigianale (a Capoliveri), 13.370 mc di commerciale/direzionale
tra previsioni di PS e residuo di PdF (con l'eliminazione di 13.500 mc a Mola).
Le trasformazioni previste all’interno delle UTOE potranno avvenire a condizione
che siano compatibili con lo stato dei luoghi sotto il profilo ambientale, paesaggistico
ed insediativo secondo quanto disciplinato al Titolo II della disciplina di PS. I nuovi
interventi, in considerazione della struttura dei luoghi, dovranno essere attuati
congruentemente con il paesaggio e in armonica crescita con le tipologie preesistenti.
(art.36).
Relativamente alle modifiche dell’uso del suolo e allo sviluppo dell’edificato le
previsioni del PS risultano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità individuati
nell’ambito del PRAA e dei Segnali Ambientali, che prevedono di “Ridurre la
163
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
dinamica delle aree artificiali” e di “Limitare la dispersione di insediamenti urbani sul
territorio e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo”.
Gli indicatori del Trend danno quindi un giudizio positivo in termini di “variazione
percentuale delle aree artificiali” e di “impiego di suolo per lo sviluppo urbano”,
invertendo una tendenza negativa che ha caratterizzato il territorio di Capoliveri
negli ultimi decenni.
Nell’area del centro urbano di Capoliveri le volumetrie vanno però a sommarsi ai
residui di Pdf in corso di realizzazione, o già concessionati, ove dovranno essere
messi in atto interventi di mitigazione in grado di ridurre gli elementi di criticità
paesaggistica legati al rapporto dimensionale e spaziale con il centro storico e al
paesaggio agricolo collinare della periferia orientale. Per tale area occorre mettere in
atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio
agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali
caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e
mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore.
Al fine di mitigare tali interventi è possibile, oltre a quanto indicato nel Cap.6, anche
utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello
Statuto.
Nell'ambito della valutazione complessiva delle previsioni di PS e delle previsioni
del precedente piano non attuate e non concessionate è stata ritenuta indispensabile,
anche ai fini della procedura di incidenza, la eliminazione delle previsioni di aree
commerciali nella Pianura di Mola.
In termini di consumo/impermeabilizzazione di suolo un elemento potenzialmente
critico è costituito dalle previsioni di PS di oltre 70.292 mq di parcheggi a cui si
devono sommare i residui di PdF (pari a 21.761 mq).
Oltre a tale previsione devono essere considerate le trasformazioni insediative
potenziali nell’ambito delle aree agricole come normate dalla LR 1/2005, dal
regolamento 5R/2007 e dalle norme di PS. Quest’ultime trasformazioni, applicabili
nel 47% del territorio comunale (non classificato Area Protetta o Sito Natura 2000),
risultano non facilmente quantificabili in termini di volumetrie e di effetti ambientali.
Ciò anche se l'estrema frammentazione agricola e proprietaria non dovrebbe
consentire sviluppi volumetrici significativi dell'edificato rurale.
Nell’ambito delle mitigazioni si prevede quindi che il regolamento urbanistico possa
dettare norme molto restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito
dei Piani di Miglioramento Agricolo ambientale.
Alla riduzione dell’impermeabilizzazione si associa il tema del rischio idraulico e
idrogeologico. Relativamente al rischio idraulico il Piano Strutturale di Capoliveri
164
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
recepisce le misure di salvaguardia della delibera del Consiglio Regionale n°
12/2000, con norme di maggior dettaglio.
Il Comune ha dato incarico di redigere uno studio idrologico-idraulico sul suo
sistema idrografico e di progettare le opere di riduzione del rischio idraulico ai fini
della deperimetrazione delle aree a pericolosità idraulica elevata e molte elevata
secondo quanto definito dalla deliberazione 1212/99.
Oltre alla classificazione di cui sopra, gli strumenti urbanistici attuativi e loro varianti
che prevedano nuove edificazioni o trasformazioni morfologiche devono essere dotati di studi
idrologici che definiscano gli ambiti di esondazione per piena, con tempo di ritorno centennale
e del ristagno. Nel caso che l’area risulti soggetta a inondazione, contestualmente al progetto
esecutivo si dovrà approvare il progetto degli interventi necessari a riportare ad un tempo
superiore ai 100 anni il rischio di inondazione e a eliminare il ristagno. Tali interventi
saranno contestuali alle opere di urbanizzazione dello strumento urbanistico attuativo.
In termini di pericolosità idraulica le aree sensibili sono individuate nella Carta di
pericolosità idraulica 1:5.000 delle Indagini geologico-tecniche, con le classi 3 e 4; le aree a
Pericolosità Idraulica Elevata e Molto Elevata di cui al P.A.I. 2004 sono riportate
come aree a Pericolosità 4. Le aree a P.I.M.E. sono costituite dalle aree di fondovalle
soggette a fenomeni di esondazione e ristagno e la fascia dei 10 metri dal ciglio di
sponda dei fossi così come rappresentata nelle tavole allegate al P.A.I. Per gli
interventi edilizi e/o urbanistici vige l’obbligo di effettuare la verifica idraulica secondo i
disposti della D.C.R. 12/2000. In caso di esito negativo della verifica, per gli interventi edilizi
- urbanistici, dovranno essere predisposte specifici interventi per la riduzione del rischio
idraulico nei limiti imposti dai tempi di ritorno previsti dalla citata delibera (art.8, comma
3).
Dalle indagini geologiche-tecniche sono derivate le prescrizioni e indicazioni,
diversificate secondo le articolazioni di caratteristica di sensibilità, interne al Piano
Strutturale. Gli interventi sul reticolo idrografico minore, di cui all’art.8, comma 3,
dovrebbero garantire la riduzione dal rischio idraulico (manutenzione ordinaria e
straordinaria nonché opere per migliorare il deflusso delle acque).
I fossi principali e il reticolo minore sono caratterizzati da un regime torrentizio, il
transito di acqua avviene solamente in occasione di piogge abbondanti. Un
patrimonio di scarso valore economico, ma di notevole importanza come
testimonianza storico-culturale sono le sorgenti, si tratta di piccole venute la cui
portata è attualmente di scarso interesse per l’approvvigionamento idrico comunale;
in qualche caso forniscono una quota di approvvigionamento idrico per alcuni
privati. Per ciascuno di questi elementi del sistema delle acque, individuati nella Carta
dell’idrologia in scala 1: 5.000, sono stabilite nei comma seguenti vincoli, limitazioni di uso,
prescrizioni e criteri. (art.8 Acqua, comma 1).
165
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Il PS prevede come Ogni intervento edilizio o modificazione morfologica deve essere
conseguente a uno studio il cui livello è stabilito nella Carta della Fattibilità sulle
caratteristiche geologiche e geomorfologiche, cos“ come evidenziato dalle Indagini geologicotecniche. L’intervento dovrà essere condizionato al raggiungimento della condizione di
stabilità dei versanti e di una corretta regimazione idrica superficiale o comunque dovrà
essere realizzata in modo da mitigare i fenomeni di dissesto geomorfologico per l’area di
pertinenza e per le zone immediatamente circostanti, secondo quanto già stabilito agli articoli
precedenti.
In alcune UTOE, come Fonza o Monti, gli elementi di criticità (a Pericolosità 4)
individuati nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della Pericolosità Geologica
interessano aree non fruibili alla balneazione e ben lontane da aree abitate pertanto
non interferiscono con le attività antropiche e non è necessario intervenire con opere
di risanamento.
La presenza di aree minerarie e cave, ancora non oggetto di intervento di recupero
ambientale, costituisce un elemento che aggrava il rischio geomorfologico. La cava di
Colle Reciso è stata inserita come area a pericolosità geologica Classe 4 in quanto trattasi di
una cava inattiva, è stato realizzato un progetto per un intervento di recupero della stessa già
in fase esecutiva, ma non ancora realizzato (art.40.2). La zona del M.te Calamita è sede di
alcune emergenze storico-paesaggistico di notevole interesse: si tratta di 3 aree
minerarie (aree minerarie dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polveraio) dimesse situate
lungo la costa rocciosa che caratterizza il promontorio. Le aree sono tutelate dal
Parco dell’Arcipelago Toscano e dal Parco Minerario. La notevole valenza turistica di
ciascuna di queste aree è dovuta alla presenza del laghetto dei Sassi Neri e alla
miniera del Ginevro (ad oggi visitabile su appuntamento), ma lo sviluppo turistico e
la valorizzazione della risorsa è frenata principalmente dal notevole degrado
geomorfologico-ambientale in cui versa tutta l’area. In particolare si segnala la presenza di
numerose discariche minerarie instabili o potenzialmente instabili diffuse su tutte e tre le aree
(la zona di M. Polveraio è segnalata anche nel Piano Regionale di bonifica delle aree
inquinate - DCRT 384 del 21.12.99). L’assetto geologico delle aree minerarie è riportato
nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della Pericolosità Geologica allegate alle
Indagini Geologico-Tecniche. (art.13, comma 3).
L’unita’ del parco minerario comprende le aree oggetto di concessioni minerarie,
trattandosi di aree non ancora bonificate presentano numerose aree in frana o soggette a
dilavamenti o erosioni principalmente a carico delle numerose discariche presenti. Le aree a
P.F.M.E., le aree P.F.E. e le aree a pericolosità geologica classe 4 indicate non
comprendono ovviamente la totalità delle aree pericolose, per definire le quali
sarebbe necessario uno studio a scala di maggior dettaglio. L’area sta assumendo negli
ultimi anni una certa valenza turistica è pertanto necessario eseguire indagini geognostiche e
verifiche della stabilità del versante, a livello di area complessiva, prima di eventuali
interventi di ripristino dei siti.
166
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Relativamente al rischio sismico il territorio comunale, originariamente non incluso
nell’elenco dei comuni sismici, è passato ad una sismicità di grado 4, la più bassa
presente nel territorio italiano (D.M. 14.09.2005 Norme Tecniche per le costruzioni).
Oltre alla presenze di strutture antropiche e di aree minerarie lo sviluppo degli
incendi può aggravare locali condizioni di rischio geomorfologico. Il territorio del
Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo sviluppo degli
incendi boschivi di livello “alto”, con particolare riferimento alla zona del Monta
Calamita.
I dati dell’evoluzione delle spiagge dell’Isola d’Elba derivanti dal Progetto pilota
per la riqualificazione delle spiagge dell’Isola d’Elba mediante il ripascimento con
sedimenti prelevati a mare” indicano per i sistemi più importanti (anni 1997-2002), di
Lacona e Margidore, rispettivamente un leggero avanzamento (per Lacona +2387 mq
e + 1,9 m variazione lineare media) o una stabilità, una condizione riscontrata anche
nella spiaggia del Lido. La spiaggia di Naregno risulta invece in forte erosione (-1528
mq e -3,5 m variazione lineare media).
Le previsioni del PS risultano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità individuati
nell’ambito del PRAA e dei Segnali Ambientali, finalizzati a “Prevenire il rischio
idrogeologico”, “valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla difesa del
suolo”, “ridurre il prelievo delle risorse naturali” e a “evitare ulteriori danni derivanti da
fenomeni di dissesto idrogeologico”.
Gli indicatori del Trend danno quindi un giudizio di andamento costante o di un
miglioramento conseguente all’inversione di tendenza relativamente allo sviluppo
dell’edificato e all’approfondimento e ai condizionamenti geologici nella
pianificazione urbanistica.
167
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.4. RIFIUTI
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Indicatori
Macro obiettivi
di sostenibilità
Obiettivi Specifici
Riduzione della
produzione di
rifiuti
Ridurre la produzione
totale di rifiuti urbani
sia complessiva che
procapite
Aumento della
raccolta
differenziata e
del riciclo
DPS Disp. Stato Tendenza Effetti
R
dati attuale
del
Piano
Produzione di rifiuti
procapite annua
P
+++
produzione totale di
rifiuti annua
P
+++
Censire e recuperare le
discariche non
controllate
Presenza di discariche
di rifiuti abbandonati
S
+
Potenziare la capacità
e la qualità degli
impianti di
trattamento
Dotazione
impiantistica per
trattamento rifiuti
R
+++
Attività di recupero e
riciclaggio
R
+++
% di raccolta
differenziata
R
++
Attività di
sensibilizzazione,
educazione e
formazione
R
+++
Aumentare e
diversificare l’attività
di recupero e
riciclaggio
Diversificare gli eventi
di coinvolgimento
della popolazione sul
corretto smaltimento
dei rifiuti
☺
☺
(vedi nota
21)
☺
☺
☺
24
☺
24
La progressiva crescita in termini di efficienza della raccolta differenziata registrata negli ultimi anni
pur costituendo di per se un elemento positivo, non soddisfa i requisiti di sostenibilità perseguiti sia a livello
regionale che statale.
168
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori
riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili
effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni
di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.
Cosa prevede il PS
In materia di rifiuti (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a rete,
delle urbanizzazioni e dei servizi, p.2), l'obiettivo principale del PS è quello di smaltire i
rifiuti sia urbani che speciali in modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti
compromesse.
Tutti i rifiuti solidi urbani vengono portati alla discarica di Literno, dopo essere stati
inertizzati e separati all’impianto di Buraccio.
L’Amministrazione di Capoliveri e le altre amministrazioni dell’Elba si stanno attivando per
migliorare le modalità di preselezione differenziata.
Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti solidi urbani è da prevedere in particolare la
redazione del Piano delle aree ecologiche al fine di risolvere i problemi di reperimento di spazi
e per ridurre l’impatto ambientale di tale servizio.
E’ indispensabile individuare delle aree specifiche per la raccolta differenziata che
possano, all’occorrenza, diventare anche aree per servizi polivalenti dove il cittadino possa
beneficiare di determinati vantaggi che lo incentivino verso questa direzione. Ciò costituirebbe
un aiuto per l’ente che eroga il servizio ed anche una sensibilizzazione per il rispetto
dell’ambiente con evidenti ricadute positive sul servizio educativo per i cittadini.
In questo contesto tra le strutture da promuovere a livello sovracomunale si inseriscono in
particolare:
• gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici, recuperati
sottoforma di terriccio;
• gli impianti di riciclaggio;
• le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta differenziata di
particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili (macerie, filtri e oli
esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.);
• gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per
raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta differenziata, (carta,
vetro, lattine e plastica);
• gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei mercati e
nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di particolari
tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici e solventi, batterie,
cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).
169
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
L’obiettivo a livello comunale è quello di smaltire i rifiuti sia urbani che speciali in modo
da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti compromesse, alla luce di quanto previsto
dal D. Lgs. 22 del 5/2/97 (Ripristino ambientale dei siti inquinati) e dalla L.R. 25/98
(Gestione dei rifiuti). Sono altresì da prendere come riferimento il piani di settore regionale e
provinciale:
DCR 88 del 1998 - piano regionale gestione rifiuti urbani e assimilati, 1° stralcio
DCR 385 del 1999 - piano regionale gestione rifiuti speciali e pericolosi, 2° stralcio
DCR 384 del 1999 - piano bonifica aree inquinate, 3° stralcio
DCP 158 del 31.7.2000
A tal fine occorre che il Comune implementi la raccolta differenziata sino al
raggiungimento degli obiettivi di legge.
Il Comune si deve attivare anche per arrivare all’accordo tra i Comuni elbani e l’Autorità
d’ambito per potenziare gli impianti di Buraccio e Literno poiché attualmente i rifiuti
vengono trasferiti senza alcun tipo di trattamento alla discarica di Piombino.
Gli indirizzi atti a perseguire gli obiettivi di riduzione e riciclaggio rifiuti da
sviluppare all’interno del R.U. sono i seguenti:
incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e il loro recupero nei cicli
produttivi;
introdurre soluzioni di arredo urbano che favoriscano isole ecologiche ambientalmente
e architettonicamente accettabili per la gestione della raccolta differenziata dei R.S.U.;
impedire la diffusione delle piccole discariche abusive nelle campagne attraverso
interventi di controllo e iniziative incentivanti la raccolta dei rifiuti ingombranti;
risanamento delle discariche incontrollate e abusive e razionalizzazione delle attività
di rottamazione con il trasferimento forzoso nelle aree autorizzate.
(rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).
Sintesi
In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi
di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza degli indicatori al
generale mantenimento di un pessimo stato attuale, in particolare in relazione alla
riduzione della produzione di rifiuti (vedi colonna “trend”).
Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli
indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla
riduzione e riciclaggio dei rifiuti; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della
ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero),
170
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si
confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel
capitolo 4.4) , con un contenuto aumento in termini di produzione di rifiuti.
Analogamente a quanto indicato nel capitolo “energia”, l’incremento in termini di
nuova edificazione prevista dal PS, sia come residuo del precedente P.di F. che come
nuove previsioni di piano, è traducibile, in prima approssimazione, in un aumento in
termini di produzione di rifiuti. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un
contenuto aumento di nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal
precedente P.di F, e rivolto in buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti
(vedi trasformazione da strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di
edifici esistenti senza incremento di unità abitative), tale previsione comporterà un
aumento di produzione di rifiuti e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.
Allo stato attuale il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare i
necessari requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza
della raccolta differenziata. Con tali premesse qualsiasi aumento di produzione di
rifiuti risulta avere effetti ambientali negativi; per tale motivo risulta essenziale
disciplinare rigorosamente, attraverso il regolamento urbanistico, questa tematica e
far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.
171
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.5. ACQUE INTERNE
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro
obiettivi di
sostenibilità
Tutelare la
qualità delle
acque interne e
costiere e
promuovere
l’uso
sostenibile
della risorsa
idrica
Indicatori
DPS Disp. Stato Tendenza Effetti
R
dati attuale
del
Piano
Obiettivi Specifici
Elevare il livello di
qualità delle acque
superficiali
SECA, IBE, LIM
S
-
Qualità acque dolci
sotterranee; indici:
SquAS, SCAS, SAAS
S
++
Livello di Stress
idrogeologico della
S
++
Ridurre il livello dei
prelievi delle acque
per i diversi usi
antropici
Livello di prelievo delle
acque dai corpi idrici
P
+
Ridurre il livello di
pressione delle
sostanza inquinanti di
origine antropica sulla
risorsa idrica
Carico inquinante totale.
Carico organico
potenziale in abitanti
equivalenti (da
popolazione residente e
popolazione fluttuante)
P
++
Elevare l’estensione
del servizio idrico
integrato
Copertura del servizio
idrico; % di popolazione
servita da acquedotto
P/R
Elevare il livello di
qualità delle acque
utilizzate per uso
idropotabile
Qualità delle acque
destinate al consumo
umano - Qualità delle
acque degli acquedotti
P/R +++
Elevare l’estensione
del servizio idrico
integrato
Copertura del servizio
fognario; % di
popolazione servita da
servizio fognario
P/R
Elevare il livello di
qualità delle acque
sotterranee
-
++
?
?
☺?
☺
a
livello
locale
☺
☺
☺
a
livello
locale
(in
estate)
(in estate)
?
?
☺
/☺
☺
172
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Elevare la capacità e
l’efficienza delle
strutture depurative
delle acque reflue
Capacità depurativa.
Bilancio fra il carico
inquinante totale e
capacità depurativa
effettiva
R
++
Verificare la
funzionalità degli
impianti
Analisi degli impianti
idrici
S
+++
Regolare il Bilancio
Idrico
Bilancio idrico
PR
+
Riduzione dei
consumi idrici
procapite e
complessivi,
soprattutto
utilizzando e
promuovendo
tecnologie per il
risparmio idrico nelle
strutture turistiche
Consumo complessivo
di acqua
P
-
Favorire il riutilizzo
delle acque reflue e
conseguente
risparmio di nuova
risorsa
Riutilizzo delle acque
reflue. N° impianti
pubblici di depurazione
con riutilizzo di acque
reflue e m3/anno
riutilizzato
R
+
(in
estate)
/☺
☺
☺
(in
?
☺
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori
riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili
effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni
di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.
Il Sitema delle acque è riconosciuto quale Invariante Strutturale (rif. Art. 7 dello
Statuto)
Lo Statuto, definisce una serie di norme di tutela delle acque (rif. Art.8), finalizzate
alla protezione delle risorse idriche (ai sensi del decreto legislativo n° 152
dell’11/05/1999) ed anche alla salvaguardia della funzione paesaggistica ed
ecologica dei corsi d'acqua; recepisce inoltre le misure di salvaguardia della delibera
del Consiglio Regionale n° 12/2000, con norme di maggior dettaglio, secondo le
specifiche prescrizioni del PTC della Provincia di Livorno e definisce le disposizioni
attuative delle misure di salvaguardia per: microreticolo minore, bacini arginati di
raccolta di acque superficiali, falda acquifera e pozzi.
173
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
L'insieme di queste norme risulta coerente con l'obiettivo del miglioramento della
qualità delle acque superficiali (peraltro non valutabile allo stato attuale per carenza
di dati); inoltre tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di
regolamento urbanistico (Art.8, comma 13) si segnalano:
• il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con
interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di
naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle
aree di naturale espansione;
• il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche
incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico
inquinante;
• il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee.
Relativamente al Livello di stress idrogeologico della falda, lo Statuto individua le
aree di criticità e propone di applicarvi limitazioni del prelievo, secondo il seguente
schema (Art.8, comma 11):
nelle Aree a stress idrogeologico elevato "….si deve limitare i quantitativi di
emungimento alla soglia minima atta a garantire l’equilibrio idrogeologico della zona,
proibire le ricerche di acqua anche di tipo domestico se vi è possibilità di approvigionamento
dalla rete idrica, delocalizzare i pozzi verso aree con stress meno elevato. In questa zona si
potrà individuare l’utilizzo delle risorse idriche sotterranee per soli usi domestici, definendo
una zonizzazione verticale del sottosuolo che garantisca l’assenza di integrazione con il
regime idrogeologico profondo." Nelle Aree a stress idrogeologico medio, "….oltre alla
limitazione dell’emungimento, è opportuno ridurre le nuove ricerche di acqua ed i rinnovi di
concessioni già esistenti sino ad una nuova riclassificazione della zona". Nelle Aree a stress
idrogeologico basso suggerisce di limitare il prelievo o le attività antropiche entro
determinate fasce. Non suggerisce invece limitazioni al prelievo per le Aree a stress
idrogeologico nullo.
Per le zone in cui è proposta la limitazione del prelievo sono definiti (Art. 8, comma
12) indirizzi - specifici per le attività industriali ed artigianali, per i nuovi
insediamenti produttivi, per le attività agricole e per la residenza - finalizzati alla
riduzione dei consumi idrici, al riuso e al risparmio della risorsa acqua.
Tali limitazioni al prelievo contribuiscono positivamente alla diminuzione del
Livello di prelievo dei corpi idrici a livello locale ed anche al miglioramento della
qualità delle acque sotterranee, sempre a livello locale, laddove si verificano
fenomeni di salinizzazione in seguito agli eccessivi emungimenti.
Inoltre tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di
regolamento rubanistico (Art.8, comma 13) si segnalano:
• il controllo dei prelievi idrici per uso potabile, agricolo e industriale subordinando i
principali interventi di trasformazione del territorio alla dichiarazione delle fonti e
174
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
delle modalità d’approvvigionamento idrico e delle quantità annue prelevate e
all’adozione di misure di razionalizzazione dei consumi idrici e d’uso corretto della
risorsa;
• il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee;
• l'incentivazione alla realizzazione di impianti di accumulo e riutilizzo delle acque
meteoriche dilavanti non contaminate
Il consumo a livello comunale di acqua distribuita dall'acquedotto costituisce, allo
stato attuale, un fattore di pressione anche per acque sotterranee che non interessano
territorialmente il Comune di Capoliveri ma che alimentano il sistema
acquedottistico dell'Isola: ci si riferisce in particolare all'Acquifero Carbonatico
dell'Elba Orientale e all'Acquifero della Val di Cornia. Gli indirizzi del Piano
Strutturale incidono per certi aspetti positivamente, laddove promuovono il
risparmio e il riutilizzo di acque piovane e reflue (cfr. Artt. 17 comma 3 e 4, Art. 36,
Art. 56), per altri negativamente, a causa dei maggiori consumi connessi al potenziale
aumento delle utenze, aumenti che tuttavia risultano contenuti (cfr.
dimensionamento par. 4.4). La tendenza dello Stato di qualità delle acque
sotterranee e del Livello di prelievo dai corpi idrici esterni al territorio comunale, è
di gran lunga maggiormente influenzata da scelte pianificatorie ed interventi a livello
di intera Isola d'Elba e pertanto, per quanto pertinente gli effetti del Piano Strutturale
di Capoliveri, l'andamento è sostanzialmente stabile.
A livello locale la qualità delle acque, sia superficiali che sotterranee, risente della
presenza di numerosi scarichi di abitati non allacciati alle fognature e che ricorrono al
sistema della subirrigazione. La necessità di censire e mettere a norma gli scarichi,
più volte richiamata nel piano, rientra nelle iniziative strategiche, da sviluppare
maggiormente in fase di regolamento (Art. 8, comma 13), e costituisce una
condizione alla trasformabilità per le singole UTOE: "….Per l'edificato esistente dovrà
essere realizzato l'allacciamento alla rete fognaria, per i casi previsti dal vigente Regolamento
dell' AATO 5, e per gli altri casi la messa a norma degli scarichi al suolo o in acque
superficiali e l'adeguamento dei sistemi di trattamento delle acque reflue a quanto indicato nel
regolamento DPGR 23/05/2003 n, 28/R e s.m. e i..". Il superamento di tale criticità
costituisce un obiettivo che incide positivamente sullo Stato di qualità delle acque
sotterranee a livello locale.
Il potenziale incremento di recettività e di unità abitative ha una incidenza diretta sul
Carico inquinante totale, che già attualmente, durante il periodo estivo risulta
elevato. Tuttavia tali incrementi risultano contenuti: il PS consente infatti un aumento
complessivo medio della recettività di Alberghi e Residenze Turistico Alberghiere
fino ad un massimo del 10% della attuale (per un totale di 373 posti letto) e del 20%
massimo per le strutture turistiche extralberghiere (Residence e CAV) che si
trasformino in alberghiere, mentre non prevede aumenti di recettività per i
175
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
campeggi; per la residenza le nuove volumetrie previste non comportano aumento
delle unità abitative, se non nel caso di 15.000 m3 di completamento nell'UTOE
Capoliveri.
In termini di consumi idrici il potenziale aumento connesso all'aumento di recettività
e di unità abitative (come sopra descritto), alle previsioni relative al comparto
industriale artigianale (8.000 m3 in tutto), commerciale e direzionale (13.370 mc in
tutto), servizi, (5800 m3di nuove volumetrie in tutto), e all'edificato rurale (non
quantificabile) può essere in parte bilanciato dalle pratiche di risparmio e riuso più
volte richiamate nelle norme del Piano (cfr. Artt. 17 comma 3 e 4, Art. 36, Art. 56). Il
Consumo complessivo di acqua, può pertanto tutto sommato essere considerato
stabile.
Relativamente ai nuovi insediamenti e agli interventi di sostituzione dei tessuti
insediativi, nell'Art. 36 sono fissate le condizioni alla trasformabilità, ed in
particolare, per quanto concerne la tutela della risorsa acqua, stabilisce che siano
soddisfatte le necessità derivanti dal nuovo carico urbanistico relativamente
all'approvvigionamento idropotabile, "..attraverso l’adeguamento e il potenziamento
delle strutture esistenti dell’acquedotto, e l’approvvigionamento delle acque per usi secondari
non potabili, attraverso anche il riuso di acque piovane (cioè quelle necessarie per irrigare aree
di pertinenza delle strutture turistiche e aree verdi utilizzate per le attività sportive quali
campetti di calcio, tennis)" e alla raccolta dei reflui, mediante la "…predisposizione di una
rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico, collegata agli impianti comunali che
connettono al depuratore pubblico, la cui capacità depurativa deve essere sufficiente ai nuovi
e/o diversi carichi insediativi."
In modo ancora più diretto, condiziona la trasformabilità all'interno delle singole
UTOE al superamento delle criticità presenti inerenti approvvigionamento idrico e
trattamento dei reflui:
"…...la realizzazione di nuova edificazione risulta necessariamente condizionata alla
realizzazione della rete di distribuzione relativamente al nuovo carico urbanistico e al
superamento della attuale criticità inerente la carenza di approvvigionamento. Non possono
essere dichiarate ammissibili trasformazioni fisiche o funzionali, il cui bilancio complessivo
dei fabbisogni idrici comporti il superamento delle disponibilità di risorse reperibili o attivabili
nell’area di riferimento in relazione al Piano d’Ambito ATO 5"
……………
- la realizzazione delle previsioni insediative è subordinata alla preventiva predisposizione di
una rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico e collegata all’impianto di
depurazione. Per l'edificato esistente dovrà essere realizzato l'allacciamento alla rete fognaria,
per i casi previsti dal vigente Regolamento dell' AATO 5, e per gli altri casi la messa a norma
degli scarichi al suolo o in acque superficiali e l'adeguamento dei sistemi di trattamento delle
acque reflue a quanto indicato nel DPGR 23/05/2003 n, 28/R e s.m. e i.. "
Il realizzarsi di tali condizioni aumenterebbe pertanto la copertura del servizio
idrico e la copertura del servizio fognario.
176
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Il possibile aumento della recettività (vedi sopra) potrebbe gravare ulteriormente sul
Bilancio depurativo, attualmente negativo durante i picchi di presenza estivi, tanto
che lo Statuto stesso evidenzia (Art. 17, comma 4) la necessità di potenziamento degli
impianti esistenti. La tendenza del bilancio depurativo è fortemente condizionata
dallo stato di attuazione dei progetti di adeguamento previsti dal Piano d'Ambito
(cfr. § Interventi nel settore raccolta e trattamento dei reflui), ma per quanto di sua
competenza lo Statuto inserisce, tra le iniziative strategiche da sviluppare
maggiormente in fase di regolamento (Art. 8, comma 13), la verifica dello stato
d'efficienza degli impianti di depurazione esistenti e " il soddisfacimento della necessità
complessiva di depurazione comunale ". Inoltre tra i criteri di compatibilità del Piano
(Art. 56) dichiara che "....il fabbisogno di smaltimento liquami conseguente agli usi e alle
azioni deve risultare soddisfatto dalla rete fognaria e dagli impianti di depurazione; ove
necessario e opportuno si utilizzeranno impianti di depurazione autonomi per piccole utenze
......” Per le UTOE che attualmente ospitano impianti di depurazione, una delle
condizioni alla traformabilità è che "…..deve essere incrementata la potenzialità
dell’attuale impianto di depurazione in relazione alle trasformazioni urbanistiche previste in
questa e per le eventuali necessità di altre UTOE che vi dovessero afferire" e in generale per
tutte le UTOE che al depuratore pubblico, la cui capacità depurativa deve essere sufficiente
ai nuovi e/o diversi carichi insediativi.
Per quanto concerne il Riutilizzo delle acque reflue , tra gli obiettivi specifici per
tutte le UTOE vi è la "…..riorganizzazione e potenziamento dell’approvvigionamento idrico
per altri usi (giardinaggio, usi non domestici, ecc...) attraverso la riutilizzazione delle acque
reflue degli impianti di depurazione e con la realizzazione di un sistema integrato di
accumulo e riutilizzo delle acque piovane".
Per quanto concerne gli altri indicatori (Qualità delle acque destinate al consumo
umano, Analisi degli impianti idrici e Bilancio idrico), non si ravvisano elementi in
grado di far supporre effetti significativi del Piano Strutturale; si tratta infatti di
fattori dipendenti da scelte pianificatorie e azioni concertate a livello di intera Isola
d'Elba e/o di gestione integrata dell' intero ATO 5.
177
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.6. ACQUE MARINE
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi
di sostenibilità
Indicatori
Effetti
del
Piano
Obiettivi Specifici
% dei punti non idonei
alla balneazione
S
+
☺
Indice di qualità
batteriologica (IQB)
S
+
☺
Stato trofico attraverso
il TRIX
S
+
☺
Distribuzione e stato di
salute della Posidonia
oceanica
S
+
☺
Mantenere una
elevata qualità
dell’ecosistema
marino
Regolamentazione
dell’ormeggio
finalizzata alla
salvaguardia di habitat
marini di interesse
conservazionistico
R
++
☺
Qualificare gli
stabilimenti balneari
Regolamentazione
“ecocompatibile” per
gli stabilimenti balneari
DPS
R
+
☺
Limitare la
proliferazione di
stabilimenti balneari
N° di concessioni e
autorizzazioni rilasciate
R
++
Migliorare
l’efficienza del
sistema di gestione
delle acque che
confluiscono in mare
(depurazione,
scarichi, ecc)
Vedi capitolo “ACQUE
INTERNE”
Migliorare il livello
di qualità delle acque
marine e di
balneazione
Mantenere
un’elevata
qualità delle
acque marine e
dell’ecosistema
marino
DPS Disp. Stato Tendenza
R
dati attuale
178
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori
riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili
effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni
di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.
Cosa prevede il PS
In materia di acque marine (rif. Art.12 dello Statuto, ”Spiagge e mare “), il PS, in
considerazione dell’elevato valore naturalistico degli ambienti costieri e marini che
caratterizzano buona parte del territorio comunale e al fine di consentire un’organica e
sostenibile gestione del sistema terra-mare, subordina la realizzazione degli interventi
correlati alla loro fruizione al rispetto delle indicazioni fornite da uno specifico piano,
denominato “piano di utilizzazione degli arenili”.
Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la
definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo,
ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle
caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni
di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorfologica e paesaggistica delle zone costiere.
Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica
e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla
individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree.
Come ribaditodal PS, per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di
utilizzazione degli arenili dovrà contenere:
•
Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a
terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità
ambientale, naturalistica e geomorfologica.
•
Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle
per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei
servizi e delle attrezzature
•
Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il
collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato
valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere
vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi
particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilire un
collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali
antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la
circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela
179
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili
da terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento
fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente
sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat
tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più
frequentati, di aree “protette” dal disturbo.
•
Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che
consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in
particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le
praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei
fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio,
campi boe nelle aree interessate da questo habitat.
•
Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee
modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e
geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da
quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse
naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe
mediterranee nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di
antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella
di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai
vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque
strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque
non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del
servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed
il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della
mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico
di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al
contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento
complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..
•
Regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge: qualora previsti dal piano
strutturale, o già realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge
dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
-
non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati
da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa
sabbiosa e rocciosa;
la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o
urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in
ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge;
180
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
-
•
le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da
arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e
realizzati esclusivamente con specie autoctone locali;
l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante
una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo
verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e
limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a
bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di
persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del
parcheggio.
Regolamentazione per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balneari,
incentivando il risparmio idrico ed energetico, la raccolta differenziata, il turismo
ecologico, ecc., sul modello del progetto “Bagnini sostenibili” della Provincia di
Rimini. Tale regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle
spiagge, della tutela degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità
pedonale dei mezzi motorizzati alla spiaggia, della corretta informazione ambientale dei
fruitori delle spiagge.
Più in generale, sempre in materia di mare, si inserisce la proposta della creazione di
un parco marino inserita nel PS (rif. art.34 dello Statuto: “Sistema funzionale del Turismo
e Attività Produttive”). Fa parte di questo obiettivo la proposta di un parco marino a
integrazione del parco a terra, al fine di consentire un’organica gestione del sistema terramare, significativamente interessato dagli impatti delle attività correlate alla elevata presenza
turistica, sia in termini di turismo balneare, che di turismo legato alla nautica da diporto. E’
pertanto demandata ad una specifica pianificazione, da concretizzarsi contestualmente al
Regolamento Urbanistico, ad esempio nel piano di utilizzazione degli arenili, la definizione
delle modalità operative attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel
rispetto di caratteristiche ambientali e naturalistiche proprie delle diverse aree interessate,
nonché alla presenza di condizioni di fragilità. …Gli ambiti interessati dal parco marino e i
contenuti della proposta sono descritti dettagliatamente nei rispettivi sistemi e sub-sistemi
territoriali, di cui al Titolo III e IV. “
Sintesi
In sintesi, le previsioni di piano strutturale sopra citate procedono nella direzione
degli obiettivi di sostenibilità individuati, con una generale tendenza degli indicatori
al mantenimento del buono stato attuale della risorsa e in taluni casi al suo
miglioramento (vedi colonna “trend”).
181
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
La subordinazione della realizzazione degli interventi correlati alla fruizione del
mare e della costa al rispetto delle indicazioni fornite da uno specifico piano,
denominato “piano di utilizzazione degli arenili” (vedi sopra) costituisce un
rigoroso termine di riferimento entro il quale la fruizione della risorsa è ammessa nel
rispetto della sua salvaguardia.
Su tali considerazioni si basa il giudizio attribuito agli indicatori di stato della qualità
delle acque marine (idoneità alla balneazione, IBQ, TRIX, distribuzione e stato di salute
della Posidonia), a differenza dell’attuale tendenza (vedi colonna trend) .
Analogamente a quanto indicato per le altre componenti e risorse ambientali, il
contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti
letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto agli
indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento
previsto, riportata nel capitolo 4.4). Seppur contenuto, l’aumento in termini presenze,
produzione di reflui, ecc. che accompagna tale previsione costituisce un elemento di
pressione su questa risorsa; al fine di contrastare tali pressioni – seppur di contenuta entità si rende necessario sia il rigoroso recepimento delle indicazioni fornite dal PS in sede di
regolamento urbanistico, sia una sistematica attività di monitoraggio degli effetti del piano.
182
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.7. BIODIVERSITÀ, FLORA, VEGETAZIONE E FAUNA
Obiettivi, indicatori e tendenza
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi di
sostenibilità
Obiettivi
Specifici
Aumentare la
percentuale di
aree protette
Sviluppare la
rete ecologica
regionale
Aumentare la
percentuale di aree
protette, migliorare
la gestione e
conservare la
biodiversità terrestre
e marina
Conservare la
biodiversità
terrestre
Indicatori
DPS Disp. Stato Tendenza Effetti
R
dati attuale
del
Piano
Percentuale di aree protette
nazionali o regionali
R
+++
Percentuale di aree protette
marine
R
+++
Percentuale di aree protette
comunali (ANPIL)
R
+++
Percentuale di Siti della Rete
Ecologica
R
+++
☺
N. specie vegetali endemiche,
rare o in liste di attenzione
S
+++
☺
N. specie vegetali protette (di
interesse regionale o
comunitario)
R
+++
☺
N. specie animali e vegetali
del progetto RENATO
S
+++
☺
N. coppie di gabbiano reale
nidificanti per 100 m di costa
S
+++
N. di tipologie vegetazionali
naturali e seminaturali
S
+++
☺
N. habitat di interesse
regionale, comunitario o
prioritari
S
+++
☺
Presenza alberi monumentali
ai sensi della LR.60/98
R
++
Presenza aree di maggiore
importanza naturalistica
Progetto RENATO
S
+++
Grado di costrizione dei
biotopi
S
+++
Grado di frammentazione da
viabilità
S
+++
Grado di naturalità
S
+++
Valore naturalistico
S
+++
☺
☺
☺
☺
☺
☺
183
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
complessivo
Conservare la
biodiversità
terrestre
Aumentare la
percentuale di aree
protette, migliorare
la gestione e
conservare la
biodiversità terrestre
e marina
Conservare la
biodiversità
marina
Ripristino
paesaggistico
delle cave
Grado di conservazione degli
ambienti umidi e ripariali
S
+++
Grado di conservazione degli
ambienti dunali
S
+++
Spiagge: numero di
concessioni e autorizzazioni
demaniali.
P
+++
Spiagge interne a
SIR/SIC/ZPS: numero di
concessioni e autorizzazioni
demaniali.
P
+++
Spiagge interne al Parco
Nazionale: numero di
concessioni e autorizzazioni
demaniali.
P
+++
Grado esoticità della flora
S
+++
Presenza di un progetto di
rete ecologica comunale
R
+++
Tutela delle emergenze
naturalistiche quali invarianti
del PS
R
+++
Aumento aree urbanizzate e
artificiali
P
+++
Aree percorse da incendi
P
+++
Percentuale di costa protetta
(lato terra)
R
+++
Percentuale di costa protetto
(lato mare)
R
+++
Presenza e stato di
conservazione delle Praterie
di posidonia
S
+
Superficie aree di cava
ripristinate/sup. totale
R
+++
☺
☺
☺
☺
☺
☺
☺
184
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS
Rispetto alla componente biodiversità (flora, fauna, vegetazione) il territorio
comunale mostra elevati valori qualitativi, evidenziati dagli indicatori utilizzati
(numero di specie endemiche, di interesse conservazionistico, ecc.).
Anche gli indicatori di risposta, quali la presenza di Aree Protette o Siti di
Importanza Comunitaria e Regionale, mostrano dati molto positivi (52,6% di
territorio protetto, 68,5% di costa protetta, ecc.).
Su alcuni di questi indicatori le scelte di pianificazione comunale non incidono o
incidono solo parzialmente, ad esempio la presenza di specie endemiche è legata a
motivazione ecologiche, climatiche, geografiche, ecc., così come la superficie protetta
dal Parco nazionale non è un dato da imputare direttamente a scelte di tutela
comunale. Nel primo caso però le scelte di pianificazione territoriale del comune
possono però incidere, positivamente o negativamente, sulla conservazione delle
stazioni di flora o fauna endemiche.
Relativamente all’obiettivo, derivante da Segnali ambientali in Toscana, di
aumentare la percentuale di aree protette, il quadro degli strumenti di protezione
dell territorio comunale di Capoliveri presenta elementi molto positivi con
riferimento alla presenza del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano esteso a
comprendere il 52,6% del territorio comunale e il 68,5% delle linea di costa (lato
terra). Pur nell’attuale assenza di aree protette marine, peraltro non di competenza
comunale, il territorio costiero marino di Capoliveri risulta interessato da proposte di
parco marino indicate dallo stesso PS ma anche dal piano del Parco dell’Arcipelago
recentemente adottato. Negativo risulta l’indicatore legato alla presenza di aree
protette comunali, come stato attuale e trend, anche se un cambiamento di indirizzo
pianificatorio risulta evidenziato dal riconoscimento di alcuni parchi territoriali
all’interno del PS. Tale indicatore deve comunque essere valutato nel contesto di un
Comune che ha già una quota significativa di territorio interno ad un parco nazionale
ove le principali risorse naturalitsiche sono già sottoposte a protezione.
Elementi positivi sono riferibili anche all’obiettivo dei segnali ambientali relativo allo
sviluppo della rete ecologica regionale. Il territorio comunale vede la presenza di
tre Siti della Rete ecologica regionale e Natura 2000 (SIR, SIC e ZPS). Gli indicatori
dello stato attuale della Rete ecologica mostrano dati positivi, con un territorio
comunale interessato, su circa il 33,5% da tali strumenti, ed in particolare dai siti:
•
Sito di Importanza Regionale (SIR) e Zona di Protezione Speciale (ZPS)
Elba Orientale,
•
Sito di Importanza Regionale (SIR), Comunitaria (SIC) e Zona di
Protezione Speciale (ZPS) Isole di Cerboli e Palmaiola per la porzione delle
Isole Gemini,
185
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
•
Sito di Importanza Regionale (SIR) Zone umide del Golfo di Mola e
Schiopparello per la porzione di Mola.
La conservazione della biodiversità terrestre costituisce l’obiettivo centrale indicato
dai Segnali ambientali.
Relativamente alla presenza, nel territorio comunale, di specie di flora, fauna ed
habitat di particolare valore, gli indicatori mostrano tutti ottimi livelli, con particolare
riferimento alla presenza di specie endemiche o in liste di attenzione (ad esempio
del progetto RENATO), di specie protette, di diversità vegetazionale o di habitat di
interesse regionale e/o comunitario.
Le trasformazioni dell’uso del suolo avvenute nel Comune di Capoliveri negli ultimi
decenni, con particolare riferimento allo sviluppo di una urbanizzazione residenziale
diffusa e alle strutture turistiche, hanno causato alterazioni al patrimonio
vegetazionale, floristico e faunistico locale.
Oltre alle conseguenze negative della frammentazione del paesaggio vegetale
risultano particolarmente significative le alterazioni legate a luoghi di elevato valore
naturalistico, come l’ambiente dunale di Lacona, con una sua elevata
artificializzazione, alterazione di habitat dunali, elevato disturbo, diffusione di specie
esotiche ad opera del verde privato, alterazione di aree umide retrodunali, ecc. Altra
località significativa è la Palude di Mola, ambiente umido relittuale in non ottimale
stato di conservazione, inserito in un contesto ad elevata artificializzazione, con una
forte problematica legata alla qualità e quantità degli apporti idrici di acqua dolce,
con reflui non correttamente depurati provenienti dal depuratore di Capoliveri.
Lo stesso PS indica per le dune di Lacona come “La principale causa di degrado è la
pressione antropica estiva (turismo balneare) associata all’erosione eolica (favorita dal
calpestio che mobilita i substrati sabbiosi rendendoli erodibili). Si rende necessaria una tutela
attiva di questo biotopo che in poco spazio riunisce diversi habitat di interesse comunitario”.
(art. 14.2). Nell’ambito delle Criticità dell’UTOE Le Spiagge (art. 42.1) si evidenzia
come “le due spiagge di Lacona e Laconella costituiscono un continuum costiero sottoposto a
dinamiche strettamente connesse, il notevole afflusso turistico estivo le sottopone ad un
intenso stress”.
La duna costiera della Spiaggia grande di Lacona costituisce l’elemento
morfologico/ambientale principale di questa UTOE, la duna presenta alcuni habitat
di interesse regionale/comunitario di cui all’All. A della L.R. 56/2000, il
mantenimento dell’attuale forma dunale è continuamente minacciato dalla presenza
turistica e dagli insediamenti presenti nelle immediate vicinanze tra cui due
campeggi.
186
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Gli obiettivi specifici dell’UTOE sono tesi alla elevazione della qualità dei caratteri
del paesaggio, allo sviluppo dei servizi, alla riorganizzazione delle funzioni e delle
attività, alla eliminazione e/o riduzione delle criticità presenti, alla eliminazione o
riduzione delle aree e degli elementi costituenti degrado. In particolare:
“Mantenimento dell’integrità fisica, biologica e paesaggistica dell’unità morfologica “Duna di
Lacona”, anche intervenendo con delocalizzazione di strutture, riduzione della pressione
antropica, razionalizzazione delle attività ed interventi di riqualificazione naturalistica
(interventi di difesa con fascinate, chiusura sentieramenti e realizzazione accessi attrezzati,
ecc.”
Mentre per la prima area la nuove scelte di PS sono indirizzate verso un
alleggerimento dei carichi antropici, con un progetto di riqualificazione delle dune e
la prevista realizzazione di un piano degli arenili, per l’area di Mola la realizzazione
di un nuovo approdo turistico (UTOE Valle dei Salici) nello specchio d’acqua
antistante costituisce un elemento di forte criticità: “La vegetazione del biotopo palustre
di Mola (fragmiteti), risulta caratterizzata da un negativo stato di conservazione risentendo
ai margini di alcune azioni umane: discarica abusiva, contatto con attività agricole, presenza
di strade trafficate su tre lati (fattore negativo soprattutto per la fauna, ma che può portare
anche a forme di inquinamento delle acque). Inoltre è presente all’interno dell’area un
insediamento abbandonato di cui non si conosce l’impatto né in termini di inquinamento né
come possibile sito di rifugio di specie animali (chirotteri, ecc).” (art.14.2).
Nell’ambito dell'Unità di Naregno e Collina e Costa il nuovo asse stradale in località
Fosso delle Cavallacce, che collega Naregno alla loc. San Francesco, interessa un
paesaggio agricolo residuale di pianura costiera ed alcuni versanti boscati ove si
localizzano sugherete attribuibili all’habitat di interesse regionale e comunitario
Boschi a dominanza di Quercus suber (Cod. Natura 2000: 9330). Tali boschi di sughera
rientrano anche nelle emergenze naturalistiche del PS, nella tipologia “Boschi di
sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle
Cavallacce)“.
Secondo la Carta delle Unità di Terre dell’Isola d’Elba (AA.VV., Min. Affari esteri e
Istituto Agronomico per l’Oltremare, Firenze, 1991), gran parte dei complessi
boschivi del Comune di Capoliveri rientrano nelle aree di valore naturalistico “alto”
(classe II) o “medio” (classe III). Alcuni tratti a prevalenza di sughera sulle colline fra
Capoliveri e Naregno e sul versante nord dello Zuccale sono definite “di discreto
interesse naturalistico” (art.14).
Rispetto al sistema di habitat umidi la trasformazione del paesaggio agricolo ha
comportato anche la riduzione delle formazioni vegetali igrofile del reticolo
idrografico minore, le cui condizioni risultano aggravate anche dalla assenza di un
efficace sistema di fognatura e depurazione, ove la rete fognaria non è presente gli
edifici smaltiscono infatti le acque reflue mediante subirrigazione.
187
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Nell’ambito della tutela della biodiversità la conservazione degli habitat ripariali e
delle aree umide costituisce un elemento importante per la loro natura relittuale.
Il PS risulta coerente con tale obiettivo di conservazione salvaguardando tali
elementi, evitando trasformazioni di uso del suolo in aree limitrofe e fornendo
elementi di mitigazione.
L’art. 8, comma 2, evidenzia l’intento di salvaguardare questi preziosi elementi
naturalistici e paesaggistici: “I fossi e i loro affluenti rivestono anche importanti funzioni
paesaggistiche ed ecologiche, di tutela della biodiversità anche attraverso la loro natura di
corridoi ecologici, di tutela della qualità delle acque e di difesa idrogeologica. I corsi d’acqua
non possono essere tombati, essere modificati nelle sezioni e nel loro andamento, salvo per
motivate condizioni dell’assetto idraulico. Ai fini di una più ampia e integrata tutela
ambientale è vietato l’abbattimento e l’espianto dei boschi riparali e in genere della
vegetazione igrofila nelle aree di pertinenza fluviale, salvo che per comprovate ragioni
fitosanitarie e per ragioni di salvaguardia idrogeologica. Recependo quanto indicato dalla
Del.C.R. 155/1997, nella progettazione degli interventi lungo i corsi d’acqua dovrà assumersi
quale aspetto vincolante la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell’alveo fluviale,
degli ecosistemi e delle fasce verdi ripariali, il rispetto delle aree di naturale espansione e
relative zone umide collegate. A tal fine occorre limitare gli abbattimenti soltanto agli
esemplari di alto fusto morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un
potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena. I tagli di
vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardo-autunnale ed
invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno
all’avifauna nidificante e all’ecosistema fluviale.”
Nell’ambito degli interventi sul reticolo idrografico minore alcune mitigazioni
dovrebbero garantire la compatibilità degli interventi di manutenzione, quali ad
esempio, il divieto di realizzare tali interventi (ad esempio estirpazione vegetazione
erbacea) nel periodo marzo-giugno.
L’integrità dei corsi d’acqua è perseguita anche mediante l’applicazione dell’art.8,
comma 3 che afferma come:
• Gli argini del reticolo devono essere conservati e mantenuti in quanto parti integranti
del sistema sia per i suoi aspetti idraulici sia perché costituiscono un insieme di valore
paesaggistico e insediativo;
• Deve essere perseguito il ripristino delle condizioni ambientali e paesaggistiche in
presenza di situazioni di degrado e di alterazione.
• Nelle aree di degrado si interverrà con nuove piantagioni di alberi e arbusti propri
dell’ambiente fluviale, con il consolidamento, ove necessario, delle ripe e delle
arginature mediante materiali lignei, pietrosi, arborei, evitando ove possibile le
gabbionature e i manufatti in cemento, nel rispetto della sezione esistente.
188
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
La tutela del reticolo idrografico e dei suoi habitat, da sviluppare nella fase di
regolamento urbanistico, permetterà di raggiungere anche importanti obiettivi di
depurazione:
Tra le iniziative da sviluppare maggiormente in fase di regolamento si segnala:
• il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con
interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di
naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle
aree di naturale espansione;
• il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche
incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico
inquinante;
• il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee.
La tutela della rete idrografica si attua mediante la conservazione della vegetazione di sponda,
la riduzione di azioni di manutenzione non selettive sulla flora e sulla fauna (scavi e sfalci
meccanici attuati in periodi riproduttivi o di letargo, asportazione di specie vegetali rare
assieme alle invadenti, ecc.) ed anche con la conservazione di una minima portata di acqua in
tutte le stagioni (predisponendo eventuali piccoli bacini di accumulo in estate); in particolare
il controllo e la riduzione della captazione di acqua è fondamentale. Il mantenimento di una
“portata minima vitale” è richiesta anche dal PTC (art.14 Corridoi ecologici).
Positiva risulta anche la scelta del “mantenimento e tutela dei boschi in situazioni speciali
(L.R. 21 marzo 2000 n° 39 art. 52), ossia i boschi su pendii ripidi o instabili, sulle cime e sui
crinali e quelli compresi nella fascia di 300 m dalla linea di costa e dai corsi d'acqua;
(art.14.2).
Quest’ultimo elemento risulta anche utile alla mitigazione delle previsioni di edilizia
residenziale di precedente PdF per l’area di Capoliveri, già concessionate ma in parte
ancora da realizzare.
La tutela degli ambienti costieri costituisce un elemento importante per la
conservazione della biodiversità del territorio comunale, in considerazione della
concentrazione, in tali ambienti di numerose specie, animali e vegetali, ed habitat
endemici o di particolare valore conservazionistico.
In tale contesto risulta prioritaria la conservazione dell’ambiente dunale di Lacona,
unica testimonianza dunale presente nel territorio dell’Arcipelago Toscano,
fortemente compromesso dallo sviluppo di attività turistico residenziali e
dall’elevato carico turistico estivo.
Nel solo Comune di Capoliveri è presente oltre il cinquanta per cento della superficie
degli arenili di tutta l’Isola d’Elba. Nel territorio comunale sono a disposizione 12
spiagge della lunghezza fino a 100 metri, 24 lunghe da 101 a 500 metri e una (Lacona)
189
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
di 1.160 metri. Si determina pertanto un notevole carico turistico sulle risorse di
Capoliveri, proveniente dalle altre parti dell’Isola.
Quale indicatore della pressione turistica sugli ambienti costieri (spiagge, arenili,
ecc.) è stato utilizzato il n. di concessioni/autorizzazioni demaniali. Ad un dato
critico di 33 concessioni/autorizzazioni rilasciate in tutto il territorio comunale si
associa il basso numero di tali attività all’interno del sistema di Siti Natura 2000 (1),
anche se alto rimane il numero di attività interno al Parco Nazionale (11). Il piano
degli arenili, previsto in fase di regolamento, costituirà una occasione per valutare la
qualità/vulnerabilità degli ambienti costieri e per razionalizzare tali attività.
Fig. 34 Strutture turistiche concessionate nelle spiagge di Lacona e Margidore (da quadro
conoscitivo PS Capoliveri)
Oltre alla tutela, diretta mediante l’inserimento in Aree Protette e SIR, risultano
importanti le scelte in grado di ridurre l’impatto del carico turistico. “Il riequilibrio
della pressione turistica sulle aree costiere” costituisce infatti un obiettivo del PS (art.34).
Secondo il PS (art.9 suolo e sottosuolo, comma 3 aree instabili) le “coste alte sono
elementi di rilevante importanza sia sotto il profilo paesaggistico che morfologico; trattandosi
di aree in continua modificazione geodinamica possono essere equiparate ad aree instabili. Per
queste aree sono da evitare gli interventi edilizi, gli interventi che implichino trasformazioni
morfologiche di qualsiasi tipo sono subordinati a indagini geognostiche approfondite”.
190
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
L’utilizzo e la preservazione di questa risorsa è rinviato al Piano comunale di
utilizzazione degli arenili. Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico,
dovrà contenere la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso,
modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel
rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle
locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorgologica e paesaggistica
delle zone costiere.
Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica
e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla
individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree.
(art.12)
Per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di utilizzazione degli
arenili dovrà contenere:
•
•
•
•
•
Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a
terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità
ambientale, naturalistica e geomorfologica.
Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle
per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei
servizi e delle attrezzature
Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il
collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato
valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere
vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi
particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilre un il
collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali
antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la
circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela
degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili
da \terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento
fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente
sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat
tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più
frequentati, di aree “protette” dal disturbo.
Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che
consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in
particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le
praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei
fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio,
campi boe nelle aree interessate da questo habitat.
Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee
modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e
geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da
191
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse
naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe
mediterrane nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di
antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella
di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai
vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque
strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque
non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del
servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed
il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della
mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico
di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al
contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento
complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..
La regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge costituisce un elemento
importante per la loro conservazione: qualora previsti dal piano strutturale, o già
realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge dovranno soddisfare
i seguenti requisiti:
-
-
-
-
non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati
da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa
sabbiosa e rocciosa;
la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o
urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in
ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge;
le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da
arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e
realizzati esclusivamente con specie autoctone locali;
l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante
una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo
verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e
limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a
bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di
persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del
parcheggio.
Al fine di ridurre l’impatto ambientale degli stabilimenti balneari il PS prevede la
regolamentazione degli stabilimenti balneari, incentivando il risparmio idrico ed
energetico, la raccolta differenziata, il turismo ecologico, ecc., sul modello del
progetto Life Ambiente della Provincia di Rimini “Il bagnino ecologico. Tale
regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle spiagge, della tutela
degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità pedonale dei mezzi motorizzati
alla spiaggia, della corretta informazione ambientale dei fruitori delle spiagge.
192
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Un elemento di criticità per gli ambienti costieri è costituito dalla presenza di diffusa
di strutture campeggistiche, in particolare presso le coste sabbiose. Per tali strutture il
PS prevede la trasformazione parziale in villaggi turistici: Le modalità e l’ammissbilità
degli interventi di trasformazione parziale dei campeggi in villaggi turistici dovranno essere
definite dal R.U. assicurando oltre alle tutele generali e specifiche della presente disciplina, la
salvaguardia integrale del sistema dunale e della vegetazione endemica e di valore presente,
privilegiando la presenza delle infrastrutture a rete, l’assenza di modifiche morfologiche, la
riqualificazione e il ripristino dei caratteri identitari del paesaggio, l’eventuale riduzione della
ricettività e la bassa presenza di bungalows. (art.34). Tali trasformazioni comporteranno,
però, una trasformazione più intensa ed irreversibile dell’uso del suolo.
Rispetto all’obiettivo in oggetto le previsioni di nuovo PS vanno in controtendenza
rispetto ai processi di trasformazione delle coste operate in alcune porzioni di
territorio comunale negli ultimi decenni.
Oltre a scelte di tutela diffusa del territorio ai fini della conservazione della
biodiversità risultano estremamente importanti azioni dirette su particolari
emergenze naturalistiche. A tal fine il PS ha individuato come invarianti strutturali
numerose emergenze naturalistiche scaturite anche dalla fase di redazione del
presente Rapporto ambientale.
Tra le invarianti strutturali oltre al territorio del Parco e dei siti Natura 2000 sono
state individuate ulteriori emergenze naturalistiche che rafforzano la tutela della
biodiversità del territorio comunale, degli habitat e delle specie di flora e fauna di
interesse conservazionistico. In particolare sono state individuate le seguenti:
Emergenze diffuse:
1. Praterie secondarie e garighe
2. Boschi di specie autoctone;
3. Vegetazione delle coste rocciose;
4. Terrazzamenti sostenuti da muretti a secco.
5. Formazioni a Posidonia oceanica.
Emergenze localizzate:
1. Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e
Fosso delle Cavallacce)
2. Boschi mesofili di leccio e latifoglie dell'alta Valle del Fosso di Straccoligno
3. Praterie secondarie savanoidi e mosaici di praterie di terofite e garighe del Monte
Calamita
4. Versanti costieri rocciosi di Norsi con garighe a rosmarino e cisto di montpellier
5. Alta valle del Fosso Stagnolo, ad elevata naturalità, con macchie e boschi.
6. Dune di Spiaggia Grande a Lacona;
7. Palude di Mola;
8. Costa dei Gabbiani;
9. Canyon di Madonna delle Grazie.
10. Aree minerarie di dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polverio
193
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Tali individuazioni permetteranno di non realizzare interventi in contrasto con la
loro conservazione o di sviluppare iniziative comunque compatibili con la loro tutela.
Relativamente alle specie arboree monumentali inserite nell’elenco ufficiale della
Regione Toscana ad un indice negativo dello stato attuale si associa un valore
positivo del trend per quanto previsto dal PS. La Regione Toscana dispone di una
normativa (LR 60/1998) di tutela degli alberi monumentali finalizzata alla
conservazione non solo degli esemplari di grandi dimensioni ed età, ma anche quelli
di interesse storico e sociale, la cui presenza testimonia della cultura e delle tradizioni
locali. Ad oggi il comune di Capoliveri non ha presentato proposte di integrazione,
con esemplari locali, della lista regionale degli alberi monumentali. Quanto indicato
nel PS: “Da segnalare anche, presso la Spiaggia Grande, due grandi pini domestici secolari
degni di essere considerati monumentali” (art.15.1) e la prevista realizzazione di una
indagine finalizzata alla individuazione degli alberi monumentali in fase di
regolamento urbanistico indica un trend positivo rispetto a tale indicatore.
Positivo risulta anche l’indicatore relativo all’inserimento dell’area in oggetto tra le
aree di attenzione (con maggiore concentrazione di elementi di attenzione in
Toscana) del progetto RENATO.
La tutela delle aree umide e del reticolo idrografico (con vegetazione ripariale)
costituisce un elemento positivo nell’ambito dell’obiettivo di conservazione e
realizzazione della rete ecologica comunale. Attualmente il Comune non dispone di
studi ed iniziative finalizzate ad un progetto di rete ma tale analisi è stata prevista a
livello di regolamento urbanistico.
Rispetto a tale obiettivo sono da considerare positivamente gli obiettivi di
salvaguardia del paesaggio agricolo tradizionale e degli elementi lineari in esso
contenuti (filari alberati, siepi, ecc.), così come l’individuazione delle aree di
maggiore importanza quali “nodi” della futura rete: Relativamente ai corridoi ecologici
in fase di redazione del Regolamento Urbanistico dovrà essere predisposto uno studio
specifico, con relativa cartografia, della rete ecologica comunale, secondo le linee guida
regionali. Tale realizzazione dovrebbe essere effettuata, più razionalmente, a livello di intero
territorio dell’Isola d’Elba. (art. 14.4).
Rispetto a tale obiettivo è da considerare negativamente l’intensa trasformazione
dell’uso del suolo avvenuta negli ultemi decenni nel territorio di Capoliveri, con
particolare riferimento allo sviluppo dell’urbanizzato residenziale del paese di
Capoliveri, ad interessare un paesaggio agricolo collinare, ma soprattutto lo sviluppo
di una edilizia residenziale diffusa (ad esempio nei Sistemi di Capoliveri, Lacona,
Occidentale di Capoliveri) che, assieme alle altre trasformazioni associate, ha
aumentato i livelli di frammentazione e costrizione del paesaggio vegetale,
riducendone i livelli di permabilità. Su tali aspetti se lo stato attuale e le previsioni
già attuate o già concessionate del precedente PdF costituiscono elementi negativi, le
194
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
previsioni di nuovo PS vanno in controtendenza con una forte limitazione a tali
fenomeni.
Le informazioni interne al quadro conoscitivo e ulteriori dati bibliografici ed inediti
evidenziano una forte criticità degli habitat e della flora del territorio comunale
legata alla presenza di specie e cenosi di flora esotica. Tra le specie più significative,
anche in termini di modifiche agli habitat locali, sono da segnalare: Agave americana,
Opuntia ficus-indica, Opuntia maxima, Eucalyptus globulus, Robinia pseudacacia,
Carpobrotus acinaciformis, Yucca gloriosa, Tamarix africana, Ailanthus altissima, Acacia
saligna, Acacia dealbata e Pittosporum tobira.
Lo Statuto del PS indica come “l’intensa frequentazione di molti luoghi in estate e la
presenza diffusa di residenze di villeggiatura minacciano alcuni tratti della costa, con degrado
del manto vegetale e del suolo (apertura casuale di sentieri, incendi accidentali o dolosi,
abbandono di rifiuti) o con forme di “inquinamento floristico” ad opera di specie ornamentali.
In questo senso appare frequente e a tratti invadente la presenza dell’ agave (Agave americana
L.) e del fico d’India (Opuntia ficus-indica (L.) Miller)”. (art.13, comma 2).
“... sui versanti più bassi, ad esempio sulle scarpate a monte e a valle della strada CapoliveriRipe Alte (fino a circa 200 m s.l.m.) si hanno densi popolamenti di agave (Agave americana
L.) e di fico d’India (Opuntia ficus-indica [L.] Miller) sfuggite alla coltura ornamentale o
deliberatamente diffuse come consolidanti delle scarpate. Queste specie sono da contenere
nella loro diffusione e possibilmente andrebbero eliminate almeno dalle zone non antropizzate
e naturalisticamente più rilevanti. .... Fra le piante esotiche presenti sui versanti del
Calamita si segnala anche l’eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) che non dà problemi di
diffusione spontanea e la robinia (Robinia pseudacacia L.), limitatamente ad alcune vallecole
torrentizie, dove trova condizioni ideali di umidità. Anche la robinia è specie da contenere od
eliminare, in quanto facilmente invasiva per seme e soprattutto per polloni radicali”. “Lacona:
Le parti estreme della spiaggia, le più antropizzate, mostrano una notevole alterazione della
vegetazione sopra descritta: la successione si semplifica molto, con scomparsa totale o quasi
della prima duna e della relativa vegetazione, mentre compaiono numerose specie vegetali
esotiche, quali Carpobrotus acinaciformis (L.) L. Bolus, Agave americana L., Opuntia ficusindica (L.) Miller, Yucca gloriosa L., oltre alla già citata tamerice (Tamarix africana Poiret)
piantata come frangivento. Si ricorda che Carpobrotus e Opuntia sono vietate dalla L.R. 6
aprile 2000, n. 56 (art. 6, c. 4)”.
In fase di redazione del Regolamento Urbanistico dovrà essere elaborata e introdotta
nella normativa una “check list” di specie di flora erbacee, arbustive ed arboree da
utilizzare nel territorio comunale nell’ambito degli interventi di ingegneria
naturalistica, di riqualificazione ambientale del paesaggio agricolo (filari alberati,
siepi, ecc.), delle fasce ripariali e dei siti degradati o per la progettazione e
realizzazione del verde pubblico e privato. Gli interventi di riqualificazione
territoriale dovranno rispettare quanto indicato dalla normativa regionale
relativamente all’uso di specie autoctone, in particolare dalla Direttiva della Regione
Toscana sui criteri progettuali per l’attuazione degli interventi in materia di difesa
idrogeologica (Del.C.R. 155/1997), ove per le risistemazioni a verde è prevista la
“semina e messa a dimora di essenze vegetali autoctone e legate al paesaggio circostante”, e
195
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
dalla L.R.Toscana 56/2000 che indica come “negli interventi di ingegneria naturalistica,
in quelli di rinverdimento e di consolidamento, nonché, in generale, negli interventi di
recupero ambientale di siti degradati, sono utilizzati prioritariamente ecotipi locali”
(ART.14.2)
Il grado di costrizione degli habitat naturali e seminaturali calcolato per singole
UTOE evidenzia uno stato attuale con una condizione negativa in numerose di
queste, con particolare riferimento a “Capoliveri”, “Lacona-Margidore”, “Lido”,
“Pianura di Mola”, “Mandorlo-Lari”, “Straccoligno” e “Madonnna delle Grazie-StecchiBarabarca-Zuccale”. In tali unità i relittuali biotopi naturali o seminaturali risultano
quindi particolarmente Isolati, frammentati e circondati da unità ad elevata
antropizzazione e ad elevata impermeabilità ecologica. Tali condizione costituisce
una indicazione negativa in termini di conservazione della biodiversità, con
particolare riferimento alla componente faunistica.
Il trend in assenza di PS evidenzia un permanere di tale condizione o un suo parziale
aggravamento in conseguenza dello sviluppo dell’edificato residenziale e di quanto
previsto nel precedente PdF e già realizzato o concessionato. Rispetto a tale trend il
nuovo PS individua obiettivi in controtendenza concentrando l’edificato quasi
esclusivamente nelle aree già trasformate (Capoliveri, Lacona) ed evitando ulteriori
frammentazione del paesaggio vegetale.
Quanto sopra è avvalorato anche dall’esame della frammentazione operata dal
reticolo stradale che presente comunque minori elementi di criticità nello stato
attuale e nel trend a livello comunale, ma elevati livelli di criticità in alcune UTOE
quali Naregno e Capoliveri. La previsione di nuovi assi stradali nella zona di
Naregno, a frammentare habitat boschivi di elevato interesse conservazionistico,
comporta l’aggravamento di tale indice.
Il livello di naturalità delle diverse tipologie vegetazionali e di uso del suolo, oltre
che l’indicatore di sviluppo delle aree urbanizzate, fornisce una indicazione sulle
trasformazioni antropiche del territorio di Capoliveri. Assieme ad altri indicatori
(rarità degli habitat e delle specie, ricchezza di specie, ecc.) può fornire utili
indicazioni sul valore naturalistico del territorio analizzato.
Anche tale indicatore evidenzia il forte contrasto tra UTOE ad elevata naturalità
(Fonza, Stella, Parco naturalistico, ecc.) ed altre a naturalità molto bassa e ad alta
artificialità (Capoliveri, Lacona-Margidore, ecc.). Per alcune UTOE i valori di
naturalità hanno raggiunto valori assai bassi soprattutto in considerazione degli alti
valori naturalistici potenziali del territorio elbano. Gli alti valori di artificialità di
alcune UTOE costituiscono anche aree a maggiore impermeabilizzazione ecologica in
grado di Isolare aree a maggiore naturalità (ad esempio il promontorio di Stella ed il
rilievo del Monte Calamita). La criticità dello stato attuale, presente in molte UTOE,
permane come trend in assenza di PS mentre le nuove previsioni di PS mostrano
elementi in controtendenza.
196
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Rispetto all’obiettivo della conservazione della biodiversita’ marina sono stati
analizzati diversi indicatori di stato/risposta/pressione.
In termini di strumenti di tutela il sistema di Aree protette e Siti Natura 2000
comporta la tutela complessiva di circa il 68,5% della linea costiera terrestre. Si tratta
di un valore elevato che in futuro non potrà che essere rafforzato e difficilmente
ulteriormente ampliato.
Rispetto alla tutela a mare il dato attuale, negativo, di assenza di vincoli a mare potrà
essere condizionato positivamente dalla proposta del PS di istituire un parco marino.
La presenza di cenosi di Posidonia oceanica sui fondali prospicenti la linea di costa
del territorio comunale costituisce un indicatore indiretto di qualità dell’ambiente
marino. Le scelte di PS non incidono sostanzialmente su tale indicatore anche se la
realizzazione di un porto turistico a Mola può costituire un elemento di criticità.
197
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
5.8. PAESAGGIO
Obiettivi, indicatori e tendenza
DPSR
Obiettivi di sostenibilità
Macro obiettivi
di sostenibilità
Indicatori
Obiettivi Specifici
Disp. Stato Tendenza Effetti
dati attuale
del
Piano
Stato di
conservazione delle
sistemazioni agricole
tradizionali
S
++
Stato di
conservazione del
paesaggio naturale e
seminaturale
S
++
☺
Presenza di aree a
vincolo paesaggistico
R
+++
☺
Stato di
conservazione del
patrimonio storico e
architettonico
S
++
Grado di
urbanizzazione del
territorio interno
S
+++
☺
Grado di
urbanizzazione del
territorio costiero
S
+++
☺
Percentuale di coste
libere
S
+++
Valutazione delle
variazioni in termini
di complessità
tipologica del
paesaggio
N° tipologie colturali
rilevabili all’interno
del mosaico
paesaggistico
S
++
Valutazione dei
mutamenti di
equilibrio fra le varie
categorie di uso del
suolo
Estensione delle
macrocategorie di
uso del suolo:
seminativi, boschi,
aree a pascolo
S
++
Valutazione della
diversità colturale e
mantenimento delle
forme tradizionali
Superficie agricola a
coltura promiscua
S
++
Tutela del paesaggio
-
198
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
Motivazioni
Il generale il piano strutturale propone come strategia generale il consolidamento
dell’insieme di paesaggi attualmente percepibili nel territorio di Capoliveri mediante obiettivi
di protezione, di governo dei processi di evoluzione che non ne alterino le strutture, di
ripristino e recupero delle loro parti manomesse o degradate, di estensione dei valori
paesaggistici nelle aree di abbandono o di usi impropri. (art.29).
Tale obbiettivo risulta perseguito mediante una forte riduzione dell’edificato
residenziale e non delle previsioni di PS, invertendo la tendenza dei precedenti
strumenti urbanistici.
Per la conservazione del paesaggio agricolo risulta importante quanto indicato dal PS
relativamente agli assetti fondiari: “L’assetto fondiario deve essere salvaguardato
soprattutto dove sono presenti particolari sistemazioni agrarie frutto di lavori di ingegneria
agraria di rilevante interesse storico e paesaggistico, quali i terrazzamenti e gradonamenti
presenti in molte aree del Comune. Nelle aree di pianura e fondovalle caratterizzate da
un’agricoltura più intensiva, dovranno essere mantenute le sistemazioni idraulico-agrarie
presenti, favorendo l’allungamento dei campi mantenendo la baulatura e le distanze tra le
scoline o facendo ricorso al drenaggio. Gli eventuali interventi edilizi e infrastrutturali
dovranno rispettare allineamenti e orditura delle colture, della maglia dei percorsi rurali e
delle canalizzazioni esistenti, oltre a evitare brusche soluzioni di continuità e salti di scala”
(art.35.1).
Il Piano strutturale individua inoltre nella gestione sostenibile delle trasformazioni
negli ambiti agricoli un mezzo per la conservazione del paesaggio locale; in
particolare il controllo dei piani di miglioramento agricolo ambientali al fine di non
alterare gli assetti del paesaggio agricolo tradizionale. Ciò risulta anche recepito nel
PS quando all’art.35.1 afferma come “Il mantenimento di questi caratteri identitari e
tradizionali del paesaggio deve essere perseguito nei programmi di miglioramento agricolo
ambientale”. (art.35.1).
Nei P.M.A.A. non dovranno essere previste trasformazioni troppo radicali, mentre dovranno
essere mantenuti, nel rispetto delle esigenze di sviluppo aziendale, gli elementi che
caratterizzano il paesaggio: sistemazioni di collina, siepi, piante camporili significative,
alberature Isolate di confine e in filare lungo le strade poderali. Le piante morte dovranno
essere sostituite con essenze tipiche toscane; il cipresso, in particolare, deve essere tutelato e
salvaguardato da attacchi fungini (Seiridium cardinale) per il momento poco presenti nel
territorio del Comune. Gli esemplari morti o gravemente colpiti dal fungo dovranno essere
sostituiti con piante cloni resistenti alla crittogama.
Non potranno essere di norma concessi cambi di colture per oliveti in presenza di categorie di
beni di cui alla L. 431/85, in aree archeologiche o assimilate con emergenze visibili (per un
raggio di 150 m. dalle stesse), parchi, riserve naturali, usi civici, e in tutte le altre aree in cui
il paesaggio sia storicamente consolidato o dove rappresentino il caratteristico paesaggio
agrario o in aree morfologicamente significative. I muri di recinzione camperecci e patronali
199
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
in pietra locale dovranno essere protetti, mentre dovrà essere ridotto l’uso del cemento
(piuttosto diffuso). Le recinzioni dovranno prevedere, quando possibile, l’uso di siepi
costituite da sclerofille mediterranee o da cipressi.
Inoltre: Ogni opera che comporti trasformazioni fondiarie non dovrà portare alla distruzione
di testimonianze storiche dell’attività agricola o di elementi di rilevanza naturalistica e
ambientale, in particolare è vietato:
a. eliminare i manufatti aventi valore storico e/o culturale: cippi, colonne, edicole o
tabernacoli;
b. alterare la morfologia dei crinali e delle formazioni morfologiche aventi rilevanza
paesaggistico-ambientale;
c. eliminare i terrazzamenti e/o i ciglionamenti che per le loro dimensioni e caratteristiche
costruttive rivestano importanza paesaggistico-ambientale e comunque quelli su versanti
con pendenza media superiore al 25%. (art.35.1)
Nelle aree a prevalente funzione agricola la nuova edificazione rurale residenziale
(nuove residenze per imprenditori agricoli o operai) e di servizio (annessi agricoli) è
disciplinata dalla L.R. 1/05 e Regolamento 5/R del 9.2.2007 e succ. modifiche ed
integrazioni. Il P.T.C. della Provincia di Livorno ha definito le superfici fondiarie
minime per la realizzazione di nuove residenze rurali per ciascuna tipologia di area
rurale (Produttiva, Paesaggistica, Residuale, Di protezione del territorio) che possono
essere prese come base per stabilire le volumetrie della nuova edificazione rurale nel
R.U. Dalla zonizzazione delle aree a prevalente funzione agricola si evince che nel
territorio del Comune di Capoliveri sono presenti la tipologia paesaggistica, quella
residuale e quella di protezione del territorio. Il regolamento urbanistico conterrà la
zonizzazione e la relativa normativa delle aree agricole e disciplinerà i casi in cui è
ammessa la nuova edificazione rurale. Il RU disciplinerà la realizzazione di nuove
costruzioni ad uso agricolo, nel rispetto della LR 1/05, fissandone dimensioni e
tipologie.
Le scelte del nuovo PS per molti aspetti, soprattutto relativamente all’edificato
residenziale ed alberghiero, risultano opposte ai precedenti strumenti urbanistici, con
nuove volumetrie complessive assai ridotte (15.000 mc totali) e concentrate in aree
già urbanizzate (centro abitato di Capoliveri).
Nell’area del centro urbano di Capoliveri tali volumetrie vanno però a sommarsi ai
residui di Pdf in corso di realizzazione o già concessionati ove dovranno essere messi
in atto interventi di mitigazione in grado di ridurre gli elementi di criticità
paesaggistica legati al rapporto dimensionale e spaziale con il centro storico e al
paesaggio agricolo collinare della periferia orientale.
Per tale area occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una
quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere
200
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari
alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal
reticolo idrografico minore.
Al fine di mitigare tali interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al
PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto, relativamente alla:
1. conservazione di elementi di particolare interesse per il disegno del paesaggio: alberi
Isolati, filari di alberi, siepi ecc., sia come elementi visivi sia al fine di garantire “corridoi
ecologici” secondo le linee guida di cui alla Del. GR n. 1148 del 21 ottobre 2002; la L.R.
21 marzo 2000 n° 39 prevede incentivi per la creazione e il mantenimento delle siepi (art.
17); la riduzione di formazioni lineari arboree e arbustive dovrà essere compensata con il
reimpianto di nuove formazioni equivalenti in lunghezza e volume; il reimpianto dovrà
essere effettuato esclusivamente con specie autoctone (o naturalizzate, purché a bassa
diffusione spontanea), mentre l’eliminazione o la riduzione dovrà avvenire preferibilmente
a carico delle formazioni composte da specie non indigene;
2. ricostruzione (con specie autoctone) e mantenimento delle alberature e delle siepi lungo le
strade, compatibilmente con la sicurezza della circolazione, in particolare sulle scarpate a
monte e a valle delle sedi stradali in zone collinari;
3. mantenimento delle alberature segnaletiche di confine, di arredo in luoghi pubblici, di
ornamento nei giardini, nonché le piante a carattere monumentale di cui alla L.R. 13
agosto 1998 n° 60 (“Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e modifica dell'art.
3 della legge regionale 11 aprile 1995 n° 49”) secondo le prescrizioni della legge stessa;
4. mantenimento delle formazioni vegetazionali d’argine e di ripa (L.R. 21 marzo 2000 n°
39) qualora tale vegetazione non pregiudichi il naturale scolo delle acque e le operazioni di
manutenzione dei corsi d’acqua.
La tutela degli elementi lineari del paesaggio agricolo e delle fasce ripariali
costituisce un intervento utile alla conservazione del paesaggio elbano. La
conservazione di tali elementi costituisce un obiettivo del PS, in particolare l’art.8,
comma 2, relativamente alla conservazione del reticolo idrografico minore, afferma
come sia “vietato l’abbattimento e l’espianto dei boschi riparali e in genere della vegetazione
igrofila nelle aree di pertinenza fluviale” anche in quanto “i fossi e i loro affluenti rivestono
anche importanti funzioni paesaggistiche ed ecologiche”.
La conservazione del territorio agricolo di Capoliveri è legata al mantenimento delle
attività agricole tradizionali, alla riduzione delle trasformazioni edilizie e al loro
sviluppo coerente con il paesaggio agricolo, alla riduzione delle trasformazioni di
uso del suolo, e ad interventi di riqualificazione paesistico-ambientale. In tale
contesto ben si inseriscono gli interventi previsti dal PS (art. 35.1) quali, ad esempio,
quelli finalizzati a:
201
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
-
-
-
eliminare ogni forma di degrado architettonico, paesaggistico ed ambientale;
ripristinare o adeguare le infrastrutture esistenti;
introdurre opere di difesa idrogeologica, di prevenzione degli incendi, di
contenimento degli altri fattori di rischio;
impiantare specie vegetali autoctone o naturalizzate e salvaguardare le strutture
vegetazionali più rilevanti;
salvaguardare e ripristinare strutture storiche, architettoniche e significative del
paesaggio agricolo;
ottimizzare il corretto inserimento dei manufatti in riferimento alla morfologia del
suolo e alla viabilità rurale esistente. Particolare attenzione dovrà essere posta al
limite d’altezza delle nuove edificazioni, delle ristrutturazioni e ampliamenti, per
una possibile valutazione di inserimento ambientale, tenendo conto anche dei coni
di visuale che il Regolamento Urbanistico dovrà espressamente individuare
garantendo una integrazione morfologica, tipologica e insediativa con il bene
esistente;
realizzare sistemazioni agrarie congruenti con quelle caratteristiche dell'intorno;
in particolare saranno evidenziati quegli interventi di ripristino e manutenzione di
sistemazioni agrarie tendenti a mantenere e/o migliorare la stabilità dei versanti e
più in generale la regimazione idraulica, nonché alcune sistemazioni tipiche
(gradonamenti, terrazzamenti od altro);
ripristinare e mantenere la rete viaria poderale e vicinale da rendere fruibile per
attività escursionistiche.
mantenere e/o incrementare formazioni vegetali non produttive con specie vegetali
autoctone (formazioni ripariali, siepi, alberature Isolate, macchie di bosco).
Coerenti con gli obiettivi di conservazione del paesaggio agrario risultano le
indicazioni relative alle sistemazioni agrarie, ove “nelle sistemazioni di pianura dovrà
essere mantenuta la baulatura dei campi e dovrà essere posta particolare attenzione alla
manutenzione delle scoline e delle fosse di seconda raccolta. In collina, dove la pendenza
supera il 10%, dovranno essere evitate sistemazioni a rittochino, mentre dovranno essere
favorite le sistemazioni in traverso (con fosse e piantagioni orientate in senso perpendicolare
alle linee di massima pendenza), quali il “girapoggio”, il “cavalcapoggio” e la “spina”. Si
dovranno conservare gli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio agrario, quali:
terrazzamenti, siepi, alberi monumentali e secolari, emergenze geologiche di valore
paesaggistico, assetti morfologici paesaggisticamente significativi, reticolo idrografico
superficiale. I programmi di miglioramento agricolo ambientale dovranno porre attenzione a
questi elementi e conservare le forme tipiche” (art. 35.1).
Così come quelli relativi agli assetti colturali (art.35.1):
- mantenimento e ripristino di colture tradizionali (vite e olivo) e di colture ortofrutticole
idonee ad una commercializzazione in ambito locale; promozione di produzioni agricole
esenti da fattori inquinanti in base a metodi di coltivazione a basso impatto (agricoltura
integrata e biologica Reg. CE 2092/91 e successive modifiche ed integrazioni);
202
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
- favorire coltivazioni ad alto reddito sui terrazzamenti onde consentire le onerose opere di
manutenzione;
- favorire attività connesse all’agricoltura come l’agriturismo e il turismo rurale, che
possono integrare il reddito proveniente dall’agricoltura, soprattutto in quelle situazioni di
terreni difficili e pertanto predisposti all’abbandono;
La trasformazione colturale in dimensioni significative è soggetta a preventiva
valutazione degli effetti paesaggistici e ambientali, sebbene debba essere favorita
qualora determini condizioni tecnico-economiche tali da consentire uno sviluppo
sostenibile dell’agricoltura.
Nelle aree classificate di rilevante valore ambientale e paesaggistico (art.15.3) non
sono ammessi:
-
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-
-
interventi che compromettano le caratteristiche e le qualità, le funzioni e i valori
che hanno determinato l’inclusione nella disciplina di protezione dei beni e delle
aree qui elencati;
nuove infrastrutture semprechè non sia evidente una motivazione di utilità
collettiva e che non siano ammodernabili e adattabili a infrastrutture esistenti;
sistemazioni esterne impermeabili che eccedano il 25% della superficie;
comparti edificatori o nuove costruzioni nelle aree di visuale panoramica da
percorsi e viabilità tali da compromettere la percezione estetica e paesaggistica
d’insieme dei valori storico-architettonici e degli insediamenti di valore storico e
testimoniale escludendo altresì l’ubicazione degli edifici e manufatti in terreni che
necessitano di sostanziali modifiche morfologiche e in quelli ricoperti da
vegetazione arborea di pregio, con vigneti e oliveti a maglia densa;
manufatti che alterino la morfologia dei luoghi;
arredi vegetazionali estranei al contesto ambientale;
alterazione di crinali, di elementi tipici delle sistemazioni agrarie, di viabilità e
tracciati storici, di emergenze geomorfologiche e florofaunistiche;
frazionamenti poderali che riducano e alterino le unità paesaggistiche;
riduzione o trasformazione di vegetazione, di zone umide e degli acquiferi, di
minerali e fossili, di formazioni arboree di argine, ripa e golena, di alberature
segnaletiche, monumentali, di arredo e stradali;
attività di scarico materiali di riporto e di risulta da scavi, raccolta in superficie di
ghiaia, sabbie e sassi, sbarramenti in alveo;
discariche, cave o depositi all’aperto di ogni genere e tipo.
Inoltre il Regolamento urbanistico dovrà disciplinare nel dettaglio i seguenti interventi:
-
il recupero delle componenti del paesaggio agrario, delle architetture minori, dei
tracciati storici e di qualunque documento materiale della cultura e della storia
insediativa;
203
Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente
-
-
la rinaturalizzazione in parte di terreni coltivati ove riconosciuta l’utilità per gli
ecosistemi della flora e della fauna ;
la realizzazione di reti ecologiche;
il ripristino delle colture e dei terreni agrari abbandonati;
l’applicazione dei contenuti della normativa vigente in relazione al territorio
rurale secondo una gradualità di interventi definita nel rispetto dei valori
paesaggistici e ambientali nonché secondo l’approfondimento conoscitivo del
Regolamento Urbanistico;
individuare e disciplinare le aree nelle quali deve essere mantenuto per quanto
possibile il disegno dei campi e gli ordinamenti produttivi;
individuare sistemi perequativi per eventuali interventi di recupero ambientale di
aree degradate;
la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio, ivi comprese le
sistemazioni esterne e le attrezzature pertinenziali agli edifici principali per lo
svago, lo sport e il tempo libero all’interno delle aree di pertinenza e nel rispetto
assoluto degli aspetti ambientali e paesaggistici caratteristici; in particolare per le
delimitazioni delle aree pertinenziali delle aree di pianura si dovrà tener conto dei
limiti d’area definiti morfologicamente (fossi, corsi d’acqua, etc…) o fisici di
proprietà (strade, recinzioni, etc…), mentre per le aree di collina il limite si dovrà
adeguare alla morfologia del territorio, nel pieno rispetto della valenza
paesaggistica.
Gli interventi, sul patrimonio edilizio esistente sulla scorta delle risultanze derivanti
dalla apposita analisi della schedatura del patrimonio edilizio esistente, saranno
disciplinati in base al valore architettonico attribuito all’immobile dalla stessa, e
potranno essere consentiti, compatibilmente con esso, ampliamenti fino ad un
massimo del 10% della volumetria esistente senza incremento delle unità
immobiliari.
Tutti gli interventi dovranno essere corredati da uno studio di valutazione sotto il
profilo paesaggistico ambientale che dovrà verificare l’ottimale localizzazione e la
congruità delle scelte in merito alle caratteristiche progettuali, indicando possibili
alternative.
Nelle terre gravate da usi civici rappresentate nella tav. 06 in coerenza con quanto
stabilito dal PIT e PTC ogni destinazione d’uso urbanistica dovrà essere compatibile
con quella di uso civico collettivo (agro-silvo-pastorale).
204
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
6. SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E MITIGAZIONI
La redazione del Rapporto ambientale è stata svolta in parallelo alla redazione dello
Statuto del Piano Strutturale. Ciò ha consentito di modificare/mitigare in “corso
d’opera” quelle previsioni potenzialmente non coerenti con il perseguimento degli
obiettivi di sostenibilità.
Durante tale processo, che si è strettamente rapportato anche con la costruzione dello
Studio di Incidenza del PS, gli elementi di criticità individuati sono stati discussi e ne
è stata proposta la eliminazione, la modifica o la mitigazione. Tali elementi sono stati
integralmente recepiti dallo Statuto del Piano strutturale. Quanto segue vuole
evidenziare tutti gli elementi di modifica e mitigazione proposti e recepiti dallo
strumento di Piano.
In particolare di seguito vengono esplicitate per ogni obiettivo strategico le norme
come modificate a tal fine e le previsioni modificate/mitigate.
Obiettivo: Ridurre le modificazione dei corsi d’acqua.
Ai fini di una più ampia e integrata tutela ambientale è vietato l’abbattimento e l’espianto dei
boschi riparali e in genere della vegetazione igrofila nelle aree di pertinenza fluviale, salvo che
per comprovate ragioni fitosanitarie e per ragioni di salvaguardia idrogeologica.
Recependo quanto indicato dalla Del.C.R. 155/1997, nella progettazione degli interventi
lungo i corsi d’acqua dovrà assumersi quale aspetto vincolante la conservazione delle
caratteristiche di naturalità dell’alveo fluviale, degli ecosistemi e delle fasce verdi ripariali, il
rispetto delle aree di naturale espansione e relative zone umide collegate.
A tal fine occorre limitare gli abbattimenti soltanto agli esemplari di alto fusto morti,
pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un potenziale pericolo in quanto
facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena. I tagli di vegetazione in alveo devono essere
effettuati preferibilmente nel periodo tardo-autunnale ed invernale, escludendo
tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all’avifauna nidificante e
all’ecosistema fluviale. (art.8, comma 2 - Fossi)
b) è vietato modificare o manomettere gli alvei, se non per la regolazione del regime idrico.
L’alveo dei corpi d’acqua dovrà essere mantenuto in condizioni di efficienza idraulica o
ripristinato garantendo sempre la sezione naturale;
e) gli argini del reticolo devono essere conservati e mantenuti in quanto parti integranti del
sistema sia per i suoi aspetti idraulici sia perché costituiscono un insieme di valore
paesaggistico e insediativo;
f)deve essere perseguito il ripristino delle condizioni ambientali e paesaggistiche in presenza
di situazioni di degrado e di alterazione.
(art.8, comma 6 - Interventi sul micro reticolo minore)
Al fine della tutela della risorsa acqua nell’ambito del territorio comunale risultano
strategiche le seguenti iniziative da sviluppare maggiormente in fase di regolamento:
205
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
• il censimento e la messa a norma degli scarichi attualmente non afferenti in pubblica
fognatura;
• il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con
interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di
naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle
aree di naturale espansione;
• il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche
incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico
inquinante;
• il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee.
(art.8, comma 13 - Tutela delle risorse idriche)
La tutela della rete idrografica si attua mediante la conservazione della vegetazione di sponda,
la riduzione di azioni di manutenzione non selettive sulla flora e sulla fauna (scavi e sfalci
meccanici attuati in periodi riproduttivi o di letargo, asportazione di specie vegetali rare
assieme alle invadenti, ecc.) ed anche con la conservazione di una minima portata di acqua in
tutte le stagioni (predisponendo eventuali piccoli bacini di accumulo in estate); in particolare
il controllo e la riduzione della captazione di acqua è fondamentale. Il mantenimento di una
“portata minima vitale” è richiesta anche dal PTC.
(art.14 Ecosistemi della flora e della fauna – punto 4 corridoi ecologici)
Obiettivo: risolvere l'attuale criticità inerente la raccolta e il trattamento dei reflui
[Rif. Obiettivo specifico di sostenibilità: Elevare l’estensione del servizio idrico
integrato
In molte delle UTOE tra le criticità presenti c'è l’ assenza o la incompletezza della rete
fognaria; molti abitati ricorrono pertanto alla dispersione al suolo dei reflui, per lo
più non trattati, e costituiscono pertanto fonte di inquinamento per le acque
superficiali e sotterranee. Il Piano ha affrontato tale criticità non solo subordinando la
realizzazione di nuove edificazioni alla predisposizione di rete fognaria adeguata al
nuovo carico urbanistico ma anche condizionandola alla messa a norma dell'edificato
esistente: "….Per l'edificato esistente dovrà essere realizzato l'allacciamento alla rete
fognaria, per i casi previsti dal vigente Regolamento dell' AATO 5, e per gli altri casi la
messa a norma degli scarichi al suolo o in acque superficiali e l'adeguamento dei sistemi di
trattamento delle acque reflue a quanto indicato nel regolamento regionale
vigente"(condizioni alla trasformabilità - per tutte le UTOE)
Obiettivo: risolvere l'attuale criticità inerente la produzione e gestione dei rifiuti
La produzione di rifiuti e la scarsa efficacia della differenziazione in termini di
raccolta costituisce, nel territorio comunale come nel più ampio contesto
dell'Arcipelago Toscano, un forte elemento di criticità ambientale.
Il Piano ha affrontato tale criticità individuando, tra le azioni da intraprendere, la
indispensabilità di individuare delle aree specifiche per la raccolta differenziata;
206
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
queste aree possano, all’occorrenza, diventare anche aree per servizi polivalenti dove
il cittadino possa beneficiare di determinati vantaggi che lo incentivino verso questa
direzione. Ciò costituirebbe un aiuto per l’ente che eroga il servizio ed anche una
sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente con evidenti ricadute positive sul
servizio educativo per i cittadini. In questo contesto tra le strutture da promuovere a
livello sovracomunale si inseriscono in particolare:
• gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici,
recuperati sottoforma di terriccio;
• gli impianti di riciclaggio;
• le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta
differenziata di particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili
(macerie, filtri e oli esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.);
• gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per
raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta
differenziata, (carta, vetro, lattine e plastica);
• gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei
mercati e nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di
particolari tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici
e solventi, batterie, cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).
Obiettivo: razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici
I consumi energetici costituiscono, nel territorio comunale come nel più ampio
contesto dell'Arcipelago Toscano, un elemento di criticità ambientale.
Il Piano ha affrontato tale criticità individuando quali obiettivi principali la riduzione
e la razionalizzazione dei consumi energetici, l’uso di fonti rinnovabili e
l’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane (rif.
Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a rete, delle urbanizzazioni e dei
servizi, p.5). In tal senso, le misure da intraprendere per il territorio sono :
l’incentivazione dell’uso di energie alternative e rinnovabili
la prescrizione e l’incentivazione di soluzioni tecnologiche nella costruzione di
nuovi edifici o nella ristrutturazione di quelli esistenti tese a ridurre il consumo
energetico;
ottimizzazione della rete elettrica evitando insediamenti diffusi o sparsi a
favore di nuclei sia residenziali che produttivi compatti;
incentivazione alle trasformazioni, fisiche e funzionali che utilizzino sistemi di
cogenerazione e teleriscaldamento/raffreddamento decentrato;
l’informazione, la sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori turistici circa
l’adozione di sistemi tecnologici, semplici accorgimenti e uso di elettrodomestici e
accessori a basso consumo, volti al risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.
207
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
Il PS precisa inoltre che il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare come
promuovere e incentivare azioni volte al risparmio energetico e all’ecoefficienza
edilizia degli edifici (rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna
UTOE).25
Obiettivo: Riduzione del consumo di suolo e dell’impermeabilizzazione
superficiale
Su tutto il territorio comunale le modifiche del coefficiente di deflusso conseguenti alla
realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono essere
compensate mediante:
• il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da
costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le
modalità naturali preesistenti;
• il mantenimento della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni
e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità
naturali preesistenti dovrà essere del 30% nei centri abitati e del 50% nel territorio
rurale;
(art.8, comma 3 - salvaguardie idrauliche)
Per gli interventi sopra elencati, ai sensi della L.R. 21 marzo 2000 n° 39 (“Legge forestale
della Toscana”) e della L.R. 6 aprile 2000 n° 56 (“Norme per la conservazione e la tutela
degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche - Modifiche alla legge
regionale 23 gennaio 1998, n.°7 - Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n°49”), si
dovrà il più possibile fare ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica, che riducono al
minimo l'impiego dei materiali artificiali (cemento armato, asfalto, ecc.) prediligendo quelli
naturali e rinaturalizzanti: ad esempio le viminate (in particolare quelle “vive”);
25
•
Queste azioni comprendono:
informazione, sensibilizzazione e incentivazione della cittadinanza su come contenere i consumi
domestici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici
di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne,
scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.);
•
riduzione e razionalizazione dei consumi negli edifici pubblici: individuazione degli “sprechi”
e
pianificazione delle opportune misure di miglioramento ;
•
attività di informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolta alle strutture ricettivo-turistiche in
relazione all’adozione di accorgimenti volti al risparmio e alla razionalizzazione dei consumi energetici
(adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a
basso consumo, riduttori di flusso per l’acqua, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei
wc a doppia erogazione, ecc.);
•
informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolte alle strutture ricettivo-turistiche che
intraprendono percorsi per l’adesione volontaria alla certificazione delle proprie attività sotto il profilo
della “qualità ecologica” (esempio marchio europeo “Ecolabel”), percorsi che presuppongono il rispetto
di tutta una serie di accorgimenti volti al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale;
208
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
rinverdimento di scarpate, pendii, argini dei corsi d'acqua, ecc. con specie pioniere autoctone;
impiego di pietra locale nei manufatti di consolidamento del suolo e regimazione delle acque
(briglie, consolidamento di sponde, ecc.).
(art.9 comma 2 - modificazioni del suolo)
Alcune previsioni del precedente PdF già concessionate, ma ancora da
completare/attuare, comportanto un ulteriore aumento del consumo di suolo e dei
relativi indicatori (indicatori di trasformazione dell’uso del suolo, antropizzazione,
frammentazione, costrizione, ecc.), ciò con riferimento, ad esempio, alla zona di
Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP
C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Tale situazione costituisce un
elemento di criticità anche relativamente al rischio idrogeologico ove “l’evento
meteorico del settembre 2002 ha evidenziato che l’impatto urbanistico, l’abbandono dei terreni
agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto
idrogeologico” (Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano, 2006).
Per la Pianura di Mola è stata stralciata la localizzazione delle nuove strutture
commerciali/direzionali, pari a 13.500 mc, in quanto non compatibili con l'obiettivo
di ridurre la trasformazione dell’uso del suolo nel bacino di Mola e per recepire le
indicazioni dello studio di incidenza. In particolare le previsioni di precedente PdF di
strutture Direzionali e commerciali, pari a 21.800, mc sono state ridotte alle sole
previsioni già concessionate pari a 8.300 mc. Sempre nell’ambito del bacino
idrografico di Mola le previsioni di parcheggi nell’UTOE Salici sono state ridotte da
10.000 mq (di cui 8.000 mq a servizio dell’approdo) a 5.000 mq (di cui 4.000 mq a
servizio dell’approdo).
Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri e della riduzione delle
trasformazioni dell'uso del suolo in tali ambiti è risultata non compatibile la
previsione di area di parcheggi prevista dal precedente PRG nel tratto di costa ad
ovest della spiaggia del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata dall’UTOE
Norsi con l’eccezione di un’area di circa 3000 mq nella zona già urbanizzata, in
prossimità della strada, come indicata nella carta dell’uso del suolo.
L’edificio/guardiania funzionale alla gestione del parcheggio dovrà localizzarsi
all’interno dell’area già urbanizzata senza interessare nuove superfici naturali o
seminaturali.
Per le previsioni sul Capoluogo (RPA1 e RPA2), in gran parte già concessionate o
realizzate, occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una
quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere
gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari
alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal
reticolo idrografico minore. Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la
sostenibilità della previsione è legata al mantenimento del 50% dell'area libera da
edificato con il mantenimento dei residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali
209
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i
contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.
Per quanto riguarda i PEEP di Lacona e Capoliveri, anch'essi in gran parte
concessionati/realizzati o in corso di realizzazione, tali elementi dovranno essere
mitigati mediante il mantenimento del 30% delle aree non edificate e conservando gli
elementi di uso del suolo attualmente presenti, conservando gli elementi residuali
del paesaggio agricolo, quali elementi arborei Isolati o filari di siepi e alberature,
mantenenedo la eventuale presenza di terrazzamenti e, nel caso del PEEP di Lacona,
realizzando una fascia arborea di schermatura con l'adiacente asse stradale. Tali
elementi mitigatori sono da applicarsi anche alla previsione di zona produttiva alla
periferia nord del Capoluogo.
In termini di consumo/impermeabilizzazione di suolo un elemento potenzialmente
critico è costituito dalla previsioni di PS di 70.292 mq di parcheggi a cui si devono
sommare i residui di PdF. Oltre a tale previsione devono essere considerate le
trasformazioni insediative potenziali nell’ambito delle aree agricole come normate
dalla LR 1/2005, dal regolamento 5R/2007 e dalle norme di PS. Quest’ultime
trasformazioni risultano non facilmente quantificabili in termini di volumetrie e di
effetti ambientali.
Si ribadisce quindi l’importanza di realizzare parcheggi ad elevato grado di
permeabilità e di prevedere, in fase di regolamento urbanistico, norme molto
restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito dei Piani di
Migliramento Agricolo ambientale.
Relativamente all'asse stradale di collegamento previsto nell'area di Naregno (Unità
di Naregno e Unità della Collina): nuovo asse stradale in località Fosso delle
Cavallacce, che collega Naregno alla loc. San Francesco), questo interessa un
paesaggio agricolo residuale di pianura costiera ed alcuni versanti boscati ove si
localizzano sugherete attribuibili all’habitat di interesse regionale e comunitario
Boschi a dominanza di Quercus suber. Tali boschi di sughera rientrano anche nelle
emergenze naturalistiche del PS (art.13), nella tipologia “Boschi di sughera del M.te
Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle Cavallacce)“. La
progettazione di tale intervento, che risulta proposto quale soluzione a problemi di
sicurezza dell'abitato, dovrà individuare nel dettaglio un percorso compatibile con la
conservazione di tali elementi e con la tutela degli ecosistemi forestali.
Obiettivo: tutela delle zone costiere e degli ambienti dunali e marini
210
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
Secondo il PS (art.9 suolo e sottosuolo, comma 3 aree instabili) le coste alte sono
elementi di rilevante importanza sia sotto il profilo paesaggistico che morfologico;
trattandosi di aree in continua modificazione geodinamica possono essere equiparate
ad aree instabili. Per queste aree sono da evitare gli interventi edilizi, gli interventi che
implichino trasformazioni morfologiche di qualsiasi tipo sono subordinati a indagini
geognostiche approfondite.
Il Piano di utilizzazione degli arenili costituisce un elemento centrale per la
realizzazione di attività sostenibile nelle aree costiere:
Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la
definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo,
ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle
caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni
di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorgologica e paesaggistica delle zone costiere.
Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica
e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla
individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree.
Per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di utilizzazione degli arenili dovrà
contenere:
• Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a
terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità
ambientale, naturalistica e geomorfologica.
• Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle
per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei
servizi e delle attrezzature
• Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il
collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato
valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere
vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi
particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilre un il
collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali
antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la
circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela
degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili
da \terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento
fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente
sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat
tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più
frequentati, di aree “protette” dal disturbo.
• Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che
consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in
particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le
praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei
211
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio,
campi boe nelle aree interessate da questo habitat.
• Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee
modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e
geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da
quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse
naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe
mediterrane nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di
antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella
di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai
vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque
strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque
non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del
servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed
il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della
mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico
di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al
contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento
complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..
• Regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge: qualora previsti dal piano
strutturale, o già realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge
dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
- non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati
da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa
sabbiosa e rocciosa;
- la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o
urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in
ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge;
- le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da
arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e
realizzati esclusivamente con specie autoctone locali;
- l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante
una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo
verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e
limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a
bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di
persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del
parcheggio.
• Regolamentazione per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balneari,
incentivando il risparmio idrico ed energetico, la raccolta differenziata, il turismo
ecologico, ecc., sul modello del progetto “Bagnini sostenibili” della Provincia di
Rimini. Tale regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle
spiagge, della tutela degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità
pedonale dei mezzi motorizzati alla spiaggia, della corretta informazione ambientale
dei fruitori delle spiagge.
212
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
Il piano dovrà essere predisposto per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balnerari
sul modello del progetto Life Ambiente della Provincia di Rimini “Il bagnino ecologico”
definendo gli aspetti relativi al consumo idrico, alla “pulizia” delle spiagge, alla tutela degli
ambienti dunali, al recupero dei rifiuti, ecc.
(art.12 Spiagge e mare)
Particolare attenzione è stata dedicata alla verifica delle destinazioni in ambito di
coste sabbiose ed in particolare negli ambienti dunali:
le zone caratterizzate dalla presenza di dune per le quali, ai fini della tutela delle strutture
dunale, si formulano le seguenti prescrizioni:
• inibire ogni forma di demolizione anche parziale delle dune, ad eccezione per opere
idrauliche di rilevante importanza;+ i lavori per le condotte interrate di scarico e di
approvvigionamento idrico dovranno comportare il ripristino morfologico ambientale
del sistema dunale;
• mantenere il cuneo morfo-vegetazionale o, in caso di degrado, il ripristino previa
recinzione;
• destinare i sedimenti di duna e le aree di sedimento prioritariamente al
rimboschimento;
• tutelare le formazioni pioniere erbacee ed arbustive a protezione della vegetazione
forestale, prevedendo la ricostruzione ove possibile.
Per le spiagge
•
•
•
•
•
disincentivare opere di fondazione per le eventuali segnaletiche;
disincentivare nuovi scarichi di acque nere nel sottosuolo e di materiali eterogenei
nell’area dunale;
prevedere l’ampliamento delle strutture balneari esistenti se connesse alla
sistemazione dell’intera area di pertinenza e all’esclusione dei veicoli dalle aree
dunali;
disincentivare nuove costruzioni e mutamenti di destinazioni d’uso qualora possano
compromettere l’equilibrio fisico e paesaggistico dei sistemi litoranei;
disincentivare qualsiasi manomissione dell'ambiente.
(art.15 Il paesaggio, comma 3 - indirizzi per il regolamento urbanistico)
Relativamente alla mitigazione degli accessi alle spiagge Isolate E’ necessario, non solo
per Capoliveri ma per l’intero territorio elbano, il potenziamento del trasporto pubblico, con la
creazione di linee di bus navetta per l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati (nel
periodo estivo), con la conseguente limitazione/chiusura al traffico non residente di tratti di
viabilità costiera e interna ai centri urbani
213
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
(art.17 Sistemi infrastrutturali e tecnologici, comma 2 - adeguamento e
riorganizzazione funzionale delle reti di comunicazione)
La rilevante mobilità del turismo nell’Isola, che dà luogo a un intenso traffico di autoveicoli
su tratti brevi, potrebbe costituire la fattibilità di una “strada del mare” collegante
regolarmente i numerosi siti turistici disposti sul perimetro dell’Isola.
In questo senso il potenziamento del servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio
con l'utilizzo di bus navetta) permetterebbe il miglioramento della mobilità grazie alla
riduzione dell'intenso traffico di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di
viabilità, e favorirebbe, al contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di
miglioramento complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..
(art.12 Art. 34 Sistema funzionale del Turismo e Attività Produttive)
Il piano degli arenili dovrà verificare quanto sopra, a livello di regolamento
urbanistico, la compatibilità di tali ipotesi con la conservazione dell’integrità del
sistema di habitat costieri anche al fine di evitare il disturbo a nuovi siti oggi non
interessati da carichi tiristici.
Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri, della riduzione delle
trasformazioni dell'uso del suolo e della tutela delle specie di fauna di interesse
regionale e comunitario in tali ambiti è risultata non compatibile la previsione di area
di parcheggi prevista dal precedente PRG nel tratto di costa ad ovest della spiaggia
del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata dall’UTOE Norsi con l’eccezione di
un’area di circa 3000 mq nella zona già urbanizzata, in prossimità della strada, come
indicata nella carta dell’uso del suolo.
Obiettivo : Riconoscimento e tutela di specie ed habitat e delle emergenze
naturalistiche
Lo Statuto è stato integrato con l’elenco degli habitat di interesse comunitario e
regionale presenti nel territorio di Capoliveri ed è stata aggiornata la lista delle specie
di flora e fauna di interesse conservazionistico. Sono inoltra stati illustrati gli indirizzi
per l’uso delle specie di flora autoctone nell’ambito degli interventi di
riqualificazione e rinverdimento.
Nell’ambito delle emergenze naturalistiche, diffuse e localizzate, quali invarianti
strutturali l’elenco è stato aggiornato e completato individuando:
Emergenze diffuse
• I boschi di specie autoctone;
214
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
• La vegetazione delle coste rocciose;
• I terrazzamenti sostenuti da muretti a secco.
• Praterie secondarie e garighe
Emergenze localizzate
• Le dune di Spiaggia Grande a Lacona;
• La palude di Mola;
• La Costa dei Gabbiani;
• Il canyon di Madonna delle Grazie.
• Le aree minerarie di dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polverio
• Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e
Fosso delle Cavallacce)
• Boschi mesofili di leccio e latifoglie dell'alta Valle del Fosso di Straccoligno
• Praterie secondarie savanoidi e mosaici di praterie di terofite e garighe del Monte
Calamita
• Versanti costieri rocciosi di Norsi con garighe a rosmarino e cisto di montpellier
• Alta valle del Fosso Stagnolo, ad elevata naturalità, con macchie e boschi.
• Formazioni di Posidonia oceanica
(art.13 Emergenze ambientali e paesaggistiche)
Relativamente al tema dei Corridoi ecologici è stata inserita la necessità di realizzare
un progetto di rete ecologica del territorio comunale a livello di regolamento
urbanistico: Relativamente ai corridoi ecologici in fase di redazione del Regolamento
Urbanistico dovrà essere predisposto uno studio specifico, con relativa cartografia, della rete
ecologica comunale, secondo le linee guida regionali. Tale realizzazione dovrebbe essere
effettuata, più razionalmente, a livello di intero territorio dell’Isola d’Elba.
(art.14 Ecosistemi della flora e della fauna)
Rispetto al presente obiettivo di conservazione sono risultate non compatibili o da
mitigare alcune previsioni quali l'area di parcheggio lungo la costa ad ovest di Lido,
le previsioni di edilizia direzionale/commerciale a Mola, l'asse stradale di
collegamento a Naregno ed altre previsioni come già descritte relativamente
all'obiettivo della riduzione del consumo di suolo.
Obiettivo: Mantenimento ambienti agricoli tradizionali
215
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
Si dovranno conservare gli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio agrario, quali:
terrazzamenti, siepi, alberi monumentali e secolari, emergenze geologiche di valore
paesaggistico, assetti morfologici paesaggisticamente significativi, reticolo idrografico
superficiale.
I programmi di miglioramento agricolo ambientale dovranno porre attenzione a questi
elementi e conservare le forme tipiche.
Mantenimento e ripristino di colture tradizionali (vite e olivo) e di colture ortofrutticole
idonee ad una commercializzazione in ambito locale; promozione di produzioni agricole esenti
da fattori inquinanti in base a metodi di coltivazione a basso impatto (agricoltura integrata e
biologica Reg. CE 2092/91 e successive modifiche ed integrazioni);
L’assetto fondiario deve essere salvaguardato soprattutto dove sono presenti particolari
sistemazioni agrarie frutto di lavori di ingegneria agraria di rilevante interesse storico e
paesaggistico, quali i terrazzamenti e gradonamenti presenti in molte aree del Comune.
Ogni opera che comporti trasformazioni fondiarie non dovrà portare alla distruzione di
testimonianze storiche dell’attività agricola o di elementi di rilevanza naturalistica e
ambientale in particolare è vietato:
a. eliminare i manufatti aventi valore storico e/o culturale: cippi, colonne, edicole o
tabernacoli;
b. alterare la morfologia dei crinali e delle formazioni morfologiche aventi rilevanza
paesaggistico-ambientale;
c. eliminare i terrazzamenti e/o i ciglionamenti che per le loro dimensioni e caratteristiche
costruttive rivestano importanza paesaggistico-ambientale e comunque quelli su versanti
con pendenza media superiore al 25%.
(art.35 Sistema funzionale rurale, comma 1 - Interventi ammissibili nel territorio
agricolo)
Rispetto a tale obiettivo si ribadiscono gli interventi di mitigazione o di stralcio delle
previsioni di Piano relativamente alle previsioni commerciali a Mola (stralcio) e di
quelle residenziali nel Capoluogo (RPA1 e RPA2), quest'ultime in gran parte già
concessionate o realizzate (mitigazioni). Per quest'ultima area occorre mettere in atto
interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo
all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali
caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e
mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore.
Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la sostenibilità della previsione è
legata al mantenimento del 50% dell'area libera da edificato con il mantenimento dei
residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali interventi è possibile anche utilizzare
gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.
Obiettivo: tutela area umida di Mola
216
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
Risulta necessario il superamento della criticità determinata da un eccessivo numero di unità
abitative non dotate di fognatura collegata ad impianti di depurazione e da evitare ulteriori
sistemi di scarico nel suolo e sottosuolo. Le azioni di trasformazione sono subordinate ad una
verifica di dettaglio, a livello di Regolamento Urbanistico, dei rapporti tra area edificata
attuale e prevista e qualità delle acque del reticolo idrografico minore e della falda, mediante
censimento degli scarichi nei corpi d’acqua e sul suolo, analisi scarichi attuali e previsti,
analisi qualità delle acque dei corpi recettori e valutazione degli effetti cumulativi.
(art.17 Sistemi infrastrutturali e tecnologici, punto 3 Requisiti delle infrastrutture
tecnologiche)
Nel’ambito della Pianura di Mola l’ipotesi di Statuto di PS prevedeva la conferma
delle previgenti previsioni per le zone produttive e commerciali connesse alla
valorizzazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; della
previsione di piano previgente per una media struttura commerciale, della superficie
di vendita non superiore a mq. 400 e della struttura ricreativa e commerciale.
Le previsioni di cui sopra, relativamente alla struttura commerciale agricola e alla
media struttura commerciale, risultano però essere in contrasto con gli obiettivi di
non aumentare la trasformazione dell’uso del suolo nel piccolo bacino idrografico di
Mola, come indicato nel PS. Costituisce inoltre un intervento che va ad aggravare
l’elemento di criticità “Crescente Isolamento del sito nell’ambito di un contesto di
crescente urbanizzazione” indicato nelle Norme tecniche di cui alla Del.C.R.
644/2004. Tali previsioni, pari a 21.800 mc sono state in parte stralciate riducendo gli
interventi alla porzione già concessionata pari a 8.300 mc.
Sempre nell’ambito del bacino idrografico di Mola le previsioni di parcheggi
nell’UTOE Salici sono state ridotte da 10.000 mq (di cui 8.000 mq a servizio
dell’approdo) a 5.000 mq (di cui 4.000 mq a servizio dell’approdo).
Obiettivo: realizzazione porto turistico di Mola con maggiori livelli di
sostenibilità
Il Piano dei porti indica per Cala di Mola un approdo turistico con capacità ricettiva
di 200 posti barca, “da realizzare sul lato sud della cala, a ridosso del cantiere navale,
tramite il posizionamento di pontili galleggianti”.
Il Piano conferma il cantiere nautico presente, la base cantieristica della “American’s
cup” e la realizzazione dell’approdo turistico così come previsto dal PREPAT e la
riqualificazione del cantiere nautico a servizio della nautica.
Funzionale alla realizzazione del “Porto di Capoliveri” è prevista la riqualificazione e
ricostruzione/adeguamento della diga foranea esistente presso il cantiere nautico e la
realizzazione di parcheggi per 4.000 mq. Si prevedono inoltre interventi di recupero,
trasformazione, ampliamento delle strutture esistenti finalizzati alla valorizzazione e
217
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
alla realizzazione di tessuti edilizi con la funzione prevalente, in un’interazione fra
attività, commerciali, di servizio alla nautica e servizi pubblici e privati.
Nell’ambito dello Statuto, il progetto di approdo turistico di Mola, è stato
condizionato con l’inserimento degli elementi di mitigazioni individuati nella fase di
studio di incidenza ed inseriti nel PS stesso. In particolare:
•
•
•
•
•
•
•
•
progettare un approdo turistico basato su criteri di alta compatibilità ambientale e con
bassi livelli di servizi. In particolare progettazione della illuminazione secondo le
indicazione della legge regionale toscana sull’inquinamento luminoso …, evitare la
realizzazione di punti di rifornimento carburante, efficiente sistema di raccolta di rifiuti
assimilabili agli urbani per singole frazioni (indifferenziato, vetro, plastica, carta),
regolamentazione e controllo degli scarichi delle imbarcazioni ormeggiate (divieto di
scarico a mare, da realizzarsi qualora possibile mediante sigillo degli scarichi a mare
(lavandini, WC, sentina), posizionamento dei pontili galleggianti in modo da evitare il
danneggiamento delle praterie di posidonia, ad esempio mediante adozione, qualora
realizzabile, di sistemi di ancoraggio diversi dai corpi morti. L’approdo dovrebbe
qualificarsi come di tipo “ecologico” ad alta compatibilità ambientale, in grado anche di
attrarre un turismo nautico “sensibile”;
dotare l’approdo di un efficace sistema informativo rivolto ai diportisti (realizzato
mediante pannelli illustrativi, volantini, cartine, ecc.), con indicata la localizzazione dei
recipienti per la raccolta differenziata dei rifiuti (carta, vetro, plastica, ecc.) e dei rifiuti
pericolosi (oli esausti, batterie, razzi scaduti, ecc..), le azioni da intraprendere per
prevenire l’inquinamento delle acque, azioni volte a contribuire al risparmio di risorse
naturali (evitando ad esempio inutili sprechi di acqua e di energia elettrica), ecc.;
la realizzazione del nuovo approdo dovrà comportare la contemporanea cessazione delle
attività di ormeggio non organizzato e gli ancoraggi liberi nel Golfo di Mola, causa di
potenziali alterazioni delle praterie di posidonia (per aratura del fondo ad opera
dell’ancora e per erosione del fondo ad opera del trascinamento del calumo);
limitare al massimo la realizzazione di nuove strutture di servizo alla nautica in
corrispondenza dell’approdo turistico e funzionali ad esso;
mettere in atto un piano di monitoraggio sulla distribuzione e stato di conservazione delle
cenosi a Posidonia oceanica nel Golfo di Mola e dei diversi habitat igrofili di acqua dolce o
salmastra nell’ambito dell’area umida di Mola;
verifica degli effetti dell’allungamento della diga foranea sugli equilibri della dinamica
costiera e sulla conservazione delle praterie di posidonia e valutazione dei livelli e
dell’impatto degli scarichi a mare attuali del cantiere nautico esistente attualmente
sprovvisto di impianto di depurazione;
gli interventi non dovranno situarsi in aree interne o a diretto contatto con la zona umida
di Mola (SIR); per l’eventuale parcheggio la progettazione dovrà prevedere superfici ad
alta permeabilità;
qualora la localizzazione e il dimensionamento di parcheggio e viabilità fossero tali da
mettere a rischio la locale popolazione di Bufo viridis dovrà essere realizzata un’indagine
speditiva preliminare su questa specie ed in particolare sulle aree interessate dagli
218
Scelta delle alternative individuate e mitigazioni
•
spostamenti dalle zone riproduttive a quelle di alimentazione e viceversa; in ogni caso
dovranno essere adottate le opportune misure di mitigazione per garantire la tutela di
Bufo viridis (tempistica adeguata della fase di cantiere, realizzazione di barriere e di
eventuali sottopassi stradali, ecc.);
L’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante una serie
di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo verso il basso e
schermatura verso il mare e la zona umida, scelta adeguata dei punti luce e limitazione
dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione,
utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel
parcheggio, ecc. e all’organizzazione della viabilità e del parcheggio (realizzazione di
schermature verso il mare e la zona umida, progettazione della viabilità interna ed esterna
al parcheggio in modo da impedire l’illuminazione della zona umida da parte delle
autovetture in transito).
Anche in assenza di informazioni di dettaglio relative alla realizzazione dell’approdo
si può considerare certa la necessità di minime dotazioni e servizi in prossimità
dell’approdo stesso, oltre all’impianto di illuminazione (per l’approdo e per i servizi).
Tutte le opere verranno realizzate esternamente al SIR ma in ogni caso nelle sue
immediate vicinanze. E’ questo il caso dell’area di parcheggio di servizio all’approdo
di Mola non ancora esattamente localizzata. Per il nuovo approdo nello Statuto viene
indicata la necessità della sua massima compatibilità ambientale, anche con
riferimento al SIR in oggetto. L’approdo dovrebbe sostituire la diffusa presenza di
ormeggi non organizzati e di ancoraggi liberi in uno specchio d’acqua caratterizzato
da fondali con Posidonia oceanica.
219
Monitoraggio
7. MONITORAGGIO
Al fine di controllare gli effetti ambientali dell'attuazione delle azioni previste dal PS
ed individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi
in grado di adottare opportune misure correttive, l’Amministrazione Comunale
procederà al monitoraggio periodico degli effetti utilizzando gli indicatori ambientali
utilizzati per la valutazione del PS rispetto agli obiettivi di sostenibilità.
220
Sintesi non tecnica
8. SINTESI NON TECNICA
Questo capitolo contiene una sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai diversi
argomenti trattati nel rapporto ambientale.
Popolazione, mobilità e salute umana
Il principale elemento di criticità sulla salute umana è riconducibile all’intenso
traffico veicolare presente in estate, direttamente correlato all’affluenza turistica che
si riversa nell’Isola. Questo elemento, insieme al generale e progressivo aumento dei
consumi energetici procapite, fanno presupporre un progressivo peggioramento nel
tempo della qualità dell’aria sia in termini di sostanze inquinanti che di
inquinamento acustico e di conseguenza sulla salute umana.
L’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata alla limitazione del
traffico veicolare nell’Isola, ad esempio limitando il traghettamento di autovetture
dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli
spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.
Nella stessa direzione può essere interpretato l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in
parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale
Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero
(vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”), anche se non prevede in
molti casi un aumento di unità abitative, comporta un consistente aumento dei posti
letto e quindi di presenze turistiche, che ad oggi, arrivano e si muovono
prevalentemente in auto.
In relazione a tali problematiche e agli obiettivi di sostenibilità ambientale
individuati dal PRAA le previsioni contenute nel Piano Strutturale di Capoliveri
procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati,
andando contrastare l’attuale tendenza al progressivo peggioramento nel tempo
della qualità dell’aria (incluso inquinamento acustico ed elettromagnetico) . Infatti,
da un lato l’adeguamento e riorganizzazione della rete di comunicazione e le azioni
di trasformazione previste dal PS in differenti UTOE consentono di razionalizzare il
traffico e la sosta, con conseguente riduzione dell’inquinamento dell’aria; dall’altro, il
contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica, consente una reale
inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati
contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4).
E’ necessario tuttavia ribadire come per il raggiungimento degli obiettivi di
sostenibilità ambientale individuati si renda necessaria l’attuazione di una politica
221
Sintesi non tecnica
indirizzata alla limitazione del traffico veicolare privato nell’Isola a vantaggio di
forme di trasporto pubblico collettivo (limitando il traghettamento di autovetture dal
continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli
spostamenti nell’Isola con la creazione ad esempio di linee di bus navetta per
l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati ), indirizzo che non può essere
perseguito dai singoli comuni ma deve trovare espressione a livello di più ampio
comprensorio elbano.
Suolo
In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale di
Capoliveri negli ultimi decenni ha subito intense trasformazioni, con particolare
riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa ed ai processi di
abbandono di ex aree agricole. Tale fenomeno ha raggiunto in molte aree valori
elevati di urbanizzazione, grado di artificialità e frammentazione.
La trasformazione di paesaggi agricoli, anche terrazzati, in sistemi residenziali diffusi
ha causato anche effetti indiretti quali la perdita delle attività manutentive delle
sistemazioni agrarie, con ricadute negative in termini di rischio idrogeologico e di
tutela della biodiversità.
L’edificato sparso a bassa densità costituisce l’elemento di urbanizzazione più
diffuso nel territorio comunale con particolare riferimento all’ambito occidentale ed
orientale del sistema di Capoliveri ed al sistema di Lacona. Al fenomeno dell’edilizia
residenziale diffusa si associa inoltre lo sviluppo delle reti stradali con elevati livelli
dell’indice di frammentazione da opere stradali (con un massimo di 6,9 km/kmq per
l’Unità di Naregno).
Nei tre sistemi sopra citati le dinamiche insediative hanno interessato porzioni di
territorio sempre più vaste nello “spazio aperto” (non occupato dall’urbanizzazione)
secondo un modello discontinuo, a bassa intensità (modello “sprawl” o a
insediamento diffuso), con elevata frammentazione ed erosione dell’uso del suolo.
Principali impatti di tale modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione territoriale sono
la destrutturazione del tessuto insediativo (che risulta discontinuo e scarsamente integrato),
la frammentazione e l’Isolamento degli ambiti naturali e paesistici. A causa degli effetti
incontrollati, in termini di qualità ambientale, su vaste porzioni di territorio, questo modello
di sviluppo insediativo viene spesso identificato come uno dei principali fattori di
insostenibilità ambientale (APAT, INU, 2003).
Nel nuovo Piano Strutturale risulta presente una inversione di tendenza rispetto alle
trasformazioni del suolo. Oltre ai contenuti dello Statuto, che indica una strategia
coerente con gli obiettivi di sostenibilità della componente, le analisi del Rapporto
ambientale, ed i contenuti dello Studio di incidenza, hanno portato ad integrare i
contenuti dello Statuto e a mitigare e ridiscutere/eliminare alcune previsioni non
attuate e/o non concessionate. Ad esempio relativamente alle previsioni di nuove
222
Sintesi non tecnica
strutture commerciali nella pianura di Mola, ove il rispetto degli obiettivi di non
aumentare l'impermeabilizzazione del bacino idrografico di Mola, di tutela dal
rischio idraulico e di mantenimento del paesaggio agricolo di pianura, ha portato alla
drastica riduzione delle previsioni.
La situazione relativa all’uso del suolo nel territorio comunale costituisce un
potenziale elemento critico rispetto al rischio idrogeologico, ove “l’evento meteorico del
settembre 2002 ha evidenziato come l’impatto urbanistico e l’abbandono dei terreni agricoli e
la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico dell’Isola
d’Elba” (Comunità Montana Arcipelago Toscano, 2006).
Nel contesto dell’obiettivi di riduzione del rischio idrogeologico il trend risulta in
miglioramento per l’attuazione delle misure cautelari a seguito degli eventi
calamitosi avvenuti nell’Isola d’Elba negli ultimi anni e come attuazione del PAI.
Permangono nell’area del Monte Calamità situazione di forte dissesto
geomorfologico aggravate anche dai frequenti incendi estivi.
Con l’eccezione della spiaggia di Naregno le coste sabbiose di Capoliveri, anche se
hanno subito negli ultimi decenni forti fenomeni di erosione, risultano stabili o in
leggero avanzamento; un elemento positivo in considerazione del valore ambientale
ed economico di tali ambiti.
Energia
Sia sotto il profilo dei consumi energetici, che sotto il profilo dell’utilizzo di energie
rinnovabili, il territorio comunale e più in generale l’intero comprensorio elbano, la
situazione attuale si presenta in generale negativa.
L’andamento dei consumi energetici, in generale crescita in tutto il territorio elbano,
nonché regionale e nazionale, si traduce in un progressivo peggioramento nel tempo
di questa criticità. Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora
perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e
ristrutturazioni - in parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale
e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE:
“Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).
La recente crescita, seppur limitata, della quota di energia proveniente da fonti
rinnovabili (in particolare riferita ai pannelli solari termici) nel territorio comunale, si
traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo
indicatore.
I principali determinanti che comportano le pressioni sul sistema energia sono
costituita dalla popolazione, dai servizi e attività commerciali e dalla mobilità.
223
Sintesi non tecnica
Il consumo di energia elettrica è concentrato nel settore terziario (circa 51%) e nel
domestico (circa 39%), situazione direttamente riconducibile al peso che assume
l’attività turistica in questo territorio.
A livello di intera Isola d’Elba si può poi rilevare come nel settore domestico i
consumi elettrici procapite risultano al di sopra della media nazionale e provinciale.
L’aspetto dei consumi energetici legati ai servizi ed alle attività commerciali è
strettamente legato alla stagionalità tipica delle economie basate sul turismo; gli
elementi che incidono in maniera rilevante sui consumi nel territorio sono costituiti
da: strutture ricettive (alberghi, pensioni, residence, camping), strutture commerciali
e servizi vari.
Le previsioni contenute nel Piano Strutturale di Capoliveri procedono nella direzione
degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati, andando contrastare l’attuale
tendenza degli al mantenimento di un pessimo stato attuale (in particolare in
relazione alla razionalizzazione e riduzione dei consumi) se non addirittura al
progressivo peggioramento .
Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli
indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla
riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, all’uso di fonti rinnovabili e
all’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane;
dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un
aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di
tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella
tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4) , con un contenuto
aumento dei consumi energetici.
Al fine di garantire il reale raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale
individuati per la componente energia, appare evidente l’inderogabilità di concrete
azioni volte da un lato alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici ,
quali misure volte all’aumento rendimento energetico in edilizia (vedi anche quanto
previsto dalla L.R. 39/2005), accorgimenti per la riduzione dei consumi più in
generale (utilizzo di lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a
basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci
esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc., ), dall’altro all’autoproduzione di
energia da fonti rinnovabili (impianti solari termici, fotovoltaico, minieolico, ecc.).
Il regolamento urbanistico dovrà pertanto regolamentare rigorosamente questa
tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio
comunale.
224
Sintesi non tecnica
Rifiuti
Sia sotto il profilo della riduzione della produzione di rifiuti, che rispetto all’aumento
della raccolta differenziata e il riciclo, obiettivi di sostenibilità ambientale individuati
dal PRAA, la situazione attuale si presenta negativa.
La produzione di rifiuti, sia a livello comunale che di Isola d’Elba documenta, seppur
con andamento altalenante, un generale aumento nel tempo della produzione di
rifiuti.
Il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare inoltre i necessari
requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza della
raccolta differenziata.
La crescita dell’efficienza della raccolta differenziata di questi ultimi anni si traduce
nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo della situazione attuale;
tale miglioramento, seppur importante come tendenza in atto, rimane ancora
insufficiente a soddisfare gli obiettivi di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale
che statale e comunitario.
Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in
parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute
nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente
(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).
L’Amministrazione di Capoliveri e le altre amministrazioni dell’Elba si stanno
attivando per migliorare le modalità di preselezione differenziata.
Le previsioni contenute nel Piano Strutturale procedono nella direzione degli
obiettivi di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza al
generale mantenimento di un pessimo stato attuale, in particolare in relazione alla
riduzione della produzione di rifiuti . Infatti:
da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli
indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla
riduzione e riciclaggio dei rifiuti;
dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica
(previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero) consente una
reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si
confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto,
riportata nel capitolo 4.4), con un contenuto aumento in termini di produzione
di rifiuti.
225
Sintesi non tecnica
L’obiettivo a livello comunale è quello di smaltire i rifiuti sia urbani che speciali in
modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti compromesse, alla luce di
quanto previsto dal D. Lgs. 22 del 5/2/97 (Ripristino ambientale dei siti inquinati) e
dalla L.R. 25/98 (Gestione dei rifiuti).
Gli indirizzi atti a perseguire gli obiettivi di riduzione e riciclaggio rifiuti da
sviluppare all’interno del R.U. sono i seguenti:
incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e il loro recupero
nei cicli produttivi;
introdurre soluzioni di arredo urbano che favoriscano isole ecologiche
ambientalmente e architettonicamente accettabili per la gestione della raccolta
differenziata dei R.S.U.;
impedire la diffusione delle piccole discariche abusive nelle campagne
attraverso interventi di controllo e iniziative incentivanti la raccolta dei rifiuti
ingombranti;
risanamento delle discariche incontrollate e abusive e razionalizzazione delle
attività di rottamazione con il trasferimento forzoso nelle aree autorizzate.
(rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).
Analogamente a quanto indicato nel capitolo “energia”, l’incremento in termini di
nuova edificazione prevista dal PS, sia come residuo del precedente P.di F. che come
nuove previsioni di piano, è traducibile, in prima approssimazione, in un aumento in
termini di produzione di rifiuti. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un
contenuto aumento di nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal
precedente P.di F, e rivolto in buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti
(vedi trasformazione da strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di
edifici esistenti senza incremento di unità abitative), tale previsione comporterà un
aumento di produzione di rifiuti e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.
Allo stato attuale il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare i
necessari requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza
della raccolta differenziata. Con tali premesse qualsiasi aumento di produzione di
rifiuti risulta avere effetti ambientali negativi; per tale motivo risulta essenziale
disciplinare rigorosamente, attraverso il regolamento urbanistico, questa tematica e
far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.
Biodiversità, vegetazione, flora e fauna
L’Arcipelago Toscano, in base ai risultati del Progetto RENATO (Sposimo e Castelli,
2005), costituisce una delle aree a maggiore concentrazione di elementi di valore
naturalistico a scala regionale. Tale ricchezza di specie, riscontrabile nelle
numerosissime segnalazioni relative all'area, è il risultato dell'elevata concentrazione
226
Sintesi non tecnica
di elementi di attenzione, presenti in un'area biogeografica ad elevata diversità
ambientale, che racchiude sia elementi peninsulari sia elementi endemici sardo-corsi.
Per la tutela dei valori naturalistici del territorio elbano “occorre evitare un ulteriore
aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e
seminaturali. È inoltre opportuno individuare, in base alla distribuzione degli elementi più
sensibili, le aree costiere dove regolamentare le attività balneari e nautiche. Appare
fondamentale garantire il mantenimento di mosaici ambientali dove siano sufficientemente
rappresentati i diversi stadi delle successioni vegetazionali (Progetto RENATO, Sposimo e
Castelli, 2005).
Nell’ambito dell’obiettivo della tutela della biodiversità il tema delle aree protette
vede una condizione positiva dello stato attuale e del trend, con un elevata parte del
territorio comunale interessato dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le
proposte di piano del parco, recentemente adottato, danno indicazioni positive anche
in termini di trend, relativamente allo sviluppo di aree contigue e di ampliamenti a
mare anche nel territorio di Capoliveri. Il trend conferma uno stato attuale molto
positivo anche relativamente alla presenza di Siti della Rete Natura 2000 e della Rete
Ecologica Regionale.
Gli indicatori di stato relativamente alla presenza di specie di flora e fauna e di
habitat rari, endemici, protetti o di interesse conservazionistico indicano dati positivi,
con una estrema ricchezza di elementi di attenzione. Alcuni indicatori più particolari
quali il numero di coppie di gabbiano reale e la presenza di specie esotiche di flora
indicano condizioni di sofferenza per gli habitat interessati da tali presenze (in
particolare ambienti costieri).
Critica risulta l’analisi dello stato attuale relativa alla trasformazione dell’uso del
suolo, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa a
bassa e media densità, con elavati valori di costrizione, frammentazione, artificialità
in molte aree del territorio comunale. Il trend in assenza di PS conferma questa
condizione critica, così come critica risulta la conservazione degli ambienti dunali e
delle aree umide con forti pressioni antropiche all’esterno e all’interno di tali biotopi
e con un forte carico turistico estivo.
Oltre alle conseguenze negative della frammentazione del paesaggio vegetale
risultano particolarmente significative le alterazioni legate a luoghi di elevato valore
naturalistico, come l’ambiente dunale di Lacona, con una sua elevata
artificializzazione, alterazione di habitat dunali, elevato disturbo, diffusione di specie
esotiche ad opera del verde privato, alterazione di aree umide retrodunali, ecc. Altra
località significativa è la Palude di Mola, ambiente umido relittuale in non ottimale
stato di conservazione, inserito in un contesto ad elevata artificializzazione, con una
forte problematica legata alla qualità e quantità degli apporti idrici di acqua dolce,
con reflui non correttamente depurati provenienti dal depuratore di Capoliveri.
Nel nuovo Piano Strutturale risulta presente una inversione di tendenza rispetto alle
previsioni di trasformazioni urbanistiche del suolo. Oltre ai contenuti dello Statuto,
che indica una strategia coerente con gli obiettivi di sostenibilità della componente, le
227
Sintesi non tecnica
analisi del Rapporto ambientale ed i contenuti dello Studio di incidenza hanno
portato ad integrare i contenuti dello Statuto e a mitigare e ridiscutere/eliminare
alcune previsioni non attuate e/o non concessionate (ad esempio relativamente alle
previsioni di nuove strutture commerciali nella pianura di Mola, ove il rispetto degli
obiettivi di non aumentare le aree impermebili nel bacino dell’area umida di Mola, di
tutela dal rischio idraulico e di mantenimento del paesaggio agricolo di pianura, ha
portato alla drastica riduzione delle previsioni).
Nell’ambito dello statuto sono contenuti significativi elementi di tutela diretta e
indiretta della biodiversità e degli elementi di interesse naturalistico del territorio di
Capoliveri, con particolare riferimento alla conservazione degli habitat ripariali e
delle zone umide (artt.8; 14), degli ambienti costieri (artt. 9; 12; 34) , alle emergenze
naturalistiche (artt. 13; 14), al controllo delle specie esotiche (artt. 13; 14).
Acque interne
Le maggiori criticità attuali inerenti la qualità, l'uso e la disponibilità della risorsa
acqua sono connesse alla carenza di approvvigionamento idrico durante i mesi estivi,
all'eccessiva pressione sulle falde, sia locali che non (acquifero della Val di Cornia in
particolare) e al bilancio depurativo negativo durante i mesi di maggiore presenza
turistica.
In relazione a tali problematiche e all'obiettivo generale del PRAA di "Tutelare la
qualità delle acque interne e costiere e promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica", il
Piano Strutturale di Capoliveri si pone positivamente laddove:
•
•
•
•
•
•
definisce il Sistema delle acque quale Invariante Strutturale
definisce una serie di norme di tutela delle acque, finalizzate alla protezione
delle risorse idriche ed anche alla salvaguardia della funzione paesaggistica
ed ecologica dei corsi d'acqua
pone limitazioni al prelievo e indirizzi specifici per le aree individuate con
condizioni di stress idrogeologico della falda
promuove norme di risparmio idrico e di riuso delle acque piovane e reflue
pone, tra le condizioni per la trasformabilità delle singole UTOE, per quanto
riguarda i reflui: la predisposizione della rete fognaria per i nuovi
insediamenti, l'allacciamento o l'adeguamento dei sistemi di trattamento dei
reflui per l'edificato esistente; per quanto concerne l'approvvigionamento
idrico: la realizzazione della rete di distribuzione dell'acquedotto, il
superamento della attuale criticità inerente la carenza di approvvigionamento,
la compatibilità delle trasformazioni con il bilancio idrico in relazione al Piano
d’Ambito ATO 5
pone tra le condizioni generali per la trasformabilità, che siano soddisfatte le
necessità derivanti dal nuovo carico urbanistico relativamente
all'approvvigionamento idropotabile (attraverso l’adeguamento e il
228
Sintesi non tecnica
•
potenziamento delle strutture esistenti dell’acquedotto, e il riuso di acque
piovane per gli usi secondari non potabili) e alla raccolta e trattamento dei
reflui (mediante l'adeguamento della rete fognaria e dei depuratori comunali)
indica tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di
regolamento urbanistico: il controllo e la razionalizzazione dei prelievi idrici
per uso potabile, agricolo e industriale; la verifica dello stato d’efficienza della
rete acquedottistica, della rete fognaria e degli impianti di depurazione
esistenti; il soddisfacimento della necessità complessiva di depurazione
comunale; il censimento e la messa a norma degli scarichi attualmente non
afferenti in pubblica fognatura; il miglioramento delle capacità autodepurative
del reticolo idrografico superficiale; l'incentivazione dell'agricoltura biologica
e di tecniche agricole a basso carico inquinante; la tutela delle risorse idriche
destinate al consumo umano; il monitoraggio della qualità delle acque
superficiali e sotterranee; l'incentivazione alla realizzazione di impianti di
accumulo e riutilizzo delle acque piovane
In particolare tutto ciò incide favorevolmente sui seguenti obiettivi specifici:
•
Elevare il livello di qualità delle acque superficiali
•
Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee
•
Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici
•
Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine
antropica sulla risorsa idrica
•
Elevare l’estensione del servizio idrico integrato
•
Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle acque
reflue
•
Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto
utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle
strutture turistiche
•
Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di
nuova risorsa
E' da sottolineare come molti degli effetti attesi dall'attuazione del piano Strutturale,
si riflettono in maniera solo indiretta sugli obiettivi sopraindicati, i quali sono più
strettamente dipendenti da scelte pianificatorie di livello sovracomunale e da accordi
di programma, in parte già stipulati e in corso di attuazione (cfr. in 3.1.6 Motivazioni
della tendenza).
229
Sintesi non tecnica
Le previsioni del Piano rappresentano invece fattori di pressione diretta (aumento
del consumo di acqua e carico inquinante totale), laddove consentono un aumento di
recettività e di unità abitative e nuove previsioni relative ai comparti industriale
artigianale, commerciale e direzionale e dei servizi. Tuttavia tali previsioni risultano
contenute (cfr. dimensionamenti art. 53 dello Statuto) e rappresentano una inversione
di tendenza rispetto agli orientamenti del previgente strumento urbanistico (Piano di
Fabbricazione attuato o già concessionato in corso di attuazione). Tali effetti possono
essere bilanciati, ai fini dell'obiettivo specifico di Riduzione dei consumi idrici, dai
moplteplici indirizzi di risparmio e riuso della risorsa acqua, richiamati nel Piano.
Risulta però essenziale che le strategie e gli indirizzi del PS trovino concretezza sul
territorio comunale e che pertanto tale tematica venga rigorosamente disciplinata nel
regolamento urbanistico.
Per quanto concerne gli obiettivi specifici:
•
Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso idropotabile
•
Verificare la funzionalità degli impianti
•
Regolare il Bilancio Idrico
non si ravvisano elementi in grado di far supporre effetti significativi del Piano
Strutturale; si tratta infatti di fattori dipendenti da scelte pianificatorie e azioni
concertate a livello di intera Isola d'Elba e/o di gestione integrata dell' intero ATO 5.
Acque marine
Sia sotto il profilo della qualità delle acque che dello stato dell’ecosistema marino la
situazione si presenta positiva.
Le principali pressioni che determinano un impatto negativo sull’ambiente marino
sono riconducibili all’inquinamento delle acque correlato all’immissione di acque
reflue (vedi capitolo acque interne); all’afflusso di natanti e imbarcazioni che
frequentano le acque costiere prospicienti le principali spiagge: transito, ancoraggi,
scarichi a mare, inquinamento da sostanze pericolose (carburante, olii, detergenti);
all’afflusso turistico che si riversa nelle spiagge .
In questo contesto, l’assenza di una regolamentazione dell’ormeggio e delle attività
connesse agli stabilimenti balneari finalizzata alla salvaguardia dell’ecosistema
marino (Posidonia oceanica in particolare) e ad una gestione ecocompatibile di queste
attività, costituisce un elemento negativo la cui tendenza si presume possa
ulteriormente peggiorare sia in relazione alla crescita del carico turistico che si
riversa nella costa, inclusa la nautica da diporto.
230
Sintesi non tecnica
Se da un lato si assiste ad una crescita di queste pressioni che insistono
negativamente sul sistema acque marine, direttamente collegata alla crescita del
carico turistico che si riversa nella costa ( inclusa la nautica da diporto), dall’altro c’è
una progressiva riorganizzazione e riqualificazione del sistema di gestione delle
acque di scarico con conseguente miglioramento della loro qualità prima
dell’immissione in mare (vedi capitolo acque interne). La presenza del Parco
dell’Arcipelago Toscano e la regolamentazione che ad esso si accompagna (vedi
piano di gestione recentemente adottato) costituisce un ulteriore elemento positivo
volto alla salvaguardia dell’ecosistema marino.
Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello
comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in
parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute
nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico
alberghiero .
Le previsioni contenute nel Piano Strutturale procedono nella direzione degli
obiettivi di sostenibilità individuati, nella direzione del mantenimento del buono
stato attuale della risorsa e in taluni casi al suo miglioramento .
In considerazione dell’elevato valore naturalistico degli ambienti costieri e marini che
caratterizzano buona parte del territorio comunale e al fine di consentire un’organica
e sostenibile gestione del sistema terra-mare, il PS subordina la realizzazione degli
interventi correlati alla loro fruizione al rispetto delle indicazioni fornite da uno
specifico piano, denominato “piano di utilizzazione degli arenili” (vedi contenuti del
piano ).
Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la
definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di
utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel
rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate,
delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorfologica e
paesaggistica delle zone costiere.
Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale,
paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio
comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e
trasformabilità/utilizzo delle aree.
Più in generale, sempre in materia di mare, si inserisce la proposta della creazione di
un parco marino inserita nel PS (rif. art.34 dello Statuto: “Sistema funzionale del Turismo
e Attività Produttive”). Fa parte di questo obiettivo la proposta di un parco marino a
integrazione del parco a terra, al fine di consentire un’organica gestione del sistema
terra-mare, significativamente interessato dagli impatti delle attività correlate alla
elevata presenza turistica, sia in termini di turismo balneare, che di turismo legato
alla nautica da diporto. E’ pertanto demandata ad una specifica pianificazione, da
concretizzarsi contestualmente al Regolamento Urbanistico, ad esempio nel piano di
231
Sintesi non tecnica
utilizzazione degli arenili, la definizione delle modalità operative attraverso le quali
tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto di caratteristiche
ambientali e naturalistiche proprie delle diverse aree interessate, nonché alla
presenza di condizioni di fragilità. …Gli ambiti interessati dal parco marino e i
contenuti della proposta sono descritti dettagliatamente nei rispettivi sistemi e subsistemi territoriali, di cui al Titolo III e IV. “
Analogamente a quanto indicato per le altre componenti e risorse ambientali, il
contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373
posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto
agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col
dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4). Seppur contenuto, l’aumento
in termini presenze, produzione di reflui, ecc. che accompagna tale previsione
costituisce un elemento di pressione su questa risorsa; al fine di contrastare tali
pressioni – seppur di contenuta entità - si rende necessario sia il rigoroso
recepimento delle indicazioni fornite dal PS in sede di regolamento urbanistico, sia
una sistematica attività di monitoraggio degli effetti del piano.
Paesaggio
La valutazione dello stato attuale della componente risulta strettamente collegata a
quanto già indicato nelle motivazioni dello stato/tendenza della componente “suolo”
con particolare riferimento all’evoluzione dell’uso del suolo e alle sue trasformazioni.
Negli ultimi decenni all’abbandono delle attività agricole tradizionali e delle attività
manutentive ad esse legate (ad esempio i terrazzamenti) si è associata la
realizzazione di un edificato residenziale a bassa densità, legato prevalentemente allo
sviluppo del settore turistico, che ha fortemente condizionato il paesaggio di vaste
porzioni di territorio di Capoliveri. Tale processo ha portato ad un elevato grado di
urbanizzazione, frammentazione, costrizione e artificializzazione in diverse aree del
territorio di Capoliveri, con la perdita dei caratteri più peculiari del paesaggio ed in
particolare di quello agricolo. La perdita di superfici agricole, la loro
frammentazione, la riduzione della loro diversità costituiscono forti detrattori del
paesaggio agricolo.
La situazione attuale mostra una buona conservazione dei paesaggi naturali e
seminaturali, situati nelle aree meno disturbate (ad esempio Fonza, Stella, Monte
Calamita), e paesaggi seminaturali ed antropici che hanno perso gran parte dei loro
caratteri peculiari, in particolare di tipo agricolo. Il trend in assenza di PS mostra una
permanenza di tale situazione di criticità, nonostante tutto il territorio comunale sia
sottoposto a vincolo paesaggistico. Considerazioni positive derivano dall’analisi del
paesaggio della fascia costiera che risulta in gran parte ancora integra. La perdita dei
caratteri tipici del paesaggio agricolo costituisce un elemento negativo anche in
232
Sintesi non tecnica
termini di tutela della biodiversità, ove numerose specie, soprattutto di fauna, sono
legate agli agroecosistemi tradizionali.
Il generale il piano strutturale propone, come strategia generale, il consolidamento
dell’insieme di paesaggi attualmente percepibili nel territorio di Capoliveri mediante obiettivi
di protezione, di governo dei processi di evoluzione che non ne alterino le strutture, di
ripristino e recupero delle loro parti manomesse o degradate, di estensione dei valori
paesaggistici nelle aree di abbandono o di usi impropri. (art.29). Tale obbiettivo risulta
perseguito mediante una riduzione del trend di sviluppo dell’edificato residenziale e
non, invertendo la tendenza dei precedenti strumenti urbanistici.
Tale inversione è evidente sia nelle previsioni che nei condizionamenti legati ai
contenuti dello Statuto con particolare riferimento ai condizionamenti
sull’edificazione nelle aree agricole e sugli assetti fondiari (art. 35), alla conservazione
delle testimonianze agricole e delle sistemazione agrarie (art. 8; 14; 35), alla tutela
delle aree di rilevante valore paesaggistico-ambientale (art.15).
Alcune previsioni del precedente PdF già concessionate ma ancora da
completare/attuare comportanto un ulteriore aumento del consumo di suolo e dei
relativi indicatori (indicatori di trasformazione dell’uso del suolo, antropizzazione,
frammentazione, costrizione, ecc.), ciò con riferimento, ad esempio, alla zona di
Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP
C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Per la Pianura di Mola è stata
stralciata la localizzazione delle nuove strutture commerciali/direzionali, pari a
13.500 mc, in quanto non compatibili con l'obiettivo di ridurre la trasformazione
dell’uso del suolo nel bacino di Mola e per recepire le indicazioni dello studio di
incidenza. Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri e della riduzione
delle trasformazioni dell'uso del suolo in tali ambiti è risultata non compatibile la
previsione di 3000 mq di parcheggi previsti nel tratto di costa ad ovest della spiaggia
del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata.
Per le previsioni sul Capoluogo (RPA1 e RPA2), in gran parte già concessionate o
realizzate, occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una
quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere
gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari
alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal
reticolo idrografico minore. Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la
sostenibilità della previsione è legata al mantenimento del 50% dell'area libera da
edificato con il mantenimento dei residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali
interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i
contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.
Per quanto riguarda i PEEP di Lacona e Capoliveri, anch'essi in gran parte
concessionati/realizzati o in corso di realizzazione, tali elementi dovranno essere
mitigati mediante il mantenimento del 30% delle aree non edificate (per il PEEP di
Capoliveri ciò al fine di mantenere inedificata la parte più orientale dell'area in
corrispondenza della linea di crinale secondario), conservando gli elementi di uso del
233
Sintesi non tecnica
suolo attualmente presenti e quelli residuali del paesaggio agricolo, quali elementi
arborei Isolati o filari di siepi e alberature, mantenendo la eventuale presenza di
terrazzamenti e, nel caso del PEEP di Lacona, realizzando una fascia arborea di
schermatura con l'adiacente asse stradale. Tali elementi mitigatori sono da applicarsi
anche alla previsione di zona produttiva alla periferia nord del Capoluogo.
Per tali aree la progettazione degli assetti urbani dovrà risultare "coerente con le regole
insediative tradizionali e che sia specificatamente controllata la qualità progettuale dei nuovi
insediamenti nonché la dimensione d’intervento in rapporto alla consistenza dell’
insediamento esistente". (Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di
qualità, PIT 2005-2010).
Si ribadisce inoltre l’importanza di realizzare parcheggi ad elevato grado di
permeabilità e di prevedere, in fase di regolamento urbanistico, norme molto
restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito dei Piani di
Migliramento Agricolo ambientale.
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ELENCO DEGLI ESPERTI
Coordinamento:
Viviana Cherici e Leonardo Lombardi
NEMO Nature and Environment Management Operators Srl
Piazza D’Azeglio, 11 – 50121 Firenze tel +55 2466002 fax +55 243718 –
E-mail:
[email protected][email protected] [email protected]
Sito internet:
www.nemoambiente.com
Gruppo di lavoro
Viviana Cherici
Biologa - NEMO srl
Leonardo Lombardi
Naturalista – NEMO srl
Cristina Castelli
Biologa – NEMO srl
Paolo Sposimo
Naturalista – NEMO srl
Barbara Lastrucci
Naturalista – NEMO srl
Michele Angelo Giunti
Forestale - NEMO srl
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