Linee guida multisettoriali provvisorie per affrontare la

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Linee guida multisettoriali provvisorie per affrontare la
DIALOGO SOCIALE EUROPEO
LINEE GUIDA MULTISETTORIALI PROVVISORIE PER AFFRONTARE LA VIOLENZA DA
PARTE DI TERZI E LE MOLESTIE SUL LAVORO
EPSU, UNI europa, ETUCE, HOSPEEM, CEMR, EFEE, EuroCommerce, CoESS
Bozza redatta in seguito alla riunione dell'11 maggio 2010
(I) INTRODUZIONE
1. Lo scopo delle Linee Guida è di fare in modo che ogni luogo di lavoro adotti una politica
efficace riguardo al problema della violenza da parte di terzi. Le Linee Guida indicano in modo
pratico le misure che datori di lavoro e sindacati/rappresentanti dei lavoratori devono adottare
per ridurre, prevenire e attenuare il problema. Queste misure rappresentano le migliori
pratiche sviluppate nel nostro settore e possono essere integrate da misure ulteriori e/o più
specifiche.
2. Secondo la legge nazionale e dell'UE, sia i datori di lavoro che i lavoratori hanno obblighi
riguardo a salute e sicurezza. Sebbene l'obbligo di tutelare salute e sicurezza in tutti gli aspetti
relativi al lavoro appartenga al datore di lavoro La normativa UE include le seguenti direttive:
•
Direttiva 89/391/EEC sull'introduzione di misure volte a incrementare salute e sicurezza
dei lavoratori. L'articolo 5 (4) afferma: “gli obblighi dei lavoratori nell'ambito di salute e
sicurezza sul lavoro non intaccano il principio della responsabilità del datore di lavoro”.
•
Direttiva 2000/43/EC del 29 giugno 2000, che stabilisce il principio della parità di
trattamento a prescindere da etnia e razza.
•
Direttiva 2000/78/EC del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro di riferimento per
la parità di trattamento sul lavoro.
•
Direttiva 2002/73/EC del 23 settembre 2002, emendamento alla direttiva del Consiglio
76/207/EEC sull'implementazione della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto
riguarda accesso all'impiego, formazione e avanzamento professionale e condizioni di
lavoro., anche il lavoratore è tenuto a provvedere alla propria salute e sicurezza e a quella
delle persone coinvolte, secondo la formazione e le istruzioni fornite dal datore di lavoro. I
datori di lavoro devono inoltre consultarsi con i lavoratori e/o con i loro rappresentanti e
dar loro la possibilità di partecipare alle discussioni relative a salute e sicurezza sul lavoro.
Ciò indica la consapevolezza che, nella pratica, il miglior approccio alle questioni di salute e
sicurezza è di tipo collaborativo.
3. i partner sociali firmatari provenienti dal governo locale e regionale e dai settori sanitario,
commerciale, della sicurezza privata e dell'educazione sono sempre più preoccupati circa
l'impatto della violenza da parte di terzi sui lavoratori: non solo mina la salute e la dignità del
singolo, ma ha anche una seria incidenza economica in termini di assenze dal lavoro, morale e
turnover dei lavoratori. La violenza da parte di terzi può anche creare un ambiente poco sicuro
e persino spaventoso agli occhi del pubblico e di chi utilizza i servizi, e ha dunque un impatto
sociale negativo molto ampio.
4. La violenza da parte di terzi e le molestie possono manifestarsi in molte forme. Possono ad
esempio:
a) essere fisiche, psicologiche, verbali e/o sessuali
b) costituire un incidente singolo o ripetersi in modo sistematico
c) originare dalle azioni di clienti, assistiti, pazienti, utilizzatori di servizi, alunni o genitori,
membri del pubblico
d) spaziare da comportamenti irrispettosi a casi più seri, come minacce e violenza fisica
e) essere causate da problemi di salute mentale e/o da impulsi emotivi, antipatia personale,
pregiudizi riguardo a genere, origine etnico-razziale, credo e religione, disabilità, età,
orientamento sessuale o aspetto fisico
f) costituire reato a danno del lavoratore e della sua reputazione oppure della proprietà del
datore di lavoro o cliente; possono avere carattere sistematico o occasionale e richiedere
l'intervento delle autorità pubbliche
j) avere gravi ripercussioni sulla personalità, la dignità e l'integrità delle vittime
k) manifestarsi sul luogo di lavoro, nello spazio pubblico o nella sfera privata
l) manifestarsi sotto forma di bullismo o molestie virtuali attraverso le tecnologie informatiche,
come ad es. email, chat, blog, siti internet, social network, portali per l'istruzione a distanza,
instant messaging, telefoni cellulari, messaggi di testo; tali tecnologie possono diventare
veicolo di comportamenti deliberatamente ostili verso terzi da parte di un individuo o di un
gruppo.
5. La violenza da parte di terzi è un problema a parte rispetto alla questione della violenza e
delle molestie tra colleghi sul posto di lavoro, nonché significativo in termini di impatto
economico e di salute e sicurezza dei lavoratori; per questa ragione merita un approccio
distinto.
6. Nonostante esistano differenze organizzative e settoriali a seconda dei diversi impieghi e
luoghi di lavoro, gli elementi chiave, per quanto riguarda le buone pratiche e le misure da
adottare contro la violenza da parte di terzi, sono comuni a tutti gli ambienti lavorativi. Tali
elementi sono: l'approccio collaborativo; definizioni chiare; prevenzione per mezzo di
valutazione del rischio, sensibilizzazione al problema, formazione; report chiari e azioni
successive; valutazione appropriata.
7. Con il supporto della Commissione Europea, i partner sociali multisettoriali hanno
organizzato due importanti congressi a Bruxelles il 14 marzo 2008 e il 22 ottobre 2009,
durante i quali sono stati presentati i risultati delle ricerche di datori di lavoro e sindacati,
nonché studi sul campo e conclusioni comuni. Queste Linee Guida, basate sui risultati dei
congressi, integrano l'Accordo Quadro multisettoriale su molestie e violenza sul lavoro del 26
aprile 2007.
8. Le circostanze nazionali, regionali e locali influenzano il modo in cui certi servizi vengono
organizzati e forniti. Nel caso in cui i partner sociali stiano già mettendo in pratiche le misure
esposte in queste Linee Guida, la principale azione da intraprendere sarà riferire sui progressi
fatti.
(II) SCOPO
1. Lo scopo di queste Linee Guida è sostenere le azioni dei datori di lavoro, dei sindacati e dei
lavoratori per prevenire, ridurre e mitigare la violenza da parte di terzi e le sue conseguenze.
2. I partner sociali multisettoriali riconoscono che misure pratiche per la prevenzione e la
gestione di molestie sul lavoro e/o violenza da parte di terzi devono essere ancora sviluppate
in molti luoghi di lavoro. Tali misure dovrebbero:
a) informare e sensibilizzare datori di lavoro, lavoratori, loro rappresentanti e altre autorità
pubbliche (agenzie per la salute e sicurezza, polizia) sul problema della violenza da parte di
terzi
b) dimostrare l'impegno dei partner sociali a lavorare insieme e condividere esperienze e
buone pratiche al fine di prevenire e affrontare il problema delle molestie e della violenza da
parte di terzi, in modo da ridurre l'impatto sulla salute e il benessere dei lavoratori, le assenze
per malattia e il calo di produttività
c) fornire delle Linee Guida a datori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti a tutti i livelli,
così da identificare, prevenire e affrontare problemi di molestie sul lavoro e violenza da parte
di terzi.
(III) MISURE PER IDENTIFICARE, PREVENIRE, RIDURRE E MITIGARE LE MOLESTIE
SUL LAVORO E LA VIOLENZA DA PARTE DI TERZI
1. La probabilità che si verifichino molestie o violenza da parte di terzi può essere ridotta
sensibilizzando datori di lavoro, lavoratori e utilizzatori di servizi e facendo in modo che
manager e lavoratori ricevano supporto e formazione adeguati.
2. Le iniziative di maggior successo nella lotta alla violenza vedono la collaborazione di
entrambi i partner sociali già dalle prime fasi e comprendono un approccio 'olistico', che copra
cioè tutti gli aspetti, dalla sensibilizzazione riguardo alla fase preventiva e alla formazione fino
a metodi di denuncia, sostegno per le vittime, valutazione e progressi in corso.
3. I datori di lavoro dovrebbero avere un quadro normativo chiaro per la prevenzione e la
gestione di molestie e violenza da parte di terzi, che dovrebbe essere inserito nella loro politica
generale su salute e sicurezza. Tale politica dovrebbe essere elaborata dai datori di lavoro in
collaborazione con i lavoratori e i loro rappresentanti, nel rispetto della legge nazionale, degli
accordi collettivi e/o delle pratiche comuni. In particolare, la valutazione del rischio per salute e
sicurezza per quanto riguarda il luogo di lavoro e le funzioni dei singoli dovrebbe includere
anche una concreta valutazione dei rischi legati all'azione di terzi.
4. La natura variegata della violenza da parte di terzi implica che le politiche debbano essere
adattate a ciascun ambiente di lavoro. Nel rispetto delle buone pratiche, le politiche
dovrebbero essere sottoposte a una regolare revisione che tenga conto dell'esperienza e dei
relativi sviluppi in tema di legislazione, tecnologia ecc. Col passare del tempo, la ricerca,
l'esperienza e i progressi tecnologici dovrebbero fornire soluzioni migliori di quelle al momento
disponibili.
5. Il quadro normativo ideale per ogni datore di lavoro è caratterizzato in particolare dai
seguenti elementi:
a) Informazione e consultazione continua con i manager, i sindacati e i rappresentanti dei
lavoratori in ogni momento
b) Una definizione chiara delle molestie e della violenza da parte di terzi, che fornisca esempi
precisi delle forme che il fenomeno può assumere
c) Informazioni adeguate per gli assistiti, i clienti, gli utilizzatori dei servizi, i membri del
pubblico, gli alunni, i genitori e/o i pazienti, con l'intento di specificare che molestie e violenze
verso i lavoratori non saranno tollerate e che, se necessario, verrà intrapresa un'azione legale
d) Una politica basata sulla valutazione del rischio, che tenga conto della diversità delle
professioni, dei luoghi e delle pratiche di lavoro, e che permetta l'identificazione di potenziali
problemi e l'elaborazione di risposte e pratiche adeguate. Tale politica, ad esempio:
indirizza le aspettative fornendo informazioni chiare sulla natura e il livello del servizio che
assistiti/clienti/utilizzatori dei servizi/alunni/genitori dovrebbero aspettarsi, e
elaborando procedure per cui eventuali parti terze possano esprimere insoddisfazione e
per cui questi reclami vengano presi in considerazione
include ambienti più sicuri nella progettazione del luogo di lavoro
fornisce strumenti adeguati per la salvaguardia dei lavoratori, come canali di
comunicazione, monitoraggio, misure di sicurezza
stabilisce accordi di cooperazione con le autorità pubbliche relative come la polizia, il
sistema giudiziario, i servizi sociali e gli ispettorati
e) Formazione adeguata per dirigenti e lavoratori, che includa temi di sicurezza generale in
rapporto a mansioni lavorative e ambiente di lavoro, e eventualmente tecniche specifiche
volte, ad esempio, a risolvere conflitti.
f) una procedura per monitorare e investigare ogni accusa di violenza o molestie da parte di
terzi, e per informare le vittime dei progressi compiuti nelle relative indagini.
g) politiche chiare riguardo il sostegno dovuto ai lavoratori esposti a violenza o molestie, tra
cui, per esempio e a seconda delle circostanze, sostegno medico e psicologico, legale, pratico
e/o finanziario.
h) chiarezza nei requisiti che riguardano i resoconti degli episodi da parte dei lavoratori,
nonché le misure da adottare per proteggere tali lavoratori da possibili ritorsioni e per
coinvolgere altre autorità pubbliche, come la polizia e le agenzie per la salute e sicurezza
(sempre nell'ambito delle pratiche e delle procedure nazionali)
i) politiche che stabiliscano chiaramente quando è appropriato inoltrare un reclamo, denunciare
un reato e trasmettere informazioni riguardo a chi ha compiuto la violenza ad altri lavoratori e
alle autorità pubbliche, nel rispetto dell'integrità personale, della riservatezza, degli obblighi
morali e del principio di protezione dati.
j) una procedura trasparente ed efficace per documentare fatti e cifre sul luogo di lavoro e per
monitorare in modo continuo le politiche adottate
k) misure volte ad assicurare che il quadro normativo sia ben noto e compreso dai dirigenti,
dai lavoratori e da parti terze
6. A questo proposito, i partner sociali multisettoriali evidenziano l'importanza di collaborare
con altri partner a livello nazionale o locale, per identificare e prevenire la violenza e le
molestie attraverso una politica coerente.
(IV) MESSA IN ATTO E AZIONI SUCCESSIVE
La messa in atto delle Linee Guida e le relative azioni successive si articoleranno in tre fasi.
Fase 1 – Impegno e diffusione
I partner sociali firmatari diffonderanno le Linee Guida e prenderanno provvedimenti per
riconoscere e affrontare la questione delle molestie e della violenza da parte di terzi, ricorrendo
al quadro normativo descritto nella Sezione 3.
Fase 2 – Sensibilizzazione
I partner sociali nazionali svolgeranno un'opera di sensibilizzazione sul problema delle molestie
e della violenza da parte di terzi; inoltre svilupperanno e condivideranno le migliori pratiche
relative al proprio settore. Con ciò si intende qualsiasi mezzo adeguato all'esperienza e alle
attuali conoscenze sul fenomeno della violenza da parte di terzi negli Stati Membri e/o nel
proprio settore, che tenga anche conto del lavoro già svolto in questo ambito e che consideri la
possibilità di:
ulteriore ricerca
pubblicazioni
congressi che riuniscano tutte le parti interessate a condividere le migliori pratiche e/o ad
adoperarsi per una risoluzione del problema
Fase 3 – Monitoraggio e azioni successive
I partner sociali firmatari dovranno:
richiedere congiuntamente il sostegno della Commissione Europea per diffondere e
promuovere le Linee Guida, ad esempio attraverso seminari da organizzarsi verso la
fine del 2010 e nel 2011.
incoraggiare la promozione delle Linee Guida negli Stati Membri a tutti i livelli adeguati
tenendo conto delle pratiche nazionali, attraverso azioni congiunte e/o separate. Data
l'importanza dell'argomento in questione, i partner sociali dovranno inoltre trasmettere
questo documento a tutte le parti interessate a livello europeo e nazionale. Inviteranno
inoltre altri membri esterni all'UE a far uso delle Linee Guida.
fornire un rapporto sui progressi nel 2012 ai comitati per il dialogo sociale specifici di
ciascun settore e affidare il compito di preparare una relazione congiunta ai Comitati
Europei per il Dialogo Sociale dei rispettivi settori.
Tenere conto di queste Linee Guida nella preparazione del prossimo programma di lavoro
per il dialogo sociale europeo.
organizzare i debiti incontri multisettoriali per determinare le azioni successive; inoltre, nel
2013, avrà luogo una valutazione finale congiunta.