PDF 135 kB - Ignazio Cassis
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IL CAFFÈ 11 maggio 2014 37 tra virgolette La medicina Dopo un anno e mezzo di preparazione, inizia il lungo e tormentato iter delle norme per i farmaci L’opinione/2 Cassis: “Gli interessi in gioco sono enormi” Broggini: “Dal popolo alla fine verrà un no” I N l lungo iter della nuova legge sui medicinali è solo all’inizio, e il Nazionale, che ha appena approvato il testo elaborato dalla Commissione della sanità, è soltanto il primo scalino di un percorso che, secondo il deputato plrt Ignazio Cassis, membro della Commissione, sarà lungo e accidentato. Non a caso, infatti, solo la stesura del testo finale ha richiesto più di un anno e mezzo di lavoro. “Oggettivamente è una legge difficile, chiunque si sarebbe spaventato nell’affrontare le complessità che comporta - nota Cassis -. Solo gli articoli che riguardano la protezione dei brevetti, i diritti, le patenti ci ha portato via sei mesi. Un vero rompicapo giuridico, al punto che spesso ci siamo chiesti se fossimo la Commissione giusta per affrontare questo problema”. Quanto ha influito il peso delle lobbies sulla durata dei lavori? “Innegabilmente tanto. Dalla lobby delle case farmaceutiche a quella dei medici, fino a quella, non meno potente, dei rappresntanti dei pazienti. Le abbiamo coinvolte tutte, una per una, con audizioni mirate e con l’obiettivo comune di elaborare la miglior legge possibile”. Nonostante tutte le pressioni delle operazioni di lobbismo? “Cerchiamo di essere realisti. Già tutti i membri della Commissione sanità, in un modo o nell’altro, rappresentano lo spettro completo delle varie lobbies. Inutile stupirsi e dimenticare che la famarceutica rappresenta il primo settore economico del Paese, è evidente che gli interessi in gioco sono altissimi per tutti”. Uno dei temi più “caldi” sono gli sconti sui medicinali che per cliniche e ospedali arrivano al 90%. “È vero, le reti di cura integrate, che non ci sono in Ticino, arrivano al 50% e i medici al 20-25% di sconto sui farmaci. È tutto nero su bianco grazie a tre studi promossi da me e dal collega del Ps Jean-François Steiert. Una indipendente, una vista ideologicamente da destra e una da sinistra”. Sconti che sono frutto della legge in vigore. “Esatto. E paradossalmente il nuovo testo, con la maggioranza composta da Udc e Ps, chiede l’eliminazione degli sconti. Speriamo si corregga lungo il percorso in parlamento”. e.r.b. Corbis L’opinione/1 La lunga mano delle lobbies sulla nuova legge per la salute L e lobbies hanno avuto il loro lavoro da fare all’Hotel Bellevue di Berna negli ultimi giorni. I membri della commissione della salute del Consiglio nazionale stanno lavorando alla revisione della legge sui prodotti terapeutici, un affare che vale più di 6 miliardi di franchi l’anno. Ovvio che gli interessi in gioco siano moltissimi. Ecco quindi che nelle eleganti sale del lussuoso albergo della capitale, si susseguono le visite dei rappresentanti di questo o quel gruppo. Delegati dei Cantoni, dell’industria chimica, delle varie medicine, dei pazienti, delle farmacie o dell’Ordine dei medici. Il tempo a disposizione di ogni ospite è di cinque minuti, durante i quali cerca di convincere i parlamentari della bontà dei suoi argomenti. Come promemoria lascia una breve esposizione, in cui spiega come raggiungere lo scopo prefissato. Ma non finisce qui il suo compito. Anche durante i lavori commissionali veri e propri, il lobbista deve essere a disposizione. “Siamo di picchetto ammette Jean-François Steiert, difensore dei pazienti -. I parlamentari hanno spesso bisogno di noi per scrivere emendamenti o quando devono spiegarsi con i loro colleghi”. Un dare per avere, insomma. Come in ogni dibattito, alla fine ci saranno vincitori e vinti, trionfatori e scornati. Tutti però sanno che la legge sarà anche il risultato del buon lavoro dei gruppi di pressione. L’industria farmaceutica, ad esempio, uscirebbe vincitrice. Oltre a vedersi prolungare la durata dei brevetti sui farmaci per i bambini, potrebbe godere di un’esclusività sui trattamenti per le malattie rare. Anche i produttori di medicinali complementari potrebbero sorridere, visto che i rimedi derivati da piante entrate nell’uso comune, non dovran- La medicina è un affare da più di sei miliardi di franchi e i conflitti sono giganteschi no più subire test clinici per provare la loro efficacia. Ma i veri trionfatori potrebbero essere i farmacisti che venderanno senza ricetta dei medicinali finora soggetti a prescrizione, come ad esempio il Ponstan. Lo scopo è quello di ridurre le consultazioni nei pronto soccorsi e negli studi medici. Il vero nodo del contendere è però un altro. L’obbligo che si voleva imporre ai medici di redigere una ricetta ogni volta che prescrivono una medicina, una misura che avrebbe rafforzato il ruolo dei farmacisti. L’obiettivo era rendere indipendente il paziente e dargli così la possibilità di recarsi altrove per procurarsi il farmaco. Un’evidenza in Ticino, ma non in quasi tutta la Svizzera tedesca, dove a parte a Basilea Città e in Argovia, i medicipossono vendere direttamente il farmaco. Questo, secondo le organizzazioni dei pazienti, avrebbe fatto sparire il dubbio se il dottore si occupa di più delle sue tasche o della salute del malato. Ed evitato, inoltre, degli sprechi. Davanti alle resistenze della maggioranza dei Cantoni però, non se n’è fatto nulla, per paura di un referendum che avrebbe avuto buone possibilità di vittoria. Si cercherà di far passare almeno l’obbligatorietà della prescrizione medica, cosa non evidente perché i tedescofoni sono contro una misura che per i suoi fautori dovrebbe impedire ai dottori di guadagnare oltremisura. “È uno scandalo – sbotta il medico e consigliere nazionale dei Verdi Yvonne Gilli -. Ogni volta dovremmo perdere dai due ai cinque minuti per scrivere una ricetta. Moltiplicati per il numero di pazienti, risulta essere una perdita di tempo molto grossa”. C’è poi la ‘guerra dei ribassi’, che vede Ps e Udc lottare per eliminare gli sconti che ottengono gli ospedali su certi farmaci, che arrivano spesso al 90%. Democentristi e socialisti vogliono abolire la possibilità di influenzare le scelte dei medicinali nei nosocomi praticando tariffe stracciate. Il dibattito sulla legge in Consiglio nazionale è appena iniziato, ma le lobbies sono già al lavoro per influenzare il giudizio della commissione della salute degli Stati. È ancora lunga la strada per la nascita della nuova legge sui prodotti terapeutici. Testo rielaborato, tratto dall’inchiesta di Catherine Bellini per L’Hebbo ello Broggini, vice presidente dell’Ordine dei medici del canton Ticino, è contro uno dei punti fondamentali della nuova legge sui farmaci. Ritiene, infatti, che l’obbligo della ricetta sia deleterio, in particolare per alcune realtà della Svizzera tedesca. “In 18 cantoni ciò porrebbe dei problemi, sia ai medici che ai pazienti spiega Broggini -. Capisco che i miei colleghi si stiano allarmando, perché la vendita diretta li priverebbe di introiti importanti. I pazienti invece si sentono attaccati in una delle loro abitudini”. Il popolo è decisamente conservatore in materia di salute. E lo ha dimostrato in più di una votazione. “Aldilà di quanto si dica in giro, la sanità svizzera è una delle migliori al mondo - risponde Broggini-. Si dice pure che sia molto cara, ma Paesi vicini al nostro hanno un sistema più dispendioso, penso all’Olanda e alla Germania. Gli svizzeri sono molto affezionati al loro sistema sanitario e lo dimostrano ad ogni votazione popolare. Basta vedere che fine abbiano fatto talune proposte di modifica. L’ultima, quella del managed care, è stata sonoramente bocciata”. Che impatto potrebbe avere qusta nuova legge? “Con le nuove norme si andrebbero a toccare aspetti specifici, che riguardano qualche abitudine e che potrebbero toccare il borsellino di qualche protagonista del settore. La normativa è invece una tappa nella riorganizzazione della medicina, con la pianificazione sanitaria a livello nazionale come obiettivo. Il 18 maggio voteremo sul rafforzamento delle cure mediche di base, che mira a dare nuove sicurezze anche alla medicina di famiglia. Qualora i sì prevalessero, si darebbe inizio ad un progetto che porterebbe a migliori condizioni per questa categoria”. I paletti che la nuova legge sulla medicina vuole mettere andrebbero contro questo processo? “Infatti. Qualora non si togliessero gli obblighi che la Commissione vuole imporre, difficilmente si eviterebbe un referendum. E con esso una netta bocciatura a livello popolare, che vanificherebbe il lavoro stesso della Commissione che dura ormai da molti mesi”. o.r.