LA BICICLETTA E IL CICLISTA Così come detto per il pedone

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LA BICICLETTA E IL CICLISTA Così come detto per il pedone
LA BICICLETTA E IL CICLISTA
Così come detto per il pedone, anche per il ciclista vale lo stesso discorso. I suoi comportamenti in sella ad una
bicicletta, quando circola nell’ambiente strada, influiscono nel bene e nel male sulla propria sicurezza e su quella degli
altri.
Non si tratta di puntare il dito sul conducente di una particolare età, il problema esiste ed è generalizzato. Molto spesso
non ci rendiamo conto che la bicicletta è un veicolo a tutti gli effetti e ci comportiamo perciò come se niente fosse. Ad
esempio si scambia il marciapiede per una corsia di marcia ma il marciapiede è riservato al camminamento dei pedoni e
quindi se si vuole condurre una bicicletta lo si può fare solo spingendola.
Altro comportamento non corretto è quello di attraversare la strada occupando le strisce pedonali; stessa cosa. Le
strisce pedonali rappresentano lo spazio riservato all’attraversamento della strada da parte dei pedoni. E’ evidente
dunque che la bicicletta la si può condurre su di esse solo spingendola a mano.
La bicicletta secondo la psicologia umana di molti soggetti non è un veicolo, è un piccolo veicolo e allora si pensa di
poterlo far circolare dove si vuole.
È opinione diffusa che la bicicletta non è una automobile, per cui…
C’è il mito della “alternatività” che va protetta come una specie in via d’estinzione! Altro aspetto della bicicletta: secondo
alcuni è un giocattolo che può essere usato ovunque e comunque (ricordare lo scippo in bicicletta finito tragicamente, ma
esilarante per l’assurdità, nei Soliti Ignoti di Monicelli).
Forse anche per questo è difficile vedere l’uso del caschetto diffuso tra i ciclisti, non è come per il ciclomotore, sembra
veramente esagerato, mentre per il ciclomotore si pensava di evitarlo per il contrasto di immagine tra il fighetto (senza) e
lo sfigato (con). Osserviamo attentamente cosa succede in molte parti del nostro Paese: quanti portano il caschetto,
soprattutto fra gli adulti? Praticamente nessuno. È considerato eccessivo.
Spesso le “preferenze” ricadono sui sensi unici e sulle strade da percorrere contromano; niente di più sbagliato, per la
salute e per il portafogli.
Trovare una soluzione è meno difficoltoso di quanto si può pensare; il ciclista deve condurre la bicicletta sulle corsie di
marcia riservate alla circolazione dei veicoli mantenendosi il più vicino possibile al margine destro della carreggiata e,
dove ve ne è la presenza, all’interno di piste ciclabili riconoscibili dall’apposito cartello stradale e spesso suddivise in
corsie di marcia da percorrere, anche in questo caso, a destra.
Occupiamoci infine di un comportamento che nella maggior parte dei casi viene disatteso dai ciclisti: segnalare un
cambiamento di marcia.
La bicicletta non è dotata degli indicatori di direzione; per intendersi, le frecce.
E allora ogni volta che il ciclista decide di effettuare un’inversione di marcia, il sorpasso di un altro veicolo, quando esce
da un luogo privato per immettersi in un luogo pubblico o quando deve effettuare una manovra di svolta, deve segnalarlo
agli altri utenti della strada alzando il braccio destro o sinistro a seconda della direzione che intende prendere.