anno 4 - n°2 febbraio 2014

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anno 4 - n°2 febbraio 2014
ANNO 4 - N°2 FEBBRAIO 2014
LA RIVISTA MENSILE DELLA QUINTASTELLA
A cura degli Ospiti e della Psicologa
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La pagina della Psicologa…
Rachele di Leo
LA RESILIENZA
La perdita di una persona cara o del lavoro, una malattia o un incidente gravi sono esempi di
esperienze di vita che possono turbare gli equilibri psicologici di una persona; in coincidenza di
questi eventi sono in molti a provare emozioni forti ed un senso di profonda incertezza.
Generalmente, col tempo, le persone trovano il modo di adattarsi bene a queste situazioni.
Ma cos’è che consente l’adattamento alle avversità? La “resilienza”?
Resilienza è un termine derivato dalla scienza dei materiali e indica la proprietà che alcuni
materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere
stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In psicologia connota proprio la capacità delle
persone di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare in maniera positiva la
propria vita dinanzi alle difficoltà.
Le persone con un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a
dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti. L’esposizione
alle avversità sembra rafforzarle piuttosto che indebolirle. Esse tendenzialmente sono ottimiste,
flessibili e creative; sanno lavorare in gruppo e fanno facilmente tesoro delle proprie e delle altrui
esperienze.
Bisogna concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto
all'esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono.
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Secondo Susanna Kobasa, una psicologa dell’università di Chicago, le persone che meglio riescono
a
fronteggiare
le
contrarietà
della
vita,
quelle
più
resilienti
appunto,
mostrano
contemporaneamente tre tratti di personalità:

l’impegno;

il controllo;

il gusto per le sfide.
Per impegno s’intende la tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività. La persona con questo
tratto si dà da fare, è attiva, non è spaventata dalla fatica; non abbandona facilmente il campo; è
attenta e vigile, ma non ansiosa; valuta le difficoltà realisticamente. Perché ci sia impegno è
necessario avere degli obiettivi, qualcosa da raggiungere, per cui lottare e in cui credere.
Per controllo s’intende la convinzione di poter dominare in qualche modo ciò che si fa o le
iniziative che si prendono, ovvero la convinzione di non essere in balia degli eventi. La persona
con questo tratto per riuscire a dominare le diverse situazioni della vita è pronta a modificare
anche radicalmente la strategia da adottare, per esempio, in alcuni casi intervenendo con grande
tempestività, in altri casi indietreggiando, prendendo tempo, aspettando.
L’espressione gusto per le sfide fa riferimento alla disposizione ad accettare i cambiamenti. La
persona con questo tratto vede gli aspetti positivi delle trasformazioni e minimizza quelli negativi.
Il cambiamento viene vissuto più come incentivo a crescere che come difficoltà da evitare a tutti i
costi, e le sfide vengono considerate stimolanti piuttosto che minacciose. La persona
generalmente è aperta e flessibile.
Impegno, controllo e gusto per le sfide sono tratti di personalità di cui si può avere
consapevolezza e perciò possono essere coltivati e incoraggiati.
La resilienza non è una caratteristica che è presente o assente in un individuo; essa
presuppone invece comportamenti, pensieri ed azioni che possono essere appresi da
chiunque.
Avere un alto livello di resilienza non significa non sperimentare affatto le difficoltà o
gli stress della vita.
Avere un alto livello di resilienza non significa essere infallibili ma disposti al
cambiamento quando necessario; disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di
poter correggere la rotta.
A determinare un alto livello di resilienza contribuiscono diversi fattori, primo fra tutti la presenza
all’interno come all’esterno della famiglia di relazioni con persone premurose e solidali. Questo tipo
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di relazioni crea un clima di amore e di fiducia, e fornisce incoraggiamento e rassicurazione
favorendo, così, l’accrescimento del livello di resilienza. Gli altri fattori coinvolti sono:

una visione positiva di sé ed una buona consapevolezza sia delle abilità possedute che dei
punti di forza del proprio carattere;

la capacità di porsi traguardi realistici e di pianificare passi graduali per il loro
raggiungimento;

adeguate capacità comunicative e di “problem solving”;

una buona capacità di controllo degli impulsi e delle emozioni.
Le strade che possono portare le persone ad accrescere il proprio livello di resilienza sono
numerose.
Nella ricerca della strategia più idonea per migliorare il proprio livello di resilienza può essere
d’aiuto focalizzare l’attenzione sulle esperienze del passato cercando di individuare le risorse che
rappresentano i punti di forza personali. Un sistema che facilita l’individuazione delle risorse
personali è quello di cercare di fornire risposte a queste semplici domande:

quali eventi sono risultati particolarmente stressanti per me?

in che maniera questi eventi mi hanno condizionato?

nei momenti difficili ho trovato utile rivolgermi a persone per me significative?

nei momenti difficili quanto ho appreso di me stesso e del mio modo d’interagire con gli
altri?

è risultato utile per me fornire assistenza a qualcuno che stava attraversando momenti
difficili come quelli da me sperimentati?

sono stato capace di superare le difficoltà ed, eventualmente, in che modo?

che cosa mi ha consentito di guardare con maggiore fiducia al mio futuro?
Per chi fosse interessato all’argomento e vuole ulteriori informazioni a riguardo può contattarmi tramite email [email protected], o venire a trovarmi in struttura dal lunedì al sabato, dalle 9.00 alle 14.30.
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Tanti auguri a….
Claudio, Antonietta,
Gina, Giuseppe,
Viviana
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LO SAPEVATE??
LE PATATITE FRITTE FURONO INVENTATE PER DISPETTO
Le patatine fritte sono uno dei cibi più apprezzati del nostro secolo. L'idea di friggerle venne allo chef
statunitense George Crum non di certo per appagare il palato piuttosto per ripicca verso un cliente
pretenzioso. Si narra infatti che nel 1853 in un ristorante di New York, il "Moon Lake Lodge resort", un
cliente incontentabile rimandò indietro per tre volte un piatto ritenendo che le patate, servite per contorno,
erano tagliate in modo troppo spesso. Fu così che il vendicativo chef affettò le patate in maniera
sottilissima e le fece friggere, convinto di disgustare l'antipatico cliente; che invece le trovò divine. Non ci
volle poi molto tempo ed il passaparola e la loro commercializzazione ... le avviò alla conquista del mondo.
SVELATA DOPO 125 ANNI LA RICETTA SEGRETA DELLA COCA-COLA
Gli ingredienti della Coca Cola, creata dal farmacista John Pemberton nel 1886, sono sempre stati un
mistero. Tuttavia il sito Thisamericanlife.org rivendica di avere scoperto una lista in una fotografia a fianco
di un articolo di giornale che fornisce gli ingredienti e le esatte quantità per preparare la bevanda.
L'edizione dell'8 febbraio 1979 dell'Atlanta Journal-Constitution presenta una foto di una persona che tiene
aperto un libro con una ricetta che sarebbe la riproduzione esatta di quella di Pemberton. La ricetta
conterrebbe le quantità esatte di tutti i differenti liquidi necessari per l'ingrediente segreto della Coca Cola,
il Merchandise 7X. Pur costituendo solo l'1 per cento della formula totale della bevanda, il Merchandise 7X
è considerato infatti la sostanza che fornisce alla Coca Cola il suo sapore unico. La ricetta ufficiale sarebbe
sorvegliata 24 ore al giorno in una cripta di Atlanta, in Georgia. Ecco la ricetta segreta: Fluido estratto da 3
dramme di Coca dei farmacisti americani 3 once di acido citrico 1 oncia di caffeina 30 di zucchero (dal testo
non è chiaro quale sia la quantità richiesta) 2,5 galloni di acqua 2 pinte e un quarto di succo di lime 1 oncia
di vaniglia 1,5 once (o di più) di caramello come colorante aromi 7X (utilizzare 2 once di aromi ogni 5
galloni di sciroppo) 8 once di alcol 20 gocce di olio d'arancia 30 gocce di olio di limone 10 gocce di olio di
noce moscata 5 gocce di coriandolo 10 gocce di neroli 10 gocce di cannella.
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Questo mese vi consigliamo dei libri…
La nonna a 1000°
di Helgason Hallgrimur
In un garage di Reykjavik un'indomabile ottantenne si prepara ad attendere la propria
premeditata morte in compagnia del suo computer portatile e di una bomba a mano di
fabbricazione tedesca. Nipote del primo presidente d'Islanda, Herra Bjornsson racconta a
ritroso la sua rocambolesca vita, "i tre figli con nove uomini", i viaggi in Brasile e
California, gli studi di fotografia, l'amicizia con i giovani Beatles, e molto altro ancora.
Con voce ironica e tremendamente commovente, Helgason ci fa attraversare il
ventunesimo secolo in una volata che arriva fino alla notte di Natale quando Herra,
decisa a battere sul tempo la propria malattia, ci confessa le sue avventure e i suoi piani
di vendetta finale, aspettando che il forno crematorio raggiunga i 1000 gradi.
Le cose che sai di me
di Clara Sanchez
Il piccolo pezzo di cielo che si intravede dal finestrino è di un azzurro intenso. Patricia è
sull'aereo che la sta riportando a casa, a Madrid. All'improvviso la sconosciuta che le è
seduta accanto le dice una cosa che la sconvolge: "Qualcuno vuole la tua morte". Patricia
è colpita da quella rivelazione, ma poi ripensa alla sua vita e si tranquillizza: a ventisei
anni è realizzata, felicemente sposata e con un lavoro che la porta a girare il mondo.
Niente può turbare la sua serenità. È sicura che quella donna, che dice di riconoscere le
vibrazioni emanate dalle persone, si sbaglia. Eppure a Patricia, tornata alla routine di
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sempre, iniziano a succedere banali imprevisti che giorno dopo giorno si trasformano in
piccoli incidenti. Incidenti che stravolgono le sue abitudini e il suo lavoro. Non può fare a
meno di ripensare alla donna dell'aereo e alle sue parole. Parole che a poco a poco
minano le sue certezze. Vuole sapere se è davvero in pericolo. Vuole scoprire chi desidera
farle del male, e quando il sospetto cresce dentro di lei, inizia a guardarsi intorno con
occhi diversi, dubitando delle persone che ha vicino. Sente che tutto il suo mondo sta
crollando pezzo dopo pezzo, ma deve trovare il coraggio di resistere: la minaccia è più
vicina di quanto immaginasse. Però deve essere pronta a mettere in discussione tutta la
sua vita, a leggere dentro sé stessa. Perché anche la felicità ha le sue ombre...
Non l’ho mai detto
di Sophie Hannah
Amber Hewerdine è una madre perfetta. Nessuno, meglio di lei, sa prendersi cura di
Dinah e Nonie. Due bambine adorabili, anche loro perfette. Le figlie che ogni madre
vorrebbe per sé. Ma non sono sue. Dinah e Nonie sono figlie di Sharon, la migliore amica
di Amber, morta un anno prima nell'incendio doloso della sua casa. A lei Amber ha fatto
una promessa: prendersi cura delle bambine, amarle come una madre. Quando Amber
decide di rivolgersi a una psicoanalista per risolvere il problema d'insonnia che la
tormenta da qualche mese, è sfiduciata e scettica. Non si aspetta nulla. Non si aspetta di
sussurrare, durante l'ipnosi, poche parole, niente più che una frase sconnessa e
apparentemente insensata, che la collegano alla morte di Sharon. Quelle cinque, fatali
parole non significano nulla per lei, ma sconvolgono la sua esistenza. La costringono ad
abbandonare una vita che non lascia mai spazio al dubbio e a chiedersi chi è veramente:
una madre perfetta o un'assassina inconsapevole e spietata? La risposta è celata in un
mondo fatto di ombre e segreti, in cui la forza di un trauma antico torna a vivere nel
presente. Un mondo che ben presto sfugge al controllo di Amber, sospesa tra conscio e
inconscio, presente e passato, colpa e innocenza. Ma la risposta va trovata subito,
perché, due ore dopo, la polizia arresta Amber con l'accusa di omicidio.
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Dalla cucina delle nonne…
LE CHIACCHIERE
Le chiacchiere o frappe sono dolci molto friabili che vengono fritti ed infine vengono cosparsi di zucchero a
velo. Le chiacchiere sono preparazioni tipiche del periodo di Carnevale e vengono chiamate con nomi
diversi a seconda delle regioni di provenienza: chiacchiere e lattughe in Lombardia, cenci e donzelle in
Toscana, frappe e sfrappole in Emilia, cròstoli in Trentino, galani e gale in Veneto, bugie in Piemonte, così
come rosoni, lasagne, pampuglie, ecc.. Le chiacchiere o frappe hanno un’antichissima tradizione che
probabilmente risale a quella delle frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale che nell'antica Roma venivano
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preparati proprio durante il periodo di Carnevale; questi dolci venivano prodotti in gran quantità poiché
dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima.
Ingredienti per circa 80 chiacchiere
Burro 50 gr
Vanillina 1 busta
Uova (medie) 3 intere e 1 tuorlo
Lievito chimico in polvere 6 gr
Zucchero 70 gr
Grappa (o altro liquore) 25 ml
Sale 1 pizzico
Farina 00 500 gr
Ingredienti per friggere
Olio di semi di arachide q.b
Preparazione
Setacciate la farina assieme al lievito e disponete il tutto su di una spianatoia (oppure in una ciotola o nella
tazza di un robot) nella classica forma a fontana; ponete al centro il burro, lo zucchero, la vanillina, le uova,
mezzo bicchierino di grappa e un pizzico di sale. Lavorate bene gli ingredienti fino a formare un impasto
liscio ed elastico (se impastate a mano lavoratelo su di una spianatoia per almeno 10 minuti), al quale
darete la forma di una palla e lo lascerete così riposare avvolto nella pellicola trasparente in luogo fresco
per almeno 30 minuti. Spianate poi la pasta per mezzo dell'apposita macchinetta (o con un mattarello), in
modo da ottenere una sfoglia non troppo sottile dello spessore di 2 mm. Se utilizzerete la macchinetta,
procedete in questo modo: dividete la pasta in 4 panetti del peso di circa 200 gr ciascuno, schiacciateli,
inseriteli nella macchinetta con i rulli completamente divaricati; se la sfoglia che fuoriesce tende a lacerarsi,
infarinatela, ripiegatela su se stessa e spianatela nuovamente, procedendo dallo spessore più ampio dei
rulli a quello intermedio ed infine più stretto Fate così per 3 o 4 volte fino ad ottenere una sfoglia liscia e
compatta e poi, con una rotellina a taglio smerlato, ricavatene delle strisce di 5 cm per 10 cm (o della
misura che volete), e praticate su ognuna di esse due tagli centrali e paralleli per il lungo. Ponete le strisce
così ottenute (2 o 3 alla volta) in abbondante olio ben caldo ma non bollente (170-180 gradi al massimo),
girandole su ambo i lati e stando attenti a non bruciarle; appena diventeranno dorate, toglietele dall’olio e
ponetele a sgocciolare su di una brillantiera, griglia o carta assorbente. Quando diventeranno fredde
ponetele su di un piatto da portata e cospargetele di zucchero al velo vanigliato.
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Conservazione
Consigliamo di consumare le chiacchiere appena pronte, ma se desiderate conservarle potete tenerle un
paio di giorni sotto una campana di vetro oppure in un sacchetto di carta.
Curiosità
Esistono diverse varianti alla ricetta delle chiacchiere, come ad esempio la sostituzione della grappa con
altri liquori quali il rum, il marsala, il brandy, ecc... oppure l'aggiunta della scorza di limone grattugiata.
Vengono poi date forme diverse a questi dolci, come per esempio la romboidale, la quadrata, la
rettangolare, ma anche la striscia annodata, o altre forme particolari; in più bisogna ricordare che si usa
cospargere questi dolci con dello zucchero al velo oppure con dello zucchero semolato, e più recentemente
si trovano in commercio anche con delle variegature di cioccolato in superficie. Per la frittura viene usato
sia olio di semi che di oliva, oppure dello strutto puro o mischiato in eguale misura con dell’olio.
I consigli
L'olio per friggere le chiacchiere deve essere caldo ma non bollente. Quando avrà raggiunto la temperatura
ideale dovrete mantenere il fuoco vivace ma non alto. Se siete sprovvisti di termometro, per capire quando
è il momento giusto per cuocere potete servirvi di uno stuzzicadenti: se attorno compariranno delle
bollicine, potete friggere. Immergete allora un piccolo pezzo di pasta: se diventa scura immediatamente,
significa che l'olio è troppo caldo. Abbassate il fuoco e riprovate finché la pasta si dorerà lentamente.
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LA VIGNETTA DEL MESE
I PROVERBI DEL MESE
Se febbraio non febbreggia, marzo campeggia.
Sant'Agata (5 febbraio), conduce la festa a casa.
Gennaio e febbraio mettiti il tabarro.
Chi vuol di vena un granajo lo semini di febbraio.
Se di febbraio corrono i viottoli, empie di vino e olio tutti i ciottoli.
Per San Valentino (14 febbraio), primavera sta vicino.
Se febbraio non isferra, marzo mal pensa.
Gennaio e febbraio, empie o vuota il granaio.
Gennaio ingenera, febbraio intenera (marzo imboccia).
A San Mattia (24 febbraio) la neve per la via.
Febbraio febbraietto, mese corto e maledetto.
Febbraio corto (o Ferraiuzzo) peggior di tutti.
…E noi vi diamo appuntamento al prossimo mese…
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