L`intero patrimonio e le informazioni catalografiche dell`Istituto

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L`intero patrimonio e le informazioni catalografiche dell`Istituto
L’intero patrimonio e le informazioni catalografiche dell’Istituto Centrale per
i Beni Sonori ed Audiovisivi sono in corso di digitalizzazione. Quando saranno
disponibili online?
L’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (ICBSA) custodisce un patrimonio
di oltre 400.000 supporti analogici (vinile, nastri, videocassette ecc.) e digitali CD,
DVD ecc.) su cui sono registrati documenti sonori e audiovisivi, di carattere storico
e moderno, prodotti negli ultimi 100 anni. La collezione dell’Istituto viene
incrementata, oltre che dalle normali attività di acquisizione (acquisti, donazioni,
registrazioni ecc.) anche dai documenti pervenuti ai sensi della Legge 106/2004
relativa al deposito legale di quanto prodotto in Italia nel settore audio video.
Grazie a un massivo piano di digitalizzazione, è stata creata negli ultimi anni la
copia digitale di gran parte dei documenti sonori “analogici” conservati nell’Istituto:
tali interventi e la capillare informatizzazione dell’Istituto, consentono oggi di offrire
al pubblico, liberamente accessibili via web, il catalogo generale e un “estratto” dei
primi 30 secondi di riproduzione (a bassa definizione, ossia MP3 a 32 Kbit) di ca.
330.000 documenti sonori e 135.000 immagini che aumentano progressivamente
con il progredire delle attività di catalogazione e di conversione analogico/digitale in
corso.
Le limitazioni (in durata e in qualità) della fruizione dei documenti sonori in rete non
dipendono da problemi di carattere tecnico quanto e soprattutto per ottemperare ai
vincoli di carattere giuridico-legale, apposti per garantire il rispetto dei diritti dei
produttori (autori, esecutori, editori). (Continua nel file allegato in pdf)
Come noto, la duplicazione di un oggetto digitale originale (o di una copia legale) è
tecnicamente fattibile ormai per chiunque abbia un minimo di competenza tecnica e
consente la riproduzione praticamente perfetta e in numero illimitato di copie di
qualsiasi originale non protetto da adeguati sistemi di criptazione: esiste quindi,
nelle attuali condizioni di mancanza di protezione dei documenti sonori digitali
posseduti dall’Istituto un limite oggettivo alle possibilità di diffusione legale della
documentazione al di fuori di strutture di ascolto protette e garantite.
Per ascoltare il documento nella sua interezza e ad elevati livelli di qualità
(cosiddetta “alta definizione” sonora, 256 Kbit) l’utente è quindi “costretto” a
recarsi presso la sede dell’Istituto, dove sono a disposizione del pubblico postazioni
di ascolto. Solo con tale procedura oggi l’Istituto è in grado di assolvere ad una
delle proprie finalità istituzionali ossia la messa a disposizione del pubblico della
propria raccolta audio-visiva in sicurezza, nel rispetto delle normative di protezione
dei diritti.
È evidente però che tale metodologia operativa, se da un lato soddisfa le esigenze
di tutela di autori, esecutori ed editori, dall’altra limita le possibilità di diffusione del
bene audiovisivo, la cui promozione e conoscenza è fra gli obiettivi istituzionali
dell’ICBSA.
Dal punto di vista operativo, i citati limiti di diffusione si traducono, per l’Istituto, in
uno squilibrio tra la funzione “conservatrice” dei beni, pienamente attuata, e la
funzione di promozione che risulta limitata dalle restrizioni imposte al servizio di
diffusione.
Esiste poi un rilevante fenomeno rappresentato dall’utilizzo della rete da parte
dell’utenza per la ricerca di canali di accesso ai documenti sonori e audiovisivi, più o
meno leciti, attraverso i quali ottenere informazioni o files musicali e video integrali.
Escludendo le categorie di utenti dei ricercatori o dei professionisti, l’approccio di
ricerca in rete da parte dell’utenza incide sulla quantità delle presenze del pubblico
in sede.
In questo senso, si inserisce il progetto AUDIOTECA finalizzato a rendere operativi
entro il 2011 dei punti di ascolto del patrimonio dell’ICBSA presso le biblioteche
pubbliche statali.
La creazione dei punti di ascolto permetterà di utilizzare strutture pubbliche
appartenenti al Ministero per i beni e le attività culturali, già collegate in rete,
destinate alla diffusione e alla promozione della cultura, per realizzare per la prima
volta un’estensione del servizio di fruizione della documentazione digitale audio
dell'ICBSA, ampliando le potenzialità documentarie ed informative proprie degli
istituti bibliotecari e di contro consentendo all’Istituto di diffondere i suoi servizi in
ambito nazionale.
Il progetto AUDIOTECA equipara per appartenenza istituzionale, competenze,
funzioni, finalità e sistemi di controllo le biblioteche pubbliche statali all’ICBSA.
La ricaduta del progetto AUDIOTECA in termini di servizio sarà di estrema
importanza per il settore, in particolare per:
• ampliare il servizio al pubblico sul territorio nazionale con positive ricadute
sul numero delle consultazioni ;
• promuovere le attività e i servizi specialistici dell’ICBSA (ad esempio,
consultazione OPAC con ricerche specializzate, riversamenti audio, a titolo
oneroso e no, attività di progettazione e realizzazione di programmi audio
dedicati ecc.).
La Discoteca di Stato, ora Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi,
che conserva la più grande collezione pubblica italiana di documentazione
sonora, esporrà in modo permanente al Palazzo della Civiltà Italiana?
I tempi di realizzazione?
Il progetto di trasferire l’Istituto presso il Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR è
giunto alla sua fase finale: eseguiti complessi interventi sulla struttura architettonica,
sia nelle parti esterne che interne, si è oggi in attesa di risolvere le problematiche
riguardanti gli accordi per l’ultimazione delle opere di allestimento interno; per la
definitiva formalizzazione tra le parti interessate dell’utilizzo dei rispettivi spazi
(MiBAC, Fondazione Valore Italia, EUR Spa); per la ripartizione degli oneri di gestione.
Di certo, il trasferimento al Palazzo della Civiltà, che ci auguriamo essere ormai
prossimo, costituirà un capitolo di straordinaria importanza per l’Istituto in grado di
determinare un salto di qualità sia per la gestione del patrimonio e lo sviluppo delle
specifiche attività istituzionali, come punto di riferimento del settore in materia di beni
sonori ed audiovisivi, ma soprattutto per ampliare e qualificare l’offerta dei nostri
servizi.
Cosa comprende il patrimonio dell’Istituto per i Beni Sonori ed Audiovisivi?
Il primo, ideale, fondo della storica Discoteca di Stato si può considerare "La parola
dei Grandi", raccolta di voci storiche registrate da Rodolfo De Angelis nella prima
metà degli anni Venti.
Si trattava delle voci di poeti e scrittori quali Giacosa, incisa nel 1900, Trilussa,
Marinetti, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Bassani, Caproni, Luzi, Bertolucci; voci di
papi, a partire da quella di Leone XIII del 1903; voci di re: Vittorio Emanuele III; voci
di generali e politici della prima guerra mondiale: Cadorna, Diaz, Badoglio, Orlando;
voci del fascismo: Mussolini, De Vecchi, Balbo; voci di scienziati: Marconi, Fermi; di
politici della repubblica: Togliatti, De Gasperi, Nenni, Saragat.
Sebbene tale nucleo fu costituito prima dell’Istituzione della Discoteca, il cui Regio
Decreto risale al 1928, esso costituì una tappa determinante per la costituzione, in
Italia, di un patrimonio sonoro pubblico.
Ed infatti proprio a partire dal 1928 il fondo si arricchirà con documenti di folklore,
musica, teatro, danza, cinema. Oggi, nel loro complesso, le collezioni dell'Istituto sono
formate da documenti registrati su oltre 400.000 supporti tra cilindri di cera, fili
metallici, dischi, nastri, compact disc, videocassette, dvd, pervenuti tramite acquisti,
donazioni, convenzioni, deposito legale e registrazioni dal vivo.
Il deposito dei documenti fu regolato all'origine dalle leggi n. 130 del 1934 e n. 467
del 1939 che definirono gli scopi della Discoteca ed obbligarono tutte le case editrici
fonografiche italiane o rappresentate in Italia ad inviare, in duplice esemplare, copia di
tutte le loro pubblicazioni discografiche richieste. Sebbene allora le motivazioni del
deposito rispondessero a finalità di controllo e di censura sulla produzione,
determinarono i presupposti per la conservazione di una parte consistente del
patrimonio discografico nazionale e internazionale.
È utile ricordare che la legge n. 237 che nel 1999 ha istituito nell'ambito della
Discoteca di Stato il Museo dell'Audiovisivo che ha esteso l'attività di raccolta e
conservazione anche ai materiali audiovisivi e multimediali, quindi a tutta la
documentazione registrata su supporti non previsti dalla attuale legge di riferimento
che correva il rischio di andare perduta.
L’attuale materia sul deposito legale è oggi regolata dalla legge 106 del 15 aprile
2004 "Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati
all'uso pubblico" il cui regolamento attuativo è sancito dal DPR del 3 maggio 2006,
n. 252 (G.U. n. 191 del 18-8-2006).
Esiste inoltre una cospicua Collezione degli strumenti per la riproduzione del suono.
Come già citato, le collezioni dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi,
sono pubbliche e consultabili tramite un catalogo a schede, con le accessioni fino circa
al 1990 (ormai quasi totalmente riconvertito in digitale) e tramite un catalogo in linea,
con possibilità di ricerca dati riguardante la quasi totalità dei documenti della
collezione e con l'ascolto dell'incipit dei documenti sonori già digitalizzati.
L'istituto possiede inoltre anche una Biblioteca di oltre 13.000 volumi e recentemente
è stato riordinato l'Archivio storico che raccoglie la documentazione dell'evoluzione
della Discoteca di Stato nel corso degli anni e nei mutati contesti storici e culturali.
I principali fondi che caratterizzano storicamente le collezioni dell'Istituto sono
rappresentati dal fondo delle voci storiche, dalle collezioni musicali, dall’Archivio Etnico
Linguistico Musicale (AELM) e dai fondi relativi al Teatro.
Quali sono i servizi che l’istituto offre al pubblico?
Presso la sede dello storico Palazzo Caetani è possibile:
consultare il catalogo multimediale su OPAC (On-line Public Access Catalogue)
che garantisce l'ascolto e la visione del materiale multimediale digitalizzato
(circa 350.000 brani audio e 130.000 immagini) e la consultazione delle
descrizioni del materiale audiovisivo (circa 1.000.000 di titoli). La consultazione
del catalogo può essere effettuata sia in modalità ricerca semplificata o in
modalità ricerca avanzata accedendo direttamente alla banca dati in OPAC sia
consultando in sede repertori multimediali di musica, danza e teatro. È
altresì accessibile, attraverso un sintetico catalogo on-line, il catalogo della
Biblioteca. Il materiale pervenuto in Biblioteca dopo il 1 gennaio 2010 è
consultabile sull'OPAC generale.
Sempre nell’ambito della Biblioteca è possibile consultare i seguenti repertori
multimediali internazionali:
•
Oxford Music Online che include Grove Music Online, versione in
formato elettronico dei tre dizionari a stampa editi da Oxford University
Press: The New Grove Dictionary of Music and Musicians, 2. ed., The New
Grove Dictionary of Opera e The New Grove Dictionary of Jazz, 2. ed.
La base dati include il testo completo dei volumi delle corrispondenti
edizioni a stampa, oltre a 5000 link a risorse online correlate (immagini,
suoni, siti web). Continuamente aggiornato, il Grove Music Online è la
fonte più autorevole su tutti gli aspetti della musica, con ampia copertura
di stili e tradizioni da tutto il mondo.
•
The Oxford Dictionary of Music
•
The Oxford Companion to Music
•
Guide to Women Composers
•
International Encyclopedia of dance, versione online dell’omonima
prestigiosa opera pubblicata a stampa in 6 v. da Oxford University Press.
Con circa 2000 articoli, l’Enciclopedia esamina la Danza in tutti i suoi
aspetti (teatrale, rituale, tradizionale, etnico, sociale). Le schede
analizzano forme di danza, musica e costumi, spettacoli, biografie di
danzatori e coreografi.
Oxford Encyclopedia of THEATRE and Performance, versione online
dell’omonima opera pubblicata a stampa da Oxford University Press.
Oltre 4300 voci forniscono informazioni autorevoli e aggiornate su teatro
e spettacoli, dall’antica Grecia agli sviluppi più recenti in tutto il mondo.
Si parte dalla semplice definizione del termine fino ad analisi più
dettagliate di generi e movimenti nel loro contesto sociale e politico.
IIMP Full Text (International Index to Music Periodicals) Full Text
. Risorsa essenziale per lo studio e l’insegnamento della musica,
comprende oltre 460.000 registrazioni bibliografiche ed abstract ricavati
dagli spogli di circa 400 periodici di musica internazionali, dal 1874 ad
oggi. Testo completo di oltre 80 riviste.
RISM Répertoire International des Sources Musicales. Con oltre
551.000 schede bibliografiche, il RISM si prefigge di raccogliere e
documentare le fonti musicali internazionali (musica manoscritta e a
stampa tra il 1600 e il 1850) conservate in biblioteche, archivi,
monasteri, scuole e collezioni private (su piattaforma EbscoHost:
search.ebscohost.com).
•
•
•
È inoltre possibile prenotare una cabina per l'ascolto-visione in sede dei documenti
d’archivio:
il servizio è gratuito ed è rivolto a tutti gli utenti registrati presso l’Istituto. Si
eroga, esclusivamente in sede, negli orari prestabiliti con o senza prenotazione,
in cabine multimediali insonorizzate e pluriutenza. La prenotazione può essere
effettuata in sede, per telefono o tramite e-mail. Il servizio consente di
prenotare fino a cinque documenti per una sessione di ascolto della durata
massima di due ore. Per effettuare l’ascolto è necessario presentarsi al banco di
accoglienza almeno 10 minuti prima dell’appuntamento. In caso di ritardo
superiore ai 30 minuti la prenotazione s’intende annullata. L’ascolto senza
prenotazione, previa verifica della disponibilità delle cabine, è previsto
esclusivamente per i documenti digitalizzati.
Infine si possono richiedere riversamenti di materiali audiovisivi.
È possibile richiedere la duplicazione dei documenti audiovisivi, previa
autorizzazione della Direzione dell’Istituto e nel rispetto delle vigenti norme sul
diritto d’autore. La richiesta può essere inoltrata tramite posta ordinaria, email, fax, compilando l'apposito modulo.
Il servizio è soggetto alle modalità e ai costi previsti dal tariffario pubblicato
sul sito dell’ICBSA (www.icbsa.it)
È possibile richiedere il servizio download dei documenti audiovisivi dopo aver
espletato tutte le procedure indicate.
L’Istituto ha sede nel Palazzo Mattei Giove, uno dei 5 palazzi Mattei.
Effettuate visite guidate nella cosiddetta “Insula Mattei”?
Il complesso architettonico
denominato
"Isola
dei
Mattei", delimitato da Via
Caetani, Via delle Botteghe
Oscure,
Piazza
e
Via
Paganica, Piazza Mattei e
Via dei Funari, costituisce
un'organica unità urbana ed
è
luogo
di
molteplici
funzioni. Oggi vi svolgono la
loro
attività
di
conservazione
e
informazione archivistica e
bibliografica e di ricerca
scientifica sei istituzioni:
la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, la Fondazione Caetani, il Centro di
Studi Americani, l’Istituto Centrale per i beni sonori ed audiovisivi, l'Istituto della
Enciclopedia Italiana, l'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea.
Sorte in tempi differenti e con finalità distinte, tali istituzioni hanno deciso di far
nascere da una semplice vicinanza fisica forme di collaborazione più strette che
caratterizzino l'insula per una presenza culturale - oltre che urbanistica - forte,
definita da una rete di attività e di servizi integrati. L’ICBSA, in collaborazione con la
Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, organizza periodicamente visite
guidate a Palazzo Mattei di Giove, mentre è ancora in fase di studio l'organizzazione di
visite guidate al complesso di servizi culturali e di beni artistici ed architettonici
dell'intera insula Mattei.
Sulla rivista trimestrale «Territori della Cultura», il trimestrale scientifico del
CUEBC, sono stati pubblicati a sua firma due interessantissimi articoli sulla
storia della fonografia. Da allora tanta strada è stata percorsa. C’è interesse
da parte del pubblico, soprattutto giovane, di conoscere le origini delle nuove
tecnologie?
È indubbio che esiste un interesse potenziale delle giovani generazioni per gli antichi
strumenti di riproduzione del suono, una curiosità legata soprattutto al loro
funzionamento e al loro aspetto. Un interesse peraltro emerso sia nel corso degli
incontri formativi periodicamente organizzati dall’ICBSA e rivolti a scuole e università
ma soprattutto dai risultati del progetto pilota LABORATORIO DI ALFABETIZZAZIONE AGLI
STRUMENTI AUDIOVISIVI,
rivolto agli Istituti scolastici secondari di secondo grado,
realizzato nel 2009 e presentato al Salone Italiano dell’Educazione (Genova 11–13
novembre 2009). Un interesse che andrebbe sollecitato con specifiche iniziative e
apposite sezioni didattiche in strutture dedicate quali, ad esempio, la futura sede del
Museo dell’Audiovisivo.
In attesa del suo trasferimento nel palazzo della Civiltà Italiana l’ICBSA ha inaugurato,
il 3 ottobre 2010, una piccola sezione espositiva al terzo piano di Palazzo Mattei di
Giove, nella sala detta “Stireria”, che illustra, attraverso alcuni apparecchi originali, la
storia e la fortuna commerciale della fonografia dalle origini agli anni Trenta. I pezzi
presentati rappresentano una selezione dei macchinari più significativi della collezione
acquisita nel 2003 da Giuseppe Buonincontro, divisi in quattro sezioni tematiche:
I sezione
Il suono catturato... (nascita)
II sezione ... si diffonde nelle case... (diffusione domestica)
III sezione ...nei pubblici locali ... (ascolto pubblico)
IV sezione ...per gioco e per passione! (giocattoli e i portatili).
L'interesse dimostrato dai visitatori durante le visite guidate a Palazzo Mattei di Giove,
effettuate periodicamente nel corso dell'anno, nei confronti della nostra sezione
espositiva conferma l'ipotesi già avanzata che un itinerario espositivio-didattico che
documenti l'evoluzione dei mezzi di riproduzione del suono dalle origini ai nostri giorni
non soltanto riscuoterebbe un ampio gradimento da parte del pubblico, ma andrebbe
anche a colmare una lacuna che di fatto esiste nelle nostre sedi museali, l'assenza
cioè di un museo che organizzi una serie di informazioni e di materiali intorno al
concetto della musica riprodotta, che comprende non solo gli strumenti di riproduzione
del suono ma anche i supporti che nel corso del tempo hanno contenuto i fonogrammi
che le macchine stesse poi riproducevano. E questo tipo di museo acquisterebbe
maggior valore tanto più ai nostri giorni, proprio in relazione al fatto che la diffusione
di massa dell'ascolto musicale attraverso formati digitali compressi sembra aver
decretato la fine del supporto fisico così come lo abbiamo conosciuto, dal vecchio
cilindro di Edison al disco di vinile, dal nastro magnetico al compact disc.