rossi? - Flavio Briatore

Transcript

rossi? - Flavio Briatore
FLAVIO BRIATORE
PRESS ROOM
DATA:
9-10-2005
AUTORE:
Alessia Cruciani
ROSSI? SE VA FORTE LO PRENDO IO
SUZUKA (Giappone) Era il 1989 quando il ragioniere di Cuneo si presentò
in F.1. «Pensavo di rimanerci solo 2 mesi, 3 al massimo» dice Flavio
Briatore, l'uomo-immagine di questo sport. «Quale sport? Questo è un
business: avete mai visto una gara con 1.000 dipendenti per squadra?».
«All'inizio mi guardavano tutti storto - ricorda -. Non avevo esperienza e si
diceva che era un mondo difficile, per geni. Dopo qualche giorno ho
telefonato a Luciano Benetton e gli ho detto: "Mi sa che questi li battiamo
tutti". E così è stato».
- Quando ha deciso che le piaceva?
«Non mi piaceva affatto. L'ambiente è complicato, sono tutti troppo seri,
da anni parlano sempre delle stesse cose e sembra che si preparino ogni volta ad un conflitto mondiale. Ma c'era un
progetto in cui credevo da portare avanti».
- Ed ora è l'unico ad aver vinto il titolo con due squadre diverse.
«Il titolo sì, ma io ho portato al successo tre team e oltre 10 piloti. Ai tempi della Benetton ero anche proprietario
della Ligier, e Olivier Panis vinse a Montecarlo nel 1996. All'epoca trovai anche il tempo per salvare la Minardi».
- In realtà, ha contribuito anche agli ultimi trionfi Ferrari.
«Quando Michael Schumacher è andato a Maranello, è come se un braccio della Benetton si fosse staccato per
seguirlo. Con lui sono andati anche Rory Byrne, Ross Brawn e altri. Gli avevo trovati tutti io».
- Fernando Alonso sarà forte quanto Schumacher?
«Non posso dirlo ora. Di certo lo abbiamo scelto per gli stessi motivi che ai tempi della Benetton ci convinsero a
puntare su Michael. In mancanza di un grande budget, c'era bisogno di inventarsi un grande pilota. Loro erano le
persone giuste».
- Qual è stato il pilota più simpatico con cui ha lavorato?
«Uno simpatico bisogna ancora inventarlo. Nelson Piquet, Alessandro Nannini e Gerhard Berger erano forti. Anche
Jean Alesi, ma quanto mi faceva arrabbiare!».
- Perchè ce l'ha con Valentino Rossi?
«Non ce l'ho affatto con lui. Considero la F.1 una cosa seria, mentre lui ha detto subito che è tutto facile. Mi è
sembrato irrispettoso nei confronti di chi ci lavora».
- Ma lei lo prenderebbe?
«Se andasse forte, perchè no? Maradona era il più grande calciatore del mondo, ma non so se è bravo anche a
pallavolo. Non basta che ci sia una palla di mezzo».
- Se si parla di donne e dolce vita, lei è sempre protagonista. Quest'anno è
rimasto coinvolto anche nello scandalo finanziario dell'estate.
«Già, c'è stato il Grande Fratello della finanza. Ho fatto una sola
telefonata ed è finita il giorno dopo su tutti i giornali».
- Avendo visto la tv, non le sarebbe dispiaciuto alla fine bloccare l'imitazione
di Stefano Ricucci?
«E' divertente, lo so. Ma non mi è piaciuta questa campagna
diffamatoria nei confronti di una sola persona. Ce ne sono altre dalla
parte opposto che non vengono toccate. Perchè?».
1
FLAVIO BRIATORE
PRESS ROOM
- Accetterebbe di far politica, se glielo chiedessero?
«No, è un mestiere che ti assorbe completamente. In teoria sarei di sinistra, ma chi sta da quella parte dice di essere
innovativo e propone Romano Prodi! Fa ridere. Mi piace Mario Pescante. E' di destra o di sinistra?»
- Di destra.
«Non vedo molte differenze tra i due schieramenti. Chi fa politica dovrebbe solo far star bene gli italiani».
- Ha mai pensato di entrare nel mondo dello spettacolo?
«Sì, mi piacerebbe fare il produttore cinematografico».
- E gestire una squadra di calcio?
«No. Ora il vero business è in mano alle pay tv, che offrono le partite a prezzi stracciati. E gli stadi si svuotano».
- Che effetto le fa leggere i giornali che parlano di lei?
«Non mi disturbano le critiche, ma non sopporto le persone in malafede, che scrivono falsità solo per danneggiarmi.
Ogni lunedì sul Messaggero vengo distrutto da Giancarlo Baccini. Ma l'ho querelato, così come ho fatto con Il Sole 24
Ore. Invece mi piace quando scrivete che ho compiuto una vera impresa vincendo con la Renault. Io non posso dirlo
troppo ad alta voce, però è vero!».
- Insomma, alla fine perchè è rimasto in F.1?
«Perchè ora mi diverto. Tanto...».
2