bersani rottama d`alema
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Gabrielli (Protezione civile): “Gli emiliani terremotati hanno reagito meglio degli aquilani”. Dopo i danni della cricca, gli insulti Mercoledì 17 ottobre 2012 – Anno 4 – n° 247 € 1,20 – Arretrati: € 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 BERSANI ROTTAMA D’ALEMA Il segretario del Pd: “Non chiederò a Massimo di ricandidarsi”. L’ex premier: “Non spetta a lui decidere. Infatti mi ero rivolto al partito”. Dopo l’addio di Veltroni esplode la guerra fra il leader e il suo ex sponsor. Nuove firme false fra le 700 dell’appello dalemiano. E c’è anche un caso Bindi dc PASTICCI TECNICI di Stefano y(7HC0D7*KSTKKQ( +$!#!z!=!/ Feltri tecnici sono per definizione dilettanti della I politica. Ma alcuni di loro – per fortuna non tutti – si stanno rivelando dilettanti e basta. Anche nell’applicare quella tecnica di cui dovrebbero essere custodi. Monti ha fatto molto per restituire credibilità all’Italia, ma i suoi ministri ricordano agli investitori che siamo sempre un Paese confuso, pasticcione e approssimativo. Guardate la legge di Stabilità, il provvedimento che imposta il bilancio 2013: un sottosegretario annuncia in tv tagli dell’Irpef, il governo lo smentisce poi taglia l’Irpef. Il ministro dell’Economia Grilli promette per mesi che l’aumento dell’Iva a luglio 2013 sarà cancellato. Invece l’Iva salirà. Palazzo Chigi smentisce le voci (governative) che volevano un ripensamento sulla parte più spiacevole – e scorretta perché viola lo statuto del contribuente – della legge: il taglio retroattivo degli sconti fiscali. Niente da fare, salasso confermato. Ma non si può protestare: secondo la filosofia tecnica dobbiamo invece ringraziare perché l’Iva sale di un punto e non di due e perché alla fine saranno tassate soltanto le pensioni dei reduci di guerra (noti milionari) e non quelle di invalidità. I tempi duri richiedono maniere spicce, si dice. Ma l’accanimento sui pochi contribuenti che, loro malgrado, pagano sempre, non porta miracoli: il deficit vero nel 2013 sarà del 2,6 per cento, lontano dal pareggio di bilancio promesso da Monti, che infatti chiede ai mercati di guardare il dato addomesticato del deficit “strutturale”. Dei piani per massicce riduzioni del debito pubblico con vendite di patrimonio pubblico non si sente più parlare. Qualche mese fa pareva almeno che i tecnici fossero capaci di fare riforme sempre rimandate. Bisogna ricredersi: Elsa Fornero ammette di aver stravolto le pensioni senza sapere quanti erano i potenziali esodati che si sarebbero trovati senza reddito e, al Sole 24 Ore, dichiara di voler cancellare metà della sua riforma del lavoro: i limiti all’abuso di contratti precari stanno creando disoccupati invece che posti a tempo indeterminato. Così della riforma rimarrà soltanto la riduzione delle tutele e degli ammortizzatori sociali per i dipendenti. Se il finale della legislatura sarà confuso come queste ultime settimane, gli italiani cominceranno ad aspettare le elezioni del 2013 come una liberazione. Per quanto incredibile possa essere che qualcuno desideri il ritorno dei partiti al potere. Renzi: “Sto aiutando Pier Luigi”. Il suo vice: “Abbiamo vinto. I rottamatori sono loro. Li aspettiamo a uno a uno sulla riva del fiume” d’Esposito, Marra e Zanca » pag. 4 - 5 U di Antonello Caporale UNA GIORNATA DI BABELE DEMOCRATICA ersani fa finta di non intendere bene D’Alema e D’AleB ma si compiace di non compren- dere il filo del pensiero di Bersani. I due si scambiano parole vuote e le vendono per buone come accade al mercato per le melanzane già vecchie, messe sul banco come » pag. 4 freschissime. » LOMBARDIA » Indagati a Bergamo i vertici di Compagnia delle Opere Tangenti & delibere: “Formigoni favorì Cl” La Procura di Milano indaga per corruzione: imprenditore dovette ristrutturare una scuola di Comunione e Liberazione in cambio del via libera a una discarica. L’addio del Celeste: “La legislatura è finita” aveva voluta Formigoni in persona, scavalcando il L’ Consiglio regionale. Ora quella delibera che autorizzava la Cavenord di Pierluca Locatelli a smaltire amianto, finisce in un’inchiesta per corruzione. U di Bruno Tinti BATMAN, BERLUSCONI SAPEVA MA IL COLLE NON HA POTERI SULLE INDAGINI Mascali e Vecchi » pag. 2 L’INTERVISTA In collaborazione con U di Marco Lillo D’Agostino: “Soldi, mignotte e salotti tv, non cambia nulla” » pag. 3 U di Andrea Scanzi » L’AVANA LA7 E SANTORO: I SEGRETI DI “SERVIZIO PUBBLICO” Ora per i cubani è più facile uscire dall’isola odierna cronaca politica è a polemica è così pretecome una cipolla, più la Lstuosa da risultare perfetta L’ sfogli e più ti viene da piangere. per il centrodestra. Servizio Pub- Iscriviti on line e scarica il tuo biglietto GRATUITO per visitare il Forum e il SAIE su www.saie.bolognafiere.it O da ridere. La scena pubblica si è trasformata in Bagaglino con i partiti a imboccare la terza via dello Sturm und 'ndrangheta, e chi deve fare affari ha un alleato in più. Pagani » pag. 6 » pag. 18 Cavallini » pag. 12 LA CATTIVERIA blico riparte giovedì 25 ottobre. Su La7. Lunedì prossimo ci sarà la conferenza stampa. Michele Santoro non ama le anticipazioni, ma qualcosa si può intuire. O constatare. » pag. 14 Lombardia: preferenze in cambio di denaro. Almeno la Minetti l’elezione se l’è sudata » www.spinoza.it Il Flavio nella manica di Marco Travaglio oi che seguiamo con trepidante apprensione le mosse disperate del nostro amaN to Silvio accogliamo con sollievo ed esultanza l’ultimo retroscena svelato da La Stampa: “Il Cav progetta di candidare una folla di imprenditori” e “pare abbia già strappato la disponibilità di Flavio Briatore”, anche lui “contagiato dalla voglia di dedicarsi alla cosa pubblica”. Era ora. Briatore è proprio quel che ci vuole, anche in vista del “rinnovamento morale” auspicato tanto da B. quanto da Dell’Utri. Preveniamo l’obiezione dei soliti malpensanti: ma Briatore è lo stesso che è indagato a Genova per contrabbando e violazione delle accise sul carburante del suo yacht, ovviamente sequestrato? Certo. Ma proprio qui sta il rinnovamento: nessun politico finora era stato inquisito per contrabbando e violazione delle accise. Briatore andrebbe a colmare il vulnus che privava i contrabbandieri della necessaria rappresentanza. E anche, in un colpo solo, per quella dei biscazzieri e dei truffatori. Pochi ricordano che nel 1984, a soli 34 anni, il giovine Flavio, diplomato ragioniere con una certa fatica nella natia Verzuolo (Cuneo), fu insignito di due mandati di cattura dai giudici di Milano e Bergamo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, cui agilmente si sottrasse fuggendo ai Caraibi. In quel periodo, dopo gli esordi come portaborse di un imprenditore cuneese (ramo vernici) poi tragicamente saltato in aria nella sua auto, Briatore si arrabatta come assicuratore, maestro di sci e consulente tuttofare in piazza Affari a Milano del conte Achille Caproni (quello degli aerei), ma anche come agente discografico per la Zanicchi e soprattutto giocatore di carte nelle bische clandestine. È lì che s’intruppa in un’allegra brigata di “spennapolli”, specializzata nel reclutare facoltosi “clienti” invitandoli a cene luculliane con la scusa di trattare mirabolanti affari del tutto immaginari o discutere di inviti in tv con Fede. Dopo il caffè partiva l’idea di una “partitella” (ovviamente truccata) a poker o chemin de fer per spennare la vittima di turno e alla fine spartirsi il bottino: centinaia di milioni di lire a botta. C’erano il conte vero, Caproni, il finto marchese Azzaro, un avvocato da feuilleton, Adelio Ponce de Leon, il vicedirettore del Tg1 Emilio Fede, alcuni cazzari brianzoli che si spacciavano per generali venezuelani, sceicchi arabi, emiri kuwaitiani, ammiragli egiziani, armatori greci. In quella che il giudice istruttore di Bergamo chiama “la banda dei bari”, il ruolo del geometra Flavio è decisivo: aggancia i polli, mette a disposizione il suo lussuoso quanto pacchiano appartamento in piazza Tricolore e “porta una borsa o valigia con gli attrezzi del gioco (carte e sabò truccati) nella casa prefissata”. “Il gioco d’azzardo – aggiunge il giudice – è terreno esclusivo della criminalità organizzata” e “l’ipotesi che gli imputati abbiano ottenuto l’assenso, l’appoggio o la protezione dei clan della malavita organizzata ha trovato parziale riscontro. Sono infatti emersi rapporti del Briatore con Tony Genovese”, boss italoamericano, e di altri imputati con Saro Cattafi e con Enea, Monti e Virgilio, la triade della mala milanese. Alla fine, diversamente da Fede (assolto per insufficienza di prove), Briatore si becca in primo grado 3 anni a Milano e 1 anno e mezzo a Bergamo. Ma non fa un minuto di carcere: poco prima dei mandati di cattura è volato a Saint Thomas, Isole Vergini. E lì ha trovato il modo di trasformare in oro anche la latitanza, aprendo alcuni negozi per Benetton, che poi lo lancerà nel mondo della Formula 1. Intanto in Italia lo salva la solita amnistia del 1989. Ce n’è abbastanza per diventare un top manager. E ora magari un politico, un tecnico del “bene comune”. Che gli manca?