Relazione tecnica di parte sul caso S.E.
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Relazione tecnica di parte sul caso S.E.
Dr. CARMELO GALIPO’ Medico-chirurgo Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni Via Appia Nuova, 153 00182 Roma Tel. 06/45654106-347/3589096 RELAZIONE MEDICO-LEGALE SUL CASO CLINICO DI: S. E. Ho ricevuto mandato dal sig. S. E., nato in Roma il 24.03.19__ e residente in Vico E., 26, onde redigere relazione medico-legale di parte, relativamente all’errato trattamento ortopedico effettuato in seguito a grave trauma fratturativo del polso destro, e alle conseguenze che ne sono derivate. Scopo della presente relazione è valutare l’eventuale responsabilità medica dei sanitari e della struttura e le conseguenti affezioni patite, l’inabilità temporanea relativa e assoluta e l’eventuale danno biologico. Per attendere a tanto, dopo aver consultato specialista Ortopedico, ho incontrato il paziente ed ho esaminato la documentazione clinica dallo stesso fornitami. LESIONI RIPORTATE ED EVOLUZIONE CLINICA Dalla documentazione clinica e dal resoconto del sig. S., risulta che la sua storia iniziava nel mese di Novembre dell’anno 2014 quando, in seguito ad una aggressione, in data 04/11 riportava un grave traumatismo a carico del polso destro. Recatosi presso il P.S. degli Ospedali R. P. S., veniva sottoposto ad indagine radiografica che evidenziava “frattura pluriframmentaria scomposta metafisi distale radio a dx”, trattata con manovra riduttiva e doccia gessata A-BM. In data 07.11.2014 veniva ricoverato presso il P.O. San L. di C. con diagnosi di “frattura di Goynard a dx” e solo in data 14.11 era sottoposto ad intervento chirurgico di riduzione della frattura e stabilizzazione della medesima mediante filo di Kirschner percutaneo, oltre ad immobilizzazione esterna con apparecchio gessato. Dopo circa trenta giorni, venivano rimossi l’apparecchio gessato ed il filo metallico percutaneo, nonché effettuate le radiografie di controllo. Era quindi consigliato al S. di iniziare la mobilizzazione attiva del polso e della mano destra e di sottoporsi a trattamento riabilitativo. Da un controllo Rx del 16.01.2015 risultava tuttavia: “Generica riduzione del tono calcico. Esiti di frattura scomposta, pluriframmentaria della meta-epifisi distale del radio, con incompleto allineamento dei monconi e rimaneggiamento osteostrutturale … Piccolo distacco osseo in corrispondenza della stiloide ulnare …”. I sanitari consigliavano una valutazione ortopedica, effettuata in data 17.02.2015: “… postumi della frattura del polso dx consistenti in deviazione in senso radiale della epifisi distale del radio e sua deviazione dorsale. Ne deriva una limitazione dei movimenti articolari di circa il 50% che risultano altresì dolorosi”. 2 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò DOCUMENTAZIONE SANITARIA ESIBITA 1. 05.11.2014: PS N. 2014/20298 – Ospedali R. P. S.; 2. 07.11.2014: Cartella n. 2014/10010 del reparto di Ortopedia del P.O. S.L.; 3. 16.01.2015: Referto Rx polso destro eseguita presso Azienda Sanitaria; 4. 17.02.2015: Visita specialistica ortopedica – Prof. A. S.. ANAMNESI LAVORATIVA E NON Professione: pianista. ESAME SUBIETTIVO Il paziente lamenta deformità del polso destro, con persistente dolenzia e limitazione articolare, nonché deficit di forza. ESAME OBIETTIVO Obiettivamente si reperta grave deformità residua del polso destro con accorciamento longitudinale del radio rispetto al controlaterale, inclinazione radiale del polso e della mano oltre a deviazione dorsale; marcata ipotonotrofia dei muscoli antibrachiali e dei muscoli intrinseci della mano. L’esame clinico evidenzia limitazione articolare di circa la metà dei movimenti di flessione palmare della mano e della inclinazione laterale sia radiale che ulnare. Marcatamente ridotta la capacità di presa a pugno della mano. 3 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò CONSIDERAZIONI MEDICO-LEGALI Dalla attenta disamina della documentazione sanitaria si evince che il sig. S., in seguito ad una aggressione, nel mese di Novembre 2014 subì una grave frattura del polso destro, confermata dalle indagini strumentali effettuate presso il P.S. degli ORPS. I sanitari optavano per un trattamento conservativo mediante manovra riduttiva e posizionamento di doccia gessata A-BM. Tuttavia, la gravità del quadro (“frattura pluriframmentaria scomposta metafisi distale radio a dx”) imponeva il ricovero presso il P.O. SL, per poter eseguire intervento chirurgico, per cui però, inspiegabilmente, si attendeva una settimana. Inoltre, a parte il grave ritardo nel trattamento della suddetta frattura, il tipo di intervento chirurgico scelto è da considerarsi assolutamente inidoneo al trattamento della frattura in oggetto, anche riguardo alla relativa giovane età del S.. Le fratture della metafisi distale del radio, che presentano accorciamento, dorsalizzazione del polso ed inclinazione radiale, devono essere trattate in regime di urgenza o al massimo urgenza differita, mediante una riduzione anatomica a cielo aperto e stabilizzazione con placca e viti. La riduzione incruenta, anche se ben effettuata con l’ausilio di un filo metallico percutaneo, non è assolutamente sufficiente in quanto, la deformità radiale, dovuta alla compressione del tessuto osseo spongioso della meta-epifisi, si ripristina comunque entro pochi giorni dalla riduzione. Tale tipo di trattamento, in questa tipologia di fratture, è da riservarsi quindi a pazienti molto anziani, con scarsissime richieste funzionali ed affetti da gravi copatologie. In conclusione, si può affermare che la quasi totalità degli esiti di questa frattura sia da attribuirsi esclusivamente ad un trattamento errato e peraltro effettuato in notevole ritardo rispetto al momento del trauma. 4 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò CONCLUSIONI MEDICO-LEGALI Dall’attenta disamina della documentazione sanitaria e dall’anamnesi, si evince che il sig. S. E., a seguito di frattura scomposta e pluriframmentata della metafisi distale del radio di destra, trattata prima conservativamente presso il P.O. di Sorrento, e successivamente mediante riduzione cruenta con filo di K presso l’Ospedale San Leonardo di Castellammare, ha subito un peggioramento della funzionalità del polso e della mano di destra, che comporta tuttora deformità e grave limitazione articolare distrettuale. Il tutto comporta una grave ripercussione sulla cenestesi personale e lavorativa e una incidenza negativa sulla capacità lavorativa specifica (pianista). Tale esito è assolutamente addebitabile ad imperizia e negligenza dei sanitari che hanno avuto in cura il periziando. Un intervento chirurgico eseguito in urgenza avrebbe ripristinato una funzionalità del polso destro ottimale; inoltre un intervento di riduzione anatomica effettuato a cielo aperto e stabilizzazione con placca e viti avrebbe evitato il verificarsi di complicanze quali il dismorfismo e le limitazioni funzionali da cui il paziente è tuttora affetto. Il danno attuale rilevabile, inteso come grave danno alla funzionalità del polso e della mano, va interamente risarcito come “maggior danno” in soggetto che con gli esiti “regolari” di una frattura del polso avrebbe comunque avuto postumi valutabili fino al 3%. 5 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò Il maggior danno sopportato dal sig. S., valutabile nella misura del 10%, va inteso come differenza economica tra il 4° e il 13° punto delle tabelle del Tribunale di Milano. Tale maggior danno ricomprende anche la valutazione del danno estetico. VALUTAZIONE MEDICO-LEGALE Per quanto suddetto, il sig. S. E. ha subito un maggior grave danno biologico e un maggior periodo di inabilità quantificabile come segue: INABILITA' TEMPORANEA ASSOLUTA: gg. 10 (dieci); INABILITA' TEMPORANEA PARZIALE al 50%: gg. 20 (venti); Allo stato attuale la paziente risulta affetto da grave deformità residua del polso destro con accorciamento longitudinale del radio rispetto al controlaterale, inclinazione radiale del polso e della mano oltre a deviazione dorsale, marcata ipotonotrofia dei muscoli antibrachiali e dei muscoli intrinseci della mano, limitazione articolare di circa la metà di tutti i movimenti e deficit di forza, che sono da considerare a carattere permanente. La riduzione della validità psico-fisica del periziando, in relazione allo stato anteriore, determina un Maggior danno biologico permanente, valutato secondo criteriologia Medico Legale di analogia e proporzionalità, tenendo conto della prognosi e dell’età del periziando, e con riferimento ai Baréme della R.C. 1’, valutabile nella misura del 14% (quattordici). M. Bargagna ed Altri: “Guida Orientativa per la valutazione del Danno Biologico” Ed. Giuffrè MI 2001 e R. Luvoni ed Altri: “Guida alla valutazione Medico Legale del Danno Biologico e della Invalidità Permanente”. Ed. Giuffrè MI 2002 1 6 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò - La sofferenza patita e attuale del periziando è da considerarsi di entità media - Va valutata una riduzione della capacità lavorativa specifica da pianista. - Spese come da documentazione fiscale allegata. Roma lì, 23.12.2015 Dr. Carmelo Galipò 7 Il c.t.p. dr. Carmelo Galipò