Amore: un rischio per l`identità individuale
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Amore: un rischio per l`identità individuale
Amore: un rischio per l’identità individuale Affrontando la tematica dell’Eros, risulta impossibile non trovarsi ad analizzare il rapporto che, attraverso l’amore, si viene ad instaurare tra amante e amato; quindi, in altre parole, tra soggetto e oggetto. Questo deve essere di complementarietà o di affinità? E la specificità del soggetto viene mutata dall’esistenza del rapporto? Si incontra così la tematica dell’identità del “soggetto innamorato”. Secondo Galimberti sarebbe proprio questa identità, o meglio, la parte di questa a noi stessi sconosciuta, che ci fa apparentemente innamorare dell’oggetto: apparentemente perché, secondo il filosofo e giornalista, in realtà ci si innamora della parte irrazionale sconosciuta di sé che viene oggettivata nell’altro che la riflette fedelmente. Il soggetto qui riesce, attraverso l’amore per l’altro, a raggiungere una maggior consapevolezza della sua identità, della quale, prima dell’innamoramento, la parte irrazionale era sconosciuta all’Io. Attraverso questa spiegazione, si arriva alla conclusione che il rapporto tra amante e amato deve essere di affinità interiore, e che il soggetto rimane profondamente cambiato dal processo, che diventa conoscitivo, dell’innamoramento. Si riduce tutto quindi ad una conoscenza della propria persona? Se l’amore avesse soltanto questa finalità, gli atti, che possono apparire scellerati, che questo talvolta fa fare, sono difficilmente interpretabili: se amare significa conoscersi, non si può ammettere l’esistenza di un amore che implichi l’annullamento dell’Io. Eppure nella storia e nella letteratura non mancano certo esempi di questa distruzione del soggetto per mano dell’amore. Schopenhauer spiegava questo tipo di comportamenti come manifestazione della volontà della specie che è superiore a quella dell’individuo: l’individuo crede di perseguire la sua felicità e i suoi interessi con l’Eros, mentre esaudisce la volontà della specie che è mascherata: questa maschera è l’amore. La volontà della specie è di gran lunga più importante della volontà individuale, anche se l’individuo razionalmente crede di seguire quest’ultima. Per far sì che invece venga tutelata la volontà della specie questa si “maschera” da volontà individuale. La volontà della specie è così forte da portare all’annullamento di sé. Ciò è rintracciabile nel libro di Lev Tolstoj , Anna Karènina, precisamente nell’episodio che racconta la morte della protagonista. La morte è volontaria e ha il fine di liberarsi dai dolori della vita e di far soffrire l’amato. In questo caso la funzione conoscitiva dell’amore non viene esercitata tanto sul soggetto, quanto su ciò che è esterno ad esso. Il dolore e la rassegnazione portati dall’amore, disincantano l’apparente portando ad una comprensione più profonda di ciò che è esterno. Nonostante sia presente un aspetto conoscitivo, manca quel fine individualistico che Galimberti propugnava: l’azione qui è finalizzata soprattutto ad una reazione dell’altro. Sono la perdita della vita e la perdita dell’amato da mettere sullo stesso piano? Si può quindi definire amore come annullamento dell’identità? Nell’opera cinematografica che propone la vita romanzata della figlia di Victor Hugo, Adele, è proprio questo concetto di amore che ne risulta: Adele inizialmente alla ricerca della propria identità, ancora legata a quella del padre, la ricerca attraverso l’amore per un uomo che non la ricambia. Ciò che lei vuole essere, la sua amata, è reso impossibile dalle circostanze. Lei, non accettando questa situazione arriva ad annullarsi e a fare tutto in funzione di una reazione dell’amato. Così l’individuo, non vedendo realizzata la sua volontà (o identità voluta) si annulla. Ciò è solo una delle tante facce che l’amore può assumere e l’amore come annullamento non può essere dato come definizione assoluta. Avendo analizzato il particolare, a che tipo di conseguenze può portare l’Eros nell’identità del “soggetto innamorato”? Ciò che è innegabile è il fatto che con la formazione di un rapporto l’identità del soggetto si scinde: da una parte mantiene la sua specificità, dall’altra il soggetto diventa parte di un duo. Nasce così l’identità di coppia. Quest’ultima diventa “contenitrice” dell’identità individuale? Senza l’identità del soggetto, l’identità di coppia sopravvive? Si. L’identità di coppia cessa di esistere quando il soggetto smette di farne parte, ma l’identità di coppia cerca sempre di assorbire l’identità del soggetto. Quando questo processo si completa (non è un processo necessario), il soggetto si lega definitivamente al soggetto, perché nel legame ha ora la sua identità. Così si spiegano i suicidi per amore, i matrimoni a vita, la monogamia. L’Eros è quindi nemico dell’identità personale e sta all’individuo mantenere entrambe le identità. Nuzzo Stefano