l LUTTI DI LOD!RDil
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l LUTTI DI LOD!RDil DI MA.SSIJtiO D' &.ZEG 1..10. h te le nlie puole wrr dtm senlt1 1 Che frulh 1nf.àtniJ al tr:ad,tor th 1 rodo. Pari re ,. bgrm.llr mi •eclrai 1ns•ttuU!. lnl. C. :13. ©Biblioteca Nacional de Colombia l LUTTI DI DI l.'tiA. SSilU O D' AZE GLIO . Ma se le mie parole esser den seme Che frulli infamia nl 1raditor ch'i roJo, Parlare e lagrima r mi \'cdraì insieme. Inf. C. 33. FIRE NZE . FELI CE LE .l\ION IER. 184 8. ©Biblioteca Nacional de Colombia D ED Il' A. Questo Scritt o, destinato a far palese al mondo quali assassinamenti e quali iniqui tà si commettano dal Governo Austriaco in Italia , io lo dedico ai miei fratelli Lomb ardo- Veneti, e più particolann ente, alla onorata memo-ria di quei poveri popolani morti a tradimento dai soldati austriaci nelle ultime stragi di Lombardia. ©Biblioteca Nacional de Colombia o. Una g1·ande iniquità è stata comm essa in Milan la pire conce Iniqu ità, la magg iore di quant e possa ad vita la te ment e uman a: quella di toglie r ' 'iolen temcn colti d' imuomini disar mati; dunq ue viltà: ad uomini chiamati non ni provviso; dunq ue tradimento: ad uomi arbitt•io ed io, nè conda nnati in giudizio; dunq ue arbitr mette re mano ano d'osc uri sicarj : ad uomini cb e non potev sero voles li bile credi i loro uccis ori; che perci ò non era bello a ano veniv che , provo care: ad uomi ni all'op posto un fiStudio provocati onde un loro grido , una voce, veuedunq ; morte loro alla sto schio si facesse prete fmde. e ·io arbi11 , mento tradi à, -vilt a niamo alla somm quell e Fatto il paral lelo tra le stl'agi di Gallizia e ne cazio di Milano, si trova di più in quest e la provo frodo lenta: v'è progr esso. Italia Un fremito di pietà e di sdegn o s'è levato in e si fatti n so Si all'an nunzi o di quest i vitup erosi casi. i, uccis degli faranno in ogni città funerali per le anim e cd Dio a ere Per onora re la loro mem oria, per chied L'Ital ia ha agli uomini giustizia del sangu e innoc ente. questo un era ed o, dato un'or a al dolore ed al piant diede ro che li figliuo suoi sacro tribu to, dovuto a que' come o, debit loro il ono la vita pe1· lei. Ma essi pngar ©Biblioteca Nacional de Colombia -6- so, tulti sarem mo pronti a pagar·lo. 11 modo fu doloro bensì erlo, scegli lo o all'uom fu atr·oce ; ma non è dato ito il poterlo acceuar·e con fermezza. Ognuno ha ademp uto. compi è fatto Il il suo dovere. Ora io dico all'Ita lia: Rall egrati ; l' Austl'ia è ridotta è all' assassinio! L' Austri a assass ina! La tua causa ,·iuta. È vinta, percbè un governo che adopra cotnli mezzi, da che ripete la sua esistenza dal massimo tra i delitti , goun lo; patibo col quello che ne' privati si punisc e di verno che si fa un sistema dell'as sassin io (ed i casi non e a, sistem è che o Gallizia rinnovati a Milano provan da caso), rende palese al mondo ch'egl i è abban donato i tutti ti esauri ba egli che i; uomin Dio, maledetto dagli tti sogge ngono mante si e ano, ralfr·en si modi coi quali i popoli : non solo i modi onesti che conciliano le volontà, e consistono in un giusto e benefico reggim ento, tema quelli ancora che le costr·ingono; quelli ancora le tra ti nuti iniqui, e pure sin ora più o meno tollera nore qualch nazioni civili, percbè almeno serban o una ia. ma, una qualche appare nza di legalità e di giustiz onali, eccezi ali Tra questi modi contiamo pure i tribun le commissioni speciali , le tombe dello Spielb erg; facciamo a11' Austria una parte lar·ga, che non c'è con essa a bisogn o d'anda r troppo pel sottile ; concediamo che in sicura star onde ere, ricorr questi modi potesse Italia: ma ora, non noi l' affer·miamo, essa ba confes as· l' vuoi ci che o, bastan non che mato sato, ba procla sassiuio. Dunque lo ripeto , la causa dell'It alia è vinta. l\1a per· ottener·e che questa vittori a dall'es sere decisa soltanto vir·tualmente ed in pr·incipio, passi ad esserlo anco di fatto, è di pl'ima impor·tanza che sia resa nota, patent e, innegabile la verità. Non occon e dir·e quauto ©Biblioteca Nacional de Colombia -T- SUdi, quanto s'affanni or·a la diplom azia austria ca io ogni svisar e ~ua reside nza per negar'e, distrugger·e, palliar e o 1 casi di Milano. Questione vitale per gli oppre ssori, tanto più nell'et à presen te, è il nascon dere le opere . loro; questi one vitale per' gli oppre ssi, è il farle palesi i nemic nostri Invochiamo la luce sulle opere de' Invoo. bisogn come sulle nostre ; di null' altro abbiam chiamo il giudicio dell' inter·a civiltà cristia na; narria nel seno, suo nel e ar·disc tnole che cosa si comm ette, s' suo centro , coll' istrum ento e sotto il manto di quegll tmOrdini che essa accett a e proteg ge, e p e' quali ha leo Govel'n o, legittim o Govern di ativi appell Vati i belli na, cristia civiltà Alln NO! PATER o persin e re, 9 ale, o ugola o, noi Italiani abbiam già narrnt o altre volte del legiuim del legale, del regolare, o paterno, cal'cere duro, dello un Spielb erg, de'pio mbi; e la civiltà cristia na levb al grido conco rde di maled izione e d'orro re, che simile le eva Soffio di Dio, irromp eva nelle prigio ni, ne abbatt famila sole, Porte, e ridonava a molte vittim e l'a l'i a, il i glia, la patria. Stor·ia d'insid ie, di tor·tur e, di carcer di e ssioj d'assa nuova era quella. Ora ne abbiam o una sangue . Nnrriamo!a. Potreb be anco accader'e che nell'E uropa , nell' America, in quella nuova tena così pronta a saluta re il Pontefice t•edeotor·e e la redent a Italia, sor·gesse questa volla ; Qualcosa più che un grido di maledizione e d' orror'e gnasPotreb be essere che al funesto raccon to si ver·go sero, si sentiss ero umilia te, pensa ndo che sotto il regno di quel dritto ammesso ed accett ato da esse, e del quale i sono falle le prime custod i, siano possibili tali iniil Quità impun ement e. Potreb be forse sor·gere in loro di leggi, di i, trattat di dubbio , se quella vasta mole tradizioni, d'usi, di convenienze, di riguar di, che ordina e collega insieme il consorzio delle nazion i, ed è opera ©Biblioteca Nacional de Colombia -8- difesa, c vanto della civillà moderna , si fondi realmen te sulle basi del vet·o, del giusto, dell'utile univm·sale; o se, invece, sotto magnifiche apparen ze, non celi qualche vizio profondo e radicale , funesto all'avven ire dell' umallità. Se, verbigt·a zia, si possa asserit·e la civillà completa, provvida e sufficiente a tutti i casi , a tutte le necessit à, quando un governo può assassin are i suoi sudditi, senza che a questi i sia apet·to altro ricot·so fuot·chè il tt·ibunale di Dio. La potente Inghilte rra potrebb e forse pone a se stessa la seguente questione: V' et·aoo al mondo uomini forti che t•iuscivano ad impadt·onit·si d'uomin i deboli. Pet· ucciderli ? No: per arricchi•·si Vfmdendoli. Io bo speso il denat·o, ed il sangue t:.~ l volta de' miei tigli, perchè il debole non fosse venduto dal forte. Vi son ot•a uomini potenti, ai quali, pet• mantene r la lot•o potenza, non basta vendere i deboli; ct·edon necessario l'assassi narli. Io alzai la voce e la spada in pro de' peimi: non trovo nulla, assoluta mente nulla da fare per i secondi? Potrebb ' essere che la Francia rammentasse che ella spesso dice se stessa la grande, la generosa delle nazioni: che da essa partiva quel potente grido di libertà che corse l'in te m globo: che forte nel suo dritto, nell'arm i, nella antica sua virtù, si peoclamava un mo· mento campione dei popoli oppt·essi. Potrebb e venit·e a considerat·e che collocata da Dio all' aotiguat·do io quella scbieea di popoli che m·dinata s'avanza a combatt ere la barbarie e conquist are la civiltà, essa ha un posto d'onore sulle nazioni sorelle: e che i posti d'onore so n quelli de' grandi doveri e de'grand i pet•icoli; e che essendo più gloriosi degli altri, s'otteng ono e si conset·vano col far cose più nobili, piì.t animose , più utili, che non fanno gli allri. Queste due grandi nazioni , arbitre e guide deHa ©Biblioteca Nacional de Colombia -9- adendo, Civillà Ct'rsuana, potre bbem forse venit'Si persu mostra o, Milan di i quell come Che la possibilità di fatti d'una r'e vanta si poter di a prim , che t'im:me da far assai la soro nesse propo si che e esser gran civiltà. Potrebb' : lema pt'ob o luzione di quest ai loro Trovar modo onde i popoli relativamente legge la gover'ni non 5iano fuor della legge; non dico nadi legge la civile o politica, ma la legge cristiana, tura, e d'um anità . . Per Per ogni cosa al mondo s' è trovata la legge Wl i, onism antag gli tutte le relazioni, come pet' tutti vi li; popo tr'a , 'ni gover tra li, individui , tr·a corpi mora ecagli no persi e norm e limiti son leggi che pr·elìggono ra, le leggi cidj ed :Jila distruzione, le leggi della gueroppresso lo popo un u·a o duell del duello: -ed il gran , con modi tanti in che e, essor ed uu governo oppr atcomb può si e ment lunga così e tante diverse armi è perch Dio, di zio giudi dir·si può ente tere, che veram ia la vittor è il solo nel quale basta meritar veramente si ponon , leggi avr'il non solo o quest Per otten erla; ti , illeci tranno in esso distinguer·e i modi leciti dagli goil che e gli orror·:Jti dagli infami ? Sarà indiiTCt'ent cd anni, cond lo izio, verno convenga il suddito io giud azzi, l'amm a pr·im alla che 'o, allor·a soltanto l'uccida; ovver scerlo e senza s:~per di sua colp a, senza neppur· cono anche ro rasse impa iti sudd i se saper chi egli sia? E rgove i bero direb cosa che e, essi l' at'te d' assassinar oppttre be sareb che e ment in loro ni? Non vene bbe e per cotali Portuno vi fosseeo leggi della guerl'a, anch lotte ? bra di Questi ques iti, cd il solo mostrare un'om son·iceno speranza t:he pos ano ottener r·isposta, farà linla le amen d<'rc la diplomazia. Jon è questa sicur lop di la di r-icor· gua delle l'\otc c de' Pr'otocolli. )la si ©Biblioteca Nacional de Colombia -10- mazia ' · che sei mesi addietro quando s'agitava tr·a la corte di Roma ed il gabinetto di Vienna la ques tione di Ferrat·a, il cardinal Fenetti, cbe non e1·a uso al linguaggio de' protocolli, ma bensì a q nello della giustizia e della verità, udl di•·si da un ministro: - Questo non è stile diplomatico; - e pl'Onto rispose: -Se non è stile diplomatico, è stile mio. -E l' opinion pubblica in que Il' occ:Jsione rise del ministi'O, non del cardinale. Noti la diplomazia questo fatto, e vi scorger·à forse uno de' molti segni precursori d'un'era nuova pet· Ici. Vedrà che il suo ger·go, ven et·ato ed accettato senza esame dalle gener:Jzioni pass:lle, non è per incoutt·aJ·e ormai eguale fortuna presso la generazione p•·esente: che l' opiuion pubblica può aver fantasia d' emq,nciparsi al punto di chiamar una volta fl'Odolento chi v' insidia, invasore chi occupa il vostro, assassino chi inerme ed a tradimento v'uccide. Un grande antagonismo si viene ogni dì pii1 manifestando tra la coscienza pubblica e quella della diplomazia. Da una par·te stanno i pochi e gl'interessi de' pochi ; dall' alu·a stanno l' intere masse e gli interessi dei più: non è diffieile prevedere per qual pat·te alla fine si di('hiarerà la viuoria. La verità di quel cb' io dico, appare luminosa in questi giorni nelle pt·ime discussioni delle Camere f!'ancesi. Da sei mesi il ministero, la diplomazia francese, il signol' Guizot, banno la\'O t'ato, sudato, e, credo, esauriti tuui i segreti dell'arte circa le cose d'Italia per risolvere in loro favor·e quel gran p•·oblema (e non es( sersi ancora avveduti cb' egli è insolubile! ) dell' essere e non parere: certo nulla si può tJ·ovar·e che abbia mighor gal'bo, e possa dit·si più diplomaticamente incolpabile, che le espressioni de' documenti sottoposti ©Biblioteca Nacional de Colombia -11- t. aiJ• esame della Camera, e delle parole del signor Guizo alcuni Ma tro. minis Sono il sublime dell'a rte del restar discorsi eloquenti ( pe1·chè vm·i , e secondo la realtà , delle cose) hanno rovesciato questo castello di carte uffiveglie le e fatiche le Son bastati a render inutili · ciali di tanti mesi; e l' opinion pubblica dicendo al signm una è a politic loro la che azia diplom GtLizot cd alla sua vergogna, rimette a un tratto le cose al loro posto :reale, e potrebbe aggiungere come il cm·dinal Fe•·•·etti mio. stile è atico, diplom stile è non Se questo Gli uomini - cosa curiosa ! - si sono per· secoli nresi complici, colla loi'O ammir·azionc, di chi li torme il Venne . fu•·bo tava: dapprima il più forte, poi il più an. 1·io, equilib d' i, tempo in cui, a forza di precauzion e ~be il più forte poco potè fa•·e più degli altri. Rimas farsi o essere potè cl1i e : •I campo aperto al piir furbo , e credere tale, vide iuchinm·si a lu.i tutte le fronti cui to appun coloro di fronti le i) (Quel che è da notars gran una Ma rie. fm•be sue delle toccava pagar· le spese nza, lllutazione s'è operata ora nell'opinione, nella coscie comla aver più usa s' Non ico. pubbl del nel giudicio coi Plicità deiJ'ammir·azione nè coi forti nè co' furbi, nè secoli ta sessan Conquistatori, nè co' diplomatici. Dopo scod'esistenza, l'uma nità finalmente ha fatta la gran za, eguen con per e, Pe•·ta, che toi'Da meglio ammirare, lli!flage suoi i che sto Por-tare i suoi benefattOJ·i, piutto È anche vero che il regno dell'astuzia venuto dopo quello della forza, il regno della penna venuto dopo quello della spada, il regno della diplomazia venuto dopo quello della milizia, non può lagnarsi nè trovare strano e e gli uomini non sono in una gr·ande ammir·azion g1·an delle sue gesta. Il Congresso di Vienna, quella è Presa di posf.esso della diplomazin, in una sola cosn quello Pienamente riuscito; a render cioè impossibile ©Biblioteca Nacional de Colombia - 12- che voleva stabilire. Tutlo ciò ch'egli fece, l'Europa l'ha disf<.llto. L'anima del Congresso, il Principe di Met~ te.·nich, ebbe a due terzi della sua carrie.·a un avviso di ciò che doveva accadergli alla fine. Nel 1850, nelle giornate di Luglio, dovè comparirgli come a Bruto il suO' callivo genio, e dil'gli: ci rivedremo non a Filippi, ma io Italia. Il catlivo genio del Pl'incipe è il buon genio der popoli; è l'Angelo cui Dio commise vegliat·e sulle nazioni: coneggel'le colla spada de' conquistatori, colle catene de' dominatol'i stranieri, provat·le e purga de al lento fuoco dell'oppressione: e conette, e ritemprate, e falle degne d'uno sgu:u·do di Dio, t·ipode su quella via cb e avevano abbandonata, ed in quel posto che p m' le loro colpe avevan pet·duto. A quest'epoca di perdono è giunta l'Italia: epoca salutata dalle grida di gioia dell'intera Nazione, benedetta dalla Santa destra del gran Pontefice, accolla dal plauso ddla civiltà cristiana sovra anche le rive dell' Atlantico. All'Italia purificata da quallro secoli di penitenza, all'Italia assolta delle sue colpe, all'Italia accolt3 d• nuovo nel consorzio delle Nnzioni , tendono la mano le rwzioni sorelle , le volgono parole amiche, le fanno animo a portar degnamente e raffermarsi sul capo la sua nuova corona: da tutti i punti del globo, sotto ogni clima, sotto ogni govemo, sotto ogni culto, si commuovono i cuor·i, sorge la voce de' popoli, e saluta Nazione l'Italia. Un sol cuore t•imase di gelo, una sola lingua muta nel mondo; il cuore, la lingua ufficiale, quella della diplomazia austt·iaca. Cbe dico muta e di ghiaccio? tmppo seppe commoversi e parlare! E quali fosser·o i suoi alti e le sue parole, voi lo sapete, Principe di l\lettemich; e lo sa chi fuori del vostr·o dominio, tuttavia lo ubbi~ disce e l'accetta. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 13- . Quando l'Europ a e l'America levavano un grido di Indignazione per l'insulLO di FmTat·a, la vostra diploma7.ia, alla destra ed alla sinislt'a del Reno, che fece? che disse? Ho pochi documenti pet' provnre quello che fece; anzi ne bo uno solo, ma è però il più tremendo di quanti se ne possano pt·odurre: l'opinion pubblicn, senza docu~enti, sa e dice e condanna quello che fece la vostra dtplomazia. Non conosco piit autentico ed itTectlsabile documento di questo. Ma per sapet·e, anzi pet· pt·ovare quello che disse, non ne manco, per la grazia di Dio e della costituzione francese. Quando il cardina l Ciacchi, colla fot·te noncuranza delle forme ufficiali che nasce dal senso del pro1)l'io diritto , Pt·otestava in nuovo modo contro la violnzione del territorio Papale, la vostra diplomazia, o, per dir meglio, l'eco suo d' olLI'e-Reno, non sapeva trovai' nulla di meglio del seguente precetto : (( Voi fareste meglio a non dire al mondo quello » che fate: uon è buona diplomazia. l) Ed io rispondo come il ca1·dinal Fenett i, c dico e diciamo noi tutti: <<Se non è buona pe1· voi, è buona per gli offesi, di tutli gli l) noi; >l è la diplomazia di tutti 0 Ppressi , di tnlti gli spogliati , gli assassinati , dal Principio del mondo fino ad oggi, e lo sarù fino :.~l dì del Giudizio: e di questo appunto deve pe1·suadersi e dat·si pace la vecchia diplomazia del Congresso, della Santa Alleanza, dello sta tu quo ; di quello stato pcl quale ha tanto sviscerato amor e- e non ce1·to amor Platonico! - deve persu:.Jdersi che se essa adopt·a la diplomazia dell'aslUzia, del•mister o, delle forme a1·cane del linguaggio uffici:.Jie, pet·chè le mette conto ; noi Usiamo l'altra deii:J pubblicità , della schiellezza, delle forme chiare, della lingua e del senso comune, pet• la Stessa rngione. ©Biblioteca Nacional de Colombia -14- 0ra cb e l'opinione è regina del mondo; ora che LUtte le fronti, anco le più superbe, s'inchinano c tremano a' piè del suo trono; si c:1pisce che la vecchia diplom:~zia faccia di tullo percbè non vi poHiamo le no· stre ragioni. Si capisce che per impedircelo, usi ed abbia usato tulle le arti, e pet'sino quella di dar un ridicolo a chi perora la propria causa col mezzo della lingua e del senso comune. Sento piena m ente quel che v'è di patemo e d'amorevole nel precetto suddetto dato al Governo Romano, col quale s'è degnato illurninat'e la nostt'a igoot~Jn za, ed insegnarci come s'usa e si parla cogli uomini offi· ciali: ma essa alla sua volta dovrebbe capire e sentit'e, che ha che fare con impenilenti ostinati, ed ostinati per una buona ragione; e se non lo intende e non lo sente, non ci dà una grande idea della sua perspicacia. Restiamo dunque d'accot'do cogli uomini officiali, che essi parlet'anno la loro lingua, e noi la nostt'a: che essi uset'aono il lot'O potere come l'intendono, e noi la pat'ola come ci pare. Il mondo sarà giudice tra noi. Ed incomincio subito, e prima ripeto alle gra odi nazioni poste alla testa della civiltà: - Fi nchè nel suo seno accadono fatti simili a quelli di GaUizia l' anno scorso, e di l\Iilauo testè, senza che sia pos ibile appli· car loro un ft'eno, un castigo; la vostra civiltà è un'illusione. Il maggiore de' suoi benefizi t'ima ne sospeso, il più vitale de' suoi bisogni non soddisfatto, il più importante de' suoi problemi insoluto.- Trovar tutela ai pt·imi e più santi dir'illi, ai diritti almeno di uatul'3: eccovi il problema da scioglict'e: O tmvatc modo a risolvel'lo, o finite di vaot:lt'e la vostra civiltà. ·Poi dico all' Austria:- I trauati v'hanno daLa una porzione del suolo italiano. Sia pure. ì\la mostr'atemi iltratLaLo che v' accorda il diritto di mancal'e alle ©Biblioteca Nacional de Colombia 11>- Promesse fatte :1i vostri suddit i, e d'insid iare i sudditi altrui, d'esse re in cospir azione perma nente contr·o tutti gli Stati ltaliaui? Voi negate il fatto? l\li doman date le prove, i docum enti? Già l'bo prodo tto il mio documento. -L' opinion pubbli ca tiene innega bile il fatto e, senza docum enti. -Non volete dunqu e persua derven io bo o bisogn Che essere? a bisogn che oggidl pet parete ilità possib nell'im porvi di sare, confes a di costrin gervi di negar·e, quand o il mio e vostr·o giudic e, il gran giurì o, dell'op inione pubbli ca, si dichiar·a pienam ente isu·uit codi si dichia ra convin to? I trattat i vi danno il diritto re Stringere i vostr·i sudditi Lombar·do-Veneti ad ubbidi nudato uu r·mare al vostro voler·e, il diritto di t1·asfo mero d'Itali ani in Austri aci, di assorbi1·e l'oro sudato sulla gleba italiana a pro del tesoro imper iale, di spat·rigere a vostra posta quell'a ntico s::mgue latino che di difesa in r·lo sparge e bollì a Pontid a c Legna no, danno Vi lia. all'Ita ferro quello scettro che fu ed è di il diritto d_i togliere alla lingua italiana, di cancel lare li ne' suoi scritti , e (se lo potest e) dai cuori, i vocabo popolo ogni che ec., le aziona Ono1·n , Patria , Italia, Amore tiene i più santi e venera ndi, che og11i gent-e ha diritto di p1·onunciare; i trattat i (bei trattat i, per Dio! degni d'una perfet ta e cristia na civiltà) -.i danno il diritto d'accu sare, giudic are, conda nnar come felloni colm·o , che li pronu nciano : sia pu1·e. Ma mostra temi, lo ripeto , accusa senza dere d'ucci il trattat o che vi dà il diritto ucd' te; uccide chi saper senza senza forma di giudicio, il eidere per istrad a, a caso, gente inet·me, sot·p,·esa? assasto pretes un con a potel'l per arla, dritto di provoc sinare ? E chi sono costor o che assass inate? chi erano quelle povere vittime? Erano te..ribili e pericolosi nernìci, che non aveste altra scelta se non o pel'ÌI'e voi, Od ucciderli '?Doveva Vienna tt'ema re fincbè respira vano? ©Biblioteca Nacional de Colombia -16- Quc' vecchi di settant'a nni, quelle donne, que' fanciulli di dieci, avevano in mano le sor·ti dell' Imper·o, i de· stini dell'Austria? I vostri proclami ce l'hanno detto chi erano. Voi avete pmnunziata la prediletta, la sacra· mentale, la ripetuta fease della lingua officiale, avete chiamata la vostra vittima, e noi: Una sella perwrbatrice , amica del disordine , nemica dell' ordine , delle leggi ec. ec. Dopo i fatti di Milano, già due volte ne'vostri proclami ci a\'ete così definiti; ma se due volte ci dite sella, noi vi rispondiamo tre volte: -siamo NAZIONE! NAZIONE ! NAZIONE! Siamo Nazione che ha compiuta la sua pena, che ba ter·minato quel duro ciclo di mali al quale l'aveva per le sue colpe dannata l'Onnipotente. Siamo Nazione che ba oLLenuto il suo perdono ; Nazione· riconciliata con Dio; Nazione riabilitata dagli uomini e dalla civiltà; Nazione redenta, e trovata degna dal Gr·an Pontefice della sua benedizione: sia m Nazione che, dopo aver fallo im· pt•ovvidi sfot·zi, tentato fallaci vie per racquistare i suoi diritti, da due anni ha conosciuto qual fosse la via cer· ta, la via degna, sapiente, virtuosa, per· giunget·e alla gr·nn meta: Nazione che s'è levata intera, fr·anca ed unanime; e si muove lenta, ma sicura, alla volta de' suoi nuovi destini; Nazione che ha la prima trovato il modo d'abbatt er· la forza senza forza, la violenza senza vio· lcnz:1, 13 frode senza frode; d' infrangcr·e l'armi vostre scnz' armi, di farvi guerra mortale, la più tr·emenda che potesse offendcr·vi, srmza spnrger gocci3 di sangue; di sottrarsi al vostro giogo, di mutarsi, tr·asformar·si tutta, senza aver· in due anni offeso un solo individuo, fatto ver·sar una lacrima, eccitato un lamento! Siamo Nazione che v' afft·ontn ot·dinata, duci i suoi Principi; che sta co' suoi sov1·ani, c gli ubbidisce e li segue, e f01·ma ed è una cosa stessa con lo l'O: Nazione che ha potuto e sa· ©Biblioteca Nacional de Colombia -17- PUlo persuader! i c non sforzar·li, conciliarsi i suoi opPositori senza mnnomet te l'li ; siamo l'ì:nionc, iu una Parola, cl:rc ha saputo fae una grand e, una completa ri''olnzione senza un dclitLo! Ecco chi siamo noi, ecco h Setta che voi dite. 711::1, seiocco io, che perdo il tempo a dirvi l'Ili siamo , quasi uon lo sapest e, e non lo sape ·se r intero nH.ndo ! dir'll CH':l ~fa poichè v'ho pm· detto cl:ri sia m noi, vi \'1~ nga: s'appo più noi di chi o Chi siete voi; c n•dr m il ami due noi rli chi sella, sia due noi rlrcmo l'h i di bt>nc, iniquo od giusto sia , ordinr l' bi pcrt11r diso1·dine, lleuo o maledt'llO da Dio; chi di noi ahbia impresso io fr·oute il marchio delUn gelo dell' cslcl'minio, od il 'Se· B'no Ùl'lb r·rùenzione. Prima però di dirvi chi siete, vi dir·ò chi nort siete. Voi non siete l'Anstr·ill, benchè per cspr·imrrmi e male m'csp r·essi - v'abi.Jia così chiamati. L'Austl·ia s'intende r llllpero, s'inten de lt! dodit:i Provincie o S1ati o i Itrgni che lo compongono, s'inten de i trcntasei miliou iacalunn esse1· potrei io E1I d'uomini che lo popolano. tor·e d'una tanta moltitudine al punto di dil'la una CtJS:t l01·o coSle sa con voi? di porre -sul como loro, sulla la voenti, por·tam vosu·i i a, politic vostra la a, scienz Stl·a mOI'ale? di crcùer·e che i sepolti vivi dello Spielberg, gemessei'O in quella lunga agonia per· loi'O giudit:io ~ Che Szela in Callizia, R:ldetzky in Ilalia, agissero per lor·o mandato ? Ben Sllrci pazzo, ben sarei iniquo se tal cosa cr·~ dessi; mcnu·e rrPdo invece, e so, elle I'Austr·ia, c1oè la. superiore e l' infcr·ior·e, la Boemia, la Galli~.ia, la , !ora, via, la Slcsia, la Stir·ia, l:t Car·inzia e Car·uioi:J, il Tirolo r·acz~ di di discor tanto genti , Veneto la Lomb ardh cd il ©Biblioteca Nacional de Colombia - 18- di culto, di lingua, di costumi, di desidr tj e speranze, in una cosa sola concot·dano - NEL MALEDIRVI. Tanto poco li credo una cosa sola con voi, ch' io vonei cbe la mia debole voce si mutasse in un tuono tant'altO da poter corret'e sino agli es trem i limiti dell'Impero, e giungere ai sellantadue milioni d'orecchi de' vostri sudditi e pOt't:H' loro una pat·ola d'amore e di pace, per parte di quell'Italia che ha comun i con la maggior parte di loi'O e speranze e sventure. Vorrei che snpesset'O cbB noi non ::tbbiamo guetTa nè inimicizia nè odio con po· }Wlo al mondo; e l' abbiam solo contt'o l'iniquità ctel vostt'O operare. Vorrei dir loro, che se essi, str·etti dalla dm·a catena della vostra milizin, sar·anno un giorno stra· scinati in Italia ad oppugnat·e i nosu·i dirilli; noi do· \Temo cnmbatted i, com'essi doiT:mno combattere i soldati italiani, condctti forse da altrellanto fel'rca ne· cessità a conculcare i loro. Tr·ista, dq!oi'Os::t condizione ad entr::tmbe: condizione che potrebbe sciogliersi c mu· {ar·si, se nel cuor degli uomini fosse più innanzi e piit concorde il senso del vero e del giusto; ma cui ci tocca rasscgn:H·c i per ora. Condizione da tenersi qual fatal conseguenza di vecchie ingiustizie; ma che non deve fom entat'e odj da popolo a popolo , e farci invrce av~ vertiti quanto utile e desiderabile cosa sarebbe che fosse intera, assoluta, universale concordia tr·a loro. Queste parole vorrei dire alla valorosa Uogher·ia , alla colt!l Boemia, a quell'infelice e nobile Gallizia nello cui viscei'C insanguinava J' artiglio quella \'OStra aquila di cui ci fa spa1·ento il Breindl' d'Italia, il maresl'iallo Radeszki, fatto cosi bello oratore nel suo PI'Oclama. Vorr·ei dirle a quanti d' oltr' Alpe volessero udirle cd accoglierle cotl ! 11reiodl di 'W "lleslorn, copitano del circolo di 'l'amow, ordinatoro d•li' slngi di Gallizid. ©Biblioteca Nacional de Colombia -19- quel cuore medesimo con cb e le volge Joro l' Jtalia. Or·a vedete se tengo voi e codeste genti una stessa e medesima cosa! Voi non siete f>ssa, non siete i trentasei milioni che governate. I nostri Principi, essi sì possono dire d'esser noi , ed una cosa stessa con noi : voi non potete dir Io Stesso coi sudditi vostl'i. Il solo vincolo cbe con loro V'unisce, è quella catena che all'un de'cap istrell o dal Vostr·o pugno, si chiama violenza; all' altro capo ove scr·ra invece i polsi de' vostri sudditi, si chiama necesSità. Funesto vincolo, fallace e fragil catena , che tesa sover·chio si stianta , e rimbalza nella feonte di chi la tiene, e non di rado l'infrange ! Ho detto chi non siete. Vediamo ora chi siete. Voi siete i pochi nei moltissimi. Siete mantènitori dell' ioter·esse, del bene, dell'ut ile dei pochi, a d:mno dell'utile, del .bene, dell'interesse dei moltissimi. Siete l'espressione viva e per·manente dei trattati del 1815, del Congr·esso di Vie nna : tr·attati imposti dalla forza; non sottoscr·itti nè accettati giammai dalle par·ti rea!. ll1ente interessate. Tr·attati già virtualmente disfalli, per· Chè voi stessi gli avete violati dal canto ''ostro, quando li tor·nava, e n' avevate la facoltà: percbè gli hanno rotti dal canto lor·o, quando il potNt ero, que11i ai quali gli avevate imposti con abuso di for·za. TraHati che LO· talmente e di fallo per·iranno pel principio mt?desimo Che li creava. Voi siete l'espre ssione , Vicnna, del Congresso di Vienna; di quel Congresso che s'intendeva l'appr·esentasse la giustizia europ ea, che tarlto pr·esuDleva del suo senno , e neppur ebbe il senno (dovrei dir·e il senso comune) di conoscere che i tr·attati si ren. dono dintur·ni, non colla forza che a nm·ma della fortuna volubile facilmente trapassa da una mano all'alt ra; bensì colla giustizia, col soddisfare ragionevolmente i ©Biblioteca Nacional de Colombia -- 20 dr itl r 1j, gli intr•·rssi, i bisogni delle pa1·ti conl.raPnti; C'li l' lrg-a le volontà, c le indurc a mantenere l'accordo l';illo. 1 Vo i profPssate la fcùc della fot·,:a brutale, della roLtica segt·eta, astuta (e se nepput· sapriate essere ustnli, lo rrovPrà l' nvvenit·c! ) , e della mnlaff'dc; "oi siri c i suoi mnl'stri, i suoi sacc•·doti; n'avete fatta una scuola, l'avete ridotta ad un tal chr di simile alla l'Cii· ginno cd alla lin[{na a•·cnnu dc' s~H'Prdoti di ~lcnfì, o dei sC'It:wi mode'rni. Voi siete sctt~lJ·i quanto costoro, cd as· sa1 pii1 fatali all'umanità. Voi siete quella setta rhc del piÌI geloso, del pii• augusto, del pìi1 santo de' ministeri, di cpwllo del govern::~re un popolo, n'avete f·•llo un nvrcato, un monoplio, un ist1·umento onde anicrhiec; un' m·c:1na srectllazione !'ist•·ctta ad una limitata fazione, che nel seno di quella società colla quale dovrebhc a,·er l.utto in comune, ne è invece separata di pensiet·i, d'affetti c d' interrs~i; è in gelosia ùi tutti, in guer1·a con tulti, ed in abqrn inio a llllli; che non ha idea nè cur 1 di bene o di male assoluta , ma conosce soltanto cii1 che è (o cr-ede) utile al suo trionfo, e cii> che gli tol'lla dannoso. Voi siete quel mostro dnllP mille teste. dalle mille branche, dall' immnnc \'rntre, e pur senza viscct•c (dico viscere di pict~t), che Yicn detto Burocra2 zia: ecco il nome della vostra setta. E che m' imporl:l f [ lrattnli àl Vi ~nn:., 1 h~ ~·mn o tl.nrt·hh4:m I'SSl're l' e~prl's::.·nnr tlcl tliJi lo pul•hlir.o eurupe.1, 1wr 'Jtl<llllil f(l":seru p<~rd.di :n furti a tletrim nlo llci tldlOh, potcvan pure ('Sser .Jrt'l'lt.lli 1l.1 i]U t1 11 ~ tn "· r .• .t:il di ('l;) C'be contl'neL:·l t li r·ro\'\ itlu: pt>r t•scmpio, l .t g.trJ:nzi .1 ,J,.IIJ n.ni.on ..l!ld p·,llac-r.l, tlel I.omba.t·tf,, Veudo, c P indipendenza rt,t!c <legli St~t• lt .tlhui. l\L1 gh aull• ri stess i cl,.i Tr,tll.;ti ne hanno, come sa t,srumo) l'!C.Sttit:a l.a parte cl1e h,ro (On\'t'n iva ~ "'i,,LII:l I')Ufl:ll.:t rhc. cr~ rontaJria ai loro dis.rgui o :.i loro int erc~si . E chi ;1 c·u\:hS!'! i P-.llacchi e gl'Ha l i:mi <.li strav:tg3nli prclcsc ne· l , ·o l H es~i s~1li so' vcrli:,. p:.-tli firnuti da tutla l' Eurnpa, renda quelli pJtt i imiolllli, c poi li C1llHlanni . '!! Un uomo che inLinnmcut c couosce 1.~ hur->CrJzia au.)lriacJ, ne fJ (p1r· ~lo ritral! n : 4' La Durei\ucratic es.l csscntidlcmcnt une r..l:!.le ~n mJma: lem;·s qn\.1or. ©Biblioteca Nacional de Colombia 2l - :~mati, ùccor·ati, titolaii, ~:he siate setLari oflìciali, r·ic: Che vi raduniate in sale ltiuttosto che poveri cd osc uri? i, piuttr,~to che nelle gru lle ~Jlll'nd.•nli d' or·o c di lum o nelle can tine ? , è il lrovar·si pol'hi Qn<'l che importa l'l'5:srr SPll:li'ÌO r'l'Ssi sep:lr;lti da q uri li a fr·oute di molti; è l'av er inte i segTcti; è l'usar· vie \] .• · Blllltì; è l'av er· vincoli, patt n che r::~ggi1·auo gli uomini scu l' ~Ottri'I'anee, ani nas t·os lc, o 1att ho anzi eù c: sen ''C possa n conosr.erle o gua1·dm ponPndoli al voslro ti, uita lurto ai seu ari da voi perseg ile, g~'neroso; er·a l'indi•·onfr·"nto. Il loro fine era nob naz.ionc: essi per que )H•nctPm.a, la lihertit de'la. lo t'O. gi, a-;sottigliavan l'a,·ei'C, L' allo s•·opo st·fl'r i1·ano disa o al c:.Jr-cere, all'e sili o, corrcv:1n per icoli, s· esponevan :dia lllortc. po? A qnali di sag- i, a Voi invr.cc , qual è il vostro sco e sono i sagt·ifici che f;~tc 'Inali pericoli v'espon ete? Dov :dia Yt •Stra causa'? la so a men te la y,). Quanto allo sro po , già la sento, del l t'ono e clPl!".tl· ui l i dili 'lt·a risp os ta: - t'oi sos teui am , è legillimit;\ ec. lità lega lat·e, la causa dl'!l'orJinc, della o ciò, se in un lull · rner -- La f.tli,·a rho dur ate per sost in qu ell o ('hr 'o; 'altl ncll to ce•· è ~enso c gel! ata, non lo ll'o uo cd altar·c c O l'd in: ,. l iù v' i111porta. :\cl sostener·e e r·imetletc Cl'J'lo del vos:r t·. lrtiittiuJità, c che so io, non ci ('l re. Ellr ne rcsp, .rlo ne el anarc l1iqu e dans soo rssf"n 'f'tlc anti socia lf', òt!nu gngiq qud•. is ;. dt·s Oltl· qu•l t c~d.w ~ ri reuxquon d ~J\ mé~1w st•s du.•fs ~ upJricur!'i un mom cnl c ·up••Ur nt nulc , dc judicii'UJ: c.1lc ul tdi tlc jll,lic,• ou se uJ •. m.cuL e, el~ Jét1u ire, lltwu licr, tJU mèm elleen her ahsor tuul lr IÌc r S<i 'ler~d ..111f.'c à pu elle. et elle Sf"ulc . •t.c:- pJr,·r tnul cr qu.i n'tst :un; ph1i k•s ét,'lg-fSj co usu c d'or C'le-.; elle dt>sunil urs loujo J!<! p •:.t n'• Eli,• • '~ 1 dc h aincu x s'J(cr t•it rn propori1C'1 h el. sif cxclu l fspri !iiOn • ia m .. rgu1•. COli" ils onl t('lnt pouv oir e. JloldÌ l rln Cll qui ceu't ll.l.,elSP cl .. l rontl lti ons <le pon,·oit· est de r ag{' ~o songt>anl que et ~~·}Ur fir e: 1,. m.o.~l, .. t ils frémi ssent socùth• . ., fr.u de'urt con,·ì la à rien qui resse ml•le .fti•p1issao t à ll·ur p1·ocarcr ©Biblioteca Nacional de Colombia -22- In nessun paese m'è mai riuscito trovare uno, uno solo di questi campioni di tutte le dette cose, che insieme non fosse un insrancabile cacciatore d'impieghi, d'onori, di ciondoli, di crachals, di favori, di car·icbe, di pensioni, e piir di tutto di queste;- cb è tali campioni usano andar al sodo, non per·dono il capo, e pensano al poi.- E due cose m' han .: u se11r pr·e fallo meravigliar·e: la prima, l'ingenuità colla quale essi dicono minacciato il trono, l'altare, l' or·dine ec., ogni qual volta credono minacciati gli impieghi ,gli onori, i ciondoli, le pensioni; senza avvedersi del buon umore che desta negli ascoltanti illor·o sentimentalismo officiale. La seconda, la buona fede, per non dir ere d ulità, de' principi in questo sviscel'ato amor·e per le loro per·sone, p e' loro troni, pe' loro diritti e ie loro legittimità! Vorrei fare una prova se fossi in lol'O: t'i tirare impieghi, onori, ciondoli e pensioni, e vedere poi di tanto amor·e e tanto zelo , che cosa ne rimanebbe ! Smettete una volla di recitar la commedia, e sopr·attutlo finile di cr·eder che gli uomini accettino le vostre frasi alla lettera. Nella guena che da tanti anni si combatte u·a il vecchio e il nuovo, tr·a lo statu-quo e le riforme, guerra fatta più che mai vivJ ed nccesa ora iu Italia, noi combattiamo pe' nosll'i diritti, voi per occupar·e gli altl'ui; noi per· avere il nostro, voi pel' aver quello d'altri. E finiteln co'vostr·i pl'ocl:lmi, e col dirvi amici dell'ordine, della legalità, de' dir•itti del tl'ono; che in vero sono oram::Ji scempi::~ggini elle hanno ristucco il mondo: dite llll::l volw, in nome di Dio, che fate i vostri all'ari il mrglio che potete; SJrà meno male: e se gli uomini non vi de testeranno meno, perciò scbiver·ete se non altro il ridicolo dcll'usar·e una r-etlorica che non inganna, e certo noD seduce nessuno. Dicendovi i belli e generosi sagrifirj che fate, v'ho insieme l! e Lto, senzn bisogno d'a liri argomenti, quale ©Biblioteca Nacional de Colombia -23- ingiusto coo que' sct· sia il vostro scopo; e lo ripeto, fui pl'ivazioni, pet·icoli e tari che non vivevaoo se noo di voi. sagrifirj, facendone pat·agone con di me: voi no. A voi arsi lagn di tto diri no Essi han insieme vi dissi il vero feci onot·e che non meritate; ma e l'impudenza del vochiamandovi Sell a, dacchè spingest Sella noi: noi ventimar Stro stile oflìriale al segno di chia IANA , noi popolo ITAL rONE cioque milioni d'uomini, noi NAz Pontefice; noi suo col , Unito co' suoi legittimi Principi ceti e tutte le i tutti in so, Popolo concorde in se stes deri, ne' bisogni, nelle classi; unito ne' pensieri, ne' desi speranze comuni. Dissi unito in tutti Io dissi unito? Ho preso erro re. ritrattarmi. - V'è in i ceti e le classi? Son costt·etto a non so se :Jbbia :.1 chiaItalia un numet·o d'Italiani, cb' io è una pat·te della namar classe o celo , ma che cet·to r·esto, in ostilità viva zione, ed è sep arat a, discor·de dal popolo Italiano. e continua colla gran massa del mano? Dove si tt·oChi sono cos toro ? Come si chia o? \Tano? A quali segni si riconoscon sapervi risponùet·e. o cr·ed o ch'i mi, ltate asco Ora prim a, e da molto da sin , In tutti gli Stati Italiani de' Principi nostri naprima che nell'animo di Pio IX e o delle rifor'mC', era Scesse ed avesse effetto il pensier d' ottc ned e; cd cran generale, ardente il bisogno, la sete e nuove pi'Ove pet• YCconlinuamente tentate nuove vie alter·nativamente vio· llirne a capo. Quelle pt·ove furono pacifiche. lenti ed illegali, ovver·o legali e t· le quali si trov0 Lasciamo star le prime, a •·eprime nde, Lentate da seco Le . sempre pronto un vostro esercito ed app aren te, e eral gen tt·e anni in moùo così dec iso, ente ne' tempi ram inte tc non mai però si erano t1·ascur·a ò rifm·m c ; c de1· ùesi a blic pub anterior·i. Sempre l' opinion morali, che più o meno sempre vi furon persone, o corpi ©Biblioteca Nacional de Colombia -24~; alTalic:Jt'ono a provocarne l'esecuzione. Questi sfot·zi, o tc•mlessero a riparare interne ingiustizie, ov,·ero a t•rndel' J·ÌÌI dig-nitoso coll'estero il contegno clc'govrrni italiani, wnivan scmpt·c repressi c resi impotenti. In ogni capit:l.C, in ogni governo, in ogni cot·tc italiana, s'inùic.1vòl~O 1 cr pubblica notot·ietil uomini couosciuti come costanti Cjpositori d'ogni bene, d'ogni vantaggio, d'ogni più 11 1:essaria rifot·ma. Onc ti uomini la voce pubùlica li diceva vosl1'i ami{·i, vo;;Lri pro telti, ed an co pensionati. Non ho docunwnti prr provarlo, chè di simili conti è difficile trovare i libri: m:l certo, se cotali uomini cran pagati d:l voi, non potete l.!Jil:tni divot·assero il vostro pane a trad1mento; se non lo ,erano, mc1·itavano d'esserlo. Lo fos~rt·o o non lo fos~ •ro, eran però i pitl iutimi amici dc' \'Ostri ministri , i 1 iii a.;siùui alle. lot'O soirées, e sui loro petti splendeva _ ::. ~ r;upt·e _qualcuno dc' vostri Ot·dini. Salito. al u·ono. Pio IX, venuti i nostri Pcincipi alla 1 J Ìi.f?!Ul ionc d' ent1·ar nella via de[ le •·ifot·me, c liberat·si •LI !.t vostl'a umiliante tutela; chi s'oppose, c'• i spal'iò, r': i co.,pirò couLI'O il Pontefice bened r tlo dall'nn i ve t'so, , ::u.·o qLir'Prinèipi che in porhi giorni :;'erano guadagnali i c.~:o ri c le benedizioni de' lo l'O Pop oli? Qw>;:; li uomini !-!':'Ssi, que'vostri amici, quegli affigliati alla \'OStra setta: :t r;• wlla setta le di cui fila pa1·tono dall e vostre sale ofLd: li , dalle vostre Cancellerie, dal renti'O Yiennese, <' ~:diramano prt' l'Europa, e lJÌÙ pet· l'Italia; e vi diedero 1: vi danno moto e vita a tanti intrighi, a tante insidie, eominciando da quella pe1·fidia domestica di chi dovendo snn ·ire il proprio principe, serviva invece voi; e terminando ad abbielli e vergognosi fatti di poliLia, termit.:mdo alle provocazioni de' bassi agenti che parLot•irono J, uccisioni, i ferimenti di Parma, di Lucca, di Siena, c · ~~ 'Holla quanto sccllcr:ua tela della congiura di Roma. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 2i:S - , in tutli i Go· Qurg-li uomini srminati in tutte le cillit scPLr, fur·ono i soli YCI'Ili Italiani, da mano chP. voi cono brnc dcll o; i soli a a nnlr dirc qur•l Pio che lutti hanno niJ.ca c prO\'viden· llt:tlrclirc alla lor·o patr·ia, alla sua mag · quel sang-ue e zialc f·i~c· nerazione; i soli a rinnegar nomr d t~· padl'i loro , quel nome llaliano che er·a sang ue e r·e non mac1' clw dovevano, se non glnr·ioso, tr'amanda al lt>\':J rsi soli, or·o chiato almeno ai loro figliuoli. Cosl n:Jto ed or·di , abile concordn della r·iclestara Itali:-t, al rnir· pcn· 'indi dell 'lit, librr alte;·o sun ingresso nrlla via della e trass che lia -~vig mar·: a nuov dc~za; :Jlb vista di qucst:-t · tutte di atie simp le tò ecci i, cuor Bli.S!~·nanli, rornmossr. i ifatto, non srnt le ~~;ziuni; costoro soli non vidcr·o altr·o la l'ho di~eva qtwl non se , voce altra ro~o, non ascoltaro;, i, impi cglti, citmlor·o all'orecchio: sono in pericolJ onor cd a voi ~i stdn · rlrJ/i e pensioni! Questa voce sola udirono, ~cr·o, spcrar·ono in voi! vostr ·i affigliati. . Con cost oro, co' vostri amici, co' . Errai quando dissi llon siamo uniti, non siamo concor·di in tutti i cPLi, in che il popol nostro è unito, è concorde una par'le discor•dp; v'ho detto qual tut.tc. le. classi, ella è b,,,l vostr·a. sia.: trrwtevcla codesta part e , eh' c di togl icnc la '! l'la lama Qual diriuo avremmo di .''l•c .... ? a :'\on l'ave te for·se compr·at o noi; noi, che· . · Om dunque ch'i o vi dissi cbi siam voi? voi ehc vi voi dite setta c fazione; - Chi siete ·o; voi clw vi siete ùile govcl'llo legale, legittimo, PATE R milioni cl" uomini! Posto nome Aus tria , cioè trentasei , il giudice d'amOl'a che v'ho detto qual sia il tribunale , I'arb . cornolnc ' itt·o o r·e ' lJidue, il vosu·o ed il nostro si"no i; at·gl pal'l o diam lingua inten ~" v• ho detto ancor·a qual Itldio, e la Civiltà Cristiana ice giud Sia . f<ltti ai amo Veni ltr bandisca il giudicio. ':'è ©Biblioteca Nacional de Colombia -26----~~"~~------ La nuova vita infusa dal gran Pontefice in quella Roma che m·a più che mai app:wve realmente esser·e n cuore d'Italia, dimmandosi per· le sue membr·a , non poteva esser·e anest:lla a' confini dai gabellieri dell'An· stria. Tc~~c le pedìde carezze che per trentadue anni erano state profuse alla Lombar·dia da'suoi padroni, tutto il Iom studio di farle il letto della schiavitù più morbido che si potesse, tutte le loro cure onde nuotasse negli agi e nelle delizie d'ogni bene materiale (cure che hanno molta analogia cogli abbondanti pasti concessi dai cannibali a' loro prigionieri, onde tr·oval'!i più gustosi quando poi li divor·ano); tutto ciò non avea potuto raggiungere il solo scopo al quale fosse diretto; non aveva potuto ridune il Regno Lombardo-Veneto a quelle condizioni che sole fanno sicura da un Iato l' op· pressione, dall' allro la schiavitù; non avevan potuto ottenere l'estinzione del senso naziou'ale, sola e vera morte mon1le e politica de' popoli. Lo spi!'ito italiano che l'Austria credeva aver per sempre chiuso nella sua tomba, vi fu desto dalla voce di Pio, e dell'Italia che salutava il suo redentore; e spezz:Ha anch' esso la pietr·a del monumento, risorse: risorse, e colo m i quali in Italia e fuol'i d'Italia accusavuno la nobile ten·a Lombarda d' aver volontaria firmato l'allo della sua degrndazione, d'aver accettata spontanea hl sua cntena, conobbero che l' avean crudelmente calunniatu; conobbero che la sua vita era rimasta sopita ma non estinta sotto la sua lapide sepolcra!e, c serbatasi inconotta sotto l' immondezza della bw·oc1·azia della polizia viennese. Conobbero che l'Italia, mn!grado oppostf' apparenze, non era mai divenuta r·eal· mente un'espressione geografica, e cb e esprimeva ora ©Biblioteca Nacional de Colombia -27- a ecce ttua rne nessiJDO più che mai una nazi one , senz pure un sol borg o. Stat o, ness una pro\ 'inci a, e nep cuo r'P, si ralle gra· Quanti er·ano al mon do uom ini di ile e difficile vittor·ia rono ed app laud iron o alla nob o-V enet o, e si mar avidello spir·ito Itali ano nel Lom bard mita vitalità. gliar·ono della sua tena ce ed indo sua vita , si trov ò 1\Ja entr·ato app ena nella nuova lo di birr· i, da un nuvo assa lito e quas i opp ress o da un di spad a; da sia na pen eser cito d'im pi egati:, sia di burocrazia di nnte tren la tutt e le for·ze deli 'Aus tl'ia , che ida pr·ec irovv imp colla , osso Vienna gli r·ovcsciava add cosc ienz a d'un a caus a pita zion e, alla qua le indu ce la oram ai disper·ata. a la scel ta: o di Lo spir ito ltalo-Lombar·do avev so[r ir·e il mal 'tirio . rinn egar·e la fede nazi onal e, o di inco nteo , con scio Scel se il mar tirio ; e gli anu ò va: sere no, tran quil lo, pien ame nte di ciò che a!Jr onta mos sa. prud ente e ponder· ato in ogn i sua o con cbi avev an che ssim beni vano sape i bard l Lom per· l'ad diet ro pare fare ; sape van o da qual anim o foss mnt cria le di che e ben tito tutto que l tant o vant ato o istr·umento di stat em avevan god uto; s:Jpevano che Austei:l è buo no all' e cb o van dom inio , e non altr o; sape a atto ai suoi {ìni (cb è ogni istru m ento , pmc bè lo cr·ed r· faui acco rti qua nto il sign or Guizot non gli aveva anco 1 si sb igot tiron o pun to. essa sia moderata ); nè per·ciò an· •t a fJr questa scoperta : l.1 Lrovo Non è sinio solo il signor Guiz w, o el &U{) Re•·ie ltrly Quar il si, lngle giornàli che in uno de' più accre dilali sue parole: fascicolo di gennajo. Ecco le cau h avQ> ss innov ation , no Gover nm ent n V\~ hil e doing its utmo1 l t o repre 4 t•d lo crm•lf J LLJn of l.':tisling right. s, or less inclin '' ih•,w n itself more carefu l of neigb l ·o urio; ity sever the ine<l Jt h3.s re.stra u hrrs ( Anslr ia's) in Jtaly. u Princ es. u ..-'è G ovrrn o rcprim rre le innov uion i, non ,. 1\lent re fa ogni sforzo per mu10 inc:'tnato o nli, csisll' diritti ùci n itore " tl1e più si sia mostra to maatc ©Biblioteca Nacional de Colombia -28- 1\on avendo armi da opporre ai reggimenti austriaci, r.lnobbcr'l che le loro armi era l'id cn, era In parola, f'rano gli atti drl coJ·aggio n1oralr; ed in ultima analisi poi, il fet•mat' l'animo nel 1wnsirro che tutti una volla dobbiam mori t'e, e che il male di raccoi'Ciarsi di qualrh e anno - fot·se di qualch e giorno - la vita, è a<;sai, (o tt'oppo ben compe•lsato dali" utile, dalla gioi <l, dalla ploria di morir martire della lihr.rlit, cle!l'intlipenrlrnza d•·l r"·opl'io ptH"S<' . Tollo c:itl connhhr>r'o i Loml•·11·di pr · spontaneo c coucor·ùc moto d'ogni cuor·c c d'ogni mente; chè }WO\'UI'ono nn so\ù '\lìetto, furono p1·t't~ùSl'.Ì rla 11110 stesso_ ppnsicro, venJ1f'J'O spinti vf'rso uu disf'gno mrd1•simo; d'onde nacque il mirabile accordo, la &OI'prctH.len.lc.Jmifrwrniti\ ù'a1.ionc in tutte le manifestazioni c'•·llo spi1·ito ltalo-Lomhanlo . , E qni m'arresto un momento ad un altro fallo J10II I::cno mirabile, non meno sorpr·end cnte, qu:mt~Jnque 11011 r;luriuso all' umi\O:l nawra, ma doloroso invece cd tt.uiliantc a consiùera r·si da chi non sia inclill't>t'cntc alle ~uc miser·ic. La b11rncra;:,in austl'iaca non ha potuto mai pcrsuarl l·l':.i che quest' accul'ùo non fo se ell'ello d'una cong\11'<\, non fosse conseguenza d!,'gli or·dini d'un comitat,o.• .c .d~lla. cicca. ubbidi enza di sellarj! Il conte di fiqnelmont, t(~stimonio di. quest'unità d'azione, csclamaya: <c Qui _v.' è. tma pfJlizia piÌt (urte delln noslral )) A quali aberTJzioni dell'intelletto può mai coudurr·e la misel'ia , l'aridità del cuor·e che induce la vita o1ìcialc! , ~~!la c'·u..'~lt~t tlt>l suo (ò.d!'AusLria) in Italia. Esso La r:1lfn:~uah la scr..:riù ,, ,1 - ' Principi Yicini. , . Qu;;-~t<J siorno~lc, od mede.)irr.o nrlicolo, padomùo del miu oputculo iuti · t ..' .1lu: p, upoon d'm, Pro0·rnmma del!, Opinione nn:iot~n!~ Jtrdùrnn , ou·cusovJ l' .. ~.Ho. c òi Cr 1 non iscrin.•rc io lmona fede. Ora che Yrdo come sia f"ll•t ]., IJUOOJ prr i! Qunrtrrl.r Rt'l ie1vJ sooo molto ronlento cb" mc lte trori manca nte. ©Biblioteca Nacional de Colombia - :?9- Neppm· capiscono l'am ot• di patt·ia, la passione jcll' indipenùem.a ! ! ! ! Lo scambi::w o col comitato d'una sc·lta, lo scambiano <:on una rongiu1·a! Sl, v'è congilll·a; P la pii1 ll'Cmcnrla delle congiul'r: quella d'un intero popolo che ha un solo cuorP, un solo affetto, una sola volontil: v'è la congiura d'una speranza comune, d'uno sdegno, d'un' indigna,.ionc univr•·snle che n•·dc in ogni anima, ehc spin~e all'n l timo ~agri!ìcio ogni persona: v'è fJUPIIa cuugiur<J d !'Ila qua!<) tutti sono c:.1pi, e non è capo IH'SS• H•o; perehi· clliunque proponga un partito p:~l'lantlo pc1· sè, pa1·b collo spi1·ito ùi tutti; tutti si trova n con l'i n ti, tuiLi d' af'corJo lo seguono: v'è la congi111'a dPIIP W'ì'ilil malllfPste c delle 11f'I':Suasioui Ullil'c r·sali; quella ehc pr·od11sse le ::lll«>g-rezze, a voi cosi ter•·ihili, di Boma, di Fii'Cll?.C, di Genova, di Tot·ino, e le bauag-lic di ~icilia c de\1\rgno. 01·a, vedete se n qurstc nosu·e congiure po~snno slnl'e a f1·onte le vost1·c di Parmn, di Lnccà , di Siena e di fil)ma! Vedete chi di noi due pii1 se n'intrn.da a congitH'a t·e! ~la la nostra era st::tla orditn nlla lunga da tnlr elle è alu·o miglior· mnrsu·o di congiure chr HOU sirtr voi; c le sa condul'l'einmodo clw mai non fallano: da talr che usò voi, ' 'O Ì medesimi, quali circhi SIJ'JIIll<'nti. i~ stata ordita c condotta da quello il q11ale allP mi ti<'I'C c stolte trnm e di poehi oppressot·i, sa oppn1Te la vasta congiura dello sdegno de' popoli e dell'esecrazione univet•sale. Passiamo o1·a ai faui, c vrdiamo drlla nostra o della vostr·a congiur·a qnnl fosse la meglio ordinata, c qnale sia stato più accol'lo cospirato1'e: il Gabinetto di Vie:111a colla sua bu•·oct·azia e la sna polizia, ovvero IDOlO col suo popolo c colla forz:1 dell 'opinione. In Settembre appa!'vero in ~~i!ano i primi si;Jtomi delle nuom vita ItaliJn:J. ©Biblioteca Nacional de Colombia -30- Il 5, in domenica, fece il suo ing•·rsso l' Ar·civescovo Romilli, e gli fu fatta grande a'ccoglienza. L' 8, festa della Madonna, si rinnovarono le allegrezze. Una grande illuminazione fu f;.~tta in Piazza Fontana, ov' è l'antico Palazzo di S. Carlo. Il nuovo Pastore vrll':e in p1·ima sera salutato dalle acclamazioni del Popolo. Verso le 10, la gioventtl levò il primo grido di Viva Pio IX, e volle cantarne l'inno, che la polizia austriaca aveva viet:llo. Il conte Bolza, al quale ~lilano già doveva le stragi dell'Arena nel 1851, eLl il cu i nome aveva sempre figurato pel primo in tutte le sventure municipali e domesti che cadute sull::t cillh, fece il sno solito uJlìcio, e lanciò le gua•·die di polizi:l su l popolo nll' improvviso, il quale pe1·cosso e sbar·ngliato alla •·infusa, parte fece resistenza, parte si sciolse ; e comparso l'Arcivescovo su lla porta del paiano, c prrgata la tranquillità c l'ubbidienza, cessava ogni trambusto. PJttuglic di cavalieri corsero la citlà in quella sera ed il domani, malmenand o anche in pa•·ti lontane chi incontr·avano per le vie. Lo stesso Jozmwl cles Débats, che sempre vede pr·onto in Italia un 93 ad ogni paglia che vi si muova, si ma•·aviglia del lu sso di forza e di repressione spiegato dal governo au,;triaco in quest'occasione, ed afferma che i fatti accennati non avevano ptecisamente un ca•·aucre politico.' Se non ne avevano il caratter·c apparente, n'avevano certo l'intenzione: c quest'intenzione trovò pl'csto altri modi di manifestarsi. II signo•·Nnar!, deputato di Be1·gamo alla Congregazione Centrale (corpo che dovrva essere presso il goyerno l'inlerprete de'bisogni del Lombardo-Veneto, e che fu reso impotente ed inutile dalla sistematica malafede l Numero del 17 Settembre 1847. ©Biblioteca Nacional de Colombia -31.- austriaca), onorava il suo nome con un primo e gr·ande atto di coraggio civile. L' ILalia serberà ne'suoi annali un posto onorato al nome del Nazari. Servendosi legalmente del suo mandato, e del diritto che gli accordava la sua carica, egli esponeva al governo lo stato di malcontento e di malessere del po1 polo, e vi reclama\'a un provvedimento. La detta mozione cadde come un fulmine nei recessi non tm·bati sino a qn el punto della burocr·azia, e l'avvertì che la sua lunga pace era finita, e sotlenu·ata la guerra. Vi oppose il sistema di difPsa usato, qual primo mezzo, da tutte le ''ecchie e radicali ingiustizie: apatia e silenzio. !\la sotto ambedue si nascondeva un nuovo terrore, un'indefinita inf!uietudine, cb e da' più bassi ordini della burocrazia Lombardo- Veneta risaliva di gr·ado in grado e si pr·opagava sino :li suo apice vicnncse. Questo nobile ar·clir·e del Nazari metteva in movimento le Congregazioni Provinciali, le quali pr·esentavano indirizzi, tra i quali scegliamo quello di Milano. (Vedi Documento Il.) Il grneroso esempio era quasi contempor·aneamente seguito in Venezi:.l. L'illustre Tom· m:.1séo e il dottor·e Daniele l\Ianin, nomi egualmente cari ed onorati all'Italia , e che rim:wanno vener:.1ti nei tempi avvenire, citar·ono la legge austriaca e ne reclamarono l'esecuzione; il primo circ:J la stampa, t citando la legge del18 t 5,ed ottenendo immediat:Jm en te nell'Ate· neo quattrocento firme in appoggio alle sua mozione; il secondo presentando alla Congregazione Ceuu·ale Veneta una petizione delle necessar·ie rifor·me: la quale tenuta non :~bbastanza leg:~le per non essere il l\13nin ascr·itto alla detta Congregazione, venne firmata, e di nuovo j Vedi Appendic~, Documento I. !! V. l'estrallo del Discorso del Tommaséo celi' Appendice, Docum . ultimo. ©Biblioteca Nacional de Colombia -32- p1·esrntata da l Nobile ì\lorosini, uno dc' deputati ù(•lia eillà di Vt>nezia. 1 A qursti fatti, nuovo sbalordimento della burocrazia. Egnale apatia, eguale silenzio. Ma poco du•·nronn l'una c l'altro. Pensò convrnissc incominciare a ri,p on· dere, e la risposta fu carciart> in cnrcerc chi ave\'3 com· messo il delitto di crcdr1' l' Au~tria ca pare di srl'l_; ~u· fede alle sue promesse, e rispettm· le leggi da Ici stabilite. Tommnséo c l'llanrn sono tullora p1·igiooi, e soste ngono i loro palimenti con animo degno dPlla causa Italiana. Possa la vore dc' fratelli giunge•·e fino ni loro cuori, c •·nllrgrarli (chè d'esser rf'si animosi non hanno nwstieri) di quella 3pcranza c di quell'amore che tutti ri legano. :\ l\lilnno, intanto, s'erano venuti prepar:mdo falli più gravi; e•·nno avvenuti cnsi piit at1·oci. Il comitato dcii:! gran congiura avea prese nuove risoluzioni . Il suo cnpo, quello che mette in cum·e degli oppressi e dri drrclitli ( qu:mdo ha stabilito il loro riscatto) pensieri r disf'g-ni utili c prudenti, e con essi l'animo d' esrguirli, fece accoJ·to l' uoi,•ersalc della guet·ra che si poteva muoyerc al governo degli invasori, prendendo! i dal lato della finanza. Non essendo possibile rifiutarsi al pag-amento delle tnsse ùiretle, si dete1·minò, pc1' voce passata dagli uni agli allt•i, di J'irusarsi alle indirette, cd astcnet·si dal fumare c dal giocaJ'C al Lotto. Con analogo pensiero gli Amm·icani i rifiutavano ncl secolo scorso alla tassa sul Tè. Il 2 ùi gl'nnajo nessuno più s'incontrava fumando pet· le vie, se non pochissimi o ignal'i dell'accordo, o non consenzienti, ovvero uom ini di polizia c di mal affai'C; c qualche noJo di popolo si veni\'a formando iat Veùi Docuwento III. ©Biblioteca Nacional de Colombia -33- torno a loro, e li acrompagnavn insistendo perchè smctazzi e con les~rro, ora con modi civili, ora con schiam e. rornor e fischi, tanto che ne sl'guiva qualch Lnngo la giorna ta, la polizia si ritrnn c dall' inter\'enirr. Verso ser·a, il conrrasto si venne accendendo, cd usar· ì soldali principiarono a prend l'r l:l mala via cd udine. moltit la nando malme e ttando tnorli br.~tiali, bistr·a Il Conte GabriPIIo Casati, PodE-stà di l\Jilano, uomo di saldo ed ar·dito animo, di cuor rello c di tempra sever·a, che si ragg-ir·ava per· le vie a fin eli vedere cogli occhi pro pl'i che cosa v' nccadesse, vollr introm rtlersi , e sgridava i soldati ed i polizai delle loro violenze. Non l'iconosciuto da costor·o pE>r quello che rr·a, e trnuto Uomo di nrssun conto, fn pt'eso, vicino Piar.za de'Jiferranti, e condouo iu S:101a ~lar·gherila, ov'è la Dir·f'zione di Poli7.ia, con dietrogli una tur·ba di popolo, che l'assor·dav:J d'evviva e di benedizioni. La nnova del suo arTesto volando rli bocca in bocca, tosto giun~c agli assessol'i del 1\lnnicipio, che corser·o vitarono pr·otrs > insil'mf Tntt' anch' rssi alla Dirrzione. ale Grnrr· Ore li Dir!' ani, Torres al i gorosa ml'n te innanz ni. cittadi co' i soldat dai ns:Jti modi i contro , di Polizia Il Conte Casati fu immedi::~tamPnte rilasciato. TntLa Italia ha un debito di gr·ntiludine c di lod e verso il Podestà di Milano. pe' suoi :u·diti e gener·osi por· tanwnti, c prr la vir·tù colla quale difese i s•roi concit~ t::tclini in quelle dolorose occasioni. Goda In pntria n0non le Slt·::~ vedendo che alle più dure e difiicili prove da! abbon n1ancnno nomini, ma ne Spuntava il gioi'Do tr·e gennajo, cd il govem o, la Polizia austriaca, drter·minava mandare acl effetto quella 8 U:l teor·ia espr·essa dal maresciallo Radctzky in qnrsta significante for·mola: Tre giomi di sangue danno 30 anni di 11ace. 3 ©Biblioteca Nacional de Colombia -34- La polizia, il governo , il marescia llo Radctzky , fecero ai lor·o soldati l' onor·e di crederli inc:lpaci di :lssalire, ferire , uccider·e n tradimen to uomini iner·mi, che non commett evano nes un disordin e, se non qualche schiamazzo: e noi nncOI'à, che voglia m o esser giusti con tulli, c far scmpr·e distinzione u·a govemo e popolo, tra chi comanda e chi ubbidisc e, poniamo sui soldati au· st1·iad il medesim o giudizio; e crediam o che, per quanto usati alla cieca ubbiùien za della disciplin a, per· quanto lrsciti dalle più rozze ed incolte classi della società, fosse tuttavia piLI vivo ne'loro cuori il senso dell' onor mili· tare, che non in quelli de' lor·o capi; e che lasciati nel loro buon raziocin io, non sarebbe stato possibile por·· tal'n e l'ubbidie nza al punto d'induri i a macchiar·e l'uni· forme che ponano con un assassin io. A questo fu p1·ovvisto. Con straltage mma analogo a quello così ingegnos o 1 e nobile già usato in Gallizia, o ve si persuase ai conta· onde render 4 Che le prove tentate tlall.l Burocrazia Austriaca in LornlJ:lràiJ, sistern:t, nemiche ai ricchi le cl.1~si inferiori, sia conseguenza tl'un \'JSto e ordinato clel1c Io prova ciò che è acco~auto eJ accade lutl'orn l n Gallizia. Ecco un ::~hiJono da font l' mene infernali cul è sotlopoila queiP infelice provincia. Esso proviene )e pii• sicur~. " Gl'impieg:1Li :luslriaci C'onlinuano a fomenl:~re tra il popolo le clJssi u perverse passioni, 3pingendolo all' anar<'hia, ("olio scopo cl' :1 tlerrire ton ~ superiori. e procurare anca al caso il loro hVrmioio, onde punir! e di 'Tuale orrenùo disor· ~, servare memorie --e spfrnnJe. Si ·comprende facilmente politica .... ,. dine morale sia n11to nelle moltitudini, frullo di questa dio~bolica " 4 J_cùpoJ u Nel 1R!a.G mentre si trucidava a Totrno"M', la C~ptlal~ della pro,•incia ,,. er.l .U.tl.l lm·ornta al mt•tlesimo e(Fdlo. Il C'apo cldla. polt~ia ~IuhlhJc btr do" e\') unirsi ~ aveva assoldata ed onlinala una mass:t di "1niJeT3hih ;ai quah ora fbsata. ._. un numero $celta di galeotti che si sarebhero ca,·~ti di prigione ad alle 7 deliJ u per fare strage de•ciltadiui nutabili. La trama clove,·a scoppiare t.P un pretesto,. che per huon<~ sort..: u serJ. La polizia ~ve va soltilnlo Li sogno funesti , non le diedero le elo1ssi agiate, e la lr.Jm.l non ebhe cffcllo. Questi di Sl~adion elementi r~rmenlano ttggi &Otto gli or-chi, td a dispPilo del Ctlnle g sono un moli l' O di piÙ » gnvern.; lore Jella Galliz.ia, le di cui relll! intenzioni ,. pct' i suoi suhalterni onde spingere ad ogni cus.to al disonlioe ed aWass,jssio1c> ©Biblioteca Nacional de Colombia 81)- dinì che il governo aveva da tre :mnì abolita la corvée, e. che i loro padroni ave:m celato ad ess i questo snpertot·e benefizio, e continuavano ad esigeda illegalm ente, e soprappiù aveano in animo di libet•at·sì dì loro facen· don e strage; si fece spargere nella caserma la voce, che s'era scoperta una gt•an congim·a de'eilladìni contt·o i militari; e sì fabbt•icò , e sì fe' stampa1·e daltl polizia, in litogt·afìn, uno scritlo, simulando fosse una pubblicazione clandestina de' Milanesi, pieno d'insulti e di provoca1 zioni contro l~ truppa. La mattina del tre gennnjo, le Venn e fatta un'abbo ndante distribuzione d' ncquavite e di sigal'i, de' qnali n"ebbe sei ogn11no di que'soldnti che dovevano essere esecutor i dell'onorata e difficile impresa . Avanzandosi il giorno, comparvero per le su·ade a Venti o quaranta insieme, ebb1·i non meno d'acquavite che dello sdegno de Lato in lo1·o dagli insulti della fal sifica ta Pubblicazione. Tulti tenevano il sigaro alla bocca, ed, a norma della r·icevuta consegna, schemi vano e sbeiTcggiapopolo conlfO i rirthi, tn :'ISl:l. A. ljUJl punto sia giunta l'irritazione dt·l d3 una lt'tlt~ra di appare , hurorrn=.tn Ila d. ro o lH continuo del viriÌt in s"guenle.• L fopol io d.&ta del 15 febbraio 18i.S. dell..t qu.:tle e"tr.1ggo t l brano 1eri nel pal.an.t> Archescovil e: lJ strada, h 11 nutrimonio di X . h • fu celt'hrato chr silln· "' il rorlile, le scale erano piene ù' una folla compatta. A.. misurJ cd lhuée!") 6schi.tle t:>r:tno sc~nde\·ano ne che penone. le lrgni, i .... gevano ss.1i d:.1 f.tre " Ìb)ullate con ogni )Orla (li bassa villomia. La compagnia cLbc ... la me· 1 per poler ginn.r;ere sino o~.li'A.rch• eJiCOVO. Qu;~ndo ne USCÌ, accadde • io pelto, lo •• dbima scena , fu strapp.1Lo .o~Jia sposa il mazzo che po_rL.t\fa ogni sorta •• sposo fu punh1 con :~ghi , le donne di •·on1pagnia so!Fersero '' d'io\ulti: il popolo grilJava l es fMis au gibdl E la polizi~ 7- L:tsciavl coperte di fJngo. Ecco la pl.llilica' il h !'.ire ... Al ritorno le carrozze furono cristi,IDO, il CUÌ capO prende f)O\-'eTnO un da a.dollalO rtggimeolO di li lllodo 11 il l1tulo eli ì\hcslà Apostolica. Eccone l' Apos1olato. l,·ggi ~ La polizi;a che è co!)ì rigorosa e severa coolro le violazioni cleHc 11i di cen ura e èli stampa, non fece veruna and-agine pr:r scoprir~ sii <~Ulori f-arne, Si. bisognava fioc, al fino commetlia la cilare re Prr e. detta puhblicat.ion ~lo1 si had i comprende che io certi momeull ooa si puo al'er il capo a tutto. lln' .:ahra voha . " in 11 ©Biblioteca Nacional de Colombia - 36- vano i cittadini, entrando nei ca !Tè e facendovi schiamazzi, e moltiplicando provocazioni ed insolenze: a tutto ciò non oppose il Popolo se non qualche fischio o qualche grido di bPffa. Così passava il giornQ. Venuta la sera, e, come suole accadere, facendo più che mai l'acquavite ed il sigaro, cui non sono usati, il suo eiTeuo ne' soldati, cominciarono, senza che fossero in vel'lln modo assaliti od offesi, a sfoder·are le sciabole, e gettarsi indistintamente sulle persone nelle quali s'im· battevano, ferendole ed uccidendole, come fossero cani senza collare. Sul corso di Porta Orientale, e più particolar·mente pres o la Galleria De Cristo{oris, accaddero più nnme· rosi tali assassinamenti. Una folla nebbia d' invemo ren· deva più oscuro il cader· della notte. Immagini ognuno le scene d'orrore e ùi desolazione che prf'sentar·on le vie di Milano corse da una truppa ubbt·iaca, sfrenata cd armnta, che scannavn a sua possn una moltitudine inPrme! da plutoni di cavallei·ia che caricavano a fondo sulla popolazione! Sopt·a 61 vittime, sei non ollt·epassano i quindici anni! Cinque sono sessngenarj! Uno aveva 74. anni! E1·a questi D. Carlo Mangauini, Con igliere alla Corte d'Appello. Egli er·a sempre stato 5viscerato amico dell'Austl'in. 'o n dico di più. Hispettiamo l'immunità del sepolcro, ed ndoJ'iamo i giudizj di Dio. Sopra 4~ individui si ver·ifìcarooo 115 fer·ite gr·avi, quasi tutte alla testa, e perciò nw1·tali nell'intenzi one: le allre per lo più alle braccia, che le vittime oppone· vano per istinto a salvezza del capo e del busto. Nel ca· talogo de' feriti e mor·ti che poniamo fra i Documenti, non figur:mo tutti quelli che si fecero curare nelle pro· prie case, ma soltanto quelli trasportnti agli Ospedali. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 37- Citiamo qualcuno de' più atroci casi di quella carllificina. Nell'osteri a tenuta da Domenico 1\Iazza (Borgo di POI' la Comasina, n• 21 <:lO), in que.lla a Ila Poppa del Pellegrini, in quella di Sant'Antonio di Angelo 1\Iazza (Vedi la nota de! feriti), si r·icovr·ar·ono molti individui inseguiti alla vita dai soldati. I dragoni che li per·seguitavano~ lasciati i cavalli alla porta, entrarono colla car·abioa in· grill:lla nella sinistr·a, lo squadr·one sguaioato nella deMra, e menavan colpi alla cieca su quanti tmvavan là entr·o; i quali invano si r·ifugiavano sotto i tavolini e le Panche, e per·!in nelle cantine, o v' erano inseguiti ; e riparandosi quei disgrniati dieu·o le botti, erano giunti dalle stot·cate de' dragoni in quell'ultim o loro r·ifugio. Un tal Antonio Castelli si trovava in una delle dette Osterie, e vi cenava insieme ad una sua figliuoletta: Per qualche tt:>mpo riuscì a fare schermo del suo corpo alta povera bambina; alla fine caddero ambedue sotto le sciabolate. Abbiamo documenti per entrare in tutti i particolari Per quel che spetta ai casi dell'osteria della Poppa. l Soklati er·nno cit·ca 25. Fer·irooo: Il pndr·one ed un figlio. Castelli Antonio, e la sua bambina, Ter·esa, di 7 anni. Porro, sarto. Swirmer, giornalier·e. De Lorenzi , stracciaj olo. Canzian i, facchino. Poi rubarono, guastarono , sluprarono , come nel sacco d'una città pr·e a d'assalto. J lavor::mti del Sala us ~ivano senza sospetto dalb Fabbr·ica di carrozze, quando una quarantina di soldati, uscendo dalla caserma di Sant'Angelo, si scagliò loro addosso. Ne uccisero uno, ne fet•ir·ono 12. ©Biblioteca Nacional de Colombia -38- Un ragazzo ( Poitevin) figlio di un portinnjo al tor· chio dell'olio, usciva dalla bo nega d'nn cartolajo, ove avca comprate penne. Sconti'Ò una banda di soldati, che gli menal'Ono sciabolate sul capo. Il cappello di· fese dai primi colpi il fanciullo: uno alla fine gli cad· de sul capo, e rimnse per mo1·to sulla st•·ada. Altri soldati vollero con minncce costr·ingere un Javornnte a fuma1·e. Egli costante rifiutò. Ebbe una scia· 1 boiata. Queste son, vili! le villorie vostre l {ALFIERI - Saul.) La premeditazione e l'accordo della polizia col com:mdo milita•·e in questi assassinamenti, è provato sino all'evidenza dai fatti medesimi. Aggiungiamo tuLLavia altre prove. La contessa SamoylofJ, che contava molti ufficiali austr·i:Jci tra le sue relnioni, :.wea p1·oibito il giorno della slJ·agc ai suoi famigliari di trovarsi fuor di casa dopo le quatti'O. Essa tuttavia era lontana dal sospettare ta~i atrocità. Dopo il fatto ba lasciato p1·ecipitosamente Milano, giul'ando di non più r·imetter piede in una città dove SUCI'rdevano, ordinati dal pote1·e, siffatti assas inj. Il pro f. Kramer, cb e legge Chimica nel locale atti· guo al corpo di gnar·dia, uscendo dalla scuola s'imbnttè nell' ufficiale comandante quel posto, che era suo conoscente, e gli domandò che volesse di l'e il trambusto cb e accadeva. L'ufficiale rispose: <r Fr·a mezz'ora succede>> ranno in .Mil::mo cose spaventcvoli. >> Antecedentemente alla strage, era giunto agli ospe· t Vedi la Nota dci ferir;, (Dccumento IV.) ©Biblioteca Nacional de Colombia -39 - molt e Ieui ere dali or·dine dell a Polizia , si preparassero mi. infer da trasport:H'e o il rumo · Mentre dura l'a l'u ccisione, :mzìa ppena levat ont c dal gove rna· re, il Podestà co rse da l co nle di Fi quclm i cittad ini , per tor·r , accompa gnat o da molti r·agg unrdcvol var·ono nel co rtile chi Pde r· ragion e di tali e n o rmit~. Li tro avea auto r·ità di del M:ll'in o. Il prim o rispon rl eva che ndo pia ngev a. seco Prende r con cer·ti , n'ln di co m:.Jndo. Il a tanta baro mezz Trovar un segno d'um anit à in hè lo dia benc , nimo bari e , è cosa che dà solli evo all'a 1 Un nos tro nemico. onde faPromisero :1mb edue correr·e da Ra::le tzky . ngue sa del cesse cess are l'effu sion e un pr·a nzo Trovaron o il maresciall o a letto, do po Rispose : . ::t l'i vitto la rar leb ce dato ai suoi uffici ali per· ere ! ! ! ch e per·ò « l olda ti offesi non si possono conten della quiele dei ove l' :nrtori tà municipa le r·ispondesse pe r· otto giom i. » ciucalini ! avr·ebbc co nseg nate le tr uppe p r·e~en tò al Addì 4, il Podestà cogli Assesso r·i si mand<J ndo : do r'e , Vicer·è ed al governal.o r·e per protest:J , al Co r·po lui a 1o Che fosse d:lla ampia soddisfaz ione e falle offes e ll de c ti Muni cipal e, ed alla ci ttlr, degli in sul esso perm fosse Gli 2° alla sua pcr·son::r ed ai ciuad ini; nseco osse f 3° ni; uadi ci t>ubb licare un pr·oclama ai ato pagn rn ::rccc o, scov ·cive r L'A gnatn, e pun ita la tr·uppa.poi li Eg . o ttant altrP fece ini, d da mo lti tra i prim i citta , t'lli Fral « : o Duom nel ndo ica disse al popolo , pred no1li!W1 1Ì consigli ai » )Jreg hiamo !t/dio oude insp iri più. J) JJ siri JWdroni! gnulo . m ' impo ne di puL - ;:J 1l (l mp io cl 1 l•u on ~ t n tl oHrc di ;:;iu sli z i ;~ , thf' u Se l VJ imo dt•n iu qursL' occa sione: gPnrra dJI lc •• i r n prcmu e l .Ji cilre l e parol ld a ti , dove r iliJdin i, d1 55'f"gli p.1rlau do ::ti so .alP\Ia te in s ulli da vc.ml• care s ui " Tull1 i m ili Jssiui. ~ <~S f'ar'i non e ' ';Hf' dar loro a rmi e ()t\ 1 comh. Jllerlt, tulti. Pròllc Valmotleu delle sue paroJe ; LJ~i Onorati dehho no eh el' srdli al gen Lho no rispeliJrlo. &h Ut~ rnini one5ti , amtc1 o nem ici, dt ©Biblioteca Nacional de Colombia -~o- :Monsignç>r Opizzoni, parroco della cattedrale, reeeli io oltre gli ottanta, disse a•·rlitamente al vicr•·è: <c Io >> son vecrhio; ho visto i Russi, ho visto i F1·ancesi; >> ma cose simi li non le ho viste mai. L' uccide•·e i ci t~ >> tadini per la st•·ada a questo modo, non è prcveui•·e, >> non è punire; è assassinare: ed io come prete e >> come par1·oco devo reclama1·e altamente cont1·o tali >> eno•·mità. >> Da lungo tempo la Religione non aveva in Italia alzata così libera voce, per bocca de'suoi minist1·i, conu·o l'iniquità trionfante. Da lungo tempo non s'era co:-ì san· tamente esercitato il ministero, p:1rlata la lingna degli Apostoli e del Vangelo. Salutiamo questo nuovo segno di J'igcnerazione, ed onoriamo i due generosi prelati :Milan esi. Le loro par·ole, calde di libeJ·tà evangelica, rese animose dalla carità, ispirate dalla giustizia, ci sono pegno di cib che avrebbei'O operato ambedue la sera innanzi, se la nuova del l::! •·epentina ed impr·evedibile sl!·age fosse potuta giungc•·e a tempo al loro orecchio. Ess! ce•·to av,·eubero pensato che in casi consimili Sant'Ambrogio, S. Car·lo, il Card. Federigo sarebbero COJ'Si pe1· le vie , f1·apponendosi tra i C<lrnefici e le vittime , ed opponendo il segno della redenzione nl feno ùegli assassini. !\la er·a scritto ne' giudicii di Dio che il turpe fatto dovesse venil· consumato. Tuttal'ia consoliamoci. Teodosio imperatore, che avea fatta crudele st1·age de' Tes~ salonicesi, non potè venir impedito da Sant'Ambr·ogio nella sua barbarie; ma ben potè e seppe Sant'Ambr·ogio impedirgli l'ingresso del tempio, chiudergliene in viso le porte, e respingerne chi vi si presentava stillante di sangue innocente. Analoga, se non pari riparazione fecero i nostri prelati alla Religione, all'umanità, tanto vilmente ©Biblioteca Nacional de Colombia -Hecrudel mente oltragg iata. Ambedu e hanno ripreso i !or(} diritti. La Religio ne ha riti'Ovata la vem sua forza , la ver·a, la sola via di rendere river·ente eù a sè devota l'umani tà. Intanto s'er·a fatto sparire dalle vie ogni segno delle com me se uccision i. I cadaver·i erano stati sepolti. l feriti trasport ati negli ospeda li, nelle rase pr•ivate, e molti nelle car·ceri; ove, dopo tali ll':lttam entì, si voleva sopr·:lppit't far· loro soffrir·e la prigion ia. Ad una nuova atrocitil vennero sottopo sti costoro . Bar·bar·ie tale ch'io non la volevo c•·edcrr , e mi pareva dovesse tPnersi calunni osa persino pet' la polizia dell' Ausu·ia. l\la ho dovuto accettar e il fatto come una certezza : LE fERITE DE' PRIG!O~I NO~ YEN~ERO CATE! 1\IEDI- Due moriron o per la cancren a che si mise nelle loro piaghe; gli alti' i si trovano mal ridoui ed in dubbio della vita. Quali atti faceva, quali provved i menti prendev a intanto il vi cerè, il govel'll o, la polizia? Il Podestà otteneva di pubblic are un P•·oclam a, nel quale in tuono di dolore per casi avvenut i, e di pt·eghim·a più che di comand o, esor·tava alla tranquil lità, all'ordi ne, all' ub1 bidienz a alle leggi. La polizia amggev a un A.vviso • colle solite declamazioni contro gente facinorosa, inquieta, e le solite min:lcce . Con una nuovn fr·ode, ed un:l bi'Utta profnna zione, osavn citare un passo dell'All ocuzion e del Pontefice del 4 ottobre , e fnme istrume nto di polizia. Eù il pnsso lo citava troncato : toglieva il giu~to cquilibr ·io postoYi dall'uo mo eli Dio; il quale se da un lato non l \' cdi il Dorument o V. '! Yt.di il D ~r umeolo rr. ©Biblioteca Nacional de Colombia -~- assentiva si rendesse il suo venerato nome grido di dis· ordine, esortava al tempo stesso i potenti a. non dar orecchio a fraudolenti e perniciosi consigli, eu todire la legge della giustizia .... e pt·ocurare benignamente e religiosamente la felicit:t de' Iom popoli. l l vicerè pubblicava un pt·oclama, 1 nel quale tra la fredda e scolot•ata ambiguità della lingua officiale, era pure un lampo di senso e di lingua comune. Esortando alla quiete, la diceva indispensabile, onde le sue più fondate speranze, circa i voti da innalzarsi al trono, non andassero deluse. Pt·ometteva poi t·nccort·e nelle sue sole mani le redini del potere, appoggiat•e a Vicnna le domande dei Lombardi, scriverne di suo pugno all' Impet·atore. Scrisse. Venne la risposta, e fu questa: cr Noi etc. etc. Sono giunti a mia cognizione i falli av,·euuti a nei giorni 5 e 4 conente. Ho dovuto accor·ger» mi elle esiste nel Regno Lomh11·do-Yeueto una fazione • » tPndente a sconvolge,·e l'ordine politico. lo bo già » f:nto Wtto quanto et·a necessario pel bene e pel sod· » disfucimento dei desider·j delle mie Provincie llalia>> ne. Ora non sono inclinato n fat·e alu·o. Vostra Altezza >> far·à conoscer·e questi miei sentimeuti ai miei sudditi >> di quPsto Regno. Confido nella maggioranza della po» pola1.ione, pCI'!'ltè non abbiano a succedere ulterior» mente tali disgustose scene. In ogni modo mi affido » all' esperimentato valore ed alla fedeltà delle mie >l tmppe. >J FERDI:SANDO. >> l) >> ~li la no Pm·ve inopportuna, dura, inconsiderata allo stesso governo austriaco di 1\lilano. Lasciatovi il senso, e mi1 Vedi il Docum ent o Vlf. ©Biblioteca Nacional de Colombia -43 - no ft1 tigate le espressioni, venne pubL iicata , e ognu videl n~e spera te fonda le fossem ne chiai'O di che ragio provo nuove le , dipoi nuti aHe fatti i cerè. E siccome ot·a ed cazion i, i nuovi as as,ilij di Pavia, del contado, ch'egli o ano mow· a, Padov di voce) la (da quanto suona promesnon potè aneca rsi io mano il pote1·e, come aveva a far usato so, o so pU!·e se lo e1·a a1·r·ecato, non ne aveva e ment egual cessare i disordini e le violenze, come aveva fosse come , promesso; ognuno fu chi:JI'o al tempo stesso mper afatta la fede di uu arciduca d'Au stria, zio dell'i quale ·o ovve1 to; Vcne tore, vicerè del Hcgno Lomba•·doa, e 'n:niv govci chia ge1·ar ordine, se non altro, sia nella e. nda1· chi realmen te vi po sa coma ar·iNPl sistema dello statu-quo, nell'antico ciclo a dicey si gare, r·inne può non stocratico, che l'Austria la E o. Hegn del o luom genti primo cbe il sovrano era il da chi fede di gentiluomo era contata per qualche cosa eva. riCC\' la chi da la dava come ,e Nel nostro si tema si dà la fede di galantuomo uuico e ne fa almeno altretlanlo conto. In qurst o, forse e c::or1·i· caso, i due sistemi banno una moneta di Yalor spandente. del Un gentiluomo dell'a ntico , come un galantuomo la re serba a Yia la nuovo sistema, tro\'andosi tagli ala apne ~le i. potei' suoi i fede data, doveva rassegnare mondo; pello al giudicio degli uomini onesti di tutto il quale il nella a let•er alla sta tanto più che la dt~~·a t·ispo d'aver cere conos f<.~r o dovut io, ,·iccl'è aveva, senza dubb di grado quel in uomo un per nz.e, date fondate spei'C! f. un'o em io, 'uffic quell in ed e, t·ator impe parentela coll' fesa, e quasi un insulto. sIo p:1rlo libera ment e, perchè tale è la mia profe mi che o sione , e per·cbè non conosco potenza al mond onianza possa spavental'e quando si tratta di t•ender testim ©Biblioteca Nacional de Colombia -Ual vero; di sostrnere la causa della mia pntria oppressa , e de' 01iei frntP.IIi crudelment e assassinati: ma del resto, non nutro mul animo ver·so la persona del vicerè Jlanieri, e neppure ne pMto c:lllivo giudicio: attribuisco i suoi atti non a corru1.ione di cuore, ma ad er-rm·e di mente; fatai conseguenz a d'invecchia ti pr·rgiudizj della trista compagnia nella qnnle ha passata la vita, e dell'i m· morale ed er•·oneo sistema politico del governo che rapp•·rsent a. L' opinion pubblica non ti ene io conto d'un tristo il vicerè, ed io nr aòotto volentieri il ~iudicio. Quella medesima •·i sposta dell' imperaLOre, che era sembrata impolitica ed inopportun a agli altri uomini dei gover·no di MiLlno, soddisfece pienamente al maresciallo Radetzky. Egli pubblicò il seguente 01·dine del Giorno; <c Milano H) gennajo 1848. - S. l.\1. il nosti'O A,u» gusto Sovrano, risolutissim o essendo di prot ggere il » Regno Lombardo- Veneto, c'lme ogni altr·a pa•·te dei l) suoi Stati, con t ullo il d gore delle for·ze sue, e per >J ragione e dirillo difendel'lo contro ogni sia interuo » che esterno auacco nemi co, m' ingiunge per mezzo » del Presidente del Consiglio Aulico di guerr·a di coll munic:ll'e alle truppe tulle di presidio in Italia questa >J sua risoluzione , ad es c dichiarando che appoggia >J attende a tale in·e movibile volllntà sua dal valore e >J fedele affezione dell'armata . Soldati! l' esp1·essiooe inlJ tend ete del vo tr·o Sovr·ano, e di •·ipetervela ne vado 11 altet'O. Contt·o la fedelt tt vosu·a ed il vostm valot·e l) si inf•·ange•·anno le mene del fanatismo e la disleale e >> perfida smania di novazioni, come onda a scoglio. . >J Bt•andisco io tutlOI'a ben ferma quella pada che » beo da 61> anni con ono•·c ebbi in dive1·se battaglie a >J provare; io l' userò pe1· proteggere la qu iete del paese ©Biblioteca Nacional de Colombia - .f1S - viene minaccia t:: adesso •> pur· or·a così felice, e che fa- d' inconsiderata d'inevitabile miser·ia dalla mania l> zione. rano conta su di noi, ed io 11 Soldnti ! Il nost ro Sov nffirlo . . . . . Ciò 11 antìco vostro condou.iero a voi mi inalzare il vessillo ad a riug cost si 1> ba Li! -Ch e non ci i non sono tarpati! » dell'aquila austriaca, i cui va nn sia: sostegno e quiete pei u·an>l Il motto nostro nemici che tentassero » quilli citladini fPdeli, ruina ai bar·e la pare e felicità dei >> con mano sac!'ilega stur >l RAD ETZK Y. l) » popoli. 11 no tennero dieAlla lettura di qnest'Or·dine del Gior i, e profondo l'iac aust tro vive acdam:niooi de' soldati silenzio de'soldati Italiani. allo Rndetzky Le par·o le come le opere del maresci de' govemi e oli, pop de' ione sono già giudicate dall' opiu supel'lluo il comdell e diplomazie d'Eu rop a: sare bbe comandò o per·mise mentarle. Basti il dire ch'egli o lo lasciò impunito. o non frenò l'assassinio, od almeno momento di par·Egli poteva scegliere un miglior· della sua spada. lare della sua eal'l'ier·a militare e le nnzioni. ì\le ne appello ai militari di tutte de' tranquilli citegno La sua pr·omessa di farsi sost 8. no gior tadini fedeli, la tenne a Pavia il avano esposti trov si enti Da qualche tempo gli stud e degli uffipar·t per· e tinu ad insulti e pr·ovocazioni con lasciavano non vie, e nell è, ciali, i quali ne' teat ri, ne' caiT rli. ggia ollra occasione di scbernirli e d' tegno degli stuCiò nos tant e, la pazienza, il con denza, legalità, era la denti Pra esem plar e. Decoro, ]JI'u schivando ogni colliparola d'or dine cor·sa lra loro ; e e case loro al cade r sion e, e persino ritirandosi nell l'am or di patl'ia aveva della notte, teneva n modi ne' quali ©Biblioteca Nacional de Colombia - -t6- saputo tr·asform:lre l'impeto giovanile in una soda e civile m:lttrr·ità. La mattina dell' 8 essi accompngnavano il cadavere d'un loro compagno al Campo Santo. Il corteggio camminava col massimo buon ordine, e col mesto r·accoglimento che vogliono cotali ufficj ; qu:lndo, a nwzza strada, incontra due ufficiali col signr·o in boccn, i quali, senzn un motivo al mondo, entr·ano tra gli studenti, urtandoli e scompigliandoli, vomitando ingiur·ie contro gli studenti e conti'o i pr·cti, e cacci:.mdo nel viso ai circostanti il fumo de' loro sigari. La pazienza de' giovani non resse più oltre. Si scagliarono addosso a q negli agenti p1'ovocatori, i quali gii1 avean levato il grido d'allar·me; e l'ajuto (tanto è vero che cotali fatti non son casuali, ma com· binati e preparati) ei'a già pronto, e la truppa alla sua yoJta si getteva sugli studenti. La lotta fu acc::mita, benchè dispar·i tanto; poichè gli studenti erano iner·mi, e gli ufficiali ed i soldati armati, e facean piover·e su loi'O a man salva le sciabolate. Non ostante , se moltissimi di loro I'imasel'O mal· conci, un ufficiale I'imase mor·to, e l'altro rnOI'tulmente ferito. II Podestà, il Delegato, ed il Rettore ì\Iagni fico, fecero uniti una solenne protesta; corsero a l\lilano, ma sino al giorno 10 non erano stati ricevuti dal vice1·è. Se in appresso lo fossero, lo ignoro. L'Università è stata chiusa, e gli studenti rimandati alle lor·o case. In questi stessi giorni, distaccamenti di soldo ti corTevano il contado, ent1·avano ne' borghi e nelle ville, offendendo e mnlmenando in simil modo la gente di campagna. Di quelle spedizioni non ne conosco i particolari. Dico soltanto quello che so, e che tengo per certo. ©Biblioteca Nacional de Colombia -47- Alle protes te de' Podes tà e de'Cor pi munic ipali con· enorm ità che llo rifer·ite, e cbe ci danno il dirilto le tro ri, di chiam are il govern o austr·i aco, govem o di Barba le tutte di e ~·unì la protes ta delle intere popola zioni, dato hanno classi della societ!r. Milano , la Lornbar·dia, conesemp io non solo d'un senso n:JZionale profon do e ma o; govern del corde nel conteg no assunt o a fr·onte tatto, di za, pruden di li insiem e hanno date prove mirabi di di conve nienza , di senso d'ono re, di SPOSO mor·ale, onoche ma, insom enti senso politic o; di tutti i sentim . rano la società umana , e ne pmvan o la perfett a civiltà piiL e, difficil più p:nte la o Italian Nel R.iso1·g imcnto ·e, dolcw osa, il posto di maggior· pe1·ico lo, il posto d'onor ~lil:lno e ; ~lilano a o toccat è ardia, Lomb è toccato alla . Di sovra ogni altra città Italian a s'è copen o di glor·ia rigene nostra la per· Italia in o operat s'è tutto qu:mto o venend e Roma di feste dalle ciando comin razion e, che sino alle ball::rglre di Palerm o, nulla equiva le a ciò fecem i MilnnPsi. Lo splend ido valore dc' Sicilia ni, i loro com balliglo· menti , la lom vittor·ia, per· quanto siano magnifici e nde, treme i, difficil , riosi fatti, non fur·ono pr·ove ardue ri come quelle sosten ute dai Iilanes i. Quc ti eran debito farla o dovean ta; protes e solenn alla causa Italian a d'una far·la in modo che fosse nota a tutta Europ a; dovean od divine leggi ou conosc non che i contro barbar i padron sono che pietà, di o e d'onor fr·eno umane , che non hanno armat i, ed hanno in mano tullo ciò che può dar· forza i, ad una fazion e; e dovevano far·la assolu tamen te inerm ola, e senza speran za d'aiuto o difesa : sapeva no, facend carche molti di loro dovevan andare a mar·cit·e nelle . morir·e n ceri , o a piange re nell'es ilio; che molti doveva in·o sepper e ta, E i Milanesi fecer·o la loro protes m ocontra re il carcer e e l'esili o; sepper o morire ! e ©Biblioteca Nacional de Colombia -48- 1·ire senza la gioja del comb:lltere, e del difendersi, senza gustare l'ebbrezza della battaglia, la speranza della villoi·ia e df:'lla vendetl:J : i Milanesi seppero per la causa Italiana mo•·i•·e assassinati ! Cb i può vantarsi in Italia d'aver fatto pii• dc' Milanesi? L'Italia, e meglio Iddio, tenà loro conto di tanto e1·oismo e di tanta virtt'l. Dopo la p•·otesta della st1·ada e della piazza, che pagarono a prezzo di sangue, non si sbigottiron punto de' luttuosi casi, e continuarono a protestare in tulli i modi, sotto tutte le forme. Dopo i casi èel 5 gennajo, per tre sere consecutive tutta la società di Milano s'astenne dall'intet•vcnire alla Scal:l. I prop•·ietari de' palchi li tennero chiusi colle tende tirate, io segno di lutto. La platea sola era occupata dagli ufficiali vincitot·i, c da trecento individui ai quali la polizia dava biglietti gratis, e furono pet·ciò chiamati T1·ecentisti. Era l'uso per l'addieu·o che s'andasse, in legno o a cavallo o a piedi, a passeggiare sul Corso di Porta Orientale: dopo cbe quella strada era stata il priocipal teatro degli assassiuj del 5, tutti l' abbandona•·ono, e mutandone persino il Ilo me, fu detto Corso Scellerato. Il pubblico s'avviò invece a stabilire la passeggiata sul Corso di Porta Romana , e gli pose il nome di Corso Pio IX. La polizia aveva, tra le altre sue fi'Odi, cercato in l\Iilano d'usar quella che in Gallizia era stata coronata di così fatale riuscita; e s'era studiato spat·gcre tra il popolo, e procurar fede all'opinione, che le sevizie del govel'llo er::mo provocate dai signori e dai J'iccbi, e che alle loro stravaganti pretensioni poliLiche dovevano attribuire i mali dai quali si vedevano oppressi. ©Biblioteca Nacional de Colombia -49- Contro quest'ingan no trovò una nuova protesta la società di Milano. Fu ordinato un Comitato per raccogliere soccorsi in pro delle famiglie degli uccisi, ed in pro de' feriti . Cinquantadue Signore si radunarono per lungo tempo in casa Borromeo a fine di condurre quest' oper·a nazionale e religiosa; e girando per la città, e ricercando la tutta quanta, porta per porta, bottega per botlega, riVerite, accolte, e benedette da tutta popolazione, radunarono meglio che 1.00 mila franchi. E il popolo imparò quali fossero i suoi amici, quali i suoi nemici. Al Podestà Casati furono fatte numerose dimostrazioni d'onore. Infiniti biglietti di visita vennero lasciati alla sua porta. Gli giunse un Indirizzo stampato, nel quale il Popolo di l\lilauo gli esprimeva la sua gratitudine; e questo Popolo generoso\ il quale sapeva che cosa avesse fatto il governo austriaco per irritarlo, spiogerlo contro i signori, e rinnovar in Italia gli orrori della Galli zia, finiva il suo Indirizzo facendo sicuro il Podestà de'suoi sentimenti con questa frase: Il fiorino galliziano non aVI·à cm·so in Lombal'dia. Una sottoscrizio ne venne aperta per erigere un buSto all'ottimo de' cittadini. Doveva farsi di marmo, ma le offerte ct·ebbero al punto che potrà essere eseguito in br·onzo. Il conte Borromeo depose le insegne del Toson d'oro, dicendo non poter· portare gli Ordini d'un governo che s'era macchiato del sangue innocente de' suoi conCittadini. Moltissime Guardie nobili diedero la loro dimissione . Ignoro se vi sia tra loro chi non l'abbia data. Se vi fosse, costui ha mancato alla patria ed alla sua città. Il giorno 2 febbrajo giunse a !\filano la nuo1'a della 4 ©Biblioteca Nacional de Colombia - Kò- Costituzione di NapoH. La popolazione volle dar· un segno delle sue fr·ateme simpatie ai Napoletani, sin dove glielo conser.tiva- secondo l'energica espressione d'una corriSrJondenza particolare- la lunghezza della sua ca· tena. Si fece còtrer là voce che tutti si trov!lssero nel Duomo ali ultimà messa della domenica, per rendere a Dio gr·nziè toncordi. A mezzogiorno la vasta Cattedrale si tr·ovò piena come nessuno si rlcor·dava mai avel'la veduta. La piazza era coperta dalle carrozze, e da tutto il popolo che non l:!ta potutù cll'plre iu chiesa . La modesta funzione s'adempì in un raccoglimento di vota e sòlénr)e. Tutti sapevano d'avere in cuore il medesimo ::tffetto, di oiTri•·e a Dio la medesima pre... gùicra. All'uscite, il popolo faceva largo, con spontaneo ed affettllOSo rfga~)·do, ai siguor·i ed alle donne che scendev:m le gradinate per tornare ai loro legni; e la polizia 11ott! cònoscere che v'era poco da far capitnle sul popolò di ì\tllano. Da llmgb' teM{tò là Scala era deserta. In quella sera e nelle due seguenti, tutti i palchi furono pieni, il loro interno illuminato, e le persone in gala. Il po· polo, i pov~rl elle non potèan pa•·tecipare a queste di· mostrazioni in guanti gialli e corvatta bianca de'•·iccbi, e voleva n pure an cb' essi trovar modo, in mezzo ai loro luÙi municipali, di fare un po' di festa per le mutazioni tli Napoli, e per quèsta fortuna nazionale; immagina· rono di fare quel gioi'DO un pasto che accermasse agli usi di que' loro pii• me•·iòionali fJ':ltelli. Ogni povera famiglia imbandì in quel giorno la sua mensa di macche· roni napoletani. Sotto questa inezia s' asconde un fatto grave: la certezza che il senso nazionale è pro pagato a tulle le classi ; eppe1·ciò la narro. E l' Austria vorrebbe soffoca rio , distruggerlo? ©Biblioteca Nacional de Colombia -IU- di ed elem enta ri Vonebbe star·e a fronte delle gran corr ispo nden ti? forze della natu ra? Con quali forze ouen ne imche tale colla polizia! Si narr a, è vero , di . iloni Prigionare in un otre gli Aqu esem pio, e L'im pres a dell'Austria ba dunq~e un non è dunq ue impossibile. are, non del Un' ulLima pi'Otesta mi r·imane a narr d'un solo ma , ceto d'un o o Popolo, non d'un corp sue quale io, uffic suo il per che individuo; e di tale are l'ave sse lità, ed il suo pass :lto, non si doveva sper dall' e'·idenza lllai faua . l\fa la fece , tirat o vi a forza Il Coosiglier· io. degli orTibili fatti di che egli era testimon prot estò per· ria, Provinciale Bellati, uomo tutto dell'Aust ma adot tato siste iscr·itto al governator·e conll·o l'ini quo altr·a via, e e dess pren llat gover·no, insistendo acciocchè servir·vi, per che, me finìra dice ndo: <c Dovete cred ere a ittad ini, conc iei de'm a l'ese craz ione l) mi sono acqu istat na. » l) ed un'in fami a eter· ma i suoi II gove rno aust riaco non gli cred ette; to. edet concitladini l' bann o riben la nobi le ed Ora ch'io ho raccontato qual sia stata loro nadella re ardita prot esta d~'Lombardi io favo to me quan per· o, gnat inge zionalità; ora ch'io mi sono per· loro er rend di , forze re lo consentivano le mie pove che ie gr·az le quel e re l'ono Part e dell' inter a llalia quel inter l' essi di so pres i farm a lller itano ; mi rima ne dal a che part e Prete d'un a dom anda , d'un a preg hier lli. fmte cuor e di tutli i loro per mostr·arsi Essi fecero assa i, fecei'O abba stan za sotto la lung a e Italiani, per convincer·e il mondo che salv are e man teCorrnLLI'ice oppr essio ne hann o sapu to onalità. Nessuno nere intatto il senso vitale della nazi ora. Ebb ero la per Può dubi tar di loro , e ciò bast a ©Biblioteca Nacional de Colombia -52- calda ed impetuosa energia d'esporsi inermi al ferro rJrgli assassini. Abbiano ora un'energia più difficile, e che richiede maggior dominio di loro stessi, l'energia della tranquillità e della rassegnazione. La loro redenzione non può veni1'e da cause intrinseche, ma da condizioni esterne d'Italia e d'Europa, che la mano dell'uomo non riesce a sua possa a costringere; che appena la mente può p1·evedeJ'e, ma che può il cuor presentire; perchè, considemte le presenti condizioni della civiltà cristiana, è in ogni cuore il senso, la persuasione, che Iddio ha segnata l'ora in che grandi ed inveterate iniquità son condannate a crollare. Snppiano aspettaJ'e i tempi stabiliti da Dio: ed aggiungerei, sappiano rendere questa espettazione feconda ed operosa; se di tale avvertimento avesse1' mestieri. E noi, Italiani di quella parte d'Italia alla quale la Provvidenza ha già stesa la mano della riconciliazione, noi che già godiamo de' suoi benefirj, pensiamo talvolta, nelle nostr·e allegrezze, ai mali, ai dolori de' nostri fratelli Lombudi. È conveniente, è bello il pudore della felicità e della gioja al cospetto della sventura, e lo è tanto più ove essa pesi su fratelli ed amici. Non giunga oltre Po ed oltre Ticino troppo alto il suono della nostra allegrezza. Essa potrebbe per avventura essere sopraccarico ad un peso gi~l incompor·tabile. Già troppo a lungo forse ba l'Italia atteso ad in ghil'landar·si, banchettare, e far festa. È tempo di cure più g•·avi: non le ghirlande, o i banchetti, ma le armi, la sapienza, In prudenza civile, il severo e serio operare, le otterranno il sicuro e dtlrCvol possesso del suo suolo e della sua libertà. Ora mi volgo all'Austria, e di nuovo le domando: Chi dunque possa meg-lio nominarsi setta, essa o noi ? ©Biblioteca Nacional de Colombia -o 3cong iura re? Quale Chi di noi due meglio s'int ende a ta: quel la della sua delle due cong iure sia meglio ordi dal cons iglio VienPolizia, della sua burocrazia diret ta guid ata ed amone nazi nese; o la nost ra, dell' inter a lllaestt·ata da Dio? , della civiltà J\li volgo al gran giurì dell' opin ione icio, la sua giud suo il nte nisti ana, e reclamo ardi tame stolto? chi chi ce, snga stato è sent enza : ch i di noi due mira bile nella , Dica ato? colp in è stato iniq uo, chi si sta rinnovando trasm utni one per la qual e da tre anni ta rinnovazione ha l'Ita lia, nella sord a lotta che ques ha cam mina to per Provocato tt•a l'Ital ia e l'Au stria , chi , del dit·itto e della le vie nper te e chia re della giustizia tenebt·osi cunicoli lealtà? chi s'è tenu to ne' cope rti e Chi ha ca! penza? della frod e, delle insidie e della viole ra e d' umanatu di stati i dritt i delle gent i, le ragio ni ue innosang e ue, sang nità; chi ha ucci so, ha spar so stria L'Au io? assin l'ass cent e; chi ha post o per siste ma ato trov s'è , Stati ni :llcu in o l'Ita lia? Il Popolo italiano, he, lung o men o pii1 he epoc in molt e occa sion i, e per delle sue azio ni: i Padrone del cam po, padr one di sè, della forza mor ale governi talvolta si sono trovati privi Dove sono stati i o mate riale nece ssari a a raffrenarlo. grav i, pat·lo di disordini del popo lo.? Parl o di disordini che pUI'e sani; reazioni viol ente , di vend ette, d'uc cisio aspe llars i da ma ili, t'ebbet·o state non dico pet·d onab della sette re oscu le da un popo lo che i governi, e più t·ia, Aust dell' setta Polizia che si collegava :l Ila vasta o. estat calp nte elme avean così a lung o e così crud Roma , nella Nei moti cagionati dalla cong iura di di poliz ia, ini uom nze, Fit·e in caccia che si diede ai birri s' e1·ano anni ed uni a per che idui emis sari, spie , indiv mise1·ie, aveano inìnnaiZ:lti, anic chiti sulle pubb liche lact·ime delle mog i sultato alle angosce de'p t·igi oni, alle ©Biblioteca Nacional de Colombia - IS.f- e delle madri, fatto me•·cato de'scarsi confo•·ti accordati nelle tenebre del carce1·e, aveano spesso pe•·cossi, manomessi a loro arbitrio i carcerati, avean esagerate leggi inumane per sola perversità di natu•·a; costoro, antichi amici dell'Austria, si trovarono isolati, in ermi, circondati da una compatta moltitudine di quegli stessi che avevano così mortalmente offesi, o de' loro fratelli, se non a!Lro, ed amici: si trovarono nel medesimo imminente pericolo di que' p(weri popolani che si viddeJ'O circondati dalle bande de' soldati austriaci: si trovamuo soli contro molti inermi e contro armati; colla diO'erenza che questi popol::mi non aveano ai soldati fatto offesa veruna. I soldati dell'Austria scannarono quelli che eran caduti in loJ'O potere. Quelli, invece, caduti in podestà del Popolo Italiano, furon salvi; non fu loro torto un capello; vennero condotti incolumi ai co•·pi di guardia, consegnati al potere, racchiusi nel carcere. Essi sono tuttora, parte in Castel Sant'Angelo, parte altJ'OYC. Sono vivi, noi possiamo cercarveli, strascinarli al cospetto d' Eu1·opa, e costringerli ad esse1·e testimoni delle opere del Popolo Italiano ! Ora produca l'Austria dal suo cauto i testimoni delle opere sue; li cerchi! LI TROVERÀ NE' CnnTERI. Se vi fu in Italia qualche intemperauza di pochi ; non fu evidentemente de' pochi? Non si levò contr'essa l'opinione, il clamore universale? E se mi si opponessero le stragi di Palermo e del Regno; chi fu cagione, domanderei, che accadesse1·o? Un ropolo posto in balia d'un Cocle o d'un del Canetto co' suoi sicari, un popolo lasciato a discrezione di ministri cb e lo stesso re dichiarò perversi e traditori, esclamando: lo fui ingannato l corse pe1· prima cosa all'armi ed al sangue? Non pregò invece, non supplicò inerme, che ©Biblioteca Nacional de Colombia -ISO gli fosse alleggm·ita l' incomport~bile _soma ? A queste Umili pr·egh iere, non ri~posero i minis~r·i c.olle ma nelle, o le ferite, le uccisi oni? Il Teati'O Carolina di Paler·m che gr·ido IX! Pio non risuon ò del grido viva il Re! vivCL è sinonimo di perdo no, di giusti zia, di rizener·azione ottenu ta senza disord ine e senza violenza? Poi, è vero , si venne all'arm i ed al sangu e: sarà ad giudice Iddio fm Covema,nti e Governati ; egli darà ea Eur·op ione l'opin ma sue: ognun o secondo l'oper e TLI dirle: e sasso, pr·imo il lia vorrà ella scagli are all'Ita ti fosti iniqua , sfrena ta, tu cercasti il disord ine, seguis stria all'Au dire E za? violen della e delitto le vie dr! ne, invece : Tu fosti giu ta, tempe rata, cercas ti l'or·di fosti incolpabile e mansu eta? Ciò che gl'llal iani hanno doman dato ai lor·o Pl'inci pi ciò nazionali, come hanno appog giate le loro do m ande, cosa che che hauno ottenu to, lo sa il mondo . Sappia ro, abbian o domandato i Lombar·di allor·o princi pe stranie : Serino questo a lo veda nei Documenti posti i n f) ne desii ssibili ~t~ammi veda se er·ano enorm i, stravag:,lnti, e derj, incom portab ili i modi del doman dare; veda insiem b::tr· le eri consid ustria; dell'A quale sia stata la rispos ta di barie comm esse in Lomba rdia; conosca cbe i rettor i te rispos sole per , banno ni cristia Stati vasti più uno de' godi a giu te e moder ate doma od c, eretto in sistem a di verno l' assa'5sinio preme ditato , e palliato, o cercat o per , hanno : palliar e, colla perfidia delle provocazioni del sola rispos ta, oppres sa la Lomb ardia con un regim e è per·ch ia; terror e peggio re di quello del 9::i in F!'anc giudi o almen larva colà si ghigliottinava con qual che dicio e di forme ; qui s'assa ssina come viene Yieue. Hanno parim enti a caso, e senza accusa , senza giudic io, senza senten za, moltiplicati gli esilj, le proscrizioni, gl'impr·igionamenti. H:mno caccia to i primi ©Biblioteca Nacional de Colombia -ll6- signori, le persone più notabili di Milano: ed appare oramai esser partito adottato lo spoglia rio de' suoi più distinti ed influenti cittadini, perchè detestano le iniquità del governo. Se le proscrizioni sono fondate su questo motivo, caccino tutta Milano, e rinnovino il fatto di Barbarossa. 1 La Francia, l'Inghilterra, prime guide della Civiltà Cristiana , vedano quale sia nel centro d'Europa la civiltà! Esse che rivaleggiano onde redimere i selvaggi dell' Aff Il modo e b regola se~ui ta nelle pr oscrizioni , appa re dai fo~ tti seguen• li . n 22 geonajo , 3 ore innanzi gio rno l venne ro arr estati nelle loro c.ase il marchese Rosales , il conte B att agli~, i l marchese Sonci no, con numeroso apparato di dragoni e giaodarmi. V enne ro co.stretti a vestirsi in frelta, entrare in lti oo, e pa rtire_, aeuz a di r e addio a11a. madre, alla so rella, a i congiunti che ~lJi!avaoo con loro . F ur ono, per le pos te , condotti a Luhiana , ave avran no 1J città per carcere. La minuta perquisizione de' loro clomicilj non ottenne si scoprisse la minima cosa a loro c~ rico. Nella fu ria de l pa r tire, non :~vevan preso mantelli onde r ipara rsi: ~Ila prim a fermata il maestro delle poste iliede loro un po' di fieno ed una vecchia coperta da cavalli. A Brescia ch iese ro il permesso di comprarsi taharri , e venne loro negato. 11 dollor Bt>lcredi, Cesa re Cantù ed il marchese C;.rlo d'Adda 1 che do· ~e,· a n correre 1a mede~ima so rte, riosciron a fuggire. L a madre del marchese Soncino, che scusavél il 6g1 io, affermando non es· sersi mai occupato di politica, ebbe per risposta d~l di nuore di polizia: Cile rgli spe,deva troppo, ed t ra troppo popolare. Il principe Pio, grande di Spagna di prima classe, ebbe l'urdine di h.sciar l\i ilano , senr.a che gli s' indicasse per qual colpa o motivo. La moglie era inferma in letto. D ovè fa r preparn re un letto iu una c.arroua oude Lras}lOrlnrla. Jl signor Prinetti ed il suo cognato, signor Camperio, ·vennero arrestati. La moglie del primo , sposa d'n o ann1.1, voleva accompagnarlo. Venne respintJ con violenza dagli 2genti di polizia, che le dissero; Pi consol~rete andandc> a far la questua colla contessa Borromeo l L 'indomani, all'adunanu de' collctLori in casa Borromeo, il posto del si· gnor Prmelti 1 segretario del CoDt itato, era vuoto. Era 'uoto egualmente quello òi sua moglie, che er~ rimasta a pi:mgcre io casa. Le persone d i dtlta società si separarono, come usano separa rsi ora a :Milano, ùicenòo: A domani, se sat'ivi, c non carcerati, o mandati in e,·U:o . n!mo ©Biblioteca Nacional de Colombia -IS7- frica, onde tutelare e salvare i cristian i d'Orient e, i dere· Iiui , gli assassinati del Libano, si persuada no che non è loro mestieri traversa re i mal'i onde trovare, non sel vaggi, ma c1·istiani da strappar e alla schiavitù , da tulelai'e contro il ferro degli assassin i; e scelgano fra i due pa1titi: o fare in Em·opa ciò che esse fanno in Aff'I'ica e in Asia : o confessa re che la civiltà, il senso cristiano , l'amore dell'uma nità di che si vantano, è una mascher a, un istntmen to di diploma zia e di politica, e PI'ella ipocrisia . Questo dilemma è severo, percbè è severa ed inesorabile la logica siccome lo è l'aritme tica; e date le premess e, non è possibile sottrarsi alle consegu enze. l\Ja non deve essere severo, bensì indulgen te ed amico, il giudicio degli llaliani circa la parte presa nelle cose d'Italia in Inghilte rra dal governo e dalla nazione, in Francia dal popolo. Non vogliamo farci giudici di chi in qualche modo ci si mostrava amico e difendeva i nostri intet·essi. Mostriamoc i grati pel passato, e speriam o per l' avveni1·e. Mi rimarreb be ora a provm·e che il sistema adottato dall'Aus tria in Italia è non meno stolto che iniquo: <:h' ella si è volontar iamente accresci ute le difficollà cd i pericoli : che le scellerag gini, quando sono spinte a questo grado d'eviden za, quando manifest amente son divenute sistema di governo , allontan ano a poco a poco. non solo le moltitud ini, ma pe1·sino i suoi pilt ciechi isti'umen ti; rallentan o ed infmngo no, finalm ente, tutte le molle del potere; e rendono , sotto l'esecraz ione universale, un governo impossib ile. l\Iolte altre cose potrei aggiung ere su qnest' argolUento; ma a che varrebb e? Sarebbe superOu o, sia pe1· l'opinion e pubblica , che già n' è persuasa '; sia per l'Austria che non se ne persttad crà certo per le mie ©Biblioteca Nacional de Colombia -118 - parole , e ne ' 'errà pe1·.suasa soltant o dalla fo•·za dei fatti, e dalla nPcessit1l. Da questa venà costrel la ( ove voglia allonta nare la dissolu zione dell'Im pero) a ricono· cere e soddisf are la Nazionalità IlaliaQa, (aoendo in modo che il Regno Lomba rdo-Ve neto s~a Yeramente un Regno, e non un pode1·e dell'oli garchia , dell.a burocr azia Vienne se. Non per essa, non per persua del'la, nè per con vi ncerla, ho scritto quPste pagine : ma ho sct·itto collo scopo (se non è presum ione lo sperar e che la mia voce possa a,·e•· tanta virtù) di far conosCPI'e all'Eur opa ed alla intera Civiltà uno degli atti del g•·an proces so che s'agita da secoli fra l'Austr ia e l'Italia ; collo scopo di far noto a tulli il grande scanda lo di che è teatro la Lomba rdia; e di opporr e alla iniquit à ed alla violeoz[! la la giustiz ia e la ragione ; alle tenebro se insidie ITA'. PUBBLIC L'Aust ria ed i suoi seguac i negher anno i faLLi riferiti, li diranno menzo gne e calunn ie . Io affermo sull'on or mio, cbe ho tenute tulte le vie onde conosc ere la verità, e che sono intima mente convin to d'averl a espost a; come so di non averla volonr.a•·iamente alte•·ata . . . E la mia parola , Io d.ico arditame nte colla fronte levata, vale p it't di quella dell' Austria, percbè io non ho mai assass~nato , n è tt·adito , n è calunn iato person a. Chi può citarmi un fatto che p1·ovi il contra rio, tenga quest'o pu colo pet' un ammas so di menzo gne, e me per un calunn iatore. Chi non può citarmel o, creda ch'io bo nanata la verità. ~hssnlO n'AzEGLIO. Roma, 24 febb•·njo 1848. ©Biblioteca Nacional de Colombia PO SU BIT T.<I.. veloSiamo in un temp o in che la Stori a corre tanto . Larla segui il a penn alla e ssibil ce, da rende re impo il letlot ·e, Mentre scl'ivevo le pagin e che ba scors è uland o la nuov e stoltezze, nuove iniqu ità veniva accum ii, nuove esi! i bU!·ocmzia austr iaca, a quelle narra te. Nuov mort i. c feriti prosc rizio ni e provocazioni ed oO'ese, e da inten cosa che Pare che l'Austria ( ho spieg ato ba non è fincb con ques to nome) non possa aver pace enIndip dell' e rtà comp iuta la resta urazi one della Libe del nostt•o cadenza Italia na; la comp leta rigen erazi one nostri cuor i, de' t·dia ralle re· nazio nale; la perfe tta conco are. oper o delle nostr e ment i, del nostr sul vino Essa , o chi per essa, coll'a umen to de' dazi enindip d' ione straz dimo a pt·im di Piem onte, suscitò la a Rom di lu·a congi Colla no. italia denza d'un princ ipe di ne pazio diede all'It alia 1:1 Guardia Civica. Coll' occu Colla duento. rmam dell'a vità l'atti minò deter Ferra ra i, conletan rezza e coll'imprevidenza de' minis tri napo ro-Pa rAust lega dusse il sistem a costituzionale. Colla ooscan ano-T Rom mense-Moda.nese rese imma ncab ile la. ba le , ardia Lomb di i Siculo-Piemontese. Ora colle strag e sta pet· dato l'app oggi o dell'opinione dell' univet·so, darle forse qnalc heco sa di più. una med aIo pt•opongo si conii a spese pubb liche glia con questa. iscrizione: IA RICON OSCE NTE! AtLA DURQ CRAZ L\ AUSTRIACA t'ITAL ©Biblioteca Nacional de Colombia -60- Il benefizio è innegabile; ma il modo è abbnstanza singolare per meritare d'essei' fatto palese all' Europa in ogni sua pat·te: i Governi non meno che i Popoli vi troveranno pl'Ofittevoli lezioni. Ecco i fatti. Il sistema adottato dall' Austt·ia di spopolar Milano de' suoi migliori e più rispettati cittadini; sistema che risale ai tempi di Bat·bai'Ossa, che usat·ono Dionigi, Falat•irl e , Ezzelino da Romano e simili, e fu la rovina di tu l ti , come lo sarà dell'Austria; questo sistema è in pieno vigore in Lombat·dia. La proscrizione pende sul capo a tutti, sceglie alla cieca, colpisce a caso le sue vitti me, senza che possano indovinare (tolto il delitto della pt·ofonda esecrazione contro le iniquiti1 del dominio slt'aniero) in qual modo, ~o n quale de' loro alli l'abbiano pt'ovocata. È un qui d :.imile ai casi di peste o di cholera. La pt·oscr·izione comincia a stendet·si sulle donne. Ad una Signora vien mandato l'ordine di pt'esentarsi in polizia. Le si dà il suo passaporto, il precetto di p:utir·e perchè s'era mostrata ingrata contr·o il governo Impet·iale che le dava l'ospitalità, e pet•chè aveva influenza. Questà- Signora è milan ese,. è nata in Milano. Gli Austriaci dunque danno l'ospitalità agli Italiani in Italia! L' in!Jratitudine era stata d' adoprarsi con cuot•e per la questua a pro de' feriti e delle loro famiglie. Questua consentita dal governo. L'influenza! ... qui il precisare divien difficile. Come si fa a definit·e il delitto d' innuenza, il reato di possedere la stima, il rispetto univer·sale d'una città, e la colpa d'esser· tale da mel'itarlo? Perchè non mi vien faLLo di trovare espt·essione :1dau:ua all'idea, non pet· qu esto intendo nega re il delitto, e molto meno condannare l'Austria. I maggiori ne- ©Biblioteca Nacional de Colombia -61- ente rimiei dei g-overni suoi pari , sono gli unive rsalm ale. natur è , spetta ti e stima ti. Se li perseg-uita gi ll· A quest i arr·es ti, a quest i esili i arbite ari , senza in · eno nemm senza , prove dicio , senza conda nna, senza di amor· cuor·e in aver d' e nzion dizi, e per· la sola presu straione press all'op odio , anità d'um patJ'i a, di giusti zia, a t•imaner niera , all'in iquità , alla barba rie, non potev del primo come ini, cittad de' ltimo dell'u muta la voce maggior· il e rcitar d'ese evole merit più del e , in grado magistt·ato della città. , onoIl l\lar·chese Gabriello Casati ed il Muni cipio rava sè colla segue n te prote sta: ECCEL LENZA . tono In poOgni qualv olla lamen tevoli ci rcosta nze percuo farne so;suo debito ipale Munic io Colleg il crede polazi one, venonde , regge ci che geUo di rimos tranza all'au torità ato mand io propr al e servir rebbe crede gavi posto riparo . Nè manca se in se o, sovran dal e a inanz cittad dalla e che tiene al buon ordiciò di quella solert e vigila nza, di quell' afTello collim a alla tollo che {lo, a in o ridoll ne, di quel deside rio losa Conrispel la che perciò è Egli pace. alla , t.ranq uillilà Y. quale all'E. nte prese far grega zione Munic ipale non dnbila , il nessu n tulli ini cittad dei animi ner;li i gener funest o efTello sicureZTa col rispel lo che vien adope ralo verso la perso nale i. Poich è, tazion depor vvise impro delle sistem a ormai adotta lo e di pena? gener tal i LI o suddit il diffiJa in melle qual leg:::e allo della Sovra na a qual delillo vien essa applic ala? :'ìessu n ini gli estrem i determ che lgato promu ai Maest à è o fu giamm are a sè meimput tadino l ci il possa sicchè dura, proce di lale ini :1avvi cillad nei Se . amitto desim o se di tale penal ità venga gnano ai conse si non è perch o, alcun o me.nl delillo o manca buire l'allri pietà tribun ali per il regola re proce sso? È forse icomm e Codic dal quella a e minor e una pena che si direbb so senza prtJce lipersua sarà ne Chi colpe? loro le per nala tlelillo esiste , c se menti ? Si proce da dunqu e, si sentcn zii se carce re ri goroso un di luogo in na Sovra dappo i la Cleme nza ©Biblioteca Nacional de Colombia -62infliggerà una deportazio ne·, sarà tale allo bencdctlo qual grazia, mentre allnalmcn le è imprecato come arbitra rio abuso di aulorilà. L 'E. V. è testimonio quale favorevole effetto avesse prodolto il proclama vicereale del 9·ge nn::~jo; come, se si fosse in quelle vie progredito , a poco a poco poteva spe rarsi un rallentame nto nello spirito pubblico, una remissione dal sentimento di alienazion e d'animo. l\la tullo si disfrasse col proclama imperiale del giorno 17, col pubblicare articoli oiTensivi al carallere e situazione del paese, col sistema delle deportnzioni. E perchè esacerbare una piaga che doveva eeserc medicata? Eccellenza , la Congregaz ione Comunale si rivol~e alla conosciuta probftà che la distingue, perchè voglia farsi organo dei giusti lamenti di una cittadinan za che fu sempre ohbedient e, sottomessa all'autorit à, nè si eresse giammai a contrappo rre la minima re>istenz;a. Qualunque dimoslrazio ne pos~a essere stata messa in campo, lo fu ad esprimere voti rli migliorata situazione , rlella quale veniva dala al pubblico solenne {Olldata speranza. Sia tutelata udunque la publ;lica e privata sicurezza, n è gli individui abbiano a temere di veJersi rapiti alle loro famiglie, per essere deportati in lonlane ed estranee regioni seozu cono cerne il perchè. I padri, le madri, le mogli, i figli non abbiano ad ogni romoro che rompe il silenzio della notte ad imaginarsi gli a::(enti di polhia invadere il santo asilo di famiglia onesla, sturba ta la domeslica pace, vedersi rapire r.tli og!l,elli più cari al loro cuore, ad onta che nessuna taccia di colpa venga loro rinfacciata. L'E. V. può beo comprend ere che non sono tali atti che ponno r-annoclar fra loro in iscambievo le amicizia i popoli che obbedrscon o ad un medesimo scettro, nè questi con coloro che esercitano in nome di un P1 incipc Clementis simo una autorità che ci limiteremo a chiamare rigorosa. Confida novella mente la Congregaz ione della R. Ciltà di Milano che non abbia ad esser vana questa rispettosa rimostranza, e che l'E. V. saprà appo~giarla con lulla l'energia di un degno Magistrato che f1.1 sempre dift•nsore della giustizia, proleltore dell'innoc enza, propugnal ore dell'equità . Il Podestà c tutti gli Assessori. Milano, 9 febbrajo 1848. ©Biblioteca Nacional de Colombia -63- Qu::tle rispost::t ottenesse , q[)::tl frutto producesse questo vero, equo e nobile p::tr•l::tre, lo vedremo fra poco. Ag·li esi lii ed ngli anesti della polizia, s'univano intanto provocazioni, oltr·nggi , offese della milizia contro i cinad ioi. LetLer·a del 14 febbr·ajo narra vari fatti di simil genere. Riferirli lutti s::trebbe ornmai inutile ridondanza; basti il segue nte.- La sera del sabato antecedente, il tenente conte Tbunn, nipote del conte Fiqueimont, uscendo quali d~ Ila ca~a dello zio, s'imbattè in due giovuoi, nei che rone squad collo urtò ro) l'igno sludio (se a caso o a una e nacqu ne r·ooo; I'isenli si Questi fianco. al aveva qui:.tione, e l' nfficiule mess::t mano ::tll'nr·me ne ferì uno in un br::tccio, ralu·o nel pello. Gli fu risposto col bastone che uno di lor·o aveva robusto, e più l'o buste br·accia per usar·lo. L'ufficiale fer·ito alle gambe ed al capo assni gra,·em nte, cadde, e gr·idò ajulo. Dei due giovani, l'uno, Borgazzi, fn preso ; l'altr'o , Negroni, r·iuscì a fug· gire, e ridnrsi in salvo. Oocone a questo proposito un' osser·v::tzione. Sino a pochi mesi adùìetr·o, pr·ima di quell'epoca in che app::trvero i nuovi segni di vita dello spil'ito IL::tloLombar·do, il contegno degli ufficiali austl'iaci cr·a non solamente civile, ma mode~to, ma r·ime~so~ al puuto che essi sopportavano le dimostrazioni di quell'avversione di che crnno segno, con una long~nimità che, secondo gli usi della società, e soprattutto della milizia, em tenuta eccessiva. A confermnr·e la mia afTel'mazione posso citare un'auLOI'i tit nou sospetla. Il Qnarlel'ly , nell' articolo che già accennai, scrive le seguenti par·ole. (Non s'immaginava pr·obabilmente, scl'ivenùole, a qual uso mi sarebb er po· tute servire relativamente ngli afTar·i della sua amic::t, l'Austria!) ©Biblioteca Nacional de Colombia -M« La pazienza e la longanimità de'soldati ed uf· D fìciali austriaci è stata spesso la nostra meraviglia. » Gli nbbiamo costnntemente veduti esposti ne' luoghi pubblici ai più oltrnggiosi e disprezznnti tr·nttnmenti. » E malgrado tanta loro mansuetudine, ecco ciò che all' Austr·ia toccava seutire: « Ognuno di questi luoghi risuona de' lamenti conD tro gli abusi del governo! » 1 Oggi il Qual'tel'l!J sarebbe contento: tulto è mutnto. Gli ufficinli ed i soldati non banno più il contegno mo· desto, il sorriso civile: non banno piit the patience, nè the forbeamnce cb e ebbero pel passato; ma invece porta n la testa nlta, l'occhio sicur·o; colle loro buone at• mi a lato provocano i cittadini inermi; alla pt>ima pat>ola metton mano, e li feriscono; e ad ogni poca di resistenza di sassi o di bnstoni o pugni , gridano ajuto, e per incanto si tr·ova sempre pronta ed a portata qual che banda di cavaller·ia o di fanti per soccorrerli, che in verità si direbbe fosse stata disposta ed Ol'dinata p1·i ma a quest'effetto. Questa completa rivoluzione nel carattere e nelle abitudini degli ufficiali, è un fenomeno abbastanza insolito per mer·itare l' attenzione. Non trovo se non una spiegazione: Una consegna militare. L'antica era di lasciarsi insultare. La nuova è d'insultare la bandiera che seguono, l'uniforme che pot·tano. 2 >) 4 u TlH~ p2t ience aod forhearance of lhe. Austri.1n soltliers anò ofticiers " in Jtaly has oftrn heen our nslbooishment. W e h:we cdnstnnt1y seen them u exposcd in puhlic places to the mosl contcmpluou.s an d injurious lreatmeol. ,. . . . . . . Every such plate resonnds w il h ahuse of lhe Governmenl! . . . . , ~ Cui nemic1, come con ciasc uno, si de'e esser siu~li; e nou s.Hebbe giustizia imporre a tutta l,uCU.cialild. senza distinzione, la LacciJ d'accellare spon· ©Biblioteca Nacional de Colombia - Gii- È il sublime della disciplina , dell'ubbidienza mi- litar·e. Questa disciplina,quest"ubbidienza alla consegna, s· è manifestata splendidamente in Padova, negli ultimi tumulli. Di questo fatto non ho potuto aver· relazioni deii P delle quali mi possa interamente fidare , e non voglio dir cose che, a r:Jgion di critic:1, se non altrimenti, non mi presentino una certezza evidente. Dir·ò tuttavia ciò che ne ho inteso : e se non posso domandare al lettore di tenere i l mio racconto per ufficiale ed esatto ne' suoi par·ticolari, posso però pr·esl•· mere che dai fatti certi saprà a•·gomentar·e gl' ince•·ti , e tcneme vero l'insie me, cbe è l' importante. Gli studenti di Padùva avevano adottato l'uso di cappelli detti alla Calabrese , che la Polizia "olle pi'Oibi,·e. Rico•·se i'O gli studenti al Rettor magnifico, il qual<· si p1·esentò al Capo politico della città pm· espon e e sostenel'e le loro ragioni. L' aut01·ità non parve aliena dal contenta1·e gli studenti. Questi er·ano intanto radunati dinanzi al palazzo tenevano codeste pratich e. Entrarono fra loi'O, si ove come il solito, ufficiali col sigaro in bocca, e vi fu u·a i giovani cb i gridò abbasso il sigaro 1 Gli uffi ciali trassero le sciabole e cominciarono a menar le mani. 1ant•3mente 1J disonora ta consegna alla quale vuoi soltoporla la polizia. Cercoolro ordini dtr t;une:nte moltissimi tr::~ gli ufficiali sl'fllono soUcvn si il cuore Ci ,·ic u la più sever~ disciplina non può rt"nòere ;tccellahili :.d uomini d'onore. r tolta ~lh ond"esse iSlanz.a f...ttto abhia ufficiali1à delP p,trlc una che detto anzi , . A questi non sooo incomportahllc condixiooe di do\•er f.1re t'unì cio di sgherro palesare i parlamen ti deli.l dirette le parole severe, ma simte, f"he citammo a veder macchia l .t milizia straniera in Lombardi-t. Aneo presso i nemicl e: i duole a l' inlera civihà. Qnt!· intercnat è onore suo Al . dell"anni e profession la nobile vogliamo propogna re nd ste parole servano a mostrare cb e la nostn causa 1a armi lenli ~ e non colle astuzie nè colle calunnie. 5 ©Biblioteca Nacional de Colombia -66- Ne seguì una gran confusion e, accresciuta da bande di soldati che sopravvenner·o, ed assalirono anch'esse i giovani iner·mi. Questi, par·te si sbaragliar ono , parte fecero testa, e la zuffa si estese per la strada, e sino nel Caffè Pedroccbi, che venne devastato , e nel quale furono fel'ite o uccise persone che si riparavan o sotlo le tavole e le panche. Vi furon morti da ambe le parti. Ne ignoro il preeiso numero, si dice 10 o 12. Ora vediamo in qual modo venne risposto dal governo alla protesta del Podestà Casati. La risposta fu questa: I. H. GOVER~O DI l'fllL&N O. JWOTIIFIC J&ZIONE. Sua Maestà I. R. A. in consideraz ione dello stato in cui lrovasi il Regno Lombardo -Veneto, e nella mira di assicurare la dovuta obbedienz a alle leggi, ha !rovato con Sovrano Rescrillo 13 corrente di ordinartl la promnlgaz ione per tollo il Regno Lombardo -Veneto della norma di proceclura abbreviala, come è slala sancita dalla Sovrana Hisoluzione del 21 novembre :1847 qui unita, pei casi ùi allo tradimento e per altri casi di perturbata lranquillil à pubblica. Le preaccenn ale Sovrane Disposizioni si recano a pub· blica notizia pei corrispond enti effetti. Milano, il 22 febbrajo 18,8. Il Conte DI SPAUR Governatore. Il Conte ()ONNI!L Vice-Presidente. KLOnus Consiglier di Governo. o· 8owran a Risoluz ione. All' oggel!o di mantenere nel Regno Lombardo -Veneto la pubblica trarqnillità , Mi sono determina to ad ordinare, che ©Biblioteca Nacional de Colombia -67- i dei deli lli di allo trad ime nto, nei casi qui appr esso acce nnat tran quil lità, di solle vazi one di perturb~zione dell a pubb lica tras gres sion e di polizia del e e di ribe llion e, e per la grav e izio sta lario gius ta le norm tum ulto , sia alli va lo un giud segu enti : 1 §. f. Ha luogo il giudizio slata rio, e licaz ione della pres ente legg (a) Con tro chi, dopo la pubb di a lent o a, istig oca, prov nel Reg no Lom bard o-V enet o. tto, al deli tto di allo trasedu rre altri , ben•:hè senz a effe 52 lelt. b della Part e I. del dim ento cont emp lalo dal §. di solle vazi one o a quel lo di lo Cod. Pen ale, ovve ro al delil Part e r. del Cod. Pen ale ), ribe llion e (§§ 6l e 66 •l eli~ enzi one di allo trad ime nto. quan do vi sia cong iunt a l'int nzio ne, ovv ero dura nte una inte sa (b) Con tro chi colla stes piat a per qu alun que mot ivo, solle vazi one o ribe llion e scop forza arm ala, o com mel le si oppo ne con vie di fallo alla lici, cont ro pers one rappubb rii viol enze cont ro funz iona ura, o cont ro una guar dia. pres enta nti qual che magis trat sa man o arm ata ad una som mos (c) Con tro chi si asso cia con 'auto rità o dall ato iam rich e nto, ame popo lare od amm utin ene, non pres ta pron ta ubdalla forz a arm ala a slac cars nte la solle vazi one o ribe lbidi enza , e vien e arre stato dura atti ad ucci dere . li men slro lion e con arm i o altri mos sa popo lare sia con pub'dJ Con tro chi susc ita una som avv enio ne cont ro la form:t are ispir blici disc orsi alli a•l e dello stato o la cost ituz ione di Gov erno , l'am min istra zion zi a ciò dire tti (§. 51 dell a del paes e, sia co n altri mez pren de part e alli va ad una o ), le pena Part e I. del Cod. con tali mez zi. som mos sa popo lare susc itata e tras gression e ùi polizia grav (c) Con tro chi si fa reo della del tum ulto . stata rio si terrà dal §. 2. In tolti ques ti casi il giudizio io coi fu com mes so o luog del io Trib unal e Crim inal e ord inar giudi ca, Ji un trihun nle che si radun a, _. Jl giudi zio statar io si comp one era appli c3lo ~gli a Sinor ore. 2t. in tullo ire, il tl it la st>nl eou e la fa esegu leggl', basterà alruc i Jcliu i. Secou do la nuoya assauinj premeditati ed ai più i sotto posto . un grido, un fischio per ~sscn ©Biblioteca Nacional de Colombia - 68- il reato, e dovrà istruirsi dal medesimo loslochè avrà avuto notizia dell'avvenu to, senza allendere un ordine dell'autorità superiore o senza che sia d'uopo cl'uoa preventiya pubblicazione. Per deliberare se si :~t.bia n far luogo al giudizio slalario, si richiede, oltre a chi presiede, il concorso di non meno di quattro giudici. La scelta dei giudd è rimessa al Presidente del Tribun;~le, o a chi ne fa le veci. §. 3. Dinaozi que~lo giudizio sManno tradolli, senzn riguardo al loro foro personale od al luoao in cui fossero stati arrestali, tulli coloro che vengano colti sul fallo, o contro i quali emerga. no indizii legali cosi stringenti, rJa poter ripro· mettersi con fund;Jmento r1i raggiungere seoza ritardo In prova legale della loro reità. §. 4. li Tri bunale Criminale è aulori7Zato ad istruire il processo slatario anche contro persone militari, o soggette alla niurisdizion e militare, qualora vengano arrestale dall'autorità civile. Iocomhe tullavia al Tribunale di darne tosto parte al \ prossimo Comando militare, indicando il nome, il luogo di nascita, et! il rango militare dell'incolpal o. 11 Tribunale è altresì autorizzalo a citare direllamcnt e teslimonii soggetti alla giurisdizion e militare; dovrà però anche di ciò reotlere informato il prossimo Comando militare. §. 5. Tolto il processo, dal principio sino alla fine, sara lennlo dinanzi il giudizio formalo come sopra (§. 2 ) e possibilmente senza iolcrruzione . §. 6. L'inquisizio ne dovrà di regola limitarsi al Calto per cui fu istruito il giu ,lizio slalario, e perciò non si avrà riguardo a circostanze accessorie, cb e non Cossero di essenziale influenza sulla deterrnioazi one della pena, nè ad altri delitti, che emergessero a carico dell'imputat o. Solo o el caso che all'imputalo sovrastasse per un altro delillo una pena maggiore, che per quello per cui fu lradollo dinaozi al giudizio stalario, e che questi delitti stessero fra di loro in connessiooe , il processo stalario abbraccia e l'uno e l'altro delitto; non concorrendo questi estremi, il processo relativo ©Biblioteca Nacional de Colombia - 69- dinanzi lo stesso at secondo deli!lo si condurrà al suo fine aria. ordin via nella inale l'ribunale Crim dei correi, §. 7. Non si tr~scurerà anche lo scoprimento zione e prol~ la arsi rilard dovrà llla per questa cagione non 1' esecuzione della sente nza, se non in quanto si abbia fonrtanti riguardo ai data spera nza di scoprire circostanze impo esploraw e condi o sa, mpre disegni etl all'estensione dell'i . ipale princ Vincere l' au lore io deve . 8. JJ termi ne entro al quale nel giudizio slatar fissato è nza, sente la ta prola e ne essere ullimata l'inquisizio si diede cui in quello da e datar a i, giorn a quattordici constatare entro Principio all'inquisizione. Non polenrlosi ante r;:iudizio medi sito inqui dell' questo termine la reil:ì Tribunale stesso dallo nua conti si ne isizio l'inqu statario, Criminale nella via ordinaria. dei delilli §. 9. Contro le persone riconosciute ree di uno pena di b luo2o enunciati nel . 1 sotto le letl. a, b, c, h~ e Ht 430 . clei zioni condi lllorte, semprechè concorrano le di viene morte di nza sente La e. penal della parte I. del Cod. modo nel ila regola (. . 1t ) pronunciata, pubblicata, ed esegu Prescrillo per il giudizio statario. ha luogo §. 10. Contro uua tale sente nza di morte non nè ricorso, nè supplica di grazia . Criminale creda . 11. Solo nel caso che il Tribu nale e la Sovrana lorar d'imp li n mitiga e stanz circo li n la Per impor o che per es, morte di pena grazia per la condonazione della o più dei uno contro morte rli pena la ta sere già stata ese~ui salutare di io principali colpevoli, si sia già dalo un esemp nza sente la , uillità tranq la terrore bastante a ristabilire proche ità, autor ma supre e iore super alla viene sottoposta cede secondo le norme generali. venne §. 12. Contro gli a liri individui, la di cui colpabilità via di in ata pratic delillo d'un ione quisiz constatala dall'in abile il . 9, si t:iuclizio stalar io, ma ai quali non è applic do le norme secon pena della zione Procede per la determina cui ebbe per ilio del al ve relati e, penal e codic del generali esecn· all' e e cazion notifi luo;;o l'inquisizione. Riguardo alla ©Biblioteca Nacional de Colombia -70- zione della sentenza, restano ferme anche in questi casi le disposizi<Jni dei precedenti §§ 9 e 10. §. 13. Contro le personll solloposte al giudizio statario per la grave trasgressione di polizia del tumulto, si pro· nuncicrà la sentenza secondo le norme del Codice penale per le gravi trasgrcssioni di polizia, e questa sarà tosto eseguita. Jlion si fa luogo contro tale decisione nè al ricorso, ne alla domanda di grazia. §. H. Degli alli del giudizio stata rio si tiene il protocollo a norma del §. !St3 della Parte I. del Cod. penale, e per riguardo a quelle inquisizioni, ove la sentenza sarà stata eseguila senza averla prima sottoposta all'autorità superiore, si trasmetterà il protocollo al Tribunale Criminale superiore al più lardi entro tre giorni dopo chiuso il giudizio statario. §. 15. Contro quegl'incolpali che non sono aggravali da indizii cosi stringenti da poter incamminare contro di loro il giudizio slatario, procede nelle forme ordinarie lo stesso Tribunale Criminale che avrà aperto il giutlizio slalario, ma ienza alcun riguardo al foro personale dei medesimi, nè al luogo in cui segui il loro arresto. §. 16. La presente legge sarà operativa dopo I!Ìorni quallordici da quello della prima ~ua inserzione nella gazzella della cillà in cui risiede il Governo. Vienna li 24 novembre 1847. FERDINANDO. I. B. GOVERNO DI JYIILANO. NOTIFICJ&ZIO!'WE. Nel Proclama 9 genn~jo p. p. Sua Maestà si è dc!!nata rli manifestare la dolorosa sensazione io Lei pro1lolla dall' agitazione in cui trovasi il suo Re!lnO Lombardo- Veneto per opera d'irrequieti iudividui, cbe, istigati dall'estero e mossi da mire interessate, tentano sconvolgere il presente ordine legale ùelle cose , dichiarando in pari tempo essere Sua ferma ©Biblioteca Nacional de Colombia -71- e inter na ed ester na volontà di tutel are la sicur ezza e quiet mezzi che la Prov viden za del dello suo Hegn o, con tuili quei di Sovr ano, fra i quali è ri dove Le ha dalo , me more de' suoi e alla tutela dei fedeli Stato dello bene al Primo il ve>!liare o che tanto il pote re Suoi Sudd iti. Or rend endo si nece ssari ia, siano mun ite di Poliz di rità giud iziar io, quan to le Auto del mom ento e l'imp orquell a magg ior forza che i bisog ni 1\f. ha ordin ato, che per S. tanza dell'ufficio loro richi eggo no, lica tranq uillit à, e sono pubb la no lotte quell e azion i che turba proc edur a somm auna luogo abbia i, legg ti Pllni te dalle vigen empo rane amen te cont o ria seco ndo le norm e che si pubb lican d'og gi, n. dala in oue ìcazi Notil alla prese nte coll' altra 1l90i-.f99. e ed alla tranq uillit à, Ollre alle azioni cont rarie all'o rdin del Codice Pena le, 2.' e i.' parte dalla ale che sono cont empl e inno cue, possono assualtre pur v'ha nno, che, per se stess i di polit ica agita zion e, temp in mere un carat tere pericoloso re dove re della Posemp fu e è, caso tal In come il prese nte. i, o repri men azion i lizia d'int erve nire, o prev enen do simil dole. empi ment o di quePer porg er le i mezzi nece ssari i all'ad a tacci di alli arbit rarii, si sto suo ufficio, e guar entir la dalla luzio ne 13 febbr ajo 1848 Riso ana notificano a sensi della Sovr ni: sizio dispo le segu enti stess a inno cua, a caOgni qual volla un'az ione per se o il mette r! i in vii, color certi re porta il gione d'es empi o, re o decla mare canta il r li, sta, il porta re certi distin tivi o segn certi passi iare fisch il o ire laud certe canz oni o poes ie, l'app uire ad un dalo l'affl ica, mim o ca mati dram di un'az ione traU are con certe perso luogo di conv egno , il dissu adere dal scriz ioni, e cosi via via, sollo e glier ne, il far colle lle o il racco ione polit ica, contr aria straz dimo una di lere assum e il caral polit ica della Prov incia à al vigen te ordin e le gale; l'Au torit ne pron uncia il tlivieto. in luoghi pubb lici o Ciò ha pur luogo per quell e riuni oni tend-enza ostil e al una festa mani priva ti nelle quali si rend e ia vi si amm elnotor ima mass per che ciò per detto ordin e, ©Biblioteca Nacional de Colombia -12- tono sollanlo persone conosciute come a•lde!le ad un dalo partifo, o altre se ne escludono del parlilo contrario. Lo stesso vale se laluno con intenzioni sovversive dell' ordine lenta di limitare l' allrui lit.erla individuale con minacce, scherni, rampogne od ingiurie. Il dil'ieto di tali azioni può ordinarsi dalle Antorità di Polizia secondo le occorrenze, o (a) mediante ingiunzione da farsi al solo incolpato; ovvero, (b) pubblicando il divielo per ,tollo un luogo, Distre!lo o Provinr.ia, come obbligatorio per tolti. In ambedue i casi si aggiunge al divieto una comminatoria. Nel primo caso (a) la pena comminata consiste: In una multa che può giungere fino alle diecimila lire austriache a vantaggio della Casa di ricovero o d' allra Casa pia del luogo, 2. Nell' allontanament o dal luogo dove si commise la contravvenzione, st>nza alcuna limitazione intorno a quello delI' ulleriore dimora; 3. Nel confinare chi si è reso r.olpevole della contravvenzione in un dalo luogo del Rl'gno Lombardo-Ve neto o fuori di esso, solto la sorveglianza della Polizia; 4. Nell'arresto, nella misura stabilita dal§. 89 della seo·onda parte del Coli ice penale; 5. Trallandosi di persone che non hanno la suddilanza Austriaca, senza riguardo al tempo di loro dimora negli Stati Auslriaci, nello sfrallo da tolle le Proviucie della Monarchia. Quale di queste pene debha applicarsi nei singoli casi, ·li pende dalle circostanze e dall'essere piu o meno pericoloso' il contravventor e, per lo che senza vol er islahilire una pro::;ressione, se ne rimelle la decisione alle A utorilà di Polizia. Nel secondo caso (b) la sanzione del divieto generale ba luogo col riferirsi alla misura penale contenuta nel §. S!J della II parte del Codice penale; tuttavia le Autorità di Po- ©Biblioteca Nacional de Colombia -73casi speci ali alle pene lizia sono autor izzat e a sosti tuire in cui si è detto agli di e quell r;~fo g para citalo porta te dal 0 artico li f." 2.• e 3. per la sanzi one peIl divie to comi ncia ad avere eO'etto leller a (a ) imme dianale , ri guard o ai divie ti indic ati nella le d'inti mazi one, da verba sso tame nte dopo lìrma lo il proce li, e da conse rdivit> lnli sopra volta assum ersi di volla in e di Poliz ia, e , rigua rdo varsi poi press o !'.Aut orità provi ncial quall ro ore dopo che ai divie ti indic ati alla leller a (b), venti o nei luoghi a ciò affiss ente licam il divie to sarà stato pubb desti nali. nelle contr avve nLa procP dura pena le ha luogo come le gravi lrasfra rese comp sono zioni di Poliz ia che non le di Poliz ia proincia 'prov à torit L'Au iche. polit ~ressioni pro iurre riclam o alla nunc ia la deci sione , contr o cui si può però delle venti quattardi più non Presi denz a del Gove rno, . im:-~ medes della zione tima tro ore d all'in non sia evaso , 11 riclam o non foglie che, prim a che quell e dispo dare possa non ia l'auto rità provi ncial e di Poliz cond anna lo il nè hé affinc , rtune oppo rà sizion i che trove nzion e, nè avve contr a possa di nuov o incor rere nella stess . pena sollra rsi all'es ecuz ione della prese nti misu re di Ordi nand o la pubb lir,I!Zione delle circo stanz e, Sua delle rigor e, rese ne cessa rie dall' ur~enza gno Lomb ardoRe del nti abita \lilli lranq i Maes tà conlìd.t che di pater no <1tlo o nuov Vene to non vi ravvi seran no che un ver ligi ne di o spirit uno di e ssion provv edim ento per la repre lenti, o turbo i alcun da ntato fome e , stero insin ualos i dall'e tranla cino vi da ccia impr uden ti, o prole rvi, il quale mina ardoLomb o Regn del e esser quilli tà mora le e il mate riale ben dei pater ni sensi di Vene to. Nè esse bann o a far dubit are Lomb ardo- Vene to, o Sua l\Jaestà verso i Suoi Sudd iti del Hegn coloro che dopo nto solta re colpi poich é la loro sever ilil può nno i colpe voli llera dime non nte prese dell1 la pubb licaz ione lo, invec e di Sta lo e loro rag giri contr o l'ord ine socia le tà semp re Maes Sua di cuore no ripor re la loro fiducia nel p11ler ili. SudJ Suoi de'_ bene al edere dispo sto di provv ©Biblioteca Nacional de Colombia -74Tanto si porta a pubblica notizia pei corrispondenti effetti. Milano, 22 febbr~jo 1S4R. Il Conte nr SPAUR Governatore. Il Conte O'DoNNEL Vice-Presidente. Ktonus Consiglier di Governo. Ecco il regime al quale vieu sotloposta la Lombardia per aver esposte le 'domande che presento al giudizio del lettore, per essersi astenuta dal fumare e dal giocat·e al lotto, e p~t· avere con qualche canto, qualche voce, qualche riunione inerme ed innocu:.J, mostrato d'amare la pat:·ia, e detestare l'iniquità del dominio stt·aniero. Io non aggiungo commenti: tr'isto colui che ne abbisognasse per giudicare che cosa valga quest'ultimo provvedimen to dell' Austt·ia, sia in morale che in politica, ed in retto senso. Soltanto dico: Ecco I' opera della bw·ocrazial Questa mala setta, fatale non solamente ai popoli, ma fatale altreuanto al p•·incipe, farà essa stessa le loro vendette col diveni1·e principale stromento della sua rovina. Viviamo in tempo nel quale sembra abbia Iddio stabilito saldare molti vecchi conti dell'umanità ; abbia risoluto accordare campo f1·anco ai due principj della violenza e del di•·itto, che sono da tanto tempo in contrasto. Assistiamo al gran duello; non ci scordiamo che la violenza è forza terrena , che il dil'itto è potenza celeste; ed aspeuiamo confidenti il giudizio di Dio. ©Biblioteca Nacional de Colombia -75Docl!ME~To I. (pag. 31.) di Lom bard ia. lncli ta Congrega:;ione Centrale molla sagaci là per accorNon è mestieri d'essere dotato di pubblica opinione siasi la gersi come da qualche tempo in qua governo c.he ' le regge, il verso ata unci pron io queste Provincie con non ambigue dicerto ma non dirò con sentimenti ostili, nto. onte malc di mostrazioni le dassi sociali, e si Domina questo più o meno in tutte opportuna occasione, come tradisce ogni volta che si presenta una , se hanno creduto di iche polit 1 rit auto le e bene lo sanno anch impedire che degeonde re, misu ricorrere a severe ed inusitale - Ma donde procede questo neri io disordinale manifestazioni. , e che va sempre più estenenta ferm mal lievito che sordamente orarlo? Donde la inquietudendosi a misura che si cerca di sofT che si o! posto di mez1.0 more malu il dine universale 'l Donde fra governanti e governati? motil·i ragionevoli di doAvrebbero forse questi ultimi dei are le rispettose loro port lersi 'l E se li avessero, chi dovrebbe ti c contenti? Io lisfal sod erli rend può che querele a qut'l solo interpretare i denoi <li io megl a poss per me non vedo che altri privati siamo a di e condizion sideri i del paese; di noi che nella buone e delle delle frutto Il sono che mali parte dei beni e dei nza in uno vide Prov dalla tuili caltl\'e isliluzioni; di noi che costi francamente espripiù iamo poss nza, ende indip le ~tato di mora poi più legalmente di questa mere i nostri sentimenti. Nessuno re al lrouo i voli di queCongregazione Centrale potrebbe eleva clemenza a lei sola ba ana sovr la che oi sti sudditi redcli, ddpp i bisogni. Ciò posto, arne rilev concesso la preziosa prerogali1·a di si avvisi ai mezzi che ile erab desid ente mam som ritenendo essere rali quel buon inist amm gli e ranti di ristabilire rra gli amminist uillità, e di ritranq lica pubb accordo cbe solo può garantire la sarebbero fuche sioni colli di olo peric muovere il più lontano re a questo egna cons di alo neste al paese; mi trovo determin unque si voglia com , ione moz o za, istan ente protocollo la pres propongo alla Congregazione considerare, colla quole domando c Commissione scelta nel Centrale che le piaccia nominare una ©Biblioteca Nacional de Colombia - 76- proprio seno, e composta di altrettanti deputati quante sono le pro' incie LomlJardc, amnchè, preso in maturo esame l'odierna condizione del paese, ed inveslig~to le cause del notato malcontento, ne faccia argomento di ragionato rapporto alla stessa Congregazione Centrale per le ulteriori sue proposizioni. Questo passo mi è consiglialo dal desiderio del pubblico bene, dall'attaccamento che porto al mio sovrano, e dal sentimento dci miei doveri, lmperocchè come ciltadino amo con trasporto la mia patria, come suddito desidero che il mio sovrano sia dappertutto c da tolti adoralo e benedetto, e come deputato crederei di mancare alla mia missione cd ai miei giuramenti se tacessi quando la cosccnza m'impone di parlare. GIO. BAIT. NAZARI Deputato alla Con~regazione Centrale. Prot. 9 dicembre 1847, N" 2820-33-2 Se?.. IV. ]Jo()VIIIE~To II. (pay. 31.) Indiri zzo della Commissione Provinciale di Milano alla Congregazione Centrale della Lombardia. Il § '25t della Sovran~ P<otcnte 21 aprile 1815 conferisce alla Congregazione Provincl~le il diritto di accompagnare alla Conat·egazione Centrale qualunque m ,ppresentanza, voto od istanza, sop1·a qualunque oggetlo di pubblica Amministra.:riotle. Usan- do di questa facollà, coll' accomp~gnare alla Congregazione Centrale la 11resente rappresentanza, la scrivente crede compiere un atto consentilo dalle Leggi organiche del Regno, conforme alle proprie attribuzioni, e reclamato dalle circostanze. Quando Infatti la l\Iuni[Jccnza Sovrana coll' t. R. Patente 7 aprile 1M15 erigeva il Regno Lombardo-Veneto, si degnava dotarlo di Collegi permanenti, al (ìnc espresso nel § 12 di conoscere nelle vie !'egolari con esattezza i desideri e bisogni degli abitanti del Regno, e per mettere a pro(ìtto nella pubblica Amministrazione i lumi e consigli che i loro rapp1·esentanti potessero sommiuistrare a vantaaoio della Patria. Sarebbe quindi miti corrisposta la fiducia Sovrana, se quando le circostanze lo consigliano e lo richiedono, i Collegi stessi ©Biblioteca Nacional de Colombia - 'i7 - dovere l' adempire il nobile non risguardassero come imperioso rispellive a!lribuzioni. ufficio nella sfera e colla ronna delle tali sentimenti, studiando da trata pene Epperò la Scrivente liea Amministrazione sul ben l' intluenza di vari ordini di pubb cbe ha l'on ore di rappreincia Pro1 della nli essere degli aLit~ quei desideri c positivi rre espo sentare, ritenne dover suo di una lunga c calma esperienbisogni che furono più chiariti da comuni opinioni , le quali delle O iiUIJP za, e dal progressivo SI ssione nella cospicua c popovengono a ritrarre una più vi vii espre incia. Nè nel disimpegno prov e rtant impo sì ta losa capitale di ques azione Provinci,lle la greg Con alla del propostogli assunto mancò tta al corpo prim~rio chialusinga, che la sua parola torni acr.e ico di rappresentare tutt;1 incar to elera mato da Sua Maest-t all' ncarc la fiducia nel beinfra r la LombJrdia, concorrendo cosi a regazione Centrale nelCong la che roti, doi ento nigno accoglim o Augusto di Sua Tron al iare la sua saggezza, sarà per umil Maestà. YI. ORDI NAM ENTI AMMI!\'ISTRATI danza dell 'atto solenne Serbano i Lombardi indelebile ricor o i suoi Stati d' llali'l,siccol quale Sua Maestà erigev~ iJr l\egn relativa Notilìrazione 16 la e anch a ,· lama cbè a buon diritto proc la quale conferma ad ne aprile 1815 - Che tale dete rmin azio ,?d ai sudd iti itali a- cui godeva, ogni cillà tutti i varr.taggi di ona lità che a ragione tanto apni di Sua ~faestà, quella nazi re ricon osci uta univ ersa tmen ic l>rez::ano, non poteva che e:;se del pate mo a{{P.Ito , con nose lumi più e come una delle prot· re rigu arda ti gli Itasemp ha cui l' .Augusta Casa d'Au stria ne del Regno e.~sere con{orme lian i, dovendo l' orga ni.::: a::io i d~gli Itali ani. udin abit anche a.U' indo le ed alle altra raua Som ma Patente i Ed infatti S. l\1. degnossi coll' grandi Ufficiali, con1815, di decorare il Regno di proprii siccome propria di o, Ferr di servare l'ono re dell'antica Corona Trono debbano aJ ri esso succ i elle endo statu questo Regno, e resentanza Sorapp la are deleg nali; colla medesima essere coro incarico demo som al quale '' rana alla persona di un Vice-Re, ; creava per iglia Fam rial Jmpe dell' icui stinò i membri più cosp ri, affidando pote di rchia Gera l'Amministrazione del Regno una la direzione genezia Vene in cd no l\lila in enti ai Go1•crni resid dipendenza dagli Aulici Dirale di tutti gli all'ari, colla dovuta regazione Centrale c Procasteri, ed erigeva infine nella Cong ~prilc ©Biblioteca Nacional de Colombia -78- vinciate dci Collegi permanenti composti di varie classi d' lndi''idui nazionali a (\Ui artìdava il nobile copo surammentato. Quest'atto sapienlissimo comprendente gli elementi cardinali di ogni bella istituzione, era cd è tale che ogni suddito del Regno non aHehbe che a benedirne gli effetti, se nell'esercizjo <Ielle funzioni af[ìdate ai sino-oli corpi dello Stato si fossero raggiunte le benefiche intenzioni espresse dall'Augusto Sovrano, eol dirigere e sviluppare gl'interessi del paese in conformità ùelle sue circostanze Nazionali , ed all' indole cd alle abitudini degli abitanti. llfa l'esperienza, iu ogni cosa maestra, venne a dimostrare che non sempre, c completamente, quelle Auguste intenzioni banno conseguito la loro attuazione. La dipendenza degli Aulir:i Dicasteri presto assorh\ in essi lo spontaneo esercizio delle funzioni proprie ai GO\'Crni deiRegno, al quali era demandala la direzione generale rll tutti gli alTari. La lontananza quindi che rende difficile l'apprP.zzare giustamente le circostanze locali, l'impossibilità di sottoporre a norme comuni le esigenze del nostro territorio sì diverso da que)lo delle altre Province distinte per tradizioni, per indole, per Lingua, c per condizioni economiche, impediscono che i concetti concertali da l ungi, c sopra clementi sl dispamti, corri poudano ai bisogni del paese, e riescono più presto d' ostncolo all'nione ~ovcrnativa, anzichè filcilitilrla c scmplil1carla. Oltrcchè il' difetto eli un'autorità vicina c pronta, che coordini ad unità di vi te e eli scopo l moltiplici rami della pubblica amministrnzinnc, rende ardui ad effettuare, c spesso impossibili, anche l più saldi propositi eli miglioramento. Voto quindi precipuo ed universale; volo che esaudilo risponderebbe alfa mente benefica del Sommo Imperante che erigeva li Regno, sarebbe quello, che le mansioni degli Aulici dieasteri per tutti gli an·ari rìsguardanli il territorio del Regno, venissero l'Sercite eompletamente presso la persona dell' Augusto Principe, che il Sovrano elesse a proprio rappresentante, armonizzando così colla mcmoranda risoluzione suprema 6 marzo 1816; colla quale nppunto per soddisfare ai bisogni del Regno, veniva per la amministrazione della Giustizia instituito in Vero n a il Senato Italiano. 8c pertanto questo voto trovasse grazia presso S. M. sarebbe dato al paese di riverire nell' Augusto rappresentante del suo i\fonarca, anche il Supremo l\1inistro delle Paterne sue intenzio- ©Biblioteca Nacional de Colombia -79- ni, che giovandosi del consiglio e dell' opera de' suddlli del Regno, esercitercbhe negli interessi del medesimo r influenza più salutare ed omogenea alle sue speciali circostanze , nel mentre che le funzioni delle Autorità Governative rese più semplici c spcdile consentirebbero una maggiore spontaneità c alacrità nell'esercizio delle Amministrazioni Locali. IMPOSTI!. Il paese ha debilo di sostenere le spese della propria Amministrazione, ed oltre a ciò gli corre l'obbligo di sopperire alle spese generali dell'Impero in equa proporzione col contributo •lellc altre Province. l\fa l' attuale concenlrazlooe del regime delle imposte nella Generale Amministrazione delle Finanze Imperiali, impedisce •:he vengano poste in armonia colla condizione prodoltiva del nostro paese, c coli' indole dc' suoi abitan li. Sarebbe quindi nei voti che il riparto e la percezione dei tributi venissero affidati ai dicasteri proprii dei Regno, i quali conoscendone le circostanze ed i IJisogni, potrebbero proporzionare il carico alle forze delle diverse Classi della popolazione, e per tal modo si potrebbe apprezzare come s'addice il sentimento destato contro varie imposte, alcune delle quali si ravvisano troppo gravose, altre d'indole vessatoria, cd altre demoralizzanli, quali sono per esempio l' cr.cessiva tassa del sale, Je imposte del bollo, c del bollino, c quella del lotto. Di sì fatta maniera sarebbe dalo, malgrado l'abolizione dell'una, c la riduzione di tali altre, di mantenere nn giusto equilibrio rra le imposte e le necessità del Regno, introducendo anche in tale argomento quella congrua pnbblicità che l'alesse a persuadere i contribuenti coll'evidenza di un Rcn<liconto. DOGANE. Certo, essenziale al brn essere di un paese riesce iiiJuon regime delle sue Dogane, perché esso esercita una azione efficacissima nell'atlil·ità produttiva di una Nazione, fornisce allo Stato una parte importante delle sue rendite, inlluiscc grandemenl<' sulle abitudini morali della popolaziollc. L'unione di questa Pri\Yincia colle altre d'Indole di!Terenlissima in un unico sistema Daziario, ne rende le norme direttosc c nociYc al nostro territorio. Infatti la Lombardia , paese ©Biblioteca Nacional de Colombia - 80- principalmente ed in grado eminente agricolo, ha ti' uopo che lo spaccio de' suoi prodotti naturnll aiJbla ad essere facilitato mcrcè un largo scamhio coi frolli delle industrie straniere, a che attualmente si oppongono le allissime l.ilriiTe con danno evidente ia dei produllori che dci consumatori. Jl traffico per tal mOdo inceppato, si renrlono miuori i profitti Daziarii, mcutre in pari tempo lo Stato subisce le spese di una gravissima sorveglianza di confine, diretta a frenare il contrabiJando, il quale reagendo culi' audacia c colla corrultela, abitua la popolazione ad un funesto disprezzo delle leggi. L'azione pertanto de' Dicasteri locali può sola accordare le norme Doganali colle condizioni economiche del paese, c rendere la questione semplice. spedita, c poco costosa. Ad accrescere poi il bisogno di un analogo provvedimento si arroge l'importanza dci nuovi ordinamenti Doganali, che stanno per essere allivati nei territori limitroll, l'interesse de1 quali sono identici coi nostri, sicché dalle racili reciproche comunicazioni dipende precisamente il L>en esser economico di questa Proviucia. Ora sembra certo, che la loro nggrcgnzlone all'unione Doganale di varii Stati JtaliJni, sarà resa possibile soltauto allora cile il Regno avrà un proprio regime Daziario dislinto da quello delle altre Province poste in condizioni economiche aiTatto diverse. DEBITO PUBBLICO. Il monte Lombardo-Veneto interessa il paese non sol') come istituto proprio c garantito da un apposito fondo di AmmiUistrazione; ma perchè alla sua fortuna si connette quella di un grandissimo numero di persone, sia che esse volontariamente vi affidino i t>ropri capitali, sia che a ciò si tro1ino costrette per deposito a titolo di cauzione, o a modo d' impiego ritenuto legntmentc idoneo per le so tanzc tutelate, siccome appartenenti a pupilli , oberali, interdetti, assenti, o da corpi morali.ll paese aveva una piena ficlucia nella solidità di questo istituto , percile protetto dall'art. 97 dell'atto del Congresso di Vicnna, c dalla Sovrana Patente 1 luglio 1822 cbe designava la sua indole, destinandolo a comprendere soltanto passività discendenti da titoli determinati. Ma da qualche anno in poi questa fìducia puiJblica va gradatamente scemando, c quelle cnrte di credilo decaddero fuori di ogni proporzione, al punto che non conoscendosi una causa ©Biblioteca Nacional de Colombia - 81- di ragionevole, si generano strane dicerie intllrno ad aumento a passi\ ilà che non possono per yerun conto ritenersi probabili ituto. quell'ist di he organic norme fronte delle A smentire quinrli tali perniciose YOCiferazioni, a tranquildi lare gli animi continuamente lituban li, a rialzare il credilo e fori la onerosa meno cosl rendere quelle carte d' inscrizione, a decimazione a cui attualmente soggiaciono tanti Patr·imonii tudi telati dalla pubblica Autorità, necessario ed urgente sarebbe dare una completa publllicilà anrhc <~Ilo stato ed all'esercizio di quelle isliluzioni. COSCRIZIONE. è il p ili gravoso alle persone, c Il carico della quindi soprn ogni allro onere pubblico vuni essere posto in acto cordo coll' indnle speciale di una data popolazione all'inten esercizio buon col ibile compat e del minor aggraYi•l possibil dell'armala. Qncsla massima vcnr.c riconosciuta dal Sovrano, che a riguardo del rPclutamenlo rlcgli a bila nli del Rrgn'l, emanò prescrizinni speciali colla Patente 27 scllcrniJrc 1820. 1\Ja la condizione del reclutamento iv i determinato in 8 anni scrYizio conlinuativo riesce gravoso alle persone che sono un di distolte c s~iate per hmgu tempo dal perfezionarsi nelle relative loro professioni; perniciosa al paese al quale vengono rcsliluilr in d h itlui meno irlonei ai comuni lavori, e non giustificala dalle esigenze rlcll' esercito, dacchè l' Autorilà l\fi !ilare rilasria buon al numcr'cl eli permessi temporanei dopo alcuni anni di dimora benequesto lulli a 'Oie prolìllCI c legale corpo. Bendasi quindi ficio di nn n.inor ser1 izill attivo, delPrminando dopo alcuni anni di dimora di corpo il diritto di ottenere una lunga licenza vincolata al richiamo in caso di circostanze eccezionali: sarebbe misura graditissima alla popolazione, utile ai paese, nè si ra\' iserebbe di pregiudizio alla forza ed alla hontà dell'esercito. co~crizione E PUNITIV A. AlUilNJS TRAZION E DELLA GIUSTIZf A PREVENT IVA Presso tullc le nazioni ele1·ate ati alto grado di civiltà, fra le quali ponno a giusto tllolo annoverarsi corlcste popolazioni, le mism·e prcvenlirc di polizia sono sottoposte a norme precise c legali, c l'azione giudiziaria si esercii a solto la garanzia dcll,l difesa c della pu bblicilà estesa anche éllla lraltaziunc di CfJillro. 1crsle di Diritto Civile. G ©Biblioteca Nacional de Colombia -82- La sostituzione di un analogo ordine di prol'l'edirnenli e massime per quanto concerne il sistema preventivo e punitivo, è pure desiderio vivlssimo ed unhcrsalmente sentito. - La Scrivente è ben lontana dal credere di avere t:on questi rapidi cenni toccati tulli gli argomenti rillettt·nti i ''ari rami di pubblica amminlstr.1zione che interessano ii Paese. La Congn·gazione Centrale rappresentante l'intero tcrritorin Lombardo ha mezzi più estesi per rllc,•am, e quindi esprimere i bisogni cd i voti degli abitanti di queste Province. Però fa Congregazione Provinciale ha crednlo suo debito di sottomellere, giu la il § 51 della Sovrana Patente 22 aprile 1815, all'esame di codesto inolito Collegio l' aL!uale rappresentanza, corredata da moli\ ate osscn·azioni sui punti che reputò principali, ed ascrh crù in ogni incontro a somma ventura, se in conformità della sullodata so,·rana Patente n dell' Artic. 12 di quella 7 aprile 1815, si avesse a ritenere, ehe i qualsiasi suoi lumi, c i consrienziosi consigli potessero e sere messi a profitto nella pubblica Amministrazione a vant.1ggio della Patria. Sottoscritti - ERCOLE VISCO!'<TlNI - AllòDREA LTSSONI LUIGI NEGRI - INl'òOCilNZO Pll'òl CARLO TAVERNA - - ALESSANDRO FRANCESCO D'ADDA - PORRO GIUSEI'PE RESTA - ANTONIO PATRIZIO. ])O(;U:"tUI'IITO 111. Supplica del Dotlm·e Drwiele lllrmiu. lnclila Congregazione Centrale rli Vcnczi;r. Da ben 32 annr esiste nel Regno Lombardo-Veneto una rappresentanza Nazinuale, poichè da ben 32 anni esistono le Congr•~ gazioni centrali di Milano c di Venezia istituite con lo sr.opo e con la missione di f"r conoscere ai Go1·erno i bisogni c 1 desiderii del paese. In questo lungo corso di tempo nessun nostro bisogno, nessun nostro desider·io fu mai dalla Congregazione centrale rapp resenta lo al Governo, il quale per conseguenza dnvelle credere che noi non ave~simo n è desiderii nè bisogni, che noi fossrmo perfettamente felici, c pienamente conteni i. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 83- Cosi il Governo fu dal silenzio della CongregJzione centr;tle indotto in errore, poicbè è certo che noi non siilmo nè felici, n è contenti , che abbtamo molli veri bisogni. c molli giusti desiclerii. Il silenzio delle Congregazioni centrali provenne dalla lcmil eli far cosa che al governo riuscisse sgradita. 1\fa questa tema è ingiusta eù ingiuriosa ad esso governo; poichè ingiusto ed ingiurioso è il supporre che il governo abbia concesso a questo Regno una rappresentanza Nazionale da burla, che abbia ingannato e inganni questo paese e r Europa, facendo leggi che non vuole rhe siano osservate, perseguitando e castigando coloro che intendono osservarle. È nostro debito rispettare il governo che ci regge, e chi ltl rispelta dcc credere che il govf!rno ami conoscere la verità, apprezzi chi gliela fa conoscere, e disapprovi chi gliela ocr n :ta. - Egli è ormai tempo che le Congregazioni centrali di ciò si persuadi no, eia l lungo sonno si destino, e rompano il d inturnc1 silenzio, mostrino con l'opera di non disconoscere la santità e · l'importanza dell'officio loro. Già la Congregazione Lombarda si è destata e s'incammina alla '•ia del do1•ere. - Un suo Deputalo fece allo di buon suddito e di buon cittadino ad un tempo, presenlnnrto al Protocollo di della Congregazione lo scritto che qui uui~co in copia, o ve notando il fallo innegabile del malcontento delle popolazioni, propose si nominasse una commissione ehe ne indJgassc le cagioni, ne studiasse i rimedii, e riferisse. Se la mozione sara, come credo, nd<>llata , potrà produrre errclti salutari, c impedir forse colli ioni funeste. L'esempio della sorella Lombarrla è degno di essere imitato. eri io confido che cotesta inclita Congregazione Veneta vorrà imitarla. E di ciò vivamente la prego, onde ne vantaggi e l'onor suo c la nazionale prosperità , e la pubblica quiete. Protocollato il giorno 21 dicembre 1847. ND.- L·avvocato di Venezia Dottor Daniele :~ranin, dopo inutili pratir.be perchè alcuni dei deputali centrali delle Provincie Yenele imita scro il NJzari, si risolse di presentare egli stesso con sua lìrrna la sopradescritla Istanza ;tlla Congregazione centrale Veneta. ©Biblioteca Nacional de Colombia -82- La sosliluzione di un analogo ordine di prOI'vedirnenli e massime per quanto concerne il sistema preventivo e punitivo, è pure desiderio v h issi mo ed unii ersa lmente sentito. - La Scri\'Cnte è ben lontana dal credere di avere t;on questi rapidi cenni lnccali tutti gli argomenti riflellt·nti i vari rami di pubblica amministrazione che interessano il Paese. La Congr('gazione Centrale rappresentante l'intero territorio Lombardo ha mezzi più estesi per rilcvare, e quindi esprimere i bisogni cd i voli degli abitanti di queste Province. Però la Congregazione Provinciale ha creduto suo debito di sottomettere, giusta il § 51 della Sovrana Patente 22 :tprile 1815, all'esame di codesto intJiito Collegio 1' alluale rappresentanza, corredata da motivate osservazioni sui punti che reputò principali, ed ascrh erà in ogni incontro a somma ventura, se in conformità della sullodata sovrana Patente e dell' Arlic. 12 di quella 7 aprile 1815, si avesse a ritenere, t:he i qualsiasi suoi lumi, c 1 conscienziosi consigli potessero essere messi a profitto nella pubblica Amministrazione a vantaggro della Patria. Sottoscrill'i LUIGI NEGRI - ERCOLE VrSCONTINI llliNOCI!Nzo Prllii - ANDREA liSS0:\'1 - AtESS.4NDno CARLO TAVERN,\ -FRANCESCO D'ADDA - Ponno GIUSEPPE RESTA - - ANTONIO PATRIZIO. ))OCIDII'.~TO J l {, (pa:J. 32.) Supplica del Dollore Daniele JJlrmiu. lnclila Congregazione Centrale dr VcncziJ. Dn ben 32 anm esiste nel Regno Lombardo-Veneto una rappresentanza Nazinuale, ooichc da ben 32 anni esistono le c,,ngr,)gazioni centrali eli Milano e eli Vcuezla istituite con lo scopo e con la missione di f~r conoscere al Gorerno i bisogni e 1desidcrii del paese. In questo lungo corso di tempo nessun nostro hisogno, nesstm nostro desiderio fu mai dalla Congregazione centrale rapp resentato al Governo, il quale per conseguenza dl)velle credere che noi non ave~simo n è desiderii nè bisogni, che noi rossrmo perfettamente le! ici, c pienamente contenti. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 83- Cosi il Governo fu dal silenzio della Congregazione centrale indotto in errore, poicbè è certo che noi non siamo n è felici, nè contenti , che abbiamo molti veri bisogni. e molli giu li desiclr.rii. Il silenzio delle Congregazioni centrali provenne dalla tcmn è (lf far cosa che al governo riuscisse sgradita. l\Id questa tema ingiusta eù ingiuriosa ad esso go1·erno; poichè ingiusto cd ingiurioso c il supporre che il governo abbia concesso a questo Regno una rappresentanza Nazionale da burla, che abbia ingannato e inganni questo paese e r Europa, facendo leggi cbe non vuole rhe siano ossen'ate , perseguitando e castigando coloro che intendono osservarle. È nostro debito rispettare il governo che ci regge, e clli lo rispetta dee credere che il govemo ami conoscere la verità, apprezzi chi gliela fa conoscere, e disapprovi chi gliela ocr n 'ta. - Egli è ormai tempo che le Congregazioni centrali di ciò si persuadi no, (Jal lungo sonno si destino, e rompano il d inturnn silenzio, mostrino con l'opera di non disconoscere la santità e l'importanza dell'officio loro. Già la Congregazione Lombarda si è destata e s' incammina alla via del !1ovcre. - Un sno Deputalo fece atto di buon sndùito e di buon cilladino ad nn tempo, presentanrlo al Protocollo di delta Congregazione lo scritto che qui uni~co in copia. o ve notando il fatto inncg~bile del malcontento delle popol~zio ni, propo e si nominasse una rom missione t'he ne indagasse le cagioni, ne studiasse i rimcdii, e riferisse. Se la mozione sarà, come credo, aùollnta , potrà produrre etTclti salutnri, c impeùir forse collisioni funeste. L'esempio della sorella Lombnrrla è degno di essere imitato, eri io confido che cotesta inclita Congreg azione Veneta vorrà imitarla. E di ciò viv11mcnte la prego, onde ne vantaggi e l'onor suo e la nazionale prosperità, e la pubblica quiete. Protocollato il giorno 21 dicembre 1847. ND.- L·avyocato di Venezia Dottor Daniele ;u an in, dopo inutili perchc alcuni dci deputali cenlrali delle Provincie Vencte imitassero il NJzari, si risolse di presentare egli stesso con sua firma la S•Jpradcscrilla Istanza ;~Ila Congregazione centrale Veneta. pr~lir.he ©Biblioteca Nacional de Colombia - 84 ·- Quindici domande dei Lombardi accettate altresl. dai Vene::iani. Alcune delle riforme credule necessarie nel Regno Lombardo-Veneto: 1. Concentramenlo di tutti gli attulli poteri dei Dicasteri Aulici nel Vicerè, il qunle assislilo da un Consiglio di l\Iinistri debba dipendere soltanto da S. l\Iaestà. 2. Ampliamento dci poteri delle Cougrt'gazioni provinciali, e trasformazioni delle Congregazioni centrali in Consigli di Stato. 3. Relisione dell'annuo Budget per parte ùel Consiglio eli Stato, Yictato r aumento e la I'<Hiazione delle imposte, la contr<lttnzione di prestiti, e l'ammissione di deiJiti a C<lrico nazionale senza il suo assenso. Riduzione del debito pubblico a quello contemplalo dai Trattati c dalla Sovrana Patente 27 agosto 1820. 4. Conferimento di tutte le cariche, meno quella di Viccrè, agl'Italiani; csclu ione di questi, per parità ùi trattamento, fuori d' llatia. 5. Trattenimento in 1!<1lia delle truppe nazionali, rimozione di q nelle appartenenti ad altre provincie Austriache, riduzione della Capitolazione ad un quinquennio. 6. Regolamento che freni l'arbitrio della Polizia, c gli abusi della forza pubblica; speciale mandato scritto per l'arresto d'un cittadino, immediata consegna r!cll'arrestato all'autorità competente; replicate diflldazioni al pubblico prima di scendere alle vie di ratto. 7. Giudizii pubblici c~riminali e civili, riforme penilcnziarie ~Ile carceri, abolizloue della pena di morte, almeno pei delitti di Stato. 8. Sostituzione di l('ggi ragioneyoli a quelle ora esistenti sulle Dog~ne e priv~tive sul bollo della carta, sulle poslr, sul Dazio ronsumo , sulle società industriali, sui rJtlimenli, sulle pronotazioni cc. cc. 9. Prov1·edimenli sulle manimorte, sulle corporazioni religiose disadaltc dall'indole dci tempi, sull'ordine Gerosolimitano, svincolo dci feudi e maggioraschi. 10. Dipendenza dci comuni d~lla R D leg~zione, e ragione' ole temperamento della sorl'eglianza. 11. Adesi une alta Lega Dllganale Ualian.1, libera circolazione di 1•gni merce nell'interno dello Stato. ©Biblioteca Nacional de Colombia -85- 12. Conces ione di una via fer·rata da Milano a Piacenza, e da 1\Iilano al Ticino verso Novara, e prolungamento di quella di Como lìno al conflue Svizzero. 13. Libertà di vi;rggiare in tntto l'impero Austriaco colla sola carla di sicurezza, e diritto di ottenere su bilo e sempre un passaporto generico per lutto l'estero. 14. Riordin;rrnento della pubblica istruzione. 15. Larghezza di stampa simile a quella ora concessa negli Sta li Pontilìcii. DociLIIEI'WTo IV. (pag. 38). Elenco dei fuili nel 3 gennaio 1848 in ]J.filano. Età. Profess ione. Osserva zioni. 1 Pirola Anselmo. . . . . . 14 Garzone di armninolo presso il Calabresi. Due ff"rile ~r~H· i. l'un01 ~Ila lesta di . sci:..hul<~, e l' al1ra ,_li a spo~lla sinislra t1i 2 Granata Vincenzo. . . . . 19 Garzone sartore. Una f~· ril.l al hr::a:ccio sinistro di grave pericolo (in un• 3 Casliglioni Fortunato. . . 14 Garzone sellaio. l Peylavin Lnigi. . . . . . . (s . Bernard ino , 2922.) 14 Scrittore ùi ragioniere. Tre 5 Pifferi Gabriele. 13 Spazzacamm ino. Ferila alh Lf'sta siudicala leggiera. 6 Rusconi Gaetano. . . . . 42 I mpit•g;;to,cioèaccessista di go• verno. Ferito ""Ila GJlltri,a Dt Crutoforf ç ali>~ Nome ed abitazio ne. (Contra da di sm1 Bernardino alle Monache.) b.JÌilOCllil (Contra da san Rocco a Porta Romana.) osi cria). Due fcnle alla test2 d' indole leggier;l. (Casa di san Jllichele, 3847.) (Terrag qio di san Damiano.) (Contra da dell'Agn ell", 962.) fpritc ~ravi d1 baionetta alla testa~ al d11rso 1 ed al brarcio sinistro. testa ('On isc:oprr tura di cranio 1 erl alla racli<'e del naso 4 con fra!lu:a dellf' Ossa Jel medesimo . ©Biblioteca Nacional de Colombia -86- Nome ed abitazione. Età. 7 Bonetli Carlo. . . . . . . 27 Osservazioni. Professione. Benestante. Ferita al l•racf'io sin• · strn.giut.licJia ins ·· (Borgo di sn.n Pietm in Gessate, 285.) ~uilo c.li poco pen · colo. l'l Cccrolini Ginseppr .. .. (Cont. di santa il1aria Segreta.) 21 Fornall.l . Ferilo gravt'menle .! U Ca<fi!!lioni Slcf11no. . .. 39 Tessilo re. 10 Brngnoli Lui:,rf. . ... . 40 Tipografo. Due ft·ritf'> di puola ,. 1;-~glit', l'una a1! t 1esl.t , 1' altra 1l hraccio destro. Una f~rita alla testa giudicata di poc,, pericolo. 47 PossiJente. (Contmdadi Vetrasc/li.) (sa·n Pietro Sca 'd asole, 360~ a.) 11 De Lnrcnzi G~rlnno. (Con t1· . .sanZeno, Casa Fanloti.) haionr·ll.4 alla lica destril, 1 n · Ferito alla lesta in Gitlll'ria, nun pero gnvPmenle, e c],. Vj'fSe contusioni su' corpo. Due ferile di hglin ali• lesi> •d •Il• mano destra con gnt\1 e pericolo d• 25 Lavorante di lucerne. 4.5 Possidente. 14 Albera Andrea. • .... M Possidente. Ferila al <';lpo con ce· rel.rnle commM.ione e s<'operlurn Ji cranio,quind• grave P prl'icoloshsima. Undici fer•le, selle all ,a !l'sin Cii sciahola . etl altre qu.anro di h:tionett• in divf'rse pHli c1,•J co rpo . Alod il ginrnu quindici senn .. io. 15 1\Iilnni Felice. . ..... 17 Legatore di libri. Due ferite alla frtlnle. IG Ro' ida Luigi.. . . . ... 28 Sabblonaio. N•1ve ferite gravissime, la m<1ggior parte alla testa. 17 Valli Giovanni. ... .. . 38 Falegname. 12 Elclli Antonio .. ( san P ietro all'orto, 903 .) vitJ. 13 Sal~ Giovanni. . . . . . . (Contmda di Spadari, ::1214..) (Contr. eli santa 111aria Podone, 2~1.) (Conlmrla Fiori Chia!"i, 1U2U b.) (Borgo lli san Pietro in Sala alle Case nuove dette la V1llc.) Un ;, ferila all:1 lrStOII eli (Vicolo di sant' Aquilino, 3762.) ©Biblioteca Nacional de Colombia sci~ùola e l' allra di b.~iun~""H• al veolre, entrambe pericolo.!.issimc. lS7- Nome ed abitazi one. Eta., ----- ----- ----- ---1 18 Gelosa Giuseppe.. san Catocero, 3026.) Profe .. ione. di taglio, con peri- t !l Tesi a r. insrppe. . .. (Cittad ella. 3626.) 40 Come sopra. 20 Saini Girnlamo. 40 Ortolano al Ponte Vetro. (t aglllftto di s. Marco, t!:ll}g.) :21 Pandollì Agostino ..... Osserv azioni. ·r-----------~-----------49 Lavoraute Cale- Sette ferile io ,varie par11 tlt-l<'orpCl tutte glltllne. 27 Fabbro ferraio. ( Contm da Doccllello, culo d1 vita . Sei ferile, .come sopro. gr~vus1me. Ferito da uno Hhioppellula al gioO('· chio. Amputa to, e morto. Ferito in ,·arie parti del corpo. 2471.) 22 Fugacela Jsicloro. . .. · 28 Falegn ame nell'o f- 23 Guzzctl i Ferrlinanclo. 2il Ucina del Sala a San l'Angelo. Fabbro ferraio. 24 Canzian i Pasquale .. 26 Facchino. (Coni. di Drisa, 2875.) (Alla Foppa, 2009.) ( Corso di Porta Comasina , 2124. 25 Monli P3olo . . . . al ltnccio sillistro. Due ft·rile alla test~, grav1. Otto ferile, ci tuJue dt sri.thola alla testa, pt!ricolosis~ime , 6!' tre in altre parri 60 l<'alegname. (Dor(lO di Porta Comasin a, ~097 .) 26 Guzzclli Loremo. Qu~llro ferii~. due al r~fl-<) morl:lli. e dur. 34 Fabbro ferraio. (Strada a san IIIarco, del corpo. Due fenlt tli haionett a all.a folccio.~ cd in al· tre parli dtl corpo, gravis5im e. Una fenta ~11 .. l tifa, e Hl aiLre part~ del corpo. 1981.) Tre ferile di sciaùola alt.& testa c::oo le. 27 Domenico Mazza .. 2il 28 l\laria l\Iazza Pollini. 53 Ostessa. Du~ 29 Dc Lorem l Carlo..... !17 Slracciaiuolo. Gravi 30 Castelli Antonio . .... . 36 Ortolano. Tre ferite leggiere alh Oste. !Dorgo eli Porta Comasin a, 2120.) sione del cranio. (idem .) (Borgo PaTta Comas ina, :ID55.) D'Jrgo Porta Comas ina, 2120 31 Castelli Teresa .. (idem.) Figlia del sud- ferile come sopra. contusioni ~1 Uurso ed al braccio sinistro. lesta. Due ferite alla testa detto. ©Biblioteca Nacional de Colombia ed alle mani. -88Nome ed abitazione. Età. 32 Cellolli Giuseppe. . . . . (Nell' officina Sala a 22 Fabbro Ferraio. Sei ferile, tre all3 te~ ila di sci.thola e Lrf> al pc·tto di bolionetta. ;\1orì sul colpo l ~33 Pacini Ginseope. 52 Fabbro Ferraio nell'olllcioaSa- DicintlU ferite , la maggior parte alla Professione. sant'Angelo.) . . . (s ant'Eufemia, H81. Osservazioni. ta. Lt-sl o.l_. pPr cui mori (ltlpo uo' ac;onia di du~ giurai. 3-1 Dott. Carlo 1\fanganini . (Corso di Porta Orientale, 72i. ) 74. Consi gliere d'Appello. Ucciso sul quattro colpo da S<' i,.bul:.te :1\1.1 tesla, e due al 1mJccio destro. 35 Bernay Giulio. . . . . . 27 (Palazzo lffarino.) Cuneo del conte Fiquclmout. Sei col pi di sciahola , pel' cui morì dopo 36 Jnvernizzi Vin('cnzo. . 60 Possidente c negoziante di seta. due gio rni . Du e culri di baionetta :1lturace con grave 37 Ribollii Giovanni. . 42 Tipograro. pericolo di vitu. Ferito alla test3 . 38 Rossi Giacomn.. . 20 Vetraio. Feril o d.a haione tla alla m.:mo .!!Ìoistra. 39 ~Jazza Angelo.. . . . . . 28 Mercante di vino. Ferilo al 40 Porro Giuseppe. . . 49 Sartore. Ferilo :.Ila lf•sla non gravemente. 18 Giovane di bottega presso il mercante di vino Ma::.:ra suddet- Ferilo (C ont. Cusani, 2:ti9.) l' (Borgo dJ Porta Romana, 4.606.) (Monforte, 258.) (Conti·. di Sant'Antonio. Osteria di Sant' Antonio. ) (Borgo di Porta Comasi na, 2097. H Melacaccia Gaetanr>. . . femol'e (h b.~iùnella, co n pericolo di vita. (Contrada di sant'Antonio.) da colpo di squadrone ;:~l brac· cio sioi!.tro, g•udicato gravissimo. l:>. 42 1\larelli Paolo. . ..... ( Contr. di sant' Antonio, 4736.) -13 Rossi Demt>trio . . . . . . (Contr.de'FI·usttzgna1'i, 29 Tappezziere. Ferita grave all'arti· col.tziOIH! t.lell'ome~ ru sinist ro, auri~ luula a colpo di h;.uonella. 20 Studente. Ferito gravemente al 1687.) ©Biblioteca Nacional de Colombia parielale destro. -89Nome ed abitazion e. Eta. Professio ne. O sse rvazioni. 3l Tessitore. Tre ferile piuLl~sln gravi, l' una ~ ;al li orso, l'al tu al zi.. som:ltico tleSlro' t! la lt<n.a alla p<Hle sinistra del costato. i5 Schmiflt Carlo .. . ... . 2i La!toniere lucernaio. ~ti 1\Iarchctti Carlo . . . . . 38 Cuoco. Uua ferita gr:1ve ali;,, sc~q>OIJ destra.Tltltora in pericolo. contusioni ai Forti 17 Boldrini Carlo .... 3i Fabbro ferraio. Feritu <liiJ parte );~t•• rale swisl ra de\1,1 spina c.lors-.le. ·i8 Pagani Giuseppe. . ... 13 presso Fabbro l' oflìcina Sala. Ferito alla coscia de- 49 Bu~nelli Paolo..... . (Borgo Spesso, 134.1.) 26 Sellaio. Ferito àa haionelt..l illl:t parlc sinistr.1 44 Repossi GiiiS<'ppc. . . (Contr. Vetraschi , 3808.} (llfercant id'om, 3220.) (sant'Ett(e mia, H8l.) lombi (culpeslalo d .. un dr~goue a c 1· vallo.} (Borgo di Porta Romana, 4609 a.) (St1·adone a sant'Angelo.) 5o Crippa Francesco. Vie•! Segretario ]JI'CS O la Cnngrct<azione mun ici pale. !Broletto.) 1lt Pacini Carlo . . . . . . . . (sant'Eu( emia, 4281.) 15 o:! Borsa 44 Giovanni. . . . . . Fabbro gtlfzone (fratello ùi Giusrppc.} Ortolano. (Contrada de"Spada ri, sLra. del costlllll. Ferilo nnn ~ravementc: al menlo cd al brarc1o o;inistro con calcio d1 fuc1le, nell' alln che si nreslava il Podes1à in Pe$cheria Vecchia. Ferito 31 fianco destro. Ftorito sravemente al1.1 lesla C'VO colpi di sciabola. 3252.) 53 Lazzaroni Carto. . . . . . 42 Impiegato ali'Arcbilio. Ferilo da arma òi laglio. 154 Galli Giuseppe . . . . . . . Tessitore. Ferilo leggermente d~ Maestro clemcntarc. Come so pro. (E..c-Convento del Carmine.) (Contrada dale.) 50 haiOIH'UJ. dell' Ospe- 55 Chiappa Luigi. .... . . (santo Ste(ano in Borgogna, 361. ©Biblioteca Nacional de Colombia 90 Nome ed abitazione. Eta l -- 56 Swaiger Antonio . . . . 19 l 57 Swirmer Lorenzo.. (Borgo dì Porta Comasina, 2097.) Professione. Osservazioni. Cameriere in casa Lilla. tii ornaliere. Ferilo l.llle brnccia cl a colpi di sci<~hola. Come so,,ra. t 8 Calvi Ercole . . . . • . . . 29 l)Hlore. Come sop ra . 59 Fumagalli Carlo. . . .. 27 Fabbro. Come sopra. (Vicolo Ponzi, 1407.) (Cont. di Brisa, 2875. ) 60 Moltrasio Giuseppe. (Ciovasso, 16-10.) In verniciatore. ))O(Jl/JIIE"TO F eril o gravrmente in varie parli tlc l cor· po da haiooetla. V• (pag. 41.) La Congregazione Jlfunicipale della cillà di llfilano. Cilladinl! Non ha guari la vostra l\lagislralura diri geva a voi parole di esultanza: ora è coll'accento dell' arnizione che fa sentir la propria roce. Dolorose scene funestarono le vostre contrade; lo spavento Invadeva la cittadinanza inerme; parecchie fami glie sono nel lutto. I nostri rappresentanti non si ristel!cro dall'accorrere, per quanto era in loro potere, ad ;1rrestare il braccio del rigore. 1\la gli sforzi della loro huoua volontà non avrehbero il bramato ell'ctlo senza la vostra cooperazione al santo scopo dellà pace e della tranquillil.l. Taluni imaginarono erigersi in censori perchè venisse eseguila una legge, ora caduta per consuetudine in disuso, che vieta fumare per le strade. Questo filtlO dovette richiamare l'attenzione di chi è costituilo a tutelare le leggi, n è poteva imporre a coloro che non vi si crede vano nstretti. Cittadini! Il rispetto alle leggi ed al libero esercizio degli individuali diritti dalle leggi non limila!i, eostituiscono la gua ©Biblioteca Nacional de Colombia - 91- ii siano da voi rentigi a della cil·ile societi . Questi santi princip autorit à, nè im rispettati, e nessun o si perme tta discon oscere i' dirilli. propri de' izio l'eserc no pedire a ciascu come si Ju Se la vostra Magis lralura ba sull'an imo vostro , in lei, posta avete che !ìducia la dà solo be c mpero singa, quell'i o parlan vi che Quelli invito. mostra lelo coll'ac coglie re questo divid.m o ogni voi con che voi, a mezzo di tolti ni cittadi sono caparr e della vointeres se: ascoilateli, e date con r.iò le migliori sempr e più ma n stra benevo lenza verso di loro; locchè servirà a gli guidi, che che bene del re d'amo a fìamm tenere viva quella conduc a a tutto adnper arsi per tutti. Li 4 gennai o 1818. CASATI Podestà. Assessqrl BELLO TTI - CRIVEL LI - l\fAURI BELGIO IOSO. DOUI I.'IIIE!'WTO BAllET TA - GREPP f V (. (pa,7. 41. ) AVVISO. consid ereGente irrequi eta e facinorosa sparsa in numer o città, osava questa di punti nti freque più c ali prin,~ip nei vole per imped ir loro ieri d' ingiuri are in pubbli co tranqu illi abitan ti farlo anche atl'uso innnce nte di fumar tabacc o, cd ardiva di . fumare a colli geri passag i tando violen e truppandflsi gli attrupp aA reprim ere un tanto ecce so ed a dissipare e perch" non si menti furono aUivate pattugl ie di forza armata ; pubbli co che il e avvert si vi tentati rinnov ino questi colpevoli ro; che la onasse abband si i '' che r0ioro li arrest;1 tosto o sarann per armata te etamen compl erà procrd forza pubhii ca di polizia e che a tenore rintuzz are con vigore ogni crimin osa resiste nza. p' P0 elle vieta dell'av viso pubbli cato il giorno 10 eltcmb re dissiparlo. per rigore il tullo ogni attrupp ament o, userà di que danno Dovra nno quindi imputa re a s2 stessi la qualun disposizioni arie necess queste da se derivas sa conseg urnza che osi, coi turanche coloro che si confondessero, sebben e inoper sè stessi quei bolent i, c ne dovran no ugualm ente accagi onare ©Biblioteca Nacional de Colombia -02- genitori, quei tutori, quei padroni di botteghe, che non sapessero vegliare sui loro lìgli , tutelati e garzoni, per impedirli dal prendere parte anche di sola curiosità nei ripetuti attruppamenti, non potendosi in simili casi distmgucrc gli innocenti dai colpevoli. Essendo pure da qualr.he tempo inYalso cd esteso l' abtlSO riprove,·olc d' imbrattare all'esterno le muraalic delle chiese, dei puJ)i)iici cdilìzii e delle case privnle ron maligne iscrizioni, con cartelli ingiuriosi e con segni lìguralil'i indecenti, s'ingiunge a tutti il divieto di praticarlc, solto comminatoria dell'immediato arresto, salvo quant'altro fosse di legge. Eguale misura del personale arresto sarà adoperata a far cessare i canti, le grida c gli schiamazzi smodati che si frequcntano di notte e che sono per se stes i contrari alla quirtc generale degli ai.Jitanti. E pcrchè nelle predclte iscrizioni e canti si ardisce di far abuso talvolta del nome vcncmbilc c sacro del Sommo Pontefice, si ricorda come esso nell'Allocuzione delta nel Concistoro tenuto il giorno 4 ottobre p. p. siasi in proposito espresso come segue: " Gravissimamente Ci duole non pertanto che in varii luoghi » vi abbiano alcuni i quali temerariamente del Nostro Nome » abusino con gr a\ lssimo oltraggio alla Nostra Persona ed alla ~ Suprema Nostra dignil1. La qual cosa (conchiude la lodata » Santità Sua) certamente Noi grandemente aborriamo qual • coutr<~ria alle Nostre intenzioni, come appare dalle Nostre n Enciclicfte a tutti i Nostri vener~bili fratelli i VescovJ,indirizzalc " il 9 di no1 cmbrc scorso. » Si ricorda da ultimo ai Sudditi il divieto di portare cor.carde od altri emblemi stranieri, cd a tutti poi qualsiasi altro distintivo politico, si m bolo o segno di ricognizione , sotto comminatoria dell'arresto, sal l' O quant'altro fosse di legge. J\Iilano, li 1 gennaio 1818. JJall' I. R. JJire::ione generale della poli::ia nelle Provincie Lombarde. L' 1. R. Co ns. Aulico attunlc, Direttore generale della polizia, Barone DE TouRESANI-LAI'iZENFBLD. ©Biblioteca Nacional de Colombia -9:.1Docll .UI,~To (1Jafl. VII. 42. ) Il Yicerè del Regno Lombardo- Vene to agli abitanti della regict cillà di illilano. l troppo deplorabili avvenimenti Yerifìcalisi in qucsli ultimi giorni in l\Iilano hanno recato all'animo mio un gr,wc dispiacere, hanno portato una profonda ferila al mio cuore. Dopo tante prove indubbie di attaccamento alla persona di Sua l\laestà ed al suo g0verno per parte degli abitanti ùi queste provincie, anche in epoche diffìcili, fu per mc inaspl'Ltalo il vedere come una parte eli questa popolazione, tanto pacifìca c ri spetlosa verso le autori l •. abbia in quesli giorni potuto lasciarsi strascinare fuori del consueto suo contegno per l'impulso di pocbi malel'oli che. aHcrsi per indole ad ogni sorta di autoril•l c di ordine, si compiacciono di spargere il malcontento , e di promuoverne le malauguratc conseguenze. L'andament o regolare di qualunque amministrazione può sempre abbisognare di progressivi miglioramenti. - Manifestazioni turbolente non potrebbero cb11 rallentare la de<'i ione su prema, c renderebbero deluse le mie più (ondate speranze, non potendo in allora innalzare al trono di Sua Maestà i voti che non avrebbero in loro favore l'appoggio della tanto desiderata moderazione. 1\Jenlre frattanto è mia sollecita cura di sopravveglia•e alla sicurezza personale di tutti gli abitanti di questa citta, è d'altronde del mio stretto dovere Ili non permettere che l'unione di volant\ private presuma di ledere la lillerta indi\ itlnalc assicurata come è dalle nostre savic leggi. Diletti Milanesi! lo ebbi già delle prove del vostro attaccamento anche alla mia persona, eù ora confìdo nella conosciuta vostra prudenza c moderazion e. Siate dunque tranquilli, fìdalc in chi il preposto alla direzione eù al savio ordinamento de',·oslri bisogni, c non tarderete a conoscere come la sovrana benignità sappia J.lt·ovyedere al pubbllc.o bene. Milano, il 5 gcnn<lio 1843. flA:iiERl. ©Biblioteca Nacional de Colombia - 9i- DoclJ: tiE:1iT O VIli . (pa;J. 31.) (Bmno del Discorso lello da N. Tommaséo all'A !eneo di Ve11ezia il dì 2~ dicembre ·lH47.) de' Documenti col Non volendo accrescere di troppo il volume Tommaseo, e nepchiaT. del o discors il i!ltcro peT pa!·e ristam ci contentiamo di pu·re volendo guasta rlo col darne un sunto, dimos trano qwmlo cilarne le ultime pagine, che bastantemente di coraggio civile, sia stato moderato, equo ed incolpa bile l'atto a.. - Preme ttiamo col quale egli si onorav a nell'Ateneo di Venezi ,Jfinis tro Baron e rtl a scrivev séo Tomma stesso lo che la Lettera di Kubeck. Eccellenza, flcllo Stato , e Questo Discorso che accenna ad alcuni mali molte <.Ielle più autorevoli ad olcnni rimedii, venne ascolt.1to da inlcrrn lto se non dagli appersone che ~ieno in Venezia, c non del diritnr c, ma alla sinceplau~t, i qn~li andavano non all'nrtc egli era proemio . fu ra ,·erita <Ielle c•>SC. L' islimz;l, alla quale nome d1iam , di non .'oltoscrilta da molli dl colto ingegno, odisappia che questn paese ismodato sentire. Giova che il govcr·n FinchJ si prutedc colla non è né contento nè incontentabile. stria ;1prire agl'Italiani una ll'gge alla mano, toma com0do all'Au una via via di snddislilzioue non tumul tuosa, aprire a se stessa a. onorat di salute a Vicnna stessa lo presento questo Discorso, chiedendone é più r.op1c ne corla stampa. Proli.Jirta sarcbiJe inutile , giacchso prudente, perrono per Italia: pcrmeUcrla sareiJhc decoro c ec'inten de. Altre ché mostrcrchbc elle l'Aust ria ci ascolta gazioni proistanze Yerranno tra hrcve, chiedenti che le Congre che il1cgno Lom\inciali c centrali non sicno un'om bra 'ana; pro,·tncia, anzi una borbardo-Veneto sia un regno, c non una govern o conrurme all'ingata di Yicnna. In que<te tre cose eflìcaecmcnte srnlino rapprc che li deputa e nazion della dole stare, ciascun eitla volontà d'essa nazio ne- facollà diin manife istam pa- in queste tre tadiuo, i pr11pri c i comuni dcsidcrii in allo secondo gli cose non gi 1 con cedute di nuovo, ma messe quiete, c I'A.uslria sicuanlrchi decreti) tro\'eranno questi paesi ogni giorno rezza. Senza queste, il disonore e la ruina si farannospese; il gomaggiori; le rencJile sempre meno basteranno alle verno faJJira in doppio modo. sospetti c timori, Se il muto dPi fratelli Bandiera eccitò tanti regge più il tropensi V. E. che sarebbe, ora che l' alt11re enon la coscienza del gcno, che r utile di parcccbi gran Pùlentali ©Biblioteca Nacional de Colombia - !HS - nere umano sla per l'Italia. Bisogna o riconoscere i sulJi diritti o, dopo un'agonia, quanto più lunga tanto più imprecata, perire. lo so elle V. E. sente nell'anima queste cose, e ie ha delle. Pero non mi stendo in molli ragionameuti. Ma s' altiÌ mi domand~s c con che aulnnla io entri a parlare di tali cosc:u Con » l'autorità ( rispnnrlerci ) di scrittore ouorMo , d' uomo che » ahorre da ogni violenza sia di re sia di popoli, e nulta chiede » per sè, n11lla spera, c non ba ambizione altra che di non am» bi re ne le croci de' principi, n è gli applausi de' passionali ne" miei de'principi; che in\'oca il patimento, e vorrcbuc esser » degno di patire per causa sì sacra. , Venezi <l, 4 gennai,) 1848. N. TOMMASÉO. · 'pt."r l~ ciua·li C.osC i;J ércdc~do. f~rn:ia~cOtc ·d; ade~pi~rc" u~ debito sacro, propongo che non solamente gli scriventi di professione, ma quanti mai sudditi aii'Auslri;, possono aver bisogno di difendere in iscrillo i diritti propn o de' loro atlir}enti; quanti mai leggono, o, non lrggcndo e si, amano che i loro allinenli ~pendano nel leggere alcuna parl~ del tempo; sottoscrirano ad nna petizione legali sima, moderatissima, do\·c r.hiedere l'o servar1Za c il complemento della legge censoria del qnindic~i. E non per suggerire ad allri le parole, ma per ucne determinare il euncello mio, direi ch' rssa istanza potrcbl.l' essere del seguente tenore: in che gli uomini di qualsivoglia <>pioione , fosser' nnt-Ile addelli ad uffizi regi, possono senza pericolo n è taccia can. \ enire. cc l\fAilSTA ', n 11 decreto riguardante la censura de' libri dato nel 1815, nssicurn agli Scrittori facolll d'esaminare l'amministrazione òello Stato in gt>nerc c ne' suoi rami, scniJrirvf difelli, od errori, proporre miglioramenti. svelare '" \rni111enti passati. Noi chicggiamo istantcmente all' 1. R. :\1. V. che tale facolla ci venga rodotenuta nel facto. » Chicggiarno, prr quello che spella agli avvenimenti passati, che i publ.lliri archivi sirnn aperti, senza bisogno di speciale licenza, ad ogni persona di nota probita, che voglia per qmlunquc sia inclagine consultarli. ,, Il mede si mu decreto ~uole che le gazzette dello St.1to, per importanza c pienezza di notizie sicn tali da sostenere il paragone con l'estere. A. tal nnrma chieggiamo con !ìdul'i.l che la censura si conformi; e chicj!;giamo che le cose politiche non abbi<rno una censur~ da sè: nè le cose teatrilli un commissario eli pulizia per r.cnsorc. »Esso clecrclo comanda che doclic'i fogli di sta.mpa sicno li· <·cnziali iu 1111 mese. sci in quindici giorni. l\la perchè il detto termine sarebbe inutilmente assegnalo se i ecnso1ri doYessero in caso di clnLJbin ricorrere all' ~ulicn dicastero di Vienna; pero rhicggiamo istanlcmcnle r.he nel luogo stesso ov' è l' ul'fìzio di Censura, possano gli scriventi appellarsi al giudizio d' Uùmin i ©Biblioteca Nacional de Colombia -96- noti al governo, quali sarebbero, tra gli altri, i professori di lettere ·~ scienze, i soci rlcll' l. R. Istituto, i presidi e \'icepresidi delle accademie; i quali conoscano se nello scritto di cui si dubita, sia cosa che alla quiete o alla moralità pubblica possa portar nocumento. , E perchè l'appE>IIo segua più rado, domandiamo che i primi censori rendano le ragioni del toro divil'to, come sogliono gli altri tribunali anco in cose di meno impnrtanz<I . .,Ancora chic~;;iamo che i censori di provincia po~sano licenziare oltre a tre f,lgli eli stampa: chiegg~<lmo che gli scrflli approvilli da Ull uflizio rli censura austriilca, possan essere ancùc fuori drlla gim i'ìdizinnc di quella censura stam pati. » Chicgg iamo che i sudditi austriaci i quali stampassero fu or di Stato, nnn sicn ten uli colpevoli per questo solo che staml'ano fuor di Slat.> senza licenu: ma che alla natura dello scritto medesimo sia pllsto mcute, come la legge ordinava. "Le quali dl)mandc avendo lor fondamento in essa legge d i V. 1\J. 1. n. c nella sana r~gionc, crederemmo far torto ~Ila sana r.1gionc c ~Ila legge se ci spendessimo lunghe paro!~ a conferma c a preghiera.» lo 'i presento, o signori, con la mano sinistra la legge, con ta destra l'istanza che n'è necessario complemento. L' ooorc della l'l'azione richiede un at! o, p iLI alti, di coraggio Cii ile, dai quali l'opinione puuiJJic,, wuga in modo chiaro e concorde manifcst;tta. Alti t.11i saranno sori(Cnlc d' inesalll i bili bencfìzi. Il tempo stringe: perdcrltl nel sogguardarsi bicrarncnle, sarebbe r01 in a c 'crgogua nou meno a· go,·enwnti che a' sudditi. 1 mom•· nti sono gra1i, c i gmcrnan li lo sanno. In 1ece di spaventarsi o sdegnarsi di questo o di simili atti, dopo la prima sorpresa, ci stimeranno: re ne saranno riconoscenti; riconoscenti, dico, perché n0n chicggiamo assai più, 1101 cilieggiamo in modo più forte, perchè ci armiarn della legge. Il silenzio in tal fr;mgcnlc sarebbe peggiore minaccia. Ahbiamo taciuto abbastanza. Sia ra gionata, sia temperata la Sil(nilicazione delle 1ostre 'olonlit, ma sia schietta c a fronte alta. Se passioni eli rancore o di cupidigia sobbollonu in quillche rutima irritata, nel prim•> fcn ore <Ielle cose sappi<HDO slornarne l'impelo con l'esempio dell'ordine c del coraggio. E qui c' é vero c•Haggio, perchè qui, più che in altra parte rl' Italia, è pericolo alzar la voce. E per questo io alzo In Yoce, c abbandono per poco la mia soli tudine diletta; e fo forza all'indole c agli iliJiti miei; c 1i prego, o Veneziani, cl' accogliere la mia parola fraterna l'o n q nell' affcllo elle me la esprime dall'anima. Stanco c nm liato dc' crudeli c fai eli dispregi che 4Ualche Italiano osa versare su voi, p rima ancora ch'io compiessi il prcsrn le ufizio, ho illlllllltzi·tto agli altr·i llaliani che l'avrei non inl'rutlu nsamcnte compiuto; mi son f:ttto mali evadure che i Veneziani conservano la memoria di se stessi; elle, qualunque sia l' av1cnir(•, sapranno meritarto onnntlo. E già tu dimostrano in fillli. Pcrchè t.t cusrirnza delle Nazioni p110 rlormirc anni ed anni; ma fin ch'esse non sicno disperse dall .l l;tccia della terra, non muore rum. F l NIL ©Biblioteca Nacional de Colombia