l LUTTI DI LOD!RDil

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l LUTTI DI LOD!RDil
l LUTTI DI LOD!RDil
DI
MA.SSIJtiO D' &.ZEG 1..10.
h te le nlie puole wrr dtm senlt1 1
Che frulh 1nf.àtniJ al tr:ad,tor th 1 rodo.
Pari re ,. bgrm.llr mi •eclrai 1ns•ttuU!.
lnl. C. :13.
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l LUTTI DI
DI
l.'tiA. SSilU O D' AZE GLIO .
Ma se le mie parole esser den seme
Che frulli infamia nl 1raditor ch'i roJo,
Parlare e lagrima r mi \'cdraì insieme.
Inf. C. 33.
FIRE NZE .
FELI CE LE .l\ION IER.
184 8.
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D ED Il' A.
Questo Scritt o, destinato a far palese al
mondo quali assassinamenti e quali iniqui tà si
commettano dal Governo Austriaco in Italia ,
io lo dedico ai miei fratelli Lomb ardo- Veneti,
e più particolann ente, alla onorata memo-ria
di quei poveri popolani morti a tradimento dai
soldati austriaci nelle ultime stragi di Lombardia.
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o.
Una g1·ande iniquità è stata comm essa in Milan
la
pire
conce
Iniqu ità, la magg iore di quant e possa
ad
vita
la
te
ment e uman a: quella di toglie r ' 'iolen temcn
colti d' imuomini disar mati; dunq ue viltà: ad uomini
chiamati
non
ni
provviso; dunq ue tradimento: ad uomi
arbitt•io
ed
io,
nè conda nnati in giudizio; dunq ue arbitr
mette re
mano
ano
d'osc uri sicarj : ad uomini cb e non potev
sero
voles
li
bile
credi
i loro uccis ori; che perci ò non era
bello
a
ano
veniv
che
,
provo care: ad uomi ni all'op posto
un fiStudio provocati onde un loro grido , una voce,
veuedunq
;
morte
loro
alla
sto
schio si facesse prete
fmde.
e
·io
arbi11
,
mento
tradi
à,
-vilt
a
niamo alla somm
quell e
Fatto il paral lelo tra le stl'agi di Gallizia e
ne
cazio
di Milano, si trova di più in quest e la provo
frodo lenta: v'è progr esso.
Italia
Un fremito di pietà e di sdegn o s'è levato in
e si
fatti
n
so
Si
all'an nunzi o di quest i vitup erosi casi.
i,
uccis
degli
faranno in ogni città funerali per le anim e
cd
Dio
a
ere
Per onora re la loro mem oria, per chied
L'Ital ia ha
agli uomini giustizia del sangu e innoc ente.
questo un
era
ed
o,
dato un'or a al dolore ed al piant
diede ro
che
li
figliuo
suoi
sacro tribu to, dovuto a que'
come
o,
debit
loro
il
ono
la vita pe1· lei. Ma essi pngar
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so,
tulti sarem mo pronti a pagar·lo. 11 modo fu doloro
bensì
erlo,
scegli
lo
o
all'uom
fu atr·oce ; ma non è dato
ito
il poterlo acceuar·e con fermezza. Ognuno ha ademp
uto.
compi
è
fatto
Il
il suo dovere.
Ora io dico all'Ita lia: Rall egrati ; l' Austl'ia è ridotta
è
all' assassinio! L' Austri a assass ina! La tua causa
,·iuta.
È vinta, percbè un governo che adopra cotnli mezzi,
da
che ripete la sua esistenza dal massimo tra i delitti ,
goun
lo;
patibo
col
quello che ne' privati si punisc e
di
verno che si fa un sistema dell'as sassin io (ed i casi
non
e
a,
sistem
è
che
o
Gallizia rinnovati a Milano provan
da
caso), rende palese al mondo ch'egl i è abban donato
i
tutti
ti
esauri
ba
egli
che
i;
uomin
Dio, maledetto dagli
tti
sogge
ngono
mante
si
e
ano,
ralfr·en
si
modi coi quali
i popoli : non solo i modi onesti che conciliano le volontà, e consistono in un giusto e benefico reggim ento,
tema quelli ancora che le costr·ingono; quelli ancora
le
tra
ti
nuti iniqui, e pure sin ora più o meno tollera
nore
qualch
nazioni civili, percbè almeno serban o una
ia.
ma, una qualche appare nza di legalità e di giustiz
onali,
eccezi
ali
Tra questi modi contiamo pure i tribun
le commissioni speciali , le tombe dello Spielb erg; facciamo a11' Austria una parte lar·ga, che non c'è con essa
a
bisogn o d'anda r troppo pel sottile ; concediamo che
in
sicura
star
onde
ere,
ricorr
questi modi potesse
Italia: ma ora, non noi l' affer·miamo, essa ba confes
as·
l'
vuoi
ci
che
o,
bastan
non
che
mato
sato, ba procla
sassiuio.
Dunque lo ripeto , la causa dell'It alia è vinta.
l\1a per· ottener·e che questa vittori a dall'es sere decisa soltanto vir·tualmente ed in pr·incipio, passi ad esserlo
anco di fatto, è di pl'ima impor·tanza che sia resa nota,
patent e, innegabile la verità. Non occon e dir·e quauto
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-T-
SUdi, quanto s'affanni or·a la diplom azia austria ca io ogni
svisar e
~ua reside nza per negar'e, distrugger·e, palliar e o
1 casi di Milano. Questione vitale per gli oppre ssori,
tanto più nell'et à presen te, è il nascon dere le opere
.
loro; questi one vitale per' gli oppre ssi, è il farle palesi
i
nemic
nostri
Invochiamo la luce sulle opere de'
Invoo.
bisogn
come sulle nostre ; di null' altro abbiam
chiamo il giudicio dell' inter·a civiltà cristia na; narria
nel
seno,
suo
nel
e
ar·disc
tnole che cosa si comm ette, s'
suo centro , coll' istrum ento e sotto il manto di quegll
tmOrdini che essa accett a e proteg ge, e p e' quali ha
leo
Govel'n
o,
legittim
o
Govern
di
ativi
appell
Vati i belli
na,
cristia
civiltà
Alln
NO!
PATER
o
persin
e
re,
9 ale, o ugola
o,
noi Italiani abbiam già narrnt o altre volte del legiuim
del legale, del regolare, o paterno, cal'cere duro, dello
un
Spielb erg, de'pio mbi; e la civiltà cristia na levb
al
grido conco rde di maled izione e d'orro re, che simile
le
eva
Soffio di Dio, irromp eva nelle prigio ni, ne abbatt
famila
sole,
Porte, e ridonava a molte vittim e l'a l'i a, il
i
glia, la patria. Stor·ia d'insid ie, di tor·tur e, di carcer
di
e
ssioj
d'assa
nuova
era quella. Ora ne abbiam o una
sangue . Nnrriamo!a.
Potreb be anco accader'e che nell'E uropa , nell' America, in quella nuova tena così pronta a saluta re il Pontefice t•edeotor·e e la redent a Italia, sor·gesse questa volla
;
Qualcosa più che un grido di maledizione e d' orror'e
gnasPotreb be essere che al funesto raccon to si ver·go
sero, si sentiss ero umilia te, pensa ndo che sotto il regno
di quel dritto ammesso ed accett ato da esse, e del quale
i sono falle le prime custod i, siano possibili tali iniil
Quità impun ement e. Potreb be forse sor·gere in loro
di
leggi,
di
i,
trattat
di
dubbio , se quella vasta mole
tradizioni, d'usi, di convenienze, di riguar di, che ordina
e collega insieme il consorzio delle nazion i, ed è opera
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difesa, c vanto della civillà moderna , si fondi realmen te
sulle basi del vet·o, del giusto, dell'utile univm·sale; o
se, invece, sotto magnifiche apparen ze, non celi qualche
vizio profondo e radicale , funesto all'avven ire dell' umallità. Se, verbigt·a zia, si possa asserit·e la civillà completa, provvida e sufficiente a tutti i casi , a tutte le
necessit à, quando un governo può assassin are i suoi
sudditi, senza che a questi i sia apet·to altro ricot·so
fuot·chè il tt·ibunale di Dio. La potente Inghilte rra
potrebb e forse pone a se stessa la seguente questione: V' et·aoo al mondo uomini forti che t•iuscivano ad impadt·onit·si d'uomin i deboli. Pet· ucciderli ? No: per arricchi•·si Vfmdendoli. Io bo speso il denat·o, ed il sangue t:.~ l volta de' miei tigli, perchè il debole non fosse
venduto dal forte. Vi son ot•a uomini potenti, ai quali,
pet• mantene r la lot•o potenza, non basta vendere i deboli; ct·edon necessario l'assassi narli. Io alzai la voce e
la spada in pro de' peimi: non trovo nulla, assoluta mente
nulla da fare per i secondi?
Potrebb ' essere che la Francia rammentasse che
ella spesso dice se stessa la grande, la generosa delle
nazioni: che da essa partiva quel potente grido di
libertà che corse l'in te m globo: che forte nel suo dritto,
nell'arm i, nella antica sua virtù, si peoclamava un mo·
mento campione dei popoli oppt·essi. Potrebb e venit·e a
considerat·e che collocata da Dio all' aotiguat·do io quella
scbieea di popoli che m·dinata s'avanza a combatt ere
la barbarie e conquist are la civiltà, essa ha un posto
d'onore sulle nazioni sorelle: e che i posti d'onore so n
quelli de' grandi doveri e de'grand i pet•icoli; e che essendo più gloriosi degli altri, s'otteng ono e si conset·vano col far cose più nobili, piì.t animose , più utili,
che non fanno gli allri.
Queste due grandi nazioni , arbitre e guide deHa
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adendo,
Civillà Ct'rsuana, potre bbem forse venit'Si persu
mostra
o,
Milan
di
i
quell
come
Che la possibilità di fatti
d'una
r'e
vanta
si
poter
di
a
prim
,
che t'im:me da far assai
la soro
nesse
propo
si
che
e
esser
gran civiltà. Potrebb'
:
lema
pt'ob
o
luzione di quest
ai loro
Trovar modo onde i popoli relativamente
legge
la
gover'ni non 5iano fuor della legge; non dico
nadi
legge
la
civile o politica, ma la legge cristiana,
tura, e d'um anità . . Per
Per ogni cosa al mondo s' è trovata la legge
Wl
i,
onism
antag
gli
tutte le relazioni, come pet' tutti
vi
li;
popo
tr'a
,
'ni
gover
tra
li,
individui , tr·a corpi mora
ecagli
no
persi
e
norm
e
limiti
son leggi che pr·elìggono
ra, le leggi
cidj ed :Jila distruzione, le leggi della gueroppresso
lo
popo
un
u·a
o
duell
del duello: -ed il gran
, con
modi
tanti
in
che
e,
essor
ed uu governo oppr
atcomb
può
si
e
ment
lunga
così
e
tante diverse armi
è
perch
Dio,
di
zio
giudi
dir·si
può
ente
tere, che veram
ia
la vittor
è il solo nel quale basta meritar veramente
si ponon
,
leggi
avr'il
non
solo
o
quest
Per otten erla;
ti ,
illeci
tranno in esso distinguer·e i modi leciti dagli
goil
che
e
gli orror·:Jti dagli infami ? Sarà indiiTCt'ent
cd
anni,
cond
lo
izio,
verno convenga il suddito io giud
azzi,
l'amm
a
pr·im
alla
che
'o,
allor·a soltanto l'uccida; ovver
scerlo e
senza s:~per di sua colp a, senza neppur· cono
anche
ro
rasse
impa
iti
sudd
i
se
saper chi egli sia? E
rgove
i
bero
direb
cosa
che
e,
essi l' at'te d' assassinar
oppttre
be
sareb
che
e
ment
in
loro
ni? Non vene bbe
e per cotali
Portuno vi fosseeo leggi della guerl'a, anch
lotte ?
bra di
Questi ques iti, cd il solo mostrare un'om
son·iceno
speranza t:he pos ano ottener r·isposta, farà
linla
le
amen
d<'rc la diplomazia. Jon è questa sicur
lop
di
la
di
r-icor·
gua delle l'\otc c de' Pr'otocolli. )la si
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mazia ' · che sei mesi addietro quando s'agitava tr·a la
corte di Roma ed il gabinetto di Vienna la ques tione
di Ferrat·a, il cardinal Fenetti, cbe non e1·a uso al linguaggio de' protocolli, ma bensì a q nello della giustizia e della verità, udl di•·si da un ministro: - Questo
non è stile diplomatico; - e pl'Onto rispose: -Se non
è stile diplomatico, è stile mio. -E l' opinion pubblica
in que Il' occ:Jsione rise del ministi'O, non del cardinale.
Noti la diplomazia questo fatto, e vi scorger·à forse
uno de' molti segni precursori d'un'era nuova pet· Ici.
Vedrà che il suo ger·go, ven et·ato ed accettato senza
esame dalle gener:Jzioni pass:lle, non è per incoutt·aJ·e
ormai eguale fortuna presso la generazione p•·esente:
che l' opiuion pubblica può aver fantasia d' emq,nciparsi al punto di chiamar una volta fl'Odolento chi
v' insidia, invasore chi occupa il vostro, assassino chi
inerme ed a tradimento v'uccide.
Un grande antagonismo si viene ogni dì pii1 manifestando tra la coscienza pubblica e quella della diplomazia. Da una par·te stanno i pochi e gl'interessi
de' pochi ; dall' alu·a stanno l' intere masse e gli interessi dei più: non è diffieile prevedere per qual pat·te
alla fine si di('hiarerà la viuoria.
La verità di quel cb' io dico, appare luminosa in
questi giorni nelle pt·ime discussioni delle Camere f!'ancesi.
Da sei mesi il ministero, la diplomazia francese, il
signol' Guizot, banno la\'O t'ato, sudato, e, credo, esauriti
tuui i segreti dell'arte circa le cose d'Italia per risolvere in loro favor·e quel gran p•·oblema (e non es( sersi ancora avveduti cb' egli è insolubile! ) dell' essere e non parere: certo nulla si può tJ·ovar·e che abbia
mighor gal'bo, e possa dit·si più diplomaticamente incolpabile, che le espressioni de' documenti sottoposti
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t.
aiJ• esame della Camera, e delle parole del signor Guizo
alcuni
Ma
tro.
minis
Sono il sublime dell'a rte del restar
discorsi eloquenti ( pe1·chè vm·i , e secondo la realtà
,
delle cose) hanno rovesciato questo castello di carte
uffiveglie
le
e
fatiche
le
Son bastati a render inutili
·
ciali di tanti mesi; e l' opinion pubblica dicendo al signm
una
è
a
politic
loro
la
che
azia
diplom
GtLizot cd alla sua
vergogna, rimette a un tratto le cose al loro posto
:reale, e potrebbe aggiungere come il cm·dinal Fe•·•·etti
mio.
stile
è
atico,
diplom
stile
è
non
Se questo
Gli uomini - cosa curiosa ! - si sono per· secoli
nresi complici, colla loi'O ammir·azionc, di chi li torme
il
Venne
.
fu•·bo
tava: dapprima il più forte, poi il più
an.
1·io,
equilib
d'
i,
tempo in cui, a forza di precauzion
e
~be il più forte poco potè fa•·e più degli altri. Rimas
farsi
o
essere
potè
cl1i
e
:
•I campo aperto al piir furbo
, e
credere tale, vide iuchinm·si a lu.i tutte le fronti
cui
to
appun
coloro
di
fronti
le
i)
(Quel che è da notars
gran
una
Ma
rie.
fm•be
sue
delle
toccava pagar· le spese
nza,
lllutazione s'è operata ora nell'opinione, nella coscie
comla
aver
più
usa
s'
Non
ico.
pubbl
del
nel giudicio
coi
Plicità deiJ'ammir·azione nè coi forti nè co' furbi, nè
secoli
ta
sessan
Conquistatori, nè co' diplomatici. Dopo
scod'esistenza, l'uma nità finalmente ha fatta la gran
za,
eguen
con
per
e,
Pe•·ta, che toi'Da meglio ammirare,
lli!flage
suoi
i
che
sto
Por-tare i suoi benefattOJ·i, piutto
È anche vero che il regno dell'astuzia venuto dopo
quello della forza, il regno della penna venuto dopo
quello della spada, il regno della diplomazia venuto dopo
quello della milizia, non può lagnarsi nè trovare strano
e
e gli uomini non sono in una gr·ande ammir·azion
g1·an
delle sue gesta. Il Congresso di Vienna, quella
è
Presa di posf.esso della diplomazin, in una sola cosn
quello
Pienamente riuscito; a render cioè impossibile
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che voleva stabilire. Tutlo ciò ch'egli fece, l'Europa
l'ha disf<.llto. L'anima del Congresso, il Principe di Met~
te.·nich, ebbe a due terzi della sua carrie.·a un avviso di
ciò che doveva accadergli alla fine. Nel 1850, nelle giornate di Luglio, dovè comparirgli come a Bruto il suO'
callivo genio, e dil'gli: ci rivedremo non a Filippi, ma io
Italia. Il catlivo genio del Pl'incipe è il buon genio der
popoli; è l'Angelo cui Dio commise vegliat·e sulle nazioni: coneggel'le colla spada de' conquistatori, colle
catene de' dominatol'i stranieri, provat·le e purga de al
lento fuoco dell'oppressione: e conette, e ritemprate,
e falle degne d'uno sgu:u·do di Dio, t·ipode su quella
via cb e avevano abbandonata, ed in quel posto che p m'
le loro colpe avevan pet·duto.
A quest'epoca di perdono è giunta l'Italia: epoca
salutata dalle grida di gioia dell'intera Nazione, benedetta dalla Santa destra del gran Pontefice, accolla dal
plauso ddla civiltà cristiana sovra anche le rive dell' Atlantico. All'Italia purificata da quallro secoli di penitenza, all'Italia assolta delle sue colpe, all'Italia accolt3 d• nuovo nel consorzio delle Nnzioni , tendono la
mano le rwzioni sorelle , le volgono parole amiche, le
fanno animo a portar degnamente e raffermarsi sul capo
la sua nuova corona: da tutti i punti del globo, sotto
ogni clima, sotto ogni govemo, sotto ogni culto, si commuovono i cuor·i, sorge la voce de' popoli, e saluta Nazione l'Italia.
Un sol cuore t•imase di gelo, una sola lingua muta
nel mondo; il cuore, la lingua ufficiale, quella della diplomazia austt·iaca. Cbe dico muta e di ghiaccio? tmppo
seppe commoversi e parlare! E quali fosser·o i suoi
alti e le sue parole, voi lo sapete, Principe di l\lettemich;
e lo sa chi fuori del vostr·o dominio, tuttavia lo ubbi~
disce e l'accetta.
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. Quando l'Europ a e l'America levavano un grido di
Indignazione per l'insulLO di FmTat·a, la vostra diploma7.ia, alla destra ed alla sinislt'a del Reno, che fece? che
disse? Ho pochi documenti pet' provnre quello che fece;
anzi ne bo uno solo, ma è però il più tremendo di quanti
se ne possano pt·odurre: l'opinion pubblicn, senza docu~enti, sa e dice e condanna quello che fece la vostra
dtplomazia. Non conosco piit autentico ed itTectlsabile
documento di questo. Ma per sapet·e, anzi pet· pt·ovare
quello che disse, non ne manco, per la grazia di Dio e
della costituzione francese.
Quando il cardina l Ciacchi, colla fot·te noncuranza
delle forme ufficiali che nasce dal senso del pro1)l'io diritto ,
Pt·otestava in nuovo modo contro la violnzione del territorio Papale, la vostra diplomazia, o, per dir meglio,
l'eco suo d' olLI'e-Reno, non sapeva trovai' nulla di meglio del seguente precetto :
(( Voi fareste meglio a non dire al mondo quello
» che fate: uon è buona diplomazia. l)
Ed io rispondo come il ca1·dinal Fenett i, c dico e diciamo noi tutti: <<Se non è buona pe1· voi, è buona per
gli offesi, di tutli gli
l) noi; >l è la diplomazia di tutti
0 Ppressi , di tnlti gli spogliati , gli assassinati , dal
Principio del mondo fino ad oggi, e lo sarù fino :.~l dì
del Giudizio: e di questo appunto deve pe1·suadersi e
dat·si pace la vecchia diplomazia del Congresso, della
Santa Alleanza, dello sta tu quo ; di quello stato pcl
quale ha tanto sviscerato amor e- e non ce1·to amor
Platonico! - deve persu:.Jdersi che se essa adopt·a la
diplomazia dell'aslUzia, del•mister o, delle forme a1·cane
del linguaggio uffici:.Jie, pet·chè le mette conto ; noi
Usiamo l'altra deii:J pubblicità , della schiellezza, delle
forme chiare, della lingua e del senso comune, pet• la
Stessa rngione.
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0ra cb e l'opinione è regina del mondo; ora che
LUtte le fronti, anco le più superbe, s'inchinano c
tremano a' piè del suo trono; si c:1pisce che la vecchia
diplom:~zia faccia di tullo percbè non vi poHiamo le no·
stre ragioni. Si capisce che per impedircelo, usi ed abbia
usato tulle le arti, e pet'sino quella di dar un ridicolo
a chi perora la propria causa col mezzo della lingua e
del senso comune.
Sento piena m ente quel che v'è di patemo e d'amorevole nel precetto suddetto dato al Governo Romano,
col quale s'è degnato illurninat'e la nostt'a igoot~Jn za,
ed insegnarci come s'usa e si parla cogli uomini offi·
ciali: ma essa alla sua volta dovrebbe capire e sentit'e,
che ha che fare con impenilenti ostinati, ed ostinati per
una buona ragione; e se non lo intende e non lo sente,
non ci dà una grande idea della sua perspicacia.
Restiamo dunque d'accot'do cogli uomini officiali,
che essi parlet'anno la loro lingua, e noi la nostt'a: che
essi uset'aono il lot'O potere come l'intendono, e noi
la pat'ola come ci pare. Il mondo sarà giudice tra noi.
Ed incomincio subito, e prima ripeto alle gra odi
nazioni poste alla testa della civiltà: - Fi nchè nel suo
seno accadono fatti simili a quelli di GaUizia l' anno
scorso, e di l\Iilauo testè, senza che sia pos ibile appli·
car loro un ft'eno, un castigo; la vostra civiltà è un'illusione. Il maggiore de' suoi benefizi t'ima ne sospeso, il
più vitale de' suoi bisogni non soddisfatto, il più importante de' suoi problemi insoluto.- Trovar tutela ai pt·imi
e più santi dir'illi, ai diritti almeno di uatul'3: eccovi il
problema da scioglict'e: O tmvatc modo a risolvel'lo, o
finite di vaot:lt'e la vostra civiltà. ·Poi dico all' Austria:- I trauati v'hanno daLa una
porzione del suolo italiano. Sia pure. ì\la mostr'atemi
iltratLaLo che v' accorda il diritto di mancal'e alle
©Biblioteca Nacional de Colombia
11>-
Promesse fatte :1i vostri suddit i, e d'insid iare i sudditi altrui, d'esse re in cospir azione perma nente contr·o
tutti gli Stati ltaliaui? Voi negate il fatto? l\li doman date
le prove, i docum enti? Già l'bo prodo tto il mio documento. -L' opinion pubbli ca tiene innega bile il fatto
e,
senza docum enti. -Non volete dunqu e persua derven
io
bo
o
bisogn
Che
essere?
a
bisogn
che oggidl pet parete
ilità
possib
nell'im
porvi
di
sare,
confes
a
di costrin gervi
di negar·e, quand o il mio e vostr·o giudic e, il gran giurì
o,
dell'op inione pubbli ca, si dichiar·a pienam ente isu·uit
codi
si dichia ra convin to? I trattat i vi danno il diritto
re
Stringere i vostr·i sudditi Lombar·do-Veneti ad ubbidi
nudato
uu
r·mare
al vostro voler·e, il diritto di t1·asfo
mero d'Itali ani in Austri aci, di assorbi1·e l'oro sudato
sulla gleba italiana a pro del tesoro imper iale, di spat·rigere a vostra posta quell'a ntico s::mgue latino che
di
difesa
in
r·lo
sparge
e
bollì a Pontid a c Legna no,
danno
Vi
lia.
all'Ita
ferro
quello scettro che fu ed è di
il diritto d_i togliere alla lingua italiana, di cancel lare
li
ne' suoi scritti , e (se lo potest e) dai cuori, i vocabo
popolo
ogni
che
ec.,
le
aziona
Ono1·n
,
Patria , Italia, Amore
tiene i più santi e venera ndi, che og11i gent-e ha diritto
di p1·onunciare; i trattat i (bei trattat i, per Dio! degni
d'una perfet ta e cristia na civiltà) -.i danno il diritto
d'accu sare, giudic are, conda nnar come felloni colm·o
,
che li pronu nciano : sia pu1·e. Ma mostra temi, lo ripeto
,
accusa
senza
dere
d'ucci
il trattat o che vi dà il diritto
ucd'
te;
uccide
chi
saper
senza
senza forma di giudicio,
il
eidere per istrad a, a caso, gente inet·me, sot·p,·esa?
assasto
pretes
un
con
a
potel'l
per
arla,
dritto di provoc
sinare ? E chi sono costor o che assass inate? chi erano
quelle povere vittime? Erano te..ribili e pericolosi nernìci, che non aveste altra scelta se non o pel'ÌI'e voi,
Od ucciderli '?Doveva Vienna tt'ema re fincbè respira vano?
©Biblioteca Nacional de Colombia
-16-
Quc' vecchi di settant'a nni, quelle donne, que' fanciulli
di dieci, avevano in mano le sor·ti dell' Imper·o, i de·
stini dell'Austria? I vostri proclami ce l'hanno detto
chi erano. Voi avete pmnunziata la prediletta, la sacra·
mentale, la ripetuta fease della lingua officiale, avete
chiamata la vostra vittima, e noi: Una sella perwrbatrice , amica del disordine , nemica dell' ordine , delle
leggi ec. ec. Dopo i fatti di Milano, già due volte ne'vostri
proclami ci a\'ete così definiti; ma se due volte ci dite
sella, noi vi rispondiamo tre volte: -siamo NAZIONE!
NAZIONE ! NAZIONE!
Siamo Nazione che ha compiuta la sua pena, che ba
ter·minato quel duro ciclo di mali al quale l'aveva per
le sue colpe dannata l'Onnipotente. Siamo Nazione che
ba oLLenuto il suo perdono ; Nazione· riconciliata con
Dio; Nazione riabilitata dagli uomini e dalla civiltà;
Nazione redenta, e trovata degna dal Gr·an Pontefice della
sua benedizione: sia m Nazione che, dopo aver fallo im·
pt•ovvidi sfot·zi, tentato fallaci vie per racquistare i suoi
diritti, da due anni ha conosciuto qual fosse la via cer·
ta, la via degna, sapiente, virtuosa, per· giunget·e alla
gr·nn meta: Nazione che s'è levata intera, fr·anca ed
unanime; e si muove lenta, ma sicura, alla volta de' suoi
nuovi destini; Nazione che ha la prima trovato il modo
d'abbatt er· la forza senza forza, la violenza senza vio·
lcnz:1, 13 frode senza frode; d' infrangcr·e l'armi vostre
scnz' armi, di farvi guerra mortale, la più tr·emenda che
potesse offendcr·vi, srmza spnrger gocci3 di sangue; di
sottrarsi al vostro giogo, di mutarsi, tr·asformar·si tutta,
senza aver· in due anni offeso un solo individuo, fatto
ver·sar una lacrima, eccitato un lamento! Siamo Nazione
che v' afft·ontn ot·dinata, duci i suoi Principi; che sta
co' suoi sov1·ani, c gli ubbidisce e li segue, e f01·ma ed
è una cosa stessa con lo l'O: Nazione che ha potuto e sa·
©Biblioteca Nacional de Colombia
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PUlo persuader! i c non sforzar·li, conciliarsi i suoi opPositori senza mnnomet te l'li ; siamo l'ì:nionc, iu una
Parola, cl:rc ha saputo fae una grand e, una completa ri''olnzione senza un dclitLo! Ecco chi siamo noi, ecco h
Setta che voi dite.
711::1, seiocco io, che perdo il tempo a dirvi l'Ili
siamo , quasi uon lo sapest e, e non lo sape ·se r intero nH.ndo !
dir'll CH':l
~fa poichè v'ho pm· detto cl:ri sia m noi, vi
\'1~­
nga:
s'appo
più
noi
di
chi
o
Chi siete voi; c n•dr m
il
ami
due
noi
rli
chi
sella,
sia
due
noi
rlrcmo l'h i di
bt>nc,
iniquo
od
giusto
sia
,
ordinr
l'
bi
pcrt11r
diso1·dine,
lleuo o maledt'llO da Dio; chi di noi ahbia impresso io
fr·oute il marchio delUn gelo dell' cslcl'minio, od il 'Se·
B'no Ùl'lb r·rùenzione.
Prima però di dirvi chi siete, vi dir·ò chi nort
siete.
Voi non siete l'Anstr·ill, benchè per cspr·imrrmi e male m'csp r·essi - v'abi.Jia così chiamati. L'Austl·ia s'intende r llllpero, s'inten de lt! dodit:i Provincie o S1ati o
i
Itrgni che lo compongono, s'inten de i trcntasei miliou
iacalunn
esse1·
potrei
io
E1I
d'uomini che lo popolano.
tor·e d'una tanta moltitudine al punto di dil'la una CtJS:t
l01·o coSle sa con voi? di porre -sul como loro, sulla
la voenti,
por·tam
vosu·i
i
a,
politic
vostra
la
a,
scienz
Stl·a mOI'ale? di crcùer·e che i sepolti vivi dello Spielberg,
gemessei'O in quella lunga agonia per· loi'O giudit:io ~
Che Szela in Callizia, R:ldetzky in Ilalia, agissero per
lor·o mandato ?
Ben Sllrci pazzo, ben sarei iniquo se tal cosa cr·~
dessi; mcnu·e rrPdo invece, e so, elle I'Austr·ia, c1oè la.
superiore e l' infcr·ior·e, la Boemia, la Galli~.ia, la , !ora,
via, la Slcsia, la Stir·ia, l:t Car·inzia e Car·uioi:J, il Tirolo
r·acz~
di
di
discor
tanto
genti
,
Veneto
la Lomb ardh cd il
©Biblioteca Nacional de Colombia
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18-
di culto, di lingua, di costumi, di desidr tj e speranze,
in una cosa sola concot·dano - NEL MALEDIRVI. Tanto
poco li credo una cosa sola con voi, ch' io vonei cbe
la mia debole voce si mutasse in un tuono tant'altO
da poter corret'e sino agli es trem i limiti dell'Impero,
e giungere ai sellantadue milioni d'orecchi de' vostri
sudditi e pOt't:H' loro una pat·ola d'amore e di pace, per
parte di quell'Italia che ha comun i con la maggior parte
di loi'O e speranze e sventure. Vorrei che snpesset'O cbB
noi non ::tbbiamo guetTa nè inimicizia nè odio con po·
}Wlo al mondo; e l' abbiam solo contt'o l'iniquità ctel
vostt'O operare. Vorrei dir loro, che se essi, str·etti dalla
dm·a catena della vostra milizin, sar·anno un giorno stra·
scinati in Italia ad oppugnat·e i nosu·i dirilli; noi do·
\Temo cnmbatted i, com'essi doiT:mno combattere i
soldati italiani, condctti forse da altrellanto fel'rca ne·
cessità a conculcare i loro. Tr·ista, dq!oi'Os::t condizione
ad entr::tmbe: condizione che potrebbe sciogliersi c mu·
{ar·si, se nel cuor degli uomini fosse più innanzi e piit
concorde il senso del vero e del giusto; ma cui ci tocca
rasscgn:H·c i per ora. Condizione da tenersi qual fatal
conseguenza di vecchie ingiustizie; ma che non deve
fom entat'e odj da popolo a popolo , e farci invrce av~
vertiti quanto utile e desiderabile cosa sarebbe che fosse
intera, assoluta, universale concordia tr·a loro. Queste
parole vorrei dire alla valorosa Uogher·ia , alla colt!l
Boemia, a quell'infelice e nobile Gallizia nello cui viscei'C insanguinava J' artiglio quella \'OStra aquila di cui
ci fa spa1·ento il Breindl' d'Italia, il maresl'iallo Radeszki,
fatto cosi bello oratore nel suo PI'Oclama. Vorr·ei dirle
a quanti d' oltr' Alpe volessero udirle cd accoglierle cotl
! 11reiodl di 'W "lleslorn, copitano del circolo di 'l'amow, ordinatoro d•li'
slngi di Gallizid.
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quel cuore medesimo con cb e le volge Joro l' Jtalia.
Or·a vedete se tengo voi e codeste genti una stessa
e medesima cosa!
Voi non siete f>ssa, non siete i trentasei milioni che
governate. I nostri Principi, essi sì possono dire d'esser
noi , ed una cosa stessa con noi : voi non potete dir Io
Stesso coi sudditi vostl'i. Il solo vincolo cbe con loro
V'unisce, è quella catena che all'un de'cap istrell o dal
Vostr·o pugno, si chiama violenza; all' altro capo ove
scr·ra invece i polsi de' vostri sudditi, si chiama necesSità. Funesto vincolo, fallace e fragil catena , che tesa
sover·chio si stianta , e rimbalza nella feonte di chi la
tiene, e non di rado l'infrange !
Ho detto chi non siete. Vediamo ora chi siete.
Voi siete i pochi nei moltissimi. Siete mantènitori
dell' ioter·esse, del bene, dell'ut ile dei pochi, a d:mno
dell'utile, del .bene, dell'interesse dei moltissimi. Siete
l'espressione viva e per·manente dei trattati del 1815,
del Congr·esso di Vie nna : tr·attati imposti dalla forza;
non sottoscr·itti nè accettati giammai dalle par·ti rea!.
ll1ente interessate. Tr·attati già virtualmente disfalli, per·
Chè voi stessi gli avete violati dal canto ''ostro, quando
li tor·nava, e n' avevate la facoltà: percbè gli hanno
rotti dal canto lor·o, quando il potNt ero, que11i ai quali
gli avevate imposti con abuso di for·za. TraHati che LO·
talmente e di fallo per·iranno pel principio mt?desimo
Che li creava. Voi siete l'espre ssione , Vicnna, del Congresso di Vienna; di quel Congresso che s'intendeva
l'appr·esentasse la giustizia europ ea, che tarlto pr·esuDleva del suo senno , e neppur ebbe il senno (dovrei
dir·e il senso comune) di conoscere che i tr·attati si ren.
dono dintur·ni, non colla forza che a nm·ma della fortuna volubile facilmente trapassa da una mano all'alt ra;
bensì colla giustizia, col soddisfare ragionevolmente i
©Biblioteca Nacional de Colombia
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dr itl r 1j, gli intr•·rssi, i bisogni delle pa1·ti conl.raPnti;
C'li l' lrg-a le volontà, c le indurc a mantenere l'accordo
l';illo. 1 Vo i profPssate la fcùc della fot·,:a brutale, della
roLtica segt·eta, astuta (e se nepput· sapriate essere
ustnli, lo rrovPrà l' nvvenit·c! ) , e della mnlaff'dc; "oi
siri c i suoi mnl'stri, i suoi sacc•·doti; n'avete fatta una
scuola, l'avete ridotta ad un tal chr di simile alla l'Cii·
ginno cd alla lin[{na a•·cnnu dc' s~H'Prdoti di ~lcnfì, o dei
sC'It:wi mode'rni. Voi siete sctt~lJ·i quanto costoro, cd as·
sa1 pii1 fatali all'umanità. Voi siete quella setta rhc del
piÌI geloso, del pii• augusto, del pìi1 santo de' ministeri,
di cpwllo del govern::~re un popolo, n'avete f·•llo un
nvrcato, un monoplio, un ist1·umento onde anicrhiec;
un' m·c:1na srectllazione !'ist•·ctta ad una limitata fazione,
che nel seno di quella società colla quale dovrebhc a,·er
l.utto in comune, ne è invece separata di pensiet·i, d'affetti c d' interrs~i; è in gelosia ùi tutti, in guer1·a con
tulti, ed in abqrn inio a llllli; che non ha idea nè cur 1
di bene o di male assoluta , ma conosce soltanto cii1
che è (o cr-ede) utile al suo trionfo, e cii> che gli
tol'lla dannoso. Voi siete quel mostro dnllP mille teste.
dalle mille branche, dall' immnnc \'rntre, e pur senza
viscct•c (dico viscere di pict~t), che Yicn detto Burocra2
zia: ecco il nome della vostra setta. E che m' imporl:l
f [ lrattnli àl Vi ~nn:., 1 h~ ~·mn o tl.nrt·hh4:m I'SSl're l' e~prl's::.·nnr tlcl
tliJi lo pul•hlir.o eurupe.1, 1wr 'Jtl<llllil f(l":seru p<~rd.di :n furti a tletrim nlo llci
tldlOh, potcvan pure ('Sser .Jrt'l'lt.lli 1l.1 i]U t1 11 ~ tn "· r .• .t:il di ('l;) C'be contl'neL:·l
t li r·ro\'\ itlu: pt>r t•scmpio, l .t g.trJ:nzi .1 ,J,.IIJ n.ni.on ..l!ld p·,llac-r.l, tlel I.omba.t·tf,,
Veudo, c P indipendenza rt,t!c <legli St~t• lt .tlhui. l\L1 gh aull• ri stess i cl,.i
Tr,tll.;ti ne hanno, come sa t,srumo) l'!C.Sttit:a l.a parte cl1e h,ro (On\'t'n iva ~
"'i,,LII:l I')Ufl:ll.:t rhc. cr~ rontaJria ai loro dis.rgui o :.i loro int erc~si . E chi ;1 c·u\:hS!'! i P-.llacchi e gl'Ha l i:mi <.li strav:tg3nli prclcsc ne· l , ·o l H es~i s~1li so' vcrli:,.
p:.-tli firnuti da tutla l' Eurnpa, renda quelli pJtt i imiolllli, c poi li C1llHlanni .
'!! Un uomo che inLinnmcut c couosce 1.~ hur->CrJzia au.)lriacJ, ne fJ (p1r·
~lo ritral! n :
4'
La Durei\ucratic es.l csscntidlcmcnt une r..l:!.le
~n
mJma: lem;·s qn\.1or.
©Biblioteca Nacional de Colombia
2l -
:~mati, ùccor·ati, titolaii,
~:he siate setLari oflìciali, r·ic:
Che vi raduniate in sale
ltiuttosto che poveri cd osc uri?
i, piuttr,~to che nelle gru lle
~Jlll'nd.•nli d' or·o c di lum
o nelle can tine ?
, è il lrovar·si pol'hi
Qn<'l che importa l'l'5:srr SPll:li'ÌO
r'l'Ssi sep:lr;lti da q uri li
a fr·oute di molti; è l'av er inte
i segTcti; è l'usar· vie
\] .• · Blllltì; è l'av er· vincoli, patt
n
che r::~ggi1·auo gli uomini scu
l'
~Ottri'I'anee, ani nas t·os lc,
o
1att
ho
anzi
eù
c:
sen
''C possa n conosr.erle o gua1·dm ponPndoli al voslro
ti,
uita
lurto ai seu ari da voi perseg
ile, g~'neroso; er·a l'indi•·onfr·"nto. Il loro fine era nob
naz.ionc: essi per que )H•nctPm.a, la lihertit de'la. lo t'O.
gi, a-;sottigliavan l'a,·ei'C,
L' allo s•·opo st·fl'r i1·ano disa
o al c:.Jr-cere, all'e sili o,
corrcv:1n per icoli, s· esponevan
:dia lllortc.
po? A qnali di sag- i, a
Voi invr.cc , qual è il vostro sco
e sono i sagt·ifici che f;~tc
'Inali pericoli v'espon ete? Dov
:dia Yt •Stra causa'?
la so a men te la y,).
Quanto allo sro po , già la sento,
del l t'ono e clPl!".tl·
ui
l i dili
'lt·a risp os ta: - t'oi sos teui am
, è legillimit;\ ec.
lità
lega
lat·e, la causa dl'!l'orJinc, della
o ciò, se in un
lull
·
rner
-- La f.tli,·a rho dur ate per sost
in qu ell o ('hr
'o;
'altl
ncll
to
ce•·
è
~enso c gel! ata, non lo
ll'o uo cd altar·c c O l'd in: ,.
l iù v' i111porta. :\cl sostener·e e
r·imetletc Cl'J'lo del vos:r t·.
lrtiittiuJità, c che so io, non ci
('l
re. Ellr ne rcsp, .rlo
ne el anarc l1iqu e dans soo rssf"n
'f'tlc anti socia lf', òt!nu gngiq
qud•. is ;. dt·s Oltl·
qu•l
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c~d.w
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~J\ mé~1w st•s du.•fs ~ upJricur!'i
un mom cnl c ·up••Ur
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dc judicii'UJ: c.1lc ul
tdi tlc jll,lic,• ou se uJ •. m.cuL
e, el~ Jét1u ire, lltwu licr, tJU
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lr IÌc r S<i 'ler~d ..111f.'c à
pu elle. et elle Sf"ulc .
•t.c:- pJr,·r tnul cr qu.i n'tst
:un; ph1i k•s ét,'lg-fSj
co usu c d'or C'le-.; elle dt>sunil
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~~·}Ur fir e: 1,. m.o.~l, .. t ils frémi ssent
socùth• . .,
fr.u
de'urt
con,·ì
la
à
rien qui resse ml•le
.fti•p1issao t à ll·ur p1·ocarcr
©Biblioteca Nacional de Colombia
-22-
In nessun paese m'è mai riuscito trovare uno, uno solo di
questi campioni di tutte le dette cose, che insieme non
fosse un insrancabile cacciatore d'impieghi, d'onori, di
ciondoli, di crachals, di favori, di car·icbe, di pensioni,
e piir di tutto di queste;- cb è tali campioni usano andar
al sodo, non per·dono il capo, e pensano al poi.- E due
cose m' han .: u se11r pr·e fallo meravigliar·e: la prima, l'ingenuità colla quale essi dicono minacciato il trono, l'altare, l' or·dine ec., ogni qual volta credono minacciati gli
impieghi ,gli onori, i ciondoli, le pensioni; senza avvedersi
del buon umore che desta negli ascoltanti illor·o sentimentalismo officiale. La seconda, la buona fede, per non
dir ere d ulità, de' principi in questo sviscel'ato amor·e per
le loro per·sone, p e' loro troni, pe' loro diritti e ie loro
legittimità! Vorrei fare una prova se fossi in lol'O: t'i tirare
impieghi, onori, ciondoli e pensioni, e vedere poi di tanto
amor·e e tanto zelo , che cosa ne rimanebbe !
Smettete una volla di recitar la commedia, e sopr·attutlo finile di cr·eder che gli uomini accettino le vostre
frasi alla lettera. Nella guena che da tanti anni si combatte u·a il vecchio e il nuovo, tr·a lo statu-quo e le riforme, guerra fatta più che mai vivJ ed nccesa ora iu
Italia, noi combattiamo pe' nosll'i diritti, voi per occupar·e gli altl'ui; noi per· avere il nostro, voi pel' aver
quello d'altri. E finiteln co'vostr·i pl'ocl:lmi, e col dirvi
amici dell'ordine, della legalità, de' dir•itti del tl'ono; che
in vero sono oram::Ji scempi::~ggini elle hanno ristucco il
mondo: dite llll::l volw, in nome di Dio, che fate i vostri
all'ari il mrglio che potete; SJrà meno male: e se gli uomini non vi de testeranno meno, perciò scbiver·ete se non
altro il ridicolo dcll'usar·e una r-etlorica che non inganna,
e certo noD seduce nessuno.
Dicendovi i belli e generosi sagrifirj che fate, v'ho
insieme l! e Lto, senzn bisogno d'a liri argomenti, quale
©Biblioteca Nacional de Colombia
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ingiusto coo que' sct·
sia il vostro scopo; e lo ripeto, fui
pl'ivazioni, pet·icoli e
tari che non vivevaoo se noo di
voi.
sagrifirj, facendone pat·agone con
di me: voi no. A voi
arsi
lagn
di
tto
diri
no
Essi han
insieme vi dissi il vero
feci onot·e che non meritate; ma
e l'impudenza del vochiamandovi Sell a, dacchè spingest
Sella noi: noi ventimar
Stro stile oflìriale al segno di chia
IANA , noi popolo
ITAL
rONE
cioque milioni d'uomini, noi NAz
Pontefice; noi
suo
col
,
Unito co' suoi legittimi Principi
ceti e tutte le
i
tutti
in
so,
Popolo concorde in se stes
deri, ne' bisogni, nelle
classi; unito ne' pensieri, ne' desi
speranze comuni.
Dissi unito in tutti
Io dissi unito? Ho preso erro re.
ritrattarmi. - V'è in
i ceti e le classi? Son costt·etto a
non so se :Jbbia :.1 chiaItalia un numet·o d'Italiani, cb' io
è una pat·te della namar classe o celo , ma che cet·to
r·esto, in ostilità viva
zione, ed è sep arat a, discor·de dal
popolo Italiano.
e continua colla gran massa del
mano? Dove si tt·oChi sono cos toro ? Come si chia
o?
\Tano? A quali segni si riconoscon
sapervi risponùet·e.
o
cr·ed
o
ch'i
mi,
ltate
asco
Ora
prim a, e da molto
da
sin
,
In tutti gli Stati Italiani
de' Principi nostri naprima che nell'animo di Pio IX e
o delle rifor'mC', era
Scesse ed avesse effetto il pensier
d' ottc ned e; cd cran
generale, ardente il bisogno, la sete
e nuove pi'Ove pet• YCconlinuamente tentate nuove vie
alter·nativamente vio·
llirne a capo. Quelle pt·ove furono
pacifiche.
lenti ed illegali, ovver·o legali e
t· le quali si trov0
Lasciamo star le prime, a •·eprime
nde, Lentate da
seco
Le
.
sempre pronto un vostro esercito
ed app aren te,
e
eral
gen
tt·e anni in moùo così dec iso,
ente ne' tempi
ram
inte
tc
non mai però si erano t1·ascur·a
ò rifm·m c ; c
de1·
ùesi
a
blic
pub
anterior·i. Sempre l' opinion
morali, che più o meno
sempre vi furon persone, o corpi
©Biblioteca Nacional de Colombia
-24~; alTalic:Jt'ono a provocarne l'esecuzione. Questi sfot·zi, o
tc•mlessero a riparare interne ingiustizie, ov,·ero a t•rndel'
J·ÌÌI dig-nitoso coll'estero il contegno clc'govrrni italiani,
wnivan scmpt·c repressi c resi impotenti. In ogni capit:l.C, in ogni governo, in ogni cot·tc italiana, s'inùic.1vòl~O
1 cr pubblica notot·ietil uomini couosciuti come costanti
Cjpositori d'ogni bene, d'ogni vantaggio, d'ogni più
11 1:essaria rifot·ma.
Onc ti uomini la voce pubùlica li diceva vosl1'i ami{·i, vo;;Lri pro telti, ed an co pensionati. Non ho docunwnti
prr provarlo, chè di simili conti è difficile trovare i libri:
m:l certo, se cotali uomini cran pagati d:l voi, non potete
l.!Jil:tni divot·assero il vostro pane a trad1mento; se non
lo ,erano, mc1·itavano d'esserlo. Lo fos~rt·o o non lo fos~ •ro, eran però i pitl iutimi amici dc' \'Ostri ministri , i
1 iii a.;siùui alle. lot'O soirées, e sui loro petti splendeva
_ ::. ~ r;upt·e _qualcuno dc' vostri Ot·dini.
Salito. al u·ono. Pio IX, venuti i nostri Pcincipi alla
1
J Ìi.f?!Ul ionc d' ent1·ar nella via de[ le •·ifot·me, c liberat·si
•LI !.t vostl'a umiliante tutela; chi s'oppose, c'• i spal'iò,
r': i co.,pirò couLI'O il Pontefice bened r tlo dall'nn i ve t'so,
, ::u.·o qLir'Prinèipi che in porhi giorni :;'erano guadagnali
i c.~:o ri c le benedizioni de' lo l'O Pop oli? Qw>;:; li uomini
!-!':'Ssi, que'vostri amici, quegli affigliati alla \'OStra setta:
:t r;• wlla setta le di cui fila pa1·tono dall e vostre sale ofLd: li , dalle vostre Cancellerie, dal renti'O Yiennese, <'
~:diramano prt' l'Europa, e lJÌÙ pet· l'Italia; e vi diedero
1: vi danno moto e vita a tanti intrighi, a tante insidie,
eominciando da quella pe1·fidia domestica di chi dovendo
snn ·ire il proprio principe, serviva invece voi; e terminando ad abbielli e vergognosi fatti di poliLia, termit.:mdo alle provocazioni de' bassi agenti che parLot•irono
J, uccisioni, i ferimenti di Parma, di Lucca, di Siena, c
· ~~ 'Holla quanto sccllcr:ua tela della congiura di Roma.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
2i:S -
, in tutli i Go·
Qurg-li uomini srminati in tutte le cillit
scPLr, fur·ono i soli
YCI'Ili Italiani, da mano chP. voi cono
brnc dcll o; i soli a
a nnlr dirc qur•l Pio che lutti hanno
niJ.ca c prO\'viden·
llt:tlrclirc alla lor·o patr·ia, alla sua mag
· quel sang-ue e
zialc f·i~c· nerazione; i soli a rinnegar
nomr d t~· padl'i loro ,
quel nome llaliano che er·a sang ue e
r·e non mac1' clw dovevano, se non glnr·ioso, tr'amanda
al lt>\':J rsi
soli,
or·o
chiato almeno ai loro figliuoli. Cosl
n:Jto ed
or·di
,
abile
concordn della r·iclestara Itali:-t, al rnir·
pcn·
'indi
dell
'lit,
librr
alte;·o sun ingresso nrlla via della
e
trass
che
lia
-~vig
mar·:
a
nuov
dc~za; :Jlb vista di qucst:-t
·
tutte
di
atie
simp
le
tò
ecci
i,
cuor
Bli.S!~·nanli, rornmossr. i
ifatto, non srnt
le ~~;ziuni; costoro soli non vidcr·o altr·o
la l'ho di~eva
qtwl
non
se
,
voce
altra
ro~o, non ascoltaro;,
i, impi cglti, citmlor·o all'orecchio: sono in pericolJ onor
cd a voi ~i stdn ·
rlrJ/i e pensioni! Questa voce sola udirono,
~cr·o, spcrar·ono in voi!
vostr ·i affigliati.
. Con cost oro, co' vostri amici, co'
. Errai quando dissi
llon siamo uniti, non siamo concor·di
in tutti i cPLi, in
che il popol nostro è unito, è concorde
una par'le discor•dp; v'ho detto qual
tut.tc. le. classi,
ella è b,,,l vostr·a.
sia.: trrwtevcla codesta part e , eh'
c di togl icnc la '!
l'la
lama
Qual diriuo avremmo di .''l•c
....
?
a
:'\on l'ave te for·se compr·at
o noi; noi, che·
. · Om dunque ch'i o vi dissi cbi siam
voi? voi ehc vi
voi dite setta c fazione; - Chi siete
·o; voi clw vi siete
ùile govcl'llo legale, legittimo, PATE R
milioni cl" uomini!
Posto nome Aus tria , cioè trentasei
, il giudice d'amOl'a che v'ho detto qual sia il tribunale
,
I'arb
. cornolnc
' itt·o
o r·e '
lJidue, il vosu·o ed il nostro si"no
i;
at·gl
pal'l
o
diam
lingua inten
~" v• ho detto ancor·a qual
Itldio, e la Civiltà Cristiana
ice
giud
Sia
.
f<ltti
ai
amo
Veni
ltr bandisca il giudicio.
':'è
©Biblioteca Nacional de Colombia
-26----~~"~~------
La nuova vita infusa dal gran Pontefice in quella
Roma che m·a più che mai app:wve realmente esser·e n
cuore d'Italia, dimmandosi per· le sue membr·a , non
poteva esser·e anest:lla a' confini dai gabellieri dell'An·
stria. Tc~~c le pedìde carezze che per trentadue anni
erano state profuse alla Lombar·dia da'suoi padroni, tutto
il Iom studio di farle il letto della schiavitù più morbido che si potesse, tutte le loro cure onde nuotasse
negli agi e nelle delizie d'ogni bene materiale (cure
che hanno molta analogia cogli abbondanti pasti concessi dai cannibali a' loro prigionieri, onde tr·oval'!i più
gustosi quando poi li divor·ano); tutto ciò non avea potuto raggiungere il solo scopo al quale fosse diretto;
non aveva potuto ridune il Regno Lombardo-Veneto a
quelle condizioni che sole fanno sicura da un Iato l' op·
pressione, dall' allro la schiavitù; non avevan potuto
ottenere l'estinzione del senso naziou'ale, sola e vera
morte mon1le e politica de' popoli.
Lo spi!'ito italiano che l'Austria credeva aver per
sempre chiuso nella sua tomba, vi fu desto dalla voce di
Pio, e dell'Italia che salutava il suo redentore; e spezz:Ha anch' esso la pietr·a del monumento, risorse: risorse, e colo m i quali in Italia e fuol'i d'Italia accusavuno la nobile ten·a Lombarda d' aver volontaria
firmato l'allo della sua degrndazione, d'aver accettata
spontanea hl sua cntena, conobbero che l' avean crudelmente calunniatu; conobbero che la sua vita era rimasta sopita ma non estinta sotto la sua lapide sepolcra!e, c serbatasi inconotta sotto l' immondezza della
bw·oc1·azia della polizia viennese. Conobbero che l'Italia,
mn!grado oppostf' apparenze, non era mai divenuta r·eal·
mente un'espressione geografica, e cb e esprimeva ora
©Biblioteca Nacional de Colombia
-27-
a ecce ttua rne nessiJDO
più che mai una nazi one , senz
pure un sol borg o.
Stat o, ness una pro\ 'inci a, e nep
cuo r'P, si ralle gra·
Quanti er·ano al mon do uom ini di
ile e difficile vittor·ia
rono ed app laud iron o alla nob
o-V enet o, e si mar avidello spir·ito Itali ano nel Lom bard
mita vitalità.
gliar·ono della sua tena ce ed indo
sua vita , si trov ò
1\Ja entr·ato app ena nella nuova
lo di birr· i, da un
nuvo
assa lito e quas i opp ress o da un
di spad a; da
sia
na
pen
eser cito d'im pi egati:, sia di
burocrazia di
nnte
tren
la
tutt e le for·ze deli 'Aus tl'ia , che
ida pr·ec irovv
imp
colla
,
osso
Vienna gli r·ovcsciava add
cosc ienz a d'un a caus a
pita zion e, alla qua le indu ce la
oram ai disper·ata.
a la scel ta: o di
Lo spir ito ltalo-Lombar·do avev
so[r ir·e il mal 'tirio .
rinn egar·e la fede nazi onal e, o di
inco nteo , con scio
Scel se il mar tirio ; e gli anu ò
va: sere no, tran quil lo,
pien ame nte di ciò che a!Jr onta
mos sa.
prud ente e ponder· ato in ogn i sua
o con cbi avev an che
ssim
beni
vano
sape
i
bard
l Lom
per· l'ad diet ro pare
fare ; sape van o da qual anim o foss
mnt cria le di che
e
ben
tito tutto que l tant o vant ato
o istr·umento di
stat
em
avevan god uto; s:Jpevano che
Austei:l è buo no
all'
e
cb
o
van
dom inio , e non altr o; sape
a atto ai suoi {ìni (cb è
ogni istru m ento , pmc bè lo cr·ed
r· faui acco rti qua nto
il sign or Guizot non gli aveva anco
1
si sb igot tiron o pun to.
essa sia moderata ); nè per·ciò
an·
•t a fJr questa scoperta : l.1 Lrovo
Non è sinio solo il signor Guiz
w, o el &U{)
Re•·ie
ltrly
Quar
il
si,
lngle
giornàli
che in uno de' più accre dilali
sue parole:
fascicolo di gennajo. Ecco le
cau h avQ>
ss innov ation , no Gover nm ent
n V\~ hil e doing its utmo1 l t o repre
4
t•d lo crm•lf J LLJn
of l.':tisling right. s, or less inclin
'' ih•,w n itself more carefu l
of neigb l ·o urio;
ity
sever
the
ine<l
Jt h3.s re.stra
u hrrs ( Anslr ia's) in Jtaly.
u Princ es. u ..-'è G ovrrn o
rcprim rre le innov uion i, non
,. 1\lent re fa ogni sforzo per
mu10 inc:'tnato
o
nli,
csisll'
diritti
ùci
n itore
" tl1e più si sia mostra to maatc
©Biblioteca Nacional de Colombia
-28-
1\on avendo armi da opporre ai reggimenti austriaci,
r.lnobbcr'l che le loro armi era l'id cn, era In parola,
f'rano gli atti drl coJ·aggio n1oralr; ed in ultima analisi
poi, il fet•mat' l'animo nel 1wnsirro che tutti una volla
dobbiam mori t'e, e che il male di raccoi'Ciarsi di qualrh e anno - fot·se di qualch e giorno - la vita, è a<;sai,
(o tt'oppo ben compe•lsato dali" utile, dalla gioi <l, dalla
ploria di morir martire della lihr.rlit, cle!l'intlipenrlrnza
d•·l r"·opl'io ptH"S<' . Tollo c:itl connhhr>r'o i Loml•·11·di pr ·
spontaneo c coucor·ùc moto d'ogni cuor·c c d'ogni
mente; chè }WO\'UI'ono nn so\ù '\lìetto, furono p1·t't~ùSl'.Ì
rla 11110 stesso_ ppnsicro, venJ1f'J'O spinti vf'rso uu disf'gno
mrd1•simo; d'onde nacque il mirabile accordo, la &OI'prctH.len.lc.Jmifrwrniti\ ù'a1.ionc in tutte le manifestazioni
c'•·llo spi1·ito ltalo-Lomhanlo .
, E qni m'arresto un momento ad un altro fallo
J10II I::cno mirabile, non meno sorpr·end cnte, qu:mt~Jnque
11011 r;luriuso all' umi\O:l nawra, ma doloroso invece cd
tt.uiliantc a consiùera r·si da chi non sia inclill't>t'cntc alle
~uc miser·ic.
La b11rncra;:,in austl'iaca non ha potuto mai pcrsuarl l·l':.i che quest' accul'ùo non fo se ell'ello d'una cong\11'<\, non fosse conseguenza d!,'gli or·dini d'un comitat,o.• .c .d~lla. cicca. ubbidi enza di sellarj! Il conte di
fiqnelmont, t(~stimonio di. quest'unità d'azione, csclamaya: <c Qui _v.' è. tma pfJlizia piÌt (urte delln noslral ))
A quali aberTJzioni dell'intelletto può mai coudurr·e la misel'ia , l'aridità del cuor·e che induce la vita
o1ìcialc!
, ~~!la c'·u..'~lt~t tlt>l suo (ò.d!'AusLria) in Italia. Esso La r:1lfn:~uah la scr..:riù
,, ,1 - ' Principi Yicini. , . Qu;;-~t<J siorno~lc, od mede.)irr.o nrlicolo, padomùo del miu oputculo iuti ·
t ..' .1lu: p, upoon d'm, Pro0·rnmma del!, Opinione nn:iot~n!~ Jtrdùrnn , ou·cusovJ
l' .. ~.Ho. c òi
Cr
1
non iscrin.•rc io lmona fede. Ora che Yrdo come sia f"ll•t ]., IJUOOJ
prr i! Qunrtrrl.r Rt'l ie1vJ sooo molto ronlento cb" mc lte trori manca nte.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
:?9-
Neppm· capiscono l'am ot• di patt·ia, la passione
jcll' indipenùem.a ! ! ! ! Lo scambi::w o col comitato d'una
sc·lta, lo scambiano <:on una rongiu1·a!
Sl, v'è congilll·a; P la pii1 ll'Cmcnrla delle congiul'r:
quella d'un intero popolo che ha un solo cuorP, un
solo affetto, una sola volontil: v'è la congiura d'una
speranza comune, d'uno sdegno, d'un' indigna,.ionc
univr•·snle che n•·dc in ogni anima, ehc spin~e all'n l timo
~agri!ìcio ogni persona: v'è fJUPIIa cuugiur<J d !'Ila qua!<)
tutti sono c:.1pi, e non è capo IH'SS• H•o; perehi· clliunque proponga un partito p:~l'lantlo pc1· sè, pa1·b collo
spi1·ito ùi tutti; tutti si trova n con l'i n ti, tuiLi d' af'corJo
lo seguono: v'è la congi111'a dPIIP W'ì'ilil malllfPste c
delle 11f'I':Suasioui Ullil'c r·sali; quella ehc pr·od11sse le
::lll«>g-rezze, a voi cosi ter•·ihili, di Boma, di Fii'Cll?.C, di
Genova, di Tot·ino, e le bauag-lic di ~icilia c de\1\rgno.
01·a, vedete se n qurstc nosu·e congiure po~snno
slnl'e a f1·onte le vost1·c di Parmn, di Lnccà , di Siena e
di fil)ma! Vedete chi di noi due pii1 se n'intrn.da a
congitH'a t·e!
~la la nostra era st::tla orditn nlla lunga da tnlr elle
è alu·o miglior· mnrsu·o di congiure chr HOU sirtr voi;
c le sa condul'l'einmodo clw mai non fallano: da talr che
usò voi, ' 'O Ì medesimi, quali circhi SIJ'JIIll<'nti. i~ stata
ordita c condotta da quello il q11ale allP mi ti<'I'C c stolte
trnm e di poehi oppressot·i, sa oppn1Te la vasta congiura
dello sdegno de' popoli e dell'esecrazione univet•sale.
Passiamo o1·a ai faui, c vrdiamo drlla nostra o
della vostr·a congiur·a qnnl fosse la meglio ordinata, c
qnale sia stato più accol'lo cospirato1'e: il Gabinetto di
Vie:111a colla sua bu•·oct·azia e la sna polizia, ovvero
IDOlO col suo popolo c colla forz:1 dell 'opinione.
In Settembre appa!'vero in ~~i!ano i primi si;Jtomi
delle nuom vita ItaliJn:J.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-30-
Il 5, in domenica, fece il suo ing•·rsso l' Ar·civescovo
Romilli, e gli fu fatta grande a'ccoglienza. L' 8, festa
della Madonna, si rinnovarono le allegrezze. Una grande
illuminazione fu f;.~tta in Piazza Fontana, ov' è l'antico
Palazzo di S. Carlo. Il nuovo Pastore vrll':e in p1·ima
sera salutato dalle acclamazioni del Popolo. Verso le
10, la gioventtl levò il primo grido di Viva Pio IX, e
volle cantarne l'inno, che la polizia austriaca aveva
viet:llo. Il conte Bolza, al quale ~lilano già doveva le
stragi dell'Arena nel 1851, eLl il cu i nome aveva sempre figurato pel primo in tutte le sventure municipali
e domesti che cadute sull::t cillh, fece il sno solito uJlìcio, e lanciò le gua•·die di polizi:l su l popolo nll' improvviso, il quale pe1·cosso e sbar·ngliato alla •·infusa,
parte fece resistenza, parte si sciolse ; e comparso
l'Arcivescovo su lla porta del paiano, c prrgata la tranquillità c l'ubbidienza, cessava ogni trambusto.
PJttuglic di cavalieri corsero la citlà in quella sera
ed il domani, malmenand o anche in pa•·ti lontane chi
incontr·avano per le vie.
Lo stesso Jozmwl cles Débats, che sempre vede
pr·onto in Italia un 93 ad ogni paglia che vi si muova,
si ma•·aviglia del lu sso di forza e di repressione spiegato dal governo au,;triaco in quest'occasione, ed afferma che i fatti accennati non avevano ptecisamente
un ca•·aucre politico.'
Se non ne avevano il caratter·c apparente, n'avevano certo l'intenzione: c quest'intenzione trovò pl'csto
altri modi di manifestarsi.
II signo•·Nnar!, deputato di Be1·gamo alla Congregazione Centrale (corpo che dovrva essere presso il goyerno l'inlerprete de'bisogni del Lombardo-Veneto, e che
fu reso impotente ed inutile dalla sistematica malafede
l
Numero del 17 Settembre 1847.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-31.-
austriaca), onorava il suo nome con un primo e gr·ande
atto di coraggio civile.
L' ILalia serberà ne'suoi annali un posto onorato al
nome del Nazari.
Servendosi legalmente del suo mandato, e del diritto che gli accordava la sua carica, egli esponeva al
governo lo stato di malcontento e di malessere del po1
polo, e vi reclama\'a un provvedimento.
La detta mozione cadde come un fulmine nei recessi non tm·bati sino a qn el punto della burocr·azia, e
l'avvertì che la sua lunga pace era finita, e sotlenu·ata
la guerra. Vi oppose il sistema di difPsa usato, qual
primo mezzo, da tutte le ''ecchie e radicali ingiustizie:
apatia e silenzio. !\la sotto ambedue si nascondeva un
nuovo terrore, un'indefinita inf!uietudine, cb e da' più
bassi ordini della burocrazia Lombardo- Veneta risaliva di
gr·ado in grado e si pr·opagava sino :li suo apice vicnncse.
Questo nobile ar·clir·e del Nazari metteva in movimento le Congregazioni Provinciali, le quali pr·esentavano indirizzi, tra i quali scegliamo quello di Milano.
(Vedi Documento Il.) Il grneroso esempio era quasi
contempor·aneamente seguito in Venezi:.l. L'illustre Tom·
m:.1séo e il dottor·e Daniele l\Ianin, nomi egualmente
cari ed onorati all'Italia , e che rim:wanno vener:.1ti nei
tempi avvenire, citar·ono la legge austriaca e ne reclamarono l'esecuzione; il primo circ:J la stampa, t citando
la legge del18 t 5,ed ottenendo immediat:Jm en te nell'Ate·
neo quattrocento firme in appoggio alle sua mozione; il
secondo presentando alla Congregazione Ceuu·ale Veneta
una petizione delle necessar·ie rifor·me: la quale tenuta
non :~bbastanza leg:~le per non essere il l\13nin ascr·itto
alla detta Congregazione, venne firmata, e di nuovo
j Vedi Appendic~, Documento I.
!! V. l'estrallo del Discorso del Tommaséo celi' Appendice, Docum . ultimo.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-32-
p1·esrntata da l Nobile ì\lorosini, uno dc' deputati ù(•lia
eillà di Vt>nezia. 1
A qursti fatti, nuovo sbalordimento della burocrazia. Egnale apatia, eguale silenzio. Ma poco du•·nronn
l'una c l'altro. Pensò convrnissc incominciare a ri,p on·
dere, e la risposta fu carciart> in cnrcerc chi ave\'3 com·
messo il delitto di crcdr1' l' Au~tria ca pare di srl'l_; ~u·
fede alle sue promesse, e rispettm· le leggi da Ici stabilite.
Tommnséo c l'llanrn sono tullora p1·igiooi, e soste ngono i loro palimenti con animo degno dPlla causa Italiana. Possa la vore dc' fratelli giunge•·e fino ni loro cuori,
c •·nllrgrarli (chè d'esser rf'si animosi non hanno nwstieri) di quella 3pcranza c di quell'amore che tutti ri
legano.
:\ l\lilnno, intanto, s'erano venuti prepar:mdo falli
più gravi; e•·nno avvenuti cnsi piit at1·oci. Il comitato
dcii:! gran congiura avea prese nuove risoluzioni . Il suo
cnpo, quello che mette in cum·e degli oppressi e dri
drrclitli ( qu:mdo ha stabilito il loro riscatto) pensieri
r disf'g-ni utili c prudenti, e con essi l'animo d' esrguirli,
fece accoJ·to l' uoi,•ersalc della guet·ra che si poteva
muoyerc al governo degli invasori, prendendo! i dal lato
della finanza. Non essendo possibile rifiutarsi al pag-amento delle tnsse ùiretle, si dete1·minò, pc1' voce passata
dagli uni agli allt•i, di J'irusarsi alle indirette, cd astcnet·si dal fumare c dal giocaJ'C al Lotto.
Con analogo pensiero gli Amm·icani i rifiutavano
ncl secolo scorso alla tassa sul Tè.
Il 2 ùi gl'nnajo nessuno più s'incontrava fumando
pet· le vie, se non pochissimi o ignal'i dell'accordo, o
non consenzienti, ovvero uom ini di polizia c di mal affai'C; c qualche noJo di popolo si veni\'a formando iat Veùi Docuwento III.
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-33-
torno a loro, e li acrompagnavn insistendo perchè smctazzi e con
les~rro, ora con modi civili, ora con schiam
e.
rornor
e
fischi, tanto che ne sl'guiva qualch
Lnngo la giorna ta, la polizia si ritrnn c dall' inter\'enirr. Verso ser·a, il conrrasto si venne accendendo, cd
usar·
ì soldali principiarono a prend l'r l:l mala via cd
udine.
moltit
la
nando
malme
e
ttando
tnorli br.~tiali, bistr·a
Il Conte GabriPIIo Casati, PodE-stà di l\Jilano, uomo
di saldo ed ar·dito animo, di cuor rello c di tempra sever·a, che si ragg-ir·ava per· le vie a fin eli vedere cogli occhi pro pl'i che cosa v' nccadesse, vollr introm rtlersi , e
sgridava i soldati ed i polizai delle loro violenze. Non
l'iconosciuto da costor·o pE>r quello che rr·a, e trnuto
Uomo di nrssun conto, fn pt'eso, vicino Piar.za de'Jiferranti, e condouo iu S:101a ~lar·gherila, ov'è la Dir·f'zione di
Poli7.ia, con dietrogli una tur·ba di popolo, che l'assor·dav:J d'evviva e di benedizioni.
La nnova del suo arTesto volando rli bocca in bocca,
tosto
giun~c agli assessol'i del 1\lnnicipio, che corser·o
vitarono
pr·otrs
>
insil'mf
Tntt'
anch' rssi alla Dirrzione.
ale
Grnrr·
Ore
li
Dir!'
ani,
Torres
al
i
gorosa ml'n te innanz
ni.
cittadi
co'
i
soldat
dai
ns:Jti
modi
i
contro
,
di Polizia
Il Conte Casati fu immedi::~tamPnte rilasciato.
TntLa Italia ha un debito di gr·ntiludine c di lod e
verso il Podestà di Milano. pe' suoi :u·diti e gener·osi por·
tanwnti, c prr la vir·tù colla quale difese i s•roi concit~
t::tclini in quelle dolorose occasioni. Goda In pntria n0non le
Slt·::~ vedendo che alle più dure e difiicili prove
da!
abbon
n1ancnno nomini, ma ne
Spuntava il gioi'Do tr·e gennajo, cd il govem o, la
Polizia austriaca, drter·minava mandare acl effetto quella
8 U:l teor·ia espr·essa dal maresciallo Radctzky in qnrsta
significante for·mola: Tre giomi di sangue danno 30 anni
di 11ace.
3
©Biblioteca Nacional de Colombia
-34-
La polizia, il governo , il marescia llo Radctzky , fecero
ai lor·o soldati l' onor·e di crederli inc:lpaci di :lssalire,
ferire , uccider·e n tradimen to uomini iner·mi, che non
commett evano nes un disordin e, se non qualche schiamazzo: e noi nncOI'à, che voglia m o esser giusti con
tulli, c far scmpr·e distinzione u·a govemo e popolo, tra
chi comanda e chi ubbidisc e, poniamo sui soldati au·
st1·iad il medesim o giudizio; e crediam o che, per quanto
usati alla cieca ubbiùien za della disciplin a, per· quanto
lrsciti dalle più rozze ed incolte classi della società, fosse
tuttavia piLI vivo ne'loro cuori il senso dell' onor mili·
tare, che non in quelli de' lor·o capi; e che lasciati nel
loro buon raziocin io, non sarebbe stato possibile por··
tal'n e l'ubbidie nza al punto d'induri i a macchiar·e l'uni·
forme che ponano con un assassin io.
A questo fu p1·ovvisto.
Con straltage mma analogo a quello così ingegnos o
1
e nobile già usato in Gallizia, o ve si persuase ai conta·
onde render
4 Che le prove tentate tlall.l Burocrazia Austriaca in LornlJ:lràiJ,
sistern:t,
nemiche ai ricchi le cl.1~si inferiori, sia conseguenza tl'un \'JSto e ordinato
clel1c
Io prova ciò che è acco~auto eJ accade lutl'orn l n Gallizia. Ecco un ::~hiJono
da font l'
mene infernali cul è sotlopoila queiP infelice provincia. Esso proviene
)e pii•
sicur~. " Gl'impieg:1Li :luslriaci C'onlinuano a fomenl:~re tra il popolo
le clJssi
u perverse passioni, 3pingendolo all' anar<'hia, ("olio scopo cl' :1 tlerrire
ton ~
superiori. e procurare anca al caso il loro hVrmioio, onde punir! e di
'Tuale orrenùo disor·
~, servare memorie --e spfrnnJe. Si ·comprende facilmente
politica ....
,. dine morale sia n11to nelle moltitudini, frullo di questa dio~bolica
"
4
J_cùpoJ
u Nel 1R!a.G mentre si trucidava a Totrno"M', la C~ptlal~ della pro,•incia
,,. er.l .U.tl.l lm·ornta al mt•tlesimo e(Fdlo. Il C'apo cldla.
polt~ia ~IuhlhJc
btr
do" e\') unirsi
~ aveva assoldata ed onlinala una mass:t di "1niJeT3hih ;ai quah
ora fbsata.
._. un numero $celta di galeotti che si sarebhero ca,·~ti di prigione ad
alle 7 deliJ
u per fare strage de•ciltadiui nutabili. La trama clove,·a scoppiare
t.P un pretesto,. che per huon<~ sort..:
u serJ. La polizia ~ve va soltilnlo Li sogno
funesti
, non le diedero le elo1ssi agiate, e la lr.Jm.l non ebhe cffcllo. Questi
di Sl~adion
elementi r~rmenlano ttggi &Otto gli or-chi, td a dispPilo del Ctlnle
g
sono un moli l' O di piÙ
» gnvern.; lore Jella Galliz.ia, le di cui relll! intenzioni
,. pct' i suoi suhalterni onde spingere ad ogni cus.to al disonlioe ed aWass,jssio1c>
©Biblioteca Nacional de Colombia
81)-
dinì che il governo aveva da tre :mnì abolita la corvée,
e. che i loro padroni ave:m celato ad ess i questo snpertot·e benefizio, e continuavano ad esigeda illegalm ente,
e soprappiù aveano in animo di libet•at·sì dì loro facen·
don e strage; si fece spargere nella caserma la voce, che
s'era scoperta una gt•an congim·a de'eilladìni contt·o i militari; e sì fabbt•icò , e sì fe' stampa1·e daltl polizia, in
litogt·afìn, uno scritlo, simulando fosse una pubblicazione
clandestina de' Milanesi, pieno d'insulti e di provoca1
zioni contro l~ truppa. La mattina del tre gennnjo, le
Venn e fatta un'abbo ndante distribuzione d' ncquavite e
di sigal'i, de' qnali n"ebbe sei ogn11no di que'soldnti che
dovevano essere esecutor i dell'onorata e difficile impresa .
Avanzandosi il giorno, comparvero per le su·ade a
Venti o quaranta insieme, ebb1·i non meno d'acquavite che
dello sdegno de Lato in lo1·o dagli insulti della fal sifica ta
Pubblicazione. Tulti tenevano il sigaro alla bocca, ed, a
norma della r·icevuta consegna, schemi vano e sbeiTcggiapopolo conlfO i rirthi,
tn :'ISl:l. A. ljUJl punto sia giunta l'irritazione dt·l
d3 una lt'tlt~ra di
appare
,
hurorrn=.tn
Ila
d.
ro
o
lH
continuo
del
viriÌt
in
s"guenle.• L fopol io d.&ta del 15 febbraio 18i.S. dell..t qu.:tle e"tr.1ggo t l brano
1eri nel pal.an.t> Archescovil e: lJ strada,
h 11 nutrimonio di X . h • fu celt'hrato
chr silln·
"' il rorlile, le scale erano piene ù' una folla compatta. A.. misurJ
cd
lhuée!")
6schi.tle
t:>r:tno
sc~nde\·ano
ne
che
penone.
le
lrgni,
i
.... gevano
ss.1i d:.1 f.tre
" Ìb)ullate con ogni )Orla (li bassa villomia. La compagnia cLbc ...
la me·
1
per poler ginn.r;ere sino o~.li'A.rch• eJiCOVO. Qu;~ndo ne USCÌ, accadde
•
io pelto, lo
•• dbima scena , fu strapp.1Lo .o~Jia sposa il mazzo che po_rL.t\fa
ogni sorta
•• sposo fu punh1 con :~ghi , le donne di •·on1pagnia so!Fersero
'' d'io\ulti: il popolo grilJava l es fMis au gibdl E la polizi~ 7- L:tsciavl
coperte di fJngo. Ecco la pl.llilica' il
h !'.ire ... Al ritorno le carrozze furono
cristi,IDO, il CUÌ capO prende
f)O\-'eTnO
un
da
a.dollalO
rtggimeolO
di
li lllodo
11
il l1tulo eli ì\hcslà Apostolica. Eccone l' Apos1olato.
l,·ggi
~ La polizi;a che è co!)ì rigorosa e severa coolro le violazioni cleHc
11i
di cen ura e èli stampa, non fece veruna and-agine pr:r scoprir~ sii <~Ulori
f-arne, Si.
bisognava
fioc,
al
fino
commetlia
la
cilare
re
Prr
e.
detta puhblicat.ion
~lo1 si had i
comprende che io certi momeull ooa si puo al'er il capo a tutto.
lln' .:ahra voha .
" in
11
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
36-
vano i cittadini, entrando nei ca !Tè e facendovi schiamazzi,
e moltiplicando provocazioni ed insolenze: a tutto ciò
non oppose il Popolo se non qualche fischio o qualche
grido di bPffa.
Così passava il giornQ.
Venuta la sera, e, come suole accadere, facendo più
che mai l'acquavite ed il sigaro, cui non sono usati, il
suo eiTeuo ne' soldati, cominciarono, senza che fossero
in vel'lln modo assaliti od offesi, a sfoder·are le sciabole,
e gettarsi indistintamente sulle persone nelle quali s'im·
battevano, ferendole ed uccidendole, come fossero cani
senza collare.
Sul corso di Porta Orientale, e più particolar·mente
pres o la Galleria De Cristo{oris, accaddero più nnme·
rosi tali assassinamenti. Una folla nebbia d' invemo ren·
deva più oscuro il cader· della notte. Immagini ognuno
le scene d'orrore e ùi desolazione che prf'sentar·on le
vie di Milano corse da una truppa ubbt·iaca, sfrenata
cd armnta, che scannavn a sua possn una moltitudine
inPrme! da plutoni di cavallei·ia che caricavano a fondo
sulla popolazione!
Sopt·a 61 vittime, sei non ollt·epassano i quindici anni!
Cinque sono sessngenarj!
Uno aveva 74. anni! E1·a questi D. Carlo Mangauini,
Con igliere alla Corte d'Appello. Egli er·a sempre stato
5viscerato amico dell'Austl'in. 'o n dico di più. Hispettiamo
l'immunità del sepolcro, ed ndoJ'iamo i giudizj di Dio.
Sopra 4~ individui si ver·ifìcarooo 115 fer·ite gr·avi,
quasi tutte alla testa, e perciò nw1·tali nell'intenzi one:
le allre per lo più alle braccia, che le vittime oppone·
vano per istinto a salvezza del capo e del busto. Nel ca·
talogo de' feriti e mor·ti che poniamo fra i Documenti,
non figur:mo tutti quelli che si fecero curare nelle pro·
prie case, ma soltanto quelli trasportnti agli Ospedali.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
37-
Citiamo qualcuno de' più atroci casi di quella carllificina.
Nell'osteri a tenuta da Domenico 1\Iazza (Borgo di
POI' la Comasina, n• 21 <:lO), in que.lla a Ila Poppa del Pellegrini, in quella di Sant'Antonio di Angelo 1\Iazza (Vedi
la nota de! feriti), si r·icovr·ar·ono molti individui inseguiti alla vita dai soldati. I dragoni che li per·seguitavano~
lasciati i cavalli alla porta, entrarono colla car·abioa in·
grill:lla nella sinistr·a, lo squadr·one sguaioato nella deMra, e menavan colpi alla cieca su quanti tmvavan là
entr·o; i quali invano si r·ifugiavano sotto i tavolini e le
Panche, e per·!in nelle cantine, o v' erano inseguiti ; e
riparandosi quei disgrniati dieu·o le botti, erano giunti
dalle stot·cate de' dragoni in quell'ultim o loro r·ifugio.
Un tal Antonio Castelli si trovava in una delle dette
Osterie, e vi cenava insieme ad una sua figliuoletta:
Per qualche tt:>mpo riuscì a fare schermo del suo corpo
alta povera bambina; alla fine caddero ambedue sotto
le sciabolate.
Abbiamo documenti per entrare in tutti i particolari
Per quel che spetta ai casi dell'osteria della Poppa. l
Soklati er·nno cit·ca 25. Fer·irooo:
Il pndr·one ed un figlio.
Castelli Antonio, e la sua bambina, Ter·esa, di 7 anni.
Porro, sarto.
Swirmer, giornalier·e.
De Lorenzi , stracciaj olo.
Canzian i, facchino.
Poi rubarono, guastarono , sluprarono , come nel
sacco d'una città pr·e a d'assalto.
J lavor::mti del Sala us ~ivano senza sospetto dalb
Fabbr·ica di carrozze, quando una quarantina di soldati,
uscendo dalla caserma di Sant'Angelo, si scagliò loro
addosso. Ne uccisero uno, ne fet•ir·ono 12.
©Biblioteca Nacional de Colombia
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Un ragazzo ( Poitevin) figlio di un portinnjo al tor·
chio dell'olio, usciva dalla bo nega d'nn cartolajo, ove
avca comprate penne. Sconti'Ò una banda di soldati,
che gli menal'Ono sciabolate sul capo. Il cappello di·
fese dai primi colpi il fanciullo: uno alla fine gli cad·
de sul capo, e rimnse per mo1·to sulla st•·ada.
Altri soldati vollero con minncce costr·ingere un
Javornnte a fuma1·e. Egli costante rifiutò. Ebbe una scia·
1
boiata.
Queste son, vili! le villorie vostre l
{ALFIERI -
Saul.)
La premeditazione e l'accordo della polizia col com:mdo milita•·e in questi assassinamenti, è provato sino
all'evidenza dai fatti medesimi. Aggiungiamo tuLLavia
altre prove.
La contessa SamoylofJ, che contava molti ufficiali
austr·i:Jci tra le sue relnioni, :.wea p1·oibito il giorno
della slJ·agc ai suoi famigliari di trovarsi fuor di casa
dopo le quatti'O. Essa tuttavia era lontana dal sospettare
ta~i atrocità.
Dopo il fatto ba lasciato p1·ecipitosamente Milano,
giul'ando di non più r·imetter piede in una città dove
SUCI'rdevano, ordinati dal pote1·e, siffatti assas inj.
Il pro f. Kramer, cb e legge Chimica nel locale atti·
guo al corpo di gnar·dia, uscendo dalla scuola s'imbnttè
nell' ufficiale comandante quel posto, che era suo conoscente, e gli domandò che volesse di l'e il trambusto cb e
accadeva. L'ufficiale rispose: <r Fr·a mezz'ora succede>> ranno in .Mil::mo cose spaventcvoli. >>
Antecedentemente alla strage, era giunto agli ospe·
t Vedi la Nota dci ferir;, (Dccumento IV.)
©Biblioteca Nacional de Colombia
-39 -
molt e Ieui ere
dali or·dine dell a Polizia , si preparassero
mi.
infer
da trasport:H'e
o il rumo ·
Mentre dura l'a l'u ccisione, :mzìa ppena levat
ont c dal gove rna·
re, il Podestà co rse da l co nle di Fi quclm
i cittad ini , per
tor·r , accompa gnat o da molti r·agg unrdcvol
var·ono nel co rtile
chi Pde r· ragion e di tali e n o rmit~. Li tro
avea auto r·ità di
del M:ll'in o. Il prim o rispon rl eva che
ndo pia ngev a.
seco
Prende r con cer·ti , n'ln di co m:.Jndo. Il
a tanta baro
mezz
Trovar un segno d'um anit à in
hè lo dia
benc
,
nimo
bari e , è cosa che dà solli evo all'a
1
Un nos tro nemico.
onde faPromisero :1mb edue correr·e da Ra::le tzky
.
ngue
sa
del
cesse cess are l'effu sion e
un pr·a nzo
Trovaron o il maresciall o a letto, do po
Rispose :
.
::t
l'i
vitto
la
rar
leb
ce
dato ai suoi uffici ali per·
ere ! ! ! ch e per·ò
« l olda ti offesi non si possono conten
della quiele dei
ove l' :nrtori tà municipa le r·ispondesse
pe r· otto giom i. »
ciucalini ! avr·ebbc co nseg nate le tr uppe
p r·e~en tò al
Addì 4, il Podestà cogli Assesso r·i si
mand<J ndo :
do
r'e ,
Vicer·è ed al governal.o r·e per protest:J
, al Co r·po
lui
a
1o Che fosse d:lla ampia soddisfaz ione
e falle
offes
e
ll
de
c
ti
Muni cipal e, ed alla ci ttlr, degli in sul
esso
perm
fosse
Gli
2°
alla sua pcr·son::r ed ai ciuad ini;
nseco
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f
3°
ni;
uadi
ci
t>ubb licare un pr·oclama ai
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L'A
gnatn, e pun ita la tr·uppa.poi
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da mo lti tra i prim i citta
,
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disse al popolo , pred
no1li!W1 1Ì consigli ai
» )Jreg hiamo !t/dio oude insp iri più.
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JJ siri JWdroni!
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l .Ji cilre l e parol
ld a ti , dove r iliJdin i, d1 55'f"gli p.1rlau do ::ti so
.alP\Ia te in s ulli da vc.ml• care s ui
" Tull1 i m ili Jssiui.
~
<~S
f'ar'i
non
e
' ';Hf' dar loro a rmi e ()t\ 1 comh. Jllerlt,
tulti.
Pròllc Valmotleu delle sue paroJe ;
LJ~i Onorati dehho no eh el' srdli al gen
Lho no rispeliJrlo.
&h Ut~ rnini one5ti , amtc1 o nem ici, dt
©Biblioteca Nacional de Colombia
-~o-
:Monsignç>r Opizzoni, parroco della cattedrale, reeeli io oltre gli ottanta, disse a•·rlitamente al vicr•·è: <c Io
>> son vecrhio; ho visto i Russi, ho visto i F1·ancesi;
>> ma cose simi li non le ho viste mai. L' uccide•·e i ci t~
>> tadini per la st•·ada a questo modo, non è prcveui•·e,
>> non è punire; è assassinare: ed io come prete e
>> come par1·oco devo reclama1·e altamente cont1·o tali
>> eno•·mità. >>
Da lungo tempo la Religione non aveva in Italia alzata così libera voce, per bocca de'suoi minist1·i, conu·o
l'iniquità trionfante. Da lungo tempo non s'era co:-ì san·
tamente esercitato il ministero, p:1rlata la lingna degli
Apostoli e del Vangelo. Salutiamo questo nuovo segno
di J'igcnerazione, ed onoriamo i due generosi prelati
:Milan esi.
Le loro par·ole, calde di libeJ·tà evangelica, rese animose dalla carità, ispirate dalla giustizia, ci sono pegno
di cib che avrebbei'O operato ambedue la sera innanzi,
se la nuova del l::! •·epentina ed impr·evedibile sl!·age fosse
potuta giungc•·e a tempo al loro orecchio.
Ess! ce•·to av,·eubero pensato che in casi consimili
Sant'Ambrogio, S. Car·lo, il Card. Federigo sarebbero
COJ'Si pe1· le vie , f1·apponendosi tra i C<lrnefici e le vittime , ed opponendo il segno della redenzione nl feno
ùegli assassini.
!\la er·a scritto ne' giudicii di Dio che il turpe fatto
dovesse venil· consumato. Tuttal'ia consoliamoci. Teodosio imperatore, che avea fatta crudele st1·age de' Tes~
salonicesi, non potè venir impedito da Sant'Ambr·ogio
nella sua barbarie; ma ben potè e seppe Sant'Ambr·ogio
impedirgli l'ingresso del tempio, chiudergliene in viso le
porte, e respingerne chi vi si presentava stillante di sangue innocente. Analoga, se non pari riparazione fecero
i nostri prelati alla Religione, all'umanità, tanto vilmente
©Biblioteca Nacional de Colombia
-Hecrudel mente oltragg iata. Ambedu e hanno ripreso i !or(}
diritti. La Religio ne ha riti'Ovata la vem sua forza , la
ver·a, la sola via di rendere river·ente eù a sè devota
l'umani tà.
Intanto s'er·a fatto sparire dalle vie ogni segno delle
com me se uccision i. I cadaver·i erano stati sepolti. l feriti trasport ati negli ospeda li, nelle rase pr•ivate, e molti
nelle car·ceri; ove, dopo tali ll':lttam entì, si voleva sopr·:lppit't far· loro soffrir·e la prigion ia.
Ad una nuova atrocitil vennero sottopo sti costoro .
Bar·bar·ie tale ch'io non la volevo c•·edcrr , e mi pareva
dovesse tPnersi calunni osa persino pet' la polizia dell' Ausu·ia. l\la ho dovuto accettar e il fatto come una
certezza :
LE fERITE DE'
PRIG!O~I NO~ YEN~ERO
CATE!
1\IEDI-
Due moriron o per la cancren a che si mise nelle
loro piaghe; gli alti' i si trovano mal ridoui ed in dubbio
della vita.
Quali atti faceva, quali provved i menti prendev a
intanto il vi cerè, il govel'll o, la polizia? Il Podestà otteneva di pubblic are un P•·oclam a, nel quale in tuono
di dolore per casi avvenut i, e di pt·eghim·a più che di
comand o, esor·tava alla tranquil lità, all'ordi ne, all' ub1
bidienz a alle leggi.
La polizia amggev a un A.vviso • colle solite declamazioni contro gente facinorosa, inquieta, e le solite
min:lcce . Con una nuovn fr·ode, ed un:l bi'Utta profnna zione, osavn citare un passo dell'All ocuzion e del Pontefice del 4 ottobre , e fnme istrume nto di polizia. Eù il
pnsso lo citava troncato : toglieva il giu~to cquilibr ·io
postoYi dall'uo mo eli Dio; il quale se da un lato non
l \' cdi il Dorument o V.
'! Yt.di il D ~r umeolo rr.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-~-
assentiva si rendesse il suo venerato nome grido di dis·
ordine, esortava al tempo stesso i potenti a. non dar
orecchio a fraudolenti e perniciosi consigli, eu todire la
legge della giustizia .... e pt·ocurare benignamente e religiosamente la felicit:t de' Iom popoli.
l l vicerè pubblicava un pt·oclama, 1 nel quale tra la
fredda e scolot•ata ambiguità della lingua officiale, era
pure un lampo di senso e di lingua comune. Esortando
alla quiete, la diceva indispensabile, onde le sue più
fondate speranze, circa i voti da innalzarsi al trono, non
andassero deluse.
Pt·ometteva poi t·nccort·e nelle sue sole mani le redini del potere, appoggiat•e a Vicnna le domande dei
Lombardi, scriverne di suo pugno all' Impet·atore.
Scrisse. Venne la risposta, e fu questa:
cr Noi etc. etc.
Sono giunti a mia cognizione i falli av,·euuti a
nei giorni 5 e 4 conente. Ho dovuto accor·ger» mi elle esiste nel Regno Lomh11·do-Yeueto una fazione •
» tPndente a sconvolge,·e l'ordine politico. lo bo già
» f:nto Wtto quanto et·a necessario pel bene e pel sod·
» disfucimento dei desider·j delle mie Provincie llalia>> ne. Ora non sono inclinato n fat·e alu·o. Vostra Altezza
>> far·à conoscer·e questi miei sentimeuti ai miei sudditi
>> di quPsto Regno. Confido nella maggioranza della po» pola1.ione, pCI'!'ltè non abbiano a succedere ulterior» mente tali disgustose scene. In ogni modo mi affido
» all' esperimentato valore ed alla fedeltà delle mie
>l tmppe.
>J FERDI:SANDO. >>
l)
>> ~li la no
Pm·ve inopportuna, dura, inconsiderata allo stesso
governo austriaco di 1\lilano. Lasciatovi il senso, e mi1 Vedi il Docum ent o Vlf.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-43 -
no ft1
tigate le espressioni, venne pubL iicata , e ognu
videl
n~e
spera
te
fonda
le
fossem
ne
chiai'O di che ragio
provo
nuove
le
,
dipoi
nuti
aHe
fatti
i
cerè. E siccome
ot·a
ed
cazion i, i nuovi as as,ilij di Pavia, del contado,
ch'egli
o
ano
mow·
a,
Padov
di
voce)
la
(da quanto suona
promesnon potè aneca rsi io mano il pote1·e, come aveva
a far
usato
so, o so pU!·e se lo e1·a a1·r·ecato, non ne aveva
e
ment
egual
cessare i disordini e le violenze, come aveva
fosse
come
,
promesso; ognuno fu chi:JI'o al tempo stesso
mper afatta la fede di uu arciduca d'Au stria, zio dell'i
quale
·o
ovve1
to;
Vcne
tore, vicerè del Hcgno Lomba•·doa, e
'n:niv
govci
chia
ge1·ar
ordine, se non altro, sia nella
e.
nda1·
chi realmen te vi po sa coma
ar·iNPl sistema dello statu-quo, nell'antico ciclo
a
dicey
si
gare,
r·inne
può
non
stocratico, che l'Austria
la
E
o.
Hegn
del
o
luom
genti
primo
cbe il sovrano era il
da chi
fede di gentiluomo era contata per qualche cosa
eva.
riCC\'
la
chi
da
la dava come
,e
Nel nostro si tema si dà la fede di galantuomo
uuico
e ne fa almeno altretlanlo conto. In qurst o, forse
e c::or1·i·
caso, i due sistemi banno una moneta di Yalor
spandente.
del
Un gentiluomo dell'a ntico , come un galantuomo
la
re
serba
a
Yia
la
nuovo sistema, tro\'andosi tagli ala
apne
~le
i.
potei'
suoi
i
fede data, doveva rassegnare
mondo;
pello al giudicio degli uomini onesti di tutto il
quale il
nella
a
let•er
alla
sta
tanto più che la dt~~·a t·ispo
d'aver
cere
conos
f<.~r
o
dovut
io,
,·iccl'è aveva, senza dubb
di
grado
quel
in
uomo
un
per
nz.e,
date fondate spei'C!
f.
un'o
em
io,
'uffic
quell
in
ed
e,
t·ator
impe
parentela coll'
fesa, e quasi un insulto.
sIo p:1rlo libera ment e, perchè tale è la mia profe
mi
che
o
sione , e per·cbè non conosco potenza al mond
onianza
possa spavental'e quando si tratta di t•ender testim
©Biblioteca Nacional de Colombia
-Ual vero; di sostrnere la causa della mia pntria oppressa ,
e de' 01iei frntP.IIi crudelment e assassinati: ma del resto,
non nutro mul animo ver·so la persona del vicerè Jlanieri, e neppure ne pMto c:lllivo giudicio: attribuisco
i suoi atti non a corru1.ione di cuore, ma ad er-rm·e di
mente; fatai conseguenz a d'invecchia ti pr·rgiudizj della
trista compagnia nella qnnle ha passata la vita, e dell'i m·
morale ed er•·oneo sistema politico del governo che
rapp•·rsent a.
L' opinion pubblica non ti ene io conto d'un tristo
il vicerè, ed io nr aòotto volentieri il ~iudicio.
Quella medesima •·i sposta dell' imperaLOre, che era
sembrata impolitica ed inopportun a agli altri uomini dei
gover·no di MiLlno, soddisfece pienamente al maresciallo
Radetzky. Egli pubblicò il seguente 01·dine del Giorno;
<c Milano H) gennajo 1848. - S. l.\1. il nosti'O A,u» gusto Sovrano, risolutissim o essendo di prot ggere il
» Regno Lombardo- Veneto, c'lme ogni altr·a pa•·te dei
l) suoi Stati, con t ullo il d gore delle for·ze sue, e per
>J ragione e dirillo difendel'lo contro ogni sia interuo
» che esterno auacco nemi co, m' ingiunge per mezzo
» del Presidente del Consiglio Aulico di guerr·a di coll munic:ll'e alle truppe tulle di presidio in Italia questa
>J sua risoluzione , ad es c dichiarando che appoggia
>J attende a tale in·e movibile volllntà sua dal valore e
>J fedele affezione dell'armata . Soldati! l' esp1·essiooe inlJ tend ete del vo tr·o Sovr·ano, e di •·ipetervela ne vado
11 altet'O. Contt·o la fedelt tt vosu·a ed il vostm valot·e
l) si inf•·ange•·anno le mene del fanatismo e la disleale
e
>> perfida smania di novazioni, come onda a scoglio.
.
>J Bt•andisco io tutlOI'a ben ferma quella pada che
» beo da 61> anni con ono•·c ebbi in dive1·se battaglie a
>J provare; io l' userò pe1· proteggere la qu iete del paese
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
.f1S -
viene minaccia t:: adesso
•> pur· or·a così felice, e che
fa-
d' inconsiderata
d'inevitabile miser·ia dalla mania
l> zione.
rano conta su di noi, ed io
11 Soldnti ! Il nost ro Sov
nffirlo . . . . . Ciò
11 antìco vostro condou.iero a voi mi
inalzare il vessillo
ad
a
riug
cost
si
1> ba Li! -Ch e non ci
i non sono tarpati!
» dell'aquila austriaca, i cui va nn
sia: sostegno e quiete pei u·an>l Il motto nostro
nemici che tentassero
» quilli citladini fPdeli, ruina ai
bar·e la pare e felicità dei
>> con mano sac!'ilega stur
>l RAD ETZK Y. l)
» popoli.
11
no tennero dieAlla lettura di qnest'Or·dine del Gior
i, e profondo
l'iac
aust
tro vive acdam:niooi de' soldati
silenzio de'soldati Italiani.
allo Rndetzky
Le par·o le come le opere del maresci
de' govemi e
oli,
pop
de'
ione
sono già giudicate dall' opiu
supel'lluo il comdell e diplomazie d'Eu rop a: sare bbe
comandò o per·mise
mentarle. Basti il dire ch'egli o
lo lasciò impunito.
o non frenò l'assassinio, od almeno
momento di par·Egli poteva scegliere un miglior·
della sua spada.
lare della sua eal'l'ier·a militare e
le nnzioni.
ì\le ne appello ai militari di tutte
de' tranquilli citegno
La sua pr·omessa di farsi sost
8.
no
gior
tadini fedeli, la tenne a Pavia il
avano esposti
trov
si
enti
Da qualche tempo gli stud
e degli uffipar·t
per·
e
tinu
ad insulti e pr·ovocazioni con
lasciavano
non
vie,
e
nell
è,
ciali, i quali ne' teat ri, ne' caiT
rli.
ggia
ollra
occasione di scbernirli e d'
tegno degli stuCiò nos tant e, la pazienza, il con
denza, legalità, era la
denti Pra esem plar e. Decoro, ]JI'u
schivando ogni colliparola d'or dine cor·sa lra loro ; e
e case loro al cade r
sion e, e persino ritirandosi nell
l'am or di patl'ia aveva
della notte, teneva n modi ne' quali
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
-t6-
saputo tr·asform:lre l'impeto giovanile in una soda e civile m:lttrr·ità.
La mattina dell' 8 essi accompngnavano il cadavere d'un loro compagno al Campo Santo. Il corteggio
camminava col massimo buon ordine, e col mesto r·accoglimento che vogliono cotali ufficj ; qu:lndo, a nwzza
strada, incontra due ufficiali col signr·o in boccn, i quali,
senzn un motivo al mondo, entr·ano tra gli studenti, urtandoli e scompigliandoli, vomitando ingiur·ie contro
gli studenti e conti'o i pr·cti, e cacci:.mdo nel viso ai circostanti il fumo de' loro sigari. La pazienza de' giovani
non resse più oltre.
Si scagliarono addosso a q negli agenti p1'ovocatori,
i quali gii1 avean levato il grido d'allar·me; e l'ajuto
(tanto è vero che cotali fatti non son casuali, ma com·
binati e preparati) ei'a già pronto, e la truppa alla sua
yoJta si getteva sugli studenti.
La lotta fu acc::mita, benchè dispar·i tanto; poichè
gli studenti erano iner·mi, e gli ufficiali ed i soldati
armati, e facean piover·e su loi'O a man salva le sciabolate. Non ostante , se moltissimi di loro I'imasel'O mal·
conci, un ufficiale I'imase mor·to, e l'altro rnOI'tulmente
ferito.
II Podestà, il Delegato, ed il Rettore ì\Iagni fico,
fecero uniti una solenne protesta; corsero a l\lilano, ma
sino al giorno 10 non erano stati ricevuti dal vice1·è. Se
in appresso lo fossero, lo ignoro.
L'Università è stata chiusa, e gli studenti rimandati alle lor·o case.
In questi stessi giorni, distaccamenti di soldo ti corTevano il contado, ent1·avano ne' borghi e nelle ville,
offendendo e mnlmenando in simil modo la gente di
campagna. Di quelle spedizioni non ne conosco i particolari. Dico soltanto quello che so, e che tengo per certo.
©Biblioteca Nacional de Colombia
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Alle protes te de' Podes tà e de'Cor pi munic ipali con·
enorm ità che llo rifer·ite, e cbe ci danno il dirilto
le
tro
ri,
di chiam are il govern o austr·i aco, govem o di Barba
le
tutte
di
e
~·unì la protes ta delle intere popola zioni,
dato
hanno
classi della societ!r. Milano , la Lornbar·dia,
conesemp io non solo d'un senso n:JZionale profon do e
ma
o;
govern
del
corde nel conteg no assunt o a fr·onte
tatto,
di
za,
pruden
di
li
insiem e hanno date prove mirabi
di
di conve nienza , di senso d'ono re, di SPOSO mor·ale,
onoche
ma,
insom
enti
senso politic o; di tutti i sentim
.
rano la società umana , e ne pmvan o la perfett a civiltà
piiL
e,
difficil
più
p:nte
la
o
Italian
Nel R.iso1·g imcnto
·e,
dolcw osa, il posto di maggior· pe1·ico lo, il posto d'onor
~lil:lno
e
;
~lilano
a
o
toccat
è
ardia,
Lomb
è toccato alla
. Di
sovra ogni altra città Italian a s'è copen o di glor·ia
rigene
nostra
la
per·
Italia
in
o
operat
s'è
tutto qu:mto
o
venend
e
Roma
di
feste
dalle
ciando
comin
razion e,
che
sino alle ball::rglre di Palerm o, nulla equiva le a ciò
fecem i MilnnPsi.
Lo splend ido valore dc' Sicilia ni, i loro com balliglo·
menti , la lom vittor·ia, per· quanto siano magnifici e
nde,
treme
i,
difficil
,
riosi fatti, non fur·ono pr·ove ardue
ri
come quelle sosten ute dai Iilanes i. Quc ti eran debito
farla
o
dovean
ta;
protes
e
solenn
alla causa Italian a d'una
far·la
in modo che fosse nota a tutta Europ a; dovean
od
divine
leggi
ou
conosc
non
che
i
contro barbar i padron
sono
che
pietà,
di
o
e
d'onor
fr·eno
umane , che non hanno
armat i, ed hanno in mano tullo ciò che può dar· forza
i,
ad una fazion e; e dovevano far·la assolu tamen te inerm
ola,
e senza speran za d'aiuto o difesa : sapeva no, facend
carche molti di loro dovevan andare a mar·cit·e nelle
.
morir·e
n
ceri , o a piange re nell'es ilio; che molti doveva
in·o
sepper
e
ta,
E i Milanesi fecer·o la loro protes
m ocontra re il carcer e e l'esili o; sepper o morire ! e
©Biblioteca Nacional de Colombia
-48-
1·ire senza la gioja del comb:lltere, e del difendersi,
senza gustare l'ebbrezza della battaglia, la speranza
della villoi·ia e df:'lla vendetl:J : i Milanesi seppero per
la causa Italiana mo•·i•·e assassinati !
Cb i può vantarsi in Italia d'aver fatto pii• dc' Milanesi?
L'Italia, e meglio Iddio, tenà loro conto di tanto
e1·oismo e di tanta virtt'l.
Dopo la p•·otesta della st1·ada e della piazza, che
pagarono a prezzo di sangue, non si sbigottiron punto
de' luttuosi casi, e continuarono a protestare in tulli i
modi, sotto tutte le forme.
Dopo i casi èel 5 gennajo, per tre sere consecutive
tutta la società di Milano s'astenne dall'intet•vcnire alla
Scal:l. I prop•·ietari de' palchi li tennero chiusi colle
tende tirate, io segno di lutto.
La platea sola era occupata dagli ufficiali vincitot·i,
c da trecento individui ai quali la polizia dava biglietti
gratis, e furono pet·ciò chiamati T1·ecentisti.
Era l'uso per l'addieu·o che s'andasse, in legno o a
cavallo o a piedi, a passeggiare sul Corso di Porta Orientale: dopo cbe quella strada era stata il priocipal teatro degli assassiuj del 5, tutti l' abbandona•·ono, e mutandone persino il Ilo me, fu detto Corso Scellerato. Il
pubblico s'avviò invece a stabilire la passeggiata sul
Corso di Porta Romana , e gli pose il nome di Corso
Pio IX.
La polizia aveva, tra le altre sue fi'Odi, cercato in
l\Iilano d'usar quella che in Gallizia era stata coronata
di così fatale riuscita; e s'era studiato spat·gcre tra il
popolo, e procurar fede all'opinione, che le sevizie del
govel'llo er::mo provocate dai signori e dai J'iccbi, e che
alle loro stravaganti pretensioni poliLiche dovevano attribuire i mali dai quali si vedevano oppressi.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-49-
Contro quest'ingan no trovò una nuova protesta la
società di Milano.
Fu ordinato un Comitato per raccogliere soccorsi
in pro delle famiglie degli uccisi, ed in pro de' feriti .
Cinquantadue Signore si radunarono per lungo tempo
in casa Borromeo a fine di condurre quest' oper·a nazionale e religiosa; e girando per la città, e ricercando la
tutta quanta, porta per porta, bottega per botlega, riVerite, accolte, e benedette da tutta popolazione, radunarono meglio che 1.00 mila franchi.
E il popolo imparò quali fossero i suoi amici, quali
i suoi nemici.
Al Podestà Casati furono fatte numerose dimostrazioni d'onore. Infiniti biglietti di visita vennero lasciati
alla sua porta. Gli giunse un Indirizzo stampato, nel
quale il Popolo di l\lilauo gli esprimeva la sua gratitudine; e questo Popolo generoso\ il quale sapeva che
cosa avesse fatto il governo austriaco per irritarlo, spiogerlo contro i signori, e rinnovar in Italia gli orrori della
Galli zia, finiva il suo Indirizzo facendo sicuro il Podestà
de'suoi sentimenti con questa frase:
Il fiorino galliziano non aVI·à cm·so in Lombal'dia.
Una sottoscrizio ne venne aperta per erigere un buSto all'ottimo de' cittadini. Doveva farsi di marmo, ma
le offerte ct·ebbero al punto che potrà essere eseguito
in br·onzo.
Il conte Borromeo depose le insegne del Toson
d'oro, dicendo non poter· portare gli Ordini d'un governo
che s'era macchiato del sangue innocente de' suoi conCittadini.
Moltissime Guardie nobili diedero la loro dimissione .
Ignoro se vi sia tra loro chi non l'abbia data. Se vi
fosse, costui ha mancato alla patria ed alla sua città.
Il giorno 2 febbrajo giunse a !\filano la nuo1'a della
4
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
Kò-
Costituzione di NapoH. La popolazione volle dar· un segno delle sue fr·ateme simpatie ai Napoletani, sin dove
glielo conser.tiva- secondo l'energica espressione d'una
corriSrJondenza particolare- la lunghezza della sua ca·
tena. Si fece còtrer là voce che tutti si trov!lssero nel
Duomo ali ultimà messa della domenica, per rendere
a Dio gr·nziè toncordi.
A mezzogiorno la vasta Cattedrale si tr·ovò piena
come nessuno si rlcor·dava mai avel'la veduta. La piazza
era coperta dalle carrozze, e da tutto il popolo che non
l:!ta potutù cll'plre iu chiesa .
La modesta funzione s'adempì in un raccoglimento
di vota e sòlénr)e. Tutti sapevano d'avere in cuore il
medesimo ::tffetto, di oiTri•·e a Dio la medesima pre...
gùicra. All'uscite, il popolo faceva largo, con spontaneo
ed affettllOSo rfga~)·do, ai siguor·i ed alle donne che
scendev:m le gradinate per tornare ai loro legni; e la
polizia 11ott! cònoscere che v'era poco da far capitnle
sul popolò di ì\tllano.
Da llmgb' teM{tò là Scala era deserta. In quella
sera e nelle due seguenti, tutti i palchi furono pieni,
il loro interno illuminato, e le persone in gala. Il po·
polo, i pov~rl elle non potèan pa•·tecipare a queste di·
mostrazioni in guanti gialli e corvatta bianca de'•·iccbi,
e voleva n pure an cb' essi trovar modo, in mezzo ai loro
luÙi municipali, di fare un po' di festa per le mutazioni
tli Napoli, e per quèsta fortuna nazionale; immagina·
rono di fare quel gioi'DO un pasto che accermasse agli
usi di que' loro pii• me•·iòionali fJ':ltelli. Ogni povera
famiglia imbandì in quel giorno la sua mensa di macche·
roni napoletani. Sotto questa inezia s' asconde un fatto
grave: la certezza che il senso nazionale è pro pagato
a tulle le classi ; eppe1·ciò la narro.
E l' Austria vorrebbe soffoca rio , distruggerlo?
©Biblioteca Nacional de Colombia
-IU-
di ed elem enta ri
Vonebbe star·e a fronte delle gran
corr ispo nden ti?
forze della natu ra? Con quali forze
ouen ne imche
tale
colla polizia! Si narr a, è vero , di
.
iloni
Prigionare in un otre gli Aqu
esem pio, e
L'im pres a dell'Austria ba dunq~e un
non è dunq ue impossibile.
are, non del
Un' ulLima pi'Otesta mi r·imane a narr
d'un solo
ma
,
ceto
d'un
o
o
Popolo, non d'un corp
sue quale
io,
uffic
suo
il
per
che
individuo; e di tale
are l'ave sse
lità, ed il suo pass :lto, non si doveva sper
dall' e'·idenza
lllai faua . l\fa la fece , tirat o vi a forza
Il Coosiglier·
io.
degli orTibili fatti di che egli era testimon
prot estò per·
ria,
Provinciale Bellati, uomo tutto dell'Aust
ma adot tato
siste
iscr·itto al governator·e conll·o l'ini quo
altr·a via, e
e
dess
pren
llat gover·no, insistendo acciocchè
servir·vi,
per
che,
me
finìra dice ndo: <c Dovete cred ere a
ittad ini,
conc
iei
de'm
a l'ese craz ione
l) mi sono acqu istat
na. »
l) ed un'in fami a eter·
ma i suoi
II gove rno aust riaco non gli cred ette;
to.
edet
concitladini l' bann o riben
la nobi le ed
Ora ch'io ho raccontato qual sia stata
loro nadella
re
ardita prot esta d~'Lombardi io favo
to me
quan
per·
o,
gnat
inge
zionalità; ora ch'io mi sono
per·
loro
er
rend
di
,
forze
re
lo consentivano le mie pove
che
ie
gr·az
le
quel
e
re
l'ono
Part e dell' inter a llalia quel
inter
l'
essi
di
so
pres
i
farm
a
lller itano ; mi rima ne
dal
a che part e
Prete d'un a dom anda , d'un a preg hier
lli.
fmte
cuor e di tutli i loro
per mostr·arsi
Essi fecero assa i, fecei'O abba stan za
sotto la lung a e
Italiani, per convincer·e il mondo che
salv are e man teCorrnLLI'ice oppr essio ne hann o sapu to
onalità. Nessuno
nere intatto il senso vitale della nazi
ora. Ebb ero la
per
Può dubi tar di loro , e ciò bast a
©Biblioteca Nacional de Colombia
-52-
calda ed impetuosa energia d'esporsi inermi al ferro
rJrgli assassini. Abbiano ora un'energia più difficile, e
che richiede maggior dominio di loro stessi, l'energia
della tranquillità e della rassegnazione. La loro redenzione non può veni1'e da cause intrinseche, ma da
condizioni esterne d'Italia e d'Europa, che la mano
dell'uomo non riesce a sua possa a costringere; che
appena la mente può p1·evedeJ'e, ma che può il cuor
presentire; perchè, considemte le presenti condizioni
della civiltà cristiana, è in ogni cuore il senso, la persuasione, che Iddio ha segnata l'ora in che grandi ed
inveterate iniquità son condannate a crollare. Snppiano
aspettaJ'e i tempi stabiliti da Dio: ed aggiungerei,
sappiano rendere questa espettazione feconda ed operosa; se di tale avvertimento avesse1' mestieri.
E noi, Italiani di quella parte d'Italia alla quale la
Provvidenza ha già stesa la mano della riconciliazione,
noi che già godiamo de' suoi benefirj, pensiamo talvolta,
nelle nostr·e allegrezze, ai mali, ai dolori de' nostri fratelli Lombudi.
È conveniente, è bello il pudore della felicità e
della gioja al cospetto della sventura, e lo è tanto più
ove essa pesi su fratelli ed amici. Non giunga oltre Po
ed oltre Ticino troppo alto il suono della nostra allegrezza. Essa potrebbe per avventura essere sopraccarico ad un peso gi~l incompor·tabile. Già troppo a lungo
forse ba l'Italia atteso ad in ghil'landar·si, banchettare,
e far festa. È tempo di cure più g•·avi: non le ghirlande,
o i banchetti, ma le armi, la sapienza, In prudenza civile,
il severo e serio operare, le otterranno il sicuro e dtlrCvol possesso del suo suolo e della sua libertà.
Ora mi volgo all'Austria, e di nuovo le domando:
Chi dunque possa meg-lio nominarsi setta, essa o noi ?
©Biblioteca Nacional de Colombia
-o 3cong iura re? Quale
Chi di noi due meglio s'int ende a
ta: quel la della sua
delle due cong iure sia meglio ordi
dal cons iglio VienPolizia, della sua burocrazia diret ta
guid ata ed amone
nazi
nese; o la nost ra, dell' inter a
lllaestt·ata da Dio?
, della civiltà
J\li volgo al gran giurì dell' opin ione
icio, la sua
giud
suo
il
nte
nisti ana, e reclamo ardi tame
stolto? chi
chi
ce,
snga
stato
è
sent enza : ch i di noi due
mira bile
nella
,
Dica
ato?
colp
in
è stato iniq uo, chi
si sta rinnovando
trasm utni one per la qual e da tre anni
ta rinnovazione ha
l'Ita lia, nella sord a lotta che ques
ha cam mina to per
Provocato tt•a l'Ital ia e l'Au stria , chi
, del dit·itto e della
le vie nper te e chia re della giustizia
tenebt·osi cunicoli
lealtà? chi s'è tenu to ne' cope rti e
Chi ha ca! penza?
della frod e, delle insidie e della viole
ra e d' umanatu
di
stati i dritt i delle gent i, le ragio ni
ue innosang
e
ue,
sang
nità; chi ha ucci so, ha spar so
stria
L'Au
io?
assin
l'ass
cent e; chi ha post o per siste ma
ato
trov
s'è
,
Stati
ni
:llcu
in
o l'Ita lia? Il Popolo italiano,
he,
lung
o
men
o
pii1
he
epoc
in molt e occa sion i, e per
delle sue azio ni: i
Padrone del cam po, padr one di sè,
della forza mor ale
governi talvolta si sono trovati privi
Dove sono stati i
o mate riale nece ssari a a raffrenarlo.
grav i, pat·lo di
disordini del popo lo.? Parl o di disordini
che pUI'e sani;
reazioni viol ente , di vend ette, d'uc cisio
aspe llars i
da
ma
ili,
t'ebbet·o state non dico pet·d onab
della
sette
re
oscu
le
da un popo lo che i governi, e più
t·ia,
Aust
dell'
setta
Polizia che si collegava :l Ila vasta
o.
estat
calp
nte
elme
avean così a lung o e così crud
Roma , nella
Nei moti cagionati dalla cong iura di
di poliz ia,
ini
uom
nze,
Fit·e
in
caccia che si diede ai birri
s' e1·ano
anni
ed
uni
a
per
che
idui
emis sari, spie , indiv
mise1·ie, aveano inìnnaiZ:lti, anic chiti sulle pubb liche
lact·ime delle mog i
sultato alle angosce de'p t·igi oni, alle
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
IS.f-
e delle madri, fatto me•·cato de'scarsi confo•·ti accordati
nelle tenebre del carce1·e, aveano spesso pe•·cossi, manomessi a loro arbitrio i carcerati, avean esagerate leggi
inumane per sola perversità di natu•·a; costoro, antichi
amici dell'Austria, si trovarono isolati, in ermi, circondati da una compatta moltitudine di quegli stessi che
avevano così mortalmente offesi, o de' loro fratelli, se
non a!Lro, ed amici: si trovarono nel medesimo imminente pericolo di que' p(weri popolani che si viddeJ'O
circondati dalle bande de' soldati austriaci: si trovamuo
soli contro molti inermi e contro armati; colla diO'erenza
che questi popol::mi non aveano ai soldati fatto offesa
veruna. I soldati dell'Austria scannarono quelli che eran
caduti in loJ'O potere. Quelli, invece, caduti in podestà
del Popolo Italiano, furon salvi; non fu loro torto un
capello; vennero condotti incolumi ai co•·pi di guardia,
consegnati al potere, racchiusi nel carcere. Essi sono
tuttora, parte in Castel Sant'Angelo, parte altJ'OYC. Sono
vivi, noi possiamo cercarveli, strascinarli al cospetto
d' Eu1·opa, e costringerli ad esse1·e testimoni delle opere
del Popolo Italiano !
Ora produca l'Austria dal suo cauto i testimoni
delle opere sue; li cerchi!
LI TROVERÀ NE' CnnTERI.
Se vi fu in Italia qualche intemperauza di pochi ;
non fu evidentemente de' pochi? Non si levò contr'essa
l'opinione, il clamore universale?
E se mi si opponessero le stragi di Palermo e del
Regno; chi fu cagione, domanderei, che accadesse1·o? Un
ropolo posto in balia d'un Cocle o d'un del Canetto
co' suoi sicari, un popolo lasciato a discrezione di ministri
cb e lo stesso re dichiarò perversi e traditori, esclamando:
lo fui ingannato l corse pe1· prima cosa all'armi ed al
sangue? Non pregò invece, non supplicò inerme, che
©Biblioteca Nacional de Colombia
-ISO gli fosse alleggm·ita l' incomport~bile _soma ? A queste
Umili pr·egh iere, non ri~posero i minis~r·i c.olle ma nelle,
o
le ferite, le uccisi oni? Il Teati'O Carolina di Paler·m
che
gr·ido
IX!
Pio
non risuon ò del grido viva il Re! vivCL
è sinonimo di perdo no, di giusti zia, di rizener·azione
ottenu ta senza disord ine e senza violenza?
Poi, è vero , si venne all'arm i ed al sangu e: sarà
ad
giudice Iddio fm Covema,nti e Governati ; egli darà
ea
Eur·op
ione
l'opin
ma
sue:
ognun o secondo l'oper e
TLI
dirle:
e
sasso,
pr·imo
il
lia
vorrà ella scagli are all'Ita
ti
fosti iniqua , sfrena ta, tu cercasti il disord ine, seguis
stria
all'Au
dire
E
za?
violen
della
e
delitto
le vie dr!
ne,
invece : Tu fosti giu ta, tempe rata, cercas ti l'or·di
fosti incolpabile e mansu eta?
Ciò che gl'llal iani hanno doman dato ai lor·o Pl'inci pi
ciò
nazionali, come hanno appog giate le loro do m ande,
cosa
che
che hauno ottenu to, lo sa il mondo . Sappia
ro,
abbian o domandato i Lombar·di allor·o princi pe stranie
:
Serino
questo
a
lo veda nei Documenti posti i n f) ne
desii
ssibili
~t~ammi
veda se er·ano enorm i, stravag:,lnti,
e
derj, incom portab ili i modi del doman dare; veda insiem
b::tr·
le
eri
consid
ustria;
dell'A
quale sia stata la rispos ta
di
barie comm esse in Lomba rdia; conosca cbe i rettor i
te
rispos
sole
per
,
banno
ni
cristia
Stati
vasti
più
uno de'
godi
a giu te e moder ate doma od c, eretto in sistem a
di
verno l' assa'5sinio preme ditato , e palliato, o cercat o
per
,
hanno
:
palliar e, colla perfidia delle provocazioni
del
sola rispos ta, oppres sa la Lomb ardia con un regim e
è
per·ch
ia;
terror e peggio re di quello del 9::i in F!'anc
giudi
o
almen
larva
colà si ghigliottinava con qual che
dicio e di forme ; qui s'assa ssina come viene Yieue.
Hanno parim enti a caso, e senza accusa , senza
giudic io, senza senten za, moltiplicati gli esilj, le proscrizioni, gl'impr·igionamenti. H:mno caccia to i primi
©Biblioteca Nacional de Colombia
-ll6-
signori, le persone più notabili di Milano: ed appare
oramai esser partito adottato lo spoglia rio de' suoi più
distinti ed influenti cittadini, perchè detestano le iniquità
del governo.
Se le proscrizioni sono fondate su questo motivo, caccino tutta Milano, e rinnovino il fatto di Barbarossa. 1
La Francia, l'Inghilterra, prime guide della Civiltà
Cristiana , vedano quale sia nel centro d'Europa la civiltà!
Esse che rivaleggiano onde redimere i selvaggi dell' Aff Il modo e b regola se~ui ta nelle pr oscrizioni , appa re dai fo~ tti seguen•
li . n 22 geonajo , 3 ore innanzi gio rno l venne ro arr estati nelle loro c.ase
il marchese Rosales , il conte B att agli~, i l marchese Sonci no, con numeroso
apparato di dragoni e giaodarmi. V enne ro co.stretti a vestirsi in frelta, entrare
in lti oo, e pa rtire_, aeuz a di r e addio a11a. madre, alla so rella, a i congiunti che
~lJi!avaoo con loro . F ur ono, per le pos te , condotti a Luhiana , ave avran no
1J città per carcere.
La minuta perquisizione de' loro clomicilj non ottenne si scoprisse la
minima cosa a loro c~ rico. Nella fu ria de l pa r tire, non :~vevan preso mantelli
onde r ipara rsi: ~Ila prim a fermata il maestro delle poste iliede loro un po' di
fieno ed una vecchia coperta da cavalli. A Brescia ch iese ro il permesso di
comprarsi taharri , e venne loro negato.
11 dollor Bt>lcredi, Cesa re Cantù ed il marchese C;.rlo d'Adda 1 che do·
~e,· a n correre 1a mede~ima so rte, riosciron a fuggire.
L a madre del marchese Soncino, che scusavél il 6g1 io, affermando non es·
sersi mai occupato di politica, ebbe per risposta d~l di nuore di polizia: Cile
rgli spe,deva troppo, ed t ra troppo popolare.
Il principe Pio, grande di Spagna di prima classe, ebbe l'urdine di h.sciar l\i ilano , senr.a che gli s' indicasse per qual colpa o motivo. La moglie
era inferma in letto. D ovè fa r preparn re un letto iu una c.arroua oude Lras}lOrlnrla.
Jl signor Prinetti ed il suo cognato, signor Camperio, ·vennero arrestati.
La moglie del primo , sposa d'n o ann1.1, voleva accompagnarlo. Venne respintJ
con violenza dagli 2genti di polizia, che le dissero; Pi consol~rete andandc> a
far la questua colla contessa Borromeo l
L 'indomani, all'adunanu de' collctLori in casa Borromeo, il posto del si·
gnor Prmelti 1 segretario del CoDt itato, era vuoto. Era 'uoto egualmente quello
òi sua moglie, che er~ rimasta a pi:mgcre io casa. Le persone d i dtlta società
si separarono, come usano separa rsi ora a :Milano, ùicenòo: A domani, se sat'ivi, c non carcerati, o mandati in e,·U:o .
n!mo
©Biblioteca Nacional de Colombia
-IS7-
frica, onde tutelare e salvare i cristian i d'Orient e, i dere·
Iiui , gli assassinati del Libano, si persuada no che non
è loro mestieri traversa re i mal'i onde trovare, non sel vaggi, ma c1·istiani da strappar e alla schiavitù , da tulelai'e contro il ferro degli assassin i; e scelgano fra i
due pa1titi: o fare in Em·opa ciò che esse fanno in
Aff'I'ica e in Asia : o confessa re che la civiltà, il senso
cristiano , l'amore dell'uma nità di che si vantano, è
una mascher a, un istntmen to di diploma zia e di politica,
e PI'ella ipocrisia .
Questo dilemma è severo, percbè è severa ed inesorabile la logica siccome lo è l'aritme tica; e date le
premess e, non è possibile sottrarsi alle consegu enze.
l\Ja non deve essere severo, bensì indulgen te ed amico,
il giudicio degli llaliani circa la parte presa nelle cose
d'Italia in Inghilte rra dal governo e dalla nazione, in
Francia dal popolo.
Non vogliamo farci giudici di chi in qualche modo
ci si mostrava amico e difendeva i nostri intet·essi. Mostriamoc i grati pel passato, e speriam o per l' avveni1·e.
Mi rimarreb be ora a provm·e che il sistema adottato dall'Aus tria in Italia è non meno stolto che iniquo:
<:h' ella si è volontar iamente accresci ute le difficollà cd
i pericoli : che le scellerag gini, quando sono spinte a
questo grado d'eviden za, quando manifest amente son
divenute sistema di governo , allontan ano a poco a poco.
non solo le moltitud ini, ma pe1·sino i suoi pilt ciechi
isti'umen ti; rallentan o ed infmngo no, finalm ente, tutte le
molle del potere; e rendono , sotto l'esecraz ione universale, un governo impossib ile.
l\Iolte altre cose potrei aggiung ere su qnest' argolUento; ma a che varrebb e? Sarebbe superOu o, sia pe1·
l'opinion e pubblica , che già n' è persuasa '; sia per
l'Austria che non se ne persttad crà certo per le mie
©Biblioteca Nacional de Colombia
-118 -
parole , e ne ' 'errà pe1·.suasa soltant o dalla fo•·za dei
fatti, e dalla nPcessit1l. Da questa venà costrel la ( ove
voglia allonta nare la dissolu zione dell'Im pero) a ricono·
cere e soddisf are la Nazionalità IlaliaQa, (aoendo in modo
che il Regno Lomba rdo-Ve neto s~a Yeramente un Regno, e non un pode1·e dell'oli garchia , dell.a burocr azia
Vienne se.
Non per essa, non per persua del'la, nè per con vi ncerla, ho scritto quPste pagine : ma ho sct·itto collo
scopo (se non è presum ione lo sperar e che la mia voce
possa a,·e•· tanta virtù) di far conosCPI'e all'Eur opa ed
alla intera Civiltà uno degli atti del g•·an proces so che
s'agita da secoli fra l'Austr ia e l'Italia ; collo scopo di
far noto a tulli il grande scanda lo di che è teatro la
Lomba rdia; e di opporr e alla iniquit à ed alla violeoz[!
la
la giustiz ia e la ragione ; alle tenebro se insidie
ITA'.
PUBBLIC
L'Aust ria ed i suoi seguac i negher anno i faLLi riferiti, li diranno menzo gne e calunn ie .
Io affermo sull'on or mio, cbe ho tenute tulte le vie
onde conosc ere la verità, e che sono intima mente
convin to d'averl a espost a; come so di non averla volonr.a•·iamente alte•·ata . . . E la mia parola , Io d.ico arditame nte colla fronte levata, vale p it't di quella dell' Austria, percbè io non ho mai assass~nato , n è tt·adito , n è
calunn iato person a. Chi può citarmi un fatto che p1·ovi
il contra rio, tenga quest'o pu colo pet' un ammas so di
menzo gne, e me per un calunn iatore. Chi non può citarmel o, creda ch'io bo nanata la verità.
~hssnlO
n'AzEGLIO.
Roma, 24 febb•·njo 1848.
©Biblioteca Nacional de Colombia
PO SU BIT T.<I..
veloSiamo in un temp o in che la Stori a corre tanto
.
Larla
segui
il
a
penn
alla
e
ssibil
ce, da rende re impo
il letlot ·e,
Mentre scl'ivevo le pagin e che ba scors è
uland o la
nuov e stoltezze, nuove iniqu ità veniva accum
ii, nuove
esi!
i
bU!·ocmzia austr iaca, a quelle narra te. Nuov
mort i.
c
feriti
prosc rizio ni e provocazioni ed oO'ese, e
da
inten
cosa
che
Pare che l'Austria ( ho spieg ato
ba
non
è
fincb
con ques to nome) non possa aver pace
enIndip
dell'
e
rtà
comp iuta la resta urazi one della Libe
del nostt•o cadenza Italia na; la comp leta rigen erazi one
nostri cuor i,
de'
t·dia
ralle re· nazio nale; la perfe tta conco
are.
oper
o
delle nostr e ment i, del nostr
sul vino
Essa , o chi per essa, coll'a umen to de' dazi
enindip
d'
ione
straz
dimo
a
pt·im
di Piem onte, suscitò la
a
Rom
di
lu·a
congi
Colla
no.
italia
denza d'un princ ipe
di
ne
pazio
diede all'It alia 1:1 Guardia Civica. Coll' occu
Colla duento.
rmam
dell'a
vità
l'atti
minò
deter
Ferra ra
i, conletan
rezza e coll'imprevidenza de' minis tri napo
ro-Pa rAust
lega
dusse il sistem a costituzionale. Colla
ooscan
ano-T
Rom
mense-Moda.nese rese imma ncab ile la.
ba
le
,
ardia
Lomb
di
i
Siculo-Piemontese. Ora colle strag
e sta pet·
dato l'app oggi o dell'opinione dell' univet·so,
darle forse qnalc heco sa di più.
una med aIo pt•opongo si conii a spese pubb liche
glia con questa. iscrizione:
IA RICON OSCE NTE!
AtLA DURQ CRAZ L\ AUSTRIACA t'ITAL
©Biblioteca Nacional de Colombia
-60-
Il benefizio è innegabile; ma il modo è abbnstanza
singolare per meritare d'essei' fatto palese all' Europa
in ogni sua pat·te: i Governi non meno che i Popoli vi
troveranno pl'Ofittevoli lezioni. Ecco i fatti.
Il sistema adottato dall' Austt·ia di spopolar Milano
de' suoi migliori e più rispettati cittadini; sistema che
risale ai tempi di Bat·bai'Ossa, che usat·ono Dionigi, Falat•irl e , Ezzelino da Romano e simili, e fu la rovina di
tu l ti , come lo sarà dell'Austria; questo sistema è in
pieno vigore in Lombat·dia.
La proscrizione pende sul capo a tutti, sceglie alla
cieca, colpisce a caso le sue vitti me, senza che possano
indovinare (tolto il delitto della pt·ofonda esecrazione
contro le iniquiti1 del dominio slt'aniero) in qual modo,
~o n quale de' loro alli l'abbiano pt'ovocata. È un qui d
:.imile ai casi di peste o di cholera.
La pt·oscr·izione comincia a stendet·si sulle donne.
Ad una Signora vien mandato l'ordine di pt'esentarsi in polizia. Le si dà il suo passaporto, il precetto
di p:utir·e perchè s'era mostrata ingrata contr·o il governo Impet·iale che le dava l'ospitalità, e pet•chè aveva
influenza. Questà- Signora è milan ese,. è nata in Milano.
Gli Austriaci dunque danno l'ospitalità agli Italiani in
Italia!
L' in!Jratitudine era stata d' adoprarsi con cuot•e per
la questua a pro de' feriti e delle loro famiglie. Questua
consentita dal governo.
L'influenza! ... qui il precisare divien difficile. Come
si fa a definit·e il delitto d' innuenza, il reato di possedere
la stima, il rispetto univer·sale d'una città, e la colpa
d'esser· tale da mel'itarlo?
Perchè non mi vien faLLo di trovare espt·essione
:1dau:ua all'idea, non pet· qu esto intendo nega re il delitto, e molto meno condannare l'Austria. I maggiori ne-
©Biblioteca Nacional de Colombia
-61-
ente rimiei dei g-overni suoi pari , sono gli unive rsalm
ale.
natur
è
,
spetta ti e stima ti. Se li perseg-uita
gi ll·
A quest i arr·es ti, a quest i esili i arbite ari , senza
in ·
eno
nemm
senza
,
prove
dicio , senza conda nna, senza
di
amor·
cuor·e
in
aver
d'
e
nzion
dizi, e per· la sola presu
straione
press
all'op
odio
,
anità
d'um
patJ'i a, di giusti zia,
a t•imaner
niera , all'in iquità , alla barba rie, non potev
del primo
come
ini,
cittad
de'
ltimo
dell'u
muta la voce
maggior·
il
e
rcitar
d'ese
evole
merit
più
del
e
,
in grado
magistt·ato della città.
, onoIl l\lar·chese Gabriello Casati ed il Muni cipio
rava sè colla segue n te prote sta:
ECCEL LENZA .
tono In poOgni qualv olla lamen tevoli ci rcosta nze percuo
farne so;suo
debito
ipale
Munic
io
Colleg
il
crede
polazi one,
venonde
,
regge
ci
che
geUo di rimos tranza all'au torità
ato
mand
io
propr
al
e
servir
rebbe
crede
gavi posto riparo . Nè
manca se in
se
o,
sovran
dal
e
a
inanz
cittad
dalla
e
che tiene
al buon ordiciò di quella solert e vigila nza, di quell' afTello
collim a alla
tollo
che
{lo,
a
in
o
ridoll
ne, di quel deside rio
losa Conrispel
la
che
perciò
è
Egli
pace.
alla
,
t.ranq uillilà
Y. quale
all'E.
nte
prese
far
grega zione Munic ipale non dnbila
, il nessu n
tulli
ini
cittad
dei
animi
ner;li
i
gener
funest o efTello
sicureZTa col
rispel lo che vien adope ralo verso la perso nale
i. Poich è,
tazion
depor
vvise
impro
delle
sistem a ormai adotta lo
e di pena?
gener
tal
i
LI
o
suddit
il
diffiJa
in
melle
qual leg:::e
allo della Sovra na
a qual delillo vien essa applic ala? :'ìessu n
ini gli estrem i
determ
che
lgato
promu
ai
Maest à è o fu giamm
are a sè meimput
tadino
l
ci
il
possa
sicchè
dura,
proce
di lale
ini :1avvi
cillad
nei
Se
.
amitto
desim o se di tale penal ità venga
gnano ai
conse
si
non
è
perch
o,
alcun
o
me.nl
delillo o manca
buire
l'allri
pietà
tribun ali per il regola re proce sso? È forse
icomm
e
Codic
dal
quella
a
e
minor
e
una pena che si direbb
so senza prtJce lipersua
sarà
ne
Chi
colpe?
loro
le
per
nala
tlelillo esiste , c se
menti ? Si proce da dunqu e, si sentcn zii se
carce re ri goroso
un
di
luogo
in
na
Sovra
dappo i la Cleme nza
©Biblioteca Nacional de Colombia
-62infliggerà una deportazio ne·, sarà tale allo bencdctlo qual grazia, mentre allnalmcn le è imprecato come arbitra rio abuso
di aulorilà. L 'E. V. è testimonio quale favorevole effetto avesse
prodolto il proclama vicereale del 9·ge nn::~jo; come, se si fosse
in quelle vie progredito , a poco a poco poteva spe rarsi un
rallentame nto nello spirito pubblico, una remissione dal sentimento di alienazion e d'animo. l\la tullo si disfrasse col proclama imperiale del giorno 17, col pubblicare articoli oiTensivi
al carallere e situazione del paese, col sistema delle deportnzioni. E perchè esacerbare una piaga che doveva eeserc
medicata? Eccellenza , la Congregaz ione Comunale si rivol~e alla conosciuta probftà che la distingue, perchè voglia
farsi organo dei giusti lamenti di una cittadinan za che fu
sempre ohbedient e, sottomessa all'autorit à, nè si eresse
giammai a contrappo rre la minima re>istenz;a. Qualunque dimoslrazio ne pos~a essere stata messa in campo, lo fu ad esprimere voti rli migliorata situazione , rlella quale veniva dala
al pubblico solenne {Olldata speranza. Sia tutelata udunque
la publ;lica e privata sicurezza, n è gli individui abbiano a temere di veJersi rapiti alle loro famiglie, per essere deportati
in lonlane ed estranee regioni seozu cono cerne il perchè. I
padri, le madri, le mogli, i figli non abbiano ad ogni romoro
che rompe il silenzio della notte ad imaginarsi gli a::(enti di
polhia invadere il santo asilo di famiglia onesla, sturba ta la
domeslica pace, vedersi rapire r.tli og!l,elli più cari al loro
cuore, ad onta che nessuna taccia di colpa venga loro rinfacciata. L'E. V. può beo comprend ere che non sono tali atti
che ponno r-annoclar fra loro in iscambievo le amicizia i popoli che obbedrscon o ad un medesimo scettro, nè questi con
coloro che esercitano in nome di un P1 incipc Clementis simo
una autorità che ci limiteremo a chiamare rigorosa.
Confida novella mente la Congregaz ione della R. Ciltà di
Milano che non abbia ad esser vana questa rispettosa rimostranza, e che l'E. V. saprà appo~giarla con lulla l'energia
di un degno Magistrato che f1.1 sempre dift•nsore della giustizia, proleltore dell'innoc enza, propugnal ore dell'equità .
Il Podestà c tutti gli Assessori.
Milano, 9 febbrajo 1848.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-63-
Qu::tle rispost::t ottenesse , q[)::tl frutto producesse
questo vero, equo e nobile p::tr•l::tre, lo vedremo fra poco.
Ag·li esi lii ed ngli anesti della polizia, s'univano
intanto provocazioni, oltr·nggi , offese della milizia contro i cinad ioi.
LetLer·a del 14 febbr·ajo narra vari fatti di simil genere. Riferirli lutti s::trebbe ornmai inutile ridondanza;
basti il segue nte.- La sera del sabato antecedente, il tenente conte Tbunn, nipote del conte Fiqueimont, uscendo
quali
d~ Ila ca~a dello zio, s'imbattè in due giovuoi, nei
che
rone
squad
collo
urtò
ro)
l'igno
sludio
(se a caso o a
una
e
nacqu
ne
r·ooo;
I'isenli
si
Questi
fianco.
al
aveva
qui:.tione, e l' nfficiule mess::t mano ::tll'nr·me ne ferì uno
in un br::tccio, ralu·o nel pello. Gli fu risposto col bastone che uno di lor·o aveva robusto, e più l'o buste br·accia per usar·lo. L'ufficiale fer·ito alle gambe ed al capo
assni gra,·em nte, cadde, e gr·idò ajulo. Dei due giovani,
l'uno, Borgazzi, fn preso ; l'altr'o , Negroni, r·iuscì a fug·
gire, e ridnrsi in salvo. Oocone a questo proposito
un' osser·v::tzione.
Sino a pochi mesi adùìetr·o, pr·ima di quell'epoca in
che app::trvero i nuovi segni di vita dello spil'ito IL::tloLombar·do, il contegno degli ufficiali austl'iaci cr·a non
solamente civile, ma mode~to, ma r·ime~so~ al puuto che
essi sopportavano le dimostrazioni di quell'avversione
di che crnno segno, con una long~nimità che, secondo
gli usi della società, e soprattutto della milizia, em tenuta eccessiva.
A confermnr·e la mia afTel'mazione posso citare un'auLOI'i tit nou sospetla. Il Qnarlel'ly , nell' articolo che già
accennai, scrive le seguenti par·ole. (Non s'immaginava
pr·obabilmente, scl'ivenùole, a qual uso mi sarebb er po·
tute servire relativamente ngli afTar·i della sua amic::t,
l'Austria!)
©Biblioteca Nacional de Colombia
-M« La pazienza e la longanimità de'soldati ed uf·
D
fìciali austriaci è stata spesso la nostra meraviglia.
» Gli nbbiamo costnntemente veduti esposti ne' luoghi
pubblici ai più oltrnggiosi e disprezznnti tr·nttnmenti. »
E malgrado tanta loro mansuetudine, ecco ciò che
all' Austr·ia toccava seutire:
« Ognuno di questi luoghi risuona de' lamenti conD tro gli abusi del governo! » 1
Oggi il Qual'tel'l!J sarebbe contento: tulto è mutnto.
Gli ufficinli ed i soldati non banno più il contegno mo·
desto, il sorriso civile: non banno piit the patience, nè
the forbeamnce cb e ebbero pel passato; ma invece porta n la testa nlta, l'occhio sicur·o; colle loro buone at• mi
a lato provocano i cittadini inermi; alla pt>ima pat>ola
metton mano, e li feriscono; e ad ogni poca di resistenza
di sassi o di bnstoni o pugni , gridano ajuto, e per incanto si tr·ova sempre pronta ed a portata qual che
banda di cavaller·ia o di fanti per soccorrerli, che in verità si direbbe fosse stata disposta ed Ol'dinata p1·i ma a
quest'effetto.
Questa completa rivoluzione nel carattere e nelle
abitudini degli ufficiali, è un fenomeno abbastanza insolito per mer·itare l' attenzione.
Non trovo se non una spiegazione:
Una consegna militare.
L'antica era di lasciarsi insultare. La nuova è d'insultare la bandiera che seguono, l'uniforme che pot·tano. 2
>)
4 u TlH~
p2t ience aod forhearance of lhe. Austri.1n soltliers anò ofticiers
" in Jtaly has oftrn heen our nslbooishment. W e h:we cdnstnnt1y seen them
u exposcd in puhlic places to the mosl contcmpluou.s an d injurious lreatmeol.
,. . . . . . . Every such plate resonnds w il h ahuse of lhe Governmenl! . . . . ,
~ Cui nemic1, come con ciasc uno, si de'e esser siu~li; e nou s.Hebbe
giustizia imporre a tutta l,uCU.cialild. senza distinzione, la LacciJ d'accellare spon·
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
Gii-
È il sublime della disciplina , dell'ubbidienza mi-
litar·e. Questa disciplina,quest"ubbidienza alla consegna,
s· è manifestata splendidamente in Padova, negli ultimi
tumulli.
Di questo fatto non ho potuto aver· relazioni deii P
delle quali mi possa interamente fidare , e non voglio
dir cose che, a r:Jgion di critic:1, se non altrimenti, non
mi presentino una certezza evidente.
Dir·ò tuttavia ciò che ne ho inteso : e se non posso
domandare al lettore di tenere i l mio racconto per ufficiale ed esatto ne' suoi par·ticolari, posso però pr·esl•·
mere che dai fatti certi saprà a•·gomentar·e gl' ince•·ti ,
e tcneme vero l'insie me, cbe è l' importante.
Gli studenti di Padùva avevano adottato l'uso di
cappelli detti alla Calabrese , che la Polizia "olle pi'Oibi,·e. Rico•·se i'O gli studenti al Rettor magnifico, il qual<·
si p1·esentò al Capo politico della città pm· espon e e
sostenel'e le loro ragioni. L' aut01·ità non parve aliena
dal contenta1·e gli studenti.
Questi er·ano intanto radunati dinanzi al palazzo
tenevano codeste pratich e. Entrarono fra loi'O,
si
ove
come il solito, ufficiali col sigaro in bocca, e vi fu u·a
i giovani cb i gridò abbasso il sigaro 1
Gli uffi ciali trassero le sciabole e cominciarono a
menar le mani.
1ant•3mente 1J disonora ta consegna alla quale vuoi soltoporla la polizia. Cercoolro ordini dtr
t;une:nte moltissimi tr::~ gli ufficiali sl'fllono soUcvn si il cuore
Ci ,·ic u
la più sever~ disciplina non può rt"nòere ;tccellahili :.d uomini d'onore.
r tolta ~lh
ond"esse
iSlanz.a
f...ttto
abhia
ufficiali1à
delP
p,trlc
una
che
detto anzi ,
. A questi non sooo
incomportahllc condixiooe di do\•er f.1re t'unì cio di sgherro
palesare i parlamen ti deli.l
dirette le parole severe, ma simte, f"he citammo a
veder macchia l .t
milizia straniera in Lombardi-t. Aneo presso i nemicl e: i duole
a l' inlera civihà. Qnt!·
intercnat
è
onore
suo
Al
.
dell"anni
e
profession
la nobile
vogliamo propogna re nd
ste parole servano a mostrare cb e la nostn causa 1a
armi lenli ~ e non colle astuzie nè colle calunnie.
5
©Biblioteca Nacional de Colombia
-66-
Ne seguì una gran confusion e, accresciuta da bande di soldati che sopravvenner·o, ed assalirono anch'esse
i giovani iner·mi.
Questi, par·te si sbaragliar ono , parte fecero testa,
e la zuffa si estese per la strada, e sino nel Caffè Pedroccbi, che venne devastato , e nel quale furono fel'ite o uccise persone che si riparavan o sotlo le tavole
e le panche.
Vi furon morti da ambe le parti. Ne ignoro il preeiso numero, si dice 10 o 12.
Ora vediamo in qual modo venne risposto dal governo alla protesta del Podestà Casati.
La risposta fu questa:
I. H.
GOVER~O
DI l'fllL&N O.
JWOTIIFIC J&ZIONE.
Sua Maestà I. R. A. in consideraz ione dello stato in cui
lrovasi il Regno Lombardo -Veneto, e nella mira di assicurare la dovuta obbedienz a alle leggi, ha !rovato con Sovrano
Rescrillo 13 corrente di ordinartl la promnlgaz ione per tollo
il Regno Lombardo -Veneto della norma di proceclura abbreviala, come è slala sancita dalla Sovrana Hisoluzione del 21
novembre :1847 qui unita, pei casi ùi allo tradimento e per
altri casi di perturbata lranquillil à pubblica.
Le preaccenn ale Sovrane Disposizioni si recano a pub·
blica notizia pei corrispond enti effetti.
Milano, il 22 febbrajo 18,8.
Il Conte DI SPAUR Governatore.
Il Conte
()ONNI!L Vice-Presidente.
KLOnus Consiglier di Governo.
o·
8owran a Risoluz ione.
All' oggel!o di mantenere nel Regno Lombardo -Veneto
la pubblica trarqnillità , Mi sono determina to ad ordinare, che
©Biblioteca Nacional de Colombia
-67-
i dei deli lli di allo trad ime nto,
nei casi qui appr esso acce nnat
tran quil lità, di solle vazi one
di perturb~zione dell a pubb lica
tras gres sion e di polizia del
e
e di ribe llion e, e per la grav
e
izio sta lario gius ta le norm
tum ulto , sia alli va lo un giud
segu enti :
1
§. f. Ha luogo il giudizio slata rio,
e
licaz ione della pres ente legg
(a) Con tro chi, dopo la pubb
di
a
lent
o
a,
istig
oca,
prov
nel Reg no Lom bard o-V enet o.
tto, al deli tto di allo trasedu rre altri , ben•:hè senz a effe
52 lelt. b della Part e I. del
dim ento cont emp lalo dal §.
di solle vazi one o a quel lo di
lo
Cod. Pen ale, ovve ro al delil
Part e r. del Cod. Pen ale ),
ribe llion e (§§ 6l e 66 •l eli~
enzi one di allo trad ime nto.
quan do vi sia cong iunt a l'int
nzio ne, ovv ero dura nte una
inte
sa
(b) Con tro chi colla stes
piat a per qu alun que mot ivo,
solle vazi one o ribe llion e scop
forza arm ala, o com mel le
si oppo ne con vie di fallo alla
lici, cont ro pers one rappubb
rii
viol enze cont ro funz iona
ura, o cont ro una guar dia.
pres enta nti qual che magis trat
sa
man o arm ata ad una som mos
(c) Con tro chi si asso cia con
'auto rità o
dall
ato
iam
rich
e
nto,
ame
popo lare od amm utin
ene, non pres ta pron ta ubdalla forz a arm ala a slac cars
nte la solle vazi one o ribe lbidi enza , e vien e arre stato dura
atti ad ucci dere .
li
men
slro
lion e con arm i o altri
mos sa popo lare sia con pub'dJ Con tro chi susc ita una som
avv enio ne cont ro la form:t
are
ispir
blici disc orsi alli a•l
e dello stato o la cost ituz ione
di Gov erno , l'am min istra zion
zi a ciò dire tti (§. 51 dell a
del paes e, sia co n altri mez
pren de part e alli va ad una
o
),
le
pena
Part e I. del Cod.
con tali mez zi.
som mos sa popo lare susc itata
e tras gression e ùi polizia
grav
(c) Con tro chi si fa reo della
del tum ulto .
stata rio si terrà dal
§. 2. In tolti ques ti casi il giudizio
io coi fu com mes so
o
luog
del
io
Trib unal e Crim inal e ord inar
giudi ca,
Ji un trihun nle che si radun a,
_. Jl giudi zio statar io si comp one
era appli c3lo ~gli
a
Sinor
ore.
2t.
in
tullo
ire, il
tl it la st>nl eou e la fa esegu
leggl', basterà
alruc i Jcliu i. Secou do la nuoya
assauinj premeditati ed ai più
i sotto posto .
un grido, un fischio per ~sscn
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
68-
il reato, e dovrà istruirsi dal medesimo loslochè avrà avuto
notizia dell'avvenu to, senza allendere un ordine dell'autorità
superiore o senza che sia d'uopo cl'uoa preventiya pubblicazione.
Per deliberare se si :~t.bia n far luogo al giudizio slalario,
si richiede, oltre a chi presiede, il concorso di non meno di
quattro giudici. La scelta dei giudd è rimessa al Presidente
del Tribun;~le, o a chi ne fa le veci.
§. 3. Dinaozi que~lo giudizio sManno tradolli, senzn
riguardo al loro foro personale od al luoao in cui fossero stati
arrestali, tulli coloro che vengano colti sul fallo, o contro i
quali emerga. no indizii legali cosi stringenti, rJa poter ripro·
mettersi con fund;Jmento r1i raggiungere seoza ritardo In
prova legale della loro reità.
§. 4. li Tri bunale Criminale è aulori7Zato ad istruire il
processo slatario anche contro persone militari, o soggette
alla niurisdizion e militare, qualora vengano arrestale dall'autorità civile. Iocomhe tullavia al Tribunale di darne
tosto parte al \ prossimo Comando militare, indicando il
nome, il luogo di nascita, et! il rango militare dell'incolpal o.
11 Tribunale è altresì autorizzalo a citare direllamcnt e
teslimonii soggetti alla giurisdizion e militare; dovrà però
anche di ciò reotlere informato il prossimo Comando
militare.
§. 5. Tolto il processo, dal principio sino alla fine, sara
lennlo dinanzi il giudizio formalo come sopra (§. 2 ) e possibilmente senza iolcrruzione .
§. 6. L'inquisizio ne dovrà di regola limitarsi al Calto
per cui fu istruito il giu ,lizio slalario, e perciò non si avrà
riguardo a circostanze accessorie, cb e non Cossero di essenziale influenza sulla deterrnioazi one della pena, nè ad altri
delitti, che emergessero a carico dell'imputat o. Solo o el caso
che all'imputalo sovrastasse per un altro delillo una pena
maggiore, che per quello per cui fu lradollo dinaozi al
giudizio stalario, e che questi delitti stessero fra di loro in
connessiooe , il processo stalario abbraccia e l'uno e l'altro
delitto; non concorrendo questi estremi, il processo relativo
©Biblioteca Nacional de Colombia
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69-
dinanzi lo stesso
at secondo deli!lo si condurrà al suo fine
aria.
ordin
via
nella
inale
l'ribunale Crim
dei correi,
§. 7. Non si tr~scurerà anche lo scoprimento
zione e
prol~
la
arsi
rilard
dovrà
llla per questa cagione non
1' esecuzione della sente nza, se non in quanto si abbia fonrtanti riguardo ai
data spera nza di scoprire circostanze impo
esploraw e condi
o
sa,
mpre
disegni etl all'estensione dell'i
.
ipale
princ
Vincere l' au lore
io deve
. 8. JJ termi ne entro al quale nel giudizio slatar
fissato
è
nza,
sente
la
ta
prola
e
ne
essere ullimata l'inquisizio
si diede
cui
in
quello
da
e
datar
a
i,
giorn
a quattordici
constatare entro
Principio all'inquisizione. Non polenrlosi
ante r;:iudizio
medi
sito
inqui
dell'
questo termine la reil:ì
Tribunale
stesso
dallo
nua
conti
si
ne
isizio
l'inqu
statario,
Criminale nella via ordinaria.
dei delilli
§. 9. Contro le persone riconosciute ree di uno
pena di
b
luo2o
enunciati nel . 1 sotto le letl. a, b, c, h~
e Ht
430
.
clei
zioni
condi
lllorte, semprechè concorrano le
di
viene
morte
di
nza
sente
La
e.
penal
della parte I. del Cod.
modo
nel
ila
regola (. . 1t ) pronunciata, pubblicata, ed esegu
Prescrillo per il giudizio statario.
ha luogo
§. 10. Contro uua tale sente nza di morte non
nè ricorso, nè supplica di grazia .
Criminale creda
. 11. Solo nel caso che il Tribu nale
e la Sovrana
lorar
d'imp
li
n
mitiga
e
stanz
circo
li
n
la
Per impor
o che per es,
morte
di
pena
grazia per la condonazione della
o più dei
uno
contro
morte
rli
pena
la
ta
sere già stata ese~ui
salutare
di
io
principali colpevoli, si sia già dalo un esemp
nza
sente
la
,
uillità
tranq
la
terrore bastante a ristabilire
proche
ità,
autor
ma
supre
e
iore
super
alla
viene sottoposta
cede secondo le norme generali.
venne
§. 12. Contro gli a liri individui, la di cui colpabilità
via di
in
ata
pratic
delillo
d'un
ione
quisiz
constatala dall'in
abile il . 9, si
t:iuclizio stalar io, ma ai quali non è applic
do le norme
secon
pena
della
zione
Procede per la determina
cui ebbe
per
ilio
del
al
ve
relati
e,
penal
e
codic
del
generali
esecn·
all'
e
e
cazion
notifi
luo;;o l'inquisizione. Riguardo alla
©Biblioteca Nacional de Colombia
-70-
zione della sentenza, restano ferme anche in questi casi le
disposizi<Jni dei precedenti §§ 9 e 10.
§. 13. Contro le personll solloposte al giudizio statario
per la grave trasgressione di polizia del tumulto, si pro·
nuncicrà la sentenza secondo le norme del Codice penale
per le gravi trasgrcssioni di polizia, e questa sarà tosto
eseguita. Jlion si fa luogo contro tale decisione nè al ricorso,
ne alla domanda di grazia.
§. H. Degli alli del giudizio stata rio si tiene il protocollo
a norma del §. !St3 della Parte I. del Cod. penale, e per
riguardo a quelle inquisizioni, ove la sentenza sarà stata
eseguila senza averla prima sottoposta all'autorità superiore,
si trasmetterà il protocollo al Tribunale Criminale superiore
al più lardi entro tre giorni dopo chiuso il giudizio statario.
§. 15. Contro quegl'incolpali che non sono aggravali da
indizii cosi stringenti da poter incamminare contro di loro il
giudizio slatario, procede nelle forme ordinarie lo stesso
Tribunale Criminale che avrà aperto il giutlizio slalario, ma
ienza alcun riguardo al foro personale dei medesimi, nè al
luogo in cui segui il loro arresto.
§. 16. La presente legge sarà operativa dopo I!Ìorni
quallordici da quello della prima ~ua inserzione nella gazzella della cillà in cui risiede il Governo.
Vienna li 24 novembre 1847.
FERDINANDO.
I. B. GOVERNO DI JYIILANO.
NOTIFICJ&ZIO!'WE.
Nel Proclama 9 genn~jo p. p. Sua Maestà si è dc!!nata
rli manifestare la dolorosa sensazione io Lei pro1lolla dall' agitazione in cui trovasi il suo Re!lnO Lombardo- Veneto per
opera d'irrequieti iudividui, cbe, istigati dall'estero e mossi
da mire interessate, tentano sconvolgere il presente ordine legale ùelle cose , dichiarando in pari tempo essere Sua ferma
©Biblioteca Nacional de Colombia
-71-
e inter na ed ester na
volontà di tutel are la sicur ezza e quiet
mezzi che la Prov viden za
del dello suo Hegn o, con tuili quei
di Sovr ano, fra i quali è
ri
dove
Le ha dalo , me more de' suoi
e alla tutela dei fedeli
Stato
dello
bene
al
Primo il ve>!liare
o che tanto il pote re
Suoi Sudd iti. Or rend endo si nece ssari
ia, siano mun ite di
Poliz
di
rità
giud iziar io, quan to le Auto
del mom ento e l'imp orquell a magg ior forza che i bisog ni
1\f. ha ordin ato, che per
S.
tanza dell'ufficio loro richi eggo no,
lica tranq uillit à, e sono
pubb
la
no
lotte quell e azion i che turba
proc edur a somm auna
luogo
abbia
i,
legg
ti
Pllni te dalle vigen
empo rane amen te
cont
o
ria seco ndo le norm e che si pubb lican
d'og gi, n.
dala
in
oue
ìcazi
Notil
alla prese nte coll' altra
1l90i-.f99.
e ed alla tranq uillit à,
Ollre alle azioni cont rarie all'o rdin
del Codice Pena le,
2.'
e
i.'
parte
dalla
ale
che sono cont empl
e inno cue, possono assualtre pur v'ha nno, che, per se stess
i di polit ica agita zion e,
temp
in
mere un carat tere pericoloso
re dove re della Posemp
fu
e
è,
caso
tal
In
come il prese nte.
i, o repri men azion
i
lizia d'int erve nire, o prev enen do simil
dole.
empi ment o di quePer porg er le i mezzi nece ssari i all'ad
a
tacci di alli arbit rarii, si
sto suo ufficio, e guar entir la dalla
luzio ne 13 febbr ajo 1848
Riso
ana
notificano a sensi della Sovr
ni:
sizio
dispo
le segu enti
stess a inno cua, a caOgni qual volla un'az ione per se
o il mette r! i in vii,
color
certi
re
porta
il
gione d'es empi o,
re o decla mare
canta
il
r li,
sta, il porta re certi distin tivi o segn
certi passi
iare
fisch
il
o
ire
laud
certe canz oni o poes ie, l'app
uire ad un dalo
l'affl
ica,
mim
o
ca
mati
dram
di un'az ione
traU are con certe perso luogo di conv egno , il dissu adere dal
scriz ioni, e cosi via via,
sollo
e
glier
ne, il far colle lle o il racco
ione polit ica, contr aria
straz
dimo
una
di
lere
assum e il caral
polit ica della Prov incia
à
al vigen te ordin e le gale; l'Au torit
ne pron uncia il tlivieto.
in luoghi pubb lici o
Ciò ha pur luogo per quell e riuni oni
tend-enza ostil e al
una
festa
mani
priva ti nelle quali si rend e
ia vi si amm elnotor
ima
mass
per
che
ciò
per
detto ordin e,
©Biblioteca Nacional de Colombia
-12-
tono sollanlo persone conosciute come a•lde!le ad un dalo
partifo, o altre se ne escludono del parlilo contrario.
Lo stesso vale se laluno con intenzioni sovversive dell' ordine lenta di limitare l' allrui lit.erla individuale con
minacce, scherni, rampogne od ingiurie.
Il dil'ieto di tali azioni può ordinarsi dalle Antorità di Polizia secondo le occorrenze, o
(a) mediante ingiunzione da farsi al solo incolpato; ovvero,
(b) pubblicando il divielo per ,tollo un luogo, Distre!lo
o Provinr.ia, come obbligatorio per tolti.
In ambedue i casi si aggiunge al divieto una comminatoria.
Nel primo caso (a) la pena comminata consiste:
In una multa che può giungere fino alle diecimila lire
austriache a vantaggio della Casa di ricovero o d' allra Casa
pia del luogo,
2. Nell' allontanament o dal luogo dove si commise la contravvenzione, st>nza alcuna limitazione intorno a quello delI' ulleriore dimora;
3. Nel confinare chi si è reso r.olpevole della contravvenzione in un dalo luogo del Rl'gno Lombardo-Ve neto o
fuori di esso, solto la sorveglianza della Polizia;
4. Nell'arresto, nella misura stabilita dal§. 89 della seo·onda parte del Coli ice penale;
5. Trallandosi di persone che non hanno la suddilanza
Austriaca, senza riguardo al tempo di loro dimora negli
Stati Auslriaci, nello sfrallo da tolle le Proviucie della Monarchia.
Quale di queste pene debha applicarsi nei singoli casi,
·li pende dalle circostanze e dall'essere piu o meno pericoloso'
il contravventor e, per lo che senza vol er islahilire una pro::;ressione, se ne rimelle la decisione alle A utorilà di Polizia.
Nel secondo caso (b) la sanzione del divieto generale ba
luogo col riferirsi alla misura penale contenuta nel §. S!J
della II parte del Codice penale; tuttavia le Autorità di Po-
©Biblioteca Nacional de Colombia
-73casi speci ali alle pene
lizia sono autor izzat e a sosti tuire in
cui si è detto agli
di
e
quell
r;~fo
g
para
citalo
porta te dal
0
artico li f." 2.• e 3.
per la sanzi one peIl divie to comi ncia ad avere eO'etto
leller a (a ) imme dianale , ri guard o ai divie ti indic ati nella
le d'inti mazi one, da
verba
sso
tame nte dopo lìrma lo il proce
li, e da conse rdivit>
lnli
sopra
volta
assum ersi di volla in
e di Poliz ia, e , rigua rdo
varsi poi press o !'.Aut orità provi ncial
quall ro ore dopo che
ai divie ti indic ati alla leller a (b), venti
o nei luoghi a ciò
affiss
ente
licam
il divie to sarà stato pubb
desti nali.
nelle contr avve nLa procP dura pena le ha luogo come
le gravi lrasfra
rese
comp
sono
zioni di Poliz ia che non
le di Poliz ia proincia
'prov
à
torit
L'Au
iche.
polit
~ressioni
pro iurre riclam o alla
nunc ia la deci sione , contr o cui si può
però delle venti quattardi
più
non
Presi denz a del Gove rno,
.
im:-~
medes
della
zione
tima
tro ore d all'in
non sia evaso ,
11 riclam o non foglie che, prim a che
quell e dispo dare
possa
non
ia
l'auto rità provi ncial e di Poliz
cond anna lo
il
nè
hé
affinc
,
rtune
oppo
rà
sizion i che trove
nzion e, nè
avve
contr
a
possa di nuov o incor rere nella stess
.
pena
sollra rsi all'es ecuz ione della
prese nti misu re di
Ordi nand o la pubb lir,I!Zione delle
circo stanz e, Sua
delle
rigor e, rese ne cessa rie dall' ur~enza
gno Lomb ardoRe
del
nti
abita
\lilli
lranq
i
Maes tà conlìd.t che
di pater no
<1tlo
o
nuov
Vene to non vi ravvi seran no che un
ver ligi ne
di
o
spirit
uno
di
e
ssion
provv edim ento per la repre
lenti, o
turbo
i
alcun
da
ntato
fome
e
,
stero
insin ualos i dall'e
tranla
cino
vi
da
ccia
impr uden ti, o prole rvi, il quale mina
ardoLomb
o
Regn
del
e
esser
quilli tà mora le e il mate riale ben
dei pater ni sensi di
Vene to. Nè esse bann o a far dubit are
Lomb ardo- Vene to,
o
Sua l\Jaestà verso i Suoi Sudd iti del Hegn
coloro che dopo
nto
solta
re
colpi
poich é la loro sever ilil può
nno i colpe voli
llera
dime
non
nte
prese
dell1
la pubb licaz ione
lo, invec e di
Sta
lo
e
loro rag giri contr o l'ord ine socia le
tà semp re
Maes
Sua
di
cuore
no
ripor re la loro fiducia nel p11ler
ili.
SudJ
Suoi
de'_
bene
al
edere
dispo sto di provv
©Biblioteca Nacional de Colombia
-74Tanto si porta a pubblica notizia pei corrispondenti
effetti.
Milano, 22 febbr~jo 1S4R.
Il Conte nr SPAUR Governatore.
Il Conte O'DoNNEL Vice-Presidente.
Ktonus Consiglier di Governo.
Ecco il regime al quale vieu sotloposta la Lombardia per aver esposte le 'domande che presento al
giudizio del lettore, per essersi astenuta dal fumare e
dal giocat·e al lotto, e p~t· avere con qualche canto,
qualche voce, qualche riunione inerme ed innocu:.J, mostrato d'amare la pat:·ia, e detestare l'iniquità del dominio stt·aniero.
Io non aggiungo commenti: tr'isto colui che ne abbisognasse per giudicare che cosa valga quest'ultimo
provvedimen to dell' Austt·ia, sia in morale che in politica, ed in retto senso. Soltanto dico:
Ecco I' opera della bw·ocrazial
Questa mala setta, fatale non solamente ai popoli,
ma fatale altreuanto al p•·incipe, farà essa stessa le loro
vendette col diveni1·e principale stromento della sua
rovina.
Viviamo in tempo nel quale sembra abbia Iddio
stabilito saldare molti vecchi conti dell'umanità ; abbia
risoluto accordare campo f1·anco ai due principj della
violenza e del di•·itto, che sono da tanto tempo in contrasto.
Assistiamo al gran duello; non ci scordiamo che la
violenza è forza terrena , che il dil'itto è potenza celeste; ed aspeuiamo confidenti il giudizio di Dio.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-75Docl!ME~To
I.
(pag. 31.)
di Lom bard ia.
lncli ta Congrega:;ione Centrale
molla sagaci là per accorNon è mestieri d'essere dotato di
pubblica opinione siasi
la
gersi come da qualche tempo in qua
governo c.he ' le regge,
il
verso
ata
unci
pron
io queste Provincie
con non ambigue dicerto
ma
non dirò con sentimenti ostili,
nto.
onte
malc
di
mostrazioni
le dassi sociali, e si
Domina questo più o meno in tutte
opportuna occasione, come
tradisce ogni volta che si presenta una
, se hanno creduto di
iche
polit
1
rit
auto
le
e
bene lo sanno anch
impedire che degeonde
re,
misu
ricorrere a severe ed inusitale
- Ma donde procede questo
neri io disordinale manifestazioni.
, e che va sempre più estenenta
ferm
mal lievito che sordamente
orarlo? Donde la inquietudendosi a misura che si cerca di sofT
che si o! posto di mez1.0
more
malu
il
dine universale 'l Donde
fra governanti e governati?
motil·i ragionevoli di doAvrebbero forse questi ultimi dei
are le rispettose loro
port
lersi 'l E se li avessero, chi dovrebbe
ti c contenti? Io
lisfal
sod
erli
rend
può
che
querele a qut'l solo
interpretare i denoi
<li
io
megl
a
poss
per me non vedo che altri
privati siamo a
di
e
condizion
sideri i del paese; di noi che nella
buone e delle
delle
frutto
Il
sono
che
mali
parte dei beni e dei
nza in uno
vide
Prov
dalla
tuili
caltl\'e isliluzioni; di noi che costi
francamente espripiù
iamo
poss
nza,
ende
indip
le
~tato di mora
poi più legalmente di questa
mere i nostri sentimenti. Nessuno
re al lrouo i voli di queCongregazione Centrale potrebbe eleva
clemenza a lei sola ba
ana
sovr
la
che
oi
sti sudditi redcli, ddpp
i bisogni. Ciò posto,
arne
rilev
concesso la preziosa prerogali1·a di
si avvisi ai mezzi
che
ile
erab
desid
ente
mam
som
ritenendo essere
rali quel buon
inist
amm
gli
e
ranti
di ristabilire rra gli amminist
uillità, e di ritranq
lica
pubb
accordo cbe solo può garantire la
sarebbero fuche
sioni
colli
di
olo
peric
muovere il più lontano
re a questo
egna
cons
di
alo
neste al paese; mi trovo determin
unque si voglia
com
,
ione
moz
o
za,
istan
ente
protocollo la pres
propongo alla Congregazione
considerare, colla quole domando c
Commissione scelta nel
Centrale che le piaccia nominare una
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
76-
proprio seno, e composta di altrettanti deputati quante sono le
pro' incie LomlJardc, amnchè, preso in maturo esame l'odierna
condizione del paese, ed inveslig~to le cause del notato malcontento, ne faccia argomento di ragionato rapporto alla stessa Congregazione Centrale per le ulteriori sue proposizioni. Questo passo
mi è consiglialo dal desiderio del pubblico bene, dall'attaccamento che porto al mio sovrano, e dal sentimento dci miei doveri, lmperocchè come ciltadino amo con trasporto la mia patria, come suddito desidero che il mio sovrano sia dappertutto
c da tolti adoralo e benedetto, e come deputato crederei di mancare alla mia missione cd ai miei giuramenti se tacessi quando
la cosccnza m'impone di parlare.
GIO. BAIT. NAZARI
Deputato alla Con~regazione Centrale.
Prot. 9 dicembre 1847, N" 2820-33-2 Se?.. IV.
]Jo()VIIIE~To
II.
(pay. 31.)
Indiri zzo della Commissione Provinciale di Milano
alla Congregazione Centrale della Lombardia.
Il § '25t della Sovran~ P<otcnte 21 aprile 1815 conferisce alla
Congregazione Provincl~le il diritto di accompagnare alla Conat·egazione Centrale qualunque m ,ppresentanza, voto od istanza,
sop1·a qualunque oggetlo di pubblica Amministra.:riotle. Usan-
do di questa facollà, coll' accomp~gnare alla Congregazione Centrale la 11resente rappresentanza, la scrivente crede compiere un
atto consentilo dalle Leggi organiche del Regno, conforme alle
proprie attribuzioni, e reclamato dalle circostanze.
Quando Infatti la l\Iuni[Jccnza Sovrana coll' t. R. Patente 7
aprile 1M15 erigeva il Regno Lombardo-Veneto, si degnava dotarlo di Collegi permanenti, al (ìnc espresso nel § 12 di conoscere nelle vie !'egolari con esattezza i desideri e bisogni degli
abitanti del Regno, e per mettere a pro(ìtto nella pubblica Amministrazione i lumi e consigli che i loro rapp1·esentanti potessero sommiuistrare a vantaaoio della Patria.
Sarebbe quindi miti corrisposta la fiducia Sovrana, se quando le circostanze lo consigliano e lo richiedono, i Collegi stessi
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
'i7 -
dovere l' adempire il nobile
non risguardassero come imperioso
rispellive a!lribuzioni.
ufficio nella sfera e colla ronna delle
tali sentimenti, studiando
da
trata
pene
Epperò la Scrivente
liea Amministrazione sul ben
l' intluenza di vari ordini di pubb
cbe ha l'on ore di rappreincia
Pro1
della
nli
essere degli aLit~
quei desideri c positivi
rre
espo
sentare, ritenne dover suo di
una lunga c calma esperienbisogni che furono più chiariti da
comuni opinioni , le quali
delle
O
iiUIJP
za, e dal progressivo SI
ssione nella cospicua c popovengono a ritrarre una più vi vii espre
incia. Nè nel disimpegno
prov
e
rtant
impo
sì
ta
losa capitale di ques
azione Provinci,lle la
greg
Con
alla
del propostogli assunto mancò
tta al corpo prim~rio chialusinga, che la sua parola torni acr.e
ico di rappresentare tutt;1
incar
to
elera
mato da Sua Maest-t all'
ncarc la fiducia nel beinfra
r
la LombJrdia, concorrendo cosi a
regazione Centrale nelCong
la
che
roti,
doi
ento
nigno accoglim
o Augusto di Sua
Tron
al
iare
la sua saggezza, sarà per umil
Maestà.
YI.
ORDI NAM ENTI AMMI!\'ISTRATI
danza dell 'atto solenne
Serbano i Lombardi indelebile ricor
o i suoi Stati d' llali'l,siccol quale Sua Maestà erigev~ iJr l\egn
relativa Notilìrazione 16
la
e
anch
a
,·
lama
cbè a buon diritto proc
la quale conferma ad
ne
aprile 1815 - Che tale dete rmin azio
,?d ai sudd iti itali a-
cui godeva,
ogni cillà tutti i varr.taggi di
ona lità che a ragione tanto apni di Sua ~faestà, quella nazi
re ricon osci uta univ ersa tmen ic
l>rez::ano, non poteva che e:;se
del pate mo a{{P.Ito , con
nose
lumi
più
e
come una delle prot·
re rigu arda ti gli Itasemp
ha
cui l' .Augusta Casa d'Au stria
ne del Regno e.~sere con{orme
lian i, dovendo l' orga ni.::: a::io
i d~gli Itali ani.
udin
abit
anche a.U' indo le ed alle
altra raua Som ma Patente i
Ed infatti S. l\1. degnossi coll'
grandi Ufficiali, con1815, di decorare il Regno di proprii
siccome propria di
o,
Ferr
di
servare l'ono re dell'antica Corona
Trono debbano
aJ
ri
esso
succ
i
elle
endo
statu
questo Regno, e
resentanza Sorapp
la
are
deleg
nali;
colla medesima essere coro
incarico demo
som
al quale
'' rana alla persona di un Vice-Re,
; creava per
iglia
Fam
rial
Jmpe
dell'
icui
stinò i membri più cosp
ri, affidando
pote
di
rchia
Gera
l'Amministrazione del Regno una
la direzione genezia
Vene
in
cd
no
l\lila
in
enti
ai Go1•crni resid
dipendenza dagli Aulici Dirale di tutti gli all'ari, colla dovuta
regazione Centrale c Procasteri, ed erigeva infine nella Cong
~prilc
©Biblioteca Nacional de Colombia
-78-
vinciate dci Collegi permanenti composti di varie classi d' lndi''idui nazionali a (\Ui artìdava il nobile copo surammentato.
Quest'atto sapienlissimo comprendente gli elementi cardinali di ogni bella istituzione, era cd è tale che ogni suddito del
Regno non aHehbe che a benedirne gli effetti, se nell'esercizjo
<Ielle funzioni af[ìdate ai sino-oli corpi dello Stato si fossero raggiunte le benefiche intenzioni espresse dall'Augusto Sovrano,
eol dirigere e sviluppare gl'interessi del paese in conformità
ùelle sue circostanze Nazionali , ed all' indole cd alle abitudini
degli abitanti.
llfa l'esperienza, iu ogni cosa maestra, venne a dimostrare
che non sempre, c completamente, quelle Auguste intenzioni
banno conseguito la loro attuazione.
La dipendenza degli Aulir:i Dicasteri presto assorh\ in essi
lo spontaneo esercizio delle funzioni proprie ai GO\'Crni deiRegno, al quali era demandala la direzione generale rll tutti gli
alTari. La lontananza quindi che rende difficile l'apprP.zzare giustamente le circostanze locali, l'impossibilità di sottoporre a
norme comuni le esigenze del nostro territorio sì diverso da que)lo
delle altre Province distinte per tradizioni, per indole, per Lingua, c per condizioni economiche, impediscono che i concetti
concertali da l ungi, c sopra clementi sl dispamti, corri poudano
ai bisogni del paese, e riescono più presto d' ostncolo all'nione
~ovcrnativa, anzichè filcilitilrla c scmplil1carla. Oltrcchè il' difetto
eli un'autorità vicina c pronta, che coordini ad unità di vi te e
eli scopo l moltiplici rami della pubblica amministrnzinnc, rende
ardui ad effettuare, c spesso impossibili, anche l più saldi propositi eli miglioramento.
Voto quindi precipuo ed universale; volo che esaudilo risponderebbe alfa mente benefica del Sommo Imperante che erigeva li Regno, sarebbe quello, che le mansioni degli Aulici dieasteri per tutti gli an·ari rìsguardanli il territorio del Regno,
venissero l'Sercite eompletamente presso la persona dell' Augusto Principe, che il Sovrano elesse a proprio rappresentante,
armonizzando così colla mcmoranda risoluzione suprema 6 marzo 1816; colla quale nppunto per soddisfare ai bisogni del Regno, veniva per la amministrazione della Giustizia instituito in
Vero n a il Senato Italiano.
8c pertanto questo voto trovasse grazia presso S. M. sarebbe
dato al paese di riverire nell' Augusto rappresentante del suo
i\fonarca, anche il Supremo l\1inistro delle Paterne sue intenzio-
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-79-
ni, che giovandosi del consiglio e dell' opera de' suddlli del Regno, esercitercbhe negli interessi del medesimo r influenza più
salutare ed omogenea alle sue speciali circostanze , nel mentre
che le funzioni delle Autorità Governative rese più semplici c
spcdile consentirebbero una maggiore spontaneità c alacrità nell'esercizio delle Amministrazioni Locali.
IMPOSTI!.
Il paese ha debilo di sostenere le spese della propria Amministrazione, ed oltre a ciò gli corre l'obbligo di sopperire alle
spese generali dell'Impero in equa proporzione col contributo
•lellc altre Province.
l\fa l' attuale concenlrazlooe del regime delle imposte nella
Generale Amministrazione delle Finanze Imperiali, impedisce
•:he vengano poste in armonia colla condizione prodoltiva del
nostro paese, c coli' indole dc' suoi abitan li.
Sarebbe quindi nei voti che il riparto e la percezione dei
tributi venissero affidati ai dicasteri proprii dei Regno, i quali
conoscendone le circostanze ed i IJisogni, potrebbero proporzionare il carico alle forze delle diverse Classi della popolazione,
e per tal modo si potrebbe apprezzare come s'addice il sentimento destato contro varie imposte, alcune delle quali si ravvisano troppo gravose, altre d'indole vessatoria, cd altre demoralizzanli, quali sono per esempio l' cr.cessiva tassa del sale, Je
imposte del bollo, c del bollino, c quella del lotto. Di sì fatta
maniera sarebbe dalo, malgrado l'abolizione dell'una, c la riduzione di tali altre, di mantenere nn giusto equilibrio rra le
imposte e le necessità del Regno, introducendo anche in tale
argomento quella congrua pnbblicità che l'alesse a persuadere i
contribuenti coll'evidenza di un Rcn<liconto.
DOGANE.
Certo, essenziale al brn essere di un paese riesce iiiJuon regime delle sue Dogane, perché esso esercita una azione efficacissima nell'atlil·ità produttiva di una Nazione, fornisce allo Stato
una parte importante delle sue rendite, inlluiscc grandemenl<'
sulle abitudini morali della popolaziollc.
L'unione di questa Pri\Yincia colle altre d'Indole di!Terenlissima in un unico sistema Daziario, ne rende le norme direttosc c nociYc al nostro territorio. Infatti la Lombardia , paese
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80-
principalmente ed in grado eminente agricolo, ha ti' uopo che
lo spaccio de' suoi prodotti naturnll aiJbla ad essere facilitato
mcrcè un largo scamhio coi frolli delle industrie straniere, a
che attualmente si oppongono le allissime l.ilriiTe con danno evidente ia dei produllori che dci consumatori. Jl traffico per tal
mOdo inceppato, si renrlono miuori i profitti Daziarii, mcutre in
pari tempo lo Stato subisce le spese di una gravissima sorveglianza di confine, diretta a frenare il contrabiJando, il quale
reagendo culi' audacia c colla corrultela, abitua la popolazione
ad un funesto disprezzo delle leggi.
L'azione pertanto de' Dicasteri locali può sola accordare le
norme Doganali colle condizioni economiche del paese, c rendere la questione semplice. spedita, c poco costosa.
Ad accrescere poi il bisogno di un analogo provvedimento
si arroge l'importanza dci nuovi ordinamenti Doganali, che
stanno per essere allivati nei territori limitroll, l'interesse de1
quali sono identici coi nostri, sicché dalle racili reciproche comunicazioni dipende precisamente il L>en esser economico di
questa Proviucia.
Ora sembra certo, che la loro nggrcgnzlone all'unione Doganale di varii Stati JtaliJni, sarà resa possibile soltauto allora
cile il Regno avrà un proprio regime Daziario dislinto da quello delle altre Province poste in condizioni economiche aiTatto
diverse.
DEBITO PUBBLICO.
Il monte Lombardo-Veneto interessa il paese non sol') come
istituto proprio c garantito da un apposito fondo di AmmiUistrazione; ma perchè alla sua fortuna si connette quella di un grandissimo numero di persone, sia che esse volontariamente vi affidino i t>ropri capitali, sia che a ciò si tro1ino costrette per deposito
a titolo di cauzione, o a modo d' impiego ritenuto legntmentc
idoneo per le so tanzc tutelate, siccome appartenenti a pupilli ,
oberali, interdetti, assenti, o da corpi morali.ll paese aveva una
piena ficlucia nella solidità di questo istituto , percile protetto
dall'art. 97 dell'atto del Congresso di Vicnna, c dalla Sovrana
Patente 1 luglio 1822 cbe designava la sua indole, destinandolo
a comprendere soltanto passività discendenti da titoli determinati. Ma da qualche anno in poi questa fìducia puiJblica va gradatamente scemando, c quelle cnrte di credilo decaddero fuori
di ogni proporzione, al punto che non conoscendosi una causa
©Biblioteca Nacional de Colombia
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81-
di
ragionevole, si generano strane dicerie intllrno ad aumento
a
passi\ ilà che non possono per yerun conto ritenersi probabili
ituto.
quell'ist
di
he
organic
norme
fronte delle
A smentire quinrli tali perniciose YOCiferazioni, a tranquildi
lare gli animi continuamente lituban li, a rialzare il credilo
e
fori
la
onerosa
meno
cosl
rendere
quelle carte d' inscrizione, a
decimazione a cui attualmente soggiaciono tanti Patr·imonii tudi
telati dalla pubblica Autorità, necessario ed urgente sarebbe
dare una completa publllicilà anrhc <~Ilo stato ed all'esercizio
di quelle isliluzioni.
COSCRIZIONE.
è il p ili gravoso alle persone, c
Il carico della
quindi soprn ogni allro onere pubblico vuni essere posto in acto
cordo coll' indnle speciale di una data popolazione all'inten
esercizio
buon
col
ibile
compat
e
del minor aggraYi•l possibil
dell'armala.
Qncsla massima vcnr.c riconosciuta dal Sovrano, che a riguardo del rPclutamenlo rlcgli a bila nli del Rrgn'l, emanò prescrizinni speciali colla Patente 27 scllcrniJrc 1820.
1\Ja la condizione del reclutamento iv i determinato in 8 anni
scrYizio conlinuativo riesce gravoso alle persone che sono
un
di
distolte c s~iate per hmgu tempo dal perfezionarsi nelle relative
loro professioni; perniciosa al paese al quale vengono rcsliluilr
in d h itlui meno irlonei ai comuni lavori, e non giustificala dalle
esigenze rlcll' esercito, dacchè l' Autorilà l\fi !ilare rilasria buon
al
numcr'cl eli permessi temporanei dopo alcuni anni di dimora
benequesto
lulli
a
'Oie
prolìllCI
c
legale
corpo. Bendasi quindi
ficio di nn n.inor ser1 izill attivo, delPrminando dopo alcuni anni
di dimora di corpo il diritto di ottenere una lunga licenza vincolata al richiamo in caso di circostanze eccezionali: sarebbe
misura graditissima alla popolazione, utile ai paese, nè si ra\' iserebbe di pregiudizio alla forza ed alla hontà dell'esercito.
co~crizione
E PUNITIV A.
AlUilNJS TRAZION E DELLA GIUSTIZf A PREVENT IVA
Presso tullc le nazioni ele1·ate ati alto grado di civiltà, fra
le quali ponno a giusto tllolo annoverarsi corlcste popolazioni,
le mism·e prcvenlirc di polizia sono sottoposte a norme precise
c legali, c l'azione giudiziaria si esercii a solto la garanzia dcll,l
difesa c della pu bblicilà estesa anche éllla lraltaziunc di CfJillro.
1crsle di Diritto Civile.
G
©Biblioteca Nacional de Colombia
-82-
La sostituzione di un analogo ordine di prol'l'edirnenli e
massime per quanto concerne il sistema preventivo e punitivo,
è pure desiderio vivlssimo ed unhcrsalmente sentito. - La Scrivente è ben lontana dal credere di avere t:on questi rapidi cenni
toccati tulli gli argomenti rillettt·nti i ''ari rami di pubblica amminlstr.1zione che interessano ii Paese. La Congn·gazione Centrale rappresentante l'intero tcrritorin Lombardo ha mezzi più
estesi per rllc,•am, e quindi esprimere i bisogni cd i voti degli
abitanti di queste Province. Però fa Congregazione Provinciale
ha crednlo suo debito di sottomellere, giu la il § 51 della Sovrana Patente 22 aprile 1815, all'esame di codesto inolito Collegio l' aL!uale rappresentanza, corredata da moli\ ate osscn·azioni
sui punti che reputò principali, ed ascrh crù in ogni incontro a
somma ventura, se in conformità della sullodata so,·rana Patente
n dell' Artic. 12 di quella 7 aprile 1815, si avesse a ritenere, ehe
i qualsiasi suoi lumi, c i consrienziosi consigli potessero e sere
messi a profitto nella pubblica Amministrazione a vant.1ggio
della Patria.
Sottoscritti - ERCOLE VISCO!'<TlNI - AllòDREA LTSSONI LUIGI NEGRI -
INl'òOCilNZO Pll'òl
CARLO TAVERNA -
-
ALESSANDRO
FRANCESCO D'ADDA -
PORRO
GIUSEI'PE RESTA
-
ANTONIO PATRIZIO.
])O(;U:"tUI'IITO
111.
Supplica del Dotlm·e Drwiele lllrmiu.
lnclila Congregazione Centrale rli Vcnczi;r.
Da ben 32 annr esiste nel Regno Lombardo-Veneto una rappresentanza Nazinuale, poichè da ben 32 anni esistono le Congr•~­
gazioni centrali di Milano c di Venezia istituite con lo sr.opo e
con la missione di f"r conoscere ai Go1·erno i bisogni c 1 desiderii del paese.
In questo lungo corso di tempo nessun nostro bisogno, nessun nostro desider·io fu mai dalla Congregazione centrale rapp resenta lo al Governo, il quale per conseguenza dnvelle credere che
noi non ave~simo n è desiderii nè bisogni, che noi fossrmo perfettamente felici, c pienamente conteni i.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
83-
Cosi il Governo fu dal silenzio della CongregJzione centr;tle
indotto in errore, poicbè è certo che noi non siilmo nè felici, n è
contenti , che abbtamo molli veri bisogni. c molli giusti desiclerii.
Il silenzio delle Congregazioni centrali provenne dalla lcmil
eli far cosa che al governo riuscisse sgradita. 1\fa questa tema è
ingiusta eù ingiuriosa ad esso governo; poichè ingiusto ed ingiurioso è il supporre che il governo abbia concesso a questo Regno una rappresentanza Nazionale da burla, che abbia ingannato e inganni questo paese e r Europa, facendo leggi che non
vuole rhe siano osservate, perseguitando e castigando coloro
che intendono osservarle.
È nostro debito rispettare il governo che ci regge, e chi ltl
rispelta dcc credere che il govf!rno ami conoscere la verità, apprezzi chi gliela fa conoscere, e disapprovi chi gliela ocr n :ta.
- Egli è ormai tempo che le Congregazioni centrali di ciò si
persuadi no, eia l lungo sonno si destino, e rompano il d inturnc1
silenzio, mostrino con l'opera di non disconoscere la santità e
·
l'importanza dell'officio loro.
Già la Congregazione Lombarda si è destata e s'incammina
alla '•ia del do1•ere. - Un suo Deputalo fece allo di buon suddito e di buon cittadino ad un tempo, presenlnnrto al Protocollo di della Congregazione lo scritto che qui uui~co in copia,
o ve notando il fallo innegabile del malcontento delle popolazioni, propose si nominasse una commissione ehe ne indJgassc le
cagioni, ne studiasse i rimedii, e riferisse.
Se la mozione sara, come credo, nd<>llata , potrà produrre
errclti salutari, c impedir forse colli ioni funeste.
L'esempio della sorella Lombarrla è degno di essere imitato.
eri io confido che cotesta inclita Congregazione Veneta vorrà
imitarla. E di ciò vivamente la prego, onde ne vantaggi e l'onor
suo c la nazionale prosperità , e la pubblica quiete.
Protocollato il giorno 21 dicembre 1847.
ND.- L·avvocato di Venezia Dottor Daniele :~ranin, dopo inutili
pratir.be perchè alcuni dei deputali centrali delle Provincie Yenele imita scro il NJzari, si risolse di presentare egli stesso
con sua lìrrna la sopradescritla Istanza ;tlla Congregazione centrale Veneta.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-82-
La sosliluzione di un analogo ordine di prOI'vedirnenli e
massime per quanto concerne il sistema preventivo e punitivo,
è pure desiderio v h issi mo ed unii ersa lmente sentito. - La Scri\'Cnte è ben lontana dal credere di avere t;on questi rapidi cenni
lnccali tutti gli argomenti riflellt·nti i vari rami di pubblica amministrazione che interessano il Paese. La Congr('gazione Centrale rappresentante l'intero territorio Lombardo ha mezzi più
estesi per rilcvare, e quindi esprimere i bisogni cd i voli degli
abitanti di queste Province. Però la Congregazione Provinciale
ha creduto suo debito di sottomettere, giusta il § 51 della Sovrana Patente 22 :tprile 1815, all'esame di codesto intJiito Collegio 1' alluale rappresentanza, corredata da motivate osservazioni
sui punti che reputò principali, ed ascrh erà in ogni incontro a
somma ventura, se in conformità della sullodata sovrana Patente
e dell' Arlic. 12 di quella 7 aprile 1815, si avesse a ritenere, t:he
i qualsiasi suoi lumi, c 1 conscienziosi consigli potessero essere
messi a profitto nella pubblica Amministrazione a vantaggro
della Patria.
Sottoscrill'i LUIGI NEGRI
-
ERCOLE VrSCONTINI llliNOCI!Nzo Prllii
-
ANDREA liSS0:\'1 -
AtESS.4NDno
CARLO TAVERN,\ -FRANCESCO D'ADDA -
Ponno
GIUSEPPE RESTA
-
-
ANTONIO PATRIZIO.
))OCIDII'.~TO
J l {,
(pa:J. 32.)
Supplica del Dollore Daniele JJlrmiu.
lnclila Congregazione Centrale dr VcncziJ.
Dn ben 32 anm esiste nel Regno Lombardo-Veneto una rappresentanza Nazinuale, ooichc da ben 32 anni esistono le c,,ngr,)gazioni centrali eli Milano e eli Vcuezla istituite con lo scopo e
con la missione di f~r conoscere al Gorerno i bisogni e 1desidcrii del paese.
In questo lungo corso di tempo nessun nostro hisogno, nesstm nostro desiderio fu mai dalla Congregazione centrale rapp resentato al Governo, il quale per conseguenza dl)velle credere che
noi non ave~simo n è desiderii nè bisogni, che noi rossrmo perfettamente le! ici, c pienamente contenti.
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83-
Cosi il Governo fu dal silenzio della Congregazione centrale
indotto in errore, poicbè è certo che noi non siamo n è felici, nè
contenti , che abbiamo molti veri bisogni. e molli giu li desiclr.rii.
Il silenzio delle Congregazioni centrali provenne dalla tcmn
è
(lf far cosa che al governo riuscisse sgradita. l\Id questa tema
ingiusta eù ingiuriosa ad esso go1·erno; poichè ingiusto cd ingiurioso c il supporre che il governo abbia concesso a questo Regno una rappresentanza Nazionale da burla, che abbia ingannato e inganni questo paese e r Europa, facendo leggi cbe non
vuole rhe siano ossen'ate , perseguitando e castigando coloro
che intendono osservarle.
È nostro debito rispettare il governo che ci regge, e clli lo
rispetta dee credere che il govemo ami conoscere la verità, apprezzi chi gliela fa conoscere, e disapprovi chi gliela ocr n 'ta.
- Egli è ormai tempo che le Congregazioni centrali di ciò si
persuadi no, (Jal lungo sonno si destino, e rompano il d inturnn
silenzio, mostrino con l'opera di non disconoscere la santità e
l'importanza dell'officio loro.
Già la Congregazione Lombarda si è destata e s' incammina
alla via del !1ovcre. - Un sno Deputalo fece atto di buon sndùito e di buon cilladino ad nn tempo, presentanrlo al Protocollo di delta Congregazione lo scritto che qui uni~co in copia.
o ve notando il fatto inncg~bile del malcontento delle popol~zio­
ni, propo e si nominasse una rom missione t'he ne indagasse le
cagioni, ne studiasse i rimcdii, e riferisse.
Se la mozione sarà, come credo, aùollnta , potrà produrre
etTclti salutnri, c impeùir forse collisioni funeste.
L'esempio della sorella Lombnrrla è degno di essere imitato,
eri io confido che cotesta inclita Congreg azione Veneta vorrà
imitarla. E di ciò viv11mcnte la prego, onde ne vantaggi e l'onor
suo e la nazionale prosperità, e la pubblica quiete.
Protocollato il giorno 21 dicembre 1847.
ND.- L·avyocato di Venezia Dottor Daniele ;u an in, dopo inutili
perchc alcuni dci deputali cenlrali delle Provincie Vencte imitassero il NJzari, si risolse di presentare egli stesso
con sua firma la S•Jpradcscrilla Istanza ;~Ila Congregazione centrale Veneta.
pr~lir.he
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-
84 ·-
Quindici domande dei Lombardi accettate altresl.
dai Vene::iani.
Alcune delle riforme credule necessarie nel Regno Lombardo-Veneto:
1. Concentramenlo di tutti gli attulli poteri dei Dicasteri
Aulici nel Vicerè, il qunle assislilo da un Consiglio di l\Iinistri
debba dipendere soltanto da S. l\Iaestà.
2. Ampliamento dci poteri delle Cougrt'gazioni provinciali, e
trasformazioni delle Congregazioni centrali in Consigli di Stato.
3. Relisione dell'annuo Budget per parte ùel Consiglio eli
Stato, Yictato r aumento e la I'<Hiazione delle imposte, la contr<lttnzione di prestiti, e l'ammissione di deiJiti a C<lrico nazionale
senza il suo assenso. Riduzione del debito pubblico a quello contemplalo dai Trattati c dalla Sovrana Patente 27 agosto 1820.
4. Conferimento di tutte le cariche, meno quella di Viccrè,
agl'Italiani; csclu ione di questi, per parità ùi trattamento, fuori
d' llatia.
5. Trattenimento in 1!<1lia delle truppe nazionali, rimozione
di q nelle appartenenti ad altre provincie Austriache, riduzione
della Capitolazione ad un quinquennio.
6. Regolamento che freni l'arbitrio della Polizia, c gli abusi
della forza pubblica; speciale mandato scritto per l'arresto d'un
cittadino, immediata consegna r!cll'arrestato all'autorità competente; replicate diflldazioni al pubblico prima di scendere alle vie
di ratto.
7. Giudizii pubblici c~riminali e civili, riforme penilcnziarie
~Ile carceri, abolizloue della pena di morte, almeno pei delitti
di Stato.
8. Sostituzione di l('ggi ragioneyoli a quelle ora esistenti sulle
Dog~ne e priv~tive sul bollo della carta, sulle poslr, sul Dazio
ronsumo , sulle società industriali, sui rJtlimenli, sulle pronotazioni cc. cc.
9. Prov1·edimenli sulle manimorte, sulle corporazioni religiose disadaltc dall'indole dci tempi, sull'ordine Gerosolimitano, svincolo dci feudi e maggioraschi.
10. Dipendenza dci comuni d~lla R D leg~zione, e ragione' ole temperamento della sorl'eglianza.
11. Adesi une alta Lega Dllganale Ualian.1, libera circolazione
di 1•gni merce nell'interno dello Stato.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-85-
12. Conces ione di una via fer·rata da Milano a Piacenza, e
da 1\Iilano al Ticino verso Novara, e prolungamento di quella
di Como lìno al conflue Svizzero.
13. Libertà di vi;rggiare in tntto l'impero Austriaco colla
sola carla di sicurezza, e diritto di ottenere su bilo e sempre un
passaporto generico per lutto l'estero.
14. Riordin;rrnento della pubblica istruzione.
15. Larghezza di stampa simile a quella ora concessa negli
Sta li Pontilìcii.
DociLIIEI'WTo
IV.
(pag. 38).
Elenco dei fuili nel 3 gennaio 1848 in ]J.filano.
Età.
Profess ione.
Osserva zioni.
1 Pirola Anselmo. . . . . .
14
Garzone di armninolo presso
il Calabresi.
Due ff"rile ~r~H· i. l'un01
~Ila lesta di . sci:..hul<~, e l' al1ra ,_li a
spo~lla sinislra t1i
2 Granata Vincenzo. . . . .
19
Garzone sartore.
Una f~· ril.l al hr::a:ccio
sinistro di grave
pericolo (in un•
3 Casliglioni Fortunato. . .
14
Garzone sellaio.
l Peylavin Lnigi. . . . . . .
(s . Bernard ino , 2922.)
14
Scrittore ùi ragioniere.
Tre
5 Pifferi Gabriele.
13
Spazzacamm ino.
Ferila alh Lf'sta siudicala leggiera.
6 Rusconi Gaetano. . . . .
42
I mpit•g;;to,cioèaccessista di go•
verno.
Ferito ""Ila GJlltri,a
Dt Crutoforf ç ali>~
Nome ed abitazio ne.
(Contra da di sm1 Bernardino alle Monache.)
b.JÌilOCllil
(Contra da san Rocco a
Porta Romana.)
osi cria).
Due fcnle alla test2
d' indole leggier;l.
(Casa di san Jllichele,
3847.)
(Terrag qio di san Damiano.)
(Contra da dell'Agn ell",
962.)
fpritc ~ravi d1
baionetta alla testa~
al d11rso 1 ed al
brarcio sinistro.
testa ('On isc:oprr
tura di cranio 1 erl
alla racli<'e del naso
4
con fra!lu:a dellf'
Ossa Jel medesimo .
©Biblioteca Nacional de Colombia
-86-
Nome ed abitazione.
Età.
7 Bonetli Carlo. . . . . . .
27
Osservazioni.
Professione.
Benestante.
Ferita al l•racf'io sin• ·
strn.giut.licJia ins ··
(Borgo di sn.n Pietm
in Gessate, 285.)
~uilo
c.li poco pen ·
colo.
l'l Cccrolini Ginseppr .. ..
(Cont. di santa il1aria
Segreta.)
21
Fornall.l .
Ferilo gravt'menle .!
U Ca<fi!!lioni Slcf11no. . ..
39
Tessilo re.
10 Brngnoli Lui:,rf. . ... .
40
Tipografo.
Due ft·ritf'> di puola ,.
1;-~glit', l'una a1! t
1esl.t , 1' altra 1l
hraccio destro.
Una f~rita alla testa
giudicata di poc,,
pericolo.
47
PossiJente.
(Contmdadi Vetrasc/li.)
(sa·n Pietro Sca 'd asole,
360~ a.)
11 De Lnrcnzi
G~rlnno.
(Con t1· . .sanZeno, Casa
Fanloti.)
haionr·ll.4 alla
lica destril,
1
n ·
Ferito alla lesta in
Gitlll'ria, nun pero
gnvPmenle, e c],.
Vj'fSe contusioni su'
corpo.
Due ferile di hglin
ali• lesi> •d •Il•
mano destra con
gnt\1 e pericolo d•
25
Lavorante di lucerne.
4.5
Possidente.
14 Albera Andrea. • ....
M
Possidente.
Ferila al <';lpo con ce·
rel.rnle commM.ione e s<'operlurn Ji
cranio,quind• grave
P prl'icoloshsima.
Undici fer•le, selle all ,a
!l'sin Cii sciahola .
etl altre qu.anro di
h:tionett• in divf'rse
pHli c1,•J co rpo . Alod il ginrnu quindici
senn .. io.
15 1\Iilnni Felice. . .....
17
Legatore di libri.
Due ferite alla frtlnle.
IG Ro' ida Luigi.. . . . ...
28
Sabblonaio.
N•1ve ferite gravissime,
la m<1ggior parte
alla testa.
17 Valli Giovanni. ... .. .
38
Falegname.
12 Elclli Antonio ..
( san P ietro all'orto,
903 .)
vitJ.
13
Sal~
Giovanni. . . . . . .
(Contmda di Spadari,
::1214..)
(Contr. eli santa 111aria
Podone, 2~1.)
(Conlmrla Fiori Chia!"i, 1U2U b.)
(Borgo lli san Pietro
in Sala alle Case nuove dette la V1llc.)
Un ;, ferila all:1 lrStOII eli
(Vicolo di sant' Aquilino, 3762.)
©Biblioteca Nacional de Colombia
sci~ùola
e l' allra di
b.~iun~""H• al veolre,
entrambe pericolo.!.issimc.
lS7-
Nome ed abitazi one.
Eta.,
----- ----- ----- ---1
18 Gelosa Giuseppe..
san Catocero, 3026.)
Profe .. ione.
di taglio, con peri-
t !l Tesi a r. insrppe. . ..
(Cittad ella. 3626.)
40
Come sopra.
20 Saini Girnlamo.
40
Ortolano al Ponte
Vetro.
(t aglllftto di s. Marco,
t!:ll}g.)
:21 Pandollì Agostino .....
Osserv azioni.
·r-----------~-----------49 Lavoraute Cale- Sette ferile io ,varie
par11 tlt-l<'orpCl tutte
glltllne.
27
Fabbro ferraio.
( Contm da Doccllello,
culo d1 vita .
Sei ferile, .come sopro.
gr~vus1me.
Ferito da uno Hhioppellula
al
gioO('·
chio. Amputa to, e
morto.
Ferito in ,·arie parti
del corpo.
2471.)
22 Fugacela Jsicloro. . .. · 28
Falegn ame nell'o f-
23 Guzzctl i Ferrlinanclo.
2il
Ucina del Sala
a San l'Angelo.
Fabbro ferraio.
24 Canzian i Pasquale ..
26
Facchino.
(Coni. di Drisa, 2875.)
(Alla Foppa, 2009.)
( Corso di Porta Comasina , 2124.
25 Monli P3olo . . . .
al ltnccio sillistro.
Due ft·rile alla test~,
grav1.
Otto ferile, ci tuJue dt
sri.thola alla testa,
pt!ricolosis~ime
,
6!'
tre in altre parri
60
l<'alegname.
(Dor(lO di Porta Comasin a, ~097 .)
26 Guzzclli Loremo.
Qu~llro ferii~. due al
r~fl-<) morl:lli. e dur.
34
Fabbro ferraio.
(Strada a san IIIarco,
del corpo.
Due fenlt tli haionett a
all.a
folccio.~
cd in al·
tre parli dtl corpo,
gravis5im e.
Una fenta ~11 .. l tifa, e
Hl aiLre part~ del
corpo.
1981.)
Tre ferile di sciaùola
alt.& testa c::oo le.
27 Domenico Mazza ..
2il
28 l\laria l\Iazza Pollini.
53
Ostessa.
Du~
29 Dc Lorem l Carlo.....
!17
Slracciaiuolo.
Gravi
30 Castelli Antonio . .... .
36
Ortolano.
Tre ferite leggiere alh
Oste.
!Dorgo eli Porta Comasin a, 2120.)
sione del cranio.
(idem .)
(Borgo PaTta Comas ina, :ID55.)
D'Jrgo Porta Comas ina, 2120
31 Castelli Teresa ..
(idem.)
Figlia
del sud-
ferile come sopra.
contusioni ~1
Uurso ed al braccio
sinistro.
lesta.
Due ferite alla testa
detto.
©Biblioteca Nacional de Colombia
ed alle mani.
-88Nome ed abitazione.
Età.
32 Cellolli Giuseppe. . . . .
(Nell' officina Sala a
22
Fabbro Ferraio.
Sei ferile, tre all3 te~
ila di sci.thola e Lrf>
al pc·tto di bolionetta. ;\1orì sul colpo l
~33 Pacini Ginseope.
52
Fabbro
Ferraio
nell'olllcioaSa-
DicintlU
ferite , la
maggior parte alla
Professione.
sant'Angelo.)
. . .
(s ant'Eufemia, H81.
Osservazioni.
ta.
Lt-sl o.l_. pPr cui mori
(ltlpo uo' ac;onia di
du~ giurai.
3-1 Dott. Carlo 1\fanganini .
(Corso di Porta Orientale, 72i. )
74.
Consi gliere d'Appello.
Ucciso sul
quattro
colpo
da
S<' i,.bul:.te
:1\1.1 tesla, e due al
1mJccio destro.
35 Bernay Giulio. . . . . .
27
(Palazzo lffarino.)
Cuneo del conte
Fiquclmout.
Sei
col pi di sciahola ,
pel' cui morì dopo
36 Jnvernizzi Vin('cnzo. .
60
Possidente c negoziante di seta.
due gio rni .
Du e culri di baionetta
:1lturace con grave
37 Ribollii Giovanni. .
42
Tipograro.
pericolo di vitu.
Ferito alla test3 .
38 Rossi Giacomn.. .
20
Vetraio.
Feril o d.a haione tla
alla m.:mo .!!Ìoistra.
39 ~Jazza Angelo.. . . . . .
28
Mercante di vino.
Ferilo al
40 Porro Giuseppe. . .
49
Sartore.
Ferilo :.Ila lf•sla non
gravemente.
18
Giovane di bottega presso il mercante di vino
Ma::.:ra suddet-
Ferilo
(C ont. Cusani, 2:ti9.)
l'
(Borgo dJ Porta Romana, 4.606.)
(Monforte, 258.)
(Conti·. di Sant'Antonio. Osteria di Sant' Antonio. )
(Borgo di Porta Comasi na, 2097.
H Melacaccia Gaetanr>. . .
femol'e
(h
b.~iùnella, co n pericolo di vita.
(Contrada di sant'Antonio.)
da colpo di
squadrone ;:~l brac·
cio sioi!.tro, g•udicato gravissimo.
l:>.
42 1\larelli Paolo. . .....
( Contr. di sant' Antonio, 4736.)
-13 Rossi Demt>trio . . . . . .
(Contr.de'FI·usttzgna1'i,
29
Tappezziere.
Ferita grave all'arti·
col.tziOIH! t.lell'ome~
ru sinist ro,
auri~
luula a colpo
di
h;.uonella.
20
Studente.
Ferito gravemente al
1687.)
©Biblioteca Nacional de Colombia
parielale destro.
-89Nome ed abitazion e.
Eta.
Professio ne.
O sse rvazioni.
3l
Tessitore.
Tre ferile piuLl~sln
gravi, l' una ~ ;al
li orso, l'al tu al zi..
som:ltico tleSlro' t!
la lt<n.a alla p<Hle
sinistra del costato.
i5 Schmiflt Carlo .. . ... .
2i
La!toniere lucernaio.
~ti 1\Iarchctti Carlo . . . . .
38
Cuoco.
Uua ferita gr:1ve ali;,,
sc~q>OIJ destra.Tltltora in pericolo.
contusioni ai
Forti
17 Boldrini Carlo ....
3i
Fabbro ferraio.
Feritu <liiJ parte );~t••­
rale swisl ra de\1,1
spina c.lors-.le.
·i8 Pagani Giuseppe. . ...
13
presso
Fabbro
l' oflìcina Sala.
Ferito alla coscia de-
49 Bu~nelli Paolo..... .
(Borgo Spesso, 134.1.)
26
Sellaio.
Ferito àa haionelt..l
illl:t parlc sinistr.1
44 Repossi GiiiS<'ppc. . .
(Contr. Vetraschi ,
3808.}
(llfercant id'om, 3220.)
(sant'Ett(e mia, H8l.)
lombi (culpeslalo d ..
un dr~goue a c 1·
vallo.}
(Borgo di Porta Romana, 4609 a.)
(St1·adone a sant'Angelo.)
5o Crippa Francesco.
Vie•!
Segretario
]JI'CS O la Cnngrct<azione mun ici pale.
!Broletto.)
1lt Pacini Carlo . . . . . . . .
(sant'Eu( emia, 4281.)
15
o:! Borsa
44
Giovanni. . . . . .
Fabbro gtlfzone
(fratello ùi Giusrppc.}
Ortolano.
(Contrada de"Spada ri,
sLra.
del costlllll.
Ferilo nnn ~ravementc:
al menlo cd al
brarc1o o;inistro con
calcio d1 fuc1le, nell' alln che si nreslava il Podes1à in
Pe$cheria Vecchia.
Ferito 31 fianco destro.
Ftorito sravemente al1.1
lesla C'VO
colpi di
sciabola.
3252.)
53 Lazzaroni Carto. . . . . . 42
Impiegato ali'Arcbilio.
Ferilo da arma òi laglio.
154 Galli Giuseppe . . . . . . .
Tessitore.
Ferilo leggermente d~
Maestro clemcntarc.
Come so pro.
(E..c-Convento del Carmine.)
(Contrada
dale.)
50
haiOIH'UJ.
dell' Ospe-
55 Chiappa Luigi. .... . .
(santo Ste(ano in Borgogna, 361.
©Biblioteca Nacional de Colombia
90 Nome ed abitazione.
Eta
l
--
56 Swaiger Antonio . . . .
19
l
57 Swirmer Lorenzo..
(Borgo dì Porta Comasina, 2097.)
Professione.
Osservazioni.
Cameriere in casa
Lilla.
tii ornaliere.
Ferilo l.llle brnccia cl a
colpi di
sci<~hola.
Come so,,ra.
t 8 Calvi Ercole . . . . • . . .
29
l)Hlore.
Come sop ra .
59 Fumagalli Carlo. . . ..
27
Fabbro.
Come sopra.
(Vicolo Ponzi, 1407.)
(Cont. di Brisa, 2875. )
60 Moltrasio Giuseppe.
(Ciovasso, 16-10.)
In verniciatore.
))O(Jl/JIIE"TO
F eril o gravrmente in
varie parli tlc l cor·
po da haiooetla.
V•
(pag. 41.)
La Congregazione Jlfunicipale della cillà di llfilano.
Cilladinl!
Non ha guari la vostra l\lagislralura diri geva a voi parole di
esultanza: ora è coll'accento dell' arnizione che fa sentir la propria roce. Dolorose scene funestarono le vostre contrade; lo
spavento Invadeva la cittadinanza inerme; parecchie fami glie
sono nel lutto.
I nostri rappresentanti non si ristel!cro dall'accorrere, per
quanto era in loro potere, ad ;1rrestare il braccio del rigore.
1\la gli sforzi della loro huoua volontà non avrehbero il bramato ell'ctlo senza la vostra cooperazione al santo scopo dellà pace
e della tranquillil.l.
Taluni imaginarono erigersi in censori perchè venisse eseguila una legge, ora caduta per consuetudine in disuso, che vieta
fumare per le strade. Questo filtlO dovette richiamare l'attenzione
di chi è costituilo a tutelare le leggi, n è poteva imporre a coloro che non vi si crede vano nstretti.
Cittadini! Il rispetto alle leggi ed al libero esercizio degli
individuali diritti dalle leggi non limila!i, eostituiscono la gua
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
91-
ii siano da voi
rentigi a della cil·ile societi . Questi santi princip
autorit à, nè im
rispettati, e nessun o si perme tta discon oscere i'
dirilli.
propri
de'
izio
l'eserc
no
pedire a ciascu
come si Ju
Se la vostra Magis lralura ba sull'an imo vostro ,
in lei,
posta
avete
che
!ìducia
la
dà
solo
be
c
mpero
singa, quell'i
o
parlan
vi
che
Quelli
invito.
mostra lelo coll'ac coglie re questo
divid.m o ogni
voi
con
che
voi,
a
mezzo
di
tolti
ni
cittadi
sono
caparr e della vointeres se: ascoilateli, e date con r.iò le migliori
sempr e più ma n
stra benevo lenza verso di loro; locchè servirà a
gli guidi, che
che
bene
del
re
d'amo
a
fìamm
tenere viva quella
conduc a a tutto adnper arsi per tutti.
Li 4 gennai o 1818.
CASATI
Podestà.
Assessqrl
BELLO TTI -
CRIVEL LI - l\fAURI
BELGIO IOSO.
DOUI I.'IIIE!'WTO
BAllET TA -
GREPP f
V (.
(pa,7. 41. )
AVVISO.
consid ereGente irrequi eta e facinorosa sparsa in numer o
città, osava
questa
di
punti
nti
freque
più
c
ali
prin,~ip
nei
vole
per imped ir loro
ieri d' ingiuri are in pubbli co tranqu illi abitan ti
farlo anche atl'uso innnce nte di fumar tabacc o, cd ardiva di
.
fumare
a
colli
geri
passag
i
tando
violen
e
truppandflsi
gli attrupp aA reprim ere un tanto ecce so ed a dissipare
e perch" non si
menti furono aUivate pattugl ie di forza armata ;
pubbli co che
il
e
avvert
si
vi
tentati
rinnov ino questi colpevoli
ro; che la
onasse
abband
si
i
''
che
r0ioro
li
arrest;1
tosto
o
sarann
per
armata
te
etamen
compl
erà
procrd
forza pubhii ca di polizia
e che a tenore
rintuzz are con vigore ogni crimin osa resiste nza.
p' P0 elle vieta
dell'av viso pubbli cato il giorno 10 eltcmb re
dissiparlo.
per
rigore
il
tullo
ogni attrupp ament o, userà di
que danno Dovra nno quindi imputa re a s2 stessi la qualun
disposizioni
arie
necess
queste
da
se
derivas
sa conseg urnza che
osi, coi turanche coloro che si confondessero, sebben e inoper
sè stessi quei
bolent i, c ne dovran no ugualm ente accagi onare
©Biblioteca Nacional de Colombia
-02-
genitori, quei tutori, quei padroni di botteghe, che non sapessero vegliare sui loro lìgli , tutelati e garzoni, per impedirli dal
prendere parte anche di sola curiosità nei ripetuti attruppamenti,
non potendosi in simili casi distmgucrc gli innocenti dai colpevoli.
Essendo pure da qualr.he tempo inYalso cd esteso l' abtlSO
riprove,·olc d' imbrattare all'esterno le muraalic delle chiese,
dei puJ)i)iici cdilìzii e delle case privnle ron maligne iscrizioni,
con cartelli ingiuriosi e con segni lìguralil'i indecenti, s'ingiunge a tutti il divieto di praticarlc, solto comminatoria dell'immediato arresto, salvo quant'altro fosse di legge.
Eguale misura del personale arresto sarà adoperata a far cessare i canti, le grida c gli schiamazzi smodati che si frequcntano
di notte e che sono per se stes i contrari alla quirtc generale
degli ai.Jitanti. E pcrchè nelle predclte iscrizioni e canti si ardisce
di far abuso talvolta del nome vcncmbilc c sacro del Sommo
Pontefice, si ricorda come esso nell'Allocuzione delta nel Concistoro tenuto il giorno 4 ottobre p. p. siasi in proposito espresso
come segue:
" Gravissimamente Ci duole non pertanto che in varii luoghi
» vi abbiano alcuni i quali temerariamente del Nostro Nome
» abusino con gr a\ lssimo oltraggio alla Nostra Persona ed alla
~ Suprema Nostra dignil1. La qual cosa (conchiude la lodata
» Santità Sua) certamente Noi grandemente aborriamo qual
• coutr<~ria alle Nostre intenzioni, come appare dalle Nostre
n Enciclicfte a tutti i Nostri vener~bili fratelli i VescovJ,indirizzalc
" il 9 di no1 cmbrc scorso. »
Si ricorda da ultimo ai Sudditi il divieto di portare cor.carde
od altri emblemi stranieri, cd a tutti poi qualsiasi altro distintivo
politico, si m bolo o segno di ricognizione , sotto comminatoria
dell'arresto, sal l' O quant'altro fosse di legge.
J\Iilano, li 1 gennaio 1818.
JJall' I. R. JJire::ione generale della poli::ia nelle Provincie
Lombarde.
L' 1. R. Co ns. Aulico attunlc, Direttore generale della polizia,
Barone DE TouRESANI-LAI'iZENFBLD.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-9:.1Docll .UI,~To
(1Jafl.
VII.
42. )
Il Yicerè del Regno Lombardo- Vene to
agli abitanti della regict cillà di illilano.
l troppo deplorabili avvenimenti Yerifìcalisi in qucsli ultimi
giorni in l\Iilano hanno recato all'animo mio un gr,wc dispiacere, hanno portato una profonda ferila al mio cuore.
Dopo tante prove indubbie di attaccamento alla persona di
Sua l\laestà ed al suo g0verno per parte degli abitanti ùi queste
provincie, anche in epoche diffìcili, fu per mc inaspl'Ltalo il vedere come una parte eli questa popolazione, tanto pacifìca c ri
spetlosa verso le autori l •. abbia in quesli giorni potuto lasciarsi
strascinare fuori del consueto suo contegno per l'impulso di
pocbi malel'oli che. aHcrsi per indole ad ogni sorta di autoril•l
c di ordine, si compiacciono di spargere il malcontento , e di
promuoverne le malauguratc conseguenze.
L'andament o regolare di qualunque amministrazione può
sempre abbisognare di progressivi miglioramenti. - Manifestazioni turbolente non potrebbero cb11 rallentare la de<'i ione su
prema, c renderebbero deluse le mie più (ondate speranze, non
potendo in allora innalzare al trono di Sua Maestà i voti che
non avrebbero in loro favore l'appoggio della tanto desiderata
moderazione.
1\Jenlre frattanto è mia sollecita cura di sopravveglia•e alla
sicurezza personale di tutti gli abitanti di questa citta, è d'altronde del mio stretto dovere Ili non permettere che l'unione
di volant\ private presuma di ledere la lillerta indi\ itlnalc assicurata come è dalle nostre savic leggi.
Diletti Milanesi! lo ebbi già delle prove del vostro attaccamento
anche alla mia persona, eù ora confìdo nella conosciuta vostra
prudenza c moderazion e. Siate dunque tranquilli, fìdalc in chi il
preposto alla direzione eù al savio ordinamento de',·oslri bisogni,
c non tarderete a conoscere come la sovrana benignità sappia
J.lt·ovyedere al pubbllc.o bene.
Milano, il 5 gcnn<lio 1843.
flA:iiERl.
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
9i-
DoclJ: tiE:1iT O
VIli .
(pa;J. 31.)
(Bmno del Discorso lello da N. Tommaséo all'A !eneo
di Ve11ezia il dì 2~ dicembre ·lH47.)
de' Documenti col
Non volendo accrescere di troppo il volume
Tommaseo, e nepchiaT.
del
o
discors
il
i!ltcro
peT
pa!·e
ristam
ci contentiamo di
pu·re volendo guasta rlo col darne un sunto,
dimos trano qwmlo
cilarne le ultime pagine, che bastantemente
di coraggio civile,
sia stato moderato, equo ed incolpa bile l'atto
a.. - Preme ttiamo
col quale egli si onorav a nell'Ateneo di Venezi
,Jfinis tro Baron e
rtl
a
scrivev
séo
Tomma
stesso
lo
che
la Lettera
di Kubeck.
Eccellenza,
flcllo Stato , e
Questo Discorso che accenna ad alcuni mali
molte <.Ielle più autorevoli
ad olcnni rimedii, venne ascolt.1to da inlcrrn
lto se non dagli appersone che ~ieno in Venezia, c non del diritnr
c, ma alla sinceplau~t, i qn~li andavano non all'nrtc
egli era proemio . fu
ra ,·erita <Ielle c•>SC. L' islimz;l, alla quale
nome d1iam , di non
.'oltoscrilta da molli dl colto ingegno, odisappia
che questn paese
ismodato sentire. Giova che il govcr·n
FinchJ si prutedc colla
non è né contento nè incontentabile. stria
;1prire agl'Italiani una
ll'gge alla mano, toma com0do all'Au
una via
via di snddislilzioue non tumul tuosa, aprire a se stessa
a.
onorat
di salute
a Vicnna stessa
lo presento questo Discorso, chiedendone
é più r.op1c ne corla stampa. Proli.Jirta sarcbiJe inutile , giacchso
prudente, perrono per Italia: pcrmeUcrla sareiJhc decoro c ec'inten
de. Altre
ché mostrcrchbc elle l'Aust ria ci ascolta
gazioni proistanze Yerranno tra hrcve, chiedenti che le Congre
che il1cgno Lom\inciali c centrali non sicno un'om bra 'ana;
pro,·tncia, anzi una borbardo-Veneto sia un regno, c non una govern
o conrurme all'ingata di Yicnna. In que<te tre cose eflìcaecmcnte
srnlino
rapprc
che
li
deputa
e
nazion
della
dole
stare, ciascun eitla volontà d'essa nazio ne- facollà diin manife
istam pa- in queste tre
tadiuo, i pr11pri c i comuni dcsidcrii
in allo secondo gli
cose non gi 1 con cedute di nuovo, ma messe
quiete, c I'A.uslria sicuanlrchi decreti) tro\'eranno questi paesi
ogni giorno
rezza. Senza queste, il disonore e la ruina si farannospese; il gomaggiori; le rencJile sempre meno basteranno alle
verno faJJira in doppio modo.
sospetti c timori,
Se il muto dPi fratelli Bandiera eccitò tanti regge
più il tropensi V. E. che sarebbe, ora che l' alt11re enon
la coscienza del gcno, che r utile di parcccbi gran Pùlentali
©Biblioteca Nacional de Colombia
-
!HS -
nere umano sla per l'Italia. Bisogna o riconoscere i sulJi diritti
o, dopo un'agonia, quanto più lunga tanto più imprecata, perire.
lo so elle V. E. sente nell'anima queste cose, e ie ha delle.
Pero non mi stendo in molli ragionameuti. Ma s' altiÌ mi
domand~s c con che aulnnla io entri a parlare di tali cosc:u Con
» l'autorità ( rispnnrlerci ) di scrittore ouorMo , d' uomo che
» ahorre da ogni violenza sia di re sia di popoli, e nulta chiede
» per sè, n11lla spera, c non ba ambizione altra che di non am» bi re ne le croci de' principi, n è gli applausi de' passionali ne" miei de'principi; che in\'oca il patimento, e vorrcbuc esser
» degno di patire per causa sì sacra. ,
Venezi <l, 4 gennai,) 1848.
N. TOMMASÉO.
· 'pt."r l~ ciua·li C.osC i;J ércdc~do. f~rn:ia~cOtc ·d; ade~pi~rc" u~
debito sacro, propongo che non solamente gli scriventi di professione, ma quanti mai sudditi aii'Auslri;, possono aver bisogno
di difendere in iscrillo i diritti propn o de' loro atlir}enti; quanti
mai leggono, o, non lrggcndo e si, amano che i loro allinenli
~pendano nel leggere alcuna parl~ del tempo; sottoscrirano ad
nna petizione legali sima, moderatissima, do\·c r.hiedere l'o servar1Za c il complemento della legge censoria del qnindic~i. E non
per suggerire ad allri le parole, ma per ucne determinare il
euncello mio, direi ch' rssa istanza potrcbl.l' essere del seguente
tenore: in che gli uomini di qualsivoglia <>pioione , fosser' nnt-Ile addelli ad uffizi regi, possono senza pericolo n è taccia can.
\ enire.
cc
l\fAilSTA ',
n 11 decreto riguardante la censura de' libri dato nel 1815,
nssicurn agli Scrittori facolll d'esaminare l'amministrazione òello
Stato in gt>nerc c ne' suoi rami, scniJrirvf difelli, od errori, proporre miglioramenti. svelare '" \rni111enti passati. Noi chicggiamo istantcmente all' 1. R. :\1. V. che tale facolla ci venga rodotenuta nel facto.
» Chicggiarno, prr quello che spella agli avvenimenti passati, che i publ.lliri archivi sirnn aperti, senza bisogno di speciale licenza, ad ogni persona di nota probita, che voglia per qmlunquc sia inclagine consultarli.
,, Il mede si mu decreto ~uole che le gazzette dello St.1to, per
importanza c pienezza di notizie sicn tali da sostenere il paragone con l'estere. A. tal nnrma chieggiamo con !ìdul'i.l che la
censura si conformi; e chicj!;giamo che le cose politiche non abbi<rno una censur~ da sè: nè le cose teatrilli un commissario eli
pulizia per r.cnsorc.
»Esso clecrclo comanda che doclic'i fogli di sta.mpa sicno li·
<·cnziali iu 1111 mese. sci in quindici giorni. l\la perchè il detto
termine sarebbe inutilmente assegnalo se i ecnso1ri doYessero in
caso di clnLJbin ricorrere all' ~ulicn dicastero di Vienna; pero
rhicggiamo istanlcmcnle r.he nel luogo stesso ov' è l' ul'fìzio di
Censura, possano gli scriventi appellarsi al giudizio d' Uùmin i
©Biblioteca Nacional de Colombia
-96-
noti al governo, quali sarebbero, tra gli altri, i professori di
lettere ·~ scienze, i soci rlcll' l. R. Istituto, i presidi e \'icepresidi delle accademie; i quali conoscano se nello scritto di cui si
dubita, sia cosa che alla quiete o alla moralità pubblica possa
portar nocumento.
, E perchè l'appE>IIo segua più rado, domandiamo che i primi
censori rendano le ragioni del toro divil'to, come sogliono gli
altri tribunali anco in cose di meno impnrtanz<I .
.,Ancora chic~;;iamo che i censori di provincia po~sano licenziare oltre a tre f,lgli eli stampa: chiegg~<lmo che gli scrflli approvilli da Ull uflizio rli censura austriilca, possan essere ancùc
fuori drlla gim i'ìdizinnc di quella censura stam pati.
» Chicgg iamo che i sudditi austriaci i quali stampassero fu or
di Stato, nnn sicn ten uli colpevoli per questo solo che staml'ano fuor di Slat.> senza licenu: ma che alla natura dello scritto
medesimo sia pllsto mcute, come la legge ordinava.
"Le quali dl)mandc avendo lor fondamento in essa legge d i
V. 1\J. 1. n. c nella sana r~gionc, crederemmo far torto ~Ila sana
r.1gionc c ~Ila legge se ci spendessimo lunghe paro!~ a conferma c a preghiera.» lo 'i presento, o signori, con la mano sinistra la legge, con
ta destra l'istanza che n'è necessario complemento. L' ooorc
della l'l'azione richiede un at! o, p iLI alti, di coraggio Cii ile, dai
quali l'opinione puuiJJic,, wuga in modo chiaro e concorde manifcst;tta. Alti t.11i saranno sori(Cnlc d' inesalll i bili bencfìzi. Il
tempo stringe: perdcrltl nel sogguardarsi bicrarncnle, sarebbe
r01 in a c 'crgogua nou meno a· go,·enwnti che a' sudditi. 1 mom•· nti sono gra1i, c i gmcrnan li lo sanno. In 1ece di spaventarsi o sdegnarsi di questo o di simili atti, dopo la prima sorpresa, ci stimeranno: re ne saranno riconoscenti; riconoscenti,
dico, perché n0n chicggiamo assai più, 1101 cilieggiamo in modo più forte, perchè ci armiarn della legge. Il silenzio in tal
fr;mgcnlc sarebbe peggiore minaccia. Ahbiamo taciuto abbastanza. Sia ra gionata, sia temperata la Sil(nilicazione delle 1ostre
'olonlit, ma sia schietta c a fronte alta. Se passioni eli rancore o
di cupidigia sobbollonu in quillche rutima irritata, nel prim•> fcn ore
<Ielle cose sappi<HDO slornarne l'impelo con l'esempio dell'ordine c
del coraggio. E qui c' é vero c•Haggio, perchè qui, più che in altra
parte rl' Italia, è pericolo alzar la voce. E per questo io alzo In
Yoce, c abbandono per poco la mia soli tudine diletta; e fo forza
all'indole c agli iliJiti miei; c 1i prego, o Veneziani, cl' accogliere la mia parola fraterna l'o n q nell' affcllo elle me la esprime dall'anima. Stanco c nm liato dc' crudeli c fai eli dispregi che
4Ualche Italiano osa versare su voi, p rima ancora ch'io compiessi il prcsrn le ufizio, ho illlllllltzi·tto agli altr·i llaliani che
l'avrei non inl'rutlu nsamcnte compiuto; mi son f:ttto mali evadure che i Veneziani conservano la memoria di se stessi; elle,
qualunque sia l' av1cnir(•, sapranno meritarto onnntlo. E già tu
dimostrano in fillli. Pcrchè t.t cusrirnza delle Nazioni p110 rlormirc anni ed anni; ma fin ch'esse non sicno disperse dall .l l;tccia della terra, non muore rum.
F l NIL
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