VIAGGI DI CARTA

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VIAGGI DI CARTA
VIAGGI DI CARTA
Quello che qui si propone è un piccolo viaggio nello spazio e un lungo viaggio
nel tempo. Non così piccolo nello spazio come quello descritto dal savoiardo
Xavier de Maistre nel 1794 con Voyage autour de ma chambre, ma virtualmente
infinito nel tempo, se quel tempo rappreso che si materializza nei libri potesse,
attraverso la lettura (e le interpretazioni varie dei contenuti), dispiegarsi di nuovo
grazie al succedersi dei potenziali lettori. Il papa Gregorio Magno diceva, a proposito dei testi sacri, che crescono e lievitano grazie alle interpretazioni.
Una biblioteca antica è dotata di una vita latente, che si risveglia e fermenta
attraverso il suo uso, lavorandoci dentro e trasformandola in un labirinto/laborinto, dove - come nelle moderne installazioni - chi vi entra non è soltanto uno
spettatore passivo: interagisce con quanto incontra.
I libri celano al loro interno un passato che riaffiora nella sua complessità irriducibile al presente. Non si concedono per intero, ma offrono una riserva inesauribile di senso, un carico di questioni non ancora decifrate, come i chicchi
di grano ritrovati nelle tombe egizie che, secondo Walter Benjamin, avevano in
alcuni casi mantenuto il loro potere germinativo dopo millenni.
Sono anche, spesso, dei campi di battaglia in cui le tracce degli scontri e delle
polemiche resistono agli assalti dell’oblio. Al pari della manzoniana biblioteca
di Don Ferrante diversi restano però incollati alla cultura e ai pregiudizi della
loro epoca. Allora in essi non c’è nulla di attuale o di vero: né la “scienza cavalleresca” del personaggio dei Promessi sposi, né l’esistenza del “calorico”,
un misterioso liquido che, a causa dello sfregamento (ad esempio delle mani)
libererebbe calore. Eppure anche così ci parlano, ci dicono delle fantasie, dei
desideri, delle paure da cui, in altri modi, neppure noi siamo esenti.
Il percorso all’interno dell’Oliveriana non incontra soltanto libri: una mostra fotografica focalizza non solo libri e scaffali, ma anche altri oggetti notevoli (maschere funerarie, statue) e serve da moderno commento visivo. Come in una
Wunderkammer o in un laboratorio sperimentale troviamo degli oggetti o delle
macchine mentali per sviluppare l’intelligenza: dalla “nuvola” del Sabbattini ai
reperti votivi in terracotta provenienti dagli scavi del Lucus pisaurensis, il bosco
sacro individuato dal fondatore della biblioteca Annibale degli Abbati Olivieri
Giordani, fino alla stamperia per riprodurre le incisioni in rame del libro dello
stesso fondatore della biblioteca.
Un viaggio di scoperta, dunque, da compiersi lentamente, a piccole tappe, soffermandosi in contemplazione così da far scaturire dalle cose la loro storia, da
assorbire i loro messaggi muti (le cose però parlano, nel loro linguaggio, a chi le
sa ascoltare). Ciascuna contiene allusioni e rinvii, produce una rete di possibili
connessioni che disincaglia il nostro pensiero e la nostra immaginazione dalla
routine e dagli stereotipi di cui inevitabilmente la pigrizia ci carica.
Buon viaggio all’interno di questa capsula del tempo e buon atterraggio, poi,
dopo aver aperto e ossigenato la vostra mente!
Remo Bodei
Università della California, Los Angeles