Tre libri e un film: guardare la malattia da prospettive diverse

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Tre libri e un film: guardare la malattia da prospettive diverse
RECENSIONI
Tre libri e un film:
guardare la malattia
da prospettive diverse
In questo articolo:
film
saggistica
cronaca
Saggi, cronaca e storie d’amore: la malattia si discute e si
racconta in molti modi, che dimostrano quanto diverse
possano essere le sensibilità sul tema
ne, invecchiamento e morte delle
cellule sane e trasformate. Il soggetto del libro (e della domanda di
apertura) è il cancro, analizzato
non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello dell’immaginario collettivo.
“Ci siamo chiesti perché questa
malattia abbia assunto, nella mente
delle persone e nel
modo di raccontarla, il carattere di un essere dotato di
autonoma e malvagia volontà”
spiega Donghi. “In realtà il cancro è
parte di noi, è un prodotto dei meccanismi di funzionamento del
Titolo: Di cosa parliamo
nostro organiquando parliamo di cancro
smo. Se cominciaAutori: Pino Donghi, Gianfranco
mo a vederlo così,
se inve- Peluso
come una parte
ce non Editore: Raffaello Cortina, 2014
malfunzionante
fosse
della nostra permaligno e nemmeno cat- sona piuttosto che come un alieno
tivo? Non dal punto di invasore, allora possiamo anche
vista della diagnosi ma della seman- cambiare approccio mentale alla
tica.” Con questa domanda esordi- cura”.
sce il libro di Pino Donghi, semioI recenti sviluppi e più moderni
logo ed esperto di comunicazione approcci clinici suggeriscono, inscientifica, e di Gianfranco Peluso, fatti, una possibile strategia di crodirettore di ricerca presso il CNR e nicizzazione del cancro: nei casi in
studioso dei sistemi di proliferazio- cui la guarigione non è ancora pos-
sibile, si punta a convivere con la
malattia come con qualsiasi altra
malattia che non può guarire. “Per
favorire questo approccio dobbiamo modificare il nostro modo di
parlare di cancro” continua Donghi
che, come semiologo, riconosce
alle parole la capacità di plasmare
la realtà.
Se la prospettiva è di una convivenza con il cancro, conviene raccontarlo più come un ospite indesiderato, di cui avremmo fatto volentieri a meno, che come uno spietato
killer che si è introdotto in maniera
subdola quanto fatale nel nostro organismo.
Per cambiare la narrazione della
malattia è però necessario capirne
anche il funzionamento. Per questo
il libro dedica tre
grandi capitoli ai
tre meccanismi essenziali per la sua
sopravvivenza: il
ruolo della genetica, il funzionamento del sistema immunitario, in
particolare dell’infiammazione, e,
infine, l’interazione col metabolismo.
In conclusione, gli autori sembrano quasi scusarsi coi malati per
aver “demolito” la cosiddetta retorica del cancro, quel linguaggio battagliero fatto di metafore guerresche che, a loro avviso, fa più male
che bene. E ribadiscono: “Riconoscere la malattia come una forma
di vita: sarà magari anche per questo, per il fatto di non riconoscerla
come una forma della vita, che essa
diventa orribilmente dolorosa e incurabile? Non solo... ma anche.
Usare le parole in maniera consapevole, informata, diventa positivo in
sé, senza caricarle di significati salvifici”.
La cronicità
richiede
un cambiamento
di linguaggio
E
“
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na giornalista scientifidi lacrime alle ragazze italiane,
ca e un oncologo specome ha fatto versare lacrime alle
cializzato nel curare gli
coetanee negli USA. Eppure il libro
anziani ripercorrono
era stato accolto, alla sua pubblicacinquant’anni di ricerzione nel 2011, con sentimenti conca scientifica in Italia e cercano di
trastanti dalle associazioni di paspiegare come mai il nostro Paese,
zienti e dai ricercatori d’oltreoceache pure vanta un’ottima ricerca di
no: perché il linguaggio è crudo e
base, si sia trovato escluso dalla
disincantato, perché i due ragazzi
fase finale della messa a punto
sanno che la morte è un epilogo
delle nuove cure: quella della ricermolto probabile della loro esistenza
ca industriale e farmaceutica.
col quale devono fare i conti e perSullo sfondo, mezzo secolo di viché, in apparenza, né gli adulti né la
cende legate alla vita scientifica itascienza appaiono capaci di fornire
liana, e in particouna risposta ai loro bisogni.
lare a quella on- Titolo: Il bagnino e i samurai
È un libro di forti emozioni e di
cologica, con l’I- Autori: Daniela Minerva, Silvio
pensieri talvolta profondi e disturstituto nazionale Monfardini
banti per la sensibilità dell’Italia,
tumori di Milano Editore: Codice Edizioni, 2013
dove si tende a nascondere la morte
a fare da sfondo,
giallo e un po’ ai più giovani e dove talvolta, in reprimo e tutt’ora
come una crona- lazione al cancro, la si nasconde
essenziale avamposto della scienza, ca e il suo messaggio è chiaro: un anche agli adulti. Green, invece, rial servizio dei malati.
Paese che non dà alla scienza e al vendica la necessità di farci i conti a
Per chi si fosse perso questo libro suo sviluppo il giusto peso è desti- tutte le età, perché è parte della vita
alla sua uscita, vale comunque la nato a restare sempre indietro.
e perché non tutte le battaglie possopena di suggerire un recupero. Perno essere vinte. La sfida del film, in
i sono libri che partono in uscita nelle sale mentre questo nuché i meccanismi industriali e polisordina e diventano, nel mero di Fondamentale sarà in distritici che hanno escluso l’Italia da un
giro di pochi mesi, un best
intero comparto produttivo per il
seller internazionale sulla
quale aveva tutte le carte in regola
base del passaparola dei
sono ancora in opera e rischiano di
compromettere anche imprese fu- lettori e subito dopo film. È quanto è
accaduto a Colpa delle stelle, romanzo
ture.
Il “bagnino” del titolo è Carlo dell’autore americano John Green,
Sama, che si conquista il sopranno- classe 1977. È un testo che si rivolge a
me sulle spiagge della Romagna un pubblico di adolescenti e giovani
negli anni sessanta, ben prima di adulti, incentrato sulla storia d’amore
diventare il futuro amministratore tra due ragazzi malati di cancro.
delegato di Montedison. A lui toc- Hazel Grace ha 16 anni e un tumore
cherà liquidare Farmitalia, la gran- polmonare raro in fase avanzata,
de azienda di Stato che, dicono gli bloccato (non si sa per quanto) graautori, avrebbe potuto diventare la zie alla disponibilità di un farmaco
punta di diamante della produzio- biologico sperimentale. Augustus
Waters ha un anno più di lei ed è rene farmaceutica italiana.
I samurai, invece, sono sei ragaz- duce da un osteosarcoma che gli ha
zi e una ragazza che, riuniti all’INT portato via una gamba. Ambedue
di Milano dall’oncologo Gianni Bo- frequentano un gruppo di sostegno
nadonna, hanno introdotto negli per giovani malati di cancro, dal
anni sessanta la moderna oncologia quale traggono poco aiuto. Finché
medica. Le vicende del bagnino e l’amore non farà
dei samurai si intrecciano intorno loro rivalutare Titolo: Colpa delle stelle
a un farmaco, l’adriamicina, svilup- l’importanza delle Regista: Josh Boone
pato proprio da Farmitalia e impie- relazioni, dei sogni Anno: 2014
gato e messo a punto da Bonadon- e, in fondo, della
buzione, consiste
na, che avrebbe potuto essere la vita.
nel conservare il
La storia apparentemente banale lato profondo e anche disturbante
chiave di volta per un successivo
sviluppo industriale che altri inte- viene riproposta in un film che della storia senza deludere il bottenegli Stati Uniti ha sbancato i botte- ghino che naturalmente privilegia la
ressi hanno bloccato.
Il libro si legge un po’ come un ghini e promette di far versare fiumi storia d’amore.
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