Il cancro visto dagli adolescenti

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Il cancro visto dagli adolescenti
INIZIATIVE
Sostegno psicologico
In questo articolo:
associazioni
adolescenti
psiconcologia
Il cancro
visto dagli
adolescenti
Che fare quando un
cancro colpisce mamma
o papà? Non esiste
una risposta univoca,
ma tante risposte
individuali.
E c’è chi può aiutare
i ragazzi a trovarle
a cura di CRISTINA FERRARIO
n programma di ascolto e
di aiuto rivolto ai ragazzi
tra i 12 e i 21 anni, creato
con lo specifico obiettivo
di dare una mano ai figli
adolescenti e nella prima età adulta ad
affrontare la malattia del genitore in
una fase della vita già di per sé complessa e delicata. È questo, in sintesi,
l’obiettivo del progetto “Caro figlio”
che ha preso il via all’inizio del 2013.
Ideatori e promotori sono gli esperti di
Attivecomeprima (associazione di pazienti che hanno superato un cancro
del seno - www.attive.org), in particolare Stefano Gastaldi e Manuela Provantini, gli psicologi e psicoterapeuti che
lo seguono più da vicino. “L’idea di
dare il via a questo progetto è nata,
come sempre succede nella nostra associazione, dall’ascolto dei bisogni
U
delle persone che incontriamo” spiega
Manuela Provantini. “I genitori malati
di tumore chiedevano spesso un aiuto
per gestire il difficile confronto con i
figli nel momento della malattia e
visto che noi due abbiamo una formazione specifica relativa ad adolescenti
e giovani adulti, la strada da percorrere
ci è sembrata subito piuttosto chiara”.
A oggi sono stati seguiti circa una decina di ragazzi, alcuni “incoraggiati” dai
genitori a prendere parte agli incontri,
altri arrivati di loro spontanea iniziativa per cercare risposte che non riuscivano a trovare da soli.
Non è solo questione
di tumore
Non è semplice essere adolescente:
cambia il corpo e cambia il modo di re-
PER PRENDERE CONTATTO
Per prendere parte al progetto o per avere informazioni è sufficiente chiamare
il numero 02 6889647 oppure scrivere una mail all’indirizzo
[email protected]. Attivecomeprima, fondata da Ada Burrone esattamente
40 anni fa, ha sede a Milano, in Via Livigno 3, dove hanno luogo gli incontri, ma
“tutti possono chiamare e chiedere aiuto o consiglio”, precisano gli esperti.
lazionarsi con gli altri e con la vita, e il
cancro che colpisce uno dei genitori
complica ulteriormente queste già difficili dinamiche. Ma negli incontri con
gli esperti i ragazzi non parlano solo di
tumore. “Mi è capitato di notare che il
cancro dei genitori diventa una sorta
di ‘scusa’ per parlare di sé” spiega Provantini. “Gli incontri sono in un certo
senso un modo per fare ordine e spesso
si arriva a parlare del tumore del genitore solo nei momenti più difficili
della malattia”. Gli argomenti trattati e
le tempistiche dipendono dall’esperienza personale e dal rapporto genitore-figlio. “Se in casa non si parla mai di
emozioni, sarà certo difficile parlarne
con noi” spiega la psicologa, “ma a
volte la malattia serve anche a superare alcune dinamiche che si sono instaurate negli anni in famiglia”. I risultati già ci sono: i figli si aprono di più
non solo per quanto riguarda la malattia. “Il prossimo passo è un questionario che distribuiremo a genitori e figli
per conoscere la loro opinione sul progetto e raccogliere commenti e consigli” conclude Provantini.