Definizione di paesaggio rurale OK - Istituto comprensivo Senigallia
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Definizione di paesaggio rurale OK - Istituto comprensivo Senigallia
Si ringrazia per il sostegno 1 PAESAGGIO RURALE: DEFINIZIONE E CENNI STORICI Secondo la definizione del 1961 data da Emilio Sereni, importante storico dell’agricoltura del ‘900, il paesaggio rurale è «...quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale…», e quindi si distingue dal paesaggio naturale proprio per l’intervento culturale che ne ha definito la trasformazione e la struttura. È dunque il paesaggio creato dai sistemi agricoli, forestali e pastorali. Nel documento tematico sul paesaggio redatto per il Piano Strategico Nazionale per lo sviluppo rurale 2007-13 (PSN 2007-13), a cura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF), il paesaggio rurale - comprensivo degli aspetti agricoli, forestali, pastorali ed insediativi è definito come il risultato dell’integrazione fra processi economici, sociali ed ambientali nello spazio e nel tempo. Il paesaggio rurale italiano, frutto di alcuni millenni di storia, è da sempre riconosciuto come uno degli elementi fondamentali dell’identità culturale del nostro Paese. Esso costituisce una risorsa fondamentale, determinando un valore aggiunto per le produzioni con denominazione di origine, configurandosi come elemento chiave per lo sviluppo turistico e per la biodiversità legata alla qualità degli spazi coltivati e alle specie introdotte dall’uomo e rappresentando un aspetto caratterizzante la qualità della vita nelle aree rurali (PSN 2007-13, pag. 26). Il paesaggio rurale in Italia ha radici storiche profonde risalenti al periodo etrusco o alla colonizzazione greca. Fino al secondo dopoguerra il nostro paesaggio agrario era fortemente caratterizzato dai modelli agro-silvo-pastorali tradizionali sviluppatesi nei secoli precedenti, come sintetizzato da Mauro Agnoletti nella prefazione al volume Paesaggi rurali storici (Laterza, 2010) caratterizzati da: - una forte promiscuità delle colture; - lo sviluppo del seminativo, con prevalenza di coltivazioni cerealicole; - la presenza di terrazzamenti o la diffusione del sistema siepe-filare. La sua struttura paesistica complessa, capace di adattarsi ad un ambiente naturale difficile montuoso o collinare, con foreste e paludi - crea un’infinita varietà paesaggistica anche in zone impervie. Questa complessità è dovuta non solo alle diversità morfologiche dei territori e alla loro diversa collocazione geografica, ma anche alle differenze culturali e sociali che hanno dato vita a ordinamenti colturali diversi, differenti generi di fabbricati rurali, circoscrivibili oggi in sistemi agrari capaci di offrire molte variazioni tra il nord e il sud della Penisola e delle Isole: dalla cascina lombarda alle case coloniche della mezzadria, dal latifondo cerealicolo della Maremma ai casali romani o alle masserie del Mezzogiorno. Dal secondo dopoguerra, con la progressiva meccanizzazione dell’agricoltura e l’intensificarsi delle coltivazioni, si assiste a un progressivo impoverimento - dal punto di vista paesaggistico e ambientale - del paesaggio rurale, la cui struttura diviene più monotona perché semplificata. Le due componenti principali diventano quindi i boschi e le colture agricole, sempre più spesso monoculturali. 2 Le superfici coltivate hanno subito, negli ultimi 60 anni, un’enorme contrazione; le maggiori flessioni si sono registrate nella riduzione dei seminativi, nei prati e nei pascoli. L’abbandono delle attività agricole, fenomeno in costante crescita, comporta un’avanzata delle superfici boscate, che purtroppo non produce - come si potrebbe pensare - alcuna crescita di biodiversità, ma al contrario provoca la scomparsa del mosaico paesaggistico, introduce una semplificazione delle sue componenti e una loro banalizzazione. I processi di rinaturalizzazione infatti hanno tempi molto lunghi e non sono processi semplici. Lo stesso paesaggio forestale, con l’abbandono delle attività agricole, ha visto ridurre la sua complessità, soprattutto nel calo delle specie che lo compongono. L’OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO RURALE E IL REGISTRO NAZIONALE Con il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) del 19 novembre 2012 (n. 17070) è stato istituito l’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali. Scopo principale dell’Osservatorio è indirizzare la politica agricola comune, guidando le misure di sviluppo rurale verso la valorizzazione e la tutela del paesaggio rurale, in particolare dei paesaggi ad alto valore storico e culturale, definendo gli obiettivi di qualità paesaggistica da perseguire con le politiche agricole. L’Osservatorio ha, tra l’altro, il compito di censire i paesaggi, le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali ritenute di particolare valore, gestendo un Registro nazionale dei Paesaggi rurali di interesse storico. Questo Registro dovrà identificare e catalogare i paesaggi rurali definendo la loro significatività, integrità e vulnerabilità, tenendo in debito considerazione oltre agli indicatori scientifici, anche i valori attribuiti ai luoghi dalle comunità, dai soggetti e dalle popolazioni interessate. Il censimento delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali ha invece lo scopo di raccogliere questi elementi culturali per poterli trasmettere alla generazioni future. Affinché un paesaggio rurale possa ritenersi di interesse storico-culturale è necessario che sia presente su un determinato territorio da lungo tempo, che si sia evoluto lentamente nei secoli e si sia stabilizzato, con la presenza di ordinamento colturali caratterizzati da una lunga persistenza storica. Il paesaggio rurale di interesse storico è generalmente caratterizzato da un ridotto impiego di meccanizzazione, irrigazione, concimazioni chimiche o agrofarmaci e ha stretti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li ha prodotti. Questi concetti si posso estendere anche ai paesaggi forestali che in Italia sono sovente legati a dinamiche storiche di lungo respiro, che ne hanno determinato - attraverso pratiche tradizionali e gestionali - la struttura, la densità e la composizione specifica. Per saperne di più: - Sull’osservatorio nazionale del paesaggio rurale: http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5832 - Sui paesaggio rurali storici: http://landscapeunifi.it/it/registro-nazionale-paesaggi-rurali-storici 3