La guerra dei vigliacchi

Transcript

La guerra dei vigliacchi
La guerra dei vigliacchi - Massimo Fini
Credo di essere stato il solo giornalista italiano che su organi di stampa indipendenti e, per
soprammercato, di destra, ha giudicato -fin dall'inizio- sbagliata la guerra della Nato e ancor più
sbagliato il modo con cui viene condotta. Per questo mi sono beccato, come per un riflesso
automatico, del «comunista». Vedo ora che su questa posizione si stanno portando non solo
pezzi da novanta del giornalismo italiano, come La Repubblica e il Corriere della Sera, ma
anche la stampa europea, compresa, con il Guardian e il Telegraph, quella inglese. Del resto
non c' è bisogno di essere comunisti e pacifisti (e io non sono nè l'uno nè l'altro avendo scritto
un libro che si intitola Elogio della guerra) per vedere che l'intervento della Nato ha mancato
tutti i suoi obiettivi, almeno quelli dichiarati. La Nato è intervenuta in Jugoslavia per sbandierati
motivi «umanitari» e ha provocato una carneficina umanitaria. Doveva difendere i kosovari
albanesi e ne ha ammazzati più l' Alleanza in due mesi che l'esercito serbo in un anno e mezzo
di repressione che tutti hanno definito «feroce». Non è un tanto per dire. Le milizie serbe erano
accusate dagli osservatori dell'Osce di due massacri di civili (sempre che di civili si trattasse e
non di guerriglieri dell'Uck), uno a Rcka, che aveva fatto 45 vittime, e un altro che ne aveva
causato una trentina. Con le sole stragi di Korisa e di Diacovica i bombardamenti Nato hanno
ucciso 165 kosovari albanesi sicuramente civili (e fra di loro ci sono molti bambini) cui vanno
aggiunti i kosovari vittime di «incidenti collaterali» di minor portata. Questo non è comunismo, è
matematica. Prima dell'intervento Nato c'era in Kosovo una guerriglia crudele fra partigiani
albanesi ed esercito serbo, ma le due comunità riuscivano ancora a convivere. Oggi il Kosovo è
un deserto e mai più albanesi e serbi potranno vivere fianco a fianco, se rientreranno gli
albanesi saranno i 200 mila serbi a doversene andare. Che la prima consegna dell'intervento
della Nato sarebbe stata un esodo biblico degli albanesi kosovari non era necessario esser
degli strateghi del Pentagono per prevederlo, visto che l' ho fatto io dieci giorni prima che
iniziassero i bombardamenti. . Prima dell'intervento Nato buona parte dei kosovari si
accontentava di riacquistare l'autonomia che il land aveva sotto Tito, ora anche il mite Rugova
chiede l'indipendenza. Quella che alla fine si concluderà sotto il pugno della Nato sarà quindi
una pace umiliante per entrambi i contendenti: gli albanesi non avranno l'indipendenza che ora
pretendono e per la quale hanno versato tanto sangue, la Serbia non avrà il controllo del
Kosovo «autonomo» che sarà diventato un protettorato americano come già la Bosnia. La Nato
è poi riuscita in una serie di miracoli degni di Padre Pio: ha ricompattato il nazionalismo serbo
intorno a Milosevic, il nazionalismo russo, il nazionalismo panslavo in Europa,
l'antiamericanismo in tutto il mondo, ha riavvicinato la Russia alla Jugoslavia, la Cina alla
Russia e ha risvegliato Pechino dal suo sonno. Ma ciò che più è inaccettabile è il modo con cui
viene condotta questa guerra. Non è una guerra: è un tiro al bersaglio dove c' è uno solo che
spara e l' altro che fa da sagoma. Del resto gli americani hanno ammonito seri: non portate la
guerra fuori dai vostri confini. Questo è un modo di intendere la guerra come potrebbe
intenderla Berlusconi: si fa, ma solo a casa vostra. È la cosa più vigliacca e schifosa che mi è
capitato di vedere da quando ho l'età della ragione. La Nato tira sui serbi con la stessa cinica
impunità con cui costoro erano da noi accusati di tirare sui civili albanesi. Siamo riusciti
nell'impresa di trasformare i carnefici in vittime. Ma nonostante tutti questi disastri e boomerang
e la perplessità crescente di molti Paesi europei {Italia, Germania, Francia) i raid continueranno
a oltranza. Pare infatti che gli americani abbiano bisogno di bombardare ancora per un paio di
mesi. Per molti motivi, uno dei quali trova la sua spiegazione nel mio ultimo libro, Il denaro,
«Sterco del demonio». C'è in giro denaro per 70 mila miliardi di dollari, una parte consistente
1/2
La guerra dei vigliacchi - Massimo Fini
dei quali non può trovare impiego che nell'acquisto di altro denaro, creando una pericolosa
ricchezza virtuale. Svuotare gli arsenali per poterli poi ricostituire è un modo per dare una
destinazione concreta a una parte di questi dollari, E infatti dall'inizio della guerra Wall Street
non fa che salire. Come al solito, come sempre, i diritti «umanitari» contano meno, molto meno,
delle palanche.
2/2