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PROGETTO SOCIALE
AUDIATION INSTITUTE 2015
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RESPONSABILE DEL PROGETTO: Cristina Fabarro
DESTINATARI: bambini del reparto di Onco-ematologia pediatrica del Policlinico Umberto I di
Roma
ILLUSTRAZIONE DEL PROGETTO: l’idea nasce dalla volontà di dare seguito ad una esperienza
realizzata nel 2007 “CRESCERE BAMBINI”: un’esperienza di sonorizzazione nel reparto di
onco-ematologia pediatrica. La sottoscritta, insieme a Emanuela Lopez -psicoterapeuta e Fiorina
Giona - ricercatrice presso l’Università La Sapienza di Roma, propose ai bambini del day hospital,
in attesa di ricevere la propria terapia giornaliera, degli incontri di musica secondo la Music Learning Theory. A seguire una parte dell’articolo nel quale Emanuela Lopez presentò il progetto al
Convegno di Urbino del 2011 sugli Studi multidisciplinari in Oncologia.
Il progetto “Crescere bambini”, realizzato presso il reparto di oncoematologia
pediatrica del Policlinico “Umberto I” di Roma, rappresenta un intervento volto a realizzare un ospedale "a misura di bambino" cioè che riconosce le peculiarità del bambino malato, con le sue fragilità e le sue risorse: un ospedale,
dunque, che si prende cura del bambino nella sua globalità. Lo scopo centrale,
infatti, quando ci si occupa di bambini malati è favorire lo sviluppo psicologico, emotivo e sociale in condizioni limite in cui le emozioni dolorose e i traumi
psicologici sono frequenti e inevitabili e i contatti sociali impoveriti, in altri
termini è importante facilitare l’adattamento e impegnarsi affinché il percorso
evolutivo non si arresti, affinché i bambini siano bambini, oltre la loro malattia.
L’idea di realizzare questo obiettivo attraverso la musica nasce da alcune riflessioni sul fatto che momenti e stimoli musicali permeano la vita quotidiana delle
persone e che per il bambino in particolare la musica è gioco e divertimento,
attività spontanea di esplorazione di se stesso e del mondo circostante, possibilità di sperimentare il proprio corpo, ma anche tempo di scambio, di piacere
condiviso e di relazione. A tutti gli effetti, perciò, la musica può essere considerata un elemento normale e normalizzante. In ospedale la musica può assumere
diverse connotazioni: può essere un sottofondo che riempie il silenzio vuoto
delle corsie e delle camere e che sostiene la vitalità dei piccoli pazienti; può
essere una delle attività distrazionali (Per attività distrazionali in intendiamo quelle attività
organizzate svolte da figure professionali con diverse qualifiche e che sono finalizzate a favorire la rifocalizzazione cognitiva del bambino davanti all'ansia, allo stress, alla paura o al dolore, relativamente la degenza
in ospedale o a una manovra invasiva, e facilitare l'elaborazione delle emozioni sperimentate . Guarino,
proposte ai bambini e alle loro famiglie; può essere l'occasione di creare relazioni
interpersonali che facilitano il superamento del senso di solitudine e di isolamento frequentemente sperimentato.
2006)
A queste riflessioni si sono aggiunte considerazioni sulla necessità di sonorizzare l’ambiente ospedaliero: i suoni, che accompagnano le ore trascorse in reparto o nella sala d’attesa, sono suoni e rumori legati alle terapie e a eventi dolorosi che trasmettono ansia e preoccupazione. In questo senso l’obiettivo primario è stato creare attorno ai bambini un ambiente musicalmente stimolante:
la presenza di un momento musicale nelle loro giornate costituisce un’alternativa sonora piacevole e riequilibrante dell’ambiente acustico. Collegare l’ospedalizzazione a suoni piacevoli potrebbe aiutare a viverla meglio.
…
Ogni intervento è stato proposto nel pieno rispetto dei ritmi e della volontà del
bambino, al quale veniva lasciata liberta di rispondere, senza porre richieste
esplicite e obbligatorie: piuttosto è stata posta specifica attenzione al semplice
sguardo assorto, che è caratteristico di un soggetto in ascolto, considerandolo
un primo indicatore di partecipazione, nonché il preludio di un successivo
maggiore coinvolgimento. I bambini si sono coinvolti nelle attività proposte,
comprendendone le regole e superando la doppia difficoltà iniziale, da una parte dell’interagire con operatori nuovi in un contesto altre volte utilizzato per
giochi individuali e dall’altra del cambiare linguaggio comunicativo, escludendo le parole. Nell’accogliere questa proposta hanno sperimentato il poter stare
in relazione con altri bambini, il poter suonare e cantare in modo libero, il potersi assentare e tornare trovando accoglienza e disponibilità, attesa e attenzione da parte delle operatrici, ma anche degli altri bambini. È stato possibile osservare, dal grado di partecipazione dei bambini che avevano appena subito
procedure anche invasive il potere distrazionale e il valore terapeutico a livello
emotivo di questa attività. I bambini si sono dati la possibilità di vivere il presente, creando uno spazio altro, oltre l’attesa e il ricordo.
Durante gli incontri in alcuni casi sono stati coinvolti i genitori dei bambini
particolarmente piccoli o spaventati: coloro che si sono dati questa possibilità,
rendendosi modelli e mediatori per i loro figli, hanno avuto modo di scoprire
un nuovo modo di stare con loro nella sofferenza e nell’attesa, un modo propositivo e attivo, ma allo stesso tempo rispettoso e attento del vissuto emotivo
dell’altro.
Le osservazioni cliniche effettuate durante l’intervento, seppur breve, hanno
confermato che l’uso della musica come da noi proposto migliora il clima emotivo del day hospital, facilita la partecipazione e stimola la socializzazione. È
necessario riproporre l’intervento per un periodo più lungo ed effettuare valutazioni standardizzate circa lo stato emotivo e il grado di compliance e di adattamento del bambino per confermare queste considerazioni.
La nostra scelta di proporre in forma sperimentale il progetto e di condurre osservazioni cliniche è legata alla peculiarità del metodo da noi adottato, per altri
aspetti infatti sono stati già raccolti dati a sostegno dell’ipotesi dell’utilità della
musica come attività distrazionale in ospedale pediatrico e particolarmente nei
reparti oncologici. La Music Learning Theory (Gordon, 1990) è stata sviluppata per la specifica questione dell’apprendimento musicale, tuttavia i principi di
base e la metodologia, che non chiede performance e crea le condizioni per un
apprendimento informale attraverso l’uso di una guida e del gruppo, possono
essere utilmente riportati in un ambito in cui centrale è il bambino, il suo processo di crescita complessivo e in cui l’obiettivo è restituire, quando non è stato o non è possibile conservare, il senso di normalità, di quotidianità. Abbiamo
potuto osservare come l’utilizzare melodie e ritmi inusuali e sconosciuti abbia
avuto un effetto positivo per i bambini, che non solo non sperimentavano differenze tra loro, ma potevano in questo modo dare maggiore spazio alla loro
creatività individuale nella partecipazione attiva. È questo un messaggio potente per i bambini, un permesso a essere se stessi oltre che un invito a sperimentare. La malattia qui viene messa sullo sfondo, non negata, bensì ridimensionata a evento della vita del bambino, non elemento costitutivo della sua identità,
come rischia di essere in alcuni casi. L’attenzione è al bambino, al suo benessere emotivo e psicologico, con una specifica cura dell’aspetto relazionale.
Sull’esempio di quanto realizza la scuola in ospedale (Lopez & Guarino,
2006), riteniamo che gli interventi distrazionali possano consentire al bambino,
all’interno di un ambiente anonimo e spersonalizzante quale l’ospedale, di conservare il senso di controllo della situazione e sperimentarsi autonomo e vitale,
con effetti positivi anche per il trattamento medico.
Il progetto prevede quindi:
- collaborazione di 2 Insegnanti Audiation Institute: Cristina Fabarro - Monserrat Olavarria
- collaborazione con Emanuela Lopez - Psicoterapeuta, Psicologa dello sviluppo e dell’educazione,
Musicista
- collaborazione con Fiorina Giona - Ricercatrice equiparata del Policlinico Umberto I, Dirigente
medico di 1° livello presso l’Ematologia - Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia
dell’Università Sapienza di Roma
- collaborazione con Manuela Pasquetto - Terapista occupazionale del Reparto di Ematologia Pedatrica del Policlinico Umberto I
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- 15 incontri musicali secondo la MLT nel reparto di degenza pediatrica. Gli incontri avranno una
cadenza settimanale, l’orario andrà valutato in base agli orari di disponibilità dei bambini
- 1 incontro preliminare di due ore con Emanuela Lopez
- 1 incontro preliminare con Fiorina Giona e Manuela Pasquetto
- 3 supervisioni dirette con Manuela Lopez
- relazione finale
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- retribuzione di 250 euro + iva per Manuela Lopez. ( 305 euro lordi)
- retribuzione di 847,5 euro lordi per le lezioni svolte da Cristina Fabarro
- retribuzione di 847,5 euro lordi per le lezioni svolte da Monserrat Olavarria
La responsabile rimane a disposizione per ogni chiarimento.