IL “BELLO” È UN BENE PER TUTTI - Comune di Vilminore di Scalve
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IL “BELLO” È UN BENE PER TUTTI - Comune di Vilminore di Scalve
Gazzetta Comunale VILMINORE DI SCALVE Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 36 del 23 dicembre 1993 Le pagine della Gazzetta Comunale d’agosto, lo potrete notare, hanno come filo conduttore, che lega tra loro argomenti apparentemente differenti, la ricerca di tutto quello che può essere considerato bello. Bello da intendersi, badate bene, non solo dal punto di vista estetico. Se ci limitassimo all’aspetto estetico, ci troveremmo bloccati dalla consuetudine di credere e di affermare che ognuno ha i suoi gusti. Vogliamo invece inserire nella categoria del “bello” tutta una serie di situazioni, luoghi, arricchimenti del conoscere e del sapere, nuovi incontri e, perché no, di interventi riqualificanti della nostra comunità. Intesa in quest’ottica la bellezza può essere apprezzata e riscoperta in un miriade di realtà, le più varie e le più intense e non è più tanto questione di gusti, ma di obbiettività di valutazione. Bello è allora mettersi al servizio del bene comune, ricordare persone che ci sono state d’esempio, dare fiducia ai giovani, stringere nuove amicizie, coltivare sereni rapporti tra persone, scoprire in argomenti ostici e strettamente amministrativi la loro alta valenza comunitaria. Bella è la scuola, la musica, la cultura, la montagna, la nostra storia. Agosto 2010 Direttore Responsabile: Cesare Ferrari Direttore: Federica Barcella Editoriale IL “BELLO” È UN BENE PER TUTTI solo in Valle ma anche oltre la Presolana. Queste figure, confinate troppo spesso nel passato, sanno ancora creare momenti di scambio umano davvero intenso. A sostegno di tale teoria può essere portato ad esempio l’aver recentemente preso parte alla consegna ufficiale dell’archivio di Antonio e Giovanni Tagliaferri (illustri professionisti nel campo dell’architettura e dell’ingegneria il cui “ceppo” ebbe origine da Pezzolo) alla Fondazione “Don Giò Giacomo Palamini (1806-1865) – Acquarello su carta- Ugo da Como cm 20x33- Archivio Ospedale di Vilminore. Il cabreo illustra parte di Lonato del dei beni donati a favore dei poveri infermi della Valle di Scalve Garda. Una da Marta Soldo Capitanio nell’anno 1803”.o di Michela Pani riscoperta di menti particoBelli sono i nostri bam- i nostri paesi. larmente dotate che ci bini, il volontariato, le Vilminore ha una in- fanno sentire orgogliosi nostre tradizioni; così tensa e lunga vita come di avere una comune apcome sono belle tutte “terra di cultura”, tanto partenenza. quelle iniziative che che molti dei suoi citta- Così come ci rende orrendono più accoglien- dini sono divenuti per- gogliosi il pensiero che ti, vivaci e confortevoli sonaggi di spicco non cent’anni fa alcuni no- n. 49 stri progenitori hanno saputo dar vita ad un asilo infantile che potesse venire incontro alle esigenze educative e di crescita di molte generazioni; il pensare a chi, altrettanto tempo fa, pensò di istituire la Banda, scuola musicale per eccellenza che ancora sforna talenti o a chi volle venire in soccorso delle persone in difficoltà con la creazione di un efficiente ospedale. Di tutto questo abbiamo cercato di dar cronaca, sottolineando come la gente di Vilminore sia stata sempre attenta alle esigenze del proprio paese e dei suoi abitanti. Ormai questo spirito solidale si è trasformato nella necessità di adoperarsi per soddisfare altre esigenze. Il passato può comunque essere un illuminante esempio da seguire. Si dice che ad ogni generazione tocchi un compito differente: c’è chi deve realizzare, creando dal nulla quanto può servire a tutti, chi deve mantenere vivo quanto compiuto e possibilmente impegnarsi per incrementarlo. A noi tocca quindi il compito di cogliere quanto di più bello vi è stato nel nostro passato per trasferirlo, opportunamente riveduto e corretto, verso un futuro sempre più bello. Al bello non c’è e non dobbiamo mai mettere un limite. F 2- Gazzetta Comunale Agosto 2010 Delibere di Consiglio comunale del 31/05/10 La seduta del consiglio comunale si apre con la consegna delle borse di studio, notizia che troverà spazio nelle pagine che la Gazzetta Comunale riserva alla scuola 8 – Lettura e approvazione verbali seduta del 12 aprile 2010 9 – Comunicazioni del sindaco Il sindaco Toninelli comunica che in data 17 aprile 2010 è stato eletto presidente del Bim dell’Oglio. Ringrazia in modo particolare il presidente della Comunità Montana Franco Belingheri per il suo magistrale interessa- mento presso gli elettori dell’assemblea del consorzio stesso volto a mantenere l’incarico più prestigioso dell’ente in Valle di Scalve ed in particolare in capo al sindaco rappresentante della comunità di Vilminore. Prima di relazionare sinteticamente sulla storia e sulle finalità del Bim dell’ Oglio il sindaco, per maggior informazione del consiglio e del pubblico presente, tiene a precisare che i due terzi della potenza installata nelle centrali ìdroelettriche e le relative grandi derivazioni Anagrafe (aggiornata al 30 giugno 2010) Dal 30.04.2010 NATI DUCI LORENZO BETTINESCHI DENISE BALDUZZI EVA Piario 07.05.2010 Piario 30.05.2010 Piario 18.06.2010 MORTI MAGRI FIORINA ELISA N. 26.02.1922 - M. 22.05.2010 ALBRICI LUIGI N. 10.01.1922 - M. 15.06.2010 Decana: Duci Giuseppa Emilia (24.06.1912) Decano: Ronchis Pietro (14.04.1919) MOVIMENTO DEMOGRAFICO DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE SITUAZIONE AL 30 GIUGNO 2010 MASCHI FEMMINE NATI 5 5 MORTI 2 5 EMIGRATI 5 2 IMMIGRATI 1 10 POPOLAZIONE RESIDENTE 748 789 FAMIGLIE CONVIVENZE 684 2 TOT. 10 7 7 11 1537 d’acqua di tutto il bacino del consorzio cioè più precisamente i fattori sui quali vengono calcolati i sovracanoni da erogare al Bim stesso si trovano nel territorio del comune di Vilminore. Si ricorda inoltre che dalla costituzione (avvenuta in seguito al progetto di legge De Cocchi del 1953) alla guida del Bim dell’Oglio si sono succeduti: on. Giuseppe Belotti (dalla nascita del Bim al novembre 1981) e Franco Spada (dal novembre 1981 all’aprile 2010) Ora alla guida dell’ente c’è Giovanni Toninelli ed il consiglio direttivo composto da Matteo Bertoletti, vice sindaco di Bianzano e Laura Capoferri in rappresentanza del comune di Solto Collina Segretaria del consorzio è Patrizia Patelli 10 – Rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2009. Esame ed approvazione Di seguito vengono pubblicate le dichiarazioni di voto rispettivamente espresse dal gruppo di maggioranza e da quello d’opposizione “Siamo oggi qui a sottoporre al Consiglio Comunale, il Rendiconto della gestione dell’anno 2009. E’ un momento di fondamentale importanza perché ci consente di verificare quanto effettivamente l’Amministrazione comunale, sopportata dal proprio organico, è stata in grado di realizzare rispetto a quanto previsto in sede di approvazione del bilancio di previsione. Il momento è, per questa Amministrazione, doppiamente importante in quanto trattasi ormai di uno degli ultimi rendiconto prima del termine S O M M A R I O Editoriale Delibere di Consiglio… Anagrafe …e di Giunta Auguri a.. Dal piano regolatore generale Notizie da…ufficio tecnico comunale PROGETTO A.R.V.A. Notizie dalla scuola Dalla Biblioteca Civica Notizie da ProLoco Notizie da ProLoco 25° Rifugio Tagliaferri pag. “ “ “ “ “ ” ” ” ” ” ” ” 1 2 2 5 6 7 16 19 20 23 29 24 30 Gazzetta Comunale Agosto 2010 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 36 del 23 dicembre 1993 Direttore Responsabile: Cesare Ferrari Direttore: Federica Barcella Hanno collaborato: Alice Bassanesi, Proloco Vilminore, Giancarlo Maj, Valentina Zucchelli Foto: Patrizio Bonomi, Foto Giorgio, Archivio biblioteca Editore: Comune di Vilminore Stampa: myprint - Clusone del mandato elettorale. Proprio con questo strumento è possibile per un’Amministrazione, al di là dei discorsi più legati e più consoni alla fase programmatoria rendere conto ai propri elettori, di come le loro risorse sono state impiegate. Il Rendiconto di gestione per l’anno 2009, si chiude con un avanzo d’Amministrazione pari a circa € 224.000. Tale avanzo deriva principalmente dalla gestione dei residui 2008 e precedenti: questo aspetto dimostra che la gestione è stata fatta nell’ottica della prudenza e di una sana amministrazione. Tale impostazione gestionale è stata seguita anche nel corso del 2009. La positività della gestione è altresì evidenziata dal Revisore dei Conti, dott. Facchinetti nella sua relazione riferita al conto. Preme evidenziare che tale risultato positivo, si è verificato nonostante la progressiva riduzione dei trasferimenti erariali e l’incremento di talune spese gestionali ( vedasi in particolare spese inerenti servizi socioassistenziali, passati da circa 10 milioni di ex lire agli oltre 100 mila euro attuali). Nel limite del possibile si è cercato d’incrementare l’efficienza gestionale al fine di ottimizzare le risorse disponibili. L’indebitamento dell’Ente si mantiene a livelli discreti, certamente con solo oneri sostenibili del Comune e comunque, ampiamente al di sotto del limite d’indebitamento previsto dalla legge. Si richiama altresì l’attenzione sui proventi delle concessioni edilizie, risorse che hanno Gazzetta Comunale Agosto 2010 sicuramente risentito della crisi che ha colpito in quest’anno la nostra Valle. Tale voce d’entrata passa dagli oltre € 200.000 del 2008 ai circa € 90.000 del 2009 ed è stata interamente impiegata per il finanziamento delle spese in conto capitale, risultato sicuramente encomiabile per il nostro bilancio. Nel 2009 si sono potute realizzare opere impiegando interamente gli oneri di urbanizzazione introitati ed una modesta quota d’avanzo di amministrazione ( paria €45.000). Ricordo, ai signori Consiglieri, che opere pubbliche di notevole importanza e consistenza sono state riconosciute e realizzate grazie al costate interessamento di questa Amministrazione. A tale proposito, vorrei evidenziare, di quanto positivo sia stata la realizzazione della “centralina” per il nostro Comune che con il ricavato della produzione di energia si riesce a coprire non solo interamente la rata del mutuo, ma incrementare anche quelle risorse che ci consentono una gestione equilibrata, oltre ad essere le fonti energetiche rinnovabili, un obiettivo di particolare pregio per un piccolo comune come il nostro. Auspicando che presto sia attuato il Federalismo Fiscale, oramai tutte le forze politiche ne condividono l’utilità, anche se il nostro Comune non è soggetto al Patto di Stabilità, la disciplina contenuta in questa disposizione garantirebbe maggiori margini di decisione sia nelle entrate sia nelle spese e quindi autonomia finanziaria di spesa. Prendendo atto dello sforzo che il Sig. Sindaco e la Giunta ha mani- festato nell’accuratezza ponderata della spesa, il Gruppo di maggioranza esprime parere favorevole all’approvazione dell’esercizio finanziario 2009” Il Capogruppo di maggioranza Riccardi Riccardo “I sottoscritti consiglieri di Unità Democratica Popolare, in riferimento al rendiconto dell’esercizio finanziario 2009 e preso atto che il conto consuntivo risulta portato all’esame del Consiglio Comunale in ritardo rispetto al termine previsto al 30 aprile dalla vigente normativa, esprimono la seguente dichiarazione di voto contrario per le seguenti motivazioni: I dati evidenziano come vi sia stata nel corso dell’esercizio 2009 una irrisoria percentuale di realizzo delle entrate e delle spese per la parte relativa agli investimenti di competenza. Tale percentuale è pari a solo il 9, 74% in entrata (su entrate previste al titolo IV di € 2.039.932 gli accertamenti ammontano soltanto a € 198.627,19 ) e al 12,36% in uscita (il titolo II prevede spese per € 2.237.690,00 e impegni per soli € 276.627,19). La quasi totalità delle opere programmate per il 2009 dalla Giunta Comunale risultano non finanziate e portate in economia. Non hanno avuto alcun seguito le seguenti opere principali : • Recupero baita “Bellavalle”: spesa prevista € 170.000 • Opere di manutenzione straordinaria e adeguamento asilo Bueggio € 116.000 • Realizzazione progetto scuola bottega e spazio esposizioni € 120.000 • Adeguamento e potenziamento impianto di illuminazione pubblica € 530.000 • Miglioramento sostenibilità ambientale sistema fognario Via Valgimigli € 200.000 • Opere a verde e formazione percorsi pedonali e carrabili € 364.000 • Recupero area degradata in Vilminore €267.032 • Realizzazione centralina per produzione energia elettrica fr. Nona € 200.000 Ribadiamo la scarsa capacità di programmazione degli investimenti di questa amministrazione che non ha mai saputo o voluto individuare le priorità degli interventi tenendo conto delle reali esigenze e delle disponibilità finanziare del Comune indispensabili per il cofinanziamento degli interventi medesimi. Capita così di richiedere ed ottenere contributi per poi rinunciavi o non dar corso all’esecuzione delle opere. Ci chiediamo ad esempio perché si sia rinunciato al contributo di € 80.000 (la somma, iscritta in entrata in conto residui e quindi finanziata, viene cancellata) per la realizzazione del progetto scuola bottega o spazio espositivo. Lo stesso dicasi per le somme iscritte in uscita per un importo di € 120.000. L’amministrazione non crede forse più nell’iniziativa proposta e non intende investire le entrate proprie di bilancio così come originariamente stanziate? Abbiamola percezione che anche altre opere, ben più consistenti, possano fare la stessa fine. Che ne sarà infatti dell’intervento per il recupero e la riqualificazione della ex stazione minatori a Teveno, inserito nella programmazione 2010-2012 e comportante una spesa DALLA RUSSIA CON AMORE… Siete tutti invitati allo straordinario appuntamento con balli, melodie e tradizioni di paesi lontani messo in scena dal Ducato di Piazza Pontida che, nell’estate 2010, ha dato il via al 28° Festival Internazionale del Folclore. La Biblioteca Civica “Manara Valgimigli” ha deciso di aderire all’iniziativa e quindi, venerdì 20 agosto alle 20.30 nella sala cinema parrocchiale di Vilminore di Scalve, avremo come ospite il gruppo “Kamushka” proveniente da Perm (ex Russia). Non mancate!!! VAL DI SCALVE VOLLEY Anche la società Val di Scalve Volley ha rieletto quest’anno il proprio consiglio amministrativo. Dopo l’elezione, nella quale hanno votato tutti i tesserati maggiorenni della società, il nuovo consiglio risulta così essere composto: Magri Angelo presidente, Capitanio Ermanno vicepresidente, Bassanesi Alice segretario, Poli Paola e Lenzi Severo consiglieri. All’interno del direttivo è stato inserito, in qualità di collaboratore ed esperto ma senza diritto di voto, anche don Sergio Alcaini, responsabile pastorale dei giovani in Valle di Scalve, per collaborare alla programmazione delle attività dell’associazione che riguardano in particolar modo il settore giovanile. Nel frattempo si è iniziato a programmare l’attività per il prossimo anno, che vedrà la società festeggiare i suoi primi vent’anni di vita. In particolare si è già iniziato ad organizzare la seconda edizione di “Giocando di Notte”, il ventiquattr’ore di pallavolo che già nella prima edizione aveva riscosso un buon successo non solo in Val di Scalve ( la squadra vincitrice del torneo era stata il Rinnova Piario, che quest’anno ha già espresso la volontà di partecipare per riconfermare il titolo). Il torneo avrà luogo l’11 e il 12 settembre presso la palestra comunale di Vilminore di Scalve. Per informazioni scrivere alla mail della società: [email protected] 3 4- Gazzetta Comunale di € 790.000 presentato in Regione e ritenuto ammissibile (anche se allo stato attuale non finanziato) sul bando per la realizzazione dei progetti infrastrutturali nelle aree Obiettivo 2? E qualora arrivi il finanziamento sull’Obiettivo 2 dovremmo rinunciarvi perché il Comune non ha a disposizione fondi propri per completare un progetto così corposo? Non è forse è il caso di valutare a priori la capacità economica di intervento del Comune anche in relazione alle reali esigenze della popolazione ? E continuiamo a chiederci dove sono finiti i 10.000 € stanziati dalla Provincia di Bergamo nel 2004, incassati dal Comune nel 2008 e ad oggi inutilizzati per le opere di consolidamento, restauro e valorizzazione a scopo didattico del roccolo di Pezzolo. Sono forse state rendicontate alla Provincia spese per un’iniziativa mai realizzata? La questione è stata sollevata anche nel precedente Consiglio Comunale in sede di discussione del bilancio preventivo senza ottenere nel merito risposta alcuna da parte del Sindaco, il quale non ha fornito chiarimento alcuno anche su altre problematiche evidenziate quali ad es. la mancata corrispondenza fra le voci di bilancio ed il programma triennale delle opere pubbliche. A fronte di una previsione di bilancio di assumere mutui nel triennio 2010-2012 per ben € 2.176.000 viene esposta una cifra pari a € O - dicasi zero - nel quadro ufficiale delle risorse disponibili predisposto dall’ufficio tecnico e approvato dalla Giunta ben due volte con separate delibere. Osserviamo infine che il risultato dell’avanzo di amministrazione deriva quasi interamente dalla gestione dei residui, come peraltro evidenziato nella relazione al rendiconto. I motivi di cancellazione di diversi residui, specie sul fronte della spesa, non ci appaiono chiari; ci riserviamo pertanto di effettuare successivi approfondimenti in relazione ai diversi interventi. Chiediamo che la presente dichiarazione di voto sia allegata alla delibera consiliare di approvazione del conto consuntivo relativo all’esercizio 2009 quale parte integrante e sostanziale” I consiglieri di minoranza Giudici Amedeo Albrici Alberico Duci Gianbattista 11 – Esame ed approvazione schema di convenzione con la parrocchia di Vilminore per reciproca servitù piazzale sagrato-canonica E’ intenzione del Comune di creare un passaggio pubblico il sagrato e le aree standard di proprietà comunale recentemente acquisite nell’ambito del citato Piano di Lottizzazione Piani e Redonde nonché di quelle in fase di acquisizione nell’ambito del Piano di Lottizzazione ex Stocchi (ex area per caserma carabinieri). Si approva all’unanimità 12 – Esame ed approvazione bozza di convenzione per al gestione in forma associata dei servizi di polizia locale Si approva all’unanimità 13 – Interrogazione presentata dal capo gruppo di maggioranza consigliere Riccardo Riccardi Agosto 2010 sulla criticità della società Meccanica Valbona srl in località Ponte Formello del comune di Vilminore di Scalve Alla c.a. Signor Sindaco Del Comune di Vilminore di Scalve Oggetto: Interrogazione su criticità della Soc. Meccanica Valbona s.r.l. Località Ponte Formello del Comune di Vilminore di Scalve Io Capogruppo di maggioranza Riccardi Riccardo, visto che una delle più prestigiose e specializzate unità operanti in Valle di Scalve sarebbe intenzionata a porre fine alla produttività, nonostante i tentativi intrapresi sia a livello politico, sindacale e religioso manifestatasi in varie occasioni, chiede di poter conoscere quali azioni intende intraprendere l’Amministrazione Comunale di Vilminore per la salvaguardia dell’occupazione nella Valle, possibilmente in collaborazione con gli altri Enti Amministrativi sia Locali che Provinciali. Le parti Sociali confermano, che la porta non è stata chiusa da parte della proprietà Meccanica Valbona nonostante l’intenzione di aprire la mobilità per tutti i 32 dipendenti; questo è quanto è emerso nella riunione tenutasi in Provincia alla presenza dell’assessore alla Formazione ed il Lavoro di Bergamo. Distinti saluti Il Capogruppo Riccardo Riccardi Di seguito la risposta del sindaco “La situazione della Meccanica Valbona è peggiorata in quanto sono stati messi in mobilità i 32 dipendenti. In ordine alle azioni que- sta amministrazione con altri Enti Pubblici si sta muovendo su tutti i fronti. Il sindaco fa presente che già nei mesi autunnali si prospettava questa situazione e che si sono sempre mantenuti i contatti con la società e con i sindacati. Per i primi 6 mesi la problematica è stata trattata dalla proprietà con i sindacati e venivano prospettate diverse soluzioni, tra le altre la cassa integrazione per qualche anno. Purtroppo a fine aprile la situazione è precipitata, il 10 maggio si fissa un tavolo di lavoro in Provincia , purtroppo con esito negativo. Il 21 maggio si fissa un VISITE GUIDATE AL MUSEO FAUNISTICO DI VILMINORE Si chiama Angelo Lava ed è un amico di Nello Baldoni (ideatore e proprietario del Museo Faunistico di via Sabotino 3 a Vilminore di Scalve) la persona che ha reso possibile l’apertura dell’esposizione per tutto il periodo estivo. Il signor Angelo risiede ad Osio Sotto ma dal 1954 frequenta la nostra Valle come villeggiante e appassionato camminatore. La comune passione per il mondo d’alta quota e la profonda conoscenza delle specie animali che qui vivono ha fatto sì che Angelo si sia reso disponibile ad assistere gli ospiti nella visita alle oltre 550 specie di animali, tipici del territorio scalvino e non solo, esposti nelle tre sale del Museo La visite guidate (senza necessità di prenotazione) saranno possibili nei seguenti orari: • Martedì dalle 20.00 alle 22 • Giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 20 alle ore 22 • Sabato dalle 15 alle 17 e dalle 20 alle 22 • Domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 Per informazioni è possibile contattare Angelo Lava al 333-9102722 Gazzetta Comunale Agosto 2010 incontro in Comunità Montana fra i sindaci di Valle, il presidente Belingheri Franco, la rappresentanza sindacale dell’azienda e i sindacati e i lavori si concludono con l’incarico all’Assessore Franco Spada affinchè prenda contatti con l’assessore provinciale che convochi la proprietà per discutere sui seguenti temi: “trattare cessione agevolata del macchinario ad eventuale nuovo imprenditore e stipulare accordo per fornitura servizi per alcuni anni”. La comunità montana si è impegnata ad affiancare l’eventuale nuovo imprenditore e nel contempo è stato stanziato un piccolo fondo in Comunità Montana per sostenere i lavoratori. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di protrarre la situazione per due anni al fine di consentire la ripresa del lavoro. Attualmente i lavoratori hanno ripreso il lavoro per ultimare le commesse” 14 – Interpellanza presentata dal gruppo di minoranza di Unità Democratica Popolare circa la revoca del rappresentante del Bim Al Signor Sindaco del Comune di Vilminore di Scalve Oggetto: Interpellanza circa la revoca del rappresentante del BIM . Il gruppo consiliare di minoranza di “ Unità Democratica Popolare” presenta la seguente interpellanza: - si chiedono spiegazioni in ordine alla revoca da parte del Sindaco Toninelli Giovanni dell’ing. Sergio Tagliaferri - a suo tempo nominato dal Sindaco medesimo quale rappresentante del Comune di Vilminore di Scalve in seno al Consorzio BIM. Il provvedimento di revoca risulta scritto di proprio pugno dal Sindaco il giorno stesso in cui è stata convocata l’Assemblea del BIM per la nomina del nuovo Presidente (trattasi di semplice nota scritta a mano presentata al protocollo del BIM e priva di protocollo del Comune di Vilminore di Scalve ) appare privo di motivazione alcuna circa le ragioni che hanno indotto il Sindaco a revocare in tutta fretta la rappresentanza del Comune di Vilminore di Scalve all’ing. Sergio Tagliaferri. Si chiede l’inserimento della presente interpellanza nel prossimo Consiglio Comunale oltre che risposta scritta Distinti saluti I consiglieri comunali di minoranza Oggetto: Risposta a interpellanza circa revoca rappresentante consorzio BIM. In relazione all’interpellanza in oggetto (prot. n. 1338 del 12.05.2010) giova ricordare che sul territorio di Vilminore risultano installati i 2/3 della potenza idroelettrica dell’intero BIM Oglio e che dal 1953 -anno di istituzione del consorzio- il nostro Comune non ne ha mai presieduto l’assemblea. Ciò premesso, una larghissima rappresentanza dei componenti l’assemblea del consorzio, per il tramite del presidente la Comunità Montana di Scalve dott. Franco Belingheri, ha chiesto al sottoscritto di assumere la presidenza del BIM, opportunità sulla quale ha convenuto anche il precedente rappresentante del comune ing. Sergio Tagliaferri, mettendo a disposizione la nomina. Ho quindi ritenuto di accettare la designazione a Presidente, previa assunzione diretta della rappresentanza del comune nel consorzio, certo di cogliere un’occasione storica per confermare e rafforzare il ruolo della Valle e di Vilminore nel consorzio stesso. Giudici Amedeo Albrici Alberico Tagliaferri Elisa Duci Gianbattista …E DI GIUNTA Al Consiglio Comunale AVVISO D’ASTA PUBBLICA Il comune di Vilminore intende alienare i seguenti immobili: Fabbricato rurale denominato “la Pura” in frazione Nona; Terreni agricoli in località S. Carlo; Fabbricato seminterrato in località S. Carlo La vendita sarà effettuata con asta pubblica e le offerte saranno accettate entro le ore 12 di sabato 2 ottobre. Per il testo integrale del bando e la visura delle perizie ci si può rivolgere agli uffici comunali o consultare il sito internet www.comune.vilminore.bg.it. GIUNTA COMUNALE DELL’8/5/2010 44 – Approvazione in linea tecnica Vic- valutazione dell’incidenza ambientale del Piano di Governo del Territorio 45 – Erogazione contributi alle associazioni anno 2010 L’amministrazione concede 300 € alla Corale Valle di Scalve ed altrettanti al Gruppo Alpinistico Cimon della Bagozza. Si impegnano poi 70 € per l’acquisto di un premio di rappresen- - 5 SOSTEGNO DIRITTO ALLO STUDIO CONTRIBUTO SPESE DI TRASPORTO ANNO SCOLASTICO 2009-2010 La Comunità Montana di Scalve ha emesso il succitato bando con cui si propone di offrire strumenti finanziari in grado di facilitare e rafforzare le politiche di mantenimento delle famiglie e dei giovani sul territorio montano. Nello specifico sono previste erogazioni di contributi per le spese di trasporto sostenute dalle famiglie residenti in Valle di Scalve con studenti frequentanti la scuola superiore. Sono considerate ammissibili le spese di trasporto per il raggiungimento della sede della scuola superiore frequentata in località diversa dal capoluogo di Vilminore di Scalve nell’anno scolastico 2009-2010. Sono ammesse a contributo anche le spese di trasporto sostenute dagli alunni che risiedono nelle frazioni del comune di Vilminore per recarsi al biennio di scuola superiore avente sede nel capoluogo di Vilminore di Scalve. Non sono ammesse a contributo le spese di trasporto sostenute, per recarsi fuori Valle, dagli alunni iscritti al primo anno di scuola superiore a corsi attivati anche presso il biennio scolastico sperimentale di scuola superiore istituito a Vilminore di Scalve. L’accesso alle risorse contenute nell’intervento è previsto mediante la presentazione di apposita richiesta su modulo disponibile presso la segreteria della Comunità Montana. Le domande dovranno pervenire agli uffici della Comunità Montana di Scalve in Via Acerbis nr. 2 a Vilminore di Scalve entro il 31 agosto 2010. tanza da conferire in occasione della “Maratona della Valle di Scalve”. 46 – Nomina nuovo membro commissione biblioteca Amanda Tagliaferri entra in commissione biblioteca e sostituisce il dimissionario Roberto Magri 47 – Approvazione contratto di locazione dei locali ex C.F.P. al Corpo Musicale di Vilminore Accademia Valle di Scalve GIUNTA COMUNALE DEL 22/5/2010 48 – Esame ed approvazione degli accordi bonari conclusi con le ditte proprietarie dei terreni interessati dal passaggio della nova condotta fognaria in via Valgimigli e limitrofe 49 – Esame ed approvazione accordo bonario con la parrocchia di Vilmaggiore per opere di sistemazione urbana e marciapiedi zona cimiteri 50 – Da pubblicare GIUNTA COMUNALE DEL 31/5/2010 51 – Spostamento temporaneo mercato settimanale per lavori Piazza Papa Giovanni XXIII 52 – Esame ed approvazione bozza transazione con Dgr srl per vertenza contabilità lavori palestra scolastica GIUNTA COMUNALE DEL 12/6/2010 53 – Surroga tecnico comunale quale autorità competente della Vas del Pgt a seguito dimissioni 54 – Atto di impegno verso la Comunità Montana di Scalve per restituzione somme dovute al fondo di progettazione (centralina Nona) 6- Gazzetta Comunale Agosto 2010 AUGURI A... UN DONO LUNGO CINQUANT’ANNI La comunità di Suor. Ottavia Magri Vi l m i n o r e d i Scalve non è solo nota per aver dato alla congregazione salesiana numerosi sacerdoti, come l’attuale arcivescovo coadiutore dell’arcidiocesi di Rabaul in Papua Nuova Suor. Guinea mons. Pierina Tagliaferri Francesco Panfilo, ma può essere considerata anche terreno fertile per vocazioni femminili. E quindi, nel luglio scorso, tutti hanno avuto la possibilità di stringersi attorno a suor Ottavia Magri, originaria di frazione Pianezza e suor Pierina Tagliaferri, nativa di frazione Pezzolo. Entrambe il 5 agosto del 1960 hanno pronunciato la loro professione religiosa ed ora svolgono la loro attività di apostolato rispettivamente nelle case di Rimini e La Spezia. A suor Ottavia e suor Pierina va di sicuro la riconoscenza delle tante persone che hanno servito in questi anni ed anche quella della comunità vilminorese sicuramente orgogliosa di un tale esempio d’altruismo e testimonianza. AUGURI ALL’ILLUSTRE CONCITTADINO Vilminore 6 luglio 2010 A Sua Em. Rev.ma il Signor Cardinale Tarcisio Bertone Segretario di Stato di Sua Santità e cittadino onorario di Vilminore di Scalve CITTA’ DEL VATICANO (Roma) Eminenza Reverendissima, un anno fa, il 12 luglio 2009, la Sua venuta a Vilminore per la festa degli ex-allievi salesiani è stata per il nostro piccolo paese un evento che farà storia. Non voglio lasciar passare il primo anniversario senza rinnovarLe la gratitudine mia e di tutta la nostra comunità che, a seguito di quel felice incontro, è fiera della de-cisione presa unanimemente del Consiglio Comunale il 5 ottobre 2009 di conferirLe la cittadinanza onoraria. Apprendiamo dalla stampa che in questi giorni ricorre il 50° anniversario della Sua Ordinazione sacerdotale: sappia che i Suoi “concittadini” Vilminoresi sono lieti di cogliere l’occasione per esprimerLe, per il mio tramite, tutto il loro affetto e porgerLe gli auguri più sentiti “ad multos annos” di sacerdozio con quel chiaro, inconfondibile “timbro” salesiano che tanto edifica chi guarda con occhi di fede. A nome di tutti i Vilminoresi, auguri! Giovanni Toninelli VILMINORE RICORDA LUIGI ALBRICI L’ultimo reduce di Rusia Non poteva mancare un breve ricordo per una persona che ha sempre preso parte alla vita civile del suo paese ed era l’ultimo reduce vilminorese scampato alla terribile ritirata di Russia. Ci eravamo abituati a vederlo sempre in prima fila in ogni manifestazione che riguardasse la memoria della guerra. Ad ogni celebrazione del IV novembre lo si poteva scorgere appena due passi dietro il gonfalone comunale o al labaro che ricorda i reduci di tutte le guerre. E’ un’altra storica figura che se ne va, accompagnata dalla nostra riconoscenza Albrici Luigi (Piva) nasce a Vilminore il dieci gennaio millenovecentoventidue da mamma Elisa e papà Giovanni. Come molti suoi coetanei e amici si trova a dover combattere nelle battaglie della seconda guerra mondiale. Apparteneva alla divisione Vicenza, compagnia mortai 81, plotone comando e con la stessa divisione nel settembre del ‘42 partì dalla caserma Lupi di Bergamo verso quella che sarebbe poi diventata teatro di una delle più grandi tragedie che hanno coinvolto i soldati italiani durante la seconda guerra mondiale: la Campagna di Russia. In questo frangente aveva il compito di fare da messaggero tra la trincea italiana sul Don e le basi italiane più protette nell’entroterra. E fu proprio mentre di notte trasportava messaggi verso il fronte con un paio di sci sgangherati come mezzo di trasporto che, a causa delle rigide temperature, gli si congelarono i piedi. E così, con una bassa di passaggio per riuscire ad arrivare ad un ospedale e curarsi, iniziò il suo viaggio tra le terre russe per ritornare verso casa. Infatti, rendendosi conto del pericolo corso da chi si fermava in un luogo per troppo tempo, decise di non sostare in un ospedale ma, a ritirata iniziata, di cercare di tornare verso l’Italia da solo, con l’unica compagnia di un asino. Durante la ritirata incontrò molti amici scalvini, come Pini Salvino di Schilpario e il M° Abramo Albrici di Vilminore, ma furono solo bravi incontri nell’incertezza della fuga. Il suo girovagare lo portò infine a Nikolajewka, dove al seguito del generale Riverberi combatté per creare un “buco” nella sacca russa. Dopo molti mesi ritornò in Val di Scalve, dove si stabilì e si costruì una famiglia. Luigi era l’ultimo reduce della campagna di Russia di Vilminore. Ogni volta che gli veniva chiesto non era difficile per lui raccontare ciò che aveva visto in quei terribili giorni, vicende che ricordava con una chiarezza impressionante, puntualizzando su giorni, mesi, e a volte anche sugli orari di certi avvenimenti. Anche negli ultimi giorni di vita, quando ormai la malattia lo aveva costretto a letto, non negava a nessuno un breve racconto sulla terribile esperienza che aveva vissuto, e che ormai in pochi, oltre a lui, potevano raccontare. Agosto 2010 Gazzetta Comunale - 7 Dal Piano Regolatore Generale al Piano di Governo del Territorio Ringrazio la redazione per avermi concesso l’opportunità di illustrare brevemente il contenuto dell’importante deliberazione che il Consiglio Comunale dovrebbe adottare nelle prossime settimane. Cercherò di essere sintetico (per non annoiare) e di evitare l’uso di parole troppo tecniche, scusandomi quindi con gli “esperti” per le drastiche semplificazioni e con i lettori se, nonostante i buoni propositi, mi sfuggiranno espressioni poco comprensibili. Con l’imminente decisione il Consiglio compirà il primo passo per la sostituzione (obbligatoria) del “vecchio” Piano Regolatore Generale (PRG) con il “nuovo” Piano di Governo del Territorio (PGT). L’argomento è di notevole importanza per tutta la comunità (quindi non soltanto per gli operatori del settore “immobiliare”); anche la nuova denominazione, che introduce il più ampio concetto di “governo del territorio”, mette in evidenza il più ambizioso e generale obiettivo del Piano, ben al di là della sola previsione di nuove aree edificabili, cui era spesso legata la struttura dei PRG. Il PGT è uno strumento assai più complesso del PRG e la sua preparazione ha coinvolto diverse figure professionali che hanno contribuito all’approfondimento dei diversi contenuti del PGT (urbanistici, paesaggistici, ambientali, geologici, architettonici, agronomici, naturalistici, socio-economici, etc ….). Per la redazione del PGT, fondamentali sono stati gli apporti delle strutture interne del Comune (Amministratori, Ufficio Tecnico, commissioni) per il contributo di indirizzo e conoscenza, nonché quelli delle Istituzioni (Soprintendenza, Parco Orobie, Provincia, Comunità Montana, etc…) per l’indispensabile supporto di informazione documentale contenuto negli atti, studi, programmi, relazioni e piani che sono stati messi a disposizione. Schematicamente il PGT è costituito da una ampia documentazione (cartografica e relazionale) che analizza il territorio comunale, valutandone sia le relazioni con il contesto più ampio (valle, provincia), sia le caratteristiche specifiche. Gli aspetti territoriali esaminati riguardano sinteticamente: il suolo e le acque, il paesaggio e l’ambiente, le infrastrutture, gli insediamenti urbani, la struttura socio economica della popolazione e delle attività economiche. La conoscenza del territorio ha consentito di evidenziare le maggiori criticità, ma anche le sue eccellenze, spesso poco o per nulla valorizzate; conseguente-mente il PGT ha sviluppato proposte di tutela, sviluppo e valorizzazione con la preminente finalità di migliorare la qualità della vita della Comunità nel rispetto dell’ambiente. Concretamente il PGT è composto da 3 atti: il Documento di Piano, il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi. Nel Documento di Piano (DdP) sono contenute le scelte strategiche del Comune e indicate le azioni per conseguirle. Le previsioni del DdP non sono immediatamente operative e lo diverranno solo dopo l’approvazione di successivi piani urbanistici o progetti di opere pubbliche. Il DdP è sottoposto a verifica con periodicità almeno quinquennale. Il Piano delle Regole (PdR) è composto da cartografie e norme e, molto schematicamente, potrebbe assimilarsi al “vecchio” piano regolatore; nel PdR sono contenute le disposizioni che regolano gli interventi sia nelle zone urbane, sia nelle zone agricole. Nel Piano delle Regole sono anche contenute le disposizioni in materia di tutela del paesaggio. Infine il Piano dei Servizi (PdS) contiene sia il censimento delle aree e dei fabbricati destinati a servizi (pubblici o privati di interesse pubblico), sia le previsioni per il potenziamento o la creazione di nuovi servizi. Il PGT di Vilminore contiene anche un’importante e specifica novità: il Piano Naturalistico Comunale (PNC). Contrariamente all’apparenza, non si tratta di un’ulteriore aggravio che “pesa” sull’attività edilizia, ma costituisce uno strumento fortemente innovativo, per una regolamentazione più dinamica del territorio comunale che, come noto, è interessato dalla presenza del Parco delle Orobie Bergamasche. I contenuti del PNC saranno schematicamente esaminati più avanti. Il quadro programmatico del PGT è stato definito in un documento preliminare denominato “Linee Guida per la redazione del PGT”, oggetto di esame e di confronto nel Consiglio Comunale, aperto alla partecipazione dei cittadini, tenutosi il 07 marzo 2009. In coerenza con il contenuto del documento preliminare, tenuti presenti i contributi e le osservazioni pervenute, la Relazione del Documento di Piano elenca i seguenti obiettivi schematici: ▪ considerare la bellezza del paesaggio montano e agrario come risorsa da valorizzare e sostenere per un modello di sviluppo in armonia con la natura; ▪ valorizzare non solo le emergenze storico, artistico, e architettoniche presenti nel comune ma anche il patrimonio storico minore (edifici urbani e cascine) che concorre alla qualità com- 8- Gazzetta Comunale plessiva dell’abitare; ▪ valorizzare, mantenere la riconoscibilità ed identità dei luoghi; ▪ controllare lo sviluppo urbano, mirato e limitato, in adiacenza dei nuclei urbani esistenti; ▪ migliorare la qualità del tessuto edilizio urbano e in particolare quella degli interventi di recupero del vasto patrimonio edilizio; ▪ favorire la creazione di un polo, a carattere sovra locale, di servizio alla nuova stazione di risalita di Teveno per gli sport invernali; ▪ favorire il potenziamento delle attività turistico recettiva, ▪ favorire le possibilità di incremento dell’offerta di aree produttive per lo sviluppo socio economico (Ponte Formello/Vilmaggiore/Pezzolo) ▪ migliorare la qualità dei servizi offerti soprattutto promuovendo la formazione di un Polo Scolastico comprensoriale (ex CFP Vilminore); ▪ migliorare la viabilità locale attraverso interventi mirati di adeguamento delle micro-criticità e valutando alcuni tracciati di nuova previsione per risolvere alcuni problemi locali (Vilmaggiore, Teveno, Pezzolo, Vilminore); ▪ proseguire il recupero dei tracciati delle antiche mulattiere anche con i progetti in corso a scala sovra locale; ▪ valorizzare la funzione culturale/turistica del bacino minerario (Manina- Stazione Teveno); ▪ incentivare la sostenibilità ambientale ed ecologica degli interventi avviando politiche di compensazione ecologica preventiva. Gli obiettivi enunciati hanno conseguentemente portato alla definizione di un PGT che prevede pochissime espansioni dell’urbanizzato e che pone grande attenzione alla qualità degli insediamenti e alla valorizzazione degli ambienti naturali e agro silvo pastorali. Le previsioni di nuovi insediamenti sono prevalentemente destinate ad attività economiche (produttive, turistico-ricettive); tale scelta strategica è dettata dall’esigenza di accrescere o quanto meno consolidare la popolazione residente, nella consapevolezza che soltanto nuove occasioni di lavoro potranno evitare un’ulteriore perdita di popolazione. L’incremento/consolidamento della popolazione è infatti condizione indispensabile per la conservazione ed il miglioramento dei servizi, che sempre più sono chiamati a trovare un equilibrio ragionevole con i relativi costi. Non può sfuggire infatti la necessità di garantire un numero minimo di utenti per poter conservare (ad esempio) servizi scolastici di buona qualità, indispensabili per dare ai ragazzi giuste opportunità di affermazione nel modo del lavoro. Sinteticamente il DdP individua dieci Ambiti di Trasformazione: si tratta di aree prevalentemente inedificate, sulle quali sarà possibile presentare progetti urbanistici di edificazione. I dieci ambiti possono essere così raggruppati: 2 ambiti per attività produttive 2 ambiti per attività ricettive-turistiche per sport invernali 2 ambiti per attività ricettive all’aria aperta 2 ambiti per interventi di tipo pubblico 2 ambiti di espansione residenziale connessi a interventi di interesse strategico Pare evidente come il PGT non abbia introdotto nuove grandi Agosto 2010 previsioni insediative esterne ai nuclei abitati già consolidati. Il PGT è pur sempre uno strumento programmatorio ed è importante enunciare quali siano le aspettative dimensionali rispetto alla popolazione (residente e gravitante). Alla data attuale la popolazione residente è di 1.530 persone (valore pressoché inalterato da circa 30 anni), mentre la popolazione gravitante (per lavoro, studio e turismo) è stata stimata in circa 1.860 persone. Quindi complessivamente la popolazione teorica è oggi pari a circa 3.390 abitanti teorici, valore quest’ultimo estremamente importante per calcolare il fabbisogno di servizi. Il nuovo strumento urbanistico (PGT) stima che in un decennio, per effetto delle realizzazioni degli interventi ipotizzati, si possano raggiungere 3.890 abitanti teorici. Si tratta di un incremento assai modesto (inferiore al 15%), conseguenza di una politica di forte contenimento, che garantisca la salvaguardia dei valori paesaggistici, ambientali e naturalistici, costituenti un patrimonio unico ed irripetibile per la Comunità. Nel Documento di Piano è integrato il Piano Naturalistico Comunale (PNC); si tratta, come già accennato, di uno strumento fortemente innovativo, che dovrà sostituire il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Orobie, costruendo così “dal basso” la regolamentazione per la protezione, la cura, il risanamento, il miglioramento e lo sviluppo dei beni naturali. Il PNC eviterà quindi la formazione di un ulteriore livello di pianificazione urbanistica, effettuando un’utile semplifica-zione. La regolamentazione del PNC non riguarda solo le aree interne al Parco delle Orobie, ma si estende all’intero territorio comunale e detta disposizioni oggettive per il calcolo dei danni ai beni naturali conseguenti alle attività di trasformazione. Il PNC prevede l’obbligo di “indennizzare” i danni provocati ai beni naturali, imponendo interventi di riparazione, proporzionali sia alla qualità, sia alla quantità dei danni apportati e ponendo un limite invalicabile per i danni più rilevanti. Senza soffermarmi troppo su questo appassionante argomento, vorrei tuttavia sottolineare come questa “nuova frontiera” della pianificazione territoriale si inserisca nelle più moderne ed avanzate linee già da tempo percorse in altre nazioni europee. Dall’obbligo di riparazione dei danni ai beni naturali sono esclusi gli interventi sul patrimonio edificato e sulle aree “di completamento” dei nuclei urbani. Il DdP introduce anche un principio totalmente innovativo: la perequazione-compensativa. In parole povere, si tratta della possibilità di attribuire capacità edificatoria (volume per la residenza o superficie di pavimento per le attività produttive) anche ad alcune aree che non sono direttamente destinate all’edificazione. Le capacità edificatorie (volume o superficie) attribuite a queste aree possono essere vendute ai proprietari di aree edificabili, per aumentarne (limitatamente) l’edificazione. In generale sono interessate dalla perequazione-compensativa le aree destinate a servizi e quelle destinate alla mitigazione ambientale primaria. I proprietari di queste aree potranno così partecipare delle opportunità di valorizzazione dei propri terreni e la Comunità potrà ottenere le aree senza procedere alla loro acquisizione onerosa, o alla procedura espropriativa. Le norme del DdP sono accompagnate da una schedatura de- Agosto 2010 Gazzetta Comunale - 9 gli ambiti di trasformazione, nella quale per ogni ambito, dettagliatamente esaminato attraverso le sue relazioni con il sistema dei vincoli territoriali, sono dettati gli obiettivi ed i limiti delle trasformazioni attese. Le schede fissano quindi alcune norme (obbligatorie) accanto ad alcuni indirizzi (suggerimenti), mantenendo un adeguato margine di flessibilità. In via esemplificativa si riportano di seguito le schede degli ambiti di Teveno e di Triangola. Si tratta dei due ambiti strategicamente più importanti. Il primo (Teveno) è legato all’atteso sviluppo del comprensorio sciistico intervallivo, previsto dal Programma di Sviluppo Turistico di interesse regionale. La previsione della nuova stazione di risalita a Teveno lungo la strada per Colere, impone la realizzazione delle relative infrastrutture di accoglienza e costituisce una forte opportunità di occupazio- ne nel settore turistico. La trasformazione dell’ambito è tuttavia consentita solo dopo la concreta realizzazione dell’impianto di risalita. Il secondo (Triangola) costi-tuisce il logico sviluppo del comprensorio produttivo di Ponte Formello, entro il quale si è esaurita ogni ulteriore possibilità di insediamento. La trasformazione si inserisce in una zona che presenta certamente difficoltà di realizzazione per la presenza dei corsi d’acqua, ma che, tutto sommato, resta comunque l’area più facilmente accessibile e la meno invasiva a livello paesaggistico. Per altro la vicinanza con l’insediamento produttivo di Ponte Formello e la centrale elettrica consentono di mettere in comune i necessari servizi. Il Piano delle Regole (PdR) è articolato (come il PRG) con tre livelli di cartografia (territorio extraurbano, ambiti urbani, centri storici) rappresentati a scala di dettaglio crescente. Le cartografie sono accompagnate dalla Normativa di Attuazione e da un Abaco. Sul PdR sono rappresentate cartograficamente le destinazioni dei suoli, che sono immediatamente operative secondo le regole della normativa di attuazione. Non mi soffermerò molto sul PdR, poiché la sua “somiglianza” al “vecchio” PRG ne consente un’agevole interpretazione. Le previsioni urbanistiche nelle zone urbane confermano sostanzialmente le indicazioni del “vecchio” PRG, apportando solo marginali modificazioni, soprattutto finalizzate alla più agevole fattibilità degli interventi privati. Nella normativa si sono introdotti ulteriori principi di semplificazione, estendendo la possibilità del ricorso ai Permessi di Costruire Convenzionati in luogo dei Piani Attuativi. Anche per i Piani Attuativi di minore rilevanza si è inserita la possibilità di adozione da parte della Giunta, limitando il passaggio in Consiglio alla sola approvazione finale. Le novità rilevanti del PdR riguardano: i contenuti paesaggistici del PGT, il recepimento del Piano Naturalistico, l’individuazione delle aree di valore paesaggistico, la disciplina delle attività commerciali e la revisione dell’Abaco. Nella sezione del PdR che si occupa dei contenuti paesaggistici riveste particolare rilievo la cartografia, dalla quale è desumibile una valutazione obiettiva della “sensibilità dei siti” di tutto il territorio comunale, effettuata mediante l’attribuzione di un indice, crescente da 1 a 5 a seconda del maggior valore paesaggistico del luogo. A questa valutazione oggettiva dovranno riferirsi tutte le progettazioni edilizie. Il PdR riporta sulla cartografia anche tutti gli elementi puntuali di valore architettonico monumentale, archeologico, paesaggistico, storico, culturale e tradizionale così da costituire un utile riferimento per la loro conservazione e valorizzazione. La nuova legge urbanistica ha poi consentito di superare la vecchia suddivisione del territorio che attribuiva genericamente la destinazione agricola a tutte le aree non ricomprese nella parte urbana. La “vecchia” classificazione non consentiva di distinguere le aree effettivamente oggetto di attività agricola e dalle parti “incolte” ed inadatte alla coltivazione, lasciate sostanzialmente allo stato naturale. Il PdR classifica queste ultime tra le “aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche”. E’ del tutto evidente che queste aree assumano una dimensione considerevole in un territorio di eccezionale bellezza paesaggistica come quello della Val di Scalve. Le aree di valore paesaggistico ricomprendono ovviamente gran parte del territorio incluso nel Parco delle Orobie, ma anche vaste porzioni di fondo valle (esterne al Parco), che costituiscono l’evidente continuità delle aree di Parco e svolgono un ruolo fondamentale nella rete ecologica locale, creando i corridoi ecologici di connessione 10 - Gazzetta Comunale tra le sponde dei corsi d’acqua. Merita da ultimo un particolare rilievo il lavoro di aggiornamento dell’Abaco. Questo documento, già presente da un ventennio nella normativa comunale, ha consentito il raggiungimento di una maggiore consapevolezza progettuale, mettendo in evidenza gli aspetti caratteristici dell’architet-tura montana di valle. I risultati ottenuti (spesso di buon livello) tuttavia invitano a procedere verso un ulteriore avanzamento della qualità progettuale ed esecutiva. In particolare il nuovo Abaco mette in rilievo l’esigenza di conservare quegli elementi, apparentemente secondari, delle costruzioni storiche, invitando ad una maggiore attenzione e sforzo del processo di restauro in luogo della sostituzione. L’Abaco è stato arricchito con un piccolo apparato fotografico così da renderlo più facilmente comprensibile. E’ anche auspicabile che, mettendo in evidenza le “parti migliori” dell’architettura locale, se ne accresca la consapevolezza e si stimoli l’orgoglio di una loro autentica conservazione sia per mostrarle ai “visitatori” attratti dalle bellezze della valle, sia per garantirne la trasmissione alle future generazioni. Da ultimo alcune brevi considerazioni sul Piano dei Servizi (PdS), terzo atto costitutivo del PGT. La principale e fondamentale novità rispetto alla normativa precedente è costituita dal superamento del vecchio concetto di “standard”; in poche parole la legge imponeva la indicazione nei PRG di una quantità di aree da vincolare a servizi pubblici calcolata matematicamente in funzione delle possibilità edificatorie e della loro destinazione d’uso. In sostanza i PRG venivano valutati sulla base della “quantità” di aree vincolate ( i cosiddetti standard), oggi la nuova normativa spinge nella direzione della “qualità” dei servizi e supera la divisione pubblico-privato. Un servizio è “utile” per la collettività, indipendentemente dalla proprietà (pubblica o privata) qualora sia “aperto” a tutti i cittadini e soddisfi un’esigenza di “servizio”. Questa è l’attuazione del cosiddetto “principio di sussidiarietà” lucidamente enunciata in un’importante Enciclica del 1931 di Papa Pio XI°, la Quadragesimo anno, emanata in occasione del 40° anniversario di un’altra importante Enciclica la Rerum novarum di Papa Leone XIII°. In quel testo Pio XI° affermava: “È vero certamente che [...] molte cose non si possono più compiere se non da grandi associazioni, laddove prima si eseguivano anche dalle piccole. Ma deve tuttavia restare saldo il principio importantissimo nella filosofia sociale: che siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare. Ed è questo insieme un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società; perché l’oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva Agosto 2010 le membra del corpo sociale, non già distruggerle e assorbirle”. Il Piano dei Servizi del PGT individua quindi le “aree per servizi” (pubbliche o private) suddividendole tra “essenziali” e “complementari” ed attribuendo solo alle prime l’esigenza di rispondere ad un parametro quantitativo minimo fissato dalla Legge (18 mq per ogni abitante teorico). Tutte le aree per servizi di proprietà privata e non ancora “attuate” partecipano alla perequazione (vedi sopra), così da consentire ai proprietari il conseguimento di un valore economico connesso alla possibilità di vendita dei “diritti volumetrici” spettanti alle aree. Si tratta evidentemente di un’azione complessa e del tutto nuova che necessiterà di un giusto periodo di assestamento per trovare un’attuazione estesa e che inevitabilmente necessiterà di verifiche e di aggiustamenti. Il PdS inoltre consente sia la realizzazione di servizi da parte dei privati (mediante l’istituto del Convenzionamento) sia l’utilizzo privato (boxes, magazzini, etc …) delle parti interrate di alcune aree per servizi, accompagnato dall’utilizzo pubblico o di uso pubblico delle livello di campagna. Dal punto di vista quantitativo le sole aree per servizi essenziali individuate dal PGT assommano a mq 135.525 che garantiscono ai 3.890 abitanti teorici una dotazione pari a 34,84 mq/abitante teorico, valore molto superiore alla dotazione minima prescritta dalla Legge. Molto ancora potrebbe essere scritto sul PGT, ma ritengo di non dover ulteriormente appesantire la lettura sull’ar- gomento, sperando di aver sollevato almeno qualche curiosità e di aver chiarito qualche dubbio. I documenti tutti del PGT sono a disposizione della Cittadinanza e saranno completamente pubblicati sul sito internet del Comune. Giova ricordare da ultimo che la procedura di approvazione è solo iniziata e che dopo la deliberazione di adozione del Consiglio Comunale si aprirà la fase della pubblicazione e della raccolta delle osservazioni (30+30 giorni), nonché quella necessaria al conseguimento del parere di conformità al Piano Territoriale della Provincia di Bergamo (120 giorni). Pertanto tutti i cittadini potranno presentare osservazioni e contributi sia per tutelate i propri interessi, sia per migliorare il PGT nell’interesse generale. Dr Ing Arch Angelo Ugo Fugazza STUDIO ASSOCIATO FUGAZZA Milano Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 11 IL PGT DI VILMINORE E L’AMBIENTE Motivi e contenuti della Valutazione Ambientale Strategica e della Valutazione di Incidenza Progettare un territorio è una cosa complessa. Perché ogni territorio è il frutto di una singolare storia naturale e umana, che va conosciuta e studiata, e perché si devono valutare e conciliare attese, richieste, vincoli e regole, in un continuo gioco di equilibri. “L’abitato di Bueggio e la Costa di Valnotte sullo sfondo della Presolana. Più del 90% del territorio vilminorese è occupato da usi del suolo e coperture vegetali di alto valore naturalistico e paesaggistico. Le parti edificate occupano invece meno del 2% della superficie comunale (foto S. D’Adda)” Questo vale anche per il Piano di Governo del Territorio, l’ormai famoso PGT, che da una parte deve dire se si faranno, e quante saranno, le nuove case, le nuove fabbriche, le diverse strutture che compongono gli edificati, e dall’altra deve custodire gli spazi liberi, quelli non costruiti, dove ci sono i prati, i boschi, gli spazi naturali. Deve insomma tutelare quel bene limitato e non riproducibile che è il suolo, sul quale peraltro si fondano le attività agroforestali e le qualità paesaggistiche del luogo. E se non può farlo in senso assoluto, perché questo vorrebbe dire negare ogni nuova costruzione, è chiamato a scelte oculate al fine di ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente e sul paesaggio. Al PGT è insomma chiesta un po’ più di sensibilità ambientale rispetto al PRG. Affinché tutto questo si traduca in fatti concreti sono state emanate apposite norme che chiedono ai comuni di compiere “valutazioni ambientali” sugli effetti delle loro scelte urbanistiche. Due sono le “valutazioni” condotte durante la redazione del nuovo PGT di Vilminore di Scalve: la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Incidenza. La prima interessa tutti i comuni, siano essi grandi o piccoli, largamente o scarsamente inurbati, mentre la seconda spetta solo a quelli interessati dalla presenza di Aree Natura 2000. La Valutazione Ambientale Strategica La legge urbanistica regionale, la cosiddetta L.R. 12 del 2005, prevede che insieme al PGT venga predisposta la Valutazione Ambientale Strategica, ovvero la VAS, al fine di “promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente” (art. 4). La VAS chiede ai comuni di occuparsi di ambiente, di guardare “La collocazione degli Ambiti di Trasformazione (aree e numeri verdi) nel territorio comunale. Come si vede, ad eccezione degli ambiti 1, 2 e 10 (rispettivamente Nona-Villaggio minerario; Teveno-Valnotte e Triangla-Polo produttivo) le previsioni strategiche del PGT si collocano a ridosso delle aree urbane” oltre le mere esigenze edilizie, di considerare il proprio territorio come un bene prezioso e irripetibile. Essa prende in esame unicamente il Documento di Piano (DdP) del PGT, l’atto che contiene le scelte strategiche del Comune, e lo fa sin dall’inizio, così da accompagnare passo passo la genesi del progetto urbanistico. Nel suo svolgersi deve evidenziare “la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano” nonché “le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione”, quali sono, ad esempio, i piani territoriali Regionale e Provinciale, il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana, i programmi di Sviluppo Turistico e di Sviluppo Locale. Deve inoltre individuare “le alternative assunte” nell’elaborazione del piano, “gli impatti potenziali” e le “misure di mitigazione o di compensazione” da porre in atto per ciascuna previsione d’intervento (art. 4). Per fare tutto questo, e per farlo nel migliore dei modi, è prevista la partecipazione dei cosiddetti “soggetti competenti in materia ambientale”, ovvero di ARPA, ASL, Parco delle Orobie e della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia, nonchè degli “enti territorialmente competenti”, come la Regione Lombardia, con le varie Direzioni Generali e lo STER di Bergamo, la Provincia di Bergamo, con i vari settori, la Comunità Montana di Scalve e i comuni limitrofi. E’ infine prevista la partecipazione del pubblico, nelle sue diverse espressioni individuali e collettive. 12 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 “Alcune delle schede che accompagnano le analisi della Valutazione Ambientale Strategica. L’ambito di Trasformazione in esame è il n. 4 “PezzoloCamposanto” I luoghi privilegiati dell’incontro tra il Comune e i diversi soggetti coinvolti nel percorso di redazione del PGT e della VAS sono le Conferenze di verifica e valutazione, che a rigor di norma devono essere almeno due. Il cuore delle verifiche ambientali è invece costituito dal Rapporto Ambientale, un documento ove sono analizzate le ricadute ambientali delle previsioni del piano, le ragioni delle scelte, le valutazioni condotte, le previsioni di mitigazione e compensazione. Le conferenze della VAS del PGT di Vilminore si sono tenute il 18 aprile 2009 e il 12 luglio scorso mentre il Rapporto Ambientale è stato chiuso alla fine di maggio 2010 ed è reperibile in formato digitale sul sito internet del Comune e in formato cartaceo presso gli uffici comunali. Sinteticamente si può dire che le qualità ambientali del territorio vilminorese superano ampiamente le criticità. Dei dieci Ambiti di Trasformazione (AdT) individuati dal DdP, ben sette risultano collocati in prossimità di nuclei urbani, dunque in siti privi di particolari valenze ambientali, naturalistiche e paesaggistiche, oltre che di problematiche idrogeologiche. Gli altri tre (AdT 1 - NonaVillaggio minerario; AdT 2 - Teveno-Valnotte; AdT 10 – TrianglaPolo produttivo) in siti obbligati o assolutamente vincolanti per le loro finalità. La Valutazione di Incidenza Vilminore ospita tra i suoi confini tre siti di Rete Natura 2000, ovvero aree caratterizzate da alti livelli di naturalità ove si raccolgono habitat e specie animali e vegetali di interesse europeo. L’istituzione di queste aree prende le mosse da due direttive europee: la Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, detta “Direttiva Habitat”, e la Direttiva 79/409/CEE del 02 aprile 1979, detta “Direttiva Uccelli”. La prima individua i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), la seconda le Zone di Protezione Speciale (ZPS). Alle Aree Natura 2000 è affidato l’arduo compito di garantire la tutela e la conservazione della biodiversità nel vecchio continente mediante la formazione una “rete” ecologica transnazionale. Per le loro valenze naturalistiche ed ecologiche sono oggetto di particolare tutela, tanto che ogni previsione d’intervento che le può condizionare, anche indirettamente, è sottesa a una specifica Valutazione di Incidenza (VIC). Quest’ultima viene condotta sulla scorta di uno Studio di Incidenza che descrive “qualitativamente gli habitat e le specie”, esplicita “gli interventi di trasformazione previsti”, illustra “le misure mitigative” e indica le “eventuali compensazioni” (Allegato D della DGR 14106/2003). Così è avvenuto anche per il PGT di Vilminore, che vede tre AdT interferire con queste aree. In particolare l’AdT 1 “Nona – Villaggio Minerario” ricade per intero nella ZPS Parco Regionale Orobie Bergamasche (cod. IT2060401) mentre gli AdT 2 “Teveno–Valnotte” e 3 “Teveno–Via Barbarossa” interessano solo in parte il SIC Val Sedornia, Valzurio e Pizzo della Presolana (cod. IT2060005). Con il SIC Alta Val di Scalve (cod. IT2060004) non vi è invece nessuna interferenza. Sulla scorta di un accordo con il Parco delle Orobie Bergamasche, ente gestore dei siti di Rete Natura 2000, lo Studio di Agosto 2010 Gazzetta Comunale - 13 “I siti di Rete Natura 2000 in riferimento al territorio di Vilminore e ai 10 Ambiti di Trasformazione (aree e numeri blu). Con la barratura verde orizzontale è rappresentata la ZPS Parco Regionale Orobie Bergamasche, con quella arancione diagonale il SIC Val Sedornia, Valzurio e Pizzo della Presolana e con il retino marrone (estremi margini orientali del comune) il SIC Alta Val di Scalve. In alcuni tratti i siti si sovrappongono” Incidenza è stato imperniato sul Piano Naturalistico Comunale (PNC), un documento predisposto volontariamente dal Comune di Vilminore con lo scopo di proteggere, curare e sviluppare i suoi beni naturali. Attraverso questo peculiare passaggio è stato tra gli altri possibile evidenziare il ridotto impatto delle previsioni urbanistiche sui siti protetti. Ben sette dei dieci AdT contemplati dal DdP rientrano infatti nella seconda (penultima) classe di valore naturalistico del PNC, quella che raccoglie le unità ambientali a bassa naturalità. Attraverso il meccanismo della compensazione le previsioni d’intervento diventano anzi un’occasione per un riequilibrio ambientale e per la riqualifica delle aree che il PNC identifica come prioritarie. Dott. Agr. Stefano D’Adda Studio GPT Bergamo “L’area dell’Ambito di Trasformazione 10 “Triangla-Polo produttivo”, ove si prevede di realizzare la nuova zona produttiva di interesse vallare. Il sito è stato scelto tra le possibili alternative sia per la sua vicinanza al già esistente (ed esaurito) polo di Ponte Formello che per il suo ridotto impatto paesaggistico e l’assenza di interferenze con le zone abitate (foto S. D’Adda)” 14 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 IL PGT DI VILMINORE E LA COMPONENTE GEOLOGICA Lo studio riguardante la componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio è finalizzato alla prevenzione del rischio idrogeologico attraverso una pianificazione compatibile con l’assetto geologico-geomorfologico e le condizioni di sismicità del territorio comunale; costituisce una guida ed un supporto per la realizzazione in sicurezza dei nuovi interventi edificatori e per la modifica delle destinazioni d’uso del territorio, ma anche per la salvaguardia delle situazioni esistenti. Il Comune di Vilminore di Scalve è dotato di uno studio geologico realizzato nel 2006 a supporto del Piano Regolatore Generale e lo studio geologico del PGT ne costituisce un aggiornamento in adeguamento alle normative più recenti. In particolare, rispetto al precedente studio, sono state introdotte alcune modifiche e revisioni in seguito ad analisi di maggior dettaglio e alla realizzazione di alcuni interventi di sistemazione idrogeologica; inoltre, è stata estesa a tutto il territorio la cartografia di sintesi e fattibilità ed è stata definita la componente sismica. In accordo con la Deliberazione di Giunta Regionale n° 8/7374 del 28 maggio 2008, che in Lombardia costituisce la normativa di riferimento definendo le modalità di redazione, lo studio geologico del PGT di Vilminore di Scalve è stato sviluppato secondo tre fasi: 1) Fase di analisi. In questa fase è stata effettuata una raccolta dei dati e della documentazione d’interesse esistente al fine di acquisire una conoscenza il più approfondita possibile del territorio in esame; inoltre, tramite esecuzione di numerosi sopralluoghi, è stata condotta una campagna di rilevamento geologico di terreno, finalizzata alla definizione delle condizioni geologico-geomorfologiche del territorio comunale. La fase ficiali, gli interventi di sistemazione idrogeologica e la classificazione delle rocce e dei terreni in base al grado di permeabilità. La cartografia di dettaglio è costituita da un solo elaborato nel quale vengono riportate le stesse tematiche delle carte precedenti di un’area, producendo effetti che vanno a sovrapporsi e sommarsi a quelli del sisma. Tali effetti sono distinguibili in due gruppi: effetti di sito (o di amplificazione sismica locale) ed effetti di instabilità. I primi interessano tutti i materiali che “frana in sinistra idrografica del torrente Nembo in prossimità di località Adenasso. Sullo sfondo i ruderi della diga del Gleno” d’analisi ha previsto la redazione di una serie di carte tematiche d’inquadramento alla scala 1:10.000 estese a tutto il territorio comunale e di una carta di dettaglio alla scala 1:2.000 relativa alle aree urbanizzate. La cartografia di inquadramento è costituita dalla carta geologica, nella quale sono state rappresentate le formazioni rocciose presenti in superficie ed i relativi elementi strutturali, oltre ai depositi quaternari distinti in base all’origine; dalla carta morfologica, nella quale sono state rappresentate le forme del territorio distinte sia per origine che per grado di attività; dalla carta idrogeologica, contenente gli elementi relativi alle acque sotterranee e alle acque super- ma con migliore definizione e approfondimento. E’ importante sottolineare che la fase di analisi permette di individuare la dinamica dei processi in atto (rappresentata in particolare nelle carte morfologiche), cioè la loro possibile evoluzione futura e quindi la relativa pericolosità, ed è pertanto fondamentale per orientare le scelte di uso del territorio. Nell’ambito della fase di analisi è stato inoltre condotto lo studio di approfondimento per la definizione della componente sismica; questa consiste nell’individuare le eventuali condizioni geologiche e geomorfologiche che, durante un terremoto, possono influenzare la pericolosità sismica di base mostrano un comportamento stabile nei confronti delle sollecitazioni sismiche e sono rappresentati dall’insieme delle modifiche che un moto sismico può subire presso la superficie (amplificazione topografica) o durante l’attraversamento degli strati di terreno sovrastanti le formazioni rocciose di base (amplificazione litologica). Gli effetti di instabilità interessano invece tutti i materiali che mostrano un comportamento instabile o potenzialmente instabile nei confronti delle sollecitazioni sismiche e sono rappresentati da fenomeni diversi a seconda delle condizioni del sito. Nel caso in esame l’analisi sismica è stata attuata riferendosi limitatamente al “primo livello Gazzetta Comunale Agosto 2010 di approfondimento”, in quanto il territorio del comune di Vilminore ricade nella zona 4 a minore sismicità (classificazione sismica del territorio nazionale secondo l’OPCM 3274/03 ancora valida solo dal punto di vista amministrativo); inoltre non sono previsti nell’ambito del PGT interventi strategici e rilevanti (per questi sarebbe infatti obbligatoria l’analisi di secondo livello). L’analisi di primo livello prevede la redazione della carta di pericolosità sismica locale (PSL), alla scala 1:10.000 e relativa all’intero territorio comunale, nella quale sono individuate le diverse situazionitipo previste dalla normativa in grado di determinare effetti di amplificazione o instabilità sismica. Nel caso in esame, per quanto riguarda l’amplificazione topografica sono state riportate le linee di cresta e i cigli delle scarpate con altezza superiore ai 10m sovrastate da ripiani; tali morfologie possono infatti comportare esaltazione delle onde sismiche a causa di fenomeni di riflessione. Per quanto riguarda l’amplificazione litologica, sono state cartografate le aree caratterizzate dalla presenza di depositi superficiali con spessore indicativamente superiore a 3 m; in tali condizioni vi può essere infatti amplificazione delle onde sismiche in seguito a fenomeni di risonanza. Per quanto riguarda gli effetti di instabilità, sono state inserite le aree caratterizzate da fenomeni franosi attivi e quiescenti e le aree interessabili da fenomeni di crollo di blocchi rocciosi, per i quali il sisma può rappresentare un fattore d’innesco del movimento; sono state inoltre inserite le aree con presenza o potenziale presenza di cavità sotterranee, sia naturali che di origine antropica, che possono subire crolli parziali o totali in caso di sisma, con conseguenti fenomeni di subsidenza in superficie. Sono stati infine evidenziati i limiti esterni dei depositi con spessore superiore ai 3m in quanto, eventuali strutture poste a cavallo potrebbero, in caso di sisma, subire cedimenti in seguito a comportamenti differenziali. Si sottolinea che, in accordo con le indicazioni della normativa, tale carta ha valore di inquadramento, ed è da considerarsi come riferimento per l’applicazione di studi di approfondimento in grado di determinare in modo più dettagliato i reali effetti sito o di instabilità. 2) Fase di sintesi/valutazione. In questa fase vengono esaminati ed incrociati i dati desunti dalla fase precedente, individuando gli elementi geologici in grado di condizionare l’uso del territorio; viene quindi redatta la carta di sintesi, che contiene una zonazione del territorio in aree omogenee dal punto di vista della pericolosità geologico-geotecnica e vulnerabilità idraulico-idrogeologica, riferite ai fenomeni che le generano (fattori limitanti); la carta è stata redatta alla scala 1:10.000 per tutto il territorio comunale e alla scala 1:2.000 per l’urbanizzato. In questa fase è stata redatta anche la carta dei vincoli (scala 1:10.000, intero territorio comunale) nella quale sono individuate le limitazioni d’uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico. 3) Fase di proposta. Questa fase è definita attraverso la redazione della carta di fattibilità geologica delle azioni di piano e delle relative norme geologiche di piano; tale carta propone una zonazione del territorio in quattro classi, attribuendo a ciascuna area individuata nella carta di sintesi un grado di fattibilità in funzione del fattore limitante presente: Classe 1 (fattibilità senza particolari limitazioni): aree per le quali lo studio non ha individuato specifiche controindicazioni di carattere geologico e che non presentano quindi particolari limitazioni all’utilizzo per scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. Classe 2 (fattibilità con modeste limitazioni): aree nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all’utilizzo per scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnicocostruttivi. Nel caso in esame questa classe comprende principalmente aree con pericolosità morfologica derivante da diversi fattori ma comunque di grado basso, aree con pendenze da basse a medie, aree con presenza di terreni a comportamento geotecnico mediocre o con falda a bassa profondità. Classe 3 (fattibilità con consistenti limitazioni): aree nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all’utilizzo per scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine di maggiore dettaglio, accorgimenti tecnico-costruttivi o realizzazione di opere di difesa. Nel caso in esame questa classe comprende principalmente aree con pericolosità morfologica di grado medio relativa a fenomeni franosi, di degradazione, di esondazione o colata, aree con terreni aventi caratteristiche geotecniche scadenti o con materiale di riporto, aree caratterizzate da una forte acclività ed aree con falda prossima al piano campagna o affioramento d’acqua in superficie. Classe 4 (fattibilità con gravi limitazioni): aree per le quali l’elevata pericolosità e vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo per scopi edificatori e alla modifica delle destinazioni d’uso; in queste aree deve essere esclusa ogni nuova edificazione, se non opere tese alla sistemazione idrogeologica e sismica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti saranno consentiti esclusivamente gli interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione or- - 15 dinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, senza aumento di superficie o volume e di carico insediativo; eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico potranno essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili e dovranno comunque essere puntualmente valutate. Nel caso in esame queste aree corrispondono principalmente a zone interessate da fenomeni franosi o di degradazione oppure si trovano in zone soggette alla dinamica dei corsi d’acqua; nel complesso non comprendono, se non marginalmente, le zone già urbanizzate. La carta di fattibilità è stata redatta alla scala 1:10.000 per tutto il territorio comunale e alla scala 1:2.000 per le aree urbanizzate e deve essere utilizzata congiuntamente alle norme geologiche di piano che, per ogni fattore limitante, definiscono le prescrizioni per gli interventi edificatori, gli studi e le indagini di approfondimento richiesti, l’eventuale necessità di opere di mitigazione del rischio o di monitoraggio dei fenomeni presenti. Si sottolinea che tutti gli interventi devono comunque essere condotti nel rispetto delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni e delle normative vigenti in materia di territorio/ ambiente. La fase di proposta prevede anche la redazione della carta del dissesto idrogeologico con legenda uniformata alla cartografia del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Fiume Po), alla scala 1:10.000 su tutto il territorio comunale, che contiene una rappresentazione delle aree e degli elementi in dissesto presenti nel territorio comunale classificati conformemente alla legenda PAI, sui quali dovranno essere applicate le limitazione alle attività di trasformazione e di uso del territorio definite dalla normativa contenuta nel PAI. Fabio Alberti Studio Geotec 16 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 NOTIZIE DALL’UFFICIO TECNICO Periodo di cantieri aperti per il territorio di Vilminore, tutti interventi davvero necessari e dei quali vi diamo cronaca pubblicando quanto ci è pervenuto dai progettisti incaricati arch. Mario Bonicelli e ing. Dario Castelletti RIQUALIFICA DI PIAZZA PAPA GIOVANNI XXIII: A VILMINORE UN INTERVENTO DI ARCHITETTURA URBANA A CAVALLO TRA PASSATO E FUTURO. “degrado della pavimentazione con evidenti segni di rischio infortunio” “pavimentazione sconnessa con una moltitudine di rappezzi” Da qualche tempo i cittadini e i turisti di Vilminore di Scalve hanno potuto assistere al processo di trasformazione di una delle zone più importanti del paese: si tratta dei lavori finanziati da Regione Lombardia per la riqualifica di Piazza Papa Giovanni XXIII, area pedonale di pertinenza municipale che prende vita dall’asse viario provinciale che attraversa il centro abitato. Sono bastati meno di dieci mesi per passare dall’idea all’inaugurazione: un record per un’opera pubblica italiana. La proposta per la valorizzazione della piazza viene avanzata in occasione di un incontro tra il sindaco e il progettista, in quel momento villeggiante in valle di Scalve. Il dibattito tra i due volge subito a un obiettivo comune: trovare una soluzione per restituire ai cittadini una piazza che risulti al contempo funzionale ed economica per la manutenzione, all’avanguardia per materiali e tecniche architettoniche, e rispettosa del contesto storico-ambientale di cui Vilminore può serbare il vanto. La svolta arriva grazie a un bando indetto dalla Regione che permette ai Comuni sotto i 2000 abitanti di richiedere i finanziamenti per sostenere progetti di riqualifica e valorizzazione del proprio territorio: Vilminore partecipa e a ottobre ottiene le risorse necessarie per dare finalmente avvio alla fase progettuale. “14 giugno 2010 – organizzazione del cantiere” “prima dell’intervento” In poco tempo il progetto viene consegnato e subito dopo si ottiene anche il finanziamento dei lavori grazie alle risorse assegnate da Regione Lombardia alla nostra Comunità Montana per essere poi ripartite ai Comuni. Alla fine di maggio si conclude anche la gara d’appalto con l’assegnazione delle opere in oggetto e si fa il possibile per avviare i lavori al più presto, così da approfittare del periodo di consueta sospensione estiva delle scuole per chiudere la strada e limitare i disagi per il trasporto pubblico della valle e, soprattutto, per non rischiare di perdere i meritati finanziamenti regionali. Al momento del bando, l’area sottoposta a nuovo progetto risultava in forte stato di degrado a causa del materiale posato alcuni anni fa consistente in lastre di porfido. Questa scelta pur risultando suggestiva da un punto di vista estetico, si è purtroppo rilevata a posteriori inadeguata per via delle forti sollecitazioni indotte sia dal traffico intenso, sia delle condizioni meteorologiche che caratterizzano la valle. Uno degli obiettivi primari del nuovo intervento, pertanto, è stato quello di creare un nuovo sedime stradale caratterizzato dall’alternanza di materiali storici e contemporanei posati in modo da garan- “29 giugno 2010 – posa dei cordoli” “5 luglio 2010 – posa cordoli in prossimità del plateau di attraversamento” Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 17 SCHEDA RIEPILOGATIVA PROGETTO • • • • • • • • • Titolo progetto: Committente: Importo lavori a base d’appalto: Durata dei lavori: Finanziamenti: Progettista e Direttore Lavori: Responsabile del Procedimento: Impresa aggiudicataria: Opere di pavimentazione e asfalti: Riqualifica Piazza Papa Giovanni XXIII e asfaltatura vie del centro abitato Comune di Vilminore di Scalve (BG) € 124.000 56 giorni solari Regione Lombardia e Comunità Montana Valle di Scalve Arch. Mario Bonicelli - Bergamo Geom. Grazioso Pedersoli Bettoni S.p.a. - Azzone MDR S.r.l. - Ponte Nossa e Bertoli S.r.l. – Rovetta tire la migliore valorizzazione ambientale, riducendo al contempo notevolmente gli oneri di manutenzione. La sezione stradale si configura come un moderno richiamo agli antichi trottatoi di un tempo: su una larghezza complessiva di m 6,20, sono state individuate due fasce marginali larghe m 0,50 in granito a spacco, che costituiscono le banchine laterali delimitanti l’area asfaltata delle corsie di transito (con larghezza ridotta a m 2,10 cad); al centro della carreggiata troviamo un’altra fascia di m 1,00 eseguita sempre in granito. Inoltre, al fine di assicurare la massima sicurezza stradale per i pedoni, si è deciso di connotare le aree alle estremità della piazza con piastre carrabili realizzate con cordoli affiancati così da indurre gli automobilisti a rallentare in presenza di una pavimentazione differente; lo stesso metodo è stato adottato anche per la zona antistante il Municipio, caratteriz- zandola con una soglia di evidente pregio che vuole evidenziare il prestigio dell’istituzione stessa al servizio dei suoi cittadini. Per la posa di queste piastre carrabili si è assunto il criterio standard del nord Europa che prevede sigillature fortemente ribassate al fine di garantire il migliore drenaggio delle acque meteoriche e impedire la formazione di lastre di ghiaccio. L’intervento riscuote un buon successo e ha da subito risvegliato l’interesse della popolazione e dei villeggianti, chi titubante e chi fiducioso, ma certamente tutti ugualmente desiderosi di sapere di più sul futuro aspetto del paese. Un intervento, questo di Vilminore, che si pone a cavallo tra la conservazione della memoria dei luoghi e il presente dei nuovi materiali, proponendo una soluzione di riqualifica urbana che apre la strada verso il futuro “panoramica in prossimità della conclusione dei lavori” “Presentazione dell’intervento del progettista arch. Mario Bonicelli” - “24 luglio 2010 - Il Sindaco Giovanni Toninelli procede al taglio del nastro” 18 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 ADEGUAMENTO RETE FOGNARIA DI VIA VALGIMIGLI Sono partiti, lo scorso 31 maggio, i lavori di adeguamento della rete fognaria comunale di via Manara Valgimigli. Un intervento che metterà finalmente fine ai problemi di periodico allagamento della via. La rete fognaria non risultava infatti essere adeguata alla portata di quanto prodotto nelle nuove realtà abitative sorte più a monte nella zona della Pieve e quindi, in caso di piogge insistenti, via Valgimigli immancabilmente si allaga. Evidentemente quando vennero concessi permessi di costruzione alla Pieve non si pensò ad adeguare il sistema di “scarico” delle acque. Ora l’amministrazione ha provveduto a risolvere la questione e, con un impegno di spesa complessivo di 360 mila €, ha affidato le procedure di progettazione allo studio Castelletti di Clusone e successivamente ad aggiudicare i lavori all’impresa Duci. competenza di via Figura che, al termine degli interventi verrà ridotto in modo sensibile (76% circa). Dopo aver riqualificato il sistema fognario su via Acerbis l’impresa è passata a lavorare sulla posa della condotta di scarico nella Valle di Campione. Le condotte saranno in materiale turbo centrifugato e quindi capaci di resistere fino a pressioni di 10 atm nel tratto terminale. L’opera si articola su tre diverse aree di intervento: • La prima è Via Acerbis dove è gia stata rimessa a nuovo la condotta fognaria in sostituzione dell’esistente e dove sono state rifatte le linee di acquedotto • La seconda prevede la costruzione della condotta di scarico delle acque di piena nella Valle di Campione • La terza prevede il collegamento idraulico fra la fognatura di Via Antonio Locatelli, Via Acerbis e Via Manara Valgimigli al manufatto di sfioro Sinteticamente, con la realizzazione dello scolmatore di via Valgimigli si andrà a modificare il bacino idrografico di “realizzazione del manufatto di sfioro che convoglia nella valle la sola acqua piovana” Agosto 2010 Gazzetta Comunale - 19 Continuano anche quest’anno, nell’ambito del Promensionamento del carico dovrebbe quindi essere getto ARVA, le giornate dedicate ai rilievi botanici calibrato in funzione della qualità vegetazionale sui nostri alpeggi. Lo scopo del Progetto A.R.V.A., del pascolo, della sua produttività, garantendo il infatti, non è solo quello di preservare e valorizzabenessere dell’animale, ma favorendo anche un re prodotti lattiero caseari tipici della Valle di Scalutilizzo omogeneo e completo della risorsa. ve, ma anche quello della cura e valorizzazione del Come noto oggi sugli alpeggi si ha a che fare con territorio al quale sono indissolubilmente legati. Le due problemi in particolare: malghe, cosi come i nostri pascoli di fondo valle - Il sovracaricamento avvenuto nel passato (che tanto fondo non è essendo almeno a quota - Il sottocaricamento attuale dovuto al fenomeno 1000 m.s.l.m.!!) costituiscono un patrimonio di di abbandono della montagna verdi essenze, non solo splendide da osservare o “La dottoressa Daniela Turri al lavo- Durante questa e la scorsa stagione estiva si sono da apprezzarne il profumi, ma anche una prezio- ro per un rilievo all’alpe Bellavalle” svolte delle indagini floristiche utili ad inquadrare i sa “materia prima” per la realizzazione dei nostri tipi di vegetazioni sulle quali il bestiame viene fatprodotti lattiero caseari. Ecco allora l’importanza to pascolare nel periodo d’alpeggio. Quattro sono di studiarne le varie caratteristiche vegetazionali, state le malghe scelte: Malga Negrino, Malga Gafle loro preziose essenze ma anche individuarne i fione, Malga Bellavalle e Malga Manina; questo loro punti deboli per poter intervenire in tempo e per agire in accordo con gli interventi d’indagine garantirne il futuro. Si occupa di questo la dott. sulle caseificazioni, cuore del progetto. Qui si è osssa Daniela Turri, ricercatrice del Parco Monte servata in maniera speditiva la vegetazione presenBarro, che si occupa di flora autoctona soprattutto te e per alcuni siti si è operato anche con appositi di montagna, che ha già eseguito i rilievi botanici rilievi di vegetazione. Durante le successive fasi “gentiana kochiana” l’anno scorso durante la stagione estiva quando del progetto i dati raccolti in queste due stagioni le essenze sono in fiore ed è quindi possibile la verranno analizzati ed elaborati, verificando evenloro catalogazione. Direttamente a lei abbiamo chiesto di scrivere tuali relazioni con le analisi organolettiche che si stanno svolgendo alcune brevi righe che anticipano uno scritto approfondito che verrà in contemporanea sui prodotti caseari. consegnato a fine progetto agli agricoltori e agli “addetti ai lavori”. Da ultimo desideriamo diffondere alcune buone pratiche di gestione “Come premessa è opportuno dire che il pascolo è a tutti gli effetti dell’alpeggio, ovvero fornire agli allevatori informazioni già presenti una risorsa rinnovabile essa però è strettamente in relazione nella nel vasto territorio alpino, ed a volte di tradizione antica, utili a consua costituzione e conservazione all’utilizzo che l’uomo, attraverso il servare o migliorare i pascoli dell’alpe, fornendo al bestiame tutto il bestiame e le pratiche agronomiche, ne fa. La gestione di un pascolo necessario per mantenere la propria capacità produttiva in condizioni può essere definita razionale quando riesce a mantenere un punto di ambientali favorevoli.” A cura di Valentina Zucchelli equilibrio che permette sia il corretto sviluppo del cotico sia la sostenibilità economica dell’allevamento. Infatti anche la produttività del bestiame è Parco delle Comunità Montana Latteria Sociale Comune di elemento essenziale per costruire cor- Vilminore Orobie Bergamasche di Scalve Montana di Scalve di Scalve rettamente un piano di gestione. Il di- 20Gazzetta Comunale Agosto 2010 NOTIZIE DALL’ASSESSORATO ALL’ISTRUZIONE STUDENTI DA PREMIARE Come tradizione consolidata (ricordiamo che l’iniziativa è stata ideata dall’ ex segretario Gaetano Salemi) anche per quest’anno la consegna dei riconoscimenti agli allievi meritevoli del nostro comune è stata effettuata ste di partecipazione al bando relativo agli studenti iscritti al primo anno d’università, bando che lo ricordiamo avrebbe dovu- complessivo di 1.550 €) le sole borse di studio riservate a studenti di scuola superiore. 6 le domande di partecipazione lastico 2009/2010, in seguito all’approvazione della riforma Gelmini, sarebbe opportuno rivedere e modificare i parametri di valutazione passando dal giudizio “ottimo” al voto 10 tenendo conto che già il 9 può essere proprio all’inizio di una seduta del consiglio comunale. A consegnare i premi l’assessore Perego che, nel discorso di circostanza, ha voluto illustrare il significato ed i contenuti del lavoro di assegnazione dei riconoscimenti. L’assessore si è detto rammaricato per la mancanza di richie- to assegnare due borse di studio ad aspiranti dottori messe a disposizione dell’amministrazione comunale e dalla famiglia dello storico sindaco vilminorese Andrea Bonicelli. Nemmeno per la “terza media” sono pervenute domande idonee e quindi in sede consiliare sono state attribuite (per un valore vagliate dall’apposita commissione composta dall’assessore Attilio Perego, da don Sergio Alcaini, in rappresentanza del corpo docente e da Francesco Moioli, dirigente dell’Istituto Comprensivo Scolastico. La commissione ha evidenziato che in vista dell’approvazione del bando relativo l’anno sco- considerato al pari del giudizio “ottimo”. Ad aggiudicarsi il riconoscimento sono stati: Rachele Romelli; Anna Tagliaferri; Moira Carizzoni e Enrica Tagliaferri (ex equo al terzo posto); Martina Giudici, Cristina Bonicelli e Luigi Bonicelli (quarti classificati a pari merito). GRAZIE AGLI ACCOMPAGNATORI VOLONTARI Mettere a disposizione il proprio tempo per un servizio così importante è davvero un gesto da sottolineare e che può essere portato ad esempio. Come ben sapete l’amministrazione comunale si è dotato di un nuovo scuola bus con il quale trasportare i nostri giovanissimi studenti. A fianco dell’autista Lino Magri servivano però persone in grado di svolgere l’impegnativo ruolo di accompagnatore, una figura che responsabilmente si prendesse cura dell’incolumità dei piccoli passeggeri durante il trasporto verso la scuola e verso casa. Per fortuna a Vilminore il senso del volontariato è ancora ben radicato e quindi, per l’intero anno scolastico, ci si è potuti avvalere della collaborazione di ben due accompagnatori: Ugo Perdetti e Mariolino Tagliaferri. A loro va quindi il ringraziamento ufficiale da parte dell’amministrazione che ha pensato bene di inserire tra le pagine della Gazzetta Comunale una foto dei due simpatici accompagnatori e del nostro Lino, autista provetto. Lino Magri Mariolino Tagliaferri Ugo Pedretti Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 21 NOTIZIE DALLA BANDA DI VILMINORE Da febbraio è stato eletto il nuovo consiglio del Corpo Musicale di Vilminore. Dopo l’elezione, il consiglio risulta così composto: Piantoni Flavio presidente, Giudici Marco (“bumbardì”) vicepresidente, Chiaromonte Laura segretario, Ballardini Ferdinando tesoriere, a cui si aggiungono i consiglieri Albrici Silvia, Bonicelli Roberta, Magri Loredana, Ferrari Ferdinando (rappresentante dei genitori dell’accademia), la M° Ferrari Melania (rappresentante degli insegnanti dell’accademia) e infine il M° Magri Marco. La banda è composta da 22 elementi, tre dei quali rientrati dopo un lungo periodo di pausa a gennaio tra le fila della banda. Molti dei bandisti sono giovani, ma non mancano di certo figure di spicco. Una su tutte è quella di Magri Bruno, da sempre colonna “la banda di Vilminore diretta portante della ban- dal M° Marco Magri” da, che quest’anno ha festeggiato i suoi 55 anni da bandista. Il Consiglio del Corpo musicale di Vilminore non si occupa solo di regolamentare l’attività della banda vera e propria, ma si occupa anche della gestione e del coordinamento dell’Accademia Musicale della Valle di Scalve. Nello scorso anno scolastico, hanno partecipato alle attività dell’Accademia ben 54 allievi, divisi nelle classi di pianoforte, chitarra, flauto, strumenti ad ancia, ottoni e percussioni. È inoltre attivo anche un corso di propedeutica alla musica. Gli insegnanti che hanno preso parte alle attività dell’Accademia sono stati cinque: Valentino Bettoni di Azzone per la classe di chitarra, la M° Melania Ferrari per la classe di pianoforte, il M° Stefano Magri di Vilminore per le classi degli strumenti ad ancia, la M° Alessandra Signorini di Marone per la classe di flauto e infine il M° Marco Magri di Pianezza per le classi di ottoni, percussioni e propedeutica (vista la sua recente abilitazione per l’insegnamento della stessa nell’anno 2008). È da sottolineare come molti allievi dell’Accademia, dopo essersi appassionati alla musica, stiano ora frequentando il Conservatorio di Darfo Boario per un’ulteriore specializzazione; tra questi ricordiamo Ludovica Gelpi, Valentina Bettineschi, Loredana Magri e Silvana Belingheri. Gli allievi del secondo anno dell’Accademia seguono anche un corso, con lezioni più sporadiche rispetto alle altre, di musica d’insieme, ed hanno costituito la “Junior Band” (composta da tredici elementi) che si è già esibita con successo all’ultimo saggio e all’ultima edizione della manifestazione “Scalve in Sport” ad Azzone. ASILO INFANTILE TERESA TAGLIAFERRI “CENT’ANNI DI RICORDI” Cent’anni sono sempre un traguardo da festeggiare soprattutto se a compiere un secolo di vita è un’istituzione basilare per la crescita morale e non solo di una comunità. E così, domenica 18 luglio, l’Asilo Infantile “Teresa Tagliaferri” di Vilminore di Scalve ha ricordato il centesimo anno di fondazione legando il sottile filo della memoria al tempo presente con una pubblicazione che sarà in grado di trasferire e rendere ancora vivi quei valori che portarono i vilminoresi di un tempo a definire la nascita dell’ente. “Cent’anni di ricordi” è il significativo titolo scelto per il bel volume, ricco di vecchie e nuove fotografie, destinato a far ripercorrere anche con documenti ufficiali l’intera storia dell’asilo. Dalla costituzione di un Comitato Provvisorio (sorto come risposta ad un’esigenza della cittadinanza ed amministrato dalla Congregazione di Carità di Vilminore), al decreto di erezione ad ente morale (firmato nel 1915 da Tomaso di Savoia Duca di Genova, luogotenente generale di sua maestà il re Vittorio Emanuele III), dalla pubblicazione dell’elenco di fondatori, sostenitori dell’asilo, di testimonianze raccolte e dei consigli di amministrazione via via succeduti nel corso del tempo sino al consiglio, di recente nomina, presieduta da Claudia Boni: tutto ha trovato posto nelle pagine di “Cent’anni di ricordi”. Così come viene rappresentato e sottolineato il forte ed ancora ben saldo legame con la famiglia Tagliaferri (bresciana d’adozione ma vilminorese d’origine nota per aver dato i natali ad Antonio, celebre architetto nella seconda metà dell’ottocento e al nipote ing. Giovanni) che prosegue tuttora con una particolare sensibilità e sollecitudine degli eredi verso i bisogni e le varie necessità della storica scuola dell’infanzia. A Teresa Tagliaferri, figlia dell’ing. Giovanni scomparsa all’età di soli otto anni, fu dedicato l’asilo infantile la cui opera venne da allora affidata alla Congregazione delle Suore di Carità (meglio conosciute come suore di Maria Bambina). Un incarico svolto con tale dedizione da conquistare la riconoscenza dell’intera comunità tanto che addirittura, in occasione della scomparsa di Suor Natalina Pozzoni maestra d’asilo dal 1948 al 1976, il sindaco Giovanni Toninelli si sentì in dover proclamare il lutto cittadino. Ora la cura e l’educazione dei piccoli, che nel prossimo anno 22Gazzetta Comunale scolastico conterà 30 allievi, è nelle mani delle maestre Margherita Magri , Melissa Carizzoni e di Suor Piera Belloli, ancora in carica come insegnante di religione. La cerimonia per questi primi 100 anni si è aperta con il corteo che, accompagnato dal Corpo Musicale di Vilminore, ha raggiunto la parrocchiale dove è stata celebrata la S. Messa, presieduta da mons. Gaetano Bonicelli (affiancato dall’attuale arciprete don Francesco Sonzogni, da don Giovanni Plebani, già arciprete di Vilminore e da don Pietro Milesi che a Vilminore ha svolto missione di curato) e dedicata al ricordo dei tanti benefattori e dei numerosissimi allievi della scuola. A seguire la presentazione ufficiale di “Cent’anni di ricordi” di cui anticipiamo il contenuto con la pubblicazione dell’introduzione affidata al sindaco Giovanni Toninelli, ex allievo dell’Asilo ed ora sindaco di Vilminore. Un altro libro di storia. Evviva! Sì, perché è un altro aiuto a ricordare. E ricordare per noi umani è indispensabile come l’aria, se vogliamo rimanere umani. Ricordare, infatti, non è soltanto il registrare mentalmente un fatto o una storia. Ricordare, come dice l’origine della parola, significa riportare nel cuore. Nel nostro vecchio dialetto, purtroppo dimenticato dai più, quando si voleva dire “Mi ricordo” si diceva ‘l me è ‘n cör (mi viene in cuore). Questo ulteriore libro di storia a noi di Vilminore ci riporta nel cuore la vicenda ormai centenaria del nostro “Asilo” e così è l’anima, non solo la mente, che ne è arricchita: l’anima dei vecchi che possono riassaporare nel cuore quello che hanno vissuto nel loro passato senza farci allora forse molto caso e scoprendone invece adesso tutta la bellezza e la ricchezza. Ma anche l’anima dei giovani che hanno l’occasione di scoprire e Cent’anni di Ricordi” di assaporare nel cuore il valore, il significato, lo spessore umano di realtà come l’Asilo che essi si trovano a portata di mano senza sapere né come, né perché, senza aver mosso un dito. Ripercorrendo le pagine di questo libro noi Vilminoresi di oggi e del futuro potremo così renderci conto di quanto ogni pietra di questa nostra scuola d’infanzia sia madida di significati e di valori umani che fanno la nostra identità personale e comunitaria e che sarebbe davvero peccato lasciar perdere. Non è secondario riscoprire quando, in che circostanze storiche (sicuramente meno favorevoli di quelle di oggi) è nata l’idea dell’Asilo. Ma soprattutto sarà importante e assai costruttivo il riscoprire come è nata questa idea, e più ancora da parte di chi, e con quali intenti. Vada ogni lettore a trovare di pagina in pagina negli articoli di Miriam Romelli e specialmente di Albano Bianchi le notizie, i nomi precisi delle persone, le vicende dettagliate della fondazione e della realizzazione. Ne uscirà davvero… cresciuto. Sarebbe un impoverimento per tutti se si dimenticassero quei nomi. Dietro di loro ci sono delle persone in carne ed ossa, che hanno fatto di questa scuola una storia non astratta. Il lettore saprà anche spiegarsi perché la nostra gente ha sempre sentito sua questa scuola e l’ha appoggiata e sostenuta, collaborando in molti modi alla sua prosperità. Tant’è che la sua esistenza, il suo funzionamento e la sua attività educativa, anche in termini economici, reggono (eccome!) il confronto con altre realtà. Il Comune ha fatto e continuerà certo a fare la sua parte. Lo stato anche in tempo di crisi dovrà pure non lasciar mancare il suo appoggio. Intanto va detto che il progresso civile dei nostri paesi sta anche qui: nell’aver capito che la società (la gente) può muoversi anche prima dello stato e portare avanti iniziative bellissime con competenza, passione e carica umana e, diciamolo pure, spirituale. Chi per muoversi aspetta la manna statale queste soddisfazioni “fiori per la presidente Claudia Boni” non le conoscerà mai. Agosto 2010 Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 23 dalla biblioteca civica Manara Valgimigli “La Valle di Scalve sotterranea” La suggestiva scenografia offerta dal salone della Comunità Montana ha fatto da corollario alla serata organizzata dalla Biblioteca Comunale di Vilminore dal tema “La Valle di Scalve sotterranea”. L’attento pubblico intervenuto ha visto e per un attimo rivissuto, alcuni aspetti della vita passata riportati in luce dopo anni di oblio. Il titolo sottolinea come sotto terra nascosti fra miriadi di detriti sono celati reperti che se sapientemente indagati possono aiutarci a ricostruire la nostra storia. Capire chi, come eravamo, gli aspetti culturali, religiosi che hanno accompagnato i nostri avi nella loro vita quotidiana costruendo un patrimonio non sempre compreso e valorizzato cmpletamente. Nella serata di gennaio momenti di vita religiosa si sono fusi con aspetti del duro lavoro del minatore sottolineando che misticismo e pragmatismo un tempo viaggiavano insieme trovando innumerevoli punti di congiunzione. In particolare sono stati evidenziati i risultati di una ricerca iniziata anni fa relativa al recupero della “miniera perduta” del Venerocolino a Schilpario e il frutto di un intervento di recupero alla Pieve di Vilminore a seguito dei lavori di consolidamento dell’attuale Tempio del Donatore. Della storia dell’antica Pieve già era stato detto e studiato parecchio, ma i materiali rinvenuti negli anni scorsi sono andati dispersi e non studiati adeguatamente. In questo caso invece sono i singoli elementi e non la storia del luogo ad essere presi in esame: è iniziato in questo modo la costituzione di una “banca dati” che si spera nel tempo possa essere ampliata con l’apporto di più competenze. Gli inumati della Pieve possono essere una fonte inestimabile di notizie antropologiche poiché dall’esame osteologico si può ricostruire l’alimentazione, lo stato di salute il tipo di lavoro svolto dalle persone. Grazie alla disponibilità del signor Tagliaferri Teodoro, il “Doro”, è stato possibile visionare una lastra tombale che per circa un secolo era rimasta celata allo sguardo della gente poiché inserita all’interno dell’attuale stalla. Su una facciata di questa lapide sono incise delle iniziali e la data di morte di un personaggio eminente, probabilmente un esponente della famiglia De Capitenei di Scalve. Vari lacerti analizzati hanno fornito prime indicazioni sugli affreschi cinquecenteschi della Pieve e sulle suppellettili che, probabilmente, arredavano i locali sacri. L’esposizione è proseguita con la presentazione dello studio relativo alla miniera del rame di Schilpario, l’unica del genere rinvenuta sul territorio scalvino. Conosciuta grazie ad una documentazione cartacea che seppur scarsa è sempre preziosa, questa miniera era stata riportata in luce nel 1974 e poi nuovamente abbandonata. Nel corso delle prospezioni sono state individuate le baite dei minatori, l’officina dove preparare i ferri da mina, la discarica. Il buono stato di conservazione dei legni ha consentito di ricostruire le fasi operative impiegate nello scavo minerario e le modalità di lavoro adottato nel 1700 per estrarre la calcopirite uno dei più impostanti minerali di rame. L’ubicazione di questa miniera all’interno di un impervio canalone di valanga inaccessibile per parecchi mesi all’anno, posta a 1900 metri di quota, sono la chiara testimonianza da un lato la vita grama dei nostri avi e dall’altro la “preziosità” dei minerali presenti in Valle di Scalve. Apparentemente slegati i due argomenti trattati hanno avuto un punto in comune ossia la Valle del Tino a confine fra Vilminore e Vilmaggiore poiché qui sorgeva l’antica Pieve e poco distante era stata costruita la fornace per fondere il rame purtroppo distrutta da una violenta alluvione del torrente. Il capitolo della ricerca non è ancora chiuso, molto ancora c’è da scoprire e studiare e solo il paziente lavoro di indagine e analisi dei siti storici porterà nuovi elementi utili alla ricostruzione diacronica del nostro passato. Copie dei due lavori presentati da Grassi Maurilio sono depositati presso la Biblioteca di Vilminore a disposizione di chi vuole approfondire le proprie conoscenze sulla gente di Scalve RAGAZZI DELLE SCUOLE MEDIE: LEGGETE!! Da un po’ di tempo a questa parte il mese di maggio in biblioteca vuol dire Bibliografie per gli studenti di scuola media. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Sistema Bibliotecario Provinciale che inserisce un buon numero di titoli dedicati al mondo dei ragazzi che vengono presentati in una comoda pubblicazione che ne racchiude copertine e contenuti. Per rendere ancor più efficace questo metodo di “avvicinamento” dei ragazzi alla lettura estiva e alla frequentazione della biblioteca anche per quest’anno si è deciso di avvalersi della collaborazione di Veruska Vedovati che, per il secondo anno consecutivo, è salita da noi per presentare la bibliografia alle tre classi della scuola media. Una piacevole ora è quindi trascorsa arricchita dalla visione di un filmato, comprensivo di musica, in cui sono “passate” tutte le copertine dei libri proposti. Ad illustrarne i contenuti ci ha poi pensato Veruska coinvolgendo direttamente i ragazzi. 24 - Agosto 2010 Gazzetta Comunale IL FONDO ARCHIVISTICO TAGLIAFERRI L’amministrazione comunale e la Biblioteca Civica “Manara Valgimigli” hanno accolto con immenso piacere l’invito con cui veniva richiesta la partecipazione alla consegna ufficiale dell’archivio Tagliaferri alla Fondazione Ugo da Como di Lonato. Quindi il 4 giugno 2010 siamo scesi a Palazzo Broletto di Brescia per assistere alla giornata dedicata a questa importante donazione. Il sindaco Giovanni Toninelli ha preso parte, come apprezzato relatore, alla conferenza stampa e successiva firma dell’atto di donazione a cui, tra gli altri, era presente Daniele Molgora, presidente della provincia di Brescia. Federica Barcella, presidente della Biblioteca, affiancata da Alice Bassanesi e Davide Tontini ha invece presenziato alla presentazione del “fondo Tagliaferri” affidata a personaggi di spicco del ‘panorama culturale bresciano. Abbiamo chiesto a Stefano Lusardi, della Fondazione Ugo da Como, di documentare l’avvenuta donazione con un quanto mai gradito contributo. Antonio e Giovanni Tagliaferri Antonio Tagliaferri (Brescia 1835-1909) è la figura dominante nel campo dell’architettura bresciana tra la seconda metà del XIX secolo ed i primi anni del XX. Non vi fu opera di qualche rilievo in Brescia e provincia nella quale egli non abbia avuto un ruolo. Studiò alla scuola dell’Architetto Rodolfo Vantini e poi all’Accademia di Brera fra il 1856 e il 1859. Aprì uno studio a Milano, occasione che gli permise di ottenere ampi riconoscimenti, oltre che di intessere fitti rapporti con Camillo Boito, Luca Beltrami e con i più aggiornati fermenti culturali che afferivano alla Scapigliatura. Fu molto versatile, tanto nella progettazione ex novo, di gusto eclettico, quanto nel restauro di antichi monumenti. Concorse alla realizzazione di importanti monumenti nazionali come quello alle Cinque Giornate di Milano (1880), quello dedicato al Re Vittorio Emanuele II a Roma (1881), così come quello per il completamento della facciata del Duomo di Milano (1901). Fu davvero determinante l’impegno che egli profuse per la Città di Brescia e per la Provincia. Suo il Santuario delle Grazie (il cantiere durò dieci anni, dal 1876 al 1886); si dedicò allo studio per il completamento del Palazzo della Loggia (1873-1892); progettò la collocazione e il basamento del monumento a Arnaldo da Brescia (1877-1880); ideò la sede del Credito Agrario Bancario (CAB) di Piazza del Duomo (1904-1908). Ebbe commissioni dai maggiori esponenti della aristocrazia e della borghesia bresciana come i Lechi, i Fenaroli, i Capitanio; celeberrimo il suo incontro/ scontro con il ricchissimo banchiere Gaetano Bonoris in occasione della progettazione per il Castello di Montichiari (che non venne però realizzato secondo la visione del Tagliaferri). Giovanni Tagliaferri (Brescia 1964-1936) collaborò attivamente con lo zio Antonio, ereditandone lo studio. Anche dell’ingegner Giovanni Tagliaferri rimangono numerosi progetti, alcuni dei quali relativi a monumenti funerari, giacché egli fu pure Responsabile per l’Architettura al Cimitero Vantiniano di Brescia. Molto interessante è la revisione, in chiave romanica, per la Chiesa di Urago Mella (1901-1922 circa). L’Archivio Tagliaferri documenta molto bene un particolare cantiere per la città di Brescia: Giovanni Tagliaferri progettò il restauro del Broletto (tra il 1906 e il 1926). I disegni riferibili a questo intervento permettono di comprendere esattamente lo stato di fatto prima delle radicali eliminazioni di ogni intervento giudicato successivo al XII secolo (epoca dell’originaria costruzione). Giovanni Tagliaferri sposò Ninì Manziana, figlia di Carlo animatore, con Antonio Tagliaferri, del sodalizio bresciano chiamato “Arte in Famiglia”. Questo fatto permette di comprendere il ruolo che la famiglia Tagliaferri ebbe a Brescia: non limitato all’ambiente architettonico, ma estendibile all’intero milieu culturale e artistico cittadino. I Tagliaferri permisero la costituzione di uno straordinario manipolo di artigiani (i lapicidi Faitini e Lombardi di Rezzato, gli ebanisti Zatti), di scultori (esemplare l’amicizia di Antonio con Domenico Ghidoni), pittori (come Bertolotti, Faustini, Cresseri) in grado di prendere parte agli straordinari cantieri che ridisegnavano la Città e abbellivano l’intera Provincia di Brescia. Il Fondo archivistico Tagliaferri Il Fondo archivistico Tagliaferri, con i suoi quasi duemila disegni (opere tanto dell’Architetto Antonio, quanto dell’ingegnere Giovanni) permette di rintracciare l’elaborazione progettuale, il procedere dei cantieri (anche di restauro) dei maggiori monumenti cittadini. Attraverso l’insieme di testimonianze che la famiglia Tagliaferri ha sino ad oggi custodito con grandissima sensibilità sono ricostruibili, per la gran parte, i processi di invenzione, i riferimenti e i legami culturali e formali, grazie alla verifica ed il confronto dei volumi specialistici, spesso annotati, appartenuti alla ricca Biblioteca professionale (giungeranno a Lonato quasi quattrocento opere a stampa come monografie, prontuari di architettura, repertori e periodici di Architettura e Ingegneria). Nel Fondo Tagliaferri sono conservate testimonianze (anche documentarie) di tutti i progetti realizzati da Antonio Tagliaferri tra il 1870 e il 1909 e in particolare nuclei completi (come per la Casa di Achille Bertelli di Brescia tra 1898 e 1899, per Villa Fenaroli a Fantecolo tra 1895 e 1897, per il Castello Bonoris di Montichiari tra 1890 e 1892), costituiti dai bozzetti, dalle tavole esecutive, dai dettagli decorativi, dagli acquerelli per la decorazione ad affresco degli interni e per la realizzazione dei singoli mobili in legno Agosto 2010 Gazzetta Comunale per l’arredamento. Davvero incredibile è poi il Fondo fotografico costituito da oltre duemila fotografie che facevano parte degli “strumenti tecnici” dello studio di architettura sia di Antonio che di Giovanni Tagliaferri. Quest’ultimo coltivava un’autentica passione per la fotografia, tanto che giungeranno pure a Lonato 600 lastre di vetro fotografiche realizzate proprio da Giovanni. Sono destinati a Lonato anche la grandissima cassettiera per le grandi tavole progettuali, alcuni disegni incorniciati, un raro dipinto ad - 25 olio nel quale il diciannovenne Antonio Tagliaferri realizza una copia da un’opera di Giuseppe Canella (raffigurante una Veduta delle tintorie di Rouen) oggi custodita presso i Civici Musei di Brescia. Di notevole qualità è il busto bronzeo realizzato dall’amico di Antonio Tagliaferri, Domenico Guidoni, verso il 1910. Commovente la piccola busta nella quale il Conte Teodoro Lechi (molto vicino alla famiglia Tagliaferri), alla morte di Antonio avvenuta nel 1909, ripose la matita del grande Architetto bresciano. La Fondazione Ugo Da Como La Donazione dell’Archivio Tagliaferri alla Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda (Brescia) giunge in un momento di particolare vitalità per l’istituzione bresciana che viene così riconosciuta come un Ente dinamico, in grado di valorizzare, promuovere e sostenere la memoria e la storia bresciana. Il Fondo Tagliaferri verrà ad aggiungersi e ad integrarsi ai Fondi che rendono straordinario il progetto del Senatore Ugo Da Como (18691941), intenzionato ad istituire a Lonato una “Cittadella di Cultura” per sostenere l’amore alle conoscenze, rivolgendosi soprattutto alle giovani generazioni. Questo vastissimo patrimonio culturale, da sempre accessibile agli studiosi, è costituito dalla Biblioteca monumentale (sono oltre 50.000 i volumi, con opere databili dal XII secolo), dallo sterminato Archivio privato del Senatore, dall’Archivio della Famiglia Sabelli, dall’Archivio di Arnaldo Foresti (recentemente donato alla Fondazione di Lonato dagli eredi del grande studioso di letteratura italiana, amico di Ugo Da Como). Va inoltre ricordato il fatto che Ugo Da Como ebbe un rapporto diretto con Antonio e Giovanni Tagliaferri. La sede della sua casamuseo a Lonato, che originariamente era la sede del podestà veneto, venne interamente restaurata proprio dai Tagliaferri, tra il 1907 e il 1909. Di fatto questo edificio è l’ultimo seguito da Antonio Tagliaferri (che morì proprio nel 1909). Tagliaferri costruì pure sulle rive del lago di Garda (a Fasano) la dimora di Giuseppe Zanardelli, il primo ministro liberale, bresciano, che avviò il giovane Da Como alla vita politica. Appare quindi evidente la coerenza della scelta di destinare l’Archivio Tagliaferri alla Fondazione Ugo Da Como. Il Fondo giungerà a Lonato nell’autunno e, terminato il riordino e la sua nuova collocazione, sarà immediatamente reso accessibile agli studiosi. Nella pagina accanto dall’alto: “Il villino Tagliaferri a Vilminore in una fotografia scattata da Giovanni Tagliaferri” “Acquerello di Antonio Tagliaferri per l’allestimento della Sala Bresciana nell’Esposizione di Milano del 1881” Qua sopra: “La Casa del Podestà di Lonato, sede della casa-museo, della Biblioteca e degli Archivi di Ugo Da Como” “essendo distanti quaranta e più miglia dalla città…” L’OSPEDALE DELLA VALLE DI SCALVE IN VILMINORE L’amministrazione comunale sta per dare alla stampa un’altra pubblicazione che andrà ad inserirsi nel nostro considerevole patrimonio storico. Questa volta ad essere riscoperta sarà la storia dell’Ospedale, ripercorsa e documentata da una ricerca affidata a Miriam Romelli. Ecco il suo sintetico contributo Prima di accettare la proposta del sindaco dott. Giovanni Toninelli riguardante la stesura di un libro sull’ex Ospedale della valle di Scalve ho voluto visionare la relativa documentazione attualmente conservata presso il municipio di Vilminore. Il corpo degli scritti, oltre ad essersi rivelato esauriente al fine di predisporre un’adeguata struttura del testo, celava tra le pagine di un fascicolo un sorprendente documento: la raccolta di mappe compilate nell’anno 1860 dall’arciprete di Vilminore Giò Giacomo Palamini illustranti i beni immobili dell’Ospedale; tali cabrei, oltre ad essere un prezioso arricchimento del corredo fotografico dell’opera, hanno permesso ad esempio di ricostruire le fasi di trasformazione dell’edificio, consentendo il confronto con progetti riguardanti successive ristrutturazioni. La trascrizione dei testamenti precedenti alla fondazione dell’Ospe- dale, avvenuta nell’anno 1833, ha evidenziato come l’ubicazione del territorio scalvino sia stata una delle principali motivazioni che dal 1789 inducono più di un benefattore a destinare parte del proprio patrimonio all’erezione di una casa di cura “a soglievo dè poveri infermi che all’epoca non possono essere portati a Bergamo per la grandissima distanza che con molta difficoltà”. Tale difficoltà, che si traduce in impossibilità nella stagione invernale, è dovuta anche fatto che l’Ospedale di Clusone viene fondato nel 1860 e dunque a Bergamo, distante quaranta e più miglia da Scalve, devono fare riferimento - percorrendo il passo della Presolana - gli abitanti della valle, fino all’apertura della carrozzabile per Angolo inaugurata nel 1866 e denominata via Mala. Pertanto nella prima parte del testo vengono descritte le caratteristiche del territorio scalvino ed in particolare l’antico assetto viario, 26 - Gazzetta Comunale ricostruito in base a testimonianze contenute in manoscritti in parte inediti. Demografia, notizie relative all’assistenza sanitaria fino al termine del XVIII secolo e le fasi salienti della storia dell’antica Comunità di Scalve concorrono a delineare il quadro socio – economico nell’ambito del quale emerge la necessità di erigere un Ospedale in valle di Scalve. La pubblicazione dei lasciti testamentari a favore dell’Ospedale è stata divisa in due parti, la precedente e quella successiva alla fondazione del Nosocomio. Riguardo a quest’ultima parte sono stati esaminati i testamenti redatti fino all’anno 1889, data della prima proposta di Statuto dell’Ente. La scelta è motivata dal fatto che fino a tale data risultano complete elencazione cronologica e provenienza dei lasciti – necessarie e preliminari alla stesura del testo statutario – mentre tracce di lasciti successivi sono solo parzialmente deducibili da atti riguardanti l’alienazione o lo sfruttamento di beni immobili, insufficienti al fine di proporre una esauriente documentazione. La trascrizione di ciascun lascito è preceduta dalla biografia del testatore, ricostruita grazie al confronto tra dati anagrafici conservati in vari archivi comunali e parrocchiali e documenti riguardanti le famiglie d’origine dei benefattori, tra cui gli Albrici, Bonicelli, Brescianelli, Capitanio, Milesi e Rizzieri. Ad esempio, i manoscritti relativi al ramo bresciano dei Capitanei di Scalve, recentemente donati dalla famiglia Tagliaferri di Brescia originaria del comune di Vilminore alla Fondazione Ugo da Como di Lonato, hanno consentito di stabilire la provenienza dei beni destinati nell’anno 1803 da Marta Soldo Capitanio ai poveri infermi della valle di Scalve; nel testo è documentata inoltre la provenienza dell’albero genealogico della famiglia Albrici, donato all’Ospedale da Vincenzo Rizzieri nel 1876 ed ora esposto nella sede del Municipio di Vilminore. Al Monte dei Pegni di Vilminore è dedicata parte del successivo capitolo: dell’Opera Pia, fondata dal nob. dott. Gregorio Morelli l’11 novembre 1602, sono ricostruite – oltre alla trascrizione di testamento e Statuto – le finalità ed attività dell’Ente, desunte da manoscritti inediti redatti all’epoca della proposta di soppressione (1889) fino all’anno 1907, quando con regio Decreto le rendite del Monte dei Pegni sono definitivamente devolute a favore dell’Ospedale di Vilminore. La biografia di Gregorio Morelli è stata predisposta in base a notizie raccolte dallo storico Eugenio Pedrini e stampate a “ L’Ospedale di Vilminore in una fotografia scattata prima dell’anno 1917 (Archivio Davide Tontini) cura dell’Ateneo di Bergamo dopo il 1911, dagli Atti della visita pastorale del card. Carlo Borromeo alla pieve di Scalve (1575) e dai registri d’anagrafe conservati presso l’archivio parrocchiale di Vilminore. Vengono illustrate in seguito attività e Statuto della Congregazione di Carità di Vilminore, che amministra l’Ospedale fino al 1927, oltre all’opera delle Suore di Carità dall’epoca di fondazione Agosto 2010 “particolare dell’albero genealogico della famiglia Albrici – olio su tela autore ignoto- esposto nella sala del municipio di Vilminore. Vi compaiono don Pietro Antonio Albrici, benefattore dell’Ospedale con testamento redatto nel 1808 ed il fratello Giovanni, figli di Gaetano. Da Giovanni Albrici nascono le figlie Maria, Maddalena, Giò Francesca e Margherita, madre di Vincenzo Rizzieri, a sua volta benefattore dell’Ospedale. Nel 1876 l’albero genealogico viene donato da Vincenzo Rizzieri all’Ospedale di Vilminore in memoria della sua donazione e di quella del prozio abate Pietro Antonio” del Convento (1874) e che fino al 1957 presteranno servizio come econome, infermiere e cuoche presso l’Ospedale. Grazie alla collaborazione della Superiora del Convento suor Angela Bellini è stato possibile proporre una breve biografia di queste religiose in base ai dati forniti dall’Archivio Generale delle Suore di Carità in Milano. Non è stata facile la ricostruzione dei passaggi che dal 1889 al 1917 portano all’approvazione dello Statuto dell’Ospedale. L’argomento è stato oggetto, per oltre un secolo, di innumerevoli polemiche riguardanti principalmente il ruolo assegnato dallo Statuto ai rappresentanti dei comuni dell’antica Comunità di Scalve, a prescindere da Vilminore, in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale. Regolamenti igienico-sanitari, d’infermeria e regimi dietetici applicati fino agli ultimi anni ‘50 completano questa parte del testo. Le destinazioni d’uso dell’edificio successive al cessato funzionamento dell’Ospedale sono argomenti dell’ultima sezione del libro, che riserva una parte alla realizzazione del “Poliambulatorio val di Scalve” ed alla persona del dott. Giorgio Valgimigli, strenuo promotore del progetto, al successivo Distretto Sanitario, alla Sezione Avis val di Scalve, al Centro Diurno di Vilminore, al Centro Diurno per Disabili ed all’Unità Locale scalvina della Croce Rossa Italiana. Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 27 1874 una spedizione al Pizzo Tornello “Filippo Tagliaferri, ormai nostro collaboratore di pregio in campo culturale, ci ha sorpreso con la riscoperta di una datata notizia (© 1995 - 2010 - Banca Popolare di Sondrio) che può essere letta ancor’oggi con particolare interesse. La spedizione era di quelle importanti: composta da soci delle Sezioni CAI di diverse città, era capeggiata nientemeno che dall’Abate Stoppani, rivoltoso nelle Cinque Giornate di Milano, mostro sacro del neonato alpinismo italico, presidente della Sezione di Milano del CAI, scienziato di fama ed abile comunicatore. Forse perché ormai cinquantenne, forse distratto dalle ricerche geologiche presso le miniere della Valle di Scalve, l’Abate non seguì gli alpinisti, preferendo starsene a valle. Un primo gruppo partì da Vilminore alle quattro del mattino e la descrizione dei suoi componenti è uno dei pezzi più significativi e umoristici del Torri: “Ho accennato a sette compagni, convien quindi che li presenti ai lettori: 1° il signor Torri, bergamasco puro sangue, alto ed aitante e rubizzo, vestito alla leggiera di tela fatta appositamente venire per lui dall’Inghilterra; 2° il marchese Rosales, comasco, rappresentante la Sezione di Sondrio del Club Alpino Italiano, elegante e gentile, buon cacciatore di camosci e giovane ancora a dispetto de’ capelli tendenti al grigio; 3° Monti, ex ufficiale di cavalleria, milanese, altissimo e bronzato, con lente fissa all’occhio destro, buona gamba ed allegro molto; 4° il dottore Dell’Acqua, altro milanese, gioviale e ben portante; 5° e 6° due fratelli Curletti, giovani e buoni camminatori entrambi, dimoranti il primo a Milano ed il secondo a Treviglio; 7° l’inseparabile amico mio Rossetti, neo alpinista d’Iseo e futuro Socio della futura Sezione di Brescia. Conviene ora che presenti l’ottavo. L’ottavo sono io in persona, rappresentante alla escursione della Sezione di Biella, alto 1,86 e piuttosto asciutto, sacco in ispalla, barometro aneroide, binoccolo e fiaschetta con curaçao a bandoliera, scarponi a modello Sella, copertura del capo uguale a quella che Ricotti diede ai soldati delle compagnie alpine, colla variante della piuma di fagiano in luogo della penna di gallo o d’aquila, e con suvvi gran velo e placca, distintivo d’argento del peso di 27 grammi, coniato dalla Sezione di Napoli, e da non confondersi con quella dei fratelli Tensi di Milano, assai più leggiera, elegante e meno costosa. Infine una pesante picca, che, derisa dapprima, fu onorata dappoi, come in progresso di tempo potrete vedere. Mi diffusi un pochino nella presentazione de’ miei compagni (me compreso), poiché stimo questa essenzialissima cosa in fatto d’alpinismo. Ma qui basterebbe, se non dovessi aggiungere la guida, un buon diavolo, cacciatore di camosci per professione, pratico assai de’ sentieri e passaggi alpini, certo Soliani Luca, di Vilmaggiore, frazione di Vilminore.” Ai nostri occhi di moderni lettori, le poetiche descrizioni dell’ambiente fatte durante la salita stridono fortemente con il racconto in cui la guida descrive, come se nulla fosse, un episodio di caccia avvenuto in quei luoghi: “Intanto la nostra guida facevaci osservare come sulla tale o tal altra roccia egli aveva ammazzato un camoscio. - L’anno scorso, fra le altre volte, ci disse, là su quella parete vidi un camoscio ed un camoscetto alla pastura. M’appressai coi debiti riguardi. Lasciai scattare il fucile, la madre cadde al basso della parete mortalmente colpita, ed il figlio spaventato la seguì, e là sotto ambedue raccolsi, morta la madre, ancor vivo il figlio -.” Comunque sia, dopo alterne peripezie il gruppo si spinge finalmente nei pressi della cima del Tornello e mentre la guida si danna per star dietro cogli occhi ad un camoscio, i nostri signori estirpano fiori rari dal pascolo; poi, un po’ timorosi s’avventurano su un nevaietto: “Chi si trovò munito di velo azzurro o di occhiali affumicati, poté ascriverselo a gran ventura, poiché quelle miriadi di bianchi riflessi, accompagnati da un’aria oltremodo frizzante, tornavano alla vista molestissimi non solo, ma dannosi. L’epidermide poi ardeva, la respirazione divenivprima ansante e poi, grado grado, difficile e penosa.” La salita si fece man mano più difficoltosa, soprattutto per quattro alpinisti sprovvisti di scarponi chiodati che si trovarono in difficoltà nel tratto finale assai ripido. Ma un po’ tutti sembravano a mal partito ...” L’ardore del sole aveva fatto rammollire la neve, ed i nostri piedi dapprima, poi le gambe incominciarono ad affondarsi. Ad ogni tratto conveniva cadere per mancanza d’appoggio. Ed allora colle gambe s’infossavano anco le braccia, ed il risollevarci non era per noi lieve stento. Che fare? Ci ponemmo a camminar carponi, ben puntando i piedi ed il bastone. Due dei nostri compagni, il signor Monti ed il minore Curletti, avevano saputo prendere una via più breve e più facile, ed erano sul punto di toccare felicemente il solido terreno. Noi invece sbagliammo strada e cercammo inerpicarci, carponi sempre, su una salita avente una inclinazione spaventosa. La guida, che era rimasta indietro a scortare uno dei nostri compagni, seguitava a gridarci parole inintelligibili dapprima, ma che poi comprendemmo essere «A destra, a destra! ... avremmo voluto seguitare i suoi consigli, ma il discendere era diventato, per noi, ancor più pericoloso del salire. Ci trovavamo infatti come sospesi fra cielo e terra. Davanti un masso a picco costeggiato da una striscia di neve molle e quasi ritta; indietro tutto il nevaio ripido così da farci venire le vertigini al solo mirarlo. Un passo falso, uno sdrucciolamento sarebbe stato per noi inevitabilmente fatale. “Giovanni Tagliaferri, a destra, e Battista Ghisalberti, detto “sulfrì” (foto anno 1890 archivio Tagliaferri) 28 - Agosto 2010 Gazzetta Comunale “Lago di Cornalta – 1890 – Ninì Tagliaferri (moglie di Giovanni), Battista Ghisalberti ed un nipote” Bisognava dunque salire. La realtà della nostra posizione ci aveva tolto la favella. Io solo, per rinfrancare me e gli altri, tentavo ridere e canterellare. Si proseguiva intanto lentamente. Ad un tratto uno dei nostri, il signor Torri, perde il punto d’appoggio e cade pancia a terra, solo sostenuto dalle mani cacciate fra neve e sassi con impeto nervoso. Dietro a lui era il signor Curletti seniore; a fianco il signor Rossetti, ed io stavo davanti a tutti. S’incominciò a tremare. Le forze visibilmente abbandonavano il caduto; se fosse precipitato, avrebbe, nella rovina, trascinato seco il Curletti, e questi più di tutti temeva il fatal caso. Io stringevo tra le mani la picca, e distavo due metri appena dal masso di cui feci cenno più sopra. Mi appuntai coi gomiti vigorosamente, ed aiutandomi colla picca e colle gambe, spiccai come un salto, e potei appoggiarmi colla schiena al masso e co’ piedi nella fessura fra esso e la neve. Porsi al Torri la picca, e gli dissi di sporgermi il bastone: con quella ei si sarebbe validamente sostenuto, con questo avrei tentato di sorreggerlo dapprima e poi di tirarlo a me dolcemente. Le mie forze, in quel punto, parvero centuplicarsi; tirai, tirai, e di lì a pochi istanti, il Torri era in salvo. Impresi poscia a scavare profondi gradini. Questi, salvezza di tutti, furono opera della picca, di quella picca che al mattino i compagni miravano con occhio derisore. Dopo quarantacinque gradini raggiungevamo felicemente la terra, a pochi passi dai due compagni che ci avevano preceduti e che muti avevano contemplato una scena che poteva farsi tragica.” Poco dopo gli scalatori sono in vetta alla sospirata montagna, dove si lasciano andare a nuove libagioni e ad un abbondante pasto ristoratore: “In un quarto d’ora poscia o poco più di salita, sempre pericolosa, poiché si camminava sopra sassi staccati e scivolanti con minaccia a chi veniva dietro, toccammo la cima del Pizzo Tornello. Erano le ore 9,15 mattina. E dato un rapido sguardo allo stupendo e grandioso panorama che ci attorniava, ci gittammo a terra spossati, respirando con forza e volontà un’aura rada e lieve, atta a farci in poco tempo dimenticare tutte le pene ed il mal della passata via -. Avevamo gelosamente conservate varie bottiglie di gin bianco e nero ed una dose discreta di provvigioni, e di tutto in breve tempo ci sbarazzammo. Mancava l’acqua, ma lì presso era la neve; di essa riempimmo le bottiglie vuotate d’un fiato, e la facemmo squagliare al sole. Era inesauribile la sete che ci divorava!” “INVISIBILI CAMMINI” Tra le iniziative culturali promosse dalla biblioteca nella stagione 2010, una serata interessante è stata quella dell’11 luglio, che ha visto l’incontro con lo scrittore Adriano Frattini, per presentare la sua ultima fatica «Invisibili cammini». Nella sala della Comunità Montana in palazzo Pretorio, l’autore ha intrattenuto la popolazione di Vilminore ed ha letto alcuni brani del libro e dialogando con i presenti, riscuotendo consensi. Il libro, che ha come sottotitolo «quasi un romanzo», è in realtà una raccolta di dieci microstorie sul tema del viaggio, legate dal cammino del vecchio Draiano, come un leit-motiv, durante il quale Draiano incontra i suoi ricordi di viaggio nel vedere i vari mezzi di trasporto. Ambientato in un paese su un lago, mai nominato (ma che l’autore ha rivelato essere il borgo natio Castro) dove si animano personaggi ispirati alla realtà. I racconti nel libro sono definiti “variazioni” perché il romanzo è costruito come una composizione musicale con un tema: il viaggio, e le variazioni: i vari capitoli, i quali hanno una diversa tonalità, a seconda del tono della narrazione. I finali dei viaggi sono a sorpresa e, a volte, lasciano col fiato sospeso. Naturalmente ogni capitolo è un altro viaggio, ogni volta con mezzi di locomozione diversi. Questo di Adriano Frattini è il secondo romanzo pubblicato, il primo è uscito nel 2006 col tutolo «Upir», la storia di un vampiro metropolitano dei nostri giorni. Nato sul lago, Frattini ha insegnato nelle scuole medie fino alla pensione ed è anche autore di un libro di testo per la materia di Educazione Tecnica, edito dalla casa editrice Marietti. Sposato con due figlie, è anche il nonno di Sara, alla quale ha dedicato il. primo romanzo, mentre «Invisibili cammini» porta come dedica: “A Lidia, la miglior compagna nel viaggio della vita”, naturalmente Lidia è la moglie. Il pubblico ha dialogato con l’autore, così abbiamo conosciuto meglio Frattini: «Scrivo da quando avevo 16 anni; naturalmente prima erano poesie – dice Frattini –E forse la spinta, come una molla che mi ha fatto proseguire, è stato il premio vinto in un concorso letterario, a soli 16 anni, all’Accademia Tadini di Lovere. Dopo sono diventato grande e la poesia è rimasta sempre dentro di me, ma ho pensato di esprimerla attraverso i racconti e i romanzi. Il mio modo di scrivere è infatti a volte cinematografico e basato sulla suggestione delle immagini, sulla ricerca della semplicità e dell’emozione, cercando sempre la poesia, senza essere ermetico, ed anche i contenuti dei miei libri sono spesso onirici, come il finale di queste microstorie raccolte in «Invisibili cammini». Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 29 Notizie da proloco LA PRO LOCO CAMBIA VOLTO Il consiglio della Pro Loco è arrivato alla fine del suo mandato. Sembra ieri quando cinque giovani decisero di prendere in mano le redini della gestione dell’ufficio turistico di Vilminore I componenti erano Giancarlo Maj, Presidente, Gessica Barbieri, vice Presidente ed Ezio Pancotti, Luciano Duci, Alessandra Tagliaferri, consiglieri. Nel triennio della nostra gestione abbiamo cercato, pur con varie difficoltà, di dare un’immagine positiva al nostro paese attraverso manifestazioni, accoglienza turistica ed avvenimenti. Tra le iniziative di più significative ricordiamo il miniclub estivo per i bambini dai tre ai sette anni, che ha riscosso successo fra gli abitanti e i villeggianti, e l’Estemporanea di pittura, che per 5 anni, grazie all’iniziativa e all’appoggio del comune nella persona dell’assessore Attilio Perego, ha accresciuto il patrimonio artistico del nostro Comune. Molte idee che abbiamo avuto nel corso degli anni sono state realizzate; bisogna tuttavia riconoscere che molte altre sono rimaste nel cassetto. Inutile nascondere che con mezzi economici e “risorse umane” più adeguate si sarebbe fatto di più. Si ritorna sempre al punto dolente della questione. Pro Loco ha lanciato un appello circa un anno e mezzo fa attraverso la gazzetta comunale, ove si cercava di smuovere la sensibilità degli abitanti e degli esercenti, chiedendo un aiuto non necessariamente economico, ma anche “fisico” per l’organizzazione delle attività. Purtroppo l’appello è caduto nel vuoto, a parte una lettera anonima che in quanto tale non meritava considerazione. Sicuramente gli atteggiamenti di sfiducia e di indifferenza ci hanno un poco demotivato, oltre al fatto di essere spesso e volentieri al centro di critiche e osservazioni, soprattutto di coloro che non hanno mai mosso un dito per il proprio paese. Nonostante tutto abbiamo continuato per la nostra strada cercando di raccogliere pensieri, suggerimenti e pareri costruttivi, provando a metterli in pratica, tenendo conto anche dei nostri impegni lavorativi (ricordiamo che siamo volontari!). Ciò non significa che non ci siano state anche belle soddisfazioni: oltre alle singole manifestazioni ben riuscite, ci possiamo vantare di essere i primi in Valle ad aver attivato un servizio importante quale il miniclub, richiesto a gran voce da molte famiglie con bambini piccoli. Quello che è certo è che, per qualsiasi iniziativa, abbiamo sempre dato il massimo dell’impegno, anche se bisogna riconoscere che in varie occasioni non è stato corrisposto dalla partecipazione della popolazione. Un ringraziamento sincero e caloroso va all’Amministrazione comunale, per il suo costante sostegno economico nonostante le ristrettezze che tutti conosciamo, fondamentale per garantire l’apertura dell’ufficio. E ora che succede? C’è un gruppo nuovo di giovani che proseguono il cammino intrapreso, ai quali facciamo un grande “in bocca al lupo”! Ciao a tutti. L’ormai ex Consiglio della Pro Loco Il nuovo direttivo È venuto il momento di cambiare il consiglio di amministrazione anche in Pro Loco. All’assemblea pubblica convocata nella Sala della Comunità Montana di Scalve si è presentato un gruppo di giovani intenzionati a subentrare all’amministrazione Maj. Questi hanno fatto alcune proposte in merito ai nomi dei papabili nuovi consiglieri, e quindi, dopo la votazione, il consiglio risulta ora essere così composto: Tagliaferri Andrea, classe 1981 laureando in “Scienze del turismo e delle Comunità Locali”, sarà il nuovo Presidente per il prossimo triennio e verrà sostenuto da Arrigoni Monica (Vicepresidente), Piccini Cristina, che si interessa di turismo anche nel suo percorso di formazione, Duci Luciano, il collegamento con la passata amministrazione e l’esperienza nella gestione della Pro Loco, e, infine, “La-Tina”, esercente di Vilminore che sarà un po’ il filo diretto tra i commercianti e la Pro Loco. “Il nuovo consiglio non opererà da solo sul territorio – spiega il nuovo presidente - , infatti è sostenuto da un cospicuo gruppo di giovani che hanno deciso di mettersi in gioco per cercare di movimentare il paese. Le decisioni che verranno prese e le manifestazioni che verranno organizzate non saranno solo merito di coloro che si sono resi disponibili a fare parte del consiglio, ma dell’intero gruppo. Cercheremo di fare tesoro delle esperienze avute nelle passate gestioni per arrivare a migliorare la collaborazione con tutti gli enti, le associazioni, ma anche gli esercenti che operano sul nostro territorio.” “Per questa stagione estiva – continua – abbiamo preso atto delle manifestazioni già programmate dall’amministrazione Maj, cercando di inserirne alcune che sentiamo più nostre. Un esempio importante è la manifestazione che abbiamo pensato di organizzare per il 18 agosto, una giornata di festa che coinvolgerà in prima persona molti degli esercenti del paese. A partire da ottobre inizieremo a pianificare le manifestazioni e gli eventi che caratterizzeranno il 2011. Ovviamente le idee non ci mancano, ma siamo comunque disposti ad ascoltare ogni tipo di suggerimento.” 30 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 L’ARTE DEL SUONO Elena Piva Luisa Piscitelli Management ARCHI DELL' ORCHESTRA DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL “GAETANO DONIZETTI” Programma concerto W.A.MOZART Eine Kleine Nachtmusik ( Allegro ) Corre l’obbligo di render conto, anche se quanto stiamo per presentarvi si sta svolgendo mentre la Gazzetta va in stampa, di alcuni appuntamenti di particolare pregio ideati per questa periodo vacanziero. Confidiamo di darvene dettagliata cronaca sul prossimo numero del periodico. Il maestro Loriano Berti, M° al Conservatorio Luca Marenzio di Darfo, mantenendo fede agli impegni, ha confermato l’intenzione di tenere il saggio conclusivo della classe di flauto anche quest’anno a Vilminore. Gli allievi, nella sala consiliare di Palazzo Pretorio, hanno proposto un ricco programma comprendente partiture di Handel, Benedetto Marcello, Debussy, Doppler e Tschajkovskij. Non manca di certo all’appello il consueto appuntamento con i concerti d’eccezione di “Estate Classica” che, su iniziativa di Alice Morzenti (flautista scalvina di fama internazionale), sono stati proposti a Palazzo Pretorio e nella parrocchiale vilminorese. Per quest’estate abbiamo inoltre avuto la possibilità di ospitare la prima edizione della rassegna musicale che ha avuto come protagonisti gli archi dell’orchestra del Bergamo Musica Festival “Gaetano Donizetti”, che si sono sotto la direzione del maestro Ruggero Barbieri, con la partecipazione del violino solista Alberto Cammarota. E.H.GRIEG Holberg's Suite ( Praeludium ) C.NIELSEN Little Suite op.1 ( Finale - Allegro ) C.SAINT- SAENS Havanaise op. 83 ( A. Cammarota ) A.PIAZZOLLA Las Quatros Estaciones , Invierno ( A. Cammarota ) A.BRIGNOLI Fantasia per Archi ( Omaggio a G. MAHLER ) P.I.TSCHAJKOVSKIJ Serenata op. 48 ( Finale: tema russo ) Nel Concerto inaugurale del “Festival di Musica da camera”, sarà eseguito in prima assoluta il brano “ Fantasia per archi” - Omaggio a Gustav Mahler, creato appositamente per gli Archi del “Bergamo Musica Festival” dal compositore bergamasco Andrea Brignoli Gli appuntamenti previsti sono i seguenti : 5 agosto Vilminore di Scalve in Piazza Vittorio Veneto alle ore 21.00 ingresso libero 7 agosto : Orio al Serio presso il Parco Comunale alle ore 21.00 ingresso libero Dott.ssa Luisa Piscitelli PROGETTO EVENTI E SPETTACOLI tel e fax 035-959598 cell. 339-4437916 Gazzetta Comunale Agosto 2010 - 31 25° RIFUGIO NANI TAGLIAFERRI 25 anni da festeggiare per il Rifugio Nani Tagliaferri che, con i suoi 2330 mt di altitudine e l’invidiabile posizione, rappresenta il simbolo indiscusso della montagna scalvina. Il bivacco, posto nella conca al di sotto del Passo Venano in territorio di Schilpario, venne eretto grazie all’impegno dei soci Cai della Valle di Scalve e alla volontà del comune di Vilminore di Scalve che concesse al Club Alpino Italiano l’utilizzo del terreno su cui sarebbe stato eretto. Il rifugio venne costruito nel 1985 ed ufficialmente inaugurato, con una S. Messa celebrata da mons. Andrea Spada, il 22 settembre del medesimo anno. I fratelli Tagliaferri, in particolare Francesco lo storico ed attuale gestore del rifugio, lo vollero dedicare a Nani Tagliaferri, il celebre alpinista scalvino scomparso nel 1981 con i compagni di cordata Italo Maj e Livio Piantoni nella tragica scalata al Pukajirka andino. Ad un solo anno dal taglio del nastro, nel novembre 1986, il “Tagliaferri” venne del tutto distrutto da un incendio ma questo inconveniente non scoraggiò il gruppo di “amici del rifugio” che decisero di ricostruirlo, e nel giro di un mese nonostante l’incalzare dell’inverno, riuscirono a renderlo nuovamente agibile. Il Rifugio venne inoltre ampliato, nel 1998 e nel 2007, ed ora qui possono trovare ospitalità una cinquantina di persone che possono servirsi di impianti igenico sanitari,acqua calda e ogni comodità garantita della produzione di energia elettrica fornita, oltre che da un generatore, da impianti eolici e a pannelli fotovoltaici. Gli interventi di ristrutturazione del bivacco sono inseriti nel progetto “Il rifugio di montagna un presidio culturale ed educativo al passo con i tempi”, realizzato con il contributo di Regione Lombardia e della Fondazione della Comunità Bergamasca, La posizione assolutamente centrale del rifugio lo colloca come ideale luogo di partenza per infinite escursioni in alta quota che, seguendo i sentieri Cai, vedono raggiungere il Passo del Venano e del Vò, il Demignone e il Venerocolo, il lago del Barellino e l’omonimo rifugio, il Passo di Pila e Bondione e la splendida Valle del Gleno. Di seguito pubblichiamo il contributo, con foto, sulla giornata di festeggiamenti che il Club Alpino di Bergamo ci ha inviato Concerto in alta quota: un grande successo di armonia, bellezza ed emozioni Oltre cinquecento appassionati di musica e montagna hanno risalito la Valle di Scalve fino a quota 2328 metri per raggiungere il rifugio Tagliaferri e hanno sancito il successo dell’iniziativa organizzata dal Cai di Bergamo: il concerto “Armonie e bellezze a fil di cielo”, un mosaico di suite interpretate magistralmente dal grande jazzista Gianluigi Trovesi, il violinista e direttore d’orchestra Stefano Montanari e il pianista (nonché artista) Gianni Bergamelli. Doppio festeggiamento in quota, dunque, perché oltre ai brindisi per i 25 anni del rifugio, c’è stata una torta speciale anche per Bergamelli, che spegne quest’anno 80 candeline. L’evento, che è stato realizzato grazie al sostegno di Massimiliano Locatelli e della sua iMax, ha visto tra i tanti e tanti ospiti di Francesco Tagliaferri, gestore del rifugio, monsignor Gaetano Bonicelli, vescovo emerito di Siena, Giovanni Toninelli, sindaco di Vilminore, Giampaolo Rosa, presidente della Società del Quartetto e Franco Blumer, scultore e restauratore, da sempre sostenitori del Cai e grandi appassionati di montagna. A loro e a tanti altri amici Paolo Valoti, presidente del Club alpino orobico e “Cesco”Tagliaferri hanno consegnato delle targhe in ricordo di un’occasione davvero particolare ma non irripetibile: “Il successo dell’evento ci conferma nell’intenzione di farlo diventare un appuntamento annuale - ha detto Valoti - che porterà il concerto in ogni rifugio delle nostre belle Orobie”. E in effetti il connubio tra musica e montagna ha saputo creare armonie e bellezze, appunto, ma anche emozioni e suggestioni possibili solo in posti come questi, dove il cielo si può sfiorare davvero e dove le note sembrano fermarsi un istante in più per appagarsi dei panorami delle vette e delle vallate. “La musica e la montagna sono fatte così - ha detto ancora Valoti -, richiedono grande fatica, passione e entusiasmo ma sanno offrire momenti sublimi. Momenti di vita, di condivisione, di soddisfazione, di crescita”. Un messaggio che i molti giovani presenti hanno dimostrato di saper raccogliere. “Momento di premiazione degli artisti da parte del Gestore Francesco (Cesco) e del presidente Paolo Valoti” “Cesco Tagliaferri premia il sindaco Giovanni Toninelli” 32 - Gazzetta Comunale Agosto 2010 Distretto sociosanitario Valle di Scalve presso l’ex Ospedale di Vilminore servizi e orari Cardiologia 1° - 3°- 5° lunedì del mese dalle ore 9,30 alle 12,30 Fisiatria 2° e 4° lunedì dalle ore 9,30 alle 12,00 Ginecologia e Ostetricia consultorio 2° e 4° mercoledì dalle 14,30 alle 16,30 (ambulatorio 1° e 3° mercoledì dalle 14,30 alle 16,30) Odontoiatria ogni mercoledì dalle 9,00 alle 10,00 Ortopedia 1° e 3° giovedì dalle 9,00 alle 12,30 Otorino 3° giovedì del mese dalle 14,00 alle 18,00 Pap-test ogni martedì su appuntamento Pediatria consultorio lunedì dalle 9.00 alle 12,00 Chirurgo 2° e 4° giovedì dalle 13,00 alle 16,00 Prelievi ematochimici martedì e giovedì dalle 7,30 alle 8,45 (sangue, urine, ecc…) Ufficiale sanitario mercoledì dalle 14,00 alle 16,00 su appuntamento tel. 0346.89029 Veterinario Ufficiale su appuntamento Cel.347.5145787 (dr. Pelizzari) Vaccinazioni Tel. 0346.89037 Pratiche Amministrative martedì dalle 9,00 fino alle 12,30 (ASL) Servizio sociale 2° e 4° mercoledì previo appuntamento telefonico 0346.89022 (Assistente sociale) e 0346.89021 (Psicologo) Sono inoltre previsti specialisti per la terapia del dolore e nutrizionisti Psichiatra mercoledì ogni due settimane Tel. 035.984214 / 035.984255 Figure sanitarie di riferimento Infermiere da lunedì a venerdì dalle 8,00 alle 13,00 Fisioterapista da lunedì a venerdì dalle 7,30 alle 12,30 Medico di Guardia da lunedì a venerdì dalle 20 alle successive ore 8, prefestivi e festivi dalle 10 alle ore 8 del lunedì successivo. Le visite vanno richieste al telefono n° 0346.51990