Allarme strade in Valle di Scalve tra vie colabrodo e tratti off limits

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Allarme strade in Valle di Scalve tra vie colabrodo e tratti off limits
L’ECO DI BERGAMO
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LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014
Provincia
Bonate Sotto al lavoro
per imbrigliare il Lesina
Il torrente ha causato uno smottamento che
mette a rischio la strada. Il Comune è intervenuto d’urgenza per mettere la zona in sicurezza
a pagina 23
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Allarme strade
in Valle di Scalve
tra vie colabrodo
e tratti off limits
Chiusura ormai cronica tra Colere e Vilminore
ma anche sulla Dezzo-Azzone-Schilpario
E in inverno c’è il rischio valanga alla Manna
Valle di Scalve
ALICE BASSANESI
Quando si pensa alla Valle di
Scalve non si può fare a meno di
pensare a panorami spettacolari
e mozzafiato. Attenzione però a
non distogliere troppo gli occhi
dalla strada dove si poggiano i
piedi per godere del panorama,
le conseguenze potrebbero non
essere simpatiche. Infatti i quattro comuni scalvini – Azzone,
Colere, Schilpario e Vilminore
– ormai da tempo lamentano il
degrado delle condizioni di manutenzione delle proprie strade:
oltre alla condizione ormai generalizzata di buche e alla manutenzione spicciola (condizione
che avvicina la Valle di Scalve a
molte altre zone della Bergamasca), qui, negli ultimi anni, sono
state registrate una serie di situazioni spiacevoli, che hanno
portato alla chiusura parziale di
interi tratti stradali per brevi o
lunghi periodi.
E anche oggi si continuano a
registrare condizioni di incuria
in alcuni tratti che, in mancanza
di interventi tempestivi, rischiano di diventare pericolosi per chi
giornalmente vi transita. Nel
dettaglio, sono due i tratti viabilistici chiusi al traffico dall’autunno del 2012, un terzo è soggetto in inverno a stop temporanei. Altre due strade stanno len-
tamente diventando sempre più
pericolose.
La prima strada che rappresenta un problema è la provinciale 58, quella che dalla località
Castello porta a Colere, e da lì a
Vilminore di Scalve, passando
per la Val Notte e Teveno, frazione di Vilminore. Nel 2012 la Provincia ha ritenuto opportuno
emanare un’ordinanza per limi-
Nella Val Notte
dal 2012 transito
limitato sul ponte
del fiume Nembo
E a Colere
tra Grana e Valle
Richetti un muro
rischia di crollare
tare il transito sul ponte che attraversa il fiume Nembo: da allora il ponte è praticabile ma solo
ai veicoli con una portata inferiore alle 3,5 tonnellate, eccezion
fatta per i mezzi di emergenza.
Dal 12 ottobre 2012 quindi la
strada è interrotta dal chilometro 64, in località Teveno, al chilometro 64,500, in località Polza:
necessiterebbero di interventi di
sistemazione sia il ponte sia la
strada, che in alcuni punti ormai
è quasi sterrata, presenta più buche che asfalto.
Il secondo cruccio scalvino è
la provinciale 60 Dezzo-Azzone-Schilpario. Qui la chiusura,
ordinata dal chilometro 6,400 al
chilometro 6,900 sul territorio
comunale di Schilpario, è datata
28 novembre 2012. Il problema
è che nel tratto oggetto dell’ordinanza, la carreggiata, che non
viene più sostenuta adeguatamente, sta lentamente scivolando a valle. Dopo le proteste di
residenti (e non) però l’ordinanza, che inizialmente era estesa a
chiunque, è stata modificata con
l’introduzione di alcune eccezioni. A oggi quindi, possono percorrere la strada i residenti dei
comuni di Azzone e Schilpario,
gli utenti delle attività turistiche
e commerciali, i trasporti pubblici e i servizi di interesse pubblico, con un limite di velocità di
30 chilometri orari.
Poi c’è la questione legata alla
«Manna». Qui, località al confine
tra Vilminore e Schilpario, all’intersezione tra la provinciale
ex statale 294 della Valle di Scalve e la provinciale 61 che arriva
da Vilminore, attraversando la
frazione Vilmaggiore, i problemi
vengono sia da sopra la carreggiata sia da sotto. A valle si guar-
Le strade provinciali della
Valle di Scalve hanno bisogno
di interventi. In questa pagina
la strada a Pradella. A destra,
in alto l’incrocio della Manna
e, sotto, il ponte di Teveno
da con apprensione perché la
carreggiata, che poggia su uno
strato argilloso di spessore non
indifferente, ogni anno scivola
un poco di più a valle. Si è detto
in più occasioni che qui la situazione non sia risolvibile: così le
amministrazioni cercano di
mettervi una pezza temporanea,
aggiungendo ogni anno uno strato di asfalto sopra l’altro, per livellare tutta la superficie percorsa dai veicoli, e limitare la pericolosità. L’ultima asfaltatura risale
proprio a pochissimi giorni fa.
A monte invece il problema è
legato alla stagione invernale:
con l’arrivo della neve infatti è
sempre più alto il rischio valanghe. In particolare, in questo
tratto, è capitato più volte che la
neve scaricasse a valle. L’ultima
volta che la valanga è arrivata a
travolgere l’intera carreggiata
era il dicembre del 2009, ma anche negli anni più recenti si è
guardato con preoccupazione alla valanga. Nel corso dello scorso
inverno addirittura, gli scalvini
erano stati portati all’esasperazione dalle aperture e chiusure
a singhiozzo che avevano interessato il tratto stradale e che
avevano avuto conseguenze non
indifferenti anche sul turismo e
sulla relativa (e già fragile) economia scalvina.
Infine ci sono situazioni che,
a oggi, non si presentano così
problematiche ma che, se lasciate allo stato attuale senza intervenire, tra non molto tempo rappresenteranno nuovi rischi per
la viabilità scalvina. Da una parte
sul territorio comunale di Colere, sempre sulla provinciale 58,
ma questa volta tra le frazione
Grana e Valle Richetti. Qui il muro che sostiene la carreggiata sta
cedendo e, ormai da qualche anno, la parte esterna della strada
è stata transennata. Infine la situazione più recente, e in via di
sistemazione, quella che si trova
sul territorio comunale di Vilminore, sulla strada che porta all’ingresso principale del paese.
Proprio al centro della carreggiata infatti, qualche mese fa è
affiorata una sorgente d’acqua
che, con l’arrivo della stagione
fredda, rischia di diventare
estremamente pericolosa per
chi quotidianamente transita su
quella carreggiata. 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il camionista: «La maglia nera va all’Oltrepovo»
Stefano Albrici da ormai 14
anni lavora come autotrasportatore per
alcune aziende della Valle di Scalve, e di
chilometri ne ha macinati parecchi. Giornalmente percorre strade principali e
secondarie e conosce bene ogni singola
buca.
«Negli ultimi anni c’è stato – spiega – un peggioramento della condizione delle strade, sia in Valle di
Scalve che in tutta la provincia.
Fino a dieci anni fa invece c’era
qualche piccola differenza. Parliamo di manutenzione ordinaria,
di tappare qualche buca, non di
lavori particolarmente impegnativi». La strada più «brutta», quella che, secondo Albrici, sale sul
podio delle peggiori vie scalvine,
è senza dubbio quella che da Vilminore porta alle frazioni del comune: la strada per Oltrepovo,
una provinciale.
«Anche quando era a gestione
comunale – continua – è sempre
stata brutta: non mi riferisco a
interventi di manutenzione straordinaria, ma a interventi ordinari. In 15 anni l’unico intervento
straordinario che ricordo è stato
l’allargamento della sede stradale
in località Polza. I lavori erano
stati fatti in concordato con un
privato, eppure proprio lì vicino
è sorta una zona industriale, che
necessita di rifornimenti che arri-
vano con i camion».
Di manutenzione ordinaria ormai, pare non ne venga fatta. «Mi
riferisco soprattutto al taglio di
rami, piante e alberi a ridosso delle strade. Già le strade sono quello
che sono, è assurdo che in alcuni
punti le piante portino la visibilità
a zero. Con pochissimo Comune
e Provincia potrebbero intervenire, soprattutto in vista dell’inverno». E manca anche la programmazione. «Solo per fare un esempio – conclude – si asfalta appena
prima dell’inverno, che è assurdo,
perché l’asfalto nuovo con neve e
sale si rovina subito». 1
Stefano Albrici
Al. Ba.
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L’ECO DI BERGAMO
LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014
Lovere, nuovo furgone
per i vigili del fuoco volontari
Il traguardo di Entratico
per la parrocchiale rinnovata
I vigili del fuoco volontari di Lovere hanno
chiuso l’anno di attività festeggiando la patrona
e inaugurando un nuovo furgone attrezzato
a pagina 24
La comunità di Entratico ha festeggiato con il
vescovo Beschi la conclusione dei lavori di riqualificazione della chiesa parrocchiale
a pagina 25
La mappa dei disagi
dal Vivione alle buche
Il sindaco di Schilpario: ogni anno elemosiniamo
la riapertura del collegamento con il passo
Valle di Scalve
Colere alla Provincia:
«Ma almeno rispondeteci»
Ultimo arrivato tra gli
amministratori scalvini, ma con
le idee in testa piuttosto chiare. E
senza nessun pelo sulla lingua. «Se
la Provincia – spiega Benedetto
Bonomo, sindaco di Colere – non
riesce a prendersi cura delle strade a dovere, allora visti i pochi soldi che ha a disposizione per tenerle a regime, rivaluti la restituzione
della competenza sulle strade ai
Comuni. Ci arrangeremo noi».
Delle condizioni (pessime) in
cui versano le strade a Colere, Bonomo non vuole proprio parlare,
«noi non ci vogliamo lamentare,
vogliamo fare i fatti», dice. L’unico
argomento sul quale si sbilancia
è la provinciale che attraversa Colere: «Noi abbiamo un grosso problema con quella strada – racconta –: chiunque la attraversi, lo fa a
velocità troppo elevata e questo
costituisce un pericolo per i pedoni.Appenainsediata,lanostraamministrazione ha contattato la
Provincia che ne ha la competenza, per capire se si poteva risolvere
la questione in qualche modo. Visto che dalla Provincia non abbiamo avuto risposte, ci siamo organizzati noi con la polizia locale e i
rilevatori della velocità. La cosa
grave però è che da giugno a oggi
non abbiamo ancora ricevuto rispostedaViaTasso.Èunaquestione di buona educazione amministrativa, questa cosa ci fa pensare
chenoi,inProvincia,nonveniamo
minimamente considerati».
Ma Colere, Bonomo lo dice
spesso, «è il comune più importante del mondo e merita risposte
e rispetto. Rispetto per chi siamo,
rispetto per il nostro essere “La
montagna”, quella vera». 1
L’imprenditore
La strada che sale al Vivione
Giudici (Vilminore):
strade comunali ok,
gli unici problemi
su quelle provinciali
Piccini (Azzone):
il presidente Rossi
è stato già informato
della situazione
ridicola». «Per quanto riguarda le
strade comunali non possiamo lamentarci: riusciamo a tenerle abbastanza in ordine – aggiunge
Agoni –, e proprio in questi giorni
abbiamo programmato alcuni interventi che verranno attuati nella
prossima primavera».
Stessa musica a Vilminore, come spiega Guido Giudici, sindaco
epresidentedellaComunitàmontana della Valle di Scalve: «I problemi sulle strade del nostro comune riguardano praticamente
solo e soltanto le strade della Provincia. Quelle comunali riuscia-
A. Ba.
L’albergatrice
«Da una parte il ponte ko
dall’altra un muro in bilico»
A Pezzolo, una delle frazioni di VilminorediScalve,daqualcheannoèstata
creata una piccola zona industriale:
qualchecapannone,quattroditte,una
sessantina circa di persone che ci lavorano.Numeripiccoliperunaqualsiasi realtà cittadina, numeri importanti per le realtà imprenditoriali di montagna.«Ilpontechecollegalafrazione
di Teveno al resto del comune – spiega
OttavioDuci,dellaEffeDiMeccanotek
di Pezzolo – è chiuso ormai da due
anni. Quella era una strada che tutte
le ditte usavano per i trasporti: per i
carichi che arrivano dalla Presolana
Che le strade scalvine siano in pessime condizioni non è di certo una
novità. Lo sanno le persone che la
valle la vivono, sia da residenti che
da turisti, lo sanno gli amministratori. Amministratori che assicurano di aver già spiegato anche alla
nuova Provincia quali sono i problemi dell’estrema «periferia»
della Bergamasca.
«Le problematiche che affronta il Comune di Schilpario – spiega il primo cittadino Claudio Agoni – in relazione alle strade sono
tre. Da una parte, la strada del Passo del Vivione: giustamente qui
nella stagione invernale il traffico
viene impedito, viste le caratteristiche della strada. Il problema è
che poi ogni primavera siamo costretti a elemosinarne la riapertura. Per il nostro paese, che lavora
prevalentemente con il turismo,
quella strada rappresenta una importante fonte di reddito. Vorremmo solo non dover ogni anno
trovarci a vedere l’apertura posticipata nel mese di giugno dopo le
nostre numerose insistenze, come è successo quest’anno».
Le altre due strade che creano
grattacapi a Schilpario sono in
qualche modo legate tra di loro.
«Da una parte – continua Agoni –
la strada che collega Schilpario a
Pradella, chiusa da anni con un
divieto che è, quantomeno, ridicolo. Perché in teoria nessuno potrebbe passare, ma in pratica la
utilizzano tutti. Una strada chiusa
da ormai due anni, senza che nessuno abbia provato a far qualcosa
per sistemarla. Dall’altro lato invece c’è la “Manna”, che costituisce un problema per il rischio valanghe. Quando quella strada viene chiusa, in automatico il traffico
viene deviato sull’altra strada,
quella che sarebbe chiusa da due
anni; una situazione abbastanza
mo, in qualche modo, a gestirle al
meglio: per esempio, abbiamo appena terminato i lavori di riasfaltatura del tratto che porta da Vilminore verso le frazioni di Pezzolo
eNonaecheèdinostracompetenza».
Qui la situazione più critica, è
senza dubbio quella del ponte di
Teveno. «È una situazione – continua Giudici – che si trascina da
qualche anno; il problema vero è
che più passa il tempo, più la situazione peggiora. E più la situazione
peggiora, più gli interventi che
verranno richiesti saranno importanti e gravosi». E le problematiche legate alle Manna? «Il problema della Manna – conclude –
esiste ed esisterà sempre: a monte
non si possono prevedere valanghe, a valle invece, lo strato sotto
la carreggiata è argilloso e non si
può far altro che metterci delle
“pezze”».
Chi guarda la situazione con
più ottimismo è il sindaco di Azzone, Pierantonio Piccini. «Prima
delle elezioni in Provincia – dice
– abbiamo incontrato Matteo
Rossi, e gli abbiamo fatto presente
le grosse difficoltà che incontra il
settore viabilità in Valle di Scalve.
Abbiamo segnalato la grave situazione generalizzata, ma anche dei
tratti Azzone-Schilpario e Manna.
Abbiamo bisogno di riqualificare
tutta la zona, per la sicurezza di chi
vitransitagiornalmentemaanche
per rendere piacevole la permanenza o il passaggio dei turisti.
Questiproblemihannocreatouna
soluzione confusionaria: i cittadini non vedendo la possibilità di
soluzioni positive, se la prendono
con le istituzioni, quindi il rapporto è diventato difficile. Ma ora abbiamo già iniziato a discutere operativamente di queste problematiche in Provincia, e sono fiducioso sulla soluzione a breve». 1
Ottavio Duci
è più veloce e comoda, perché utilizzando la provinciale della Val Notte si
evita tutto l’abitato di Dezzo e di Vilminore. È un tratto di strada che ci
servirebbe,echenonpossiamoutilizzare». Duci, come gli altri imprenditori della zona, guarda con preoccupazione non solo il tratto compromesso
di Teveno, ma anche l’unica strada alternativa per raggiungere la zona industriale. Qui, in località «Al de Crus»,
qualche mese fa un muro era stato
transennato per rischio di cedimento.
«Poi le transenne sono state tolte –
conclude – ma senza una sistemazionedefinitiva.Seilmurodovessecedere che faremo? Da una parte la strada
è chiusa a causa del ponte, dall’altra
ci sarebbe questo disagio». E poi c’è
l’inverno: «Cosa succederà con la neve? Se non ci sono i soldi che si fa?».
«Schilpario-Azzone chiusa
Così non può continuare»
Bartolomea Mea Tagliaferri da due
anni protesta contro la chiusura della
strada che porta da Schilpario ad Azzone. Lei proprio lungo questa strada
gestisce,conilrestodellasuafamiglia,
l’albergo-ristorante San Marco, a Pradella di Schilpario. «La strada è lì –
spiega – chiusa da due anni, senza che
nessuno abbia mai provato a fare
qualcosa. Il pezzo pericoloso è circoscritto a qualche decina di metri. È
effettivamente pericoloso, lo vediamo anche noi che la carreggiata sta
scivolando a valle». Ma nonostante le
proteste e le sollecitazioni, nessuno
Bartolomea Tagliaferri
si è mai visto a lavorare in quel tratto.
«L’unica cosa che continuano a dirci
– aggiunge Tagliaferri – è che la Provincia non ha i soldi per sistemare la
strada». Così da due anni l’attività di
Mea si trova a qualche decina di metri
da una strada chiusa, aperta solo per
quanti sono interessati da attività
commerciali e turistiche. «Ma i turisti
– continua – che già non sono molti,
appena vedono il cartello di divieto
fanno marcia indietro, non stanno a
leggere le eccezioni. Così non si può
continuare». E conclude: «Quando c’è
ilpericolodellaMannailtrafficoviene
deviatosuquestastrada.Enonsicapisce davvero più nulla: se si lasciano
passareleautoquandoesisteilrischio
sull’altra strada, si potrebbe anche
consentire il transito per tutto il resto
dell’anno. No?».